Equinozio
Domenica 22 settembre, con l'equinozio d'autunno, abbiamo salutato l'estate e dato il benvenuto alla stagione più mite, prima che il solstizio del 21 dicembre ci porti nel cuore dell'inverno. Due stagioni con un fascino tutto particolare hanno ispirato questa ottava edizione della rivista T.
In apertura, abbiamo voluto rendere omaggio ad Alexis de La Falaise (1948-2004). Raffinato designer che, agli albori del nuovo millennio, ha rivisitato i modelli classici Tectona per esaltarne le linee. Tectona gli deve la creazione di Biblos, una libreria divenuta emblematica per l'originale bellezza della sua forma.
La saga della nostra acclamata collezione 1800 prosegue, consolidando la sua reputazione grazie a collaborazioni prestigiose, come quella con Hugo Toro per Mas Candille. Questo hotel a 5 stelle nei pressi di Mougins è stato appena rinnovato dal giovane architetto franco-messicano. Qui i toni rossastri dei mobili, dei pavimenti e delle pareti sono in perfetta armonia con il sole, sia in estate che in inverno.
A giugno, Villa Noailles ci ha accolto per la seconda edizione del Prix Tectona Design Parade. Gabriel Hafner era tra i dieci giovani designer selezionati per progettare un tavolo. Facilmente trasportabile, la sua creazione presenta una base pieghevole e un piano che ricorda un materassino da spiaggia. Quest'ultimo, realizzato in tessuto e fibra di legno, si srotola come una tovaglia da picnic.
Apriamo le porte del nostro Atelier e ti sveliamo i segreti della collezione 1800, una delle più amate sin dalla sua creazione nel 2006. Realizzata in alluminio, ha guidato l'Atelier verso la formulazione
dell'esclusivo grigio-blu che ci contraddistingue. Ispirata allo stile Direttorio, la struttura classica di 1800 incanta per la sobrietà degli ornamenti, realizzati dal nostro Atelier con tecniche tradizionali di scultura e modanatura.
Poi facciamo tappa al Bois des Moutiers a Varengeville-sur-Mer. Il recente restauro, guidato da Madison Cox e voluto da Sophie e Jérôme Seydoux, lo ha riportato a nuova vita, rendendolo una meta imperdibile per gli amanti dei giardini. La principale sfida di questo restauro è stata riscoprire l'anima del giardino, creato nel 1898 da Guillaume Mallet. Ogni fase è stata caratterizzata da un senso di umiltà e rispetto per la sua storia al fine di assicurarne la bellezza alle generazioni future.
Tra i gioielli culturali che accolgono i mobili Tectona, spicca la Fondation Bemberg, all'interno dello storico Hôtel d'Assézat di Tolosa. Questa splendida cornice custodisce un patrimonio artistico che spazia dalla fine del XV secolo alle avanguardie del XX secolo. Come al Musée Picasso di Parigi, la panca Muse, progettata da Isabelle Baudraz e pubblicata da Tectona, offre una pausa lungo il percorso.
Infine, la nostra selezione di mobili ti invita a immergerti nella quiete dell'autunno e dell'inverno, lasciandoti avvolgere dal calore del focolare o dalla magia dei paesaggi innevati.
Scoprire attraverso le pagine
Di Alyette Debray Fotografie di Jean-Marc Palisse
Designer poliedrico, con una maestria particolare nella lavorazione del legno, ha collaborato più volte con Tectona. Tra le sue creazioni più iconiche, spicca la libreria piramidale Biblos, un progetto degli anni 2000 che è diventato un pezzo forte delle nostre collezioni.
La vita è spesso piena di incontri meravigliosi. E la collaborazione di Tectona con il designer Alexis de La Falaise ne è un esempio. Risale ai primi anni 2000, quando Arnaud Brunel acquisì il marchio, fondato nel 1977 e specializzato in arredi per esterni. Alexis de La Falaise si rivela un ragazzo meraviglioso. Raffinato, gentile, discreto e modesto. "Aveva un'eleganza naturale e un grande senso del colore", ricorda Arnaud Brunel.
