Tekneco #2

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TEKNECO EDILIZIA SOSTENIBILE - TECNOLOGIA ECOLOGICA

2 | 2011

spendere per risparmiare — Nuovi incentivi, utenti penalizzati / case history Gallano — Wienerberger — BTicino — Rubner Objektbau — Costruzioni Debiasi — Fassa Bortolo — Bioisotherm / architettura Ritessere il futuro / progetti Mario Cucinella Architects — Brenso Architecture / energia La disfida dei mega impianti fotovoltaici / ambiente Depurare le acque: il filtro è bio / normativa Qui si formano i nuovi professionisti dell’energia sostenibile — Fotovoltaico Puglia: il caos e le attese — Emanata la circolare ministeriale sul decreto salva dia / speciale università I dati di bike sharing a sostegno del potenziamento della ciclabilità urbana — Case passive per il clima mediterraneo: l’esempio di San Vito dei Normanni (Br)

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www.tekneco.it Trimestrale di edilizia e architettura sostenibili, energie rinnovabili e innovazioni applicate all’ambiente

bioedilizia Edifici più sostenibili, quanto


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Da soli si arriva prima, ma insieme si va lontano

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Cav. Lav. Rosario Messina, Presidente di FederlegnoArredo Imprenditore, Presidente Flou Spa



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Tekneco Numero 02 | 2011

Editoriale

di Alessandro Longo

Cambiamento. Il pensiero della sostenibilità vuol dire, in fondo, anche questo: accettare il cambiamento come ineludibile richiesta del mondo esterno. Il biglietto che noi tutti dobbiamo pagare, per traghettarci verso quell’orizzonte sognato per noi e i nostri figli. Cambiare noi stessi, farci cambiamento, per poterlo raccontare: è uno spirito che impone coerenza. Quella stessa che vi porta adesso nelle mani una rivista mutata nel corpo e nell’anima. Il nuovo stile grafico che vedete non è un abbellimento superficiale, ma si accompagna a un ripensamento dei mezzi e degli obiettivi con cui vogliamo narrare la sostenibilità. Tekneco cambia, perché adesso è più focalizzato: parla a chi la sostenibilità la vive come pane quotidiano. Per questo motivo ora trovano spazio nelle nostre pagine anche esempi di progetti e case history di ecocostruzioni: per mostrare una via concreta verso il futuro, dettagliata e tecnicamente approfondita. Cambia così anche la distribuzione, ora più mirata ai lettori interessati a questi temi. Nel loro brutto linguaggio d’altri tempi, gli addetti del marketing direbbero che abbiamo affinato il “target”, parola evocatrice di strumenti bellici di puntamento tutt’altro che sostenibili. Noi preferiamo dire che ci stiamo sforzando di parlare meglio ai nostri lettori. Con cui ci auguriamo sempre di sviluppare un dialogo. Il nostro sito web — creatura parallela e sincrona con la rivista nelle vostre mani — in fin dei conti vive anche per questo.


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Staff

Tekneco è una testata giornalistica trimestrale registrata presso il Tribunale di Lecce con n. 1061 del 9 Giugno 2010

Agenda EDIRE S.r.l. Sede: Via E. Estrafallaces 16, 73100 Lecce Tel. e FAX 0832.396996 Società editrice iscritta al ROC con n. 14747

GEN

Klimahouse è la fiera leader del settore per l’efficienza nell’edilizia sostenibile. Klimahouse nasce dall’esigenza sempre crescente di costruire in maniera sostenibile, risparmiando energia e così rispettando l’ambiente.

direttore responsabile Alessandro Longo (direttore@tekneco.it) comitato scientifico Pasquale Colonna (Presidente), Enzo Siviero, Lorenzo Attolico, Maria Antonietta Aiello, Luciano Catalano, Michele Dassisti, Francesco Ruggiero Il Comitato Scientifico esprime la sua approvazione unicamente agli articoli pubblicati all’interno della “sezione università”. collaboratori Dario Bonacina, Liliana Bossi, Alessandro Bruzzi, Luigi Dell’Olio, Luca Dello Iacovo, Fabio Fornasari, Paola Guidi, Gabriella Longo, Tiziana Moriconi, Dario Salvelli, Luisa Trozza, Caterina Visco blog special guest Luca Conti

MACEF Fiera di Milano, 27-30 Gennaio 2011 http://www.macef.it/

Macef rappresenta il punto di riferimento e di aggiornamento per tutti gli operatori del settore: le aziende produttrici, l’intera filiera della distribuzione, la ‘community del progetto’ (architetti, interior designer, arredatori e giornalisti). FEB

social media and digital pr Emmealcubo, Termoli progetto grafico Matteo Astolfi e Pietro Buffa stampa Nuovo Istituto Arti Grafiche, Bergamo tiratura 40.000 copie distribuzione 25.000 copie postalizzate ingegneri/ architetti / geometri/ studi di progettazione nazionali / aziende di settore / richieste di abbonamento dirette; 15.000 copie distribuite all’interno di fiere nazionali di settore. Per entrare in contatto con la redazione di Tekneco: via Estrafallaces, 16 - 73100 Lecce Tel. 0832.396996 email: redazione@tekneco.it Pubblicità: EDIRE srl - 0832.396996 servizio abbonamenti Il Servizio Clienti è a vostra disposizione al numero 0832.396996

Ecomake Fiera di Verona 17-18 Febbraio 2011 http://www.ecomake.it/

Ecomake è la prima mostra convegno internazionale dedicata ai materiali e tecnologie per l’edilizia sostenibile verificati e garantiti a fronte di un apposito disciplinare messo a punto da un comitato tecnico composto dai rappresentanti di alcune delle più importanti associazioni nazionali di produttori di materiali per l’edilizia

c oordinamento redazionale Realizzazione piattaforma web Ingegni Multimediali, Lecce

Se non diversamente specificato, i contenuti di Tekneco e tekneco. it sono rilasciati sotto Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5. Sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire, recitare e modificare quest’opera alle seguenti condizioni. Attribuzione: devi attribuire la paternità dell’opera nei modi indicati dall’autore o da chi ti ha dato l’opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l’opera. Non commerciale: non puoi usare quest’opera per fini commerciali. Non opere derivate: non puoi alterare o trasformare quest’opera, nè usarla per crearne un’altra. Le immagini contenute negli articoli, se non diversamente specificato, sono da considerarsi provenienti dalla fonte dell’articolo stesso.

KlimaHouse Fiera di Bolzano, 27-30 Gennaio 2011 http://www.klimahouse.it/

MAR

Ecocasa & Ecoimpresa expo Fiera di Reggio Emilia, 3-6 Marzo 2011 http://www.ecocasa.re.it/

Ecocasa & Ecoimpresa Expo è ormai un appuntamento di riferimento, un importante momento di incontro tra le aziende protagoniste di questo cambiamento e Progettisti, Tecnici, operatori edili e quei cittadini, in costante aumento, interessati a queste tematiche. Rischi naturali ed effetti del cambiamento climatico Giornate di studio Bari, 10-11 Marzo 2011 Aula Magna della Facoltà di Scienze della Terra, Università degli Studi di Bari http://www.rischinaturali.it/

Giornate di Studio: impatto delle modificazioni climatiche su rischi e risorse naturali. Strategie e criteri d’intervento per l’adattamento e la mitigazione. Organizzato da Istituto di Ricerca della Protezione Idrogeologica del CNR, UOS di Bari


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Sommario

Bioedilizia Edifici più sostenibili, quanto spendere per risparmiare

6

di Luigi dell’Olio 13

Nuovi incentivi, utenti penalizzati di Tiziana Moriconi Energia

Case History 16

Gallano Residenza Annamaria

18

Wienerberger CNA di Faenza

52

La disfida dei mega impianti fotovoltaici di Luca dello Iacovo

Ambiente

20

BTicino Scuola Oliver Twist

24

Rubner Objektbau Farmacia Bravi

55

Depurare le acque: il filtro è bio di Luca Dello Iacovo

Normativa

28

Costruzioni Debiasi ITC Floriani

30

Fassa Bortolo Torri Piazza Drago

34

Bioisotherm Residenze Avezzano

57

Qui si formano i nuovi professionisti dell’energia sostenibile di Luigi dell’Olio

59

Fotovoltaico Puglia: il caos e le attese di Luisa Trozzi

59

Emanata la circolare ministeriale sul decreto salva DIA di Caterina Calia

Libri Architettura 38

61

Proposte di lettura a cura di Luigi dell’Olio

Ritessere il futuro di Fabio Fornasari

Speciale Università In copertina: Rethinking Happiness un progetto di Aldo Cibic (Foto: © CibicWorkshop, Flickr)

Progetti 42

Centre for Sustainable Energy Technologies Mario Cucinella Architects

47

P-Point Brenso Architecture

65

I dati di bike sharing a sostegno del potenziamento della ciclabilità urbana di Nicola Berloco, Pasquale Colonna

72

Case passive per il clima mediterraneo: l’esempio di San Vito dei Normanni (Br) di Paolo M. Congedo, Leda Bonfantini, Laura Tarantino


Le foto utilizzate per questo servizio sono tratte da: Rethinking Happiness un progetto di Aldo Cibic —La Biennale di Venezia, 12° Mostra Internazionale di Architettura. www.rethinkinghappiness.info (questa foto di: Matteo Cibic)


Bioedilizia

EDIFICI PIÙ SOSTENIBILI: QUANTO SPENDERE PER RISPARMIARE di Luigi dell'Olio

L’investimento iniziale per ridurre i consumi e tutelare l’ambiente si ripaga sempre. Ma la scelta della soluzione migliore consente di abbattere i tempi di attesa


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Bioedilizia

bio Luigi dell'Olio, 33 anni, giornalista pugliese freelance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.

Gli interventi che fanno risparmiare Dove, quanto (%) e su che cosa.

ABITAZIONE

Lastra isolante Rinforzo Intonaco esterno

Coibentazione a cappotto 30%

Soglie di travertino sotto la finestra 5-7%

Costruire in maniera eco-compatibile significa, innanzitutto, capovolgere le priorità

Intonaco interno Struttura Collante

Dispersioni termiche

Sui consumi per il riscaldamento

Serramenti 5-6%

Dispersioni termiche

Vetro cellulare sul marciapiede 8-10%

Dispersioni termiche

Illuminazione 25-30%

Moreno Tiberi (titolare di Gallano Srl)

Consumi elettrici

S

e costruire o ristrutturare in maniera ecocompatibile costasse quanto realizzare gli stessi lavori con tecniche tradizionali probabilmente saremmo già nella nuova era. Invece, nonostante i passi in avanti compiuti negli ultimi anni, le tecniche di costruzione e i materiali innovativi devono ancora fare i conti con un surplus di costi difficili da trasferire al consumatore finale in uno scenario che vede il mercato delle compravendite ancora in difficoltà e il fronte dei prezzi da tempo stazionario. Ma a frenare l’innovazione è soprattutto la difficoltà di stimare con esattezza i benefici conseguibili con ciascuna tipologia di intervento e le tempistiche di ritorno dell’investimento. Per questo abbiamo provato a mettere sul piatto -attraverso interventi concreti- costi e risparmi, mettendo in luce le carenze (su tutte la difficoltà di trovare professionalità adeguate) che ancora caratterizzano il settore. EDIFICIO NUOVO

Il contenimento dei costi in bolletta raggiunge i massimi risultati se gli interventi prendono il via già in fase di progettazione, andando così a realiz-

Elettrodomestici 25% Consumi elettrici

zare edifici che di per sé minimizzano le dispersioni e sono aperti all’utilizzo di fonti rinnovabili e a ottimizzazioni successive. Come dimostra l’esperienza della Gallano, azienda umbra di costruzioni che da qualche mese ha ultimato a Perugia “Residenza Annamaria” il primo edificio in classe energetica A della regione certificato Casaclima. Un edificio con cinque appartamenti, “concepito prima della recessione”, spiega il titolare della società Moreno Tiberi, “quando era già evidente la necessità di distinguersi dalla concorrenza per emergere”. Costruire in maniera eco-compatibile per Tiberi significa, innanzitutto, capovolgere le priorità: “Solitamente si progetta sulla base delle tecnologie più diffuse, rimandando alla fase di cantiere la ricerca della soluzione più adatta per l’isolamento”, spiega. “Invece, l’obiettivo della certificazione ci ha spinti a muoverci in direzione contraria, dedicando un supplemento di studio alla fase della progettazione, in modo da cercare sin dall’origine le soluzioni con migliore impatto sui consumi e senza dimenticare un’analisi tra costi e benefici, inevitabile per qualsiasi azienda orientata al mercato”. L’asse portante dell’intervento è consistito nella


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La domotica è la scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti antropizzati

VILLA

Acqua calda 40%

UFFICIO

Consumi idrici

Pannelli fotovoltaici 30% Consumi elettrici

Riscaldamento 25% Consumi elettrici

La produzione del 50% del fabbisogno di acqua calda sanitaria per mezzo di fonti rinnovabili

Illuminazione 20%

Consumi elettrici La creazione di un sistema domotico consente di abbattere di un quarto i consumi

L'impianto di cogenerazione può essere realizzato in collaborazione con una Esco, che si fa carico dell'investimento, in cambio del 50-60% di risparmio.

Elettrodomestici 25% Consumi elettrici

Serramenti 7-10%

Dispersioni termiche

Illuminazione 25-30%

Consumi elettrici

Valvole termostatiche 15% Consumi elettrici

Elettrodomestici 25% Consumi elettrici

realizzazione di un sistema a cappotto per la coi- uno sfasamento di 18 ore, in sostanza la metà ribentazione, “una misura che consente di abbatte- spetto il limite stabilito dal d.lgs. 311/06 di 0,37 W/ re del 30% i costi per il riscaldamento domestico”, m2K. “Lo studio approfondito realizzato in fase di spiega Tiberi. Per altro, la realizzazione ha permes- progettazione”, aggiunge Tiberi, “ci ha fatto inolso di scoprire in corso d’opera tre rilevare una dispersione di che i costi per i materiali sono calore tra balconi, marciapiedi e addirittura più bassi rispetto alla gronda intorno al 20-25%”. Da qui tradizionale muratura a cassetta La coibentazione l’idea di posare sul marciapiedi perché riduce l’impiego di ma- taglia i consumi per il un blocco realizzato in vetrocelnodopera. “La principale difficollulare (vetro riciclato al 60% miriscaldamento -30% tà è stata, invece, rappresentata sto a grafite), una soluzione che dalla carenza di professionalità non teme l’umidità, ha un’elein grado di realizzare questa soluzione”, aggiunge, vata resistenza allo schiacciamento e ha un buon a dimostrazione che lo skill shortage è uno dei prin- valore di isolamento termico. “Questo impasto ha cipali (per quanto poco conosciuti) limiti alla dif- un costo molto elevato”, spiega l’imprenditore, “ma fusione della bioedilizia nel nostro paese. è sufficiente una modica quantità. Nel nostro caso La superficie netta riscaldata è di 500 metri qua- abbiamo speso 2.500 euro in più, pari all’1% dei codri, per un volume netto riscaldato di 1450 m3 (S/V sti totali di realizzazione di involucro e impianti, di 0,63) e un fabbisogno specifico di calore per il ma chi ci abiterà potrà contare su un calo dei conriscaldamento di 18 kWh/metro quadro annuo. Le sumi per il riscaldamento intorno all’ 80 % di cui il chiusure verticali sono costituite da blocchi ter- 10% solo grazie a questo accorgimento”. Anche in mici dello spessore di 30 cm sui quali è fissato un questo caso le difficoltà maggiori si sono presentacappotto termico di eps (polistirolo e grafite) spes- te al momento della realizzazione: “In mancanza so 14 centimetri. Il valore di trasmittanza termica di fornitori nazionali, ci siamo dovuti rivolgere a totale del sistema costruttivo è di 0,16 W/m2K con un operatore belga”, conclude Tiberi.

bticino

L’illuminazione intelligente abbatte i consumi

Riscaldamento e produzione di energia elettrica, ma non solo. L’illuminazione è stata finora poco considerata tra le strategie di riduzione dei consumi, eppure l’evoluzione tecnologica e la progressiva riduzione dei costi per i materiali oggi consentono di ottenere benefici importanti in questo campo. “I sistemi automatici tengono sotto controllo numerosi parametri dell’illuminazione: l’orario della giornata, il giorno della settimana, l’occupazione dei locali e l’apporto della luce esterna”, spiega Davide Zanzi, responsabile marketing per la domotica di Bticino. “Queste variabili, opportunamente integrate in algoritmi predeterminati, gestiscono e regolano l’alimentazione dei differenti gruppi di corpi illuminanti”. Un esempio può aiutare a comprendere meglio i possibili benefici: “Considerando un supermercato da 3.000 metri quadri”, spiega, “realizzare un impianto di Light Management costa all’incirca 24 mila euro, ma riduce i consumi di 41 mila kWh annui e riduce le emissioni di Co2 nell’aria di 23.630 kg annui. Il risultato è un risparmio annuale di 8.308 euro, con un pay-out di due anni e undici mesi”.


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Bioedilizia

CASA GIÀ ESISTENTE

re valutato caso per caso a seconda delle necessità Se i risultati migliori si ottengono intervenendo già specifiche dell’oggetto di riqualificazione energetiin fase di progettazione, l’urgenza per chi è già pro- ca”. Per quanto riguarda gli impianti la tecnologia prietario è di trovare comunque una soluzione che moderna consente di intervenire in maniera punriduca il peso della bolletta e le emissioni inquinan- tuale in funzione dello stato dell’immobile e dei deti nell’atmosfera. “In questi è consigliato puntare in siderata dell’utilizzatore: “La sostituzione dei sisteprimo luogo su soluzioni mirate in mi di illuminazione tradizionali grado di ridurre dispersione di caa incandescenza con lampade a lore dell’involucro dell’immobile basso consumo, tipologie alogeverso l’esterno”, spiega Alessandro I consumi domestici ne o led produce, a fronte di inRandazzo, business developer di si abbattono vestimenti contenuti, un ritorno Abaco Team, azienda specializzata dell’investimento minimo, anche lavorando sulla in facility management. “Ad esempio inferiore ai dodici mesi.” Lo stesso gli infissi e i ponti termici hanno dispersione vale per gli impianti di produzioun impatto importante sulle dine del calore, “per i quali - in funspersioni”, aggiunge, “ma la qualità dell’intervento zione della tipologia dell’immobile - possono essere varia sensibilmente in base alle conformazioni spe- fatte delle scelte mirate come caldaie a condensacifiche e ai materiali utilizzati e all’esposizione. Le zione e sistemi di recupero del calore che portano soluzioni consigliate in un’ottica di ottimizzazione a una riduzione dei consumi e delle emissioni che tecnico-economica consistono nel rifacimento delle partendo dal 20% al 45%”, conclude. superfici che provocano dispersioni di calore tra l’interno e l’esterno dell’abitazione”, aggiunge. COSTRUZIONE A USO AZIENDALE “Ad esempio, sostituire la soglia di travertino col- “Nel caso di un immobile industriale i maggiori spalocata sotto alla finestra, o la coibentazione di cas- zi di manovra in campo energetico riguardano la sonetti, ha un costo compreso tra i 150 e i 250 euro riduzione dei consumi di energia termica ed elettrial metro lineare – la variazione dipende dalla pezza- ca”. Marco Bianchi, amministratore delegato di Tep, tura della finestra (più grande è, più è basso il costo indica così la strada per il risparmio energetico. E lo al metro quadro) – con un ritorno dell’investimento fa sottolineando gli spazi di azione di una azienda tra i due e i quattro anni”. “Allo stesso modo la sosti- come la sua, strutturata come Esco. tuzione di infissi di vecchia generazione con fine“Si tratta di società che non vendono un prodotto stre moderne a taglio termico è uno soluzione poco o un servizio”, spiega, “ma la cui finalità è investire invasiva ed al contempo di grande rendimento; in in soluzioni tecnologiche per il risparmio energetico questo caso il payback dell’investimento deve esse- con l’obiettivo di condividere i risultati ottenuti I CONSIGLI TECNICI DI GEFRAN

Il contributo del fotovoltaico

L’adozione di pannelli fotovoltaici è probabilmente la soluzione più gettonata da consumatori e aziende tra quelle a disposizione per ridurre le emissioni inquinanti e risparmiare in bolletta. Tra nuove tariffe incentivanti e differenti stime tra gli operatori, anche in questo caso è difficile effettuare stime precise sul ritorno dell’investimento. Abbiamo provato a fare il punto con Gefran, azienda bresciana specializzata in strumenti per l’automazione, tra cui inverter fotovoltaici. “Il ritorno dell’investimento dipende principalmente da quattro fattori: il costo dell’impianto, le tariffe incentivanti, il sito di installazione ed il grado di efficienza ed affidabilità dell’impianto”, spiega Mariangela Acquafredda, product manager

della società, che prende come esempio un impianto di 100 kW da realizzare sul tetto di un palazzo a Bari intorno alla metà del prossimo anno, per un investimento che dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 mila euro. “I benefici economici saranno dati dalla somma tra l’azzeramento delle bollette e il guadagno per 20 anni derivante dal Conto Energia”, spiega. “Il ritorno dell’investimento su quest’impianto è stimabile in quattro anni e quattro mesi, dopo i quali il cliente inizia a guadagnare circa 650 mila euro fino al 20esimo anno di vita dell’impianto”. I tempi di rientro si allungano se l’impianto viene realizzato al Nord con condizioni più basse di irraggiamento e se viene installato a terra godendo di tariffe meno favorevoli.

Mentre si abbreviano se si aggiungono altri interventi incentivati come il miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio, il regime di produzione prevedibile, la rivalutazione di aree classificate come industriali/commerciali o discariche e la rimozione di eternit e amianIl ritorno to. “Sommando tutti questi ladell’investimento vori si può rienè stimabile in trare nell’investiquattro anni mento nell’arco e quattro mesi di tre anni e mezzo”, conclude Acquafredda.


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Le Energy Service Company (anche dette ESCO) sono società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica, assumendo su di se’ il rischio dell’iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento. I risparmi economici ottenuti vengono condivisi fra la ESCO ed il Cliente finale con diverse tipologie di accordo commerciale.

reag

I possibili interventi sugli impianti

Rethinking Happyness, — La Biennale di Venezia, 12° Mostra Internazionale di Architettura (foto di Bruno Cordioli, Flickr)

A prescindere dalla tipologia di edificio, si possono ottenere importanti riduzioni dei consumi intervenendo sugli impianti. Con il contributo tecnico di Reag abbiamo individuato le principali mosse che possono garantire risultati di un certo peso. Si comincia con la corretta manutenzione degli elementi radianti, fondamentale per capire se - con il passare degli anni - si sono verificati danni sulle tubazioni e sui radiatori, che incidono sulle dispersioni. Sul fronte luminoso è sufficiente sostituire le lampade a incandescenza con quelle compatte (lfc) a basso consumo energetico che durano dieci volte in più (circa 10mila euro) e consumano l’80% in meno. Se ci sono grandi superfici vetrate, i tecnici di Reag consigliano di ampliare le schermature solari, in modo da non surriscaldare l’interno dell’abitazione o dell’ufficio. Nel caso di immobili a uso abitativo, infine, è possibile risparmiare ottimizzando le temperature del frigorifero – tra +4°C nel punto più freddo e +10 in quello più caldo –, considerato che posizioni più fredde fanno aumentare i consumi del 10-15%, e riducendo le temperature delle lavatrice e della lavastoviglie.


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Bioedilizia

Con l’intervento della Esco il riscaldamento aziendale è a costo zero

con l’utente”. Per le aziende energivore, come le industrie alimentari, i caseifici e le cartiere, Bianchi suggerisce la realizzazione di un impianto di cogenerazione, “dal quale cioè arriva a tutto lo stabilimento sia l’elettricità, che il calore”. Considerando una struttura tipo da 1 megawatt, “il costo di realizzazione si aggira intorno al milione di euro, con rientro nell’investimento all’incirca in quattro/cinque anni su 15 di vita utile”. In casi come questo è la stessa Esco che fa l’investimento (per cui l’impianto è a costo zero per l’imprenditore), in cambio di una quota parte – di solito tra il 50 e il 60% - del risparmio ottenuto. Si tratte-

rebbe del classico uovo di Colombo – nel senso che conviene a tutti – se non ci fosse un limite: i numeri dell’esempio trovano conferma nella realtà solo in presenza di determinate condizioni (tra cui elevati consumi di energia elettrica, vapore e acqua calda), che vanno valutati caso per caso. ◆

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LA SIMULAZIONE

Risparmi in villetta Tre interventi per un costo totale di 14mila euro e ritorno dell’investimento tra i dieci e i dodici anni. È il risultato di una simulazione effettuata da Reag Tekna, società di consulenza immobiliare tecnica. La proprietà oggetto della simulazione è ubicata in Provincia di Pescara in zona collinare ed è a uso residenziale, una piccola villa indipendente composta da un corpo principale e da due corpi accessori. Gli interventi suggeriti sono interventi non invasivi che non comportano lavori edili di particolare rilievo, mentre prevedono l’efficientamento dei sistemi di riscaldamento e lo sfruttamento di energia rinnovabile. “Si parte con la sostituzione dei serramenti esistenti con altre più performanti: un’operazione da 7.500 euro circa, per un risparmio annuale di 400 euro”, spiega Roberto Busso, amministratore delegato della società. “La dotazione di un impianto di acqua calda sanitaria attraverso fonti rinnovabili costa, invece, all’incirca 5.000 euro e ne garantisce 150 di risparmio ogni anno. Infine, l’inserimento di valvole termostatiche e la sostituzione della pompa di distribuzione del riscaldamento costa 1.500 euro circa e si ammortizza entro tre anni, nonostante la mancanza di detrazioni”.

I numeri dell'investimento Nome interv.

Componente analizzato

Descrizione intervento

Investimento iniziale

Risparmio annuale

ECO 1

Superficie finestrata

ECO2

ECO 3

sostituire i serramenti esistenti con altri più performanti

7.500 €

400 €

10 ÷ 12 anni

Acqua calda sanitaria

produzione del 50% del fabbisogno di acqua calda sanitaria per mezzo di fonti rinnovabili.

5.000 €

150 €

10 ÷ 12 anni

Regolazione distribuzione

inserimento delle valvole termostatiche e sostituzione della pompa di distribuzione

1.500 €

500 €

Intervento non detraibile

ECO TOTALE *attualizzato con detrazione fiscale

14.000 €

1.050 €

Flusso di cassa*

11 ÷ 13 anni

Rethinking Happyness, — La Biennale di Venezia, 12° Mostra Internazionale di Architettura (foto di Bruno Cordioli, Flickr)


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Bioedilizia

www.sportellokyotolazio.it Lo Sportello Kyoto di Sviluppo Lazio, indirizza cittadini, enti locali e imprese verso lo sviluppo sostenibile

Nuovi incentivi, utenti penalizzati

(Foto di Alex Snyder, Flickr)

di Tiziana Moriconi

Le regole dello scambio sul posto sono cambiate in itinere nel 2009. E chi ha installato un impianto fotovoltaico si è ritrovato con un margine di risparmio inferiore a quanto garantito in precedenza. Ecco cosa realmente ha comportato il nuovo sistema, e cosa dovrebbe valutare chi sta pensando al solare

È tempo di bilanci per il nuovo scambio sul posto, l’incentivo che consente di immettere nella rete elettrica l’energia prodotta, ma non immediatamente consumata, per poi prelevarla in un secondo momento. Le regole sono state cambiate nel 2009. Prima, infatti, era in vigore un meccanismo di tipo quantitativo: se i kWh prelevati erano pari a quelli immessi, il distributore locale (Enel, Acea,...), riscosse le bollette, rimborsava l’intero importo alla fine dell’anno. Ora, invece, è in vigore un complicatissimo metodo di calcolo qualitativo che dipende dalle fasce orarie di prelievo e immissione. “È apparso subito chiaro che il nuovo sistema penalizza gli utenti. Ma quanto?”, si è chiesto Roberto Ballarotto, ingegnere e componente delle Sportello Kyoto della Regione Lazio. Che per dare una risposta ha fatto i conti su un caso studio che conosce bene: il proprio. Nel 2007, Ballarotto ha infatti connesso alla rete un impianto fotovoltaico classico (a silicio policristallino) con una potenza di 2,88 kW, su un tetto di 25 metri quadrati (costato 17.000 euro iva inclusa). Ed ecco i calcoli. Nel 2009 l’impianto ha prodotto 3.959 kWh, di cui 1.198 consumati in tempo reale (e, visto che il Gse ha fatto pagare 17,401 centesimi al kWh in media, questo consumo diretto ha portato a un risparmio immediato di 208,47 euro); i restanti 2.761 kWh sono stati ceduti

alla rete elettrica. Più di quelli prelevati, che ammontano a 2.416 kWh (si è avuta perciò un’eccedenza di 345 kWh). I 2.416 kWh prelevati sono stati, come regola vuole, addebitati in bolletta, per un totale di 420,42 euro (2.416 kWh moltiplicato per 17,401 centesimi dà circa questo importo). Ed eccoci al punto: con il precedente meccanismo di calcolo, ☛

Il ritorno economico totale dell’impianto fotovoltaico Roberto Ballarotto (Sportello Kyoto Lazio) nel 2009: Spesa per le bollette

420 €

Risparmio per il consumo diretto dei kWh prodotti

208 €

Rimborso dello scambio sul posto

311 €

Ricavo dal Conto energia

1.741 €

Totale ritorno economico

1.840 €

Nota: la tabella sul ritorno economico non tiene conto dell’eccedenza dei 345 kWh, per il cui pagamento Ballarotto ha fatto richiesta lo scorso Marzo.


