Pepperminta, 2009, un film di Pipilotti Rist. Immagini tratte dal film. Per gentile concessione dell’artista, di Hugofilm e di Coop99
www.swisslife.ch/rivista
SWisslife // Primavera 2011 // Estasi
SWisslife 2° anno // Numero 1 // CHF 6.50
Primavera 2011 // Estasi
Pipilotti Rist entusiasma SWISSLIFE: Per la copertina di questa rivista l’artista ha messo a nostra disposizione alcune immagini tratte dal suo film «Pepperminta». La giovane Pepperminta è la figura centrale di una fiaba cinematografica che affascina le spettatrici e gli spettatori con un grandioso mondo di immagini. Pepperminta ha i colori come migliori amici, fragole come animali domestici e conosce ricette fantastiche per liberare le persone dalle loro costrizioni e paure.
Editoriale // 3
Benvenuti Forse io e voi ci assomigliamo: spesso associamo l’estasi a qualcosa di negativo. Ma, addentrandoci nell’argomento, constatiamo affascinati che questo concetto è molto più vasto e apre nuovi emozionanti orizzonti. Ad esempio, gli audaci che si lanciano lungo il Cresta Run di St. Moritz a bordo di slitte veloci come schegge, nei ritratti di Noë Flum si trasformano in icone della calma. L’estasi del silenzio genera punti di vista inattesi e dà vita a un concetto nuovo e creativo secondo cui l’uomo supera i propri limiti, le tradizioni e le convenzioni grazie alle proprie possibilità e capacità. Un esempio è rappresentato da Andy Tanner, titolare della griffe svizzera di moda «Alprausch», che vi presentiamo nel nostro ritratto «A Swiss Life». Vi auguro di trascorrere momenti esaltanti – anche su questo numero di SWISSLIFE.
SWISSLIFE Primavera 2011
Ivo Furrer, CEO Svizzera: «L’estasi è un qualcosa che supera di gran lunga la sensazione che si prova quando si è bevuto un bicchiere di troppo. L’estasi del silenzio genera punti di vista e conoscenze inattesi.»
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Swiss Photo Selection:
Estasi nel budello
Da 125 anni a St. Moritz uomini temerari si buttano giù per il Cresta Run. Il fotografo Noë Flum ha ritratto i piloti di toboga che hanno battuto i record. Anche rompendosi qualche osso. 18 Due facce della medaglia:
20
Fulcro:
Frenetica lentezza
La geografia dell’estasi
L’etnologo e scrittore David Signer ha intrapreso viaggi in numerosi Paesi del mondo, avventurandosi nei meandri più profondi della vita, per trovare l’essenza dell’estasi. Anche senza l’uso di droghe. 28 Mix di numeri:
Spericolati nel canale di ghiaccio Con la vecchiaia si mette giudizio? Non sempre. Sul Cresta Run il fotografo Noë Flum ha incontrato numerosi piloti in età di pensionamento e anche oltre.
Estasi d’amore
31 Abitazione propria:
Il futuro comincia qui.
Responsabile del progetto: Swiss Life Public Relations, Martin Läderach Commissione redazionale: Ivo Furrer, René Aebischer, Thomas Bahc, Thomas Langenegger, Christian Pfister, Hans-Jakob Stahel Direttore della redazione UPDATE: Dajan Roman Indirizzo della redazione: Rivista SWISSLIFE, Public Relations, GeneralGuisan-Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Coordinamento del progetto: Mediaform, Christoph Grenacher, Ittenthal Ideazione e progettazione: Festland Werbeagentur, San Gallo/Zurigo Traduzione: Language Services, Swiss Life Stampa e spedizione: Heer Druck AG, Sulgen Pubblicazione: 3 volte l’anno (primavera, estate, autunno) Tiratura: 100 000 esemplari Inserzioni: Mediaform, Baumgärtli, 5083 Ittenthal, mediaform@mediaform.ch Cambiamenti d’indirizzo/Ordinazioni: Rivista SWISSLIFE, General-Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, www.swisslife.ch/abbonarsirivista Avviso legale: le informazioni relative a servizi e prodotti contenute nella presente pubblicazione non costituiscono un’offerta in termini giuridici. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito a concorsi. È escluso il ricorso alle vie legali.
L’estasi non è globale L’estasi si attiene a modelli culturali predefiniti: l’ubriacone bavarese ha poco in comune con il fumatore di oppio del Laos o lo yogi a digiuno in India.
Sommario // 5
42
A Swiss Life:
Motociclista e skater
Andy Tanner, skater e snowboarder della prima ora, preferisce i fatti alle parole. La Svizzera avrebbe bisogno di più persone come il fondatore di Alprausch.
50
Un sogno si avvera All’inizio c’era il motorino, poi è passato alla tavola. Quindi Andy Tanner ha fondato il primo negozio per snowboarder d’Europa e ha creato infine un marchio di successo.
Da vicino:
L’amore passa per lo stomaco: mangiare il polpo per esempio ha un effetto stimolante, la sua carne possiede proprietà afrodisiache. Anche altri alimenti contengono sostanze ine brianti che migliorano il nostro umore. 55 I piaceri della tavola: 57 Reeto von Gunten: 58 Concorso:
SWISSLIFE Primavera 2011
L’importanza dei buoni ingredienti
Ricordi della prima volta
Vedo qualcosa che tu non vedi
60 Fuoriprogramma:
Calorie ed effetti collaterali Uva, funghi, polpo – molte delle cose che mangiamo non soddisfano solo il nostro bisogno di calorie. Esse alimentano anche il nostro desiderio di buon umore e sentimenti piacevoli.
Voglia di desiderio
Baschi, il cantante per il popolo
Estasi nel budello
Che uomini sono questi che si lanciano, testa in avanti, in un canale di ghiaccio raggiungendo velocità di 140 chilometri orari con una visibilità di soli 5 metri? Indemoniati? O pazzi? Il fotografo Noë Flum si è concentrato su questa domanda presso il leggendario Cresta Run di St. Moritz, lasciando la risposta, con la serie di ritratti da lui prodotta, all’osservatore.
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In «Swiss Photo Selection» SWISSLIFE presenta le opere di fotografi svizzeri che sono stati premiati dalla giuria internazio nale di «Swiss Photo Award – ewz.selection». www.ewzselection.ch
Swiss Photo Selection // 7
Tim Hill (61 anni), tenente colonnello della Royal Airforce, paragona l’ebbrezza della velocità che si prova sul Cresta Run all’accelerazione a bordo di un caccia di combattimento. SWISSLIFE Primavera 2011
Adolf Haeberli (76 anni), estetista, è il settantenne più veloce sul Cresta Run. Si è già fratturato diverse ossa (cfr. anche «Due facce della medaglia», a pagina 16).
Swiss Photo Selection // 9
Joe Townley (32 anni), Creative Director, vive a Los Angeles, a circa 9700 km da St. Moritz. Ma i 1214 m del canalone di ghiaccio sono sempre nella sua mente. SWISSLIFE Primavera 2011
Klaus-Dieter Rauenbusch (67 anni), architetto, non potrebbe mai rinunciare al Run. Nonostante alcune dita ricucite, una scapola lacerata e un’anca artificiale.
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Constantin Thun-Hohenstein (24 anni), fotografo, ha iniziato la sua carriera sul Cresta Run a 16 anni. Anche suo padre e suo fratello sono schiavi di questo budello di ghiaccio. SWISSLIFE Primavera 2011
Khalid Bandar (43 anni), principe, ha sfidato la prima volta il Cresta Run da membro della Guardia Nazionale saudita. Una notte insonne e poi il record.
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Marc Fischer, imprenditore, nel 2004 era presidente dell’esclusivo club Shuttlecock. Si diventa membri dopo essersi schiantati nella famigerata Shuttlecock, sopravvivendo. SWISSLIFE Primavera 2011
David Law, vinaio, si diverte molto sul Cresta Run. Di notte ci si allena e si fa festa, al mattino si corre e al pomeriggio si dorme.
Swiss Photo Selection // 15
Noë Flum: «Una bella foto è eloquente tanto quanto un libro avvincente.» Il fotografo Noë Flum (1965), originario di Basilea, si è laureato presso la Kunstgewerbeschule (Scuola di arti e mestieri) e quindi ha fatto l’apprendistato per diventare fotografo. Nel 1992 ha perfezionato la sua formazione lavorando come assistente in Europa e negli USA. Nel 1997 si è trasferito a Zurigo, dove ha lavorato come fotografo indipendente fino a fondare, nel 2004, lo studio «Noë Flum Fotografie». Flum si è spe cializzato nella fotografia applicata ai settori pubblicitario ed editoriale e serve clienti nazionali ed internazionali. A Noë Flum interessa una fotografia soprattutto quando questa non rivela tutto al primo sguardo, quando suscita domande nell’osservatore, quando diverte come un libro avvincente. «Anche se preparo minuziosamente ogni singolo scatto, il caso mi riserva sempre bellissime sorprese», dichiara Noë Flum. Del suo lavoro ama soprattutto il continuo cambiamento. Capita di lavorare prima in team e poi di nuovo da soli sulla cima di una montagna. Si cerca la normalità nella stranezza e viceversa. Luoghi e persone speciali, di cui cattura l’essenza sotto forma di un’immagine, sono per lui una continua fonte di stimoli.
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L’acqua che sostituisce il ghiaccio: per la famosa casa di moda giapponese Urban Research, Noë Flum ha recentemente creato due volumi di fotografie. Poiché le collezioni invernali sono sempre pronte – e quindi devono essere fotografate – in estate, Flum non ha utilizzato come tema la neve o il ghiaccio ma la loro essenza: l’acqua. www.noeflum.ch
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Adolf Haeberli, sfreccia tutti gli anni con la sua slitta lungo il leggendario Cresta Run: «Sono finito quattro volte all’ospedale».
