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taekwondo the olympic dream
the olympic dream
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di Angelo Cito Presidente Fita
Nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare di doversi confrontare con una emergenza sanitaria di queste proporzioni. Abituati come siamo ad avere una soluzione pronta per tutto, questa volta siamo stati veramente spiazzati e giustamente siamo tutti molto tesi e preoccupati. Proprio per questo vorrei rivolgere, prima di ogni cosa, un pensiero a tutte le persone che lottano contro il Coronavirus con l’augurio che possano uscirne vincenti il più presto possibile. Un ringraziamento da parte di tutti noi va a coloro che in questi giorni svolgono un lavoro straordinario al servizio della comunità, come i medici, gli infermieri, la protezione civile e tanti altri come loro: il loro contributo è davvero incredibile e encomiabile. In questi momenti ci si accorge di quanto sia importante avere a che fare con delle persone competenti e qualificate, capaci di svolgere il proprio lavoro con professionalità e dedizione, capaci di assume decisioni difficili con responsabilità e nell’interesse comune. In questi momenti si comprende quanto sia fondamentale poter contare sulla solidità delle Istituzioni e di chi le rappresenta. Spostandoci nel panorama del taekwondo, avevamo in programma di svolgere a Milano la gara di qualificazione olimpica europea per i Giochi di Tokyo che purtroppo siamo stati costretti ad annullare, allo stesso modo in cui tutto è stato sospeso in ambito sportivo a livello mondiale. Solo l’Olimpiade per il momento rimane confermata e tutti ci auguriamo che possa svolgersi secondo programma, perché se così fosse vorrà dire che l’emergenza sarà finita e il mondo potrà ripartire proprio dai giochi olimpici, uno straordinario messaggio di rinascita per tutta l’umanità. Voglio fare i complimenti a nome mio personale e di tutta la Fita a Vito dell’Aquila per aver conquistato la qualificazione Olimpica vincendo l’Oro al GP Final di Mosca e a conclusione di una stagione straordinaria. Un ringraziamento particolare va a Antonino Bossolo, il primo atleta italiano di parataekwondo ad essersi qualificato ai Giochi Paralimpici. Mentre per gli atri atleti azzurri che devono ancora svolgere la qualificazione continentale, l’invito è quello di mantenere alta la concentrazione necessaria per farsi trovare pronti appena terminata l’emergenza. Sono sicuro che insieme sapremo affrontare questo periodo. Abbiamo dovuto rinunciare inoltre anche alla finale di Italia’s Got Talent, con il WT Demonstration Team ma il successo riscontrato con milioni di consensi della prima esibizione ci ha dato la dimensione di quanto il taekwondo affascina e piace al grande pubblico. Davvero un peccato non aver potuto disputare la finale con una coreografia che avrebbe coinvolto quasi 100 nostri ragazzi che si stavano preparando con entusiasmo. Noi della Fita facciamo parte di questo mondo, crediamo nei valori dell’olimpismo e nel valore delle istituzioni e ne difendiamo i principi, costi quel che costi. Abbiamo negli anni saputo costruire una federazione sana e solida e proprio grazie a questo oggi vi garantisco che possiamo affrontare questa emergenza con un certo ottimismo sia sul piano tecnico che amministrativo. Ho in serbo di mettere in campo alcuni provvedimenti a sostegno delle nostre Associazioni Sportive e dei nostri tesserati che consentirà al nostro movimento, appena finita l’emergenza sanitaria, di ricominciare con più entusiasmo di prima. Concludo rivolgendo l’invito a tutti di proseguire a coltivare i propri progetti, le proprie ambizioni e i propri sogni soprattutto in questo momento di grande difficoltà per tutto il mondo.
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Noi ce la faremo, l’Italia ce la farà, il mondo ce la farà!
sommario
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SOMMARIO SOMMARIO
Europei Bari 2019
SOMMARIO
2 Editoriale / 4 Le parole di Liliana Segre 20 Europei Parataekwondo Bari 2019
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Grand Prix a Sofia
32 Grand Prix Final / 36 Cerimonia dei Collari d’Oro 38 Campionati Italiani cinture nere
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Campionati Italiani cinture rosse 60 Italia’s Got Talent 2020 64 Corsi insegnanti tecnici 68 Kim e Liù
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le parole di liliana segre Pubblichiamo un estratto del discorso che la senatrice a vita Liliana Segre ha tenuto lo scorso 29 gennaio al Parlamento europeo di Bruxelles
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evo per forza cominciare con i ringraziamenti, all’amico David Sassoli che mi ha invitato qui oggi, a tutto il Parlamento; vorrei anche salutare i parlamentari inglesi che ci stanno lasciando, con grande dispiacere di tutti. Non posso nascondere l’emozione profonda nell’entrare in questo Parlamento europeo dove oggi, si parla, si discute, ci si guarda negli occhi, dopo aver visto all’ingresso le bandiere colorate di tanti Stati affratellati. Non è stato sempre così. Alla giornata del 27 gennaio a volte è stata data un’importanza che in fondo non ha. Auschwitz non è stato liberato quel giorno. Quel giorno l’Armata Rossa vi è entrata, ed è molto bella la descrizione che fa Primo Levi ne La Tregua di questi quattro soldati russi che non liberano il campo, i nazisti erano già scappati da tanti giorni, ma si trovano di fronte ad uno spettacolo incredibile, al momento solo ai loro occhi che poi più tardi - molto più tardi - diventò uno spettacolo incredibile per chi lo volle guardare. Ancora oggi c’è qualcuno non lo vuole vedere. C’è qualcuno ancora che dice che non è vero. Questo stupore per il male al-
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“Siate farfalle che volano sopra i fili spinati” trui - parole straordinarie di Levi - nessuno che è stato prigioniero ad Auschwitz l’ha potuto mai dimenticare un secondo della sua vita. Lo stupore perché altre persone che non sono pazze, che non vengono da un mondo lontano ma che sono tuoi fratelli europei hanno pensato per te. Il 27 gennaio avevo 13 anni ed ero operaia schiava nella fabbrica di munizioni Union, fabbrica che c’è tutt’ora: facevamo bossoli per mitragliatrici. Di colpo, in fabbrica, dopo che avevamo sentito scoppi lontani - lavoravamo nella città di Auschwitz e sapevamo che le cose stavano succedendo a Birkenau dove ero stata fino a pochissimo tempo prima - arrivò il comando immediato, dalla fabbrica stessa, di cominciare quella che fu chiamata poi la “Marcia della morte”. Io non fui liberata il 27 gennaio dall’Armata Rossa, io facevo par-
te di quel gruppo di più di 50 mila prigionieri ancora in vita obbligati in quelle condizioni fisiche, per non parlare di quelle psichiche, a una marcia che durò mesi e di cui si parla pochissimo. Quando parlo nelle scuole da nonna, come faccio da trent’anni a questa parte, dico che ognuno nella vita deve mettere una gamba davanti all’altra, che non si deve mai appoggiare a nessuno perché nella “Marcia della morte” non potevamo appoggiarci al compagno vicino che si trascinava nella neve con i piedi piagati come noi e che veniva finito dalle guardie della scorta se fosse caduto. Ucciso. Nessuno poteva rimanere lì su quelle strade che attraversammo. Come si fa? Come si fa in quelle condizioni? La forza della vita è straordinaria, è questo che dobbiamo trasmettere ai giovani di oggi che
sono mortificati dalla mancanza di lavoro, mortificati dai vizi che ricevono dai loro genitori molli per cui tutto è concesso. Mentre la vita non è così. La vita ti prepara a questa marcia che deve diventare marcia per la vita. Noi non volevamo morire, eravamo pazzamente attaccati alla vita, qualunque fosse, per cui proseguivamo una gamba davanti l’altra, buttandoci nei letamai, mangiando qualsiasi schifezza, anche la neve che non era sporca di sangue. E non domandarci più nient’altro e andare avanti. Camminare, camminare. Era il male altrui. Le finestre erano chiuse. Prima attraversammo la Polonia e la Slesia, poi fu Germania.
Dopo mesi e mesi, passando altri lager, altri orrori, altri mali, arrivammo allo Jugendlager di Ravensbruck. Eravamo giovani, ma sembravamo vecchie, senza sesso, senza età, senza seno, senza mestruazioni, senza mutande. Non si deve avere paura di queste parole perché è così che si toglie la dignità ad una donna. E’ così. Abituate ormai a sopravvivere perché c’era un qualche cosa che dentro di noi ci diceva “Avanti! Avanti! Avanti!”, giorno dopo giorno, campo dopo campo, io mi trovai alla fine del mese di aprile del 1945: pensate quanto era lontano da questa situazione il 27 di gennaio. Pensate quante compagne erano morte in quella marcia, mai soccorse perché qua-
si nessuno aprì una finestra o ci buttò un pezzo di pane. C’era la paura, la paura che faceva sì che la scelta fosse di pochissimi. Non si parla quasi mai di questi straordinari che fecero la scelta, si dà per scontato che popoli interi siano stati colpevoli. Non fu solo il popolo tedesco, fu tutta l’Europa occupata dai nazisti, parliamo della Francia, parliamo dell’Italia dove i nostri vicini di casa furono degli aiuti straordinari dei nazisti. In Italia i nostri vicini di casa ci denunciavano, prendevano possesso del nostro appartamento, del nostro ufficio, anche del cane se era di razza. Questa parola, razza, la sentiamo ancora dire e per questo dobbiamo combattere questo razzismo strutturale che resta.
