overfly gennaio 2019

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Foto di: Vincenzo Zangara

anno 3 - Num. 1 - gennaio 2019

PALERMO E LE BORGATE MARINARE IL CARNEVALE PIÙ ANTICO DI SICILIA SAPORI ROMANI NAPOLI, LA CITTA’ DELL’AMORE

Benvenuti all’aeroporto Falcone e Borsellino


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OVERFLY by METE Anno 3 numero 1 Gennaio 2019

Foto copertina Vincenzo Zangara

EDITORE

Traduzioni Dario Cacciatore

Via John Fitzgerald Kennedy, 5 80125 Napoli (NA) P.IVA 08325341215 R.E.A. NA – 948795 R.O.C. 32000 +39 0690215605 Direttore Responsabile Ferdinando Calaciura direttore@meteitalia.com Direttore Editoriale Umberto Desiderio affarieditoriali@meteitalia.com La sezione di Overfly dedicata a GESAP è curata da Elvira Marino Relazioni Istituzionali e Cerimoniale GESAP S.p.A.. Responsabile divisione video e foto DSD VISUAL – ROMA Progetto grafico e impaginazione studiomennella - Palermo PUBBLICITà - SERVIZI PROMOEDITORIALI Concessionaria esclusiva per Italia e Estero M.E.T.E. Italia s.r.l. Via John Fitzgerald Kennedy, 5 80125 Napoli (NA) P.IVA 08325341215 R.E.A. NA – 948795 +39 0690215605

Hanno collaborato a questo numero: Chiara Bigiotti, Sara Cutillo, Antonio Forestieri, Alessia Giannino, Sofia Li Pira, Giada Lo Porto, Salvatore Spatafora, Maurizio Turrisi

Fotografi Archivio Miss Cake Bakery, Archivo Pro Loco Termini Imerese, Archivio www.carnevaletermitano.com, Archivio Stagnitta, Archivio Tenuta Gorghi Tondi, S. Calderaro, Sergio Calleja, Giuseppe Caruso, Peppe Ciulla, Andrea Di Lorenzo, Michele Dotto, Adolfino Geraci, Greg, Maria Izzo, Michael Jensen, Bert Kaufmann, Elvira Marino, Andy Mitchell, Franco Pecchio, Rino Porrovecchio, Daniele Pugliesi, Arturo Rizzo, Salvatore Spatafora, Studio Didea, John Taggart, Scott Weiner, Vincenzo Zangara.

STAMPA D.W.P. ROMA DISTRIBUZIONE GESAP - AEROPORTO DI PALERMO Località Punta Raisi, 90145 Cinisi (PA)

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OVERFLY 2/2018 sommario 07 14 18 21 24 28 36 44 48 52 60 66

Palermo food & drink o’clock! Maurizio Turrisi Sapori romani/ The dishes of the Roman culinary tradition. Sara Cutillo Napoli, la città dell’amore/ Naples, the most lively city. Alessia Giannino Trapani e il suo mare: tra torri e tonnare all’insegna del buon gusto/ Trapani and its sea between towers and tuna traps in pursuit of good taste. Giada Lo Porto Sanlorenzo Mercato. A Palermo il tempio del buon cibo siciliano/ Sanlorenzo Mercato. Palermo’s temple to great sicilian food. Salvatore Spatafora I ristoranti della Sicilia Occidentale/ Dining in Western Sicily. Antonio Forestieri Ricettario “Viaggio in Sicilia”/ Coock book “Trip to Sicily”. Salvatore Spatafora Palermo, artigianato 2.0/ Palermo, craftsmanship 2.0. Antonio Forestieri Palermo e le borgate marinare di provincia/ Palermo and the seaside villages of its province. Giada Lo Porto Il carnevale più antico di Sicilia/ Sicily’s most ancient Carnival. Sofia Li Pira Grillo, nobile vitigno di Sicilia/ Grillo, noble variety from Sicily. Maurizio Turrisi Stagnitta, quando la tostatura del caffè diventa arte/ Stagnitta, when coffee roasting becomes an art. Sofia Li Pira

GESAP 74 Danish Air Transport fa rotta verso Lampedusa e Pantelleria/ Danish Air Transport takes off for Lampedusa and Pantelleria. Antonio Forestieri 78 Overfly Point 80 Arte e musica in Aeroporto/ Art and music at Palermo Falcone Borsellino Airport 83 Concerto in Aeroporto/ Concert at the airport 85 Salto in alt(r)o: viaggio nel mondo della DiversAbilità/ “Salto in alt(r)o” Event: Journey into the world of DiversAbility 88 Cina e Sicilia si incontrano all’aeroporto di Palermo/ |China and Sicily meet in Palermo’s airport 90 Riqualificazione piste: missione compiuta/ Airport runways redevelopment: mission accomplished 94 Bizhan Bassiri, dalla materia alla forma/ Bizhan Bassiri, from substance to form 2

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Palermo da Monte Pellegrino ph. Giuseppe Caruso

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ph. G. Caruso

Palermo food & drink o’clock! Maurizio Turrisi

Dall’alba al tramonto: ad ogni ora c’è sempre un posto dove rifocillarsi tra piatti della tradizione e rivisitazioni moderne di celebri pezzi forti della gastronomia palermitana e non solo

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angiare a Palermo è un’arte. Calore, colori, sapori e folklore sono un mix di sensazioni che quando prendono non lasciano più. Lo sanno bene gli indigeni e lo scoprono, innamorandosene, anche coloro che arrivano per la

prima volta a Palermo rapiti, di primi acchito, dai carrettini con lo sfinicione oppure dai chioschetti che servono “sempre freschi” con panelle e cazzilli a qualunque ora del giorno. Palermo, come racconta nel suo celebre libro di

Roberto Alajmo, è una cipolla da scoprire togliendo strato dopo strato, e non è detto che il cuore sia meglio della buccia, perché quel senso di novità e scoperta rimane intatto sempre. Questa metafora vale soprattutto per il lato 7


puramente gastronomico con i foodies che possono testare questo ricco e autentico patrimonio della cucina palermitana e scoprirne le sue “stranezze” a qualsiasi ora del giorno. Ma l’effetto è ancora più sorprendente quando la tradizione è contaminata da quelle tendenze mainstream in voga in tutto il mondo che donano a Palermo anche quei crismi da metropoli internazionale. Ecco i nostri consigli per scoprire tutto il piacere del buon gusto della Capitale Italiana della Cultura del 2018. A ogni ora la sua delizia

A Palermo il rito della colazione può essere dolce o salato, ma per quest’ultima non troverete bacon e uova strapazzate, salumi e formaggi. Per chi ama la colazione tradizionale il posto giusto è uno dei due punti vendita della Pasticceria Cappello (in via Colonna Rotta, 68 e in via Garzilli, 19) dove da tre generazioni l’omonima famiglia è una delle principali interpreti della tradizione dolciaria siciliana. In alternativa, una versione più in-

ternazionale è quella che si può ordinare da Miss Cake Bakery, (in via Principe di Villafranca, 6) con le proposte di deliziosi dolci internazionali come cupcake, muffin e macarons. Per gli amanti delle esperienze forti che sanno di tradizione, invece, si può optare per quelle piccole nicchie di gusto storiche dove addentare un pane e panelle, accompagnato da una gassosa, insieme ai lavoratori della notte che si rifocillano dalle loro fatiche. Il posto giusto in questo caso è l’Antica Friggitoria (via Palmieri,4) a un tiro di schioppo dalla Stazione Centrale. Carichi di energia si può iniziare il tour nei posti caratteristici della città. Scendendo verso il mare, lungo via Lincoln dopo una visita all’Orto Botanico, l’enorme museo all’aperto che stupì anche Goethe, arriva il momento per lo spuntino della mattinata. Irrinunciabile è una sosta presso il vicino Bar Touring per assaggiare la mitica Arancina Bomba, una vera istituzione di Palermo, ideata e tramandata dal maestro pasticcere Antonio Genovese. Per chi invece decide di immergersi nei

Gentile concessione Miss Cake Bakery

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mercati storici di Palermo, irrinuciabile è una visita al Capo, con il suo intricato labirinto stradale che richiama l’impostazione tipica del suk orientale, dove è possibile trovare ogni genere commestibile. La caratteristica presenza dei venditori ambulanti di Street Food, è un invito a provare le tante specialità tipiche come il pani ca meusa (pagnotta con milza), sfincione (pizza condita con salsa di pomodoro, acciughe, cipolla, originano e pezzi di caciocavallo ragusano).

Mercato del Capo ph. Sergio Calleja


Orto Botanico ph. Maria Izzo

stigghiole (interiora di agnello cotti alla brace) e fritturedde (fritture miste di pesce servite nel coppo di carta). Lo spuntino mattutino può essere anche più leggero e rinfrescante, soprattutto a partire dalla Primavera quando di fronte al Teatro Massimo è possibile dissetarsi con la “Grattatella”, una specie di granita artigianale fatta grattando un blocco di ghiaccio che viene miscelata nel bicchiere con uno sciroppo (limone fragola, orzata); una versione rivisitata è la

Stigghiolaro ph. G. Caruso

“Cremolosa” inventata da Nino Matranga che si può assaggiare in uno dei tavoli dello storico chiosco di Via Duca della Verdura, di fronte al Giardino Inglese. Nella centralissima via Ruggero Settimo immancabile è una sosta da “I Cuochini” il ritrovo dei fini buongustai palermitani: in questo locale fondato dai fratelli Allegra nel 1826, è possibile scegliere tra una vasta proposta di rosticceria in formato mignon (panzerotti, pasticcini, timballetti, crocchet-

Sfincione ph. Scott Weiner

te di latte). Il pranzo a Palermo, anche se è una colazione di lavoro, non avrà gli stessi tempi di Milano perché a tavola è difficile rinunciare alle proposte sia dei locali di tendenza che delle osterie della tradizione. Due posti assolutamente da provare sono Pizzo & Pizzo (In via XXII Gennaio, vicino Viale Delle Libertà) per un’esperienza gourmet multisensoriale, rispettosa della stagionalità e della biodiversità. e la trattoria Ai Cascinari (via d’Ossuna, 43/45), nel popolare quartiere alle spalle della Cattedrale, dove i fratelli Riccobono propongono un tuffo nei sapori più autentici della tradizione gastronomica palermitana. Una passeggiata lungo il centro storico è il pretesto per arrivare nell’elegante via Principe di Belmonte, il salotto pedonale più bello della città, e fare una sosta presso l’Antico Caffè Spinnato, primo punto vendita della famiglia aperto nel 1860, per gustare un caffè o un thè accompagnato da una vasta scelta di dolci che spaziano dalla tradizione siciliana ad nuova linea innovativa fatta da 9


13 bootleg Gentile concessione Studio Didea

monoporzioni di torte al pistacchio e panna, pistacchio e ricotta e poi ancora crostate e delizie al limone. A pochi metri di distanza, I Peccattucci di Mamma Andrea (via Principe di Scordia, 67) è invece la bottega del gusto presso cui recarsi per fare un carico di delicatissen made in Sicily (conserve dolci e salate, confetture, frutta martorana, cioccolato e tanto altro). Per smaltire le calorie accumulate sono perfetti quattro passi lungo il tratto pedonale di Via Maqueda, ammirando così le bellezze artistiche del centro stori-

Aperitivo al Vespa Café ph. Peppe Ciulla

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co: I Quattro Canti, piazza Pretoria con la fontana della Vergogna, la chiesa di San Cataldo e quella di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota come la Martorana. Le lancette dell’orologio intanto corrono e battono l’ora dell’aperitivo. Da questo punto di vista, Palermo offre delle opportunità adatte a tutti i gusti. Vespa Café (Via Orologio, 48) a pochi passi dal Teatro Massimo è la meta preferita dalla generazione Y con una proposta fatta da una vasta scelta di birre e aperitivi accompagnati da taglieri con piccole sfiziosità in formato finger food con in sottofondo una selezione musicale curata da vari dj locali. Gli amanti del vino e della bollicine, invece, fanno tappa all’Enoteca Buonivini (via Dante, 8) dove in un’atmosfera più raccolta è possibile scegliere il proprio calice in un’ampia carta che comprende vini e spumanti siciliani, nazionali e internazionali che possono essere abbinati a pregiati salumi, formaggi e altre preparazioni. Per cena, un’esperienza assolutamente da provare è quella del Gagini Social Restaurant (Via dei Cassari, 35) posto sulla via che dal mercato della Vucciria conduce alla Cala, dove anche

in tavoli comuni è possibile conoscersi e assaporare le creazioni dello chef Gioacchino Gaglio fatte dall’accostamento di ingredienti del territorio con materie prime particolari declinate in una cucina moderna. Ai Cucci Bistrostrorante (in piazza Bologni 3/4), invece, si può cenare nel dehor al cospetto di alcuni palazzi di antico fascino scegliendo i piatti della tradizione siciliana rielaborati con un pizzico di innovazione dalla giovane e promettente chef Sarah Bonsangue. L’After dinner è al 13 bootleg (Via Mariano Stabile, 33), per degustare una vasta selezioni di spirtis provenienti da tutto il mondo oppure al Bolazzi (piazzetta Bagnasco, 12) dove si può sorseggiare un drink seguendo uno dei tanti concerti proposti nel palco del locale.


Gentile concessione Miss Cake Bakery

ph. Salvatore Spatafora

ph. Peppe Ciulla

S. Cataldo e S. Maria dell’Ammiraglio ph. G. Caruso

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Palermo food & drink o’ clock!

Panelle e crocchè ph. G. Caruso

From dawn to dusk: the city has a delicious treat for every hour of the day - traditional local dishes, contemporary revisitations of the classics and so much more. Eating in Palermo is an art. Warmth, colours, flavours and folklore create an enduring mix of sensations which can be quite addictive. Food lovers here in Palermo can enjoy its rich, quirky and authentic culinary heritage at any time of day. In such an international and bustling city, tradition meets exciting and fashionable world trends, creating surprising food combinations. Deliciousness at all hours In Palermo, breakfast can be either sweet or savoury. Lovers of a traditional Italian breakfast will love the pastries served by Pasticceria Cappello (in via

Vespa Café ph. Peppe Ciulla

Colonna Rotta 68, and in via Garzilli 19); alternatively, for a delicious local savoury treat why not bite into some fragrant pane e panelle at the Antica Friggitoria (via Palmeri 4), just a stone’s throw from the city’s main railway station. Moving closer to the sea, along via Lincoln, the perfect place for a mid-morning snack is the Bar Touring, where you can

taste the legendary Arancina Bomba. For those who are keen to explore Palermo’s historical markets we suggest a visit to Capo which sells all kinds of food. The abundance of street food vendors everywhere in the city is an open invitation to try all the local specialties such as pani ca meusa (loaf with spleen), sfincione (pizza topped with tomato sauce, anchovies, onion,

Musicista al Bolazzi ph. Michele Dotto

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Sfincione ph. Rino Porrovecchio

oregano and caciocavallo cheese), and fritturedde (mixed fried fish served in a paper cone). During the warmer months, you can stop and refresh yourself in the shadow of the Teatro Massimo and enjoy a “Grattatella”, Sicilian granita made with ice shavings and fruit syrup (lemon, strawberry, orgeat) served in a glass; for a modern take on the classic, try the “Cremolosa”, created by Nino Matranga and sold from a kiosk in via Duca

Stigghiole ph. G. Caruso

13 bootleg Gentile concessione Studio Didea

della Verdura. The very central via Ruggero Settimo is home to “I Cuochini”, beloved by Palermo’s residents, where you can taste a broad range of savoury mignons (panzerotti, pastries, timballetti, croquettes). For lunch, take your pick from the city’s wide selection of trendy eateries and traditional hostarias. We recommend Pizzo & Pizzo (in via XXII Gennaio) and the trattoria Ai Cascinari (via d’Ossuna 43/45). Along the

elegant via Principe di Belmonte, Antico Caffè Spinnato serves excellent coffee or tea and a great selection of sweet treats. Close by, I Peccatucci di Mamma Andrea (via Principe di Scordia 67) is the place to stock up on Sicilian delicatessen. Come Happy Hour, Vespa Café (via Orologio 48) is a popular hangout joint favoured by the local Millennials, while wine lovers can be found at the Enoteca Buonivini (via Dante 8). For dinner, you can savour the creations of chef Gioacchino Gaglio in his Gagini Social Restaurant (via dei Cassari 35), or dine al fresco surrounded by charming old palazzos at the Cucci Bistorante (in Piazza Bologni 3/4) sampling the dishes created by young chef Sarah Bonsangue. For a night-cap, 13 Bootleg (via Mariano Stabile 33) offers a great selection of spirits, but if you fancy a little entertainment have drink at Bolazzi (piazzetta Bagnasco 12) and enjoy some live music in the meantime. 13


Sapori romani Sara Cutillo

Dalla rinomata e famosissima Carbonara, alla meno nota Pajata, dai deliziosi Carciofi alla Giudìa, all’imperdibile Cacio e Pepe, sino ad arrivare ai dolci tipici di Carnevale e San Giuseppe

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ei mesi di febbraio e marzo, Roma aggiunge al suo abitudinario fascino una miriade di colori ed odori, accompagnati dal suono delle risate di grandi e piccini, che contribuiranno a rendere ancor più gioiosa la città. Infatti, proprio durante questi mesi, si festeggerà il Carnevale, la festa dai mille volti, con maschere, coriandoli e gli imperdibili dolci della tradizione. A dominare la scena di questo periodo sono le frappe, ultimamente rivisitate in mille modi dalle più famose pasticcerie, o le tipiche castagnole romane, anche queste legate alla celebrazione 14

carnevalesche. In particolare, si consigliano il Panificio Bonci, in via Trionfale 36, e la Pasticceria Bompiani a Largo Bompiani 8. Le gioie per il palato non sono ancora finite, perché il 19 marzo si festeggia la festa di San Giuseppe, con i buonissimi bignè dedicati al Santo, un altro simbolo della pasticceria capitolina, ricercati e preferiti dagli amanti della crema pasticcera. A due passi da Piazza Navona, la Pasticceria Cinque Lune, in Corso Rinascimento 89, saprà deliziarvi con queste prelibatezze.