IL SENSO DELLA PERFEZIONE
L'artista, nato a Londra nel 1948 e morto nel 2004, aveva studiato in Inghilterra e poi negli Stati Uniti. Dalla cucina ai campi, dal legno al design: il suo percorso professionale lo ha portato da umili mestieri di artigiano a diventare un affermato designer e architetto d'interni. Questa straordinaria versatilità ha conferito alle sue creazioni un'anima unica e multiforme. Faceva particolare attenzione ai dettagli, sia nelle finiture (intarsi, dorature) sia nella scelta dei materiali (noce, sicomoro, cuoio). "Dal giorno in cui mi è stato dato un kit di attrezzi, ho sempre amato lavorare con il legno. Da adulto, ho sempre preferito l'autodidattismo, studiando da solo e allestendo un piccolo laboratorio ovunque mi trovassi", confidò a Le Figaro negli anni Novanta.
COLLABORAZIONI PRESTIGIOSE
La sua prima collezione di mobili, presentata nel 1990 alla galleria Cour Intérieure, aveva rivelato tutto il suo talento, proiettandolo verso collaborazioni con i più grandi nomi del settore: stilisti come Kenzo e Diane von Fürstenberg, artisti come Mick Jagger ed Eric Clapton, interior designer come Jacques Grange e David Mlinaric. "Oppure Inès de La Fressange, per la quale ha decorato diverse boutique", racconta Arnaud Brunel.
UN RICCO CONTRIBUTO
Con Tectona, ha dato inizio a un percorso di rinnovamento dei classici della maison, affinandone le linee per un'eleganza più contemporanea. Ha rivisitato l'iconica collezione di mobili in teck di Goa, reinterpretando lo stile Arts & Crafts e valorizzando l'antica arte dell'ebanisteria. Ha poi arredato la storica boutique di rue du Bac a Parigi, prima di progettare Biblos, una libreria girevole in teck verniciato satinato.
UN PEZZO SENZA TEMPO
Biblos ha resistito alla prova del tempo, affermandosi come un classico intramontabile nella collezione Tectona. Ispirandosi al Tempio degli Obelischi, scoperto durante un viaggio in Libano, Alexis de La Falaise ne ha tratteggiato le linee con un tocco visionario. La sua forma piramidale la rende ideale per ospitare una vasta gamma di volumi, dai grandi e pregiati ai più classici. Amante della letteratura, il designer rende qui omaggio alla Biblioteca di Alessandria, faro spento dell'antichità, ma la cui luce continua a brillare nei secoli.
LA SUA INTERPRETAZIONE DEL CONCETTO DI ETERNITÀ
Come amava ripetere Alexis de La Falaise, il suo obiettivo era "creare oggetti moderni destinati a diventare oggetti antichi, trascendendo l'effimera produzione di massa contemporanea per dare vita a pezzi unici, destinati a durare e a essere tramandati di generazione in generazione". "Cerco di immaginare mobili che resteranno nelle famiglie per almeno un secolo": queste parole riassumono lo spirito della libreria Biblos. Un'opera che ha superato la prova del tempo
La visione da sogno del Sud di Hugo Toro
Di Elsa Cau Fotografie di Matthieu Salvaing
L'ultimo progetto alberghiero del giovane architetto e interior designer Hugo Toro è un sogno a occhi aperti che fonde l'anima californiana con l'eleganza della Costa Azzurra. Dagli interni più intimi ai momenti di puro relax sotto il sole, ogni dettaglio è un invito a un'estate indiana senza fine.
