Autunno 2015 // Nuovo splendore

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SWISSLIFE 6째 anno // Numero 3 // CHF 7.50

Autunno 2015 // Nuovo splendore


Bucato a 95° normale

Senza candeggiante

Asciugare nell’asciugatrice a temperatura elevata

Stirare a temperatura elevata

Non pulire a secco


Editoriale // 3

Buongiorno Festeggiamo un piccolo anniversario, stimate lettrici e stima­ ti lettori. La rivista che tenete tra le mani viene pubblicata ormai da cinque anni. Ringraziamo i destinatari di lunga data per le loro reazioni, che ci fanno sempre piacere. E a coloro tra voi, che ricevono la rivista per la prima volta, auguriamo buona lettura: SWISSLIFE vi intratterrà tre volte l’anno con formidabili storie, avvincenti immagini e interessanti contributi sulle persone e la vita in Svizzera.

Ivo Furrer CEO Swiss Life Svizzera

Per questa 16 a edizione abbiamo dato nuovo splendore an­ che alla nostra rivista per i clienti. Come clienti privati di Swiss Life trovate ora al centro della rivista storie, suggeri­ menti e indicazioni che rendono la vita più lunga merite­ vole di essere vissuta. La rubrica «Pensaci, ora tocca a te» mostra in modo chiaro come potete controllare il futuro secondo le vostre scelte, e come Swiss Life può assistervi in questo. Come clienti aziendali continuiamo a informarvi con l’inserto «Update Business» per tutto quello che c’è da sapere sulla vostra soluzione di previdenza Swiss Life. Vi auguro buon divertimento con il nuovo numero, fresco di stampa di SWISSLIFE.

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Con il bello e il brutto tempo Swiss Photo Selection:

Segnati dal nuovo splendore del tempo, i fienili si trovano in tutti gli angoli della Svizzera. Il fotografo Patrik Fuchs li mostra come solitari appartati e introversi.

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16 24

Perché lava a mano, SueSanna Russell?

Questionario:

Storia di copertina:

Sono opere d’arte segnate dal tempo i fienili immortalati dal fotografo svizzero. Cresciuto nel Toggenburg, indaga il particolare nella quotidianità. In «Swiss Photo Selection» a partire dalla pagina 6 è rappresentata una selezione delle sue fotografie.

Via al nuovo splendore!

Al centro tessile di Sursee, la grande lavanderia dell’esercito viene lavato, rammendato e reso disponibile tutto, dall’asciugamano alla tenda. La tutela dell’ambiente è una priorità assoluta.

Mix di numeri:

I divoratori d’acqua nell’economia

domestica

Nove tonnellate di tessili dell’esercito escono ogni giorno, lavati, asciugati e stirati dal centro tessile di Sursee. Dalla pagina 16 saprete quanta organizzazione è necessaria per vincere la continua guerra contro il bucato sporco.

Responsabile del progetto: Swiss Life, Comunicazione Svizzera, Martin Läderach Commissione redazionale: Ivo Furrer, René Aebischer, Thomas Bahc, Monika Behr, Elke Guhl, Christian Pfister, Hans-Jakob Stahel, Paul Weibel Responsabile della redazione UPDATE: Dajan Roman Indirizzo della redazione: Rivista SWISSLIFE, Public Relations, General-Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, rivista@swisslife.ch Coordinamento del progetto: Mediaform|Christoph Grenacher, Ittenthal/Zurigo Ideazione e progettazione: Festland Werbeagentur, San Gallo/Zurigo Traduzione: Swiss Life Language Services Stampa e spedizione: Medienwerkstatt AG, Sulgen; stampato su carta FSC Cambiamenti d’indirizzo/ ordinazioni: Rivista SWISSLIFE, General-Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, rivista@swisslife.ch Tiratura: 115 000 Pubblicazione: 3 volte l’anno; primavera, estate, autunno. Avviso legale: le informazioni relative a servizi e prodotti contenute nella presente pubblicazione non costituiscono un’offerta in termini giuridici. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito a concorsi. Sono escluse le vie legali. ISSN 1664-5588 La rivista SWISSLIFE è una lettura interessante, ma non obbligatoria. Se in futuro volete rinunciarci, potete comunicarcelo con l’invio gratuito della cartolina-risposta in fondo alla rivista.


Contenuto // 5

27 Non sarà l’eterna giovinezza che la gerontologa Prof. Dr. med. Heike Bischoff-Ferrari si aspetta dal progetto DO-HEALTH, ma almeno un modo di invecchiare più sano e attivo. Dalla pagina 30 ci svela come possiamo ringiovanire la vita dopo i 65 anni.

Il genio incompreso Werner Kroh ha sviluppato anni fa una sostanza biodegradabile, in grado di proteggere i mari da catastrofi petrolifere – ma non ha ancora avuto successo. Da pagina 42 il ritratto dell’inventore svizzero, che oggi vive in un istituto.

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Pensaci, ora tocca a te.

Viviamo sempre più a lungo – ma come gestiamo il nuovo tempo ottenuto? La nuova rubrica «Pensaci, ora tocca a te» mostra cosa ognuno di noi può fare per una vita lunga e secondo le proprie scelte.

Tour de Suisse:

A Swiss Life:

Nel turchese del ghiaccio

Werner Kroh

Di Werner Kroh si diceva che fosse un matto o che ottenesse prima o poi il premio Nobel. L’inventore ha scoperto come pulire acqua inquinata da petrolio senza usare veleni. Nessuno gli ha prestato attenzione.

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Un mazzolin di fiori:

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Prototipi:

Ragni & Co.

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Concorso:

Vincete fantastici calzini

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2065:

Addio, lavanderia

SWISSLIFE Digital: www.swisslife.ch/rivista o come app per tablet e smartphone disponibile su Google Play e nell’App Store

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Frutti di rosa canina


Con il bello e il brutto tempo Si trovano ai bordi delle strade, da soli in mezzo ai campi. In Svizzera, i fienili fanno parte della quotidianitĂ visiva. Il fotografo Patrik Fuchs ritrae facciate lavate dal tempo in inverno con luce diffusa e fredda, come apparizioni arcaiche di muta servitĂš.


Swiss Photo Selection // 7

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Swiss Photo Selection // 13

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Questionario // 15

Diventerà mai pulito?

Certo, laviamo le lenzuola sul fuoco vivo in acqua bollente. Avete davvero tutto questo tempo?

Abbiamo tutti ugualmente molto tempo, dipende solo da cosa riteniamo importante e per cosa ci prendiamo del tempo. Non usate mai una lavatrice?

Sì, quando abbiamo una montagna di lenzuola da lavare e tutti i letti devono essere rifatti, a volte usiamo la lavanderia del villaggio.

Perché non usate una lavatrice?

Non abbiamo alcuna (incerta) corrente di rete a 230/380 Volt – i nostri pannelli solari generano solo 12 Volt. Perciò posso ini­ ziare con acqua preriscaldata con energia solare – il nostro collettore genera spesso oltre 60° Celsius. Cosa le piacerebbe cambiare nella sua vita?

Con il tempo le mie forze dimi­ nuiranno e potrò dedicarmi ai miei amati lavori a maglia giù Cosa le piace lavare di più? La mia biancheria, piccola e delicata! al villaggio. O i panni di lana o di seta, in acqua Cosa si aspetta dal futuro? tiepida naturalmente! Spero in una buona salute, soddisfazione, una vecchiaia Cosa la fa arrabbiare quando lava? dignitosa e un mondo più Se il fuoco si è spento sotto alla giusto. pentola per lavare. Ricevete complimenti per il vostro bucato?

Sì, molti, perché ai nostri clienti sembra eccezionale che laviamo a mano. SWISSLIFE Autunno 2015

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Storia di copertina // 17

Testo: Daniel Schriber, foto: Kuster Frey

Via al nuovo splendore! Nove tonnellate di capi al giorno, 2000 all’anno. Nella grande lavanderia dell’esercito a Sursee si lava e si rammenda tutto ciò di cui i militari hanno bisogno. Rispettando sempre un alto livello ecologico – non si vuole entrare in conflitto con l’ambiente.

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I

n realtà si dice che non si deb­ bano lavare i panni sporchi fuori casa. Hans Albisser – ma­ glietta nera, baffi grigi, sorriso gentile – lo fa lo stesso. In fon­ do, lavare è il suo lavoro. Albisser, cresciuto a Lucerna, ha ini­ ziato a lavorare come agricoltore. A 35 anni ha deciso di cominciare l’appren­ distato come addetto alla cura dei tes­ sili. Oggi, dopo 21 anni, i panni spor­ chi sono ancora la sua quotidianità. Una quotidianità molto più vivace di quanto si possa pensare. Hans Albisser è il capo dell’unità organizzativa La­ vanderia nel centro tessile di Sursee, che a sua volta fa parte della base logi­ stica dell’esercito, quindi svolge un compito centrale nella fornitura di ser­ vizi logistici all’esercito svizzero. Nove tonnellate di capi vengono lavati ogni giorno a Sursee; con camion e median­ te il trasporto su rotaia, arrivano dalle 10 alle 20 tonnellate di materiale spor­ co che poi viene riconsegnato pulito. Lenzuola, sacchi a pelo, tende, asciuga­ mani, indumenti protettivi, pantaloni impermeabili e persino le pompose uniformi della banda dell’esercito sviz­ zero: quasi tutto viene lavato, asciuga­ to e stirato a Sursee. In fondo, i nostri soldati non devono lavorare soltanto con materiale funzionante ma anche pulito. Nessuna inattività Al soffitto sopra Albisser sono appese dozzine di sacchi rossi pieni di capi

sporchi. «La nostra stazione dei sac­ chi.» Da qui i capi vengono portati alle lavatrici tramite un complesso sistema computerizzato. In un battibaleno un altro sacco viene messo in movimento come se fosse controllato da una forza superiore. Va avanti così tutto il gior­ no. Tempi di inattività possono esserci in un corso di recupero, ma non qui, a Kanonierstrasse 8 Sursee. Zac! E il suc­ cessivo sacco da 36 chili avanza verso la lavatrice.

