Federpietre n 2 apr 2014

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Editore: Studio EffeErre Sas - Via Albani, 58 - 20148 Milano | POSTE ITALIANE SPA - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv., in L. 27.02.2004, n. 46), art. 1, comma 1, DCB MILANO

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FEDERPIETRE

APRILE 2014

Trimestrale della Federazione Nazionale dei Commercianti in Diamanti, Perle, Pietre Preziose e dei Lapidari

Diamanti: parliamo di sintesi La borsa e la vita Ultime novità gemmologiche dall’IGI



SOMMARIO

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FEDERPIETRE

EDITORIALE DEL PRESIDENTE 05 // Dalle difficoltà le oppurtunità

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Editore

Studio EffeErre Sas Via F. Albani 58 - 20148 Milano Tel. +39 02 33001100 Tel. +39 02 39264512 Fax: +39 02 33001914 info@studioeffeerre.com www.studioeffeerre.it

Direttore Editoriale Annalisa Fontana

Direttore Responsabile Gloria Belloni

NOTIZIE 06 // Brevi dal mondo

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Redazione

Sonia Sbolzani

Hanno collaborato a questo numero Raffaella Navone Mario Peserico

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Progetto grafico, impaginazione e coordinamento

Studio EffeErre - Milano

Pre-stampa

Grafimar - Milano

IN REDAZIONE 14 // Da Federpreziosi Confcommercio: dati e commenti sulle vendite 2013 16 // I gioielli che illuminano la scena 18 // Mondo prezioso: ora et labora

ECONOMIA 19 // La mia azienda suona il jazz 20 // La borsa e la vita

Stampa

Jona srl - P. Dugnano, MI

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Editore: Studio EffeErre Sas - Via Albani, 58 - 20148 Milano | POSTE ITALIANE SPA - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv., in L. 27.02.2004, n. 46), art. 1, comma 1, DCB MILANO

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FEDERPIETRE

APRILE 2014

Trimestrale della Federazione Nazionale dei Commercianti in Diamanti, Perle, Pietre Preziose e dei Lapidari

CULTURA 22 // La passione dei Medici per le gemme

Diamanti: parliamo di sintesi La borsa e la vita Ultime novità gemmologiche dall’IGI

In copertina:

“Entre deux rives” - zaffiro, rubino e smeraldo su montatura in oro bianco e diamanti. Anelli di Waskoll, Parigi (by courtesy Comité Francéclat).

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Periodico di Federpietre - Federazione Nazionale dei Commercianti di Diamanti, Perle, Pietre Preziose e dei Lapidari Trimestrale - Anno XIV - N° 2/Aprile 2014 Federpietre E-mail: federpietre@libero.it Registrazione Tribunale di Milano n. 653 del 17-10-2000 - POSTE ITALIANE SPA - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27.02.2004, n. 46), art.1, comma 1, DCB MILANO

IL PUNTO DI VISTA 30 // A proposito di contraffazione 3

GEMMOLOGIA 25 // Diamanti parliamo di sintesi 27 // Comunicazione di laboratorio 28 // Ultime novità gemmologiche dall’IGI

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I SOCI DI FEDERPIETRE Pubblichiamo qui l’elenco delle aziende associate a Federpietre (non tutte, poiché alcune per motivi personali non hanno dato il loro consenso).

Vuole essere un modo per sottolineare il loro “valore aggiunto” generato dall’appartenenza ad una Federazione coesa e attiva, che da sempre opera per

tutelare e promuovere la professionalità e l’etica dei commercianti di pietre preziose aderenti, sostenendo il settore orafo nel suo complesso.

Bianco Gian Piero Diamanti

Castellini Diamanti

Pasquarelli Danilo srl

Bidiamond srl

Diamante srl

Petramundi srl

Borsalino Diamanti srl

Dott. Carlo Paolillo & C. srl

Taché Diamonds Italia srl

Boss Diamond Srl

Enzo Liverino 1894 srl

Storchi Chiara

Brioschi srl

Ideal Diamonds srl

Valentini srl

Capellaro & C. srl

Maino sas

Z.B.F. snc

Viale Galimberti 12 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 924704 - Fax: 0131 942218 E-mail: preziosi2002@libero.it

Corso Garibaldi 138/C - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 955875 - Fax: 0131 945339 E-mail: info@bidiamond.it

Via Mazzini 15 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 941003 - Fax: 0131 946557 E-mail: info@borsalinodiamanti.com

Via Michelangelo, 1 - 15048 Valenza (AL) Telefono e Fax: 0131 947575 E-mail: info@bossdiamond.com

Viale Vicenza 3/A - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 943029 - Fax: 0131 951602 E-mail: brioval@tiscali.it

Via Baiardi 33 - CO.IN.OR. Zona D2 Lotto 2G 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 924809 - Fax: 0131 945689 E-mail: capellaro@libero.it

Via San Maurilio 13 - 20123 Milano Telefono e Fax: 02 72094241 E-mail: gucaste@tin.it

Via Pietro Micca 10 - 10122 Torino Telefono: 011 533532 - Fax: 011 532472 E-mail: diamante1srl@yahoo.it

Via della Scrofa 14 - 00186 Roma Telefono: 06 6875006 - Fax: 06 6893368 E-mail: info@diamanti.it

Via Montedoro 61 - 80059 Torre del Greco (NA) Telefono: 081 8811225 - Fax: 081 8491430 E-mail: info@liverino1894.com

Via Calefati 42 - 70122 Bari Telefono: 080 5230138 - Fax: 080 5230138 E-mail: raffaele.bufi@fastwebnet.it

Via Curtatone 11 - 20122 Milano Telefono: 02 5466375 - Fax: 02 55014924 E-mail: mainodiamanti@mainodiamanti.it

Mineralgemme sas

C.so Porta Romana 68 - 20122 Milano Telefono: 02 58318040 - Fax: 02 58318050 E-mail: info@mineralgemme.com

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Via Camasio 15 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 954361 - Fax: 0131 953366 E-mail: info@pasquarellidanilo.com

Via Donizetti 14 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 946234 - Fax: 0131 971579 E-mail: info@petramundi.com

Corso Garibaldi 114 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 947322 - Fax: 0131 947332 E-mail: marco@tachediamonds.com

Viale S. Michele del Carso 3 - 20144 Milano Telefono: 02 40095499 - Fax: 02 48701676 E-mail: chiara.storchi@charmedetahiti.com

Via C. Battisti 3 - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 941000 - Fax: 0131 951643 E-mail: valentini@valentinipl.191.it

Viale Repubblica 141/A - 15048 Valenza (AL) Telefono: 0131 943481 - Fax: 0131 951675 E-mail: info@zbfpietre.it


L’editoriale del Presidente

DALLE DIFFICOLTÀ LE OPPORTUNITÀ Ogni problema nasconde sempre un’opportunità. Del resto, la parola “crisi” nella sua stessa etimologia contiene questa ambivalenza. Di fronte ad ogni situazione difficile, in effetti, possiamo scegliere di gestirla attivamente, nel nostro interesse, oppure passivamente, e in quest’ultimo caso sarà qualcun altro a gestirla per noi o contro di noi, nel suo esclusivo interesse. Che da un problema possa scaturire un’opportunità lo dimostra anche il caso mondiale dei diamanti sintetici, che negli ultimi tempi ha turbato non poco gli operatori del nostro comparto a livello globale. Sì, un’opportunità, perché ci responsabilizza tutti maggiormente, ad ogni passaggio lungo la supply chain, e ci spinge sempre più a far aggio sui valori dell’onestà e della trasparenza. Sull’argomento leggerete in questo numero di “Federpietre informa” un ampio articolo della gemmologa Raffaella Navone che, tramite interviste ai massimi esperti, approfondisce la vicenda e spiega cosa si può fare “tecnicamente” per arginare ogni rischio futuro. In gioco ci sono, infatti, la fiducia dei

consumatori e la reputazione di un intero settore. Con l’occasione, tengo a sottolineare che i commercianti di diamanti aderenti a Federpietre operano nel massimo rispetto delle regole; in particolare le gemme da essi vendute sono accompagnate da rigorosa documentazione attestante l’origine naturale delle pietre. Saluto con favore un cambiamento significativo registratosi di recente riguardo alla Fiera di Vicenza, il cui nuovo Presidente Matteo Marzotto è persona molto sensibile alle istanze del settore orafo e dei beni d’alta gamma in generale, anche in virtù delle sue esperienze familiari, per cui lascia ben sperare in un deciso sostegno al nostro lavoro tramite la consolidata “rampa di lancio” delle manifestazioni espositive ed eventi connessi. Ricordo poi un altro segnale positivo giunto, questa volta, dal Parlamento italiano, dove i rappresentanti delle nostre associazioni di categoria sono stati convocati presso la X Commissione del Senato, per essere consultati su vari temi, fra cui la regolamentazione 5

dei materiali gemmologici. I legislatori ci hanno assicurato che le nostre idee saranno tenute in massima considerazione in vista dell’approvazione finale (rapida, si spera!). Ma, oltre a questo fatto di per sé positivo, vorrei sottolineare lo spirito di concordia con cui il settore ha lavorato insieme per un fine comune, che lascia ben presagire per altri progetti comuni. Come ho dichiarato in un comunicato stampa, “la rapida approvazione di norme che garantiscano operatori e consumatori non possono che essere di sostegno alla crescita dell’intero settore. Fatti salvi alcuni necessari interventi, la normativa proposta, che porterà all’armonizzazione dell’intero comparto e alla valorizzazione della professionalità degli operatori, vede concordi la Consulta Nazionale Produttori Orafi e Federpreziosi Confcommercio così come le altre rappresentanze del settore quali Federpietre e Assogemme che hanno collaborato per l’esame del disegno di legge sul complesso tema della nomenclatura gemmologica”. Raffaele Maino


NOTIZIE DAL MONDO

Russian Jewellers’ Guild presso due prestigiose sedi nel cuore della capitale russa: l’ottocentesco Hotel Metropol, a poca distanza dal Cremlino, e la Estet Jewellery House. È prevista la partecipazione dei rappresentanti di oltre 40 Paesi e di innumerevoli associazioni di categoria provenienti da ogni angolo del pianeta. L’occasione sarà importante anche per il tradizionale forum delle Commissioni CIBJO, in particolare al fine di aggiornare i vari Blue Book su diamanti, pietre di colore, perle, metalli preziosi, gemmologia. “La Russia ci dà la misura del nostro settore con la sua massiccia produzione di minerali grezzi, diamanti e gemme di colore, un’industria del gioiello in rapida crescita e uno dei mercati più vivaci del mondo” ha dichiarato il Presidente Cavalieri commentando la valenza del Paese ospite. Come sempre, CIBJO ha lanciato un apposito sito web per l’edizione del Congresso, dove è possibile trovare informazioni in tempo reale sull’evento, registrarsi online e anche prenotare la sitemazione alberghiera. Per saperne di più: www.cibjo.org

A Basilea

show di Rapaport Dal 27 al 31 Marzo si è tenuta a Basilea la prima edizione di The Diamond Show, un nuovo evento fieristico dedicato ai diamanti, con un ambito specializzato per i fancy-colored, e ai gioielli con diamanti. Organizzato da Rapaport Group, il salone intende costituire una piattaforma innovativa per la compravendita di diamanti su scala mondiale concentrata in un unico contesto. L’appuntamento, a cui hanno preso parte produttori e commercianti provenienti da 60 Paesi, era aperto a tutto il trade, nonché ai collezionisti privati ed agli investitori, ed è stato ospitato nell’iconica struttura di Markthalle. “The Diamond Show è il luogo ideale per chi voglia acquistare diamanti della migliore qualità a prezzi di mercato effettivi. Siamo orgogliosi di offrire un’opportunità senza precedenti ai compratori per trattare direttamente con i dealer” ha affermato Mordy Rapaport, Responsabile Eventi del Gruppo Rapaport. Ulteriori informazioni su www.thediamondshow.net.

Per un mondo dei diamanti

sempre più al top

È stato lanciato a Hong Kong, di recente, il World Diamond Mark® (WDM), fortemente voluto dalla Federazione Mondiale delle Borse Diamanti (World Federation of Diamond Bourses - WFDB). Si tratta di un’organizzazione non-profit il cui obiettivo globale è di garantire l’efficienza e lo sviluppo futuro del settore dei diamanti e della gioielleria nel mercato del lusso. Si fonda su tre principi fondamentali: la formazione dei gioiellieri dettaglianti in materia di diamanti, la costruzione di un rapporto di fiducia con i consumatori tramite uno specifico programma “educativo”, e la creazione di un vasto piano di marketing per promuovere le gemme ed i gioielli, basato sul concetto del cosiddetto Authorized Diamond Dealer®. Presidente del WDM è il russo Alex Popov, che è al vertice della Borsa Diamanti di Mosca.

