23rd artecinema - international festival of films on contemporary art

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con il contributo di: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale per il Cinema Regione Campania con il sostegno di: Institut Français Napoli Instituto Cervantes Nápoles con il patrocinio di: Senato della Repubblica Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Comune di Napoli Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania Università degli Studi di Napoli Federico II Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa Accademia di Belle Arti di Napoli Ordine Architetti P.P.C. di Napoli e Provincia

TRISORIO Associazione Culturale | via Riviera di Chiaia 215, Napoli | tel. 081 414306 | info@studiotrisorio.com | www.artecinema.com

segreteria organizzativa: Lucia Trisorio, Valeria Cacciapuoti, Helga Sanità, Fabrizio Tramontano redazione catalogo: Lucia Trisorio traduzioni simultanee: Donatella Baggio, Monica Carbone traduzioni catalogo: Angela Federico, Gabriella Rammairone, Lucia Trisorio visual design: Paola Trisorio, Ohne Studio ufficio stampa: Helga Sanità, Raffaella Tramontano sito web: Paolo Altieri social media: Monica Bruno - SiiSocial in copertina: ©Nathalie Djurberg & Hans Berg - Passing Comfort, 2016. Courtesy: the artists; Giò Marconi, Milano - Photography: Dawn Blackman

a cura di Laura Trisorio NAPOLI 11 OTTOBRE 2018 TEATRO SAN CARLO 12 . 13 . 14 OTTOBRE TEATRO AUGUSTEO

Perhaps creating a film about an artist stems from the desire to overcome the fast-paced consumption of art in order to enter into the longer, more slow-paced dimension of story-telling through the language of Faithfullycinematography.narrating the story of an artist is no easy task.

The films I choose are revelations that make me love an artist and allow me to discover his work. I choose films that tell the artist’s story respectfully and with poetry which goes right to the heart.

After 23 years, I often ask myself what impels me to continue organizing a festival like Artecinema. Nowadays, art is experiencing a moment of great confusion: artists only seem to exist if they have received market recognition or if their works are sold at auctions or if they are present at all the art fairs. Furthermore, with the same speed as they soared to success, artists can be just as quickly forgotten.

After viewing a documentary, I have frequently come to appreciate an artist who I did not particularly like before as I had not fully understood or perceived the nuances of his or her work.

When selecting a film, the first thing I look for is the quality of the art and then the manner in which it has been interpreted by the director. With a camera in hand, directors become art critics and express their interpretation in the selection of certain film shots, editing and dialogues. Occasionally, a director’s personality is too forceful and, at that point, the film can’t possibly work because it has become a competition between two artists.

Spesso mi chiedo cosa mi spinga a organizzare un festival come Artecinema dopo 23 anni. L’arte oggi vive un momento di grande confusione, l’artista esiste solo se riconosciuto dal mercato, se viene battuto alle aste, se lo si vede presente nelle fiere. E con la stessa velocità con cui raggiunge il successo, così può essere dimenticato.

Realizzare un film su un artista, forse nasce dal desiderio di superare la barriera del tempo e del consumo veloce dell’arte per entrare nel tempo più lungo del racconto attraverso un altro linguaggio.

Il film che scelgo, è quello che mi fa amare l’artista, che me lo fa scoprire come una rivelazione, che me lo sa raccontare con lealtà e rispetto e con la poesia che sa arrivare al cuore.

Il documentario quindi ha una funzione importante, ha la responsabilità di consegnare l’artista allo spettatore, imponendogli un suo tempo di lettura, un tempo lento a cui non siamo più abituati e che, per noi che corriamo sempre, è un dono.

Mi è capitato spesso di apprezzare, grazie a un documentario, un artista che prima non amavo, perché non lo avevo capito fino in fondo, non ne avevo colto le sfumature.

Quando seleziono un film, guardo per prima cosa la qualità dell’arte e poi il modo in cui il regista l’ha interpretata. Sì, perché il regista con la sua telecamera diventa un critico d’arte, dandoci una sua lettura che esprime scegliendo determinate inquadrature, montaggi e dialoghi. A volte capita che la personalità del regista sia troppo forte e allora il film non funziona più, diventa una competizione tra due artisti.

Raccontare un artista rimanendogli fedele non è cosa da poco.

Therefore, documentaries play an important role, they bear the responsibility of entrusting the artist to the spectator and setting the pace of interpretation: a slow-paced tempo to which we are no longer accustomed and which, as we are all in a perpetual hurry, is a precious gift.

With Artecinema I would like to offer time: time to dedicate to beauty, to poetry, to personal growth and a moment to forget about ourselves and be open to others .

“Creative life is always aimed at transcending the individual self and at overcoming the limits of space and time in the pursuit of the universal self. Works of art, which are the irrepressible expression of this creative thrust, with their integrating power, have an effect on human beings because they transport personal experiences into a form of universal meaning which touches the hearts of all. This is why art is good for life”. (Daisaku Ikeda)

Laura Trisorio

“Una vita creativa è sempre volta a trascendere il sé individuale e a superare i limiti di spazio e di tempo nel perseguimento del sé universale. E l’opera d’arte, espressione irrefrenabile di questa spinta creativa, con il suo potere integrante agisce sugli esseri umani perché trasporta l’esperienza personale in una forma dal significato universale che parla al cuore di tutti. Per questo l’arte fa bene alla vita”. (Daisaku Ikeda)

Laura Trisorio

Con Artecinema vorrei quindi offrire del tempo, un tempo da dedicare al bello, alla poesia, alla nostra crescita interiore, dimenticando noi stessi per aprirci all’altro.

Like any documentarian I set out to make a record of Maurizio Cattelan’s work and life - something that could stand on its own as a document. But as the project developed, it became clear that this film would have to be more than that. As we hear Maurizio say in the movie, “truth is a function of efficiency”. Locating “truth” is really quite impossible. That’s what this movie is about in many ways - there’s no way to truly know another person when you have to rely on their presentation of themselves. This film deals with that in an upfront way, by acknowledging that identity is a slippery thing. And as soon as we establish that inevitability, we realize that like this one, almost every tale is necessarily a story within a story.

ART DOCUMENTARY - A COMPROMISE ON THE NATURE OF TRUTH

Some of Maurizio’s creations speak to the most tragic and horrifying things in life. Feeling alone, or desperate, or scared - that’s all part of the human condition. It’s something we’ve all felt at one time or another. We’re all terrified of dying, or of losing love, or of failing, and Maurizio’s work deals with those big subjects.

This elusiveness is just as true of Maurizio’s work as it is of the man. Capturing and exploring his body of work was a challenge as well. I tried to approach each piece as a character of it’s own, but the work itself defies easy characterization, just like Maurizio. One of the things Guggenheim curator Katherine Brinson says in the movie is that his work has two temporalities - two time lines. You come to a piece and it’s almost like a one-liner - you see it as a joke. You laugh and it’s easily understood. Then, as you sit with it, there are deeper layers of meaning underneath the work. It can turn horrifying, tragic or sad upon deeper consideration. You can laugh at Maurizio’s work but you can also be instantly offended - it’s complicated. It was important to me that people realize that Maurizio’s work can be funny on one level but also quite serious and even painful on another, and our editor Lyman Smith worked hard to underscore this point.

IL DOCUMENTARIO D’ARTE - UN COMPROMESSO SULLA NATURA DELLA VERITÀ

In principio, da brava documentarista, ero partita con l’idea di documentare la vita e le opere di Maurizio Cattelan. Nel corso del progetto, però, è emerso in modo nitido che questo docufilm sarebbe stato molto di più. Maurizio sostiene che “la verità è una funzione dell’efficienza ma la localizzazione della verità è impossibile”. Di questo parla il film: non c’è modo di conoscere davvero un’altra persona quando ci si deve basare sulla presentazione che la persona in questione fa di sé. Il film affronta la questione in modo diretto, riconoscendo che l’identità è inafferrabile. Una volta chiarito questo è facile capire che, come in questo caso, ogni racconto è necessariamente una storia all’interno di una storia.

Anche le opere di Maurizio sono elusive come lui. Indagare ed esplorare le sue opere è stata una sfida. Ho provato ad avvicinarmi a ogni singola opera ma esse, proprio come Maurizio, sfuggono alle classificazioni facili. Una delle cose che la curatrice del Guggenheim, Katherine Brinson, dice nel film è che l’opera di Cattelan si legge lungo due assi temporali. Quando ci avviciniamo a un’opera questa ci colpisce come una battuta, un motto di spirito, una barzelletta. Ridiamo e pensiamo di averla capita. Poi, guardandola e studiandola, a una riflessione più attenta cogliamo gli strati più profondi di significato e l’opera può diventare spaventosa, tragica o triste. Era importante per me che la gente capisse che il lavoro di Maurizio può essere divertente ma anche serio e doloroso. Il nostro montatore Lyman Smith ha lavorato sodo per mettere in risalto questo punto.

Alcune delle sue creazioni parlano dei più tragici e orribili aspetti della vita. Sentirsi soli, disperati o spaventati è parte della condizione umana. Si tratta di qualcosa che tutti proviamo prima o poi. Abbiamo tutti paura di morire, di perdere l’amore o di fallire, e le opere di Maurizio trattano questi temi.

If art can make you feel less alone in your human struggling or more connected to the beauty in life and to your fellow humans, then it’s done its job. His genius is that he takes on these big themes in a singular way - by first making people laugh. I tried hard to make sure that people who came to the movie unfamiliar with Maurizio’s work could understand this dichotomy.

Ultimately it’s impossible to make a film about an artist that can do justice to an entire career. It was particularly difficult to do this with Maurizio Cattelan, because his personality and presence in the world is part of his practice and body of work. But I tried to honor his intentions as I took on this task, and in the end I believe audience will have an experience that brings them to Maurizio in a way that fulfills his oblique approach to the world.

Maura Axelrod

Maura Axelrod

Se l’arte riesce a farci sentire meno soli nell’affrontare i problemi della vita o più connessi alla bellezza che ci circonda e agli altri esseri umani, allora fa bene il suo lavoro. Il genio di Maurizio sta nel proporre questi grandi temi in modo singolare, facendo in un primo momento ridere le persone. Ho cercato di fare del mio meglio per far comprendere questa dicotomia a chi guarda il film e non conosce la sua opera.

Infine, è impossibile fare un film su un artista rendendo giustizia a tutta la sua carriera. È stato particolarmente difficile con Maurizio Cattelan perché la sua personalità e la sua presenza nel mondo sono parte integrante del suo modo di lavorare e della sua produzione. Ma ho tentato di onorare le sue intenzioni quando ho intrapreso questo lavoro e alla fine credo che il pubblico si avvicinerà a lui vivendo un’esperienza in linea con il suo approccio obliquo al mondo.

