PERIODICO DI POLITICA, CULTURA, ATTUALITÁ
ANNO VIII - N. 6 - Novembre 2008
www.associazionehinterland.it
Distribuzione gratuita
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Al fondo
Rosso Antico Federalismo: occorre fare chiarezza
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Il tema del mese
PRESENTA
Chi vuole una scuola in liquidazione?
dai produttori di “IL LODO ALFANO”
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Cultura e paesi
MediArte: cultura e arte mediterranea passano per Casamassima Anime segrete: il teatro in casa, l’ultima sfida del Kismet
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Voci di città
Una banca del tempo per Bari Masisabella, tappa per crescita città Bari e Praga più vicine con Sky Europe Un ponte sull’asse nord-sud
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BITRITTO
Da Bitritto a Roma la protesta dei precari non si ferma
CAPURSO
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Da Capurso al TG3 Lettera aperta degli insegnanti ai genitori Un’interpretazione magistrale “Il Resto del Padrino”
Supera tutti gli esami Una recitazione accademica!
“L’osservatore Padano”
“La Repubblica Padana”
Un film già visto!!! “Il Corriere delle Libertà”
Un vero film de paura!!! “A. Hitchock”
CASAMASSIMA 12 La centrale a biomassa
CASSANO
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Dialogo tra un manifestante del Circo Massimo e un berlusconide
CELLAMARE
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Anche a Cellamare Democratici in festa
NOICATTARO
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Contratto di quartiere: Noicattaro disegna il suo futuro
PALO DEL COLLE 15 Poliambulatorio: l’impegno di Tedesco
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TRIGGIANO
Triggiano prossimo venturo: la Giunta Cassano ha un piano
Regia SILVIO BERLUSCONI
Via Giandomenico Petroni, 33 - 70121 Bari - info@associazionehinterland.it
VALENZANO
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“Una vera riforma si fa con la scuola e per la scuola
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AL FONDO
Anno VIII n. 6 - Novembre 2008
Rosso Antico di Paolo Covella
A
vevano faticato molto a convincerlo: ma alla fine vi erano riusciti. L’antico uomo di sinistra decise di assistere di persona alla prima grande manifestazione di piazza del nuovo partito o del partito nuovo, come amavano ripetergli i più sussiegosi. Lui non vi aveva ancora aderito: ma vi gironzolava attorno: “Quando non c’è di meglio…” brontolava sconsolato tutto il santo giorno. Il Circo Massimo l’aveva frequentato altre volte: e così pure Piazza San Giovanni e Piazza del Popolo. Tra manifestazioni sindacali, marce pacifiste e funerali dei grandi leader, ne aveva vista di gente sfilare dietro le rosse bandiere. Non credette perciò ai suoi occhi, quando vide quella enorme distesa erbosa coperta dalle bandiere bianche del PD: e subito lanciò una delle sue battutacce al compagno di pullman: “Non è neppure un anno che siete nati e già vi siete arresi?”. Quello esitò un attimo prima di rispondergli: ma poi, credendo di avere la risposta giusta, gli replicò: “ Ma quale resa. Se non abbiamo nemmeno iniziato a combattere!”. Rosso Antico scoppiò in una risata fragorosa: e fu allora che l’incauto
compagno di pullman si rese conto della involontaria scivolata. Ma, anche se lo stagionato ex figiciotto non era così ingenuo da confondere la forma con la sostanza, un po’ di nostalgia la ebbe ripensando ai colori di un tempo… Anche il carattere dei cortei lo incuriosiva: meno rumorosi, meno colorati, meno arrabbiati. Una fiumana di popolo “camminava” per protesta contro il governo. E al comizio finale, niente squilli di tromba, ma solo pensieri ragionati, avvolti nella Nutella del giovane leader, il Cireneo della nuova avventura e della ennesima
Federalismo: occorre fare chiarezza
di Mario Loizzo
La
caratteristica che più di ogni altra contraddistingue lo stile di governo di questa destra, è quella di imbonire in continuazione i cittadini con il cosiddetto effetto annuncio. All’ospite affamato ed impaziente, viene in continuazione annunciato un menù succulento. Solo che sulla tavola, se va bene, non arrivano che briciole. È stato così sui temi della sicurezza: tutti addosso agli zingari e agli extracomunitari, ma ben quattro regioni sono in mano alla criminalità organizzata. E stato così sui mutui (si vogliono salvare le banche col denaro pubblico, non proteggere i risparmiatori), sull’Alitalia ecc. Ora si annuncia una grande riforma per la scuola: invece si tratta di tagli, licenziamenti, sette in condotta, maestro e grembiulino unico. La logica è sempre la stessa: fare la faccia feroce, cercando di intercettare la legittima insoddisfazione dei cittadini sulle tante disfunzioni che caratterizzano il nostro Paese. Salvo poi assumere soluzioni del tutto inadeguate e demagogiche. Sarà così anche
Anno VIII - n. 6 Novembre 2008 Reg. Trib. di Bari n. 1509 del 2/3/2001 Direttore Editoriale Giuseppe Luca Basso Coordinamento redazione Betty Oreste
trasmutazione di quello che fu “il più grande Partito Comunista dell’occidente”, come si diceva un tempo. Rosso Antico, notò subito un particolare importante: non c’erano recinti, distinzioni, striscioni separati, isole ideologiche, katanghesi di nuovo conio ad autolimitarsi nella propria riserva indiana. Era davvero un popolo unito ed affiatato: ad occhio e croce, sembrava quello delle primarie di un anno fa. Il burbero ex bolscevico annotò con pignoleria che, nonostante tutto, quel popolo, al momento del dunque, mostrava di voler
marciare insieme, e che la vera essenza della partecipazione politica, deve fondarsi sulle emozioni, sui simboli, sulle identità. Con buona pace dei pragmatici, dei programmatici e degli antipatici. Ecco perché trova disdicevole che, nel mentre c’è bisogno di edificare un grande partito-condominio, c’è chi dedica il suo tempo a costruire villette monofamigliari. La manifestazione stava per concludersi e già i nuvoloni dai Monti Tiburtini preannunciavano qualche gocciolone. “Come vi chiamate voi altri del PD?” chiese bonario Rosso Antico. Il compagno di pullman, esitò prima di rispondergli. Poi bisbigliò” Piddisti. “Va bene?”.“Va bene – replicò l’altro senza fare ironia – Oggi poi, le cose sembrano ancora più chiare: i Piddisti in piazza e i Piduisti al governo”. Detto questo lo prese sottobraccio ed insieme, aperto l’ombrello, imboccarono le scale della metropolitana.
per il federalismo? Proviamo a ragionare. Questa delicata materia, non è quella nata nella testa del Cattaneo, ma quella nata nella testa di chi ancora sogna la Padania come entità territorialmente altra dal resto del Paese. Una idea bizzarra quanto pericolosa che, prima ancora di sfiorare i
Redattori Gigi Buonvino, Gianvito Rutigliano, Lillino Patano, Nicola Catalano, Maria Panza, Annalisa Carone, Vincenzo Macchia, Carmen Lananna, Antonella Gatti, Betty Oreste, Natale Castrovilli, Rosalia Marchionna, Rocco Rossini.
toni del razzismo, si è cimentata e si cimenta col disprezzo verso i meridionali. Oggi, tutte le forze politiche dicono, almeno a parole, di volersi misurare con questa tematica: ma più si dipana il confronto, più vengono fuori gli istinti settari di chi vuole affermare una filosofia intrisa di egoismo sociale. Bene ha fatto tutto il centrosinistra a non opporre un rifiuto di principio: è stata l’arma vincente con la quale certe velleità si sono subito arenate. La vera ideologia dei proponenti, malamente difesa dagli uomini di governo anche meridionali, è quella di non garantire i diritti universali e fondamentali per tutti i cittadini, perché con il trucco del “costo standard” nei servizi, si potranno al massimo migliorare
Redazioni Valenzano, Via Capurso n. 34 Bari, Via Giandomenico Petroni, 33 paeseepaesi@libero.it Editore Associazione Culturale Hinterland Via Giandomenico Petroni, 33 - Bari
i bilanci, non già la qualità dei servizi. Per cui, tanto per fare un esempio, si potrà rendere più sana la gestione di un ospedale: ma se quell’ospedale non garantisce il massimo delle prestazioni, il malato non guarirà con un bilancio in attivo. Altro che due Italie, dunque: così operando, potremmo averne anche venti! Oggi, quando tutti sembrano compiacersi delle intese raggiunte, il cameriere dal menù facile, non ancora porta in tavola le cifre occorrenti perché così facendo, svelerebbe il trucco. Ad esempio, potremmo scoprire che per la ricerca, alla Puglia viene destinato l’1 % e alla Lombardia il 49%. Così, tanto per fare un esempio. Perché in realtà, complici anche i ministri meridionali, il vero obbiettivo è quello di abdicare a favore del mercato, con tutto quello che ne consegue. Non a caso il cuore della questione federalista si chiama istruzione, sanità e assistenza. La sfida è tutta qua: solidarietà e diritti, responsabilità ed efficienza. Ma con garanzie identiche per chi nasce a Torino o a Bari: perché i diritti non sono questioni di territori ma di persone.
Direttore Responsabile Silvestro Paolo Covella Foto Archivio Paese e Paesi Imagic Flickr SXC
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IL TEMA DEL MESE
Anno VIII n. 6 - Novembre 2008
di Giuseppe Luca Basso
In
Chi vuole una scuola in liquidazione?
questa drammatica questione della definitiva liquidazione della scuola pubblica da parte del Governo Ber- una scuola pubblica impoverita nelle strut- facile preda di fondazioni e imprese private, lusconi, c’è anche un elemento ture e nel personale, in progressiva dismis- che potranno usare gli atenei come fabbrica grottesco: maestro unico, il grembiulino e sione, “innocua”, sia invece il tassello man- di personale, forse tecnicamente preparato, il voto in condotta, le foglie di fico dietro cante per completare un progetto iniziato di certo civilmente incolto, un gregge mancui si cela malamente la vergognosa verità molti anni e che mira a imbolsire il paese, sueto che lavori senza disturbare il padrone. di una drastica e improvvisa riduzione del a renderlo più docile e obbediente al grande Più o meno quello che immaginava Licio corpo docente, con tanti insegnanti rimasti fratello (quello di Orwell…), privo di an- Gelli (vedi Wikipedia). da un giorno all’altro senza lavoro, ci ven- ticorpi intellettuali, permeabile alla sottoC’è però che per un paese democratico gono presentati come il tentativo di ridare cultura televisiva. una scuola debole è un problema grave: alla scuola l’autorevolezza e la credibilità Un’università mediocre e inane sarà un sistema di pubblica istruzione solido d’un tempo. costituisce la qualità di Cioè, se capisco bene, una nazione, la sua Il paese dovrebbe piuttosto investire nella scuola proprio chi ha narcotizzato il l’impalcatura; se cede con determinazione, per un’istruzione migliore... paese a colpi di televisione questa crolla il palazzo spazzatura, edonismo e teleintero. vendite, proprio chi ha la rePer capirci: che cos’è sponsabilità di aver illuso e questa improvvisa e vioplagiato i più deboli e i più lenta impennata di razgiovani minando il loro senso zismo esplosa negli ultimi di dignità e indebolendo la loro tempi se non (anche) il colonna vertebrale, proprio chi frutto di un sistema scoha lavorato per isolare gli inlastico incapace di incidere tellettuali dipingendoli come sulla coscienza delle nuove “pallosi”, antipatici e frustrati, generazioni? dovrebbe ora restituire autoE l’immondizia per le revolezza e credibilità alla strade cos’è se non il segno scuola. di un problema culturale? Sarà, ma a me pare vero E che dire della crisi delle piuttosto il contrario; cioè che produzioni culturali, o dello stremo in cui versa la ricerca in Italia, con ricadute sulla competiti-
Umiliati e sfruttati ogni giorno entrano in classe per incontrare i nostri figli, da maestri a numeri da tagliare - di Rosalia Marchionna
Una
vera e propria mannaia sta per abbattersi sulla scuola pubblica, tagliando posti per migliaia di docenti che, per poco più di mille euro al mese, contribuiscono alla formazione dei futuri cittadini di questo paese. Si arriva a insegnare, se si arriva, dopo una laurea, un’abilita-zione, una miriade di master e costosi corsi di perfezionamento, ma soprattutto dopo anni di devastante precariato che costringe i docenti a peregrinare di scuola in scuola, per l’intera provincia. Ma di questo nulla sembra importare a questo governo. Il Ministro Gelmini parla solo di numeri, di tagli che serviranno a sanare un bilancio statale, non considerando che gli insegnanti sono soprattutto persone, al servizio di altre persone. La scuola viene vista come un’azienda, in cui impiantare una logica affaristica, senza comprendere che così si commetterà un grave errore, i cui costi saranno a carico dell’intera società. La nostra scuola primaria, invidiata in tutta l’Europa per la sua didattica multidisciplinare, sarà reimpostata secondo vecchie logiche da libro cuore, con l’insegnante unico, magari con la penna rossa... Dire che è un modello anacronistico, nell’era della globalizzazione, è dire poco. Tanti i docenti che hanno affollato le sale durante le ultime convocazioni per gli in-
vità internazionale delle nostre imprese? E la lista degli esempi potrebbe scorrere a lungo. E allora ecco che proprio in questo momento il paese dovrebbe piuttosto investire nella scuola con determinazione, per un’istruzione migliore, più attenta, con docenti costantemente aggiornati in grado di conoscere loro per primi il mondo, formatori di cittadini, costruttori di società. E invece oggi gli insegnanti sono abbandonati, depressi, mortificati, troppo spesso aggrappati solo alla propria vocazione. Cosa succede ogni giorno nelle aule italiane non lo sappiamo: non conosciamo la difficoltà di relazione tra ragazzi provenienti da famiglie con differenze culturali e sociali, non conosciamo le paure dei professori, in balia di una società incomprensibile. Maestro unico? D’accordo, ma in classi di quindici, dodici elementi. Entrare in una classe (mi è capitato di recente) è un’esperienza incredibile: una classe è un insieme di facce, di storie, quelle dei ragazzi, quelle degli insegnanti, ognuna con un’aspettativa propria, ognuna con desideri e problemi sconosciuti e personali. Tutte queste facce aspettano forse la stessa risposta.
Viaggio nella scuola italiana in uno dei momenti più difficili della sua storia
Precaria scuola in precario Stato La missione impossibile degli insegnanti
carichi annuali nella nostra Regione, molti quelli che hanno portato a casa solo cocenti delusioni, per un posto da precario che non c’è stato e per una professionalità svilita.
