Simone CATTANEO
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18 giugno 2020 Questa storia comincia con un ricordo confuso nelle coordinate ma vivido nei dettagli. Era dopo non so più quale soundcheck. Una giornata lombarda di pieno sole, al bancone di un bar affollato. I ragazzi di Tarzan Records mi avevano raggiunto per il concerto e per brindare alla pubblicazione delle mie letture di Giorgio Caproni, fresche di stampa sulla loro etichetta. Quindi era il 2012. Proponevano di pubblicare in vinile altro materiale per sola voce e mi fecero il nome di un autore, Simone Cattaneo, morto suicida nel 2009. Mai sentito nominare. Va detto che al giorno d’oggi la morte ti fa bello in ambito letterario, se poi è pure intenzionale, ammanta chiunque di carisma a priori. Senza dubbio la più efficace strategia di marketing nel panorama artistico dell’Italia contemporanea. Da non escludere come lancio sui social. Così pensavo, brindando alla salute in bella compagnia.
con fondale blu elettrico in scarsa risoluzione, recante l’estrosa effige “Poetando”, gerundio agghiacciante in un lezioso corsivo. Tovaglia bianca su un tavolino e due imbalsamati su sedie da ufficio completano il quadro. La conduttrice introduce il poeta, è di queste parti, lavora nel commerciale, tuttavia ha la passione e via discorrendo. La telecamera inquadra un trentenne, capello castano liscio un po’ lungo, statura ginnica e asciutta a gambe larghe, aria scazzata e mi pare di percepire verso il contesto un velo di dispetto. Non so se il suo o una proiezione del mio. A fine preambolo la conduttrice cede finalmente la parola all’ospite, che ci parlerà un po’ di questa poesia e passione, se è passione o qualsiasi cosa sia. Ma proprio lì sul più bello il video di allora si troncava di colpo e di Simone Cattaneo non restava al mondo che un eloquente “beh”. Quel taglio netto che lo aveva reciso dal mondo per un qualche accidente informatico, mi parve poetico.
Cercando Cattaneo su YouTube compariva un solo video, un’intervista di un minuto circa. Pensai fosse ottimo per farmi un’idea. Una videoregistrazione a colori atroci da TV privata anni Novanta, audio saturo di fruscio e chiacchiericcio random fuori campo in sottofondo.
Fantastico pensai, non solo estinto, ma indisponibile all’audiovisivo. Mi procurai tutti i suoi testi, non erano molti. Tre raccolte per un centinaio di composizioni in tutto. Quando fui pronto, sentii i ragazzi dell’etichetta, registrammo a Milano. Quella vendemmia non diede mai frutto, come a volte succede. O almeno, non fino a oggi.
Simone Cattaneo mi appariva così la prima volta, adagiato nella rassegnata tristezza da salotto televisivo di provincia,
Ma a distanza di anni dai fatti qualcosa è cambiato.
Ora vado a cercare quell’unico video e scopro che nel frattempo il web si è popolato di informazioni su Simone Cattaneo, letture critiche, dediche poetiche di altri scrittori, testimonianze dirette di amici e una preziosa intervista al nipote che ne cura il lascito letterario. Non solo, quel file di YouTube che ricordavo troncato è stato ricaricato e ora è visibile per intero, venticinque minuti. Così clicco play, un po’ diffidente, sto per incontrare finalmente l’ectoplasma di Cattaneo in pixel. Potrebbe deludermi. E invece mi appare un gigante. Voglio dire, in un contesto del genere anche un Montale sarebbe sembrato un idiota. Cattaneo ne esce vincente, anzi ti stende, come il pugile anonimo sulla copertina di quel disco dei Pogues da cui trasse il titolo per la sua ultima raccolta, Peace & Love. Ascolto le sue letture, intensissime, perfettamente a fuoco nonostante tutto, nonostante “Poetando” e il salotto elettrico, il vociare in sottofondo, le frasi di circostanza e la pausa pubblicitaria. Mi si rivela l’uomo, l’approccio al testo, al contesto, alla vita, alla morte di quel tinello finto post moderno. Decido di trattare questo unico lascito proto-tecnologico come un reperto filologico, un codice superstite, di riprodurlo in audio per intero nelle letture. Estrapolando per quanto possibile la viva voce di Cattaneo che legge imperterrito, affogato nel fruscio. Cercando nelle mie nuove letture di riprodurne fedelmente, da amanuense, il ritmo e l’intonazione vocale. Prima di questo incontro virtuale sul tubo, la sua voce letteraria mi parve forte e fiera di una sua superficialità provocatoria, sbandierata in faccia alla trita retorica dell’Italia poetara; quella
dei concorsi, delle sillogi e dei pensierini, meditabondi o sbarazzini; mi parve a tratti intento in una rappresentazione di sé come l’anonimo balordo di provincia che mette la mano nella piaga, fino a dar fiato alla feccia, non senza squarci abbaglianti di profondità.