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Bioedilizia

bio Tiziana Moriconi, giornalista pubblicista dal 2009, collabora con

L’Espresso, Le Scienze, Mente e Cervello, Sapere, Linx Magazine (per la rubrica Internet Point), Corriere delle Comunicazioni e Wired Italia.

(Foto di Alex Snyder, Flickr)

☛ Ballarotto avrebbe avuto indietro la somma versata per intero; con il nuovo, si è visto rimborsare 311,23 euro. Ben il 26% in meno. Facendo i conti a ritroso, Ballarotto ha calcolato che l’elettricità immessa in rete è stata valutata 12,882 centesimi al chilowattora in media, invece che 17,401. “E questo nonostante i consumi elettrici siano stati effettuati per l’82% in fasce orarie A2 e A3, meno costose, mentre le immissioni in rete siano avvenute per l’80% in fascia A1, la più redditizia”, ha sottolineato l’ingegnere: “Il nuovo metodo di calcolo è ingiustamente penalizzante per l’utente, per cui si auspica una sua revisione da parte dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) e del Gestore servizi energetici (Gse). Molti utenti hanno ricevuto per l’intero 2009 solo l’acconto di 50 euro a kW, mentre chi ha riscosso gli accrediti ne lamenta l’inadeguatezza”. Nonostante questo, lo scambio sul posto sembra ancora convenire rispetto alla vendita diretta dei chilowattora, il cui valore sul mercato dipende dal prezzo medio zonale orario. Che, a sua volta, dipende dalla domanda, dalla borsa e da molti altri fattori. La convenienza sta nel fatto che, con lo scambio sul posto, vengono rimborsate anche spese come l’iva e gli oneri di trasmissione.◆

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Le nuove tariffe Periodo

da 01/01 a 30/04

da 01/05 a 30/08

da 01/09 a 31/12

Potenza (kW)

su edifici

altri

su edifici

altri

su edifici

altri

1<P<3

0,402

0,362

0,391

0,347

0,380

0,333

3<P<20

0,377

0,339

0,360

0,322

0,342

0,304

20<P<200

0,358

0,321

0,341

0,309

0,323

0,285

200<P<1.000

0,355

0,314

0,335

0,303

0,314

0,266

1.000<P<5.000

0,351

0,313

0,327

0,289

0,302

0,264

P>5.000

0,333

0,297

0,311

0,275

0,287

0,251

Impianti integrati Potenza (kW)

Tariffa (€/kWh)

1<P<3

0,44

3<P<20

0,4

20<P<200

0,37

PREMI 5% impianti in aree industriali 5% impianti per comuni < 5.000 abitanti 10% rimozione eternit/amianto 20% regime produzione prevedibile Fino al 30% per miglioramento prestazioni energetiche edificio

Impianti a concentrazione 200<P<1.000

0,355

1.000<P<5.000

0,351

P>5.000

0,333

Altre soluzioni Serre fotovoltaiche e tettoie sono tariffate con una media tra “edifici” e “altri” . Inseguitori e impianti rasoterra, come “altri”


CASE HISTORY

2 | 2011

Il materiale di questa sezione è fornito esclusivamente dalle aziende


Case History

AZIENDA

Gallano OPERA

Residenza Annamaria LUOGO

Perugia DATA

Febbraio 2009 CONTATTI

Gallano Srl Via del Conservificio, 75 06083 Bastia Umbra (PG) e-mail: info@gallano.it web: www.gallano.it

La Gallano S.r.l. è un’impresa di costruzioni di due giovani imprenditori, Laura Ortica e Moreno Tiberi, entrambi geometri, che da alcuni anni è impegnata a sviluppare un segmento innovativo del settore edilizio che prevede la realizzazione di edifici certificati in classi energetiche “A” e “B”, cioè edifici a basso consumo energetico che tutelano l’ambiente risparmiando energia tramite la limitazione delle dispersioni termiche ed altri accorgimenti tecnologici innovativi, pannelli solari, recupero acque piovane ecc. La Gallano S.r.l. ha già maturato una buona esperienza in questo particolare settore realizzando, prima ditta in Umbria, una residenza plurifamiliare in Perugia, certificata in “Classe A” dall’agenzia CasaClima di Bolzano. Sulla realizzazione, il 13 Febbraio 2009 è stato fatto un convegno alla sala dei Notari, presso il Comune di Perugia, molto partecipato che ha suscitato un forte interesse degli operatori del settore, un notevole eco sulla stampa e nella opinione pubblica, che sempre più frequentemente chiede informazioni al riguardo. Tale intervento è stato molto apprezzato

anche dal Comune di Perugia stesso, quale esempio concreto di casa ad alto risparmio energetico e ottimo comfort abitativo. L’intervento è stato frutto di sinergie e collaborazione con l’Università di Perugia, con imprese e fornitori altamente specializzati che operano in Italia e all’estero, dove l’esperienza e le normative sulle costruzioni di edifici ad alto risparmio energetico e comfort abitativo sono molto avanzate e gli standards imposti dal mercato e dagli enti locali sono molto più restrittivi anche rispetto alle nuove normative italiane. Questo è il segmento nel campo delle costruzioni che la Gallano S.r.l. ha scelto come programma di lavoro e sviluppo della propria azienda anche in risposta al momento di crisi del settore, forte di un bagaglio adeguato di esperienza, frutto di ricerca e capacità operativa dell’azienda e delle proprie maestranze formate per l’applicazione concreta dei materiali e delle tecniche innovative necessarie. Lo slogan che distingue il modus operandi di questa giovane impresa è “Gallano: Edilizia Evoluta”.


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www.tekneco.it/0203

Certificata da CasaClima Bolzano CLASSE

A

Le 30 caratteristiche dell'opera 1. Edificio in Classe A energetica certificato Casaclima Bolzano 2. Isolamento con cappotto 14 cm 3. Ventilazione meccanica controllata con recupero di calorie 4. Scambiatore per recupero di calorie per ogni alloggio 5. Taglio termico strutturale tra solaio, marciapiede e balconi 6. Tripla parete tra le unitĂ abitative con spessore totale di 42 cm 7. Riscaldamento e raffrescamento a pavimento 8. Autonoma gestione e contabilizzazione dei consumi acqua calda 9. Tetto con struttura in legno e ventilazione naturale

10. Isolamento della copertura con pacchetto da 18 cm di fibra di legno 11. Infissi in pvc con vetro basso emissivo 12. e camera con gas 13. Pannelli solari per acqua sanitaria 14. e integrazione riscaldamento 15. Recupero acque piovane per uso irriguo 16. Vetro cellulare per isolamento alla base della ramponatura perimetrale 17. Tamponatura con blocco tipo pesante 18. Isolamento acustico tra tamponatura perimetrale e struttura in cemento armato 19. Illuminazione a led per le parti condominiali 20. Isolamento acustico a rivestimento della struttura in cemento armato 21. Finestre a tetto motorizzate

con triplo vetro 22. Terrazzi coibentati con involucro isolante su tutti i lati 23. Isolante termico da 8cm tra piano terra e piano interrato 24. Materassino fonoassorbente su tutti i piani 25. Massello autolivellante di utlima generazione 26. Isolante acustico tra appartamenti e parti comuni 27. Controtelai in legno delle finestre estesi anche alle soglie 28. Silenziatore certificato del foro aerazione cucine 29. Giunto tra vano scala/ascensore e resto della struttura per attutire i rumori 30. Insonorizzazione scarichi

Certificazione Casaclima casa clima

oro a

basso fabbisogno di calore

b standard minimo

c

D standard esistente

E F

alto fabbisogno di calore

G

10 kwh/m2a 30 kwh/m2a 50 kwh/m2a 70 kwh/m2a 90 kwh/m2a 120 kwh/m2a 160 kwh/m2a 160 kwh/m2a

RES. ANNAMARIA


Case History

Il cantiere del CNA di Faenza

AZIENDA

Wienerberger OPERA

Sede della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa LUOGO

Faenza (RA) DATA

In ultimazione CONTATTI

Wienerberger Via Ringhiera, 1 40027 Mordano - Fraz. Bubano (BO) Tel. 0542 56811 Fax 0542 51143 email italia@wienerberger.com web www.wienerberger.it

L’INTERVENTO L’edificio è destinato a ospitare gli uffici della nuova sede di Faenza del CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Il progetto è concepito per rispettare concretamente i principi della bioarchitettura e della bioedilizia. Sono stati utilizzati diversi criteri che conferiscono all’edificio un’elevata valenza energetica: —— scelta dei materiali; l’utilizzo dei blocchi Porotherm Plan plus favorisce la realizzazione di una struttura a basso consumo energetico —— sovradimensionamento; la progettazione vuole ottenere il massimo beneficio dalle risorse usate —— corretto orientamento dell’edificio aperto a Sud e schermato, fortemente isolato a Nord. Tutti gli uffici beneficiano, con importanti schermi, della luce e della vista del centro storico dell’orientamento Sud —— illuminazione, raffrescamento e riscaldamento; le tecniche utilizzate puntano al risparmio energetico attraverso elementi quali geotermia con pali (l’edificio è privo di metano) per riscaldamento e raffrescamento, schermatura con pensiline vetrate con fotovoltaico, sistemi di ventilazione

naturale, sistema di gestione schermature frangisole - ventilazione naturale – regolazione illuminazione con geoposizionatore del sole e sonde di qualità ambientale —— verifica in galleria del vento dei moti convettivi presenti, naturali e indotti. IL PRODOTTO UTILIZZATO Porotherm Plan plus di Wienerberger, blocchi in laterizio rettificato riempiti con perlite: la migliore soluzione per case naturali a basso consumo. Il sistema di blocchi rettificati Porotherm Plan plus, con facce di allettamento perfettamente planari e parallele, esalta le grandi qualità del laterizio e, grazie alla combinazione con la perlite, ne accresce in maniera straordinaria le prestazioni termiche. Gli elementi rettificati Porotherm Plan plus, grazie alle loro elevate caratteristiche di isolamento termico e all’origine naturale dei componenti, permettono di realizzare edifici a basso consumo energetico. Che cos’è la perlite La perlite è una varietà specifica di roccia vulcanica. Sotto l’effetto di elevate temperature (tra gli 850 e i 1.000 °C), l’acqua contenuta nel granulo si dissocia e si trasforma in vapore


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www.tekneco.it/0204

i dati dell’opera Progetto Studio Lenzi e Associati, Bologna, Ing. Guido Lenzi,

Ing. Fausto Savoretti — Impresa Iter-Lugo — Superfici 2.750 mq superficie lorda, 1.070 mq superficie lorda interrati, 3.450 mq superficie parcheggi

Porotherm Plan in uso nel cantiere

scheda

La gamma Porotherm Plan Porotherm Plan plus fa parte di Porotherm Plan di Wienerberger, l’unica gamma completa di laterizi rettificati ad elevate prestazioni. Porotherm Plan è una gamma in costante evoluzione che oggi presenta:

Porotherm Bio-Plan blocchi realizzati con argilla e farina di legno, per un ambiente biocompatibile che assicura risparmio energetico nel tempo

gonfiando le pareti vetrose del granulo stesso facendone aumentare il volume. Le microcavità vuote formatesi all’interno dei granuli, contenenti solo aria, conferiscono alla perlite uno straordinario potere isolante. Laterizio e perlite, una combinazione naturale L’idea geniale che ha condotto alla realizzazione del sistema di blocchi rettificati Porotherm Plan plus è stata quella di riempire i fori del blocco con perlite, materiale ecologico a bassissimo peso specifico e ad elevate capacità termoisolanti. Biocompatibilità certificata da IBR di Rosenheim Le prove effettuate dall’Istituto tedesco di biologia per le costruzioni IBR hanno confermato che l’indice di radioattività e gli altri in-

dicatori sono largamente al di sotto di quanto prescritto dallo stesso istituto. Trasmittanza termica: valori inferiori sino a –52% rispetto alla normativa per il 2010 in zona F Il sistema Porotherm Plan plus rappresenta oggi la soluzione più efficace, economica, affidabile e duratura per realizzare edifici a basso consumo energetico (Casa Passiva, Casa Clima ecc.). Il sistema, infatti, è in grado di garantire murature a elevato isolamento termico e di grande inerzia termica senza che si renda necessaria l’aggiunta di ulteriori strati di isolamento sulle facciate. I blocchi Porotherm Plan plus, già a partire da una parete monostrato di 30 cm di spessore, assicurano un valore di trasmittanza U di 0,25 W/m2K: 24% di quanto previsto dal Dlgs 311/2006 per il 2010 in zona F!

Porotherm Plan plus blocchi riempiti di perlite, per costruzioni ad elevato isolamento termico

Porotherm PlanA+ i nuovi blocchi riempiti con lana di roccia, altamente performanti

IL COMMITTENTE La CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa costituisce il sistema nazionale ed unitario di rappresentanza generale dell’impresa italiana. CNA opera per l’affermazione nella società, nelle istituzioni, nella politica e nello stesso universo delle imprese, dei valori che attengono all’impresa, al lavoro, all’economia di mercato. All’enorme diffusione dell’artigianato, sia nelle grandi città come nei piccoli comuni, corrisponde la presenza capillare CNA con 1.190 sedi in Italia che non offrono soltanto servizi, consulenze e informazioni, ma che hanno la credibilità, la professionalità e la forza di sentirsi compartecipi e coprotagonisti del successo della piccola impresa e dello sviluppo di un comparto che, da solo, continua a creare occupazione e nuove imprese.


Case History www.cometaformazione.org Dove trovare le informazioni sul Gruppo Cometa, l’associazione che gestisce la scuola

AZIENDA

BTicino OPERA

Impianto elettrico scuola Oliver Twist LUOGO

Como (CO) DATA

2009 CONTATTI

BTicino S.p.a Via Messina, 39 20154 Milano (MI) e-mail: info@bticino.com web: www.bticino.com

La Scuola Oliver Twist è un complesso scolastico multidisciplinare aperto nel 2009 a circa 250 ragazzi dai 14 ai 18 anni, dove le attività didattiche sono affiancate a momenti di formazione e accoglienza. La scuola, gestita dal Gruppo Cometa, è composto da un edificio scolastico ai margini del Parco Regionale della Spina Verde a Como in grado di ospitare 10 aule multifunzionali, 3 laboratori, spazi per uffici, un servizio di mensa in grado di garantire 200 pasti al giorno, un salone polifunzionale e varie attrezzature sportive. Una delle sfide che Cometa Formazione ha voluto vincere è stata quella di realizzare una struttura rispettosa dell’ambiente, applicando, fin dalla progettazione, una serie di interventi per controllare gli impatti ambientali delle proprie attività. La Scuola Oliver Twist, uno dei primi istituti d’istruzione e formazione professionale in Lombardia certificati in classe A, vuole divenire un modello funzionale da esportare e condividere con altre realtà scolastiche. Nell’edificio sono presenti sistemi di contenimento delle dispersioni di calore, attraverso l’utilizzo combinato di materiali isolanti per le pareti, per i tetti e per i pavimenti. È stato inoltre ridotto il fabbisogno di energia fossile a favore dell’impiego di energie rinnovabili, grazie all’utilizzo di soluzioni impiantistiche d’avanguardia, come la cogenerazione, la pompa di calore e il sistema di ventilazione con recuperatore di calore. Tra i principali interventi che hanno reso possibile l’ottimizzazione del risparmio energetico, si colloca la razionalizzazione dei consumi dell’energia utilizzata per l’illuminazione.

Interno: corridoio e aule della scuola


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www.tekneco.it/0205

Materiale impiegato nell’impianto

Come funziona

Lighting Management BTicino è il nuovo sistema di gestione intelligente dell'illuminazione. Risparmio energetico, flessibilità e comfort sono solo alcune delle caratteristiche principali del sistema che permettono di soddisfare le esigenze di illuminazione delle medie e grandi strutture.

7

6

83

88

Alimentatori generali per il sistema

Unità di controllo per la gestione degli algoritmi con relativi alimentatori (uno per piano)

Attuatori on/off (tra 1 e 2 uscite) per il comando dell’illuminazione non dimmerizzato nei locali di servizio (servizi igienici, corridoi, rampe scale, parcheggio coperto, disimpegni)

Dimmer 1/10V, 1 uscita per il comando dell’illuminazione nelle aule scolastiche, salone polifunzionale, uffici

214

45

2

1

Sensori ad infrarosso passivo da soffitto con diametro di rilevazione 6 mt

Comandi locali digitali a 2 uscite che consentono di forzare localmente l’automatismo nel caso la programmazione temporizzata escluda l’accensione del locale

Comandi scenari per 2 zone in cui è suddiviso il salone polifunzionale

Software di supervisione che è stato caricato su un personal computer situato nei locali tecnici

!

!

!

Rete ethernet dell’edificio


Case History www.fondazioneolivertwist.org Il sito della Onlus che opera in ambito sociale attraverso la realizzazione e il sostegno di interventi rivolti a vantaggio di minori in situazioni di disagio.

La facciata della scuola

Risparmio indicativo con Light Managing FINO AL

60%

Con il sistema Lighting Management di BTicino è stato possibile differenziare l’intensità di illuminazione all’interno degli spazi, riducendola in prossimità delle finestre e potenziandola al fondo dei locali. In particolare la gestione dell’illuminazione nelle aule è realizzata tramite controllo automatico del livello per zone. Sul soffitto sono presenti 8/10 sensori di presenza/luminosità. Rilevata la presenza di persone nel locale ciascuno di essi verifica il livello di illuminazione della zona di sua competenza. Il sistema integra le varie informazioni ricevute e, secondo una serie di algoritmi, comanda l’accensione e il livello di illuminazione dei vari corpi illuminanti in modo da garantire una distribuzione uniforme in tutto il locale, e/o a secondo dei casi, più forte in corrispondenza della lavagna/cattedra. Questo consente di garantire un’illuminazione ideale per una visione ottimale, in tutto il locale. In proposito è importante sottolineare come l’occhio umano, grazie ad una discreta capacità di dilatazione della pupilla, abbia un elevato grado di adattamento alla luce, in particolare, agli elevati livelli dell’illuminazione naturale. Per questo l’occhio umano si adatta facilmente agli elevati livelli di sistemi

di illuminazione non dimmerati, che forniscono illuminazione ben superiore a quella ideale richiesta, consumando inutilmente energia e contribuendo alla degradazione delle prestazioni delle fonti di illuminazione e al loro esaurimento. La gestione combinata dell’illuminazione artificiale con quella naturale mantiene costante il livello di luce anche al variare delle condizioni esterne consentendo di mantenere la luce accesa solo dove e quando serve e provvedendo allo spegnimento automatico negli ambienti non occupati, con la conseguente riduzione degli sprechi. Questo sistema, rispetto ad un impianto che utilizza la classica tecnica on/off, garantisce quindi anche un minor affaticamento visivo, garantendo il migliore equilibrio possibile tra illuminazione naturale e illuminazione artificiale.La programmazione temporizzata poi consente di spegnere l’illuminazione quando i locali non sono utilizzati. Il sistema di Light Management gestisce integralmente l’illuminazione di tutti i sei piani dell’edifico: dalle aule ai corridoi, dai servizi comuni al parcheggio interrato. L’impianto, realizzato con un sistema di supervisione con tecnologia BUS, dispone di una postazione di controllo su PC localizzata nel locale del


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La tecnologia BUS è un nuovo modo di concepire l’impiantistica elettrica, in quanto, contrariamente al cablaggio normale in cui ogni circuito è parte a sé, col sistema bus vengono separati il circuito di comando dal circuito di potenza. Permette maggior risparmio, sicurezza, controllo e comfort.

Il vano scale e il corridoio al primo piano

Centro Elaborazione Dati. Il sistema si basa su rivelatori ad infrarossi passivi che gestiscono integralmente i corpi illuminanti. Il salone polifunzionale è dotato anche di un sistema gestione per scenari per adattare l’illuminazione al variare delle destinazioni d’uso. Una simulazione sul consumo energetico dell’illuminazione, ha calcolato, con l’impiego del sistema di Lighting Management, un risparmio indicativo del 55/60%.

Fabbisogno complessivo annuo di energia primaria (KWh/anno)* *Valori per un volume lordo riscaldato di circa 10.300 m3

675.505

Edificio esistente Scuola con requisiti minimi di legge Scuola Oliver Twist

classe f

157.964 classe b

50.923 classe a

Interno: un’aula


Case History www.haus.rubner.com Il sito del gruppo Rubner dove vedere i progetti abitativi ecosostenibili

La facciata in legno lamellare e vetro

AZIENDA

Rubner Objektbau OPERA

Farmacia Bravi LUOGO

Brescia (BS) DATA

2010 CONTATTI

PHP Rubner Objektbau Srl Zona Artigianale 2 39030 Chienes (BZ) e-mail: info@objektbau.rubner.com web: www.objektbau.rubner.com

I titolari di una farmacia nel centro di Brescia avevano deciso, per ragioni di marketing, di trasferirsi in un quartiere alla periferia della città che negli ultimi anni si era trasformato da zona industriale in quartiere con un buon livello di vivibilità. Avevano progettato di realizzare un edificio di nuova costruzione il cui concetto architettonico rispecchiasse gli ideali che sono alla base dell’attività di un'azienda farmaceutica: salute e benessere. L'incarico di sviluppare un progetto fondato su questi due principi è stato affidato al bresciano "Studio 55" degli architetti Giovannibattista Rovetta e Giordano Frassine, che, in collaborazione con Rubner Objektbau, hanno progettato per i loro committenti un edificio non tradizionale bensì ecologico, utilizzando legno e prodotti a base di legno. La farmacia si trova in una delle principali arterie di comunicazione di Brescia, in una zona che non solo pone l'edificio al centro dell'attenzione generale, ma che offre anche aree di parcheggio agli odierni frequentatori della città. Il pianterreno (di circa 500 mq) è stato interamente adibito ad area di vendita della farmacia. I due piani soprastanti sono lieve-

mente arretrati e sono destinati a essere affittati come "imprese commerciali affini" del settore sanitario. Rubner Objektbau ha curato l'andamento dei lavori di costruzione e, in collaborazione con Studio 55, ha realizzato uno degli edifici più innovativi ed ecologici di Brescia: per ragioni di staticità e di sicurezza contro gli incendi, la platea di fondazione e la torre dell’ascensore con scala integrata sono in calcestruzzo, mentre tutti gli altri elementi dell'edificio sono stati realizzati con i pregiati prodotti Rubner. Con convincente affidabilità, Rubner Objektbau ha coordinato le fasi di progettazione esecutiva, produzione e consegna just-in-time presso il cantiere dei singoli elementi costruttivi. In un primo momento, gli osservatori si sono accorti "solo" dell'innalzamento dello scheletro, composto da travi lamellari in legno massiccio. Grazie tuttavia al fatto che tutti gli altri elementi costruttivi dell'edificio realizzati con materiale ecologico (legno, sughero, gessofibra) sono giunti in cantiere già pronti, è stato possibile erigere un edificio di 4.000 m3 in tempi rapidi con il sistema dell’edificazione a secco. A lavori in cor-


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www.tekneco.it/0206

www.holzbau.com L’azienda del gruppo Rubner nel settore delle strutture in legno lamellare

so l'edificio è stato intonacato esternamente, per cui a prima vista non ci si accorge più che è in legno. A parte questo, c'è però un altro aspetto, peraltro "invisibile", che determina la “sostenibilità” dell'edificio: il sistema di approvvigionamento energetico. Le ottime proprietà termoisolanti dei componenti costruttivi Rubner unite agli scambiatori di calore, ai sistemi fotovoltaici e ad altri impianti di questa "farmacia-clima" consentono di ridurre i consumi energetici del 30% rispetto a quelli di un edificio tradizionale delle stesse dimensioni.

Il tempo di costruzione degli oltre 6000 m3:

3

MESI

tecnica

Le prestazioni di Rubner Objektbau 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Progettazione, realizzazione e montaggio delle strutture in legno lamellare e delle pareti Costruzioni in legno massiccio e lavori di carpenteria Pacchetti di copertura incluso tetto piano con ghiaia Opere di impermeabilizzazione e isolamento termico Opere di rivestimento esterno in legno ed intonaco Opere da lattoniere Finestre e portefinestre

Interno della Farmacia anche i mobili soddisfano i requisiti di sostenibilità ed ecologia.

Le bio-innovazioni dell’edificio Sono numerose le particolarità ecologiche di questo che è il primo bioedificio dedicato al terziario a Brescia e realizzato dalla Rubner Objektbau di Chienes (Bz) su progetto dello studio d’architettura dei bresciani Battista Rovetta e Giordano Frassine. Scopo dichiarato: un edificio innovativo e all’avanguardia nel campo della bioedilizia. MATERIALI TUTTI NATURALI I materiali utilizzati sono completamente naturali. È di legno il telaio, tamponato con pannelli modulari, anche loro di legno, riempiti di lana di roccia e rivestiti da lastre di cemento cellulare coibentate con sughero. Il legno ha il vantaggio dell’isolamento termico e ha una durata elevatissima. Con soli 27 cm di spessore riescono a garantire indici di isolamento di gran lunga inferiori ai minimi richiesti dalla già restrittiva normativa regionale della Lombardia. La lana di vetro è isolante termico e acustico, resiste bene al fuoco e non è infiammabile. Il sughero anche è un eccellente isolante termico e ha lunga durata. È inoltre il più grande edificio, per il terziario, realizzato da Rubner: a pianta rettangolare, su tre piani fuori terra, 900 metri quadrati di superficie, un interrato di altri 800 metri quadrati. Anche per quest’ultimo c’è una particolarità da notare. È stato realizzato con le tecniche tradizionali di costruzione ma con in più la coibentazione. I due architetti bresciani fanno sapere di aver puntato sul sistema di edificazione a secco “perché è più veloce e garantisce elevate prestazioni acustiche e termiche, inoltre si ha una certezza del risultato, dei costi e dei tempi di esecuzione faticosamente raggiungibili con i sistemi costruttivi di tipo tradizionale”. C’è voluto infatti un mese esatto per i tre piani fuori terra, con la tecnica di prefabbricazione leggera in legno. ECOLOGICO DENTRO E FUORI Grande attenzione è stata rivolta sia per l’involucro esterno sia per l’impiantistica. Due terzi delle pareti esterne sono intonacate e la facciata è rivestita di doghe in larice lisciato grezzo, per sottolineare lo spirito ecologico dell’edifico. Si noti del resto che in quell’area prima c’era un vecchio capannone degli anni Cinquanta. Con questo progetto è stato abbattuto per essere riconvertito in un edificio moderno e ecocompatibile. L’im-


Case History www.nordpan.rubner.com L’azienda del gruppo Rubner nel settore dell’industria del legno

possibile. Insomma, lo scopo è avere un edificio in equilibrio energetico”, aggiungono gli architetti. Per contribuire a quest’obiettivo, ci saranno anche lampade a basso consumo e un ascensore che richiede meno corrente della norma. Tutti gli impianti daranno un risparmio energetico e di gestione fino al 30 per cento.