Ristorante “La Terrazza”

I MIGLIORI RISTORANTI Non si può dire di aver visitato Roma senza aver provato i piatti della tradizione culinaria, a volte preparati in modo più che fedele, altre volte leggermente rielaborati in modo innovativo per soddisfare anche i palati più esigenti e curiosi. Tra questi, gli imperdibili sono sicuramente i Carciofi alla Giudìa, un classico della tradizione ebraica-romanesca, la Pajata, che può essere preparata in vari modi, o l’inimitabile Coda alla Vaccinara, ed infine, per coloro che gradiscono qualcosa di più semplice ma ugualmente iconico e tradizionale, non si possono non assaggiare i primi piatti più famosi: la pasta alla Gricia, alla Amatriciana, alla Carbonara e la Cacio e Pepe. Ristorante La Terrazza www.dorchestercollection.com/it/rome/hotel-eden/ristoranti-bar/la-terrazza/ Lo chef Fabio Ciervo vi sorprenderà con ingredienti freschi e raffinati, delle prelibatezze per il gusto, in una location unica. Questo ristorante si differenzia per la precisione impeccabile nella scelta di soli ingredienti di pregio. Ristorante Tordomatto www.tordomattoroma.com Usanze culinarie centenarie si uniscono a sapori esotici. Lo chef Adriano Baldassarre punta su una cucina che possa essere al tempo stesso classica ed emozionale, portando nei piatti dei nuovi ingredienti, conosciuti durante i suoi viaggi.

Ristorante All’Oro www.ristorantealloro.it Ristorante che, dopo soli tre anni dall’apertura, ottiene la prima Stella Michelin, rappresenta un sogno realizzato. Un sogno che si trova all’interno di un Boutique Hotel 5 stelle ed offre tre location: ristorante, food cocktail bar e roof top.

Specialità del ristorante “All’Oro” ph. Andrea Di Lorenzo

Specialità del ristorante “Tordomatto”

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Scelti per Voi A seguire, una serie di eventi che si svolgeranno nella città di Roma nei prossimi mesi, selezionati in modo da poter soddisfare ogni gusto, ogni età ed ogni interesse. Dall’enogastronomia arricchita dall’amore per il biologico, alla musica che concilia moderno e classico, da uno spettacolo teatrale che riunisce gli amanti dell’arte classica e dell’arte digitale, gli appassionati di teatro ed architettura, ad una mostra che accarezzerà ogni senso per riuscire a tirar fuori le emozioni più intense, pure e primordiali. Eventi sicuramente da non perdere per rendere ancor più indimenticabile ed unica la permanenza nella città eterna.

sizioni rappresentano il punto d’incontro tra melodie classiche e pop moderno.

FINO AL 31 MARZO

Giudizio Universale. Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel Auditorium della Conciliazione Un viaggio grazie al quale si potranno scoprire e conoscere meglio le meraviglie della Cappella Sistina, spettacolo realizzato con la consulenza scientifica dei Musei Vaticani. Un’esperienza estetica, culturale, emotiva e spirituale da non perdere. Le diverse forme artistiche si uniranno per offrire uno spettacolo imperdibile.

23 E 24 FEBBRAIO

Vinnatur Roma Area Eventi Officine Farneto I produttori di VinNatur, associazione produttori naturali, torneranno a Roma pronti a far assaggiare i propri prodotti. Novanta produttori provenienti da 15 regioni italiane, nonché da Francia e Slovenia permetteranno ai visitatori di assaggiare e conoscere oltre 400 vini prodotti con metodi che prevedono il minor numero possibile di interventi in vigna ed in cantina e che escludono l’utilizzo di additivi chimici e di qualsiasi altra manipolazione o modifica da parte dell’uomo.

17 E 18 MARZO

Ludovico Einaudi in concerto Auditorium Parco della Musica Torna all’Auditorium il musicista Ludovico Einaudi, grande sperimentatore che incrocia jazz, nuove avanguardie musicali e suoni classici. Le sue compo16

FINO AL 5 MAGGIO

Dream. L’arte incontra i sogni Chiostro del Bramante I sogni rappresentati attraverso opere contemporanee e spiegati dalle voci di alcuni tra i più celebri doppiatori ed attori italiani del momento attraverso un’audioguida che accompagnerà e guiderà lo spettatore durante tutta la mostra. Un viaggio emozionale alla riscoperta della propria essenza.


The dishes of the Roman culinary tradition From the renowned and famous Carbonara to the less known Pajata, from the not-to-be-missed Cacio e Pepe up to the traditional sweets of Carnival and San Giuseppe. The Roman culinary tradition boasts great international renown starting from the famous, and often imitated, pasta alla Carbonara made with spaghetti or rigatoni, and with popular strong-flavored ingredients such as eggs, pepper, pecorino cheese and bacon. Another dish that has its roots in the tradition is the Carciofo alla Giudìa whose secret of its preparation lies in frying the artichoke. There are then other not-to-be-missed dishes, such as Pajata, pasta all’amatriciana, pasta Cacio e Pepe, pasta alla Gricia and Coda alla

Specialità del ristorante “All’Oro” ph. Andrea Di Lorenzo

Vaccinara. To try the best interpretations of these dishes, both in a reworked key and in full respect of the traditional recipe, it is compulsory to stop in some star restaurants of the capital such as “La Terrazza”, “Tordomatto”, “All’Oro”. However, Rome’s culinary tradition is not just made of first and second courses but also boasts some particular sweets. Among these, with the arrival of the Carnival festivities, we cannot fail to mention the Roman frappe and castagnole: the former are crunchy and light, with a delicate flavor, and the latter are little fired dough balls covered with granulated sugar. The symbol of the feast of San Giuseppe is instead the Bignè di San Giuseppe, much-loved fried pastry filled with custard cream. Among the best pastry shops where you can try these sweets, there are “Pasticceria Bompiani”, “Panificio Bonci”, and “Pasticceria Cinque Lune”.

Ristorante “All’Oro”

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Napoli, la città dell’amore Alessia Giannino

San Valentino e il Carnevale sono le due imminenti occasioni per scoprire il fascino e la bellezza della Capitale del Regno delle Due Sicilie e la fantasia del suo popolo.

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apoli è una delle città italiane più vive, ricca di storia e cultura, che trasuda da ogni angolo della città, da ogni singola pietra. Non è necessario fermarsi in un posto in particolare per trovare la bellezza. È dappertutto: nel centro storico, nel rione Sanità, sul lungomare, per via Toledo, a Piazza del Plebiscito, a San Martino, a Bagnoli, a Posillipo e ovunque ti trovi. Non è solo il mare, ma sono i palazzi nobiliari, i castelli, i vicoli con i caratteristici panni stesi, i murales ai Quartieri Spagnoli, le statue, i musei. La bellezza di Napoli sta nel profumo di una pizza appena sfornata o nel ragù fumante preparato la domenica. Sta nella sfogliatella calda e nel babà, ma anche nelle canzoni di Pino Daniele, nelle poesie di Ferdinando Russo, nelle opere di Giuseppe Sanmartino. Non si può fare tappa a Napoli senza innamorarsene perdutamente. Ogni anno tantissimi turisti decidono di trascorre18

re le proprie vacanze in quella che era la capitale del Regno delle Due Sicilie. Impossibile non essere trasportati dall’energia del suo popolo e dalle mille attività e visite guidate che ogni giorno interessano la città partenopea. Per i viaggiatori, Napoli è spesso l’apoteosi. Perfetta sia per chi ha voglia di trascorrere qualche giorno di vero relax, che per chi preferisce immergersi, a tutto tondo, nella frenesia di una città dove il popolo esprime cultura e tradizione. Per chi ha voglia di qualche giorno di intiniutà con il proprio partner quale miglior occasione se non San Valentino? Chi invece ha voglia di divertirsi non deve lasciarsi sfuggire il Carnevale napoletano. San Valentino è una festa molto sentita a Napoli, così come nel resto d’Italia. Talvolta considerata una festa commerciale, ma comunque molto amata soprattutto dai ragazzi. In città le strade si colorano di rosso, con luminarie a forma di cuore e con sera-


te dedicate agli innamorati. Le coppie solitamente decidono di trascorrere il San Valentino all’insegna dell’amore e del buon cibo e quindi, spesso scelgono un ristorante che regali una serata indimenticabile tra petali di rose, cioccolato e palloncini. Sul lungomare e non solo, la maggior parte dei ristoranti organizzano serate a tema, proponendo menù ideati ad hoc per la ricorrenza. C’è chi invece desidera trascorrere una giornata diversa dal solito e opta per centri benessere e SPA con camera e cena incluse. Qualunque sia il programma, la cornice del golfo di Napoli, regala anche ai meno romantici, emozioni senza eguali. Per quanto riguarda il Carnevale, invece, le tradizioni napoletane sono molteplici e talvolta molto antiche. Il re Carlo di Borbone, nel diciottesimo secolo, organizzava grandi festeggiamenti in tutta la città, facendo costruire le cosiddette cuccagne, strutture in legno ricoperte di cibo che veniva donato al popolo. Anche i nobili amavano il carnevale e per l’occasione organizzavano feste in maschera nei più bei palazzi di Napoli. Ancora oggi, non è solo la festa dei bambini, che si divertono a fare scherzi, ma anche quella degli adulti, tanto che vengono organizzate tantissime serate durante il Carnevale. Locali, ristoranti e discoteche si vestono a festa e allestiscono le proprie sale in modo divertente e giocoso. Negli ultimi anni, inoltre, in un favoloso palazzo nobiliare della Riviera di Chiaia viene organizzato il “Carnevale Settecentesco Napoletano”, un evento in maschera che rievoca il meraviglioso periodo storico vissuto dalla

città. Ovviamente come ogni festa che si rispetti, non possono mancare i dolci tipici. Le chiacchiere sono famose in tutta Italia, anche se vengono chiamate con nomi differenti a seconda della regione. Sono sottili strisce di pasta fritta ricoperte da zucchero a velo e servite con il sanguinaccio. Quest’ultimo è una crema di cioccolato, che anticamente veniva preparata con il sangue di maiale. Tradizione, che oggi non viene più rispettata, in quanto si preferisce utilizzare solo il cioccolato. Per chi ama divertirsi e desidera staccare la spina per qualche giorno, il Carnevale a Napoli è davvero l’occasione giusta!

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Naples, the most lively city Valentine’s Day and Carnival are the two upcoming opportunities to discover the charm, the beauty of the Capital of the Kingdom of the Two Sicilies, and its people’s imagination. Naples is one of Italy’s most lively cities, rich in history and culture that exude from every corner of the city, from every single stone. Beauty is everywhere in Naples: in its neighborhoods, its people, its alleys, Pino Daniele’s songs, and Giuseppe Sanmartino’s sculptures. You cannot stop in Naples without falling madly in love with it. Every year many tourists decide to spend their own holidays in what was the capital of the Kingdom of the Two Sicilies, the city of a thousand colors. For those who would like to have a few days of relaxation with their own partner, what better time than Valentine’s Day? Those looking for fun, instead, should not miss Neapolitan carnival. On Valentine’s Day, the city of Naples becomes red with heart-shaped lights and nights dedicated 20

to lovers. The restaurants organize theme evenings, offering menus designed specifically for the evening. Those who want to spend a relaxing day, instead, may opt for wellness centres and spas with room plus dinner included. In regards to Carnival, Neapolitan traditions are many, and sometimes very ancient. Nowadays clubs, restaurants and discos organize nights full of fun and games. Of course, you will also find the typical sweets, such as chiacchiere and sanguinaccio. The latter is a cream of chocolate which was originally prepared with pig’s blood. For those who love having fun and want to take a break for a few days, Carnival in Naples is really the right opportunity!


Trapani e il suo mare: tra torri e tonnare all’insegna del buon gusto Giada Lo Porto

Ecco tutto quello che c’è da sapere per un itinerario tra natura e sapori alla scoperta di alcuni luoghi suggestivi della costa nord occidentale della Sicilia

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on solo baie da sogno e acqua cristallina. La costa della provincia di Trapani è disseminata di Fari, Torri e Tonnare. Quindi armatevi di curiosità e godetevi il vostro viaggio alla scoperta di questi suggestivi luoghi della memoria, il tutto condito dai piatti speciali della cucina siciliana e dal buon vino. Partiamo da San Vito lo Capo e dal suo Faro, uno dei simboli del luogo, assieme al Santuario e alla spiaggia. Una passeggiata di notte regala emozioni fortissime, ed è bellissimo seguire il fascio di luce bianca che dal Faro si staglia sul mare. E poi le tre torri lungo la fascia costiera: Scieri, Mpisu e Isulidda, da cui si avvistava la presenza dei pirati. La natura e il mare, non v’è dubbio, sono protagonisti in questi luoghi e in aree come la Riserva naturale del Monte Cofano e la Riserva dello Zingaro, sono presenti anche sentieri per praticare trekking. Mai ripartire da San Vito Lo Capo senza aver gustato un buon piatto di cous cous trapanese sarebbe davvero un peccato: le influenze arabe si accompagnano per-

fettamente al delizioso pesce da zuppa pescato nel mare siciliano, da mangiare in un ristorantino tipico, magari in riva al mare, o durante il Cous Cous Fest che si svolge ogni anno a settembre. Partendo da San Vito Lo Capo, in meno di venti minuti, si arriva a Bonagia, piccolo borgo di pescatori disteso su un porticciolo che al tramonto si tinge di rosso. Qui si trova, proprio sul mare, una delle più antiche Tonnare dell’isola. Ad appena un’ora di auto da Palermo, invece, potrete trovare un piccolo lembo di terra frastagliato dove si aprono numerose calette. Qui si trova Scopello, un baglio settecentesco, circondato da poche case. I faraglioni che svettano fieri sul mare, le due torri che dall’alto vegliano sul baglio e poi la Tonnara scelta come set cinematografico: compare in “Ocean’s Twelve” con protagonisti della scena Brad Pitt e Catherine Zeta-Jones. Tappa obbligata è la storica tonnara di Favignana, riaperta grazie ai Castiglione, imprenditori trapanesi del tonno: tra i prodotti di punta la linea storica Auriga, 21


Tonnara Florio - Favignana

ma anche la San Cusumano, che prende il nome della contrada dove sorge la tonnara di famiglia, e alcune specialità come la bottarga di tonno rosso del Mediterraneo e l’antipasto di tonnara, composto da uova di tonno, lattume e salame di tonno immersi in olio di oliva. Chi da Trapani si dirige verso Marsala, noterà una moltitudine di bianchissimi cumuli di sale che si alternano ad una scacchiera di regolari specchi d’acqua: è il paesaggio, unico, delle Saline. Qui si assiste a uno dei tramonti più belli del mondo. Quando la luce colpisce le vasche, il bianco del sale e il celeste del mare si tingono di rosso, arancione e giallo. Una volta arrivati, il consiglio è di visitare il mulino d’Inferse, dove curiosi e buongustai po-

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ph. G. Caruso

tranno approfittare della degustazione del sale, in abbinamento a pane fresco, olio d’oliva, pomodoro ciliegino e frutta di stagione. Poi, via, di corsa, verso Mozia, piccola isola museo nello Stagnone di Marsala. Dopo una visita al Museo Whitaker, si può mangiare da Mamma Caura, una piccola pensione con un bar, che nell’ora di pranzo dispensa pane cunzatu appena sfornato, condito con olio, pepe, fette di pomodoro e alici, accompagnato da un calice di Grillo Mozia di Tasca d’Almerita: fresco e con un piacevole finale salino. E, per chiudere in bellezza, andate a Mazara del Vallo. Il Porto Canale è il cuore pulsante della città, brulicante fin dal primo mattino, quando le barche rientrano della pesca in alto mare. Da lì, una capatina, alla riserva naturale del Lago Preola e Gorghi Tondi: è qui che nasce il Grillo, uno dei vini diventato simbolo dell’isola. A produrlo da sempre è la cantina Gorghi Tondi che oggi è gestita da due sorelle, Annamaria e Clara Sala. Dulcis in fundo, prima di ripartire, bisogna gustare il gambero rosso di Mazara: color corallo e dolce come il miele. Se è fresco, quindi quasi sempre, va mangiato per intero, succhiando la testa.