CIBJO

in Maggio a Mosca

Si svolgerà dal 19 al 21 Maggio a Mosca il Congresso 2014 di CIBJO, la World Jewellery Confederation guidata da Gaetano Cavalieri, mentre i vari meeting pre-congressuali avranno luogo il 17 e 18. Ad ospitare l’evento sarà la 6


Federpietre Informa // NOTIZIE

fatto che il comparto gemmologico è ricco di potenzialità da cogliere, a cominciare da una corretta opera di informazione e sensibilizzazione finalizzata alla diffusione di un’autentica cultura del prezioso. “UnoMattina” ha anche mostrato, con l’ausilio di uno storico orafo valenzano, come si crea un gioiello, dalla progettazione alla lucidatura finale passando per l’incastonatura delle pietre, ed ha affidato ad una gioielliera dettagliante il compito di “illuminare” il piccolo schermo con alcuni superbi monili.

Catherine Sproule

confermata CEO del RJC È Catherine Sproule il nuovo CEO, prima ad interim ed ora definitivamente, del Responsible Jewellery Council (RJC), succedendo allo “storico” Michael Rae (Presidente è invece James Courage). Ricordiamo, con l’occasione, che di recente il RJC ha diffuso un nuovo Codice di Etica Professionale, che sottolinea la globalità dell’approccio ai problemi della Responsabilità Sociale d’Impresa lungo tutta la filiera, anche in riferimento alla vendita al dettaglio. I cambiamenti più significativi riguardano comunque il settore estrattivo: l’allineamento ai principi guida delle Nazioni Unite in tema di business e diritti umani; nuovi requisiti in materia di origine dei diamanti, platino e oro; rintracciabilità da aree investite da conflitti e miniere di piccole dimensioni o artigianali; nuove sezioni riguardanti il consenso preventivo e informato, nonché la delicata questione del mercurio. Il nuovo “Code of Practices” entrerà in vigore definitivamente nel 2015; per quest’anno è prevista la convivenza delle due edizioni sia vecchia che aggiornata, per facilitare la transizione e permettere alle aziende di informarsi sulla certificazione nel modo più chiaro ed esauriente. Fondato su un sistema di certificazione volontaria dei membri, il Responsible Jewellery Council ha ormai superato le 300 adesioni (molte italiane), due terzi delle quali hanno ottenuto la qualifica di “Certified Member”. La revisione del Codice etico è costata quasi due anni di lavoro, fatto di costante confronto con centinaia di stakeholder. Portato avanti dall’industria, ma anche dalla società civile, il documento cui si è giunti appare un ottimo esempio di come il cambiamento possa essere realizzato in concreto e mantenuto attraverso il dialogo.

Nuovo Presidente

per Arezzo Fiere e Congressi

È arrivata a pochissime settimane dall’apertura di quella che è la più importante fra le manifestazioni organizzate nel centro espositivo aretino - OROAREZZO, 5/8 Aprile 2014 - la nomina del nuovo Presidente di Arezzo Fiere e Congressi S.p.A. È Andrea Boldi, 46 anni, imprenditore e titolare dell’azienda Nemesi di Arezzo, Presidente degli Orafi di Confartigianato Arezzo. “Sto affrontando il nuovo incarico con entusiasmo e senso di responsabilità - afferma Boldi - nella consapevolezza che la Fiera di Arezzo deve assumere un ruolo sempre più incisivo nel supportare lo sviluppo del tessuto produttivo del territorio, a livello nazionale e internazionale. Mi riferisco in particolare al distretto orafo, di cui è riconosciuta la leadership nel panorama produttivo italiano. Ci sono grandi potenzialità nel settore congressuale grazie all’avvio dell’operatività del nuovo Centro Congressi, una struttura bellissima, all’avanguardia per tecnologie e servizi che può diventare un punto di aggregazione per eventi e meeting di grande rilevanza, portando benefici per l’indotto e valorizzando la storia, l’arte, la natura e le tradizioni della nostra terra”. Gli altri componenti del Consiglio di Amministrazione sono Michele Colangelo, Vicepresidente, Zelinda Ceccarelli e Mauro Pallini, Alessia Gualdani, Elio Vitali e Giulio Arrigucci.

Le gemme raccontate in TV

Definitivo a Giugno

dall’IGI

l’obbligo di POS

Il 18 Febbraio scorso la gemmologa Loredana Prosperi, docente e responsabile scientifica dell’Istituto Gemmologico Italiano, è stata ospite della nota trasmissione televisiva “UnoMattina” (Rai1), in uno spazio tutto dedicato alle pietre preziose. Intervistata dai conduttori Elisa Isoardi e Massimiliano Ossini, Loredana Prosperi ha descritto le proprietà delle gemme più note, spiegando al pubblico come si stima il loro valore mineralogico e commerciale. L’argomento ha suscitato molto interesse e curiosità negli spettatori, a riprova del

Dal 30 Giugno, anche per i venditori orafi scatterà il dovere di consentire il pagamento tramite carte di debito e quindi dotarsi di adeguati strumenti POS. In assenza di un opportuno decreto attuativo, l’obbligo riguarda qualsiasi importo e qualsiasi servizio, con ovvie incresciose conseguenze sulle vendite di beni di bassa entità, tenuto conto delle commissioni previste a carico 7


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dell’esercente. In effetti, la normativa comporta un aggravio pesante per le imprese che, oltre al pagamento dei costi di attivazione del POS, si trovano a sopportare gli oneri di gestione, aggravando ulteriormente i loro costi fissi. A ciò poi si aggiunge il costo delle commissioni su ogni transazione. Di qui le forti perplessità degli orafi dettaglianti, che per bocca del presidente di Federpreziosi Confcommercio Giuseppe Aquilino, denunciano: “Già dobbiamo far fronte a una ‘pioggia’ di normative di ogni genere che ci disorienta. Oggi ci ritroviamo - e penso in particolare ai piccoli artigiani, agli orologiai - ad ottemperare a un obbligo inutile per pagamenti al di sotto della soglia dei mille euro. Ben venga tutto quanto è finalizzato alla trasparenza, alla legalità, ma questo nuovo sacrificio che viene richiesto di affrontare va ancora una volta a esclusivo beneficio di un sistema bancario che dal canto suo è poco incline a venire incontro alle esigenze delle nostre imprese!”.

Istituzione del marchio «Italian Quality» - ed è quindi partita la consultazione pubblica con le rappresentanze delle imprese e dei lavoratori per arrivare a un progetto davvero condiviso”. Fedeli ha anche precisato che “l’istituzione di un marchio di Qualità Italiana arriva mentre in sede europea si attendono i prossimi passi, dopo il primo via libera, sul tema dell’etichetta di origine, e mira a tutelare e valorizzare la qualità e l’eccellenza italiane; si tratta di un marchio collettivo, di proprietà dello Stato italiano e volontario, che si potrà aggiungere al “made in”, di cui potranno dotarsi le imprese purché abbiano domicilio fiscale in Italia”. Tale provvedimento costituirebbe una garanzia opportuna ed efficace contro eventuali contraffazioni, “su cui investire risorse per la promozione nei mercati globali dei prodotti così certificati” ha aggiunto la senatrice, commentando poi: “Una scelta che deve essere prioritaria nell’azione del Governo e del Parlamento in questo 2014”.

Imprenditori piemontesi:

Per il futuro delle imprese

mobilitazione a Torino e a Roma

anche gli orafi in prima linea Anche i dettaglianti orafi di Federpreziosi con tutti i colleghi di Confcommercio hanno manifestato a Roma il 18 Febbraio per chiedere una svolta decisiva nelle scelte di politica economica del Paese. Ha avuto luogo così la mobilitazione generale “Senza Impresa non c’è Italia”, promossa dalle cinque organizzazioni aderenti a Rete Imprese Italia: Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti. All’iniziativa hanno preso parte decine di migliaia di operatori provenienti da tutta Italia, determinati a sollecitare il Governo perché si renda conto delle enormi difficoltà e delle esigenze del mondo dell’impresa diffusa, dell’artigianato e del terziario di mercato, che rappresenta il 94% del tessuto produttivo dell’Italia e ne costituisce la forza trainante (basti pensare che contribuisce per il 69% al fatturato nazionale e garantisce il 58,8% dell’occupazione del Paese). Senza impresa, insomma, non c’è futuro.

Erano ben 40mila gli imprenditori piemontesi, tra cui molti orafi, che il 14 Febbraio si sono incontrati sul web per dire basta: basta alla crisi e alle misure restrittive che nel nostro Paese ostacolano la libera iniziativa frenando l’attività imprenditoriale. Come accadde 34 anni fa, quando i 40mila “colletti bianchi” della FIAT marciarono per le vie di Torino protestando contro i picchetti che non li lasciavano lavorare, gli industriali si sono fatti sentire rispettosamente, all’insegna dello slogan “Amo l’Italia, ma basta”. E mentre da Torino partiva la protesta digitale, davanti a Montecitorio erano 5914, tante quante le imprese della Regione, le rose rosse sventolate per la mobilitazione guidata dal Presidente dell’Unione Industriale Piemontese Licia Mattioli. Tanti, inoltre, sono stati gli imprenditori che hanno esposto le loro difficoltà attraverso un sito ad hoc: www.ripresaeimpresa.it. La ripresa passa dall’impresa! Con questo “grido d’amore e rabbia”, i nostri imprenditori italiani hanno chiesto un deciso cambio di passo alle istituzioni, stanchi di essere soffocati da fisco, costo del lavoro, burocrazia, credit crunch.

Progetto di marchio collettivo

Quando anche i gioielli

“Qualità Italiana”

sono “connessi” È in arrivo un marchio collettivo (volontario) di “Qualità Italiana” per le nostre aziende? Di fatto a metà Gennaio in Senato è partito l’iter del relativo disegno di legge, di cui è prima firmataria la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. Come dichiarato dalla parlamentare stessa, “è stato incardinato in X Commissione Industria il ddl 1061 -

La società britannica CSR, operante nella progettazione di software per il mercato dell’elettronica di consumo, ha sviluppato una linea di gioielli dotati di connettività, grazie 8


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alla sua ultima piattaforma Bluetooth Smart. È il caso della collana con pendente, progettata in collaborazione con la boutique Cellini, che consente all’utente di personalizzare il colore e la luminosità emessa per soddisfare il proprio umore o coordinare il monile con un abito particolare. Ma il design va oltre l’aspetto puramente estetico: infatti la tecnologia integrata nel gioiello è concepita per supportare un’ampia gamma di funzioni, a cominciare dalla trasmissione agli utenti delle notifiche giunte sul proprio smartphone. In pratica chi indossa la collana può essere avvisato ad ogni nuova notifica del proprio iPhone, grazie al microprocessore inserito all’interno che supporta il servizio di notifica Apple (ANCS). In questo modo il gioiello riesce a coniugare la bellezza con la connettività supportata dalla tecnologia Bluetooth Smart di CSR. Le possibilità per i dispositivi con elettronica da indossare stanno quindi diventando infinite.

e gli studi. Si stima che, in virtù della sua qualità e della sua rarità, tale gemma potrebbe essere valutata ad un prezzo persino superiore a quello dei diamanti. Comunque la mariinskite non avrà certamente un grande impatto nel mercato mineralogico, non solo per la sua scarsa presenza, ma anche perché il business delle gemme è decisamente conservatore. Nondimeno saranno oltremodo interessati i collezionisti. Attualmente campioni della nuova gemma sono conservati all’interno di due grandi musei geologici russi, a Mosca e a San Pietroburgo.