La gente mi chiede come mai si parla ancora di antisemitismo. Va bene che sono vecchissima, nel mio novantesimo anno d’età, ma certo non so perché c’è ancora l’antisemitismo, perché c’è ancora il razzismo. C’è sempre stato. Ma non era ancora arrivato il momento politico per tirare fuori il razzismo e l’antisemitismo insiti nell’animo dei poveri di spirito. E’ così. Poi, però, arrivano i momenti più adatti, corsi e ricorsi storici, in cui ci si volta dall’altra parte, in cui è più facile far finta di niente, è più facile guardare il proprio cortile. È una cosa che non mi interessa. Ma perché deve interessarmi. Non mi riguarda. E allora tutti quelli che approfittano di questa situa5
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zione trovano il terreno fertile per farsi avanti. La guerra non si fermò come sappiamo, e prima di esser stata liberata dagli alleati nel nord della Germania, arrivò il primo maggio del 1945. La condizione degli ebrei fu analoga, di fatto se non di diritto, nei paesi alleati occupati dai nazisti; erano stati, e si erano profondamente sentiti, cittadini, patrioti tedeschi, italiani, francesi, ungheresi. Si erano battuti nelle guerre. Io mi ricordo mio padre e mio zio che erano stati ufficiali nella Prima Guerra Mondiale. Quanti ebrei tedeschi piangevano, si suicidarono perché si sentivano tedeschi più di ogni altra cosa. L’espulsione dalle comunità nazionali fu dolorosissima, andava al di là delle leggi: era appunto il tuo vicino di casa che ti allontanava. Io una bambina diventata invisibile. Quando subito dopo lo guerra per caso restai viva e tornai nella mia Milano con le macerie ancora fumanti, incontrai delle compagne di scuola che non mi avevano più visto: nel 1938 avrei dovuto frequentare la terza elementare, ma eravamo evidentemente un pericolo così grave per fascisti e nazisti che decisero di allontanare i bambini di quella piccola comunità di ebrei italiani - 38, 40 mila persone, per un terzo vittime della Shoah - che era assolutamente integrata nella società. Queste compagne mi chiesero: dove sei andata a finire che non ti abbiamo più vista a scuola? Io ero una ragazza ferita, selvaggia, che non sapeva più mangiare con forchetta e coltello, ancora abituata a mangiare come le bestie. E come tale ero bulimica, e come tale ero disgustosa, e come tale ero criticata anche da coloro che mi volevano bene: volevano di nuovo la ragazza borghese dalla buona educazione familiare. È difficile ricordare queste cose e devo dire che da trent’anni parlo nelle scuole e sento ormai come una difficoltà psichica forte a continuare, anche se il mio dovere sarebbe questo fino alla morte. Io ho visto quei colori, ho senti-
to quegli odori, quelle urla, ho incontrato delle persone in quella Babele di lingue che oggi non posso che ricordare qui, dove tante lingue si incontrano in pace. Nei campi era possibile comunicare con le compagne che venivano da tutta l’Europa occupata dai nazisti solo trovando parole comuni, altrimenti c’era solo la solitudine assoluta del silenzio, la costrizione di non poter scambiare una parola con l’altro che derivava da un qualche isolamento ancestrale di comunità che non si erano riunite in Parlamenti visto che l’Europa da secoli litigava in modo spaventoso. Chiunque abbia studiato la Storia sa che è adesso, da 75 anni, un periodo assolutamente incredibile mentre tutto il passato ha fatto sì che i popoli non si conoscessero nemmeno. E le bandiere qui fuori di cui parlavo all’inizio mi hanno fatto ricordare quel desiderio di trovare con olandesi, francesi, polacche, tedesche e ungheresi una parola comune. In ungherese ho imparato una sola parola, “pane”. È la parola principale che vuol dire fame, ma che indica anche la sacralità di una cosa oggi sprecata senza nemmeno guardare cosa si butta via. Da almeno tre anni sento che i ricordi di quella ragazzina che sono stata, mentre oggi sono una vecchia di novanta anni, non mi danno pace. Non mi danno pace perché da quando sono diventata nonna del primo dei miei tre nipoti, trentadue anni fa - il Parlamento europeo e la mia non estinzione mi paiono in questo momento lo stesso miracolo - quella ragazzina che ha fatto la “Marcia della morte”, che ha brucato nei letamai, che non piangeva più, che cercava quella parola comune, è un’altra persona da me: io sono la nonna di me stessa. Quando mi rivolgo ai miei nipoti che hanno un dispiacere d’amore, di studio, per il mancato raggiungimento di qualcosa che avrebbero voluto raggiungere, sono una nonna amorosa, presente, grata del fatto di essere anche nonna miracolo eccezionale per una che
fatico a ricordare, “maOggi mi è sembrato un grande dovere accettare questo invito e avere questa occasione per ricordare il male altrui. Ma anche per ricordare che si può, una gamba davanti all’altra, essere come quella bambina di Terezin, dove potevano fare le recite, colorare con i pastelli e che poi, un giorno furono deportati ed uccisi ad Auschwitz per la sola colpa d’esser nati
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doveva morire - allo stesso modo sono nonna anche di me stessa, di quella ragazzina. Ed è una sensazione che non mi abbandona. È mio dovere parlare nelle scuole, testimoniare. Ma non posso che parlare di me e delle mie compagne. Ma sono io che salto fuori; è quella ragazzina magra, scheletrita, disperata, sola. E non la posso più sopportare perché sono la nonna di me stessa e sento che se non la smetto di parlare, se non mi ritiro per il tempo che mi resta a ricordare da sola o a godere delle gioie della famiglia ritrovata, non lo potrò più fare. Perché non ce la farò più. Anche oggi fatico a ricordare, ma mi è sembrato un grande dovere accettare questo invito e avere questa occasione per ricordare il male altrui. Ma anche per ricordare che si può, una gamba davanti all’altra, essere come quella bam-
bina di Terezin, dove potevano fare le recite, colorare con i pastelli e che poi, un giorno furono deportati ed uccisi ad Auschwitz per la sola colpa d’esser nati, perché erano bambini e non potevano aver fatto male a nessuno. Tra loro c’era questa bambina di cui non ricordo il nome che ha disegnato una farfalla gialla che vola sopra i fili spinati. Io non avevo le matite colorate e forse non avevo e non ho mai avuto la meravigliosa fantasia della bambina di Terezin. Che la farfalla gialla voli sempre sopra i fili spinati. Questo è un semplicissimo messaggio da nonna che vorrei lasciare ai miei futuri nipoti ideali. Che siano in grado di fare la scelta. E con la loro responsabilità e la loro coscienza, essere sempre quella farfalla gialla che vola sopra ai fili spinati.
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NEWS Europei per Categorie Olimpiche 2019
L’Italia chiude la rassegna continentale a Dublino con un bottino di 8 medaglie grazie soprattutto agli exploit nella classe giovanile! L’Italia può sorridere, il futuro è roseo e ricco di giovani promettenti. Olympic Weight Categories: Simone Alessio – BRONZO -80 kg M Youth Olympic Weight Categories: Clara Trincia – ARGENTO F -49kg Giada Al Halwani – ARGENTO F -55kg Matias Lomartire – ARGENTO M -55kg Antonio Falco – ARGENTO M -63kg Linda Cecchi – BRONZO F -55kg Andrea Conti – BRONZO M -55kg Lorenzo Glaviano – BRONZO F -63kg
President’s cup e Helsingborg Open 2020 Vito Dell’Aquila e Simone Alessio centrano il loro primo obiettivo stagionale vincendo due medaglie d’Oro rispettivamente nelle categorie -58kg e -80kg. Per Vito è stato un ottimo banco di prova per testare e confermare la condizione positiva, dopo che lo scorso dicembre aveva ottenuto il pass per i Giochi di Tokyo 2020; per Simone, campione del mondo nella -74kg, è il primo Oro nella categoria -80kg. La competizione si è tenuta a all’Helsingborg Arena dal 17 al 19 febbraio. Gli azzurri, terminata questa competizione, hanno partecipato anche all’Helsingborg Open che si è svolto una paio di giorni dopo conquistando altre quattro medaglie con Martina Corelli (argento -49kg), Natalia D’Angelo (bronzo -73kg), Maristella Smiraglia (bronzo -73kg) e lo stesso Simone Alessio (bronzo -80kg) che ha portato a casa due medaglie nell’arco di pochissimi giorni.
Corso Formatori Tecnici e UDG - Forme e freestyle Il 22 e il 23 di febbraio al CPO Giulio Onesti di Roma si è svolto il corso per formatori tecnici e UdG dedicato al poomsae e al freestyle durante il quale, sotto la guida dei Maestri Park, Notaro, Vignudini e Costantino, si sono apprese le novità sulle discipline e le nuove disposizioni in materia.
Youth Olympic Games 2022: la competizione a squadre miste vedrà il suo esordio e affiancherà le competizioni individuali! Nella prossima edizione dei Giochi Olimpici Giovanili che si terrà a Dakar, in Senegal, nel 2022 la quota degli atleti passerà da 100 a 120. Oltre alle cinque categorie maschili e alle cinque categorie femminili verrà aggiunta anche la competizione mista a squadre. Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ci sarà spazio per una piccola dimostrazione dell’evento. Chungwon Choue, Presidente della WT interviene a tal proposito, “L’evento a squadre miste migliora ulteriormente l’uguaglianza di genere e sono sicuro che tutti gli atleti e i fan del taekwondo di tutto il mondo apprezzeranno la decisione del CIO”. 7
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DOVE OSA DELL'AQUILA
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in Italia “ Vincere è speciale
ma vincere in Puglia lo è ancora di più! Sono felicissimo
vito
Un’emozione d’oro Testo di Eraldo Marcelli Foto di Roberto Di Tondo, Denis Secretev e Amandine Lauriol
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okyo 2020? L’Italia c’è. Ma andiamo per ordine. Ai Campionati Europei di Bari gli azzurri volano alto e alla fine ottengono un bottino che supera ogni aspettativa. Le medaglie sono tre, una d’oro e due di bronzo. Nella classifica a squadre l’Italia è al secondo posto con la Spagna, superata solo dalla Russia. Il Direttore Tecnico Claudio Nolano è più che soddisfatto, ma ovviamente non intende fermarsi qui: la ricerca dei talenti, dice, non deve interrompersi. I trofei pendono al collo di Vito Dell’Aquila, che vince il titolo continentale nella categoria -58kg, Simone Alessio (cat. -80kg) e Roberto Botta (cat. +80kg). 9
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Vito è partito subito alla grande: agli ottavi ha superato il britannico Yarrow, poi ha avuto un bel da fare contro Braganca, battuto solo al golden point. Il match con il portoghese ha rappresentato lo snodo chiave nel percorso verso la vetta: in un colpo solo Dell’Aquila si rende conto che vincere non sarà facile, ma che se spinge può senz’altro farcela. Dopo i quarti si va in discesa: l’azero Magomedov viene liquidato infatti per 40 a 18. La finale contro l’irlandese Jack Woolley non è iniziata invece nel migliore dei modi, con il nostro portacolori che si è trovato sotto addirittura 4-0. Alla fine, fortunatamente, la voglia di vincere di fronte al proprio pubblico ha prevalso: 21 pari proprio sullo scadere del tempo. Gli ultimi tre punti, quelli decisivi, il nostro Vito li ha messi a 4 secondi dalla fine del terzo round. Abbattuto l’ultimo ostacolo la
“ Un ringraziamento speciale a Roberto Baglivo, il mio Maestro, che mi ha permesso di realizzare un Sogno”
tensione si scioglie in un urlo liberatorio che contagia l’intero PalaFlorio: “Si!!! Vito Campione!”, urla la folla. Il fattore campo ha avuto senz’altro un ruolo nel trionfo del pugliese Dell’Aquila: “vincere in Italia è speciale”, ha spiegato il talento di Mesagne, “ma vincere in Puglia lo è ancora di più! Sono felicissimo”. Il titolo, infatti, è dedicato proprio alla Puglia ma anche a se stesso, facendosi (e facendoci) uno dei regali più belli per i suoi 19 anni, compiuti solo due giorni dopo. Giocare in casa è una medaglia a due facce: da una parte l’incitamento del pubblico amico, dall’altra la pressione psicologica che grava su chi non può e non vuole sbagliare. Ma Vito Dell’Aquila è un professionista ormai navigato e certe cose non riescono a distrarlo. Gli Europei di Bari mettevano in
palio ben 40 punti ranking, con Vito che prima del torneo era già in sesta posizione: considerando che davanti a lui c’erano due coreani la qualificazione era più che probabile. L’oro l’ha resa virtualmente certa, ma a togliere ogni dubbio ci ha pensato lo stesso Dell’Aquila, salendo sul gradino più alto del podio al Grand Prix Final di Mosca. L’aveva detto: non voglio restare beffato, così è rimasto concentrato e ha dato tutto. L’evento in Russia era un G8 e assegnava quindi il doppio dei punti rispetto a un normale Grand Prix. I sedici migliori atleti delle otto categorie olimpiche non hanno risparmiato i colpi, ma il 19enne italiano ha dimostrato di essere davvero sugli scudi, superando di slancio perfino il numero uno al mondo. La reazione della Fita è un messaggio del Presidente Cito zeppo di punti esclamativi: “è fatta! Siamo a Tokyo 2020!”