Dopo il lavaggio, la sauna Per garantire una procedura ottimale, deve sempre tenere sotto controllo quali materiali sono presenti nel lavag­ gio in corso al fine di regolare, in base alla necessità, la temperatura dell’ac­ qua nonché la dose di detersivo. Logi­ camente, un’uniforme dei musicisti necessita di una cura diversa rispetto a un semplice strofinaccio. Un indumen­ to di protezione non dovrebbe essere lavato alla stessa temperatura né con il

«Se con questi volumi di bucato si procedesse senza criterio, la catastrofe ecologica sarebbe assicurata.» La varietà dei capi utilizzati rappre­ senta una delle grandi differenze ri­ spetto a una lavanderia del settore pri­ vato. Ciò rende più difficile il lavoro, ma per questo motivo risulta anche avvincente, racconta Albisser, mentre insieme a una collega prepara dozzine di grembiuli da cucina sporchi per la fase di lavaggio successiva. In qualità di capo, è responsabile affinché dall’accet­ tazione dei capi sporchi alla loro conse­ gna tutto funzioni correttamente.

medesimo detersivo utilizzato per uno zaino. Il dosaggio corretto è fonda­ mentale. Sia per motivi ecologici che economici. «Cerchiamo di ottimizzare continuamente i nostri processi». I capi vengono lavati in un impianto completamente automatico con dodici stanze e numerose macchine di tutte le tipologie, dalla lavatrice domestica a quella industriale. La macchina più grande può contenere oltre 200 chilo­ grammi di carico. Lava 215 chilogram­


Storia di copertina // 19

Tre su 70 Hans Albisser, responsabile dell’unità organizzativa lavanderia:

mi di bucato in 60 minuti. Infine i capi vengono asciugati in sei macchine a tamburo e tre camere di asciugatura. «Nella sauna finlandese», come scher­ zano i collaboratori del centro tessile. L’importanza di un approccio at­ tento verso le risorse disponibili viene mostrata da un confronto con un con­ testo privato: mentre in quella realtà, per un bucato asciutto di un chilo oc­ corrono 30/40 litri di acqua e 70/80 grammi di detersivo, gli specialisti del centro tessile di Sursee, per la stessa quantità di capi, usano solo 10/15 litri di acqua e circa 8/18 grammi di deter­ sivo. Questo aspetto è correlato anche al fatto che a Sursee i diversi detersivi vengono utilizzati esclusivamente in forma liquida. In tal modo, nei contesti privati si potrebbe risparmiare una quantità maggiore di detersivo, di que­ sto è convinto Albisser. Chi, però, crede che l’esperto del bucato Hans Albisser si occupa di bu­ cato anche a casa, si sbaglia. Alla do­ manda l’ex agricoltore risponde con una risata. «No, no, assolutamente.» Dopo una lunga giornata di lavoro presso il centro tessile, lascia volentieri questo compito alla moglie. «Ma se nel nostro condominio mi chiedono con­ sigli, certamente non mi tiro indietro.» Prelavaggio con acqua di risciacquo La protezione dell’ambiente non è un dettaglio nella quotidianità lavorativa di Sursee ma un tema centrale. Lo sottolinea anche Urs Mathis, capo del

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«Lo so: addetto alla cura dei tessili non è la classica professione da sogno. Ma la maggior parte della gente non si rende conto di quanto sia varia la professione. Per esempio si imparano molte cose interessanti sulla chimica o come operare le macchine. Come formatore cerco di trasmettere il mio entusiasmo ai giovani.»

Edith Burkhard, sarta:

«Dopo 25 anni so esattamente se conviene aggiustare o meno una chiusura lampo rotta. Così come lei probabilmente sa sempre quale tasto premere sulla tastiera del PC. Mi piace questa sensazione di sicurezza.» Urs Mathis, responsabile centro tessile di Sursee:

«Al centro tessile ogni giorno è diverso dall’altro e per questo motivo il lavoro mi appassiona ancora oggi. È, però, anche vero che aumenta sempre di più lo stress e la pressione al risparmio. Quindi mi rende molto orgoglioso quando sento che i clienti apprezzano il nostro servizio.»



Storia di copertina // 21

Ordine del giorno pulizia: un sistema computerizzato trasferisce i tessili sporchi dalla «stazione dei sacchi» alle lavatrici.

1500 000

chilowattora di energia elettrica consuma la lavanderia all’anno. Corrisponde approssimativamente al consumo di 168 case unifamiliari.

centro tessile. «Se con questi volumi di bucato si procedesse senza criterio, la catastrofe ecologica sarebbe assicu­ rata.» Per questo, nel centro tessile ad esempio non abbiamo macchine che scaricano direttamente all’esterno. «Di­ sponiamo di un complesso impianto di aerazione che, da un lato, serve a recu­ perare il calore e, dall’altro, filtra la la­ nugine dei tessuti nell’aria di scarico.» Recupero è una parola che Mathis ripete continuamente durante le ispe­ zioni nel centro tessile. Così, ad esem­ pio, l’acqua di risciacquo di un ciclo di bucato viene utilizzata per il prelavag­ gio del carico successivo. E con l’acqua di scarto a circa 30 gradi, grazie a un semplice sistema di tubi, l’acqua pulita in ingresso viene preriscaldata a poco più di 20 gradi. Tramite misure come queste si risparmiano acqua, energia e alla fine anche denaro. Ma non è tutto: «Si tratta anche della nostra sopravvi­ venza», afferma Mathis. «Il mio obietti­ vo è poter mantenere tutti i posti di la­ voro a Sursee anche in futuro.» Massiccia riduzione delle sedi L’esercito prima utilizzava molti arse­ nali in tutte le regioni svizzere, invece negli ultimi anni si sono ridotte consi­ derevolmente le sedi degli attuali im­ pianti logistici. Anche per il futuro si prevedono grandi cambiamenti per l’e­ sercito svizzero. Pertanto, in futuro, nell’ambito del continuo sviluppo pro­ grammato dell’esercito, non solo i gior­ ni di servizio, ma anche l’organico e i

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costi associati dovranno essere ridotti. Nonostante le attuali sfide, Urs Mathis rimane fiducioso: «Se la sede di Sursee è sopravvissuta tutti questi anni dipen­ de anche dal fatto che il nostro lavoro non è soltanto affidabile, ma soprat­ tutto economicamente efficiente. Que­ sto è il nostro compito in fondo.» Ciò stimola lui, le collaboratrici e i collabo­ ratori. Fra loro c’è Edith Burkhard. An­ che lei lavora dai primi anni Novanta nel centro tessile di Sursee. Non abbiamo incontrato Edith Burkhard nella lavanderia al pianterre­ no, ma un piano sopra, nella sartoria del centro tessile. Il caldo di questo po­ meriggio di agosto costringe a rimane­ re all’interno. Ad una finestra spicca una bandiera svizzera, da piccoli alto­ parlanti si odono i canti jodel. SRF 1. Per il resto, silenzio. Niente a che fare con i perenni rumori delle macchine a tamburo e delle lavatrici nel piano in­ feriore. «Questo non significa che an­ che qui non possa essere frenetico», sottolinea Urs Mathis. 25 collaboratri­ ci e collaboratori nella sartoria cucio­ no e riparano gli articoli militari a cot­ timo. E sanno perfettamente quando conviene riparare un buco o una chiu­ sura lampo e quando no. Tutti i pro­ cessi sono prescritti nei minimi detta­ gli. Se una riparazione richiede troppo tempo, l’articolo viene smaltito. Ma Edith Burkhard non soltanto lavora nel centro tessile, vive nell’edifi­ cio. Insieme al marito, il meccanico del centro, abita nell’alloggio di servizio

93 000

metri cubi di acqua all’anno attraversano le macchine. Questa quantità viene consumata da 310 000 persone al giorno.

66 000

litri di olio combustibile vengono consumati dal centro tessile di Sursee ogni mese. Circa quanto consumano all’anno 30 case unifamiliari di piccole dimensioni.

9

tonnellate di capi vengono lavate ogni giorno. O in altre parole: circa 2000 tonnellate all’anno.

215

chilogrammi di bucato contiene la lavatrice più grande del centro tessile di Sursee.


Un lavoro pulito: i grembiuli da cucina «particolarmente sporchi» vengono candeggiati due volte e poi lavati di nuovo.

all’ultimo piano. La sarta solleva le spalle e sorride: «È una maledizione e una benedizione allo stesso tempo.» Tuttavia, non riesce a immaginarsi un altro lavoro o un’altra casa. Prima di dedicarsi alla macchina da cucire e al buco nei pantaloni da lavoro davanti a lei, afferma: «So quello che mi offre questo posto.» E Urs Mathis sa di esse­ re fortunato ad avere Edith Burkhard. «Collaboratori di lungo corso come lei sono la prova che abbiamo sempre una grande considerazione del nostro personale».

