Estate 2011 // Sabato pomeriggio

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Mittente: Nome

Swiss Life SA Marketing Svizzera General-Guisan-Quai 40 Casella postale 8022 Zurigo

Magazin 03.11

Cognome Via/N. NPA/Località E-mail Telefono

Condizioni di partecipazione: Possono partecipare al concorso tutte le persone domiciliate in Svizzera a partire da 18 anni, salvo le collaboratrici e i collaboratori del gruppo Swiss Life nonché il personale delle agenzie eventualmente coinvolte nella realizzazione e i relativi famigliari. I vincitori saranno informati personalmente. I premi non possono essere conferiti in contanti. Non viene tenuta alcuna corrispondenza sul concorso. È escluso il ricorso alle vie legali. I dati possono essere utilizzati per scopi di marketing.

Amici nel tempo libero: «Camping- und Caravanningclub beider Basel» (club campeggio e caravan di entrambe le Basilee), 380 membri.

Estate 2011 // Sabato pomeriggio

www.swisslife.ch/riviesta

SWisslife // Estate 2011 // Sabato pomeriggio

Rivista 06.11

SWisslife 2° anno // Numero 2 // CHF 6.50


In «Swiss Photo Selection» SWISSLIFE presenta le opere di fotografi svizzeri che sono stati premiati dalla giuria internazionale dello «Swiss Photo Award – ewz.selection». www.ewzselection.ch

Sono raggiungibile dalle ore

Argomento:

Desidero una consulenza personale. alle ore

Previdenza complementare assicurazione completa (cfr. pagina 6) Previdenza complementare autonomia parziale (cfr. pagina 6) Guida «Prepararsi al pensionamento.» Guida «La mia previdenza.» Altro:

Desidero ricevere maggiori informazioni. Inviatemi la documentazione sui seguenti argomenti:

Grill party per 20 persone, del valore di oltre mille franchi, offerto da Bell e Feldschlösschen (cfr. rivista SWISSLIFE a pagina 50). Dove si trova il filetto? La risposta esatta è: 1 14 16 Due posti sul divano rosso dei VIP in occasione della partita di qualificazione agli Europei Svizzera-Bulgaria. (cfr. UPDATE a pagina 10) (termine di partecipazione: 31 luglio 2011)

Voglio vincere!

SWISSLIFE // Estate 2011 // Sabato pomeriggio ©Ursula Sprecher & Andi Cortellini

Club dei sub «Dintefisch», Basilea.


Swiss Photo Selection // 3

Amici nel tempo libero Cosa fa la gente il sabato pomeriggio dopo lo shopping? Ursula Sprecher e Andi Cortellini approfondiscono la questione con la loro rassegna fotografica ritraendo le persone che s’incontrano regolarmente: nei club, associazioni e gruppi.

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SWISSLIFE Estate 2011


Pagina precedente: Tauchclub «Dintefisch» (club dei sub «Dintefisch»), 48 membri. Sopra: Sezione scout di St. Brandan, 53 membri.


Swiss Photo Selection // 5

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«Freunde der Tätowierung» (associazione degli amici del tatuaggio), 100 membri.


Swiss Photo Selection // 7

«Pudelclub beider Basel» (club del barboncino delle due Basilee), 68 membri.

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«Ruderclub Blauweiss» (club di canottaggio Blauweiss), 230 membri.



Corpo comunale dei pompieri, 64 membri dei pompieri.


Swiss Photo Selection // 11

Ursula Sprecher e Andi Cortellini: Foto di persone, su persone, con persone I fotografi Ursula Sprecher e Andi Cortellini con­ dividono uno studio fotografico a Basilea. Lavorano in campo pubblicitario ed editoriale e si sono spe­ cializzati in fotografia ritrattistica: con gallerie di immagini e progetti artistici indipendenti. Sprecher e Cortellini hanno frequentato la Scuola di arti applicate di Basilea, terminato il tirocinio come fotografi e lavorato come assistenti in patria e all’estero prima di aprire il proprio studio a metà degli anni novanta. Nella loro opera di fama internazionale «Frei­ zeitfreunde» (Amici nel tempo libero) Sprecher e Cortellini ritraggono gruppi di persone che con­­ dividono e si dedicano volontariamente a una pas­sione comune. I protagonisti di questi scatti offrono un ritratto della società rappresentata da ogni classe di età, ogni sesso, religione e gruppo etnico. Le immagini raccontano, segretamente ma in modo riconoscibile, l’impegno profuso da queste persone per la loro idea. Si percepiscono l’impegno e la serietà di tutte le persone coinvolte, sia davanti che dietro l’obiettivo. Potete ammirare tutti i 50 scatti della serie «Amici nel tempo libero» sul sito www.swisslife.ch/rivista

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Per la galleria fotografica relativa all’ar­ticolo di apertura «Die guten Lehrer» (I bravi insegnanti) pubblicata nella rivista GEO 2/2011 la coppia di fotografi formata da Ursula Sprecher e Andi Cortellini è ritornata a scuola. I due hanno girato in lungo e in largo la Germania, arrivando fino a Örebro in Svezia, per trovare dei «bravi insegnanti» e per fotografarli con i loro alunni.


Gruppo di majorette e show dance ÂŤThe StarlightsÂť, 35 membri.


Editoriale // 13

Salve Non so voi, ma per me i sabato pomeriggio sono fantastici: essere all’aria aperta, alleggerire la testa, ricaricarsi di nuova energia. Fare qualcosa con i nostri cari, con la famiglia. Per esem­pio andare in bicicletta, superare le colline, in di­scesa godere del vento contrario, alla fine sentire anche un po’ di fatica nelle gambe. Oppure l’escursionismo! Scoprire la varietà della Svizzera, incontrare persone simpatiche e come premio un cornetto alla nocciola all’osteria. Finalmente avere tempo a disposizione. Lasciarsi andare alle proprie inclinazioni, senza l’obbligo del fare. E naturalmente leggere, come ad esempio SWISSLIFE. In questo numero abbiamo visitato per­ sone socievoli riunite in associazioni nella Svizzera nordoccidentale o parrucchiere e parrucchieri dell’Argovia che hanno appena concluso l’esame finale di tirocinio. O la caporedattrice di Losanna che il sabato decide cosa i romandi leggeranno la domenica. Vi auguro buon divertimento in questo viaggio di scoperta del sabato pomeriggio attraverso la Svizzera.

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Ivo Furrer, CEO di Swiss Life in Svizzera, afferma: «Il sabato pomeriggio ci rilassiamo, ricarichiamo nuova energia e ci dedichiamo ai nostri hobby – con i nostri cari o persone di idee e interessi affini.»


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Swiss Photo Selection:

Amici nel tempo libero

Il sabato pomeriggio cosa fa la gente nel tempo libero? La coppia di fotografi Ursula Sprecher e Andi Cortellini offre la risposta con una serie di foto di gruppi inscenate ad arte. 13 Editoriale:

Ivo Furrer

16 Due facce della medaglia: A ppassionati

di videogiochi

contro scout

20

Fulcro:

L’unione fa la forza Dal club del barboncino a quello degli amici del tatuaggio fino ad arrivare al corpo locale dei pompieri: la coppia di fotografi formata da Ursula Sprecher e Andi Cortellini ritrae gli amici nel tempo libero.