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La sconfitta? “ Un punto di partenza. Servirà a stimolarmi nell’allenamento
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simone
Ma torniamo a Bari e completiamo il quadro lusinghiero della performance azzurra. Il percorso di Simone Alessio si ferma a un passo dal sogno, ma nella sua prestazione c’è molto per cui gioire. Già campione del mondo nei -74kg a Manchester, Alessio è passato alla categoria olimpica dei -80kg con lo spirito giusto. Dopo averla sfiorata in un paio di Grand Prix, finalmente ha messo le mani sulla prima medaglia. I suoi europei sono avvincenti: concentrato e attento, l’azzurro supera l’austriaco Rodojkovic con un rotondo 18 a 6. I quarti li decide il golden point, e li decide in favore del nostro Simone. La semifinale contro Anton Kotkov è tra i match più spettacolari di tutto il torneo: Alessio parte in vantaggio, mettendo in fila sei punti uno dopo l’altro, ma alla metà del se-
condo round il russo ribalta la situazione portandosi avanti di tre lunghezze. Simone sa di aver gestito male il vantaggio e all’inizio del terzo round sfodera le unghie e la grinta, tentando una rimonta che si rivela impossibile: finisce 15 a 13 con Kotkov che vola in finale. “La sconfitta? Un punto di partenza”, Alessio la pensa così, e ha ragione: “servirà a stimolarmi nell’allenamento. Ho capito che anche se sei convinto di poter raggiungere l’oro possono sempre capitare situazioni in cui si commettono errori”. Il bronzo rappresenta un’iniezione di fiducia e di punti, visto che Alessio, sebbene non sia messo benissimo nel ranking, può e deve ancora aspirare a un pass olimpico. La vera sorpresa del torneo arriva nell’ultima giornata. E’ la classica ciliegina sulla torta. Roberto Botta ga13
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reggia nei pesi massimi, categoria per lui del tutto nuova, ma l’esordio non sembra pesargli troppo. Agli ottavi l’olandese Zonderop cede 19 a 3 e il nostro campione acquista fiducia, tanto da giganteggiare persino di fronte a Radik Isaev. Lo incontra ai quarti: l’azero è il numero uno della categoria, nonché campione olimpico in carica, ma contro Botta va subito in difficoltà. Roberto chiude il primo round con un ampio vantaggio, cede a una parziale rimonta nel secondo e dà battaglia nel terzo. L’ultima fase del match è uno scontro senza esclusione di colpi: il pubblico va in visibilio e Botta conquista la vittoria sul filo
di lana. Peccato, viste le premesse, che la semifinale non abbia rispettato le aspettative. Contro il russo Aiukaev Rafail Botta perde 14 a 4, fatale la somma di ammonizioni: “sono partito molto bene, poi il russo l’ha messa sul piano fisico e l’arbitro ci ha messo del suo”. Roberto ha gareggiato nei massimi per via del passaggio ai -80kg di Simone Alessio, ma proprio in questa categoria ha trovato il riscatto: “è da un anno che perdo la maggior parte degli incontri per un punto e tutti ai quarti di finale, compresi i Mondiali, questo bronzo è una rivincita e ne sono davvero contento”.
bronzo “ Questo è una rivincita e ne sono davvero contento ”
roberto
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Podio sfiorato per gli altri azzurri in gara nella prima giornata sebbene tutti eliminati ai quarti. Nei -63kg Simone Crescenzi supera l’albanese Juirdo Cani (17-24), ma si ferma per mano dell’ungherese Levente Jozsa (15-22). Nei -49kg Martina Corelli vince sulla svizzera Andrea Schnell (23-0), ma cede alla cipriota Kyriaki kouttouki (910). Nei -53kg vediamo invece Sarah Al Halwani che batte la ceca Dominika Hronova (3-0 GDP), ma viene superata dalla serba Tijana Bogdanovic (4-10). Nella seconda giornata Gabriele Caulo nei -68kg si è fermato agli ottavi, battuto al golden point per 0-3 dal bielorusso Ali Radwan, mentre alla stessa maniera (negli ottavi al golden point per 0-3) tra le donne nei -57kg Giada Iurlaro ha perso al cospetto della te-
desca Anna Froemming. Nella terza ed ultima giornata, Maristella Smiraglia (+67kg) si è fermata agli ottavi di finale battuta 13-9 dalla russa Polina Khan, mentre Cristina Gaspa (-67kg) si è dovuta arrendere alla belga Indra Craen, abile nell’avere la meglio sulla ragazza classe 1997, con il punteggio di 8-3. Bilancio positivo, dunque, anzi entusiasmante, e non solo dal punto di vista agonistico. Da sottolineare, infatti, l’organizzazione puntuale e attenta, che ha visto Bari ospitare per la prima volta la rassegna continentale con il piglio e l’efficienza di una location ormai navigata. Organizzazione, quando si parla di taekwondo, vuol dire anche solidarietà. La cronaca del torneo,
infatti, non sarebbe completa se non spendessimo alcune parole sugli sforzi della Taekwondo Humanitarian Foundation, che da anni ormai è impegnata nel prestare aiuto a chi è in difficoltà. A Bari questo impegno si è concretizzato nella partecipazione al torneo di sette atleti con lo status di rifugiati provenienti da Iran, Afghanistan e Siria. La World Taekwondo è stata la prima Federazione internazionale a permettere a un rifugiato di accedere alle Olimpiadi ed è seconda solo alla IAAF per l’ammontare delle donazioni. In Italia, dove il problema dei rifugiati è molto sentito, la Fita è particolarmente attenta ai progetti della THF: perché riuscire ad aiutare chi è in difficoltà è un altro trofeo da mettere in bacheca. 17
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EuropEan parataEkwondo Championships Bari 2019
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italia da urlo Grande bottino azzurro con Zimmerman che si riconferma campione continentale, Cianciotto e Sgarella d’argento, Bossolo, Fricano e Sunseri di bronzo
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Testo di Lorenzo Colonna Foto di Roberto Di Tondo
gni anno un mucchio di spettatori in più, ogni edizione un numero maggiore di atleti, ogni volta uno spettacolo più avvincente. Il parataekwondo conquista pubblico ed entusiasmo. L’ottava edizione del Campionato Europeo è andata in scena a Bari, con la partecipazione record di 239 atleti provenienti da 46 paesi: non erano mai stati così tanti nella rassegna continentale. Undici gli azzurri in gara, impegnati nella competizione con il conforto di un pubblico amico e la voglia di restare in alto dopo l’ottimo risultato raggiunto nella scorsa edizione. A Plovdiv, in Bulgaria, l’Italia aveva ottenuto ben tre ori, con i titoli di Federico Fricano, Riccardo Zimmerman e Antonino Bossolo, mettendo in carniere anche un argento con Giovanni Sunseri. 21
European Parataekwondo Championships Bari 2019
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“gliUndici azzurri
in gara, impegnati nella competizione con il conforto di un pubblico amico e la voglia di restare in alto
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gni anno un mucchio di spettatori in più, ogni edizione un numero maggiore di atleti, ogni volta uno spettacolo più avvincente. Il parataekwondo conquista pubblico ed entusiasmo. L’ottava edizione del Campionato Europeo è andata in scena a Bari, con la partecipazione record di 239 atleti provenienti da 46 paesi: non erano mai stati così tanti nella rassegna continentale. Undici gli azzurri in gara, impegnati nella competizione con il conforto di un pubblico amico e la voglia di restare in alto dopo l’ottimo risultato raggiunto nella scorsa edizione. A Plovdiv, in Bulgaria, l’Italia aveva ottenuto ben tre ori, con i titoli di Federico Fricano, Riccardo Zimmerman e Antonino Bossolo, mettendo in carniere anche un argento con Giovanni Sunseri. Stavolta le medaglie sono state addirittura sette. Zimmerman ha mantenuto il titolo nella categoria P30, vestendo l’oro dopo un percorso pieno di emozioni e su un podio tutto italiano: l’argento, infatti, è finito al collo di Cristiano Sgarella, mentre il bronzo è andato a Marco Manzini. Bella conferma anche da Michele Cianciotto, che dopo l’argento ai Global Games ottiene il titolo di vice campione europeo nella categoria P20. Gli altri tre trofei, tutti di bronzo, arrivano invece da Antonino Bossolo (combattimento), Federico Fricano e Giovanni Sunseri (poomsae). Bossolo ha gareggiato nella categoria -61kg K44. Prima di arrivare a Bari il palermitano aveva tirato fuori tutta la sua grinta: “mi sono allenato bene e sono pronto”, aveva detto. Antonino si era detto preoccupato di un unico atleta, lo spagnolo Santana, che invece a Bari è uscito al primo turno. Questo non è certo un dettaglio da poco, perché proprio Santana era uno dei principali avversari di Bossolo in vista delle qualificazioni alle Olimpiadi di Tokyo. Con l’aggiornamento del ranking l’atleta azzurro è salito al quinto posto della classifica generale e al quarto posto in quella per l’accesso ai Giochi Pa23
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Con l’aggiornamento del “ranking Bossolo è salito al
quarto posto della classifica per l’accesso ai Giochi Paralimpici, ottenendo di diritto il pass anticipato
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ralimpici, ottenendo di diritto il pass anticipato. Per regolamento, infatti, ogni nazionale può qualificare un solo atleta in ciascuna categoria e nei primi posti della classifica figurano due turchi. Per Bossolo non significa solo gareggiare nel torneo più prestigioso, ma anche entrare nella storia. “Non riesco a capacitarmi di quello che ho fatto”, ha commentato Antonino, “ma in Giappone punterò all’oro”. Il rush finale di Bossolo l’ha visto superare il marocchino Adouich e poi il turco Atalay con un sonoro 24 a 2. In semifinale la sconfitta ad opera del russo Sidorov, ma i quattordici punti ranking ottenuti con il bronzo hanno
dissolto in un lampo i sette punti di vantaggio che Santana conservava da ottobre. Le Olimpiadi di Tokyo saranno le prime aperte al parataekwondo, che è stato confermato anche per i Giochi Paralimpici di Parigi 2024. La categoria di Antonino è la K44, aperta ad atleti con disabilità ad un arto superiore. Adesso per Bossolo inizia un periodo sicuramente ricco di entusiasmo, ma anche di fatica. Il suo programma è chiaro: “allenamento, allenamento e ancora allenamento”. Il ritiro al Centro di Preparazione Olimpica è già iniziato, il gioco comincia a farsi duro e il duro Bossolo comincia a giocare: “non ho nulla da invidiare a nessuno e
Una “disciplina
in crescita in tutto il mondo con l’Italia tra le nazionali trainanti
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ho tutte le carte in regola per affrontare ogni incontro alla pari. Ci metterò tutto me stesso”. La traiettoria di Bossolo è chiaramente in crescita. Per averne la conferma basta ritornare agli ultimi Mondiali, andati in scena ad Antalia, in Turchia. In quell’occasione Antonino era rimasto giù dal podio dopo essere stato sconfitto da Atalay, lo stes-
so avversario che a Bari è riuscito a eliminare comodamente. L’ottimo stato di forma azzurro non riguarda solo Bossolo, ma l’intera nazionale. Prendete Zimmerman, che prima di bissare il titolo europeo si è laureato vice campione del mondo; prendete Cianciotto, che in Turchia è arrivato secondo pur essendo alla sua prima partecipazione inter-
nazionale e che a Bari è tornato sul podio; prendete lo stesso Sunseri, sempre pronto per una medaglia, ad Antalia come in Puglia; prendete infine Federico Fricano, che dopo il titolo iridato ai mondiali del 2015 è ormai un veterano del parataekwondo azzurro. Ognuno di questi ragazzi aggiunge un contributo alla co-
struzione della disciplina: una disciplina in crescita in tutto il mondo con l’Italia tra le nazionali trainanti. Non c’è dubbio che i Giochi daranno un ulteriore spinta al movimento, premiando uno sport che rappresenta al meglio i principi olimpici. L’appuntamento è con la storia e l’Italia ci sarà.
