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Piccolo ma dal grande effetto
Sempre presente: le mascotte Peggy, Jürg e Freddy sostengono i team di aerobica di Küssnacht alle competizioni. Foto: nessun copyright
Che sia un peluche, un portachiavi o una medaglia, la varietà di mascotte non ha limiti. GYMlive ha chiesto ad alcuni ginnasti di raccontare le storie dei propri portafortuna. Ecco a voi una bellissima panoramica in merito.
Adéla Lang, figlia dell’allenatore nazionale di palla al pugno Oliver Lang e lei stessa giocatrice di palla al pugno, una volta è entrata in possesso di un portafortuna speciale. Un anno prima dei World Games 2022 di Birmingham, si è presa la medaglia che suo padre aveva vinto come allenatore nazionale ai World Games. Da quel momento, la portò al collo ogni notte per un anno intero. «Gli ho detto che se fossi stata selezionata per i World Games e avessi vinto una medaglia, avrebbe potuto riaverla indietro», racconta la 18enne. Voleva dimostrare a suo padre che è possibile vincere una medaglia come giocatrice, cosa che a lui è stata negata.
Il ciondolo mi dà maggiore energia.
Anina Wildi, artistica
L’angioletto accompagna Anina Wildi a ogni gara. Per i CM di Liverpool l’argoviese ha anche ricevuto una borraccia quale ulteriore portafortuna dalle sue compagne di squadra. Foto: Thomas Ditzler
Lang spiega che il suo più grande obiettivo era quello di essere ingaggiata nella squadra di lega nazionale A e di vincere una medaglia con questa squadra. Il suo rituale, ossia quello di dormire con addosso la medaglia, significava che lei aveva ben chiaro davanti a sé ogni giorno il suo obiettivo. «La medaglia mi ha sempre mostrato per cosa mi allenavo ogni giorno.» Il riconoscimento del padre divenne così non solo una motivazione, ma anche un compagno quotidiano e un portafortuna. La sua vera mascotte è un piccolo peluche di San Bernardo che accompagna Adéla Lang fin dalla sua prima convocazione nella nazionale U18.
Padre e figlia e le loro medaglie
Il suo rituale del sonno ha comunque dato i suoi frutti. Lang non solo è stata convocata nella squadra A, ma ha anche vinto la medaglia d’argento al suo primo evento importante, i World Games 2022 di Birmingham (USA). Ancora all’aeroporto ha mantenuto la sua promessa e ha ridato la medaglia a suo padre. Anche lui è comunque tornato da Birmingham con una medaglia di bronzo conquistata con la nazionale maschile. Anche la ginnasta dell’artistica Anina Wildi ha una sua storia personale con le mascotte. Dalla sua prima partecipazione ai Campionati Europei del 2018 a Glasgow, un portachiavi a forma di angelo la accompagnata alle competizioni. «L’ho ricevuto dalla mia famiglia. Dato che è un angelo, lo vedo anche come una sorta di angelo custode», dice Wildi. Dice che il ciondolo le dà sempre la sensazione che la sua famiglia sia con lei. «Non ne sono dipendente, ma mi dà comunque una bella sensazione quando ce l’ho con me. Dato che mi è stato dato dalla mia famiglia, significa molto per me», afferma Wildi.
Ma allo stesso tempo relativizza il tutto: «Le mie prestazioni in gara non dipendono dal fatto che la mascotte sia con me. Ma sicuramente mi dà più energia.» Qualcosa che Wildi come persona dà anche alla squadra di ginnastica artistica femminile. Non per niente lei stessa viene affettuosamente chiamata «mascotte» nella squadra femminile di Macolin: «Perché rendo più vivace la squadra con il mio modo di fare allegro», dice lei stessa ridendo.
Adèla Lang, palla al pugno
Con la medaglia portafortuna del papà ha coronato il suo sogno di vincere una medaglia. Adéla Lang e suo padre Oliver hanno entrambi vinto una medaglia ai World Games. Foto: nessun copyright
Lo stambecco «KURT» è il più giovane membro della famiglia delle mascotte di Küssnacht. Foto: nessun copyright
La «Wildi-Move» alle cerimonie di premiazione
La sua famiglia ha anche un rituale speciale durante le cerimonie di premiazione: «Quando sono sul podio, mi lanciano sempre alcuni dei miei peluche.» Per i suoi fratelli, questa «mossa Wildi» è diventata il momento culminante delle loro gare nel corso degli anni, dice la ventenne. Mentre il portafortuna di Wildi si limita all’angelo, le cose vanno diversamente per la saltatrice con l’asta Angelica Moser. «Non ho una vera e propria mascotte», dice la campionessa europea indoor 2021. Ma sua nonna le regala un piccolo portafortuna prima di ogni evento importante, a partire dagli EYOF 2013.
Coccinelle, maialini portafortuna, portachiavi e così via: nel corso degli anni è stata accumulata una notevole collezione. «Porto il rispettivo portafortuna alla relativa competizione. Poi trova posto nella scansia», dice Moser. Come Lang e Wildi, Moser dice di non essere affatto superstiziosa quando si tratta di portafortuna. Ma: «Mi dimostra che mia nonna e i miei cari mi sostengono durante la gara e mi augurano buona fortuna con questo gesto.»
Da 15 anni in servizio
Non solo i singoli atleti hanno i loro portafortuna, anche numerose società di ginnastica sono accompagnate da mascotte durante le loro gare. Spesso sono più grandi del ciondolo a forma di angelo di Wildi, per esempio. Questo è il caso del DTV Küssnacht am Rigi, rappresentativo per le numerose società di ginnastica di questo Paese. Oltre allo squalo Fredy, al pegaso Peggy, all’unicorno Jürg Mumu Bounce, anche lo stambecco Kurt appartiene alla grande famiglia delle mascotte di Küssnacht. Mentre Kurt è stato acquisito per la neonata squadra di aerobica a 3, Fredy fa parte della squadra giovanile da oltre 15 anni.
«Le mascotte assicurano la coesione del gruppo nelle nostre squadre. Ci spronano e ci confortano quando la gara non va bene», dice Michèle Stocker, responsabile dell’aerobica a squadre. Per i gruppi di aerobica di Küssnacht, le mascotte fanno parte del rituale della competizione. «Proprio come i nostri slogan motivazionali e i campanacci dei nostri fan», continua Stocker. Che si tratti di piccoli o grandi portafortuna, per le ginnaste sono parte integrante della competizione e, come nell’esempio di Adéla Lang, possono persino rendere possibile la conquista del prezioso metallo.
Testo: Thomas Ditzler / lr