UNA VILLA CALIFORNIANA SULLE COLLINE DELLA PROVENZA
Qui il tempo pare sospeso. Un grande cancello in ferro battuto si apre su un viale di ulivi. Sulle dolci colline di Cannes, adagiato tra i pini secolari e con lo sguardo rivolto alle verdi vallate di Grasse, Mas Candille offre un panorama mozzafiato. Il giovane talento franco-messicano Hugo Toro, già noto per la ristrutturazione di Villa Albertine a New York e ora impegnato nel progetto Orient Express La Minerva a Roma, ci svela la sua visione per il suo primo progetto alberghiero. Le influenze provenzali e californiane si fondono in un'armonia calda e solare. Un'armonia di marmo rossastro, pelle morbida e legno di quercia, impreziosita da raffinate sfumature verde acqua, caratterizza le 21 camere e le aree comuni di questo esclusivo hotel a 5 stelle.
IL PRIMO PROGETTO ALBERGHIERO DI HUGO TORO
Delle antiche stanze dell'hotel non rimane quasi traccia: Jean-Philippe Cartier e la famiglia Courtins-Clarins hanno deciso di reinventare completamente gli spazi. Hugo Toro ha avuto l'opportunità di esprimere la sua creatività a 360 gradi, dalla concezione degli spazi alla scelta di ogni singolo elemento d'arredo. Molti dei mobili sono infatti di sua invenzione, mentre oggetti antichi, sapientemente selezionati, arricchiscono ogni angolo dei locali. Dalla trama dei tappeti ai momenti catturati dalla sua macchina fotografica, la mano dell'architetto è presente in ogni dettaglio. La sfida? Creare l'arredamento di un hotel senza tempo, capace di accogliere gli ospiti in ogni stagione, dalle lunghe serate invernali trascorse al tepore del camino alle rilassanti giornate estive sulla spiaggia.
CLASSICITÀ SENZA TEMPO IN RIVA AL MARE CON TECTONA
Un'attenzione particolare è stata riservata alla valorizzazione del paesaggio. Una vera chicca: una piscina a forma di fagiolo che evoca l'atmosfera hollywoodiana. L'hotel vanta due piscine: una, interna/esterna, è stata progettata dall'architetto per la spa Clarins e prende il nome di Glow House. L'altra, invece, è un'originale piscina dalla caratteristica forma anni '60 che si affaccia su un panorama mozzafiato. Per completare il quadro, a metà strada tra il glamour vintage della California e la rilassata eleganza della Costa Azzurra, Hugo Toro ha scelto la collezione 1800 di Tectona in nero per decorare splendidamente il bordo della piscina, con sedie a sdraio e guéridon in stile Direttorio. Un classicismo elegante e rilassante che ti farà sentire, per un attimo, come in una fotografia di Slim Aarons.
LETTINO
COLLEZIONE 1800
2 370 € 220 × 75 cm
Nero opaco Grigio-azzurro
GUÉRIDON
COLLEZIONE 1800 760 € Ø 60 cm
Nero opaco Grigio-azzurro
A Villa Noailles, capolavoro modernista di Robert Mallet-Stevens sulle colline di Hyères, va in scena il secondo capitolo del Tectona Design Parade Prix, il premio dedicato ad una nuova generazione di progettisti.
NEL SEGNO DELLA MODERNITÀ
Era appena ventiseienne Gabriel Guévrékian quando Robert Mallet-Stevens, su consiglio di Charles e Marie-Laure, visconti de Noailles, gli affidò il progetto del giardino della celebre residenza sulle colline provenzali: fu così che Guévrékian trasformò, con un po’ di audacia e spregiudicatezza, un terreno brullo in un dipinto cubista, lasciando un segno indelebile nella storia del giardino moderno. Ripercorrendo la vocazione al talento e la passione di Charles de Noailles per il giardinaggio, Tectona ritorna al festival Design Parade con il premio che sostiene le giovani promesse del design e promuove la ricerca di nuovi modi di vivere en plein air: “tutti amiamo vivere all'aria aperta - ricorda Blanche Aloisi-de Crépy, Direttore Generale di Tectona -, e vi confesso che non smette mai di sorprendermi notare come la maggior parte delle immagini che le persone amano condividere dei loro momenti più felici siano realizzate all’aperto. Questo significa che è importante creare degli oggetti senza tempo nel loro design ma anche durevoli, resistenti, capaci di passare da una generazione all’altra”.