Due facce della medaglia // 19
Mark Riklin, rappresentante
per la Svizzera della «Verein zur Verzögerung der Zeit» (Società per la decelerazione del tempo), gestisce un «Centro di segnalazione dei momenti di felicità» a San Gallo: «Troppe persone vivono la loro vita freneticamente e con i paraocchi».
20 // Fulcro
Testo: David Signer, illustrazione: Lika Nüssli
La geografia dell’estasi
L’estasi è parte della vita – e le droghe non sono essenziali per raggiungerla. L’etnologo e scrittore David Signer ha sempre osato viaggi avventurosi, esplorando i meandri più profondi della vita. In India ha sperimentato l’odio indomabile, in Africa gli spiriti invisibili e a Winterthur l’amore inconcepibile.
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22 // Fulcro
Q
ualche anno fa ho trascorso due settimane all’«Osho In ternational Meditation Re sort» a Pune, in India, una volta noto e chiacchierato perché ritenuto l’ashram di Bhagwan, il «guru del ses so». Non esiste posto migliore per sape re qualcosa sull’«estasi senza droghe». Ogni anno, circa 200 000 visitatori si recano in pellegrinaggio nella «Disney land spirituale», come l’ha definita una volta il Wall Street Journal: è il più grande centro di terapia e meditazione al mondo. Tra i numerosi workshop offerti, ogni affamato di trascendenza trova quello più adatto a lui: «Meditazione del sorriso», «Alchimia del terzo cha kra», «Chi sono senza la mia storia?», «Zennis» (zen tennis), «Attività fisica neo-reikiana», «Morire prima di mori re», «Seduti al buio». Una delle cose più estreme è «Mystic Rose». Questa meditazione hardcore dura tre settima ne, ogni giorno dalle nove alle due. La prima settimana si ride solo, la seconda si piange, la terza si tace. «Mystic Rose è un viaggio nel passato», mi ha spiega to un partecipante belga che anni fa è andato a Pune per trascorrere delle «fe rie spirituali» e poi si è fermato lì. «Alla fine, sei più o meno al livello di un bambino di due anni.» Mi è parso un pochino rischioso, pertanto ho preferito iscrivermi alla meditazione AUM. «In tre ore vengono toccati tutti i temi principali della vita come odio, amore, follia, risata, sesso», c’era scritto nell’annuncio. Innanzitut to si doveva sostenere un colloquio pre liminare obbligatorio, per accertarsi
che il partecipante non rischiasse di diventare psicotico. Due ore dopo mi piazzavo davanti a un iraniano, gridandogli: «Brutto pezzo di idiota bigotto, ficcati la tua bomba atomica in quel posto!» A quel punto mi si schiera avanti un arabo tar chiato, perle di sudore sulla fronte, e strilla in inglese: «Che ci fai qui, porco nazista? Bisognerebbe squartarti, rifiuto tedesco!»
insultato a squarciagola, mi facesse di chiarazioni d’amore. Qualche minuto di scuotimento e poi ci è stato richiesto di impazzire. Senza risate, senza confusione. Dove vamo far montare e far uscire la follia più profonda, più inquietante. Ci han no detto di non badare agli altri. Certo, si dava comunque uno sguardo intor no e, per l’amor di Dio, non era certo un bello spettacolo.
Pieni di stupidaggini cosmiche un minuto prima, ora si rotolavano ridendo sul pavimento come clown impazziti. Questa era la «parte dell’odio». Era sor prendente constatare quanto poco ci fosse voluto a dire e fare cose che nor malmente non ci permetteremmo. Ma anche constatare quanto, lasciandosi andare completamente, si utilizzino biechi luoghi comuni nazionalistici. Quando la responsabile del corso ha suonato il gong, i partecipanti si sono lanciati, afoni e sfiniti, sulle bottiglie d’acqua. Persino durante la pausa ci sono state crisi di pianto incontrollato e di tremore. Dopo la parte aggressiva si è passati al polo opposto: si sceglieva un inter locutore simpatico, ci si guardava pro fondamente negli occhi e si diceva: «I love you» e ci si abbracciava. Era par ticolarmente sconvolgente il fatto che molta gente, che poco prima mi aveva
Il prossimo compito era quello di ri portare al presente gli eventi più tristi della propria vita e dare libero sfogo alle lacrime. Mi è stato detto che dove vo ancora lavorare a liberarmi dalla co razza del mio carattere. Subito dopo: la fase della risata. È incredibile come le atmosfere siano contagiose. Con il viso nascosto nel cuscino e pieni di stu pidaggini cosmiche, i partecipanti si rotolavano un minuto dopo sul pa vimento, boccheggiando come clown impazziti. Infine: la sessualità. Ci si deve ri cordare della propria forza – una viri lità dirompente, una femminilità irre sistibile – da esprimere possibilmente senza censure. Poi, ognuno scelga un/ una partner e si trasmettano reciproca mente le energie erotiche. (Condizione:
«Noi esseri umani abbiamo bisogno dell’estasi per imparare.» Mario Etzensberger, lei, come psichiatra, cosa intende per estasi? L’estasi viene considerata più come una condizione, che non corrisponde alla quotidianità e che viene prodotta da sostanze o da azioni. Come gli uomini che si lanciano giù dal Cresta Run. Questo conduce ad un’altra condizione. Come posso immaginare questa condizione? È una condizione che ha qualcosa di avventuroso. La si vive come estranea, ma provoca allo stesso tempo un certo solletico. E come si arriva alla condizione di estasi? È un processo relativamente facile nel cervello, e cioè lo stimolo del sistema della ricompensa. Nel cervello abbiamo un sistema della ricompensa che funziona soprattutto con il neurotrasmettitore dopamina. E più precisamente: quando sperimentiamo qualcosa che successivamente riteniamo piacevole, sorprendente o commovente. Il ricercatore in neuroscienze Manfred Spitzer sostiene che questo sistema della ricompensa esiste per rendere gli uomini curiosi di imparare. Abbiamo bisogno dell’estasi per imparare? Si sperimentano queste condizioni di estasi quando si riesce a controllare qualcosa di nuovo. Per esempio, posseggo una foto della mia prima figlia da piccola. La foto è stata scattata esattamente la prima volta che è riuscita a stare in piedi da sola. Il suo viso esprime che il sistema della ricompensa deve essere stato molto efficace: nostra figlia aveva un’espressione veramente estasiata. Spitzer afferma che gli uomini, grazie a questa estasi-ricompensa, sviluppano la curiosità e dalle situazioni note e comode si spingono verso nuove esperienze. Se non si venisse ricompensati, non si avrebbe questo impulso. Lei dipinge l’estasi come qualcosa di positivo. Nell’opinione pubblica è invece spesso considerata qualcosa di negativo. L’estasi viene rappresentata come negativa perché nella condizione di estasi i miei sistemi cognitivi e di controllo sono piuttosto ridotti e spesso in estasi si fanno danni. Se sto particolarmente bene e provo sensazioni particolarmente piacevoli ed emozionanti, anche il controllo si riduce.
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Si tratta della perdita di controllo? Sì, e in questa perdita di controllo possono aver luogo attività dannose. In ogni epoca, l’uomo ha conosciuto e utilizzato condizioni di estasi – ma i popoli le hanno sempre ritualizzate. Era come un muro, una protezione. In questo ambito si poteva vivere un’estasi, l’alterazione della coscienza, la perdita di controllo. Si faceva in modo che non accadesse nulla di brutto. E oggi? È sempre pericoloso quando le condizioni di estasi vengono de-ritualizzate. Perché l’estasi è l’affrancamento dalle regole e rende l’individuo, per quel momento, totalmente autonomo. Tutti i sistemi basati sul potere non vedono di buon occhio le condizioni di estasi dei sottoposti, perché diventano incontrollabili. Significa che un governo vorrebbe possibilmente vietare le condizioni di estasi? Questa non è la soluzione: più le persone vengono limitate, maggiore sarà la loro voglia di trasgredire tali regole. La gestione di estasi e regole è un gioco che dovrebbe riuscire molto bene proprio a chi detta le regole. Suona molto come la quadratura del cerchio… La semplice trasgressione di una regola può produrre una condizione di estasi. Dettando saggiamente le regole, non posso essere né pedante né malevolo. Devo fissare delle regole per evitare al massimo i danni – e, contemporaneamente, non essere così restrittivo da provocarne la trasgressione. È questa la grande arte. Ma molti di coloro che dettano le regole non lo fanno per evitare danni, bensì per soddisfare ideologie. Sono invidiosi dell’estasi altrui, perché la gente nell’estasi si sottrae alle regole della quotidianità.
Mario Etzensberger, nato nel 1947 a Baden, è uno dei più famosi psichiatri della Svizzera ed è stato per 18 anni primario della clinica psichiatrica Königsfelden nel Canton Argovia. Nel 2009 ha aperto uno studio privato di psichiatria e psicoterapia a Brugg.