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Grand Prix
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Grand Prix a Sofia:
Dell'Aquila ancora a segno, e' di bronzo!
Vito sigla il secondo podio consecutivo nei -58kg dopo Chiba, fermandosi in semifinale per mano dell’iridato Jun Jang (9-4). Testo di Alice Maestri Foto di Amandine Lauriol
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dato “ Ho tutto. Ho
attaccato deciso, l’unica pecca sono stati i pugni
”
nnesima conferma per Vito Dell’Aquila che all’ultima tappa del circuito mondiale Grand Prix, in svolgimento a Sofia, conquista la medaglia di bronzo nei -58kg. Il giovane di Mesagne è andato a segno nell’appuntamento decisivo prima dell’evento finale che si terrà a Mosca a inizio dicembre: a fermarlo in semifinale solo il numero uno del ranking, il coreano Jun Jang che si impone per 9-4. Per la punta di diamante azzurra si tratta del secondo bronzo consecutivo dopo quello di Chiba. Il podio e gli importanti punti conseguiti lo ufficializzano tra i più forti al mondo, avvicinandolo sempre più all’obiettivo più importante ovvero la conquista del pass per Tokyo 2020. Vito inizia il suo percorso dagli ottavi dove vince nettamente per 30-6 sul giapponese Ryuta Mitsui. Ai quarti si ripropone la consueta sfida con lo spagnolo Jesus Cabrera Tortosa, numero 3 del ranking, superato per 18-8: “Sono riuscito nuovamente a batterlo e ne sono felice - commenta Dell’Aquila -. Ci scontriamo spesso ormai e dopo aver vinto il primo confronto, Tortosa ha avuto la meglio per tre volte di fila. Ora, dopo Chiba, sono io ad averlo sconfitto per due vol29
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volevo l’oro come non “ Ieri mai. Sono un po’ dispiaciuto per questo, ma sempre più motivato
”
te consecutive”. In semifinale va in scena l’incontro più difficile, quello contro il coreano Jun Jang, Campione del Mondo e numero 1 del ranking, che ferma la corsa all’oro dell’azzurro per 9-4: “Ho dato tutto - continua Vito - e sono convinto di aver addirittura combattuto meglio che a Chiba. Ho attaccato deciso, l’unica pecca sono stati i pugni: ci abbiamo lavorato e i risultati si sono visti contro lo spagnolo, ma proprio con Jang ho capito che devo ancora migliorare nel portarli a segno e soprattutto nel non riceverli, sono sicuro che la prossima volta, a Mosca, andrà diversamente!” Il secondo bronzo consecutivo nel circuito dopo quello di Chiba consacra Vito tra i migliori, portando30
lo sempre più vicino all’obiettivo Tokyo 2020: “La gara in generale è andata abbastanza bene, dico così perché ieri volevo l’oro come non mai. Sono un po’ dispiaciuto per questo, ma sempre più motivato. Per questa gara. Ci tengo a ringraziare una ad una le persone che mi hanno accompagnato verso questo importante risultato: il Centro Sportivo Carabinieri, il mio maestro Roberto Baglivo, Carlo Molfetta, tutto lo staff federale a partire dal preparatore atletico Francesco Zambrella che mi ha seguito tutto il giorno fino al fisioterapista Leonardo Parducci, il nutrizionista Antonio Sbardella, il maestro Giovanni Lo Pinto e ovviamente il Presidente Angelo Cito. Ma soprattutto devo dire grazie al direttore tecnico Claudio Nolano,
un grande coach che crede in me e riesce a farmi trovare la soluzione giusta per giocarmela e battere anche gli avversari più forti, le ultime due vittorie contro Tortosa ne sono proprio l’esempio”. A Sofia, c’erano in gara altri due azzurri che non sono riusciti però a salire sul podio. Antonio Flecca, in gara nella categoria -58kg si è fermato agli ottavi perdendo 2-13 conto l’australiano SafWan Khalil. Nel primo incontro Antonio aveva brillantemente superato con un punteggio di 4730 il bulgaro Bozhidar Avramov. Simone Alessio, in gara nella categoria -80kg, ha perso contro il turco Yunus Sari al golden point dopo che i primi tre round erano terminati sul punteggio di 8-8. 31
Grand Prix Final
Grand Prix Final
Strappa il pass Olimpico vincendo il Grand Prix Final Vito Dell’Aquila è di nuovo Oro a Mosca
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Testo di Chiara Soldi Foto di Denis Secretev e Amandine Lauriol
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l Grand Prix Final di Mosca, che vede in gara i migliori 16 atleti al mondo di ogni categoria - otto categorie olimpiche, quattro femminili e quattro maschili - è stata una tappa fondamentale sulla strada dei Giochi di Tokyo 2020, indispensabile per ufficializzare la qualificazione di Vito. La competizione è infatti classificata come G8, assegnando di conseguenza il doppio dei punti ranking rispetto a un normale GP. A Mosca Vito Dell’Aquila non solo c’è stato, non solo ha fatto suo il pass olimpico ma nei -58kg ha voluto primeggiare.
Europei “ Dagli di Bari mi
sono allenato duramente su tutti gli aspetti: tecnico, tattico e mentale. Non ho voluto perdere troppo tempo nel festeggiare il titolo proprio perchĂŠ volevo concentrarmi solo sul Grand Prix Final
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Grand Prix Final Alla punta di diamante azzurra, che prima di questa competizione si trovava al sesto posto del ranking - quinto se consideriamo che nelle prime due posizioni ci sono due atleti della Corea del Sud e che solo uno di loro potrà partecipare alle Olimpiadi - bastavano solo una manciata di punti: “È fatta! Siamo a Tokyo2020! - scrive su facebook il Presidente Fita Angelo Cito -. Ci abbiamo creduto e ci siamo riusciti. In questi ultimi 2 anni Vito è stato superlativo a scalare il ranking mondiale. La sua felicità è l’espressione più bella per festeggiare questo successo straordinario! Orgoglioso di tutti voi per aver sostenuto fino in fondo la squadra Italiana al raggiungimento di questo successo, un compito tutt’altro che facile. Grazie a tutti! Non c’è 34
bisogno di aggiungere altro”. Un percorso, quello di Dell’Aquila, degno del campione che ci ha ormai abituati ad ammirare in azione sul tatami. Concentrato, preciso e lucido domina il primo turno sul brasiliano Paulo Melo per 237, mentre ai quarti supera nettamente il tunisino Hedi Neffatti per 12-8. La semifinale contro il russo Georgy Popov sembra più combattuta, ma è sempre l’azzurro a mantenere le redini dell’incontro. Sotto 2-0, in pochi secondi trova il pareggio e poi addirittura il vantaggio chiudendo il primo round sul 6-2, punteggio che mantiene anche per tutto il secondo round. Ma è nel terzo che parte l’ascesa di Vito: a 44 secondi dal termine il russo accorcia le distanze sul 6-4,
poi viene surclassato dal 19enne di Mesagne che negli ultimi secondi segna 9-4, 10-4, 12-4, 14-4 e 15-4, il punteggio finale. Conquista così l’accesso alla finale contro il coreano Jun Jang. Nonostante fosse già qualificato per le Olimpiadi ha voluto esagerare spingendosi verso l’oro, il primo della carriera in un Grand Prix: “non mi basta essere qualificato a Tokyo 2020, voglio vincere”. Detto, fatto. Vito sale sul gradino più alto del podio nei -58kg, battendo il coreano Jun Jang per 21-18. Il 19enne azzurro, già Campione Europeo, vince e convince in quella che è tra le competizioni più importanti dell’anno. E la finale lo vede imporsi proprio sul numero 1
del ranking che sembrava imbattibile, fino ad oggi: “Non riesco ancora a realizzare di avere al collo questa medaglia d’oro”. La finale con il coreano Jun Jang è infuocata, definita poi dai telecronisti tra le più emozionanti della giornata. L’atleta del Centro Sportivo Carabinieri parte subito convinto chiudendo in vantaggio sia il primo round (8-5) che il secondo (10-8), ma è l’ultima ripresa a regalare spettacolo con un botta e risposta tra due atleti di altissimo livello: sul 17-16, a 7 secondi dalla fine inizia l’ascesa dell’azzurro che
termina definitivamente il match sul 21-18. “Sul finale sono stato bravo perché ero sì in vantaggio, ma lui si è buttato e io sono riuscito ad anticiparlo bene. Con il direttore tecnico Claudio Nolano, ho preparato questa finale sotto ogni punto: è la terza volta che mi scontro con Jang”. E la prima ad avere la meglio. Un successo che va a coronare l’ufficialità del pass olimpico ottenuto già nella prima giornata di gara, i punti ottenuti nel superamento delle eliminatorie hanno infatti consegnato la qualificazione diretta tramite ranking
successo che va “ Un a coronare l’ufficialità del pass olimpico ”
all’azzurro: “Sono felicissimo, voglio essere competitivo anche a Tokyo 2020 e per farmi trovare pronto dovrò continuare ad allenarmi duramente. Dimostrerò che questa vittoria non è frutto di una casualità”. Aspettava questo oro da tempo, Vito. Dopo i due bronzi ottenuti ai Grand Prix di Chiba e a Sofia, finalmente la medaglia più brillante se l’è messa al collo lui, superando il più forte della categoria, nonché due volte Campione del Mondo. “Quand’ero piccolo guardavo in streaming la gara sognando un
giorno di poter essere tra quei campioni. Ora non solo calpesto questi tatami, ma vinco anche”. E dopo una grande gioia, arriva il momento dei ringraziamenti: “Questo oro è tutto per la mia famiglia, non ho mai dedicato loro una medaglia, ma i miei genitori sono sempre presenti per me e questa è l’occasione giusta. Poi ci tengo a ringraziare il Presidente Angelo Cito, il direttore tecnico Claudio Nolano, il Maestro Roberto Baglivo, il fisioterapista Francesco Zambrella, lo staff azzurro e ovviamente il Centro Sportivo Carabinieri”.