As Carla Lonzi used to say, for me, these are the true masterpieces with their rises and falls and their charted courses. What exactly drives someone to begin a work of art. What spark, what small flicker, suddenly appears in the mind of a little boy or a little girl who, with time, is spurred on to seek out paint brushes or materials to be modelled? And how exactly does that small thought gradually become a drawing, sculpture or whatever? And how does it develop, how is it interrupted and how, ultimately, is it once again resumed? Ah, those obstacles, those “rough spots” are so intriguing; this is what I find so fascinating, because they are useful even to those who will never have anything to do with creating art.

ART DOCUMENTARIES

It always starts with a human relationship. I am not terribly interested in the subject matter, periods or paintings, but what I am undoubtedly interested in are people. I have an unbridled passion for telling stories about people’s lives.

At one point or another, everyone in the world has had the desire to “externalize” something they felt deep within their beings, in other words, to make art. But in the majority of cases, it is a short-lived thought indeed. There are a thousand possible reasons; the lack of opportunity, the lack of faith in oneself or, simply, a mistaken interpretation of growing up which dilutes, conforms, formats and standardizes. There are those, instead, who persevere, despite the obstacles. Therefore, what I like is to place the spotlight on the challenges in a creative life. To find the crucial points, the curves, the possibilities which were chosen as compared to those which were rejected and, of course, that drive to persevere. I’ve always felt a nameless tinge of displeasure and regret when reading about lives viewed in terms of passages or end-products. What I have always truly enjoyed is seeking out the interrupted paths and roads, which were taken up again later. In short, to tell the story of what surrounds and goes into a successful work of art.

Ecco, mi piace mettere in scena la sfida di una vita creativa. Cercare gli snodi, le curve, le possibilità scelte rispetto a quelle trascurate. Quell’insistere.

DOCUMENTARIO D’ARTE

All’inizio c’è sempre una relazione umana. Non ho un grande interesse per gli argomenti, le epoche, i quadri ma certamente per le persone. Ho una passione smodata nel raccontare le vite. Come diceva Carla Lonzi, i veri capolavori sono questi per me. Le parabole, le traiettorie. Cosa spinge qualcuno a cominciare a lavorare d’arte. Quale scintilla, quale guizzo di bambino o bambina che spunta improvviso e che, crescendo, cerca pennelli o materiali da plasmare. Come si organizza quel pensiero piccolo che diventa disegno, scultura o chissà. E come cresce. Come si interrompe, come riprende. Ah che belli gli inciampi, lì c’è qualcosa di affascinante per me, perché serve anche chi d’arte nulla farà mai.

Ho sempre provato un dispiacere senza nome nel leggere le vite come punti, come prodotti. Ho sempre provato un piacere limpido nel cercare i percorsi, le strade interrotte e poi riprese. Raccontare quello che sta intorno ad un’opera riuscita. L’intenzione rinnovata ogni giorno e mantenuta nel tempo. In sintesi: quando racconto un artista penso a chi artista non è.

E c’è chi invece continua, a dispetto di tutto.

Non c’è creatura al mondo che non abbia desiderato ‘portare fuori’ qualcosa che sentiva dentro. Fare arte. Ma nella stragrande maggioranza dei casi è un pensiero che si interrompe presto. Mille le ragioni possibili: le possibilità che mancano, la sfiducia in sé, o semplicemente un malinteso senso del crescere che annacqua, adegua, formatta, uniforma.

During the course of my career, I have told the stories of people who are still alive as well as of those who are no longer with us.

This intention is renewed every day and has been maintained over the course of time. In brief: when I describe an artist I always think of who the artist is not. My favourite challenge is to tell the story of someone who did not receive the recognition he or she deserved, perhaps because the artist was too silent or perhaps too far ahead of his or her times. When this occurs, it may result in having to work with reduced means but, on the other hand, with a great amount of creative freedom.

And so, I pursue a present time in which I was not present. This work requires a somewhat savage form of excavation, a jolting search for the precise moment in which something happened caused a door to move, to be pushed wide open. Long conversations, long periods of time skimming through papers, long periods of time studying.

As is the case in the film about Renato Mambor.

The need to go places which bore witness to the present as it was being formed, to search for a trace, for a finger print.

Personally, I viewed him as a brilliant artist who received far less recognition than he deserved. What I loved most about him was his humanity, which is “art”, as well as his dignified reserve. His great height provided him with a different perspective of things. He was also irreproachable, a form of irreproachableness that went far beyond a physical attribute. His filter-less manner of being as well as his continuous generosity.

I choose to have time, because it is useful. It reconnects us with our most intimate inner selves.

Ma anche una grande libertà di ricerca.

E allora inseguo il presente in cui io non c’ero. Un lavoro di scavo, un po’ selvaggio, alla ricerca sballottante di quell’attimo in cui è successa quella cosa che ha mosso, che ha spinto una porta fino ad aprirla del tutto. Lunghe conversazioni, lungo scartabellare. Lungo studiare.

Il documentario (d’arte e non solo) è la forma di manipolazione della realtà più alta che c’è. Assai più delle storie di finzione. Perché c’è, nel documentario, il presupposto di un rapporto più fedele alla realtà che si racconta. Un film è, per sua stessa natura, facilmente riconosciuto come opera arbitraria, selettiva e personale. Un documentario no.

Scelgo di avere tempo. Perché serve.

In questo caso ho amato di lui massimamente la qualità umana, che è ‘arte’.

La sua ritrosia anche. Lui così alto, di un’altezza che era anche un punto di vista sulle cose. Così dritto, di una drittezza che era più di un dato fisico. Il suo essere senza filtri, come il suo continuo movimento del dare.

Mi è successo di raccontare persone vive ma anche persone che non ci sono più.

La sfida che preferisco è raccontare qualcuno che non ha avuto il riconoscimento che merita. Perché troppo silenzioso o magari troppo in anticipo sui tempi.

Artista folgorante per me. E assai meno conosciuto, oggi, di quanto meriti.

Come nel caso del lavoro su Renato Mambor.

Serve per rintracciare quell’intimità.

Andare nei luoghi che hanno visto quel presente formarsi. Cercare un’impronta.

Fare questo può comportare lavorare con mezzi produttivi ridotti.

I immediately reveal that I am the one telling the story.

The narrator’s voice is my voice, it has been recorded, but not in the studio. It is a huskier voice, recorded in the room where I write and develop my plans. It’s me, not in the least neutral, but rather, to the contrary, partial and very much involved in what I am narrating.

Being able to speak to young people, to those who are disenchanted or who have never had many opportunities to become familiar with art, is a way of looking at things that is constantly shifting. Finding leaps or intervals in time is one of art’s specialties. It breaks time into countless pieces and gives it back to you as if it were yours.

Gianna Mazzini

Documentaries (about art but not only art) are the highest form of manipulation of reality. Much more so than in fiction because in documentaries there is an assumption of a narration which is more faithful to reality. Instead films, by their very nature, are easily recognized as arbitrary, selective and personal works which is not the case with documentaries.

In the viewer’s expectations, there is the prevailing concept that this is a more scientific narration tied to facts, the historical period and realities of that time. Instead, precisely because there is the presumption of reality, documentaries are the most subjective form of narration. Therefore, what counts is the intention.

Lo spacca in mille pezzi e te lo restituisce come fosse il tuo.

La voce narrante è la mia. Registrata, non in studio. Voce più ruvida. Registrata in una stanza, quella in cui scrivo e progetto. Sono io, per nulla asettica, e anzi parziale e partecipe di quello che racconto.

Gianna Mazzini

Nell’idea di chi guarda prevale l’aspetto di una narrazione più scientifica legata ai fatti, alle epoche, alla realtà storica. E invece il documentario, proprio perché si suppone reale, è la forma di racconto più soggettiva che c’è. Dunque quello che conta è l’intenzione.

Svelo subito che sono io a raccontare.

Parlare alle persone giovani. A chi coltiva il disincanto. O a chi non ha avuto molte occasioni di frequentare l’arte, che è un modo di guardare alle cose che non si ferma mai. Trovare i salti nel tempo. Perché l’arte ha questa specialità, rompe il tempo.

CIVILISATIONSCASTING - THE VITAL SPARK FRANCESCO ARENA - LINEA DI 18,53 KM FRIDA KAHLO, DIEGO RIVERA, UNE PASSION DÉVORANTE

ART21 - JOHANNESBURG: ROBIN RHODE, ZANELE MUHOLI MAPPLETHORPE: LOOK AT THE PICTURES

BASQUIAT: RAGE TO RICHES

ART21 - BARBARA KRUGER, JULIE MEHRETU

ARTEedintorni FOTOGRAFIAARCHITETTURA 57565352484746454443424140393837363534333231302928

ART21 - BERLIN: NATHALIE DJURBERG & HANS BERG, OLAFUR ELIASSON, HIWA K, SUSAN PHILIPSZ

ANDY GOLDSWORTHY: LEANING INTO THE WIND

JAAR, LAMENT OF THE IMAGES

LAWRENCE CARROLL - FINDING A PLACE LE FAUSSAIRE DE VERMEER LUNE - GIANCARLO NERI

MAURIZIO CATTELAN: BE RIGHT BACK ONE MINUTE ART HISTORY

THE HIDDEN FACE OF AMERICAN ART THE TRIUMPHS AND LAMENTS OF WILLIAM KENTRIDGE

LE LOUVRE ABU DHABI, CRÉATION D’UN MUSÉE UNIVERSEL MÉDIACITÉ - LA GALERIE MARCHANDE D’UN DESIGNER

RACHEL WHITEREAD - GHOST IN THE ROOM RENATO SOUNDINGSMAMBOR2018- LUCIA ROMUALDI & FRANCESCO DE GREGORI TERRES BARCELÓ

L’ARTE VIVA DI JULIAN SCHNABEL

TEATRO SAN

GIOVEDÌCARLO|11

OTTOBRE 2018

20.00 - INAUGURAZIONE

ARTE E DINTORNI SOUNDINGS 2018 - LUCIA ROMUALDI & FRANCESCO DE GREGORI Paolo Pittoni, Lucia Romualdi, Italia, 2018, 8’ Soundings 2018 è un lavoro sul concetto di lontananza che indica percorsi visivi e sonori sulle note di Cardiologia, la canzone che Francesco De Gregori rivisita e ritrascrive in dialogo con le “partiture di luce” di Lucia Romualdi.

Il film racconta la storia di Jean-Michel Basquiat attraverso interviste esclusive alle sue sorelle Lisane e Jeanine, ai suoi amici più intimi, ai suoi amanti e agli artisti e galleristi che lo hanno frequentato, introducendoci nella fervente atmosfera artistica newyorkese degli anni ‘80.