“Lo scorso anno ho avuto la fortuna di un incarico annuale, questa volta non è accaduto. Che sarà del mio destino?”. Si interroga Cristina B., 33 anni, con gli occhi pieni di amarezza. “Mi sono abilitata in lettere e nel sostegno a Udine due anni fa, ho commesso l’errore di voler tornare nella mia amata terra, pensavo di fare la professoressa, invece sono solo una disoccupata”. Oggi insegna in una scuola privata, sottopagata, solo per avere un punteggio da inserire in graduatoria e, siccome non si vive di soli sogni, tutti i fine settimana lavora in un call center. “Non ho più una vita appagante, ma soprattutto non ho fiducia nel futuro. Quando sento la Gelmini dire che gli insegnanti in esubero dovrebbero essere
impiegati nel settore turistico, mi immagino con la Divina Commedia di fronte a un gruppo di giapponesi”. Sorride, mentre gli occhi le si riempiono di lacrime. Non è felice neanche la situazione di Gigia D., 50 anni, insegnante di Storia dell’Arte. “Sono precaria, non ce la faccio più. Ho vinto il concorso del 1999 e di stabilità ancora non se ne parla”. Lei ha insegnato per anni anche come docente di sostegno, ma questa volta, anche quest’opportunità le è stata negata. E già, perché non si comprende che tagliare dei posti di lavoro nella scuola significa avere le aule con 30, 33 alunni, in barba alla didattica e alla sicurezza, significa privare del giusto apporto di ore di insegnamento alunni diversamente abili e le loro famiglie che vedono nella scuola l’unico vero momento di integrazione. Significa svilire la coscienza critica della popolazione e togliere, in un colpo solo, due diritti fondamentali, quello all’istruzione di qualità e quello al lavoro.
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CULTURA E PAESI Anche per l’edizione 2008 la rassegna capursese ha portato in Puglia grandi nomi del jazz mondiale
Anno VIII n. 6 - Novembre 2008
MediArte: cultura e arte mediterranea passano per Casamassima
di Fabio Rella
P
romuovere l’Arte contemporanea del Mediterraneo in tutte le sue forme. Questo l’obiettivo con cui ormai un anno fa nasceva MediArte, l’associazione artistico-culturale fondata a Casamassima da Gregorio Bizzoco e aperta a tutti coloro che credono nella diffusione dell’Arte attraverso un sapiente uso di ciò che il territorio ha da offrire. Solo nell’ultimo mese le iniziative poste in essere dall’associazione hanno portato in paese centinaia di persone, giunte da tutta la provincia per prendere parte a due eventi che “hanno lasciato decisamente il segno”. Sabato 18 ottobre, nella splendida cornice del complesso Monacelle, un ex-convento abilmente ristrutturato, si è tenuto il convegno “A Est del Levante – Dialogo internazionale sulla pace nel vicino Oriente”, aperto dal concerto del trio Radicanto e accompagnato da una mostra di arte contemporanea ad opera di alcuni artisti provenienti da Casamassima e da comuni limitrofi. “Lo spunto iniziale per il dibattito - ci spiega il presidente di MediArte, autore dell’introduzione al dibattito, assieme al prof. Michele Loconsole – giunge dal lontano passato, precisamente dall’anno 1228, quando l’Imperatore Federico II e il Sultano d’Egitto AlKamil misero da parte le armi e, seduti ad un tavolo, raggiunsero un accordo per la spartizione dei territori e la convivenza pacifica”. A rispondere alla conseguente domanda sul perché oggi non si riesca a fare altrettanto, ci hanno pensato i due relatori: il dott. Ali Rashid, primo segretario della Delegazione Generale Palestinese in Italia, e il prof. Francesco Lucrezi, ordinario di Diritto Romano e Diritti dell’Antico Oriente presso
l’università di Salerno, nonché docente dell’Università di Haifa; a moderare il dibattito è intervenuto Padre David Maria Jaeger, Presidente dell’E.N.E.C. e ordinario di Diritto Canonico presso il Pontificio Ateneo “Antonianum”. Al termine dell’acceso e genuino confronto, giungeva la conclusione del prof. Nicola Colaianni, docente di Diritto Costituzionale presso l’Università di Bari. Nel passaggio dalla dimensione internazionale del convegno mediorientale a quella minimalista e prettamente pugliese, si giunge al secondo incontro targato
Crociera Francesco Tanzi La crudele canizie pendula dei crapuli turisti galleggianti segue con forzata sequenza l’organizzato frastuono della cittadella vagante lungo i confini dolenti della incontenibile disperazione dei vinti palestinesi accatastati e forzati nei territori rubati sottratti all’aria alla luce al mare alla libertà per non intralciare le gaudenti crociere dei carnefici dell’egoismo e della indifferenza assassina.
LOTTADI CLASSE Storie, pensieri, umori e rumori in una scuola italiana negli anni della sua crisi di Annarita Fatone*
I
miei ragazzi hanno fatto sciopero. Con tanto di manifestazione. Striscione – volantino. Sono stata molto orgogliosa di loro, una volta tanto. Quando si insegna in una scuola di provincia meridionale è difficile essere orgogliosi di qualcosa. Il 90 per cento dei ragazzi non parla e non scrive in italiano corretto, i bagni dei docenti fanno pena (non citiamo quelli degli alunni), Comune, Provincia e Regione non esistono per noi (con rarissime e quasi scandalose eccezioni), facciamo le gare d’appalto per comprare la carta igienica (e risparmiare forse 50 centesimi). La didattica è un optional, dato che lo Stato, con la sua università, non ci ha formato per saper insegnare, se è andata bene ci ha insegnato una disciplina e poco altro (nell’«altro» è incluso il timor panico per l’autorità: il professore – oh! – il preside
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MediArte, tenutosi domenica 26 ottobre: “Olio di Vino”, un reading scritto e diretto da Cosimo Damiano Damato, interamente dedicato agli odori, alle fragranze e ai sapori legati ai nostri prodotti e alle nostre origini. Sullo sfondo della masseria “Cariello Nuovo”, la voce calda di Arnoldo Foà, accompagnata dalle melodie di Rocco Ziffarelli – un autentico fuoriclasse musicale di origini casamassimesi – ha dato vita ad uno spettacolo straordinariamente coinvolgente per tutti i presenti, condito da momenti di ironia e interazione col pubblico. La serata è stata patrocinata dall’università LUM Jean Monnet, dal Consiglio Regionale e dal Consiglio Provinciale, dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e dalla Città di Bari.
on c'è empatia. Non c'è compassione. Non c'è unità di sentimenti di un popolo privato di identità geografica e personale verso un altro. Sull'”Exodus” descritto da Tanzi nella sua “Crociera” non c'è un Paul Newman capitano coraggioso che sogna una convivenza pacifica. Ma solo umanità alla deriva, galleggiante, che dalla sua esperienza ha assimilato solo la pars destruensdel proprio sterminio, che cresce, invecchia e si incattivisce. E che monta una contro-shoah ai danni dei palestinesi, derubati
della loro terra, “accatastati e forzati nei territori rubati, sottratti all’aria, alla luce, al mare, alla libertà”. Territori occupati dai “carnefici dell’egoismo e della indifferenza assassina” che dalla lezione di storia subita sulla propria pelle hanno tratto motivi per ripagare il mondo con la stessa moneta, di violenza e sopraffazione. E che noi tutti, in colpevole silenzio come per l'annientamento nei campi di concentramento, contribuiamo a fomentare. La crociera, ancora oggi, prosegue. Gianvito Rutigliano
Lo striscione – oh! – la tradizione – oh oh!). E quando si vive in terra di Bari non ci sono sconti per l’aggiornamento dei docenti: noi paghiamo a prezzo pieno e di tasca nostra i libri, i corsi di aggiornamento, il cinema, il teatro… È chiaro che pochissimi si aggiornano. Esistono sì iniziative gratuitema sono di opinabilequalità. Poi arriva una ministra che non è stata in grado di fare l’esame di avvocato nella località geografica che le spettava. E la ministra ombra il cui nome nessuno ricorda (che emozione! due donne! ovviamente solo in quanto ministre delle maestrine) che negli ambienti professionali scolastici è nota per la sua incompetenza nel settore. E infatti entrambe non parlano mai di scuola, né tanto meno conla scuola, ma solo sullascuola. Fantasticando scenari scolastici che non esistono (quale ministro dell’istruzione degli ultimi decenni aveva idea di cosa fosse una scuola del ventunesimo secolo?), progettando panorami futuri irrealizzabili per vizi di forma intrinseci. I miei ragazzi hanno fatto sciopero. Meno male! *Insegnante, CIDI - Bari
CULTURA E PAESI
Anno VIII n. 6 - Novembre 2008
Portare il teatro fuori dal teatro: il Kismet inaugura la sua ventesima stagione giocando… fuori casa
Anime segrete Il teatro in casa, l’ultima sfida del Kismet
di Cristiano Marti
Un
teatro che apre la sua stagione fuori dal teatro, per ripercorrere le strade segrete della sua città attraverso spettacoli tenuti in una galleria d’arte e in case d’epoca del centro storico. “Era un’idea- confessa Roberto Ricco, coordinatore artistico del Teatro Kismet Opera di Bari- che volevamo realizzare già l’anno scorso, per festeggiare i vent’anni del nostro Stabile d’innovazione. Abbiamo tardato di un anno perché la cura nella ricerca di artisti e spettacoli di qualità hanno richiesto una selezione lunga e accurata.”L’esito del programma risulta, infatti, dei migliori: si partirà il 23 ottobre, presso la Galleria Ninni Esposito, con England di Tim Crouch, produzione targata Napoli Teatro festival; il 24 ottobre palazzo Casamassima ospiterà i Ritornantidi Enzo Moscato; poi sarà la volta di Valter Malosti, che proporrà a Palazzo Simi Le Maddalene (da Giotto a Bacon) di Testori.“Il tratto comune di questi spettacoli - precisa Ricco - è l’evocazione, di cui ogni attore racconta. Basti pensare agli elementi mitici e favolosi di Napoli (Ritornanti), alle figure di Testori e Maddalena raccontate da Valter Malosti e alla complessità delle relazioni umane descitta in England.”Il tema
Enzo Moscato
L’idea: i primi tre spettacoli in cartellone si terranno in gallerie d’arte e palazzi storici di Bari dell’evocazione spiega soprattutto il senso dell’iniziativa presentata dal Tetaro Kismet Opera e dal suo coordinatore artistico: “Il territorio è un valore che va coltivato e mai dimenticato. Col festival Collezione tramonti avevamo già portato il teatro in siti archeologici pugliesi; quest’anno con Anime Segrete proponiamo una valorizzazione dei luoghi non teatrali di Bari, un percorso di conoscenza della nostra città per scoprirne il passato,
assieme anche ai suoi personaggi storici.”Un progetto che non trascura neppure i giovani: Ricco non nasconde, infatti, che questa iniziativa potrebbe in futuro essere indirizzata anche a quella fascia d’età che non ha ancora sviluppato una sensibilità al territorio e alla sua storia che risultano fondamentali per vivere da cittadini la propria terra. “Non trascuriamo - ci spiega- che questa iniziativa è rivolta soprattutto a chi non ha
ancora imparato a ricordare. Penseremo, quindi, a percorsi specificamente rivolti ai giovani, che possano conciliarsi con i loro tempi scolastici.” Un’operazione che punta, dunque, al valore della memoria senza però cadere nella banale nostalgia del passato, ma anzi proponendo la capacità di “conservare segreti per sperare nel futuro”. È l’espressione che lo stesso Ricco usa nella sua nota di presentazione alla stagione teatrale 2008/2009, dal titolo “A futuro segreto”. La memoria sembra, infatti, l’unica opportunità che abbiamo per risolvere i problemi della nostra epoca, dominata dall’ansia di conoscenza, che ci dà soltanto l’illusione di vivere un presente certo, nascondendo tutte le nostre debolezze rispetto all’incognita dell’avvenire. Ed è proprio in questo vuoto tra passato e futuro che si inserisce il teatro il quale, come l’arte in genere, ha il potere di intrecciare le reti disfatte con i fili del passato.Una stagione teatrale, quella del Kismet, che si apre quindi all’insegna della memoria, la quale però acquista utilità solo se è proiettata al futuro perché, come ci spiega Lewis Carrol “ è una memoria di scarso valore quella che lavora solo per il passato.”