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Cerimonia dei Collari d'Oro
Cerimonia dei Collari d'Oro
collare d'oro Premiato Simone Alessio per la vittoria ai Mondiali 2019
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Nella palestra monumentale del Palazzo H all’interno dell’Università degli Studi del Foro Italico si è svolta l’annuale cerimonia di consegna dei Collari d’Oro, la massima onorificenza dello sport italiano. All’evento ha partecipato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha consegnato i Collari agli insigniti. Sul palco con lui il Mi-
nistro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò e il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli. Simone Alessio ha ricevuto l’ambito riconoscimento per aver vinto lo scorso maggio a Manchester i Campionati Mondiali di Taekwondo nella categoria -74kg. 37
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BACK IN BLACK A Napoli la gara Italiana più importante. PalaCasoria intitolato a Domenico D’Alise Testo di Lorenzo Colonna Foto di Roberto Zazzara
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rinta, determinazione e lealtà sportiva, sono questi gli ingredienti che fanno di un atleta un vero campione. Parola di Angelo Cito. Il presidente Fita ha svelato la sua ricetta commentando via Twitter i risultati dei Campionati Italiani Senior, andati in scena al PalaCasoria di Napoli. Sul quadrato di gara si sono affrontati i migliori atleti del panorama nazionale, ognuno con il proprio obiettivo. C’è chi cercava la conferma del titolo, chi voleva migliorare la propria posizione, chi voleva rialzare la testa dopo un periodo difficile e chi sperava di ottenere il viatico per futuri successi, o magari un posto in Nazionale. Qualcuno ce l’ha fatta,
qualcuno no, certamente chi non è rimasto deluso è il pubblico, visto che la passione e l’impegno messi in campo da ciascuno dei ragazzi in gara sono stati tali da garantire un elevato livello di spettacolarità in entrambi i giorni di competizione. Un pubblico nutrito ha riempito gli spalti, soffrendo e gioendo insieme a chi indossava il dobok. Alla fine, come prevedibile, sono arrivate molte conferme, ma ovviamente non sono mancate le sorprese. Alcuni titoli erano inaspettati, altri sono una preziosa tappa in una carriera già avviata. Per alcuni atleti il podio vuol dire anche la possibilità di vedere l’azzurro, dato che laurearsi cam-
pione italiano dà spesso l’opportunità di testare le proprie doti in campo internazionale. In campo maschile le conferme arrivano da Simone Crescenzi (-63kg), Simone Alessio (-80kg) e Roberto Botta (-87kg), con questi ultimi due atleti galvanizzati dal bronzo recentemente conquistato agli Europei di Bari. L’assenza di Vito Dell’Aquila ha aperto praterie nella categoria -58kg: ne ha approfittato Mattia Crescenzi che ha messo le mani sull’oro. Titolo nuovo di zecca anche per Nicolas Legari Ballerini (-54kg) Gabriele Caulo (-68kg), Mariano Bucolo (-74kg) e Alfredo Talotti (+87kg). Tra le ragazze Sofia Zampetti (-46kg) si tiene ben stretta il trico41
CamPionaTi iTaliani
CamPionaTi iTaliani
lore, così come Giada Al Halwani (-53kg), Daniela Rotolo (-67kg), Natalia D’Angelo (-73kg) e Laura Giacomini (+73kg). Campionesse più o meno a sorpresa, invece, Gaia Gavarone (-49kg), Paulina Armeria (-57kg) e Francesca Cuomo (-62kg). La classifica per società premia l’Esercito in campo maschile, con la Tiger’s Den al secondo posto seguita dalla Tkd Terracina 1984 e i Vigilfuoco di Catanzaro. Le Fiamme Oro trionfano nel femminile, davanti a team dalla lunga tradizione come l’Accademia Dorica e la New Marzial Mesagne. Quarto posto per la Bentis. Gli addetti ai lavori, ovviamente, non erano a Casoria solo per certificare il successo di un torneo di
Grinta, “determinazione
e lealtà sportiva, sono questi gli ingredienti che fanno di un atleta un vero campione
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richiamo, ma anche per cercare di prevedere il futuro della disciplina e tracciare nuove strategie. Ai Campionati Italiani era presente il direttore tecnico della Nazionale Claudio Nolano, che insieme al suo staff ha seguito con attenzione praticamente tutti i match. “I giovani ragazzi che hanno vinto il tricolore”, ha spiegato Nolano al termine del torneo, “saranno inseriti nei nostri gruppi di lavoro, visti in azione e monitorati insieme agli azzurri che hanno confermato la loro posizione e che continueranno a lavorare. Sto già ricostituendo la Nazionale che, a parte i soliti volti noti, vedrà gli inserimenti di chiunque se lo sarà meritato. Anche se non tutti saranno poi selezionati per
il discorso delle qualifiche olimpiche comunque costituiranno un vivaio importante per il futuro e nel frattempo possono crescere allenandosi e scambiando con i ragazzi più quotati”. Una splendida prospettiva per chi vive a pane e taekwondo! Avvincente, eloquente e ben organizzato. Questo Campionato è stato così, e di certo sarebbe piaciuto al maestro Domenico D’Alise. Il PalaCasoria, ora, è intitolato proprio al pluripremiato atleta campano, un uomo che ha fatto grande il taekwondo italiano quando questa disciplina non era
ancora approdata sul palcoscenico mainstream. D’Alise, scomparso a soli 49 anni dopo una breve malattia, è stato un vero pioniere. Nato nel 1970, diciannove anni dopo era già vicecampione del mondo, fino a ottenere nel 1992 il bronzo alle Olimpiadi di Barcellona nella categoria -58kg. E poi quattro Coppe Italia, sette titoli nazionali, due titoli europei, tre argenti continentali, per non parlare dell’oro al torneo di Los Angeles, o di quelli all’Olimpic Festival del ’95 e agli Open di Francia di cinque anni prima. Domenico D’Alise è stato tra i 43
CAMPIONATI ITALIANI
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splendida prospettiva per “chiUna vive a pane e taekwondo! ” primi esponenti di una grande tradizione, quella campana. Il Maestro D’Alise non si è limitato a dare l’esempio, ma ha agito in prima persona per favorire la crescita del taekwondo nostrano: al Centro Azzurro di Casoria ed 44
Afragola, una piccola fucina di talenti, ha messo a disposizione i propri insegnamenti e la propria esperienza. La Fita ha voluto rendergli un doveroso omaggio ai Campionati di Napoli, che saranno ricordati anche per questo.
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RISULT campionati italiani cinture nere SENIOR Categorie Femminili
3. Angela Pangallo Centro Tkd Pezzolla 3. Sofia Brignoli - Oneness Tkd
3. Nora Adami - Tkd Terlano 3. Chiara Lani Soc Coop Activa Fit
Senior -46 kg femminile 1. Sofia Zampetti Centro Tkd Ostia 2. Brigida Bernardi Sport Village Genova 3. Isabella Chiumento ASD Città del Piave 3. Francesca Cozzolino Aesse Tkd Academy
Senior -53 kg femminile 1. Giada Al Halwani Accademia Dorica 2. Sarah Al Halwani Accademia Dorica 3. Valentina Sandrelli Sport For You 2 3. Ellen Barbosa Elite Tkd Center
Senior -62 kg femminile 1. Francesca Cuomo - ASD Bentis 2. Ylenia Bagnariol Tkd Hwarang-Silla 3. Irene Novelli Tkd Competition 3. Benedetta Ferro Centro Tkd Baselice
Senior -49 kg femminile 1. Gaia Gavarone New Marzial Mesagne 2. Chiara Fiore Accademia Tkd Perulli
Senior -57 kg femminile 1. Paulina Armeria Fight Lab Tkd 2. Giada Iurlaro New Marzial Mesagne
Senior -67 kg femminile 1. Daniela Rotolo - GS FF.OO. 2. Dalila D’Ambra Centro Tkd Pezzolla 3. Cristina Gaspa - CS Esercito 3. Eliana Anniballi - ASD Lo Zen
Senior -73 kg femminile 1. Natalia D’Angelo GS FF.OO. 2. Jolanda Maglione Squadra Mediterranea 3. Serena Fiordelmondo Tkd Club Ancona 3. Martina Cacciapaglia ASD Kim Yu Sin
Senior +73 kg femminile 1. Laura Giacomini CS Carabinieri 2. Michela Sabba Centro Tkd Pezzolla 3. Alessandra Facciuto Tkd Team Cirillo 3. Martina Betto Aesse Tkd Academy
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campionati italiani cinture nere SENIOR Categorie Maschili
Senior -54 kg maschile 1. Nicolas Legari Ballerini Tkd Tricolore 2. Andrea Conti - Nrgym Tkd 3. Antonio De Gaetano Tiger’s Den 3. Nicola Elia - Fun Sport Center
Senior -58 kg maschile 1. Mattia Crescenzi Tkd Terracina 1984 2. Alex Semprini Tkd Olimpic Cattolica 3. Cosimo Dell Aquila New Marzial Mesagne
3. Pasquale Francesco Romito Hornets Tkd Senior -63 kg maschile 1. Simone Crescenzi CS Esercito 2. Angelo Adda - CS Canguro 3. Emiliano Lo Pinto Libertas Tkd Club Jesi 3. Luca Lucerna - Tkd Smile Senior -68 kg maschile 1. Gabriele Caulo CS Esercito 2. Nickolas Pugliese Tkd Competition 3. Arturo Secondo Squadra Mediterranea 3. Davide Spinosa - GS FF.OO.