Lo spirito dell’esercito è percettibile A passo veloce si procede nella stanza successiva. Mathis ci conduce nello speciale impianto per il lavaggio delle gamelle, ci mostra la macchina per sti­ ratura automatica per il bucato della caserma, gli impianti di riscaldamento e sanitari nel seminterrato e, infine, la selleria nell’edificio adiacente al centro tessile. «Non abbiamo nulla da nascon­ dere e non dobbiamo avere paura delle visite non pianificate.» Lo afferma per­ ché viene fuori l’argomento. Ad esem­ pio da parte dell’ufficio dell’ambiente.

Glamour su misura: l’uniforme da gala Anche le uniformi da gala della banda dell’esercito sono in buone mani al centro tessile di Sursee. Qui vengono aggiustate, vengono prese le misure per i nuovi musicisti e messe in magazzino. Le uniformi, che possono essere indossate solo per concerti sul palco o nell’arena Tattoo, vengono pulite a secco e – esternamente.

Anche se fra i circa 70 collaboratrici e collaboratori nel centro tessile di Sur­ see non dominano toni militari, lo spi­ rito dell’esercito è, tuttavia, percettibile anche fra le più moderne lavatrici, asciugatrici e impianti di stiratura. Alle pareti sono appesi stemmi militari e armi dei cantoni per cui lavora il centro tessile di Sursee. E, naturalmente, an­ che Urs Mathis ha prestato servizio. Prima come sergente maggiore tecnico, poi come aiutante. «Chi lavora qui, deve credere nell’esercito», afferma. Certamente la direzione aziendale è cambiata molto negli ultimi anni – «i principi sono, tuttavia, gli stessi.» Lo stile direttivo di Urs Mathis: «Severo negli ordini, ma umano.» Il capo si aspetta dai collaboratori che il loro la­ voro sia sempre corretto e puntuale. Non fa niente se incontra un collabora­ tore al distributore automatico del caffè al di fuori degli orari di pausa stabiliti. «Ma se non svolge il suo lavo­ ro in modo soddisfacente e puntuale, posso intervenire e spiegare chiara­ mente cosa viene richiesto.» Oppure, in altre parole: Urs Mathis comprende le sue collaboratrici e i suoi collabora­ tori, ma non è un capo «sentimentale». Di questo è fiero. L’esperto sellaio da carrozzeria è convinto, che lui e i collaboratori nel centro tessile di Sursee contribuiscono in misura considerevole al manteni­ mento dell’esercito. «Forniamo un contributo per la sicurezza del paese. Così come ogni singolo soldato sul campo.»



I divoratori d’acqua nell’economia domestica Apri il rubinetto, chiudi il rubinetto – in Svizzera una persona consuma circa 160 litri di acqua al giorno. Ciò che sembra molto, è costantemente diminuito negli ultimi anni. In realtà il consumo d’acqua in diminuzione è lodevole, ma pone le centrali idriche dinanzi a problemi di ricavi. Perché i costi per l’infrastruttura dell’alimentazione e la garanzia della qualità dell’acqua potabile continuano ad aumentare.

17,2% Cucinare, bere, lavare le stoviglie

19,6%

29,5%

Cura del corpo nella vasca da bagno e doccia

Sciacquone


Mix di numeri // 25

18,6%

12,8%

2,3%

Lavatrice

Lavaggio a mano e piccola cura del corpo al lavabo

Auto e giardino

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Pensaci, ora tocca a te.

100

anni, l’età che oggi raggiunge un neonato su due. Come si vive il più a lungo possibile in modo attivo e secondo le proprie scelte? Heike racconta cosa Bischoff-Ferrari si può fare a tal proposito e Karl Klenk rivela come ci è riuscito. a pagina 30

Pagina 36


Così sono i nostri clienti: Galina Vracheva – virtuosa delle tastiere

Capire i clienti è l’obiettivo supremo del nostro lavoro. Per questo motivo 100 collaboratrici e collaboratori Swiss Life hanno visitato 100 clienti. Tatiana Seelos, Risk & Asset Liability Manager presso Swiss Life Svizzera, ha incontrato la pianista bulgara Galina Vracheva che vive a Zurigo. «Per anni ho avuto grande paura per quanto riguarda il tema della sicurezza, la sicurezza di mio figlio, la sicurezza di avere un lavoro. Curiosamente ho stipulato le assicurazioni con Swiss Life quando ho finalmente smesso di avere paura. Tuttavia, la mia professione non offre alcuna sicurezza e anche le mie azioni esplosive quando devo inventare musica o improvvisare, sono sempre soggette a un elevato rischio; non c’è alcuna sicurezza cui possa attingere. A dire la verità, quando ho avuto un’esperienza molto triste o quando succedono cose terribili nel mondo, sono bloccata e non riesco a improvvisare. Tutto questo si oppone alla libertà d’espressione – e come è noto l’improvvisazione è l’arte oratoria della musica. Per questo è come un po’ una lingua paralizzata.»

In viaggio nella società senza età

Altro che pensionamento: no grazie! In questi anni la nostra idea di vita nella vecchiaia viene completamente rivoltata: lo mostra un nuovo studio, condotto dal GDI Gottlieb Duttweiler Institute in collaborazione con Swiss Life. Attualmente con la generazione del baby boom si affaccia all’età di pensionamento una generazione con alto tasso di natalità. Classi che sono cresciute senza guerra, in compenso con il rock’n’roll e un fulminante progresso tecnologico. Attivi, sani e familiari con la tecnologia come nessun’altra generazione prima di loro – e per loro «vecchi» è per molto tempo ancora una parola del futuro.

Lo studio mostra cosa ci attende. Se volete sapere quali sono le idee sulla vecchiaia di giovani e anziani, accompagnate da dati da un sondaggio rappresentativo, quali sono le sfide sociali ed economiche, che comporta la futura società senza età e cosa prevedono quattro scenari del futuro, che documentano il mutamento delle nostre idee sulla vita nella vecchiaia, potete scaricare gratuitamente il rapporto al seguente indirizzo www.gdi.ch/viverealungo


Pensaci, ora tocca a te // 29

Mi auguro: Una mongolfiera? Una lunga vita? Fortuna eterna? O una vita interessante? In occasione del tour «Pensaci, ora tocca a te», le svizzere e gli svizzeri hanno avuto l’opportunità di registrare un messaggio video – e di decidere quando ricevere questa ersone me le p o la loro o c e t e g registrazione come sorpresa. Leg zan ro organiz

i lo era in Svizz za e quali sono i: n s s e previd eri a loro ste .ch desid atoccaate ior pensac

Ping pong La previdenza non deve essere difficile. Una domanda, una risposta. Nella chat. Adesso. Subito. 13 novembre 2015 13.45

Ho una polizza 3a e due conti 3a. Cosa posso fare per pagare meno imposte possibili al momento del prelievo?

Può riscuotere il capitale al più presto cinque anni prima dell’età AVS ordinaria. Suddivida il versamento su diversi anni, così può eludere la progressione.

Georgette a Georgette:

«Mi auguro di vedere i matrimoni dei miei nipoti.»

Maurice a Maurice:

«Guai a te se lavori in ufficio! Se non hai avuto il coraggio di studiare musica, sarei molto deluso.» Manon+Nina a Manon+Nina:

«Speriamo che tra dieci anni possiamo guardare indietro e pensare: quanto eravamo belle e giovani – e, diamine, anche oggi stiamo bene!»

Posso farmi versare anche solo una parte del capitale sui conti 3a?

No, purtroppo i versamenti parziali non sono consentiti.

Grazie.

Sandra a Sandra:

«Tre figli, una casa al lago con bella vista e un marito eccezionale.»

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Jacques Raemy, agente generale di Swiss Life a Ginevra, e il nostro team di consulenti rispondono anche alle vostre domande nella chat: myworld.ch/chat


«Vecchio? «Vecchio? Forse Forse aa partire partire da da 85 85 anni!» anni!» Prof. Dr. med. Heike BischoffFerrari (47 anni) è responsabile della clinica per geriatria all’ospedale universitario di Zurigo, dirige il Centro vecchiaia e mobilità all’Università di Zurigo ed è titolare della prima cattedra per geriatria e gerontologia all’Università di Zurigo.

Tra 15 anni nell’Europa occidentale una persona su tre avrà più di 65 anni – e le persone anziane sane diventano sempre più importanti per la società. Christoph Grenacher ne ha parlato con Heike BischoffFerrari, che ha fatto di Zurigo un centro europeo della gerontologia.