Google.it / madeinitaly coinvolge i distretti orafi italiani

FOTO 1

Miniere

Ci sono anche i gioielli dei nostri distretti tra le 100 e passa eccellenze artigianali e alimentari, note e meno note, raccolte nella mostra virtuale di Google, realizzata appositamente per l’Italia dal Google Cultural Institute. Si tratta di un’operazione senza precedenti in altri Paesi, che nasce dalla volontà di valorizzazione del made in Italy, ancora poco presente sul web, tanto che solo il 34% delle piccole e medie imprese ha un proprio sito internet e solo il 13% lo utilizza per fare e-commerce. Una lacuna senz’altro da colmare, considerata la popolarità del brand “Made in Italy” nel mondo, spesso danneggiato da imitazioni improvvisate. Per questo Google, insieme al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e a Unioncamere, ha creato nell’ambito dell’iniziativa la piattaforma google.it/madeinitaly, in cui, partendo da storie imprenditoriali e casi concreti, vengono forniti agli imprenditori idee e spunti per utilizzare il web come mezzo per rafforzare il business. Ora dunque, grazie all’opportunità offerta dal progetto “Eccellenze in digitale”, internet potrà aiutare concretamente anche le produzioni di nicchia a raggiungere clienti sparsi in tutto il mondo. Di fatto il modello produttivo italiano, da sempre capace di rispondere ad esigenze di grande qualità e personalizzazione, secondo le prospettive tracciate da Google potrebbe continuare a sostenere produzioni limitate, ma in un’ottica di artigianato industriale.

di novità FOTO 2

È stato scoperto di recente in Sudafrica un nuovo minerale che in futuro potrebbe avere un impiego anche nell’industria orafa. Si tratta della diegogattaite (foto 1), un nome assegnato in omaggio al giovane ricercatore italiano (pugliese di Manfredonia per l’esattezza) Giacomo Diego Gatta, professore associato presso il Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” all’Università degli Studi di Milano, Settore GEO/09 - Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogiche. È stato Gatta, infatti, a rinvenire in una miniera della regione Kalahari questo minerale nanoporoso di rame finora sconosciuto ed a codificarne la formula (Na2CaCu2Si8O20•H2O). A riprova del fatto che nessuno è profeta in patria, sono stati i colleghi stranieri del prof. Gatta - M. S. Rumsey e M. D. Welch del Mineral and Planetary Sciences Division, Department of Earth Sciences, Natural History Museum, Cromwell Road, di Londra; A.R. Kampf del Mineral Sciences Department, Natural History Museum of Los Angeles County, di Los Angeles; A. J. Spratt dell’Image and Analysis Centre, Department of Facilities, Natural History Museum, di Londra - a lanciare alla comunità scientifica (International Mineralogical Association) la proposta di battezzare il minerale col nome dell’italiano: proposta accolta subito all’unanimità dalla commissione preposta, in segno di profonda stima.

Prezioso libro per preziosi Indiani

E sempre a proposito di scoperte, nei monti Urali è stato rinvenuto un tipo di minerale sinora ignoto alla scienza: si tratta di una pietra molto dura, di colore verde chiaro che richiama lo smeraldo o l’alessandrite, con un alto indice di rifrazione che la rende “sfavillante” come un diamante. Le è stato subito attribuito il nome di “mariinskite” (foto 2), dal momento che è stata estratta nel giacimento Mariinskoe. Questo “giovane” minerale, la cui formula chimica è BeCr2O4, è stato trovato in forma granulare piuttosto fine (per cui non è possibile tagliarlo) ed in quantità assai modesta, ma i geologi russi intendono proseguire le ricerche

È appena uscito a New York, Londra e Parigi, un monumentale, raffinatissimo libro dedicato ai gioielli indiani della collezione Al Thani (edito da Assouline e curato da Amin Jaffer, già Conservatore al Victoria and 9


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Albert Museum di Londra e attuale direttore internazionale di Christies in Asia) - “Beyond Extravagance. A Royal Collection of Gems and Jewels” - che documenta la formidabile parabola dell’arte dei preziosi nel grande Paese asiatico, sotto il profilo sia storico-artistico sia scientifico. Si tratta quindi di un’opera di portata immensa che copre oltre 400 anni, esplorando le innumerevoli tradizioni indiane attraverso una collezione privata speciale. I regnanti indiani sono entrati nell’immaginario collettivo con ricchezza e lusso stupefacenti, a cominciare dalle corti imperiali dei Moghul (1526-1858); purtroppo i favolosi gioielli realizzati prima di quell’epoca sono andati distrutti o dispersi. L’India disponeva in parte delle gemme necessarie e reperiva le altre nelle regioni vicine: diamanti di alta qualità a Golgonda, nel Deccan, smeraldi e rubini in Birmania e Ceylon, perle nel Golfo Persico. Comunque dopo il 1739 (sacco di Dehli da parte dello scià persiano Nadir, a cui seguì la decadenza dell’impero), il sorgere di nuovi potentati e la rinascita di corti periferiche diede rinnovato impulso alla gioielleria nel senso di una più vasta diffusione degli influssi estetici dei Moghul. Per tutti i sovrani, ma soprattutto per quelli indiani, le gemme e i gioielli erano simbolo di magnificenza e importanza, per cui spesso venivano offerti in dono agli ospiti più prestigiosi: il caso più celebre è quello del diamante “Koh-i-noor” donato dall’imperatore Humayun allo scià di Persia Tamasp I.

Cinesi

viaggiatori e spendaccioni

È stato calcolato che la capacità di spesa pro capite dei Cinesi che viaggiano in Europa ammonta a 11mila euro circa. Costoro, soprattutto nel nostro Paese (di cui prediligono la qualità dell’offerta), acquistano solitamente gioielli e orologi, abbigliamento e accessori, meglio se griffati. In generale i Cinesi si classificano al primo posto nella graduatoria delle Nazioni che spendono di più all’estero (ben oltre 100 miliardi di dollari all’anno per viaggi outgoing), secondo i dati contenuti nel Rapporto del World Tourism Barometer dell’Organizzazione Mondiale del Turismo. Come ha reso noto il Presidente di ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo) Pier Luigi Celli, “l’Italia è il Paese europeo che concede più visti ai Cinesi, tradizionalmente ed internazionalmente riconosciuta come una destinazione a forte immagine, ricca di un patrimonio storico e culturale, ma veicolata anche dalle sue marche più note del lusso e di tutti i servizi connessi al turismo”. Quali conclusioni trarre da tutto ciò? Si profila all’orizzonte una grande opportunità di business per gli orafi italiani, costretti non più solo ad esportare per vivere, ma “benedetti” dalla sempre più massiccia presenza di turisti-compratori in Italia. Sapremo cogliere degnamente questa chance in casa nostra?

Gioielli e gemme: a Panama

polo innovativo

Ci sarà anche l’italiano Gaetano Cavalieri nel prestigioso board di Panama Diamond Exchange (PDE), la prima e unica Borsa Diamanti dell’America Latina, di cui è stato nominato Presidente Onorario Eli Izhakoff (già WFDB e WDC). Accanto a lui e a Cavalieri siederanno nel Cda altri membri autorevoli, tra i quali Ernest Blom, Presidente del WFDB, e Avi Paz, Presidente del WDC. In effetti da qualche tempo si respira aria di grande fermento nel piccolo Paese centroamericano, anche in vista della realizzazione del Panama Gem & Jewelry Center, un polo innovativo per il commercio di gioielli e pietre preziose in Sud e Centro America, che ospiterà anche il PDE. Progettato dall’archi-star Ignacio Mallol e fortemente sostenuto dalle autorità locali, questo Centro ambisce a diventare un hub di livello mondiale, tale da proiettare Panama e l’America Latina in prima linea nel settore mondiale dei preziosi. Per promuoverne l’istituzione come principale piattaforma di trading dei preziosi nel continente latino-americano, il Parlamento panamense ha infatti approvato una normativa che riconosce l’area degli affari come zona franca, esente da dazi doganali sulle merci scambiate, nonchè dal pagamento delle tasse societarie. Tra i soci fondatori del PDE figurano personaggi di spicco a livello internazionale quali Jeffrey H. Fischer, Consigliere d’amministrazione del Gemological Institute of America, e Alex Popov, Presidente della Moscow Diamond Bourse. Da ricordare, infine, che Panama ha aderito al Kimberley Process nel 2013.

Governo, orafi e

“compro oro”

Si è parlato del commercio di oro e della compravendita di oggetti preziosi usati il 19 Gennaio a VICENZAORO Winter 2014. Con un volume di affari annuo complessivo che oscilla in media tra i 3 e i 4 miliardi di euro, la realtà dei cosiddetti “compro oro” nel nostro Paese ha guadagnato posizioni impensabili solo un decennio fa, proprio in coincidenza con l’avvio della congiuntura economica che ha colpito l’intero comparto commerciale produttivo del Paese (v. dati Unioncamere pag. 12, n.d.r.). Si tratta di attività non certo da demonizzare, ma da regolamentare urgentemente nell’interesse del mercato, dei consumatori e degli operatori stessi, siano essi dettaglianti tradizionali o ‘compro oro’. È imperativo agire in direzione di provvedimenti condivisi, onde evitare che la criminalità economica continui a rivolgere i propri interessi verso il comparto, come 10


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denunciato recentemente dalla stessa Guardia di Finanza che ha sequestrato, nei primi mesi 7 mesi del 2013, 179 kg di oro e argento con un incremento dell’86% rispetto allo stesso periodo del 2012. Ben quattro Senatori appartenenti a diverse parti politiche, un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, esperti e rappresentanti delle principali Associazioni di Categoria: questi i protagonisti dell’incontro ‘Talk Show’ sul tema dei “compro oro” dal titolo: “Usato...perché no? Presente e futuro del commercio dell’oro e della compravendita di oggetti preziosi usati”, organizzato da Confcommercio Federpreziosi e Confindustria Federorafi sotto l’egida di Fiera di Vicenza. Un panel di relatori che, al di fuori delle sedi istituzionali, ha saputo dare vita ad un aperto e costruttivo dialogo su un tema tanto delicato e complesso quanto fondamentale per l’intera filiera orafa, argentiera e orologiera, chiarendo il significato e le conseguenze dei provvedimenti in corso sia dal punto di vista amministrativo e fiscale sia legislativo. Sono intervenuti: Corrado Facco, Direttore Generale di Fiera di Vicenza SpA; Dario Bonauguri, Consigliere Nazionale di Confindustria Federorafi in rappresentanza del Presidente Licia Mattioli; Giuseppe Aquilino, Presidente di Confcommercio Federpreziosi; Walter Marazzani, Responsabile area legale e fiscale di Confindustria Federorafi; Stella Torraco, Funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Roma; Steven Tranquilli, direttore di Federpreziosi; le Senatrici Donella Mattesini, prima firmataria della proposta di legge in materia, Paola Pelino e Pamela Orrù, relatrici delle proposte di legge settoriali presso la X Commissione permanente del Senato; il Senatore Pierantonio Zanettin, Segretario della I Commissione permanente per gli Affari Costituzionali.

trampolino di scouting internazionale “Not Just a Label” con sede a Londra: questi freschi talenti avranno l’opportunità di entrare in contatto con “product manager, grandi maison e tutti coloro che sono in cerca di nuovi stimoli per la creatività del made in Italy”, ha spiegato lo stesso Facco. Da pochi mesi Presidente della società fieristica vicentina, Matteo Marzotto vuole imprimere all’attività una svolta decisa in direzione del lifestyle, assecondando così quelli che appaiono già gli orientamenti della Fiera da 5 anni a questa parte. Non a caso sono allo stadio di progetto eventi nuovi come il salone del turismo accessibile e quello dello “slow living” articolato in diverse sezioni, dal cibo al wellness. In effetti, dal 2010 Fiera di Vicenza ha investito ben 45 milioni di euro per realizzare un nuovo padiglione di 15mila metri quadrati, con cui lo spazio espositivo in totale arriverà a 75mila metri quadrati. Negli ultimi tre anni, la società ha registrato utili per circa 4 milioni e 800mila euro, chiudendo il bilancio 2012 con ricavi di oltre 31 milioni di euro (+4,6% rispetto al 2011). Ed il futuro sarà all’insegna di una internazionalizzazione di sempre maggior respiro.