UN TAVOLO PER ABITARE LA NATURA
Per la seconda edizione del Tectona Design Parade Prix i dieci designer in concorso sono stati invitati ad immaginare un prototipo di un tavolo da esterno: un unico vincolo, utilizzare un metallo o un materiale naturale imputrescibile in grado di resistere al tempo. A sorprendere la giuria presieduta da Fabien Cappello e guidata dalla consulenza tecnica di Jean-Yves Grandfils, direttore del laboratorio Tectona e Meilleur Ouvrier de France, è la maquette del designer franco svizzero Gabriel Hafner, classe 1995 e una laurea all’ÉCAL di Losanna. Nella proposta di un pranzo estivo Hafner ha scelto di ricreare l’atmosfera di un picnic sull’erba: “non volevo creare un altro tavolo e così sono sono partito dall’idea di una stuoia per pranzare sul prato; dato che proporre
semplicemente una tovaglia da picnic non era sufficiente, ho pensato, perché non portarla all’altezza del piano? Con due cavalletti, una stuoia in legno e corda intrecciata, il tavolo hapreso subito forma. E ciò che più mi piace - conclude il designer - è l’idea che si possa arrotolare e srotolare con un unico movimento”.
Come afferma Aloisi-de Crépy, Hafner è in grado di progettare un mobile da giardino ma soprattutto di immaginare uno spazio a partire da un oggetto: “questa idea di poter trasformare un giardino così velocemente e grazie ad un prodotto di grande qualità, mi è piaciuta all’istante. Il suo tavolo è “fluido”, leggero, flessibile, porta con sé un approccio al progetto contemporaneo e delicato che abbraccia i valori di Tectona”.
In alto: il progetto vincitore.
La panca in stile Direttorio acquisita da Tectona nel 2004 ha dato vita a una gamma ormai emblematica: la collezione 1800. Ti sveleremo i misteri dietro la sua creazione.
GENESI DELLA COLLEZIONE 1800
Questa panca proviene dalla casa della celebre decoratrice Madeleine Castaing (1894-1992) a Lèves. Lo stile neoclassico dell'opera rimanda al raffinato Directoire, che ha lasciato un'impronta indelebile sui mobili prodotti tra il 1789 e il 1803. Con richiami all'estetica classica, questi mobili presentavano forme essenziali, arricchite da decorazioni discrete e sofisticate al contempo. La sobrietà del suo design ispirò la collezione 1800, i cui primi esemplari furono prodotti due anni dopo.
DAL FERRO BATTUTO ALL'ALLUMINIO: L'APPROCCIO CONTEMPORANEO
Mantenendo l'estetica classica della panca, la struttura è stata alleggerita e modernizzata, passando dal tradizionale ferro battuto all'alluminio. Questo metallo, oggetto di studio dell'Atelier Tectona, è tre volte meno denso del teck, rendendolo perfetto per mobili leggeri e maneggevoli. Ha anche il vantaggio di essere impermeabile e resistente alla corrosione.
GRIGIO-BLU: IL COLORE TECTONA
Con l'alluminio, la collezione 1800 arricchisce la palette di colori a partire dal 2006. La colorazione duratura e la resistenza agli urti sono ottenute grazie alla termolaccatura: un processo che prevede l'applicazione elettrostatica di una vernice in polvere sul metallo, seguita da una polimerizzazione a 200 °C in forno. Traendo ispirazione dai colori storici inglesi, l'Atelier Tectona ha creato una sofisticata tonalità grigio-blu, diventata in breve tempo la firma del Marchio, cui si è affiancato, qualche anno più tardi, un elegante nero.