Bar-ristorante “Mamma Caura” ph. Bert Kaufmann

Trapani and its sea between towers and tuna traps in pursuit of good taste Here is everything you need to know about a route between nature and flavors to the discovery of some suggestive places of the northwest coast of Sicily.. The coast of the province of Trapani is full of lighthouses, towers and tuna traps. We start

from San Vito lo Capo and its lighthouse. And then the three towers along the coastal area: Scieri, Mpisu, and Isulidda. In the Monte Cofano and Zingaro nature reserves, there are trails for trekking. But before going away, enjoy some couscous. Leaving from San Vito, in twenty minutes, you get to Bonagia, home to one of the island’s oldest tuna traps. Even Scopello has a tuna trap chosen as a film set: it appears in “Ocean’s Twelve”

with Brad Pitt and Catherine Zeta-Jones. A necessary step is historic Tonnara di Favignana, reopened thanks to Trapani’s tuna entrepreneurs Castiglione. From Trapani to Marsala, there is a multitude of very white heaps of salt: it is the unique landscape of the salt pans. Once you arrive, visit the mill of Infersa and benefit from the tasting of salt with seasonal fruit. And then a trip to Mozia, a small museum island in the Stagnone di Marsala. After visiting Museo Whitaker, at the Mamma Caura restaurant you can eat the freshly baked pane cunzatu seasoned with oil, pepper, tomato slices and anchovies, and accompanied by a glass of Tasca d’Almerita Grillo Mozia. And to finish in style, go to Mazara del Vallo and the Preola Lake and Gorghi Tondi nature reserve: this is where the Grillo wine comes from and is produced by the Gorghi Tondi winery. Before leaving, taste Mazara’s red prawn, coral-colored and as sweet as honey.

Pane cunzatu ph. Daniele Pugliesi

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Sanlorenzo Mercato A Palermo il tempio del buon cibo siciliano Salvatore Spatafora

Oltre 7 mila prodotti e pietanze a “chilometro vero” da 400 produttori diretti. Festeggia due anni di attività il Sanlorenzo, l’antica agrumaria oggi riconvertita in primo mercato metropolitano di Palermo

È

stata una delle scommesse imprenditoriali più riuscite dell’ultimo decennio. Nessuno avrebbe mai creduto che a Palermo, la città per antonomasia dei mercati storici (Capo, Ballarò e Vucciria), potesse mai nascere un mercato metropolitano sullo stile delle grandi capitali europee e città italiane. E invece sono trascorsi 24

già due anni da quando l’antica agrumaria San Lorenzo, un capannone degli anni ‘40 in disuso nell’omonimo quartiere di Palermo, è tornata in vita grazie a un sapiente restauro che ha conservato la struttura originale con inserti di design moderno e una particolare attenzione ai materiali di riuso. Sanlorenzo è un merca-

to metropolitano con 10 botteghe, oltre 7 mila referenze da 400 fornitori diretti, scelti in tutto il territorio siciliano, secondo una logica di filiera corta e sostenibilità; ma anche una grande tempio del gusto dove fare la spesa o mangiare sul posto pietanze cucinate espresse dalle botteghe, secondo ricette della tradizione locale. Un sogno,


quello di Sanlorenzo Mercato, fortemente voluto dai suoi fondatori, l’imprenditore Dario Mirri e l’architetto Chiara Mazzarella. Ci sono voluti ben tre anni di studi e progetti prima di vedere la luce. E oggi è considerato, a buon diritto, una tappa imperdibile per i foodlover in visita a Palermo. Il mercato raccoglie, infatti, in modo rappresentativo, alcune tra le più interessanti realtà enogastronomiche di Sicilia: i presìdi Slow Food e tutti gli altri prodot-

ti che caratterizzano la straordinaria biodiversità dell’isola. La regione, con i suoi 28 prodotti, tra DOP e IGP, e i 45 presìdi, vanta il primato italiano e gioca un ruolo leader in tutto il Mediterraneo. Le botteghe sono il cuore pulsante del mercato: Caffè (Pasticceria-Gelateria-Torrefazione), Forno, Pastificio, Frutta e Verdura, “Carnezzeria”, Pescheria, Vineria, Salumeria, Friggitoria, Osteria-Pizzeria. Ognuna di queste racconta i prodotti con storie

e curiosità sulla filiera produttiva, la stagionalità, i benefici legati alconsumo e le proprietà nutritive, che possono essere acquistati freschi, da portare a casa, oppure consumati in loco grazie ai menù del giorno ideati dalle singole botteghe. Con un’offerta gastronomica siciliana a 360°, nel giro di pochi passi, si può quindi passare dalla frittura di pesce ai centrifugati di verdura e frutta fresca, dallo sfincione alla mortadella d’asina e perfino al tè e la frutta esotica 25


coltivati in Sicilia. In questi due anni di vita, Sanlorenzo Mercato si è consacrato anche come vero e proprio hub culturale capace di ospitare showcooking, degustazioni, corsi e lezioni di cucina con chef ed enologi, ma anche concerti, ci-

nema, reading e spettacoli per grandi e piccini. Oltre alla filiera corta e all’attenzione alla stagionalità, che favoriscono il rispetto dei cicli di produzione e il lavoro dei produttori, il riciclo e la sostenibilità rimangono dei capi saldi. Al Sanlorenzo le confezioni

vengono limitate grazie ai prodotti sfusi e all’utilizzo di formati originali, mentre il cibo in eccesso viene donato alle associazioni di volontariato del quartiere, in favore dei più bisognosi, mantenendo così un forte legame con la propria città.

SANLORENZO MERCATO PALERMO’S TEMPLE TO GREAT SICILIAN FOOD

given a new lease of life. Sanlorenzo Mercato is a metropolitan market featuring 10 food stalls, over 7 thousand food products supplied by 400 manufacturers selected from all over the island with a focus on sustainability and a farmto-table approach. A gourmet temple, the perfect place to shop or take a seat and sample the many local specialties prepared on the premises. An unmissable stop for any food lover travelling through the city, offering Sicily’s most interesting culinary developments, Slow Food presidiums and protected Italian denominations such as DOP e IGP products. Vendors are the beating heart

of this market: a café (which also sells patisserie, ice-cream and roasted coffee beans), a bakery, a pasta-maker, a produce area, a butcher, a fishmonger, a wineshop, a delicatessen, a pizza place and a street food-style stall specialised in traditional fried specialties. Everything can be bought to take home or enjoyed right there on the spot, choosing from each vendor’s enticing day’s menu.

Over 7 thousand food specialties from 400 manufacturers. The first two years of Sanlorenzo, an old juice processing plant now home to Palermo’s first metropolitan market It is one of the most successful entrepreneurial ventures of the last decade. Few would have believed that Palermo, a city known for its traditional open markets, could become home to a metropolitan market in the style of Europe’s high-end foodcourts. And yet, two years have passed since San Lorenzo’s old citrus-juice processing plant was 26

SANLORENZO MERCATO Via San Lorenzo, 288 90146 Palermo +39 091 672 0288 www.sanlorenzomercato.it


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Risirante Quattro Mani

I ristoranti della Sicilia Occidentale Antonio Forestieri

Guida pratica su come scoprire e dove gustare i più succulenti piatti della tradizione: ecco la mappa delle migliori cucine della metà ovest dell’isola

I

sola, regione, continente. La Sicilia ha tante incarnazioni quanti sono i motivi per i quali vale la pena visitarla. Ogni sfumatura dell’Italia e del Mediterraneo si accende, in questa terra del mito, della sua peculiare scintilla: dal mare alle montagne, dall’ar28

chitettura al paesaggio, dall’arte al cibo. Sotto quest’ultimo aspetto, è sufficiente un breve giro tra le sue principali città e i paesi per percepire come, questa regione, sprigioni quella che può essere considerata la summa della filosofia alimentare

mediterranea, impressionando, dalle fritture della cucina povera ai dolci con crema di ricotta, per l’ampiezza della propria varietà. Nella parte occidentale, si apre a ventaglio una mappa del gusto che va da Cefalù ad Agrigento passando per Marsala, ogni tappa


Piatto dello chef Sonny Saggio

uno scrigno di emozioni multisensoriali che attende solo di essere aperto. La prima è proprio Cefalù che, col suo Duomo, fa parte del Percorso Arabo-Normanno protetto dall’Unesco. A pochi metri proprio dal Duomo troviamo la Locanda del Marinaio, dove il giovane chef Sonny Saggio non teme di rivisitare la tradizione del territorio con intelligenza, abbinando alla freschezza e genuinità del pesce locale una visione creativa sottoforma di piatti immersivi ed esperienziali, come il risotto al nero di seppia con colturali di mozzarella di bufala campana aromatizzata al lime. Spostandoci, invece, nel centro storico del capoluogo Palermo, in un’ala del tardo-barocco Palazzo Sambuca, scopriamo il ristorante Quattro Mani, portatore di un’idea di cucina familiare e confortevole esaltata attraverso la fine abilità ai fornelli. Sono questi i valori a cui si sono consacrati Alberto Lo Giudice e Chiara Marino, chef e proprietari, marito e moglie: le quattro mani, appunto. Qui, è possibile gustare i migliori

Alberto Lo Giudice e Chiara Marino

piatti della cultura del cibo mediterranea preparati con materie prime reperite sul territorio, tra i quali spicca un cous-cous di pesce fresco semplicemente pregevole. E, a proposito di buona tavola, tradizione e barocco, merita una visita la vicina Bagheria, “città delle ville”, dove la Trattoria Don Ciccio, vero e proprio avamposto delle cucina tipica palermitana da più di settant’anni, incanta per la calorosa accoglienza e per l’infusione di pura bontà trasmessa da

pietanze semplici come gli involtini di carne, la pasta alla carrettiera e il calamaro ripieno. Proseguendo verso Terrasini, tra i borghi marinari preferiti dai palermitani, ecco aprirsi la terrazza del ristorante Primafila, dove lo chef Dionisio Munacò guida i propri ospiti lungo un percorso gourmet frutto della ricerca di una sintesi tra usi della cucina locale e tradizioni lontane, come dimostrano i suoi gamberoni all’indiana. Più a ovest, nel paese che dà nome

La Locanda del Marinaio

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Chef Sonny Saggio

Ristorante La Bottega del Carmine

al golfo di Castellammare, ecco ancora un’altra cucina capace di trasformare i propri piatti in un delicato mix di eleganza e bontà. Si tratta di Egesta Mare, ristorante che lavora il pesce con grande cura e altrettanta passione. Continuando a seguire questo sublime fil rouge, arriviamo a Marsala. In una strada calma e silenziosa poco distante dal Parco archeologico, La Bottega del Carmine rappresenta un riuscito

laboratorio a tema Sicilia e nouvelle cuisine diretto dallo chef Francesco Impicciché, che dosa con equilibrio abilità tecnica, cultura del territorio e freschezza dei prodotti. Un piatto consigliato? Gli spaghetti alla bottarga, limone e mosaico di tonno. Le ultime tappe di questo tour del gusto siciliano terminano sempre più a sud, a Sciacca e Agrigento. La prima, cittadina marinara e termale, è celebre per il suo car-

Ristorante Locanda del Marinaio

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nevale e per le ceramiche, rappresentando una delle scelte più adatte per un weekend di puro relax. Ma ritemprare le energie significa anche condividere il buon cibo: come non suggerire, allora, la trattoria La Buona Forchetta, il cui menù (che va dai salumi alla carne, passando per degli appetitosi piatti a base di pesce fresco) è la migliore espressione possibile del mangiare bene e genuinamente al giusto prezzo. Agrigento, infine, non ha certo bisogno di presentazioni. La città della Valle dei Templi e di Pirandello rappresenta un passaggio obbligato per coloro voglione scoprire la Sicilia più autentica, tanto nel territorio e nella sua storia quanto a tavola. Così, per comprendere nell’intimo questa grande isola e i suoi volti contraddittori, bisogna consegnare al viaggiatore almeno due possibilità: quella del mare e del pesce de Il Pescatore, a San Leone, e quella dell’entroterra e delle carni succulente de La Lanterna, nell’atmosfera rustica e tranquilla del paesino di Milena.


Chef Dioniso Munacò

Ristorante Primafila

Chef Francesco Impiccichè

Ristorante Quattro Mani

photos: G. Caruso

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Piatto dello chef Sonny Saggio

Ristorante Quattro Mani

Ristorante Primafila

Piatto dello chef Francesco Impiccichè photos: G. Caruso

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Dining in Western Sicily Discover and enjoy the most exciting dishes of the island’s traditional cuisine: here is a map of western Sicily’s best eateries Western Sicily is a culinary landscape that spans from Cefalù to Agrigento and Marsala, each stop a veritable treasure-chest of sensory delights. Beginning with Cefalù, not far from its Cathedral which has recently become

inventive and refined cooking processes. These are the values shared by husband and wife Alberto Lo Giudice e Chiara Marino, whose “four hands” (hence the name) prepare the best dishes of the Mediterranean tradition using the finest locally sourced ingredients – among them, a truly unmissable fish couscous. The nearby town of Bagheria with its many villas is home to Don Ciccio’s trattoria, which offers a welcoming atmosphere and a menu full of

east, at the centre of the gulf of Castellammare we find Egesta Mare, another establishment known for its elegant and exquisitely executed fish dishes. In a quiet street in Marsala, not far from the Archaeological Park, La Bottega del Carmine successfully combines the complexity of Sicilian flavours and the principles of Nouvelle Cuisine, skills, local culture and the freshest ingredients. We particularly recommend the spaghetti served with bottarga,

Ristorante La Bottega del Carmine

part of Unesco’s Arab-Norman itinerary we find Locanda del Marinaio, where young chef Sonny Saggio reinterprets local tradition with intelligence and creativity, serving up perfectly balanced dishes such as his risotto nero with cuttlefish ink and a lime infused buffalo mozzarella emulsion. Moving to Palermo’s city centre, within the late-Baroque architecture of Palazzo Sambuca, we find Quattro Mani, a restaurant dedicated to elevating humble traditional recipes through

the comforting, authentic dishes of Palermo’s tradition: meat Involtini, pasta alla carrettiera and stuffed calamari. Our tour continues in Terrasini, a popular summer destination favoured by Palermo’s residents. Chef Dionisio Munacò is here all year round in his restaurant Primafila to treat his guests to a sophisticated gourmet journey that brings together local recipes and exotic influences, such as his outstanding Indian-style king prawns. Moving further

lemon and a tuna mosaic. In Sciacca, look no further than La Buona Forchetta and its accessible, genuine and creative menu. Lastly, we arrive in the area of Agrigento and the valley of the temples. The restaurants we suggest are two possible paths across this land of myth as embodied by its two key elements: the sea of Il Pescatore, in San Leone, and the land of La Lanterna, in the rustic and peaceful atmosphere of the village of Milena. 33


La Braciera, quando la pizza è arte Avamposto della pizzeria gourmet, i fratelli Cottone e Daniele Vaccarella hanno cambiato per sempre il modo di intendere la pizza a Palermo, recuperando per primi i grani antichi e rivoluzionando il metodo di lievitazione

Una pizza a regola d’arte. È questa la filosofia de La Braciera, che nei vent’anni a guida dei fratelli Cottone ha diffuso a Palermo un modo nuovo di proporre il piatto italiano per eccellenza. Un percorso di ricerca intrapreso insieme al Maestro Pizzaiolo Daniele Vaccarella e riconosciuto anche dai più prestigiosi palcoscenici nazionali, come testimoniano i Tre Spicchi assegnati anche in questo 2018 dal Gambero Rosso. Due sedi, un solo Chef pizzaiolo: la prima, in via San Lorenzo, è quella dove nel ‘97 i fratelli e Vaccarella hanno cominciato a mettere in pratica le proprie scelte innovative; la seconda, figlia del successo crescente, è stata inaugurata negli ultimi anni nella splendida sede della settecentesca Villa Lampedusa, autentico agriturismo dentro la città che mette a disposizione dei clienti anche un kid’s corner e, nella stagione estiva, un raffinato lounge bar all’aperto. Entrambe, sono anche ristoranti. Un’affermazione di critica e pubblico che parte dal recupero dei grani antichi siciliani, proposti per la prima volta nella creazione di impasti e blend originali, a cui si aggiunge un’altra svolta storica: la lievitazione naturale dell’impasto. Una sperimentazione quotidiana frutto di un team corale e affiatato sempre a stretto contatto coi clienti, i quali, infatti, possono scegliere sul menù l’impasto preferito e abbinarvi materie prime d’eccellenza selezionate tra i migliori produttori artigianali diffusi su tutto il territorio nazionale. La Braciera, come si suol dire, ha fatto scuola. Ed è proprio questa la ragione che ha portato alla nascita di corsi esperienziali specializzati per aspiranti pizzaioli o cultori della pizza, offerta estesa anche ai turisti stranieri.