I gioielli dei Romanov raccontati da Skira

In occasione del quarto centenario della fondazione della dinastia dei Romanov, che regnò sulla Russia dal 1613 al 1917, Skira editore ha pubblicato il sontuoso volume “I gioielli dei Romanov”, a cura di Stefano Papi. In esso l’autore, specialista di high jewelry delle case d’asta Sotheby’s e Christie’s, svela molti dei misteri dei gioielli imperiali russi, identificando pezzi di provenienza quasi sconosciuta o del tutto ignota, ma soprattutto ricostruendone l’affascinante storia. In effetti nulla di meglio di questi preziosi potrebbe rendere l’idea del gusto sfarzoso dell’ultimo periodo degli zar al potere: l’epoca tra la fine del 1800 e l’inizio del ’900 fu all’insegna dell’eleganza e degli eccessi più raffinati, in cui il gioiello conferiva un’aura quasi divina ad un’élite di maggiorenti che trascorrevano la vita nello sfarzo, salvo poi incontrare una tragica fine allo scoppio della rivoluzione bolscevica. Il volume, arricchito da 337 immagini che documentano pezzi straordinari, oltre ad analizzare il cambiamento degli stili lungo i vari periodi storici, ci accompagna al di là del 1917, al seguito dei tanti aristocratici espatriati che trovano asilo presso le corti europee e soprattutto a Parigi. Fra i numerosi maestri orafi che lavorarono per i Romanov, ricordiamo sì il solito Carl Fabergé, ma dobbiamo menzionare anche il talentuoso Jérémie Pauzié, a cui nel 1762 fu affidato l’incarico di realizzare la corona imperiale per Caterina II la Grande: si tratta di un maestoso gioiello composto da due mezze sfere di oro e argento, impreziosito da 75 perle e ben 4936 diamanti, sovrastato infine da un imponente rubino. È impossibile poi non citare la maison Cartier, che dopo il viaggio di Pierre Cartier a San Pietroburgo, ottenne il brevetto di gioielliere imperiale dallo zar Nicola II nel 1907. Le creazioni Cartier, come la parure realizzata nel 1912 per Olga, contessa Hohenfelsen (seconda moglie del fratello dell’imperatore Nicola II), sono tra i più spettacolari e raffinati esemplari del tesoro dei Romanov.

http://www.federpreziosi.it/dai-compro-oro-allagemmologiaper-le-proposte-di-legge-del-settore-orafo-ilgoverno-conferma-la-massima-attenzione/

VicenzaOro Spring

moda + accessorio + gioiello

Dall’8 all’11 Maggio, quasi in contemporanea con VicenzaOro Spring, decollerà “Origin Passion and Beliefs”, che può definirsi una piattaforma per avvicinare il mondo della moda e quello dell’accessorio, a cominciare dal gioiello. Protagonisti di questa nuova formula saranno, come ha dichiarato il Direttore Generale di Fiera di Vicenza Corrado Facco, da un lato “le competenze dei cosiddetti superfornitori, cioè delle aziende del ben fatto”, dall’altro, un centinaio di giovani designer selezionati in 38 Paesi dal 11



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Arezzo

leader dei distretti

Tributo di Bulgari

Altro che declino! Nel 2013 l’oreficeria di Arezzo ha registrato quasi 370 milioni di export in più rispetto al 2012, per un totale di 2,09 miliardi di euro. Restando in Toscana, pelletteria e calzature fiorentine hanno messo a segno un supplemento di 290 milioni, per un totale di 2,779 miliardi, mentre la concia di Arzignano registra 218 milioni in più, per un totale di 2,023 miliardi. Pelletteria e calzature aretine hanno esportato 171 milioni in più, per un totale di 655 milioni. Sono solo alcuni dei dati eclatanti forniti da “Monitor Distretti” di Intesa Sanpaolo, in cui emerge che i distretti italiani di tutti i settori manifatturieri hanno toccato il record storico di esportazioni di 84,2 miliardi di euro, con una crescita del 6,1% (4,5% nel solo quarto trimestre 2013), a riprova di quanto siano più forti dell’industria tedesca, ritenuta il benchmark di riferimento. Bando alle Cassandre e a chi indulge in generalizzazioni, dunque: il made in Italy, lungi dall’essere declinante, corre ed i distretti restano un asse portante dell’economia nazionale.

a Roma

Sarà Bulgari, la storica maison romana di alta gioielleria, a finanziare il restauro da 1,5 milioni di euro della scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna. L’operazione di recupero durerà circa 3 anni e vuole rappresentare lo speciale tributo della prestigiosa azienda alla Città Eterna per il suo 130° anniversario, celebrato quest’anno con vari grandi eventi. Dopo Laura Biagiotti (Cordonata del Campidoglio), Fendi (Fontana di Trevi), Diego Della Valle (Colosseo), un altro grande nome tricolore di fama mondiale ha deciso di investire in arte e cultura tenendo alto il vessillo del made in Italy, simbolo universale di qualità artistica e artigianale, bello e ben fatto. L’annuncio del progetto è avvenuto il primo giorno di primavera, in concomitanza con la riapertura della boutique di Via Condotti, con la presenza come testimonial di Carla Bruni Sarkozy, ex première dame d’Oltralpe, al collo della quale scintillava una collana di diamanti da quasi 8 milioni di euro, capolavoro assoluto di manifattura orafa.

Compro Oro:

qualche cifra

Il museo delle arti decorative

Unioncamere ha svelato le cifre del business dei comprooro, ”un fenomeno recente e per questo non ancora ben identificato”, come l’ha descritto il Presidente Ferruccio Dardanello. Il valore del metallo giallo da recupero ammonta a circa 8 miliardi di euro (pari ad un quantitativo di 200 tonnellate). Complice la crisi economica, ben 17 milioni di Italiani hanno venduto i loro preziosi: in percentuale il 28%, un dato impressionante! Gli esercizi attivi in questo comparto sono quasi 12mila, dietro ai quali talvolta si nascondono pratiche illegali. “Si tratta - ha infatti sottolineato Unioncamere - di un tipo di attività da tenere sotto osservazione, perché può nascondere casi di ricettazione e riciclaggio. Le Camere di Commercio, che già svolgono funzioni di vigilanza e controllo sul settore dei metalli preziosi, sono disponibili a operare per rendere trasparente il mercato dei compro-oro e per dare a consumatori e forze dell’ordine gli elementi utili per il contrasto a fenomeni deviati”. Comunque, recenti dati diffusi da Antico (Associazione Nazionale Tutela I Compro Oro) prospettano una fase di stagnazione per queste attività. Se fino a qualche tempo fa il mercato dei compro-oro sembrava destinato a macinare record senza fine, tanto da fare dell’Italia un esportatore di metallo giallo, secondo queste rilevazioni l’oro ha perso il 30% circa lo scorso anno, mentre il numero degli esercizi si è ridotto del 35%, passando a 23mila da 35mila nel periodo del boom fra il 2011 e il 2012. Anche il fatturato si è pressoché dimezzato, crollando da 550-600 milioni a 250300 milioni di euro.

palcoscenico per gli orafi francesi

Testimoniare quale livello di creatività abbia raggiunto l’arte orafa in Francia: era questo il fine della grandiosa mostra tenutasi recentemente a Parigi presso il Museo delle Arti Decorative, interamente dedicata al gioiello contemporaneo. Sono stati ben 70 i designer coinvolti nell’iniziativa, tutti di talento e originalità eccezionali, spesso autori di monili di nicchia, e non di rado collaboratori di maison d’alta moda (ad esempio la giovane Aurélie Lanoiselée ha realizzato parure per Dior, mentre Camille Lescure ha lavorato con Givenchy, Louis Vuitton, Jean Paul Gaultier, Roger Vivier). La rutilante esposizione parigina era disposta in varie sale del Museo per sottolineare il contesto in cui ogni gioiello è stato concepito. Così i collari chiodati di Agathe Saint Girons hanno trovato l’ambiente ideale nella sala dedicata al Medioevo, mentre i bracciali ispirati alla natura di Géraldine Luttenbacher erano collocati perfettamente in un’atmosfera Art Nouveau. Il percorso del visitatore è stato stimolato da una speciale segnaletica rosa che lo ha portato a individuare i gioielli in mezzo alle collezioni permanenti: esemplari i casi delle ultime collezioni di preziosi griffate Chanel e Hermès (disegnate da Pierre Hardy). 13


IN REDAZIONE

Da Federpreziosi Confcommercio

DATI E COMMENTI SULLE VENDITE 2013

Qualche cenno di cambio di rotta malgrado disagio e preoccupazione. Cali generalizzati anche se meno pesanti del previsto. Nei commenti di carattere generale ancora stigmatizzato il ritardo negli interventi normativi e fiscali come elemento di forte rischio per la sopravvivenza di molte aziende. All’inizio di Febbraio Federpreziosi Confcommercio ha reso noti i risultati dell’annuale indagine sulle vendite di preziosi. Secondo il direttore Steven Tranquilli “la partecipazione all’indagine è stata incoraggiante e costituisce di per sé un buon risultato. I 703 punti vendita su cui sono state fornite indicazioni, oltre a costituire un campione decisamente significativo, rappresentano un numero in sensibile aumento rispetto alle rilevazioni precedenti, segnale di una rinnovata attenzione del comparto verso le dinamiche del mercato in continuo mutamento, come mostrano i dati emersi.” Circa il 52% dei questionari proviene da attività situate in zone cittadine centrali e la stragrande maggioranza dei punti vendita coinvolti è costituita in forma di società di persone. Spiccano tra

queste le società in nome collettivo (38%) e le ditte individuali (22%), seguite dalle società in accomandita semplice (8%). Il restante 30% del panel è costituito da società di capitali, ripartite tra società a responsabilità limitata (22%) e società per azioni (8%). Solo il 2% non fornisce indicazioni. Il 30% degli esercizi commerciali oggetto dell’indagine ha rilevato un volume di vendite invariato o con un leggero incremento (fino al 5%), mentre il 16% ha dichiarato un aumento tra il 5 ed il 30%.

Per il presidente di Federpreziosi Giuseppe Aquilino “le previsioni di un 2013 in forte calo rispetto al 2012 sono state parzialmente disattese, ma la nostra analisi mette ancora in evidenza come il settore orafo-argentierogioielliero-orologiaio continui a fare i conti con il segno meno, se pure con qualche accenno di ripresa rispetto al pesante biennio 20102012. Impensabile, del resto, ipotizzare per il mercato domestico situazioni in controtendenza con gli indici in costante discesa, oramai non solo per i i beni voluttuari ma anche per quelli primari, come evidenziano gli ultimi dati ISTAT. Per altro, dati ancor più recenti dello stesso Istituto supportano un timido ottimismo con indicazioni di segno positivo per quanto riguarda il PIL, dopo nove trimestri consecutivi di calo”.

Rimane la metà del campione a denunciare un calo generalizzato delle vendite, anche se con percentuali variabili. Infatti il 34% ha lamentato un calo tra il 5 ed il 20% e la restante parte, pari al 14% del totale, ha subito una flessione delle vendite tra Nella domanda il 20% ed il 30% ed in alcuni sull’andamento delle vendite casi (6%) anche oltre. 14

è stata inserita la richiesta di una suddivisione più dettagliata, con l’obiettivo di ottenere risultati non solo globali, ma anche specifici per classi. Dalle indicazioni fornite - per altro in maniera generica - emergono come maggiormente richiesti la gioielleria tradizionale o artigianale (34%), i monili in argento (32%), gli orologi (30%, al di là delle caratteristiche e della fascia di prodotto), i bijoux (16%). Tra le tipologie di monili più richieste gli anelli con un 12% e gli orecchini con un 9%. Le vendite raggiungono il loro apice nel mese di Dicembre (28%), seguito da Agosto (17%), Maggio (14%), Luglio (13%), Giugno (10%). Come da consolidata tradizione, il periodo Gennaio/Marzo resta quello con il minor appeal nei confronti del prodotto orafo. Il 76% del campione conferma che continuano ad esserci occasioni particolari per


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il comparto quali il Natale (29%), le comunioni (21%), i matrimoni (17%) e gli anniversari (13%). Segue San Valentino con un non certo esaltante 9%.

% VENDITE 2013 VS 2012

“È decisamente riduttivo limitare l’analisi a numeri e percentuali” tiene a sottolineare Tranquilli, “poiché ogni questionario fornisce significative indicazioni sulle singole attività, costrette a districarsi tra le infinite normative e l’eccessiva pressione fiscale, che vengono indicate al primo posto fra le cause scatenanti della contrazione delle vendite. Ricorrenti sono i riferimenti alle problematiche legate allo spesometro, alla tracciabilità dei pagamenti con la limitazione all’utilizzo dei contanti non in linea con quanto previsto nel resto d’Europa - favorendo, di conseguenza, il transito frontaliero per gli acquisti più importanti - nonché il redditometro, con i suoi meccanismi forse incompresi nella loro valenza”.

GIOIELLERIA FIRMATA

GIOIELLERIA NON FIRMATA

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Continua ad emergere la convinzione che una forte azione promozionale nei confronti del gioiello con le sue peculiarità intrinseche e con i suoi contenuti culturali possa favorire il ritorno all’emozionalità dell’acquisto e risvegliare l’interesse verso i preziosi. Anche per il comparto orafo il prolungarsi dello stallo nell’attuazione di efficaci politiche economiche a favore delle imprese e del mercato è ormai diventato un problema insostenibile e rischia seriamente di compromettere la sopravvivenza di molte aziende. “Anche i rappresentanti delle istituzioni presenti al convegno ‘Oro usato….perchè no?’ che abbiamo organizzato a VicenzaOro Winter lo scorso Gennaio in collaborazione con Federorafi Confindustria e Fiera di Vicenza” ricorda il presidente Aquilino “hanno ritenuto di inserire il tema della promozione nelle proposte di legge relative al comparto orafo attualmente in esame”.


