Magazine_Farmapiù_10_2009

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Pagina 2 Un nuovo progetto di beneficenza

Pagina 4 Un defibrillatore nei luoghi pubblici e in farmacia

Soccorso

Solidarietà

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Pagina 6 La prevenzione con i consigli dell’esperta

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Pagina 7 Un decalogo da seguire ad ogni ora della giornata

Obesità

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Il magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini Periodico di informazione a cura dei Farmacisti Associati - Anno 2 - N. 4 ottobre 2009 - Distribuzione gratuita

Arrivo Arriva la farmacia dei servizi, sarà un mini ospedale Il governo sta per approvare la maxi riforma che conferma il modello Farmapiù. Al banco si potranno prenotare visite specialistiche e analisi, richiedere referti, medicine e assistenza a domicilio. La rete Farmapiù è associata


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Anno 2 - N. 4 Ottobre 2009

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Il magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini

Ecco come sarà la farmacia “doc”

Le novità della riforma

Diverse prestazioni ricalcano il modello Farmapiù Il governo sta per varare la legge che rivoluzionerà il settore

É

in dirittura d’arrivo in parlamento l’approvazione della proposta di legge sulla “farmacia dei servizi”. Una tappa storica destinata a modificare il ruolo e la missione del farmacista e della farmacia. Uno spartiacque per il servizio sanitario nazionale, ma soprattutto per i benefici e i servizi aggiuntivi che i cittadini otterranno. Presto, infatti, le farmacie si trasformeranno concretamente e su tutto il territorio nazionale in sportelli sanitari di primo livello. Mini ospedali al servizio della moderna domanda di salute. Per chi scrive e la categoria dei farmacisti, quelli Doc, il passaggio politico-istituzionale dello scorso agosto rappresenta un autentico punto d’approdo. La riprova dell’efficace intuizione del progetto di rete farmaceutica denominato Farmapiù da cui questo magazine ha preso le mosse oltre un anno fa. Il coronamento, diciamolo pure fran-

camente, di un intenso lavoro di sensibilizzazione e promozione approdato nelle pagine della nostra pubblicazione. Ci piace pensare che, in piccolo, abbiamo contribuito all’imminente realizzazione della riforma. Resa possibile legislativamente dall’abnegazione e la compe-

tenza di un parlamentare pugliese, l’onorevole Luigi d’Ambrosio Lettieri, relatore della norma, collega autorevole dei nostri farmacisti, già a capo dell’ordine professionale in Puglia. Ma vediamo in concreto quali sono le novità del decreto di delega. Il testo (un articolo della legge n. 69 del 2009) è al vaglio delle commissioni sanità di Camera e Senato e presto tornerà in consiglio dei ministri per l’approvazione finale. Nello schema è disegnato il modello di farmacia a misura di cittadino. In base alle nuove regole nelle farmacie (anche quelle pubbliche a condizione che si mantenga il patto di stabilità) si potranno prenotare visite specialistiche e analisi, pagare il ticket e ritirare i referti. Eseguire analisi di prima istanza, campioni di sangue esclusi. Ma si potrà ottenere anche la consegna di farmaci a domicilio come miscele per

la nutrizione artificiale e la terapia del dolore. Inoltre in collaborazione con i medici di famiglia e i pediatri sarà possibile, sempre a domicilio, ottenere prestazioni di infermieri e fisioterapisti. La farmacia, inoltre, si inserirà nei programmi di assistenza domiciliare integrata nei territori di pertinenza e potrà realizzare e partecipare a screening e controlli sanitari, oltre a promuovere grandi campagne educative e di sensibilizzazione tra la popolazione. Insomma una farmacia integrata nel Servizio sanitario e vicina alle esigenze di salute dei cittadini. Così come abbiamo tentato di dimostrare concretamente, ci auspichiamo, con le attività e le campagne di Farmapiù. Infine, tra i nodi della riforma, la ricerca di un punto di equilibrio nel rapporto con infermieri e medici di famiglia, coattori del nuovo modello. Ma un ruolo altrettanto strategico lo avranno le regioni con la firma degli accordi attuativi, i veri “perni” della preventivata rivoluzione. Francesco Iato

Nasce Pro.Far. la marca del farmacista. A partire dal mese di ottobre Pro.Far sarà presente in tutte le farmacie associate Farmapiù con una gamma di oltre cento prodotti. Gli articoli Pro.Far accompagnano la vita quotidiana di ogni famiglia ed abbracciano diversi settori, a partire dai più comuni come quelli per l’automedicazione e per l’igiene, a quelli più specifici come la prima infanzia. Il marchio Pro.Far caratterizza prodotti italiani di alta qualità e ad elevato contenuto professionale.