ARTE E DINTORNI BASQUIAT: RAGE TO RICHES David Shulman, Stati Uniti, Svizzera, 2017, 89’, inglese

22.30 - FOTOGRAFIA

17.00 - ARTE E DINTORNI

OTTOBRE 2018

TEATRO

Fin dagli anni ‘90 Berlino ha accolto artisti provenienti da ogni parte del mondo. Questo film esplora il lavoro di alcuni dei più noti artisti stabilitisi nella città tedesca: Nathalie Djurberg & Hans Berg, Olafur Eliasson, Hiwa K, Susan Philipsz.

François Lévy-Kuentz, Francia, 2017, 54’, inglese Alla fine della Seconda guerra mondiale centinaia di artisti europei si rifugiarono a New York. In questo contesto di grande fermento culturale una nuova generazione di artisti, fra cui Pollock, Rothko, de Kooning, emerse sotto la bandiera comune dell’Espressionismo astratto.

Patrick Ladoucette, Francia, 2017, 53’, francese All’incrocio tra Occidente e Medioriente, la costruzione del Louvre di Abu Dhabi, progettata da Jean Nouvel, è un’avventura architettonica tra tradizione e modernità.

THE HIDDEN FACE OF AMERICAN ART

Catherine Aventurier, Francia, 2017, 53’, francese Il documentario esplora l’affascinante storia di Frida Kahlo e Diego Rivera e ci mostra come questo incontro passionale e professionale abbia rivoluzionato un intero paese.

Fenton Bailey, Randy Barbato, Stati Uniti, Germania, 2016, 108’, inglese, sottotitoli italiano Le testimonianze di amici, modelli, familiari, collaboratori e la pertecipazione speciale di Patti Smith, si intrecciano a interviste nelle quali Robert Mapplethorpe racconta la sua vita.

| 12

19.20 - ARTE E DINTORNI

Ian Forster, Stati Uniti, 2018, 17’, inglese Barbara Kruger usa immagini prese da contesti diversi e vi sovrappone brevi frasi di denuncia. Julie Mehretu ricontestualizza la storia della pittura paesaggistica americana mettendo a confronto le sue visioni sublimi con la dura realtà.

Maurizio Finotto, Italia, 2012, 10’, animazione

18.10 - ARTE E DINTORNI LAWRENCE CARROLL, FINDING A PLACE

FRIDA KAHLO, DIEGO RIVERA, UNE PASSION DÉVORANTE

19.40 - ARTE E DINTORNI ART21 - BARBARA KRUGER, JULIE MEHRETU

21.20 - ARTE E DINTORNI

LE LOUVRE ABU DHABI, CRÉATION D’UN MUSÉE UNIVERSEL

VENERDÌ

Simona Ostinelli, Svizzera, 2018, 53’, italiano, inglese

16.00 - ARCHITETTURA

21.10 - ARTE E DINTORNI

Rafael Salazar, Ava Wiland, Stati Uniti, 2018, 56’, inglese

Lawrence Carroll da oltre trent’anni porta avanti una ricerca sul monocromo. Il film lo segue a New York, nel suo studio di Bolsena e in Svizzera mentre prepara una retrospettiva al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto.

Le opere dell’artista Sissi prendono vita in questa animazione di Maurizio Finotto. Il video narra la nascita di una famiglia di dieci Aspiranti Aspiratori che aspirano a diventare purificatori.

MAPPLETHORPE: LOOK AT THE PICTURES

CASTING

AUGUSTEO

ART21 - BERLIN: NATHALIE DJURBERG & HANS BERG, OLAFUR ELIASSON, HIWA K, SUSAN PHILIPSZ

JAAR, LAMENT OF THE IMAGES

17.30 - ARTE E DINTORNI TERRES BARCELÓ *

Paula Rodríguez Sickert, Cile, 2017, 77’, spagnolo, inglese

Il documentario ci racconta la storia personale e la carriera del celebre artista e regista Julian Schnabel, dagli esordi della sua vita professionale nella New York City di fine anni ‘70, ai ferventi anni ‘80 in cui fu consacrato come superstar, fino ai giorni d’oggi.

THE TRIUMPHS AND LAMENTS OF WILLIAM KENTRIDGE *

22.15 - ARTE E DINTORNI

| 13

L’ARTE VIVA DI JULIAN SCHNABEL *

OTTOBRE 2018

20.30 - ARTE E DINTORNI

Le opere di Alfredo Jaar affrontano i grandi problemi che affliggono alcune aree del mondo, come l’immigrazione al confine tra Messico e Stati Uniti, il genocidio in Ruanda o il colpo di stato militare in Cile. La colonna sonora del film è opera di suo figlio Nicolás Jaar, uno dei musicisti più influenti nel mondo dell’elettronica.

TEATRO AUGUSTEO

Christian Tran, Francia, 2017, 75’, francese Due grandi mostre di Miquel Barceló, alla Biblioteca Nazionale di Francia e al Museo Picasso di Parigi, ci offrono l’opportunità di approfondire il suo lavoro. Le sue opere imponenti ed effimere sono realizzate con la terra.

19.10 - ARTE E DINTORNI

Adam Low, Regno Unito, 2017, 63’, inglese Seguiamo William Kentridge a Roma mentre prepara il grande fregio lungo le sponde del Tevere e a Johannesburg, sua città natale e fonte di ispirazione. Cresciuto durante l’apartheid, la sua arte riflette la turbolenta storia politica del Sudafrica.

16.00 - ARTE E DINTORNI

MAURIZIO CATTELAN: BE RIGHT BACK

SABATO

Pappi Corsicato, Italia, 2017, 84’, inglese, sottotitoli italiano

A partire dalla fine degli anni ‘80 e nel corso della sua trentennale carriera, Cattelan ha sconvolto il mondo dell’arte contemporanea e ha continuato a provocare fino alla sua ultima mostra nel 2011, al Guggenheim Museum di New York.

Maura Axelrod, Stati Uniti, 2016, 90’, inglese, sottotitoli italiano

D’UN DESIGNER

Il film mostra l’installazione luminosa composta da sessanta lune disseminate nel centro storico di Spoleto realizzata da Giancarlo Neri nel 2017 per celebrare i sessant’anni del Festival dei Due Mondi.

Duccio Brunetti, Italia, 2018, 7’

Frédéric Tonolli, Francia, 2017, 53’, francese Han Van Meegeren è stato uno dei più grandi contraffattori di tutti i tempi. Durante la Seconda guerra mondiale riuscì a vendere per cifre altissime i suoi falsi Vermeer. Raggirò numerosi direttori di musei e collezionisti, compreso il Maresciallo del Reich Hermann Goering.

16.00 - ARCHITETTURA MÉDIACITÉ - LA GALERIE MARCHANDE

Cao Shu, Cina, 2015, 1’27”, animazione In questa animazione sperimentale il regista Cao Shu ha rappresentato l’intera storia dell’arte in un minuto.

19.10 - ARTE E DINTORNI FRANCESCO ARENA - LINEA DI 18,53 KM

Il regista segue la realizzazione di un’opera site specific di Francesco Arena. Un cuneo di bronzo bianco, alto 3 metri, è piantato per quasi tutta la sua altezza nel terreno del giardino di una casa napoletana. Un angolo della scultura è stato “strappato” e gettato nel cratere del Vesuvio. La distanza tra le due parti è la linea immaginaria di 18,53 km che dà il titolo all’opera.

ONE MINUTE ART HISTORY

ARTE E DINTORNI

| 14

OTTOBRE 2018

LE FAUSSAIRE DE VERMEER

Domenico Palma, Italia, 2018, 6’

16.35 - ARTE E DINTORNI

Tim Niel, Regno Unito, 2017, 60’, inglese

Il film esplora il destino dell’arte in un mondo tecnologico e materialista attraverso le opere di grandi artisti come Ai Weiwei, Kara Walker, Andy Warhol, Anselm Kiefer, Michal Rovner.

18.00 - ARTE E DINTORNI CIVILISATIONS - THE VITAL SPARK

Juliette Garcias, Francia, 2016, 26’, francese La Médiacité è un enorme centro commerciale con una copertura lunga oltre 350 metri, costruito nel 2009 a Liegi per rivitalizzare una vecchia zona industriale in dismissione. Progettato dal designer israeliano Ron Arad, l’edificio rivoluziona le tipologie stereotipate dell’architettura commerciale.

17.45 - ARTE E DINTORNI LUNE - GIANCARLO NERI

DOMENICA

TEATRO AUGUSTEO

Gianna Mazzini, Italia, 2017, 47’, italiano Uno sguardo intimo e inedito sulle opere e la vita di Renato Mambor, artista della Scuola romana di Piazza del Popolo. La regista ha instaurato con Mambor un rapporto di amicizia profonda, seguendolo per quindici anni fino al giorno della sua scomparsa.

19.20 - ARTE E DINTORNI RENATO MAMBOR

Thomas Riedelsheimer, Germania, Scozia, 2016, 93’, inglese, portoghese

In questo film vediamo la scultrice britannica Rachel Whiteread mentre prepara una grande retrospettiva alla Tate Britain di Londra. Rivisitiamo anche il controverso lavoro intitolato House, una replica in scala reale dell’interno di una casa nell’East End di Londra.

Morag Tinto, Scozia, 2017, 63’, inglese

20.30 - ARTE E DINTORNI RACHEL WHITEREAD - GHOST IN THE ROOM

Ian Forster, Stati Uniti, 2018, 30’, inglese Il film è girato a Johannesburg e dedicato agli artisti Robin Rhode e Zanele Muholi. Rhode crea murales che fungono da sfondo per i suoi lavori fotografici, mentre Muholi denuncia, attraverso le sue fotografie, la violenza contro le comunità LGBT in Sudafrica.

21.45 - FOTOGRAFIA ART21 – JOHANNESBURG: ROBIN RHODE, ZANELE MUHOLI

Il documentario segue Andy Goldsworthy durante la realizzazione di alcuni dei suoi progetti più recenti di Land art, mostrandoci la sua arte e il suo vivere in simbiosi con la natura.

22.30 - ARTE E DINTORNI ANDY GOLDSWORTHY: LEANING INTO THE WIND

Sixteen years after the release of Rivers and Tides, Thomas Riedelsheimer has once again encountered artist Andy Goldsworthy and has explored his work during this long period of time. Leaning into the Wind completely unveils the artist’s spirit, revealing the visual and conceptual power of his art. The works of Andy Goldsworthy are made exclusively with natural materials such as rocks, leaves, branches, ice, snow or rain and, taking advantage of atmospheric conditions, he physically interacts in an intense dialogue between man and nature.