In anteprima su P&P i premiati della XIV edizione del premio di letteratura per l'infanzia Città di Bitritto
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entotto anni e non sentirli. Una continua innovazione per confermarsi un'istituzione culturale di livello nazionale. Il premio biennale di letteratura per l'infanzia “Giacomo Giulitto – Città di Bitritto” è giunto alla sua XIV edizione e in vista della premiazione-evento dell'8 dicembre ha decretato i suoi vincitori.La sezione A (narrativa per ragazzi da 10 a 13 anni) ha visto trionfare Antonella Cilento e GiuseppePalumbo con “Nessun sogno finisce” (Giannino Stoppani edizioni). Come vincitore della sezione B (opere edite per bambini fino a 10 anni) è stato decretato “Vorrei volare sulla neve” di Lucia Tumiati(Giunti). Maria Pia Latorre e Paola Santini hanno conquistato il premio della
Premio Giulitto, ecco i vincitori Fermento per il cartellone organizzato per dicembre dall’Assessorato alla Cultura del Comune sezione C (autori pugliesi per ragazzi o per l’infanzia) con il loro “Raccontinascensore” (Adda editore). La commissione giudicatrice ha invece deciso di non attribuire il premio per le opere della sezione D (inediti per ragazzi dai 13 ai 15). Il 10 novembre saranno i ragazzi delle scuola media “D. Alighieri” ad assegnare
il premio “Critici in erba” fra i tre finalisti della sezione A e quelli della elementare “G. Modugno” fra i cinque libri in gara per la sezione B. I vincitori assoluti riceveranno 1.200 euro nel classico appuntamento del giorno dell'Immacolata presso l'auditorium della scuola media, presieduto dall’assessore
regionale Silvia Godelli. Presto saranno comunicati gli eventi di “Volando...verso il premio”, la rassegna di iniziative collaterali che l’Assessore alla Cultura Angelo Natuzzi ha voluto come degna cornice per la cerimonia dell'8.Reading, incontri con gli autori, teatro e musica con ospiti di caratura nazionale, che già da alcuni anni a questa parte, hanno creato un contesto perfetto per la premiazione vera e propria. L'edizione 2008 sarà di certo un ulteriore passo avanti per la valorizzazione del premio Giulitto, esempio di collaborazione tra adulti e giovani in una comune riflessione sull'importanza della lettura per un miglioramento sociale, ancor prima che culturale, in un Paese bisognoso di riscoprire i propri valori.GRa
APOCALITTICI INTEGRATI di Stefano di Lauro
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osì, senza preamboli. Sono tra coloro che quasi gongolano al cospetto della catastrofica recessione. Il tracollo planetario delle borse: finalmente una buona notizia. Alle Cassandre succede. E, in tutta franchezza, mi auguro vivamente di non essere il solo a godere di ciò. Perché la tragedia era annunciata da tempo, e se si è arrivati a questo epilogo ilarotragico, la fuga dei sorci dalla nave che affonda, oc-
Il Caro Estinto corre ringraziare solo l’albagia dei catechisti della deregulation. Personalmente ho una visione arcaica del tutto: credo nella solida economia della produzione e non nella roulette virtuale della finanza e delle borse. Ma proprio per questo è inutile parlarne. L’illuminato Sartori, pochi giorni fa, ricordava a tutti che il
punto di rottura era prevedibilissimo, precisando “che una scienza economica che non sa prevedere, è una scienza da poco.” Infatti. E alla stoltezza dei chierici si aggiunge il mai troppo definito discorso delle regole. Pensare che la deregulation sia assenza totale di regole è da idioti. Persino l’anarchia (povera illusa) contem-
pla e presuppone una capacità di autoregolazionedegli individui. Fino ad avantieri, l’uomo del processo Mills e i suoi degni sodali di mezzo mondo (politici, imprenditori, banchieri) ci hanno assordato con i notissimi slogan: meno stato e più mercato, meno pubblico e più privato. Dagli anni Ottanta sino ad avantieri abbiamo assistito alla penosa decomposizione del valore dello Stato, il caro estinto. Frettolosamente invocato, riesumato, trasfuso, rigenerato, imbellettato, celebrato e idolatrato in un sol giorno, dagli stessi detrattori di sempre. Uno stravolgimento così repentino ha del volgare, del grot-
tesco, del patetico. Intanto perché, come sostiene a ragione Ilvo Diamanti, dopo decenni di assidua delegittimazione oggi non può che essere uno “stato di necessità”. E poi perché rinasce iniquo, erigendo immediatamente un reticolato che separa i figli (banche e mercati) dai figliastri (scuola, sanità, ambiente, welfare). L’altro giorno, in sala d’attesa dal dentista, accanto a me un quarantenne boriosetto tirato borsa in pelle genere produttore finanziario con pargolo. L’infante, già in età scolare, sfoglia una rivista e si sofferma, non senza turbamento, sulla foto di un aborigeno neozelandese. “È un selvaggio”, esordisce il padre. Mah. Apocalitticamente vostro. www.stefanodilauro.net
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VOCI DI CITTÁ BARI
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Anno VIII n. 6 - Novembre 2008
Una Banca del Tempo per Bari Tutti possono prestare il proprio tempo e scambiare attivita’ ed esperienza gratuitamente
cambiare il proprio tempo attraverso attività, saperi e servizi, rivalutando quei valori da sempre presenti nella nostra cultura e nelle nostre tradizioni, e’ ora possibile anche a Bari grazie alla prima Banca del Tempo “Vola in Tempo – Bari”, che dall’1 ottobre e’ operativa presso la sede di via Giandomenico Petroni 33, su iniziativa della sua presidente Nella Gelao. Tutti possono prestare il proprio tempo e scambiare attivita’ ed esperienze gratuitamente, basta la sola iscrizione iniziale ad una cifra simbolica di 15 euro. E in molti lo hanno gia’ fatto. La Banca del Tempo barese ha gia’ superato abbondantemente le 80 iscrizioni ed ha avviato corsi come quello di yoga, scrittura creativa, fotografia, preparazione cocktail, lingua inglese, dizione, lettura interpretativa, gite in barca, etc. Ci sono anche le piccole consulenze o prestazioni di cui puo’ usufruire un qualsiasi iscritto a condizione che offra qualcosa in cambio, quello che meglio pensa di saper fare. Insomma una buona occasione per conoscersi, socializzare e conoscere le esigenze e le capacita’ di molti. Il tutto senza alcun tipo di vincolo
“Vola in Tempo - Bari”, dall’1 ottobre è operativa, su iniziativa della presidente Nella Gelao o di subordinazione lavorativa ma con spirito libero e voglia di apprendere e dare. “Vola in Tempo – Bari” e’ stata presentata alla presenza del sindaco di Bari, Michele Emiliano, in una gremitissima sala consiliare; presenti anche alcuni assessori comunali e regionali, rappresentanti delle Istituzioni locali, Maria Luisa Petrucci, presidente dell’Associazione Nazionale Banche del Tempo che ha spiegato le caratteristiche specifiche e le modalità di funzionamento delle BdT italiane: “la Banca del Tempo è un istituto di credito molto particolare, dove non si deposita denaro bensì tempo e disponibilità. Agisce come centro di raccolta della domanda e dell'offerta di tempo. Si tratta di una forma di collaborazione, e non
Un nuovo collegamento aereo che potenzia ulteriormente la rete aeroportuale pugliese
Bari e Praga più vicine con Sky Europe
B
ari e Praga sono collegate due volte la settimane dagli aerei di Sky Europe Airlines. Si tratta di un nuovo collegamento che potenzia ulteriormente la rete aeroportuale pugliese, già ricca di destinazioni nazionali ed internazionali importanti. Secondo l’assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Mario Loizzo, “in un momento di grande turbolenza per l’aeroportualità italiana ed internazionale, questo nuovo collegamento con una delle capitali più belle d’Europa, rappresenta una prova di fiducia di una importante compagnia estera, nei riguardi di un
Loizzo,“un momento di turbolenza dell’aeroportualità, è prova di fiducia verso la Regione”
Il Consiglio Comunale approva progetto per la realizzazione tra via Nazariantz e via Tatarella
Il
Consiglio comunale di Bari ha approvato il progetto per la realizzazione del grande ponte che collegherà via Nazariantz con via Tatarella, previsto tra le opere per il completamento dell’Asse Nord Sud. Un’opera d’importanza strategica rimasta in cantiere dal 1988 che, grazie all’impiego di fondi regionali e comunali per un importo complessivo di 32 milioni di euro, realizzerà lo scavalcamento dei binari di RFI e Ferrotranviaria riducendo fino al 20% il flusso di traffico che quotidianamente si riversa su via Napoli e sulla tangenziale-Entro la
di volontariato, con la quale ci si aiuta ad affrontare anche le incombenze e gli impegni della vita quotidiana e familiare. In breve chi, ad esempio, sa suonare il pianoforte può offrire due ore di lezione in cambio di altrettante ore di piccoli aiuti domestici”. L'associazione “Vola in tempo – Bari” si è costituita il 29 marzo scorso e nasce dall'aggregazione in forma spontanea; lo sportello è aperto il martedì dalle ore 18 alle 20, il mercoledì dalle ore 10 alle 12 e dalle 18 alle 20, il giovedì dalle 19 alle 21. E’ anche possibile fissare un appuntamento contattando il 333/5727996 - 328/0972798 e consultare il sito www.bancadeltempobari.it. Ogni socio può depositare in Banca le sue capacità e le sue richieste, dichiarando le sue disponibilità: singoli, qualunque sia la competenza e la professionalità, famiglie, Associazioni, Imprese, Enti pubblici e privati e i Circoli. Insomma, una buona occasione da non perdere. c.mor. L’ampliamento della colmata nel Porto di Bari , dopo l’avvio del procedimento di gara
Marisabella, tappa per crescita città
“L’ aeroporto e di una Regione, particolarmente impegnati nel potenziamento del traffico aeroportuale”. Questa nuova relazione aerea, “precede di poco l’avvio di un prossimo collegamento oltreoceano – ha concluso - che arricchirà l’offerta aeroportuale pugliese, tanto da suscitare l’interesse e da attrarre traffico aereo da parte delle altre regioni meridionali”.
avvio del procedimento di gara per l’ultimazione dell’ansa di Marisabella, i cui lavori saranno iniziati nei primi mesi del prossimo anno, getta le basi per la realizzazione di una delle numerose grandi opere che faranno di Bari una delle città più moderne ed infrastrutturate del Paese”, secondo l’assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Mario Loizzo. Dopo l’approvazione del ponte per l’Asse Nord Sud e la realizzazione del collegamento ferroviario con il quartiere San Paolo che entrerà in esercizio, l’ampliamento della colmata di Marisabella “rappresenta un’altra tappa per la crescita di Bari in quanto città regione, dal momento in cui dette opere serviranno non solo il capoluogo ma l’intera comunità regio-
nale. È merito – ha spiegato l’assessore regionale ai Trasporti - della concertazione tra gli enti locali, l’associazionismo e le realtà produttive se è stato possibile ottenere un simile risultato, unitamente al fondamentale concorso dell’autorità portuale e del Provveditorato interregionale alle OO.PP. per la Puglia e la Basilicata che hanno perseguito con tenacia questo obbiettivo, sottraendolo alle secche burocratiche tipiche di una certa cultura di governo”. L’espansione del Porto di Bari costituirà il fulcro del sistema portuale pugliese già prefigurato dalla costituita Autorità del Levante “che farà della Puglia – ha concluso Loizzo - una grande piattaforma logistica proiettata nel Mediterraneo”. c.mor.
Un ponte sull’asse nord-sud Secondo i progettisti, sarà in grado di sottrarre al traffico odierno 2.000 auto l’ora
fine del 2008 - pena la perdita dei fondi regionali - dovrà essere aggiudicata la gara, mentre i lavori cominceranno nei primi mesi del 2009 per concludersi entro due anni.
Il ponte, sospeso e retto da cavi d’acciaio, sarà lungo 625 metrie alto 78 metri, e sarà riservato al transito delle sole auto. La struttura disporrà di quattro corsie
di un percorso ciclopedonale largo due metri e mezzo. Il ponte è stato progettato da un gruppo di professionisti con capofila lostudio Carlo Fernandez Casado,di Madrid, che si è aggiudicato il concorso europeo al quale hanno partecipato 15 associazioni temporanee di imprese. Si tratta di un’opera di pregio architettonico, secondo i progettisti, che sarà in grado di sottrarre al traffico odierno 2.000 auto all’ora. Oltre al ponte, nel progetto approvato è prevista la costruzione di tre rotatorie e di una bretella di collegamento tra via San Giorgio Martire e l’asse Nord Sud.
Anno VIII n. 6 - Novembre 2008
VOCI DI CITTÁ
BARI Intercettazioni: il no dei cronisti baresi al ddl
Il presidente nazionale dell’Unci (Unione nazionale cronisti italiani), Guido Colomba, a Bari
convinti che questa nostra apertura sarà accolta”. Colomba, al termine della conferenza stampa, ha diffuso volantini informativi in città con il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Puglia, Paola Laforgia, che ha condiviso le ragioni del “no”, aderendo cosi’ all’iniziativa Unci e, con Colomba, ha consegnato un volantino anche al sindaco
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tiamo girando per l’Italia per creare tanta solidarieta’ tra i cittadini e contemporaneamente stiamo lottando anche all’interno delle istituzioni e della Camera”. Il presidente nazionale dell’Unci (Unione nazionale cronisti italiani), Guido Colomba, lo ha ribadito durante la tappa barese del “Giro d’Italia della “Giro d’Italia della liberta’ d’informazione”: liberta’ d’informazione”, concluso il 5 novembre il consenso dell’Ordine dei Giornalisti Puglia a Roma con gli stati generali del giornalismo, per illustrare le ragioni del “no” dei giornalisti italiani al disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche. “Siamo di Bari, Michele Emiliano. Il sindaco fiduciosi che alla fine una legge, che appare gia’ adesso ha manifestato apprezzamento e come incostituzionale - ha spiegato Colomba - il Parlamento solidarieta’ per la battaglia dei non avrà il coraggio di approvarla cosi’ com’è: dovra’ giornalisti sostenendo l’importanza apportare delle modifiche. Noi abbiamo suggerito modifiche del diritto all’informazione dei realistiche che servono veramente a tutelare le persone cittadini, sottolineato anche dal che non c’entrano nulla con l’indagine e, quindi, siamo presidente Laforgia in conferenza
Loizzo: “un tassello della strategia piu’ complessiva che stiamo portando avanti a Bari”
Ferrovie: ancora novita’ “a sud est”
Il
raddoppio ferroviario delle Ferrovie la strategia che tende a tenere insieme la del Sud Est nella tratta Bari – Adelfia, qualita’ trasportistica e la qualita’ urbanistica che prevede l’interramento dei binari della citta’ di Bari, essendo consapevoli che tra Carbonara e Ceglie, e’ la parte di investimento piu’ Raddoppio ferroviario tra Bari e Adelfia, con corposo del progetto com- interramento binari tra Carbonara e Ceglie plessivo di riqualificazione dei rioni di Carbonara e Ceglie, a Bari, e sara’ realizzato con un finanziamento dell’assessorato ai Trasporti della Regione Puglia, di 30 milioni di euro. “L’interramento dei binari – ha detto l’assessore ai Trasporti, Mario Loizzo – e’ un tassello della strategia piu’ complessiva che la velocizzazione e la mobilita’ nella citta’ stiamo portando avanti sulla citta’ di Bari di Bari siano un valore in se’ per Bari, ma che e’ quello di tenere insieme la qualita’ danno un beneficio per la regione. Per queste trasportistica accanto alla qualita’ urbani- ragioni, anche in quest’opera, come in tanti stica. Gli interventi che facciamo, a partire interventi che stanno iniziando a materiadal grande nodo ferroviario, ma anche questi lizzarsi, impegneremo – ha concluso Loizzo interventi che riguardano la Sud Est non sono - una cifra importante: 30 milioni di euro, dei meri interventi di ricucitura”. Secondo per cercare di completare quella strategia l’assessore regionale Loizzo, “superare quella che considero assolutamente decisiva per frattura ed eliminare tre passaggi a livello l’ammoderna-mento dell’insieme dell’assetto significa – ha spiegato – anche guadagnare trasportistico della nostra regione”. c.mor. velocita’ commerciale e, quindi, completiamo
Protocollo d’intesa tra Regione Puglia, Comune Bari, Opera Pia Di Venere per riqualificare Ceglie e Carbonara
“Il
lavoro che facciamo con le Ibap, con questi istituti di beneficenza è un lavoro di ricostruzione della memoria dei nostri possedimenti, di ciò che era perchè una parte di questi sono stati dissipati per gestioni corrotte su cui non possiamo stendere un velo pietoso”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola firmando un importante Protocollo d’intesa tra Regione Puglia, Comune di Bari e Opera Pia Di Venere per la riqualificazione dei quartieri Carbonara e Ceglie. Nella ex sede dell’Opera Pia Di Venere (a Ceglie Del Campo) saranno realizzati 26 alloggi per sfrattati, 16 alloggi per disabili,
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stampa. “Il ddl Alfano sulle intercettazioni – si legge nel documento tecnico che l'Unci ha inviato al Presidente della Commissione Giustizia della Camera, per motivare la opposizione all'attuale testo e le richieste di modifica - privilegia unicamente i diritti di presunta privacy degli indagati, e trascura del tutto le esigenze di trasparenza del processo, oltre a quelle relative al diritto-dovere di cronaca. Per limitare gli abusi nella pubblicazione delle intercettazioni è sufficiente modificare la disciplina di produzione degli atti prima del loro deposito: è condivisibile che il Gip non possa inserire la trascrizione delle intercettazioni nell'ordinanza di applicazione della custodia cautelare”. Alla conferenza stampa barese ha partecipato il presidente dell’Assostampa Puglia, Felice Salvati e il rappresentante pugliese dell’Unci, Gustavo Delgado. c.mor.
Firmato Protocollo tra Regione Puglia e il Consorzio Medis per Distretto pugliese della Meccatronica.