In giro con l’auto

Il sabato gli svizzeri si dedicano alle loro automobili. Il nostro autore Max Küng ha esaminato con attenzione gli autolavaggi, partendo dal self-service fino ad arrivare al tunnel di lavaggio più esclusivo del Paese. 28 Mix di numeri:

I passatempi del sabato pomeriggio

31 Buona valutazione:

Il futuro comincia qui.

Responsabile del progetto: Swiss Life Public Relations, Martin Läderach Commissione redazionale: Ivo Furrer, René Aebischer, Thomas Bahc, Thomas Langenegger, Christian Pfister, Hans-Jakob Stahel Direttore della redazione UPDATE: Dajan Roman Indirizzo della redazione: Rivista SWISSLIFE, Public Relations, GeneralGuisan-Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Coordinamento del progetto: Mediaform, Christoph Grenacher, Ittenthal Ideazione e progettazione: Festland Werbeagentur, San Gallo/Zurigo Traduzione: Language Services, Swiss Life Stampa e spedizione: Heer Druck AG, Sulgen Pubblicazione: 3 volte l’anno (primavera, estate, autunno) Tiratura: 100 000 esemplari Inserzioni: Mediaform, Baumgärtli, 5083 Ittenthal, mediaform@mediaform.ch Cambiamenti d’indirizzo/Ordinazioni: Rivista SWISSLIFE, General-Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, www.swisslife.ch/abbonarsirivista Avviso legale: le informazioni relative a servizi e prodotti contenute nella presente pubblicazione non costituiscono un’offerta in termini giuridici. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito a concorsi. È escluso il ricorso alle vie legali.

Il rituale del lavaggio Di sabato, quando il tempo è bello, gli uomini si dedicano al benessere… della loro auto. Ed ecco che si sfoderano spugne, i migliori prodotti per il make up e, talvolta, anche gli spazzolini da denti.


Sommario // 15

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A Swiss Life:

Ariane Dayer

La caporedattrice di Le Matin Dimanche trascorre il sabato occupandosi dei titoli del giorno dopo. D’altronde la stessa Ariane Dayer merita una storia: questa professionista vallesana è considerata un fenomeno dei media, pur mantenendo un basso profilo. 47 I piaceri della cucina: 49 Reeto von Gunten: L’artefice della domenica Femminista senza spocchia, cattolica senza fede nuziale, caporedattrice senza carriera: un’analisi delle contraddizioni nella vita di Ariane Deyer.

50 Concorso:

Il sole nel piatto

Frugare, trovare, accaparrarsi

Una grigliata per 20 amici

52 Fuoriprogramma: T empo

di jodel con il gruppo «Oesch’s die Dritten»

Inserto:

UPDATE

Leggete come Swiss Life si adatta ai periodi di svolta nella vostra vita, perché un salario elevato non implica necessariamente una pensione sicura e adeguata, e come Swiss Life vi semplifica la vita. Consulenza precisa Le soluzioni assicurative e previdenziali sono così varie come le persone stesse. Scoprite in UPDATE perché Swiss Life attribuisce grande importanza alla consulenza individuale.

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Testo: Simone Ott, foto: Noë Flum

Selvaggio o virtuale? Benjamin Stauffacher, 20 anni, capo dei boy scout «Schwyzerstärn» di Kehrsatz BE racconta: «La mia

ragazza qualche volta si lamenta perché trascorro più tempo libero con i boy scout che con lei. Ma il sabato pomeriggio amo andare fuori con gli scout e sfogarmi. Essendo un

informatico, durante la settimana sono un vero pantofolaio e gli scout rappresentano per me un’importante valvola di sfogo. Ci incontriamo il sabato alle 14.00 e facciamo esercitazioni su un determinato tema. Ultimamente si è trattato di «Reperimento di fondi» vestendo i panni di agenti e organizzando la caccia al tesoro. Tra gli scout si respira un cameratismo straordinario, difficilmente riscontrabile altrove. Viviamo insieme l’avventura. Inoltre impariamo a convivere e collaborare come comunità. In questo modo si crea un legame indissolubile. Ci si aiuta e so­stiene nei momenti difficili, incoraggiandosi. È bello sapere di poter contare sui propri compagni. Voglio trasmettere agli scout anche valori come il rispetto per l’ambiente e per il prossimo. O dimostrare che vale la pena di tenere duro, un principio completamente sconosciuto per diversi bambini. Purtroppo molti giovani pensano che essere uno scout sia noioso e fuori moda e preferiscono giocare a calcio o non fare niente. Ma io non vorrei fare niente di diverso.»


Due facce della medaglia // 17

Stephanie Burri, 25 anni, appassionata di videogame, Zollikofen BE racconta: «Alcuni amici hanno

installato nella sala prove della loro band la Playstation 2 e 3 e uno schermo. Il sabato pomeriggio vado sempre lì con il mio ragaz­ zo. La maggior parte delle volte siamo in sette o otto che giochiamo. Uno dei miei giochi

preferiti è la corsa automobilistica, dove è possi­ bile «scontrarsi» con altre auto, oppure mi piac­ci­o­no le discipline olimpiche come il pattinaggio artistico su ghiaccio. Durante il gioco stacco com­pletamente la spina. Il mio lavoro in uno studio legale è piuttosto stressante. Nel tempo libero voglio rilassarmi e trascorrere ore piacevoli con i miei amici. Oltre al nostro regno della Playstation, esistono anche altri locali occupati da appassionati di videogiochi. Ci si conosce e ci si frequenta. Nel corso del tempo siamo diventati amici e usciamo anche insieme. A casa gioco con il mio Atari del 1993, ereditato dai miei fratelli. Si tratta di un oggetto «vecchia scuola»: un apparecchio vintage con schermo microscopico, joystick e una tastiera un po’ troppo grande. Questa cosa funziona ancora con i dischetti! Con questo mi cimento in «Monkey Island», un gioco in cui un uomo salva una donna. Giocare ai videogame è un vero spasso. E io sono ambiziosa: mi piace vincere.»

SWISSLIFE Estate 2011


Die Such-

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Ăœberraschend anders.


Balsamo intenso: fotografato su giallo Lamborghini.


Fulcro // 21

Testo: Max Küng, foto: Lucas Peters

Un colpo di spugna

Insaponare, dare la cera, lucidare: il sabato è il giorno dedicato al benessere delle auto. Il nostro autore ha visitato le roccaforti dei rituali di lavaggio tipicamente maschili: dagli «Stützliwösch» (a pagamento con monete) fino al tunnel di lavaggio più costoso della Svizzera.

