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Nel mercato del benessere Grazie a una serie di interviste, con le quali abbiamo coinvolto architetti, professionisti e aziende, siamo in grado di offrirvi una panoramica sull’industria e sul mercato del benessere in Italia, che in pochi decenni ha vissuto importanti trasformazioni. 58%, sia del numero delle strutture, passate da 71.672 a 105.591. L’Europa è al top per fatturato (29,8 miliardi di dollari); l’Asia invece per numero di spa.
Il benessere made in Italy
Le ricerche sull’industria del benessere di casa nostra non solo risentono della difficoltà nel delineare i confini di questa “industria”, ma anche della scarsa disponibilità di dati omogenei e aggiornati. Focalizzando l’attenzione sul comparto dei servizi, la fotografia più recente – scattata nel 2013, in occasione di Rimini Welness, su dati precedenti di AicebConfesercenti, Censis e Coni – mette in evidenza un giro d’affari annuo da oltre 21 miliardi di euro per l’intero comparto benessere; un mercato che è cresciuto del 10% tra il 2008 e il 2013, con più di 70.000 addetti e circa 35.000 imprese. Sono 2500 le imprese tra terme, spa e centri benessere; circa 7000 le piscine e le palestre; 4200 gli hotel con area wellness.
Gli anni del boom… e degli errori Piscina dell’Almar Jesolo Resort&Spa. Progetto a cura dell’arch. Sergio Bizzarro, uno dei professionisti intervistati in questo articolo.
Per Approfondire
Nel canale Wellness di www.sportindustry. com potete trovate le interviste complete agli architetti Apostoli, Bizzarro, Cuzzolin, Sacchi e Vismara (categoria “Progettare una spa”). Per approfondire il mercato del benessere, invece, consigliamo la consultazione della categoria “Mercato benessere”.
Di Lucia Dallavalle
Eterogenea e di difficile classificazione, l’industria del benessere mette in difficoltà chi prova a dare conto del suo sviluppo e delle sue trasformazioni, perché include aziende sia di produzione sia di servizi in aree molto diverse, e solo in parte sovrapponibili: dal fitness al relax, dai prodotti e servizi per balneoterapia, sauna o bagno turco, fino all’estetica e al dimagrimento. Il GSWS, Global Spa and Wellness Summit, organizzazione internazionale con sede a New York, lo fa periodicamente, fotografando la situazione e i trend del benessere su scala mondiale. L’ultima ricerca, The Global Spa & Wellness Economy, pubblicata lo scorso settembre, misura il valore del comparto globale “spa and wellness” nel 2013 in oltre 3.400 miliardi di dollari, così ripartiti: al primo posto per ricavi, i prodotti e servizi per il “wellness lifestyle” con un valore pari a 2.806 miliardi di dollari; il turismo del wellness, una delle macrotendenze degli ultimi anni, con 494 miliardi; segue, in termini di fatturato, il mercato delle spa, con 94 miliardi; infine, il comparto dei centri e servizi che ruotano at-
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torno alle sorgenti termali, con 50 miliardi di dollari.
Il trend globale delle spa e delle terme
Dei 94 miliardi di dollari di fatturato complessivo sviluppato nel 2013 dalla “spa industry”, la maggior parte (74 miliardi) proviene proprio dalle spa, un concetto che viene declinato a livello internazionale in modo molto articolato, arrivando a includere anche centri dove vengono fornite terapie e servizi professionali orientati al wellness per il corpo, la mente e lo spirito. Un’interpretazione molto più estesa rispetto all’Italia, dove invece l’area umida – con sauna, bagno turco, idromassaggio e percorsi idroterapici – è l’elemento distintivo, perlopiù associata alla zona relax e a quella dedicata ai trattamenti. Nel nostro Paese, inoltre, dal 2000 solo le strutture dove si utilizza acqua di origine termale possono denominarsi “spa” o “terme”. Dal rapporto emerge anche l’evidente crescita del comparto tra il 2007 e il 2013, con un aumento notevole sia dei ricavi, pari al
Per quanto riguarda la costruzione di spa e centri benessere in Italia, il primo decennio degli anni duemila è identificabile come il periodo del boom. Sono stati anni in cui si è costruito molto, ma in parecchi casi male, sottovalutando le problematiche impiantistiche e con una scarsa attenzione alla complessità gestionale di attrezzature e impianti per loro natura altamente energivori. «Il risveglio è stato molto brusco – osserva l’architetto Sergio Bizzarro, titolare e fondatore dell’omonimo studio – Ci si è resi conto che la spa è un tema estremamente delicato, sia perché costa tanto sia perché è difficile gestirla». Per questo motivo, la crisi economica e finanziaria successiva al 2008 si è fatta sentire in maniera preponderante su questi centri e, allo stesso tempo, ha dato nuovo impulso alla ricerca, proiettata a ridurre i consumi energetici. «Si tende a costruire strutture che in partenza siano più facili da ammortizzare e da gestire» puntualizza Bizzarro, che sottolinea un altro aspetto favorevole a chi investe nelle spa: il crollo dei prezzi delle attrezzature, dell’ordine del 50%; questo permette di dotarsi di apparecchiature che, a parità di prestazioni, costano la metà rispetto a qualche anno fa. La maggiore sensibilità per i consumi è uno degli