La storia

la più importante azienda italiana per le strutture in legno lamellare. Attraverso la competenza specialistica di queste due realtà, e di tutte le altre del Gruppo, Rubner Objektbau dispone di un know how che pochi possono vantare in materia di produzione e gestione di commesse importanti e complesse. Far parte del primo gruppo imprenditoriale europeo nel campo della lavorazione del legno, significa, per Rubner Objektbau, garantire la massima affidabilità e una gran-

Il partner per progetti edili complessi e personalizzati “chiavi in mano”

piantistica, realizzata dalla Tecnoprogetti dell’ing. Gianpaolo Perini & partners, prevede che il riscaldamento sia a pavimento (in linoleum naturale, ecologico perché realizzato con segatura, olio di lino e juta). Lavorano assieme la geotermia e una ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore. Si riesce quindi a ricambiare l’aria interna senza che esca o entri calore dall’esterno. AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA Il progetto prevede che sul tetto ci sia un sistema fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, perché l’obiettivo è rendere l’edificio autonomo nei fabbisogni energetici. “Non solo per il sistema di riscaldamento geotermico, ma anche grazie al sistema fotovoltaico, cosa che oggi ancora non è

A Chienes, in Val Pusteria, nel cuore del Gruppo Rubner, è stata costituita nel 2007 RUBNER OBJEKTBAU, una realtà imprenditoriale in grado di offrire la gestione integrata del progetto edile con consegna “chiavi in mano” di edifici di grandi dimensioni, che arricchisce e completa la filiera del Gruppo ovvero un progetto imprenditoriale che, partendo dalla materia prima - il legno -, arriva fino al cliente finale. Rubner Objektbau è il general contractor ideale per la realizzazione di edifici pubblici, industriali, commerciali, palazzine per uffici, costruzioni per la ristorazione, complessi alberghieri, centri di formazione, scuole, università e grandi opere edili. Capacità tecnica, esperienza progettuale e profonda conoscenza del legno nei suoi impieghi architettonici si sposano oggi ad una nuova nozione di servizio, che nasce dalla tradizione e dalla tecnologia di un Gruppo riconosciuto a livello internazionale nella lavorazione del legno. Rubner Objektbau è infatti il frutto di un insieme di competenze importanti, derivanti da due realtà, ciascuna leader del proprio settore: Rubner Haus, l’azienda che ha lanciato per prima in Italia il mercato delle case in legno e,

de attenzione ai moderni aspetti costruttivi, che riguardano la compatibilità ambientale, il rispetto per l’ecosistema e il massimo risparmio energetico in ambienti che, grazie all’elevato comfort interno, prestano la necessaria cura al benessere individuale. Il cliente sa di poter contare sulla serietà di un gruppo storico e in continuo sviluppo nel settore dell’edilizia. A partire dallo studio di fattibilità, passando poi alla progettazione, l’azienda si occupa di tutte le fasi che portano alla realizzazione dell’edificio curando anche l’impiantistica, la sicurezza, fino all’illuminazione e all’arredamento. Un unico interlocutore che garantisce in modo ottimale l’investimento e che consente di evitare le problematiche che solitamente si incontrano, come la mancanza di coordinamento fra le diverse fasi progettuali, l’accumulo di ritardi, la fatica di doversi interfacciare con professionalità diverse, perdendo quindi il controllo reale in termini di responsabilità, di tempi e di costi. La nuova sede Rubner Haus a Chienes, un originale esempio di bio-architettura realizzata da Rubner Objektbau, è stata la prima costruzione non residenziale a fregiarsi del riconoscimento Classe A+ Gold, la certificazione CasaClima per gli edifici passivi e testimonia come l’azienda, pur partendo dal mondo del legno, sia in grado di sviluppare progetti con qualsiasi tipo di materiale in abbinamento a cemento, acciaio e vetro.


Informazione Pubblicitaria

Torna l’atteso appuntamento con la sostenibilità in edilizia

KLIMAHOUSE 2011 6a Fiera internazionale specializzata per l’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia Bolzano, 27 – 30 Gennaio 2011

Grande fermento a Fiera Bolzano per la sesta edizione di “Klimahouse”, fiera leader in Italia nell’ambito dell’edilizia ‘verde’. In mostra le tecnologie più all’avanguardia di oltre 400 aziende espositrici e un ricco programma di contorno: dalle visite guidate a edifici CasaClima al sempre più articolato congresso ‘Costruire il futuro’, dai numerosi convegni organizzati con autorevoli associazioni di settore a rassegne fotografiche. Un concentrato di soluzioni eco-sostenibili per offrire risposte efficaci e concrete ai diffusi quesiti di un pubblico sempre più ampio interessato al tema del risparmio energetico. La buona notizia arriva dall’Agenzia europea per l’Ambiente che ha recentemente divulgato dati positivi sulle emissioni di CO2, diminuite del 17,3% rispetto al 1990 e del 6,9% in un solo anno (nel 2009 rispetto al 2008), con dieci anni d’anticipo rispetto alla scadenza fissata dall’Unione Europea per il raggiungimento degli obiettivi ‘20-20-20’. Forse anche conseguenza della recessione economica che ha determinato un calo dei consumi energetici, segnala la stessa Agenzia, ma questo dato rappresenta comunque un risultato sorprendente che nasce da un trend eco-sostenibile in ascesa in particolare nel settore delle costruzioni. Gli edifici sono ritenuti responsabili del 40% del consumo globale di energia e a tutti i livelli, dalle istituzioni ai privati, si

cercano risposte concrete e soluzioni tangibili per migliore le condizioni di salute dell’ambiente risparmiando energia. Precursore e portavoce in Italia di una cultura eco-sostenibile in edilizia, “Klimahouse” è la fiera di riferimento a livello nazionale che, dal 27 al 30 Gennaio 2011, andrà in scena a Fiera Bolzano con la sua sesta edizione. Sin dal suo primo appuntamento, nel 2005, la manifestazione dimostra come in questo settore esistano molteplici alternative tecniche ed economiche in grado di garantire un consistente risparmio energetico. In esposizione, infatti, le migliori soluzioni e tecnologie presenti sul mercato per una casa energeticamente efficiente, selezionate ad hoc da una giuria di qualità: finestre termoisolanti, porte e portoni, sistemi di isolamento termico, elementi per prefabbricati e prefabbricati, coperture, tetti, risanamento, strutture verticali e orizzontali, sistemi di riscaldamento, ventilazione, raffreddamento, energie rinnovabili, sistemi di regolazione e misurazione. “Klimahouse” non è solo una vetrina per le aziende più impegnate sul fronte della sostenibilità ambientale ma rappresenta anche la piattaforma ideale per informarsi sulle normative nazionali ed europee, per aggiornarsi sull’andamento del mercato in Italia ed in Europa e in particolare sull’attualissimo tema delle certificazioni energetiche. In occasione di “Klimahouse” le associazioni di settore più autorevoli in Italia ed esperti qualificati in ricerca e progettazione offriranno inoltre tutta la propria expertize in materia di sostenibilità in edilizia a quanti vogliano individuare le soluzioni ottimali da

implementare per la propria abitazione, per la propria attività o, nel caso degli enti locali, da adottare sul proprio territorio sia per edifici ex-novo sia in caso di riqualificazione. A partire dall’AGENZIA CASACLIMA, grazie al cui forte sostegno verrà presentato l’annuale Congresso ‘Costruire il futuro’ a cui parteciperanno autorevoli relatori di fama internazionale, ANIT (Associazione Nazionale per l’Isolamento termico e Acustico) che proporrà un convegno sulle tematiche di sua specifica competenza, ANAB (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica), ASSOVETRO (Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro), EURAC (European Academy Bolzano), TIS Innovation Park (Centro promotore per l’innovazione), la cooperazione e il trasferimento di tecnologie per tutti gli attori del sistema innovazione altoatesino, APA (Associazione Provinciale dell’AltoAdige) e la PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO, Agenzia provinciale per l’ambiente. Tutte le informazioni alla pagina: www.klimahouse.it


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Edificio in Europa certificato LEED for school “gold”

AZIENDA

Costruzioni Debiasi OPERA

Ampliamento Istituto Tecnico per il Commercio G. Floriani LUOGO

Riva del Garda (TN) DATA

Novembre 2009 CONTATTI

Costruzioni Debiasi S.r.l Via Baruffaldi,3 38066 Riva del Garda (TN) tel 0464.553693 fax 0464.553558 email info@debiasi.it web www.debiasi.it

Costruzioni Debiasi s.r.l. è un’impresa di costruzione che ha da poco compiuto i trent’anni di attività, operando nel pubblico, per conto terzi ed, infine, con proprie operazioni immobiliari. L’impresa è dotata di certificazione di qualità ISO 9001:2008 ed iscrizione SOA NordEst categoria OG1 illimitata. Negli ultimi anni nasce la volontà di differenziare i prodotti aziendali per essere più competitivi sul mercato nazionale e matura la scelta di diventare soci fondatori del Green Building Council Italia, partecipandovi attivamente, in qualità di membri del consiglio direttivo, con l’ing. Giovanni Debiasi, e con il sussidio dell’ing. Luca Debiasi, nel ruolo di LEED AP (Professionista Accreditato) e di formatore per il GBC Italia dei futuri LEED AP Italiani. Ecco la prima scommessa su Leed. Nel 2005, la Costruzioni Debiasi s.r.l vince la gara pubblica per la realizzazione dell’ampliamento dell’Istituto, ma a causa di lungaggini burocratiche il cantiere viene aperto ed i lavori iniziano nel mese di marzo del 2008. A seguito dell’approvazione della Delibera della Provincia di Trento n. 2564 del 2008, l’azienda ha proposto alla Committenza, in questo caso la Provincia Autonoma di Trento, di certificare l’edificio secondo il protocollo americano Leed for School 2.0, mantenendo

La pavimentazione e la vegetazione esterna all’istituto

inalterati i tempi di consegna e con il rischio economico, nel caso di non raggiungimento dell’obiettivo concordato, del livello “Silver”. L’azienda, a causa della novità della certificazione, della non conoscenza di questa da parte degli studi professionali locali e nazionali e per rispettare la tempistica di realizzazione dell’opera, ha eseguito al proprio interno tutta la documentazione/progettazione necessaria al raggiungimento della certificazione. Ogni credito utile all’ottenimento di punteggio è stato attentamente analizzato per ricercare il miglior risultato. Le modifiche progettuali e gli elementi caratterizzanti il progetto sono divisi nei cinque capitoli come da protocollo Leed. SITI SOSTENIBILI Sin dall’inizio, la certificazione ha comportato cambiamenti nel modo di operare in cantiere. L’attenzione a ridurre l’inquinamento generato dalle attività di costruzione controllando i fenomeni di erosione del suolo, di sedimentazione nelle acque riceventi e la produzione di polveri è stato il primo di una lunga serie di novità che hanno caratterizzato l’impronta sostenibile dell’intero progetto.

Recinzioni di cantiere realizzate con teli geotessili, vasche per la pulizia delle betoniere, aree specifiche per la pulizia delle gomme dei mezzi di trasporto all’uscita del sito di costruzione nonché la limitazione di introduzione di inquinamento prodotto dal cantiere nei tombini adiacenti lo stesso, uniti ad ispezioni settimanali, introducono l’impegno necessario di tale scommessa. Nonostante l’architettura esterna dell’edifico sia rimasta inalterata, si è lavorato molto sull’impatto ambientale che l’edificio provoca dopo la sua realizzazione. L’obiettivo è conservare le aree naturali ed i paesaggi agrari esistenti, riqualificare le aree danneggiate per promuovere la biodiversità, limitare le alterazioni della dinamica naturale del ciclo idrologico attraverso la riduzione delle superfici di copertura impermeabili e l’aumento delle infiltrazioni in sito, ridurre l’effetto isola di calore (la differenza di gradiente termico tra aree urbanizzate e verdi) per diminuire l’impatto sul microclima e sull’habitat umano e animale. Il ricorso al verde, non più al solo scopo decorativo, è stato progettato e quantificato in modo da produrre effetti sul microcli-


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www.gbcitalia.org Il sito del Green Building Council Italia

www.fsc-italia.it Associazione italiana del marchio che identifica legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta

ma dell’area mitigando i picchi di temperatura estivi. Ben il 58% dell’intera area risulta ora essere vegetata grazie anche alla realizzazione di una copertura verde che non richiede né irrigazione né manutenzione. Il controllo dell’albedo o SRI (Solar Reflectance Index) delle pavimentazioni ha permesso la riduzione delle temperature superficiali con effetti sul comfort esterno e sulla riduzione dei carichi solari in caso di condizionamento degli spazi chiusi. Il 100% delle pavimentazioni utilizzate esternamente per le aree pedonali, ciclabili e carrabili sono così realizzate con materiali altamente permeabili e con alti valori di albedo (le superfici chiare hanno un’albedo più alto delle superfici scure).

stallando serramenti con tagli termici migliorativi. Grande lavoro è stato effettuato con il Commissioning per verificare l’installazione, la taratura ed il funzionamento dei sistemi energetici dell’edificio nel rispetto delle esigenze avanzate. Con questa tecnica americana sono stati verificati, in diverse fasi del cantiere, gli impianti di riscaldamento, ventilazione ed i sistemi di regolazione e controllo ad essi associati, i sistemi di illuminazione artificiale e naturale, nonché i sistemi di produzione di acqua calda sanitaria attraverso attenti e scrupolosi collaudi.

GESTIONE EFFICIENTE DELL’ACQUA Come per il precedente capitolo, anche questo ha comportato sostanziali modifiche nel progetto iniziale. La finalità delle modifiche apportate è stata quella di aumentare l’efficienza nell’uso dell’acqua negli edifici per ridurre il carico sui sistemi municipali di fornitura dell’acqua e sui sistemi delle acque reflue. Tale problematica è stata affrontata su due diversi fronti: il primo, andando a ridurre i consumi di acqua potabile per l’irrigazione delle zone a verde ed il secondo, riducendo l’utilizzo di acqua potabile per i wc. In prima battuta, si è cercato di ridurre l’utilizzo di acqua per irrigazione tramite l’utilizzo di specie vegetali che richiedessero minimi quantitativi di irrigazioni rispetto a quelle solitamente utilizzate o, come per la copertura vegetata, non ne richiedessero affatto e dall’altra cercando di utilizzare apparecchiature quali areatori installati sui rubinetti o cassette dei wc con doppi pulsanti. Per incidere ulteriormente sulla riduzione del consumo di acqua potabile è stata installata una vasca di raccolta interrata, di capacità pari a 30 mc, capace di captare grandi quantità di acqua piovana attraverso la copertura verde del nuovo edificio, parte della copertura dell’edificio esistente e buona parte delle pavimentazioni esterne. Tale acqua servirà al nuovo istituto per coprire la totalità del fabbisogno idrico irriguo e ridurre del 44% l’utilizzo complessivo di acqua dell’intero edificio nel corso dell’anno. ENERGIA ED ATMOSFERA Per realizzare il progetto riguardante l’ampliamento di un edificio esistente con annessa centrale termica anch’essa esistente, si è intervenuti migliorando il più possibile la coibentazione dell’edificio, aumentando gli spessori dell’isolazione a cappotto ed in-

MATERIALI E RISORSE La sostenibilità è composta da svariati fattori e, sicuramente, molti appartengono a questo importante capitolo. L’84,5% dei materiali derivati dall’attività di costruzione uscenti dal cantiere è stato indirizzato a specifici centri di raccolta al fine di immettere nuovamente le risorse riciclabili recuperate nel processo produttivo. Tra i vari possibili materiali utilizzabili, la scelta è stata indirizzata non solo verso prodotti contenenti percentuale di riciclato, riciclabili e rapidamente rinnovabili, ma anche che fossero estratti e lavorati in ambito “regionale”. Tra questi troviamo il ferro tondino d’armatura, i laterizi, le pavimentazioni in linoleum e molti altri. È stato, inoltre, utilizzato legname proveniente da foreste certificate FSC (Forest Stewardship Council).

La copertura verde

QUALITÀ AMBIENTI INTERNI Ultimo capitolo del protocollo Leed, ma non per importanza, che ha richiesto una attenta progettazione degli spazi interni. Sono stati adottati impianti di trattamento dell’aria con unità di post riscaldamento per le zone comuni dell’edificio, quali corridoi ed aree non finestrate, attuando un piano di gestione della qualità dell’aria interna prima dell’occupazione al fine di ridurre i problemi dell’aria interna derivanti dai processi di costruzione a garanzia del comfort e benessere degli operai al lavoro e degli occupanti dell’edificio. Ogni ambiente dell’edificio è stato reso a sé stante dal punto di vista termico e di illuminazione garantendo così elevati livelli di controllo dei sistemi da parte dei singoli occupanti per promuovere la produttività, il comfort ed il benessere. Infine, particolare attenzione è stata posta all’acustica. Attraverso studi eseguiti in collaborazione con fornitori leader nel settore, sono state trovate soluzioni per problemi quali riverbero ed abbattimento dei livelli sonori tra aule adiacenti nello stesso piano e su piani sovrastanti. L’accurata posa dei prodotti scelti, quali manti anticalpestio, partizioni verticali in cartongesso multi lastra, lane minerali ad alta densità, pannelli microforati e l’utilizzo di tecniche utilizzate in cantieri precedenti ha garantito il risultato aspettato.


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1.200 i collaboratori del Gruppo Fassa

AZIENDA

Fassa Bortolo OPERA

Sistema Cappotto per le Torri di Piazza Drago LUOGO

Jesolo Lido (VE) DATA

Prossima realizzazione CONTATTI

Fassa S.p.A. Via Lazzaris, 3 31027 Spresiano (TV) numero verde: 800 303132 web: www.fassabortolo.com

Particolarmente attenta alle nuove tendenze del mercato, sempre più orientate allo sviluppo di nuovi prodotti eco-compatibili, Fassa Bortolo propone il Sistema a Cappotto, un ciclo completo di prodotti per l'isolamento sicuro e continuo delle pareti verticali, soluzione ideale per l'utente attento al risparmio energetico. Eliminando la formazione di ponti termici, il sistema consente un corretto isolamento in modo da evitare inutili sprechi di energia e la formazione di muffe e condense. Il Sistema Cappotto Fassa Bortolo mette a disposizione diverse tipologie di lastre: EPS, lana di roccia, sughero e la nuova lastra COLOREX. La nuova lastra termoisolante COLOREX coniuga le caratteristiche del polistirene espanso sinterizzato EPS 100 pigmentato azzurro e quelle dell’EPS SILVER grigio-nero che abbassano il contributo dell’irraggiamento alla trasmissione del calore, con conseguente miglioramento della conducibilità termica rispetto al polistirene espanso. Le lastre in COLOREX semplificano i processi di posa, perché non necessitano di schermatura con teli oscuranti. Sono fornite anche nella versione zigrinata, che permette di incrementare l’area di incollaggio del 60% rispetto ad una lastra tradizionale. Inoltre, per garantire ai posatori un aggiornamento costante, Fassa Bortolo organizza presso i propri stabilimenti

numerosi incontri per illustrare il corretto utilizzo dei materiali anche con prove applicative pratiche. LA STORIA DELL'AZIENDA Fassa Bortolo ha un’importante storia di tre secoli alle spalle, animata da forte dinamismo e continuo sviluppo: attualmente il Gruppo Fassa è presente con 13 stabilimenti in Italia, il più recente dei quali situato a Calliano in provincia di Asti, uno stabilimento in Portogallo, 3 filiali commerciali in Italia, 2 in Svizzera e una in Francia, con un organico di 1.200 collaboratori comprendente dipendenti e forza vendita. L’azienda si pone come punto di riferimento fondamentale per gli operatori del

Sede direzionale di Fassa —Spresiano (TV)


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Come apparirĂ il progetto a fine realizzazione

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Case History

22 78 PIANI

METRI

settore, con una gamma completa dalle malte agli intonaci premiscelati, dalle pitture ai rivestimenti colorati, dai massetti ai prodotti per la posa dei pavimenti e rivestimenti fino alle soluzioni per risanamento delle murature umide, il ripristino del calcestruzzo e l’isolamento termico, oltre ai prodotti bio-ecologici certificati per costruire secondo i canoni della moderna bioarchitettura e il nuovo Sistema Cartongesso GYPSOTECH® con una linea completa di lastre in gesso rivestito e accessori per il montaggio.

IL PROGETTO

TORRI PIAZZA DRAGO - JESOLO Due torri che ridisegnano la skyline di Jesolo, un grande progetto architettonico per la nuova CityBeach del Veneto. La trasformazione di Jesolo in una modernissima CityBeach sta avanzando velocemente, con progetti d’avanguardia. Tra questi progetti, un posto importante meritano sicuramente “Le Torri di Piazza Drago”. Un’opera che si sviluppa su un’area di 10.000 metri quadrati, con due torri alte 78 metri e con 22 piani. L’intero complesso prevede anche la riqualificazione dell’area di Piazza Drago e Via Mameli con opere pubbliche: un grande spazio disegnato da vasche d’acqua, percorsi pedonali e zone verdi, un parcheggio interrato sotto la piazza, la pedonalizzazione di Via Mameli e la messa in sicurezza degli incroci di via Mameli, via Aquileia e Via Tritone. Le nuove Torri avranno tre diverse destinazioni d’uso, commerciale, direzionale e residenziale. Per la coibentazione dell’opera è stato utilizzato il Sitema Cappotto Fassa Bortolo con pannelli in EPS 120, colla e rasante A 50 e rivestimento acrilico RTA 549.

COMMITTENTE Drago Srl / AREA DI INTERVENTO

10.000 mq di cui 2 torri di 22 piani / VOLUME DI INTERVENTO 710.000 mc / IMPRESA ESECUTRICE Paredil Srl – Geom. Parcianello Luigi / IMPRESA ESECUTRICE LAVORI DI CAPPOTTO General Dipinture snc / RESP. LAVORI Geom. Rossi Marino / PROG. STRUTTURE Studio Favero & Milan / PROG. ARCHITETTONICO Studio Ortica e Zanforlin

Una delle due torri in fase di costruzione


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www.dragoimmobiliare.it Il sito dell’immobiliare Drago, dove poter vedere il progetto delle due torri nella sua completezza

Particolare della facciata di una delle torri (foto: Giancarlo Bovo, Flickr) scheda tecnica

I prodotti impiegati nel progetto A 50

RTA 549

LASTRA EPS

Collante edile a base cementizia bianco e grigio a media elasticità

Rivestimento decorativo e protettivo per pareti termocoibentate con Sistema Cappotto

Lastra per isolamento termico in EPS

Composizione A 50 è un adesivo premiscelato a base di cemento Portland bianco o grigio, sabbie selezionate ed additivi specifici per migliorare la lavorazione e l'adesione. Impiego Usato per incollare e rasare pannelli di polistirolo, Styrodur, Styrofoam nei sistemi di isolamento "a cappotto", per annegare reti di armatura e per rasare superfici di calcestruzzo ed elementi prefabbricati.

Composizione RTA 549 è un rivestimento di finitura in pasta, composto da particolari leganti flessibili, inerti calcarei e silicei selezionati, molecole che contrastano la formazione di muffe ed alghe, pigmenti stabili alla luce ed additivi specifici per migliorare la lavorazione e l’adesione. La natura delle materie prime impiegate consente una buona traspirazione della muratura. Impiego Viene principalmente usato come speciale rivestimento protettivo e decorativo per esterni su pareti coibentate con il Sistema Cappotto; contrasta la formazione di muffe ed alghe sulle superfici trattate.

Composizione La lastra per isolamento termico in Polistirene Espanso Sinterizzato è prodotta con materie prime di elevata qualità, e ricavata per taglio a filo caldo da blocchi preventivamente stagionati. Impiego Vengono utilizzate per la posa di sistemi a cappotto sulle pareti esterne di edifici di nuova costruzione, o in interventi di restauro di edifici esistenti. Il tipo di lastra e lo spessore da utilizzare vengono scelti in base alle esigenze di isolamento termico, e comunque in osservanza alla legislazione vigente D. LGS. n° 311/2006.


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OPERA

Complesso residenziale all’interno del Piano E.R.P. di Avezzano (AQ)

Il cantiere ad Avezzano (AQ)

LUOGO

Avezzano (AQ) DATA

Dicembre 2010 PROPRIETÀ

SA.PA. S.r.l C.so della Libertà, 3 Avezzano (AQ) tel 0863.410307 PROGETTISTI

Ing. Paolo Santoro in collaborazione con Ing. Fabio Macchia C.so della Libertà, 30 Avezzano (AQ) tel 0863.410307 email santoro.paolo@tin.it PROGETTAZIONE TERMOTECNICA E FOTOVOLTAICA

GDB tecnologie Via Tuscolana 1341, A Roma tel 06.7263340 email info@gdbtecnologie.it web www.gdbtecnologie.it IMPRESA COSTRUTTRICE

SEALCOSTRUZIONI S.r.l Via Anagnina, 361 Morena (RM) tel 06.79810595 email sealcost@costruzioniseal.191.it SISTEMA COSTRUTTIVO

Bioisotherm S.r.l Viale della Repubblica, 8/C Selvazzano Dentro (PD) tel 049.8687216 email info@bioisotherm.it web www.bioisotherm.it

Il complesso residenziale è sito in Avezzano (AQ) su un terreno prettamente pianeggiante, in zona residenziale. Il complesso prevede la realizzazione di 48 unità abitative a schiera bifamiliari. Su ogni blocco, infatti, si realizzeranno due alloggi, uno al piano rialzato del fabbricato e l’altro al piano primo dello stesso. Da un punto di vista strutturale, Avezzano è zona sismica di prima categoria. La zona climatica, invece, è zona E. La struttura portante, tamponatura e solai, sono della ditta Bioisotherm e costituiti da pannelli cassero in EPS di spessore 30 cm. I solai sono anche essi in EPS. L’impianto termico sarà del tipo a pannelli radianti a pavimento alimentati da una pompa di calore aria-acqua dotata di un volano termico (accumulatore) di 500 litri, necessario per avere una costante quantità di acqua calda. Infatti, la pompa di calore alimenterà anche l’acqua calda sanitaria e, essendo reversibile nel ciclo, funzionerà anche per la climatizzazione estiva (se necessario, visto l’elevato isolamento termico della struttura). La pompa di calore o, gli usi domestici, saranno parzialmente alimentati da un impianto fotovoltaico di almeno 1.8 kWp per ogni unità immobiliare. Tutto il sistema (struttura ad elevato isolamento termico, pompa di calore ed impianto fotovoltaico) ci permette di classificare gli alloggi in classe A+. Un’ulteriore novità è il fatto che gli alloggi non saranno dotati di rete gas metano. Infatti, il generatore di calore è elettrico e il piano cottura non è a gas metano ma ad induzione. Questa ulteriore modifica, vista inizialmente con diffidenza dalla committenza finale, è stata incentivata fornendo ad essi stessi la piastra ad induzione con l’acquisto dell’alloggio stesso.