La rete a sostegno dei poveri

Farmacie benefiche

Parte ad ottobre il progetto di solidarietà, insieme Farpas e Opera Santi Medici

Le

farmacie al servizio del prossimo e dei bisognosi. É da questa volontà che è nato il gemellaggio stretto nei mesi scorsi tra la cooperativa di farmacisti Far.P.As (cooperativa di farmacisti pugliesi) di Modugno e la Fondazione 'Opera SS. Medici Cosma e Damiano Onlus' di Bitonto, nel barese. Obiettivo del sodalizio creare un sistema di recupero e di redistribuzione solidale dei prodotti alimentari invenduti delle farmacie. Un’iniziativa resa possibile dalla ribattezzata legge del Buon Samaritano che permette a tutte le ONLUS di recuperare gli alimenti ad alta deperibilità rimasti sugli scaffali delle farmacie e di distribuirli agli indigenti. Nel sostegno a queste persone svantaggiate svolge un ruolo di primissimo

Il recupero dei prodotti invenduti contro lo spreco di risorse alimentari piano nel barese la Fondazione dei S.S. Medici guidata da don Ciccio Savino. L’opera gestisce, tra le altre attività, un servizio mensa con l’impiego di 20 volontari e la distribuzione di una cinquantina di pasti caldi al giorno (più di 20 mila ogni anno) nella sede della Fondazione e persino a domicilio degli assistiti. Le volontarie dell’Opera preparano anche colazione e cena agli ospiti della casa di accoglienza e consegnano alle famiglie più in difficoltà le derrate alimentari. A supporto di quest’attività, la Far.P.As., con le sue 178 farmacie socie,

ha deciso il programma di aiuto “intelligente” distribuendo prodotti commercialmente poco appetibili perché prossimi alla scadenza, ma inalterati sul piano nutrizionale. Le donazioni partiranno dal primo ottobre e le farmacie associate raccoglieranno le confezioni alimentari con scadenza superiore a un mese che verranno stoccate nella sede della Cooperativa Far.P.As. Qui i volontari della Fondazione verranno a ritirarle ogni due settimane, con l’obbligo di consegnare i prodotti entro e non oltre la data di

scadenza riportata sulla confezione. Nei primi tre mesi si stima di distribuire oltre 1.500 Kg di alimenti (pappine per bambini, prodotti per celiaci e integratori per anziani). L’iniziativa rappresenta, dunque, un sollievo tangibile per le persone in difficoltà, assicurando alla Fondazione una maggiore quantità e varietà di prodotti alimentari, ma anche una scelta di responsabilità sociale e lotta allo spreco di risorse alimentari destinate altrimenti alla discarica. Ernesto Straziota

FARMAPIU’ INFORMA - Periodico a distribuzione gratuita - Editore: FARMAURORA Società Consortile a r.l. - Via Speziale 30, TARANTO - P. IVA 02633890732 - Direttore responsabile: Francesco Iato Comitato di Redazione: Vito Novielli, Rosa Martina Giorgio, Raffaello Recchia, Ernesto Straziota - Sede: Via delle Violette n.c. Z.I. ASI - 70026 Modugno (Ba) Tiratura: 170.000 copie - Progetto grafico e impaginazione: Imagic Bari - Paolo Tempesta - Studio Marangio - Foto: Archivio Imagic, Flickr, Istockphoto, Microsoft clip art - Gli articoli sono a cura della Redazione Stampa: Editrice Martano srl - Via Belgio, 7 - Z. I. Lecce - Stab. Bari: Via delle Magnolie, 21 - Z.I. ASI - Modugno (Ba) 70026 - Anno 2 - n. 4 ottobre 2009 - N. Reg. Generale 1740/2008 - N. Reg. Stampa 16/2008 Tribunale di Bari