SCOLPIRE LE DECORAZIONI: L'ARTE DI INCIDERE LA BELLEZZA
La collezione 1800, contraddistinta da linee rigorose, è impreziosita da raffinati dettagli decorativi: motivi floreali e ad anelli decorano le giunzioni in alluminio, mentre i braccioli di poltrone e sedie sono caratterizzati da eleganti colli di cigno stilizzati. A seconda del modello, il legno di tiglio viene finemente intagliato per creare ogni elemento decorativo, il quale viene successivamente impresso nell'elastomero. Attraverso la tecnica della cera persa, si ricava poi uno stampo metallico a due parti. Una volta colato l'alluminio fuso, si procede alla rimozione dello stampo e alla finitura delle superfici.
1800, UNA COLLEZIONE ADATTA A UN'AMPIA GAMMA DI AMBIENTI
Dalla tradizione al futuro: un arredo per esterni versatile, resistente alle intemperie e di design, perfetto per chi cerca bellezza e praticità in ogni ambiente.
× 53 cm
Nero opaco Grigio-azzurro
Acquisito da Sophie e Jérôme Seydoux nel 2020, il Bois des Moutiers, vasto parco di Varengeville-sur-Mer (Normandia), è stato recentemente oggetto di un attento restauro, affidato al paesaggista statunitense Madison Cox.
MADISON COX: “LO HA VOLUTO IL DESTINO...”
Chi avrebbe mai immaginato che Madison Cox sarebbe tornato al Bois des Moutiers quasi quarant'anni dopo la sua prima visita nel 1982? Allora incontrò Mary Mallet, nuora del creatore del sito, Guillaume Mallet, che si era dedicata anima e corpo a far rinascere il giardino a partire dal 1954, dopo la lunga pausa e i danni della Seconda Guerra Mondiale. Già dalla sua prima visita, e ancor più dalla seconda nel 1992, aveva intuito che il Bois des Moutiers era un luogo speciale, quasi dotato di un'anima. Un'impressione che si è rafforzata nel maggio 2019, quando è stato chiamato a guidarne la rinascita, come se il destino lo avesse condotto proprio lì.
L'ANIMA DI UN GIARDINO
Che cosa dà vita a un giardino? L'abbraccio delle conche, la danza delle pianure, la generosità del suolo e il bacio del sole: una sinfonia naturale che, nel 1898, incantò Guillaume Mallet, spingendolo a farne la sua dimora. La sfida iniziale non era facile. A nord, lo sguardo si perdeva in un infinito mare, sovrastando un'ampia vallata. A sud, un panorama più intimo si apriva, attraversato dalla strada che conduceva alla casa. Fu proprio questa situazione che spinse il celebre architetto britannico Sir Edwin Lutyens e la sua talentuosa collaboratrice Gertrude Jekyll a concepire giardini dal carattere marcatamente architettonico sul lato sud, dove imponenti muri delimitano vere e proprie stanze verdi, anticipando l'imponente struttura della casa. Dall'altro lato, verso il mare, Guillaume Mallet aveva lasciato che la natura selvaggia prendesse il sopravvento, creando un paesaggio informale in stile inglese. Sfruttando l'acidità del terreno, aveva piantato vaste distese di azalee e rododendri, che hanno reso il Bois des Moutiers celebre in tutto il mondo. Nel corso degli anni, nonostante lo spirito originario fosse intatto, il giardino aveva accumulato diversi problemi che ne minacciavano la sopravvivenza. Un restauro completo si rese indispensabile dopo il passaggio di proprietà.