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REGIA Thomas Riedelsheimer

Germania, Scozia, 2016, 93’, inglese, portoghese

ANDY

MONTAGGIO Thomas Riedelsheimer

LEANINGGOLDSWORTHY:INTOTHEWIND

FOTOGRAFIA Thomas Riedelsheimer

SUONO Douglas Fairgrieve, Tobias Müller, Felix Riedelsheimer, Ford Folliard PRODUZIONE Skyline Productions, Filmpunkt GmbH

MUSICA Fred Frith

Thomas Riedelsheimer è nato nel 1963 e ha studiato Cinema e Televisione a Monaco di Baviera dove vive e lavora. È scrittore, regista e fotografo. Dal 2006 è docente alla Filmakademie Ludwigsburg. Nel 2008 ha fondato con Stefan Tolz la casa di produzione cinematografica Filmpunkt GmbH. Ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali per il cinema e la televisione e ha partecipato a numerosi festival. È membro della German and European Film Academy. Tra i suoi film ricordiamo: Rivers and Tides, 2000; Seelenvögel, 2009; Garden in the Sea, 2011; Breathing Earth: Susumu Shingu’s Dream, 2012; The Colour of Yearning, 2016.

Sedici anni dopo l’uscita del film Rivers and Tides, Thomas Riedelsheimer incontra di nuovo l’artista Andy Goldsworthy ed esplora l’evoluzione del suo lavoro durante questo lungo lasso di tempo. Leaning into the Wind, “affidarsi al vento”, mette a nudo lo spirito dell’artista rivelando la forza visiva e concettuale della sua arte. Andy Goldsworthy crea le sue opere usando unicamente materiali come pietre, foglie, rami, ghiaccio, neve o pioggia, sfruttando le condizioni atmosferiche e interagendo fisicamente in un intenso dialogo con la natura.

REGIA Ian FOTOGRAFIAForsterJohn Marton, Anne Misselwitz

Ian Forster è produttore e regista presso la società di produzione Art21. Dal 2009, anno in cui è entrato a far parte della società, ha partecipato a cinque stagioni di Art in the Twenty-First Century e a William Kentridge: Anything Is Possible. Ha supervisionato la serie digitale Extended Play producendo oltre cento brevi ritratti di artisti. Nel 2013 ha creato e diretto Artist to Artist una serie di video online di conversazioni tra artisti registrate durante le varie biennali internazionali in Italia, Turchia, Emirati Arabi e Stati Uniti.

Barbara Kruger layers found photographs from existing sources with pithy and aggressive text that involves the viewer in the struggle for power and control that her captions speak to. This documentary traces Krugers’s 40 year career from her start as a designer at Condé Nast to a recent outdoor public art project in a Manhattan skatepark. Julie Mehretu recontextualizes the history of American landscape painting by merging its sublime imagery with the harsh realities not depicted. Collaborator Jason Moran, a composer and jazz pianist, joins Mehretu in the studio to create a musical arrangement inspired by her improvisational process of markings and erasure.

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ART21 - BARBARA KRUGER, JULIE MEHRETU

Stati Uniti, 2018, 17’, inglese

MONTAGGIO Anna Gustavi

MUSICA Cloudjumper, Outrun, Lee Rosevere

PRODUZIONE Art21

Barbara Kruger usa immagini prese da vari contesti e vi sovrappone brevi frasi di denuncia che inducono l’osservatore a riflettere sulla lotta per il potere e il controllo della società. Il film ripercorre gli oltre quarant’anni di carriera dell’artista, dai suoi esordi come designer nel gruppo Condé Nast fino a un recente progetto di arte pubblica in uno skatepark di Manhattan. Julie Mehretu ricontestualizza la storia della pittura paesaggistica americana mettendo a confronto le sue visioni sublimi con la dura realtà. Il collaboratore Jason Moran, compositore e pianista jazz, segue l’artista nello studio per creare un arrangiamento musicale ispirato al suo processo creativo fatto di segni improvvisati e cancellature.

Stati Uniti, 2018, 56’, inglese

MONTAGGIO Thomas Niles

REGIA Rafael Salazar, Ava Wiland

Il film esplora le tecniche e le diverse sensibilità di cinque artisti che lavorano a Berlino. Olafur Eliasson crea sculture e installazioni spettacolari usando elementi naturali come la luce, l’acqua e l’aria per alterare la percezione sensoriale dell’osservatore e proporre nuove soluzioni a problemi globali come i cambiamenti climatici. Nathalie Djurberg e Hans Berg creano inquietanti film d’animazione con sculture in plastilina che si muovono al ritmo di ipnotiche colonne sonore. Le sculture, i video e le performance dell’artista curdo-iracheno Hiwa K intrecciano la sua storia personale con la grande storia delle migrazioni e dei rapporti tra Oriente e Occidente. Susan Philipsz considera il suono come un oggetto scultoreo: usando fonti musicali storiche crea nuove e suggestive installazioni sonore.

FOTOGRAFIA Rafael Salazar

This film explores the diversity of practice and sensibilities of five artists that are based in Berlin. Olafur Eliasson produces epic, technically sophisticated sculptures and installations, using natural elements like light, water and air to alter viewers’ sensory perceptions and to offer solutions to global problems such as climate change. Nathalie Djurberg and Hans Berg, creates unsettling animated films with clay sculptures which move to the rhythm of hypnotic sound tracks. The sculptures, videos, and performances by the Iraqi-Kurdish artist Hiwa K mix his biography with the larger story of migration and East-West relations. Susan Philipsz treats audio as a sculptural object using musical historical-resonant sources to create unexpectedly haunting and lyrical installations.

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ART21 - BERLIN: NATHALIE DJURBERG & HANS BERG, OLAFUR ELIASSON, HIWA K, SUSAN PHILIPSZ

MUSICA Joel PRODUZIONEPickardArt21

Rafael Salazar e Ava Wiland vivono a Brooklyn e sono produttori, registi e direttori della fotografia, specializzati in documentari sull’arte e sugli artisti contemporanei. Collaborano con varie case di produzione, televisioni e musei tra cui Art21; Arte TV, Francia/Germania; il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti; TATE; il Bronx Museum e il Whitney Museum of American art.

PRODUZIONE BBC, PBS

David Shulman è originario di New York e risiede nel Regno Unito. È regista e produttore. I suoi documentari spaziano tra storia, scienza e arte e hanno vinto numerosi premi. Recentemente ha diretto e prodotto due lungometraggi per la BBC: The World’s Richest Art Dynasty, girato tra Roma, Siena, Londra, Los Angeles e San Francisco, in cui esamina l’eredità culturale di tre generazioni della famiglia Getty; Dirt & Deeds in Mississippi, sul ruolo fondamentale esercitato dai proprietari terrieri neri nella rivoluzione americana per i diritti civili. Ha in produzione un lungometraggio che svela come l’arte del rinascimento italiano fornisca indizi sulle relazioni razziali e sociali nell’Italia del XV e XVI secolo.

BASQUIAT: RAGE TO RICHES

MONTAGGIO Lennaart Van Oldenborgh

SUONO Donna Molesworth

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Stati Uniti, Svizzera, 2017, 89’, inglese

MUSICA James Chance

Il successo e la tragedia di Jean-Michel Basquiat che da semplice ragazzino di Brooklyn con la sua energia creativa e la sua arte visionaria riesce a conquistare il mondo dell’arte e muore tragicamente di overdose a soli ventisette anni. Il film propone interviste esclusive con le sorelle Lisane e Jeanine che per la prima volta parlano davanti a una telecamera della sua storia personale e della sua arte. Intervengono anche i galleristi Bruno Bischofberger, Annina Nosei, Larry Gagosian e Mary Boone che molto hanno contribuito al successo di Basquiat ma che a loro volta devono a lui gran parte della loro fortuna. Alcuni dei suoi amici più intimi, gli amanti e altri artisti ci parlano di denaro, di droga e dei continui attacchi di razzismo che Basquiat doveva affrontare quotidianamente e che denunciava nei suoi lavori.

The story of triumph and tragedy as Jean-Michel Basquiat, a kid from Brooklyn, conquers the art world with his explosive creative energy and visionary art but who dies from a drug overdose at the tragically young age of 27 in 1988. This film features exclusive interviews with his sisters Lisane and Jeanine who have never before talked about their brother and his art on camera. Other contributors include art dealers such as Bruno Bischofberger, Annina Nosei, Larry Gagosian and Mary Boone who helped fuel Basquiat as he rocketed to art world fame but whose own careers and fortunes may have benefited just as much. Some of his most trusted friends, lovers, and fellow artists reveal the cash, the drugs, and the pernicious racism which Basquiat encountered on a daily basis and how Basquiat fought racism with his art.

REGIA David FOTOGRAFIAShulmanMarkMolesworth, David Shulman

This animated video realized by Maurizio Finotto using stop motion animation, narrates the birth of a family of ten Aspiring Aspirators: ten potential characters aspiring to become purifiers. Each Aspiring Aspirator created by the artist Sissi, has its own well-defined identity and a name which reveals a key concept coherent with its form and its function. In a very original casting, the Aspiring Aspirators present the public with their genesis initiated upon request of the Ermanno Casoli Foundation and of the Elica company which asked the artist for her reflections on the theme of air purification.

Il video di animazione realizzato da Maurizio Finotto con la tecnica dello stop motion, narra la nascita di una famiglia di dieci Aspiranti Aspiratori: dieci potenziali personaggi che aspirano a diventare purificatori. Ogni Aspirante Aspiratore, creato dall’artista Sissi, ha un’identità ben definita e con un nome che indica un concetto chiave, coerente con la sua forma e la sua funzione. Attraverso un originale casting, gli Aspiranti Aspiratori presentano al pubblico la loro genesi iniziata per commissione della Fondazione Ermanno Casoli e dell’azienda Elica che ha chiesto all’artista una riflessione sul tema della purificazione dell’aria.

Maurizio Finotto, nato a Venezia nel 1968, vive e lavora a Bologna. È regista, autore e artista. Ha scritto e realizzato cortometraggi, documentari e video d’arte e partecipa a Festival nazionali e internazionali. Tra gli ultimi lavori ricordiamo: Disincantoiconico, film su Luigi Ontani; Kintsugi Emilia, video installazione presentata alla Triennale di Milano nell’ambito della mostra Terreferme; Manutenzione dei sogni. Omaggio a Federico Fellini, spettacolo multimediale scritto e interpretato da Ermanno Cavazzoni; Vita, morte e miracoli, personale presentata al Museo d’Arte Moderna di Bologna. È inoltre docente di Linguaggi e tecniche dell’audiovisivo all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

REGIA Maurizio Finotto FOTOGRAFIA Marcello Dapporto MONTAGGIO Filippo Marino, Cristian Todorović SUONO Enzo PRODUZIONECasucciElica,Fondazione Ermanno Casoli

CASTING

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Italia, 2012, 10’, animazione

MONTAGGIO Andrea Carnevali

PRODUZIONE BBC, Nutopia

Questo documentario indaga il destino dell’arte nel mondo tecnologico e materialista contemporaneo e pone una domanda centrale: l’arte deve rifugiarsi in uno spazio proprio, lontano dalla realtà, o deve immergersi nel caos della vita moderna? Attraverso le opere di Ai Weiwei, Kara Walker, Andy Warhol, Anselm Kiefer, Michal Rovner il film cerca risposte a queste domande. La conclusione è intrisa di speranza: l’arte e la creatività rappresentano comunque un modo per trascendere gli orrori del nostro tempo.