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La posa delle pareti con il sistema Argisol速 di Bioisotherm


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Sistema costruttivo Bioisotherm Termosolaio

Argisol®

DESCRIZIONE Termosolaio è un pannello cassero per la formazione di solai in cemento armato da calpestio e di copertura con isolamento termico variabile. CARATTERISTICHE TECNICHE I pannelli cassero sono costituiti da un elemento in polistirene espanso che al suo interno ha due tralicci atti a garantire l’autoportanza del cassero durante il getto del cls, con al centro un incavo per la formazione dei travetti in c.a. strutturali. Il fondello dell’incavo è a spessore variabile ed evita il ponte termico. CARATTERISTICHE PRESTAZIONALI Il materiale isolante impiegato (eps) garantisce un elevato isolamento termico costante nel tempo. —— spessore sottotravetto isolante: 4÷8 cm. —— larghezza totale del pannello: 60 cm. —— larghezza totale del travetto: 11 cm. —— valori di trasmittanza termica U possono variare aumentando lo spessore del sottotravetto isolante (0,35÷0,16 W/mq K). FORNITURA E POSA IN OPERA I pannelli cassero “Termosolaio” vengono forniti nello spessore adeguato alla luce da coprire e sono autoportanti in fase di realizzazione (per sopportare il peso degli operatori, del cls e armatura). La possibilità di panchinare ogni 2m, permette di operare con estrema semplicità e consente notevoli risparmi nei tempi di movimentazione e posa. Nella parte sottostante del pannello (intradosso) con un interasse di 30 cm sono posizionati due profili di lamiera zincata predisposti per l’ancoraggio delle lastre di cartongesso al completamento della finitura.

DESCRIZIONE Argisol è un sistema di costruzione costituito da un programma completo di casseri isolanti a perdere con i quali si ottengono pareti portanti antisismiche in calcestruzzo, isolate internamente ed esternamente; finalizzate ad ottenere edifici in classe A nel rispetto dell’ambiente. CARATTERISTICHE PRESTAZIONALI Spessore totale parete grezza: —— 30-35-40cm per pareti in c.a. da 16.5cm —— 35-40-45cm per pareti in c.a. da 21.5cm Proprietà termiche: U da 0,32 a 0,17 (W/mqK) a seconda dell’isolamento scelto: —— isolamento in eps interno da 6.2cm ed esterno variabile di 7.3-12.317.3cm per pareti in c.a. da 16.5cm e 21.5cm Isolamento acustico parete grezza esente di finiture: Rw=48 dB; con applicazione di un pannello fonoassorbente da un solo lato Rw=53dB. Proprietà igrometriche: Nessuna formazione di condensa alle condizioni +20°C/50% umidità relativa int.; -10°C/80% umidità relativa est. CARATTERISTICHE TECNICHE Gli elementi del cassero sono in poliestere espanso ad alta densità, costituiti da due lastre isolanti (a spessore variabile) nelle quali sono ancorati dei lamierini zincati. Il riempimento in calcestruzzo e l’inserimento dell’armatura metallica completa il sistema, che garantisce strutture perfette sia sul piano tecnico sia per quanto riguarda il confort abitativo. FORNITURA E POSA IN OPERA Con il sistema di costruzione Argisol® si realizza in un’unica fase la struttura portante, la parete di tamponamento e l’isolamento, senza attrezzature pesanti e quindi riducendo i tempi e i costi di cantiere. Tra i numerosi vantaggi si segnalano le eccellenti caratteristiche di fisica delle costruzioni, la capacità di isolamento e quindi un confort abitativo in ogni stagione, le ampie possibilità di progettazione, grazie al programma di casseri studiato per realizzare pareti di qualsiasi forma e angolazione, la posa in opera rapida e semplificata, oltre all’inalterabilità del materiale usato.


2011

KLIMAHOUSE 27 - 30 gennaio 2011 | Bolzano

Fiera internazionale per l’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia

plus VISITE GUIDATE A

CaseClima Klimahouse Forum

GLI ESPOSITORI SI PRESENTANO

Laboratorio dal vivo

gio-dom: 9.00 - 18.00

ARTIGIANI COSTRUISCONO UNA CASACLIMA

Costruire il futuro CONVEGNO INTERNAZIONALE Online ticket

400 Espositori Online Ticket PREZZO RIDOTTO

www.klimahouse.it T E C N O L O G I A D E L L’ I N V O L U C R O

S P O NS O R

PA R T N E R

MEDIA PA R T N E R architetturaQ designQ ingegneria


Il rivestimento del National Aquatics Centre costruito per le scorse Olimpiadi a Beijing, Cina (Foto Paul Hickman, Flickr)


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Tekneco Numero 02 | 2011

Architettura

bio Fabio Fornasari alterna la pratica professionale con la didattica presso la

NABA di Milano e la Facoltà di Sociologia di dell’Università di Urbino “Carlo Bo”. Suo il progetto per il museo del Novecento a Milano.

Fabio Fornasari

RITESSERE IL FUTURO

C’

è in corso in tutto il pianeta una ricerca di nuovi modi di costruire le nostre forme abitative affinché abbiano un contenuto che sta tra l’innovazione e il recupero di una antica attitudine di leggerezza, di una mobilità del nostro abitare che si adatta all’ambiente. Mi riferisco alle architetture tessili, a quelle architetture che costruiscono con membrane leggere e che sembrano messaggi di un nostro “inconscio” che ci richiama alla nostra origine più antica. Dal paleolitico infatti l’uomo abita i propri spazi adattando il proprio genere di vita alle possibilità che l’ambiente gli offre. Si tratta di un lungo cammino, un’evoluzione per la sopravvivenza che è iniziata circa 2 milioni di anni fa. Fino dalle origini gli inizi del costruire coincidono con l’inizio della tessitura: l’intrecciare legni e l’intrecciare canapa sono i primi atti del costruire la propria casa. Intrecciando assi l’uomo antico costruisce le proprie navi per spostarsi per mare e al termine del viaggio di quelle assi intrecciate, le capovolge: le fa diventare i tetti delle proprie case. Ancora oggi il linguaggio ci ricorda quella origine: si parla di “tessitura” delle travi, di ordito dell’assito che compongono le navate. Col tempo, queste case sono state trasformate dall’uomo che le ha decorate e infine le ha rese stabili, eterne. Ora è questa eternità e questa stabilità a cui noi uomini moderni siamo abituati che richiede un ripensamento in quanto il pianeta un tempo ritenuto dotato di risorse inesauribili ha rivelato un’altra “natura”. Ora tutta la ricerca e l’innovazione sono

impegnate a recuperare tempo, spazio, ener- le cupole geodetiche di Buckminster Fuller. Il gie nel rispetto delle risorse prime e nel- riferimento continuo al lavoro degli scienziala prospettiva di un futuro ecologicamente ti è indice che non si tratta di una contestasostenibile. zione verso la tecnologia. Piuttosto è il richiaI motori della ricerca anche in materia di nuo- mo della tecnologia verso il tema del pianeta vi materiali, sono state le guerre mondiali del che da poco lo si è visto nella sua vera nelle '900 e la conquista dello spazio. Oggi invece si foto delle missioni Nasa. Non è un caso se tra può dire che il nuovo motore della ricerca sia la le persone che ne fanno parte ci sono Stewart conquista di un futuro per noi e il nostro am- Brand, Kevin Kelly, Howard Rheingold e altri biente. E questo futuro non può che partire da ancora (www.wholeearth.com). questo presente sosteIn quegli anni c’è una nibile. In questa corsa si ricerca espressiva che stanno disegnando, prori-parte dalla ri-lettura gettando e producendo Intrecciando assi l’uomo del modo di abitare di nuovi materiali. Questi chi dentro la “natura” antico costruisce le hanno la caratteristica non solo ci viveva ma di essere tessuti, mem- proprie navi per spostarsi anzi se ne sentiva parte. brane che ci riportano per mare e al termine Molta attenzione viene all’origine stessa del cocostantemente posta struire. Ci riportano a del viaggio di quelle assi verso le popolazioni noquando l’uomo costrut- intrecciate, le capovolge: madiche e verso il loro tore “tesseva” lo spazio modo di abitare. Sono che abitava e lo rivesti- le fa diventare i tetti gli anni nei quali al va di membrane, di pel- delle proprie case. Museum of modern Art li di animali abbattuti di New York – MoMA – durante la caccia. Posate Bernard Rudofsky esposu strutture lignee intrecciate queste mem- ne l’Architettura senza Architetti: una collebrane proteggevano dal freddo e dalle fiere. Fu zione di foto che illustra le differenti forme la contestazione americana degli anni 60 che abitative sul pianeta. Chi dice che l’atto di copose anche il problema di un modo diverso struire è sempre un atto innaturale dice una di intendere l’abitare, riparlando di una ar- cosa che vuole solo produrre un effetto di stuchitettura tessile di origine nomadica e del- pore. Nella sostanza il costruire è proprio ed le sue potenzialità di restituirci un modo più interno alla Natura stessa. corretto di intendere il concetto stesso di abiQuello che interessa qui è l’uso che si fa da tare. Si tratta delle esperienze che portano ai subito di una tecnica semplice e millenaria Drop-Out di San Francisco che costruiscono come la tessitura: la tessitura nasce dalla negli shelter di Sausalito e dove si sperimentano cessità di soddisfare esigenze materiali ☛


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Architettura

www.tensinet.net Il network europeo tematico TensiNet

☛ basilari del corpo, come coprirsi, per diLe prime testimonianze di costruzioni cofendersi dagli sbalzi di temperatura e dagli stituite di membrane risalgono al 40.000 eventi atmosferici. Ma viene presto usata per a.c, nel Paleolitico superiore. I primi ritrovacostruire spazi intorno all’uomo, assumendo menti sono stati fatti nei territori dell’attuauna valenza ancora più duratura e visibile le Ucraina, le cui popolazioni erano nomadi. anche agli “altri”. La storia della tessitura se- Durante l’inverno sostavano nelle vallate gue passo passo quella dell’umanità. più riparate dai venti glaciali, durante l’estaAncora oggi che il te si spostavano verso tema è la sostenibilità la steppa periglaciaambientale la tessitura le in cerca di cibo. La torna ad essere il ter- Ancora oggi che il tema è capanna costruita con mine chiave. A fianco la sostenibilità ambientale materiali naturali facildi prodotti a membramente disponibili quali la tessitura torna ad na che ormai si usano ossa e pelli animali, lein tutte le costruzioni essere il termine chiave gni, foglie e paglia, rapquali i geotessili, i tespresenta la massima suti non tessuti, i teli di varia natura che en- espressione di leggerezza, flessibilità e adattrano all’interno della produzione o i tessuti tabilità, tutti paradigmi peculiari di una culdi arredamento c’è un uso di materiali tessili tura nomade. che è specifico per realizzare nuovi linguaggi Queste stesse caratteristiche sono state ridell’architettura: si ritorna al concetto appe- prese dalle nostre più aggiornate tecnologie na espresso di un’architettura che ci riporta e rappresentano nella costruzione degli spaindietro nel tempo. zi quegli elementi che rendono modificabi-

li, morbidi, variabili i nostri spazi oltre che adattabili, smontabili e riciclabili quasi per la totalità. Non stiamo parlando di semplici tessuti per arredamento ma di una serie di materiali in fogli, tessuti, membrane che possono essere realizzati in differenti materiali. Si tratta di membrane composite tessili che sono il risultato di attività di riciclo di materiali differenti. L’argomento comunque non è nuovo: infatti la Comunità Europea già da parecchi anni ha colto il potenziale valore di queste ricerche finanziando due progetti di ricerca: attraverso il finanziamento di un progetto Competitive and Sustainable Growth del V Programma Quadro (1997-2001), è stato attivato il network europeo tematico TensiNet. Il secondo progetto riguarda il finanziamento da parte della Comunità Europea con un contributo di 10 milioni di Euro - di un progetto integrato di centri di ricerca e piccole e medie imprese del VI Programma Quadro (2002-2006) è stato creato il consorzio

SCHEDA

Rivestimenti innovativi

Aspen Aerogels Spaceloft Spaceloft ha applicazioni industriali, commerciali e residenziali. È un rivestimento isolante flessibile in aerogel nanoporoso. Riduce la dispersione energetica salvando spazio interno. Le sue proprietà principali: bassa conduttività termica, alta flessibilità, resistenza alla compressione, idrofobicità.

www.aerogel.com

Atex 8000TRL Si tratta di un tessuto in fibra di vetro resistente impregnato e protetto da silicone traslucido. È utilizzata come membrana tessile, come copertura di tendoni, di serre. Il materiale diventa molto flessibile alle temperature da -50° C a +200° C. Non lascia passare le onde corte UV-B nocive all’uomo, alle piante e agli uccelli ma permette il passaggio dei raggi UV-B, molto utili per la crescita delle piante. È utilizzata per strutture a membrana, coperture che necessitano di trasmissione luminosa. Molto resistente alle intemperie. www.atex-membranes.com

DuPont Tyvek Universal Master È un prodotto coibentante distribuito in fogli che ha le seguenti caratteristiche: estremamente resistente ai danneggiamenti, durevole, resistente ai raggi UV, eccellente barriera all’acqua e al vento ma traspirabile al vapore, resistente fino a 100°C di temperatura. Resiste al vento e alle infiltrazioni d’aria e d’acqua e contribuisce a dare all’edificio maggiore comfort e maggiore efficienza energetica.

www.dupont.com


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Tekneco Numero 02 | 2011

contex-t.ditf-denkendorf.de Il sito del consorzio Contex-T

www.texyloop.com Altre informazioni sul sito di Texyloop

Contex-T, per lo sviluppo di materiali tessili multifunzionali per applicazioni in architettura. Questo progetto è terminato nell’agosto del 2010. Per l’Italia è la Ditta Canobbio chiamata a partecipare a questo progetto. La ditta produce materiali tessili, membrane tessili, materiali leggeri di ogni tipo per la realizzazione di un tipo di architettura che sta vivendo una stagione di rinnovamento. È interessante notare come oggi l’innovazione, in special modo quella che si occupa di recuperare e riciclare si sia spostata proprio all’interno di questi materiali, delle membrane tessili. A monte di queste attività produttive vi sono studi che partono dall’analisi dei cicli di vita dei materiali. L’ACV (Life Cycle Assessement) è un analisi sistematica che valuta i flussi di materia ed energia durante tutta la vita di un prodotto, dall’estrazione delle materie prime, alla produzione, all’utilizzo, fino all’eliminazione del prodotto stesso una volta divenuto rifiuto. L’obiettivo generale di una LCA è valutare gli

impatti ambientali associati alle varie fasi del ciclo di vita di un prodotto, nella prospettiva di un miglioramento ambientale di processi e prodotti. Questo è diventato l’obiettivo principale di alcune aziende per progettare e realizzare un prodotto che causi un minor impatto sull’ambiente. Molti dei risultati ottenuti sono stati merito della natura stessa di queste aziende che hanno saputo trasferire tecnologie da un campo applicativo ad un altro. Un ulteriore elemento che pone in evidenza una attitudine al “movimento” anche in termini di intelligenza applicata. In special modo in relazione alla possibilità di riciclaggio dei prodotti. In questo caso occorre distinguere tra i prodotti monocomponente e quelli multistrato. La riciclabilità del mono componente è semplice e garantisce il recupero totale della materia. Questo è già un indice a favore della scelta di realizzare architetture leggere. La richiesta di migliori prestazioni richiede però di accoppiare materiali differenti che

rende meno agile il riciclaggio dei materiali. La Texyloop del Gruppo Ferrari ad esempio ha impostato la sua ricerca e la sua produzione nel recupero di membrane composite tessili di origine vinilica. Recupera all’interno di una fitta rete europea i teloni in PVC dimessi e con un processo suddiviso in sei fasi (pretrattamento, dissoluzione, separazione, precipitazione, essiccazione, recupero del solvente) recupera i materiali che tornano ad entrare nel processo di costruzione. Il sito di Texyloop non è tanto studiato per mostrarci la qualità dei suoi prodotti ma per mostrarci come la sua attività abbia come primo obiettivo una sorta di “assorbimento” dell’impatto del materiale sull’ambiente. ◆

Isolkenaf Isolante naturale a base di fibre di kenaf intrecciate, proveniente direttamente dalla coltivazione, non agugliate ma termofissate tridimensionalmente a cui viene aggiunta una minima parte di fibra di rinforzo in poliestere e, a richiesta, un prodotto naturale ignifugo. Le fibre di kenaf disposte tridimensionalmente permettono di avere maggiore resistenza a parità di densità. Le fibre di kenaf non contengono alcuna sostanza proteica e di conseguenza, non è necessario effettuare alcun accorgimento contro insetti quali tarme e coleotteri.

Pati Un materiale strutturalmente leggero, ignifugo, trasparente, autopulente, duraturo con moltissime caratteristiche derivanti anche dalla particolare progettazione architettonica. Trasmette ottimamente la luce solare (>92%) ed è molto più leggero del vetro (circa l'1% in peso). Consente di creare strutture leggere ed eleganti. In più, nel caso di utilizzo di cuscini pressurizzati, è possibile realizzare un controllo sia della penetrazione dei raggi solari, sia un'efficace isolamento climatico grazie all'intercapedine di aria. Ha ottime proprietà acustiche e resiste alle radiazioni UV.

Stamisol Con questo materiale, il gruppo Ferrari propone una gamma di tessuti per la facciata, e di guaine impermeabilizzanti per facciata e tetto. Si applica in scenari di facciata ventilata moderna, trasparenti o aperte e anche membrane per il tetto. Le sotto-coperture Stamisol, grazie ad una tecnologia di spalmatura alla punta, proteggono dalle aggressioni esterne, agiscono come un regolatore dell’umidità e della temperatura dell’edificio.

www.kenaf-fiber.com

www.pati-films.com

Puoi commentare questo articolo sul sito di Tekneco all'indirizzo www.tekneco.it/0210

www.stamisol.com


Progetto contatti Mario Cucinella Architects Srl via Barozzi, 3/abc - Bologna

e-mail: mca@mcarchitects.it — web: www.mcarchitects.it

CSET Centre for Sustainable Energy Technologies Mario Cucinella Architects

STRATEGIE BIOCLIMATICHE Il progetto è concepito con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale dell’edificio, sia con l’applicazione di sistemi non convenzionali per la climatizzazione dell’ambiente interno, sia con l’utilizzo dello stato dell’arte delle tecnologie per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili per coprire il rimanente fabbisogno di energia. L’analisi del clima locale ha guidato il processo progettuale, per ridurre al minimo la domanda di energia per il riscaldamento invernale, il raffrescamento estivo e per favorire la ventilazione naturale degli ambienti durante le stagioni intermedie. Per questo motivo, oltre all’elevata coibentazione e tenuta all’aria dell’involucro, sono state adottate strutture massive, caratterizzate da un’alta capacità termica e una double skin facade sul fronte sud. RISCALDAMENTO Nel periodo invernale l’impianto di riscaldamento viene attivato per preriscaldare l’aria di ventilazione in ingresso negli ambienti. Questo sistema integra, quando necessario, l’aria esterna in ingresso alla torre, che attraversa la facciata a doppia pelle, dove viene riscaldata naturalmente per effetto serra dall’apporto solare. Raggiunta una temperatura adeguata questa viene immessa negli ambienti riscaldati. Per quanto concerne invece il basamento, l’aria esterna attraversa una serie di condotti geotermici dove viene preriscaldata naturalmente per poi essere immessa negli ambienti. L’impianto ad aria è integrato con la climatizzazione radiante a soffitto, mediante l’attivazione termica della

Vista Notturna — foto del progetto illuminato (Foto: Daniele Domenicali)

massa dei solai in calcestruzzo. Una pompa di calore geotermica, alimentata dal fotovoltaico, provvede a fornire energia termica per alimentare le serpentine radianti inglobate nei solai e il riscaldamento dell’aria di ventilazione. RAFFFRESCAMENTO La corretta progettazione passiva dell’edificio e l’elevata inerzia delle sue strutture in calce-

struzzo garantiscono ottimali condizioni di comfort durante l’estate, riducendo il ricorso a sistemi impiantistici solo nei giorni più caldi. Durante i mesi estivi il raffrescamento meccanico dell’aria è richiesto esclusivamente per pre-raffreddare l’aria di ventilazione in ingresso negli ambienti: nel basamento l’aria viene pre-raffrescata naturalmente attraversando una serie di condotti interrati nel terreno, per poi essere umidificata e ulteriormente raf-


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luogo Ningbo, China

freddata da una apposita unità di trattamento aria (UTA). L’aria di ventilazione in ingresso nella torre viene raffreddata e deumidificata mediante una UTA collocata in copertura, per poi essere immessa in ambiente dalla sommità del camino di luce. L’aria fredda, più pesante rispetto a quella calda tende a scendere nei diversi ambienti, per poi essere estratta dalla facciata ventilata per effetto camino. Il solare termico alimenta un refrigeratore ad assorbimento per la produzione di freddo per le UTA. Infine la pompa di calore geotermica produce acqua fredda per il raffrescamento della massa dei solai in calcestruzzo. VENTILAZIONE Nelle stagioni intermedie (primavera ed autunno) non viene attivato l’impianto di climatizzazione meccanica grazie alla ventilazione naturale degli ambienti, attivata da una serie di aperture automatizzate. In estate, quando l’aria esterna è molto umida e calda, è invece necessario raffrescare e deumidificare l’aria di ventilazione in ingresso, attivando le UTA . ILLUMINAZIONE L’involucro dell’edificio è stato progettato per favorire il più possibile lo sfruttamento della luce naturale, riducendo al contempo fenomeni di abbagliamento ed il guadagno

solare nei mesi più caldi. Questo si traduce in un minor ricorso a sistemi di illuminazione artificiale. Per ridurre ulteriormente i consumi di energia elettrica legati all’illuminazione artificiale sono stati installati sistemi illuminanti ad elevata efficienza luminosa e a basso consumo. L’impianto fotovoltaico è stato opportunamente dimensionato per soddisfare la domanda di energia elettrica per l’illuminazione oltre che per le apparecchiature dell’ufficio quali computer, fax, fotocopiatrici eccetera... Nei periodi di massimo irraggiamento solare il surplus di energia generato dall’impianto fotovoltaico, può essere accumulato in batterie oppure ceduto al centro sportivo adiacente.

CINA Shangai Ningbo

BUILDING ENERGY MANAGEMENT SYSTEM Il funzionamento dell’edificio e dei suoi impianti è gestito da una centralina BEMS (Building Energy Management System) per ottimizzare i livelli di comfort all’interno degli ambienti, riducendo al contempo i consumi energetici. Il BEMS monitora il funzionamento delle diverse componenti impiantistiche e le condizioni ambientali all’interno dell’edificio, ottimizza il funzionamento delle diverse parti secondo i requisiti di comfort espressi dall’utenza e la performance energetica dell’impianto.

Rendering e sezione dell’edificio e dell’ambiente circostante


Progetto

❶ Pannelli fotovoltaici ❷ Particolare della facciata

STRATEGIE ENERGETICHE ATTIVE

Estate

—— Pompa di calore reversibile (per produzione caldo e freddo) + 16 sonde geotermiche verticali —— 114 m2 di collettori solari sotto-vuoto per integrazione riscaldamento, copertura acqua calda sanitaria e “raffrescamento solare” + deumidificazione (in abbinamento ad una macchina ad assorbimento chiller) —— Attivazione termica della massa a soffitto (per distribuzione caldo e freddo) a bassa temperatura (45°C in inverno e 15°C in estate) in grado di: 1. immagazzinare energia termica anche nel periodo di non-occupazione 2. di ridurre le potenze massime installate degli impianti 3. aumentare il rendimento dei collettori solari sotto vuoto —— Sistema di controllo BMS (Building Management System) per la gestione dell’integrazione ottimale tra sistemi attivi e passivi. STRATEGIE ENERGETICHE PASSIVE

Inverno

—— Elevato isolamento termico: —— pareti opache U=0.25W/m2K —— pareti trasp. e light-well U=1.2W/m2K —— Controllo solare e luminoso: —— fattore Solare=21% —— trasmissione Luminosa=38% —— Inerzia termica della massa strutturale —— Ventilazione naturale nelle mezze stagioni —— Free-cooling notturno sia in estate sia in inverno —— Aria primaria: 1. in inverno l’aria primaria nella torre viene pre-riscaldata dalla doppia pelle esposta a sud (in condizioni di cielo sereno attraverso l’irraggiamento solare diretto), o pre-riscaldata attraverso tubi alettati collocati lungo il perimetro della facciata (in condizioni di cielo coperto); l’aria primaria nel semi-basement viene invece pre-riscaldata attraverso lo scambiatore aria-terra (ground heating) 2. in estate l’aria primaria nella torre, viene pre-raffrescata mediante un chiller posto in copertura (alimentato dai collettori solari sotto-vuoto), per caduta libera viene distribuita negli uffici attraverso il light-well ed estratta per effetto camino dalla doppia pelle esposta a sud; l’aria primaria nel semibasement viene invece pre-raffrescata attraverso lo scambiatore aria-terra (ground cooling)


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Studio esposizione nel corso della giornata

Il CSET nell’ambiente circostante (Foto: Daniele Domenicali)


Progetto

Consumi totali climatizzazione ELETTRICO

7-8 kWhel /m2

SCHEDA TECNICA

I numeri e i collaboratori

ANNO:

2006-2008 CLIENTE:

University of Nottingham, Ningbo - China SUPERFICIE:

1.200 mq BUDGET:

5 Milioni di Euro TEAM:

Mario Cucinella Elizabeth Francis Angelo Agostini David Hirsch CON LA COLLABORAZIONE DI:

Eva Cantwell Richard Ceccanti (3D) Francesco Fulvi Caterina Maciocco Giuseppe Perrone Natalino Roveri (Models) Luca Stramigioli Debora Venturi (Environmental Strategies) STRATEGIA AMBIENTALE:

School of the Built Environment University of Nottingham, UK Prof. Brian Ford Prof. Saffa Riffat Rosa Schiano Mauricio Hernandez Tascon

Sopra: Vista generale dell’edificio — A lato: vista interna e dettaglio della facciata (Foto: Daniele Domenicali)


Informazione Pubblicitaria

FEDERLEGNOARREDO La parola d’ordine è ‘sviluppare business’

Immaginate un universo fatto da più di 2.500 imprese, rappresentative del meglio del settore Legno e Arredamento italiano, espressione di un’intera filiera industriale (dalla materia prima al prodotto finito), portavoce di un’eccellenza che in Italia fattura 32 miliardi di euro occupando 400.000 addetti ed esportando un terzo della propria produzione. Questo universo è FederlegnoArredo, l’Associazione nazionale di imprese che da più di 60 anni rappresenta gli interessi e promuove con creatività la cultura e lo sviluppo delle imprese italiane del settore. Con un obiettivo su tutti: accompagnare le aziende a cogliere e sviluppare le opportunità di business che i mercati, in Italia e nel mondo, possono offrire, anche in una fase storica non facile e ricca di profondi cambiamenti come quella attuale. Ecco perché l’attività della Federazione si concretizza in particolare in una serie di servizi che spaziano dalla promozione fieristica allo sviluppo dei mercati internazionali tradizionali ed emergenti, dalla formazione alla consulenza su normative di settore e tematiche ambientali. L’organizzazione di fiere è da sempre nel DNA della Federazione, da quando in particolare nel lontano 1961 prendeva vita quello che sarebbe diventato l’evento sul design più importante al mondo, ovvero il Salone del Mobile di Milano. A questa manifestazione, che ad aprile 2011 festeggerà i suoi 50 anni, negli ultimi anni si è affiancata anche MADEexpo, la fiera dedicata all’edilizia e all’architettura la cui prossima edizione si terrà dal 5 all’8 ottobre 2011. Per quanto riguarda la formazione, un’importante novità che prenderà il via da aprile 2011 sarà la formazione finanziata che consentirà in alcune regioni italiane, tra cui la Puglia, di offrire corsi di formazione del settore Legno e Arredo gratuiti. Tutti elementi che la Federazione mette in campo per accrescere la competitività delle aziende italiane e far crescere nel mondo la cultura e l’immagine dello stile italiano dell’abitare.