Il magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini

Il parere dell’esperto sulla legge

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Novielli: “bene la deospedalizzazione” La filiera chiede il riconoscimento del ruolo delle farmacie

La

nuova legge sulle farmacie interesserà soprattutto gli addetti ai lavori, farmacisti in testa. Il dottor Vito Novielli è a capo di una delle più grosse cooperative di distribuzione del farmaco in Puglia (la Farpas di Modugno in provincia di Bari) e titolare di una farmacia, oltre ad essere un autorevole esperto in materia. Dottore, che ne pensa della riforma? “Se c’è una cosa di cui l’Italia ha più bisogno è la forza innovativa delle riforme. Il nostro sistema sanitario è riuscito ad assicurare assistenza e cure a tutti, ma ha dovuto fare i conti con i bisogni crescenti di una popolazione che vive più a lungo e strutture e norme non adeguate a tale crescita. Dunque riformiamo partendo an-

Il relatore della nuova norma

che da ciò che da sempre ha funzionato. L’istituto della farmacia ha registrato eccellenti livelli di gradimento ed efficienza. Capillarità e riconoscibilità come postazione sanitaria di primo livello stanno inducendo il legislatore ad una integrazione di funzioni e compiti. La sanità che si deospedalizza ha bisogno di luoghi in cui la risposta ai bisogni sia immediata, facilmente fruibile e con costi contenuti, esattamente ciò che offrono le farmacie”. Medici di famiglia e infermieri, però, sono sul piede di guerra… “Tutti hanno timore del nuovo, la codifica di competenze e la sinergia delle funzioni saranno un argine a quel naturale camminare a fianco. I benefici sopravanzano i timori e le resistenze”.

Che ruolo avranno le regioni nell’ottica di questa riorganizzazione? “Senza il ruolo delle regioni e delle loro strutture territoriali è impensabile l’allargamento dei servizi e soprattutto la piena integrazione con quelli già esistenti. Faccio l’esempio del CUP, il centro unico di prenotazione: basta andare in Farmacia e prenotare una visita specialistica presso una struttura ospedaliera o un poliambulatorio ASL. Questo incontro mirato tra offerta e domanda fa in modo che non ci siano liste di attesa e il cittadino possa addirittura scegliere dove recarsi attraverso una prenotazione telematica e in tempo reale”. Le farmacie territoriali sono pronte per la rivoluzione? “La Farmacia è l’apice di un sistema di efficienze e di forti collaborazioni. Credo che la filiera distributiva del

farmaco, e prima fra tutte le cooperative di distribuzione, come la Farpas, possono offrire supporto organizzativo e semplicità di accesso anche ai vari strumenti necessari ad assimilare le novità”. Che vantaggi ne otterranno il sistema sanitario nazionale e i cittadini? “Anche qui un esempio: dal 2005 le farmacie distribuiscono per conto della regione Puglia farmaci che l’ente acquista e per il tramite dei distributori, come la cooperativa, e distribuisce ai pazienti per il tramite delle mille farmacie presenti sul territorio. Questo determina facilità di accesso dei cittadini che possono ricevere il farmaco sull’intero territorio e un netto risparmio della spesa sanitaria”. Francesco Iato

Lettieri: “è una legge per i cittadini” L’onorevole pugliese soddisfatto dell’iter legislativo

Il

senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri, pugliese, farmacista, ha seguito l’iter legislativo in Parlamento della "farmacia dei servizi" ed è relatore dello schema di decreto governativo alla 12ª Commissione Igiene e sanità del Senato. In tempi brevi la norma verrà definitivamente approvata. Ma tra i nodi c’è il rapporto tra il nuovo modello farmaceutico, i medici di base e gli infermieri e gli altri operatori della sanità. Senatore, c’è il rischio di conflitti o alterazione di equilibri? “Mi auguro davvero di no”, spiega a Farmapiù Lettieri. “Non v'è

alcuna intenzione di alterare il quadro preesistente. L'obiettivo, semmai, è rafforzare il ruolo di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e farmacisti delle farmacie convenzionate, sviluppandone e ottimizzandone l'attività in modo integrato, nell'esclusivo interesse dei cittadini. L’importante è tenere aperto il dialogo. Ho proposto di superare lo steccato posto dall'art. 102 del Testo unico delle leggi sanitarie del 1934 che impedisce che in farmacia possano operare altre figure sanitarie. La limitazione resta necessaria per medici e i veterinari, che hanno il potere di prescrizione, ma è priva di senso per altre figure come infermieri o fisioterapisti in una sanità moderna”.