Puglia, prima nel Mezzogiorno
“La
Puglia può esibire dati straordinari, sono quelli dell’Istat: è la prima in tutto il Mezzogiorno d’Italia per crescita del Prodotto interno lordo. Cioè eravamo il fanalino di coda, stiamo diventando il fanalino di testa. La Puglia ha dati che le consentono di competere con il Nord Est e con il Nord Ovest dell’Italia”. Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, lo ha affermato firmando il Protocollo d’Intesa tra Regione Puglia e il Consorzio Medis per l’avvio del Distretto pugliese della Meccatronica. “Questo e’ il frutto di una politica – ha spiegato il presidente Vendola – che ha guardato alle imprese non per fare l’elenco dei buoni e dei cattivi da mettere sulla lavagna, non per sovvenzionamenti a pioggia e discrezionali ma per dare alle imprese un aiuto affinche’ possano coordinarsi, crescere qualitativamente e quantitativamente”. Il Distretto della Meccatronica “e’ l’ultimo nato – ha ricordato - prima e’ nato il Distretto dell’innovazione nell’agroalimentare, e’ nato il Distretto del’Innovazione nelle nano e nelle biotec-
La rinascita di Carbonara e Ceglie strutture da destinare ai servizi sociali, un asilo nido, una comunità socio riabilitativa, una residenza assistenziale per anziani, una residenza socioassistenziale per diversamente abili, un ambulatorio di guardia medica e un’area verde attrezzata, oltre ad impianti sportivi e, tra l’altro, l’interramento dei binari tra Carbonara e Ceglie.
Interventi che, nel complesso, cambiano la qualità del tessuto urbano di Carbonara. Si interviene con un’opera globale strutturale di risanamento, interconnettendo le diverse competenze e saperi. “Lo facciamo – ha sottolineato Vendola – ma non è facile perchè le tecnostrutture di ogni assessorato sono state educate a non interloquire con le altre tecnostrutture. Rompere le barriere e costruire circolarità
nologie, e’ nato il Distretto nel settore Avionico. In Puglia e nato il Distretto dell’Innovazione nelle Energie Rinnovabili che e’ un Distretto nazionale. Con la firma che io e il Rettore del Politecnico di Bari abbiamo messo su quel Protocollo – ha continuato il presidente - e’ nato il Distretto della Meccatronica”. Il Distretto della Meccatronica, e’ “mettere insieme tutte le imprese, 2.000 quelle del settore meccanico che operano in Puglia e oltre la meta’ nella citta’ di
Ha dati economici che le consentono di competere con il Nord Est e con il Nord Ovest Italia Bari, mettere insieme i grandi gruppi multinazionali come Getrag, Bosh, Fiat e le imprese piccole ma importanti che operano in Puglia e farle lavorare insieme sul terreno ella ricerca e dell’innovazione. Metterle insieme – ha concluso Vendola – con progetti che possano far crescere il vantaggio competitivo della nostra regione. Questo e’ il punto fondamentale”. c.mor.
Nuovi alloggi per sfrattati, per disabili, strutture per servizi sociali, asili, case per anziani, etc. significa guardare con un’altra ottica ai problemi, a come risolverli”. Per Vendola il Protocollo è un atto che conferma il ritmo del cambiamento che sta vivendo la città di Bari. Non c’è frammento della città che non abbia cantieri aperti, per la trasformazione urbana, per la qualificazione dei servizi sociali, per dare dignità e benessere agli uomini e le donne di questa citta’”. Alla firma del protocollo erano presenti anche il sindaco di Bari, Michele Emiliano, il commissario straordinario dell’IPAB Opera Pia Di Venere, Umberto Conti gli assessori regionali alla Solidarieta’ Sociale, Elena Gentile, e ai Trasporti, Mario Loizzo, e gli assessori comunali, Gianni Giannini e Ludovico Abbaticchio. c.mor.
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VOCI DI CITTÁ
Scuola: Vendola, non riforma ma contro riforma
BARI Affollatissimo il forum con Emiliano presso il Kursaal Santalucia di Bari
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isogna ripristinare l’uso corretto del vocabolario: quella della Gelmini non e’ una riforma, ma è una delle più violente contro-riforme mai immaginate e proposte a un mondo che è già in grande sofferenza e che andrebbe guardato con particolare attenzione soprattutto a fronte della tempesta recessiva che c’è nel mondo, in Europa e in Italia”. Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, lo ha affermato partecipando alla conferenza di servizi organizzata dall’assessorato regionale al Diritto allo Studio con i sindaci di tutti i Comuni della Regione, i presidenti delle Province, i rappresentanti dell’ANCI, dell’UPI, il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale ed i rappresentanti delle organizzazioni sindacali del mondo della scuola, per discutere della riforma Gelmini e del relativo ridimensionamento della rete scolastica per il 2009/2010. di una tempesta recessiva – ha continuato Vendola – nella quale le ricette del Governo sono quelle di salvare gli autori dell’economia allegra, che è diventata economia di carta straccia, si pensa invece situazione è molto grave”, secondo l’assessore al Diritto di poter tagliare la scuola pubblica, allo Studio, Domenico Lomelo, che ha organizzato di poter toglier 8 miliardi di euro a Bari la conferenza di servizi con i sindaci di tutti a una scuola che gia’ naviga a i Comuni della Regione, i presidenti delle Province, vista; buttare per strada 100mila i rappresentanti dell’ANCI, dell’UPI, il Direttore Generale dell’Ufficio insegnanti, 40 mila tra ausiliari e tecnici con funzioni indispensabili Situazione grave, secondo l’ente regionale: nel mondo scolastico”. conferenza servizi per effetti Riforma Gelmini Secondo Vendola si pensa “di poter far saltare, con un colpo di forbici molto superficiale, sedi scolastiche considerate un costo esorbitante. Anche dal punto di vista della insopportabile ormai retorica sulla sicurezza – ha detto - bisogna sapere che ci sono realta’ in cui una scuola e’ piu’ importante di una caserma dei carabinieri: ci sono quartieri, periferie in cui una scuola è un presidio di legalità. Scolastico Regionale ed i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Noi, allora immaginiamo che sia della scuola, per discutere della riforma Gelmini. “Non abbiamo inaccettabile discutere della scuola certezze – ha detto - stiamo operando sul vecchio regolamento sulle con una logica ragionieristica, che vecchie norme, c’è – ha detto - una gravità inaudita che è quella la scuola sia la piu’ importante fabbrica del decreto con il quale la Gelmini, in barba al suo stesso Piano di futuro e di democrazia che noi di programma, espropria le Regioni e anticipa al 30 novembre, dice abbiamo e che colpire al cuore la che nomina i commissari e i commissari li pagano le Regioni”. “Dal
Scuola: confronto Comuni-Regione
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Presentate dal Sindaco le nuove opere dei quartieri Madonnella e Japigia scuola pubblica sia un attentato alla democrazia”. Per questo “e’ giusto reagire – ha concluso il presidente – che il mondo degli insegnanti e studenti reagisca. Da parte nostra facciamo tutto quello che possiamo fare: un ricorso alla Corte Costituzionale contro la Gelmini, perche’ siamo di fronte ad atti che sono violenti nella sostanza e nel metodo e, quindi, noi ci comporteremo secondo i principi della legittima difesa”. c.mor.
La Regione Puglia ha presentato ricorso alla Suprema Corte Costituzionale a fine ottobre
Punto di vista Costituzionale è un golpe - ha sottolineato Lomelo – perchè questa è materia concorrente e la rete scolastica è di esclusiva competenza regionale”. La Regione Puglia risponde al Ministro Gelmini “con un ricorso alla Corte Costituzionale e – ha aggiunto l’assessore Lomelo – vogliamo capire i regolamenti quando ce li darà, se a gennaio o a febbraio. Noi non chiediamo le sue dimissioni, chiediamo che venga in Puglia”. Sono circa trecentottantatre plessi scolastici in tutta la Puglia a rischio estinzione, quelli con meno di 50 alunni: penalizzate soprattutto le province di Lecce (-134 plessi) e di Foggia (-97), insieme a Bari-Bat (-78), Brindisi (-50) e Taranto (-34). Cifre che sono le ricadute dei provvedimenti del ministro Gelmini, denunciate dai rappresentanti del centrosinistra in Consiglio regionale: “Parlano di federalismo – hanno detto i consiglieri - e poi il governo centrale taglia le scuole d'autorita', annienta l'istruzione, impone la volonta' centralista sulle regioni”. Secondo l’assessore all’Istruzione del Comune di Bari, Pasquale Martino, “ci sono effetti negativi e non programmabili che sono quelli che deriverebbero dall’eventuale soppressione di plessi che obbligherebbe a fornire servizi di supporto a carico del Comune, come il trasporto scolastico, per i quali non ci sono naturalmente previsioni di finanziamento ulteriore da parte del Governo. Quindi – ha affermato l’assessore – e’ una logica di tagli folle perche’ e’ solo questo: non c’è programmazione di investimenti per il futuro”. “Ma il punto non è solo questo: i Comuni rappresentano una popolazione, una città e, quindi, rappresentano la grande massa degli utenti della scuola e vogliono avere voce in capitolo sulle decisioni. Occorre – ha concluso Martino – una netta inversione di tendenza”. c. mor.
PAESE CHE VAI TRIGGIANO L’Amministrazione Cassano pensa a un nuovo look per il paese partendo dalle periferie.
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in dal suo nascere nel 2006 l’amministrazione guidata da Michele Cassano si è concentrata sull’obiettivo di attribuire a Triggiano un ruolo da protagonista all’interno della nuova area metropolitana di Bari. Due anni e mezzo fa ha dunque preso il via un progetto di ampio respiro finalizzato a ripensare completamente il ruolo della città, le sue vocazioni, i suoi obiettivi, partendo dalla programmazione di un vasto ventaglio di opere pubbliche strategiche. All’interno di questo disegno il risultato senz’altro più importante è rappresentato dalla circonvallazione Nord che collegherà
Triggiano prossimo venturo: la giunta Cassano ha un piano l’ospedale cittadino con la strada statale 100 per Bari; l’iter amministrativo è già concluso e nei prossimi giorni inizieranno i lavori. La circonvallazione sarà un’opera per la quale l’amministrazione ha ottenuto uno stanziamento da parte della Regione Puglia - Assessorato ai Trasporti di tre milioni e mezzo di euro, ai quali sono stati aggiunti ulteriori 500 mila euro dal bilancio comunale. Triggiano attendeva questa infrastruttura da oltre trent’anni e, grazie
ad essa, due delle arterie principali della logistica di questa opera è stata ovviamente città (via Casalino e Corso Vittorio ben soppesata dalla Regione Puglia. Difatti Emanuele) saranno liberate da un è in fase di progettazione una nuova strada traffico divenuto ormai insostenibile. (il cui impegno complessivo ammonta a Ma la circonvallazione avrà un Presto al via i lavori per collegare l’ospedale ruolo strategico anche e alla statale 100; un’opera destinata a soprattutto perché collegherà migliorare la vita dei triggianesi direttamente la statale per Bari all’ospedale Fallacara, evitando il centro € 3.920.000, di cui €3.500.000 con fondi abitato e permettendo così al dell’Assessorato regionale alla Sanità ed € nosocomio locale di divenire un 400.000 a carico del Bilancio Comunale), punto di riferimento per un vastissimo che consentirà l’ulteriore collegamento della bacino di utenza che va ben oltre Circonvallazione Nord alla Provinciale Trigi confini triggianesi. La strategicità giano-S.Giorgio e alla Statale 16.
PAESE CHE VAI
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BITRITTO Ufficio Asl: cittadini sul piede di guerra
Le attuali strutture sono inadeguate per pulizia e spazi
di Gianvito Rutigliano
Tante preoccupazioni e richieste di una nuova sede
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algono i malumori per l'ufficio sanitario Asl di Bitritto sito in via Modugno. Le dimensioni ridotte, la sporcizia e l'assenza, di fatto, di un'adeguata sala d'aspetto sono un pessimo biglietto da visita per una realtà che dovrebbe invece assicurare la massima cura per i cittadini. È impossibile anche solo sostare nei pressi della stanza, soprattutto per i genitori e i bambini recatisi per la somministrazione dei vaccini obbligatori e facoltativi. I faldoni impolverati all'ingresso e il disordine rendono l'attuale sede inadeguata. Anche il sistema delle prenotazioni risulta poco efficace a causa dell'inevitabile coda che si forma e che costringe gli utenti ad attendere comunque il proprio turno sul marciapiede antistante. Tutte questioni ingigantite nei giorni di intemperie.“Quell'ufficio è una vergogna! – ci dicono delle mamme arrabbiate – Portiamo lì i nostri figli che devono sottoporsi ai vaccini per le malattie più comuni, ma non ci sentiamo sicure né tutelate in quel posto. E proprio in un ufficio che deve controllare il rispetto delle norme igieniche dagli altri! Lì dovremmo trovare il massimo esempio di pulizia...”Un problema ricorrente ed annoso quello del controllo dei controllori.La soluzione più immediata ancora però non arriva. Nel forum organizzato a maggio dall'associazione Hinterland, il sindaco Lucarelli parlò di un dialogo ben avviato con il direttore generale della vecchia Asl Ba/4 Domeniconi, che aveva assicurato la realizzazione di un centro prelievi polifunzionale e l'individuazione di una nuova e adeguata sede. La riunione
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on Antonio Ruccia, parroco uscente della Maria SS. di Costantinopoli, è stato una figura sociale – ancor prima che religiosa – tra le più controverse della storia recente bitrittese. Un vulcano di proposte innovative, contrapposto ad atteggiamenti ai limiti del dispotico che negli anni hanno allontanato numerosi fedeli. Un occhio sempre vigile verso i poveri e la lotta agli sprechi e contemporaneamente difficoltà ad approcciarsi con chi non frequentava strettamente la parrocchia. Dieci anni di decisioni importanti e al tempo stesso impopolari, tali da procurargli anche tanti nemici. Un Essere avversari non carattere forte, del può essere fonte di genere “prendere o scorrettezze gravi lasciare”, “lo odi o lo ami”. In tanti hanno scelto l'una o l'altra opzione. Nel tempo non sono mancati episodi di intimidazione, come l'incendio del portone della chiesa matrice, e la tensione è stata spesso elevata. I suoi detrattori, ben più che meri contestatori, alla notizia della fine del suo
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PD OGGI. Siamo nel primo anno di questa nuova esperienza. È una nuova grande avventura per noi militanti di centrosinistra, con un partito riformista evoluzione di quelle politiche a noi care di solidarietà, di una società attenta ai bisogni dell'economia e della gente, con uguaglianza e giustizia. Una sfida difficile e affascinante, con nuovi compagni di viaggio di provenienza diversa dalla nostra. In questi giorni la grande manifestazione organizzata a Roma dal PD che ci ha dato grande entusiasmo e fiducia: chi ha aderito a questo partito, anche se finora un po' scettico, deve metterci maggior volontà. ALLEANZE PER IL PAESEA Bitritto ci stiamo assestando. Ancora oggi esistono dualismi, riserve e proposte che ognuno porta con sé. La buona volontà ci può portare alla migliore soluzione per il paese, lavorando all'interno del partito stesso, in
vista della futura coalizione. Sono convinto infatti che il PD debba guardare a sinistra, una direzione in cui si trovano quei valori politici utili al bene di tutti. Senza preclusioni personali, con l'intento di parlare di obiettivi e programmi condivisi. Penso a un nostro ulteriore contributo su raccolta differenziata, politiche giovanili, sociali, sport, sviluppo urbanistico e industriale. È necessario non chiudersi in una “splendida solitudine” perché andremmo incontro a una catastrofica sconfitta. Potremmo perdere anche se non facessimo una compiuta discussione con tutti i componenti del PD, mostrando così il fianco ad un'amministrazione di centrodestra che però non vedo ancora pronta. Con le vecchie questioni il paese non ci capirebbe. Si dovrebbe parlare di proposte del partito, non delle inutili rivalità interne. Eventualmente queste vanno discusse nella sede stessa. Ognuno ponga al centro la sua idea e si discuta senza nascondersi.
delle diverse aziende nell'unica Asl Bari costrinse le parti a ricominciare daccapo. Oggi però pare che si sia a un passo dalla formalizzazione del contratto per il nuovo ufficio, in sostituzione dell'odierno valutato come “inadeguato”. La speranza, soprattutto per il bene dei soggetti più deboli come i bambini, è che la storia si risolva il prima possibile. Allo stato attuale è difficile avere fiducia nei responsabili della salute. L'azienda sanitaria deve intervenire in fretta.