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O

gni sabato dopo pranzo, quando il tempo era bello, mio fratello maggiore usciva di casa con un secchio di plastica in mano per raggiungere la sua auto parcheggiata proprio davanti alla porta di casa. Era una Simca 1300, turchese metallizzato, che risplendeva al sole mentre io strizzavo gli occhi abbagliato seduto sulla scala d’ingresso. Era la sua prima auto, acquistata a prezzo d’occasione con i risparmi del suo salario da apprendista. Amava la sua Simca. Così tanto che il sabato non mi permetteva neanche di aiutarlo. Perché si trattava di un lavoro che richiedeva serietà, senso di responsabilità e dedizione, tutte qualità che mancano a un bambino. Mio fratello prendeva un rullo avvolgicavo dalla rimessa, trascinava fuori di casa l’aspirapolvere munendosi anche di scopino e paletta. Poi spariva all’interno della sua Simca. Riuscivo a vedere solo le sue gambe che spuntavano fuori mentre dava la caccia all’ultima briciola o all’ultimo granello di polvere. Quando usciva dall’auto strisciando, attaccava il tubo dell’acqua del giardino. Prendeva il detergente, una spugna e un panno di pelle asciutto ma terribilmente rigido e grinzoso. L’acqua scorreva. La schiuma schizzava ovunque. Lavorava con calma. Dedicandosi a lungo ai cerchioni. E poi passava alla lucidatura. Il lavaggio dell’auto era un rituale del sabato, non diverso dall’andare in chiesa, ma decisamente molto più interessante agli occhi di un bambino e probabilmente anche a quelli di mio fratello. Quando l’auto si ergeva lucida al sole, ammiravamo la sua bellezza. Ora poteva arrivare il sabato sera per mio fratello maggiore e la sua piccola auto: poteva uscire con le ragazze per-

ché finalmente aveva un’auto splendente. Per fare colpo sulle ragazze. Fare colpo su di loro e su tutti quelli disposti a farsi impressionare oppure no. Oggi non esiste più la marca au­ tomobilistica Simca e mio fratello ha smesso di lavare l’auto davanti casa, una decisione intelligente: per amore della falda acquifera. Ora si reca dove va la maggior parte degli automobilisti: in un tunnel di lavaggio. L’evento sensazionale degli anni sessanta. Il primo tunnel di lavaggio della Svizzera è stato inaugurato nel 1967 a Zurigo al Sihlquai, dove del resto si trova ancora oggi, nello stesso posto, nello stesso edificio, al numero 41. All’epoca si trattava di un grande evento, di qualcosa di sensazionale di cui si è parlato anche

Un professionista classifica generalmente gli impianti di autolavaggio in tre tipi. Oltre ai tunnel di lavaggio con catena di traino, si conoscono anche i cosiddetti impianti a portale (l’auto resta ferma e l’impianto si muove avanti e indietro) e i più popolari box di lavaggio, estremamente diffusi, dove si lava l’auto da soli inserendo delle monete e utilizzando una pistola spruzzatrice ad alta pressione. La Porsche Cayenne nera di Janine Meyerstein è sicuramente l’auto più pulita della Svizzera perché viene lavata ogni giorno. Esiste una motivazione. Janine Meyer­ stein e sua sorella Marlene gestiscono un impero di autolavaggi in Svizzera fondato da loro padre agli inizi degli anni ’80. Quando visita uno dei loro impianti, verifica ovviamente la qualità

Si dice sempre che le auto inquinano l’ambiente. Nel box dell’autolavaggio la prospettiva è ca­po­volta: l’ambiente sporca l’auto. alla televisione. «Come in America» sono le parole utilizzate dal conduttore del notiziario per commentare le immagini in bianco e nero con serietà e un certo tremore nella voce. Un lavaggio costava sette franchi. Il principio era lo stesso di oggi: l’auto entra in una cosiddetta catena di traino che trasporta il veicolo fino alla fine del tunnel. Nel frattempo l’auto viene lavata. All’inizio, data l’assenza delle apposite macchine, veniva lavata ancora dalle diligenti mani dell’uomo.

del lavaggio proprio sulla sua auto. Circa trent’anni fa ha avuto inizio la storia di successo della famiglia Meyerstein con l’apertura di un impianto il cui nome è diventato sinonimo di lavaggio rapido e conveniente: «Stützliwösch». Non è un caso che il nome dell’azienda ricordi i locali tristemente noti di «Stützlisex» che offrivano agli occhi degli uomini un passatempo rapido ed economico. Meyerstein scelse consapevolmente questo nome piuttosto significativo, fatto che all’epoca attirò imme-


Fulcro // 23

diatamente l’attenzione delle autorità. Durante il procedimento di autorizzazione per l’impianto di lavaggio vollero sapere con precisione che non si trattasse di qualcosa di losco. Ma in quel caso si trattava semplicemente di ciò di cui si tratta ancora oggi: pulizia. Rituale amorevole Di sabato i dieci box dello «Stützliwösch» presso il Letzigrund di Zurigo sono tutti occupati, le auto sono ferme in coda. Gli automobilisti trattano con cura il loro tesoro. Qui avviene il contatto diretto con l’auto. Qui non ci sono distanze che separano come in un tunnel di lavaggio. Tutto è sotto controllo, rispettivamente una pistola spruzzatrice dalla quale esce acqua calda e, a richiesta, anche il detergente necessario per il lavaggio, la schiuma o la cera. Si sceglie da soli il programma. Meticolosamente si trattano con decisione la carrozzeria, i punti nevralgici, le zone problematiche. Si dice sempre che le auto inquinano l’ambiente. Nel box dell’autolavaggio la prospettiva è capovolta: l’ambiente sporca l’auto. Una miriade di insetti morti si attacca ai fanali, alla griglia del radiatore, alle parti anteriori, fango, polvere, polline, linfa appiccicosa che cola dagli alberi ed escrementi di uccelli. Gli escrementi di uccelli sono i peggiori soprattutto per la carrozzeria dei veicoli: sotto il sole diretto bruciano arrivando fino alla lamiera. Quindi devono sparire. Meglio se subito. E un altro gettone nella macchina, l’acqua schizza nuovamente fuori dalla pistola spruzzatrice, la spazzola schiumogena gorgoglia, l’aspirapolvere entra in funzione per un minuto. Se si ammirano i proprietari delle Subaru Impreza blu, delle Mitsubishi Lancer rosse, molte dotate

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Il trucco sta nell’asciugatura Questa primavera la rivista per consumatori «Ktipp» ha testato dodici impianti di autolavaggio in tutta la Svizzera. Il risultato è sorprendente: soltanto uno di questi dodici impianti è stato classificato con la valutazione «buono». Sette sono stati classificati come «sufficienti» e quattro come «insufficienti». Comunque: tutti gli impianti testati lavorano bene. Non sono stati riscontrati graffi o altri danni dopo il lavaggio. In generale si può dire che in fatto di accuratezza un tunnel di lavaggio è sempre superiore a un impianto di lavaggio manuale.

L’unico impianto con valutazione buona tra i dodici tunnel di lavaggio testati è il lussuoso «Autop», ubicato a Seefeld, Zurigo. Tuttavia per il successo del test non era determinante il livello di pulizia, perché anche gli impianti che costano la metà lavano in profondità. La differenza decisiva sta nella fase di asciugatura.

Il consiglio dell’esperto: lavare spendendo poco e asciugare l’auto da soli. Si consiglia anche il lavaggio negli impianti rapidi «Stützliwösch» o in impianti simili. Ed è semplicissimo: prima rimuovere lo sporco più grosso con la pulitrice ad alta pressione. Poi lavare con detergente e spugna. Risciacquare la schiuma e alla fine asciugare con uno strofinaccio o un panno di pelle.


Make up per l’amata: fotografato su rosso Ferrari.