La Braciera, when pizza is art Outpost of the gourmet pizzeria, the Cottone brothers and Daniele Vaccarella have changed forever the way to understand pizza in Palermo, being the first to recover the ancient grains and revolutionising the leavening method

A pizza to perfection. This is the philosophy of La Braciera, a path of research and innovation over 20 years and also recognised by the most prestigious national stages, as evidenced by “Three Spicchi “, assigned also in this 2018 by Gambero Rosso. The credit goes to the Cottone brothers and the master pizza chef Daniele Vaccarella, who have recovered the richness of ancient Sicilian grains, being the first to propose them in the creation of the dough which, in turn, has been the protagonist of another historical turning point: the natural leavening. A team work which has always been done in close contact with customers, who, in fact, can choose their favourite dough on the menu and combine excellent raw materials, selected from the best artisan producers spread throughout the national territory. A pizzeria that is also a real school: unmissable, the experiential courses for aspiring pizza chefs or pizza lovers, an offer also extended to foreign tourists.

La Braciera Via San Lorenzo, 6/B - Palermo Via dei Quartieri, 104 - Palermo +39 091 6885444 +39 366 339.3998 info@labraciera.it www.labraciera.it


Ricettario “Viaggio in Sicilia” Salvatore Spatafora

Un viaggio in Sicilia alla scoperta dei sapori e dei profumi dell’isola attraverso le ricette gourmet di sei chef di talento. Tutte da provare!

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artiamo da un ristorante icona di Palermo: ha appena festeggiato 50 anni il Charleston, ospitato all’interno di una magnifica villa liberty sulla spiaggia di Mondello. L’executive chef Santino Corso ci propone un Raviolo, guanciale, topinambur e gambero rosso. Prima di spostarci sul versante orientale, facciamo uno stop a Porticello, il borgo marinaro famoso per il pesce più buono di tutta la costa palermitana, come quello preparato dallo chef Maurizio Balistreri del ristorante Al Faro Verde. Provate la Palamita in crosta di pepe nero del sarawak, composta di cipolla e cialda croccante di farina di tumminia, non ve ne pentirete. Adesso cambiamo versante: Catania e la costa Ionica. La ricetta dello chef Saverio Piazza del ristorante Il Timo, all’interno dell’hotel Sheraton di Catania, è il Filetto di maiale nero scottato alle erbe con salsa al mandarino, servito con un budino di zucca gialla con mandorle tostate. Una vera esplosione di gusto! Lasciamo la città di Cata-

nia per fare rotta sull’Etna. Destinazione il Villa Neri Resort&Spa di Linguaglossa, mix tra charme e comfort è la base ideale per andare alla scoperta dei meravigliosi borghi etnei. In cucina un giovane e talentuoso Elia Russo. Delizioso il suo Capocollo di maialino nero dei Nebrodi, cotto a bassa temperatura con semi di finocchio riccio Etneo, spuma di patate arrosto e foglie di cicoria saltate all’aglio. Dalla montagna al mare. Prossima tappa del nostro viaggio è Taormina, meta cult del turismo internazionale. Qui Pietro D’Agostino, patron del ristorante La Capinera, ci conquista con il Mezzo pacchero con ricotta, melanzane e caviale di Lumaca Madonita. Chiusura in dolcezza con la mousse di ricotta con crema di cachi e cioccolato, creazione di Simone Masuzzo, il giovane chef pasticcere giramondo di Palazzolo Acreide, un gioiello barocco della Sicilia sud orientale tanto bello da essere stato riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.


1. Chef: Santino Corso Raviolo, guanciale, topinambur e gambero rosso Ingredienti Per la pasta 200gr farina 00 2 uova Sale Un filo di olio Per la farcia 50gr guanciale 100gr patate schiacciate 30gr di cipolla Olio extra vergine d’oliva Sale e pepe Maggiorana e timo Per la salsa 100gr di topinambur 30gr di cipolla Olio extra vergine d’oliva Sale e pepe Brodo qb

Per la salsa Fare un fondo di cipolla, aggiungere il topinambur precedentemente lavato e mondato e fare rosolare. Aggiungere il brodo e cuocere per 20 minuti. Una volta cotto, frullare il tutto e regolare di sale e pepe. Prendere i gamberoni sgusciati e tagliare la tartare, condire con olio sale. Stendere la pasta precedentemente creata, con uno spessore di un millimetro, ponendo all’interno il ripieno di patate e guanciale, chiudere con l’altro strato di pasta e dare la forma di un raviolone grande. Cuocere la pasta per 2 minuti in acqua bollente. Una volta cotto il Raviolo, passare all’impiattamento. Ristorante Charleston Viale Regina Elena, 37/39 Mondello - Palermo +39 091 450171 www.ristorantecharleston.com

Per completare Tartare di un gambero rosso e guanciale croccante Procedimento Impastare nella planetaria tutti gli ingredienti e aggiungere l’olio a filo. Una volta pronto l’impasto, fare riposare in frigo. Per il ripieno Fare un fondo di cipolla e olio extravergine d’oliva. Aggiungere il guanciale e rosolare. Una volta pronto, aggiungere la patata, timo e maggiorana. Regolare di sale e pepe.

Piatto dello chef Santino Corso


2. Chef: Maurizio Balistreri Palamita in crosta di pepe nero del sarawak, composta di cipolla e cialda croccante di farina di tumminia Ingredienti (per 4 persone) 4 filetti di palamita 4 da 200 gr 20gr pepe nero del sarawak Olio extra vergine di oliva Fior di sale Riduzione di aceto balsamico Pomodorini secchi 300 gr composta di cipolle

Ristorante Al Faro Verde Largo San Nicolicchia, 14 Porticello – Santa Flavia (PA) +39 091 957977 www.alfaroverde.it

Piatto dello chef Maurizio Balistreri

Guarnizioni Cialda croccante di farina di tumminia 300gr confettura di cipolla Procedimento Ricavare dei filetti dalla palamita, passarli nel pepe di sarawak tritato e in una padella antiaderente. Cuocerli solo all’esterno lasciando il pesce crudo all’interno. Composta di cipolle Tagliare le cipolle sottilmente e metterle in un tegame con lo zucchero e la cannella. Far cuocere a fuoco lento fino a quando prenderà la consistenza di una marmellata. Finitura e presentazione Mettere la riduzione di aceto balsamico sul piatto, adagiare il filetto di palamita tagliato in tre parti uguali, accostarvi la composta di cipolle. Guarnire con la cialda croccante di farina di tumminia, le erbe aromatiche e i pomodorini secchi.

3. Chef: Saverio Piazza Filetto di maiale nero scottato alle erbe con salsa al mandarino, servito con un budino di zucca gialla con mandorle tostate. Ingredienti (per 4 persone) 800gr filetto di maiale (tenuto in frigo tutta la notte con le erbe aromatiche e coperto con la pellicola trasparente) 50gr erbe aromatiche miste tritate al coltello (rosmarino, timo al limone, maggiorana, erba cipollina, ginepro) 30gr olio extra vergine di oliva Sale e pepe


Per la salsa al mandarino 1\2 Cipolla bianca 3 mandarini Sbucciate i mandarini (lavare e passare per 5 minuti in acqua bollente la buccia di 2 mandarini, farli raffreddare e tagliare a listarelle sottili). Passare il succo al setaccio 50gr aceto di riso Per il budino di zucca (Forno a 180° 20” circa) 400gr zucca nettata e pulita 1 cipolla media 6 uova intere 50gr Piacentino ennese 300gr panna fresca Qualche foglia di maggiorana fresca 50gr mandorle tostate e tritate Procedimento Per il budino di zucca (Forno a 180° 20” circa) Fare imbiondire la cipolla, unire la zucca tagliata a dadini. Passare al frullatore, incorporare le uova, la panna e il Piacentino, aggiustate di sale e pepe senza dimenticare la maggiorana. Pennellate gli stampi con olio o margarina vegetale, cospargere di mandorle tostate e passare al forno a bagnomaria. Prima di togliere dal forno, controllare la consistenza. nb sostituendo la panna con il latte di soia o di riso e sostituendo le uova con 50 grammi di maizena sciolta in pochissima acqua può essere consumato da celiaci e\o vegani. Per la salsa al mandarino Fare imbiondire la cipolla in un pentoli-

Piatto dello chef Saverio Piazza

no con olio, sfumare con l’aceto, unire il succo e le bucce, fare ridurre per 5 min, aggiustare di sale e pepe. Per il filetto di maiale (Forno 180° 55”) Salare e pepare il filetto, rosolare da tutti i lati in padella con l’olio, passare al forno preriscaldato e impiattare. Il Timo Restaurant at Four Points by Sheraton Catania Via Antonello da Messina, 45 Aci Castello - Catania +39 095 711 4111 www.fourpointscatania.com 4. Chef: Elia Russo Capocollo di maialino nero dei Nebrodi cotto a bassa temperatura con semi di finocchio riccio Etneo, spuma di patate arrosto e foglie di cicoria saltate all’aglio. Ingredienti (per 4 persone) 500gr capocollo di maialino nero dei Nebrodi


500gr patate a pasta gialla 1 mazzo cicoria 1 spicchio d’aglio Olio extra vergine d’oliva Sale e pepe Foglie di alloro 2 stelle anice stellato 100ml panna fresca Rosmarino Procedimento Tagliare due fette di maialino dello spessore di circa 3 cm e rosolarle in padella con aglio e rosmarino. Posizionarle su una griglia e lasciare che scarichino eventuali liquidi residui. Aggiungere l’anice stellato e l’alloro e chiudere il tutto in una busta sottovuoto. Procedere quindi alla cottura con il Roner a 58 gradi per circa 46 ore. Nel frattempo pelare le patate e arrostirle sulla griglia, poi creare un fondo di cipollotto. Dopo averlo fatto appassire, aggiungere le patate arrosto

tagliate a tocchetti. Rosolare e cuocere il tutto con del brodo vegetale per circa 15 minuti. Successivamente frullare il composto ottenuto e aggiungere la panna fresca. Inserire il composto di patate all’interno di un sifone con due cariche di aria. In un’altra pentola, sbollentare le foglie di cicoria e poi passarle in padella con l’aglio e aggiustare di sale e pepe. Appena la carne sarà cotta, panarla in un battuto di finocchio riccio, pepe e sale Maldon. Rosolarla nuovamente in padella e infine tagliarla a cubi. Comporre il piatto e guarnirlo con barba di finocchietto selvatico, la spuma di patate e le foglie di cicoria. Villa Neri Resort&Spa Contrada Arrigo 162,34 km Linguaglossa - Catania +39 095 813 3002 www.hotelvillanerietna.com 5. Chef: Pietro D’Agostino Mezzo pacchero con ricotta, melanzane e caviale di Lumaca Madonita

Villa Neri Resort & Spa Linguaglossa

Ingredienti (per 4 persone) 320gr mezzo pacchero Leonessa 150gr ricotta bufala Ragusana 1 melanzana violetta 1 mazzo basilico 2 zucchine verdi con i suoi fiori 4 gamberi violetta di Porto Palo 1 dente di aglio 40gr caciocavallo fresco sale e pepe 1 cl olio extra vergine d’oliva 1 ramo di maggiorana


Piatto dello chef Simone Masuzzo

6. Chef: Simone Masuzzo Mousse di ricotta con crema di cachi e cioccolato Ingredienti (per 4 persone) 250gr ricotta fresca 100gr panna 1 foglio di gelatina 80gr zucchero 1 caco Cioccolato fondente

Procedimento Cucinare il mezzo pacchero in acqua salata bollente, scolare e condire con un cucchiaio di olio. Condire la ricotta con la melanzana precedente appassita in una padella con olio e aglio, poi frullare e incorporare con la ricotta. Mettere tutto in una tasca da pasticceria e farcire la pasta. Scottare il gambero con olio e maggiorana, appena 1 minuto in padella ben calda. Tagliare le zucchine a mezza luna, passare in padella con olio, aglio e basilico per 5 minuti e frullare finemente. Montare il piatto: adagiare la crema di zucchine, i paccheri farciti al momento ben caldi a modo corona, il gambero al centro e decorare a piacimento con fiori eduli oppure erbette aromatiche. Ristorante La Capinera Via Nazionale, 177 Taormina - Messina +39 338 158 8013 www.pietrodagostino.it

Procedimento Riscaldare una parte di ricotta con lo zucchero e far sciogliere il foglio di colla di pesce precedentemente messo a bagno in acqua e ghiaccio, unire a la parte di ricotta e lasciare raffreddare. Montare la panna e, delicatamente, incorporare con la ricotta. Mettere il composto negli stampi e disporre in frigo e fare riposare per almeno due ore e dopo toglierli dallo stampo. Preparare la salsa di cachi frullando il frutto. Adagiare la salsa nel piatto, mettere la mousse e aggiungere delle scaglie di cioccolato fondente. Decorare con della frutta a piacere. Piatto dello chef Pietro D’agostino


COOKBOOK “TRIP TO SICILY” A trip to Sicily to discover the flavours and aromas of the island through the gourmet recipes of six talented chefs. Everything to try! We start from Palermo where Santino Corso, executive chef of Charleston, an icon restaurant housed in a magnificent Liberty villa on the beach of Mondello, proposes Raviolo, pork cheek, Jerusalem artichoke and red shrimp. After stopping at Al Faro Verde restaurant in Porticello, a seaside village just outside Palermo, enjoying excellent fish, changing sides, to reach Catania, where at Il Timo restaurant, inside the Sheraton hotel, chef Saverio Piazza offers us his fillet of black pork seared with herbs with mandarin orange sauce, served with a yellow pumpkin pudding with toasted almonds. We leave Catania to make a route on Etna: destination Villa Neri Resort & Spa

Ristorante Charleston

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Piatto dello chef Elia Russo

of Linguaglossa to taste Capocollo of Nebrodi black pig of chef Elia Russo, cooked at low temperature with curly fennel seeds from Etna area, roasted potato foam and chicory leaves sautéed with garlic. Finally Taormina, a cult destination for international tourism. Here Pietro D’Agostino, owner of La Capinera restaurant, conquers us with the Half a Pacchero (typical pasta shape from Campania region) with ricotta cheese, aubergines and caviar of the snail from Madonita territory. Finally enjoy the ricotta mousse with persimmon cream and chocolate by Simone Masuzzo, young pastry chef of Palazzolo Acreide, a baroque jewel of southeastern Sicily.