Senior -74 kg maschile 1. Mariano Bucolo Tiger’s Den 2. Samuele Baliva ASD K2 Italia 3. Pasquale Di Micco Tkd Caserta Hwa Rang Kwan 3. Gabriele Romano Tkd Gold Team
Senior -87 kg maschile 1. R oberto Botta CS Esercito 2. L uigi Traversa Accademia Dorica 3. A lexander Zadra Zadra Fighting 3. D omenico Scavelli Centro Tkd Pisa
Senior -80 kg maschile 1. Simone Alessio GS Vigilfuoco 2. Luigi Valentino ASD Condor 3. Erminio Pilunni Accademia del Taekwondo 3. Matteo Angelini ASD Lo Zen
Senior +87 kg maschile 1. A lfredo Talotti Olimpo Futurama 2. M atteo Milani CUS Bergamo 3. N icola La Mura D&F Arabesque 3. D aniele Abbafati Taekwondo 16
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CAMPIONATI ITALIANI
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RED PASSION
A Busto Arsizio oltre 500 atleti hanno infiammato il Palayamamay Testo di Eraldo Marcelli Foto di Enrico Mascheroni e Andrea Monachello
Cinquecento “ atleti in campo,
cinquecento cinture rosse e un unico sogno
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inquecento atleti in campo, cinquecento cinture rosse di passione e un unico sogno: tingere di nero quelle stesse cinture. Al PalaYamamay di Busto Arsizio sono andati in scena i campionati italiani di categoria, una bella kermesse utile a dimostrare come e quanto sia in crescita il taekwondo nel nostro Paese. I partecipanti sono arrivati da ogni angolo d’Italia, ansiosi di dimostrare il loro valore e la loro preparazione prima del grande salto nella categoria superiore. A gareggiare cadetti, junior e senior, con un entusiasmo trascinante e trasversale rispetto alle diverse categorie anagrafiche. Il livello è stato molto alto, con poco da invidiare ai tornei più blasonati. Il carburante dello spettacolo, d’altra parte, è la
grinta, e questa prescinde dal colore della cintura. Da un evento come quello di Busto Arsizio ci si aspettano in genere indicazioni importanti su vari fronti: il livello generale della disciplina in Italia, innanzitutto, la sana e virtuosa competizione fra le varie società, la repentina crescita di alcune realtà regionali, la diffusione delle palestre, l’aumento degli iscritti e l’emergere di uno o più ragazzi promettenti su cui puntare. Su tutti questi fronti il torneo del PalaYamamay non ha deluso le aspettative. In Italia il taekwondo è sempre più conosciuto e praticato, gli spalti sono sempre più pieni e i maestri migliorano le proprie capacità di insegnare la disciplina non solo dal punto di vista pratico e tecnico, ma anche
teorico e, per così dire, filosofico. Con il moltiplicarsi delle palestre affiliate la diffusione del taekwondo si fa capillare e anche regioni un tempo in ombra nelle competizioni nazionali alzano la testa e si fanno notare; ragazzi promettenti, che anni fa forse non sarebbero neppure entrati in contatto con il taekwondo, adesso possono dire la loro, mettersi in luce e aspirare a una carriera agonistica piena di successi. Ne abbiamo visto qualcuno anche a Busto Arsizio. Ecco i nomi di chi ha raggiunto il gradino più alto del podio. Tra i ragazzi senior l’oro va a Fabio D’Elia (-54kg), Oleksander Shurdak (-58kg), Alessandro Frattesi (-63kg), Ayoub Sadid (-68kg), Domenico Piepoli (-74kg), Luca Bevilacqua (-80 kg), Mirko Garfa51
CAMPIONATI ITALIANI
CAMPIONATI ITALIANI gnini (-87kg) e Vincenzo Giaquinto (+87kg). La classifica a squadre vede trionfare la Tkd Tricolore, realtĂ emiliano romagnola dalla lunga tradizione. Al secondo posto i veneti del Club Schio, al terzo i marchigiani della Activa Fit. Le campionesse senior sono Giulia Palla (-46kg), Maria Piras (-49kg), Francesca Olivieri (-53kg), Fabiana De Benedictis (-57kg), Elisabetta Nestovito (-62kg), Desiree Manzo (-67kg) e Maria Di Francesco (+73kg), con il Centro Tkd Pisa che trionfa nella classifica a squadre e la Popolare San Lorenzo Roma al secondo posto. Terzo gradino del podio per i campani della Blue World. Tra gli junior, in campo maschile, hanno ottenuto il titolo: Matteo Lobuono (-45kg), Roberto Gavin (-48kg), Giuseppe Corrao (-51kg), 52
dello spettacolo, “Il carburante d’altra parte, è la grinta, e questa prescinde dal colore della cintura
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Tomas Roberto (-55kg), Eugenio Monaco (-59kg), Matteo Diessa (-63kg), Simone Galante (-68kg), Jacopo Berneschi (-73kg), Francesco Irco (-78kg) e Antonio Sorrentino (+78kg). La classifica a squadre, anche in questo caso, vede in testa un’altra società dell’Emilia Romagna, la Tkd Maestrale, i siciliani della Champions Lo Iacono sono al secondo posto, con la Tkd Smile – lombarda – al terzo. Nel femminile oro a Francesca Simula (-44kg), Elisa D’Angelo (-46kg), Veronica Rosetti (-49kg), Giulia Lorito (-52kg), Fabiana Luccarelli (-55kg), Immacolata Pia Lucente (-59kg), Emanuela Graziuso (-63kg), Pinar Cetin (-68kg) e Alessia De Maio (+68kg). Lazio, Puglia e Calabria dominano la classifica a squadre con il Centro Tkd Ostia al primo posto, seguito dalla Kim Yu 53
CAMPIONATI ITALIANI
Cinture rosse che diventeranno “nere, ma che già sembrano
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contagiate dalla febbre dello spirito olimpico
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Sin e dal Centro Tkd Corigliano. Chiudiamo con i cadetti, ma non certo perché lo spettacolo che hanno messo in scena non sia meritevole di risalto. Come spesso accade, anzi, i più giovani hanno suscitato l’entusiasmo maggiore, dando vita a incontri molto combattuti, spesso decisi all’ultimo punto. Alla fine la classifica a squadre ha premiato la Tkd Sport Academy in campo maschile. Dopo i siciliani il Centro Sportivo Canguro, realtà campana. In coda ritroviamo i pugliesi della Kim Yu Sin. La Puglia è seconda nella classifica femminile, con il Centro Tkd Di Lauro che si piazza dietro all’Olimpo Futurama Tkd e i laziali della Scuola Sirignano al terzo posto. Da notare che le ragazze campane dell’Olimpo trionfaro54
no in campo junior al termine della scorsa edizione del campionato, disputata nelle Marche. Dai risultati si possono trarre indicazioni eloquenti: diverse società del centro nord prendono piede, insidiando realtà dalla lunga tradizione radicate al sud. Ci sono regioni, come il Veneto e la Toscana, che negli ultimi tempi cominciano a salire con più frequenza sul podio e squadre abituate alla vittoria che trovano filo da torcere nei match contro atleti di team emergenti. Più in generale il taekwondo italiano dà segnali positivi, anche fra gli appassionati che aspettano ancora di salire ai vertici della disciplina. Cinture rosse che diventeranno nere, ma che già sembrano contagiate dalla febbre dello spirito olimpico.
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campionati italiani
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RISULT campionati italiani cinture rosse
CADETTI Categorie Femminili
Cadetti -33kg femminile 1. M arianna Siciliano Olimpo Futurama 2. M aria Vittoria Palumbo Galatina Tkd Institute 3. G inevra Luisa Venturi Scuola Tkd Genova 3. A sia Andrea Di Maio Club Europa
Cadetti -37kg femminile 1. G inevra Morciano Hwarang Sporting Club 2. G iorgia Casaburi Accademia del Taekwondo 3. M arta Reale Centro Arti Marziali Pavia 3. R osa Bembi Falcons Academy Cadetti -41kg femminile iulia Di Lelio 1. G Centro Tkd Ostia 2. S ofia Barbucci Scuola Tkd Genova 3. L etizia Boioli Tkd New Fight 3. C arol Maria Fumante ASD Crossfighters Cadetti -44 kg femminile 1. Grejs Hysaj - New Action Tkd iada Antonietta Elia 2. G Centro Tkd Di Lauro 3. A urora Ercolani Tkd Ravenna 3. A ntonietta Costantino Pol. Pozzuoli Cadetti -47 kg femminile iulia Olcese 1. G Pol. Città Dei Ragazzi 2. S tella Magi Accademia Tkd Toscana 3. M iriam Maietti Tkd Hwarang-Silla 3. S ilvia Cellucci S.S.Lazio Taekwondo 56
Cadetti -51 kg femminile 1. Alessandra Imparato Scuola Tkd Sirignano 2. Emma Guidetti - Tkd Tricolore 3. Noemi Massimino Tkd Rozzano 3. Berenice Dapino GS San Bartolomeo di Staglieno Cadetti -55 kg femminile 1. Fabiana Schiano Olimpo Futurama 2. Celeste Buttazzo ASD Agape & Sport 3. Angela Dal Lago Tkd Club Schio 3. Vittoria Sindoni Accademia Tkd Treviso Cadetti -59 kg femminile 1. Gaia Cartisia Gazzillo Athletic Lab 2. Alessia Ferrigni Centro Tkd San Sperate 3. Veronica Petrucci Olimpo Futurama 3. Linda Cecchi B.M.Team Taekwondo Cadetti +59 kg femminile 1. Agnese Ruggiero Centro Tkd Di Lauro 2. Anja Eccher Zadra Fighting 3. Alice Caprile Tkd Athletic School Tigullio 3. Elena Montroni Tkd Toscanella
CADETTI Categorie Maschili Cadetti -33 kg maschile 1. G iovanni La Mattina Tkd Sport Academy 2. A ndres Edison Cormons Tkd Fenice 3. M assimo Vargiu Tkd Terranova
3. D aniel Congiattu Tkd Terranova
Cadetti -37 kg maschile 1. G aetano Cirivello Tkd Sport Academy ianluca Di Lelio 2. G Centro Tkd Ostia 3. M ariano Lai ASD Tiger Eyes 3. F rancesco Mazzola Olimpo Futurama Cadetti -41 kg maschile arco Lo Cacciato 1. M Tkd Sport Academy 2. J acopo Sampaolesi ASD Lions 3. S amuele Marzella ASD Tkd Gionta 3. S imone Di Vaio Olimpo Futurama
Cadetti -45 kg maschile 1. F rancesco Losito ASD Kim Yu Sin 2. G iuseppe Mercurio Tkd Sport Academy 3. F rancesco De Luca Soc Coop Activa Fit iccolò Pittau 3. N Centro Tkd San Sperate Cadetti -49 kg maschile 1. A lessio Parisi CS Canguro 2. P ierpaolo Torcia Young Club Tkd 3. M ichele Di Dia Centro Tkd Pisa 3. L eonardo Piccinini Tkd Competition Cadetti -53 kg maschile 1. V alentino Volante Tkd Terlano 2. C laudio Onofrio Caforio ASD Kim Yu Sin 3. F rancesco Petrosino ASD Bentis 3. D iego Dell’Aquila Tkd Smile
Cadetti -57 kg maschile 1. Daniele Caruso - CS Canguro 2. L uca Gelardi Champions Tkd Lo Iacono 3. F ilippo Giampieri Scuola Tkd Piersanti 3. A lfonso De Marco ASD Bentis Cadetti -61 kg maschile abriele Queirolo 1. G Pol. Città Dei Ragazzi 2. C ristian Pennacchio CS Canguro 3. M attia Firinaiu Tkd Terranova amilo Cristian Zuin 3. C Tkd Città del Piave Cadetti -65 kg maschile 1. D avide Fortunato GS FF.OO. ierluigi Pezzuto 2. P Centro Olimpico Tkd Nuzzo iacomo Carlovich 3. G ASD Astroclub 3. P aolo Morreale Excellent SSD Cadetti +65 kg maschile attia Molin 1. M Tkd Città del Piave 2. C ristiano Clementi Accademia Tkd Clementi 3. G iovanni Luccitti Centro Tkd Celano 3. M arco Naso Combat Team Pagliara
JUNIOR Categorie Femminili Junior -44 kg femminile 1. F rancesca Simula Accademia Arti Marziali 2. S usanne Ueberbacher Tkd Terlano 3. S haron Pia Marangolo Taekwondo In Fiore