UN LAVORO DI RESTAURO RISPETTOSO
Data la forza intrinseca del parco, "più forte dell'ego di ogni individuo" come sostiene Madison Cox, lui, Sophie e Jérôme Seydoux sentirono l'imperativo di approcciare il progetto con profonda umiltà. Onorare e preservare divennero così i loro principi guida. Per preservarlo, è stato necessario un lavoro preliminare, approfondito e spesso invisibile. La longevità delle piantagioni è spesso legata alla qualità del terreno e al suo drenaggio, specialmente in zone collinari e umide come la Normandia. Per questo motivo, il primo passo del progetto è stato quello di ripristinare il sistema di drenaggio e creare riserve d'acqua. In un parco antico come il Bois des Moutiers, si è proceduto dapprima a un'attenta valutazione
dello stato di salute degli alberi. Questo primo passo è stato fondamentale per decidere quali alberi dovessero essere rimossi, quali conservati e, per questi ultimi, quali interventi di potatura fossero necessari per garantirne la stabilità e la longevità. In terzo luogo, per valorizzare la posizione privilegiata del parco sul mare, si è ripristinata una vista panoramica sull'oceano, proprio nei prati dove Monet trovava l'ispirazione per i suoi capolavori.
NUOVE PIANTUMAZIONI E PROGETTI PER IL FUTURO
I lavori di restauro sono stati integrati da un'ampia campagna di riforestazione, sottolineando la volontà di mantenere il Bois des Moutiers come un ecosistema dinamico e in continua trasformazione. Un'esplosione di verde ha trasformato l'ex orto: un intricato labirinto di tassi, filari di alberi da frutto a traliccio, la delicata collezione di aceri giapponesi e una rigogliosa piantagione di salici offrono ora un percorso sensoriale unico. La vista sul mare, incorniciata dai salici, completa l'esperienza. Si è optato, inoltre, per non incrementare la collezione di rododendri, giudicata già molto rappresentativa del periodo di impianto e non contaminata dalle numerose nuove cultivar introdotte negli anni Sessanta.
Grazie al meticoloso lavoro di restauro condotto da Madison Cox, in collaborazione con Fabien Caumont, Erik Moraillon e Guillaume Proust, il Bois des Moutiers ha riaperto le porte al pubblico. Un lavoro svolto con cura e nel rispetto dei principi fondanti del parco: piantare con parsimonia e operare con cura e senza fretta. Con visite guidate e un impegno costante per la valorizzazione del giardino, il futuro del Bois des Moutiers si presenta ricco di promesse, in linea con la visione dei suoi creatori. Un ringraziamento speciale va a Sophie e Jérôme Seydoux, grazie ai quali possiamo oggi ammirare nuovamente uno dei più bei esempi di giardino francese "all'inglese".
Sceglie le sue panche...
Di Pierre Léonforte
Fotografie di la Fondation Bemberg
LA FONDATION BEMBERG: UNA VITA DI CAPOLAVORI
Tolosa. Città rosa e mattoni rossi. È qui che Georges Bemberg ha scelto di istituire la sua fondazione, inaugurata nel 1995. Nato in Argentina nel 1915 da una famiglia originaria di Colonia e a capo di un impero industriale sudamericano, questo mecenate delle arti, scrittore umanista e occasionalmente drammaturgo, autore di numerose opere pubblicate in Francia, era un collezionista illuminato la cui leggenda vuole che abbia acquistato la sua prima opera (una gouache di Pissaro) all'età di 18 anni. Una formazione di tutto rispetto (letteratura ad Harvard, pianoforte nella classe della grande Nadia Boulanger), un piede a Parigi, l'altro a New York, estati trascorse a Venezia: nel corso del tempo, ha costruito una raffinata collezione d'arte, guidata sempre dall'emozione estetica che ogni opera, dal quadro alla ceramica, riusciva a suscitare. Il risultato è un patrimonio di eccezionale ricchezza, un eclettico insieme di capolavori che spazia su cinque secoli, da Cranach a Bonnard (il suo preferito), passando per Veronese, Van Dyck, Della Robbia, Renoir, Zurbaran, Van Dongen, Dufy, Braque, Sickert e Maillol. E per chi ama i ritratti, non può mancare Clouet con il suo celebre ritratto di Carlo IX. Scomparso nel 2011 senza eredi diretti, Georges Bemberg ha generosamente donato la sua straordinaria collezione d'arte alla sua Fondation. Oggi, le opere sono esposte nelle eleganti sale dell'Hôtel d'Assézat, recentemente restaurato e ampliato.
