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A colloquio con il mentalcoach Mathias Sprecher
Chi vuole avere successo nello sport a lungo termine non può più fare a meno dell’allenamento mentale. L’allenamento mentale può essere di grande utilità anche a livello di società nello sport di massa. L’ex ginnasta e mental coach Mathias Sprecher spiega in un’intervista quali metodi esistono e come utilizzarli correttamente.
Mathias Sprecher, come è arrivato al mental training?
Mathias Sprecher: quando ho assunto la direzione della società all’età di 20 anni, ero molto interessato alla psicologia dello sport e ai processi mentali. Così, fin dall’inizio, ho inserito nell’allenamento abilità come la visualizzazione. Ho notato subito che le prestazioni dei ginnasti miglioravano. Ho continuato ad imparare con i libri e alla fine ho completato la formazione per diventare mental trainer IAP presso l’Istituto di Psicologia Applicata della ZHAW.
L’allenamento mentale viene ancora un po’ ridicolizzato. Cosa pensa al riguardo?
È come se un atleta dicesse che non ha bisogno di allenarsi per il salto in lungo perché è in grado di saltare naturalmente. È possibile che un atleta sia molto robusto e forte mentalmente. Ma per lo più non sono queste le persone che ridicolizzano il mental training. Spesso viene ridicolizzato dalle persone che temono che l’allenamento mentale riveli le loro debolezze, che invece reprimono. Un altro motivo potrebbe essere che molte persone non sanno nemmeno cosa sia il mental training. Tuttavia, l’importanza dell’allenamento mentale è aumentata notevolmente negli ultimi anni, è stato inserito nella maggior parte degli sport e si è affermato come ricetta per il successo.
Cos’è esattamente il mental training?
Il campo di applicazione dell’allenamento mentale è molto ampio. Non si tratta tanto di qualcosa di sovrumano o spirituale, ma piuttosto di come mi alleno in modo intelligente con il cervello.
L’allenamento mentale è stato originariamente utilizzato nel senso di visualizzazione come metodo di allenamento per ottimizzare una sequenza di movimenti. Oggi l’allenamento mentale o psicologico viene utilizzato in molti altri settori. L’attenzione è rivolta all’utilizzo della psicologia positiva per migliorare le abilità sociali e cognitive e per aumentare la resilienza, la fiducia in se stessi e il benessere.
Uno degli obiettivi di un mental coach è aiutare l’atleta o la squadra a raggiungere meglio il cosiddetto stato
DATI PERSONALI
Mathias Sprecher (41) è originario di Teufen ed è un ginnasta appassionato da oltre 30 anni. Inoltre quale esperto Gioventù e Sport forma i futuri monitori di ginnastica artistica e attrezzistica. Nel contempo lavora quale allenatore di crossfit ed è ingegnere ambientale a San Gallo. E naturalmente è attivo quale mental coach.
Ulteriori informazioni sul tema: sprecher-mentalcoaching.com
Foto: nessun copyright
«flow». Il «flow» è lo stato di totale attenzione e concentrazione su un’unica attività, un’azione a metà tra l’essere caricati in maniera insufficiente ed esagerata, uno stato che prospera sul rapporto ideale tra sfida e abilità. In questo stato, l’atleta sente di poter affrontare una grande sfida senza alcun dubbio. Alcuni atleti descrivono il flow come «la sensazione di poter controllare l’incontrollabile».
In quali ambiti può essere utilizzato?
Gli ambiti di applicazione sono molteplici. A partire da un’azione esterna consapevole, ovvero la corretta instaurazione di abitudini nella vita quotidiana, fino alla preparazione alle gare, al superamento della paura, alla motivazione, all’aumento della resilienza, alla promozione della coesione, alla gestione dei conflitti e allo sviluppo delle capacità di leadership dei monitori.
Quali metodi esistono?
I metodi sono innumerevoli e devono essere applicati individualmente. Ciò che funziona per una persona può non funzionare per un’altra. Uno di questi metodi, come già detto, è la visualizzazione. Esistono diverse varianti: ad esempio la visualizzazione interna, esterna o la percezione del movimento. La visualizzazione può essere tecnica,
Più fai qualcosa con regolarità, più forte sarà l’effetto.
cioè un singolo movimento o un’intera coreografia, ma anche comportamentale, atletica o emotiva. Quando si visualizza è importante rivolgersi a tutti i sensi. Cosa vedo, cosa sento, cosa annuso, in che modo sento.
Un sistema di conto alla rovescia può essere utile per preparare una gara. L’atleta o l’intera squadra scrive per ogni giorno della settimana di gara come si sta preparando: cosa alleno, quando recupero, di quale equipaggiamento da gara ho bisogno e quando lo metto in valigia, dove e quando faccio il riscaldamento e così via. In questo modo si è più rilassati e meno nervosi il giorno X.
Esercizi di respirazione, training autogeno, meditazione, rilassamento muscolare progressivo possono ridurre lo stress, allenare la calma e quindi aumentare la concentrazione e l’attenzione. Questi metodi possono contribuire sia alla rigenerazione che all’attivazione. Inoltre, un team può sviluppare rituali per promuovere la coesione e motivare i membri. Altri metodi includono il parlare di sé per controllare i pensieri. Le affermazioni positive, cioè parlare bene di sé stessi, possono essere utilizzate per indirizzare i pensieri nella giusta direzione.