Professoressa Bischoff, come è possibile invecchiare più tardi? (ride) Rimanendo più giovani! Sul serio: non bisogna aspettare i 65 anni per occuparsi della seconda o terza fase della vita. Ma bisogna occuparsi del proprio corpo per tempo, muoversi molto e nutrirsi bene. Consigliamo anche un check-up annuale presso il proprio medico di famiglia. In fin dei conti, non aspettiamo che la nostra auto sia vecchia per portarla in revisione. Ma che cosa significa vecchio? Prima si diventava vecchi a 65 anni. Oggi si parla di una persona anziana a partire da 85 anni. Ma l’età non è più l’unico criterio. Ma? Ma è piuttosto la decrepitezza che conta. Una persona di 90 anni, oggi può ancora scatenarsi sulla pista da ballo – ha imparato a ballare quando era giovane! Una persona notevolmente più giovane può completamente dipendere da aiuti esterni, perché è decrepita. E cosa si intende per decrepitezza? Notevole perdita di peso, riduzione della forza fisica e della massa muscolare, spossatezza, forse anche una diminuzione delle capacità intellettive. Ma per questo c’è la medicina! No, attenzione, noi iniziamo prima! Con la nostra ricerca e il progetto DO-HEALTH cerchiamo di ritardare mediante misure preventive l’invecchiamento fisiologico a livelli multipli di organi. Nella moderna gerontologia ci muoviamo coscientemente oltre il singolo organo o la singola patologia e consideriamo l’essere umano nella sua completezza con possibilmente tutte le funzioni organiche importanti. Per invecchiare con successo non ho bisogno solo del mio cervello; ho bisogno anche della mia muscolatura, delle mie funzioni cardiaca, cardiovascolare, renale, ho bisogno del mio completo atteggiamento come essere umano. I multi-talenti, di cui supponiamo che supportino contemporaneamente e positivamente diverse funzioni organiche, sono il movimento e probabilmente la vitamina D e i grassi Omega-3. Ma questo lo sappiamo già da molto tempo! Non lo sappiamo, lo supponiamo – ma siamo ben lontani da una prova scientifica completa! Abbiamo bisogno di grandi studi, per ottenere risultati affidabili. Solo così possiamo indurre i medici e tutti gli operatori della politica sanitaria ad attuare queste misure anche nell’ambiente clinico. Per questo DO-HEALTH!


Pensaci, ora tocca a te // 31 Con quale obiettivo? Oggi invecchia una generazione che ha la pretesa di invecchiare con un’elevata qualità della vita. Si attendono anche maggiori prestazioni dagli anziani, diventano sempre più importanti a ogni livello della nostra società. L’argomento centrale per la qualità della vita e dell’efficienza delle persone più anziane è il prolungamento della speranza di vita sana. La nostra ricerca ha come obiettivo di ritardare l’invecchiamento fisiologico tramite misure semplici e documentate, supportando così il maggior numero possibile di persone per tutto il tempo possibile nel mantenimento della loro salute. E cosa garantisce il miglior successo per rimanere sani nella vecchiaia? L’alimentazione sana ed equilibrata gioca un ruolo decisivo e il mantenimento della forza fisica e della massa muscolare. È anche importante rimanere socialmente attivi e non smettere mai di vivere nuove esperienze. Se in DO-HEALTH troveremo le prove necessarie, la sana alimentazione deve essere integrata con due importanti sostanze nutritive, ossia la vitamina D e i grassi Omega-3, che difficilmente sono assimilabili con l’alimentazione. Con additivi verso la vita eterna? No, ovviamente non è sufficiente. Il movimento è altrettanto importante – e la conoscenza generale del nostro corpo per riconoscere per tempo i rischi e allontanarli in modo mirato. E così tutto sarà meglio? Sì, se l’effetto delle misure raccomandate è stato provato inconfutabilmente. E poi è importante definire una buona strategia per trasmettere direttamente al paziente questa conoscenza. Il paziente è nostro partner. Lei ha appena parlato del paziente come partner. Sì e la comunicazione assume un ruolo decisivo. Noi medici abbiamo una pessima comunicazione. Lo vedo quando i miei genitori vanno dal medico e ritornano con poche informazioni concrete. Io, per esempio, verifico con i miei pazienti, se hanno capito le mie informazioni. Questo richiede più tempo e sarà di nuovo più costoso? Certo, è necessario più tempo per il paziente – ma nel complesso non sarà più costoso, perché l’informazione corretta che viene percepita è più efficace. Voglio che il mio paziente diventi mio partner nell’attuazione della sua terapia. E lo farà solo se ha capito correttamente di cosa si tratta. Questo è un aspetto decisivo nelle terapie medicali e ancora più importante quando si tratta di prevenzione. Perché? In medicina non c’è niente di più difficile che l’attuazione delle misure preventive, perché l’essere umano si vede sempre nel presente. Quando il paziente è mala-

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to, capisce che deve assumere questa medicina perché è malato. Ma fare qualcosa adesso per mantenere la salute non è una priorità. E siamo tornati alla domanda iniziale: Cosa fare per invecchiare più tardi? È necessaria un’enorme disciplina – e sono necessarie offerte. Qui all’ospedale universitario di Zurigo abbiamo costituito un centro di test e diagnosi. Il paziente è sottoposto a un’approfondita visita, la sua funzione e massa muscolari, lo spessore osseo, la distribuzione del grasso, le abitudini alimentari, tutte le funzioni organiche importanti incluse le analisi del sangue relative ai fattori di rischio, tutto. Poi, tutti i risultati vengono discussi esaurientemente con il paziente durante i ricevimenti di Healthy-Ageing. Questo ricevimento è accessibile alle persone a partire dai 50 anni con il tool di motivazione: con il paziente discutiamo dello stato attuale, abbiamo identificato i punti deboli e ora li possiamo affrontare insieme in modo mirato. E chi può venire a questo ricevimento? Tutti. Sono riuscita a convincere la direzione dell’ospedale universitario di Zurigo di creare una struttura di riferimento ’Healthy Aging’ mediante il centro di test e diagnosi e il nostro consulto, nonostante oggi non siano ancora rappresentati tutti i servizi che devono essere concordati con le casse malati. Ho perorato la causa sostenendo: facciamolo, è importante. Come samaritani caritatevoli, lontano qualsivoglia redditività? Per me è importante che cambi l’immagine della geriatria per supportare la crescente quota anziani nel mantenimento della propria salute. Tuttavia, la redditività è un tema importante, soprattutto per quanto riguarda i nostri servizi ambulatoriali. Ci stiamo lavorando. In DO-HEALTH registriamo tutte le spese sanitarie, per dimostrare che le nostre misure sono a copertura delle spese.

DO-HEALTH è questo Il progetto di gerontologia attualmente più importante in Europa viene coordinato da Zurigo. Più di 2100 anziani oltre i 70 anni partecipano allo studio DO-HEALTH in corso per tre anni. L’impostazione dello studio si basa su tre pilastri: l’assunzione di dosi definite di vitamina D l’assunzione di dosi definite di acidi grassi Omega 3 un semplice programma di allenamento a casa. Vengono documentati la frequenza delle fratture ossee e di infezioni negli anziani e il cambiamento delle funzioni muscolare e cerebrale e della pressione del sangue. Lo studio documenta pure tutte le funzioni organiche importanti per chiarire, quali di queste funzioni viene influenzata dalle tre strategie e in quale misura queste strategie possono ritardare l’invecchiamento fisiologico a livello di organi.

Copertura nel pacchetto Rimanere sani fino in età avanzata? L’assicurazione malattie ottimale vi aiuta. Un’assicurazione di base ce l’hanno tutti, in fondo è obbligatoria. Ma le assicurazioni complementari? Qui è già più complicato. E pensare che è disponibile tutto in un unico pacchetto.

Con consulenza. Con sconti sui premi nell’assicurazione di base. Con protezione giuridica dei pazienti integrata. E con la possibilità di cambiare l’assicurazione di base. Ogni anno.

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Sondaggio Selfie:

«3a – di cosa si trattava?» Capita anche a voi? Utilizzate termini – ma in realtà non sapete esattamente che cosa significhino. Come risulta dal nostro sondaggio, la generazione oro non ha poi neanche tante difficoltà: le persone oltre i 50 anni conoscono e utilizzano il valore della previdenza. Per buone ragioni: risparmiano sulle imposte, acquistano una proprietà d’abitazioni, si attivano nella previdenza.

«Uso il mio avere 3a per l’ammortamento indiretto» Toni Walker (50 anni), Ruswil

«3a, di cosa si trattava? Ah ora ricordo, faccio un versamento annuale. È il mio ’avere d’emergenza’.»

«L’avere 3a è destinato alla nostra previdenza. Cosa faremo con quei soldi lo vedremo più in là.» Franz e Bernadette Bättig, (56 e 55 anni), Langnau bei Reiden

Susanne Andermatt (53 anni), Ballwil

«Con i nostri averi 3a abbiamo appena acquistato un appartamento in condominio.»

«Con 3a mettiamo da parte i soldi per la vecchiaia e al contempo risparmiamo sulle imposte.»

Heidi e Hanspeter Birrer (59 e 64 anni), Zell

Anton e Edith Grob-Wiederkehr (60 e 58 anni), Gettnau


Pensaci, ora tocca a te // 33

Vincete 500 franchi per il vostro futuro! A quanto ammonta l’importo che si può versare nel 2015 nel pilastro 3a e dedurre dall’imposta sul reddito? 6378 franchi

6738 franchi

6768 franchi

Prima della «Giornata della previdenza privata» (di volta in volta il mercoledì prima del primo giorno di Avvento, quest’anno il 25 novembre) potete vincere un contributo iniziale per la vostra previdenza privata.

Lavorare più a lungo? Certo! Il dolce far niente dopo i 65 anni è out. Lavorare dopo il pensionamento mantiene sani e rende felici i capi e i clienti. Soprattutto, però, gli stessi lavoratori.

Inviate la cartolina contenuta nella copertina o partecipate online: www.swisslife.ch/rivista

«3a – per me è di grande attualità! «Per me 3a è uno strumento utile per Sono in procinto di aprire un risparmiare sulle imposte. Inoltre, capisco: ciò che verso qui, mi ritornerà.» conto di previdenza 3a.» Marcel Ackle (58 anni), Hägglingen

Anita Kurmann (52 anni), Ruswil

«3a significa: ricevo più di quanto verso. Fantastico!»