Scherzi da prete? di Gianvito Rutigliano
Don Antonio Ruccia
mandato hanno fatto salti di gioia, in modo più o meno lecito. Il 20 ottobre, giorno dell'insediamento del nuovo parroco don Vito Marotta, è stata per loro una serata da fuochi
La strada maestra per il partito in crescita di Giovanni Diana*
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RIFLETTERE SUL PASSATONell'amministrazione ci sono state eccellenze, come il prg e le stagioni culturali, finché abbiamo lavorato assieme. Ultimamente ci sono state difficoltà: da due anni il leit-motiv è il solo piano regolatore, argomento fondamentale, ma non l'unico importante. Dobbiamo capire come costruire il futuro. Abbiamo subìto un deficit di democrazia e discussione e questo ci deve far riflettere: sulla base di un programma preciso si deve formare domani una squadra costruita con “pesi e contrappesi”. Non per ricatto ma per evitare la formazione di maggioranze interne pronte ad chiudersi a riccio in caso di difficoltà. È un'abitudine ventennale tipica e impedisce la partecipazione attiva. Un amministratore deve portare avanti il mandato e contemporaneamente il dialogo con la coalizione che l'ha legittimato e con i cittadini. Invece spesso si è sfruttato il treno solo per giungere alla meta, salvo poi dimenticarsene. Il sindaco
Don Antonio Ruccia lascia Bitritto. Alcuni concittadini festeggiano l'evento d'artificio. Non solo metaforicamente. Per una parte del nostro paese infatti la partenza di don Ruccia è stata una “festa della liberazione”, con tanto di botti esplosi nella zona mercatale. Uno scempio etico, oltre che religioso di chi si professa cattolico e invece celebra la fine del proprio nemico ballando attorno al suo cadavere. Questi elementi sono immeritevoli di attenzione. È gente da condannare e non considerare, da tenere ai margini. Sono concittadini che umiliano la gente di buona volontà di cui questo paese è pieno. Sono quelli che fanno vergognare di essere bitrittesi. Sono loro ad affossare una piccola realtà che a fatica tenta di risollevarsi da anni di nulla e apatia. Una botta di “grettezza da paese” e si torna nel baratro. Si può in maniera lecita essere anche forti oppositori, ma reagire in tal modo è segno di estrema bassezza culturale e morale. E soprattutto, in questo caso, di fallimento come cristiani adulti.
BELVEDEREBITRITTESE è delegato nazionale PD, molte personalità politiche possono fornire un grande contributo e invece per vari motivi stanno stentando, lasciando la costruzione del partito in mano a pochissimi. I CANDIDATI IDEALI Non ci sono limiti personali, ma chi vuole proporsi deve creare un lavoro comune e discuterlo di volta in volta insieme. Il regolamento del partito sta camminando, con tesseramento, attività e le candidature per le primarie. Sono pronto a valutare i programmi, non la mera disponibilità senza una presenza fisica per discuterne. Sarei interessatissimo a facce nuove: l'appartenenza a una famiglia o a un gruppo non più essere un titolo di merito. Oggi è un'idea rivoluzionaria per favorire interessi generali. Si elegge un sindaco con responsabilità, non un monarca assoluto. LE ACCUSEAbbiamo per anni costruito il PD e oggi veniamo additati da qualcuno di incoerenza perché ci confrontiamo con i nuovi. Spesso le accuse vengono da
Giovanni Diana
personaggi abituati a continui salti da una parte all'altra dei partiti, che si impegnano per le amministrative e spariscono per battaglie anche più importanti. Tutto ciò dà molto fastidio, non dovrebbero arrivare certe lezioni di coerenza nei confronti di chi ha lavorato duramente. In più oggi non è accettabile che i giovani e i volti nuovi che si impegnano possano essere messi poi ai limiti della gestione amministrativa. Questa è la strada maestra per un PD forte. *socio Hinterland e componente del coordinamento PD Bitritto
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PAESE CHE VAI BITRITTO Continua la lotta per la stabilità al call center INPS-INAIL di Luca Lembo
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Da Bitritto a Roma la protesta dei precari non si ferma
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ul piede di guerra i call centeristi della Omnia Service Center, operante presso l’EDS di Bitritto. Le proteste, ad oltranza da mesi, sono culminate nella partecipazione al primo sciopero nazionale del settore con dipendenti a tempo indeterminato e precari assieme. Tutti a Roma per la difesa dei loro diritti e contro il dumping, il gioco al ribasso sui costi del lavoro, a danno delle garanzie.La radice del problema è comune alla categoria: assunzione tramite contratti di collaborazione a progetto senza prospettive di stabilità e insufficiente attività ispettiva sul rispetto delle norme da parte delle imprese.I sindacati oggi chiedono di riaprire il tavolo di confronto col Governo che portò l’anno scorso all’emanazione della circolare ministeriale n. 17 del 14/6, c.d. circolare Damiano, il cui risultato fu la stabilizzazione di 24.000 contratti a progetto trasformati a tempo indeterminato. L'accordo riguardò anche le 170 unità dello stabilimento di Bitritto, la cui conquista è di nuovo in
A rischio il posto in occasione delle nuove gare d'appalto
discussione per l’imminente scadenza delle commesse INPS e INAIL di cui l’Omnia Service è appaltatrice e non intenzionata a continuare ad esserlo. Se l’intervento dell’assessorato regionale al lavoro è riuscito ad ottenere la proroga fino a gennaio 2009, non v’è alcuna clausola di salvaguardia in caso di mancata partecipazione alla nuova gara d’appalto. Oltre al danno, la beffa. Il contact center INPS e INAIL è nell'elenco delle cento eccellenze del ministero alla pubblica amministrazione: peccato che l'intero servizio è gestito da enti in outsourcing e assegnato tramite gara d'appalto ad un'azienda privata.
Il disabile integrato di Giovanni Bellino
Un riconoscimento per operatori che non sono dipendenti pubblici!La nuova schiavitù dei call center pare suscitare ben poco clamore: il corteo di Roma, con l’adesione di quattromila giovani lavoratori, è stato la dimostrazione dell’importanza della mobilitazione sindacale, ma le buone notizie finiscono qui. Non v’è stata infatti alcuna risposta dalle istituzioni né interesse da parte della stampa, il percorso di marcia è stato modificato e l’arrivo davanti al ministero non più consentito. Un'emblematica immagine di una politica che non vuole ascoltare.
FUORISERIE
Rimani Ignorante
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egli ultimi giorni frasi come questo titolo riecheggiano di continuo. Basti pensare alla riforma Gelmini che non solo reinserirà il maestro unico alle scuole elementari, ma prevede un taglio di 500 milioni di euro in 3 anni alle università con possibile chiusura di alcuni atenei e la privatizzazione di altri. Ma il problema che voglio mettervi in luce è un altro. Come alcuni sanno mi muovo su una, per così dire, fuoriserie e come tanti altri ragazzi frequento l’università. Fin qui non ci sono problemi, ma ahimè non hanno ancora inventato il teletrasporto. Dunque come faccio a raggiungere la mia università? La prima alternativa è andarci con la mia fuoriserie, ma il problema è che è troppo lenta! La soluzione sarebbe farsi accompagnare da mio padre, ma chi lavora al posto suo?
Non vorrete mica dirmi che i lavoratori autonomi sono capaci di sdoppiarsi! Forse la soluzione sarebbe usare il pulmino del Comune che fino a qualche tempo fa mi accompagnava alle scuole superiori?
Sbagliato, non è di sua competenza! A questo punto forse è meglio alzarsi in piedi e camminare. Ah già, ci vorrebbe un miracolo... Chiusa questa breve parentesi ironica, passiamo al nocciolo della que-
stione: è vero che il Comune non ha competenza in questa circostanza? Nel 1971 con la legge 118 l'articolo 28 prevedeva “il trasporto gratuito dalla propria abitazione alla sede della scuola o del corso e viceversa”
limitandosi a concedere che “sarà facilitata, inoltre, la frequenza degli invalidi e mutilati civili alle scuole medie superiori ed universitarie”; una sentenza della Corte Costituzionale del 1987 però, sancì l’incostituzionalità della legge 118, trasformando quel “sarà facilitata” in “sarà assicurata”. Infine nel 1998 il decreto legislativo n.112 stabilì che spetta alla Provincia occuparsi dell'istruzione secondaria superiore, mentre i Comuni hanno competenza sulle scuole di grado inferiore. Dunque non spetta al Comune, ma alla Provincia. Sta di fatto che la legge non sembra essere chiara. C’è il solito ping pong delle competenze e il sottoscritto continua a non sapere chi lo deve portare in facoltà! Allora il mio dubbio è uno: è mai possibile che si debbano verificare tali situazioni?
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PAESE CHE VAI
Anno VIII n. 6 - Novembre 2008
25 Ottobre 2008 di Mario Rocco Rossini
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ono le 4 e mezza, è ancora buio, un gruppo di signore non più giovanicamminano verso Piazza Umberto. Altre donne davanti ad un uscio: “dove andate, a vendemmiare”? “No. A Roma”. “dal Papa”? “No. Da Veltroni!”. In piazza, la luce della sede del Pd illumina il marciapiede. Con l’immancabile sigaretta Vito è già lì, con Angela e Franca. Il bar ha anticipato l’apertura per noi: ancora un caffè. Oggi pioverà? Non è un problema … abbiamo gli ombrelli. Intanto sono le cinque, arriva il pullman. Nicola: “Ci siamo tutti? Partiamo”. Comincia così il 25 ottobre di quelli che partono da Capurso. Abbiamo voluto che ci fosse anche il nostro paese, con la nostra gente, nel giorno dell’orgoglio democratico. A testimoniare che c’è un’Italia preoccupata per una crisi che si fa sempre più pesante per le famiglie, per chi lavora e, ancora e sempre di più, per chi non lavora. In viaggio il tempo è bello. Gli autogrill sono pieni di pullman. A Roma il tempo è ancora più bello: alle 12 il grande Piazzale dei Partigiani risplende
2° Circolo Didattico “San Domenico Savio” di Capurso
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entili genitori, Abbiamo iniziato il nuovo anno scolastico facendo in modo che i nostri alunni fossero accolti come sempre in un ambiente educativo sereno, lavorando come al solito alla progettazione del POF (Piano dell’Offerta Formativa)della scuola, tenendo conto dei bisogni formativi dei nostri alunni, dei vostri figli. Purtroppo questa serenità è minata dalla preoccupazione destata dai provvedimenti che il governo intende mettere in atto, prima di tutto mettendo mano al funzionamento della Scuola Primaria, cancellando con il decreto 137 del 2008 un modello educativo che da oltre vent’anni prevede un teamdi docenti che opera sulla stessa classe, per ritornare ad un antesignano maestro unico con una riduzione del tempo scuola nonché delle sedi scolastiche. Questo vuol dire un ritorno al passato, dettato esclusivamente dal bisogno di ridurre le risorse destinate alla scuola, nonché un modo di evitare di affrontare i veri problemi della scuola italiana che sicuramente non si risolvono con il maestro unicoe il cinque in condotta. Che dire poi dei tagli previsti per le insegnanti di sostegno? Ritorniamo anche alle classi differenziali e riapriamo le scuole speciali? Noi siamo convinti della necessità di una riforma del sistema scolastico italiano, ma partendo dal presupposto che una riforma debba guardare avanti, proiettarsi verso il futuro e non come pare stia avvenendo ritornando ad un passato in cui il maestro unicoha rappresentato un modello valido si, ma per la società di cinquant’anni fa. Dopo la Scuola Primaria il governo intende occuparsi della Scuola dell’Infanzia, riducendo anche qui il tempo scuola, aumentando il numero
Da Capurso al TG3 Racconto di una bella giornata
di bandiere del PD. Striscioni e cartelli della Liguria mischiati a quelli dell’Emilia. Si mischiano e si scambiano anche i panini e le focacce con i molto richiesti i taralli pugliesi. Arrivano sorridenti i deputati: Bordo, Mastromauro, Realacci. Buon segno. Ecco Sergio Cofferati, davanti allo striscione di Bologna. Ma la giornalista del TG3 viene da noi, per conoscere da Carmela del perché della protesta. “Veniamo da Capurso, in pro-
vincia di Bari. Siamo qui per il futuro dei nostri figli, di tutti i giovani. Ma anche per il nostro. Perché ormai sta diventando impossibile andare avanti anche per chi ha 50 anni ed ha un lavoro. Non parliamo poi di chi quel lavoro, a 50 anni, ha la disgrazia di perderlo! E il Governo che fa? Con i nostri soldi paga i debiti delle banche, gli stipendi non aumentano e con i tagli vuole distruggere la scuola”. Veramente brava la nostra Carmela, con Caterina, ad affrontare la telecamera ed il microfono . È la loro giornata. Ma è anche la giornata dell’altra Carmela, il presidente del Consiglio Comunale, che incurante di una sciatalgia, ha voluto essere con noi. Intanto la grande piazza è stracolma ed il corteo è costretto ad anticipare la partenza. Noi aspettiamo ancora che arrivi finalmente, il treno speciale da Bari. Ci infiliamo quindi tutti insieme nel corteo. È un fiume turbolento di gente, bandiere e striscioni. All’inizio è difficile tenerci vicini. Poi diventa una festa: salti e cori. Il vernacolo barese si rivela efficace per esprimere le nostre osservazionisu
Lettera aperta degli insegnanti ai genitori
CAPURSO
Berlusconi, Tremonti, Gelmini e Brunetta. Senza accorgercene arriviamo al Circo Massimo e c’e una sola sensazione: la meraviglia! Quasi a perdita d’occhio è il mare di gente, bandiere, palloncini. Ci sediamo sulla scarpata dell’antico stadio. Le gambe delle non più giovanisignore che sono con noi, e non solo le loro, reclamano clemenza. Iniziano gli interventi: lo studente, l’insegnante, il precario, l’immigrato di colore. In maniera efficace ed emozionante è la rappresentazione di un’emergenza sociale e culturale. Infine, il segretario nazionale: “l’Italia è un paese migliore di chi la governa”, e l’applauso s’accende nell’immenso stadio. Il discorso di Veltroni è un susseguirsi di emozioni che genera fiducia. Anche la stanchezza sembra scomparire e ci sentiamo tutti pronti a riprendere il cammino. E, tornando a Capurso, nel pullman la zia Lucia, 67 anni, ci dice: “la prossima volta avvisatemi prima, che devo fare la focaccia”. Il giorno dopo, alla Messa della Domenica, per Carmela e Caterina è il trionfo: “brave!”. www.mariorocco.rossini@gmail.com
di alunni per classe ed eliminando la compresenza dei docenti. Con questa lettera noi non intendiamo proporvi aprioristiche considerazioni bensì aprire un dibattito che coinvolga tutta la comunità educante, al di là di sigle sindacali o gruppi di appartenenza politica. Crediamo che se ci si pone l’obiettivo di costruire una scuola pubblica in cui ogni bambino o ragazzo possa realizzare uno dei suoi diritti inconfutabili cioè quello della educazione e della formazione, noi, genitori ed insegnanti,dobbiamo riappropriarci di un diritto che nessun decreto potrà mai toglierci: il diritto di dire la nostra! Documento approvato all’unanimità dal Collegio dei Docenti in data 1/10/2008