In che modo il mental training può essere utile anche in una società di sport di massa?
Non importa se si tratti di sport professionale o amatoriale, con l’allenamento mentale si impara per tutta la vita. Il pensiero positivo semplifica molte cose e porta a una maggiore serenità. Stabi-
Il principio dell’allenamento mentale è la visualizzazione.
lire buone abitudini nella vita di tutti i giorni è importante tanto per gli atleti dello sport di massa quanto per quelli dello sport d’élite. Una società di sport di massa ha bisogno di rituali motivanti e di una buona coesione di squadra. Non per sopravvivere, come una squadra di professionisti, dove tutto ruota intorno alla carriera e al denaro, ma molto di più per lavorare verso un obiettivo con motivazione e gioia.
Come vi muovete come società per promuovere la coesione di squadra?
Si tratta di un processo più lungo, che dura anni. Una questione molto importante è quella delle responsabilità. Ogni membro del team deve avere la possibilità di assumersi delle responsabilità. Solo così un membro si sente apprezzato e può identificarsi meglio con il team. È importante fissare insieme gli obiettivi e stabilire insieme ciò che è necessario fare per raggiungerli. Ma anche l’introduzione di piccoli rituali, come un forte applauso quando un membro del team riesce a padroneggiare un nuovo elemento, contribuisce alla motivazione e alla coesione.
Se ci sono problemi nel team, è importante riconoscerli e affrontarli direttamente in modo costruttivo. Altrimenti il potenziale di conflitto risulta alto.
Cosa fare se nella società ci sono persone che non vogliono assolutamente partecipare al training mentale?
Dite alla persona di provare a partecipare, di fare un passo alla volta, di ini-
Si tratta anche di lavorare per raggiungere l’obiettivo in modo motivato e insieme agli amici. Foto: nessun copyright
ziare con cose semplici come la visualizzazione. Se qualcuno nella società sportiva è riluttante a visualizzare un movimento, allora è nel posto sbagliato. Di solito, a un certo punto, la maggior parte delle persone si rende conto che sta funzionando. Successivamente si può provare un’altra tecnica, più profonda.
Non ha senso cercare di fare subito una meditazione. Il mio motto è: nessuno deve essere obbligato ad allenarsi mentalmente. Voglio che le persone si rivolgano a me dicendo che vogliono fare mental training. Allora la motivazione interiore è già presente.
In che modo il training mentale può essere utile o meno?
Per cominciare, consiglio di consultare un mental trainer professionista, perché si possono sbagliare molte cose.
Non serve a nulla se un atleta utilizza l’allenamento mentale solo poche volte all’anno, poco prima di una gara. L’allenamento mentale deve essere praticato regolarmente. In linea di principio, la regolarità svolge un ruolo importante in tutti gli ambiti della vita. Questo aspetto viene spesso trascurato. Soprattutto in quest’epoca dove la non obbligatorietà è di moda. Ma il fatto è che la crescita si basa sempre sulla regolarità, che si tratti di lavoro, sport, alimentazione o qualsiasi altro ambito.
Non ha senso se non si pratica sport per mesi e poi improvvisamente lo si pratica in modo eccessivo tre volte alla settimana. È così che si rompe il corpo. L’allenamento mentale è simile. Più un’abitudine positiva viene praticata regolarmente, più forte è l’effetto. L’obiettivo è programmare la routine nel cervello in modo che funzioni automaticamente, come la respirazione.
L’allenamento mentale è controproducente quando creo dipendenze. Se introduco un rituale ma posso ese-
guirlo solo in determinate condizioni, mi rendo dipendente da esso. Se queste condizioni non sono presenti, si verifica una situazione di stress. Per questo motivo è necessario usare cautela quando si utilizzano, ad esempio, le mascotte. Se ci si focalizza sul fatto che le cose non possono andare bene se non c’è la mascotte, si è già perso. Per la competizione, la preparazione strutturata è il punto di partenza e di arrivo. Se possibile, i rituali e i preparativi mentali per la gara dovrebbero essere praticabili in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. In qualità di monitore, questo include anche ispezionare la sede con largo anticipo e avere sempre un piano B pronto. A mio avviso, staccarsi dalle dipendenze è un valore fondamentale nella vita in generale.
Intervista: Alexandra Herzog / lr
L’ESSENZIALE IN BREVE
Principi:
– staccarsi dalle dipendenze – regolarità – incoraggiare con le parole – una cosa alla volta, passo per passo in riferimento alla società; cominciare pian piano – lavorare in maniera più orientata al processo e all’obiettivo l’allenamento (del processo) deve dare gioia ed essere motivante
Metodi/ambiti di applicazione:
– lavoro di definizione degli obiettivi – allenamento motivazionale – visualizzazione – stabilire le abitudini – tecniche di rilassamento (calma, gestione del nervosismo) – controllo di sé e dei propri pensieri (acquisire fiducia) – preparazione alla competizione (sistema countdown) – sviluppo della personalità