24 // Fulcro
«Il limite è raggiunto quando per uno dei due diventa sgradevole e… si prega di tenersi i vestiti indosso!»). Alla fine: tè e banane al lume di can dela. Ci è stato richiesto di non andare a casa a piedi o in macchina, bensì di usare la navetta – «perché dopo questa esperienza, nessuno di noi è pienamen te in grado di intendere e di volere». In effetti. E dopo due settimane di «am pliamento della coscienza» eravamo completamente ammorbiditi. Ma per quanto tutto ciò possa sembrare stra no, raramente nella mia vita mi sono sentito così fresco e vivo come alla fine di questo viaggio. Ma, e questo è il lato triste della vicenda: appena tornato a Zurigo, l’euforia ha cominciato a sce mare di giorno in giorno e il grigiore della quotidianità si è nuovamente im padronito di me. Gabinetto «perverso» a Berlino Completamente diversa da Pune, due anni fa, la visita al leggendario KitKat Club di Berlino, punto di incontro di tutte le subculture sessuali possibili: omosessuali, transessuali, feticisti, sa do-maso cercano lì l’ultima ebbrezza. La cosa divertente era che la maggior parte di essi andava in giro con gli anti-vestiti che lasciavano scoperte le parti che normalmente vengono coperte dai vestiti: genitali, sederi, seni. Il resto era ben impacchettato in pelle o latex.
Un uomo attempato con una t-shirt con la scritta «Get it while you can» ha fatto tutta la notte in piedi – con le stampelle. Un grassone con gli occhiali è arrivato con una gonna con le ruche e un cappello di pizzo bianco. Un altro era vestito solo con una cravatta ed era accompagnato da una donna muscolo sa in uniforme militare comunista. Una signora attempata si era infilata dentro una calza a rete, della dimensio ne del corpo – sembrava un insaccato spalmabile – e la sua amica portava al guinzaglio un uomo con una maschera nera in pelle. Solo la fessura per la boc ca si poteva aprire con una chiusura lampo, cosa che lei gli ha permesso per il tempo necessario a bere una birra. Quando andava a ballare, lo legava a una sbarra. Ovunque c’erano sedie gi necologiche. Ma ci si sedevano solo gli uomini per farsi visitare. Era come in una stazione spaziale di Star Wars, dove si incontrano gli abi tanti più disparati di pianeti lontani – ma di veramente orgiastico neppure l’ombra. Nonostante l’abbigliamento freak (e presumibilmente diverse dro ghe), i partecipanti hanno mantenuto l’autocontrollo ed una certa distanza – da cauti nordeuropei. Nell’orbita psichedelica Negli anni, ho provato diverse droghe ma alla fine le estasi indotte da sostanze non chimiche erano più interessanti. Forse perché implicano molto più lavo
SWISSLIFE Primavera 2011
ro, più dispendio, più storie. «Buttare giù» qualcosa è un po’ banale. La peg giore è stata l’intossicazione da ha shish. Da allora ho imparato: non tutti i tè sono sani. In un primo momento il mio Io si è scisso e David 1 parlava nel mio cervello con David 2. Non era di vertente. Poi sono stato spedito in una specie di orbita. Forse ero un pianeta in
Mi ha guardato irritata. È comprensi bile. Ci ho messo circa cinque ore a ri spondere. Quando subentra uno spirito Ma le avventure più affascinanti le ho vissute in Africa. In qualità di etnologo ho partecipato una volta ad una cerimonia di guarigione di due giorni
Cosparsa di argilla bianca, la guaritrice danzava fino alla trance. E lo spirito è entrato in lei. Era un ubriacone. orbita o forse un elettrone. Ero convin to di dover continuare così per l’eternità e sono stato infini tamente grato di essere atterrato nuovamente sul nostro sazione di essere pianeta, con la sen stato in quella condizione per un secolo circa. Da allora, quando mi of frono uno spinello, ringrazio e declino l’offerta. Il tentativo con l’LSD non è andato molto meglio. Mi sono accontentato di un ottavo della dose offertami e mi sono recato al bar con la mia accompa gnatrice. Mi ha chiesto di quale segno zodiacale fossi. Ho riflettuto. Quando volevo rispondere, non c’era più nessu no vicino a me. Ho trovato la donna in una stanza attigua. «Pesci», ho detto.
in un villaggio costiero della Costa d’Avorio. Una madre e una figlia erano malate, si trattava di stregoneria. Una combo di strumenti ritmici suonava, la guaritrice, con il viso cosparso di argil la bianca, ballando, cadeva in trance. E lo spirito entrava in lei. Era un ubriaco ne. La guaritrice barcollava, balbettava e pretendeva acquavite. Qualcuno ha portato una bottiglietta di rum, che lei ha bevuto in un sorso solo. La buona donna, altrimenti lo spec chio della virtù, diceva volgarità alle ragazze presenti e toccava loro il seno. Poi lo spirito l’ha portata nella capan na del presunto colpevole, che ha con fessato che aveva provato a mangiare l’anima della ragazza. Ha dovuto sacri
ficare un pollo e scusarsi. Poi, lo spirito ha lasciato la guaritrice, la quale è crol lata e si è addormentata immediata mente. Quando si è svegliata qualche ora dopo, non si ricordava più nulla.
vo perdere questa opportunità. E così, come altri 20 000 svizzeri, mi sono re cato nella Eulachhalle di Winterthur, per sperimentare da vicino Amma. Amma è una donna simpatica a livello
Il modo di Amma di manifestare per l’amore è quindi più di un gesto. Forse è la maggiore performance artistica del mondo. Ho rivisto la guaritrice qualche anno dopo in una periferia di Parigi, dove viveva in un piccolo monolocale con le due figlie. Mi ha spiegato che i suoi spiriti erano rimasti in Costa d’Avorio. Lavorava anche in Francia come guari trice, ma riusciva ad andare in trance solo in Africa. Molti tipi di estasi sono legati a determinati luoghi, società e culture. Perché anche gli spiriti, la trance, la tra sgressione sensoriale hanno i loro terri tori, la loro geografia – e i loro limiti. Un amore forte Milioni di persone vedono in Sri Mata Amritanandamayi, detta «Amma» («madre»), una santa. Da anni, l’indiana viaggia per il mondo e abbraccia la gen te; si dice che finora avrebbe abbraccia to 30 milioni di persone. Un mio colle ga, laureato in filosofia e in quanto tale scettico, ha visitato per curiosità, durante un viaggio nel sud dell’India, l’ashram di Amma a Kerala, è stato abbracciato da lei ed ha provato un’euforia di diversi mesi. Non mi vole
epidermico. Ha 57 anni, è piccola, un po’ rotondetta, con un sorriso sma gliante e una luce negli occhi. Proviene da una famiglia povera. Quando aveva nove anni, sua madre si ammalò e lei dovette occuparsi della casa e dei sette fratelli. Tra i suoi doveri c’era anche quello di andare di casa in casa per rac cogliere i resti di cibo per le mucche. Era scioccata dalla miseria che incon trava e talvolta rubava a casa cibo e vestiti da regalare. Quando a qualcuno non poteva dare nulla, lo abbracciava semplice mente per consolazione. Abbracciare estranei, uomini, membri di altre caste o addirittura persone non appartenen ti ad alcuna casta era, ed è ancora oggi per la maggior parte degli indiani, scandaloso. Il modo di Amma di mani festare l’amore è quindi più di un gesto sentimentale. È un gesto coraggioso, politico. Forse è la maggiore perfor mance artistica del mondo. Già, e poi mi ha abbracciato cor dialmente. Alcune persone davanti a me sono scoppiate in lacrime, sopraf
fatte dalle forti sensazioni che provava no quando Amma le ha strette a sé. A me non è successo. Ciononostante, l’incontro è stato commovente. Mi ha cantato qualcosa all’orecchio, cosparso la testa di foglie di fiori, mi ha dato una mela e una caramella. L’abbraccio af fettuoso di perfetti estranei carica più lei di energia che gli abbracciati. Sem bra una Pippi Calzelunghe che supera le frontiere, dispensa baci e dolci e so gna di trasformare il mondo come pia ce a lei. Andare oltre la quotidianità, perdere il controllo, eliminare le norme. Non c’è estasi globale Sorprendentemente, l’estasi si attiene a modelli culturali; anche coloro che vivono liberamente, senza confini, se guono le regole sociali. Non solo nelle diverse parti del mondo si fa uso di droghe diverse, ma anche le condizioni di estasi si differenziano in maniera ra dicale. L’ubriacone bavarese ha poco in comune con il fumatore di oppio del Laos o lo sciamano indiano in viaggio con il peyote. E queste differenze sono ancora più importanti quando si tratta di condizioni di coscienza alterate, che non vengono causate da droghe, come ad esempio nel caso degli yogi a digiu no in India, i «dervisci rotanti» in Tur chia o i sacerdoti vuduisti haitiani in trance. David Signer, 46 anni, dottorato in etnologia, scrittore e giornalista. Ha vissuto a lungo in Africa, sua è l’opera fondamentale «Die Ökonomie der Hexerei oder Warum es in Afrika keine Wolken kratzer gibt» (disponibile in tedesco) e due romanzi (Salis Verlag). Lika Nüssli, 37 anni, ha studiato design tessile e illustrazione, è in proprio dal 2001 e al 2006 risale il premio Schweizer Bilderbuch.
Fulcro // 27
SWISSLIFE Primavera 2011
Estasi d’amore
100 000 è il numero
medio di baci nella vita di un/a settantenne.
46%
è la percentuale di uomini single particolarmente attratti dalle infermiere.
26%
è la percentuale delle donne che preferiscono ricevere complimenti per la loro intelligenza.
3 volte a settimana
è la frequenza dei rapporti sessuali che riduce il rischio di ictus.
66%
è la percentuale degli uomini che al primo appuntamento preferiscono incontrarsi per un caffè.
15 kg è la pressione esercitata sulle labbra da due persone che si baciano.
23 mesi
circa è la durata della fase iniziale di innamoramento.
37% è la percentuale
delle donne che trovano sexy il nome Matteo.
12%
è la percentuale di graffiti relativi all’amore nelle toilette per signore.
2 settimane
della propria vita è il tempo trascorso dall’uomo esclusivamente a baciare.