TATI
campionati italiani cinture rosse Junior -46 kg femminile 1. Elisa D’Angelo Centro Tkd Ostia 2. Giorgia Brunetti CUS Bergamo 3. Nicole Lagani - ASD Athlon 3. Giulia Sgura Tkd Gold Team Junior -49 kg femminile 1. Veronica Rosetti Pol. Edera Tkd 2. Amal El Monsiri AM Taekwondo 3. Veronica Onnis Centro Tkd San Sperate 3. Silvia Ludovica Guenna Lanterna Tkd Genova
Junior -52 kg femminile 1. Giulia Lorito ASD Kim Yu Sin 2. Maria Taurino All Blacks Taekwondo 3. Giulia De Mattia ASD Lux Martial 3. Federica Dalpozzo Tkd Medicina Junior -55 kg femminile 1. Fabiana Luccarelli Tkd Palagiano 2. Grazia Cadoni Accademia Arti Marziali 3. Ilaria Maria Galeotti Tkd Maestrale 3. Asia Colapinto Aerodance Sport Libertas Junior -59 kg femminile 1. Immacolata Pia Lucente Centro Tkd Corigliano 2. Antonia Pacaccio Tkd Calling Pavia 3. Sophie Ungerer Fabiano Tkd Terlano 3. Rosapia Cirillo Blue World Junior -63 kg femminile 1. Emanuela Graziuso D&F Arabesque
2. Giorgia Frassica New Marzial Mesagne 3. Anna Gaia Ranieri Tkd Maestrale 3. Aurora Pia Sasso ASD Kim Yu Sin
Junior -68 kg femminile 1. Pinar Cetin Oneness Tkd 2. Ida Giugno Accademia Tkd Toscana 3. Chiara Barbolla Centro Tkd Olbia 3. Noemi Wachtler Tkd Terlano Junior +68 kg femminile 1. Alessia De Maio Centro Tkd Ostia 2. Alisia Placidi Tkd Competition 3. Maria Rampelotto Oympic Tkd Bolzano 3. Elenoire Palma Olimpo Futurama
JUNIOR Categorie Maschili Junior -45 kg maschile 1. M atteo Lobuono Tkd Gold Team 2. V alerio Cilurzo Team Donato Tkd 3. A ntonio Gullì ASD Athlon 3. L uca Ricatti Combat Team Pagliara Junior -48 kg maschile 1. R oberto Gavin Tana delle Tigri Tkd 2. A lessandro Gancitano Taekwondo 2000 3. A lan Martini Tkd Team Frugarolo 3. T homas Ciregia Centro Tkd Viareggio
Junior -51 kg maschile 1. Giuseppe Corrao Champions Tkd Lo Iacono 2. Christian Fanelli ASD Kim Yu Sin 3. Michele Pegna Academy Sport Center 3. Mattia Argenio - Tkd Avellino Junior -55 kg maschile 1. Tomas Roberto ATC Warriors 2. Samuele Guardina New Generation Tkd 3. Raffaele Cotugno ASD Kim Yu Sin 3. Gabriele D’Arliano Centro Tkd Viareggio Junior -59 kg maschile 1. Eugenio Monaco - Tkd Smile 2. Antonio Cotugno Scuola Tkd Sirignano 3. Alfonso Riccardo Russello Tkd Sport Academy 3. Jacopo Mauro Olimpo Futurama Junior -63 kg maschile 1. Matteo Diessa Tkd Maestrale 2. Tommaso Penniello Sport Village 3. Alex Visignano Tkd Spezzano Sila 3. Dennis Pugliese Tkd Competition Junior -68 kg maschile 1. Simone Galante Tkd Tigers Padova 2. Francesco Martello New Olimpic Scampia 3. Babacar Ciss - New Action Tkd 3. Andrea Bianchi Centro Tkd Viareggio Junior -73 kg maschile 1. Jacopo Berneschi Tkd Tricolore 2. Samuele Lapertosa ASD Pantere Nere
3. M atteo Marzio Centro Tkd Barcellona 3. C ristian Catena Centro Tkd Montecatini Junior -78 kg maschile 1. Francesco Irco - Tkd Medicina ichele Tanzillo 2. M Centro Tkd Viareggio 3. L eonardo Capobelli Tkd Olympic Ancona 3. T ommaso Festoni Perillo ASD Kim Yu Sin Junior +78 kg maschile 1. A ntonio Sorrentino Tkd Perna 2. C armine Perri Centro Tkd Cosenza 3. R oberto Antonio Di Lauro Pol. Edera Tkd
SENIOR Categorie Femminili Senior -46 kg femminile 1. Giulia Palla - Centro Tkd Pisa Senior -49 kg femminile 1. Maria Piras - Centro Tkd Pisa 2. Maria Elena Porcu Tkd Terranova 3. Domitilla Davoli Hwarang Sporting Club 3. Francheska Irazel Maranan Backlash Academy Senior -53 kg femminile 1. Francesca Olivieri Centro Tkd Pisa 2. Giulia Deevasis Tkd Calling Pavia 3. Gaia Francesca Carvelli Taekwondo In Fiore 3. Chiara Buratto-Tkd Drago Jesolo Senior -57 kg femminile 1. Fabiana De Benedictis Popolare San Lorenzo 57
campionati italiani
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RISULT campionati italiani cinture rosse 2. N adia Hamasse Taekwondo Lupi 3. Carola Deevasis - ATC Warriors 3. Nour El Houda Ikhelef ASD Crossfighters Senior -62 kg femminile 1. Elisabetta Nestovito Blue World 2. Mariana Arduca Rondao Rodrigues - Tkd Competition 3. Federica Laiola D&F Arabesque 3. Silvia Valente Pro Vercelli Tkd Evolution Senior -67 kg femminile 1. Desiree Manzo Tkd Olimpic Cattolica 2. Carmelina Mazzeo Tana Delle Tigri Taekwondo Senior +73 kg femminile 1. Maria Di Francesco Taekwondo Yon
SENIOR Categorie Maschili Senior -54 kg maschile 1. Fabio D’Elia Torino Tkd Union 2. Pasquale Piscitelli Accademia del Taekwondo 3. Luigi Pagliarani - Pol. Pozzuoli Senior -58 kg maschile 1. Oleksandr Shurdak Blue World 2. Marco Bonanni Centro Tkd Pisa 3. Akram Mrida - Tkd Ozzano 3. Michele Grella - Lux Martial Senior -63 kg maschile 1. Alessandro Frattesi Soc Coop Activa Fit 2. Agostino Alessandro Clemente Club Europa 58
3. Pasquale Bergamene Olimpo Futurama 3. Michael Casadei Team Chiriatti Martano
Senior -68 kg maschile 1. Ayoub Sadid -Tkd Tricolore 2. Andrea Costantino Hornets Tkd 3. Andrea Marrella Tkd Sport Academy 3. Nicola Rosetti Pol. Edera Tkd
Senior -74 kg maschile 1. Domenico Piepoli Tkd Fisic Center 2. Matteo Donati - Tkd Leonessa 3. Mirko Petrolito Taekwondo Yon 3. Gabriele Calandrino Tkd Sport Center Senior -80 kg maschile 1. Luca Bevilaqua Tkd Club Schio 2. Federico Viola Team Tkd Trinacria 3. Paolo Felice Zara CS Canguro 3. Giovambattista Barberio Taekwondo In Fiore Senior -87 kg maschile 1. Mirko Garfagnini Centro Tkd Viareggio 2. Mattia Castellin ASD CittĂ del Piave 3. Andrea Simonella Tkd Drago Jesolo 3. Michele Di Caprio Centro Tkd Ispanico Senior +87 kg maschile 1. Vincenzo Giaquinto Tkd Avellino 2. Ndiaye Fallou Real Tkd Milano 3. Alesandro Luca Real Tkd Milano 3. Vitantonio Alberga ASD Kim Yu Sin
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Italia's Got Talent 2020
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GOLDEN BUZZER Sarebbe stata finale per il World Taekwondo Demo Team
Testo di Alice Maestri Foto FITA
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talia’s Got Talent è uno dei talent show più popolari in Italia. Giunto alla sua decima stagione, lo spettacolo è seguito da milioni di persone in tutto il mondo. Il programma di casa Sky è tornato con una giuria parzialmente rinnovata e con un regolamento leggermente diverso. Le audizioni del programma trasmesse al pubblico dal 15 gennaio sono state girate lo scorso settembre ad Avellino, Milano e Vicenza. Sul palco sono arrivati artisti da ogni parte d’Italia e di ogni categoria: acrobati, crew di danza, musicisti, comici, animali talentuosi, rumoristi e atleti. Ciascuno di loro ha messo in sce-
na le proprie capacità cercando di stupire la giuria, giocando le proprie carte migliori e noi, non potevamo mancare. Questa avventura è partita col botto e una pioggia di coriandoli dorati per il taekwondo. Nella prima puntata infatti il World Taekwondo Demonstration Team insieme ai ragazzi della Nazionale Italiana poomsae - Martina Pengue, Michelangelo Sampognaro e Davide Turilli - impressionano i giudici e ricevono il primo Golden Buzzer della nuova edizione in onda su Sky Uno e TV8. A schiacciare l’ambitissimo pulsante d’oro è stata la regina dei
talent, Mara Maionchi. Lo show che ha lasciato con il fiato sospeso sia i quattro giudici - Mara Maionchi appunto, Federica Pellegrini, Joe Bastianich e Frank Matano - sia il pubblico presente in studio e quello che seguiva la trasmissione da casa, ha subito ricevuto centinaia di like e fatto altrettante condivisioni con il video pubblicato sulla pagina ufficiale del programma. La performance eseguita perfettamente tra volteggi, salti, rotture e calci acrobatici si sussegue al tour italiano della primavera scorsa che li ha visti protagonisti nel nostro Paese da nord a sud sino a fare capolinea a Roma, il 6 giugno, dove a Piazza di Spagna si è svolta la cerimonia di apertu-
ra del World Taekwondo Grand Prix Roma 2019. La loro esibizione ha stupito quindi l’intera platea, i giudici e persino la conduttrice Lodovica Comello che ha espresso parole d’elogio nel suo angolo di backstage, dimostrando ancora una volta che il taekwondo non è solo uno sport da combattimento ma anche una disciplina avvincente e accattivante. Mara Maionchi premia la squadra di Taekwondo sia per l’indiscutibile bravura e preparazione atletica, sia per la loro lodevole iniziativa presentata all’inizio dell’esibizione come fondazione umanitaria, che nel 2016 ha 61
Italia's Got Talent 2020
Italia's Got Talent 2020 avuto uno dei momenti simbolici più significativi al Campo Rifugiati della Croce Rossa di Roma e si è concluso ad Amatrice, dove è stata vissuta un’esperienza straordinaria insieme alle istituzioni locali e, sopratutto, insieme a centinaia di bambini fortemente provati dal terremoto che colpì il Centro Italia nel 2016 e 2017, insegnandoci che lo sport non è solo competizione, ma può diventare uno strumento per aiutare il prossimo e rappresentare una grande opportunità di crescita. Nel momento di maggior acclamazione del pubblico e dei
giudici è stato srotolato uno striscione con la scritta: «La pace è più preziosa del trionfo», un messaggio di pace per tutta l’umanità che non ha lasciato dubbi a Mara Maionchi sul giudizio, Golden Buzzer e finale. Finale prevista per lo scorso 6 marzo in diretta televisiva ma alla quale i ragazzi non hanno potuto partecipare. La Federazione Italiana Taekwondo, in vista di quest’ultima performance aveva convocato a Roma anche 60 atleti provenienti da tutta la penisola per aprire
l’esibizione del Demo Team: vetrina d’eccellenza per far conoscere e parlare del nostro sport. Tuttavia, a causa dell’emergenza sanitaria mondiale causata dal Covid-19 che sta preoccupando tutti nelle ultime settimane, il World Taekwondo Demonstration Team non è riuscito a raggiungerci per esibirsi sul palco della finale. Il giorno prima della loro partenza per Roma, un decreto informava tutti - e a malincuore - che, per prevenire l’epidemia e il propagarsi del contagio, chiunque provenisse dai Paesi a rischio, tra i quali la Corea del Sud, sarebbe stato messo in isolamento preventivo per 14 giorni. Inutile ogni tentativo: la squadra coreana non ha modo di partecipare, conseguentemente anche lo spettacolo d’apertura è stato annullato per via del regolamento del talent che non consente alcuna esibizione sul palco se non quelle dei finalisti. Si conclude con il dispiacere di tutti ma con la certezza di uscire da questo momento, vittoriosi, come sempre.