Capurso -2° Circolo Didattico
I genitori bocciano il Ministro
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rande ansia fra i genitori dei bambini del 2° Circolo Didattico di Capurso per le ricadute negative della riforma Gelmini. Numerosi, hanno dato vita ad un’assemblea convocata dalla Presidente del Consiglio di Circolo Maria Pia Porcelli. Mercoledì 22 ottobre quindi, genitori a scuola per confrontarsi sui contenuti del Decreto e per concordare le iniziative più opportune da intraprendere. Invitato dai genitori, anche il prof. De Luca, Dirigente della scuola, portando il proprio contributo ha espresso le proprie preoccupazioni per le conseguenze pratiche. In sintesi: meno insegnanti, più alunni per classe. Inoltre, diminuirà la competenza specialistica quindi l’insegnamento dovrà essere più generico, tagliando gli approfondimenti. Indignazione e preoccupazione i sentimenti più diffusi. Gli interventi si susseguono: “La sola logica della riforma è il risparmio”. “Aumenterà il divario tra i poveri e i ricchi, che potranno pagarsi la privata”. “Meno 20% di socializzazione, meno informazioni, … vogliono un cervello più piccolo?”. “I bambini svantaggiati saranno i più penalizzati”. “Dovremmo andare tutti a Roma con gli insegnanti … ma come facciamo coi bambini?”. La passione si mischia con la competenza negli interventi,
fra gli altri, della Presidente Porcelli, di Enza Ferrara, di Antonella Perlino, di Gianni Cuscito e di Giovanni Girone (ci perdonino gli altri). La conclusione è: piena adesione alla mozione di protesta degli insegnanti, già approvato dal Consiglio di Circolo, ed elaborazione di un volantino di informazione dettagliata da utilizzare per informare in maniera capillare le famiglie. L’impegno: “non ci fermeremo!”. C’è da credergli, vista che in prevalenza sono mamme. Mario Rocco Rossini
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PAESE CHE VAI CASAMASSIMA
La Centrale a Biomassa
di Adriano Bizzoco
Dall’Amministrazione comunale e dall’intera cittadinanza un coro di NO alla centrale elettrica a olio di palma
“L’
intera Comunità di Casamassima respinge l’ipotesi di creazione dell’impianto in oggetto e attuerà tutte le forme di protesta per scongiurare la realizzazione di tale iniziativa”. Questo il passaggio principale dell’Ordine del Giorno approvato all’unanimità nel corso della seduta monotematica tenutasi il 16 ottobre presso il Consiglio Comunale di Casamassima. Un parere inequivocabilmente contrario alla richiesta di autorizzazione per la realizzazione di una centrale a biomassa per la produzione di energia elettrica in territorio comunale; una decisione netta e partecipata, che unisce maggioranza e opposizione nella chiara rappresentazione
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di quella che è la volontà della comunità e delle associazioni operanti sul territorio. Ma andiamo con ordine e ricostruiamo brevemente la vicenda. Il progetto parte in data 11 giugno 2007, con la presentazione all'Assessorato per lo Sviluppo Economico - Settore Industria Energetica - della Regione Puglia di un'istanza per l'autorizzazione alla costruzione di un centro di produzione di energia elettrica da parte del consorzio CEM. L'impianto, che prevede la costruzione di una centrale ad olio vegetale con potenza elettrica di 24 megawatt e relativi depositi di stoccaggio
per il combustibile, troverebbe la sua collocazione all’interno nel territorio di Casamassima. È così che comincia a muoversi la macchina del dissenso tra la popolazione, sino a quando, nel luglio scorso, l'Assessorato all'Ecologia della Regione Puglia, rivendica la competenza legata al proprio settore per il rilascio della Valutazione d'Impatto Ambientale, invitando di fatto il settore Industria Energetica a sospendere la procedura in corso. A complicare ulteriormente le cose per il CEM ci pensa il “Regolamento degli impianti di produzione di energia alimentati a biomasse”, approvato dalla Regione Puglia il 14 luglio, con il quale l’ente specifica che in presenza di aree agricole, sono ammessi solamente centrali le cui biomasse siano ricavate tramite filiera corta, ovvero attraverso la coltivazione/produzione in loco; un requisito, questo, palesemente disatteso dal progetto targato CEM, considerando l’assenza di palmeti in territorio casamassimese, a fronte di una spiccata caratterizzazione agricola. Negli stessi giorni alcuni cittadini particolarmente attivi decidono di fondare un comitato intitolato “A.P.I.CI”, acronimo
di Assemblea Permanente di Interesse Cittadino, il cui primo obiettivo è quello di organizzare un’opposizione civile e diffusa al progetto della centrale; poco tempo dopo il comitato si dedica ad un’opera di volantinaggio tesa alla sensibilizzazione della cittadinanza sul tema, e contestualmente avvia la raccolta firme contro il progetto CEM. A questo punto l’intero paese sembra solidamente schierato contro la realizzazione dell’impianto e si arriva ai giorni nostri, con la convocazione del Consiglio Comunale monotematico. "Gli interventi politici di maggioranza e opposizioni sembrano seguire un unico filo conduttore, seguiti a stretto giro dai due ospiti chiamati a fornire delucidazioni tecnico-scientifiche sulla situazione: il dott. Pietro Perrino, dirigente del dipartimento di ricerca del CNR ed esperto in materia di produzione elettrica da biomasse, e dall'ing. Giuseppe Gravina, dirigente dell'ARPA Puglia". La seduta si conclude con la lettura di un comunicato da parte del comitato cittadino A.P.I.CI. in cui si esprime formalmente la contrarietà da parte della popolazione casamassimese circa il progetto, a cui segue la votazione unanime sull’Ordine del Giorno di cui sopra.
PAESE CHE VAI CASSANO di Emanuele Cavallone
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assano. Mattino. Interno del pullman dei pendolari. A: “Ciao, Gino, come stai?” B: “Buongiorno, come vuoi che
stia? È lunedì, si ricomincia una settimana di lavoro, sono ancora mezzo addormentato, …, come vuoi che stia?” A: “Beh, dai, devi essere ottimista! Hai dormito un’ora in più …” B: “Seeee, vedrai! M’ hanno fatto andare a letto all’1,00 stanotte, per la laurea di mia figlia, che si è laureata sabato …” A: “Ah, è vero, m’ero completamente scordato. Auguri!” B: “Grazie A: “ Allora hai avuto da fare tutto il fine settimana. Io invece sono andato a Roma, alla manifestazione del PD. È stata una cosa bellissima! Credimi, Gino, un mare di gente che non finiva mai …” B: “Sì, bella roba!” A: “Come, bella roba!” B: “Ma quanti credi che siano andati lì spontaneamente, o non piuttosto “calorosamente” invitati e magari anche con biglietto pagato; e quanti credi che siano andati lì solo per farsi una gitarella a Roma tutto compreso?” A: “Beh, io c’ero e ti posso garantire che questa sensazione non l’ho minimamente
Dialogo tra un manifestante del Circo Massimo e un berlusconide percepita. Anzi erano tutte persone che si sono alzate all’alba o addirittura a notte ancora fonda per essere lì a Roma, per la manifestazione. Non si parlava che di politica e non ho incontrato nessuno che parlava di cose diverse dai temi della manifestazione. I vari gruppi provenivano da tutte, ma proprio tutte le parti d’Italia, si integravano, si intersecavano e c’era una gran voglia di ascoltarsi e scambiarsi opinioni. E non credo proprio che erano 2 o 300 mila persone, forse neanche 2 milioni e mezzo, ma dire che erano 300 mila significa insultare tutte quelle persone. E poi, ti sembra normale che una donna si sobbarca un viaggio da Trieste a Roma o da Gela a Roma con figli piccoli, pannolini e biberon solo per farsi una gita?” B: “Sono dati della Questura e sono dati ufficiali. Ma poi dico: Berlusconi è stato votato dagli Italiani, gli Italiani vogliono che governi, e fatelo governare! E’ inutile riprenderlo su ogni punto e virgola che dice. Fra cinque anni vedremo se è da bocciare o da promuovere”. A: “E sì, e nel frattempo ha governato
esclusivamente “sibi et suis” ed avrà finito di distruggere quel poco che è rimasto dell’Italia e degli italiani. E poi, al di là del merito c’è anche un metodo che non è accettabile: perché Berlusconi vuole governare a colpi di decreto? Perché ogni volta che viene criticato, prima smentisce e poi smentisce la smentita? ”. B: “Anche a me l’uomo Berlusconi non piace, ma oggi non c’è alternativa. Prodi (per dirla con le tue parole) quanto ne stava lasciando di Italia agli Italiani? Eravamo completamente fermi dal punto di vista economico. E i discorsi di Giordano te li sei scordati? Togliere ai ricchi per dare ai poveri (leggi: per dare ai veri fannulloni, che votano a sinistra e vogliono essere solo assisiti)! Era questa la politica economica del Governo Prodi? Se era questa, beh ti dico francamente che non ci sto, perché io mi sono fatto un c… così da quando avevo 18 anni e da circa una ventina d’anni a questa parte ho sempre visto scemare il mio potere d’acquisto, ma ora basta! Voglio qualcuno – decisionista o non decisionista non
me ne può fregare de meno – che mi permetta di riprendere il vecchio status, il mio vecchio potere economico. Degli altri non me ne frega assolutamente niente. E Veltroni secondo me è solo il tappeto sotto cui si tenta di nascondere le macerie di Prodi”. A: “Bravo, bel discorso. Tu stai facendo come quello che sull’orlo di un burrone, non avendo via di uscita, si butta e la fa finita. Gli psicologi la chiamano “L’attrazione fatale dell’abisso”. Invece devi ragionare e capire che la perdita del tuo potere d’acquisto proviene da molto lontano, da quello che Glyn chiama “il capitalismo scatenato”, che – a partire dagli anni ’80 - sta distruggendo tutte le conquiste sociali a vantaggio di una piccola elite sempre più avida. Negli anni ’70 la differenza di stipendio fra un manager ed un impiegato era di 20 a 1; oggi è di 400 a 1 (questi sono dati della Banca d’Italia). Non ti dicono niente questi dati? Non ti accorgi che Berlusconi lavora per sé e per chi fa parte dell’elite? Non ti accorgi che tu stai finanziando con il tuo appoggio e con il tuo “me ne frego degli altri” proprio quella elite che se ne frega di te e ti ripaga solo con qualche briciola? Come puoi ottenere così l’aumento del tuo potere d’acquisto, se tu non rientri nei piani di Berlusconi … et suis?
PAESE CHE VAI
Anno VIII n. 6 - Novembre 2008
Buon successo di partecipazione per la prima edizione della festa del partito Democratico a Cellamare
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nche a Cellamare si è tenuta la festa democratica organizzata dal Coordinamento del Partito Democratico cellamarese guidato dal giovane consigliere comunale, Gianluca Vurchio. Al dibattito politico, tenutosi in Piazza Don Bosco, nel borgo antico, sono intervenuti l’On. Francesco Boccia,componente commissione bilancio e programmazione della Camera, l’On. Dario Ginefra, segretario provinciale Bari del PD e componente della commissione cultura della Camera ed il Sindaco di Cellamare Michele Laporta. Diversi i temi trattati, come il disegno di legge sul federalismo fiscale e la nuova riforma della scuola Nella sua relazione introduttiva il coordinatore cittadino Vurchio oltre che toccare
CELLAMARE
Anche a Cellamare Democratici in festa Il giorno di ferragosto mentre tutti festeggiavano incombeva una tragedia che ha quasi sfiorato una strage. i temi dell’attuale politica nazionale e regionale ha fatto anche il punto della situazione dell’attività amministrativa sottolineando i numerosi obiettivi raggiunti dall’attuale Amministrazione Comunale; dal recupero e risanamento del centro storico, alla valorizzazione dell’identità, della storia e delle tradizioni locali (messa in sicurezza archivio storico, corteo storico, sagre prodotti tipici, gemellaggio con la città di Martos), dal miglioramento degli edifici scolastici
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esistenti e dal potenziamento dei servizi scolastici (nuovo scuolabus, servizio mensa, sostegno scolastico con i volontari del servizio civile) alla realizzazione della nuova scuola elementare, dalla trasformazione di diverse piazze del paese da semplici slarghi stradali in luoghi di incontro e aggregazione, alla sistemazione di oltre l’80% della viabilità cittadina, dall’approvazione definitiva del Piano Insediamenti Produttivi da parte del Consiglio Comunale e della Giunta Regionale, da realizzarsi da un concessionario privato (27milioni di euro) individuato tramite project financing, alla realizzazione di una struttura ricettiva (TerrAlta Hotel) con annesso centro sportivo polivalente (8milioni di euro) attraverso lo sportello unico e conferenza di servizi Grande attenzione al mondo giovanile e dell’associazionismo (da 4 associazioni nel 2004, alle attuali 14); miglioramento della zona sportiva (torri faro, nuova recinzione) e completamento assicurato dai 3milioni di euro messi a disposizione dal concessionario del PIP; Bollenti Spiriti nel Castello Caracciolo con il laboratorio
Ciber-Lab; Telecentro e Biblioteca Comunale; numerosissimi eventi culturali, musicali, teatrali, sportivi, enogastronomici che hanno richiamato curiosi e visitatori dai paesi limitrofi e dal capoluogo; informazione e partecipazione dei cittadini attraverso conferenze, dibattiti, bollettino comunale, sito internet istituzionale costantemente aggiornato. Grande attesa, ma notevole ottimismo, per il PIRP presentato alla Regione che consentirà nei prossimi anni di realizzare opere pubbliche attese da oltre 40 anni, quale il nuovo complesso parrocchiale, il parco comunale, la nuova scuola materna, la sistemazione dell’area mercatale, piste ciclopedonali, sistemazione delle aree a verde pubblico già esistenti. Presentato anche il progetto per l’asilo nido all’Assessorato Regionale alla Solidarietà, mentre nel Piano Strategico Metropoli Terra di Bari è inserito il progetto di completamento della ristrutturazione del Castello Caracciolo. “Sulla base di questi inequivocabili risultati - ha concluso Vurchio nel suo intervento - all’unanimità il coordinamento cittadino e il gruppo consigliare del PD esprimono il loro convinto apprezzamento nei confronti dell’operato della Giunta e del primo cittadino e manifestano pubblicamente la volontà di candidare a Sindaco di Cellamare alle amministrative della prossima primavera Michele Laporta nel segno della continuità, della crescita e dello sviluppo”. “Sono pronto” ha risposto il Sindaco.