Mix di numeri // 29
20%
è la percentuale degli uomini che bacia volentieri labbra truccate di rosso.
64 calorie
è il dispendio energetico di un bacio appassionato.
18 anni è l’età media del primo rapporto sessuale del cittadino del mondo.
38 sono
i muscoli facciali impiegati nel bacio.
50%
è la percentuale delle donne che si aspettano che al primo appuntamento l’uomo paghi il conto.
42% è la percentuale di donne che
ritengono il bacio migliore del sesso. E comunque il 30% degli uomini la pensa allo stesso modo.
58% è la percentuale degli
uomini che vogliono una partner soprattutto bella.
61 mg
di acqua sono parte integrante di un bacio medio.
9
è la media dei partner che il cittadino del mondo ha nel corso della vita.
4000
è il numero dei diversi batteri scambiati con un bacio.
43% è la percentuale delle
donne convinte che gli uomini che non sanno baciare non siano bravi neanche a letto.
SWISSLIFE Primavera 2011
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Abitazione propria // 31
Il futuro comincia qui. Ogni anno in Svizzera vengono costruite 12 000 nuove case unifamiliari. Nell’ultimo trimestre del 2010, per esempio, in 100 comuni su 167 del Canton Friburgo sono state presentate 263 richieste di autorizzazione a costruire. SWISSLIFE pubblica i nomi dei fieri committenti – per loro la costruzione della casa rappresenta l’inizio di una nuova fase della vita.
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SWISSLIFE Primavera 2011
Société immobilière en formation,
Cheiry
p. a. Archigraph Sàrl,
Pascal Hofmann et Patricia Clémence,
Route du Chamois
Clos-du-Vua
Bulle
Cheyres
Alterswil
Jacqueline Geiser, François et
Marie-Noëlle Mettraux et Christophe
Markus und Marlène Thalmann-
Jean-Pierre Cahhrière,
Gotti, En Crevel;
Meuwly, Unterdorfstrasse 15;
Chemin de l’Aurore;
Fabrice Vuille et Anne-Sylvie Nydegger,
Pascal und Kerstin Schafer,
Murielle et Cédric Progin, Bras-
Chemin Pré-de-la-Vigne
Bergsicht 12
de-Fer 26, Secteur La Tour-de-Trême;
Corbières
Arconciel
Pierre et Danièle Rusticoni,
Alexis et Michèle Bussard,
RM Architecte Sàrl, Pré-de-l’Arche
Chemin de Plaisance 55;
Impasse de la Ville
Attalens
Hazim et Arza Sabic,
Corminboeuf
Nel seguente elenco i comuni in cui sono state presentate le domande di costruzione sono evidenziati in rosso, seguiti dal committente e l’indirizzo futuro.
Roland et Birgit Silvia Schütze,
Chemin de Plaisance 65;
Jacques et Marie-Claude Wohlhauser,
Chemin de la Greppa 18 et 20;
SI en formation, p. a. Pasquier-Glasson
Impasse du Pré-Laurent
JPF Immobilier SA,
SA, Rue de Préville 19,
Chemin de la Fin-du-Clos;
Secteur La Tour-de-Trême;
Virginia Ranini et Eduardo Andrade,
Christelle et Jean-Bruno Lekeufack,
Chemin du Grand-Crêt 8,
Chemin du Carry 6;
Secteur Tatroz
Fatmir Paloja,
Avry
Chemin de Cuquerens 1;
Marco Mosca, Impasse de la Source,
Cedric Balmat,
Secteur Avry-sur-Martan;
Chemin de Cuquerens 3;
Atelier d’architecture Stéphane
M. et Mme Monney,
Vonlanthen, Sàrl, Impasse de
Chemin de Cuquerens 5;
la Colline 2, 4, 6, 8, 10, 12,
Jean-Luc et Corine Gapany,
Secteur Avry-sur-Martan
Rue Dom-Hermann 47,
Belfaux
Secteur La Tour-de-Trême;
Irène et Leonardo Broillet-Peterhans,
Cyril et Magali Vallée,
Route des Noisetiers;
Chemin des Cerisiers 17;
Adao Couto et Maria Medas,
Entreprise Ropraz SA,
Route des Vuarines;
Chemin des Crêts 61–63, 65, 67;
José et Sonia Reboleiro,
Magali et Philippe Millasson,
Impasse Gare CFF
Chemin de la Pépinière 69
Billens-Hennens
Chables
Jean-Claude Demierre et Anne
Yanick Moschini, La Rochette
Humberset, Route de Villaranon;
Châtel-Saint-Denis
Nicole et Philippe Cudry,
Thierry et Sandra Guenat,
La Petite Croix
Chemin de la Moille-au-Critsou 69;
Bösingen
Michael Dayer et Céline Di Venuto,
Stephan Kinzl, Mattenweg 36
Chemin de la Moille-au-Critsou 77;
Bossonnens
Danien et Justyna Cardinaux Karcz,
M. et Mme Christophe Bastino,
Chemin de Champ-Bochet 23
Impasse Petit-Reynet 4
Châtillon
Botterens
Daniel Bismor
Nathalie et Michael Richoz,
Châtonnaye
La Rochetta;
Luis Miguel et Maria José Mancoca, Clos-Piquet
In Svizzera solo una persona su tre abita in una casa di proprietà. Si tratta di una cifra esigua nel raffronto internazionale: in Inghilterra i proprietari di abitazioni sono il 68%, in Francia il 55% e in Germania il 42%.*
Louise et Monique Feneyrolles,
Dal 1970 la quota di case unifamiliari del parco immobiliare svizzero è cresciuta dal 40% a quasi il 60%. Nel 2008 il 68% dei nuovi edifici adibiti ad abitazione erano case unifamiliari.*
Impasse de la Chavouna; Georges Studer, Sous-Gare; Grégory et Elisabeth Corminboeuf, Grand-Rhain Dompierre Bujar Kastrali, Route de Corcelles Düdingen Kocher & Partner Architekten AG, Obere Zelg; Clerc Generalunternehmung AG, Magdalenastrasse; Philippe de Buman, Galmis 6; Nicole und Markus Ruch, Mühleweg; Michele Bollschweiler und Dominique Schneuwly, Obere Zelg; Walter Lüdi, Balbertswil; Ruth Egger, Riedlistrasse; Markus und Jacqueline Bapst, Riedlistrasse; Olivier Aebischer und Myriam
Corpataux-Magnedens
Cugy
Zbinden, Vullyweg 48;
Estelle et Jean-Paul Sallin,
Manuela Rodriguez,
Mathis David und Annja Bossart,
Impasse de la Baume
Pré-Guillaume
Vullyweg
Corserey
Delley-Portalban
Ependes
Megagest SA,
Fabrizio et Marina Simone, Le Verdet;
Clerc Entreprise générale SA,
Route de Lentigny 27 et 29
Patrick Hyvernat, Petit-Delley,
Chemin du Vuassoz, Le Coquier
Cottens
en Farvageux;
Estavayer-le-Lac
Virginie et David Pauchard,
Frederic et Corinne Gross, le Verdet;
Marie-Claire et Michel Apothéloz,
Route de la Côte
Didier et Marie-Jeanne Matthey,
Chemin du Creux-du-Van;
Courgevaux
Route de Chabrey;
Marie Aguilar et Peter Te Kloese,
Philipp und Nicole Reichen,
Urs et Christine Helbling, L’Orgère 79
Chemin du Jura;
Haut-des-Vignes
Domdidier
Tom Glanzmann et Alain Pfammatter,
Courtepin
Cotting-Malcotti-Schaller, Pascal et
Sur-les-Rives;
Fabienne et Olivier Bürki, Rue de
Nadine Brauchi, Route de la Bruyère;
Lucienne Schneider,
la Motta, Secteur Courtaman;
Alexandre et Nicole Hublard,
Chemin des Roches;
Timothy et Jacqueline Walters-
La Chavouna;
Pierre Cuany et Hélène Hug,
Brügger, Route de la Motta 81,
Valérie et William Rué, La Chavouna;
Chemin des Etangs
Secteur Courtaman;
Annelis Steffen, Route des Genevreys;
Farvagny
Pedro et Martine Amaral,
Joao Carlos Sobral Pinto et Elisabete
Michel Oberson, Impasse des Moulins;
La Grand-Fin 74
Ribeiro Pinto, Route d’Oleyres;
Jean Meyer et Séverine/Sandy Bapst,
Crésuz
Claudio et Mariangela Coletta,
Route de Grenilles 65, Secteur Grenilles
Kurt et Charlotte Käser,
Route d’Oleyres;
Panches
Pierre-Yves Jordan, Vua-du-Cado; Jean-Philippe Lecoq, Impasse de la Chavouna;
SWISSLIFE Primavera 2011
gAlmiz Andrea und Franziska Zingg, Bahnhofstrasse giffers Mario und Michael Gugler, Flüelimatta; Christian und Sandra Poffet, Obertswilstrasse; Charles und Laurence Julmy, Rain gletterens Cédric et Anne Bersier, Fin-de-Gros-Bois;
Tra il 2007 e il 2010 nella zona intorno al Lago di Ginevra i prezzi delle case unifamiliari sono aumentati di circa il 40%. Anche nei cantoni Zurigo e Zugo sono stati registrati aumenti dei prezzi fino al 20%.*
Abel Zufferey, Chemin de Robin; Johnny et Jenny Cruz, Fin-de-la-Ria grAnDvillArD Frank et Nathalie Bourgeois, Route de la Cascade 28; Delphine et Peter Butler, Chemin des Lilas 1; Baptiste Pharisa et Stéphanie Rudaz, Chemin des Noisetiers 9 grAnges Jean-Luc et Carine Fragnière,
gurmels
Véronique Galley et Vincent Kilchoer,
Route d’Attalens;
Rolf Minder, Dürenberg 241;