Fulcro // 25

di spoiler, longheroni anteriori, posteriori e laterali, cerchioni non di serie, marmitte con diametri grandi come una mortadella, si ha l’impressione che qui non si tratta altro che di amore. Un amore profondo. Uomo e auto, non sono mai stati così vicini come di sa­ bato in un box dell’autolavaggio. E lo spazzolino da denti è effettivamente un utensile molto diffuso per dare l’ultimo tocco ai cerchioni. Perché un cerchione, per quanto semplice, richiede impegno: farlo diventare perfettamente lucido e pulito è una vera arte. «Secondo un sondaggio realizzato in Germania», afferma Janine Meyerstein, «si è scoperto che la maggior parte della gente considera l’autolavaggio un male necessario. Le donne lo paragonano addirittura a una visita dal dentista.» I Meyerstein volevano cambiare questa opinione. E così hanno fatto. Janine Meyerstein siede al primo piano della nuovissima filiale all’estremità del quartiere di Seefeld a Zurigo, lì dove inizia la «Costa d’oro», i cui abi-

tanti possono vantare un eccellente stipendio mensile. Analogamente elevata è la densità di auto costose e, di conseguenza, la necessità di una pulizia delle auto adeguata a tale livello. Per questo i Meyerstein sono venuti qui e hanno creato un impianto che sembra una corazzata futuristica: angoli, spigoli, tratti inclinati progettati dallo studio di architettura Atelier WW. Non è altro che l’impianto di autolavaggio più moderno ed esclusivo che si possa immaginare. Al primo piano poco resta di un normale tunnel di lavaggio: una scala dorata conduce al piano superiore, nobili liquori sono esposti in vetrine a specchio dietro a un bancone del bar, gli sgabelli sono rivettati e realizzati in robusta pelle. Sembra di trovarsi in un club esclusivo e, in un certo senso, è vero. Sullo sfondo si aggirano figure esili e guizzano lampi abbaglianti: è in corso un servizio fotografico di moda per l’inserto sul lusso di un quotidiano. Questo luogo è molte cose insieme.

«Volevamo creare semplicemente una sala per i nostri clienti, dove possono rilassarsi mentre noi ci prendiamo cura delle loro auto.» Ora il posto è un bar con pianoforte a coda, un club, un punto d’incontro dove si può anche bere dello champagne adatto a questa sede (Krug, 410 franchi alla bottiglia). Eliminazione dei peli per 70 franchi Al pianterreno si trova il vero e proprio impianto di lavaggio e un reparto speciale per la pulizia meticolosa dell’auto, all’interno e all’esterno. Ecco una Bentley. Una Ferrari. Proprio ora una Porsche viene massaggiata con una macchina per lucidare. L’eliminazione dei peli di cane costa 70 franchi. Una lucidatura completa di una limousine ben mille franchi. E come avviene nel settore cosmetico anche qui vengono utilizzati costosissimi prodotti per la pulizia. Qui si supera ampiamente l’idea che l’autolavaggio sia un male necessario. Qui si tratta di puro stile di vita.

Su richiesta del sultano: ripuliti della polvere attraverso il deserto Noi siamo fortunati perché possiamo girare attraverso il Paese anche con le auto non lavate. Non è così ovunque. Nel Sultanato dell’Oman, ad esempio, dal 1973 è in vigore un decreto che è stato emanato dal sultano Qabus Ibn Said, ancora oggi a capo del Paese. Questo de­creto vieta espressamente a tutti gli automobilisti di girare per il piccolo sultanato (2,5 milioni di abitanti, capitale Muscat) con le auto impolverate. Perché il sultano desidera la pulizia. Lavare l’auto in Oman è un obbligo, sebbene questo Paese da tempo risenta della scarsità d’acqua. Le violazioni sono punite con multe da 5 a 10 rial, pari a un importo da 12 a 24 franchi. In caso di recidiva l’auto viene confiscata.

SWISSLIFE Estate 2011


«Lasciate il motore acceso, grazie, attraversate la porta, lì c’è la cassa, una consumazione è gratis.» Queste sono le parole pronunciate dall’uomo che vi accoglie e saluta educatamente all’ingresso del tunnel di lavaggio. E poi si scende dalla macchina lasciandola in mano ai professionisti e alla cassa si può scegliere il proprio programma. 42 franchi e 50 centesimi per il lavaggio totale, incluso il «trattamento speciale per cerchioni» e la cera schiumosa, la

massimo questa situazione può essere divertente per i bambini, ma non per tutti. «Abbiamo ideato il percorso per i clienti in modo assolutamente consapevole.» Da «Autop», questo è il nome dei tunnel di lavaggio dei Meyerstein, si può seguire l’intero processo di pulizia dell’auto perché avviene dietro a grandi pannelli di vetro. Sembra di essere al cinema: si può assistere mentre l’auto viene insaponata, strofinata dagli ap-

Per i cani vengono distribuiti gratuitamente snack Frolic, per i bambini dolciumi Haribo. Più veloce di così non si riesce a far scendere dalle auto i piccoli a due e a quattro zampe.

lucidatura brillante e la pulizia completa della sottoscocca. Il programma base costa 22 franchi e 50 centesimi. La maggior parte dei clienti, una volta qui, si concede però il programma completo. Cosa sono 42 franchi in un mondo in cui un’automobile arriva a costare anche centomila franchi. Oltre alla tecnica, molta psicologia Qui si tratta di emozioni, di creare sensazioni positive e di evitare assolutamente le sensazioni negative, come la paura. I clienti non devono restare seduti in auto mentre vengono trascinati da una forza invisibile attraverso il tunnel buio dell’autolavaggio, provando la sensazione di trovarsi immersi in una tetra tempesta, come avviene solitamente negli impianti più economici. Al

positi panni e accarezzata dalle spazzole. Certo, si assiste a una misteriosa trasformazione: dalla carretta sporca a un gioiello scintillante. Per aumentare ulteriormente la soddisfazione e il comfort della clientela esigente, si offrono gratuitamente caffè e cornetto e, chi desidera, con la macchina per lucidare le scarpe, collocata nell’angolo, può anche dare una pulitina alle scarpe. I Meyerstein hanno capito che il successo dell’autolavaggio non dipende solo dalla tecnica utilizzata, ma anche dalla psicologia. Così bambini e cani vengono fatti uscire dalle auto prima dell’inizio del processo di lavaggio, in modo da evitare eventuali rallentamenti, perché i rallentamenti comportano ritardi e i ritardi creano tensioni e costano so-

prattutto denaro. «Per i cani vengono distribuiti gratuitamente snack Frolic, per i bambini dolciumi Haribo.» Più veloce di così non si riesce a far scendere dalle auto i piccoli a due e a quattro zampe. Tuttavia il fattore più importante è e resta la pulizia perfetta delle auto. A tale riguardo ci sono tre criteri principali che devono essere rispettati, affinché il cliente sia completamente soddisfatto dallo splendore a cui ha diritto. Si tratta dei tre fattori chiave universali di ogni impianto di autolavaggio. In primo luogo i cerchioni devono essere perfettamente puliti. In secondo luogo al termine del lavaggio non devono comparire graffi. E infine: l’asciugatura perfetta e completa. Perché lavare un’auto è una cosa. Un’altra è avere un’auto perfettamente asciugata nel più breve tempo possibile. A tale scopo si utilizza acqua osmotica e acqua demineralizzata in modo da evitare la formazione di macchie bianche o anche solo di tracce sulla vernice quando alla fine del tunnel entra in funzione l’asciugatore ad alta potenza che in pochi secondi elimina l’umidità residua. Solo presso gli impianti Meyerstein si lavano ben 5000 auto al giorno. Sempre che non piova. Perché il brutto tempo fa male agli affari. Il sabato è il giorno in cui ci sono più auto davanti ai tunnel di lavaggio. È sempre stato così e sarà sempre così. Perché il sabato e l’autolavaggio formano semplicemente una combinazione perfetta. Max Küng vive con la sua famiglia e la sua vettura familiare Audi a Zurigo e lavora come reporter per «Das Magazin». Non lava la sua auto regolarmente. Perché è convinto che un’auto sporca racconti una vita avventurosa.