Approvato il conto consuntivo. Cellamare chiude in attivo i conti del 2007, ma quanta fatica… di Marcello Cavalli
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amministrazione comunale approva il suo conto consuntivo e chiude in positivo il rendiconto 2007 con un utile di 216mila euro.“Va evidenziato - afferma l’assessore alle finanze Marco Visceglia- che diversi programmi previsti nel 2007 hanno
Laporta: “Per noi amministratori è sempre più dura, il Governo è lontano dalla realtà”
vincoli e obiettivi che devono rispettare i comuni con 500mila abitanti. Sarebbe stato necessario graduare l’incidenza di tali vincoli in base alle dimensioni demografiche dell’ente e quindi alla sua capacità finanziaria. Nei piccoli comuni continua il Sindaco - gli amministratori garantiscono il buon funzionamento delle istituzioni anche e soprattutto attraverso sforzi e sacrifici Michele Laporta, Sindaco di Cellammare personali e familiari. La mia indennità è di appena 620euro (avendo provfatto registrare un elevato grado di realizza- veduto negli anni a diverse decurtazioni, zione. Se poi si focalizza l’attenzione sulla anche per gli assessori, per garantire la pergestione della spesa corrente si può sostenere manenza di servizi ai cittadini).La dotazione che quasi tutti i programmi hanno fatto organica dell’ente dovrebbe essere di 28-30 registrare un grado di realizzazione molto dipendenti, invece ne abbiamo appena 14, vicini al 100%”.“Possiamo dire insomma – compresi i vigili. Cellamare è il paese della prosegue l’Assessore - che questa amministra- provincia di Bari che ha registarto il maggior zione ha realizzato a pieno i programmi incremento demografico pari al 200%. ciò ha preventivati riguardanti la gestione della spesa comportato un aumento di bisogni e quindi corrente. Inoltre attraverso una strategia di di spese mentre i trasferimenti dello stato sono continuo contenimento e di attenzione rigorosa andati progressivamente diminuendo. Ora sulle spese attivate, si è realizzato un conside- anche l’entrata più importante per il nostro revole risparmio di spesa determinando un comune, ovvero l’ICI sulla prima casa è stata avanzo di amministrazione che ha superato eliminata e non si sa come e quando sarà i 200mila euro.”“Purtroppo - precisa il Sindaco rimpiazzata. Chi governa purtroppo, quando Michele Laporta- i vincoli e gli obiettivi legifera, non si rende conto delle difficoltà imposti dal patto di stabilità interno ci con- quotidiane che affrontano gli amministratori, sentiranno di poter utilizzare solo una minima soprattutto nei piccoli comuni, che devono parte di tale salvadanaio. Continuo a sostenere rispondere direttamente alle istanze e ai bisogni e a fare appello ai nostri parlamenatri che dei cittadini. è ingiusto e iniquo che Cellamare, avendo C’e’ purtroppo, molto distacco tra chi superato di poco i 5000 abitanti (soglia al di legifera o meglio chi ”decreta” e chi vive sul sotto della quale i comuni sono esonerati dal territorio a fianco dei cittadini, meriteremmo patto di stabiltà) sia sottoposta agli stessi invece di essere maggiormente ascoltati.”
Ancora buone notizie sul fronte del Piano Urbanistico Generale di Cellamare
PUG, la Regione ci crede: in arrivo 12mila euro di Carlo Piccolo impegno dell’Amministrazione Comunale di Cellamare nella redazione del Piano Urbanistico Generale (ex PRG) è confermato anche dallo stanziamento a favore del Comune di un finanziamento da parte della Regione Puglia dell’importo di 12mila euro per la informatizzazione del redigendo PUG. Infatti il Comune di Cellamare su iniziativa dell’Assessore all’Urbanistica Giovanni Digioia a maggio scorso, con il supporto dell’ufficio tecnico comunale, partecipava al bando regionale sulla informatizzazione dei piani urbanistici generali nell’ambito del sistema informativo territoriale (SIT). Nel luglio scorso la Regione rendeva pubblico l’elenco dei Comuni ammessi a finanziamento tra cui solo Cellamare e Monopoli erano quelli ammessi nella provincia di Bari.“Tale iniziativa - afferma l’Assessore Di gioia - permetterà di rendere più trasparenti i processi di pianificazione, migliorare l’organizzazione degli elaborati del PUG, fornire ai cittadini servizi più rapidi ed efficienti. Intanto i tecnici incaricati della redazione del nuovo strumento di pianificazione territoriale cellamarese, stanno predisponendo il Documento Preliminare Programmatico da sottoporre alle valutazioni dell’Amministrazione Comunale e dell’intera cittadinanza.
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PAESE CHE VAI NOICATTARO Contratto di quartiere verso la realizzazione: per Noicattaro una svolta importante di Cristiano Marti
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Contratto di quartiere: Noicattaro disegna il suo futuro
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oicattaro sembra pronta per un ulteriore salto di qualità. Dopo le opere di valorizzazione e costruzione che hanno visto protagoniste diverse zone della città (fra cui il centro storico) l’amministrazione presenta le opere previste nel Contratto di quartiere. “È uno strumento tecnico finanziario - ci spiega l’Arch. Vincenzo Lasorella, responsabile del progetto- approvato dallo Stato centrale, che prevede il recupero delle periferie degradate dotandole di servizi necessari alla residenza, come zone di verde o servizi di tipo secondario.” Un programma complesso in ambito urbano che prevede la compartecipazione di diversi soggetti attuatori come imprese, cooperative, privati (oltre naturalmente all’intervento finanziario di Stato e Regione che ammonterà a circa cinque milioni di euro). Per la scelta delle opere da realizzare l’amministrazione ha interpellato direttamente i cittadini e le associazioni attraverso forum, per meglio valutare le diverse esigenze. “È emersa - sostiene l’Arch. Lasorella- una forte richiesta di aree verdi attrezzate: richiesta che sarà soddisfatta. Il nostro progetto ha per filo conduttore il collegamento della Lama S. Giorgio e della Lama Giotta: su quest’asse prevediamo la costruzione di piste ciclabili, il recupero dell’area verde di Via Incoronata e della zona Chiesa del Soccorso, un parcheggio all’aperto, un cinema-teatro da 450 posti, una zona di residenze pubbliche con piazza e negozi; oltre alla creazione di un centro di aggregazione giovanile al posto del Mercato coperto e la costruzione di un’area sportiva attrezzata intorno al Palazzetto dello Sport.” La parte sperimentale del Contratto sarà il Centro residenziale per anziani e giovani coppie, la cui costruzione è prevista con biotecnologie quali l’utilizzo del fotovoltaico e di strutture fonoassorbenti. L’Arch. Lasorella parla anche di una vasta area nella zona est della città dove sarà realizzato uno spazio
Grande successo di partecipazione per la seconda edizione della settimana della cultura scientifica di Michele Ciavarella
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è tenuta a Noicattaro, dal 9 al 18 ottobre, la seconda edizione de “IL LIBROSCOPIO. SETTIM A N A D E L L A C U LT U R A SCIENTIFICA”. La prima edizione, realizzata con grandissimo successo di pubblico nell’ottobre 2007, ha visto il coinvolgimento delle scuole primarie e secondarie e di numerose Associazioni culturali della provincia. L’edizione dello scorso anno è stata caratterizzata da eccellenti occasioni di scambio tra società civile ed esperti nel settore scientifico, al punto che è stata unanime la proposta di ripproporre la “settimana della cultura scientifica” a Noicàttaro, come appuntamento reiterato annualmente, per la divulgazione scientifica e per la riflessione teorico-filosofica sulle problematiche emergenti. Nella seconda edizione della settimana scientifica, dunque,si sono ancora analizzati i riscontri della ricerca e del “progresso” scientifico nell’attualità; è stata favorita una comunicazione tra cultura scientifica e cultura umanistica, con l’obiettivo di abbattere inutili barriere settoriali, in favore di una più vivace crescita comune; si sono svolte riflessioni sul ruolo di scienza e tecnologia, e specialmente è stata importante e ha ancora ampiamente coinvolto gente di tutte le età, l’attuazione pratica di teorie e studi scientifici. Tra gli ospiti di quest’anno: Giuseppe Laterza, Presidente Associazione Presìdi del Libro, Corrado Petrocelli, Magnifico
Un paese più verde e più vivibile grazie ad un progetto di avanguardia
dotato di plateatico per mercato settimanale e giostre nelle ricorrenze, area che sarà dotata anche di palazzo congressi.Queste, dunque, le opere progettate: “Secondo le stimecomunica orgoglioso il resposabile del Contratto- Noicattaro supererà la soglia minima imposta dalla legge di 9 metri quadri di verde pro capite, collocandosi, in futuro, al livello delle città del nord Europa.”Per quanto riguarda i tempi di avviamento delle opere il Comune di Noicattaro sembra lanciatissimo verso la piena realizzazione dei progetti: “Siamo in linea con i tempi della Regione- prosegue l’architetto che prevedono la trasmissione dei progetti esecutivi e l’appalto di almeno un’opera entro aprile-maggio 2009. Noi abbiamo già iniziato i lavori di ampliamento della Scuola Caldarazzo e avviato la procedura d’appalto per la risistemazione delle aree verdi della zona Chiesa del Soccorso.”In realtà la scelta di destinare i finanziamenti alle zone periferiche della città potrebbe apparire come un atto di disattenzione verso il centro storico, da sempre oggetto di scontri e critiche politiche, ma così non è. “La scelta - risponde il responsabile del progetto - è derivata dal fatto che abbiamo contestualmente avviato un piano di rigenerazione strategica del centro storico (zona della ex ferrovia), il quale è stato ultimato ed è oggi all’esame del Consiglio Comunale.” Di qui la presentazione di un PIRP (strumento tecnico finanziario della Regione) che prevede la realizzazione di urbanizzazioni primarie e secondarie proprio nella zona della ex ferrovia.Si legge, dunque, equilibrio nelle scelte progettistiche di un’Amministrazione che ad oggi, nel Piano strategico di Bari 2015, figura al terzo posto fra tutti i comuni partecipanti come capacità di cantierizzare progetti di opere pubbliche, la cui realizzazione richiederà almeno dieci anni. L’importante però è essere partiti.