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MUSICA Tandis Jenhudson

REGIA Tim FOTOGRAFIANielPatrick

Regno Unito, 2017, 60’, inglese

CIVILISATIONS - THE VITAL SPARK

Acum, Hanna Abu Saada, Ardon Bar-Hama, Duane McClunie, Alastair McCormick, Johann Perry, David Wright

This documentary explores the fate of art in today’s technological, materialistic world and poses one, fundamental question: should art create a realm far removed from reality where one can find refuge or should it completely plunge into the chaos of modern life? Through the works of Ai Weiwei, Kara Walker, Andy Warhol, Anselm Kiefer, Michal Rovner, the film attempts to provide an answer to these questions. The conclusion is imbued in hope: art and creativity thus represent a manner to transcend the horrors of our times.

Tim Niel vive a Glasgow. Nel corso della sua lunga carriera presso la BBC ha realizzato numerosi film sull’arte lavorando con i maggiori artisti britannici e storici dell’arte. Tra i suoi lavori più recenti segnaliamo: An Art Lovers’ Guide, con gli storici dell’arte Janina Ramirez e Alastair Sooke; The Silk Road; Premium Bond, con Mark Gatiss & Matthew Sweet; Catching History’s Criminals: The Forensics Story; The Culture Show; Hilary Mantel: Case Histories; Gaga: The Mother Monster.

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Dal giardino di una casa napoletana si vede il Vesuvio. Le curve del vulcano separano il mare dal cielo. Un cuneo di bronzo bianco alto tre metri è piantato per quasi tutta la sua altezza nel terreno del giardino. Il cuneo, prima di essere realizzato in bronzo, è stato modellato in creta e vi è stato strappato un angolo, a sua volta poi fuso in bronzo. Quest’ultimo pezzo è stato gettato nel cratere del Vesuvio: la distanza tra le due parti della scultura è una linea immaginaria di 18,53 km che dà il titolo all’opera di Francesco Arena. Vesuvius can be seen in the distance from the garden of a Neapolitan house. The curves of the volcano separate the sea from the sky. A white bronze wedge, some 3 meters in height, has been planted for almost its entire length in the earth of the garden. Before its realization in bronze, the wedge was modelled in clay and a corner was torn away which was then, in turn, cast in bronze. This piece of corner was subsequently thrown into the crater of the Vesuvius: the distance between the two parts of the sculpture is a virtual line of 18,53 km for which the work by Francesco Arena is named.

REGIA Domenico Palma FOTOGRAFIA Domenico Palma MONTAGGIO Domenico Palma PRODUZIONE Renato Magaldi

FRANCESCO ARENALINEA DI 18,53 KM

Italia, 2018, 6’

Regista dal 2009, Domenico Palma è specializzato nella produzione di documentari e film sull’arte contemporanea. Documenta, a stretto contatto con gli artisti, le fasi della realizzazione di un’opera, in particolare opere site specific o installazioni. Collabora con numerosi musei, fondazioni e gallerie. Ha realizzato, tra gli altri, documentari sulle mostre di Carl Andre, Alberto Giacometti, Josef Albers, Robert Motherwell, Gabriel Kuri, VALIE EXPORT, Francesco Vezzoli, Pawel Althamer, Marlene Dumas, Danh Vō, Martin Kippenberger, Maria Lassnig, John Armleder. Sul lavoro di Francesco Arena ha già realizzato diversi film, tra cui: Masse Sepolte, 2013; Posatoi, 2014; Novantatre miliardi di albe, 2017.

PRODUZIONE Philippe Molins, Caroline Broussaud

Catherine Aventurier è nata a Saint-Etienne e ha studiato montaggio audiovisivo. Ha esordito curando il montaggio di programmi sul cinema presso il canale televisivo M6. Passata in seguito a France 5 come montatrice della serie culturale Ubik, dopo due anni ne assume la regia. Ha diretto la trasmissione Un soir au musée, poi rinominata La Galerie France 5; una serie di quattro film intitolata La route de l’art e una serie di sette documentari basati sul rapporto di parentela o sull’influenza reciproca tra due artisti. Tra questi: Le génie des Renoir, de père en fils; Vincent Van Gogh, Paul Gauguin, duel sous le soleil du Midi.

SUONO Franck Cassar

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Francia, 2017, 53’, francese

MUSICA Laurent Ferlet

FOTOGRAFIA José Ramirez, Gregory Mamou

REGIA Catherine Aventurier

MONTAGGIO Emmanuel Baert

FRIDA KAHLO, DIEGO RIVERA, UNE PASSION DÉVORANTE

La tormentata storia d’amore e di passione tra due dei più celebri artisti messicani del ventesimo secolo: Frida Kahlo e Diego Rivera. Due personalità complesse, entrambi difensori del Messico e innamorati della pittura. Il documentario esplora la loro storia affascinante e ci mostra come questo incontro, passionale e professionale, abbia rivoluzionato un intero paese.

The tumultuous story of love and passion between two of Mexico’s most celebrated twentieth century artists: Frida Kahlo and Diego Rivera. Two complex personalities, both defenders of Mexico and passionately in love with painting. The documentary explores their fascinating story and reveals how, both in terms of passion and profession, this encounter revolutionized an entire country.

REGIA Paula Rodríguez Sickert FOTOGRAFIA John Marquez, Enrique Stind MONTAGGIO Titi Viera Gallo MUSICA Nicolás Jaar, Nascuy Linares

Il film descrive il processo creativo dell’artista cileno Alfredo Jaar. Le sue opere affrontano i grandi problemi che affliggono diverse aree del mondo, come l’immigrazione al confine tra Messico e Stati Uniti, il genocidio in Ruanda o il colpo di stato militare in Cile. Jaar ritiene che nella nostra società l’arte rappresenti “l’ultimo angolo di libertà” e considera il suo lavoro come un atto di resistenza. Ripercorriamo alcune delle sue principali mostre tra Helsinki, Venezia, Buenos Aires, Santiago e New York accompagnati dalla colonna sonora composta da suo figlio Nicolás Jaar, uno dei musicisti più acclamati nel mondo della musica elettronica.

This film observes Alfredo Jaar’s creative process. His works address big issues in different parts of the world, such as immigration at the Mexico and USA border, genocide in Rwanda or the military coup in Chile. Jaar believes that art is “the last place of freedom” in our society and he displays his work as an act of resistance. This is the first film done about this great artist and is also a journey through his work, with exhibitions in Finland, Venice, Buenos Aires, Santiago and New York. The soundtrack of the documentary is by his son Nicolas Jaar, one of the most influential musicians of the world current electronica.

SUONO Boris Herrera, Shinya Kitamura PRODUZIONE Errante Producciones, Visionafilm

JAAR, LAMENT OF THE IMAGES

Paula Rodríguez Sickert è nata in Cile nel 1963. Ha intrapreso la carriera professionale come regista di documentari e giornalista televisiva. Nel suo lavoro affronta prevalentemente questioni che riguardano l’America Latina. Organizza laboratori audiovisivi in varie parti del Cile per sensibilizzare i giovani sui problemi ambientali. Molti dei suoi film tra cui First Steps, Pinochet’s Children e Isabel Allende sono stati premiati in vari festival e vengono trasmessi dalle televisioni di tutto il mondo. Tra i suoi lavori ricordiamo inoltre: De tierra del fuego a Tijuana, 2010; Tengo este sueño, 2012; It´s Only the Beginning, 2013; Muertes anunciadas, 2014.

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Cile, 2017, 77’, spagnolo, inglese

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L’ARTE VIVA DI JULIAN SCHNABEL

Italia, 2017, 84’, inglese, sottotitoli italiano

REGIA Pappi

PRODUZIONE Buena Onda con Rai Cinema

Una descrizione intima ed emozionale dell’approccio di Julian Schnabel al lavoro e alla vita: l’amato pigiama di seta, la dimora di Montauk a Long Island e quella nel palazzo in stile veneziano nel West Village di Manhattan. Schnabel viene ritratto mentre è intento a dipingere, ad allestire nuove mostre in giro per il mondo e in parallelo nella sua vita privata, in vacanza con la famiglia e con i suoi amici più intimi. Il lavoro di ricerca negli archivi personali dell’artista, le testimonianze di amici, familiari, attori e artisti, tra i quali Al Pacino, Mary Boone, Jeff Koons, Bono Vox, Laurie Anderson, danno vita a un ritratto affascinante e rivelatore di uno degli artisti più anticonformisti e irrequieti del panorama contemporaneo. Viene approfondita anche la sua passione per il cinema che lo porta a realizzare film come Basquiat, Prima che sia notte, Lo scafandro e la farfalla.

ORGANIZZAZIONEMUSICAMONTAGGIOFOTOGRAFIACorsicatoPappiCorsicatoTommasoGalloneGabrieleRobertoGENERALE

Daniele Orlando

An intimate, emotional description of Julian Schnabel’s approach to his work and his life: his beloved silk pajamas, his residence on Montauk Long Island and the Venetian style palazzo in Manhattan’s West Village. Schnabel is depicted intent on painting and setting up new exhibitions around the world and at the same time in his private life, on holiday with his family and closest friends. The new film delves into the artist’s personal archives and the testimony of friends, family, actors and artists, including Al Pacino, Mary Boone, Jeff Koons, Bono Vox, Laurie Anderson, as they give life to a fascinating and revealing portrait of one of the contemporary scene’s most unconventional and restless artists. The film also provides an in-depth view of his passion for cinema which led him to realize films such as Basquiat, Before Night Falls, The Diving Bell and the Butterfly.

Pappi Corsicato è nato a Napoli nel 1960. Ha studiato danza, coreografia e recitazione a New York. Nel 1993 ha scritto e diretto il suo primo film, Libera, che vince il Ciak d’Oro e la Grolla d’Oro per il migliore lungometraggio. Tra i suoi film: Buchi Neri; un episodio del film collettivo I Vesuviani; Il seme della discordia; Il volto di un’altra. Dal 1994 ha diretto oltre quaranta video-documentari su artisti contemporanei fra i quali: Richard Serra, Jeff Koons, Robert Rauschenberg, Jannis Kounellis, Anish Kapoor e Gilbert & George, alcuni proiettati anche alla Tate Modern di Londra e al Centre Pompidou di Parigi. Inoltre ha curato la regia e l’allestimento scenico di opere liriche come Carmen nel 2000 al Teatro San Carlo di Napoli e La voce umana al Ravello Festival nel 2006.