«Il mio conto 3a mi dà sicurezza.»

Markus Andermatt (56 anni), Ballwil

Martin Peter (52 anni), Richenthal

SWISSLIFE Autunno 2015

«Alcuni miei colleghi in effetti non riescono a capire», afferma HansRuedi Marthaler. Lavora 40 % nel Servizio esterno per la ditta di forniture per l’ufficio Lyreco, su base volontaria, nonostante abbia compiuto 70 anni quest’anno. Perché lavorare se non si è costretti, signor Marthaler? La risposta è rapida e accompagnata da una risata: «Perché mi diverte.» Marthaler non è un caso unico. Un numero crescente di persone oggi lavora più a lungo, perché si diverte – alcuni, tuttavia, per migliorare la propria rendita. Attualmente in Svizzera un uomo su dieci oltre i 65 anni esercita un’attività lucrativa, per le donne la quota ammonta a circa la metà. Per HansRuedi Marthaler si tratta anche di rimanere in forma mentalmente grazie al lavoro. Poiché può suddividere in modo flessibile il suo grado di occupazione parziale, gli rimane tempo sufficiente per scoprire il mondo insieme a sua moglie o per passeggiare con il suo cane.


Non preoccupatevi per la previdenza Mantenere il controllo sulla propria previdenza non è semplice. Mantenere il controllo su tutti i contratti e documenti è spesso molto più

difficile. È, quindi, utile non dover più conservare ben ordinati tutti questi documenti in un raccoglitore, perché tutto è disponibile on line. Insieme alle informazioni su eventuali lacune nella previdenza e possibilità di risparmio fiscale.

Ordinate il vostro login per il portale previdenziale e finanziario: myworld.swisslife.ch O maggiori informazioni con la cartolina nella copertina della rivista.

A 27 anni al cinema, a 70 anni in spiaggia. Matea Maric, 27 anni, vive a Bellinzona. Lavora nell’amministrazione dell’ospedale dove organizza congressi. Oggi le manca spesso il tempo, ma una volta in pensione le piacerebbe vivere al mare e comporre albi fotografici – se esisteranno ancora.

Testo: Yvonne Eckert

Dove lavora? Lavoro all’istituto per oncologia dove organizzo congressi. Il mio lavoro mi piace molto, ma non è un settore semplice. Probabilmente non mi abituerò mai al cambiamento fisico dei pazienti durante la chemioterapia. Ciononostante, fino al pensionamento voglio lavorare nel settore sanitario. Poi spero di poter godere della mia rendita. Dove abita? Vivo da sola in un appartamento in affitto, ma ho il ragazzo. A 70 anni mi piacerebbe avere con mio marito una casetta al mare. Non deve essere grande, deve avere spazio sufficiente per due persone e una camera per gli ospiti. Cosa fa nel tempo libero? Vado al cinema, mi piace leggere e viaggiare. Mi piace scoprire nuovi luoghi e assaggiare specialità culinarie. Ovviamente, nel mio tempo libero mi vedo anche con gli amici. Quando sarò in pensione voglio vivere ogni giorno come mi pare e piace. Fare cose per le quali oggi non ho tempo; dipingere, scrivere, creare albi fotografici (se esisteranno ancora) e forse occuparmi dei miei nipoti. Quanto denaro le occorre per vivere? Se sommo tutte le uscite come affitto, auto, cassa malati, telefo-

no, imposte ecc., ho spese fisse mensili che ammontano a 3000 franchi – senza considerare gli imprevisti quali i costi per malattia, un danno all’auto o lo shopping. A 70 anni le mie esigenze saranno diverse. Forse allora sarò più spesso all’ospedale che al bar o con gli amici. Adeguerò il mio stile di vita all’ammontare della mia rendita. Cosa fa per la sua salute? Per alcuni anni ho giocato a pallavolo, ma oramai ho smesso. Oggi, ogni tanto vado a camminare. Non presto molta attenzione all’alimentazione. Mi piace mangiare e provo sempre qualcosa di nuovo. A 70 anni probabilmente farò jogging sulla spiaggia e farò escursionismo. La cosa più importante per lei? La famiglia. Non telefono ogni giorno ai miei genitori o fratelli e sorelle, ma so che posso sempre contare su di loro, se ce ne fosse bisogno. E la salute. Cosa sogna? Mi piacerebbe avere più tempo per viaggiare nel mondo, conoscere nuove culture e vivere in diversi paesi. Prima o poi mi piacerebbe avere una mia famiglia e una vita serena. Voglio raggiungere i miei obiettivi professionali e rendere felici le persone attorno a me.


Pensaci, ora tocca a te // 35

Kieser suda «Noi esseri umani non siamo animali da corsa.»

«Che rifugio.» – Dina Baiao e suo marito Alessandro Picciati con Giulia e Fabio si godono la loro nuova casa a Gockhausen.

La nostra nuova casa «Abbiamo trovato la casa dei nostri sogni: l’architetto Hans Demarmels ha costruito nel 1983 a Gockhausen questa inconfondibile casa, con atelier integrato – è ideale per me che sono un architetto indipendente, ora posso lavorare da casa. Anche mia moglie, che lavora come pediatra con proprio ambulatorio a Küsnacht (ZH), è entusiasta degli 8 ½ locali su 335 metri quadrati di superficie abitativa: «Che splendido rifugio.» Gli interni si estendono su diversi livelli di cemento, l’affinità di Demarmel con il gusto mediterraneo, la grezza materializzazione – vista dall’esterno dominano vetro e rame – consente di assaporare nella casa con un cortile interno naturale la sensazione di stare fuori. Questo ci rende felici giorno dopo giorno – è una fortuna che abbiamo avuto anche con l’acquisto della casa. Abbiamo visto l’inserzione in Internet, abbiamo visto la casa, due giorni dopo abbiamo rivisto l’immobile e poi mia moglie ha detto audacemente: «Prenotiamo!» All’epoca non sapevamo neanche se e come potevamo finanziare l’immobile. Ma tutto è andato per il meglio – e oggi questa è casa nostra.» In www.swisslife.immopulse.ch/it troverete interessanti offerte immobiliari e altre informazioni sulla proprietà d’abitazioni.

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Durante la mia passeggiata quotidiana nel bosco con il mio cane incontro sempre persone vestite in modo strano, che corrono nel bosco con un motivo misterioso e un obiettivo sconosciuto. Questi corridori – nel gergo moderno «jogger» – si trovano di volta in volta in uno dei due stati: quello contratto o quello beato. Il mio cane e io ci chiediamo: perché corrono queste persone? La mia ricerca sul campo privata svela tre motivi. Il motivo più frequente, in particolare per le donne: perdere peso! Il secondo motivo più frequente, soprattutto per gli uomini oltre i 40 anni: scappare dall’infarto! Terzo motivo: migliorare le capacità sportive. Il primo motivo, correre per perdere peso, è assurdo. Il secondo, l’infartofobia, è isterico e, infine, il terzo è una professione di fede che va oltre la razionalità e, quindi, non contestabile con argomenti né giustificabile. I corridori di oggi ricordano i flagellanti del medioevo, un movimento di fanatici religiosi cristiani, che credevano di liberarsi dei loro peccati, frustandosi pubblicamente. Noi esseri umani non siamo animali da corsa. Il nostro piede, con le sue 26 ossa, è in primis un organo di presa. Tutt’altra storia per il cavallo; l’animale è dotato di tre cartilagini ben imbottite – non sono quindi neanche delle ossa. Per questo motivo il cavallo è un animale da corsa o fuga. Rispettiamo il volere della natura. Lasciamo che i cavalli corrano e noi esseri umani limitiamoci a una camminata sostenuta. Le articolazioni ci ringrazieranno! Werner Kieser (75 anni), falegname qualificato, ex pugile, autore di libri e filosofo (MA), è l’istruttore di palestra di maggiore successo in Europa con un impero di 141 filiali. Il blog di Kieser: kieser-training.de/blog


Così si invecchia bene Karl Klenk sostiene che basta poco per invecchiare bene: i genitori giusti, la necessaria fortuna – e voglia di ballare! L’arzillo beneficiario di rendite di Dietikon, un comune alla periferia di Zurigo, deve saperlo: questa estate ha compiuto 103 anni ed è nato quando un convoglio della nuova linea ferroviaria si è diretto per la prima volta sullo Jungfraujoch e l’imperatore della Germania, Guglielmo II, visitò la Svizzera – due anni prima della prima guerra mondiale. Testo: Kathrin Wehrli