Route de Magnedens,
Jean-Philippe Gillioz,
Jürg Minder, Dürenberg 251;
Secteur Ecuvillens
Chemin de Nanchy 12
Barbara und David Lazzara,
HAuteville
grAnges-pAccot
Dorfmatte 12;
P. et J. Brodard, Route d’Impart
Routes Modernes SA, Fribourg/André
Marc und Nadine Wyss,
HeitenrieD
Antiglio SA,
Obere Mühle 58, Sektor Liebistorf;
Antoinette Lindt, Pfandmattstrasse;
Route de Josaphat 55, 57, 63, 65;
Igor Leo, Sandacher 4;
Clerc Generalunternehmung AG,
grAngettes
Martin und Mlyako Berger,
Hauptstrasse 54;
Alain et Marinette Boano,
Holzacher 5, Sektor Gurmels;
Daniela Stoll und Rolf Brünisholz,
Impasse Pra-Deffera
Casutt & Co. AG, Grausacher 3,
Pfandmattstrasse;
greng
Sektor Liebistorf;
Reinhold und Anita Sturny, Spisi 41
Nadia und Hervé Guyaz, Dyfeld
Bierim Gurl, Hauptstrasse;
Jeuss
grolley
Markus Janser, Bulliardweg 10;
Benjamin und Gaby Vonlanthen,
Christian et Sandra Racordon,
Ewald Wohlhauser, Chasseralstrasse 3,
Eichenweg
Route de Fribourg, Village Sud;
Sektor Kleingurmels;
Kerzers
Giuseppe et Lucia Scavo,
Wohnbau AG, Bodenzelgstrasse 79
Christoph und Jacqueline Zwahlen,
Impasse du Gros-Praz 12, Village Sud;
HAut-intyAmon
Bahnhofplatz 10;
Antonio Magano Reboleiro et Sandra
Gratisa SA, Planchamp,
Lindenmätteli GmbH, Fräschelsgasse;
Amaral Nascimento Reboleiro,
Secteur Neirivue;
Sunny house GmbH, Mühlegasse 53;
Impasse du Gros-Pra, Village Sud;
HAuterive
Hanni Fichtenthal, Mühlerain 72
Sampaio Sotero, Impasse du Gros-Pra,
Nicole, Camille, Guillaume, Arnaud
KleinBösingen
Village-Sud;
et Justine Prin, Impasse du Triolet,
Pascale Probst, Grüneburg
Secteur Ecuvillens;
Murten
Lac (See)
Wünnewil-Flamatt Estavayer-le-Lac Estavaye
Broye
Düdingen
Broye
Fribourg
Singine (Sense)
Villars-sur-Glâne Marly
Broye
Sarine (Saane)
Broye
Glâne
Bulle
Gruyère (Greyer (Greyerz)
Veveyse (Vivisbach) Châtel-Saint-Denis
Il Canton Friburgo in cifre Capoluogo: Friburgo Superficie: 1671 km2 Montagna più elevata: Vanil Noir (2389 m) Numero di abitanti: 273 000 Densità della popolazione: 164 abit./km2 Percentuale di stranieri: 18,1% (agosto 2010) Lingua ufficiale: francese (63,2%), tedesco (29,2%) Disoccupati: 3593 (2,5%, novembre 2010) I puntini rossi sulla cartina simboleggiano le domande di costruzione del 4° trimestre 2010. SWISSLIFE Primavera 2011
Attualmente in Svizzera viene edificato un metro quadro di terreno per ogni secondo che passa. Ciò corrisponde a dieci campi da calcio al giorno.*
La Brillaz
Champ-Dessus (Derrey-la-Croix),
Léchelles
Albano et Isabelle Gallucci,
Secteur Porsel
Catherine et Daniel Georges,
En Meinoud, Secteur Lentigny;
Le Glèbe
Chemin de la Cabuche 16;
Alexandre Krattiger, Clos-de-l’Arche,
Amélie et Christian Dafflon,
Olivier Ribotel et Aline Mamry,
Secteur Lentigny;
Route des Nervaux,
Chemin du Vigny
Veronique et Philippe Bertschy,
Secteur Estavayer-le-Gibloux
Les Montets
Route de la Poste 15, Secteur Lentigny;
Le Mouret
Evelyne et Yves Aebi, Impasse de
Fabrice Perroud et Florence Uldry,
Marie-José Godel et Olivier Staremberg,
Grandvau, Secteur Aumont;
Route du Chaffeiru, Secteur Lentigny
Route de la Laiterie, Secteur Oberried;
Marcel Louis Pochon, Les Iles,
La Sonnaz
Paul, Jean-Claude et Michel Brodard,
Secteur Montet;
Nelson et Maria Trigo et Edouardo
Lydia Schafer, Route du Pafuet,
Centre de rencontre et de formation,
Trigo, Secteur Cormagens
Pré-aux-Oies;
Les Grands-Champs, Secteur Montet
Le Flon
Samuel et Pascale Brodard, Impasse
Lully
David er Sara Rial, Clos-Secours,
de Montsibolo, Secteur Bonnefontaine;
Familles Brossin et Ferreira dos Reis,
Secteur Bouloz;
Cynthia et Olivier Perroulaz, Le Village,
Moulin-au-Rey 14;
Eric Aschilier et Cindy Aebischer,
Secteur Bonnefontaine
Stéphane et Myriam Rapaz, L’Ingera 8,
Champ-Dessus (Derrey-la-Croix),
Le Pâquier
Secteur Seiry;
Secteur Porsel;
Guyve et Claudia Safary,
Marco Franco, Chemin de
Laurent et Angélique Neyroud,
Route du Carmel
la Frinzalla 25, Secteur Seiry Marly Mehmet Krasniqi et Xhavit Mustafa,
Mentre complessivamente in Svizzera il 34% della popolazione vive in una casa di proprietà, nel Canton Zurigo si tratta solo del 24%. La città di Zurigo registra appena il 7% di proprietari d’abitazioni.*
Chemin des Epinettes; Progecom SA, Chemin du Bois-des-Rittes; Fatmir Beka et Esed Ahmeti, Route des Préalpes Marsens Nelly et Hervé Bonvin, Lotissement En Crausa; Neziraj Refki, Route de la GrandFin 45, Secteur Vuippens Matran Vert Immobilier SA, Route de la Guérite Ménières Edgar et Theresa Pereira, Clos-Quartier Misery Courtion Aline et Christophe Frossard, En Mottez, Secteur Misery; Nicolas et Mariorie Fürst, En Mottez, Secteur Misery; Stella Linck et Ivo Clemente; Thierry Bigler et Céline Simonet-Bigler, Route de Cournillens, Secteur Misery; Ivan Rados et Stipe Rados, En Mottet; José Placido, Au Marais, Secteur Cournillens;
Société en formation, p. a. Architecture
Rossens
& Design Sàrl, Champ-Devant,
Sandra et Cédric Sauterel,
Secteur Misery;
Route de la Condémine
Vincent et Stéfanie Genier, En Mottez,
Rue
Secteur Misery
M. et Mme Pittet, Champ-au-Rey;
Montagny
Daphné et Michel Guinchard,
Dal 1983 ogni anno sono state costruite da 11 000 a 14 000 nuove case unifamiliari. Negli ultimi vent’anni la cifra è scesa sotto le 10 000 unità solo durante la crisi edilizia all’inizio degli anni Novanta e nel 2009 (9149 case).*
Thierry Risse et Méry Consendai,
Champ-au-Rey;
Route de Montagny 22, Secteur
Loubna et Patrick Rossi,
Mannens-Grandsivaz;
Champ-au-Rey;
Beat et Mirjam Sticher, A Mannens,
Cedric Bays et Céline Chenaux,
Secteur Mannens-Grandsivaz;
Servaulaz, Secteur Promasens;
Jocelyne et Christian Cerf, Impasse des
Swissbat.ch Sàrl, Champ-au-Rey
Rochettes, Secteur Montagny-la-Ville
Saint-Aubin
Murist
S.T. Créations d’Habitats Sàrl,
Joséfine et Pierre Massy, Le Rosset
Route de Loustan;
Neyruz
Jean-Pascal Verdon,
Frédéric et Francesca Mauron,
Route de la Léchère;
Route de Nierlet 40
Sabrina et Christophe Rimaz,
Nuvilly
Route de Delley;
Giovanni Porqueddu et Maryline
Adifete et Bujar Luzha,
Hostettler, Les Batailles
Route Sous-Pendu;
Oberschrot
Christine et Laurent Balbi,
Roland Pürro, Egg
Route de la Bataille;
Pont-en-Ogoz
Laurent et Geneviève Dessibourg,
Najya Rotzetter, Le Bry, Secteur Le Bry
Route de la Crausa
Pont-la-Ville
Salvenach
Jean-Paul et Sandrine Ramuz, La Gotta
Dobre und Nikolinka Zdravev,
Prez-vers-Noréaz
Hauptstrasse;
Megagest SA, Route des Chênes;
Torsten und Daniela Seeger,
Maria Antonia da Silva Barros Araujo
Hauptstrasse
et Pedro Alexandre Carvalho Araujo,
Schmitten
Route des Chênes
Schneider & Kreienbühl AG, Eichenweg;
Rechthalten
Erbengemeinschaft Jungo,
Heribert und Nadja Bächler-Aeby,
Bagerstrasse
Sunematt 16
Semsales
SI en formation, p. a. Ropraz SA,
Remaufens
Philippe et Jeannette Berguerand,
Impasse du Pontonney 43
Jürg Meyer, Impasse de Souvy 8
Les Charmilles;
Sorens
Romont
David et Marie-Marguerite Baumann,
Robert-Philippe Bloch, Plan des Marais
Cristina et Paulo Marques,
Les Charmilles;
St. Antoni
En Bouley 43;
Laurence Jordan et Didier Pelissier,
Claudia und Heinz Gfeller-Vonlanthen,
Albert Echenard,
Chemin de la Vilette 19;
Niedermuhren
Chemin du Marais 4 et 20;
Paulo et Elisabeth Almeida, La Cierne 5
St. Silvester
Marco Collini, La Vignetta 43;
Siviriez
Andreas und Erika Dietrich, Riederehubel
Geraldine et François Helfer,
Cristina Sofia Tavares Oliviera et José
St. Ursen
La Vignetta 58;
Eduardo Martin Ferreira, Chemin de
Ursula Fasel, Underem Himmel;
Eva et Frédéric Borcard, En Bouley 114
Failly 3, Secteur Villaraboud;
Berthold Lauper, Obstgarten