MUSICA Roberto Pianca

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FOTOGRAFIA Nicola Genni

MONTAGGIO Gianni Schmidhauser

PRODUZIONE PIC FILM SA, Nicola Genni

Svizzera, 2018, 53’, italiano, inglese

Lawrence Carroll, the great interpreter of monochrome, has pursued his work with profound coherence and dedication to the language of painting for more than thirty years. The film is a moving glimpse into the artist’s journey, from New York, where his adventure began, to Bolsena, where he is currently living. We accompany him in Switzerland as he prepares a retrospective at the Vincenzo Vela Museum in Ligornetto.

SUONO Riccardo Studer, Paolo Logli, Michael Solomon

LAWRENCE CARROLLFINDING A PLACE

REGIA Simona Ostinelli

Simona Ostinelli è nata a Mendrisio ed è storica dell’arte e giornalista professionista. Esperta di arte contemporanea, ha curato diverse esposizioni per musei della Svizzera italiana ed è critica d’arte per il Corriere del Ticino. Dal 2003 al 2016 ha lavorato per la RSI, per la quale ha realizzato reportage e una serie di documentari su artisti tra cui Daniel Spoerri, Giosetta Fioroni, Stefano Arienti, Michelangelo Pistoletto, Medhat Shafik. Tra i suoi film ricordiamo: Piero e Raffaello, il furto del secolo, 2008; Progetto LAC, una sana follia urbana, 2015.

Lawrence Carroll, grande interprete del monocromo, da oltre trent’anni porta avanti la sua ricerca con profonda coerenza e dedizione al linguaggio della pittura. Il film è un viaggio emozionante nella storia dell’artista, da New York dove è iniziata la sua avventura fino a Bolsena dove vive attualmente. Lo seguiamo in Svizzera mentre prepara la retrospettiva al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto.

MONTAGGIO Serge Turquier

Frédéric Tonolli è nato nel 1959 ed è

LE FAUSSAIRE DE VERMEER

FOTOGRAFIA Guenady Glavitsky

MUSICA Jean-Michel Dunyach

PRODUZIONE mano a mano: Hélène Chevereau & Christian Le Peutrec

Dismissed by critics who were unable to recognize any talent in his works, the Dutch painter Han Van Meegeren became a self-taught chemist and a master forger. He was one of the twentieth century’s most skilled forgers and during the Second World War managed to sell for enormous amounts of money his false Vermeers, which perfectly reproduced the painter’s technique and style. Van Meegeren even managed to fool numerous museum directors and collectors including Reich Marshal Hermann Goering.

cameraman e regista. Ha filmato e diretto molti documentari per varie emittenti televisive pubbliche. Ha vinto numerosi premi, tra cui il prestigioso Albert Londres Prize. Tra i suoi film ricordiamo: Le secret des sept soeurs, l’histoire inavouable du pétrole, 2011; Sarajevo mon amour, 2012; Berlin mon amour, 2013; Normandie Niémen, les pilotes français à l’étoile rouge; André Mare, caméléon de la grande guerre; Belfast mon amour; Bagdad mon amour, 2014; Tuez Hitler, la chance du Diable, 2015; Bassorah, la Venise oubliée; Karabagh; La guerre des étoiles, le gigantesque bluff de Ronald Reagan, 2016; Moscou, la révolution de béton, 2017.

Ignorato dai critici che non gli riconoscevano nessun talento, il pittore olandese Han Van Meegeren diventò un chimico autodidatta e un abile falsario. Fu uno dei più esperti contraffattori del ventesimo secolo e durante la Seconda guerra mondiale riuscì a vendere per cifre altissime i suoi falsi Vermeer che riproducevano perfettamente la tecnica e lo stile del pittore. Van Meegeren riuscì a raggirare numerosi direttori di musei e collezionisti, compreso il Maresciallo del Reich Hermann Goering.

AUTORI Patrick Pesnot, Frédéric Tonolli

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REGIA Frédéric Tonolli

Francia, 2017, 53’, francese

SUONO Garspard Baudry

FOTOGRAFIA Riccardo Pompili

LUNE - GIANCARLO NERI

MUSICA Adam Freeland

MONTAGGIO Duccio Brunetti, Stefano Bonilli

PRODUZIONE Emaki immagine e comunicazione

Duccio Brunetti è nato a Spoleto nel 1991. Nel 2011 ha frequentato l’European Film College, scuola di cinema e arti visive in Danimarca. Ha lavorato come AD per produzioni cinematografiche quali: Ben Hur; Zoolander 2; Biblical Project; Mary Magdalene. Ha diretto diversi progetti, che vanno dai cortometraggi ai videoclip, ai documentari, alla video arte. Nel 2016 ha vinto il Nastro Azzurro Video Talent Award al Festival di Milano con l’opera TRIART e il premio Edison for Nature organizzato da Edison, con il documentario Gocce di energia. Durante il Festival dei Due Mondi di Spoleto, ha diretto il concerto Luci dal mondo esterno - 2016 di Jeff Mills con la Roma Sinfonietta Orchestra.

Italia, 2018, 8’

REGIA Duccio Brunetti

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In the solar system there are more than one hundred and fifty. Mars has two, Pluto has five, Neptune thirteen, Saturn twenty-one and Jupiter forty-seven. Only Venus and Mercury have none; why? We don’t know. What we do know is that we only have one satellite, the Moon. What if we had two? What if the Earth had sixty? Lune (Moons) tells the story of the luminous installation, sixty moons distributed throughout Spoleto’s historic center, that artist Giancarlo Neri did in the summer of 2017 to celebrate the sixty years of the Festival of Two Worlds.

Nel sistema solare se ne contano più di centocinquanta. Marte ne possiede due, Plutone cinque, Nettuno tredici, Saturno ventuno e Giove quarantasette. Solo Venere e Mercurio ne sono privi. Perché? Non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che noi di satelliti ne abbiamo uno, la Luna. E se ne avessimo due? E se la Terra ne avesse sessanta? Lune è il racconto dell’installazione luminosa composta da sessanta lune disseminate nel centro storico di Spoleto realizzate da Giancarlo Neri nell’estate del 2017 per celebrare i sessant’anni del Festival dei Due Mondi.

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MONTAGGIO Lyman Smith

PRODUZIONE Ninth Hour Productions, LLC

In questo documentario la regista Maura Axelrod racconta la carriera dirompente di Maurizio Cattelan intervistando curatori, collezionisti, personalità del mondo dell’arte ed ex fidanzate su ciò che ha reso straordinario questo visionario personaggio. A partire dalla fine degli anni ‘80 e nel corso della sua trentennale produzione, Cattelan ha sconvolto il mondo dell’arte contemporanea e ha continuato a provocare e ispirare fino alla sua mostra al Guggenheim Museum di New York, nel 2011. Con questa installazione, che presentava tutte le sue opere sospese al soffitto della famosa rotonda del museo, Cattelan ha deciso di porre fine alla sua meteorica carriera proprio al culmine del suo successo.

Maura Axelrod è redattrice e regista di documentari da oltre quindici anni. Ha iniziato la sua carriera come scrittrice e produttrice alla ABC News di New York e ha vissuto in Medio Oriente lavorando per AP Television News come corrispondente di guerra in Iraq e Afghanistan. Dopo cinque anni passati nella regione dei Caraibi tra Guantanamo e Haiti, ora vive a New York e in Colorado. Ha rinunciato ai reportage di guerra per dedicarsi al mondo affascinante e controverso dell’arte contemporanea.

FOTOGRAFIA Lucian Read, Yuri Ancarani

In this documentary filmmaker Maura Axelrod fascinatingly excavates Maurizio Cattelan’s disruptive and indelible career, interviewing curators, collectors, art-world luminaries, and ex-girlfriends on what makes this most compelling of conceptual visionaries tick. Over his thirty-year career, Cattelan continued to provoke and inspire, culminating in an all-encompassing installation and his retirement in 2011. His stunning exhibition at the Guggenheim Museum in New York City featured all of his works to date suspended from the ceiling of the world-famous museum’s rotunda, encapsulating a brief but meteoric career that Cattelan himself terminated at the height of his success.

REGIA Maura Axelrod

SUONO Jason McDaniel

MAURIZIO CATTELAN: BE RIGHT BACK

MUSICA Cassius

Stati Uniti, 2016, 90’, inglese, sottotitoli italiano

REGIA Cao Shu AIUTO REGIA Yuan Yi Chen Ye MONTAGGIO Xu Sijie, Meng Zibo MUSICA PRODUZIONEAir Cao Shu

ONE MINUTE ART HISTORY

Cao Shu racchiude l’intera storia dell’arte in un cortometraggio sperimentale che dura poco più di un minuto. Nel corso del film il personaggio centrale compie piccoli movimenti quotidiani come fumare una sigaretta, controllare l’ora o bere un drink e attraversa i diversi stili che hanno caratterizzato la storia dell’arte, dall’antico Egitto alla Pop art. Poco più di un minuto per lasciarsi incantare da questa incredibile animazione.

Cao Shu vive e lavora a Hangzhou, insegna alla China Academy of Art dal 2012. Realizza soprattutto film di animazione e installazioni. Le sue opere sono state esposte presso musei e gallerie in diversi paesi del mondo e fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private. Ha presentato i suoi lavori nei più importanti festival di settore e ha vinto premi come il New Narrative Award della Long Week of Short Films di Shangai e il Beijing International Short Film Festival Award.

Cina, 2015, 1’27”, animazione

Cao Shu captures the history of art in an experimental short film that lasts just over a minute. Throughout the film, the central character goes through the small motions of everyday movements like smoking a cigarette, checking the time and having a drink and goes through the different styles that have characterized the history of art, from ancient Egypt to Pop art. Just over one minute to review the most beautiful story in the world and let yourself be enchanted by this incredible animation.

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RACHEL WHITEREADGHOST IN THE ROOM

An intimate portrait of British sculptor Rachel Whiteread as she unpacks her life’s work for a major retrospective at Tate Britain in London. Her work explores themes of memory and absence, casting sculptural forms from familiar domestic objects from sinks and hot water bottles to living rooms and a terrace house. In this film we revisit Whiteread’s acclaimed and controversial work entitled House, a full scale replica of the interior of a terraced house in London’s East End, which fuelled a national debate about contemporary art. Rachel Whiteread recalls that turbulent day in 1993 when she became the first woman to win the Turner Prize and simultaneously learned that House was to be demolished and she would be obliged to accept a protest prize as the “worst artist in the world”.

REGIA Morag Tinto

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MONTAGGIO Allen Charleton, Jane Tubb

Scozia, 2017, 63’, inglese

PRODUZIONE BBC, Pacific Quay Productions

SUONO Ben Nimkin, Paul Parsons

Un ritratto intimo della scultrice britannica Rachel Whiteread mentre prepara una grande retrospettiva alla Tate Britain di Londra. Il suo lavoro esplora i temi della memoria e dell’assenza, creando calchi da semplici oggetti domestici come lavandini o borse dell’acqua calda, fino ad arrivare a calchi di stanze o case intere. In questo film rivisitiamo il controverso lavoro intitolato House, una replica in scala reale dell’interno di una casa nell’East End di Londra che alimentò un acceso dibattito sull’arte contemporanea. L’artista ricorda quel giorno del 1993 quando fu la prima donna a vincere il Turner Prize e nello stesso giorno apprese che House sarebbe stata demolita e che sarebbe stata obbligata ad accettare un premio di protesta come “peggiore artista del mondo”.