«

Il 19 luglio 2015 ho compiuto 103 anni. ‹Signor Klenk, qual è la sua ricetta per superare i 100 anni in modo sano?› Le persone me lo chiedono continuamente e la mia risposta è sempre la stessa: la cosa più importante è che alla nascita si scelgano i genitori giusti. Ossia, i geni sono importanti. Ovviamente anche uno stile di vita sobrio ha una grande influenza sulla salute. Molto movimento, alimentazione sana, rinuncia a alcol e fumo. In tutta la mia vita non ho bevuto un goccio di alcol e non fumo più da molti anni. Questo l’ho già detto numerose volte. Sono anche stato in televisione, per il programma Anno 1914. Deve sapere che se ne vedono di tutti i colori quando si diventa così vecchi come me. Ho fatto molto nella mia vita. Per me è sempre stato ovvio cambiare qualcosa quando mi accorgevo di qualche malcostume. Dal 1934 vivo a Dietikon. Il direttore dell’educazione personalmente mi ha spedito a Dietikon come il più giovane insegnante di scuola media del Canton Zurigo. In realtà avevo un altro posto, ma non osavo contraddire un personaggio così altolocato. A Dietikon ho introdotto le lezioni di nuoto. Sono cresciuto a Meilen e come figlio del lago ovviamente sapevo nuotare. All’epoca i giovani di Dietikon non sapevano nuotare. Grazie al mio impegno è stato introdotto anche il servizio dentistico scolastico. Non riuscivo a sopportare la vista di bambini così sani e graziosi con i denti marci. Quando nel 2001 mi hanno eletto cittadino onorario di Dietikon, ero però molto sorpreso. Non me lo sarei mai aspettato. Una delle cose più belle della mia vita è il ballo. Per molti anni ho anche suonato il violino. Oggi non

Pensaci, ora tocca a te // 37 sono più in grado di suonare perché ho sempre crampi alle dita. Ho ballato fino al 2013, le ultime volte solo il ballo alla francese (specie di quadriglia), perché bisogna fare quasi solo dei passi. Eh sì, il ballo. Mi manca un po’. Mi entusiasmano molto soprattutto le danze popolari svizzere. Ho scoperto il mio entusiasmo per il ballo già in gioventù. Avevo circa 15 anni quando con i miei genitori sono andato all’assemblea annuale dell’associazione dei samaritani a Meilen. Al successivo ballo sul palco una mia ex compagna di scuola mi ha mostrato i primi passi di danza. Grazie ai soldi guadagnati come insegnante di scuola media ho frequentato un corso di ballo. Poi ho avuto la possibilità di andare in Svezia con un gruppo di ballo. Successivamente ho fondato diversi gruppi di danza popolare. La Scandinavia mi ha sempre accompagnato. Infatti mi è stata affidata la direzione della danza del Club scandinavo. Mi piace la danza popolare, perché incarna la tradizione, ma anche perché mantiene in forma il corpo e lo spirito. Non è sufficiente muoversi liberamente al ritmo della musica, tutto deve essere coordinato. È importante saper prevedere. Bisogna sapere esattamente quali sono i giri, i passi successivi, in quale direzione eseguire il cambio del partner, a sinistra o a destra, in avanti o indietro. Quindi se dovessi indicare una ricetta segreta per la mia avanzata età, sarebbe quella di rimanere sempre in movimento. Non solo fisico, ma anche nella testa. E l’entusiasmo. Entusiasmo e gioia per quello che si fa.

»

Il budget è metà della vita Ammettiamolo, pianificare le finanze non sembra molto interessante. Ma rende più liberi. Perché chi conosce le sue finanze odierne e future, si sente più protetto. Ed è anche più rilassato. Ma non sempre è semplice, perché sono coinvolti molti temi. E ogni persona dà un’importanza diversa a questi temi. Qui possono aiutare i professionisti.

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Pascal Ammann, agente generale di Swiss Life nella località di Karl Klenk Dietikon (AG Limmattal), racconta cosa c’è da vedere nel comune zurighese della Limmattal.

Sono felice che ogni primo fine settimana di Avvento si svolga il mercato natalizio nella piazza antistante la chiesa di Dietikon. Per tutti c’è qualcosa: oltre al mercato vero e proprio il sabato c’è un punto ristoro fino a mezzanotte e la domenica San Nicola entra in città. Quest’anno è ancora più speciale rispetto al solito: nel fine settimana del 28 e 29 novembre il nostro mercato celebra infatti il 30° anniversario. SWISSLIFE Autunno 2015

@ Domande sulla pianificazione finanziaria? Scrivete a Annette Behringer, esperta finanziaria presso Swiss Life: annette.behringer@swisslife.ch. Inviateci la cartolina nella copertina della rivista o visitate il seguente link: www.swisslife.ch/it/home/ private.html


Un fatto della vita di Swiss Life:

«Nell’arco della nostra vita conosciamo circa 1300 persone.» Conoscete già i vostri fatti della vita? Calcolateli ora: www.viviamosemprepiualungo.ch


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«Ormai la casa è troppo grande per noi due.» Pensaci, ora tocca a te.

Anche vendere o lasciare in eredità la casa a cui si è tanto affezionati è una questione di consulenza professionale. Quando è il momento opportuno? Quale valore presenta l’immobile? Come trasferire la proprietà della casa in modo corretto e ottimale dal punto di vista finanziario? I nostri specialisti sono lieti di rispondere a queste e ad altre domande. Maggiori informazioni su swisslife.ch


l tour in zioni su oso a m r fo i in igli Ulterior o luogo merav irizzo nd ’i ll quest a i il ponib asion.ch is d o n o s gne-ev mont a

Nel turchese del ghiaccio Poco meno di 20 anni fa la guida alpina vallese Stéphane Albasini ha scoperto una straor­ dinaria meraviglia della natura: un’immensa grotta all’interno del ghiacciaio di Zinal lungo sette chilometri. La straordinaria mera­ viglia della natura si svela solo in inverno – quando l’acqua, alta fino al ginocchio, all’in­ terno della caverna è ghiacciata e la grotta diventa, per così dire, l’iglù più grande al mon­ do: la luce penetra fino a 40 metri sotto la superficie di ghiaccio e inonda l’interno della grotta di varie tonalità di blu, dal tenue azzurro al blu intenso.


Tour de Suisse // 41

Come raggiungerlo Con il treno fino a Sierre, poi prendete l’autobus fino a Zinal – il paese all’estremo fondo della Val d’Anniviers. Punto di ritrovo del tour guidato è il parcheggio alla fine del paese (partenza ore 9.30, ritorno ore 16.00). La passeggiata nello spettacolo della natura si tiene da dicembre a marzo, ogni martedì e giovedì. Costo a persona 70 franchi, bambini fino a 16 anni 40 franchi.

Il percorso Per il tour sono necessarie le racchette da neve fornite dalla guida alpina. Prima si percorre un ampio sentiero invernale, poi si continua nella neve profonda – accompagnati dal fantastico panorama delle cinque cime di 4000 metri: Zinalrothorn, Obergabelhorn, Cervino e Dente Bianco. Alla fine, sempre più in alto sulle ripide pareti delle rocce, si costeggiano i giganti massi erratici.

Ecco cosa vi aspetta Dopo circa due ore si fa un picnic su un altipiano roccioso, prima di raggiungere, mezz’ora dopo, il ghiacciaio di Zinal e l’ingresso alla prima grotta di ghiaccio. Ancora 100 metri e si entra all’interno della grotta di ghiaccio. Pian piano si scorgono il blu e il turchese del ghiaccio, che qui è spesso fino a 40 metri, sempre più chiaro fino a risplendere. La temperatura nella grotta rimane costante a cinque gradi Celsius.

i Buono a sapersi Per il tour non è necessario alcun allenamento particolare, ma tenete presente che vi aspettano cinque ore di camminata con le racchette da neve e 400 metri di dislivello. Attenzione: non dimenticate di portare qualcosa da mangiare nello zaino. Il tour viene effettuato solo se le condizioni meteorologiche lo consentono.

Buon appetito Attorno alle ore 16.00 è previsto il ritorno al luogo di partenza a Zinal, dove potete trovare buoni ristoranti che offrono una deliziosa cucina regionale – ad esempio «Hôtel-Restaurant Le Trift» o «Hôtel-Restaurant De La Poste».

Buona notte A Zinal o in altri luoghi nella Val d’Anniviers potete trovare vari alberghi economici. Oppure prendete l’autobus a Zinal poco prima delle ore 18.00, a Sierre salite di nuovo in treno e dormite a casa.



A Swiss Life // 43

Testo: Erwin Koch, foto: Tom Haller

Il miracolo di Berna Nella sua lavanderia Werner Kroh, rappresentante di prodotti di pulizia, ha inventato una ricetta contro l’inquinamento da petrolio. Ma il mondo non era interessato alla soluzione. E quando finalmente si è interessato, Kroh non ricordava piĂš cosa aveva inventato. La storia di un genio incompreso, che oggi vive in un istituto.

SWISSLIFE Autunno 2015


U

na fredda sera nel novembre 1980, Werner Kroh, rappresentante di prodotti di puli­ zia, si chiuse di sua spontanea volontà nel­ la lavanderia, in cui entrava di rado – all’i­ nizio la lavanderia, Rollmattstrasse 7a, era una piccola casa ombreggiata, a 3123 Belp, Berna. Werner Kroh versò dell’acqua in un contenitore di vetro per marmel­ lata, poi olio usato, vide come l’olio si sciolse e lubrificava, versò quindi del sale nel recipiente, lo agitò e lasciò riposare la miscela. La sera dopo, era caduta la prima neve, ritornò e vide che non era successo niente, la miscela, marrone e nera, odorava di olio. Kroh versò di nuovo sale, annotò secondo tentativo, due cucchiaini di sale. Vietò a sua moglie e ai due figli di toccare il recipiente di vetro, e alla domanda che intenzioni avesse, Werner Kroh rispondeva, un miracolo. Sera dopo sera scendeva ora nella lavanderia, che aveva evi­ tato per anni, trovò l’acqua come il giorno prima, torbida e maleodorante – non riusciva a dimenticare il ghigno del capo officina, una settimana prima a Burgdorf, lucido per carrozze­ ria, aveva detto il villano, le cre­ derò solo se riesce ad eliminare questa macchia d’olio qui. Werner Kroh, 37 anni, pro­ vò con zucchero, pepe, farina e semolino – prima di fare il commesso viaggiatore per saponi, era stato cameriere e cuo­ co, un maestro nel cucinare alla fiamma. Così provò con alcol denaturato Tentativo n. 32. Con olio di semi di girasole. Tentativo n. 36. Con olio di semi di colza, olio d’oliva. E una sera di marzo 1981, dopo il tentativo n. 61, trovò l’acqua nel recipiente chiara e pura, non si vedeva più traccia d’olio, non c’era più odore di olio – il signor Kroh, un uomo piccolo e aitante, si spaventò, chiuse la porta della lavan­ deria e ripeté la ricetta. E di nuovo si riconciliarono acqua e olio, grazie agli ingredienti, che Kroh aveva aggiunto, una sostanza contro l’inquinamento da petrolio, una misce­ la, che il mondo ignorava fino ad allora: la confutazione dell’impossibile.