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Palermo, artigianato 2.0 Antonio Forestieri

Il posto delle arti manuali nella città moderna, tra tradizione, metamorfosi e nuovi fermenti

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uando esce dal suo atelier di via Villafranca, cuore elegante di Palermo, lo salutano come “cavaliere”. Eppure, Salvatore Ferina, si sente ancora un sarto-contadino. D’altronde, prima che l’arte sartoriale aprisse in lui una breccia che non si è più richiusa, il suo destino - insieme a quello del fratello maggiore, Pippo - doveva essere nella terra del padre e del nonno, in quella Sicilia calda, gialla e rurale che esiste tutt’oggi nell’immaginario collettivo ma che è sempre più relegata a programmi tv e cliché 44

per turisti. Le parole di Salvatore Ferina, in un italiano che si interseca alla perfezione col dialetto formando la vera lingua di questo microcontinente, sono testimonianza autentica di quella campagna, come lo sono i suoi occhi che si socchiudono al riaffiorare di tanti ricordi, quasi che dietro quelle palpebre si apra un cinema del passato che può vedere soltanto lui, il racconto di un’esistenza sorretta dalla convinzione, ancora integra, che si possa vivere e far vivere del proprio talento, affinato da Ferina in gioventù nella Roma

della dolcevita felliniana e tramite il quale, da oltre cinquant’anni, veste gli uomini e le donne della Palermo migliore, fino all’attuale presidente della Repubblica. Un talento indescrivibile a parole ma che può essere apprezzato nella rapidità, perfettamente controllata, con la quale questo maestro artigiano misura e taglia, specchio di una fantasia di pensiero che nutre la destrezza del corpo, e che nei decenni, mettendolo a contatto con un multiforme caleidoscopio di personaggi, lo ha plasmato in un perspicace e appassionato


Vincenzo Vizzari

Salvatore Ferina

Max Ferrigno ph. Greg photos: G. Caruso

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osservatore della realtà. Spostandoci di pochi metri, in via Garzilli, possiamo incontrare un altro atelier, ma solo se si è disposti a un significativo testacoda generazionale e artistico. Qui, infatti, c’è lo studio di Max Ferrigno, pittore popsurrealista che, in controtendenza con la maggioranza dei giovani palermitani, ha eletto questa città a proprio laboratorio, individuandovi un fermento artistico inedito e, in proporzione, pari o addirittura superiore a

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quello delle grandi capitali europee. Dal Piemonte, Ferrigno si è spostato nella Palermo colorata e rumorosa del Festino di Santa Rosalia e degli schiamazzi dei mercati, lasciando che contaminassero la propria iconografia dominata dalle figure dell’animazione giapponese e dalla sensualità old school delle pin up anni ‘50, le quali si mescolano a loro volta ai motivi delle ceramiche di Caltagirone e ad altri simboli della cultura pop degli anni ‘80 e ‘90.

Ma cosa è rimasto delle arti artigiane lì dove, per secoli, sono state protagoniste, in quel centro storico dove una dietro l’altra, a partire da via Vittorio Emanuele, si dipanano come vene tentacolari le via Bottai e via dei Tintori, via Chiavettieri e vicolo dei Calzolai, via Cartai e via Argenteria? I quartieri della Palermo antica si sono certamente trasformati e, di conseguenza, le attività a essi collegati. Tuttavia più di una traccia, rinnovandosi, continua a pulsare. Come quella di Vincenzo Vizzari che, dal 1993, dedica la propria fantasia di architetto alle “cittacotte”, riproduzioni in scala dei palazzi, chiese, porte e monumenti più significativi di Palermo, tutte realizzate (come il nome suggerisce) in terracotta. Piccoli capolavori realistici ed evocativi, costruiti interamente dalle mani di questo artista nella sua bottega proprio in Via Vittorio Emanuele, la cui vetrina, per occasioni particolari come U fistinu, viene allestita con composizioni sperimentali, tenute in segreto fino al momento dell’esposizione.


Palermo, craftsmanship 2.0 The role of crafts in the modern city: tradition, metamorphosis and new inspiration People call him “Cavaliere”(Sir), yet Salvatore Ferina still feels he is a tailor and a farmer. Before he found his passion in the sartorial art his destiny was in his father and grandfather’s land. His words truly show this, and his eyes gently squint as he recalls many memories, as if the whole film of his life is projected behind his eyelids. Salvatore has always believed that you can make a living out of your talent, thanks to which he has been making

clothes for the best and finest men and women of Palermo for over fifty years, including the current president of the Italian Republic. Max Ferrigno, instead, is a pop-surrealist painter, who has chosen Palermo as his atelier as he saw a rich artistic activity there. His works combine the figures of Japanese animation, the old school sensuality of the 1950s pin-ups, the patterns of the Caltagirone pottery, the colours of religious and folk festivals, and finally other symbols of the 80s and 90s pop culture. Lastly, we introduce Vincenzo Vizzari, who started making “cittacotte” in his workshop in Corso Vittorio Emanuele, the oldest street in Palermo, in 1993. These are models of the most impressive palaces and monuments of the Sicilian capital. They are small, entirely hand-made terracotta masterpieces. Vincenzo is a fine craftsman who sets up his shop window with experimental, neverseen-before creations that he keeps secret until the exhibition unveils for special occasions like U fistinu di Santa Rosalia (Saint Rosalia Festival). 47

photos: G. Caruso


Palermo e le borgate marinare di provincia Giada Lo Porto

Dal capoluogo siciliano passando per alcuni luoghi suggestivi che si affacciano sul mare tra ritrovi gourmet e altre chicche

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alermo. Inizia dalla città sovrastata da quello che Goethe definì il “promontorio più bello del mondo” (Monte Pellegrino) il primo degli itinerari di un viaggio che - tra eccellenze gastronomiche, arte e cultura - vi porterà alla scoperta del capoluogo siciliano e dei comuni della costa tirrenica. Palermo è bellezza accecante e incredibile sfacelo. Una città talmente stratificata e piena di nazionalità diverse che non si finisce mai di conoscere. Eredità di secoli di denominazioni diventate radici di una città che oggi è un vero e proprio mosaico di culture. Non è un caso se, dopo la promozione a Capitale Italiana della Cultura 2018 e l’inserimento nel Patrimonio Unesco, il nuovo anno si è aperto con l’assegnazione delle tre stelle Michelin. Ma la stella di Palermo non brilla solo grazie ai segni lasciati da coloro che hanno messo piede nella città “tutto-porto” di un tempo. Sono decine i palermitani “DOC” che – tra architetti, ingegneri, chef, magistrati e scrittori – hanno regalato a Palermo un pezzo di sé sotto 48

forma di romanzi, monumenti e cultura. Pensiamo al teatro Massimo della famiglia Basile che ha dato a Palermo il più grande d’Italia; ai giudici Falcone e Borsellino; alla scuola siciliana di Federico II e al documento cartaceo più antico d’Europa conservato negli Archivi di Stato comunale. “Palermo è la Spagna, i Mori, gli Svevi, gli Arabi, i Normanni, gli Angioini, non c’è altro luogo che sia Sicilia come Palermo”, scriveva Giuseppe Fava. E in effetti, basta fare un giro tra i vicoli per “ascoltare” il racconto dei popoli, anche attraverso le prelibatezze del famoso street food. Iniziate la passeggiata da piazza Casa Professa. Qui potrete immergervi nei colori e nei profumi di Ballarò, uno dei più pittoreschi mercati di grascia, cioè di alimentari. Spostandovi nel mandamento Castellammare, vi troverete dentro a un altro dei mercati più famosi di Palermo: la Vucciria, inizialmente destinato alla vendita di carni. Immancabile la visita al mercato del Capo, nel cuore dell’omonimo


Antica Focacceria San Francesco ph. Franco Pecchio

quartiere, pieno di generi alimentari e mercanzie di ogni tipo. Lo street food non è solo tra i mercati. Le specialità gastronomiche di strada a Palermo sono diventate ormai vere istituzioni grazie a chi ha saputo trasformare la propria arte culinaria ambulante in punti vendita storici. Il re del fast food in stile palermitano è certamente il pani ca meusa (panino con milza). Tra le soste più buone vi segnaliamo Franco ù Vastiddaru (in via Vittorio Emanuele 102), l’Antica Focacceria San Francesco (in via Paternostro 58), Nino u ballerino (corso Finocchiaro Aprile 76-78) e la friggitoria di Natale Giunta Passami ù coppu (via Roma 195) con panelle, crocchè, sfincione e fritture miste di pesce servite nel coppo di carta. Chi arriva a Palermo non può saltare un altro tradizionale assaggio: quello dei cosiddetti pezzi di rosticceria. Calzoni, ravazzate, rollò e mattonelle. Per queste specialità le tappe spaziano dalle proposte di Savoca (via Sammartino 103) e del Panificio Graziano (via Del Granatiere, 11/13) a I Cuochini (via Ruggero Settimo, 68) e La Romanella (via Giacomo Leopardi, 12) fino a Ke Palle (via Maqueda, 270) specializzato nella produzione di arancine di tutti i gusti. A Palermo si mangia bene e si spende poco. È così che trattorie e ristoranti diventano le tappe preferite di turisti e non solo. Se desiderate “cenare come a casa”, la Trattoria Al Vecchio Club Rosanero (in via Caldomai, 20) e Ferro di Cavallo (via Venezia, 20) sono i luoghi ideali dove potrete conciliare il buon cibo con la tranquillità di una cena in famiglia.

Originale e sfacciata è invece la proposta di FUD – Bottega sicula (piazza Olivella,4), un luogo in cui l’inglese diventa un “opzional” e l’offerta gastronomica è di provenienza rigorosamente siciliana. Altra tappa consigliata è quella nel quartiere San Lorenzo. Qui troverete La Braciera (via San Lorenzo 6/B), l’unica pizzeria siciliana ad aver ottenuto per 4 anni consecutivi i Tre Spicchi del Gambero rosso. E di sera? Palermo di notte diventa scenografia di wine bar e pub tra vie e viuzze. Gli amanti delle birre artigianali fanno tappa a Ballarak (via Saladino,7), nel cuore del mercato di Ballarò o nella location estiva di piazza Magione. Cocktail personalizzati sono i tratti distintivi di Goccio - l’arte del miscelare, compagno e vicino di strada di Botteghe Colletti e “Bar Garibaldi”, tutti in via Paternostro. In estate invece vino e musica dal vivo con vista mare grazie al Nautoscopio del Foro Italico (piazzetta Capitaneria di Porto).

BAGHERIA

Lasciando Palermo, ci spostiamo di otto chilometri per entrare nella Città delle Ville. Resa famosa dalle opere cinematografiche di Giuseppe Tornatore, Bagheria è disseminata di ville in stile barocco del 1700. Palazzi, torri e ville fanno da cornice alla specialità tipica del luogo: lo sfincione bagherese. Si tratta di una variante della pizza dall’impasto alto e soffice condito in tre versioni: con tuma e acciuga, con ricotta oppure con pomodoro e caciocavallo. Una prelibatezza da non perdere nei vari panifici

Sfincione bagherese Antico Forno Valenti

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storici, tra cui il Panificio don Pietro (via Goethe, 63), l’Antico Forno Valenti (Via Francesco Aguglia, 15), la Focacceria Mimmo Buttitta (via de Spuches, 34) e Le Bontà senza glutine (via Monsignore F. Speciale, 8) .

pasta (corso Giuseppe La Masa), della Cooperativa Itrya, che sorge lungo corso Umberto I e che mira alla diffusione di conoscenze e memorie di un passato legato al mondo del grano di Trabia.

ASPRA

Spostandoci sul versante opposto a circa 30 chilometri da Palermo, raggiungiamo Partinico. Sfruttando la sua vicinanza con l’autostrada Palermo-Mazara, vale la pena fare un salto a Partinico non appena atterrati all’aeroporto Falcone e Borsellino e proseguire poi il tour verso il capoluogo. La cittadina oggi è un importante centro di produzione agricola in cui l’olio, il vino e le fragole rappresentano i suoi prodotti di punta, ma alle spalle ha anche una lunga storia di dominazioni. Per toccare con mano la cultura e le ricchezze gastronomiche della città preferite un itinerario che dalle cantine di Cusumano (Via Bisaccia), vi porti all’azienda agricola Maniaci (via Chiusa, 24) specializzata nella produzione delle fragole per finire nella Real Cantina Borbonica (Via Principe Umberto, 312) centro di raccolta dell’azienda reale che oggi ospita un museo.

Restando nella piccola cittadina di Bagheria, potrete visitare la borgata marinara di Aspra per assaporare le produzioni ittiche del luogo. La più importante risorsa economica di questa minuscola frazione è infatti l’industria conserviera ittica. Le acciughe sotto sale e sott’olio di Aspra viaggiano in tutto il mondo e a loro Michelangelo Balistreri ha dedicato pesino un museo: il Museo dell’acciuga di Aspra (strada Comunale Cotogni,86) è un vero tuffo nel passato.

PORTICELLO

Proseguendo verso est si raggiunge Porticello: la più grande frazione della città di Santa Flavia. Porticello è il regno del pesce fresco di ogni tipo. Nel suo mercato – tra i più importanti della Sicilia – stazionano circa 400 imbarcazioni che ogni giorno portano il pesce sulle balate dei mercati palermitani e nelle industrie di conserve ittiche.

TRABIA

A circa 30 km ad est da Palermo si giunge a Trabia, un’altra meta balneare nota per le sue spiagge di sabbia finissima e dal fondale basso. A Trabia potrete ammirare il murale più lungo del mondo e gustare i prodotti tipici. Merita una visita il Museo della

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PARTINICO


PALERMO AND THE SEASIDE VILLAGES OF ITS PROVINCE From the Sicilian capital passing through some suggestive places overlooking the sea between gourmet gatherings and other goodies. The first of the routes of a travel which – among gastronomic excellencies, art and culture – will let you discover the Sicilian capital and the municipalities of the Tyrrhenian coast starts

district, instead, you will enter the Vucciria market. Do not miss visiting the Capo market. The king of Palermo’s fast food is the pani ca meusa (sandwich with spleen). Among the best stopoffs, we recommend Franco ù Vastiddaru (Via Vittorio Emanuele 102) and Antica Focacceria San Francesco (Via Paternostro 58). Other specialties are the “pieces” of rotisserie to try from Savoca (Via Sammartino 103) to I Cuochini (Via Ruggero Settimo

Botteghe Colletti and Bar Garibaldi, all in Via Paternostro. In the summer, wine and live music at Nautoscopio, Foro Italico (Piazzetta Capitaneria di Porto). BAGHERIA Leaving Palermo, we travel eight kilometers to enter the Città delle Ville, famous for Giuseppe Tomatore’s cinematographic works. Palaces, towers and villas frame the typical specialty of the place: the sfincione of Bagheria, to taste in the town’s various historic bakeries. ASPRA Remaining in the small town of Bagheria, you can visit the seaside village of Aspra to enjoy fishery products such as anchovies in salt and oil, to which Aspra’s Museo dell’Acciuga has been dedicated.

Antica Focacceria San Francesco ph. Franco Pecchio

from Palermo, city that Goethe called “the world’s most beautiful promontory” (Monte Pellegrino). Palermo is a mosaic of cultures; it is no coincidence that the new year has begun with the award of the three Michelin stars. In fact, you just need to take a ride through the alleys of the historic centre to discover this legacy through the delicacies of street food as well. From Piazza Casa Professa, you will plunge into the Ballarò market. Moving to the Castellammare

68). In Palermo, you eat well and spend little. The favorite stopoffs for tourists, and not only, are Al Vecchio Club Rosanero (Via Caldomai 20) and Ferro di Cavallo (Via Venezia 20). Original is the proposal of FUD – Bottega Sicula (Piazza Olivella 4). Another recommended stopoff is pizzeria La Braciera (Via San Lorenzo 6/B). Craft beer lovers stop off near Ballarak (Via Saladino 7), while you can taste a cocktail near Goccio – l’arte del miscelare,

PORTICELLO Running on eastwards, we reach Porticello: the largest village in the town of Santa Flavia. Porticello is the kingdom of fresh fish of all kinds. TRABIA About 30 km east of Palermo you get to Trabia, another seaside resort known for its beaches of fine sand and from the low depth, and where to taste the typical products. Worth a visit is Museo della Pasta. PARTINICO Moving to the opposite side about 30 kilometers from Palermo, we reach Partinico. This municipality is today an important centre of agricultural production. 51


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ph. Agostino Geraci

Il carnevale più antico di Sicilia Sofia Li Pira

Termini Imerese, in provincia di Palermo, vanta una tradizione che dalla metà dell’800 si ripete ogni anno con gli stessi riti di sempre. Quest’anno il programma si svolgerà dal 24 febbraio al 5 marzo: un occasione per andare alla scoperta di questo lembo di costa tirrenica.