SWISSLIFE Primavera 2011
Philippe Bifrare et Jessica Chammartin,
«Per la costruzione di abitazioni si prospettano ancora tempi rosei», si legge nel Freiburger Konjunktur spiegel. Nei primi sette mesi del 2010 sono state autorizzate 1 341 nuove abitazioni, l’8,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2009.*
Route de la Magne 23, Secteur La Magne; Laetitita Huguenot et Thierry Vaucher, Impasse du Jura 2, Secteur Sommentier; Micheline Pittet, Impasse de la Côte Vuadens Richard et Séverine Tarrès, Chantemerle; Julien et Sandrine Allard, Village d’En-Haut Vuisternens-en-Ogoz Alain et Eveline Delaquis, Impasse du Verné; Hervé Ottet, Impasse du Verné; Anne-Rachel et Christophe Oberson, Impasse du Verné; Sébastien et Muriel Chassot, Impasse du Verné; Corinne et Bastien Petitpierre, Impasse du Verné; Alain Thévoz, Impasse du Verné
Tafers
Ursy
Wallenried
Jacques und Margrit Folly-Raemy,
Joseph Deschenaux,
Olga et Yann Lionel Benoit, En Amont
Engelsmattstrasse;
Chemin Bois-du-Mont;
Wünnewil-Flamatt
AM Generalbau AG, Engelsmatte;
Abadia SA, Route du Plattiez;
Keller AG, Altschlossmatte 17,
Daniel und Claudine Vonlanthen-
Claude et Chantal Demierre,
Wünnewil;
Meuwly, Obere Zelgstrasse
Chemin du Perrey 29;
Keller AG, Altschlossmatte 23,
Tentlingen
Fabien Gavillet, Chemin des Charbon-
Wünnewil;
Mathias Burri, Dürrenbergstrasse;
nières 46, Secteur Vauderens
Carmela und Adrian Schafer-Anker,
Adrian und Silvia Roth, Buechmatta
Vallon
Akazienweg 25, Wünnewil;
Torny
Huguette et Thierry Billieux,
Norbert Esseiva, Staffelstrasse, Wünnewil
Yan Dougoud et Alexandra
Chemin de la Rueyre;
Risse-Dougoud, Perrey-Crochet,
Société en formation, p. a. Progin SA
Secteur Torny-le-Grand;
Constructions, Route de la Chaumière;
José Maria Semedo Moreira,
Vaulruz
Pré-Damont, Secteur Middes;
Jacques et Maria Joye, Vuer-des-Alpes 4
Steve Habluetzel, Au Pontet,
Villars-sur-Glâne
Secteur Middes
Huynh Anh et Tian-Tai,
Treyvaux
Impasse du Relais 9;
Silvie et Dominique Mettraux,
Susanne Buchs, Impasse du Panorama
Route d’Essert
Villarvolard
Ueberstorf
Nicolas Villoz et Rosmarie Razzino,
Markus und Monika Spicher,
Pré-Giller
Kaplaneistrasse;
Villorsonnens
Martina Hasler, Guldifeld 63
Sébastien et Chantal Gutmann, En Terdo 8, Secteur Villargiroud;
*Fonti: Statistica annuale sulla costruzione e le abitazioni Ufficio federale di statistica Immo-Monitoring 2010 Wüest & Partner «Freiburger Nachrichten» «Weltwoche»
Fondare un’impresa ? Lavorare all’estero ? Cambiare professione ?
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Testo: René Ammann, foto: Tom Haller
Ragazzaccio in motorino, surfista, imprenditore Sono in molti ad avere delle idee. Ancora più numerosi sono coloro che si riempiono la bocca di belle parole. Andy Tanner è diverso. Il fondatore di Alprausch affronta i problemi, realizza le idee e costruisce. La Svizzera avrebbe bisogno di più uomini come lui.
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SWISSLIFE Primavera 2011
Q
uesta è la storia di un apprendista di commercio di Zurigo che aveva un sogno. Un ragazzo che sfrecciava con una coda di volpe al manubrio alla ricerca della libertà. Correva con il suo motorino truccato fino a quando la polizia non lo beccò. Da quel momento il ragazzo viaggiava su un Solex, portava occhiali con monta tura nichelata e «si atteggiava a John Lennon». L’autorità aveva frenato il ragazzo con il motorino. Solo sulla strada però, non nella sua testa. André Tanner, nato nel 1963, detto Andy, ascolta ancora le canzoni di John Lennon. Una è di ventata addirittura il motto della sua vita. «Molti non fanno altro che parlare. Io preferisco agire», dice. «Tutti hanno delle idee, ma quanti le realizzano?» Il giovane Tanner passò dal motorino alla tavola. Lo skateboard d’estate e lo snowboard d’inverno. Nei giorni liberi o
In un corso per manager Tanner è intervenuto subito dopo Al Gore. Le persone del pubblico erano sedute lì nei loro abiti scuri. L’uomo sul podio dell’oratore indossava una tuta rosso acceso. Come un benzinaio della Esso. quando il tempo era troppo bello per la scuola, se ne andava a Hoch Ybrig, «quel meraviglioso buco di neve». Oppure la sciava le sue tracce sullo Jakobshorn a Davos e sul Muottas Muragl nei pressi di Pontresina, dove la neve farinosa, quan do c’è, «è il massimo». Era uno skater, a 22 anni è stato vice campione d’Europa e addirittura campione statunitense di snowboard. Sesto comandamento: divertiti in tutto quello che fai! A 23 anni Tanner inaugurò a Zurigo, Kreis 5, il primo nego zio per snowboarder in Europa, dandogli il nome di Beach Mountain. Vendeva ciò che indossava anche lui: abbiglia
mento dagli Stati Uniti. L’America era alla moda, tra Scuol e Zermatt non si poteva comprare niente di più cool dei pan taloni e le giacche da snowboarder di Beach Mountain. Sor prendendo anche il fondatore, che non aveva analizzato il mercato né aveva realizzato un business plan, in poco tempo il negozio si trasformò in un luogo di ritrovo. I giovani pas savano il tempo nel negozio, ascoltavano la musica punk o hip hop, guardavano film, andavano insieme con lo snow board, organizzavano feste e avevano trovato un posto dove sentirsi a casa. «Beach Mountain, quella sì che era sottocul tura», afferma Tanner, «con un proprio look, una propria filosofia. Beach Mountain significava distinguersi: essere di versi, fare cose differenti.» Il suo atteggiamento, spesso inconsapevole, non è cam biato, nemmeno ora a 49 anni. A un congresso di manager Tanner è intervenuto subito dopo Al Gore, l’ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Le persone del pubblico era no sedute lì nei loro abiti scuri, mentre l’uomo sul podio dell’oratore indossava una tuta rossa. Rossa come un benzi naio della Esso. «Evidentemente mi rifiuto di diventare adul to», dichiara ridendo, «me ne sono accorto subito nel mon do del business». Per i progettisti e gli strateghi, Tanner ha formulato i sei comandamenti per le PMI. Il secondo co mandamento: «Rompi le regole!» Oppure il sesto: «Divertiti in tutto quello che fai!» Lui sapeva di cosa parlava… La volpe è in città Andy Tanner aveva 18 anni, Nicole Bretscher 16, quando si conobbero nel 1980. Da allora i due sono una coppia. Senza matrimonio. Mentre Andy era sul surf nel mare intorno all’i sola di Formentera, Nicole realizzava bikini all’uncinetto e li vendeva sulla spiaggia. Nel 1988 è nato il figlio Timmeeh, nel 1992 la figlia Robin. Questi sarebbero due buoni motivi per trasformare finalmente il ragazzaccio Andy in ciò che ci si aspetta da un uomo adulto. Tanner sorride: «La realtà è piuttosto che mi rivedevo nei miei figli e forse anche per que sto non ho mai perso il mio lato infantile.» Nicole Bretscher e Andy Tanner avevano già disegnato alcuni capi per Beach Mountain. E quando nel 1998 cedette ro a Jelmoli l’attività, comprese sei filiali, nelle loro teste c’era già il progetto di un proprio marchio da strada e snowboard. Nel 1991 lanciarono Alprausch. Anche se fu loro assoluta mente sconsigliato. La borsa era crollata, era più facile per dere denaro che guadagnarne. Qui trovò applicazione il quinto comandamento di Tanner: «Non temere il tuo avver
ÂŤEvidentemente mi rifiuto di crescere.Âť A volte Andy Tanner indossa la tuta rossa anche ai congressi dei manager. SWISSLIFE Primavera 2011
Sempre sorprendente, sempre un po’ diverso: in tutti i negozi Alprausch c’è un animale alpino impagliato. Ci sono inoltre le fiabe di Trudi Gerster.