Vieni a scoprire cosa può fare per te Federlegnoarredo: www.federlegnoarredo.it

SOCIAL HOUSING

FederlegnoArredo protagonista dell’edilizia del futuro

Il mondo dell’edilizia nei prossimi anni subirà un forte cambiamento che dovrà tenere conto dei nuovi scenari economici e sociali che si stanno affermando. Ecco perché FederlegnoArredo ha scelto qualche mese fa di entrare con decisione nel Social Housing, il nuovo segmento di mercato dell’edilizia residenziale (le cosiddette case di alta qualità a costo contenuto) che si sta sviluppando oggi in Italia e che all’estero, in particolare in Nord Europa, è già una realtà affermata da anni. I numeri parlano da soli: più di 50.000 nuovi alloggi in Social Housing prenderanno forma nei prossimi 5 anni in Italia, favorendo un investimento complessivo da parte di enti pubblici e privati di circa 10 miliardi di euro. Per citare solo un esempio, FederlegnoArredo insieme al Comune di Milano, Assimpredil-ANCE e all’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano, è promotore del Bando Housing Contest per la creazione di un Repertorio di progetti di housing sociale, curandone personalmente gli Abachi di Arredi e Finiture che tale Bando prevede (nel Piano di Governo del Territorio del Comune di Milano che verrà approvato definitivamente a febbraio 2011 il Social Housing ha un ruolo primario nella nuova edilizia milanese). Per maggiori informazioni: www.federlegnoarredo.it


Progetto contatti Brenso architecture & design — Via Garibaldi 3 - Bologna

luogo

e-mail: info@brenso.biz — web: www.brenso.biz

Piacenza

P-Point Osservatorio ecologico dotato di impianto geotermico sul fiume Po Brenso architecture & design

Il fiume Po ed il tracciato della via Emilia hanno caratterizzato la vocazione logistica della città di Piacenza fin dalla sua fondazione in epoca romana. La città rappresenta infatti da secoli un crocevia per il sistema dei trasporti che attraversano il Nord Italia e la Pianura Padana, attestandosi su importanti assi infrastrutturali carrabili come la sovraccitata via Emilia, arteria fondamentale per il traffico regionale, l’Autostrada A1 Milano-Napoli e la A21 Torino-Piacenza-Brescia. Inoltre, situandosi lungo la linea ferroviaria Milano-Bologna, recentemente potenziata dall’Alta Velocità, ed essendo capolinea di tratte di interesse locale, Piacenza si rivela uno snodo ferroviario strategico, interessato da un forte flusso di pendolari. La necessità di oltrepassare il tratto fluviale ha storicamente reso indispensabili opere di attraversamento e di collegamento tra le sponde, causando profonde alterazioni alla natura dei luoghi e provocando un forte impatto sul territorio. La contiguità tra il tessuto urbano e l’alveo del fiume ha dato origine a cambiamenti notevoli derivanti dal susseguirsi di interventi antropici, con effetti significativi sul paesaggio e l’ambiente. L’ecosistema fluviale in questo tratto ha subìto dunque costanti alterazioni da parte dell’uomo, portando alla trasformazione della aree golenali in habitat fragili, dinamici e facilmente mutabili. Il crollo di una delle campate del ponte carrabile nell’aprile scorso e la con-

Posizione Una vista complessiva dal lato nord

seguente progettazione di una nuova struttura offrono al giorno d’oggi l’opportunità di riflettere sulle modalità con cui operare in un ecosistema fragile come quello del fiume Po, situazione nella quale non si possono esulare considerazioni sui temi della sostenibilità e dell’impatto ambientale. In passato infatti l’attitudine progettuale era orientata unicamente verso la valenza funzionale degli interventi, senza attribuire troppa importanza alle conseguenze storico ed ambientaliste, visive ed architettoniche, di un’opera. È dunque fondamentale promuovere e perseguire un approccio progettuale sostenibile, che non solo incida positivamente sull’estetica del luogo, ma che ne interpreti la geografia e, arricchendo il paesaggio circostante, sia in grado di unire le esigenze contemporanee al rispetto per i valori ambientali.

Fiume Po

P-Point

Piacenza

Geografia Piano e orientamento dell’edificio


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IDEA PROGETTUALE Il progetto architettonico per la realizzazione del punto di osservazione P-POINT nasce da un’attenta lettura del territorio limitrofo alla zona d’intervento con l’obiettivo di riprenderne alcuni tratti caratteristici. L’edificio si inserisce sul lato orientale del ponte Anas di nuova costruzione, in corrispondenza della prima fila in alveo, direttamente accessibile dalla pista ciclopedonale prevista sul lato a valle. Il corpo principale, a base quadrata, è ruotato di 45 gradi rispetto all’asse del ponte: così facendo le strutture di fondazione non interferiscono con il flusso delle correnti fluviali, facilitando il ricircolo e la dispersione di eventuali detriti presenti in alveo. Contemporaneamente la rotazione verso nord-ovest garantisce un’ampia apertura panoramica sul tratto a monte del fiume, per favorire la vista ottimale in direzione del tramonto. La soluzione progettuale cerca un’integrazione con il contesto senza però volercisi mimetizzare e propone finiture esterne color ocra rosso che riprendono tinte naturali, ma in contrasto con i toni monotoni della natura circostante, caratterizzati dalle sfumature di verde delle alberature e dal grigio scuro dell’acqua. Il padiglione recupera il linguaggio del traliccio, chiaramente leggibile nel disegno reticolare delle travi di entrambi i ponti di attraversamento sul fiume e ripropone una struttura a gabbia tridimensionale, diafana e permeabile. Il programma si sviluppa su tre livelli, due dei quali a sbalzo sul ponte carrabile, con un doppio volume interno sulla vetrata orientata in direzione nord-ovest. Il volume centrale a base quadrata scende verticalmente fino a raggiungere la quota del fondale e racchiude, all’interno del rivestimento di superficie forato semi-trasparente, un corpo scala all’aperto, annegabile in caso di piena e collegato, nei mesi estivi, ad una passerella in legno per l’attracco di piccole imbarcazioni da diporto. L’edificio è progettato secondo criteri di sostenibilità economica ed energetica e, grazie allo sfruttamento di fonti rinnovabili come il geotermico, sarà indipendente sotto il profilo energetico.

❶ Orientamento del P-Point ❷ Punti di uscita ed entrata ❸ Smistamento acque

Interni: la caffetteria

Una vista da nord-ovest


Progetto

7,5mq

13,8mq brasserie/cafè 62mq

I costi previsti

954 mila

Pianta piano primo - scala 1:200 EURO

info-point 13,5 mq

emeroteca 13,8mq

hall 19lounge mq

a’

postazione carico/scarico

parcheggio bici

40mq

a

Pianta piano terra - scala 1:200 Pianta piano secondo - scala 1:200

emeroteca 13,8mq 7,5mq

13,8mq brasserie/cafè 62mq

Pianta piano primo - scala 1:200

lounge 40mq

Pianta piano secondo - scala 1:200 a’

ACCESSIBILITÀ E PERCORSI nodo ecologico di rilievo e di grande spazio tina, collegato alla quota dell’estradosso del L’area di studio comprende terreni semi-na- aperto per la fruizione collettiva. L’assetto ponte Anas di nuova costruzione con una turali ad uso coltivato sulla sponda setten- pubblico urbano dell’ambito fluviale è chia- passerella in legno, dove saranno attrezzatrionale e spazi prettamente urbani, di ambi- ramente leggibile nell’occupazione di parti 7,5mq 13,8mqti alcuni posteggi per biciclette. Un’ampia to antropico, lungo il fronte meridionale dal cospicue della golena per funzioni ricreative e luminosa hall di ingresso accoglierà i visibrasserie/cafè lato della città di Piacenza. In questo tratto e per il tempo libero, di cui sono una chiara tatori, fungendo da spazio di distribuzione. 62mq le rive del fiume Po presentano dunque iden- esemplificazione il parco lineare attrezzato Qui sarà collocato un punto di informazione tità e caratteristiche spaziali completamente postazione lungo via del Pontiere ed il circolo sportivo turistico, con annessi locali adibiti ad ufficio info-point carico/scarico diverse che hanno l’opportunità di incontrarcon piscine e campi da tennis della Società e spazi di servizio. si in corrispondenza 13,5 del mq punto di osservazio- Canottieri Nino Bixio 1883. Considerando infatti che l’ambito fluviale rine, dove convogliano i flussi provenienti da Il P-POINT presenterà dunque un program- cadente nel territorio piacentino è stato rehall parcheggio entrambe le direzioni. Il versante lombardo, mabici versatile e polifunzionale, offrendo ser- - scala centemente Pianta piano primo 1:200 inserito nell’elenco dei siti della 19 mq dai marcati tratti naturalisitici, vanta una vizi di supporto alla collettività e promuo- Rete Ecologica Natura 2000 della regione ricca presenza di fauna e vegetazione tipi- vendo al contempo le risorse ecologiche ed Emilia-Romagna, il centro di accoglienza si ca degli ambienti umidi palustri e fluviali. In ambientali del paesaggio locale. L’ingresso interesserà della promozione di tutte le atticorrispondenza del tessuto cittadino invece, sarà situato in corrispondenza del primo pi- vità legate alla conservazione della diversità il lungofiume svolge la duplice funzione di lone in alveo a partire dalla sponda piacen- biologica e programmerà iniziative pubbli-

a

Pianta piano terra - scala 1:200


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❶ Schema orditura secondaria e solai ❷ Schema sistemi di risalita ❸ Schema telaio

Sezione dell’edificio lato nord

che per sensibilizzare l’opinione dei cittadini sui temi della sostenibilità ambientale. L’info-point inoltre sarà responsabile dell’organizzazione di gite in barca ed escursioni giornaliere lungo il fiume, mostre temporanee ed attività didattiche volte alla valorizzazione delle risorse naturalistiche locali. Al piano superiore sarà allestito il punto di ristoro, con tavoli e sedute distribuiti nella porzione di volume con vista tramonto. La cucina, il magazzino, gli spogliatoi per i dipendenti ed i servizi igienici saranno posizionati nella zona orientata ad est, in prossimità dei corpi di risalita. L’ultimo livello sarà attrezzato come spazio polivalente, con un’area a doppio volume sulla sala ristorazione, interamente dedicata

all’osservazione del paesaggio. Qui saranno sistemati all’occorrenza divanetti o tavoli studio, pannelli espositivi per mostre temporanee, sedute per la presentazione di eventi, pubblicazioni, lezioni tematiche o tavole rotonde. L’emeroteca, situata accanto al vano scale, sarà affiancata da una sala che fungerà da spazio di supporto all’organizzazione degli eventi. Durante i mesi estivi una passerella galleggiate, dove ormeggiare imbarcazioni da diporto, sarà installata ai piedi del padiglione. La banchina sarà accessibile da una scala chiusa all’aperto ricavata all’interno del volume principale. In caso di alta marea o piena del fiume, la scala potrà essere annegata senza riportare alcun danno.


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Energia

La disfida dei mega impianti fotovoltaici di Luca dello Iacovo

Aziende italiane gareggiano per realizzare le centrali solari più grandi d’Italia e d’Europa. Tre in lizza per il record, con tecnologie diverse

È partita la corsa per inaugurare entro fine anno l’impianto fotovoltaico più grande d’Italia e d’Europa. Per dicembre, infatti, entreranno in funzione tre mega impianti fotovoltaici: sono le centrali solari di Montalto di Castro (85 Mw) a opera del Gruppo Vona, SunEdison (72 Mw) e Schneider Electric (43 Mw). Insieme raggiungeranno una potenza a terra sul territorio nazionale di 200 Mw complessivi, quasi un terzo dell’installato in Italia nel 2009 (580 Mw).

cale. Ogni modulo ha 96 celle solari in silicio monocristallino con tecnologia “back contact” e raggiunge 305 Wp di potenza nominale. E garantisce un rendimento elevato anche in condizioni di scarsa luminosità, grazie a un coefficiente tensione-temperatura molto ridotto: in particolare, il vetro è temperato antiriflettente ad alta trasmittanza. L’impianto in costruzione a Montalto di Castro occupa complessivamente una superficie di 284 ettari in un’area argillosa dove sono stati montati pali di altezza ridotta e, quindi, non invasivi GRUPPO VONA A MONTALTO DI CASTRO La del paesaggio naturale circostante. Per tutelafetta più consistente sarà rappresentata dal re l’ecosistema locale, i pali sono stati infissi parco solare di Montalto di Castro (VT): al mo- direttamente nel terreno, senza alcuna colata mento ha raggiunto 33 Mw e per dicembre di- di cemento di contorno: in estate le operazioni venterà il più grande in Europa con 85 Mw. È per l’installazione hanno richiesto l’intervenstato costruito dal Gruppo Vona in qualità di to di una macchina palificatrice adatta a supegeneral contractor. Utilizza moduli SunPower rare la resistenza opposta dallo strato di argilla “To” con inseguitori monoassiali che accom- spesso circa tre metri, al di sotto di un terreno pagnano durante il giorno il moto vegetale profondo un metro a di rotazione del sole: migliorano — Fra le regioni partire dalla superficie. Il coorl’efficienza, garantiscono fino al italiane la Puglia dinamento di circa 500 persone 30% di energia in più rispetto ai presenta un buon e 50 mezzi in opera al giorno ha sistemi ad inclinazione fissa e ri- compromesso permesso di completare i lavoper il corretto ducono in modo significativo la funzionamento ri anche in anticipo rispetto ai superficie di terreno occupata, nel dell’impianto tempi concordati. Al momento rispetto dell’equilibrio agricolo lola centrale solare viterbese è in


Tekneco Numero 02 | 2011

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bio Luca dello Iacovo — Giornalista freelance, collabora

con “Nòva-Il Sole 24 Ore”. Segue l’evoluzione del mondo di internet e le frontiere della sostenibilità.

grado di soddisfare le richieste di energia elettrica di 13mila abitazioni, con un risparmio di 22mila tonnellate nelle emissioni di anidride carbonica che altrimenti sarebbero generate dall’impiego di fonti fossili come petrolio e gas naturale. Il Gruppo Vona è attualmente general contractor anche per altri impianti fotovoltaici nel Lazio: a Ferentino (1,3 Mw), Casaccia (6,8 Mw), Latina (3,8 Mw) e Sabaudia (5,1 Mw). Ha il ruolo di Epc contractor nella costruzione di serre fotovoltaiche a Tarquinia. Di recente attivazione, invece, la centrale solare di Ozieri in Sardegna da 2,6 Mw. SUNEDISON A ROVIGO È stato inaugurato

a San Bellino (Rovigo) l’impianto costruito da SunEdison, divisione specializzata nel fotovoltaico del colosso dei semiconduttori Memc. La struttura ha una potenza di 72 Mw e occupa una superficie di 850mila metri quadrati, ricoperti con 280mila moduli in silicio cristallino fabbricati da produttori cinesi, canadesi, tedeschi e statunitensi. Per sostenere i pannelli sono stati necessari 900 chilometri di profili in acciaio e 57.800 aste. I lavori sono iniziati a marzo e hanno coinvolto fino a mille persone sul campo. Di recente, la quota di maggioranza della centrale fotovoltaica a Rovigo è stata acquistata dalla società d’inveSCHEDA

I tre impianti da record al confronto

lazio

veneto

puglia

Bari Roma

Venezia

costruttore

costruttore

costruttore

Gruppo Vona

SunEdison

Schneider Electric

luogo

luogo

luogo

Montalto di Castro (Viterbo)

Castelguglielmo e San Bellino (Rovigo)

Brindisi

estensione

estensione

estensione

potenza

potenza

potenza

284 ettari 85 MW

85 ettari 72 MW

100 ettari 43 MW

stimento First Reserve per 276 milioni di euro. Inoltre, SunEdison ha investito 47 milioni di euro nelle energie rinnovabili a Lecce, ma con campi solari di taglia inferiore rispetto al Veneto. SCHNEIDER ELECTRIC A BRINDISI È in pro-

vincia di Brindisi che il colosso francese Schneider Electric ha da poco avviato la produzione derivante da cento ettari rivestiti di moduli fotovoltaici a film sottile. La consegna dell’impianto al committente, l’utility Aes Solar, è prevista entro novembre. La centrale costruita può generare fino a 43 MWp per una produzione annua prevista di circa 56 Gwh. È distribuita in tre aree, distanti tra loro fra uno e quattro chilometri. Alcuni numeri: 600mila moduli a film sottile installati (First Solar), 1300 chilometri di cavi solari e 6mila strutture di supporto. Il sistema elettrico si sviluppa su 30 chilometri di cavidotti che distribuiscono e trasportano l’energia nella cabine di consegna installate all’interno di ciascun sito: dalle cabine, poi, partono linee in cavo MT della lunghezza di circa dieci chilometri per il collegamento alla sottostazione di alta tensione (costruita da Ansaldo) che, a sua volta, costituisce il punto di connessione con la rete elettrica nazionale attraverso la stazione Terna ad altissima tensione (380 kV) di Brindisi. Schneider Electric ha seguito l’intero iter all’interno del suo gruppo industriale: la progettazione dell’opera è avvenuta prevalentemente in Francia, mentre la costruzione è stata gestita dalla sede italiana. La scelta della Puglia deriva da quattro principali motivazioni, evidenziate da Andrea Sivini, direttore dei lavori di Schneider Electric nel cantiere di Brindisi. Le procedure per le autorizzazioni burocratiche sono semplificate e più veloci. Inoltre, hanno pesato vantaggi morfologici: la regione è pianeggiante e, dunque, più adatta all’installazione di moduli fotovoltaici. Anche la posizione logistica è favorevole: porte d’ingresso come i porti di Bari e Brindisi hanno favorito l’arrivo dei materiali e il trasporto su gomma fino al cantiere. Sono rilevanti, inoltre, aspetti tecnici locali: “Fra le regioni italiane la Puglia presenta un buon compromesso per il corretto funzionamento dell’impianto tra irraggiamento solare e la temperatura ambiente”, sottolinea Sivini. ◆

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Conclusione positiva della quattro giorni romana di Expoedilizia e SITE 2010 Si conferma l’interesse dei professionisti dell’edilizia e dell’impiantistica roma, 14 novembre 2010 – Si chiude con un trend positivo, in linea con i risultati dello scorso anno, l’edizione 2010 di Expoedilizia e SITE, gli appuntamenti organizzati da ROS e dedicati all’edilizia, all’architettura e all’impiantistica tecnica che, con tanti eventi, iniziative speciali, ospiti d’eccezione e la consueta attenzione ai prodotti e alle tecnologie in esposizione, hanno riempito il polo fieristico romano dall’11 al 14 novembre. Le due fiere, che si sono avviate quest’oggi alla conclusione, si sono quindi riconfermate punto di riferimento per i professionisti e le aziende del Centro-Sud Italia. Con 8 padiglioni e 17 aree tematiche distribuite su 45mila mq di spazio espositivo interno, e su ben 30mila mq di area esterna adibita a dimostrazioni pratiche, più di 600 aziende espositrici hanno trovato la giusta collocazione per mettere in mostra al meglio le proprie produzioni e le soluzioni legate alla filiera delle costruzioni nel suo complesso. La consolidata formula di Expoedilizia e SITE, strutturata per incrementare condividere aree merceologiche affini, ha rappresentato un valore aggiunto per modellare attorno ai visitatori una fiera davvero “su misura”. Quest’anno inoltre, particolare interesse è stato dedicato su tematiche attuali quali l’efficienza e il risparmio energetico, la bioedilizia e l’architettura sostenibile, le energie alternative e in generale tutti gli aspetti che possano rendere il mondo delle costruzioni più eco-compatibile. Grande cura, da parte degli organizzatori, in particolar modo sul fronte dell’informazione e della formazione per i professionisti del settore: 98 convegni che hanno coperto tutte le tematiche inerenti il comparto, arricchiti anche dalla presenza di esperti autorevoli, enti ed associazioni che hanno condiviso esperienza e professionalità a favore dell’aggiornamento professionale degli addetti ai lavori. Da ANACI, che

ha presentato i risultati dell’indagine sull’efficienza energetica e la sicurezza dei condomini italiani insieme a Confartigianato e FIRE, a Federarchitetti che ha approfondito le opportunità occupazionali legate alla sostenibilità energetica; da Assogasliquidi che, in collaborazione con i Vigili del Fuoco e CIG, ha illustrato la campagna di prevenzione degli incidenti domestici dovuti ad uno scorretto uso del GPL, fino a CNA Roma che si è occupata delle soluzioni tecniche, delle specifiche dettate dalla nuova direttiva appalti e delle normative in materia di impianti solari termici. Numerosi anche gli eventi speciali che hanno animato la manifestazione romana, a partire da Working with Nature, una vera e propria arena progettata da Michele De Lucchi, dove si è discusso dei temi della sostenibilità ambientale legata alle soluzioni architettoniche: dalla valorizzazione del verde urbano fino alla riqualificazione dei territori e ai progetti di recupero dei quartieri a rischio in chiave “green”. Nel corso degli incontri si sono succeduti esperti di paesaggistica, architetti ed ingegneri, istituzioni e associazioni che hanno dato vita a discussioni di rilievo, il tutto coordinato dal Gruppo Land e dall’architetto paesaggista Andreas Kipar. Sempre sul versante del risparmio energetico e della vivibilità degli spazi urbani, ACEA con il patrocinio di Roma Capitale e UNAE Lazio, ha presentato il Piano della Luce 2010-2020 per la città di Roma: un ambizioso progetto che, nell’arco di 10 anni, prevede il raddoppio della capacità produttiva di ACEA da 3.000 a 6.000 punti luce all’anno, un piano pluriennale di investimenti pari a oltre 200 milioni di euro e una riduzione dei consumi di circa 8-10mila t di anidride carbonica all’anno, entro il 2020. Expoedilizia e SITE hanno premiato la sostenibilità con la seconda edizione del Concorso

Architettura Sostenibile, iniziativa ideata e promossa da ROS per ricordare Raffaella Alibrandi, già amministratore delegato di Fiera Roma e in prima linea per la valorizzazione delle donne nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Sono stati premiati i tre migliori progetti e/o Tesi di Laurea/Dottorato di Ricerca, che hanno affrontato i temi dell’ecologia e della riduzione dell’impatto ambientale degli edifici, realizzati da altrettante giovani professioniste: il primo premio è andato alla molisana Mariangela Pugliese, secondo posto per Alice Liburdi della provincia di Roma e medaglia di bronzo alla romana Silvia Cimini. I giovani sono stati protagonisti anche della sfida dei designer dell’Istituto Italiano Design di Perugia, che in poche ore e utilizzando esclusivamente pietra naturale, resine e pitture innovative, hanno realizzato i progetti di un caminetto per l’allestimento di un ambiente interno. Infine, la fiera è stata la cornice per la consegna dell’ambito premio Urban Green, assegnato annualmente dall’Associazione Studi Ambientali agli enti che si sono distinti per l’adozione di politiche ambientali e sostenibili: l’edizione 2010 ha visto la vittoria di Camigliano in provincia di Caserta e dei suoi abitanti, per i quali ha ritirato il riconoscimento l’ormai ex sindaco Vincenzo Cenname. Inoltre, tra i fattori di punta di Expoedilizia e SITE non si possono tralasciare le ampie gamme di prodotti e tecnologie che, inserite nel contesto integrato e sinergico delle due manifestazioni, sono state in grado di fornire al pubblico una panoramica completa del comparto, dalle ultime novità ai sistemi più consolidati. Su un unico palcoscenico dunque, tutte le figure facenti parte del settore delle costruzioni hanno trovato la propria dimensione di interesse: i macchinari e l’attrezzistica per il cantiere edile e stradale; i serramenti e le finiture dell’involucro; i materiali e i componenti strutturali; i trattamenti e le scelte cromatiche per le superfici; l’arredo e il verde urbano, le strutture sportive. E ancora, gli impianti di nuova generazione per la climatizzazione e il condizionamento, le energie rinnovabili, i dispositivi della sfera domotica e la componentistica dedicata all’elettricità.

Tutte le informazioni su Expoedilizia: www.expo-edilizia.it Tutte le informazioni su SITE: www.senaf.it/site


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Tekneco Numero 02 | 2011

Ambiente

Depurare le acque: il filtro è bio di Luca Dello Iacovo

R

idurre i costi della depurazione degli scarichi provenienti da centri abitati ed industrie. A partire da processi naturali. È la tecnologia sviluppata da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Ricerca sulle Acque di Bari (Irsa) del Cnr che riduce i fanghi prodotti durante la depurazione delle acque di scarico. E consente, dunque, una diminuzione dei costi operativi. La chiave è nel biofiltro progettato dall’Irsa-Cnr. All’interno del bioreattore i microrganismi si aggregano in forma di granuli. Possono raggiungere concentrazioni fino a dieci volte superiori a quelle che si hanno negli impianti di depurazione tradizionali. “Ma i microrganismi sono stressati dal punto di vista ambientale e limitano la loro riproduzione”, osserva Claudio Di Iaconi, ricercatore dell’Irsa Cnr che ha sviluppato il sistema di ecodepurazione. In questo modo il vantaggio è duplice. Aumenta l’efficienza del processo di depurazione. E diminuisce la produzione di fanghi. È necessaria una fase di “addestramento” dei microrganismi che dura circa tre mesi: semplificando, i reflui rappresentano il “cibo”. Attraverso il funzionamento disconti-

Processi naturali e microrganismi trasformano gli scarichi di centri abitati e industrie. Ecco le tecnologie usate in Italia nuo del sistema, i microrganismi ricevono il “cibo” a fasi alterne. E sono indotti a rallentare la velocità di riproduzione. Negli impianti tradizionali, invece, si moltiplicano più rapidamente. La diminuzione della produzione di fanghi consente di abbattere notevolmente i costi operativi dell’impianto. Sottolinea Di Iaconi: “Il trattamento e lo smaltimento finale del fango prodotto solitamente incide fino al 60% sui costi totali”. È un processo denominato SBBGR (Sequencing Batch Biofilter Granular Reactor), in fase di brevettazione. In Europa ogni anno la depurazione delle acque produce più di dieci milioni di tonnellate di fanghi. Che, a loro volta, necessitano di un ulteriore smaltimento. Nella depurazione degli scarichi provenienti dai centri abitati la riduzione dei fanghi prodotti può arrivare fino al 80% rispetto ai sistemi tradizionali. Nel caso dei reflui indu-

striali, si può avere una riduzione addirittura maggiore. Come, per esempio, nel caso delle concerie: sono imprese che alimentano un giro d’affari di 4 miliardi di euro in Italia. E hanno bisogno di depurare più di 30 milioni di metri cubi l’anno di acque di scarico. Con costi elevati per la presenza di sostanze inquinanti persistenti. Il biofiltro progettato dall’Irsa Cnr di Bari viene integrato con un trattamento ossidativo ad ozono: consente di rendere biodegradabili i composti “recalcitranti” contenuti nelle acque di scarico delle concerie. “Il costo di trattamento è di circa un euro a metro cubo, rispetto agli attuali tre euro dei sistemi tradizionali”, aggiunge Di Iaconi. Ma il sistema è utilizzabile anche da altre piccole e medie imprese che hanno bisogno di ridurre nel tempo i costi di smaltimento degli scarichi. Nella fase di sperimentazione su campo il bioreattore è stato installato nel depuratore di Bari Occidentale: in dieci mesi ha raggiunto un’efficienza di rimozione del 90%. E ha contribuito a eliminare anche gli “sregolatori endocrini”: sono sostanze che, una volta arrivate in mare, entrano nella ☛


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Ambiente

Come funziona il biofiltro 1m

Reattore cilindirco

Aria

In acciaio zincato parzialmente riempito con un materiale di supporto per la crescita della biomassa

Unità di ossidazione chimica

4. Fuoriuscita delle acque ripulite

2.