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di Sonia Sbolzani

I GIOIELLI

che illuminano la scena Pochi sanno che in un semplice appartamento del quartiere Appio di Roma è allestito un autentico museo di strepitosi gioielli… tutti rigorosamente falsi. Si tratta, infatti, delle creazioni esclusive del grande artista/artigiano orafo Nino Lembo per il cinema, l’opera, il teatro di prosa, la televisione. Qui si possono ammirare le fascinose collane etniche della “Medea” di Pier Paolo Pasolini indossate da Maria Callas o la corona di Ludwig II di Baviera calzata da Helmut Berger nel film di Luchino Visconti, così come le gemme, gli anelli, i bracciali, le parure, i diademi, le decorazioni più varie utilizzate in film celebri come “La Traviata” di Franco Zeffirelli, “Casanova” di Federico Fellini, “Amadeus” di Milos Forman, “Shakespeare in love” di John Madden, per arrivare fino ai giorni nostri con la “Marie Antoinette” di Sofia Coppola. E poi non mancano i gioielli sfoggiati dalle “mitiche” gemelle Kessler nei balletti di “Studio Uno”, né quelli realizzati per la “Tosca” di Luc Bondy al Metropolitan di New York o per il serial televisivo canadese dedicato ai Borgia (diretto da Neil Jordan). Con ciò abbiamo

citato solo alcuni dei veramente innumerevoli spettacoli per cui Lembo, scomparso nel 1987, ha creato a partire dalla fine degli anni ’60 autentici capolavori di altissima manifattura, che hanno dato eccezionale lustro al made in Italy, accompagnando l’intera parabola di Cinecittà e andando oltre nel tempo e nello spazio, fino a conquistare le più importanti mecche cinematografiche del pianeta, Hollywood compresa. “Jewel House” - così si chiama questo luogo da sogno, che evoca il nome delle sale nella Torre di Londra in cui sono gelosamente custoditi i preziosi della Corona britannica - può ben definirsi un monumento del cinema italiano, avendone segnato la storia e promosso la cultura, i valori, la tradizione, continuando tutt’oggi a tenere alto l’ideale di eccellenza del nostro lavoro. La raccolta, che si compone di circa 15mila pezzi, ad un certo punto tuttavia ha rischiato di cadere in rovina e disperdersi. Si deve al nuovo proprietario, il costumista Carlo Poggioli, il merito di aver rilevato il “tesoro”, averlo preservato, restaurato e addirittura arricchito con nuovi acquisti. In effetti Poggioli, animato dalla stessa fortissima passione che aveva mosso Lembo, nel 2009 ha deciso di costituire la “Jewel House srl”, la cui attività consiste nel

noleggio e nella produzione di bigiotteria artistica per teatro, opera, cinema, televisione e spettacolo, nonché allestimenti scenici. Aggiudicandosi la celebre ditta Lembo (negli anni ’80 confluita in L.a.b.a., ex Nino Lembo fondata nella seconda metà degli anni ‘60 sulla Circonvallazione Appia 19), egli ha riportato all’antico splendore tutti i gioielli, tra cui i favolosi collier in smalto colorato creati da Pierre Cardin negli

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anni ’70, ormai introvabili. A dar man forte a Poggioli vi sono i colleghi Serafino Pellegrino e Simona Falanga, che possono anche contare sulla perizia straordinaria dell’aiutante storico di Lembo, Giovanni Sorrentino, nonché sulla creatività e savoir faire della giovane Marzia Huesch. Infatti, la maison tuttora continua a sfornare nuove realizzazioni, come nel caso dei gioielli per il nuovo film di Ridley Scott


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sui misteri del Vaticano (“The portrait”).

costumi di scena e gioielli finti, sino a mettere in piedi una vera e propria attività imprenditoriale insieme alla moglie Eva Serrao, anche lei attrice. Da allora in poi chiunque avesse avuto bisogno, in qualsiasi luogo del pianeta, di gioielli, metalli e gemme veramente falsi, ma perfetti, non aveva che da rivolgersi a lui. Da Fellini a Scola, da Scorsese a Gilliam, tutti ma proprio tutti i cineasti si sono avvalsi della sua perizia.

Alla nuova proprietà va altresì riconosciuto il pregio, oltre che di aver “salvato” un patrimonio culturale (se non monetario) inestimabile, anche di essere determinata ad arricchirlo ulteriormente con nuove acquisizioni: così ai monili egizi, alle corone imperiali dell’antica Roma, ai diademi elisabettiani, si aggiungono di continuo pezzi antichi scovati in qualche mercatino, come spille Déco originali o ventagli ottocenteschi splendenti di strass.

Insomma, dalla preistoria al futuro fantascientifico, nella “Jewel House” dell’Appio si trova praticamente ogni tesoro per il grande e piccolo schermo, che tramanda nei decenni un sapere raro, un’arte tipicamente italiana - vera o falsa che sia - di cui siamo ancora maestri indiscussi.

Nino Lembo, attore di varietà, poi capocomico del teatro di rivista e infine “gioielliere”, era nato nel 1913 ad Adria (Bari) e quasi casualmente aveva cominciato a confezionare

Come sempre, l’Istituto Gemmologico Italiano è il punto d’ incontro della Gemmologia. La formazione gemmologica, ormai strategica per orafi, è il cuore dell’attività IGI: ecco il calendario per i prossimi mesi con numerosi corsi da non perdere! SEDE DI MILANO CORSO INFORMATIVO BASE SUL DIAMANTE - CID (1 modulo - 30 ore totali) 07 aprile 2014 CORSO SUL DIAMANTE (4 moduli - 120 ore totali) 05 maggio 2014 CORSO INFORMATIVO TEORICO E PRATICO DI STIMA DI GIOIELLI (3 giorni -18 ore totali) 26 maggio 2014 CORSO SULLE GEMME DI COLORE 1° LIVELLO (3 moduli 90 ore) 23 giugno 2014 SEDE FORMATIVA DI ROMA CORSO SULLE PERLE: (1 modulo - 30 ore totali) 07 aprile 2014 CORSO SULLE GEMME DI COLORE 1° LIVELLO (3 moduli 90 ore) 05 maggio 2014 CORSO SUL DIAMANTE (4 moduli - 120 ore totali) 26 maggio 2014 C/O CENTRO ORAFO IL TARÍ CORSO SUL DIAMANTE (4 moduli - 120 ore totali) 06 ottobre 2014 SEDE FORMATIVA A CATANIA CORSO INFORMATIVO BASE SUL DIAMANTE - CID (1 modulo - 30 ore totali) 31 marzo 2014 CORSO SULLE PERLE (1 modulo - 30 ore totali) 26 maggio 2014 VALENZA, in programmazione.

ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ISTITUTO GEMMOLOGICO ITALIANO DOMENICA 8 GIUGNO 2014 - ORE 14.30 HOTEL UNA SCANDINAVIA - VIA FAUCHÈ 15 - MILANO

Per informazioni e prenotazioni chiamaci! Tel. 02.80504992 | e-mail: info@igi.it | www.igi.it


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Mondo prezioso:

ORA ET LABORA Ogni due anni a Fiera di Vicenza la manifestazione “Koiné” dedicata alla Chiesa e ai suoi trend.

I non addetti ai lavori potrebbero stupirsene o addirittura stentare a crederlo e invece è la pura realtà: alla Fiera di Vicenza si svolge ogni due anni un’importante manifestazione in cui vengono presentate le ultime tendenze della “moda ecclesiastica”, ovvero i nuovi stili negli arredi sacri e nelle vesti liturgiche post-Concilio Vaticano II. L’occasione è la “biennale del sacro” Koiné (Rassegna Internazionale di arredi, oggetti liturgici e componenti per l’edilizia di culto), da oltre un ventennio appuntamento espositivo-congressuale ad hoc facente da anello di congiunzione tra Chiesa e impresa manifatturiera di nicchia. Da sempre la Chiesa è tra i maggiori committenti di oggetti preziosi e, anche oggi, il nostro settore dovrebbe tenerne conto, dedicando al “sacro” un occhio di maggior riguardo. Nessuno pensi che il settore ecclesiastico, benché più lento nel rinnovo, sia esente da trend di moda, novità, ricerca estetica, studi su design, lavorazione tessile, decorazione. Tant’è che stilisti famosi come Fendi, Laura Biagiotti, Nanni Strada si sono prestati di buon grado a creare casule e stole ad alto tasso fashion.

L’obiettivo è sempre più quello di personalizzare l’abito sul monaco, per così dire, cioè renderlo suo proprio, in sintonia con i suoi gusti ed il suo temperamento. Ciò emerge chiaramente nelle mostre collaterali all’evento, dove sovente gli stessi artisti e artigiani, laboratori benedettini “orantes et laborantes” e imprese produttive provenienti da vari Paesi si confrontano spaziando dalle tecniche ai materiali, passando per tessitura, tintura, ricamo, stampa, applicazioni, laminatura, materie prime (sono sempre più gradite le fibre naturali anche in ambito liturgico). Nei guardaroba dei religiosi del nostro tempo trovano posto anche articoli raffinati sebbene apparentemente semplici, modelli rigorosi ma preziosi, che esaltano i colori liturgici in modo innovativo e fantasioso, quantunque rispettoso dei codici.

Alcune immagini dall’esposizione Koinè 2013

E a proposito di trend cromatici, proprio in questo ambito si colgono le maggiori spinte al rinnovamento, grazie ad una più ampia gamma di tonalità dei classici cinque colori previsti dalla liturgia ecclesiastica: il verde, ad esempio, ora va dalle nuances dell’acqua a quelle dello smeraldo; e di recente è persino stato introdotto come

“nuovo” colore il grigio, in alternativa al viola per il rito delle esequie. Allora, se le celebrazioni in epoca contemporanea devono svolgersi all’insegna del minimalismo, questo riguarda le linee degli abiti e l’impiego di immagini simboliche piuttosto che trame e tessuti, semmai ancor più sofisticati.

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L’evento vicentino, a cui tra l’altro conferisce il patrocinio la CEI (Conferenza Episcopale Italiana), intende quindi tradurre in moda l’idea di una Chiesa moderna, che vive al passo con i tempi, che non respinge anzi cerca il confronto con tutti, condividendo una comune missione di ricerca continua.


ECONOMIA

La mia azienda SUONA IL JAZZ Gestire un’azienda, grande o piccola che sia, è come fare musica jazz, ossia mettere insieme persone, accordare strumenti, costruire comportamenti armonici. In effetti, a ben pensarci, ciò che un imprenditore è chiamato a compiere ogni giorno è organizzare e improvvisare continuamente, fare gioco di squadra e lasciar esibire i solisti virtuosi, ripetere un ritmo noto per poi abbandonarlo ed esplorare nuovi mondi sonori, ricercare e innovare insomma, appoggiandosi su una solida professionalità tecnica.

feconde, hanno bisogno di confronti o meglio di ibridazioni tra linguaggi, tecniche, comportamenti, stili di lavoro.

Il libro di Barrett (pubblicato in Italia da Egea) applica dunque gli strumenti del jazzista al tema della leadership, sfruttando la ricchezza della metafora per comprendere la natura delle attività all’interno delle Su questa affascinante aziende. ipotesi si fonda il curioso Il moderno contesto libro “Disordine armonico” di lavorativo non può più fare Frank J. Barrett, docente di affidamento sul direttore Management a Harvard... e d’orchestra come modello pianista jazz per hobby. di management, con tante Il cambiamento dei tempi, per persone che giocano lo stesso rispondere alla Grande Crisi ruolo e un solo leader in che stiamo ancora vivendo e piedi davanti a loro. I gruppi patendo, ci invita a riflettere jazz, invece, sono di fatto in modo “alternativo” sulle progettati per l’innovazione: nostre organizzazioni, in le loro caratteristiche particolare sulle relazioni possono funzionare per le tra chi opera in esse. Perché organizzazioni che vogliano il jazz può aiutarci? Perché continuamente evolversi e ci fa capire subito quanto progredire. importante sia che in Intensità della un’impresa regnino coesione comunicazione, disponibilità e affiatamento, ossia che a disimparare, velocità tutti agiscano a sostegno del istantanea delle decisioni, capo, nella consapevolezza capacità di prendersi dei che le culture, per essere rischi e sperimentare, un

grado di competenza e autonomia che permette una composizione spontanea e brillante: è questo il nuovo mondo, dove è lecito dire sì a ciò che sembra il disordine dell’improvvisazione, in termini di impegno e ideazione strategica. Lo stesso Barrett, di recente in Italia a presentare il volume, ha affermato: “Questo libro è solo in apparenza sull’improvvisazione jazz. Questo è un libro sulla leadership come atteggiamento mentale e sul tipo di attività e competenze che aiutano i leader a comprendere e a favorire i processi innovativi. La mia speranza è che i manager possano acquisire utili intuizioni in merito alle scelte che i jazzisti compiono quando improvvisano, preparandosi ad essere spontanei”. Dal conoscere l’arte del disimparare, per difendersi dal potere seduttivo della routine, al “largo al disordine”, per sviluppare

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competenze positive e gestire situazioni intricate; dall’agire continuamente e considerare gli errori come fonte di apprendimento al sostenere l’importanza di un modello organizzativo caratterizzato da una struttura e da un coordinamento essenziali, per consentire di massimizzare la diversità; dall’improvvisare e stare insieme al favorire opportunità impreviste e fortunate per incoraggiare scoperte inattese; dall’importanza dell’alternanza dei ruoli, così come fanno i grandi musicisti jazz, fino al ruolo di stimolo del leader per consentire al gruppo di affrancarsi dalle competenze più tradizionali: è un intero kit di strumenti quello che il volume offre, ovvero misure concrete che i leader possono adottare per diffondere una cultura che valorizzi il concetto di improvvisazione. Un invito a rompere con le rigide convinzioni che imprigionano gli imprenditori e a sperimentare ciò che si prova quando si va oltre le certezze.