Le Regioni avranno un ruolo chiave in questa riforma, quale e che vantaggi otterranno? “Innanzitutto sviluppo e miglioramento dell'assistenza territoriale. Ciò decongestionerà altri servizi di costo elevato, in particolare il ricorso, spesso inappropriato, all'ospedale. Con la "farmacia dei servizi" si otterranno tre risultati: migliorare i servizi, soddisfare l'utente, risparmiare sulla spesa sanitaria. La riforma è a costo zero, senza oneri per la finanza pubblica. Il costo dei nuovi servizi sarà recuperato dal taglio degli oneri per Ssn, regioni ed enti locali. Ogni regione certificherà i propri risparmi e saranno poi valutati singolarmente negli appositi comitati

e tavoli della Conferenza Stato-Regioni. Negli accordi di livello regionale si regoleranno le modalità e i tempi dei pagamenti per la remunerazione delle prestazioni e delle nuove funzioni assistenziali rese dalle farmacie”. Il sistema delle farmacie territoriali private è al momento in grado di accogliere questa riforma? “Credo di si. Questa riforma l’ha chiesta la categoria, ma è fondamentale che da questo processo evolutivo non scaturiscano equivoci rispetto al ruolo storico e imprescindibile della farmacia e del farmacista”. Francesco Iato

Associata

Ringraziamo la Teva Italia srl per la collaborazione e condivisione della comune visione del Farmaco come valore sociale.

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Il magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini

I dubbi dell’ordine dei medici

Livrea: “no a due sanità parallele” Che

ne pensano i medici pugliesi della riforma? Lo abbiamo chiesto al professor Paolo Livrea, a capo dell’ordine dei medici in Puglia e primario di neuroscienze al Policlinico di Bari. Professore, che ne pensa di questa riforma? “Lo spirito della legge è condivisibile poiché mira a sanare alcune disfunzioni normative stratificate nel tempo e valorizza la missione di servizio pubblico delle farmacie, che rappresentano un qualificato anello dell'organizzazione sanitaria nazionale”. Teme conflitti con le professioni mediche e infermieristiche? “Il comma di interesse nella norma è: "La farmacia è centro di servizi sanitari e può avvalersi della collaborazione di soggetti esercenti le professioni sanita-

De Giosa, responsabile 118 per la Puglia

L’appello dei medici: “Chiarite meglio la legge” rie, con esclusione dei professionisti ai quali la legge riserva la prescrizione di medicinali, al fine di assicurare ai cittadini l’erogazione dei più utili servizi e prestazioni sanitarie". Ritengo che lo scopo sia apprezzabile. Ma occorre ribadire che le prescrizioni delle prestazioni sanitarie per il paziente sono un compito esclusivamente medico. Il presidio della farmacia può certamente dotarsi di collaborazioni professionali in grado di espletare queste prestazioni sanitarie, ma il percorso che prevede le prestazioni stesse deve essere previamente definito dal medico. Rimane inoltre da capire quali siano le modalità attraverso le quali

la Farmacia possa indirizzare ad altre figure professionali il cittadino, oggetto delle prestazioni da svolgere. Si debbono creare sistemi di cooperative, consorzi? Le figure professionali coinvolte hanno un ruolo pubblico o svolgono libera professione? Ovvero, le farmacie pubbliche e quelle private avrebbero partners con tipologie ed accesso, rispettivamente pubblico o privato? Il bisogno di ulteriori chiarimenti è avvalorato dal contenuto di un altro comma, secondo il quale accordi Farmacie - Regioni dovrebbero "predisporre adeguate metodologie di verifica della prestazione erogata, idonee a garantire, anche mediante la presa in carico del paziente da parte della farmacia di fiducia, le più appropriate ed efficaci scelte assistenziali in coerenza col trattamento prescritto dal medico curante". Ma vorrei ricordare che la presa in carico del paziente è compito del medico”. Che vantaggi potreb-