3.

inizia il processo di degradazione biologica attivato da batteri

I composti "recalcitranti" delle acque reflue di conceria vengono sottoposti a un trattamento ossidativo a ozono per renderli biodegradabili

1. Le acque reflue di conceria entrano nel reattore

3m

☛ catena alimentare. Nel 2011 è prevista È un impianto che prevede l’installazione l’installazione di un impianto pilota a Fino nei campi coltivati di un “gruppo di conseMornasco (Como) per il trattamento dei re- gna”, composto da un idrocontatore (munito flui dell’industria tessile. Il sistema svilup- di idrovalvola) e da un’unità elettronica. Gli pato dall’Irsa-Cnr di Bari ha recentemente agricoltori inseriscono una tessera che ha rericevuto dalla Commissione Europea il pre- gistrato in memoria la quantità di acqua distigioso riconoscimento di “Best sponibile per l’intero anno: posLife Environment Project”. — La diminuzione sono interagire direttamente con La gestione efficiente delle ri- della produzione il dispositivo portatile attraverso sorse idriche è un tema chiave an- di fanghi consente una tastiera. Ogni volta utilizzache nell’agricoltura. Soprattutto di abbattere no il “credito residuo” per irriganotevolmente i nel Mezzogiorno, dove i modelli costi operativi re i terreni. Si tratta di un sistema climatologici prevedono un al- dell’impianto che consente di ridurre i prelievi lungamento dei periodi di siccie di semplificare la pianificaziotà. In quattro aree della Puglia è ne per la gestione delle risorse operativo il sistema Acquacard: Consorzio idriche. “All’inizio degli anni Novanta l’acqua per la bonifica della capitanata (Foggia), era distribuita a volume. Ma soprattutto nelConsorzio di bonifica Arneo (Lecce, Brindisi, le regioni meridionali non era sufficiente per Taranto), Consorzio di bonifica Ugento - Li l’irrigazione: erano necessarie turnazioni e Foggi (Lecce), Consorzio di bonifica Stornara pagamenti anticipati”, osserva Vittorio Megli, e Tara (Taranto). agronomo e inventore del sistema Acquacard.

È stata la scintilla che ha portato alla progettazione del sistema automatizzato per distribuire l’acqua. Megli ricorda che i consorzi di bacino raccolgono le domande degli agricoltori tra febbraio e marzo. Poi stimano la disponibilità di risorse idriche. E assegnano le quote: prima per le colture poliennali (per esempio, gli alberi da frutta), poi per le colture annuali. Durante l’anno un agricoltore, sottraendo con Acquacard la quantità di acqua necessaria, è consapevole dei consumi. E può anche decidere di irrigare in orari prestabiliti, per esempio di notte tra le 22 e le 4 del mattino. “È un sistema che riduce gli abusi e consente una ripartizione equa, riducendo i prelievi”, commenta Megli.◆ Puoi commentare questo articolo sul sito di Tekneco all'indirizzo www.tekneco.it/0214


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Tekneco Numero 02 | 2011

Normativa

di Luigi dell'Olio

QUI SI FORMANO I NUOVI PROFESSIONISTI DELL’ENERGIA SOSTENIBILE Il buon andamento del settore spinge gli enti di formazione a moltiplicare l’offerta. Così la sfida più difficile diventa selezionare le proposte più affidabili

A

l traino del mercato. La mancanza di professionalità adeguate, lamentata da molte aziende impegnate nei settori delle energie rinnovabili e dell’edilizia sostenibile, sta spingendo gli enti di formazione a moltiplicare corsi e master sul tema. Tanto che ormai chi vuole specializzarsi in queste materie ha solo l’imbarazzo della scelta, con il focus che si sposta sulla necessità di discernere le offerte più affidabili e, soprattutto, con le maggiori possibilità di impiego. Ad esempio i corsi brevi, che stanno spuntando come funghi in tutta Italia, possono risultare utili come aggiornamento professionale, ma soprattutto per chi già opera nel settore. Per

i neolaureati o per chi è in cerca di occupazione può essere più utile affidarsi a enti di formazione che hanno una lunga esperienza nel campo scelto e legami con il mondo aziendale, in modo da creare opportunità di tirocini e stage. Ipsoa ha da poco lanciato a Milano un Master di specializzazione Energia sostenibile e fonti rinnovabili, diretto dall’avvocato Francesco Arecco e dal direttore del Sacert (associazione per la promozione dell’efficienza energetica promossa dalla Provincia di Milano) Giuliano Dall’O: 120 ore di lezioni nei fine settimana, con approfondimenti su temi come l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili, il project financing e il diritto amministrativo. Le lezioni

sono intervallate da workshop come progettazione urbanistie presentazioni di case history. ca, geografia umana e rilevaIl costo di iscrizione ammonta menti speciali per il territorio e a 3.800 euro. Ad aprile partirà a l’ambiente. Il costo di iscrizione Bari il terzo corso del master in ammonta a 2mila euro, il corso Sistemi di gestione dell’enerrilascia 60 crediti formativi gia, certificazione energetica, universitari. L’Università di risparmio energetico ed enerBologna organizza un magie rinnovabili organizzato da ster di secondo livello in Csad (Centro studi ambientali e Architettura Sostenibile, che direzionali) che punta a formare forma la figura di Per i neolaureati o per chi è ingegneri (civili, in cerca di occupazione può consulente eneredili, dell’amessere più utile affidarsi getico. Il corso biente e territoa enti di formazione che prevede quattro rio) e architetti hanno una lunga esperienza mesi di formazio- nel campo scelto e legami sui temi della ne aula – suddisostenibilità amcon il mondo aziendale in vise tra lezioni modo da creare opportunità bientale, dell’effidi tirocini e stage frontali e project cienza energetica, work – e sei mesi delle tecnologie di stage, con ricoimpiantistiche noscimento dei crediti formativi. per il contenimento dei consumi I partner dell’iniziativa vanno domestici. Il corso, da gennaio da Alenia ad Ansaldo Caldaie, da a ottobre, prevede 1.500 ore di Confindustria Puglia a Magneti formazione suddivise in: sette Marelli Power Train. La quota di corsi (concentrati in tre giornate, iscrizione ammonta a 6.200 euro, giovedì, venerdì e sabato matticon 15 borse di studio a copertuna, e con alternanza tra lezioni ra parziale e alloggio gratuito per frontali, conferenze, seminari chi risiede oltre i 100 chilomee viaggi studio), tre laboratori e tri dal capoluogo pugliese. Il stage. I temi affrontati spaziano Politecnico di Bari organizza dai Metodi adottati per l’ecologia un master di secondo livello alla Progettazione sostenibile, in Pianificazione Territoriale passando per i Materiali e coe Ambientale, riservato a laustruzioni ecosostenibili. Il costo reati in discipline scientifiche e di iscrizione ammonta a 4mila suddiviso in due semestri, con euro, il corso rilascia 60 crediti approfondimenti su materie universitari. ◆ SCHEDA

Master a confronto Ente

Luogo

Costo

Durata

IPSOA

Milano

3.800 €

120 h

CSAD

Bari

6.200 €

4+6 mesi

Politecnico

Bari

2.000 €

2 semestri

Università

Bologna

4.000 €

1.500 h


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Normativa

di Luisa Trozzi

FOTOVOLTAICO PUGLIA: IL CAOS E LE ATTESE Molta incertezza e investimenti congelati: le aziende aspettano di capire gli impatti delle nuove linee guida nazionali

U

n documento da 200 pagine che fissa nero su bianco le regole e le procedure per l’installazione degli impianti da fonti rinnovabili sul territorio. Il 30 novembre scorso la giunta di Nichi Vendola ha approvato in prima lettura le Linee Guida regionali (il testo è stato inviato alle Commissioni regionali competenti prima di tornare in giunta per l’ok definitivo) in vista della deadline del 1° gennaio 2011, a cui è fissata l’entrata in vigore delle nuove Linee guida nazionali. La giunta pugliese mette dunque la parola fine a una stagione che, se da un lato ha visto protagonista la regione in pole position per quantità di MW all’attivo (250 a fine giugno), dall’altro non ha mancato di riservare brutte sorprese, a partire dalla sentenza della Corte Costituzionale che, a marzo scorso, ha ritenuto illegittimi alcuni articoli della legge regionale 31/08 accusando in particolare la Regione di aver travalicato i propri poteri in quanto a soglie di MW “liberi” da procedure autorizzative. Il Consiglio regionale con la legge 13 approvata il 18 ottobre scorso aveva già avviato il percorso di adeguamento alla norma

nazionale modificando la legge 11/2011 sulla Via: la valutazione di impatto ambientale diventa obbligatoria per la realizzazione degli impianti a partire da 1 MW di potenza e 500 kW nel caso di aree sottoposte a vincoli o considerate di pregio (la legge 13 introduce inoltre la Dia per gli impianti di piccola taglia come disposto dal Dlgs 387/2003). Bisognerà però aspettare il 2011 per capire e testare sul campo gli effetti dell’entrata in vigore delle nuove Linee guida regionali. La sentenza della Consulta ha provocato uno scossone nel mercato locale mettendo il freno agli investimenti di molte aziende, in particolare le multinazionali. E l’approvazione da parte del governo dei nuovi iter autorizzativi ha sortito un ulteriore stand-by: molte aziende hanno preferito

congelare la situazione in attesa del recepimento regionale per non rischiare di impantanarsi nuovamente nel ginepraio normativo. “Abbiamo dovuto cancellare cinque cantieri sui 15 preventivati”, sottolineano da 9Ren, azienda italo-spagnola che ha puntato molto sul mercato pugliese. “Siamo riusciti a procedere con 10 cantieri grazie alla sanatoria estiva (la legge salva-Dia, ndr) perché gli impianti erano già stati autorizzati, ma per gli altri cinque non c’è stata la possibilità di procedere”. I tempi stabiliti dal decreto salva-Dia però - 150 giorni (bisogna mettersi in regola entro i primi di gennaio 2011) – sono stati accolti con soddisfazione a metà: ottenere le autorizzazioni può richiedere anche mesi. Di qui la decisione di molti operatori di rinunciare a diversi impianti. E anche lo stesso recepimento delle Linee guida creerà alcune difficoltà. “Non ci saranno problemi per le aziende, come la nostra – puntualizza 9Ren – che hanno le spalle coperte da una solida posizione finanziaria, considerati gli obblighi di garanzia di investimento previsti dal nuovo regolamento. Molte aziende si troveranno in difficoltà e ci sarà un’inevitabile scrematura”. Ha optato per una strategia di “congelamento” Conergy Italia, braccio nazionale dell’azienda tedesca. “Dalla casa madre ci hanno chiesto certezze e la situazione in Puglia ci ha costretto a bloccare alcuni impianti”, spiega

l’ingegner Francesco Fiore, direttore marketing e sviluppo business. “La sentenza della Corte costituzionale ha avuto un impatto immediato sul business nella regione: abbiamo deciso di stoppare le realizzazioni più a rischio. E la sanatoria nazionale non ha sbloccato di molto la

150 i giorni stabiliti dal decreto "salva-Dia"

situazione, considerati i tempi stretti per la richiesta delle autorizzazioni. In Puglia inoltre c’è il problema del tetto delle concessioni da parte dell’Enel, una questione recente che rappresenta un ulteriore ostacolo. L’Enel vuole fideiussioni per gli impianti. Ci siamo dunque chiesti: vale la pena procedere in un contesto di caos normativo?”. Resta congelato anche il business plan per il 2011: “Aspettiamo di vedere come sono state recepite le Linee guida nazionali prima di stabilire gli investimenti per i prossimi mesi”, sottolinea il responsabile marketing. L’incertezza normativa ha rappresentato la questione chiave anche per Convert Italia: “Non poter garantire agli investitori la certezza ☛

DAL CONSIGLIO REGIONALE PUGLIA

E sull’eolico regole più rigide

10 MW 1 MW

Il Consiglio Regionale della Puglia a ottobre ha abbassato da 10 a 1 megawatt la soglia minima per l’obbligatorietà della Via, la Valutazione di Impatto Ambientale. Fanno eccezione delle installazione sui tetti, che ne saranno esentate. La soglia sale a 3 megawatt per gli impianti in aree industriali dismesse. Scende a 0,5 MW per gli impianti in aree protette. Lo scopo è conciliare sviluppo dell’eolico e rispetto del territorio e dell’ambiente. Le regole precedentemente in vigore rimarranno valide per le istanze presentate oltre 180 giorni addietro e per le procedure per le quali è stata convocata la Conferenza di servizi.


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Tekneco Numero 02 | 2011

☛ dell’investimento non è un problema da poco”, fa sapere l’azienda che ha però passato indenne l’“uragano” provocato dalla sentenza di marzo. “Avevamo cinque impianti al via, fortunatamente tutti già autorizzati”. E va avanti a gonfie vele il business di Ecoware (Gruppo Kerself): l’azienda con 131 campi fotovoltaici in via di realizzazione nella sola Puglia è fra le principali realtà sul mercato. “Abbiamo continuato a costruire nonostante il caos normativo – sottolinea il direttore commerciale Igor Bovo -. E anzi proprio nel momento di maggiore impasse, quello appena successivo alla sentenza abbiamo deciso di spingere sulle

installazioni”. Ma l’orizzonte 2011 non è privo di nubi. “Le Linee guida sistemano il pregresso – spiega Bovo - ma bisogna capire cosa accadrà quando bisognerà recepire le direttive comunitarie. In questo momento la situazione non è chiara, ma staremo a vedere”. Una cosa è certa: parallelamente agli investimenti in infrastrutture sono cresciute le spese legali. “Per capire come muoverci – conclude il direttore commerciale di Ecoware - è stato inevitabile il ricorso a numerosi consulenti legali con conseguente lievitazione delle spese in tal senso. Un costo che tutte le aziende del comparto sono purtroppo costrette a sopportare”.◆

L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE RASSICURA IL MERCATO

“Tranquilli, siamo nel giusto” “Come promesso abbiamo rispettato i tempi. E siamo fra le prime Regioni in Italia”. Esprime soddisfazione per il lavoro della giunta e del tavolo tecnico-politico istituito ad hoc per l’individuazione delle aree non idonee all’installazione degli impianti da fonti rinnovabili e la messa a punto degli iter procedurali, l’assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro. “Alla Puglia spetta il merito di essere stata fra le Regioni che hanno favorito lo sviluppo del fotovoltaico. Ci sono stati sette anni di vuoto fra la legge del 2003 (il Dlgs 387, ndr) e le Linee guida nazionali. Era inevitabile che le Regioni si muovessero autonomamente per garantire l’installazione degli impianti. Poi si è chiesto un adeguamento in tempi rapidissimi, appena 90 giorni. Un’assurdità, ma siamo riusciti a rispettare i tempi in vista del 1° gennaio 2011”.“La Regione Puglia – commenta la Vice Presidente e Assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone – ha compiuto il grande sforzo di equilibrare le esigenze dello sviluppo con quelle dell’ambiente, del paesaggio e dell’agricoltura. Inoltre il procedimento autorizzativo è stato adeguato alle Linee Guida nazionali che per molti aspetti sono debitrici dell’esperienza pugliese”. “In questo documento – continua – la ricostruzione delle aree non idonee è particolarmente importante perché le Linee guida nazionali chiariscono che le Regioni non sono titolari sulle quote di energie rinnovabili. Quindi la legislazione regionale non può stabilire la quota massima di impianti sul suo territorio. Non potendo agire sulle quote abbiamo agito sulle aree non Lorenzo Nicastro idonee. Così accompagniamo lo sviluppo senza distruggere la bellezza del nostro territorio”.

Ci sono stati 7 anni di vuoto fra la legge del 2003 e le Linee guida nazionali

Caterina Calia — LS Lexjus Sinacta, Bari

EMANATA LA CIRCOLARE MINISTERIALE SUL DECRETO SALVA DIA

L

o scorso 15 dicembre 2010 il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato la circolare sull’ambito di applicazione dell’art. 1-quater del decreto legge n. 105 dell’8 luglio 2010, convertito con legge del 4 agosto 2010 n. 129, entrata in vigore il 19 agosto 2010, detta anche “Decreto Energia”. L’art. 1-quater della l. 129/2010 recita “Sono fatti salvi gli effetti relativi alle procedure di denuncia di inizio attività ... per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che risultino avviate in conformità a disposizioni regionali, recanti soglie superiori a quelle di cui alla tabella A del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, a condizione che gli impianti siano entrati in esercizio entro centocinquanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”. Tale termine di centocinquanta giorni scade il prossimo 16 gennaio 2011. Tale disposizione è stata promulgata a seguito delle sentenze n. 119 e 124 del 26 marzo 2010 della Corte costituzionale che hanno dichiarato l’illegittimità delle norme introdotte dalla Regione Puglia sulle procedure in DIA (ex art. 22 e 23 TU 380/2001) per

la realizzazione di impianti fotovoltaici di potenza superiore al tetto fissato dal legislatore nazionale con il dpr 387/2003. La dichiarazione d’incostituzionalità ha posto il problema interpretativo circa le sorti delle DIA non ancora “consolidate”. La circolare ministeriale chiarisce che sono sottoposti a tale disciplina soltanto le DIA che alla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle dette sentenze costituzionali: i) non fossero ancora definitive, nel senso che fossero pendenti i termini di impugnazione; ii) fossero state oggetto di impugnazione da parte di terzi o di misure di autotutela della pubblica amministrazione. È altresì puntualizzato che le DIA presentate successivamente alla pronuncia costituzionale non sono automaticamente caducate ma possono essere soggette a misure di autotutela o di impugnativa da parte di terzi. Nell’ultima parte della circolare, sul rapporto tra l’art. 1-quater e l’art 1 septies della l. 129/2010, è precisato che la prima disposizione attiene al titolo abilitativo la seconda invece alle incentivazioni riconoscibili per la produzione di energia elettrica per impianti fotovoltaici per l’anno 2010. ◆


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Tekneco Numero 02 | 2011

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Speciale Università 2 | 2011 1 I dati di bike sharing a sostegno del potenziamento della ciclabilità urbana nicola berloco, pasquale colonna Dipartimento di Vie e Trasporti, Politecnico di Bari

2 Case passive per il clima mediterraneo: l’esempio di San Vito dei Normanni (Br) paolo m. congedo, leda bonfantini, laura tarantino Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, Università del Salento

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speciale università/1

I dati di bike sharing a sostegno del potenziamento della ciclabilità urbana nicola berloco, pasquale colonna Dipartimento di Vie e Trasporti, Politecnico di Bari

Introduzione Perseguire la mobilità sostenibile, in particolare nelle aree urbane, è divenuto un obiettivo prioritario delle politiche nazionali e mondiali in materia di trasporti ed ambiente [1]. Oltre alla comunicazione ed allo sviluppo di modalità di spostamento pubblico affidabili, confortevoli e sicure, l’ottimizzazione della pedonalità e della ciclabilità urbana rappresenta uno dei principali strumenti utili a realizzare una mobilità urbana sostenibile [2]. In letteratura vi sono numerosi studi che tentano di descrivere le peculiarità della modalità ciclabile che, per propria natura, si rivela essere non facilmente schematizzabile o completamente rappresentabile [3] [4] [5]. La raccolta di dati inerenti alla domanda ciclabile ed ai tempi di percorrenza ciclabili è, di fatto, più ostica rispetto a quella relativa ad altre modalità di trasporto. Con l’avvento dei sistemi di Bike Sharing nelle principali città europee [6] ci si ritrova di fronte ad una preziosa mole di dati (frequenza di utilizzo e tempi di percorrenza) utilizzabili per la gestione e la pianificazione della ciclabilità urbana. Nel presente lavoro sono descritti i principali risultati ottenuti dall’analisi dei dati storici rinvenienti dal primo anno di servizio del sistema Bike Sharing nella Città di Bari [7]. Con tali dati è stato possibile analizzare la ciclabilità urbana in una città che, culturalmente legata agli spostamenti in auto privata anche per brevi distanze, solamente da poco tempo ha iniziato ad implementare un piano ciclabile infrastrutturale cittadino. Oltre alla descrizione del sistema di condivisione ciclabile di Bari il lavoro si pone due principali obiettivi: ricercare una semplice metodologia che fornisca uno strumento per la gerarchizzazione delle azioni gestionali ed infrastrutturali da adottare per ottimizzare il sistema ciclabile di una città e ricercare degli indicatori che caratterizzino la ciclabilità della stessa, in maniera concisa ed efficiente. Nella prima parte dell’articolo viene sintetizzato lo stato dell’arte sulle direttive e sugli studi in ambito di ciclabilità; quindi si descrive in che modo i dati rilevati dai sistemi di condivisione Bike Sharing possano essere utilizzati per completare le metodologie di analisi della ciclabilità. Transitando dalla descrizione dei dati e del funzionamento del Bike Sharing nella città di Bari, si passa ad analizzare i tempi di percorrenza e le velocità ciclabili, che forniscono le considerazioni utili a raggiungere gli obiettivi specifici del lavoro. Lo stato dell’arte ciclabile Lo studio della ciclabilità non può prescindere dall’esame delle interazioni fra la gestione

e la pianificazione del territorio, le politiche atte al miglioramento ambientale, la salute ed il potenziamento turistico nel territorio. Altri elementi essenziali che rientrano nei fattori da considerare sono quelli economici e finanziari senza naturalmente trascurare l’innato desiderio di mobilità che caratterizza l’uomo fin dagli albori della storia [8]. Lo stato dell’arte ad oggi disponibile sulla ciclabilità si può sintetizzare nelle seguenti macro aree: —— analisi dei “modal split” urbani per la scelta delle politiche e delle infrastrutture a servizio della sostenibilità [9], [10]; —— analisi della domanda ciclabile rilevata, attraverso questionari, rilievi statici (spire), rilievi dinamici (GPS), dati di mercato, ecc. [11]; —— analisi della domanda stimata: generalmente si utilizzano dati rilevati per poter ottenere modelli di stima della domanda futura nei contesti analizzati o in contesti differenti ma con caratteristiche simili a quelli esaminati [12]; —— analisi dei livelli di servizio ciclabili, normalmente relativi a tronchi, ad intersezioni o ad intere reti ciclabili [13]; —— analisi sull’incidentalità ciclabile (studi statistici ed applicazioni per mitigare situazioni ciclabili a rischio) [14]; —— analisi dei benefici ambientali e fisici correlati all’uso della bicicletta [15] [16] [17]. Gli Stati che hanno puntato da tempo sulla modalità ciclabile, producendo report, manuali, studi scientifici e stumenti legislativi e pianificatori sono notoriamente quelli del Nord Europa, seguiti da alcuni stati degli USA. Tuttavia, alcuni report e studi sulla ciclabilità sono stati anche effettuati in alcune città asiatiche ed africane. L’ultimo atto europeo sulla ciclabilità risale al 15 maggio 2009. La carta di Bruxelles per la diffusione della mobilità ciclistica (promossa nell’ambito di Velo-City2009) costituisce l’impegno di alcuni comuni europei a: —— attuare politiche adeguate finalizzate a raggiungere almeno il 15% di spostamenti in bicicletta nel proprio territorio entro il 2020 (o una percentuale maggiore qualora il limite sia stato già raggiunto); —— ridurre almeno del 50% il rischio di incidenti mortali per i ciclisti entro il 2020; —— attivare opportune iniziative per aumentare gli spostamenti sicuri in bicicletta nei percorsi casa-scuola e casa-lavoro. La carta di Bruxelles, tuttavia, costituisce solo l’ultimo tassello dell’impianto direttivo europeo sulla ciclabilità. Negli ultimi anni, infatti, la pianificazione ciclabile europea non si è occupata solamente degli ambiti urbani ma anche dell’idea, in parte già realizzata, di connettere tutto il vecchio continente attraverso veri e propri corridoi ciclabili europei.


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Speciale Università I dati di bike sharing a sostegno del potenziamento della ciclabilità urbana

Staz. FFSS

Tribunale

P.g.o.

O

Prefettura

L’utilizzo del sistema Bike Sharing a Bari I dati esaminati si riferiscono al primo anno di funzionamento del sistema bike sharing nella città di Bari (dall’11/10/2007 al 12/10/2008), periodo in cui le stazioni di scambio erano 5 (denominate: Park&Ride, Politecnico, Prefettura, Stazione FFSS e Tribunale), gli stalli totali erano 50, le biciclette disponibili erano 40, gli iscritti al servizio erano 500 e la rete ciclabile urbana era praticamente inesistente. Attraverso i dati registrati con le tessere del Bike Sharing è stato possibile individuare con precisione i tempi di percorrenza e la frequenza degli spostamenti per ciascuna delle 10 tratte possibili. In particolare sono stati registrati 11.201 utilizzi, per una percorrenza totale pari ad almeno 9.400 km (nonostante siano stati esclusi i 6.026 percorsi ad anello chiuso). È stata quindi costruita la matrice OD degli spostamenti. Il numero dei percorsi ad anello chiuso, rilevante per le stazioni centrali della città, fa desumere che la bicicletta condivisa ☛

Politecnico

I dati storici dei sistemi bike sharing a supporto dello stato dell’arte esistente La modalità ciclabile, più delle modalità motorizzate, risente della componente umana. La libertà del percorso da intraprendere (in particolar modo nelle zone non servite da piste ciclabili), la libertà della scelta della velocità di percorrenza (influenzando minimamente gli altri utenti ciclabili), la modalità di trazione proveniente dalla sola forza fisica, l’estrema facilità di utilizzo ed il costo di trasporto pressoché nullo che permettono l’estrema eterogeneità degli utenti ciclabili (per età, sesso, condizione sociale ed economica) rappresentano solo alcune condizioni che giustificano tale assunto. La stima dei modelli di domanda e di incidentalità ciclabile e la determinazione dei livelli di servizio ciclabile non possono che essere calibrati con dati di input oggettivi, rappresentanti una certa realtà. Per quanto riguarda la trasposizione di tali modelli in altri contesti risulta essere fondamentale una nuova calibrazione utilizzando analisi statistiche (generalmente questionari) e di stima della domanda. Tuttavia, i questionari conservano quasi sempre una certa ambiguità (es. il tempo di viaggio riferito dagli intervistati per compiere un dato percorso viene spesso approssimato al minuto, nel migliore dei casi, ma spesso anche ai 5 minuti). Fra l’altro la stima esatta della domanda ciclabi-

le implica l’utilizzo di metodologie costose o non sempre disponibili (es. rilevatori GPS) o, ancor peggio, poco precise (i classici contatori radar o a spire non considerano gli utenti ciclabili che effettuano un percorso alternativo a quello monitorato). Le motivazioni descritte spingono quindi a ritenere i dati provenienti dai sistemi di Bike Sharing come sicuramente più affidabili, più economici e più rappresentanti della realtà. Nell’ipotesi di una città dotata di stazioni di bike sharing dislocate su tutto il proprio territorio, in modo tale che il generico utente possa raggiungere quella più vicina percorrendo a piedi una distanza non superiore ai 300 m, e nell’ipotesi che l’offerta soddisfi in qualsiasi orario la domanda, i dati di bike sharing fornirebbero, in modo diretto, la domanda ciclabile di quella città, i percorsi più trafficati, quelli più affidabili, quelli più veloci, le preferenze degli utenti, ecc. Naturalmente, tale condizione ideale è ben lontana dalla realtà delle nostre città italiane, in cui le stazioni di bike sharing sono dislocate solo nei punti attrattori più importanti ed in cui i fruitori del servizio rappresentano una sola parte degli utenti ciclabili. Tuttavia, le frequenze ed i tempi di percorrenza registrati dalle schede dei sistemi di condivisione ciclabile rivelano esattamente le caratteristiche della ciclabilità di una porzione della realtà. In tal senso, pur non potendo sostituire i modelli di domanda, di incidentalità e di calcolo dei livelli di servizio, i dati del Bike Sharing possono sicuramente essere utilizzati per la loro corretta calibrazione nelle singole realtà.

Park&Ride

Nell’ambito della ECF (European Cyclists’ Federation), un apposito gruppo di lavoro ha elaborato una proposta di rete di itinerari ciclabili (European Cycle Route Network, detta comunemente Eurovelo) che attraversano l’Europa. La pianificazione di tale rete ciclabile europea ha stabilito 12 itinerari, che, come per i noti corridoi di trasporto, stabiliscono la rete ciclabile europea. L’impegno sia scientifico che normativo nell’ambito della ciclabilità sta assumendo, quindi, una sempre maggiore importanza che potrebbe finire per modificare, almeno parzialmente, le radicate abitudini degli utenti “motorizzati” ed in particolar modo delle comunità urbane. Si prevede che anche i finanziamenti per la realizzazione di reti ciclabili urbane ed extraurbane e per la sistematizzazione della modalità ciclabile (stima diretta della domanda, rilevazione real time attraverso rilevatori GPS, messa in sicurezza dei nodi critici, ecc.) saranno sempre più cospicui nei prossimi anni. Si avverte quindi, in maniera sempre più evidente, l’esigenza di metodologie pratiche a supporto delle scelte da intraprendere e delle risorse da impegnare per l’ottimizzazione dei sistemi esistenti o per la realizzazione più opportuna di quelli ancora assenti.