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La borsa

E LA VITA

Siete un’azienda orafa d’eccellenza leader nel vostro mercato? Volete rendere la vostra azienda finanziariamente più solida e crescere ulteriormente grazie a nuovi investimenti? La domanda allora è: avete mai valutato l’idea di quotarvi in Borsa? Forse vi sentite troppo “piccoli” per farlo… Ma sappiate che, al contrario, potete tranquillamente procedere in questo senso grazie ad un programma speciale messo a punto per voi dalla Borsa Italiana. Si chiama Elite ed è frutto di un accordo firmato da Piazza Affari con il Fondo Italiano d’investimento al fine di sensibilizzare le piccole e medie imprese sui benefici che è possibile trarre dalla partecipazione all’iniziativa. Riportiamo di seguito alcune pagine del sito istituzionale della Borsa Italiana (http:// elite.borsaitaliana.it)

Ciò che ci distingue gli uni dagli altri non sono i nostri sogni, ma quello che facciamo per realizzarli.

perché ELITE è crescita, cambiamento, leadership.

Le piccole e medie imprese sono spesso le più ambiziose, ma per andare lontano hanno bisogno di nuove risorse, nuove relazioni, nuovi capitali. Per aiutare le imprese a realizzare i loro progetti di crescita abbiamo creato ELITE, una piattaforma unica di servizi integrati che mette a disposizione le competenze industriali, finanziarie e organizzative per vincere le sfide dei mercati internazionali. ELITE si rivolge alle migliori aziende italiane e con un programma in tre fasi le aiuta a tracciare la rotta verso il successo.

Le piccole e medie imprese hanno bisogno di nuovi strumenti che le aiutino a sviluppare i loro progetti e che permettano di affrontare tutti i cambiamenti che ogni giorno si verificano nel loro settore. ELITE offre alle aziende nuove opportunità, oltre ad aiutarle ad accrescere visibilità, produttività ed efficienza. Perché queste opportunità si realizzino è necessario però un cambiamento culturale e organizzativo, che sta sempre alla base di tutti i processi di innovazione e sviluppo imprenditoriale. La prima fase del percorso ELITE consiste in una preparazione che stimola il cambiamento, attraverso un percorso innovativo che coinvolge imprenditori, manager di successo ed esperti. 8 giornate organizzate in 4 moduli, coordinate da Academy di Borsa Italiana e dall’Università Bocconi vi forniranno gli strumenti operativi necessari.

• Le affianca in un processo unico di cambiamento culturale e organizzativo • Le avvicina ai mercati di capitali • Migliora i rapporti col sistema bancario e imprenditoriale • Facilita l’internazionalizzazione. Una società ELITE è più trasparente, più efficiente, più visibile e più attraente per i potenziali investitori. ELITE valorizza il presente e prepara il futuro

GET Ready - Preparati

• Modulo I Percorsi di crescita e di internazionalizzazione. • Modulo II Cultura aziendale e 20

governance al servizio della crescita. • Modulo III L’impatto della crescita sul ruolo del responsabile amministrativo e sui sistemi di reporting. • Modulo IV Comunicazione strategica d’impresa e reperimento delle risorse finanziarie. • GET Fit - Allenati Nella fase GET Fit vengono applicati concretamente tutti i suggerimenti e le linee guida acquisiti durante la fase Get Ready. È a questo punto del percorso ELITE che le società, come in un allenamento, attuano i cambiamenti utili per sviluppare al meglio il loro progetto di crescita. Tramite un test di autovalutazione la vostra impresa potrà individuare le aree di miglioramento sulle quali lavorare e puntare ad ottenere così, una volta completato l’allenamento, il Certificato di Qualità ELITE che identifica chi si distingue per eccellenza ed è pronto per la fase Get Value. In tutta la fase GET Fit potete contare sul supporto dell’ELITE Team, un gruppo di professionisti costruito intorno alle vostre specifiche esigenze.


Federpietre Informa // ECONOMIA

GET Value - Ottieni valore Dal primo giorno di ingresso in ELITE, riceverete un ampio supporto anche a livello marketing e comunicazione. Sarete coinvolti in tutte le iniziative per rafforzare il vostro brand e posizionamento nei confronti di investitori, clienti, fornitori e altri stakeholders. Dopo aver ottenuto il Certificato di Qualità ELITE, avete accesso a una selezionata community internazionale di investitori, professionisti e imprese. Una società ELITE è più trasparente, più efficiente, più visibile e più attraente per i potenziali investitori, per questo potrete cogliere esclusive opportunità di business e networking con:

• private equity REQUISITI ELITE e investitori istituzionali • sistema bancario Requisiti di ingresso Requisiti di permanenza • imprenditori e management Requisiti economici Formazione di gruppi quotati Fatturato minimo di €10 mil (o Partecipazione attiva al percorso • rete di professionisti inferiore in presenza di alti tassi di formativo: 8 giornate organizzate di Borsa Italiana al servizio crescita) in 4 moduli coordinate da Academy dell’impresa. di Borsa Italiana e dall’Università Il sito web di ELITE vi garantirà la massima visibilità nei confronti dei target di interesse più strategici per la vostra impresa. Le società ELITE saranno inoltre visibili anche sulle principali testate giornalistiche nazionali e locali in occasione del momento di ingresso nel Programma ELITE e di comunicazione dei propri risultati.

Risultato operativo in percentuale sul fatturato > 5%

Bocconi

Ultimo bilancio in utile

Trasparenza

Progetto di crescita credibile

Aggiornamento periodico del Company Profile

Borsa Italiana si riserva la facoltà di consentire l’accesso e/o la permanenza in ELITE, pur in caso di mancato rispetto dei requisiti economici, tenuto conto dell’andamento macroeconomico e delle caratteristiche del settore, nonché di eventuali circostanze aziendali temporanee o straordinarie.

Redazione della relazione semestrale Pubblicazione dei commenti ai risultati semestrali e annuali

Cambiamento Redazione del budget annuale e del piano industriale Eventuale implementazione di un sistema di controllo di gestione adeguato alla dimensione e alla gestione della complessità aziendale Definizione di un modello di Governance adeguato alle dimensioni e alla struttura dell’azienda Revisione contabile del bilancio

Via Donizetti, 14 - Valenza - 15048 - Italy T +39 0131 946234 - F +39 0131 971579 info@petramundi.com WWW.PETRAMUNDI.COM


CULTURA

LA PASSIONE DEI MEDICI per le gemme Ha una storia affascinante la splendida raccolta di gemme custodita presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ma proveniente da Palazzo Medici Riccardi a Firenze. A realizzarla nella seconda metà del Quattrocento furono prestigiosi collezionisti quali Cosimo il Vecchio (1389-1464), Piero il Gottoso (1416-1469), Giovanni di Cosimo (14211463), Lorenzo il Magnifico (1449-1492), Giuliano di Piero (1453-1478).

almeno in parte forse acquisita dall’eredità dell’amico Niccolò Niccoli, morto nel 1437, umanista e bibliofilo. La collezione venne progressivamente incrementata dai figli di Cosimo, specialmente il raffinato Piero, e dal nipote Lorenzo detto il Magnifico.

e il Palladio, comprato dal Niccoli per 5 fiorini e poi venduto da questi a Luigi Scarampi per 200 ducati. Divenuta di proprietà di papa Paolo II, la gemma oggi perduta - entrò infine nel patrimonio dell’illustre casato fiorentino.

1471 si recò a Roma in veste di ambasciatore della Repubblica fiorentina per rendere omaggio a Sisto IV, ricevette da costui in dono (o a un prezzo conveniente) varie antichità. Fra esse c’erano il calcedonio poi denominato Tazza Farnese e “molti altri cammei”, come In effetti, nella collezione ricorda lo stesso Lorenzo. Le opere di glittica risultano Medici entrarono numerosi Nel 1487 il Magnifico circa una sessantina pezzi della straordinaria acquistò per 150 ducati nell’inventario dei beni collezione del cardinale un’altra preziosa gemma del 1456, una trentina in di San Marco, Pietro a Roma dal mercante quello del 1465 (stilato Barbo, residente a Roma Giovanni Ciampolini. dopo la morte di Cosimo il nell’attuale Palazzo L’intaglio è stato Vecchio), 76 in quello del Venezia e salito al soglio identificato con la corniola Le pietre erano una parte 1492 (dopo la scomparsa pontificio nel 1464. La raffigurante il Carro di importante del tesoro del Magnifico). collezione Barbo era di Fetonte, da qualcuno a suo mediceo, conservate in proporzioni eccezionali: tempo giudicata un ‘falso’ ambienti ristretti adibiti allo Per la prima volta già nel 1457 vantava 821 e citata nell’inventario dei studio e al collezionismo Lorenzo Ghiberti nei suoi pietre incise, di cui 243 beni del Magnifico. più ricercato. In particolare Commentari ricorda una cammei e 578 intagli. Alla Nella collezione c’era le gemme, insieme ai vasi in gemma posseduta dai morte del Barbo (1471), il anche l’intaglio perduto pietre dure, cristallo, oro e Medici: si tratta della nuovo papa Sisto IV Della con Eros che guida una argento, medaglie antiche, corniola con l’intaglio Rovere fece probabilmente biga, soggetto molto noto monete, gioielli, erano raffigurante Apollo, Marsia trasferire la raccolta interpretato come Il carro custodite nello studiolo del e Olympos, per la quale del suo predecessore dell’anima e diffuso da varie capofamiglia al primo piano Lorenzo Ghiberti realizzò in Castel Sant’Angelo repliche come il medaglione di Palazzo Medici, accanto una montatura intorno al appropriandosene e in parte nel Busto di giovane al alla cappella. 1428. Inoltre il Ghiberti alienandola tramite il banco Bargello e il rilievo in Cosimo il Vecchio fu celebra con ammirazione Medici Tornabuoni. Lorenzo terracotta invetriata nella l’iniziatore della raccolta, il calcedonio con Diomede il Magnifico, quando nel villa di Poggio a Caiano. 22


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L’originaria provenienza delle gemme antiche era assai varia e talvolta molto incerta: probabilmente alcune erano state rinvenute nelle catacombe e nei cimiteri romani; altre erano giunte dalla Grecia e dal Medio Oriente tramite i Crociati dopo il sacco di Costantinopoli del 1204 oppure grazie a mercanti veneziani; altre ancora erano state importate dai profughi greci in fuga verso Occidente dopo la caduta di Costantinopoli ad opera dei Turchi nel 1453.

Per il resto, nonostante i tumulti, la Signoria riuscì a preservare dai saccheggi la preziosa raccolta di gemme e vasi in pietra dura conservata in Palazzo Medici. Alcuni pezzi furono inviati a Piero in esilio a Venezia, mentre altri furono affidati a Lorenzo Tornabuoni incaricato di pagare i debitori del banco Medici. Nel 1496 Piero de’ Medici chiese in prestito al banchiere Agostino Chigi 3000 ducati, cedendogli in pegno venti tavole, uno specchio d’argento e un tondo in diaspro, tutti recanti 176 gemme incastonate. Con il rientro a Firenze dei Medici, le gemme insieme alle altre preziosità furono in generale restituite ai loro legittimi proprietari. Altri momenti critici per la La riproduzione di raccolta furono la seconda gemme collezionate da cacciata dei Medici nel 1527 Cosimo, Piero e Lorenzo, con l’instaurarsi dell’ultima o quantomeno da essi Repubblica e l’assassinio di ammirate e conosciute, Alessandro, duca di Firenze entra in decorazioni e marito di Margherita promosse dal casato, d’Austria (figlia di Carlo V) come il fregio del cortile di nel 1537. Pochi mesi dopo Palazzo Medici e la volta del la morte di Alessandro, vestibolo di Santo Spirito. l’imperatore incaricò il L’interesse dei Medici per proprio ambasciatore la glittica e la numismatica a Firenze, Ferdinando ispirò anche la serie dei de Silva, di tutelare gli tondi in terracotta nel interessi della figlia, cortile di Villa Salviati al garantendole il possesso di Cionfo, opera di Giovan tutti i beni mobili, comprese Francesco Rustici (1474le rarità della collezione di 1554) eseguita per Jacopo Palazzo Medici. Salviati, imparentato con La duchessa Margherita, Lorenzo il Magnifico. che rifiutò la proposta di Con la cacciata dei Medici matrimonio di Cosimo I l’8 Novembre del 1494, de’ Medici successore di Piero il Fatuo, primogenito Alessandro, partì il 10 Luglio Oltre a collezionare gemme antiche, i Medici e in particolare il Magnifico promossero la produzione della glittica e l’intaglio delle pietre dure anche fra gli artefici contemporanei. Lorenzo chiamò specialisti come Pier Maria Serbaldi da Pescia detto Tagliacarne (1455-1520), esperto nel porfido, e promosse la formazione di nuovi artisti come Giovanni delle Opere detto Giovanni delle Corniole (1470-1516), autore di un vivace ritratto di Lorenzo il Magnifico eseguito in una piccola corniola ora al Museo degli Argenti di Firenze. I Medici amavano esibire questi capolavori ai loro ospiti e agli artisti che ne dovevano trarre ispirazione.