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er i Greci erano le Dionisiache, per i Romani le Saturnali, ma la sostanza delle feste di carnevale è sempre la stessa, e sin dalla notte dei tempi il Carnevale è quel momento dell’anno in cuiè possibile sovvertire le regole sociali con il mascheramento, il gioco, gli scherzi d’ogni sorta. La Sicilia è forse il luogo d’Italia in

cui il Carnevale ha conservato maggiormente la memoria di una ritualità antica, preservando le tradizioni legate alle sue origini di festa folklorica. Il più antico dell’Isola si festeggia a Termini Imerese, in provincia di Palermo, dove sin dalla metà dell’800 il complesso cerimoniale del Carnevale si ripete con gli

stessi riti che quest’anno, dal 24 febbraio al 5 marzo (martedì grasso), animeranno il paese per dieci giorni di musica, danza e maschere. Un’occasione unica per conoscere un territorio ricco di storia e concedersi un week end lungo in attesa delle prossime vacanze pasquali. La particolarità di questo carne53


vale sono i suoi due protagonisti:il “nannu”, il tradizionale pupazzo in cartapesta dall’aspetto del vecchio allegro e rubicondo raffigurante “Carnevale”, e la “nanna”, simpatica vecchietta dal cappello piumato tutta fronzoli e merletti. Il “nannu”immancabilmente finirà bruciato la sera del martedì grasso; la“nanna”, simbolo di fertilità, invece sopravvivrà, come segno di buon auspicio per l’abbondanza del raccolto e l’arrivo della stagione primaverile. L’apertura ufficiale della manifestazione è prevista la mattina di domenica 24 febbraio con la tradizionale consegna delle chiavi della città dal sindaco alle due maschere, presso la seicentesca “camera Picta” del Palazzo Comunale; ma il clou della festa sono le due sfilate dei carri allegorici, domenica 3 e martedì 5 marzo, quando avviene l’abbruciatina del nanno. Per l’occasione si svolge un vero e proprio tragicomico corteo funebre: il nannu è accompagnato da una chiassosa compagnia di bambini e ragazzi mascherati, gli “appiedati”che suo malgrado, lo 54

conduce al rogo davanti a migliaia di persone festanti radunate in Piazza Duomo. Il falò, come una sorta di rito di purificazione, sancisce la chiusura del caos festaiolo ricordandoci l’imminente arrivo della penitenza quaresimale. Moltissimi sono i siti d’interesse storico e le bellezze naturalistiche di questo lembo di costa tirrenica, facilmente raggiungibile sia in treno che in auto. Percorrere in macchina la fascia costiera tra Palermo e Termini Imerese è il modo migliore per esplorare il litorale, condendosi delle soste lungo la strada nelle borgate di Aspra, Porticello e Solunto. Fuori dal circuito turistico, le tre borgate marinare offrono storia, arte e panorami meravigliosi: Solunto, città greco-romana, è un piccolo gioiello della Sicilia archeologica; a Porticello, incastonata tra gli scogli, si svolge ancora la vita del borgo di pescatori. Tutte le mattine all’alba, al rientro delle barche ha luogo il mercato del pesce tra le “abbanniate” dei pescatori e l’odore della salsedine e del pesce appena pescato.Oltrepassando

Capo Zafferano, famosa per il suo faro abbandonato, si raggiunge Aspra che vale una sosta per visitare la Chiesa sul lungomare affrescata da Renato Guttuso. A pochi chilometri di distanza si può pernottare all’hotel Tonnara di Trabia, che conserva tutto il fascino dell’antica tonnara del XVII secolo: un’ottima scelta per chi ama il mare anche d’inverno. L’albergo ha anche un buon ristorante, “U Rais”, che offre diverse proposte di menù. Se invece ci si vuole immergere nel verde della campagna siciliana l’agriturismo Terre d’Himera in Contrada Villaura, è la migliore soluzione per vivere l’atmosfera di una casa contadina con il confort di un hotel a quattro stelle. Nella trattoria dell’agriturismo è possibile gustare tutti i piatti tipici della cucina di campagna, preparati con prodotti d’eccellenza rigorosamente a km 0. Da segnalare anche il ristorante “Secondo Tempo”, in Contrada Impalastro, dove lo chef Salvo Campagna proporne una cucina da gourmet, contemporanea e stagionale.


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ph. S. Calderaro

Thanks to Pro Loco Termini Imerese and www.carnevaletermitano.com

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Sicily’s most ancient Carnival Termini Imerese, in the province of Palermo, boasts a tradition that since the mid-800’s has recurred every year with the same rituals of all time. This year, the program runs from February 24 to March 5: an opportunity to go to the discovery of this strip on the Tyrrhenian coast. Sicily’s most ancient Carnival is celebrated in Termini Imerese, Palermo province, where it has been renewed with the same rituals since the mid-800’s. This year’s kermess will enliven the town from February 24 to March 5, but the highlight of the festival is scheduled for Sunday 3 and Tuesday 5 with the parades of allegorical wagons followed on Tuesday evening by the rite of “abbruciatina du nannu”: the burning of the traditional papier-mâché puppet, the main character together with the “nanna” of festivities. The bonfire, as a sort of purification ritual, establishes the end of the party chaos reminding us of the imminent arrival of Lenten penance. It is worth taking advantage of this last weekend in order not to wait around for the upcoming Easter holidays, and to know this

part of the island overlooking the Tyrrhenian coast. A few kilometers away, you can spend the night at hotel Tonnara di Trabia: a great choice for those who love the sea even in winter. The hotel also has a good restaurant with various menu proposals. If you want to plunge into the green countryside, agriturismo Terre di Himera in Contrada Villaura is the best solution to live the atmosphere of a farmhouse. In the restaurant of the agriturismo, it is possible to taste all dishes of traditional country cuisine made with high quality products strictly at 0 km. Mention should also be made of restaurant Secondo Tempo, in Contrada Impalastro, which offers contemporary and seasonal gourmet cuisine.

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Molino ‘7cento, quando l’agricoltura è preziosa Tradizione e innovazione, colture biologiche e prodotti d’eccellenza: questa, la formula perfetta dell’azienda incastonata tra le campagne del borgo storico di Cori Molino ‘7cento è una piccola azienda agricola, giovane ma con un enorme bagaglio di tradizione. Simbolo di tutto ciò, il suo mulino ad acqua del XVIII secolo, cuore della tenuta tra le campagne del borgo storico di Cori (LT) e, ancora oggi, perfettamente funzionante. Come una perla incastonata tra i Monti Lepini e i Colli Albani, Molino ‘7cento porta avanti giorno dopo giorno un nuovo concetto di agricoltura che unisce alle tecniche antiche gli strumenti di nuova generazione, offrendo così prodotti di qualità altissima e dall’equilibrio prefetto. Inoltre, l’azienda ha avviato un virtuoso percorso di certificazione biologica che la vedrà impegnata per i prossimi 4 anni. I soli 22 ettari di terreno e la continua ricerca della perfezione fanno sì che i prodotti di Molino ‘7cento vengano distribuiti esclusivamente attraverso canali privilegiati, raggiungendo le tavole e le cucine di quei pochi, veri cultori del buon cibo. Un processo in costante sviluppo che, nel breve futuro, vedrà la produzione di altre specialità come tartufi pregiati e i vini Nero Buono e Bellone. Oggi, l’azienda vanta prodotti come l’Olio extravergine d’oliva di qualità Itrana, pian58

ta vigorosa e rustica, nota fin dai tempi dell’antica Roma; i vini Chardonnay e Merlot, varietà internazionali che hanno trovato in questo spicchio d’Italia la propria terra d’elezione; le verdure da agricoltura biologica che crescono circondate da rose e ginestre, senza dimenticare un’eccellenza come lo Zafferano di Cori in stimmi, fiore all’occhiello dell’azienda. Infine altri due vini, il Molino Bianco e il Molino Rosso, espressione autentica di questa terra antica e da sempre vocata all’agricoltura più preziosa.


Molino ‘7cento, when agriculture is precious Tradition and innovation, organic farming and product excellence: this is the winning formula behind the success of a farm operating in the countryside of the historic village of Cori Molino ‘7cento is a young agribusiness with a long history. At the heart of the project and the estate, we find the eighteenth-century water mill, a fully functioning symbol of an agricultural vision that combines old farming techniques with new generation tools, offering high-quality and perfectly balanced products. Today, the company manufactures excellent food products such as the Itrana extra virgin olive oil, known since ancient Roman times; Chardonnay and Merlot wines, international varieties that have found in this corner of Italy their perfect terroir; organic vegetables that grow surrounded by roses and brooms, but also precious and highly sought-after ingredients such as Cori saffron. Finally, two other wines, the Molino Bianco and the Molino Rosso, authentic expressions of this ancient land and its timeless agricultural vocation.

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Grillo, nobile vitigno di Sicilia Maurizio Turrisi

Dopo il Nero d’Avola e i vini dell’Etna nel firmamento enologico dell’isola brilla un’altra stella: il Grillo, varietà estremamente versatile che dà risultati eccellenti non solo in vini di pronta beva ma anche nelle versioni vino dolce e spumante

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n principio fu il Nero d’Avola, varietà che ha sdoganato la Sicilia nel mondo del vino come terra di grande interesse enologico; poi venne l’Etna, con le sue microzone, i microclimi e le esposizioni esaltate da etichette che hanno confermato un ruolo di 60

primo piano per l’isola nel gotha delle terre maggiormente vocate all’eccellenza a livello mondiale. Adesso è turno del Grillo. Numeri alla mano, questa varietà si sta consacrando come nuovo ambasciatore dell’enologia Born in Sicily con etichette che sono i nuovi

fuoriclasse tra i bianchi siciliani. I vini da uve Grillo piacciono sempre di più sia ai consumatori del Bel Paese che ai winelovers internazionali che ne apprezzano l’elevata intensità all’olfatto, dove spiccano le note agrumate e le nuance di frutta tropicale,


la sapidità, l’aromaticità e lunga persistenza. Inoltre, il Grillo è una delle varietà autoctone siciliane più versatili: è ottimo per i vini di pronta beva e dà risultati eccellenti anche nella spumatizzazione, con metodo classico e con metodo charmat e come vino dolce. La storia di questo vitigno però è legata a doppio filo a quella del vino Marsala e nel suo DNA le componenti sono saldamente autoctone. Il Grillo, infatti, non è stato portato in Sicilia dai Greci o da altre popolazioni che si sono sucphotos: G. Caruso

cedete nel corso della sua storia. I suoi genitori sono il Catarratto Bianco e lo Zibibbo, ed è nato nel 1874 grazie all’innesto messo a punto dal Barone Antonino Mendola. Il nobile, che risiedeva ad Aragona (nell’attuale provincia di Agrigento), era un produttore di vino Marsala. Il suo intento era quello di conferire maggiore aromaticità alle sue bottiglie e differenziale in questo modo dalle produzioni fatte con vini Inzolia e Catarratto. Per buona parte del XX secolo il Grillo è stato uno dei

vitigni utilizzati per produrre questo vino speciale, ragion per cui la sua diffusione maggiore è stata da sempre nell’agro trapanese, la provincia più vitata d’Italia. Col tempo però, gli ettari dedicati a questa varietà si sono ridotti drasticamente per due fattori. Da un lato, il lento declino del Marsala, con la perdita di qualità di un prodotto dovuto all’imbarbarimento di una produzione che ha fatto la storia del vino di Sicilia; dall’altro, agli inizi degli anni ’90, la moda imperante, tanto nei grandi pro61


duttori quanto nei piccoli, di sostituire le produzioni autoctone con quelle internazionali. L’inversione di rotta ha avuto inizio in epoca recente, quando il successo di alcune Doc territoriali, che prevedano la presenza del Grillo negli uvaggi, ne ha portato una graduale ripresa della sua produzione ed un incremento crescente degli ettari vitati. Secondo le stime fornite dall’IRVOS, la superficie vitata dedicata a questo vitigno è passata dai 2500 ettari del 2005 e ai quasi 7500 ettari del 2017. L’area di

maggior diffusione resta sempre la provincia di Trapani, con Marsala in testa. Alla base del nuovo exploit del Grillo ci sono la sua buona produttività e la sua poliedricità di utilizzo che ha comportato la crescita dell’imbottigliato, riscontrata soprattutto nell’ultimo anno, trasformandolo in quel best seller in grado di trainare una percentuale importante dell’export dell’intera filiera. Il Grillo è anche riuscito nell’impresa di mettere d’accordo grandi produttori, piccoli viticoltori e cantine sociali,

tutti uniti nell’intento di qualificarne la sua eccellenza. Dalla vendemmia 2017, infatti, per tutelare la sua qualità (e quella del Nero d’Avola) il Comitato Nazionale dei Vino Doc ha modificato il disciplinare produttivo dell’IGT Sicilia consentendo ai produttori di poter menzionare il nome della varietà solo ed esclusivamente per la produzioni a marchio DOC Sicilia. In questo caso, oltre a valorizzare queste produzioni, riducendo le rese per ettaro si garantisce una migliore qualità del vino

photos: G. Caruso

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e un maggior controllo dell’intera filiera di produzione grazie alla tutela del Consorzio DOC Sicilia. Interpretazioni di Grillo Bianco fermo, spumante e vino dolce, senza dimenticare, ovviamente, il Marsala rivalutato da nobili interpreti di questo vino così intenso e particolare. La provincia d’elezione della coltivazione del Grillo resta quella di Trapani, ma anche fuori dal suo habitat naturale dà risultati sorprendenti. In principio fu Marsala e tra i produttori che hanno ridato valore a questo vino figura sicuramente Marco De Bartoli. Oggi i figli sono i degni continuatori dei sogni del padre nel portare avanti la produzione di quel gioiello che si chiama Vecchio Samperi, che matura in ossidazione negli stessi fusti di rovere e castagno per una media di 20 anni con il metodo perpetuo (Solera). Chi ha fatto del Grillo il portabandiera della produzione aziendale è Gorghi Tondi che lo produce in versione bianco secco, spumante, biologico senza solfiti ed in un

muffato, Il Grillodoro, unico nel panorama enologico nazionale. Donnafugata lo esalta ogni anno con il SurSur, un bianco brioso e fresco che ad ogni sorso richiama il sole estivo. Tasca produce il Grillo anche sull’isola di Mozia, nel vigneto Winthaker di 8 ettari in un terroir dall’anima Mediterranea che si ritrova nel naso con note floreali di ginestra, citronella e anice. Spostandoci verso la provincia di Agrigento, a Cammarata, in un vigneto con pendenze che superano il 70%, Fabio Sireci coltiva in regime biologico certificato le uve che danno vita a La Timpa, che affina 6 mesi sur lie. Il Grillo nel 2016 è diventato campione del mondo grazie a CVA Canicattì, che con l’Aquilae Grillo bio ha guadagnato il titolo di miglior

bianco del Concours Mondial de Bruxelles, considerato per numero di campioni presentati il mondiale del vino. Spostandoci verso sud, Baglio del Cristo di Campobello produce Laluci che si distingue per le sue caratteristiche note agrumate. La provincia di Palermo è la seconda per estensione vitata in Sicilia e il Grillo occupa una parte consistente. A pochi chilometri dal capoluogo siciliano, in vigneti di media collina nasce Timeo di Baglio di Pianetto, un vino equilibrato e persistente, mentre a Camporeale la famiglia Alessandro dà vita al cru Grillo Vigna di Mandranova, dai sentori agrumati e tropicali. Infine, interessante è il Modus Bibendi di Cantine Elios, il cui sorso in chiusura rimanda a note balsamiche di tè verde, timo menta e ortica. 63


Grillo, noble variety from Sicily After Nero d’Avola and the wines of Mount Etna, there is another star shining bright in Sicily’s oenological universe: the extremely versatile Grillo, the perfect base for sweet, sparkling and early-drinking wines alike According to the latest statistics, wines obtained from Grillo grapes are increasingly popular. Appreciatedfor their intensearomatic nose, rich citrus notes, tropical fruit nuances, and for their sapidity, aroma and lenght. Moreover, Grillo is one of Sicily’s most versatile grape varieties: it is an excellent base for the production of earlydrinking wines while also giving brilliant results in sparkling wine-making processes, using either the classic or the charmat method, and in the making of delectable sweet wines. The history of this grape is closely linked to that of Marsala wine, and its components are firmly planted in its DNA. Born in 1874 from a grafted vine developed by Baron Antonino Mendola, Grillo’s parents are the varieties Catarratto Bianco and Zibbibbo. The Baron, an established producer of Marsala wine, wanted to impart more aromatic flavor to his bottles, thus making them stand out from other productions tipically made from Inzolia and Catarratto. Grillo, however, only found true popularity at the beginning of the new millennium, thanks to the success of severallocal denominations which had incorporated Grillo in their grape mix. According

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to estimates given by IRVOS, the surface area dedicated to this variety has grown from 2500 hectares in 2005 to almost 7500 hectares in 2017. To this day, its main are of diffusion is the province of Trapani, especially Marsala. The foundations of Grillo’s success are its high yield capacity and versatility of use. Since the harvest of 2017, to preserve its quality, Italy’s national committee for DOC wines had changed the production protocolfor IGT Sicilia, allowing producers to use the name of this grape variety exclusively on the bottles bearing the DOC Sicilia appellation.