Park&Ride

673

39

116

192

28

1048

Politecn.

49

386

70

476

161

1142

Prefettura

127

128

1855

513

494

3117

Staz. FFSS

160

423

633

1733

486

3435

Tribunale

19

125

471

465

1379

2459

1028

1101

3145

3379

2548

11201

D

P.a.d.

P.g.o. : Potere generante origine P.a.d.: Potere attraente destinazione Tabella 1 – matrice OD


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Prefettura / Tribunale 45 40

frequenza (%)

35 30 25 20 15 10

Tmed=5,12 min

5 0

2

3

4

5

R²=0,9832 6

7

8

9

10

11

tempo di viaggio (minuti) Figura 1 – esempio di distribuzione di travel time (con dati depurati)

☛ non sia ancora utilizzata, a Bari, per gli spostamenti casa-lavoro, casa-scuola e casa università che, naturalmente, comportano il prelievo in una stazione diversa da quella del rilascio. L’utente tipico del sistema, per una percentuale superiore al 50%, preleva la bicicletta nei pressi della propria residenza, svolge attività varie, ed infine rilascia il mezzo nello stesso luogo di prelievo. In tal merito, si dovrebbe incentivare l’utilizzo del sistema per spostamenti “point to point” con campagne informative e con politiche di supporto (incentivi). Dall’analisi dei tempi di possesso delle biciclette condivise è emerso un importante dato che rivela un difetto di utilizzo: sono stati rilevati 763 utilizzi caratterizzati da un tempo di possesso da 10 a 20 ore e 191 utilizzi con un tempo di possesso variabile da 20 ad oltre 100 ore. Il maggior rendimento funzionale del servizio di Bike Sharing si otterrebbe massimizzando il numero di utilizzi/giorno o il numero di km percorsi. In tale ottica, se alcuni utenti utilizzano il mezzo condiviso come se fosse proprio, prolungandone il possesso, viene meno lo scopo dell’iniziativa che risulta benefica solo per una minima parte della popolazione. La soluzione ideale per limitare tali comportamenti potrebbe essere introdurre una tariffa oraria a partire dalla terza o quarta ora di utilizzo, soluzione realizzabile con l’introduzione di una carta prepagata, o comunque attraverso più efficaci politiche tariffarie. Le distribuzioni di Travel Time ciclabili Selezionando i dati corrispondenti a ciascuno dei dieci percorsi possibili, si sono potute diagrammare le relative distribuzioni dei diversi tempi di viaggio. Tale operazione è stata condotta considerando i dati di ciascun percorso per entrambi

i sensi di marcia, visto che non vi sono fattori che possano influenzare, in maniera sistematica, i tempi di percorrenaza (es. elevate pendenze longitudinali). Tutti i casi analizzati hanno restituito curve di distribuzione con tratti ascendenti ad andamento regolare, assimilabile, con grande approssimazione, a quello di curve di distribuzione gaussiane. Per tempi di percorrenza superiori al valor medio, ovvero nei tratti discendenti delle curve, l’andamento restituito dai vari percorsi è risultato notevolmente più disperso; le curve, inoltre, dopo aver intersecato l’asse delle ascisse riprendono ad assumere valori positivi di frequenze, anche se via via più bassi, a causa probabilmente di fermate degli utenti dovute a motivi personali, per cui si è deciso di escludere dall’analisi i dati corrispondenti ai rami delle curve successivi al primo punto di intersezione con l’asse delle ascisse, ritenendoli non significativi. Ad ogni modo, la maggiore dispersione dei rami discendenti delle curve, corrispondenti a tempi di percorrenza elevati, può essere attribuita, in prima analisi, ad insufficienze infrastrutturali e ad interferenze varie con le altre modalità di trasporto (anche quella pedonale) che riducono in maniera diffusa o puntuale la velocità, sia nello spazio, sia nel tempo. È importante sottolineare che attualmente nella città non è presente una rete ciclabile dedicata che renda maggiormente affidabile il servizio. Distribuzioni dei Travel Time ciclabili ideali A questo punto ci si chiede che andamento assumerebbero le distribuzioni dei tempi di viaggio in una situazione ideale, ovvero nel caso in cui fosse presente una rete ciclabile protetta e diffusa nel territorio e nel caso in cui gli utenti usassero correttamente il servizio di bike sharing per spostamenti point to point. Con molta probabilità, in presenza di una situazione ideale, anche il ramo discendente delle curve di distribuzione potrebbe assimilarsi ad una gaussiana. Tale curva, infatti, ben rappresenterebbe l’eterogeneità del campione per un numero elevato di campionamenti, e quindi anche la diversa prestanza fisica (diversa età e diversa velocità di percorrenza) e la diversa allocazione temporale degli spostamenti (ore di punta o di calma della giornata). Sulla base di questa ipotesi si è quindi proceduto alla costruzione delle curve ideali di distribuzione temporale per ciascun percorso: i rami ascendenti delle curve rilevate sono stati “specchiati” rispetto all’asse verticale individuato dal punto di massima frequenza (cfr. Fig. 2).


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Speciale Università I dati di bike sharing a sostegno del potenziamento della ciclabilità urbana

I fusi delle velocità ciclabili Perseguendo l’obiettivo di individuare una metodologia atta a descrivere sinteticamente la ciclabilità di una specifica realtà (nel caso in esame relativa alla città di Bari), confrontandola con una situazione ipoteticamente “ideale”, si è proceduto con la costruzione del seguente grafico. I tempi di percorrenza descritti in precedenza (minimi, medi reali, medi ideali, massimi reali e massimi ideali) sono stati inseriti in un grafico spazio/tempo. Ciascun percorso, individuato dalla sua lunghezza sull’asse delle ordinate, viene rappresentato dai cinque tempi di percorrenza. I punti rappresentativi dei tempi minimi relativi ai 10 percorsi esaminati sono stati uniti ottenendo una spezzata (in verde continuo nel grafico). Stessa operazione è stata condotta per i tempi medi reali, i tempi medi ideali, i tempi massimi reali e per i tempi massimi ideali. Le cinque spezzate individuate sono state interpolate con curve di tendenza polinomiali di secondo grado che hanno fornito un coefficiente R2 sempre superiore a 0,92. La forte correlazione indica, in maniera chiara, che l’andamento spazio-tempo ciclabile è ben rappresentato da una polinomiale di secondo grado con il termine noto pari a zero (tempo di viaggio nullo per spostamento nullo): S(t) = a t² + b t

Politecnico/Stazione FFSS (curva reale e curva ideale) 25 20 frequenza (%)

Confrontando quindi le curve di distribuzione reali con quelle ideali, sono stati individuati i tempi di percorrenza minimi, medi e massimi per ciascuno dei dieci percorsi possibili e per ciascuna coppia di curve. I risultati sono sintetizzati nella tabella 2.

15 10

Tmin= 5,0 min

5 0

Tmed ideale= 10,0 min 4

5

6

7

8

Tmax reale= 18,0 min

14

17

Tmed reale= 10,7 min 10

11

12

13

15

16

18

19

tempo di viaggio (minuti) Figura 2 – esempio di distribuzione di travel time reale ed ideale

1,25*10⁻⁴ < a < 1,25 * 10⁻³ (m/s²) 2,45 < b < 7,12 (m/s). Tali coefficienti sono da ritenersi validi per il solo caso rappresentativo della città di Bari ed esclusivamente per il periodo temporale di riferimento. Una corretta analisi di regressione utile a determinare la loro più corretta variabilità e dipendenza potrà essere condotta in una fase successiva, avendo maggiori dati a disposizione. Ad ogni modo, confrontando gli stessi coefficienti calcolati per realtà urbane differenti si otterrebbe un vero e proprio parametro di paragone utile a rappresentarne l’efficienza della modalità ciclabile, funzione della rete, dei suoi utilizzatori e della gestione del servizio. Oltre ad individuare una metodologia sintetica utile a descrivere con parametri ☛

(1)

I coefficienti a e b di tali curve possono essere utilizzati per rappresentare la ciclabilità di una specifica realtà in maniera sintetica. In particolare, il coefficiente a (espresso in m/s2 o in km/h2) indica la decelerazione che contraddistingue gli utenti all’aumentare della distanza percorsa. Il coefficiente b, invece, (espresso in km/h o in m/s) indica la velocità iniziale di percorrenza. Calcolando tali coefficienti per realtà e situazioni differenti si potrebbe ottenere il loro intervallo di variabilità, utile a rappresentare la ciclabilità e con essa i propri parametri sia sociali che infrastrutturali. In pratica, bassi coefficienti a ed alti coefficienti b indicano sia la propensione alla ciclabilità di una popolazione sia la bontà dell’infrastruttura ciclabile della città presa in considerazione. Nel caso esaminato risulta:

9

Tmax ideale= 15,0 min

distance (mt.)

Tmin (min.)

Tmed

Tmax

real (min.)

ideal (min)

real (min.)

ideal (min)

Park&Ride-Politecnico-Park&Ride

780

2,2

4,7

4

6,8

6

Prefettura-FFSS-Prefettura

930

2,8

6,11

5,5

10

8,3

Prefettura-Tribunale-Prefettura

1.150

3

5,12

5

10

7

Tribunale-FFSS-Tribunale

1.675

4

8,96

8,5

16

13

Park&Ride-FFSS-Park&Ride

2.150

7

10

9,2

13

12

Politecnico-FFSS-Politecnico

2.340

5

10,7

10

18

15

Park&Ride-Prefettura-Park&Ride

3.000

8

16,32

12,2

22

16,4

Politecnico-Prefettura-Politecnico

3.250

9,5

18,6

13,5

26

17,5

Park&Ride-Tribunale-Park&Ride

3.800

10,8

20,75

19

33

27

Politecnico-Tribunale-Politecnico

4.000

11

18,36

18

34

25

Tabella 2– tempi di viaggio minimi, medi e massimi (reali ed ideali)


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Fusi di velocità ciclabile 6.000

T medio rilevato T medio ideale

distanza percorso (m.)

5.000

T medio rilevato 4.000

T minimo T massimo rilevato

3.000

tendency line (Tmed real) 2.000

tendency line (Tmed ideal) tendency line (Tmin)

1.000

tendency line (Tmax real) 0

tendency line (Tmax ideal) 0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

tempo di viaggio (minuti)

Figura 3 – grafico spazio-tempo

distanza percorso (km.)

6 5

fuso delle velocità medie

4 3 fuso delle velocità minime

2 1 0

0

5

10

15

20

25

30

tempo di viaggio (minuti) Figura 4 – fusi delle velocità ciclabili

35

40

45

☛ numerici la ciclabilità, lo stesso grafico permette di fornire uno strumento pratico ai decisori e ad i pianificatori della modalità ciclabile. Le linee di tendenza racchiudono delle aree che sono state chiamate “fusi delle velocità ciclabili” (Fig. 4). L’area compresa fra le linee di tendenza corrispondenti ai tempi massimi rilevati ed ai tempi massimi ideali corrisponde al fuso delle basse velocità, l’area compresa fra le linee di tendenza corrispondenti ai tempi medi rilevati ed ai tempi medi ideali corrisponde al fuso delle medie velocità. In altre parole i fusi delle velocità rappresentano il campo di variabilità della situazione rilevata rispetto a quella ideale: più le aree racchiuse dai fusi sono ristrette, più l’intera rete ciclabile (o la gestione e l’utilizzo dei sistemi di condivisione ciclabile) può ritenersi efficiente. I fusi delle velocità possono essere utilizzati per valutare il guadagno temporale (e quindi anche monetario) che si otterrebbe ottimizzando il sistema rete ciclabile, fornendo una scala di priorità alle soluzioni da realizzare. Lo scostamento delle spezzate rilevate ed ideali rispetto ai fusi delimitati dalle linee di tendenza, rappresenta un importante indicatore per la scelta di allocazione delle risorse, vale a dire per l’ottenimento dei migliori risultati connessi alla costruzione di una nuova pista ciclabile o all’ottimizzazione del complesso sistema strada-bici. Se, ad esempio, per uno specifico percorso si registra uno scostamento negativo elevato fra le spezzate e l’andamento delle curve di tendenza delimitanti i fusi, si dovranno adottare delle soluzioni specifiche su quello specifico percorso o su alcuni nodi dello stesso. Si riportano alcune delle conclusioni deri-

vanti dall’analisi delle distribuzioni dei tempi dei dati analizzati: —— i percorsi Park&Ride-Politecnico e Tribunale-FFSS necessiterebbero di interventi infrastrutturali per ridurre il loro tempo massimo di percorrenza; —— il percorso Politecnico-Prefettura è quello che risente maggiormente delle condizioni al contorno, vista la variabilità notevole dei TT; —— il percorso Park&Ride-FFSS è l’unico in cui il TT è minore di quello previsto (ed è anche l’unico in cui è stata costruita una pista ciclabile negli ultimi due mesi delle rilevazioni). Distribuzioni delle velocità ciclabili Oltre a graficizzare gli spazi in funzione dei tempi di percorrenza (diagramma spaziotempo) sono state condotte ulteriori analisi riguardanti le velocità ciclabili. In primo luogo si sono ricavati gli andamenti delle velocità in funzione dello spazio percorso (diagramma velocità-spazio). Conoscendo la lunghezza di ciascun percorso e le cinque tipologie di tempi di percorrenza descritte nel paragrafo precedente, sono state ricavate le velocità massime, le velocità medie reali ed ideali e quelle minime reali ed ideali, relative a ciascun percorso. Unendo fra loro i punti relativi alle velocità massime si è ottenuta una spezzata (in verde continuo nel grafico) che si è ritenuto opportuno rappresentare con una linea di tendenza di primo grado per ottenere i migliori coefficienti R2. La stessa operazione è stata condotta sulle altre tipologie di velocità, ottenendo il grafico in figura 5. Esso descrive l’andamento della velocità ciclabile in funzione dello spazio percorso, con equazioni del tipo: v(s) = d - c s

(2)

Nel caso esaminato si sono ottenuti i seguenti campi di variabilità dei coefficienti c e d: 3,4 * 10⁻¹ < c < 1,0 (1/h) 9,0 < d < 25,7 (km/h) Nella situazione analizzata, quindi, le velocità massime variano da 25,7 km/h per percorsi brevi fino a 21,8 km/h per distanze pari a 4 km; le velocità minime rilevate partono da circa 9 km/h per percorsi brevi fino a 7,1 km/h per distanze pari a 4 km. La pendenza aumenta passando dalle velocità minime a quelle massime, a conferma del fatto che procedendo a velocità più elevate si risente maggiormente della stanchezza fisica. Successivamente, sono stati cumulati tutti i dati significativi dei percorsi esaminati, ri-


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Speciale Università I dati di bike sharing a sostegno del potenziamento della ciclabilità urbana

velocità (km/h)

30 25

y = 0,00101x + 25,70 R² = 0,08855

20

y = 0,00054x + 15,20 R² = 0,25782

15

y = 0,00073x + 14,08 R² = 0,48126

10

y = 0,00034x + 10,82 R² = 0,15015

5

y = 0,00044x + 9,01 R² = 0,29121

0

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

5.000

lunghezza del percorso (m.) Figura 5 – grafico velocità spazio

30 25 frequenza (%)

Conclusioni L’analisi dei dati di Bike Sharing della città di Bari ha permesso di individuare una metodologia che, nella sua impostazione generale, può essere ritenuta utile per descrivere la mobilità ciclabile di un generico ambiente urbano e per fornire uno strumento efficace per la sua pianificazione e gestione. Confrontando la situazione rilevata con una situazione ipotetica ideale (presenza di una rete ciclabile protetta diffusa, utilizzo corretto del sistema di condivisione, spostamenti privi di perdi tempo, ecc) è stato possibile descrivere l’efficienza della rete e dei percosi che la compongono. In particolare, l’analisi congiunta dei diagrammi spazio-tempo e delle distribuzioni delle velocità ciclabili, ha permesso, infatti, di evidenziare i percorsi che maggiormente necessitano di interventi infrastrutturali o di azioni gestionali capaci di ottimizzarne il funzionamento. Dallo studio effettuato, l’andamento delle curve spazio-tempo ciclabili sembra aderire concretamente ad un andamento polinomiale di secondo grado con termine noto nullo. I coefficienti a e b delle equazioni di secondo grado corrispondenti ai tempi minimi, medi (reali ed ideali) e massimi (reali e ideali) costituiscono degli indicatori sintetici della ciclabilità. Il confronto di tali parametri per realtà differenti potrebbe fornire una scala di variabilità della mobilità ciclabile in funzione della locazione spaziale, degli usi e costumi degli utenti ciclabili e della gestione del- ☛

35

20 15 10 Vmed = 12,51

5 0

R² = 0,9763 0

5

10

15

20

25

30

35

velocità (km/h) Figura 6 – distribuzione cumulata delle velocità

Distribuzioni delle velocità 45 40 35 frequenza (%)

cavando la distribuzione complessiva delle velocità dalla quale si ricava che la velocità media ciclabile della città di Bari è pari a circa 12,5 km/h (cfr. Fig 6). Attraverso tale dato si è potuta dedurre la distanza media percorsa con il sistema Bike Sharing nella città di Bari perché in figura 6, a tale velocità corrisponde, sulla linea azzurra relativa ai tempi medi rilevati, una distanza pari a 2.150 m. L’ultima analisi condotta ha consentito di ricavare le curve di distribuzione delle velocità ciclabili per ciascun percorso analizzato. Contrariamente a quanto accade per i tempi di percorrenza, analizzando le distribuzioni delle velocità è possibile confrontare il funzionamento dei percorsi in maniera diretta, dallo stesso grafico. Si nota che, generalmente, le curve sono maggiormente addensate per valori bassi delle velocità e che presentano, nella maggior parte dei casi, rami ascendenti irregolari. Attraverso l’analisi di tali curve si sono potuti confermare i risultati ottenuti dal diagramma spazio-tempo.

30 25 20 15 10 5 0

0

5

10

15

20

25

30

velocità (km/h) Park&Ride/Politecnico

Park&Ride/Prefettura

FFSS/Tribunale

Prefettura/Tribunale

FFSS/Politecnico

FFSS/Prefettura

Park&Ride/FFSS

Politecnico/Tribunale

Park&Ride/Tribunale

Politecnico/Prefettura

Figura 7 – distribuzione delle V per i singoli percorsi


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☛ la ciclabilità. Il grafico spazio-tempo e l’individuazione al suo interno di aree definite come “fusi delle velocità ciclabili” forniscono un valido supporto per ottimizzare la ciclabilità della realtà esaminata: —— curve sperimentali che presentano punti alquanto al di sotto delle linee di tendenza evidenziano la necessità di interventi migliorativi localizzati; —— minimizzare le aree dei fusi delle velocità, invece, significa riuscire ad ottimizzare l’intera rete, riducendo le differenze dei dati reali rispetto a quelli ideali. L’area dei fusi può quindi essere presa come parametro di performance della rete ciclabile. L’analisi delle velocità ciclabili, inoltre, permette di fornire altri indicatori generali della mobilità ciclabile (variabilità delle velocità minime, medie e massime), e di confermare e/o completare l’analisi spazio-temporale. Resta quindi auspicabile l’approfondimento dell’analisi condotta per reti di bike sharing più estese, confrontando situazioni precedenti e successive alla realizzazione di piste ciclabili, esaminando anche casi in cui le distanze percorse siano superiori a 5 km. L’utilizzo di una mole maggiore di dati e di un numero superiore di percorsi potrebbe infatti validare la metodologia che, come fra l’altro dimostrato da questo primo approccio, si rivela utile alla rappresentazione di un sistema complesso, a basso costo e fondamentale per le scelte ciclabili da intraprendere per un futuro sostenibile. • Bibliografia [1] World Business Council for Sustainable Development (WBCSD) (2004-06-01). Mobility 2030 - Meeting the challenges to sustainability Report [2] John Pucher and Lewis Dijkstra “Promoting Safe Walking and Cycling to Im-prove Public Health: Lessons from The Netherlands and Germany”. American Journal of Public Health, Vol. 93, No. 9. 2003. [3] Hyodo, T. et al. Modeling of bicycle route and destination choice behavior for bicycle road network plan. In Transportation Research Record: Journal of the Transportation Research Board, No. 1705, 2000, p. 70–76. [4] Wardman, M., R. Hatfield, and M. Page The UK national cycling strategy: can improved facilities meet the targets? Transport Policy, 4(2), 1998, p. 123–133. [5] Barnes, Gary and Kevin J. Krizek “Estimating Bicycling Demand” Transportation Research Record, 1939, Transportation Research Board,

National Research Council, Washington, D.C., 2006, pp. 45–51. [6] Paul DeMaio “The Bike-sharing Phenomenon - The History of Bike-sharing”, Car-busters Magazine, November 2008 [7] Biciincittà – Soluzioni per la mobilità sostenibile, http://www.bicincitta.com [8] P. Colonna “Mobility and Transport for our tomorrow roads”, Europeanroads Re-view 14 • Spring 2009 • RGRA [9] Atze Dijkstra at al. Best practice to promote cycling and walking. A research project of the EU transport RTD programme European Commission, Directorate General for Transport Copenhagen 1998 [10] John Pucher, and Lewis Dijkstra Promoting Safe Walking and Cycling to Improve Public Health: Lessons from The Netherlands and Germany. Accepted for publication in the American Journal of Public Health, Vol. 93, No. 9, September 2003 [11] NYC Bicycling Demand Data from the major European bike-share programs - 2008 [12] U.S. Department of Transportation. Guidebook on Methods to Estimate NonMotorized Travel. U.S. Department of Transportation: McLean, VA, 1999 [13] Søren Underlien Jensen. Pedestrian and Bicyclist Level of Service on Roadway Segments. In Transportation Research Record Journal of the Transportation Research Board, No 2031 TRB, National Research Council, Washington, D.C., 2007, p. 43–51. [14] Daniel L. et al.. Bicyclist Intersection Safety Index. In Transportation Research Record Journal of the Transportation Research Board, No 2031 TRB, National Research Council, Washington, D.C., 2007, p. 18–24 [15] Goldsmith, S. Estimating the Effect of Bicycle Facilities on VMT and Emissions. n.d., Seattle Engineering Department, Seattle, WA. [16] Frank, L. D. Land Use and Transportation Interaction: Implications on Public Health and Quality of Life. Journal of Planning Education and Re-search, (20), 2000, p. 6–22. [17] Wilkinson, W. C., et al. Increasing Physical Activity Through Community Design: A Guide for Public Health Practitioners. National Center for Bicycling and Walking: Washington, D.C., 2002.


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speciale università/2

Case passive per il clima mediterraneo: l’esempio di San Vito dei Normanni (Br) paolo m. congedo, leda bonfantini, laura tarantino Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, Università del Salento

Introduzione Lo stile di vita delle società occidentali ha portato ad un incremento del consumo di energia primaria necessaria alla climatizzazione degli edifici, con conseguenze non trascurabili sull’ambiente. In particolare, per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, si è avuto un significativo incremento dei consumi energetici nel periodo estivo dovuto prevalentemente all’utilizzo di condizionatori. In Europa, l’Italia è in testa sia per il numero di mq condizionati che nelle previsioni di crescita, seguita dalla Spagna. I consumi energetici per il condizionamento e la climatizzazione sono rigidamente legati alle caratteristiche termiche dell’involucro edilizio e all’efficienza degli impianti. Una buona parte degli edifici è stata edificata dopo il ‘46 e soltanto l’8% è stato edificato dopo il ‘91 (Legge 10). I consumi energetici degli edifici degli anni ’50 - ’80 erano di circa 200-250 kWh/(m² anno). Dopo la legge 373/76 il limite è stato abbassato a 170 kWh/ (m² anno). La Legge 10/1991 poneva l’Italia all’avanguardia riguardo al contenimento dei consumi energetici, introducendo la certificazione energetica degli edifici, i piani energetici comunali, l’obbligo delle fonti rinnovabili negli edifici pubblici. Tuttavia, la Legge presentava alcuni difetti come, ad esempio, la mancanza di un apparato sanzionatorio. Sono stati necessari altri due anni per avere il decreto 412/1993 con le norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici. Nel 2005 il settore residenziale e terziario assorbiva il 32% dei consumi totali. Di questa quota il 35% è assorbito dal terziario (in continua crescita), la restante quota dal residenziale. Per i soli consumi elettrici il terziario assorbe il 53% dei consumi del settore. Negli ultimi anni la riduzione dei consumi energetici è diventata un imperativo irrinunciabile per arginare il cosiddetto effetto serra ed i suoi ben noti danni sull’ambiente. Molti governi hanno introdotto norme sempre più restrittive per rispettare il protocollo di KYOTO del 1997 ed il successivo Progetto 2020-20 (Pacchetto Clima). Come noto gli edifici contribuiscono al “disastro ambientale” con una percentuale stimata tra il 30% e il 50% sul totale delle emissioni di CO2 [1]. Dal 1 gennaio 2008, inoltre, ha avuto inizio il conteggio delle emissioni, unitamente alla crescente domanda di greggio (in particolare, da India e Cina) e alla difficoltà di trovare nuovi giacimenti si raggiungerà, a breve, un prezzo del petrolio compreso tra 150-200 euro/barile. Tutti questi elementi rendono sempre più conveniente la realizzazione di edifici ad alta efficienza energetica.