Fortuna scintillante: fotografato su British Racing Green.


Cosa fate il sabato pomeriggio?

13,8 %

Lavare e stirare

24,7 % Fare qualcosa con i bambini

23,3 %

Relax e benessere

30,9 %

41,7 %

Andare a trovare gli amici

Pulire o riordinare la casa

6,2 %

Suonare

42,5 %

Praticare sport da soli o in un’associazione

4,9 %

Lavorare a titolo onorifico

28,2 % Giardinaggio

8,4 % Fonte: sondaggio Swiss Life

Visitare un centro per il bricolage

25,2 %

Dedicarsi a un hobby da soli o in un’associazione


Mix di numeri // 29

10 %

Tagliare il prato

37,7 % Escursioni

6,8 %

Lavare l’auto

13,8 %

Andare a trovare i parenti

52,3 % Shopping

10 %

6,2 %

Corsi di aggiornamento

Andare dal parrucchiere

29,5 %

12,5 %

Amore e coccole

Ultimi preparativi per l’invito a cena

8,7 %

Lavorare per l’ufficio

SWISSLIFE Estate 2011

1,4 %

Fare benzina


SWISSLIFE è disponibile anche come App per iPad e come e-magazine all’indirizzo www.swisslife.ch/rivista


Più passaggi? Più tiri diretti? Incitare di più?

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17.05.2011 11:12:55


Fine apprendistato // 31

Il futuro comincia qui. Arrivano i giovani: la scorsa settimana in occasione degli esami finali di tirocinio migliaia di giovani donne e uomini in tutta la Svizzera hanno dimostrato la loro bravura. SWISSLIFE ha chiesto alle nuove parrucchiere e ai nuovi parrucchieri della Berufsfachschule Baden (AG), cosa si aspettano dal futuro.

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SWISSLIFE Estate 2011


HELEN WANNER (18), WINDISCH «Finalmente un salario migliore! E nuove esperienze.»

CÉLINE BURKART (18), OBERROHRDORF «Adesso posso permettermi di più.»

ELISA WIDMER (19), NUSSBAUMEN «Il mio attestato di apprendistato è l’inizio del perfezionamento professionale: come truccatrice.»

SULTAN YELIZ SÜNBÜL (20), WETTINGEN «La vita è imparare. Sono ancora giovane, voglio tornare tra i banchi di scuola. Mi piacerebbe fare l’educatrice dell’infanzia.»

SABRINA BUMANN (20), WINDISCH «Take Care Of Your Hair!»

SAMANTA SCHMASSMANN (19), MELLINGEN «Voglio diventare istruttrice di guida così da poter rilevare un giorno l’attività del mio patrigno e di mia madre.»


TINA LÜSCHER (20), WOHLEN «Diventare autonoma e progettare da sola il mio futuro.»

MELANIE DELLA TORRE BRYAN (19), SPREITENBACH «Voglio seguire una formazione da poliziotta e dopo lavorare alle dogane.»

MALSORE KRASNICI (21), SPREITENBACH «Prima dei 30 anni avrò la mia attività!»

SWISSLIFE Estate 2011

ROMAN ELLER (21), WITTNAU «Il mio sogno è un salone di parrucchiere che funzioni bene. Se così non fosse vedo il mio futuro come giardiniere paesaggista o autista.»

STEFANIA RASETTA (22), WETTINGEN «Il mio lavoro è la mia vita – con tutte le sue esperienze.»

ARLINDA MAZREKAJ (18), HAUSEN «Andare a casa dopo il lavoro e staccare la spina!»


ANNE RIEWOLDT (26), ZURIGO «Il mondo è un caos, ma i suoi capelli sono perfetti!»

LAILA KELLER (18), RINIKEN «Nella mia vita voglio imparare il più possibile. Per questo dopo l’apprendistato frequenterò la scuola privata Minerva.»

JESSICA NIGG (22), WETTINGEN «Lavorare come parrucchiera. E scoprire il mondo.»

FABIENNE FUX (18), MÜNCHWILEN «Farò uno stage come educatrice dell’infanzia e poi lavorerò come maestra d’asilo. Il mio sogno è sempre stato fare la maestra d’asilo e la parrucchiera.»

FABIENNE DOBLER (18), OBERLUNKHOFEN «Voglio fare altre esperienze nel mio lavoro. Per questo cambio posto di lavoro.»

MANUELA HUNKELER (18), NEUENHOF «Prima un perfezionamento come visagista. E poi aprire un salone di parrucchiere con Sandro.»


FABIENNE STEINMANN (19), BÜELISACKER «Adesso voglio risparmiare soldi per una formazione. Truccatrice o fotografa: non sarebbe male!»

CORINNE SAUSER (18), LEUGGERN «Dopo aver superato l’esame finale di tirocinio mi sono davvero meritata le vacanze.»

DALIA ABDULAHAD (20), NUSSBAUMEN «Forse mi metto in proprio.»

PETRA HASLER (18), OBERMUMPF «Dopo le vacanze estive vado in montagna – lavorerò come parrucchiera ad Arosa.»

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SANDRA SAXER (19), UNTERSIGGENTHAL «Tra un paio di anni voglio aprire la mia attività. Per questo ora faccio ancora esperienza.»

DRAGOLJUB MIHAJLOVIC (19), BADEN «Basta con i saloni di parrucchiere – il mio futuro è sulla strada: diventerò autista di autocarri.»


DEBORAH FRITSCHI (20), NEUENHOF «Basta con le forbici – per ora: adesso mi attende uno stage come impiegata di commercio e la scuola di commercio.»

STEFANIE STREBEL (19), MÄGENWIL «Adesso inizia l’avventura viaggio. E poi seguirò una formazione secondaria come infermiera.»

CHANTAL HUMBEL (18), NIEDERWIL «Grazie all’amore per il mio lavoro e alla mia creatività, tra qualche anno lavorerò in un top team.»

ANGELA PETERHANS (20), FISLISBACH «Continuare a lavorare con ambizione, seguire corsi di perfezionamento – e dopo mettermi in proprio.»

SANDRO EGLI (20), WINKEL ZH «Farò il militare – ma non so cosa succederà dopo.»

STEFANIE BERTSCHI (20), VELTHEIM «Prima di tutto fare le vacanze – e poi schiarirmi le idee sul mio futuro.»



A Swiss Life // 39

Testo: Margrit Sprecher, foto: Tom Haller

Il turno del sabato Femminista, ma senza pregiudizi contro le «veline». Né sposata, né madre, ma cattolica convinta. Caporedattrice già a 33 anni, pur senza esperienza profes­sionale. Un ten­tativo di inter­pretare le contraddizioni nella vita di Ariane Dayer, capo di Le Matin Dimanche.