Ma dopo l’incontro con la sua vera voce e presenza, per quanto mediata male dai media, allargo la mia percezione: mi si rivela un personaggio pacato, conscio e radicato. Una voce venata di “disperazione calma, senza sgomento”, come direbbe Giorgio Caproni. Se mai il suo delirio mi parve a tratti altisonante e divertito, oggi mi appare per lo più dimesso, come il suo tono, il suo ritmo, il suo eloquio, che hanno la familiarità e forza tranquilla di un fratello maggiore, di uno che ne sa, ne ha viste. Quello che volendo è comunque capace di spaccarti la faccia. Se prima intravedevo nella sua scrittura qualche trucco senza inganno, oggi ci vedo uno autore abissale che maneggia da esperto la propria parola e con naturalezza si inchioda, si immola, alla superficie di una tragica farsa per riportare a galla il breve sunto di un’epoca delirante. Questa. Undici anni fa Simone Cattaneo si è lanciato dal quinto piano per cercare un taxi e quel taxi l’ha portato fino qui. Con un centinaio di testi e niente più. Andrà ben oltre, con quel poco bagaglio, ci scommetto. M’interessa com’è vivo e come cresce col tempo. Giovanni Succi
“POETANDO” su LA6 TV (Varese) (YouTube): https://youtu.be/_qrg7Z9ibRI Intervistato da Cristina Tessaro, Cattaneo presenta il suo primo edito (NOME E SOPRANNOME), quindi la trasmissione è databile tra il 2001 e il 2008.
Edizione di riferimento:
SIMONE CATTANEO Peace & Love,
Il Ponte Del Sale Ed. Rovigo 2012
Riporta le tre raccolte in un unico volumetto, sprovvisto di indice dei capoversi; ne ho stilato uno numerato.
NOME E SOPRANNOME (Atelier, Milano, 2001) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36.
me ne stavo sdraiato sul pavimento del bagno
Ho imparato il termine infame
mi spiava da dietro gli angoli dei bar
ti guarda dritto negli occhi
scarpe, lattine, una porta blindata
non venirmi a parlare d'amore né di lavoro
ti tagli le labbra con i denti
una pompa di bicicletta per aspirare
non voglio mangiarti non mi piaci i
te ne stai fermo lì la mattina seduto al tavolo
adesso che raccolgo l'acqua
non ho preghiere da rivolgere
di tutto ciò che non so
stanotte di fronte al televisore spento
non darò mai il nome ai miei amici
oltre ogni ragionevole dubbio
i bottoni della tua camicia
se appoggio le mani al viso
che vuoi che me ne importi
quest’alba epatica
non aveva lavoro e non aveva una moglie
un diafano baleno
vorrei avere la stessa maestria
e infondo le parole non hanno peso
hai poco da scrivere
ti togli la camicia
quando ti mordo il braccio
ora è filigrana il lago
non è per amore né per coraggio
la pioggia con
un arazzo barocco fare l'albero
il fuoco dei boschi della Calabria
finita la partita di biliardo
quando ti guardo rivestirti
su muoviti, cosa fai lì fermo
dieci mesi sono trascorsi
MADE IN ITALY (Atelier, Milano, 2008) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11.
la madre di un mio compagno delle scuole medie
ho incontrato un mio vecchio compagno di calcio
appena terminato di servire i pasti caldi giù all'ospizio
era il capo cannoniere acclamato dei tornei di calcio dell'intero isolato
non mi importa niente dei bambini del Burkina Faso che muoiono di fame
fiera dei suoi denti doro, mi guardo una vecchia ucraina
chiudi i tuoi due bambini nella loro stanza
il mio amico Giulio si arrangia mangiando ragni per pochi soldi
aveva un piede valgo e studiava diteggiatura
è suonato il citofono in casa Persico
Bastarda la carta, sono caduto dal soppalco e ho preso
12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37.