In futuro i costi ambientali globali di un edificio saranno inseriti nella contabilità privata e pubblica ed il consumo energetico di gestione, sia per il riscaldamento che per il condizionamento, rappresenterà un parametro di valutazione fondamentale. In particolare, l’efficienza energetica nell’edilizia diverrà un parametro in grado di determinare da un lato una possibile perdita di valore per immobili tradizionali, fortemente energivori e, dall’altro, un aumento della quotazione per gli edifici a basso consumo energetico. In questa direzione si è mossa la Direttiva Europea 2001/91/CE, inerente la politica di contenimento dei consumi energetici negli edifici in termini di riscaldamento, produzione di acqua calda, illuminazione, ventilazione e condizionamento estivo. In Italia è stata recepita con i D.L. 192/2005 e D.L. 311/2006 sino ad arrivare al DPR 59/2009 ed al DM del 26 giugno 2009 (Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici) Le Leggi finanziarie 2007 e 2008 hanno innalzato le detrazioni fiscali dal 36% al 55%, confermate per il 2011, per interventi di riqualificazione energetica delle costruzioni. I nuovi edifici devono garantire consumi sempre più bassi, impianti solari termici e fotovoltaici, impiantistica ad elevata efficienza energetica. In questa nuova ottica diventa, quindi, decisivo aumentare significativamente le prestazione energetiche degli edifici rispetto agli attuali standard. Gli edifici passivi sono caratterizzati da perdite di calore così basse che il calore fornito dagli apporti solari e quello prodotto e recuperato da sorgenti interne può coprire quasi tutta l’energia necessaria per il riscaldamento invernale; il fabbisogno energetico residuo da coprire è inferiore ai 15 kWh/ m²a. Gli impianti sono, generalmente, integrati da sistemi ad energia rinnovabile, come solare termico, fotovoltaico e geotermico. In questo articolo si riportano i risultati ottenuti per una casa passiva per il clima mediterraneo. L’analisi energetica del sistema edificio-impianto è stata svolta mediante il software TRNSYS16 [2]. Efficienza energetica in Italia Nonostante gli alti consumi energetici l’efficienza energetica fatica ad imporsi in Italia, per una una mancata convinzione istituzionale, limitato interesse o timore di progettisti e costruttori e la resistenza di alcuni produttori di materiali per l’edilizia. Il patrimonio edilizio italiano ha, in generale, prestazioni energetiche scadenti, in particolare se confrontato con gli altri paesi europei. È necessario intraprendere una nuova ☛


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Figura 1 – Casa passiva in San Vito dei Normanni

☛ strategia nel mondo delle costruzioni volta al risparmio energetico, in particolare, è auspicabile un ritorno alle tecniche costruttive del passato integrate con le nuove tecnologie. Il trullo è un classico esempio di costruzione perfettamente integrata nell’ambiente mediterraneo. La progettazione comunemente detta bioclimatica richiede, da parte del progettista, una accurata analisi dello stretto rapporto esistente tra la casa e il clima che la avvolge per permettere una totale integrazione sul territorio. Questo approccio consente di progettare una costruzione mirata al raggiungimento del benessere termoigrometrico degli occupanti in modo differente, ad esempio, a Bolzano e a Lecce, dove le criticità ambientali e meteorologiche sono prevalentemente nel periodo invernale ed estivo, rispettivamente. In generale, una casa a basso consumo energetico deve poter raggiungere i seguenti obiettivi principali: —— ottenere un basso consumo energetico globale; —— utilizzare fonti rinnovabili di energia, riducendo in modo drastico l’inquinamento in atmosfera; —— offrire il massimo benessere ambientale; —— ridurre i tempi di costruzione; —— utilizzare materiali che, alla fine del ciclo vitale dell’edificio, possano essere reinseriti in nuovo ciclo con il minimo costo; —— migliorare le prestazioni antisismiche; —— permettere la massima libertà progettuale e creativa. Si possono distinguere varie classi di prestazione energetica. Adottando come indicatore il consumo energetico annuale al metro

quadrato di superficie abitabile riscaldata (kWh/m²a) possiamo classificare gli edifici residenziali in cinque categorie: —— edifici convenzionali che non risultano adeguati alle normative sul risparmio energetico; —— edifici convenzionali che corrispondono a tali normative; —— edifici a basso consumo energetico; —— edifici passivi; —— edifici a consumo energetico zero. Edificio passivo Il termine “edificio passivo” è generalmente riferito ad edifici in cui le condizioni di confort, sia nel periodo invernale che estivo, vengono raggiunte grazie alle caratteristiche dell’involucro edilizio (forma e orientamento, isolamento termico e massa, protezioni solari, etc.) e a sistemi di trasporto del calore (pompe o ventilatori) da o verso l’ambiente circostante (aria, terreno, cielo, etc.) che non richiedano utilizzo di energia fossile o di altre fonti convenzionali. Gli edifici passivi sono caratterizzati da perdite di calore così basse che il calore fornito dagli apporti solari (attraverso le finestre e vetrate esposte a Sud) e quello prodotto e recuperato da sorgenti interne (persone, apparecchiature, macchinari, illuminazione artificiale) può coprire quasi tutta l’energia necessaria per il riscaldamento invernale e il condizionamento estivo; il fabbisogno energetico residuo da coprire è inferiore ai 15 kWh/ m²a. Questo vuol dire che in un anno per riscaldare un appartamento passivo di 100 m² di superficie occorrono al massimo 1.500 kWh,


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Speciale Università Case passive per il clima mediterraneo: l’esempio di San Vito dei Normanni (Br)

ottenibili per esempio da 150 m³ di gas (spesa: c.ca € 79), oppure da 150 l di gasolio (spesa: c.ca € 100). Lo standard “passivhaus” non sostituisce il concetto di casa passiva e non impone un insieme di scelte progettuali. Definisce alcuni livelli massimi di consumo e specifiche di confort che possono essere raggiunte dal progettista e/o costruttore utilizzando le soluzioni più idonee in funzione della località, della destinazione d’uso dell’edificio e alle preferenze degli utilizzatori. In Europa ci sono oltre 5.000 case senza riscaldamento dove nessuno ha freddo. Inoltre, occorre sottolineare che un edificio passivo può, ormai, essere realizzato a costi concorrenziali rispetto a quelli degli edifici standard rispondenti alle normative sul risparmio energetico, con un incremento dei costi di costruzione che può essere inferiore al 10%. Inoltre, il consumo energetico legato alla costruzione di un edificio è compreso tra il 5 ed il 20% del consumo totale nella vita dell’edificio stesso. Quanto più si ridurranno i consumi in esercizio tanto più cresceranno in percentuale quelli legati alla costruzione. In Italia è presente il protocollo ITACA che prende in considerazione la certificazione di sostenibilità ambientale degli edifici che tiene conto dei materiali utilizzati, dei consumi idrici ed energetici legati alle fase di costruzione, etc.. Il protocollo è stato recepito dalle regioni Toscana, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Basilicata, Liguria, Marche e Puglia. Negli edifici passivi è, inoltre, importante garantire alti standard di qualità dell’aria interna. La ventilazione deve essere garantita da un impianto di ventilazione controllata che deve fornire un ricambio di almeno 40 m3/h/persona. Operando sulla portata d’aria è possibile, inoltre, regolare il tasso di umidità interno. I sistemi di ventilazione degli edifici passivi recuperano calore dall’aria in uscita. Gli scambiatori attuali hanno un rendimento che può arrivare al 90%. L’eventuale integrazione di energia termica si produce spesso con l’ausilio di una pompa di calore (la cui sorgente fredda può essere l’aria viziata in uscita dallo scambiatore di calore) o di collettori solari. Molti impianti sono, inoltre, collegati a sonde di calore geotermiche con il vantaggio di preriscaldare gratuitamente l’aria fresca immessa nell’abitazione in inverno e di pre-raffrescarla in estate. Attualmente lo standard passivhaus, nato e sviluppato per la valutazione dei consumi invernali, è stato esteso dai partner del progetto europeo Passive-On anche per le analisi di consumo e confort nei mesi estivi per i climi caldi del Sud Europa. Tra le caratteristiche dell’edificio sono previsti: —— Elevato isolamento termico, con livelli

differenziati per clima e per elemento costruttivo; —— Livello di tenuta all’aria che può essere leggermente inferiore a quanto previsto per i climi freddi; —— Finestre e altre superfici vetrate dotate di protezioni solari fisse e mobili capaci di intercettare completamente la radiazione solare diretta; —— In estate, ventilazione notturna naturale in alcuni locali e nel vano scala e ventilazione meccanica in altri, per ottimizzare la rimozione del calore. —— Eventuale impianto passivo per assolvere alle necessità di raffrescamento residue. Requisiti di una Passivhaus per i climi del Mediterraneo Lo standard Passivhaus può essere schematizzato con i seguenti criteri [4]: —— Criterio del riscaldamento: il fabbisogno di energia utile per il riscaldamento ambientale non deve eccedere i 15 kWh per m² di superficie netta abitabile per anno; —— Criterio del raffrescamento: il fabbisogno di energia utile per il raffrescamento ambientale non deve eccedere i 15 kWh per m² di superficie netta abitabile per anno; —— Criterio dell’energia primaria: la richiesta di energia primaria per tutti i servizi energetici, inclusi riscaldamento, acqua calda sanitaria, elettricità per l’abitazione e gli ausiliari, non ecceda i 120 kWh per m² di superficie netta abitabile per anno. —— Requisito di qualità (confort termico). Nella tabella 1 si riportano le caratteristiche costruttive [3] e [4] che deve avere un edificio basato sullo standard Passivhaus: ele- ☛ Requisito

Specifica

Parametro di riferimento

Contenimento dispersioni dell’involucro

Trasmittanza componente opaco

U = 0,15 W/m2K

Trasmittanza componente vetrato

Uw ≤ 0,80 W/m2K

Coefficiente lineare di ponte termico

Efficienza del sistema di climatizzazione

Tenuta all’aria dell’involucro

Prestazioni scambiatore di calore sull’aria esausta

Tabella 1 – Requisiti per una casa passiva

< 0,01 W/mK

n50 <1 h-1

≥ 0,80


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☛ vato isolamento termico, ponti termici ridotti, finestre altamente isolate e un sistema di ventilazione col recupero di calore altamente efficiente.

Figura 2 – Rivestimento in gas beton

Figura 3 – Andamento della temperatura dell’aria e del terreno alle diverse profondità a San Vito dei Normanni nel corso dell’anno

Casa passiva a San Vito dei Normanni Presso l’Università del Salento, Dipartimento di Ingegneria del Salento, Centro Ricerche Energia e Ambiente (CREA) è in corso un’attività di ricerca finalizzata alla realizzazione della prima casa passiva pugliese. La stessa è in fase di realizzazione in San Vito dei Normanni (Br), per la volontà e passione di un privato, Alessandro Francavilla, che ha deciso di realizzare la propria abitazione con elevati standard di efficienza energetica. Diversi sponsor sostengono l’iniziativa, in particolare, ISOVER, WEBER, Costruzioni Solari e IdroPRIMA. L’involucro edilizio L’edificio è costituito da 3 piani: cantina/garage, piano terra e primo piano. L’involucro edilizio è stato realizzato utilizzando materiali tradizionali, come il tufo e la pietra leccese, integrato con materiali altamente isolanti come, ad esempio, i pannelli rigidi in fibra di vetro; lo spessore medio dell’isolante è di circa 35 cm, con un spessore medio di parete esterna di 65 cm, con il quale è stato possibile raggiungere valori di trasmittanza stazionaria e periodica estremamente bassi. Notevole attenzione è stata prestata all’annullamento o riduzione dei ponti termici durante la posa in opera. Per migliorare le prestazioni dell’edificio sono state utilizzate diverse soluzioni costruttive, come tetto a falda ventilato; impiego di un vespaio areato del tipo a iglù; eliminazione dei ponti termici con rivestimenti in gas beton. La soluzione del tetto a falda ventilato produce effetti positivi sia nella stagione invernale che in quella estiva. Nella stagione estiva la costante e consistente circolazione d’aria,

sottrae il calore trasmesso dal manto di copertura preservando dal surriscaldamento gli strati sottostanti. La ventilazione incrementa e potenzia le caratteristiche dell’isolante espellendo, quindi, il calore dal colmo. Nella stagione invernale, la circolazione dell’aria è meno intensa; essa, però, è più che sufficiente per mantenere asciutto il pannello isolante e per eliminare fenomeni di condensa. L’impiego del vespaio areato del tipo a iglù, crea un’intercapedine isolata che viene collegata all’esterno mediante bocche d’areazione, in modo da garantire la ventilazione ed evitando il contatto con l’umidità del terreno e la formazione di condensa. Inoltre, esso permette il convogliamento verso l’esterno dell’umidità e del gas radon proveniente dal sottosuolo. Per eliminare i ponti termici è stato utilizzato il gas beton per rivestire tutte le discontinuità presenti. Il gas beton è un materiale pieno ed omogeneo che presenta le medesime proprietà isolanti in tutte le direzioni. Di seguito si elencano le trasmittanze stazionarie delle strutture principali: —— pareti verticali esterne U pari a 0.087 W/ m²K; —— solaio su terreno U pari a 0.126 W/m²K; —— solaio piano U pari a 0.085 W/m²K; —— tetto a falda ventilato U pari a 0.069 W/ m²K. Gli infissi esterni sono con telaio in PVC e triplo vetro basso emissivo con trasmittanza media globale pari a 0.9 W/m²K. Impianto termico L’impianto utilizzato per il condizionamento dell’edificio, sia in inverno che in estate, è ad aria con sonda geotermica abbinata ad un recuperatore di calore e pompa di calore ariaaria. Il recuperatore di calore utilizzato ha un efficienza non inferiore al 90% e la pompa di calore scelta è quella con la più bassa potenza termica e frigorifera disponibile sul mercato pari circa a 5 kW. La sonda geotermica è un tubo in polietilene disposto in piano (pendenza del 3%) per una lunghezza di circa 50 m, interrato ad una profondità di 2 m, con un diametro di 0,2 m. L’impianto geotermico utilizza il terreno come sorgente di calore grazie alla sua elevata inerzia termica; infatti, già a moderata profondità, risente poco delle fluttuazioni termiche giornaliere e stagionali, al punto che la sua temperatura si può considerare costante per tutto l’anno. L’andamento della temperatura è sinusoidale e, all’aumentare della profondità, le oscillazioni si smorzano rapidamente. Nella figura 3 è rappresentata la temperatura del terreno che è più alta in inverno e più bassa in estate della temperatura dell’aria esterna.


Speciale Università Case passive per il clima mediterraneo: l’esempio di San Vito dei Normanni (Br)

Funzionamento invernale L’impianto di riscaldamento prevede l’utilizzo della sonda geotermica per preriscaldare l’aria esterna che verrà condotta all’interno di un recuperatore di calore per essere ulteriormente riscaldata prima di essere trattata. Si è impiegato un recuperatore a flusso inverso che permette di recuperare fino al 90% del calore, esso verrà installato all’interno dell’edificio per ridurre al minimo le perdite di calore. Attraverso un termostato sarà possibile monitorare la temperatura degli ambienti e inviare il segnale di accensione alla pompa di calore aria-aria quando la combinazione geotermico-recuperatore non è sufficiente ad assicurare il confort termico. Si utilizzerà una ventilazione meccanica controllata impostata a 0.2 h-1 . Funzionamento estivo Il condizionamento estivo è basato sul raffrescamento ventilativo geotermico [5]. L’aria di rinnovo circola nella sonda geotermica a contatto con il terreno profondo e si raffredda prima di essere trattata. L’aria viene spinta attraverso la sonda geotermica, tramite un ventilatore e poi inviata nel recuperatore di calore per essere raffreddata ulteriormente dall’aria esausta. Il termostato monitorerà la temperatura dell’ambiente e nell’eventualità fosse necessario invierà il segnale alla pompa di calore aria-aria, soprattutto per l’abbattimento dell’umidità relativa. Simulazione con TRNSYS 16 Il comportamento dinamico del sistema edificio-impianto, è stato simulato con il software TRNSYS (Transient System Simulation Program). L’edificio viene modellato in un preprocessore di TRNSYS denominato TRNBuild dove vengono descritte tutte le zone termiche dell’edificio con le stratigrafie, guadagni di calore dovuti all’illuminazione, presenza di persone e radiazione solare. Si imposta il tipo di ventilazione e la presenza o meno di infiltrazioni; si stabilisce, inoltre, il regime di funzionamento dell’impianto, in regime invernale ed estivo. La ventilazione meccanica di progetto è pari a 0.2 h-1, con la temperatura di accensione per l’impianto invernale a 20°C e per l’impianto estivo a 26°C. Le grandezze monitorate sono state: —— Qsens1: carico termico del piano terra; —— Qsens2: carico termico del primo piano; —— Qsens3: carico termico della cantina. Il Time step della simulazione è stato pari a 1h. Dalla simulazione dell’edificio si è ottenuto l’andamento dei carichi termici nel tempo

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valutato su un anno intero. Dal grafico in fig. 5 si notano i consumi massimi nel periodo invernale ed estivo, in particolare nel periodo invernale si raggiunge un picco di 4783 kJ/h pari a 1.33 kW; invece, nel periodo estivo si ha un picco di 5100 kJ/h pari a 1.42 kW. Modello impianto invernale Il sistema edificio-impianto simulato nel periodo invernale (fig.6) realizzato in TRNSYS prevede una sonda geotermica orizzontale, un recuperatore di calore, un ventilatore, una pompa di calore aria-aria. Nel periodo invernale (0 hr - 1800 hr), il termostato controlla la temperatura degli ambienti affinchè si mantenga intorno ai 19°C, ciò è possibile inviando il segnale di accensione o spegnimento alla pompa di calore. L’aria esterna viene condotta all’interno della sonda geotermica per un preriscaldamento e poi condotta nel recuperatore di calore in controcorrente con l’aria di estrazione, per poi passare nella pompa di calore aria-aria. Modello impianto estivo L’impianto (fig.7) è uguale a quello invernale con la differenza, di aver anche valutato la possibilità di non avere la pompa di calore al fine di valutare il contributo del raffrescamento ventilativo geotermico. La sonda geotermica e il recuperatore di calore permettono di raffreddare l’aria esterna prima di essere introdotta nell’edificio. Lo scambio geotermico permette di controllare le eccessive oscillazioni di temperatura dell’aria esterna, e la temperatura interna si mantiene nell’intervallo tra i 26-28°C, con un solo picco pari a 29,4°C della durata di 13hr nel giorno in cui la temperatura esterna raggiunge i 36°C. Senza l’utilizzo della pompa di calore, quindi, si riescono a mantenere i valori di temperatura interna di progetto, rimane tuttavia la necessità di controllare l’umidità relativa. ☛

Figura 4 – Posa in opera della sonda geotermica

Figura 5 – Andamento dei carichi termici nel corso dell’anno


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Locale Consumo climatizzato periodo invernale [kWh/ m2anno]

Consumo periodo estivo [kWh/ m2anno]

Cantina

6.82

0.21

Piano terra

11.56

6.26

Primo piano 7.77

13.20

Edificio 10.38 complessivo

6.74

Tabella 2 – Consumi dell’edificio

Figura 6 – Layout del sistema edificio-impianto in regime invernale

☛ Integrando i carichi termici ottenuti per i vari piani e per l’edificio complessivo, nell’arco dell’anno, si sono ottenuti i risultati riportati in tabella 2. Dal confronto dei consumi energetici ottenuti dalla simulazione dell’edificio con la classificazione energetica di riferimento si nota che l’edificio oggetto di studio appartiene alla classe A+ ,ossia, casa passiva. Pompe di calore geotermiche Lo sviluppo di pompe di calore geotermiche è una della attività di ricerca del Centro, in particolare la configurazione con sonde geotermiche orizzontali. Le stesse, inizialmente utilizzate per il riscaldamento invernale in paesi caratterizzati da climi rigidi, sono state successivamente utilizzate per la climatizzazione invernale ed estiva in paesi con un clima temperato, come quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Le pompe di calore geotermiche hanno mostrato diversi vantaggi, non ultimi quelli economici, per soluzioni impiantistiche caratterizzate dalla riduzione del consumo di fonti energetiche primarie, mantenendo elevati valori di efficienza con costi di ammortamento recuperabili in pochi anni. La configurazione delle GSHP più efficiente prevede l’installazione di scambiatori verticali nel terreno fino ad una profondità di circa centro metri, operazione che prevede la trivellazione del terreno con costi elevati. Una possibile alternativa è rappresentata dalla installazione di scambiatori di calore orizzontali che presenta costi di installazione inferiori, ma una corrispondente riduzione della efficienza di scambio. Sono, inoltre, in corso analisi termofluidodinamiche di sonde geotermiche orizzontali terra-aria per impianti di raffrescamento ventilativo.

La costruzione della prima passivhaus pugliese in collaborazione con l’Università del Salento ha molteplici aspetti positivi. Si vuole dimostrare che edifici ad altissima efficienza possono essere costruiti anche nel Meridione, convogliando le energie di tutti coloro che sono disponibili a dare un contributo non necessariamente economico ma, soprattutto, di idee, di esperienze e di volontà di fare bene. Parlare di edifici a basso consumo è importante, ma vedere in prima persona un edificio nella sua completezza con consumi prossimi allo zero può spingere privati e costruttori ad intraprendere l’iniziativa che presenta certamente costi di costruzione più alti rispetto ad un edificio tradizionale ma, al tempo stesso, costi di esercizio drasticamente più bassi, con la convinzione di aver raggiunto una elevata qualità abitativa con il minimo impatto ambientale. L’esperienza consentirà anche di valutare i reali costi di costruzione e con un monitoraggio continuo nel corso della vita dell’edificio si potranno valutare i reali costi di esercizio. Il passo successivo sarà quello di standardizzare la progettazione e l’esecuzione delle opere al fine di rendere riproducibili i risultati raggiunti, minimizzando i consumi energetici ed i costi di realizzazione. Conclusioni Il bisogno di ridurre i consumi energetici e le conseguenti emissioni di CO₂, ha indirizzato questo lavoro verso soluzioni innovative, sia a livello strutturale che impiantistico, con lo scopo di produrre edifici a basso consumo energetico con un piccolo incremento dei costi. Questo lavoro ha analizzato gli effetti di un elevato isolamento della struttura dell’edificio che ha permesso di ottenere trasmittanze ben più basse di quanto previsto dal D.Lgs.311/06. In tal modo, il piccolo fabbisogno energetico è stato fornito sfruttando energie rinnovabili come il geotermico. Dai risultati raggiunti si può affermare che nel periodo estivo un impianto geotermico ad aria presenta notevoli potenzialialità, con l’unico limite di dover gestire la deumidificazione dell’aria di mandata. Nel periodo invernale l’impianto geotermico orizzontale ad aria permette di preriscaldare l’aria esterna tramite lo scambiatore interrato alla profondità di circa 2 m facendole raggiungere temperature intorno ai 14-16°C, quindi, tramite un recuperatore di calore, l’aria recupera ulteriormente energia termica dall’aria di estrazione. In inverno, il terreno si trova ad una temperatura superiore a quella dell’aria, mentre in estate si trova ad una temperatura inferiore.


Speciale Università Case passive per il clima mediterraneo: l’esempio di San Vito dei Normanni (Br)

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Il limite, alle temperature dell’Italia Meridionale, per il regime invernale, è rappresentato dalla possibilità di avere in alcune giornate particolarmente calde, la temperatura dell’aria esterna maggiore di quella del terreno. In questo caso è conveniente prevedere un bypass sulla sonda geotermiche. Inoltre, tale sistema non richiede eccessiva manutenzione, infatti, occorre solamente effettuare una verifica periodica dello stato dei filtri e del ventilatore con eventuale pulizia della camera di presa e quella di condensa, qualora accessibili. La pulizia dei condotti, invece, qualora fosse necessaria può avvenire attraverso risciacquo con acqua, operato per allagamento o attraverso l’impiego di apposite apparecchiature. In ogni stagione, quindi, possiamo contare su una significativa riduzione dei consumi energetici. • Bibliografia [1] Ing. Sergio Mammi, Ing. Matteo Borghi, Ing. Alessandro Panzeri, Ing. Rossella Esposti, “La Casa Leggera”, rivista neo-EÚ’ BIOS n°13, 2005. [2] TRNSYS - A Transient System Simulation Program - a program developed at the SEL- Solar Energy Laboratory, University of Wisconsin, Madison/USA. Actual version. [3] Prof. Lorenzo Pagliano, Ing. Salvatore Carlucci, Ing. Tommaso Toppi, Ing. Paolo Zangheri “Passivhaus per il Sud Europa linee guida per la progettazione”, Rockwool, 2008. [4] http://www.passive-on.org/it/. [5] Mario Grosso, “Il raffrescamento passivo degli edifici in zone a clima temperato”, Maggioli Editore, 2008. [6] CEPHEUS: Cost efficient Passive Houses as European Standards, A project within the THERMIE Programme of the European Commission, DirectorateGeneral Transport and Energy, Project Number: BU/0127/97, Duration: 1/98 to 12/01, Available from: <http://www.cepheus.de>. [7] V. Badescu, B. Sicre, Renewable energy for passive house heating. Part II. Model, Energy and Buildings, 35 (2003) 1085. [8] F. Cziesla, T. Bruckner (Eds.), Proceedings of the 15th International Conference on ECOS 2002, vol. 1, Berlin, Germany, 3–5 July 2002, pp. 560–567. [9] CEPHEUS: Cost Efficient Passive Houses as European Standards, Project Information, http://www.cepheus.de/, viewable December 2002. [10] B. Sicre, V. Badescu, Renewable energies as a valuable source for heating, cooling and supplying domestic hot water for passive houses, in: A.A.M. Sayigh (Ed.), CD

Containing the Proceedings of the World Renewable Energy Congress VII, Cologne, Germany, 29, June–5 July 2002, Elsevier, Amsterdam. [11] Carotti A., La Casa Passiva, Ed. Clup 2004 (Collana “Innovazione e hi-tech in Architettura ed Edilizia) [12] Carotti A., La Casa Passiva in Europa, Ed. Clup 2005. [13] CIBSE: Energy efficiency in buildings, CIBSE Guide F, The Chartered Institution of Building Services Engineers, London 2006. [14] CIBSE: Environmental design, CIBSE Guide A,The Chartered Institution of Building Services Engineers, London 2006.

Figura 7 – Layout del sistema edificio-impianto in regime estivo

Figura 8 – Schema di distribuzione ed estrazione dell’impianto a tutt’aria


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La cultura è il continuo tentativo di cogliere il significato dell’esperienza nel paragone con ciò che corrisponde all’umano che è in ciascuno di noi. Per questo la cultura è dinamica e non può che essere alimentata dalla ricerca. Nel mondo di oggi, dove l’equilibrio tra tecnica e ambiente costituisce uno dei punti chiave dello sviluppo, la ricerca deve aiutarci a capire se il percorso che stiamo facendo è quello giusto. Questa è la ragione principale per cui la rivista Tekneco ha una sezione scientifica, nella quale verranno pubblicati articoli scientifici relativi ai temi di interesse del progetto editoriale. Il Comitato Scientifico, che ho l’onore di presiedere, è composto dal prof. Enzo Siviero, Vice Presidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN) e professore della Facoltà di Architettura di Venezia, dal prof. Lorenzo Attolico dell’Università di Padova, dalla prof.ssa Maria Antonietta Aiello della Facoltà di Ingegneria dell’Università del Salento, dal prof. Luciano Catalano della sede di Foggia della Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari, dal prof. Michele Dassisti della Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari e dal prof. Francesco Ruggiero, della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari. I temi scientifici della rivista privilegeranno la multidisciplinarietà a partire da cinque grandi filoni di interesse: l’Architettura/Design, l’Energia, l’Ambiente/Ecologia, i Materiali innovativi e i riflessi Giuridico/Normativi, secondo la circolarità dell’idea che l’esperienza stimola e incuriosisce, la ricerca svela e la norma regola. Pertanto Tekneco invita a sottoporre prodotti inediti di alta qualità, documenti e lavori interdisciplinari che potranno essere pubblicati sia nei prossimi numeri cartacei, sia nella specifica sezione della piattaforma web. Se interessati, potete sottomettere un contributo a: colonna@tekneco.it REQUISITI PER ABSTRACT E PAPER —— Abstract (in lingua italiana ed in lingua inglese): Testo composto al massimo da 300 parole (carattere Arial 10, formato Word per Windows), Scheda iniziale con il titolo dell’articolo proposto e tutte le informazioni sull’autore (nome e cognome, ente di appartenenza, indirizzo, recapiti telefonici ed e-mail, ecc.). —— Paper (in lingua italiana ed eventualmente in lingua inglese): Testo composto al massimo 4.500 parole (carattere Arial 10, formato word per windows), incluse tabelle, immagini, grafici, note a piè di pagina e note bibliografiche. La prima pagina deve contenere: titolo del contributo, nome e breve nota biografica dell’autore/degli autori.

PROGETTI DI RICERCA La rivista (e il sito web della stessa) potranno inoltre accogliere brevi descrizioni di progetti di ricerca attualmente attivi presso Università e centri di ricerca, attinenti ai temi della rivista. Tale sezione dovrebbe collocarsi al di fuori di quella contenente gli articoli scientifici e rappresentare un collegamento tra le applicazioni di ricerca e le esigenze del mondo industriale e produttivo. Gli interessati potranno pertanto inviare tali brevi descrizioni al Presidente del Comitato. SOTTOMISSIONE DEGLI ARTICOLI Come parte del processo di sottomissione degli articoli, gli autori sono tenuti a verificare la conformità della loro presentazione con tutti gli elementi pubblicati nelle “Istruzioni per gli Autori”, scaricabile dal sito web. Agli autori che non seguano queste linee guida potranno essere restituiti i manoscritti con delle note. Si specifica che nei paper non dovranno essere presenti riferimenti commerciali, contenuti discriminanti per la morale, razze e religioni. In concomitanza con l’invio del paper finale, gli autori dovranno sottoscrivere una dichiarazione di originalità del prodotto inviato e dell’assenza di plagio nei contenuti dello stesso. MODALITÀ DI SELEZIONE La selezione avverrà in due fasi. Nella prima fase il comitato scientifico opererà una selezione sugli abstract, in base all’affinità dei contenuti con le tematiche di Tekneco. Nella seconda fase, da operarsi sui testi definitivi, saranno individuati, tra le proposte accettate nella precedente selezione, i paper da pubblicare sulla rivista cartacea (in base alla qualità scientifica ed alle tematiche del numero della rivista) ed i paper da inserire nella specifica sezione della piattaforma web.

Pasquale Colonna Politecnico di Bari Presidente del Comitato Scientifico


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