L'HOTEL D'ASSÉZAT: UN GIOIELLO ARCHITETTONICO
Prima di diventare la sede delle collezioni d'arte della Fondation Bemberg, l'Hôtel d'Assézat ha avuto una storia movimentata. Costruito in puro stile rinascimentale a metà del XVI secolo dall'architetto tolosano Nicolas Bachelier, l'edificio fu commissionato da Pierre II d'Assézat (1515-1581), la cui fortuna dipendeva interamente dalla produzione del guado, l'"oro blu" tanto caro all'industria tintoria occitana. Assézat fu anche tesoriere personale di Éléonore d'Austria, seconda moglie del re Francesco I, e poi capitolare, ma la sua influenza politica fu cancellata dalle Guerre di religione francesi. A causa della sua fede protestante, fu costretto all'esilio a Bordeaux per dieci anni, a seguito della sua espulsione da Tolosa. Solo nel 1572 ottenne la grazia. I suoi discendenti furono proprietari dell'hotel per altri due secoli, finché non passò nelle mani del barone di Puymaurin, che lo ristrutturò nello stile dell'epoca prima di venderlo nel 1791 a una società commerciale specializzata in legni pregiati e oggetti esotici. "Cento anni dopo, nel 1895, il banchiere e mecenate Théodore Ozenne divenne il nuovo proprietario. Nonostante un nuovo restauro, decise di donare il complesso alla città di Tolosa, riunendovi le varie società e accademie culturali allora sparse per la città, tra cui la venerabile Académie des Jeux Floraux, fondata nel lontano 1323. Trascorso un altro secolo, nel 1995 la Fondation Bemberg si è unita al novero delle accademie rimaste. Mattoni rossi e pietra lavorata: l'aspetto complessivo dell'Hôtel d'Assézat è un chiaro esempio di stile rinascimentale. Edificio di grande interesse storico e artistico, è stato recentemente sottoposto a un'importante opera di ristrutturazione tecnica e museografica, affidata all'architetto Philippe Pumain in collaborazione con Jean-Louis Ribière, architetto capo dei Monumenti Storici. Il progetto ha richiesto tre anni di lavoro, culminati con la riapertura al pubblico pochi mesi fa. Il progetto inaugura una nuova era museale, arricchita da spazi espositivi inediti, sotto la guida di Ana Debenedetti, direttrice della Fondazione dal luglio 2022
UNA COLLEZIONE DI COLLEZIONI
Aperta al pubblico nel 1995, la Fondation Bemberg invita a scoprire i suoi tesori, custoditi come in una dimora privata. Percorrere le stanze è come addentrarsi nell'universo intimo di un grande collezionista. Addio, quindi, alle tele appese a file e agli allestimenti standardizzati. Ecco allora una palette cromatica inedita per le pareti e vetrine ripensate che valorizzano la disposizione originaria degli oggetti: al primo piano, la pittura antica dalla fine del XV secolo alla Monarchia di Luglio; al secondo, un percorso dedicato alla modernità e alle avanguardie, con un nucleo di circa trenta opere di Bonnard. Queste due "epoche" sono completate da una collezione di oggetti d'arte francesi e italiani del XVI secolo, affiancati da mobili che spaziano dal Rinascimento al XVIII secolo e da sculture in terracotta e bronzo. Grazie alla politica di acquisizioni della Fondation, presieduta da Alfred Pacquement e ora guidata da Ana Debenedetti, questo corpus di opere è in continua crescita, offrendo un panorama artistico sempre più ampio e raffinato. Con una profonda passione per il Rinascimento italiano, Ana Debenedetti ha maturato una vasta esperienza internazionale, collaborando con prestigiose istituzioni come il Victoria & Albert di Londra, il Musée Jacquemart-André di Parigi e l'Hôtel Caumont di Aix-en-Provence. Sotto la sua sapiente guida, la Fondation Bemberg ospita mostre temporanee nelle nuove sale ricavate al piano terra e nel seminterrato dell'Hôtel d'Assézat. Fino al 24 novembre prossimo, è possibile ammirare una mostra fotografica dal titolo evocativo: "Paradisi latini: le stelle del Sudamerica".