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Corsi Insegnanti Tecnici
Corsi Insegnanti Tecnici
A scuola di
Taekwondo A Formia gli annuali appuntamenti con i maestri. Quest’anno con l’eccezionale presenza del procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho Testo di Eraldo Marcelli Foto di Roberto Di Tondo
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l coraggio in tutte le sue declinazioni. Il coraggio che non cancella la paura ma l’addomestica, permettendo di vincerla. Il coraggio che rende eroi nelle grandi imprese, ma anche nelle piccole cose di ogni giorno. Il coraggio di costruire il proprio futuro, di darsi un obiettivo e raggiungerlo nonostante i sacrifici che questo comporta. Grazie alla presenza di Federico Cafiero De Raho i corsi nazionali per maestri e istruttori di taekwondo organizzati a Formia quest’anno hanno travalicato i loro tradizionali confini, trasformandosi in una lezione di vita capace di superare i limiti dello sport strettamente inteso. Il procuratore nazionale antimafia ha voluto subito chiarire che il suo legame con il taekwondo è autentico: “ho la cintura nera ad honorem”, ha spiegato, “e le mie due figlie lo praticano”. Secondo De Raho “le arti marziali sono una scuola di legalità, di
sacrifici e di impegno. Aiutano a rafforzare soprattutto la mente: oltre che fisicamente, si è forti nel pensiero, nel senso che si ha consapevolezza di poter operare e raggiungere l’obiettivo con l’impegno e il sacrificio”. Un messaggio comune a tutti gli sport, ma in particolare a quelli di combattimento. E’ stato lo spirito sportivo, secondo quanto riferito dal procuratore, a insegnargli il valore del sacrificio, permettendogli di arrivare a vincere il concorso
per la magistratura e dunque a realizzare il suo sogno. Il magistrato ha sottolineato che lo sport aiuta a combattere il crimine, perché evita che ragazzi in contesti a rischio possano scegliere l’illegalità. “Lo sport insegna le regole, insegna a convivere con gli altri, insegna la solidarietà, insegna a rispettare la dignità degli altri e quindi migliora i soggetti che sono a rischio in modo da portarli sulla strada della legalità”.
Lo sport insegna le regole, “insegna a convivere con gli altri, insegna la solidarietà, quindi migliora i soggetti che sono a rischio in modo da portarli sulla strada della legalità
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sogno così anima la maggior parte di coloro “Unche hanno preso parte ai corsi di Formia, una due giorni densa di lezioni e approfondimenti ”
in definitiva, “Laè ilsoluzione, coraggio, lo stesso
che spinge un giovane atleta ad inseguire un sogno sin da bambino 66
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Concetti che non suonano nuovi agli appassionati di taekwondo: il rispetto delle regole e la lealtà nei confronti dell’avversario sono tra i valori fondamentali della disciplina coreana. Lo sport, impregnato di spirito olimpico, immunizza dal virus dell’illegalità, trasformando i nemici in avversari e gli amici in compagni ed alleati. Eppure oggi lo sport rischia di trasformarsi da arma contro le mafie a preda dei clan. “Le mafie”, ha spiegato il procuratore “sono entrate anche nello sport, in particolare nel mondo del calcio”. I tentacoli della malavita agiscono in vario modo, dal bagarinaggio alle interferenze negli incontri, fino alle relazioni pericolose instaurate da esponenti della camorra con alcuni calciatori. A volte le mafie cercano anche di acquisire società sportive minori capaci di creare consenso nei luoghi dove operano. “L’antidoto a tutto questo”, dice Cafiero De Raho, “sono le regole e chi opera nello sport deve ancora di più reagire alle situazioni che creano scorrettezze”. Le regole suscitano fiducia nel sistema e in sé stessi. E lo sport, che si pratica in un quadro di regole precise, ottiene lo stesso effetto. Lo sport rende imbattibili: “io mi sento imbattibile, perché credo molto nell’organizzazione alla quale ap-
partengo e ho sempre pensato che è la mafia a dover avere paura di me, non il contrario. Io sono lo Stato, e lo Stato non può mai perdere. La mafia è un male che potrebbe essere sradicato se solo ci unissimo tutti insieme, è impossibile quindi averne paura. Lo sport in questo è stato fondamentale: voi atleti non avete paura, imparate a lottare tutti i giorni osservando le regole e questo insegnamento lo portate anche nella vostra vita”. La soluzione, in definitiva, è il coraggio, “lo stesso che spinge un giovane atleta ad inseguire un sogno sin da bambino, quello di partecipare alle Olimpiadi e, perché no, di vincerle”. Un sogno così anima la maggior parte di coloro che hanno preso parte ai corsi di Formia, una due giorni densa di lezioni e approfondimenti, svolti in palestra così come in aula. Oltre all’intervento del procuratore nazionale antimafia, da segnalare i moduli teorici sulla pratica sportiva nell’età evolutiva, quello sull’attenzione e gli stili di apprendimento e quello sulla comunicazione. Ampio spazio, come di consueto, agli aggiornamenti sul regolamento, curati dall’Ufficiale di gara Ayman Al Halwani. Grande entusiasmo, poi, per il demo team della World Taekwondo, che ha tenuto delle lezioni incentrate sulla tecni-
ca e il Freestyle. Chakir Chelbat, presidente della commissione Paralimpica della World Taekwondo, ha dedicato il suo intervento al regolamento arbitrale nelle competizioni di Parataekwondo. Il presidente della Fita Angelo Cito ha preso la parola per illustrare ai corsisti i progetti federali in svolgimento, gli eventi futuri e le tappe in programma in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020. A Formia quasi 230 tesserati si sono messi alla prova per diventare i coach del domani. “Come futuri Insegnanti Tecnici”, ha ricordato loro Cito, “avete la responsabilità più grande, quella di lavorare con i giovani facendoli innamorare del nostro sport”. Sarà un amore a prima vista, ne siamo sicuri.
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Federazione Italiana Taekwondo Organigramma Presidente Cito Angelo Consiglio Federale Flotti Giuseppe Brizi Stefano Davalli Angelo Dellino Giuseppe Trovarelli Antonio Ragona Lorenzo Consiglio Federale in rappresentanza degli Atleti Molfetta Carlo Nolano Claudio Consiglio Federale in rappresentanza dei Tecnici Chiodo Salvatore Collegio dei revisori dei Conti Loioli Renato Segretario Generale Campo Massimiliano Presidente Onorario Park Young Ghil Federazione Italiana Taekwondo Viale Tiziano, 70 - 00196 ROMA Tel. +39 0687975111 Fax. +39 063233673 sport@taekwondoitalia.it www.taekwondoitalia.it twitter: @taekwondofita Comitati regionali Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio Liguria Lombardia Marche Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino-Alto Adige Umbria Veneto
Ennio Cotturone Tommaso Petrelli Giancarlo Mascaro Domenico Laezza Maria Giovanna Chiappelli Giovanni Lucchese Marcello Pezzolla Laura Toma Stefano Ferrario Marco Porcarelli Edoardo Greco Martino Montanaro Ornella Zucca Pietro Cannizzo Domenico Mazzocca Markus Zadra Roberto Lodi Moreno Zanotelli
Taekwondo the olympic dream n. 1 - 2020 Registrazione al Tribunale di Roma n. 488/2010 del 31/12/2010 Editorialista: Angelo Cito Direttore responsabile: Marco Alcini Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Colonna, Eraldo Marcelli, Alice Maestri, Chiara Soldi, Luigi Fattizzo. Fotografi e grafica Roberto Zazzara, Enrico Mascheroni, Roberto Di Tondo, Andrea Monachello, Denis Secretev, Amandine Lauriol, Elis Hobdari, Marica Morzilli. Progetto grafico e impaginazione Adversign Srl Piazza dei Carracci 1- tel. 06 39721986 info@adversign.it - www.adversign.it Versione digitale
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Federazione Italiana Taekwondo www.taekwondoitalia.it