Dall’alto: la corniola con l’intaglio raffigurante Apollo, Marsia e Olympos, Tazza Farnese, la corniola raffigurante il Carro di Fetonte.

del Magnifico, portò con sé nella fuga alcuni esemplari dei preziosi di famiglia. Fra questi vi erano tre gemme: la corniola con Apollo, Marsia e Olympos, il Carro di Fetonte e Diomede col Palladio (perduto). Inoltre, il Medici aveva già affidato alcuni dei suoi tesori a persone di fiducia (fra cui Michelangelo di Viviano da Gaiuole, padre di Baccio Bandinelli) in vista dell’arrivo in città delle truppe francesi guidate da re Carlo VIII.

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Chi aderisce a Federpietre aggiunge valore alla sua impresa. Chi desideri conoscere meglio o associarsi a Federpietre, non esiti a contattare per qualsiasi informazione e curiosità la segreteria organizzativa di Federpietre: e-mail: federpietre@libero.it

Dall’alto: ritratto in piccola corniola di Lorenzo il Magnifico opera di Giovanni delle Corniole, cammeo intagliato su ametista raffigurante “Nereide su Ippocampo”.

del 1537 per Roma, recando fra l’altro la collezione di glittica. Quando, nel 1538, sposò Ottavio Farnese, si trasferì da Palazzo Madama a Palazzo Farnese. Portò sempre con sé le gemme medicee, anche quando andò nelle Fiandre in qualità di Reggente (15591567) e poi in Abruzzo, dove morì nel 1586.

Per la pubblicità su FederpietreInforma preghiamo le aziende interessate di rivolgersi direttamente all’ufficio di segreteria della Federazione per notizie su tariffe e spazi disponibili.

Passata in eredità al figlio di Margherita, Alessandro Farnese (1545-1592), la raccolta delle gemme medicee confluì poi nell’immensa collezione farnesiana di tesori di ogni epoca o tecnica. Successivamente, nel 1731, questo “tesoro” passò da Antonio a Carlo Borbone, 24

suo pronipote e infante di Spagna. Nel 1735 i tesori passarono da Parma a Piacenza, per giungere via mare da Genova a Napoli. Finora sono state individuate 23 gemme incise provenienti dallo “scrigno” di Lorenzo il Magnifico, oggi esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, tutte provenienti dalla raccolta di papa Paolo II Barbo (molte recano incise le iniziali di Lorenzo, “L.A.V.R. MED.”). Alcune, andate disperse, sono state individuate confrontando le descrizioni negli inventari con incisioni e calchi che le riproducono. Infine, altre sono state rinvenute presso diverse collezioni.


GEMMOLOGIA

di Raffaella Navone Laboratorio Gemmologico R.A.G. - Torino

DIAMANTI

parliamo di sintesi

Finora i diamanti sintetici di qualità gemma, comparsi sulla scena negli anni ‘70 dello scorso secolo, non avevano rappresentato una minaccia soprattutto per l’alto costo di produzione e la qualità non elevata. Essi sono prodotti con due tecniche: HPHT (High Pressure High Temperature - Alta Pressione Alta Temperatura) e CVD (Chemical Vapor Deposition - Deposizione chimica da vapore). Per la descrizione delle tecniche di produzione si rimanda ai testi specialistici. Negli ultimi tempi grande preoccupazione suscita nel mercato internazionale l’immissione fraudolenta di diamanti sintetici ritrovati in lotti di diamanti melee (di peso inferiore ai 0,20 ct) mescolati a quelli naturali. La posizione delle organizzazioni diamantarie internazionali è netta: totale condanna delle pratiche scorrette, applicazione del

principio di trasparenza totale (full disclosure) e dichiarazione della natura delle gemme e dei trattamenti da esse subiti in ogni punto della filiera.

ingannevole è contraria agli interessi dei consumatori e l’immissione dei diamanti sintetici non dichiarati rappresenta un elemento fortemente turbativo del mercato a danno della Come il settore può tutelare il credibilità del settore. consumatore finale e salvaguardare la propria reputazione? Abbiamo rivolto questa domanda a Gaetano Cavalieri, Presidente di CIBJO (Confédération Internationale de la Bijouterie, Joaillerie, Orfèvrerie des Diamants, Perles et Pierres - The World Jewellery Confederation) e a Thomas Hainschwang, direttore del laboratorio gemmologico GGTL-GEMLAB di Balzers (Liechtenstein). Trasparenza, azioni di mantenimento e Gaetano Cavalieri dichiara: miglioramento della “La missione di CIBJO è la reputazione, comportamenti difesa del consumatore e del onesti ed etici sono i settore basata sul principio caposaldi della fondamentale di full Responsabilità Sociale disclosure. La d’Impresa. Pertanto CIBJO si commercializzazione impegna a denunciare 25

commercianti e aziende disoneste. Un famoso precedente risale al 2004, quando il tribunale di Monaco (Germania) impose a Gemsmart GmbH, distributore tedesco di Gemesis, produttore americano di diamanti sintetici di qualità gemma, di cessare l’uso del termine Zuchtdiamanten (diamante coltivato) utilizzato negli annunci pubblicitari sulla stampa locale, in quanto ingannevole, obbligando l’azienda a specificare “sintetico” o “artificiale” accanto a “diamante”. Inoltre, veniva stabilito che una sanzione di € 250.000 sarebbe stata inflitta agli inosservanti fino all’incarcerazione del manager dell’azienda imputata che non avesse pagato la sanzione. La decisione dei giudici si era basata appunto sulla nomenclatura riportata sul Diamond Book di CIBJO”.


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In quel caso non era comunque messa in dubbio l’origine non naturale del prodotto. Ben diversa è la situazione attuale che richiede risposte sicure che confortino il mercato delle gemme e rassicurino i consumatori.

seriamente impegnati nell’analisi di diamanti melee incolori e colorati, dovrei conoscere abbastanza bene cosa è necessario fare per identificare tutti i diamanti sintetici nei lotti. Non riesco a immaginare nessun metodo low-cost che permetta a un utente esperto - non voglio neppure parlare di un inesperto - di identificare i diamanti sintetici melee. I sistemi di analisi seri sono molto costosi ed è altamente improbabile che qualcuno trovi un modo “economico” di fare questo tipo di analisi, dal momento che non esiste un singolo criterio (come per esempio la trasparenza agli UV) che consenta l’identificazione”.

una precisione del 100% nell’identificazione di tutte le pietre dei lotti (comprese imitazioni come zirconia cubica o altri materiali eventualmente mischiati) ad un costo relativamente basso. Questa sicurezza e la salvaguardia della reputazione dell’operatore commerciale meritano la spesa”.

mediante trattamento HPHT.

Sebbene anche alcuni diamanti colorati possano essere sintetizzati con il metodo CVD, la maggior parte dei sintetici colorati che si trovano sul mercato sono accresciuti con l’ HPHT. In questo campo il progresso Chiediamo a un ricercatore principale degli anni passati è della fama del dott. Thomas rappresentato da volumi di Hainschwang qual è il ruolo crescita nettamente maggiori dei laboratori gemmologici Qual è la percentuale di nelle presse HPHT e dalla nel contrastare questo diamanti sintetici presente possibilità di produrre fenomeno fraudolento. nel mercato europeo? contemporaneamente più “Dipende da dimensioni e diamanti di dimensioni colore. Per le misure da 0,20 relativamente grandi. Un altro ct in su il numero è progresso ottenuto riguarda il praticamente zero. Se invece trattamento postparliamo di melee, allora accrescimento per migliorare attualmente stiamo rilevando l’aspetto dei diamanti. È stato tra lo 0,5 e il 35% di diamanti dimostrato che, soprattutto sintetici in lotti di diamanti nelle misure melee, si usa un gialli. In media si tratta di procedimento multifase che L’identificazione dei diamanti circa l’ 1-2% di tutti i lotti da comporta trattamenti di sintetici, soprattutto di noi esaminati negli anni irraggiamento, HPHT e piccole dimensioni, richiede scorsi. Per gli altri colori la rinvenimento ad altissima strumenti scientifici costosi, percentuale è ampiamente temperatura al fine di uno staff di tecnici altamente inferiore e finora non abbiamo schiarire il colore giallo qualificati e molto tempo. trovato un solo diamante troppo scuro di diamanti Quali azioni possono Qual è l’impatto del costo sintetico mischiato in un sintetici di qualità industriale. intraprendere gli operatori di delle analisi sul valore dei lotto. Nel caso specifico dei Noi abbiamo denominato settore onesti per tutelare se lotti? Qual è il costodiamanti melee (quasi) questi diamanti “HIH” ovvero stessi ed i loro clienti? beneficio per il commercio? incolori, fino ad oggi non HPHT grown, Irradiated, High “Se i commercianti vogliono “Il problema principale non abbiamo individuato un temperature treated essere certi che i loro risiede nel costo, ma nel fatto singolo diamante sintetico (accresciuti HPHT, Irraggiati, diamanti siano naturali è se il commerciante preferisce nella grande quantità di tali trattati ad Alta temperatura)”. necessario che li analizzino assumersi il rischio di pietre che noi verifichiamo tutti, non solo a campione”. perdere la propria ogni anno”. Responsabiltà sociale e reputazione vendendo ambientale (conflict or blood Alcune aziende stanno diamanti non verificati o se Quali sono le tecniche più free, eco-friendly), bellezza e lanciando strumenti che preferisce investire nelle recenti per ottenere i qualità, prezzi vantaggiosi promettono ai commercianti analisi di un laboratorio diamanti sintetici o quali sono gli argomenti di vendita di distinguere velocemente e affidabile. Ormai sono sono i progressi tecnologici dei produttori di diamanti in modo sicuro diamanti numerose le aziende nei metodi HPHT e CVD? sintetici. Il commerciante ha naturali e sintetici, anche manifatturiere di gioielli e di “Il metodo di maggior il diritto di proporre un montati. Tali strumenti sono orologi che insistono perchè i successo per i diamanti prodotto o l’altro, ma ha affidabili? loro fornitori diano loro sintetici (quasi) incolori è la anche il dovere (per legge) di “In base alla mia esperienza diamanti esaminati. Questo al sintesi CVD; negli ultimi anni informare il consumatore in ciò suona troppo bello per momento è cruciale sono stati compiuti numerosi modo che questi compia un essere vero. Qualche tempo soprattutto nel caso dei progressi nell’accrescimento acquisto consapevole. fa, solo per gioco, ordinammo diamanti melee di colore dal di monocristalli di diamante, l’ultimo cosiddetto giallo all’arancio, poichè in considerato che storicamente Fermo restando tutto quanto “strumento affidabile” per questo caso la presenza di all’inizio questo metodo è stato detto finora, dobbiamo testare i diamanti e sintetici è una realtà da anni. (inventato nel 1952) poteva rilevare con rammarico che ricevemmo un puntatore Per quanto riguarda i lotti di solo produrre films e piastrine ancora oggi molti laser violetto con un paio di pietre incolori, finora non ho di diamante policristallino. La commercianti e artigiani occhiali di protezione. sentito di referti di laboratori maggior parte dei diamanti ignorano non solo l’esistenza Questo cosiddetto indipendenti e confermati da CVD commerciali sono dei diamanti sintetici e di “strumento” non aiuterà a fonti affidabili relativi a lotti brunastri e quindi richiedono quelli trattati, ma non sanno identificare con accuratezza misti naturali/sintetici. Il un trattamento successivo perfino cosa sia una i sintetici nei lotti di diamanti costo delle analisi nei nostri per convertirne almeno una moissanite sintetica. naturali e solo con una certa laboratori dipende da colore certa percentuale in “quasi dose di fortuna si potrà e quantità dei diamanti da incolori”. Questo trattamento Si ringrazia il dott. Carlo individuarne alcuni, ma esaminare. Disponiamo di post-accrescimento è certamente non tutti. Poichè procedure decisamente costituito da rinvenimento ad Trossarelli per gli utili consigli su questo articolo. nei nostri laboratori siamo efficienti che ci garantiscono alta temperatura, in genere 26


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Comunicazione

DI LABORATORIO Il laboratorio dell’Istituto Gemmologico Italiano (I.G.I.) ha analizzato alcune decine di moissaniti sintetiche di qualità gemma reperite sul mercato. Il lotto comprende due tipologie di materiale note in commercio come “Very Good Moissanite” (VG) e “Forever Brilliant Moissanite” (FB) aventi tutte forma rotonda, taglio a brillante ed un peso compreso tra 0.50 e 2.00 carati.

le stesse caratteristiche qualitative, in particolare per quanto riguarda la classificazione del grado del colore. È stato analizzato il colore di oltre 60 moissaniti utilizzando come scala di paragone un set di master stones in diamante. La figura mostra i risultati di questa indagine. Le due tipologie di moissaniti non presentano particolari differenze di colore. La maggior parte delle moissaniti FB ha colori compresi tra I-J e J-K e nessuna ha un colore più alto della I; la casistica relativa alle moissaniti VG copre i medesimi intervalli di colore. Per questo motivo le caratteristiche qualitative del colore delle moissaniti FB e VG risultano sostanzialmente le medesime.