A Swiss Life // 47
sario». I due realizzavano tagli e disegni, da cui venivano la vorati berretti in Svizzera, cucite felpe col cappuccio in Por togallo e confezionati capi d’abbigliamento traspiranti per lo snowboard in Cina, che poi venivano venduti ai negozi sportivi. Anche il nome Alprausch era già deciso: «Quando si scala una cresta e ci si guarda intorno, si entra in uno stato di estasi», racconta con entusiasmo Tanner. «E quando si scende ad alta velocità dalla montagna, l’estasi è totale!» Nel 2004 Alprausch ha inaugurato la sede principale nei pressi della Bahnhofstrasse a Zurigo. Già solo la sua estetica alla Werdmühleplatz vale una visita. In vetrina è esposto un motorino, sulla sella è appoggiato il portachiavi: una coda di volpe. «La volpe è in città da tempo», afferma Tanner. «Com pro le code nell’Oberland grigionese o nel giardino zoologi co Langenberg. Lì ne prendo 50 o 100 alla volta.» Il negozio di abbigliamento che vende grasso per mungere Anche Herbert viene da Langenberg e sorveglia tutto. Her bert è un cervo con un palco imponente. Nato e cresciuto nella città di Zurigo, impagliato nello stesso luogo, il cervo ora fa mostra di sé su una pedana circondato da maglioni da sci chiamati «Buebetrick», giacche del modello «Tante Klara», pagliaccetti «Hasi», cataste di legna da ardere, barattoli di Ovomaltina, grasso per mungere, salsa Maggi e caramelle Ricola. I richiami emozionali sono talmente efficaci da strappare ai visitatori spesso un «Mamma mia!», un malinconico «Ti ricordi, Heinz?» o un «Fantastico!» di apprezzamento. Chi vuole, può farsi raccontare favole da Trudi Gerster o Karen Meffert su audiocassetta. La sola idea è strabiliante! Le favole! In un negozio dove fanno compere ragazzi in pie na pubertà e ragazzine con il mascara! I ragazzi che vogliono essere adulti e non vogliono più sentir parlare di eroi infan tili come Säuli-Peter e Zaaweehäx. Al contrario di Andy Tanner: «Quando sento la voce scura, profonda e lenta di Karen Meffert mi viene ancora la pelle d’oca. Noi vendiamo vestiti a ragazzi di 12, 15, 20 anni ma anche a 35enni e alle loro mamme». E il grasso per mungere o Elmex? «Ah, quelli li teniamo per gioco». Alprausch, la croce e il corsivo Nel mondo di Tanner tutto è un po’ diverso. Mentre le altre aziende combattono con la tutela del loro sacrosanto mar chio, Alprausch ne ha ben nove, e la tendenza è in aumento. Indipendentemente se scritto con carattere grottesco o in
SWISSLIFE Primavera 2011
corsivo, nel nome c’è sempre la croce (svizzera). «Si tratta di un simbolo forte», afferma Tanner, «e noi siamo orgogliosi della nostra origine. La croce svizzera, però, è aggiunta al nome della ditta senza l’intento di un messaggio politico». Mentre le altre aziende evitano le pellicce come i vegani evi tano la carne, nel negozio di Alprausch è esposto «almeno un animale alpino impagliato». Se le altre aziende si specia lizzano su jeans, maglie o abbigliamento intimo, Alprausch produce tutto, dalle calze ai cappelli. Persino la pretesa è più onesta: «Moda? Noi non facciamo moda. Non vogliamo fi nire in un museo. Vogliamo vendere.» E ci riescono: gli articoli Alprausch si trovano da Cortina a Helsinki, da Tokyo a Mosca, in 350 negozi. Per il decimo anniversario, Tanner spera di avere un punto vendita nell’ae roporto di Zurigo. Oppure uno a Zermatt. O a Grindelwald,
«Quando si scala una cresta e ci si guarda intorno, si entra in uno stato di estasi. E quando si scende ad alta velocità dalla montagna, l’estasi è totale».
Berna, Basilea. Tuttavia, la crescita deve proseguire con cau tela: «Più cose si portano in spalla, tanto più il passo diventa pesante», sostiene il capo. «Siamo una piccola azienda fami liare con appena 15 persone, dove tutti fanno un po’ di tutto. Vogliamo rimanere sorprendenti, originali. Lasciare tracce, questo rende la vita interessante». Quindi, Andy Tanner si ritira nel suo angolo nell’atelier della Eibenstrasse a Zurigo, nascosto dietro una vecchia ca bina della funivia di Scuol, un vecchio pedalò, un bastone pieno di fazzoletti Alprausch e un gruppo di camosci, mar tore, cerbiatti e taccole impagliati. Si mette gli auricolari dell’iPod nelle orecchie, accende la musica e ascolta la sua canzone preferita. «Imagine» di John Lennon: You may say I’m a dreamer/But I’m not the only one/I hope someday you’ll join us/And the world will live as one…
Sistema: Lista Office QUB
Alta qualità. Designed by Lista Office. Meraviglioso quando freschezza e durevolezza si sposano. I sistemi per arredamenti d’ufficio Lista Office conservano per anni il proprio elevato valore – ciò grazie a preziosi ingredienti: Prodotti robusti, con acciaio come materiale di base. Funzioni e moduli che crescono insieme ai vostri obiettivi. Eccellente assistenza alla clientela, dalla progettazione fino alla manutenzione. Design svizzero senza data di scadenza. Lista Office nelle vostre vicinanze > www.lista-office.com/distribuzione
Testo: Lucas Roos, foto: Hans-Jörg Walter
Voglia di desiderio Vi sentite meglio quando avete mangiato una banana? Oppure un pomodoro? Dovreste, perché entrambi contengono messaggeri chimici che, provocando piccoli stati d’estasi, migliorano l’umore. Speriamo che anche le nostre immagini di alimenti appena spremuti abbiano lo stesso effetto.
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Da vicino // 51
Sono un acino d’uva. La maggior parte delle persone mi assume effettivamente nella mia forma spremuta e… fermentata. Molti non sanno nemmeno cosa stanno bevendo. Il vino, infatti, è un mistero. Con oltre 800 aromi e bouquet completi, che non hanno più nulla a che fare con me. Ricordano piuttosto le more, le noci, la liquirizia e molto altro. Per questo ora faccio il mio finale, possibilmente con una lunga persistenza.
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Sono un gallinaccio. Se ben preparato, ho un sapore inebriante. Miei vicini parenti, come la psilocybe semilanceata, però, provocano estasi di tutt’altro tipo. La psilocibina ha proprietà allucinogene. E quindi fa vedere cose belle, come volti, paesaggi o immagini, oppure cose meno belle, come smorfie, inseguitori invisibili o apparizioni diaboliche.
Da vicino // 53
Sono un polpo. Per la verità, lo ero. Di me si dice che sono più che una semplice leccornia. La mia carne ha proprietà afrodisiache. Già Plinio il Vecchio (24-79 d.C.) mi indicava come mezzo per aumentare il desiderio. Provatemi e constatate voi stessi se vi porto all’estasi d’amore. Ovviamente non garantisco nulla.
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Svizzera in movimento Sfida fra comuni Coop dal 5 al 14 maggio 2011 Movimento per tutti: dal più allenato fino al meno atletico. Circa 200 comuni si sfideranno e raccoglieranno minuti di movimento; chi sarà il più sportivo? L’offerta di movimento sarà stabilita dagli stessi comuni.
www.svizzerainmovimento.ch
I piaceri della tavola // 55
Un risotto perfetto non è una missione impossibile: basta una dose doppia di concentrazione. Se volete sorprendere i vostri ospiti con un risotto delicato e cremoso, dovete fare attenzione a due momenti decisivi, ossia al momento di bagnarlo: un susseguirsi di vino e brodo.
Illustrazione: Sylvia Geel
Ambrogio Stefanetti: l’importanza dei buoni ingredienti Scelgo di proposito di cucinare con pochi ingredienti e seguendo una regola semplice: migliore è la qualità degli ingredienti per un piatto, tanto più semplice è la preparazione. Questa regola è sempre valida: ogni singolo ingrediente rivela il proprio sapore.
Per la composta separata, tagliare sottilmente le cipolle e farle appassire con il burro. Aggiungere lo zucchero e il vino rosso e cuocere a fuoco lento fino alla completa evaporazione. Tostare brevemente il riso nell’olio, bagnare con vino bianco (cfr. la colonna a destra), una volta evaporato aggiungere a poco a poco il brodo. A fine cottura mantecare il riso con il formaggio Büscion. Servire il risotto in un piatto caldo, disporvi al centro un cucchiaio abbondante di composta di cipolle rosse e aggiungervi una grattata di pepe se piace.
Quando poi l’accoppiamento degli ingredienti è ben riuscito, ecco che gran parte del lavoro è già fatta: anche con un semplice risotto. A differenza di quanto si crede, non richiede molte attenzioni, ma bisogna stare attenti a non farlo mai asciugare. Bisogna tenerne conto, coprendolo velocemente fin dall’inizio con il vino bianco. Una volta evaporato il vino, sarà l’ora del brodo che, versato poco per volta, conferirà sapore al riso. E ora solo una cosa: fare attenzione che non si attacchi sul fondo.
Ingredienti per 4 persone: 240 g di riso Carnaroli, 1 cucchiaio di olio extra vergine, ½ bicchiere di vino bianco, 1.5 litri di brodo di pollo, 2 cipolle rosse medie, 50 g di burro, 30 g di zucchero, 1 bicchiere di vino rosso, 1 pezzo di Büscion della Valle di Muggio, 1 pizzico di sale, pepe
Ambrogio Stefanetti è stato neopromosso nella guida Gault-Millau 2010 in Ticino ed è lo chef del ristorante Vecchia Osteria a Seseglio, Chiasso (Ticino).