IL LIBROSCOPIO: la scienza a portata di mano Rettore Università di Bari, Guido BAR- sull’acceleratore di particelle, recentemente (in occasione del bicentenario della BUJANI(Università di Ferrara); Andrea oggetto in Italia, a ben vedere, di inutili nascita del grande naturalista britanPILASTRO e Maria Berica RASOTTO fobie collettive provocate dai mass media. nico); Energia – Clima – Ambiente. (Università di Padova).Il “Libroscopio” Centinaia di bambini, giovani e adulti Il progetto si è articolato in due fasi: ha avvicinato tutti a tematiche spesso sono stati avvicinati inoltre all’esercizio Incontri con autorevoli testimoni del sottovalutate, ma di largo rilievo e in- pratico, attraverso laboratori guidati da nostro tempo e Laboratori didattici teresse, e d’inaspettato riscontro nella ricercatori provenienti da dipartimenti interattivi realizzati in tutta la giornata quotidianità. universitari di Bari e altre città italiane.In di sabatoottobre, con l’allestimento, tra Il progetto ha dimostrato, come si particolare, nel corso della seconda edi- la Piazza Umberto I e il Palazzo della proponeva tra i suoi fondamentali obiettivi, zione sono stati affrontati i seguenti temi: Cultura, di numerose postazioni dotate il fatto che la Scienza non sia solo Darwin e le Teorie dell’Evoluzione di importanti strumentazioni scientifiche “proprietà degli scienziati”, ma appartenga nelle quali docenti, ricercatori ed esperti piuttosto a tutti, e in quanto tale possa provenienti da varie università italiane diventare anch’essa motivo di aghanno guidato gruppi di ragazzi e adulti gregazione sociale, condivisione in vari percorsi di conoscenza e di e crescita culturale. Non a caso sperimentazione concreta. tutti gli incontri si sono svolti La settimana della cultura privilegiando, dopo le conscientifica ha quindi senza ferenze di illustri esponenti dubbio confermato, per il del panorama scientifico secondo anno, la sua imnazionale, il dialogo con portanza divulgativa, grazie la gente. a un’attiva partecipazione Il confronto con il di pubblico, che ha affollato pubblico presente, infatti, numerosissimo gli incontri. è stato l’elemento vitale dei Merito della grande umanità convegni, e li ha resi redel progetto e di chi l’ha almente formativi per tutti. voluto e promosso, e merito Di enorme importanza soprattutto dei ricercatori la videoconferenza con gli invitati, che hanno avuto scienziati pugliesi presenti la capacità di rompere a Ginevra, i quali hanno le barriere del pregiudizio spiegato a un pubblico collettivo, rendendo acScienziati e intellettuali a colloqui con studenti e curiosi, interessatissimo i meccessibile a tutti, esperti canismi dell’esperimento e non, il loro messaggio. una manifestazione di grande valore culturale
PAESE CHE VAI
Anno VIII n. 6 - Novembre 2008 L’assessore regionale si impegna a costruire una nuova struttura in via Auricarro - di Leo Maggio -
V
PALO DEL COLLE
Poliambulatorio: l’impegno di Tedesco
arcato un cancello, lungo un vialetto in cemento che si snoda fra gli alberi di un’antica pineta, si giunge al poliambulatorio di Palo del Colle, allestito nei locali di un ex dispensario. Un corridoio centrale che funge da sala d’aspetto mette in comunicazione i pochi e stretti locali a disposizione. Qui si alternano undici specialisti che condi-
di plastica ci suggerisce l’idea che molta gente preferisce aspettare fuori il suo turno. Anche d’inverno. Ci confondiamo fra i pazienti in attesa e incontriamo Giuseppe Guida, impiegato, sindacalista della Fials: “La struttura che ospita il poliambulatorio non è adeguata né dal punto di vista logistico e nemmeno da quello igienico. È un limite anche per la
vidono le stesse stanze. Tre infermiere per l’intera struttura reggono a fatica il peso di un lavoro estenuante, fra le intemperanze dei pazienti e il disagio di un limite logistico insormontabile. Sul muro, il rotolo con i numeri, come l’ufficio postale o la salumeria. Mentre col passare del tempo l’aria si fa irrespirabile. Lungo il viale, una copertura
fornitura di visite specialistiche. Con più spazio potremmo offrire servizi più efficienti e abbattere le liste di attesa”.La considerazione è condivisa dal dott. Pietro Cavalli, dirigente medico del Poliambulatorio: “Avremmo bisogno di almeno 800 metri quadrati e in passato il già dirigente di questo distretto locale, il dott. Bux si impegnò a cercarli ma senza
- di Giovanna Cutrone -
Si
è svolta presso la sala consiliare del Comune, la Cerimonia ufficiale del Gemellaggio che vede il nostro paese e la città greca di Markopoulo promettersi reciproca amicizia e fratellanza. È nell’amministrazione Mugnolo che questa iniziativa prende corpo ed è ad allora che risalgono i primi contatti fra le due amministrazioni. Un gemellaggio si propone di far condividere la crescita sociale, economica e culturale dei due enti gemellati avendo, all’origine, punti in comune nei quali riconoscersi e confrontarsi. E favorire, allo stesso modo, lo scambio e la conoscenza di quelle realtà che invece li contraddistingue. Palo del Colle e Markopoulo sono entrambi caratterizzati da una economia a base agricola, ma che vede in crescente sviluppo il settore elettronico e delle telecomunicazioni. Nel novembre 2007, il Comitato Gemellaggi promuove una visita nel comune greco per proseguire nella formazione dell’accordo tra le due cittadinanze, e nel consiglio comunale di settembre, il gemellaggio assume valore ufficiale con la firma dell’atto. Presenti naturalmente entrambi i sindaci nonché una delegazione del comune di Biebesheim, città anch’essa gemellata con Palo da ormai oltre vent’anni, e il sindaco di Bari Michele Emiliano in qualità di Presidente dell’AICCRE, Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni. L’ormai consolidato gemellaggio con Biebesheim ha come carattere costitutivo la presenza di emigranti palesi che nella città tedesca formano una vera e propria
fortuna perché qui a Palo locali così grandi non ci sono.”A corredo, non mancano le esperienze dei cittadini. Storie di ordinario disagio che si intrecciano con una rete di servizi sociali poco funzionale. Mauro, impiegato, un figlio disabile, punta il dito proprio sulla lentezza della macchina burocratica, a suo dire, troppo macchinosa, con personale poco competente e per niente in sintonia con i problemi della gente. “ Ho presentato una richiesta al comune per un servivio di trasporto che consenta a mio figlio di andare a Bitonto per la fisioterapia. Mi hanno detto di aspettare. Ma cosa? E dopo tanti giorni sono ancora in attesa di una risposta”. Allarga le braccia i l S i n d a c o Vi o l a , c h e sull’argomento interviene per spiegare che “gli appelli e le richieste presentate al Comune per le urgenze sociali ed economiche riguardanti lo stato di salute, vengono inoltrate in un ufficio comunale composto da quattro persone. Non è una giustificazione ma la realtà. Invito i cittadini a partecipare, il pubblico non è una controparte”. Alessandro, pensionato, il dramma di un figlio con problemi psichici e la beffa di un paese insensibile al suo disagio e avaro di risposte alle sue necessità. “Con un poliambulatorio e una struttura che ospiti
il Centro di Salute Mentale non avremmo la necessità di andare sempre a Bitonto. Con una struttura che lo accolga, mio figlio non passerebbe il suo tempo per strada”.Mimmo, invece, è stato costretto ad acquistare un fax:” mio padre”, dice, “segue delle terapie anticoagulanti e per stabilizzare la sua patologia abbiamo la quotidiana necessità di informare il medico sui risultati delle sue analisi. Al poliambulatorio non è possibile trasmettere i risultati perché il fax non funziona.” Dall’altra parte del paese, l’Ufficio Igiene, Vaccinazioni e Servizio Veterinaro, naviga in acque più tranquille dopo la burrasca dei mesi scorsi quando la mancata nomina di una nuova infermiera ha mandato nel caos servizi e struttura, mettendo in allarme specialmente i genitori che dovevano vaccinare i figli. Secondo il dott. Oronzo La neve, dirigente medico della struttura: “dirigere con pochi mezzi non è facile. Ora abbiamo, finalmente, una nuova e valida infermierara e razionalizzando il sistema siamo diventati più efficienti. Ma i locali sono angusti e la privacy non è assolutamente garantita. Avremmo bisogno di un impiegato amministrativo in pianta stabile per il disbrigo di pratiche inevase da oltre due mesi ma i budget sono bassi. Noi chiediamo che la sanità italiana sia pubblica ma se i servizi sanitari non sono efficienti la gente va da privati”.
Palo gemellata con una città greca, alla cerimonia presente anche il Sindaco di Bari Emiliano
sindaco Luigi Viola, che profonde ringraziamenti e auspica che tale legame possa essere l’inizio di una sincera collaborazione fra i due paesi. Segue l’intervento di Michele Emiliano che, prescindendo dal contesto locale, evidenzia come ogni, se pur piccola cittadinanza, è parte integrante di una vasta comunità come l’Europa: “le due città potranno avere futuro solo in una Europa forte e libera”. La parola è data ai consiglieri comunali che all’unisono accolgono con favore e entusiasmo il rapporto di collaborazione sancito tra le due città, ma dai loro interventi, largamente impregnati di convenevoli istituzionali, difficilmente traspare una loro idea su come questo rapporto possa trovare effettiva attuazione, come le due realtà accomunate dallo spirito di collaborazione ma distinte per altrettanti usi e modi consuetudinari, possano superare le difficoltà di ordine pratico, e sfruttare questa opportunità di crescita collettiva. Agli uffici comunali il compito di indirizzare e consigliare qualsiasi cittadino intenzionato a cogliere l’affascinante opportunità che una città gemellata può offrire.
Palo e Markopoulo: è nata un’amicizia
comunità, ha quindi una vocazione prettamente turistica che permette alle diverse generazioni di ricongiungersi e di scambiarsi cultura e tradizioni. A conferma di ciò il sindaco Luigi Viola ci spiega: “Con Biebesheim il tutto nasceva dalla fratellanza dei cittadini con la comunità palese lì insediata. Questo nuovo gemellaggio con Markopoulo è pensato invece per favorire
l’opportunità di mettere le due cittadinanze nelle condizioni di avviare rapporti commerciali con prodotti artigianali e tipici del nostro paese; ma non solo, Markopoulo è anche una località turistica che ben si presta ad ospitare manifestazioni di carattere folkloristico”. Il Consiglio Comunale del 19 settembre porta a compimento il gemellaggio; la cerimonia inizia con la premessa del
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PAESE CHE VAI VALENZANO Sentiamo nella nostra pagina la voce della scuola e la voce della famiglia
Anno VIII n. 6 - Novembre 2008
“Una vera riforma si fa con la scuola e per la scuola”
Il
decreto 137, meglio conosciuto come decreto Gelmini, i tagli che subirà la scuola, le proteste degli studenti e degli insegnanti nonché delle famiglie sono argomenti che da un po’ di tempo animano trasmissioni televisive e riempiono quotidianamente le pagine dei giornali. Anche “Paesi&paesi” questo mese affronta il tema della riforma della scuola e nella nostra pagina abbiamo voluto dar voce, attraverso le loro esperienze, alla scuola, con un’insegnante della scuola primaria, e alle famiglie, con una mamma di due bambini che frequentano la scuola primaria LA STORIA È PROCESSO CON PROGRESSO “La storia è processo con progresso”, cosi diceva la mia professoressa di filosofia ai tempi degli studi magistrali. Il mio vissuto professionale nella scuola elementare ben si attaglia alla definizione di storia da me memorizzata. Dal 1973, anno del mio ingresso nella scuola, a oggi, in un arco temporale di 35 anni, la scuola elementare è stata interessata periodicamente da riforme significative e sul piano dei contenuti e su quello organizzativo. A ogni cambiamento era sotteso comunque un progetto culturale e pedagogico che definiva di volta in volta un’idea di bambino, espressione delle trasformazioni sociali di quel tempo. Una società che diventava sempre più complessa e articolata esigeva una scuola in grado di rispondere alle nuove istanze culturali e educative e di interagire sul piano formativo con la famiglia e la più vasta comunità sociale. Dal ”bambino tutto intuizione e fantasia” degli anni ’50, si è passati, negli anni ’80, al “bambino ragione e sentimento” per arrivare, oggi, al “bambino della relazione” espressione di una società plurale e globale, connotata tuttavia da nuove povertà materiali e immateriali che producono differenze e diffuso disagio sociale. L’art.3 della Costituzione assegna alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, di fatto, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’esercizio del diritto ad una democrazia partecipata. La scuola primaria (ex elementare) è impegnata attivamente nel complesso e difficile compito di garantire a tutti il diritto al successo formativo attraverso strategie differenziate di intervento. La pluralità dei docenti consente di lavorare per l’inclusione di tutti gli alunni, ponendo attenzione a “non dare parti uguali a diseguali” secondo l’insegnamento più che mai attuale di Don Milani. Questa è la mia storia di maestra che ha coinciso finora con quella della scuola di base. Ora, invece, la ministra Gelmini, con la riforma(?!)della scuola che prevede il ritorno al maestro unico, ritiene di riportare indietro il tempo, negando, definitivamente, il concetto di storia. La ministra sostiene che il bambino, oggiha bisogno di un’unica figura di riferimento e che ciò dovrebbe concorrere, insieme ai grembiulini e al voto in condotta, a colmare la perdita di autorità che il ’68 avrebbe inferto alla scuola. Queste sono le motivazioni, prive di spessore culturale e di significato pedagogico, che il governo Berlusconi, ritiene valide per distruggere per sempre un’esperienza di scuola valutata in modo positivo da tutte le indagini nazionali e internazionali. Una vera riforma della scuola si fa CON la scuola e PER la scuola. Ben altre sono, invece, le esigenze
del governo Berlusconi: portare a 24 ore il tempo scuola condurrà, di fatto, a liquidare la scuola pubblica e a favorire la scuola privata. Tremonti, il vero ministro dell’istruzione e braccio economico della Lega, alleggerirà notevolmente il bilancio dello Stato e potrà dirottare le risorse finanziarie della scuola alla commissione incaricata di studiare per tre anni l’attuazione del federalismo. I docenti di religione cattolica, imposti dalla Chiesa, continueranno a pesare sul bilancio dello stato, con buona pace di tutti gli altri docenti cirenei che dovranno portare la croce della riduzione di spesa del bilancio statale. Tra un triennio andrò in pensione, Tremonti permettendo. Mi auguro fortemente di lasciare una scuola migliore di quella che ho conosciuto all’inizio della mia carriera, dove tutti i bambini che non saranno più i
miei alunni possano ancora coniugare al futuro la parola speranza e il “ Ritorno al passato” resti solo il titolo di un vecchio film. QUESTA RIFORMA PER QUANTO RIGUARDA L’ASPETTO DIDATTICO È UN RITORNO AL PASSATO Credo che la riforma del ministro Gelmini produrrà degli effetti seriamente preoccupanti sia nel breve che nel lungo termine. Le novità più immediate, legate all’introduzione del maestro unico e alla riduzione dell’orario delle lezioni, avranno come inevitabile conseguenza l’impoverimento della qualità della scuola. Io penso che la molteplicità di saperi, la pluralità di insegnanti e il lavoro in team sono garanzia di maggiore e migliore apprendimento per i bambini, che imparano a sviluppare il senso critico e a costruirsi il “proprio punto di vista”; per quanto riguarda l’aspetto didattico mi
sembra un ritorno al passato: il maestro unico fu abolito perché era insufficiente a ricoprire tutta la variegata formazione di cui l’infanzia necessita; io ho frequentato le elementari ai tempi del maestro unico: sono stata fortunata perché la mia insegnante era molto preparata, ma era davvero l’”unica” che noi bambini conoscevamo, non esistevano termini di paragone né modelli divergenti di pensiero. E questo – la storia ci insegna – è davvero pericoloso! La riduzione del tempo scuola a 24 ore settimanali diventerà da subito un problema per tutte le famiglie in cui lavorano entrambi i genitori, che per forza di cose si riverseranno nelle scuole private; se non subito, progressivamente sparirà il tempo pieno o, anche questo, andrà nelle mani di soggetti privati e, ad essere ottimisti, diventerà un servizio di doposcuola più o meno qualificato dove i bambini anziché imparare saranno “parcheggiati” – e non mi stupirei se alla fine questo servizio dovesse diventare a pagamento. Tutto ciò lo trovo assolutamente anacronistico. Nel lungo termine, l’obiettivo della riforma Gelmini – quello vero – è la trasformazione delle scuole pubbliche in fondazioni: ogni istituto trasformato in fondazione, dovrà gestire privatisticamente i suoi progetti educativi, ma con il denaro di tutti i cittadini; così le realtà politiche locali avranno un peso determinante sulla definizione dei piani e dei programmi di ogni singola scuola; anche se lo slogan del momento è che tutto ciò che è pubblico non funziona, dobbiamo sempre pensare che pubblico significa “di tutti”; privato significherà scuole di serie A per i ricchi e scuole di serie B per tutti gli altri, significherà una società in cui puoi accampare diritti solo se sei abbastanza ricco, significherà tornare indietro di troppo tempo. Anche se il ministro sostiene che la scelta del maestro unico è legata all’esigenza dei bambini di avere un unico punto di riferimento, anche se si cerca di porre l’attenzione mediatica sul ritorno all’obbligo del grembiule, sul “peso” del voto in condotta, sull’insegnamento dell’educazione civica, sul voto al posto del giudizio, penso che l’intera riforma in realtà altro non sia che una manovra finanziaria tesa al recupero di fondi per il risanamento del bilancio statale. Infatti, la prima conseguenza innegabile sarà il taglio di numerosissime cattedre nei prossimi anni, con importanti ricadute sugli alunni diversamente abili; su questo tema sono particolarmente sensibile in quanto genitore di bambini disabili: da quando in Italia la politica dell’istruzione viene fatta dal Ministero delle Finanze, i continui tagli hanno creato situazioni al limite della vivibilità; per la carenza sistemica di insegnanti di sostegno rispetto al numero di alunni con handicap, specialmente a partire dalle scuole medie, si configura la violazione del diritto allo studio costituzionalmente garantito. Temo che di questo passo potremmo vedere scomparire anche l’insegnante di sostegno, figura fondamentale per il difficoltoso cammino verso l’integrazione. Bet.fra.lin.