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SWISSLIFE Estate 2011


I

l lago sembra in festa tutto puntinato di barche a vela e sulla sponda la gente allegra si abbronza la faccia al sole. Magnolie ovunque, un’esplosione di fresco splendore e davanti ai semafori rossi le auto con i motori accesi strillano impazienti. Sabato pomeriggio a Losanna. Solo la sede degli uffici in Rue de la Gare 33 emana l’aura di un normale giorno lavorativo. Impenetrabili le finestre oscurate, silenziosa la scala di accesso, deserta la sala d’attesa. Felice per la compagnia inattesa, la giovane donna afferra immediatamente il telefono dietro il banco della reception: «Ariane, è per te!» Un attimo dopo Ariane Dayer esce dall’ascensore, cellulare all’orecchio, facendo gesti di scusa. Ma è chiaro. In queste ore si decide tutto. Ora il giornale prende forma. Ora si decide cosa leggeranno domani i 523 000 romandi durante

Arrivata a Losanna ha comprato al buffet del chiosco la solita insalata insipida che aveva deciso di non comprare mai più. Ma di sabato la mensa aziendale è chiusa.

la colazione domenicale, vale a dire uno su due. E quale, così spera la caporedattrice, sarà l’argomento di discussione per tutta la settimana successiva. Nell’ufficio open space della redazione di Le Matin Dimanche non trapela alcuna frenesia. Si parla a bassa voce per non disturbare il collega che sta immobile con le mani incrociate dietro la nuca e lo sguardo fisso sul computer alla ricerca dell’espressione giusta. E anche la collega che, alla ricerca di una cifra importante, fruga tra pile di carta. Dalla finestra si vedono la catena montuosa innevata della Savoia e il Lago Lemano. Il panorama dall’ufficio della caporedattrice è molto meno spettacolare. I vetri insonorizzati si affacciano su un cortile interno, su una facciata deserta con le persiane chiuse.

Per Ariane Dayer il conto alla rovescia per la prossima edizione del giornale domenicale inizia già il lunedì, il suo giorno libero. Annota le prime idee nel suo taccuino nero, uno nuovo per ogni numero, e ogni sorta di trovata. Può trattarsi delle chiacchiere argute di un personaggio in vista, ma anche di una notizia esclusiva sfuggita alla concorrenza. Ecco un esempio: inaspettatamente Kofi Annan ha partecipato al Cully Jazz Festival. «C’est genial» dice facendo scorrere le pagine quadrettate tra le dita. La sua grafia è tondeggiante, minuta e molto accurata. Niente a che vedere con i soliti scarabocchi dei giornalisti. Qui qualcuno desidera essere letto e capito. Anche da se stesso. Il venerdì sera la sede di Edipresse si svuota rapidamente tra voci allegre che gridano «Bon weekend!». Il sabato mattina alle otto in punto Ariane Dayer entra nell’edificio deserto. Come sempre, a Ginevra ha preso l’autobus delle 06.30 fino alla stazione ferroviaria. Durante il viaggio in treno fino a Lo­sanna ha già sfogliato i quotidiani più importanti. Arrivata a Losanna ha comprato al buffet del chiosco la solita insalata insipida che aveva deciso di non comprare mai più. Ma mangiare fuori richiede troppo tempo e la mensa aziendale è chiusa di sabato. Lascerà la redazione solo alle 23.15. Nessuna giornalista nel mondo giornalistico svizzero ha avuto una carriera più rapida di Ariane Dayer. A 28 anni scriveva i primi articoli come corrispondente dal Palazzo federale per La Suisse. A 33 anni era caporedattrice di L’Hébdo, la rivista di attualità della Romandia. Non tutti erano contenti. Soprattutto i colleghi uomini chiedevano con aria di sufficienza: «L’Hébdo o L’Hébda?» intendendo con questo: Ariane Dayer trasforma questo giornale per intellettuali in uno strumento di lotta femminista e di sinistra. In effetti, non conosce ragioni quando si tratta di salario uguale per chi occupa la stessa posizione e di pari opportunità in campo professionale e politico. Ma il suo femminismo, in un certo senso una variante più indulgente tipicamente vallesano, le permette di esprimere ammirazione per suo padre e altri uomini; questo tipo di femminismo non si schiera contro le ragazze seminude sulle copertine di riviste e giornali. Dopo cinque anni alla direzione di L’Hébdo, Ariane Dayer si è lanciata in una nuova sfida professionale. Ha fondato il 54° giornale della Romandia, una regione con 1,5 milioni di abitanti di lingua francese e probabilmente il mercato mondiale con la migliore copertura da parte dei media. Dopo tre anni ha finito il budget. «Morto dalle risate» è il ti-


Dirige con tono sommesso ma tenace una delle più importanti redazioni della Svizzera: Ariane Dayer.

Per ogni edizione riempie un nuovo bloc notes d’idee. SWISSLIFE Estate 2011

Una donna lungimirante – e con un buon fiuto per la satira.


Giornale scandalistico o meno: Ariane Dayer non trascina nessuno nel fango.


A Swiss Life // 43

tolo dell’ultimo numero del suo giornale satirico Saturne. Nel 2008 diventa caporedattrice di Le Matin e nel 2010 di Le Matin Dimanche. «Prima lo svizzero tedesco Peter Rothen­ bühler e ora una donna!» si sono lamentati i redattori sul sito Web di Edipresse. In effetti, il suo stile ha influenzato immediatamente il giornale. Con lei, giornale scandalistico o meno, nessuno è stato insultato o trascinato nel fango.

Bussano in continuazione alla sua porta di vetro. Di solito non è un buon segno: la principale fonte di infor­ mazioni non è raggiungibile o l’anteprima prevista si rivela un fiasco. Cerca sempre un approccio femminile a una determinata tematica, avvicinandola dal lato umano e psicologico. E per lei l’opinione delle sue lettrici conta più di quella di un consigliere federale o del presidente di un’associazione. Durante la riunione della redazione si premura sempre di chiedere: «Vostra madre ha trovato interessante questo tema? E l’articolo le è piaciuto?» Manovre diversive, quando si passa al privato Nonostante sia caporedattrice di un giornale popolare che vive di confessioni e storie personali, nel privato Ariane Dayer mantiene un basso profilo. Non si nota subito. Perché ricorre abilmente a diversivi come un hobby sorprendente: costruisce modellini di barche a vela. A volte mostra un accessorio straordinario: il suo orologio da polso è così massiccio da sembrare eccessivamente pesante per il braccio di una persona esile. Non c’è da stupirsi, si tratta dell’orologio indossato dai membri dell’equipaggio di un sommergibile italiano durante la seconda guerra mondiale. Ma anche gli aspetti in apparenza più privati, che trapelano, ad un’analisi più approfondita non risultano così personali. Nelle inter­