Kroh accese un piccolo credito, 200 franchi, e chiese a Galactina AG, alimenti per neonati, Belp, di controllare l’acqua nel recipiente di vetro per marmellata. Giorni dopo lesse che era acqua potabile di ottima qualità, contenente solo 0,04 milligrammi di idrocarburo. Werner Kroh non dormì per l’agitazione. Cercò un nome per il suo miracolo, voleva utilizzare la parola roccia, perché conteneva farina di roccia e pensò prima alla sigla GE (dal tedesco Gesteinsmehl), alla fine Kroh decise per GEES perché amava il gruppo pop Bee Gees, GEES­61, il risultato di sessantuno tentativi nella lavanderia a Belp, Rollmattstrasse, 7a. Un pomeriggio di sole, il 2 giugno 1981, un giovedì, si pre­ sentò al mondo. Nel giardino della casa ombreggiata a Belp c’era un fusto di plastica, riem­ pito di terra e ghiaia, sui bordi del fusto c’era scritto GEES­61, il sole splendeva, i gerani erano in fiore. Accanto al fusto c’era­ no un maestro giardiniere, un consigliere comunale, un gior­ nalista del Thuner Tagblatt, un fotografo, un notaio. Il notaio misurò altezza e diametro del fusto, annotò i dati e il giura­ mento del giardiniere, che ciò che c’era nel fusto, non era altro che normalissima terra di Belp. Werner Kroh, in abito e cravatta, versò un quarto di litro di olio minerale nel fusto, poi tre decilitri di GEES­61, poi ac­ qua. Infine, il consigliere comunale mise una griglia sul fu­ sto, la fissò con quattro sigilli, e il Thuner Tagblatt si chiese, «Scoperta sensazionale a Belp?» Sette mesi dopo, il 19 gennaio 1982, vennero rotti i sigilli, anche questa volta c’era il notaio in giardino e c’era anche il consigliere comunale. Werner Kroh aprì il rubinetto, che fuoriusciva dal fusto. Ne uscì dell’acqua. Kroh riempì due bottiglie di vetro e le porse al notaio. Il notaio le inviò lo stesso giorno in Germania all’Istituto Fresenius, a Taunus­ stein, che rispose il 25 febbraio 1982 con una relazione, se­ condo la quale non erano rintracciabili olio e grasso con un limite di rilevazione di 0,10 mg/l, nel campione fornito. Con il suo miracolo messo nero su bianco, il signor Kroh indisse una conferenza stampa all’hotel Alfa a Berna, qual­ cuno vide in lui un potenziale premio Nobel. Kroh disse, che

«Sera dopo sera scendeva ora nella lavanderia, che aveva evitato per anni, trovò l’acqua come il giorno prima, torbida e maleodorante.»


Per la gioia riguardo il successo di Werner Kroh, sua figlia gli ha regalato un cuscino ricamato da lei con il nome del prodotto.

Il fiore colto dall’infermiera accompagna Werner Kroh per tutta la passeggiata. SWISSLIFE Autunno 2015


Nel bosco Werner Kroh si sente bene, lÏ può ricaricare le energie.


A Swiss Life // 47

fino ad allora aveva studiato 1700 brevetti, ma non aveva tro­ vato una sostanza biodegradabile per l’eliminazione dell’o­ lio, probabilmente è stata una sorta d’ispirazione, disse, la formula è tanto ovvia, da non vederla, chiamatela fortuna o volere divino. Il Bieler Tagblatt scrisse, trovato mezzo contro l’inquinamento da petrolio, la Badische Zeitung, inventore tedesco crea un convertitore di petrolio. Il signor Kroh dor­ mì male per la felicità. Orgogliosa di suo padre, la figlia regalò a Werner Kroh un cuscino, su cui aveva ricama­ to GEES­61. Kroh allestì un dossier, lo inviò a Ciba­Geigy, Sandoz e Hoffmann­LaRoche, Bayer, BASF, BP, Shell, Mobil, Exxon, Conoco, Greenpeace, al WWF, alla Confederazione Svizzera e agli Stati Uniti d’America, all’ONU e a molti altri. La rin­ graziamo molto, gli scrissero, quei pochi che risposero, la rin­ graziamo per il suo invio, ma non sappiamo come utilizzarlo, cordiali saluti. Werner Kroh lasciò il lavoro, si infiammava solo per la sua in­ venzione. Sedette accanto al te­ lefono, settimane, mesi, anni, aspettava la chiamata da qualsiasi parte, che gli annunciava l’acquisto del suo miracolo. Nessuno chiamò. Il signor Kroh scese di nuovo nella sua lavanderia, una polvere, pensò, una polvere pulisce meglio di un liquido – la chiamò GEES­67. Ma il mondo non capì. Non capì, quando nel 1991 nel Golfo Persico, attizzate da Saddam Hussein, bruciarono tonnellate di petrolio – Werner Kroh non resistette più a Belp, mise la sua polvere in valigia e andò in Arabia Saudita, passò da anticamera a anti­ camera e, infine, il 13 marzo 1991 invitò finalmente il pub­ blico allo Sheraton di Abu Dhabi. Davanti a una platea di sceicchi in tuniche bianche versò olio nell’acqua, aggiunse la sua medicina, attese mezz’ora, poi bevve l’acqua e mise final­ mente, applausi, un pesciolino rosso nel recipiente. Ha trasformato una brodaglia torbida in acqua potabile, lodò la Kölner Rundschau. Di nuovo si sedette accanto al telefono a casa.

Attese. Werner Kroh impoverì, parlava poco, sua moglie non sop­ portò più il silenzio. Attese. Un giorno Kroh si risposò, divenne un’altra volta padre – e, dopo il disastro petrolifero del 15 febbraio 1996 nel Galles, volò immediatamente nel cuore della catastrofe. Passò di ufficio in ufficio offrendo il suo prodotto. Sorry, Mr Kroh. Qualche volta dimenticava cosa stava aspettando. Poi la svolta. Werner Kroh non si rendeva conto di cosa gli stava succeden­ do, quando un giorno chiamò un investitore, si incontrarono e si decise la fondazione di un’azienda con sede a Zugo, Oil Treatment International AG OTI. Kroh divenne comproprie­ tario della società e ottenne la promessa, di partecipare agli utili, se mai ve ne fossero stati. Da GEES­61, perché suona­ va meglio, si passò a SOT 11, Solid Oil Treatment, composto di cinque tipi di pietra, macina­ te e mischiate in un’area di una vecchia fabbrica di sabbia quarzosa a Rayong, Thailandia. Lì, derivato da SOT 11, gli zughesi crearono SOC 10, Surface Oil Cleaner, una variante in forma liquida, numero di brevetto europeo 1960130. Poi successe il possibile: il 20 aprile 2010 nel Golfo del Messico scoppiò la piattaforma petrolifera Deepwater Hori­ zon, migliaia di tonnellate di petrolio si riversarono quoti­ dianamente nel mare, per settimane – e Werner Kroh, 67 anni, sedeva davanti al televisore, non capiva, cosa stava vedendo. La notizia, che l’agenzia statunitense per l’ambiente ha concesso l’autorizzazione il 5 agosto 2010 al suo miracolo, iniziato trenta anni prima nella lavanderia a Belp, non lo raggiunse più. Werner Kroh. Da quasi tre anni vive in un istituto, grigio e consumato – qualche volta, al braccio di sua moglie, che non riconosce, cammina strascicando i piedi sulla ghiaia. Improvvisamente si china e afferra una pietra, la guarda teneramente e la mette in tasca.

«Con il suo miracolo messo nero su bianco, il signor Kroh indisse una conferenza stampa all’hotel Alfa a Berna, qualcuno vide in lui un potenziale premio Nobel.»

SWISSLIFE Autunno 2015


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Un mazzolin di fiori // 49

Buttenmost e prurito Hagebutte (rosa canina)

1 Le bacche fioriscono finché non vengono gelate

dal primo freddo. 2 Dai frutti si ottiene, fra l’altro, il Buttenmost. 3 La peluria può causare forte prurito.