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effetti (positivi) della crisi economica che, sintetizza Gianpietro Sacchi, direttore del Corso di Alta Formazione Design for Wellness & SPA di POLI.design, «ha portato progettisti e gestori a ragionare molto bene, in fase preliminare, sulla struttura delle spa e a costruire centri più sostenibili, forse meno impattanti dal punto di vista dello spazio e diciamo dell’estetica, ma efficienti, che possono dare benessere al cliente ed essere performanti sotto il profilo economico per il gestore». «Una buona percentuale dei miei clienti – afferma l’architetto Alessio Cuzzolin, fondatore dello studio A70 – presta molta attenzione al tema della sostenibilità, che li influenza anche dal punto di vista del marketing: è un concetto di benessere globale che viene proposto commercialmente, una sorta di etichetta di ecosostenibilità», che può trasformarsi in un’efficace leva di marketing nelle mani di abili imprenditori. “Penso che l’attenzione per l’ambiente e per i consumi sia stata un grandissimo spunto progettuale per avanzare nelle conoscenze e nella creatività – conclude l’architetto Marco Vismara, titolare dello Studio D73 – Oggi un ingegnere impiantista deve occuparsi di trovare, per ogni progetto, la soluzione migliore e usarla come tela per dipingere il quadro perfetto”.
Impianti e benessere. Questi sconosciuti
Quanto incide, dunque, l’assetto impiantistico sulla maggiore o minore efficienza di un centro benessere? «L’assetto impiantistico – racconta l’architetto Alberto Apostoli, fondatore dello studio Apostoli & Associati – è una delle criticità più delicate di una spa. Queste ultime sono infatti oggetti estremamente “energivori”, la cui efficienza energetica non è solo uno dei parametri da valutare. Il benessere, all’interno di questi ambienti, ha un significato molto più ampio e articolato; è sinonimo di qualità dell’aria, dell’acqua e della temperatura, elementi così importanti che non possono essere “delegati” al progettista termotecnico, ma devono essere coordinati e diretti da uno studio di professionisti estremamente specializzati e preparati nella creazione dell’intera “macchina architettonica”, oltre ad avere competenze scientifiche e manageriali, specifiche per questo settore».
Stesso discorso vale anche per le strutture ricettive; oggi gli hotel e gli agriturismi hanno compreso l’importanza di offrire aree dedicate al relax e le minipiscine idromassaggio rispondono nel migliore dei modi a questa esigenza». Attualmente, infatti, circa il 20% delle minipiscine idromassaggio, ma per alcune aziende si arriva al 40, viene venduto in ambito professionale, a centri wellness, hotel e altre strutture ricettive di alto livello, come precisa Alessandro Gianotti, responsabile commerciale dell’azienda Hot Spring.
Cambiamenti di… design
L’impennata del segmento professionale degli ultimi anni non poteva non determinare un cambiamento nelle caratteristiche della domanda e conseguen-
temente dell’offerta. Più “performante” e adatta ai centri benessere, per il controllo e la gestione dell’acqua, la soluzione incassata con bordo a sfioro si pone infatti come una delle evoluzioni della domanda sul fronte professionale. «In Italia, con la grande richiesta da parte dei centri benessere – osserva Diego Beschi, referente di Castiglione Relax – si sono alzate molto le quote delle minipiscine idromassaggio con bordo sfioro, più idonee agli ambienti pubblici. Negli anni passati, la minipiscina monoblocco (autoportante) aveva una richiesta di mercato molto superiore rispetto a quelle bordo sfioro (90% vs 10%); ad oggi, questa percentuale si è quasi equilibrata, spostandosi su un 60% vs 40%».
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PER APPROFONDIRE
Nel corso della manifestazione ForumPiscine/ ForumClub, dal 19 al 21 febbraio 2015 in Fiera a Bologna, verranno organizzati eventi, incontri e mostre sulla progettazione di centri benessere in Italia, grazie alla partnership tra SPATECH e PoliDesign (si veda anche la notizia a pagina 4).
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Crisi economica e sviluppo delle minipiscine
La crisi economica che ha attraversato questo settore ha portato profondi cambiamenti anche nell’importante segmento di mercato delle minipiscine idromassaggio. Secondo quanto dichiarato da Massimiliano Lunari, Direttore Commerciale - Sales Manager di SCP Italy, la minipiscina si pome come valida alternativa alla tradizionale swimming pool, in grado di soddisfare l’esigenza sempre più diffusa, a livello professionale e privato, di benessere e relax. A questo si aggiunge un fenomeno di portata molto più ampia: «Quelle che una volta erano palestre – prosegue Lunari – oggi si sono trasformate in wellness club: quindi all’esercizio fisico si propone di fare seguire il rilassamento in minipiscine idromassaggio, strumenti decisamente versatili e adatti a tutte le tasche.
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