SWISSLIFE Estate 2011

viste cita sempre il padre tanto ammirato, ex caporedattore del giornale vallesano Nouvelliste. Parla del Vallese, perché per lei «è importante conoscere le proprie radici». E parla della sua fede. «Sono cattolica» ammette, una confessione che oggi all’interno della cerchia di intellettuali richiede più coraggio dell’ammissione di strani orientamenti sessuali. I suoi occhi trasparenti, color nocciola, restano incollati all’interlocutore finché anche l’intervistatore più ostinato non si arrende: nel caso di Ariane Dayer non ci sono ambiguità o cadute di stile da scoprire. Questa donna non solo non si trucca, ma è anche un capo scout, che desidera migliorare un po’ il mondo. Per questo non si preoccupa né di avere un profilo adatto né di creare una finta immagine di sé. Neanche quando si tratta dei suoi autori preferiti. «Colette» risponde, un nome che strappa un sorriso compassionevole anche a uomini in carriera che sperano di segnare punti con Voltaire o Houllebecq. Ore 18.00: Ariane Dayer controlla sullo schermo se ci sono nuovi messaggi e contemporaneamente ascolta con orecchio allenato la radio a basso volume. Bussano in continuazione alla sua porta di vetro. Di solito non è un buon segno. La principale fonte di informazioni non è raggiungibile. L’anteprima prevista si rivela un fiasco. L’articolo sugli esiti delle votazioni non è ancora arrivato. Qui un taglio, lì un compromesso: come ogni sabato di ora in ora si perde qualcosa dello scoop originale che Ariane aveva in mente. Ma il suo tono di voce resta calmo e paziente e le sue parole sembrano più un invito gentile piuttosto che un ordine severo. Alle 23.15 la redazione chiude. Qualcuno abbozza uno stanco segno di vittoria, altri allungano e stiracchiano le membra. Le bottiglie dell’acqua sulle scrivanie sono vuote, gli occhi arrossati. Solo Ariane Dayer si comporta come se avesse trascorso l’intera giornata all’aperto respirando l’aria fresca del Vallese. «E domani sicuramente piove…» sospira profondamente simulando una punta di amarezza. È improbabile che il tempo possa influenzare il suo stato d’animo. Piuttosto ha detto la frase per principio di solidarietà come conclusione finale.

La giornalista e autrice Margrit Sprecher vive a Zurigo, lavora per «Die Zeit», «NZZ», nonché per riviste nazionali e straniere ed è coeditrice della rivista specializzata «Schweizer Journalist».


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I piaceri della cucina // 47

Facile preda: piccanti tortine di pomodori e peperoni con corona di asparagi selvatici

Illustrazione: Sylvia Geel

Tortine di pomodori e peperoni. Pulire e lavare la verdura. // Sminuzzare le cipolle. // Pelare i peperoni con lo sbucciapatate e rimuovere la parte bianca all’interno. // Immergere i pomodori 20 secondi in acqua bollente, sbucciare e rimuovere i semi. // Frullare tutti gli ingredienti (tranne la gelatina) per 3 minuti. // Sciogliere la gelatina, aggiungerla e mescolare. // Aggiungere sale, pepe e passare attraverso un settaccio a maglie fini. // Versare in 4 piccole forme per muffin e mettere in frigorifero per 4 ore. // Corona di asparagi selvatici. Pulire gli asparagi, lavarli, rimuovere le estremità fibrose. Quindi sbollentare 2 minuti in acqua salata, raffreddare con acqua fredda e tagliare in barrette da 4 a 5 cm. // Mescolare succo di limone, sale, zucchero, pepe, erba cipollina e olio d’oliva. // Disporre le barrette di asparagi a corona su 4 piatti, versare a gocce il coulis di succo di limone ed erba cipollina. Rovesciare le tortine dalle forme e disporle al centro dei piatti. // Aggiungere un po’ di pepe e sale, decorare con erba cipollina o erbe aromatiche fresche, aggiungere un po’ di olio d’oliva e cospargere con fiore di sale. // Buon appetito!

Ingredienti per 4 persone Per le tortine: 50 g di cipolle, 200 g di peperoni rossi maturi, 200 g di pomodori da insalata, ½ spicchio d’aglio schiacciato, 1 cucchiaino di tabasco, 1 cucchiaino di salsa Worchester, 3 cucchiai di aceto balsamico bianco, 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, 3 foglie di basilico, ½ chili dolce, 3 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva, 4 fogli di gelatina, immergere in acqua fredda 15 minuti prima d’iniziare la cottura. Per la corona: 1 mazzo di asparagi selvatici verdi, 4 cucchiai di olio d’oliva extra vergine, succo di limone, 1 mazzo di erba cipollina o erbe aromatiche fresche, 1 cucchiaino di zucchero, fiore di sale, pepe.

SWISSLIFE Estate 2011

Frédérik Kondratowicz sull’ispirazione in cucina Spesso la gente mi chiede: dove trovi tutte queste idee? Eppure le fonti d’ispirazione sono ovunque, basta tenere gli occhi aperti. Le trovo nella gioia di vivere, nell’atmosfera in cucina, nel mio team, nelle reazioni dei miei ospiti e in molti altri luoghi. La più grande fonte d’ispirazione, però, è il mercato che si svolge due volte a settimana nella via davanti al ristorante. Quando tengo in mano la verdura fresca, un succoso pezzo di carne o il pesce fresco, sento il prodotto naturale, ne sento il gusto e il profumo, per me si tratta di ispirazione allo stato puro. Subito ho le idee chiare e so quale sarà il menu della serata. Frédérik Kondratowicz è stato eletto cuoco emergente 2010 della Svizzera romanda da GaultMillau. Serve la sua «cuisine du marché» nel Restaurant de L’Hôtel de Ville a Friburgo (FR).


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Reeto von Gunten // 49

Se non ci fossero i sabati pomeriggio, nelle nostre case ci sarebbero sicuramente meno cianfrusaglie. Sarebbe un gran peccato, ritiene il nostro colonnista. Il sabato pomeriggio si fa sport, si praticano diversi hobby e ci si dedica alle attività associative. Attività che richiedono continuamente nuovi accessori e riempiono regolarmente gli armadi di oggetti ormai inutili. Così si formano le nostre roccaforti del caos, gli abissi della nostra operosità. Le cantine e i garage, le stanze per hobby, i ripostigli e le soffitte, tutti spazzi strapieni di oggetti stipati disordinatamente, i canotti pieghevoli, l’abito da sposa, l’attrezzatura da pesca, i bastoni da sci di fondo, gli utensili da campeggio, camere oscure complete e collezioni di cartoline incomplete. Cianfrusaglie probabilmente acquistate un sabato pomeriggio e che da allora continuiamo a trascinarci dietro per una vita. Adoro questa roba. Mi ricorda continuamente che nulla può essere veramente perfetto, ordinato, effettivamente a posto. C’è sempre qualcosa che rimane inutilizzato e in attesa di tornare utile prima o poi. Venduto, almeno svenduto o regalato. Eppure queste sono proprio le cose a cui ci affezioniamo di più. Perché raccontano le storie non proprio perfette che rendono la vita più piacevole. È vero, la maggior parte del ciarpame accumulato è del tutto inutile e senza valore. Forse però c’è bisogno proprio di questo, affinché tra tanta roba si possano nascondere veri e propri tesori. Lo ha capito il mio rigattiere che in anni di scrupoloso lavoro ha perfezionato questo concetto. Il suo padiglione di vendita è un enorme magazzino colmo di arte e robaccia, cianfrusaglie e tesori. Una simbiosi quasi perfetta tra negozio, territorio di caccia e museo di

SWISSLIFE Estate 2011

artigianato artistico. Rilassato, disordinato e meravigliosamente caotico. A intervalli irregolari passo zigzagando in mezzo al groviglio di oggetti preziosi accumulati e da molto ho perso l’abitudine di cercare qualcosa di concreto. Infatti, dal rigattiere come nella vita reale, solo essendo completamente liberi da desideri, si possono scoprire i veri tesori. Qui mi rilasso e mi affido al colpo di fortuna, so quello che cerco solo quando lo trovo, vado a caccia istintivamente e colpisco a intuito. Qui ho l’occasione di ritirarmi, frugare, fare scoperte e stupirmi. Si tratta di un’esposizione d’arte, del sogno di un bambino e a volte di una vera rivelazione. Senza il mio collezionista di oggetti d’arte preferito e il suo intuito per il bello delle cose, trascorrerei più spesso il sabato pomeriggio sui campi di calcio e possederei meno quisquilie. Tuttavia, ci sarebbero anche meno regali, come quelli che mi piace fare con questi oggetti. E non esisterebbe questa rubrica, dove prossimamente presenterò alcuni di questi reperti e le loro storie.