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Illustrazioni: Alexander Schmidt

Chi vuole sfuggire la tristezza di novembre, si mette alla ricerca di frutti nei cespugli, nel sottobosco, nelle scarpate, nei giardini o nei parchi: in questi luoghi si na­ scondono vere bombe di vitamine dolci­amare, deliziose se hanno preso il primo gelo, ma che sono gustose anche crude. I frutti si possono raccogliere fino al febbraio successivo. Le bacche rosse­arancioni, chiamate «Hagebutten» (il nome deriva dalle parole di uso colloquiale «Hag» e «Butzen», che in tedesco an­ tico significano «cespugli fitti»), sono più morbide e dolci dopo la gelata. Per poter utilizzare le bac­ che – ad esempio per il Buttenmost, cfr. a de­ stra – occorre rimuovere tutti i semi e la pelu­ ria. Attenzione: durante la pulizia (rimuovere sepali, semi e peluria, tagliare a metà le bac­ che), evitare di grattarsi o toccarsi, poiché la peluria presenta una caratteristica spiacevole, ovvero agisce come una polvere pruriginosa se entra in contatto con punti sbagliati.

Purea ricca di vitamine Le bacche contengono un’e­ levata quantità di vitamina C e sono ricche di vitamine del gruppo B e minerali. Pertanto, vengono impiega­ te già dal Medioevo in di­ versi preparati a uso tera­ peutico. Ad esempio, dai frutti freschi raccolti in au­ tunno è possibile preparare il Buttenmost (purea di bac­ che), cuocendoli per qualche tempo in poca acqua prima di passarli per ottenere una purea. L’aggiunta di succo di limone aumenta il tempo di conservazione. In frigori­ fero la purea pronta può essere conservata da alcuni giorni a varie settimane.


Un lavoro pulito: SWISSLIFE Digital al sito swisslife.ch/rivista o sotto forma di app per tablet e smartphone in Google Play e nell’App Store.


Prototipi // 51

Chi lo ha inventato? La Svizzera è piena di persone con idee straordinarie che lanciano prodotti di successo. Alcuni punti salienti in merito al nuovo splendore. Stendibiancheria L’ingegnoso Walter Steiner (1921–2009) ha iniziato nel 1947 la produzione di stendi­ biancheria in legno e fili di canapa. Fra i circa 200 brevetti regi­ strati l’evoluto sten­ dibiancheria è il suo bestseller. Per la distri­ buzione dei suoi pro­ dotti Steiner fondò l’azienda Stewi (combinazione di Steiner e Winterthur). Questi stendibiancheria caratterizzano ancora oggi l’immagine della Svizzera in tutto il paese. stewi.ch

Streetbelt

Dal progetto di realizzare un tavolo con gli idranti dei vigili del fuoco non più utilizzati è nata un’azienda di cinte: davanti a una birra due bernesi hanno avuto l’idea di utilizzare i numeri degli idranti come fibbia per le cinte – come prototipo è stata usata una vecchia cinta militare. Così nacque Streetbelt.ch, che produce articoli completamente realizzati a mano. streetbelt.ch

Ferro da stiro a vapore

Questa storia è meglio di qualsiasi film: nel 1980 Jean Monney, con appassionati dai simili interessi, fondò Divelit, che vendeva libri, gioielli alla moda e piatti di stagno – finché non incontrò un inventore italiano che gli mostrò il suo ferro da stiro a vapore. Nonostante Monney fosse scettico, prese alcuni ferri da stiro e li espose nel suo ufficio fino a quando un’amica li scoprì, li provò e trovandoli geniali li presentò davanti a un grande magazzino dove andarono a ruba. Monney aveva acquistato il brevetto dall’italiano già da tanto tempo. Con LauraStar – ha lasciato Divelit nel 2000 – oggi è il leader del mercato per quanto riguarda i sistemi di ferro da stiro. laurastar.ch SWISSLIFE Autunno 2015

VortexPower Spring L’acqua è un bene prezioso di cui dobbiamo pren­ derci cura. Nel 2010 un trio svizzero ha avuto l’idea di immettere sul mercato un sistema per la rigenerazione dell’acqua rispettoso dell’ambien­ te. Nel 2011 è stato lanciato un accessorio per rubinetto – un vorticatore d’acqua che rivitalizza l’acqua corrente, offrendo la possibilità di bere un’acqua buona direttamente dal rubinetto. Al rubinetto vengono avvitati cinque componenti di precisione pressati che agiscono secondo la cosiddetta tecnologia del vortice, in modo da mo­ dificare la struttura dell’acqua e arricchirla di ossigeno. vortexpower.ch


Vincete calzini colorati!


Concorso // 53

risposta rtolina- ertina a c la e Inviat ta nella cop (linguet riore) oppure izzo ndir poste line all’i ivista. n o e t a partecip wisslife.ch/r ione: www.s di partecipaz e Termin icembre 2015. 17 d

Ieri era tutto nero – oggi la vita è colorata, anche ai piedi. I calzini dal design un tempo considerato tabù oggi sono alla moda. Donano un tocco di colore e rappresentano il modo perfetto di interrompere l’uniformità dell’abbigliamento d’uf­ ficio. Il bello in tutto questo: con i calzini colorati si può trasgredire in modo discreto e calcolabile. Siete alla moda e non fate più passi falsi – anche per le alte sfere. Con il nostro concorso sono in palio 33 × 3 paia di calzini per un valore complessivo di 1188 franchi di FRANCIS et SON AMI. La domanda del nostro concorso è: Quali calzini vengono acquistati maggiormente in questo negozio: calzini a quadri, a righe o a pois? In bocca al lupo!

I vincitori saranno resi noti nella prossima edizione di SWISSLIFE. Ci congratuliamo con Anita Enderli, Martigny Athéna Faulk-Antonakis, Le Mont-sur-Lausanne Patrick Santini, Crans-près-Céligny Jana Schadl, Cham e Jonas Weil, Utzingen per aver vinto l’ultimo concorso di SWISSLIFE.


Illustrazione: Luca Schenardi

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Addio, lavanderia Fra 50 anni non ci saranno più litigi in lavanderia, poiché in futuro nessuno laverà più i propri vestiti da solo. L’automazione del processo di lavaggio, iniziata circa 100 anni fa con le lavatrici azionate manualmente, continua. Le macchine in futuro svolgeranno un ruolo sempre più importante nei lavori domestici. Oggi molti fornitori cercano di reinventare il lavaggio. Per questo utilizzano i più svariati approcci. Senza Non pulire Stirare a a Esternalizzazione:Bucato Attualmente nascono numerosiAsciugare nuovi una t­shirt dotata di nanotecnologia, comoda da indossare, candeggiante a secco temperatura 95° normale nell’asciugatrice servizi di lavaggio on demand che aiutano le casalinghe e in cui non penetrano sporco e liquidi. Ed è solo l’inizio: in elevata a temperatura i casalinghi stressati in questa attività. Ritirano i capielevata spor­ futuro le maglie e i pantaloni non solo potranno pulirsi da chi in qualunque momento e ovunque – a casa, in ufficio, soli ma indossandoli potranno anche migliorare la qualità in albergo – e li riconsegnano dopo un paio di ore puliti e dell’aria che respiriamo. Catalytic Clothing è il progetto stirati. La prenotazione viene effettuata tramite app sullo chimico alla moda che ha sviluppato uno speciale tratta­ smartphone. mento con nanotecnologie per filtrare le sostanze nocive Robot: Chi non desidera far lavare i propri vestiti da perso­ presenti nell’aria. ne sconosciute, può utilizzare il proprio robot. Una crescen­ Vestiti monouso: Questi vestiti sono utilizzati da tempo. te varietà di robot domestici offre supporto per diversi lavori Tuttavia, a differenza dei vestiti monouso tradizionali, l’ab­ casalinghi di tutti i giorni. Sono già utilizzati. Ad esempio, bigliamento spray (p.es. Air Stocking) di domani non soltan­ Pepper, il robot multiuso giapponese che è stato sviluppato to ha un fantastico aspetto, per esempio, di gran lunga mi­ per le abitazioni private e mostra persino sentimenti. Con gliore rispetto alle normali calze. Contemporaneamente si questa soluzione il processo di lavaggio rimane tradizionale: prende, infatti, cura della pelle ed è eco­efficiente. Al mattino i panni sporchi vengono raccolti, separati in base al tipo, la­ i vestiti vengono spruzzati, alla sera sfilati e posizionati in un vati alla giusta temperatura, stirati, se necessario rammen­ contenitore di riciclaggio, che tratta il tessuto come mate­ dati, e riposti nell’armadio. Ma, a differenza di prima, tutto riale grezzo per la stampa 3D. E se nonostante la nuova il lavoro viene svolto completamente da macchine. tecnologia per il lavaggio non abbiamo il bucato pulito, si Vestiti autopulenti: Ancora meglio rispetto all’automazio­ può ricorrere a Anti-Surveillance-Cape, che rende invisibi­ ne del lavaggio sarebbero vestiti che non si sporcano più o le l’indossatore e lo sporco. che si puliscono da soli. Da molto tempo la ricerca è impe­ Karin Frick getta uno sguardo al futuro gnata in questa direzione. I tessuti high­tech di domani sa­ per SWISSLIFE. ranno intelligenti, disporranno di collegamento Internet e L’economista indaga e analizza da anni le tendenze e le controtendenze a livello di economia, società numerose nuove caratteristiche che oggi consideriamo ma­ e consumi. Karin Frick è responsabile del reparto giche. Possono cambiare colore, sono super leggeri, durevoli, ricerche e membro di direzione dell’istituto termo­regolatori e resistenti allo sporco. Silic è, ad esempio, Gottlieb Duttweiler.



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