Gentile concessione Tenuta Gorghi Tondi

Grillo’s varieties The first wine estate to make Grillo the flagship of its production is Gorghi Tondi. Among the company’s many versions, we find the unique bothritized ‘Muffato’ Grillodoro. Another renowned winemaker, Donnafugata, celebrates this excellent grape every year with SurSur, a lively, fresh and summery white wine. Tasca, on the other hand, produces Grillo wine on the island of Mozia whithin the rich Mediterrenean terroir of the Winthaker vineyards. Moving towards the province of Agrigento, Feudo Montoni is the maker of La Timpa, which ages for 6 months sur lie.Grillo

acquired international recognition in 2016 thanks to CVA Canicattì, whose l’Aquilae Grillo bio won an award as best white wine at the Concours Mondial de Bruxelles. Finally, a few kilometers from Sicily’s main city of Palermo, the wine estate Baglio di Pianetto gives us Timeo,an oustandingly balanced and lingering wine.

photos: G. Caruso

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Stagnitta, quando la tostatura del caffè diventa arte Sofia Li Pira

Dal 1922, ogni mattina, il cuore del centro storico di Palermo è invaso dall’aroma delle miscele prodotte dalla famiglia Marchese con fare certosino. È una storia di tradizione familiare quella della torrefazione Stagnitta di Palermo. Un’arte del caffè, che generazione dopo generazione, tramandata di padre in figlio e da nonno a nipote, ha reso celebre la bottega di via Discesa dei Giudici. La storia inizia nel 1922 quando Giovanni Stagnitta apre il primo negozio in via Venezia, poco lontano dall’attuale sede in cui si trovasin dal 1928, nel cuore del centro storico. Oggi, Gianfranco e Salvatore Marchese, quarta generazione di maestri torrefattori, continuano l’attività con la passione e la cura che ha fatto del marchio “Ideal Caffè Stagnitta” un’eccellenza del gusto. Nel locale, che anche negli 66

arredi conserva la preziosa testimonianza della sua storia, tutto avviene ancora artigianalmente. Ogni giorno alle sei del mattino Gianfranco e Salvatore accendono la grande macchina per la tostatura che campeggia in bella mostra nel retrobottega. In questa fase così delicata per la miscela, ogni minima distrazione potrebbe essere fatale compromettendo il risultato finale, perché i Marchese controllano personalmente la temperatura senza alcun ausilio meccanico. “Questa macchina ha oltre quarant’anni” spiega Gianfranco, “usarla ancora è molto più costoso rispetto alle tecnologie comunemente usate oggi, più efficienti ed economiche ma adi-

scapito della qualità”. La macchina di Stagnitta macina ogni giorno circa sei sacchi da 70 kg ciascuno di caffè, destinato a rifornire le case dei palermitani e i migliori bar della città. I rumori del suo motore continuano a svegliare gli abitanti della strada, mentre l’aroma del caffè si sprigiona lungo la Discesa dei Giudici, invitando ogni passante a una sosta. E non c’è niente di più piacevole di fermarsi ai tavolini all’aperto, circondati dal verde di “Casa Stagnitta”, la nuova attività dell’azienda: un accogliente bar dove si può prendere una granita o un gelato tutto l’anno, o gustare un pregiato caffè gourmet, per cui i veri appassionati farebbero follie.


Qui si trovano tra le migliori produzioni al mondo di caffè: il pregiatissimo Indonesia Kopi Luwak, il più costoso in assoluto, detto anche caffè dello zibetto poiché prodotto con le bacche ingerite e defecate dall’omonimo comune animale indonesiano; il Jamaica Blue Mountain, tra i più rari e ricercati, dal sapere dolce con re-

trogusto di cioccolato, che nasce a circa 150 metri di quota sull’isola caraibica; e il Kona Hawaii, un’arabica prodotta nell’isola del Pacifico di cui porta il nome. Caffè molto costosi, perché consistenti in poche centinaia di tonnellate - una tazzina di Inodenisa Kopi Luwak costa ben dieci eur oda gustare in purezza per le loro

Stagnitta, when coffee roasting becomes an art Since 1992, every morning, the heart of Palermo’s historical center is invaded by the aroma of the coffee blends accurately produced by the Marchese family. The history of Palermo’s coffee roasting Stagnitta is of family tradition. An art of coffee which began in 1992, when Giovanni Stagnitta opened his first store in Via Venezia, not far from the current headquarters in Via Discesa dei Giudici, in the heart of the historical center. Today Gianfranco and Salvatore Marchese, who belong to the fourth generation of master roasters, continue their activity with the passion and care which made brand “Ideal Caffè Stagnitta” an excellence of taste. In the store, which also preserves the precious testimony of its history in

particolarità d’aroma e gusto e in una tazzina rigorosamente di porcellana bianca. Se “Ideal Caffè” è la storia di famiglia, e “Casa Stagnitta” la nuova generazione, c’è anche un prossimo futuro nei progetti dell’azienda, di cui però non è dato sapere troppo, se non vedere sopra i locali ancora chiusi, la prestigiosa firma “Stagnitta”.

its furniture, everything is still handmade. Every morning Gianfranco and Salvatore turn on the large roasting machine which stands out in the backroom, grinding every day about six coffee bags, each weighing 70 kg. The sounds of its engine keep waking the inhabitants of the street, while the aroma of coffee is released along Discesa dei Giudici, inviting passers-by to a stop. And there is nothing more pleasant than stopping at the tables of “Casa Stagnitta”, the company’s new activity: a cozy bar where you can have a glass of granita or an ice cream all year, or taste fine gourmet coffee for which true lovers would go crazy. If “Ideal Caffè” is family history and “Casa Stagnitta” the new generation, there is also a near future in the company’s projects we don’t know too much about, except that we shall see the prestigious “Stagnitta” brand name above the still closed premises. 67


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Cos'è il Car Sharing Il servizio Car Sharing (letteralmente "condivisione dell'auto") è un servizio (in abbonamento) di mobilità pubblica individuale e autonoma, economico, rispetta l'ambiente e permette agli abbonati di condividere l'uso di un parco auto distribuite su più parcheggi. La stessa auto, nell'arco delle giornate, viene utilizzata singolarmente da più persone ed in momenti diversi. L'auto è a disposizione, ad ogni ora del giorno e della notte, ogni volta che serve e si può noleggiare da un minimo di un'ora ad un massimo di 7 giorni. Il noleggio è prolungato su richiesta. L'utente ha accesso al servizio in tutte le città iscritte al circuito nazionale Io Guido (Roma, Milano, Torino, Bologna, Venezia, Padova, Genova, Verona, Arezzo e Parma) e può noleggiare l'auto con le stesse modalità senza ulteriori formalità.

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Come si usa il Car Sharing

Con il car sharing Auto disponibile 24 ore su 24

Ti Abboni Alla sottoscrizione del contratto, riceverai una smart card, tutte le istruzioni e la documentazione per usare al meglio il servizio.

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Ritira l'auto All'ora stabilita nella prenotazione, troverai il veicolo prenotato per te nell'area di sosta indicata. Per aprire le portiere, basta appoggiare la card sul lettore posto sul parabrezza.

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Danish Air Transport fa rotta verso Lampedusa e Pantelleria Antonio Forestieri

Saranno gli aerei della compagnia danese a garantire, per i prossimi tre anni, i collegamenti tra i principali aeroporti della Sicilia e le due isole minori. Parola a Luigi Vallero, procuratore speciale della DAT in Italia Quando prenderanno il via i nuovi collegamenti che DAT ha previsto per Lampedusa e Pantelleria? Partiamo dal primo luglio, con una programmazione estiva intensa e forti di una grande novitĂ nel panorama dei vettori che operano e hanno operato tra la Sicilia e le sue isole minori. Parlando di Lampedusa, sono previsti voli sia per Palermo che per Catania: durante il picco estivo, ci saranno fino a 74

quattro voli giornalieri da e verso il capoluogo; due, invece, per quanto riguarda Catania, con un raddoppio delle frequenze estive rispetto agli anni scorsi. Spostandoci sull’isola di Pantelleria, i viaggiatori potranno scegliere la propria destinazione o partenza sia per gli aeroporti di Palermo e Trapani che, inedito assoluto, Catania. Una tratta, quest’ultima, su cui Danish Air Transport sta puntando con forza, credendo fermamente, grazie all’esperienza matura-


ta in Danimarca e Norvegia durante quasi 30 anni di servizio, nell’importanza dei collegamenti regionali, soprattutto per coloro che vivono il territorio. E per quanto riguarda la frequenza dei voli? Da e verso Trapani, avremo due voli al giorno; con Palermo, invece, nei periodi di massima richiesta, ci saranno fino a tre collegamenti. La novità Catania, quando il flusso turistico estivo raggiungerà il proprio apice, sarà servita da quattro voli settimanali, per poi ridursi a due con l’approssimarsi dell’autunno. Date, orari e biglietti sono già disponibili presso il sito della Compagnia, dat.dk, tradotto integralmente in italiano, e che contiamo di arricchire nelle 75


prossime settimane con ulteriori pagine contenenti informazioni mirate al pubblico locale. Ovviamente, come dettato dalla Continuità Territoriale, abbiamo previsto delle tariffe speciali sia per i residenti che per altre, particolari categorie di passeggeri: obiettivo della DAT, infatti, è quello di avvicinare il più possibile la Compagnia al passeggero locale. Si tratta di un vero e proprio servizio di assistenza al territorio, attraverso il quale DAT vuole diventare un punto di riferimento per i cittadini delle isole siciliane. Avete in mente delle iniziative specifiche per rafforzare questo legame? Il servizio che vogliamo offrire ai nostri passeggeri

sarà caratterizzato da una forte sicilianità: per questo, abbiamo scelto di assumere personale locale, oltre a voler dare un tocco di Sicilia anche nei servizi a bordo. All’efficienza e qualità di servizio tradizionalmente attribuite agli operatori scandinavi, vogliamo coniugare il calore e lo spirito d’accoglienza tipico dei popoli mediterranei: è a questo melting pot europeo, infatti, che desideriamo la gente pensi quando sente parlare della DAT, un’eco che, se l’esperienza in Sicilia si rivelerà positiva, potrà espandersi nel resto del paese attraverso lo sviluppo di nuove rotte, con una particolare predilezione verso quelle tratte regionali che, seppur importanti, vengono trascurate dagli altri vettori operanti in Italia. ph. John Taggart

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ph. Michael Jensen

Danish Air Transport takes off for Lampedusa and Pantelleria The flights operated by the Danish company will guarantee, for the next three years, the connections between Sicily’s main airports and the two smaller islands. An interview with Luigi Vallero, DAT’s representative in Italy When will DAT launch its new planned connections for Lampedusa and Pantelleria? We will take off on July 1st with a new and intense summer flight schedule. Lampedusa will be connected both to Palermo, with four daily flights, and to Catania, with two flights, twice as many compared to previous years. As for Pantelleria, aside from the connections to Palermo and Trapani, this summer, for the first time in history, we will have flights to and from Catania.

we have planned up to three flights. Catania will be served by four weekly flights, which will be reduced to two in the fall. Dates, times and tickets are already available on the Company’s website dat.dk, with a complete Italian user interface. DAT’s end goal is to satisfy the needs of the domestic flyer: we want to become a point of reference for residents of the Sicilian islands. What initiatives do you have

in mind to strengthen this relationship? Firstly, we have sought to hire local staff and we have also given a Sicilian touch to our on-board services. If the outcome proves positive, DAT will be able to expand in the rest of the country by establishing new routes, with a focus on those important regional connections that are currently neglected by other carriers operating in Italy. ph. Andy Mitchell

How often? Two daily connections to and from Trapani. As for Palermo, 77


aeroporto “Falcone e Borsellino” overfly point

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Arte e musica in aeroporto Elvira Marino

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Oltre agli spazi dedicati al duty-free, i passeggeri in transito presso lo scalo siciliano potranno ammirare opere d’arte e ascoltare musica dal vivo

L’

aeroporto Falcone e Borsellino è al passo con i grandi scali internazionali come Miami, Amsterdam e Parigi grazie alle ultime iniziative prese dal consiglio di amministrazione della GESAP, la società che gestisce il terminal del capoluogo siciliano. L’area partenze e l’area arrivi sono infatti diventate delle gallerie d’arte di passaggio pensate per coloro che ricercano un’alternativa agli spazi duty-free e alle caffetterie. L’attesa per un volo, quindi, può essere l’occasione giusta per ammirare opere d’arte, seguire un percorso fatto di installazioni fotografiche, ascoltare le note provenienti da un pianoforte eseguite da un musicista con la valigia pronto per imbarcarsi per la sua destinazione. L’idea che un’opera d’arte esca dai Musei e “incontri” i visitatori anche in una sala d’attesa di un Aeroporto rappresenta un nuovo modo di vivere l’arte in un inevitabile ribaltamento del concetto tradizionale di esposizione che il nuovo management della Gesap ha accolto condividendo l’idea che le opere d’arte da sempre vivono in mezzo a noi, i monu-

menti nelle piazze, i capolavori nelle chiese e in tanti altri luoghi urbani. L’Area Imbarchi al secondo livello ospita le riproduzioni delle epigrafi del Museo Salinas di Palermo, mentre nella nuova Hall Arrivi è in bella mostra l’installazione luminosa di Domenico Pellegrino. Questa proposta artistica si completa con il video Wall, posto sempre agli arrivi, dove scorrono in loop alcune istantanee dell’immenso patrimonio culturale siciliano. Ad inaugurare questo shooting fotografico sono state le spettacolari immagini del percorso Arabo Normanno tutelato dall’Unesco. “Chi parte o atterra a Palermo – spiega L’Amministratore delegato di Gesap Giuseppe Mistretta – può trovarsi immerso in una mostra, ascoltare un talento del Conservatorio di Palermo o dell’Orchestra Jazz Siciliana esibirsi al pianoforte, visitare il Museo Salinas in attesa dell’imbarco. È questo il nostro modo di accogliere i passeggeri – continua Mistretta – che sempre di più continuano a confermare il loro apprezzamento per il nostro scalo che ha toccato la soglia di 6 milioni di passeggeri”

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Art and music at Palermo Falcone Borsellino Airport In addition to the spaces dedicated to duty-free, passengers in transit at the Sicilian airport will be able to admire works of art and listen to live music Falcone Borsellino Airport keeps up with the major international airports such as Miami, Amsterdam and Paris thanks to the latest initiatives taken by the GESAP board of directors. In fact, just a few months ago, the departures and the arrivals areas have become passing art galleries. In fact,

photos: Vincenzo Zangara

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the departure’s lounge on the second level hosts reproductions of the epigraphs of the Salinas Museum in Palermo, while in the new Arrivals Hall there is the beautiful installation by Domenico Pellegrino. This artistic proposal is completed with the video wall, placed at the arrivals, where some snapshots of the immense Sicilian cultural heritage, like the Unesco one, flow in loops. “This is our way of welcoming passengers – says Giuseppe Mistretta, Gesap CEO – who increasingly continue to confirm their appreciation for our airport, which has reached the threshold of 6 million passengers.”


Concerto in Aeroporto Elvira Marino

Tra l’incredulità dei passeggeri in transito, lo scalo palermitano si è trasformato in un innovativo auditorium con protagoniste le musiche di Puccini, Verdi e Bach

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ppuntamento musicale nella Sala imbarchi dell’Aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo: ospite d’eccezione Haydée Dabusti, soprano lirico argentino di fama internazionale, grazie ai riconoscimenti conseguiti in tutto il mondo come ambasciatrice della cultura della Provincia di Buenos Aires. Amica personale di Papa Francesco, Dabusti si è esibita accompagnata dal coro Pontis Mariae, diretto del maestro Tony Caronna con un repertorio che ha riscosso un grande successo tra i sorpresi passeggeri in partenza ed in arrivo all’Aeroporto di Palermo. Di grande impatto è stata l’esecuzione di un’originale interpretazione di “O mio babbino caro” aria dell’opera Gianni Schicchi di Giacomo Puccini del 1918, che la famosa soprano ha condiviso con una giovanissima e talentuosa studentessa di canto lirico, Sofia Todaro, presente casualmente in aeroporto. Il concerto è proseguito con un repertorio che ha spaziato da Verdi a Mascagni, intervallato da un doppio di Bach per pianoforte e violini, interpretato magistralmente dai fratelli Caronna, giovanissimi musicisti partinicesi. gesap

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Concert at the airport Between the disbelief of passing passengers, Palermo Airport has been transformed into an innovative auditorium with the music of Puccini, Verdi and Bach as protagonists

“Anche se il luogo consacrato alla musica resta il teatro, l’aeroporto come simbolo del viaggio – spiega spiega l’Amministratore Delegato di Gesap, Giuseppe Mistretta – può diventare uno spazio perfetto per ascoltare musica. I viaggiatori che in sala imbarchi si imbattono nelle note di Mozart o Beethoven, inizialmente incuriositi si fermano e partecipano ringraziando per l’opportunità e manifestando tutto il loro interesse per l’iniziativa”. “In linea con l’attenzione che l’Aeroporto di Palermo sta riservando ai suoi passeggeri in termini di servizi e confort – ha sottolineato il consigliere comunale Giulio Cusumano, promotore del concerto – varie saranno le attività musicali che faranno del Falcone e Borsellino di Palermo un innovativo auditorium, in collaborazione con le più importanti istituzioni musicali e teatrali palermitane”.