LA SCELTA DELLE PANCHE
L'ECAL, celebre scuola di design svizzera con sede a Losanna, è da sempre all'avanguardia nell'organizzare concorsi e promuovere nuove iniziative. Tra i suoi numerosi progetti, spicca il concorso organizzato per il Musée Picasso di Parigi, volto a progettare innovative sedute per i visitatori e vinto dalla talentuosa designer Isabelle Baudraz con la sua panca Muse, un'opera modulare e impilabile in rovere, realizzata nel 2017 da Tectona. È la stessa panca che, sin dalla riapertura della Fondation Bemberg, accoglie i visitatori per una pausa durante il percorso espositivo. Ana Debenedetti l'aveva notata mentre visitava un punto vendita Tectona. "Solo in seguito l'ho vista al Museo Picasso di Parigi!", ci tiene a precisare.
COLLEZIONE MUSE
1 670 €
110 × 46 cm
COLLEZIONE MUSE
1 220 €
75 × 46 cm
CASSAPANCA ALADIN
Sono previste delle nevicate? La cassapanca Aladin consente di riporre i cuscini da giardino in un attimo. È dotata di una serratura per la chiusura e di un sistema di fermo per evitare che la copertura si chiuda.
CASSAPANCA RETTANGOLARE
4 650 € 132 × 74 cm
1 340 € 64 × 55 cm .01 .02
POLTRONA BRIDGE EXETER
Ideale per rilassarsi con un libro o chiacchierare davanti al fuoco, questa versatile poltrona bridge è progettata per offrirti il massimo comfort sia all'interno che all'esterno della tua casa. La sua generosa seduta è completata da uno schienale sinuoso e avvolgente, la cui leggerezza è data dalla struttura traforata in teck.
POLTRONCINA BRIDGE
DIVANO MODULARE EXETER
Composto da moduli angolari e sedute, questo elegante divano può essere ampliato a seconda delle esigenze. Dedicato al comfort, offre ampie sedute con cuscini accuratamente studiati per un relax senza pari. La sua silhouette mette in risalto la bellezza del teck, qui lavorato in sezioni spesse con, in particolare, le gambe ricavate da un unico pezzo.
La sua sola presenza è sufficiente a conferire un tocco di eleganza all'ambiente circostante. Il suo stile neoclassico, ispirato al periodo del Direttorio, si adatta tanto alla vita all'aperto quanto all'intimità di un salotto. Realizzata in alluminio, le sue linee sono esaltate da un decoro sobrio e discreto. È disponibile in due colorazioni, nera o grigio-blu.
PANCA BASSA EXETER
Tornando da una passeggiata con le racchette o sugli sci, il panorama ci invita a una sosta contemplativa. La seduta profonda e leggermente inclinata di questa panca, abbinata all'altezza dello schienale, anch'esso dolcemente inclinato, invitano a godersi un lungo momento di relax.
2 370 € 180 × 70 cm
POLTRONA A SEDUTA BASSA GOA
Il segreto del comfort di questa poltrona risiede nella sua discreta funzionalità: con un semplice gesto, lo schienale si reclina in due posizioni perfette, una per immergersi nella lettura o in una piacevole conversazione, l'altra per abbandonarsi a dolci sogni a occhi aperti. La profondità dei cuscini trasforma questa poltrona in un'oasi di benessere.
1 800 € 73 × 84 cm
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