Le gemme classificate come “FB moissanite” presentano sulla cintura l’incisione laser “Forever Brilliant”, mediante la quale è possibile distinguere la moissanite di alta qualità (FB) da quella di qualità inferiore (VG). È importante sottolineare come le moissaniti Forever Brilliant abbiano sul mercato un costo maggiore di circa il 50% rispetto alle Very Good. In seguito ad un’attenta indagine condotta da cinque analisti del laboratorio I.G.I. si è constatato che le moissaniti FB e VG hanno 27


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a cura di Sonia Sbolzani

// AGENDA IGI I prossimi appuntamenti in programma:

ULTIME NOVITÀ GEMMOLOGICHE

• 19 MAGGIO Dedicato all’ambra del Simeto, relatore Ugo Longobardo

dall’IGI

• 30 GIUGNO (tema da definire) • 13 OTTOBRE Focus sulle recenti scoperte gemmologiche in Africa, relatore Valerio Zancanella.

IGI: l’importanza di essere sempre al corrente delle novità sulle gemme.

“Ultime novità gemmologiche”: così si intitolava la sessione di aggiornamento tenuta da Loredana Prosperi a Milano, il 17 Marzo scorso, per i gemmologi ed i diplomati di IGI (Istituto Gemmologico Italiano). L’obiettivo di questa “lectio magistralis”, che viene proposta 4 volte all’anno in riferimento a temi sempre diversi, è di fornire agli specialisti del comparto una panoramica esaustiva e, nello stesso tempo, approfondita delle notizie più recenti sulle pietre di tutto il mondo, ovvero tracciare lo stato dell’arte della materia gemmologica alla luce delle ultime scoperte, innovazioni, ricerche. Si tratta, dunque, di un servizio “plus” che mira ad offrire utili conoscenze e stimoli di ulteriore studio.

Dall’alto: bolla ad effetto “flash” del vetro, vetro di colore blu (colorazione dovuta al cobalto) all’interno delle fratture affioranti.

Tra gli argomenti affrontati nella lezione della dottoressa Prosperi, che è responsabile del Laboratorio Analisi IGI, vi sono stati in particolare: i materiali gemmologici rivestiti (coated), le perle, gli zaffiri trattati con vetro al cobalto, un nuovo giacimento di corindoni in Myanmar. 28

È il caso di un rapido cenno ad alcune questioni di speciale interesse. Riguardo ai materiali rivestiti, l’attenzione si è focalizzata soprattutto su sostanze volte non più solo a cambiare il colore delle gemme, ma anche a mutarle otticamente. Si è così parlato di zirconia cubica coated, detta diamantina o diamone, ricoperta da un film sottilissimo (5-10 micron) di diamante sintetico, che non è riconoscibile al microscopio; tuttavia la prova della conducibilità termica identifica il materiale come zirconia cubica. Grazie alla pubblicità che ne esalta la brillantezza questo materiale viene ora proposto a prezzi più elevati di quelli della stessa zirconia cubica. In realtà è opportuno mantenersi piuttosto cauti, anche perché si tratta di un rivestimento non durevole. Loredana Prosperi ha riferito anche della tanzanite rivestita, di colore blu-violaceo insolitamente saturo (evidente specialmente nelle pietre di minori dimensioni), del cui


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rivestimento non si sa molto (coperto da brevetto), per quanto risulti identificabile in laboratorio (ad esempio si osservano utilizzando il microscopio in campo oscuro delle piccole cavità superficiali legate alla mancanza di rivestimento in quella zona; talvolta si notano lievi iridescenze e un effetto flash rosaarancio sulla superficie delle faccette). È comunque un rivestimento chimico, originato dalla deposizione di cobalto (responsabile della colorazione blu), ma recentemente è stato utilizzato anche titanio.

Loredana Prosperi ha altresì spiegato come devono essere formulate le dichiarazioni gemmologiche in riferimento ai suddetti trattamenti, sulla base delle norme in vigore, e in generale ha allertato i partecipanti al seminario sullo “scandalo” di determinati rivestimenti e su quanto sia talvolta ingannevole il battage che ne accompagna il lancio e la diffusione, raccomandando di stare in guardia da possibili “illusioni” e di fare sempre affidamento sulla strumentazione ad hoc dei laboratori.

Sopra: Collana con zaffiri provenienti dalla miniera di Mogok (dalla rivista Gems & Gemmology). Sotto: Zaffiri sfaccettati trattati con il vetro al cobalto.

Vi è poi la giadeite rivestita (con sostanze plastiche), venduta nell’ area di Yunnam-Guangdong (Cina). Si tratta di un prodotto di scarsa qualità, facilmente riconoscibile al microscopio e non durevole perché la pellicola esterna si toglie con solventi (talora anche con acetone)! Il laboratorio gemmologico porta alla luce in ogni caso l’effettiva natura del trattamento con tutti gli esami ad hoc.

Molto accattivanti sono stati poi gli aggiornamenti sugli zaffiri trattati con vetro al cobalto, arrivati ormai anche sul mercato italiano, dove erano già presenti quelli al piombo utilizzati per riempire le fratture affioranti dei rubini. Mentre la prima generazione di tali pietre risultava opaca e traslucida, l’ultima appare trasparente, quindi assai più commerciale. Facilmente riconoscibili in laboratorio, queste gemme danno Il vasto campo delle perle birifrangenza, presentano ricoperte (di cui abbiamo densità alta (perché elevata dato notizia nel precedente è la quantità di vetro numero di questo giornale, contenuta), fluorescenza con gli ultimi aggiornamenti debole rosso-aranciata e, del laboratorio svizzero per quanto riguarda lo SSEF) ha avuto come spettro di assorbimento, il protagoniste le perle Conch cobalto dona il suo tipico ricoperte (in auge per il loro colore al corindone. Simili rosa intenso) e le perle materiali non hanno coltivate con nuclei non pleocroismo (la base è quasi convenzionali (nuclei di incolore), mentre il filtro vecchie perle naturali di Chelsea dà una risposta che bassa qualità; perle d’acqua può essere diagnostica: la dolce; “Tokki” - vocabolo reazione del cobalto infatti è giapponese che descrive di colore rosso. piccole protuberanze o Possono contenere piccole perle addizionali inclusioni e dunque è ben attaccate alla perla visibile l’effetto flash coltivata più grande;perle (concentrazione di colore “Galatea”, con incisioni nelle fessure). color azzurro che mostrano In termini normativi, gli il nucleo in turchese). zaffiri trattati devono essere

dichiarati come “corindoni riempiti di vetro blu”. Bisogna inoltre indicare gli accorgimenti per non indurre danni alle gemme. Si aggiunga, infine, che occorrerebbe esprimersi in termini di “pietra composita” quando la parte prevalente è vetro. La dottoressa Prosperi ha concluso la sua lezione citando un nuovo giacimento di corindoni nella zona di Mogok in Myanmar, da cui vengono estratti zaffiri di buona

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qualità, presenti in rocce metamorfiche. Non ancora importate sul mercato europeo, queste gemme contengono un’elevata percentuale di ferro e presentano pleocroismo medio-forte, blu-violaceo/ blu verdastro. Possono contenere varie inclusioni (lamelle di geminazione, boehmite, cristalli di K-feldspato, veli liquidi, ecc.) e - particolare di notevole rilievo ai fini del valore economico - sinora non sono state sottoposte a trattamento termico.


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Il punto di vista

A PROPOSITO DI CONTRAFFAZIONE

Le stime sono sempre induttive e quasi sempre per difetto. Secondo l’indagine CENSIS del 2012, il fatturato del mercato del falso nel nostro Paese vale quasi 7 miliardi di euro. I settori più colpiti sono l’abbigliamento e gli accessori (2,5 miliardi di euro), il comparto cd, dvd Il fenomeno della contraffazione si e software (1,8 miliardi di euro) e i presenta come un insieme complesso prodotti alimentari (1,1 miliardi di euro). di violazioni a leggi, norme, regolamenti, Per quanto riguarda gli orologi, sono vincoli contrattuali che regolano i 107.901 i pezzi sequestrati dalla Gdf diritti di proprietà intellettuale e di nel 2013. Assorologi stima che il giro sfruttamento commerciale di prodotti d’affari degli orologi contraffatti in di ogni genere; esso ha più l’aspetto Italia sfiori i 90 milioni di euro, pari di un intricato “arcipelago” la cui circa all’8% del mercato italiano navigazione è ricca di insidie che non dell’orologeria. Il web rappresenta di un territorio omogeneo i cui confini una realtà molto importante sotto sono immediatamente evidenti. il profilo del marketing, ma è Al centro di questo arcipelago, esistono anche un formidabile veicolo della due realtà particolarmente massicce: contraffazione. Attraverso Internet le merci contraffatte, cioè quelle merci quest’ultima ha raggiunto dimensioni che recano illecitamente un marchio enormi: circa il 35% delle pagine del identico ad un marchio registrato e le ‘web tradizionale’ utilizza illegalmente merci usurpative, cioè quelle merci che i brand per vendere prodotti falsi. costituiscono riproduzioni illecite di In media, nelle prime 100 pagine di prodotti coperti da copyright, modelli o un motore di ricerca dedicate ad un disegni. determinato marchio di orologeria, ben Occorre poi ricordare fenomeni analoghi: 32 sono veicolo di contraffazione. • sovrapproduzioni illegittime approntate da licenziatari di produzione I rischi che derivano alle aziende titolari infedeli e da questi smerciate, con sono già oggi rilevanti e concreti: o senza il marchio originale, ma perdita di ricavi, perdita di immagine comunque in violazione del contratto di “globale” per la evidente difficoltà licenza; a contenere un fenomeno sempre • produzioni destinate più dilagante; progressiva perdita contrattualmente a specifiche aree di valore del brand. Tuttavia, queste geografiche, ma dirottate da licenziatari conseguenze gravemente negative commerciali infedeli fuori dalle zone di non sembrano essere percepite dal loro pertinenza; grande pubblico: i prodotti contraffatti • prodotti che, senza violare sono considerati poco costosi, alla direttamente marchi o modelli, ne portata di tutti, accessibili, divertenti. imitano in maniera tendenziosa e Si ha la netta sensazione che per il confusiva l’aspetto, attraverso l’utilizzo consumatore medio la contraffazione di loghi o denominazioni non identiche, dei prodotti sia un fenomeno ma molto simili a quelle originali. commerciale “normale” e anche quando è sostanzialmente esplicita L’illegalità e la contraffazione alterano e manifesta, ovvero riconoscibile, il funzionamento del mercato in quanto possa essere una occasione a cui ci falsano il gioco della concorrenza, si concede in modo consapevole e comportano la perdita di fiducia consenziente senza remore di sorta. degli operatori e la diminuzione degli Manca cioè del tutto la consapevolezza investimenti. della valenza criminosa e negativa di Qualche numero per capire la gravità un gesto apparentemente giocoso ed del fenomeno anche se è ovvio che innocuo. l’“industria” della contraffazione non pubblica i propri bilanci, né tanto meno Mario Peserico li fa certificare da società di auditing. Presidente di Assorologi 30


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