Reeto von Gunten è speaker radiofonico (DRS3), autore e narratore, oltre a essere appassionato delle piccole meraviglie della vita. In SWISSLIFE scrive di cose insigni­ficanti che però presentano una storia particolare.


a n u e t e Vinc r e p a t a grigli i c i m a 0 2


Concorso // 51

Qual è la parte del filetto? Vincete la grigliata perfetta per voi e i vostri 20 migliori amici – le imprese di tradizione Bell e Feldschlösschen vi forniscono carne gustosa e birra dissetante per un valore di 1000 franchi – per una festa che ricorderete a lungo.

Partecipate al concorso tramite Internet (www.swisslife.ch/rivistaconcorso) oppure barrate la risposta esatta sulla cartolina-risposta (scheda della copertina posteriore). Il termine di partecipazione è il 30 luglio 2011. Il nome della vincitrice o del vincitore sarà reso noto sul prossimo numero di SWISSLIFE. Ci congratuliamo con Felix Wiggenhaus di Benken (ZH) per la vincita dell’ultimo concorso e di un buono acquisto dei magazzini GLOBUS del valore di 2000 franchi. A proposito: nell’«occhio magico» si vedeva… un coniglio.

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52 // Fuoriprogramma

Oesch’s die Dritten

«C’è qualcosa di tutti gli Oesch» Mon amour c’est la Suisse, meine Leidenschaft das Jodeln, und ich sage euch warum, pourquoi, warum, pourquoi cet amour. Quella della composizione di questa canzone è una storia un po’ particolare. Durante le prove ci capita di suonare così, un po’ a caso. Uno inizia e gli altri lo seguono. È stato così anche per «Jodel-Time»: Kevin con la chitarra e papà con l’organetto stavano suonando delle melodie, allora ho cercato di accompagnarli con la voce. C’eravamo proprio scaldati, i vari brani ci piacevano e allora abbiamo deciso di registrare tutto con il nostro registratore di Mini Disc. Nello stesso periodo era in ballo anche la questione del Concorso Eurovisione della Canzone. I nostri fan ci incoraggiavano a partecipare. Riascoltando successivamente la registrazione ci è sembrato che ci fossero degli ottimi elementi e abbiamo cercato di unire le varie parti. Di solito siamo io e papà a tenere insieme i fili musicali e a occuparci anche dei testi. Abbiamo la fortuna di abitare tutti nella stessa casa su tre piani, così si fa presto a scendere, bussare e chiedere «hai un attimo di tempo?». Io e papà ci troviamo spesso insie-

me per rivedere le singole canzoni e i testi, a discutere se il suono è abbastanza tipico per gli Oesch. Ci teniamo molto che la nostra musica rimanga naturale e autentica. Alla fine il progetto del Concorso Eurovisione della Canzone non è andato in porto. In compenso abbiamo ricevuto molte risposte positive da tutto il mondo. Così per noi ne è valsa comunque la pena. Ci hanno contattato soprattutto persone che prima non si erano mai realmente interessate alla nostra musica. Siamo stati molto contenti di questo e ci ha reso anche un po’ orgogliosi. È straordinario vedere cosa succede quando suoniamo questa canzone dal vivo. La gente si alza, batte le mani e non finisce più di applaudire. Evidentemente per loro «Jodel-Time» rappresenta qualcosa di speciale, e lo è anche per noi. Questa canzone tocca nel profondo! È difficile dire cosa sia a colpire le persone in particolare. Forse il fatto che si tratta di un’opera comune di noi tutti. Abbiamo partecipato tutti alla sua composizione, c’è qualcosa di tutti gli Oesch. Forse è questo che piace alla gente.

Jodel-Time è la canzone che dà il titolo al nuovo CD degli Oesch’s die Dritten. Melanie (24 anni), Mike (22 anni) e Kevin (21 anni) si esibiscono con i loro genitori Annemarie e Hansueli, nonché con il fisarmonicista Heinz Haldi, suonando musica popolare come se fosse la cosa più naturale del mondo: tra l’altro si esibiranno il 31 luglio al «Volkstümliches Schlager Open Air Flumserberg» e da agosto nel teatro svizzero on tour «Das Zelt». Informazioni: www.oesches.ch.


In «Swiss Photo Selection» SWISSLIFE presenta le opere di fotografi svizzeri che sono stati premiati dalla giuria internazionale dello «Swiss Photo Award – ewz.selection». www.ewzselection.ch

Sono raggiungibile dalle ore

Argomento:

Desidero una consulenza personale. alle ore

Previdenza complementare assicurazione completa (cfr. pagina 6) Previdenza complementare autonomia parziale (cfr. pagina 6) Guida «Prepararsi al pensionamento.» Guida «La mia previdenza.» Altro:

Desidero ricevere maggiori informazioni. Inviatemi la documentazione sui seguenti argomenti:

Grill party per 20 persone, del valore di oltre mille franchi, offerto da Bell e Feldschlösschen (cfr. rivista SWISSLIFE a pagina 50). Dove si trova il filetto? La risposta esatta è: 1 14 16 Due posti sul divano rosso dei VIP in occasione della partita di qualificazione agli Europei Svizzera-Bulgaria. (cfr. UPDATE a pagina 10) (termine di partecipazione: 31 luglio 2011)

Voglio vincere!

SWISSLIFE // Estate 2011 // Sabato pomeriggio ©Ursula Sprecher & Andi Cortellini

Club dei sub «Dintefisch», Basilea.


Mittente: Nome

Swiss Life SA Marketing Svizzera General-Guisan-Quai 40 Casella postale 8022 Zurigo

Magazin 03.11

Cognome Via/N. NPA/Località E-mail Telefono

Condizioni di partecipazione: Possono partecipare al concorso tutte le persone domiciliate in Svizzera a partire da 18 anni, salvo le collaboratrici e i collaboratori del gruppo Swiss Life nonché il personale delle agenzie eventualmente coinvolte nella realizzazione e i relativi famigliari. I vincitori saranno informati personalmente. I premi non possono essere conferiti in contanti. Non viene tenuta alcuna corrispondenza sul concorso. È escluso il ricorso alle vie legali. I dati possono essere utilizzati per scopi di marketing.

Amici nel tempo libero: «Camping- und Caravanningclub beider Basel» (club campeggio e caravan di entrambe le Basilee), 380 membri.

Estate 2011 // Sabato pomeriggio

www.swisslife.ch/riviesta

SWisslife // Estate 2011 // Sabato pomeriggio

Rivista 06.11

SWisslife 2° anno // Numero 2 // CHF 6.50


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