FOTOGRAFIA Morag Tinto

Morag Tinto è una documentarista nordirlandese. Il suo lavoro spazia in una vasta gamma di argomenti e situazioni. Ha girato nelle prigioni della Scozia; in Madagascar a bordo di una nave ospedaliera; a Vienna con una bambina prodigio compositrice durante la messa in scena della sua prima opera. Negli ultimi tre anni ha realizzato i ritratti di alcuni tra i più importanti artisti che lavorano oggi in Gran Bretagna per la serie Imagine della BBC. Ha vinto numerosi premi.

MUSICA Fabrizio Gatti

Italia, 2017, 47’, italiano

RENATO MAMBOR

MONTAGGIO Serena Pasquali Lasagni, Luca Orgiu

REGIA Gianna Mazzini

Uno sguardo intimo sulle opere e la vita di Renato Mambor, artista della Scuola romana di Piazza del Popolo, oltre che attore, autore e regista teatrale. Gianna Mazzini ha instaurato con Mambor e la sua compagna, Patrizia Speciale, un rapporto di amicizia profonda, seguendolo per quindici anni fino al giorno della sua scomparsa, nel dicembre del 2014. Era stato Mambor stesso a chiederle un documentario, senza musica, e lo straordinario materiale raccolto e assemblato in questo film gli restituisce un ritratto inedito.

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SUONO Marco Giacomelli

AIUTO REGIA Serena Pasquali Lasagni

PRODUZIONE PSM produzioni

An intimate view of the works and life of Renato Mambor, artist and member of the Roman School of Piazza del Popolo, as well as an actor, author and theatrical director. Gianna Mazzini established a profound friendship with Mambor and his life partner, Patrizia Speciale, and accompanied them for fifteen years until the day of the artist’s death in December of 2014. Mambor had personally asked her to make a documentary without any music, and the extraordinary material gathered and assembled for this film provides us with a never-before-viewed portrait of the artist.

FOTOGRAFIA Paolo Panno

Gianna Mazzini è scrittrice e regista: le sue attività spaziano dal cinema al teatro, dalla letteratura alla pubblicità, dalla radio al documentario. Ha lavorato a più riprese negli anni per il settore Ricerca e Sperimentazione Rai e realizzato diversi documentari per Rai Educational come La storia siamo noi e Vuoti di memoria. Nel 2001 vince la Menzione Speciale al Minimum Prize, Università delle Idee di Michelangelo Pistoletto, con il progetto Quel tanto di differenza. Ideatrice e fondatrice con l’economista Giovanna Galletti dell’Istituto di ricerca e comunicazione Labodif, dedica la propria vita allo svelamento dello sguardo femminile.

REGIA Paolo Pittoni, Lucia Romualdi FOTOGRAFIA Luca Loiacono, Paolo Pittoni, Luciano Romano MONTAGGIO Valter Cappucci, Mira Dujela

SOUNDINGS 2018 - LUCIA ROMUALDI & FRANCESCO DE GREGORI

Paolo Pittoni si è laureato al DAMS di Roma nel 2010 in Cinematografia e Fotografia con specializzazione in Arte e Spettacolo. Dal 2003 è assistente di studio di Lucia Romualdi e collabora con fotografie e riprese a molti suoi allestimenti in spazi pubblici e musei, sia in Italia che all’estero.

Soundings 2018 documenta l’opera presentata allo Studio Trisorio di Napoli nel 2014 e installata poi al Maxxi di Roma nel 2016. Soundings è un lavoro sul concetto di lontananza che indica percorsi visivi e sonori attraverso i tabulati delle maree di vari porti del mondo. Il termine inglese “soundings” ha un doppio significato: al plurale “fondali” e “misurazione del mare”; al singolare “cassa armonica” e “sonorità”. L’installazione si incontra e si confronta con Cardiologia, la canzone che Francesco De Gregori rivisita e ritrascrive in dialogo con le “partiture di luce” di Lucia Romualdi e i suoni dei proiettori Kodak in movimento continuo. La doppia struttura di Soundings rispecchia concettualmente il dialogo fra i due artisti.

MUSICA Francesco De Gregori PRODUZIONE Arimvideo

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Italia, 2018, 8’

Soundings 2018 documents the work presented at the Studio Trisorio in Naples in 2014 and then at the MAXXI Museum in Rome in 2016. Soundings is a work based on the concept of distance, which indicates visual and audio experiences through the tide tabulations of various ports in the world. The term “soundings” has two meanings: in the plural “sea bed” and “measuring the depth of a body of water” and in the singular “sound box” or “sonority”. The installation serves as a point of encounter and comparison with the song Cardiologia by Francesco De Gregori which has been revisited and re-written in keeping with Lucia Romualdi’s score and the sounds of Kodak projectors in continuous movement. The dual structure of Soundings is a conceptual reflection of the dialogue between the two artists.

Due grandi mostre di Miquel Barceló, alla Biblioteca Nazionale di Francia e al Museo Picasso di Parigi, ci offrono l’opportunità di approfondire il lavoro dell’artista spagnolo. I suoi lavori imponenti, realizzati con la terra in tutte le sue forme, vengono creati in loco e avranno una vita effimera. Nel film seguiamo passo dopo passo tutto il processo creativo e vediamo le opere a poco a poco prendere forma mentre l’artista si racconta e ci apre al suo mondo interiore.

PRODUZIONE Les Films de la caravane, Artis

MUSICA Maëlle Coulange, Maëlle Duchemin

Two major exhibitions by the Spanish artist Miquel Barceló, at the National Library and at the Musée Picasso in Paris, are an opportunity to delve into the work of the Spanish artist. These imposing works made with the earth in all its forms, are created on spot and will have an ephemeral life. It is then the process of creation that is revealed little by little through the making of these generous works, as well as the inner world of the artist who comes to us.

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SUONO Christian Tran

FOTOGRAFIA Christian Tran

Christian Tran è ingegnere del suono e regista. Dal 2002 al 2006 ha realizzato documentari a sfondo sociale come L’école en campagne; Poste restante; Le temps de l’urgence, presentati e premiati in vari festival. Dal 2008 affronta argomenti più legati alla creatività come in Picasso et Sima, le modeleur d’amitié; La grotte Chauvet: si loin, si proche; Les jénies de la grotte Chauvet. È parte attiva del collettivo Artis creato nel 1992 e formato da una decina di operatori con competenze diverse in vari campi quali fotografia, tecnica del suono, arti grafiche, regia.

MONTAGGIO Aurélie Jourdan

REGIA Christian Tran

TERRES BARCELÓ

Francia, 2017, 75’, francese

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Francia, 2017, 54’, inglese

FOTOGRAFIA Olivier Raffet

Alla fine della Seconda guerra mondiale, il mercato dell’arte di Parigi era fermo. Numerosi artisti europei del gruppo surrealista in fuga dal nazismo, si erano rifugiati a New York. La città intellettuale era in grande fermento e grazie al boom economico del dopoguerra nel giro di pochi anni prese il posto di Parigi come capitale mondiale dell’arte. In questo contesto, una nuova generazione di artisti, come Pollock, Rothko, de Kooning, emerse sotto la bandiera comune dell’Espressionismo astratto. Dopo gli orrori di Auschwitz e di Hiroshima, questi giovani pittori americani sentivano che il mondo non poteva più essere rappresentato come prima e optarono per la pura astrazione. L’avanguardia americana ha offerto un nuovo modo di considerare l’arte e di rappresentare questo mondo che andava ripensato e ricostruito.

MUSICA Daniel Humair

REGIA E TESTO François Levy-Kuentz

THE HIDDEN FACE OF AMERICAN ART

SUONO Olivier Raffet

PRODUZIONE Cinétévé

At the end of World War Two, the art market in Paris was at a standstill. Numerous European artists of the Surrealist group fleeing Nazism had taken refuge in New York. The city was buzzing intellectually. Boosted by the post-war economic boom, within just a few years New York had taken over Paris’s role as the world capital of art. Against this background, a new generation of artists, such as Pollock, Rothko, de Kooning, emerged under the joint banner of Abstract Expressionism. After the horrors of Auschwitz and Hiroshima, these young American painters felt that the world could no longer be represented as it had been before. Instead, they opted for pure abstraction. The American avant-garde offered a new way to consider what art is and how to represent this world which needed to be rethought and rebuilt.

François Lévy-Kuentz è scrittore e regista e vive a Parigi. Conclusi gli studi alla Sorbonne Nouvelle, debutta come assistente alla regia nel cinema e nella televisione. Nel 1989 firma il suo primo film sull’arte, Man Ray, 2bis rue Férou. In seguito collabora a diverse trasmissioni culturali e realizza circa cinquanta ritratti di pittori, scultori, scrittori e di numerosi cineasti tra cui Jean Painlevé, Rainer W. Fassbinder, Louis Buñuel. Da oltre vent’anni si dedica essenzialmente ai film sull’arte. Ha realizzato grandi monografie di artisti come Jules Pascin, Marc Chagall, Man Ray, Yves Klein, Salvador Dalí, Piet Mondrian, Alexander Calder e film su movimenti artistici come Le scandale impressioniste; Quand l’art prend le pouvoir. I suoi film sono stati premiati a numerosi festival internazionali.

MONTAGGIO Susana Kourjian

Adam Low è un regista britannico. I suoi film hanno vinto importanti premi sia in Europa che negli Stati Uniti fra cui nel 2003 l’International Emmy Awards per il miglior documentario d’arte con il film The Life and Times of Count Luchino Visconti. Tra i suoi film segnaliamo: The Private Dirk Bogarde; Bacon’s Arena; The Strange Luck of V. S. Naipaul; The Hunt for Moby-Dick; Arena: T.S. Eliot; Alan Bennett and the Habit of Art; Frankenstein: A Modern Myth; The Dreams of William Golding; My Curious Documentary; Alan Bennett’s Diaries; Stop All The Clocks: W.H. Auden In An Age Of Anxiety; The Private Life of the Royal Academy.

Regno Unito, 2017, 63’, inglese

THE TRIUMPHS AND LAMENTS OF WILLIAM KENTRIDGE

REGIA Adam FOTOGRAFIALowMartin Rosenbaum MONTAGGIO Joanna Crickmay

PRODUZIONE Lone Star Productions, BBC

Alan Yentob joins South African artist William Kentridge as he prepares an epic frieze along the banks of the river Tiber in Rome, and visits him in his hometown of Johannesburg, the inspiration for his magical hand-drawn animated films. Brought up during the Apartheid era, Kentridge has witnessed the transition to a multi-racial democracy and his art reflects South Africa’s turbulent recent history.