una macchina viola priva di ruote
mi sono svegliato di colpo e ho visto le finestre aperte della camera da letto
senti qualche compare, mangi qualcosa e poi vai in cantiere
accendo il televisore cercando qualche telepromozione di film porno
gli amici si sposano, finiscono in qualche comunità riabilitativa non ben definita
aveva uno scolapasta in testa e un unico carino in bocca
la prima parola di latino che ho imparato è “silentium”
stavo bello e bravo sul tetto del mio palazzo
si è buttato sotto la metropolitana di Milano
sotto un cielo straziato dallo Scirocco
lampade al sodio guaste sul pavimento della cucina
si è arrampicata nuda fino al cornicione dell'ultimo piano del palazzo
la cagna ha cambiato canile, mia moglie ha cambiato marito
ma tu scorgi la planimetria di qualsiasi città prima ancora di svegliarti
seduto sulla panchina di fronte al mio palazzo
non è importante ciò che resta o si è fatto
e finiremo buttati in qualche ospizio
troppo bello per essere un pugile
hanno infilato il cane in una pentola d'acqua bollente
quando l'Italia divenne Mundial
ho aspettato nel parcheggio dipendenti il dottor Colombo
si andava al parco Sempione di Milano sempre in due la mattina
una sera d'agosto fuori dall'ultimo bar
e mi ritrovo davanti una donna che avrà più o meno la mia età
si è tagliata le vene ha disegnato con il sangue
non luogo a procedere
PEACE AND LOVE (Il ponte del sale, 2012) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34.
adesso basta. Questa democrazie del desiderio non è meglio di altre dittature
anoressiche le ombre scompaiono mentre esco di casa e
altro che mobilità sociale.
ho percorso queste strade così spesso che potrei chiamare veranda
avevi il viso guasto e l'arroganza del fallito
alto e magro, sgraziato come un bar senza bancone
arrivano cani con occhi come monete cucite nella notte
le ragazze più belle ballano nel centro della discoteca
appesa per le caviglie ad un albero del viale
arrivano stranieri bramosi di niente degli altri continenti
il tuo cazzo mi piace, tiramelo fuori dalla fica e
incontro su un treno diretto Napoli un uomo di mezza età
la mia donna crea dipinti con i suoi capelli castani
c’è velocità in questa stagione, le parole si rubano che non ci fa più caso
con quelli uncini puliti e curati crea una tempesta già consumata
vedo il cielo di Milano arrampicarsi lucido come
vorrei ruggire invece sono capace solo di miagolare
non so se discutere di transazioni politiche o di ballerini
Vieni figlio mio, portami cento occhi in un cesto da frutta e poi
voleva impegnare al monte di pietà un assorbente usato
sono un uomo di buon gusto
con occhi come un opossum entro in un bar
correva con un tanga blu e delle calze di lana nere
sono tornati più tardi, ubriachi ma ancora lucidi
“Osama mi attrae butta giù le due torri come fossero stelle” così
una medaglia al valore portano sul petto tutti quei bastardi
ho una moglie col labbro leporino, tranquilla mi sistema l’orlo dei pantaloni
squilla il telefono di notte
stavo scrivendo una lettera a Dean Martin
imperatori trasparenti
ho suonato al campanello di casa e mi ha aperto una vecchia baldracca
gli assassini marciano sicuri nelle strade
a fine agosto il tuono morde i lampi prima che piova e
sai che la mia lingua gialla diventa bitume nella tua bocca
Fuori di testo + fuori di tasting / podcast di versi vini e mix / giugno 2020 / patreon.com/giovannisucci
FUORI DI TASTING In abbinamento all’opera e al personaggio propongo: “CARMENERO”, denominazione:
“Provocazione. Rivelazione”. Perfetto in tutto e per tutto in abbinamento al carme (il canto) oscuro del nostro nuovo amico lombardo. Annata 2009: che altro.
Sebino Rosso Carménère IGT
SCHEDA DEL VINO:
Annata 2009. 13,5% vol. Produttore: Ca’ Del Bosco,
VISITA LA CANTINA:
Erbusco (BS). Temperatura di servizio: 18°C.