Armonia di cipolle e formaggio tipico
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Patria del più prestigioso ippodromo del mondo, Chantilly è senza dubbio il luogo ideale per esibire una Range Rover. Il nuovo motore diesel 4.4 TDV8* assicura in combinazione con il nuovo cambio automatico a 8 rapporti massima efficienza e silenziosità a fronte di consumi ulteriormente ridotti. Ma la potenza non è la sua sola virtù: con il suo design inconfondibile e le numerose tecnologie innovative come il quadro strumenti virtuale con display LCD e lo schermo multimediale con sistema Dual View, la Range Rover offre caratteristiche che esprimono appieno la sua superiorità, sottolineata dall’abitacolo lussuoso. Se il vostro obiettivo è essere sempre un passo avanti, avete appena trovato l’auto perfetta.
www.rangerover.ch
LA GRANDE SCUDERIA, CHANTILLY (F).
IL LUOGO IDEALE PER FAR CORRERE IL NUOVO MOTORE DIESEL 4.4 TDV8 DELLA RANGE ROVER.
RANGE ROVER
* Range Rover, 4.4 TDV8 cambio aut., 313 CV/230 kW, consumi totali 9.4 l / 100 km, Ø emissioni di CO 2 253 g/km, categoria di efficienza energetica D. Ø emissioni di CO 2 di tutti i veicoli commercializzati in Svizzera 188 g/km.
Reeto von Gunten // 57
La mia prima estasi è stata sconvolgente. E gli effetti sono durati molto a lungo. Da allora sono passati quasi quarant’anni, ma ancora oggi ricordo esattamente ogni singolo momento. Tutto tranne quello più importante: come mi è venuta l’idea. Per questo oggi parto dal presupposto che all’i nizio di questa estasi debba esserci stata la noia e il conseguente spirito inventivo, come accade molto spes so all’origine di situazioni simili all’estasi. Il punto di partenza è stato una Ford «Custom» Mustang, anno di costruzione 1967. Allora il nostro gioco preferi to si chiamava «ruote bollenti». Lanciavamo modellini di auto in scala 1:64, senza motore ma in com penso con ruote che giravano a velocità incredibili, lungo piste di plastica arancioni costruite da noi, sfruttando la forza di gravità e compiendo manovre mozzafiato. La mia Mustang era velocissima, correva come un razzo senza slittare e senza traballare lungo la pista. Ma ben presto queste qualità non sono più bastate per soddisfare la voglia di un corridore sfrenato. Allora abbiamo iniziato a speri mentare con quei piccoli bastoncini che hanno una miccia all’estremità. Per ottenere l’effetto desiderato, questi petardi ve nivano piegati a metà e poi fissati sotto il lunotto op pure incollati sul tetto. Con questo equipaggiamento, un bolide già di per sé velocissimo veniva trasformato in un vero e proprio proiettile infuocato che spesso riusciva a tenere la strada solo con molta fortuna. L’estasi iniziava di nuovo: il fremito che si prova prima di raggiungere il vero e proprio picco, il fascino della velocità estrema, la bramosia di migliorare le prestazioni e l’instancabilità colma di eccitazione, tut
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to questo contribuiva alla nostra estasi e la mia Mustang continuamente rielaborata ne era la droga. Ma questa esaltante sensazione non durava a lungo, per fortuna. Infatti, ogni giorno la sfida ricominciava: chi avrebbe spinto il suo missile con più ardore, impeto e velocità giù per la pista? A quei tempi ho vissuto inde scrivibili momenti di felicità. E sono durati talmente a lungo che ho con servato il modellino di auto dan neggiato fino a oggi. Le tracce scure sul lunotto e sul tetto testimoniano ancora oggi le innumerevoli corse di prova, modifiche e competizioni, a memoria della mia prima estasi au toprodotta. Da allora però non sono più stato colpito molto dal fascino della velocità. Ben presto sono state le donne e la musica a entusiasmarmi di più, ed entrambe hanno lasciato dietro di sé le loro tracce: ora sono padre di due bambini e soffro di acufene. E possiedo ancora la Mustang. Tuttavia sto cominciando a capire che ha ter minato di compiere il suo dovere con questo articolo. La regalerò a un amico. Non perché io pensi che l’auto lo catapulterà in uno stato simile all’estasi, ma perché credo che lui sappia apprezzare questo oggetto e la sua storia. E anche perché sono convinto che i ricordi regalati durino più a lungo.
Reeto von Gunten scrive per SWISSLIFE sugli oggetti con una storia particolare. Il conduttore radiofonico (DRS3), autore e narratore è affascinato dalle piccole grandi cose della vita.
Gallo, coniglio o agnello – quale animale vedete?
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Rispondete per e-mail all’indirizzo www.swisslife.ch/rivistaconcorso o inviateci la cartolina-risposta allegata all’inserto UPDATE. Il concorso scade il 30 aprile 2011. La vincitrice o il vincitore verrà resa/o nota/o nel prossimo numero di SWISSLIFE. Congratulazioni al signor Manuel Capelli, il vincitore dell’ultimo concorso. La risposta esatta era: Zermatt.
Vincete un buono dei magazzini GLOBUS del valore di 2000 franchi per l’estasi d’acquisto. Funziona così: fissate l’immagine e scriveteci cosa vedete. Ma non fissate lo stesso punto con entrambi gli occhi. Dovete invece guardare l’immagine con lo «sguardo parallelo», cioè guardate con l’occhio destro la parte destra dell’immagine e con l’occhio sinistro quella sinistra. Un lieve strabismo può essere molto utile.
Io vedo qualcosa che tu non vedi
Concorso // 59
60 // Fuoriprogramma
Baschi
«All’inizio canto in inglese maccheronico» Ha di nit vergässe will s’ganze Bett schmöckt no nach dir vo letschter Nacht Tutte le mie canzoni hanno inizio da un breve schizzo musicale. Anche per questa canzone mi sono messo al pianoforte in studio con il mio chitarrista Philippe Merk. Abbiamo registrato un paio di armonie e le abbiamo copiate sul mio portatile. A casa mi lascio ispirare da questi brevi accordi per creare una melodia, un sentimento o un’atmosfera di una canzone. Quando mi concentro su una melodia, lo faccio tra l’altro sempre in inglese maccheronico. Sono parole in lingua inglese che metto una accanto all’altra a mio piacimento ma che in genere non han no nessun significato, quindi ad esempio «I love you baby because I need you» non suona tanto bene, ma in dialetto sarebbe ancora più difficile, perché contiene comunque un testo o una parola, la lingua è troppo vincolante. Ecco perché all’inizio creo sempre un testo in in glese maccheronico, che non ha nessun significato ma definisce chiaramente la melodia. Quando sento una melodia, senza parole, quando cioè la melodia si accorda bene con l’inglese maccheronico, mi rincorre o penso che entri nel cuore, a quel punto ho la sensa
zione che la canzone potrebbe essere buona se riuscissi anche a scriverle un testo affascinante. «Ha di nit vergässe» è una canzone romantica che contiene sen timenti di nostalgia e di pena. Avevo quindi già un’at mosfera di base malinconica e ho scritto le parole come il playback sulla melodia. Faccio sempre così: prima la melodia e poi il testo. La canzone parla di un’esperienza che sicuramente molte persone in Svizzera hanno già brutalmente vissuto: vivere insieme e sentirsi al settimo cielo, un’e sperienza breve, intensa, velocissima. E poi, improvvi samente, finisce tutto, e uno dei due rimane senza po ter o voler dimenticare l’altro. «Ha di nit vergässe, will s’ganze Bett schmöckt no nach Dir» (non ti ho dimen ticato, perché tutto il letto ancora sa di te) – questa persona ha lasciato un’impronta tanto indelebile che il suo profumo rimane per sempre. Nella canzone si può anche leggere la storia di un rapporto in cui tutto è in perfetta armonia e del quale si può dire che ogni notte senza l’altra persona accanto è una notte inutile. E per questo non la si può dimenticare. Sì, si può affer mare che si tratta di una canzone romantica. All’interno di «Fuoriprogramma» i musicisti svizzeri raccontano come nascono le loro canzoni. Baschi (24 anni) ha iniziato la sua carriera all’inizio del 2004 al casting show «Music Star», ha conquistato più volte il primo posto nelle chart svizzere e nel 2008 ha composto «Bring en hei» (Portalo a casa), la canzone ufficiale del campionato europeo per la squadra nazionale di calcio svizzera. Alla fine dello scorso anno è uscito il suo quarto album «Neui Wält» (Nuovo mondo). Baschi è attualmente impegnato in una tournée svizzera con la sua band. Date dei concerti: www.baschimusig.ch
Pipilotti Rist entusiasma SWISSLIFE: Per la copertina di questa rivista l’artista ha messo a nostra disposizione alcune immagini tratte dal suo film «Pepperminta». La giovane Pepperminta è la figura centrale di una fiaba cinematografica che affascina le spettatrici e gli spettatori con un grandioso mondo di immagini. Pepperminta ha i colori come migliori amici, fragole come animali domestici e conosce ricette fantastiche per liberare le persone dalle loro costrizioni e paure.
Pepperminta, 2009, un film di Pipilotti Rist. Immagini tratte dal film. Per gentile concessione dell’artista, di Hugofilm e di Coop99
www.swisslife.ch/rivista
SWisslife // Primavera 2011 // Estasi
SWisslife 2° anno // Numero 1 // CHF 6.50
Primavera 2011 // Estasi