Alan Yentob segue William Kentridge a Roma mentre prepara il grande fregio lungo le sponde del Tevere e a Johannesburg, sua città natale e fonte di ispirazione per i magici film di animazione che lui stesso disegna. Cresciuto in Sudafrica durante l’apartheid, Kentridge ha assistito alla transizione verso una democrazia multirazziale e la sua arte riflette la turbolenta storia recente del suo paese.

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MUSICA Philip Miller

PRODUZIONE CHAZ Productions, Musée du Louvre

FOTOGRAFIA Yoan Cart, Frédéric Balland MONTAGGIO Alexandre Auque

All’incrocio tra Occidente e Medio Oriente, la costruzione del Louvre Abu Dhabi è un’avventura architettonica, museale e culturale tra tradizione e modernità. Il documentario ci mostra il processo creativo dell’architetto Jean Nouvel dalla fase di progettazione fino alla realizzazione di questo “museo universale” concepito per un clima desertico in una città moderna.

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Francia, 2017, 53’, francese

LE LOUVRE ABU DHABI, CRÉATION D’UN MUSÉE UNIVERSEL

REGIA Patrick Ladoucette

At the crossroads between the West and the Middle East, the construction of the Louvre Abu Dhabi is an architectural, museum and cultural adventure merging tradition and modernity. The documentary provides us with behind the scenes view of all the phases from the design, the creative process put into being by the architect Jean Nouvel, and ultimately the realization of this “universal museum” conceived for a desert climate in a modern city.

Patrick Ladoucette inizia la sua carriera come fotografo e da oltre trent’anni realizza film di viaggio, arte e architettura. Con il regista François Bel, ha partecipato per oltre un decennio a varie spedizioni artiche e antartiche collaborando alle riprese e al montaggio di diversi lungometraggi, tra cui L’art et le déluge. In ambito culturale ha diretto film per i maggiori musei francesi e per importanti mostre internazionali. I film più recenti: Les lumières de l’Islam; Africom, lutte contre le trafic illicite des biens culturels africains; La nef de Charles Quint, le temps d’une renaissance; La cité interdite. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio dell’Association Internationale d’Art Photographique, il premio Géo-Magazine e il Grand Prix del Festival du Film de Voyage per il film Irlande, l’autre île.

SUONO Rosalie Revoyre

MÉDIACITÉ - LA GALERIE MARCHANDE D’UN DESIGNER

REGIA Juliette Garcias FOTOGRAFIA Richard Copans MONTAGGIO Catherine Bonétat

Francia, 2016, 26’, francese

Juliette Garcias è nata nel 1970. Dopo gli studi in Storia dell’arte alla Sorbonne ha esordito lavorando al montaggio e poi alla regia di documentari della serie Architectures per il canale Arte. Tra questi ricordiamo: L’église Notre Dame du Raincy, 2011; Le Centre national de la danse, 2011; Le Rolex Learning Center, 2012; Photo: après la photo, 2013; L’École d’art de Glasgow, 2013; La maison d’hôtes - Wa shan, 2015. Nel 2009 è stata premiata per il lungometraggio Sois sage.

SUONO Sylvain Copans

Vista dall’alto, assomiglia a un lungo serpente, a una balena, a un fiume. All’interno, invece, è un’enorme vetrata. Ideata dal designer israeliano Ron Arad, noto in tutto il mondo per i suoi mobili giocosi dalle forme arrotondate, la struttura si snoda per oltre 350 metri attraverso la Médiacité, un gigantesco centro commerciale, costruito a Liegi nel 2009 per rivitalizzare una zona industriale in dismissione. Alla Médiacité Arad è riuscito ad applicare le sue idee innovative ad un progetto architettonico di ampia Fromscala.the sky, it resembles a serpent, a whale or a river. From inside, it looks like a huge stained-glass window. Dreamed up by the experimental, provocative Israeli designer Ron Arad, whose playful furniture designs featuring rounded, sculptural shapes have made him world famous, this startling construction swells, curves and winds its way through Médiacité, Liège’s gigantic shopping centre, for over 350 metres. It is a covered mall - the main artery of a huge shopping centre built in 2009 to regenerate an abandoned industrial estate. At Médiacité, Arad has set out to conquer architecture, putting his ideas into practice on a bigger scale.

PRODUZIONE Arte France, Les Films d’Ici, Les Films d’Archi, Centre Pompidou

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ROBIN RHODE, ZANELE MUHOLI

ART21 - JOHANNESBURG:

L’artista Robin Rhode (1976, Città del Capo, Sudafrica) con una squadra di collaboratori crea vivaci murales temporanei che servono da sfondo per le riprese fotografiche di perfomance. Girato nel quartiere in cui è cresciuto, dove vive una comunità multietnica afflitta da droga e guerre tra bande, il film riprende Rhode alla testa di un gruppo di giovani che condividono le stesse speranze partecipando insieme a un progetto artistico. Gioiosa e coraggiosa, Zanele Muholi (1972, Durban, Sudafrica) fotografa persone di colore gay, bisessuali, transgender e intersessuali in Sudafrica sostenendo la loro lotta per dare visibilità a una delle comunità più vulnerabili del paese.

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Artist Robin Rhode (b. 1976, Cape Town, South Africa) and his team of assistants create vibrant, temporary outdoor murals that serve as backdrops for photographed performances. Filmed in the neighborhood where he grew up in a mixed-race community plagued by drug and gang wars, this film captures Rhode as he leads a team of local young men in creating a new work and shares his hopes for what participation in an art project can offer. Joyful and courageous, Zanele Muholi (b. 1972, Durban, South Africa) photographs black gay, bisexual, transgender and intersex individuals in South Africa, driven by their intense dedication to increasing the visibility of one of the country’s most vulnerable communities.

Stati Uniti, 2018, 30’, inglese

Ian Forster è produttore e regista presso la società di produzione Art21. Dal 2009, anno in cui è entrato a far parte della società, ha partecipato a cinque stagioni di Art in the Twenty-First Century e a William Kentridge: Anything Is Possible. Ha supervisionato la serie digitale Extended Play producendo oltre cento brevi ritratti di artisti. Nel 2013 ha creato e diretto Artist to Artist una serie di video online di conversazioni tra artisti registrate durante le varie biennali internazionali in Italia, Turchia, Emirati Arabi e Stati Uniti.

MONTAGGIO Morgan Riles

REGIA Ian FOTOGRAFIAForsterMotheo Moeng

MUSICA Joel PRODUZIONEPickardArt21

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SUONO Paulette Victor, Lifton, MPSE PRODUZIONE Film Manufacturers Inc., HBO, World of Wonder Production

Stati Uniti, Germania, 2016, 108’, inglese, sottotitoli italiano

Questo film, primo lungometraggio sulla vita di Robert Mapplethorpe realizzato dopo la sua morte, è il ritratto di uno degli artisti più controversi del ventesimo secolo. Mapplethorpe ha ritratto il sesso maschile, la nudità e il fetish agli estremi, portando il suo lavoro a essere ancora etichettato da alcuni come “pornografia mascherata da arte”. Le testimonianze di amici, modelli, famigliari, dei suoi più stretti collaboratori e la speciale partecipazione di Patti Smith si intrecciano a inedite interviste nelle quali lo stesso artista racconta apertamente la sua vita, gli amori e il lavoro. Arricchiscono il racconto filmati e fotografie inedite provenienti direttamente dall’archivio della Mapplethorpe Foundation.

Randy Barbato e Fenton Bailey sono registi e produttori. Si sono conosciuti alla New York University e hanno formato il duo discopop-rock Fabulos Pop Tarts. Nel 1991 hanno fondato la casa di produzione World of Wonder con sede a Los Angeles. Nei loro film hanno sempre trattato temi controversi come in Party Monster, 1998; The Eyes of Tammy Faye, 2000; Inside Deep Throat, 2005. Tra le produzioni televisive segnaliamo le serie RuPaul’s Drag Race; Million Dollar Listing; Big Freedia; Island Hunters. Il blog aziendale della WOW è stato nominato Best Counter Culture Blog da LAWEEKLY. Nel 2014 Randy Barbato e Fenton Bailey sono stati premiati con l’IDA Pioneer Award per i loro documentari.

REGIA Fenton Bailey, Randy Barbato

FOTOGRAFIA Huy Truong, Mario Panagiotopoulos MONTAGGIO Langdon F. Page

MUSICA David Benjamin Steinberg

This film, the first full length feature film on Robert Mapplethorpe’s life since his death, is a portrait of one of the twentieth century’s most controversial artists. Mapplethorpe depicted male genitals, nudity and fetishes, causing his work to be labelled by some as “pornography masquerading as art”. In the film, interviews with friends, models, family members, his closest co-workers and especially Patti Smith are intertwined with interviews with the artist himself where he speaks, in shocking honesty, about his life, his loves and his work. The directors mix the filmed narrations with a never before viewed photographic repertory from the Mapplethorpe Foundation archives.

LOOKMAPPLETHORPE:ATTHEPICTURES

ore 11.00

Proiezioni per i detenuti presso la Casa Circondariale di Nisida / screenings for inmates at the Youth Detention Centre in Nisida

12 OTTOBRE / OCTOBER

Proiezioni per gli studenti delle scuole secondarie di Napoli e provincia presso l’Institut français Napoli / screenings at the French Institute for secondary school students of the city and province of Naples

ore 10.00

Proiezioni per le scuole superiori del Comune di Anacapri presso il cinema Paradiso / screenings for the secondary schools in Anacapri at the Cinema Paradiso

ore 10.00

13 OTTOBRE / OCTOBER

EVENTI IN PROGRAMMA

ore 10.00

Proiezioni per i detenuti presso il Carcere di Secondigliano / screenings for inmates at the Secondigliano Prison

15 OTTOBRE / OCTOBER

ore 11.00

Incontri e proiezioni per gli studenti dell’Università Suor Orsola Benincasa / encounters and screenings for the students at Suor Orsola Benincasa University

Proiezioni e dibattiti per gli studenti del Liceo Artistico del Suor Orsola Benincasa / screenings and debates for students at Suor Orsola Benincasa Artistic High School

18 OTTOBRE / OCTOBER

16 OTTOBRE / OCTOBER

Incontri e workshop per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti / encounters and workshops for students at the Academy of Fine Arts in Naples

17 OTTOBRE / OCTOBER

ore 10.30

ore 10.30

CON IL CONTRIBUTO DI

PARTNER ISTITUZIONALI

MEDIA PARTNER

MAIN

SPONSORSPONSOR

Finito di stampare nel mese di ottobre 2018 presso Officine Grafiche Francesco Giannini & figli S.p.A., Napoli

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