https://www.cadelbosco.com/it/visita-la-cantina/
https://www.cadelbosco.com/it/franciacorta-vini/carmenero/
patreon.com/giovannisucci SIMONE CATTANEO + “CARMENERO” / SEBINO ROSSO CARMÉNÈRE IGT Ca’ Del Bosco, Erbusco (Brescia). Per Simone Cattaneo voglio qualcosa di grande. Deve essere un vino audace, una folgorazione importante, un incontro inatteso e magari un’etichetta che s’intoni alla produzione dell’autore. Il vino di un visionario lombardo, che da una casa del bosco erige un blasone. Ce l’abbiamo. “CARMENERO” di Ca’ del Bosco è perfetto in tutto e per tutto, in abbinamento al carme (il canto) oscuro del nostro nuovo amico lombardo. Annata 2009: che altro. Gli uomini, come le terre, hanno una vocazione, dice Maurizio Zanella, che aveva quindi anni quando intuì quale poteva essere il futuro della Franciacorta, quando la madre si trasferisce ad Erbusco nella casa del bosco. Sul sito del produttore il “CARMENERO” viene presentato con due termini chiave: provocazione e rivelazione. La storia viene ironicamente ben raffigurata sull'etichetta da un lupo con la pelle di agnello. Il Carmenére è un vitigno originario del bordolese, confuso per lungo tempo con il Cabernet franc. Pur avendo dei tratti organolettici in comune, è un vitigno assai diverso: molto più intenso e speziato. Vino rosso fermo di buona alcolicità, il “CARMENERO” si contraddistingue per il colore molto intenso e cupo. Pienezza di sensi, aroma potente, ricco ed originale, caratterizzato da una tipica nota di ciliegia. Sentori di frutta secca, una vinosità potente, composta e continua. Come la storia del mio approccio all’autore, consumato giovane ha doti di grande freschezza. Col tempo acquisisce struttura. Se pensavi di aver già assaggiato quasi tutto, questo ti stende e ti stampa un bel ricordo. Salute Simone. Giovanni Succi
https://www.cadelbosco.com/it/franciacorta-vini/carmenero/
Carmenero 2013 Denominazione Sebino Rosso Carménère IGT. Varietà delle uve Carménère 100%. Vigneti di origine 2 vigne di Carménère, dall’età media di 26 anni, ubicate nel Comune di Passirano. Epoca di vendemmia 27 settembre 2013. Resa media per ettaro 6.500 kilogrammi di uva, equivalenti a 3.770 litri di vino (resa in vino: 58%). La vinificazione Il Carmenere è il frutto di un’accurata selezione delle uve e di una sapiente vinificazione condotta nel pieno rispetto del Metodo Ca’ del Bosco. Le uve provenienti da 2 vigneti storici, appena raccolte a mano in piccole cassette, vengono classificate e raffreddate. Ogni grappolo viene selezionato da occhi e mani esperte, per poi beneficiare di esclusive “terme degli acini”, un particolare sistema di lavaggio e idromassaggio dei grappoli, tramite tre vasche di ammollo e un impianto di asciugatura. A seguire, ogni grappolo viene trasportato sopra il tino di macerazione. Con la diraspatura gli acini cadono nel tino, dall’alto, per gravità. Si eliminano così i tradizionali sistemi di pompaggio, che sono causa della rottura delle bucce e delle indesiderate note erbacee. La fermentazione alcolica e la macerazione sono state condotte per 20 giorni, gestendo accuratamente la temperatura e le follature. I rimontaggi sono stati effettuati giornalmente, utilizzando una coppia di serbatoi elevatori nei quali il vino, spillato dal fondo del tino, viene trasferito per gravità. Il vino, portato in quota dai serbatoi volanti, viene riversato nel tino, ad alta portata, per sommergere il “cappello”. Nulla di più naturale ed efficace per estrarre delicatamente il colore e i tannini. Dopo la svinatura il vino, ancora caldo, viene travasato in piccole botticelle di rovere, nuove per il 65%, ottenute da legni selezionati, stagionati per almeno 3 anni. L’affinamento è durato complessivamente 16 mesi e dopo pochi mesi il vino è stato imbottigliato per gravità, in modo naturale. Grazie ad innovativi sistemi di riempimento il vino non subisce shock ossidativi, sbattimenti e ulteriori aggiunte di solfiti. La sua integrità e la sua salubrità sono garantite. Infine ogni bottiglia confezionata viene marcata in modo univoco, per garantirne la tracciabilità. Imbottigliamento 24 aprile 2015. Affinamento in bottiglia 4 anni e 2 mesi. Dati analitici all’imbottigiamento Alcool 13,2% Vol.; pH 3,48; Acidità Totale 5,00 grammi/litro; Acidità Volatile 0,41 grammi/litro. Solfiti Anidride Solforosa totale inferiore a 43 milligrammi/litro (limite legale massimo: 150 milligrammi/litro).
“CARMENERO” / Sebino Rosso Carménère IGT Ca’ Del Bosco
Prima vendemmia CARMENERO (dal sito del produttore): “Grazie agli sforzi investiti nel progetto Ca’ del Bosco Carmenero, con la vendemmia 2008 la varietà di uva “Carménère” è per la prima volta autorizzata ad essere impiantata nella Provincia di Brescia: da questo annata, perciò, il “Carmenero” diventa “IGT Rosso del Sebino” e potrà riportare in etichetta l’anno della vendemmia.” L’annata in abbinamento alla scarna biografia dell’autore potrebbe essere significativamente quella della vendemmia 2009.
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