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Music appointment in the departure lounge of Falcone and Borsellino Airport, in Palermo: special guest Haydée Dabusti, Argentine lyric soprano of international fame, thanks to the recognition obtained all over the world as ambassador of the culture of the Province of Buenos Aires. A personal friend of Pope Francis, Dabusti has performed in recent months, accompanied by the choir Pontis Mariae, directed by the maestro Tony Caronna. Of great impact was the execution of an original interpretation of “O mio babbino caro”, aria from the 1918 opera “Gianni Schicchi” by Giacomo Puccini. The concert continued with a repertoire that ranged from Verdi to Mascagni, interspersed with a double by Bach for piano and violins, masterfully interpreted by the Caronna brothers, young musicians from Partinico (a town in the province of Palermo). “Even if the place dedicated to music is the theatre, the airport as a symbol of the journey – explains Gesap CEO, Giuseppe Mistretta – can become a perfect place to listen to music. The travelers, who, in the departure lounge, came across the notes of Mozart or Beethoven, initially intrigued, expressed their interest in the initiative”.


Salto in alt(r)o: viaggio nel mondo della DiversAbilità Elvira Marino

L’Aeroporto di Palermo, da finestra sul mondo, si trasforma in palcoscenico per giovani artisti, dando vita a una serie di iniziative che raccontano come la disabilità non sia un limite

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ell’ambito degli eventi che hanno caratterizzato l’Area Arrivi dell’Aeroporto Falcone e Borsellino, è andato in scena un insolito percorso culturale di conoscenza della DiversAbilità con la manifestazione “Salto in alt(r)o”. Promotore dell’evento, in collaborazione con la Gesap, è stata “Sotto lo stesso sole”, associazione di volontariato volta a promuovere l’integrazione dei disabili nella vita sociale e collettiva della città. All’interno della Nuova Hall Arrivi, Gianluca Spaziani e Vittorio Magazzù, due giovani attori accomunati dalla passione per il teatro e alle prese con i primi passi nel mondo della recitazione, hanno dato vita a un dialogo teatrale a due voci, attraverso l’interpretazione di appositi brani - da Simonetta

gesap

Agnello Hornby a Fiamma Satta, passando per Karl Valentin, Italo Calvino e il monologo “Party time” di Harold Pinter - che con ironia e leggerezza hanno rivelato quanto sia ricco il mondo dei portatori di diversAbilità. Il ventiquattrenne Gianluca Spaziani, portatore della sindrome di down, dopo avere frequentato la Scuola di Teatro diretta da Emma Dante, ha recitato nel film Fortunata al fianco di Stefano Accorsi. Vittorio Magazzù, 23 anni, studia all’Accademia Brancaccio di Roma ed ha al suo attivo diverse messe in scena teatrali e cinematografiche; inoltre, ha recentemente ricevuto il Premio Speciale Cinema “Nuovi Talenti” dedicato a Giuliano Gemma. La performance è stata accompagnata dalle magiche atmosfere create al pianoforte dal maestro Die-

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“Salto in alt(r)o” Event: Journey into the world of DiversAbility Palermo Airport, from a window on the world, turns into a stage for young artists, giving life to a series of initiatives that show how disability is not a limit

go Spitaleri e dai passi di danza di Giovanna Velardi. A fare da scenografia, le foto scattate da Alberto Bilardo, talentuoso ragazzo affetto da tetraparesi spastica e autore del libro “Un passo alla volta”. “L’obiettivo dell’evento – spiega Salvo Maniscalco, presidente dell’associazione ‘Sotto lo stesso sole’ – è stato quello di consegnare alle istituzioni un punto di vista diverso da cui osservare le città che abitiamo, le persone che ci circondano e noi stessi, mettendo al centro l’accessibilità e l’integrazione, attraverso la costruzione di città fortemente inclusive in cui tutti si sentano a proprio agio. Il viaggio che ha inizio dall’Aeroporto di Palermo vuole promuovere la consapevolezza che la disabilità necessita di un cambiamento nei comportamenti di ciascuno di noi, perché siamo tutti diversi”. “Dal luogo simbolo del viaggio – ribadiscono con forza Giuseppe Mistretta e Cleo Li Calzi, rispettivamente Amministratore Delegato e consigliere della Gesap – parte un invito rivolto a tutti a cambiare prospettiva: la disabilità chiede di essere conosciuta ed esplorata non come un mondo a parte, ma come componente da integrare nei comportamenti di ciascuno di noi. Con queste iniziative sociali, l’Aeroporto vuole aprirsi a tutti promuovendo gli argomenti che contribuiscono ad abbattere gli ignobili muri dei pregiudizi”. 86

As part of the events that characterised the month of December, in the Arrivals Area of Falcone and Borsellino Airport, an unusual cultural path of knowledge of the DiversAbility with the event “Salto in alt(r)o” was staged. Promoter of the event, in collaboration with Gesap, was “Sotto lo stesso sole”, a voluntary association aimed at promoting the integration of disabled people in the social and collective life of the city. Inside the New Arrivals Hall, Gianluca Spaziani and Vittorio Magazzù, two young actors who share the passion for the theatre and dealing with the first steps in the world of acting, have created a two-part theatrical dialogue, through the interpretation of special passages that, with irony and lightness, have revealed how rich is the world of people with diversAbility. “From the symbolic place of the trip – Fabio Giambrone and Cleo Li Calzi, respectively president and advisor of Gesap, reiterate with force – an invitation for everyone to change perspective: disability asks to be known and explored not as a world apart, but as a component to be integrated into the behaviour of each of us. With these social initiatives, the Airport wants to open up to everyone by promoting the matters that contribute to breaking down the ignoble walls of prejudices.”


ph. Vincenzo Zangara

gesap

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Cina e Sicilia si incontrano all’aeroporto di Palermo Elvira Marino

Nell’anno del Turismo Cina-Ue, gli operatori cinesi del settore agroalimentare e turistico sbarcano nel capoluogo palermitano. Obiettivo: far crescere il settore turistico regionale migliorandone la qualità

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n occasione del 3° Forum internazionale Eusair, organizzato dal Consiglio dei Ministri, dal Ministero degli Affari Esteri (in collaborazione con la Commissione europea), dalla Regione Sicilia e dai Comuni di Palermo e Catania, l’Aeroporto di Palermo accoglie con entusiasmo operatori cinesi del settore agroalimentare e del settore turistico. L’iniziativa, che posiziona la Sici88

lia quale coordinatrice delle Regioni italiane nel settore ‘turismo sostenibile’, si inserisce nel progetto ‘Paese Cina’. Il 2018, infatti, è stato dichiarato dalla Commissione europea e dal governo cinese l’anno del Turismo Ue-Cina: un’occasione da non perdere per spingere il mercato orientale alla scoperta delle bellezze di un’isola come la Sicilia. L’obiettivo del Forum è quello di

ph. Elvira Marino

gesap


ph. Elvira Marino

China and Sicily meet in Palermo’s airport In the year dedicated to the promotion of China-EU Tourism, Chinese operators in the agri-food and tourism sectors land in Palermo

mettere in connessione delegazioni di operatori cinesi del comparto turistico e del settore food&wine con le realtà imprenditoriali siciliane, al fine di creare nuove sinergie e far crescere il settore turistico regionale migliorandone la qualità. “Il mercato cinese è sicuramente uno dei più interessanti, anche perché esponenzialmente in crescita - dichiara Natale Chieppa, neo direttore Generale della Gesap Spa - ed è interesse del nostro Aeroporto partecipare a tutte le iniziative con gli operatori turistici, facendoci anche promotori di possibili sviluppi di traffico turistico diretto da e per la Cina.” Giungendo all’Aeroporto di Palermo, gli operatori cinesi, dopo i saluti istituzionali, si sono recati presso il Teatro Massimo per una visita privata e hanno presenziato a un cocktail di benvenuto in loro onore nel foyer del Teatro. gesap

In conjunction with the 3rd International Eusair Forum, Palermo Airport welcomes China’s operators in the agri-food and tourism sectors. The initiative is part of the ‘Country China’ project: the European Commission and the Chinese government have declared 2018 the year of EU-China Tourism, an unmissable opportunity to introduce the beauties of an island like Sicily to the eastern market. The goal of the Forum is to connect Chinese delegations operating in the tourism sector and the food & wine industry with Sicily’s entrepreneurial landscape, in order to create new synergies and develop the island’s tourism sector by improving its quality. “The Chinese market is certainly one of the most interesting – Natale Chieppa, new General Manager of Gesap Spa explains – and it is in our Airport’s interest to partake in initiatives such as these together with tour operators, with a view of promoting and enabling tourist movement to and from China.” 89


Riqualificazione piste: missione compiuta Elvira Marino

ph. Arturo Rizzo

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I lavori sono stati ultimati in soli 50 giorni, durante i quali l’Aeroporto è sempre stato regolarmente aperto

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risultati conseguiti nel 2017 dall’Aeroporto di Palermo sono stati davvero straordinari: in particolare, tra gli obiettivi raggiunti, c’è sicuramente l’accordo di programma stipulato con l’Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile, per quel che riguarda gli interventi di riqualificazione delle piste di volo. Le piste 07/25 e 02/20, giunte alla “fine della vita utile” in termini di capacità portante della testata a causa delle pavimentazioni vetuste, necessitavano infatti di un importante intervento di manutenzione, che è stato realizzato in tempi record mantenendo l’Aeroporto regolarmente aperto, grazie ad un enorme sforzo organizzativo della Gesap, la società di gestione dell’Aeroporto di Palermo, con un imponente impegno di uomini e mezzi. Un risultato davvero eccellente ottenuto in soli cinquanta giorni di cantiere con una spesa di oltre 23 milioni di euro. L’intervento di manutenzione straordinaria si è svolto in due fasi e ha interessato le pavimentazioni delle piste di volo, in termini di plasticizzazione del tappeto di usura, i ca-

vidotti, i segnali luminosi, gli scivoli di transizione e la segnaletica orizzontale. Dopo una complessa procedura di gara pubblica, ad aggiudicarsi l’appalto è stato il Raggruppamento Temporaneo di Imprese con capogruppo l’impresa Bacchi srl. Sono stati più di 270.000 i metri quadri di pavimentazione riqualificata, grazie all’opera di circa 200 soggetti impegnati nei cantieri con 200 trasporti di autocarri al giorno; un lavoro immane se si pensa che l’Aeroporto, durante tutto lo svolgimento dei lavori, è stato regolarmente aperto con l’obiettivo di minimizzare i disagi operativi e le attività dello scalo, garantendo al contempo i massimi livelli di sicurezza richiesti dalla normativa internazionale. Una sfida importante che l’Aeroporto di Palermo ha raccolto e portato a termine. Ma le novità non finiscono qui: gli ulteriori lavori previsti nel corso del 2018, consentiranno di avere uno scalo sempre più funzionale, competitivo, ma soprattutto più confortevole, con un ulteriore ampliamento e riconfigurazione degli spazi dedicati ai servizi al passeggero.

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Airport runways redevelopment: mission accomplished The works were completed in just 50 days, during which the airport has always been regularly open The results achieved in 2017 from Palermo Airport were truly extraordinary: in particular, among the objectives achieved, there is certainly the program agreement stipulated with ENAC, the National Agency for Civil Aviation, for what concerns redevelopment of runways. The runways 07/25 and 02/20, characterised by old-fashioned floors, needed an important 92

maintenance intervention, that was carried out in record time, keeping the airport regularly open, thanks to a huge organisational effort of Gesap, the company management of Palermo Airport. A truly excellent result achieved in just fifty days of construction with a cost of over 23 million euros. Throughout the work, the airport has been regularly opened, while ensuring the highest levels of safety, required by international regulations. But the news does not end here: the further work planned in 2018 will allow for a more and more comfortable airport, through a further expansion and reconfiguration of the spaces dedicated to passenger services. gesap


ph. Arturo Rizzo

ph. Arturo Rizzo

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Bizhan Bassiri, dalla materia alla forma Elvira Marino

La mostra dell’artista italo-persiano ha incantato il Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo

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n evento unico non solo per Palermo che lo ha ospitato, ma anche per tutto il panorama nazionale. Parliamo di Veglia, la mostra dell’artista Bizhan Bassiri, curata da Bruno Corà, che ha emozionato i visitatori del Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, imponendosi come uno dei maggiori successi tra gli eventi che stanno caratterizzando la Capitale della Cultura Italiana 2018. Le opere plastiche di Bassiri sono state esposte in due distinti percorsi, uno presso il Palazzo Belmonte Riso, struttura settecentesca nel cuore del centro storico di Palermo, e l’altro presso la Cappella dell’Incoronazione, splendido esempio di come le diverse arti e culture dei popoli che hanno dominato Palermo - bizantini, arabi e normanni - abbiano trovato in questa città la più autentica sintesi. Bassiri è giunto nel capoluogo siciliano con due inedite, visionarie narrazioni : il ‘Sarcofago’, al Museo Riso, e ‘Corpo celeste’, alla Cappella dell’Incoronazione. Entrambe, con suggestioni simili ma al con94

gesap


Bizhan Bassiri, from substance to form The exhibition of the Italo-Iranian artist has bewitched Palermo’s RISO, the Contemporary Art Museum of Sicily

tempo diverse, hanno consentito di apprezzare appieno il vigore plastico e l’intensità poetica che questo protagonista della generazione degli anni Ottanta dell’arte italiana ed europea riesce, oggi più che mai, a suscitare. La ricerca artistica di Bizhan Bassiri è caratterizzata dall’utilizzo di materiali diversi, con superfici di cartapesta, di acciaio, bronzo ed elementi lavici: non è un caso che le sue personalissime elaborazioni siano state scelte per rappresentare proprio l’Iran, con una grande installazione plastica, alla 57^ Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. “Il ricorrere a nuovi percorsi dell’arte contemporanea per il Museo Riso è una nostra precisa scelta – ha spiegato la direttrice del museo, Valeria Patrizia Li Vigni – “Il Museo Riso, infatti, è sempre più attento ai nuovi percorsi dell’oggi, e il successo della mostra di Bizhan Bassiri lo testimonia con forza. Una ricerca rivolta ai linguaggi altri, che indagano nei codici personali dell’interpretazione sul flusso della vita. Le stranianti opere di Bassiri, realizzate coraggiosamente con tecniche miste, riescono a offrire ai fortunati e curiosi osservatori la proiezione in un viaggio mistico”. A curare questa coinvolgente esposizione è stato Bruno Corà, uno dei più autorevoli critici d’arte italiani che, in curriculum, può vantare le curatele di grandi artisti del ‘900 come Yves Klein, Lucio Fontana, Michelangelo Pistoletto e Enrico Castellani. gesap

A unique event not just for the city of Palermo but for Italy’s entire art scene. Veglia, the solo exhibition dedicated to Bizhan Bassiri and curated by Bruno Corà, tantalized the visitors of RISO, the Contemporary Art Museum of Sicily, as one of the most successful events organised in conjunction with Palermo’s year as Italy’s culture capital 2018. Bassiri’s sculptural works were displayed in two different venues, the 18th-century palace Palazzo Belmonte Riso, in the heart of Palermo’s historical city centre and in the chapel Cappella dell’Incoronazione.

“The Riso museum – director Valeria Patrizia Li Vigni explained – has a strong focus on today’s most exciting new developments. Bassiri’s unsettling work, created through a bold use of mixed media, takes the viewers on a mystical journey”. Organizer of this captivating exhibition, Bruno Corà, one of Italy’s most influential art critics who has curated the work of several 20th-century heavy weights, such as Yves Klein, Lucio Fontana, Michelangelo Pistoletto and Enrico Castellani.

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(Articoli a cura di Elvira Marino)

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anno 3 - Num. 3 - gennaio 2019

PALERMO E LE BORGATE MARINARE

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