bero trarne il sistema sanitario nazionale e le regioni? “Dipende dalla specificazione dei ruoli enunciati in precedenza”. Ma le farmacie territoriale sono pronte? “Credo certamente di sì. Nella misura in cui vi sono competenze approfondite e responsabili che lasciano prevedere un aumento dell'efficienza del sistema”. Ma quali saranno i vantaggi concreti per la sanità e il cittadino? “Se il sistema viene tarato in modo trasparente, il cittadino può avere un vantaggio in termini di efficienza e di tempo. Gli strumenti di garanzia dovranno essere chiari. Dobbiamo tendere a migliorare il sistema sanitario pubblico, con una capillare organizzazione attuativa della medicina territoriale, ma non possiamo implementare un sistema parallelo. Due sistemi paralleli produrranno fatalmente azioni, dati, ma anche errori, che alla fine non saranno più ricostruibili. Questo può essere un rischio per il paziente”. Francesco Iato

Arriva in farmacia il defibrillatore intelligente

Un click per bloccare l’infarto improvviso e i danni al cervello

Un

defibrillatore di pronto intervento nei luoghi pubblici e in ogni farmacia convenzionata. É questa la novità che interesserà presto anche la rete Farmapiù che s’inserisce nel protocollo di prevenzione per contrastare gli effetti devastanti dell’arresto cardiaco improvviso (circa 32 mila casi in Italia all’anno). La previsione in materia risale ad una legge del 2001 che ha preso le mosse dall’American Heart Association, che per prima avvertì l’esigenza fondamentale di questi presidi di emergenza. In Italia seguì l’esempio l’Irc, l’Italian Resuscitation Council e l’associazione dei cardiologi ospedalieri. Oggi l’esperienza formativa per questo presidio di emergenza si estenderà anche nella rete delle farmacie del marchio Farmapiù. Ma in Puglia corsi di formazione in materia sono partiti già da un decennio. Tra i massimi esperti pugliesi del settore c’è il dottor Marco De Giosa, primario ospedaliero di Pronto soccorso e responsabile in Puglia del servizio di emergenzaurgenza del 118. “Nella nostra regione, spiega De Giosa, “abbiamo formato oltre 3000 operatori “laici”, ovvero personale non sanitario, per

l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico”. A cosa servono questi corsi e come funziona questo macchinario? “In base alle linee guida internazionali il defibrillatore semiautomico è di facile utilizzo e si può rivelare un autentico salvavita. Nei casi di arresto cardiaco, infatti, per scongiurare danni irreparabili al cervello è necessario intervenire entro dieci minuti dall’attacco fulminante. Oltre al massaggio cardiaco e all’attesa dell’ambulanza specializzata esiste questo dispositivo istantaneo e sicuro per far ripartire il cuore senza danni. L’ilcor, il defibrillatore semiautomatico, esegue un esame in tempo reale registrando il ritmo cardiaco del paziente e confrontandolo con una database interno in cui sono presenti ritmi fibrillabili e defibrillabili. Dopo aver ripetuto per tre volte lo screening l’operatore formato è in grado di intervenire o meno, in base ai parametri ricevuti. In caso affermativo preme il tasto della scarica e salva letteralmente la vita del paziente”. Nell’85% dei casi di arresti, tra l’altro, è responsabile un ritmo anomalo del cuore, la fibrillazione ventricolare che

può rientrare attraverso questo prezioso dispositivo. Secondo il dottor De Giosa: “va rafforzata al massimo la campagna di diffusione e applicazione su larga scala dei defibrilltatori “intelligenti”. In Parlamento, peraltro, è allo studio una revisione della legge del 2001 per imporre un apparecchiatore simile in tutti i luoghi pubblici particolarmente affollati come enti istituzionali, centri commerciali, palestre, stazioni ferroviarie ed aeroporti. “In Puglia”, ricorda De Giosa, “corsi ad hoc per il defibrillatore semiautomatico sono stati effettuati al personale di aeroporti di Puglia, presso il tribunale di Bari e anche dai vigili urbani del comune di Capurso”. Francesco Iato

Elenco delle farmacie dotate di defibrillatore Bari

CAPEZZUTO S.N.C - Via Re David, 184/A LOZUPONE - Via Francesco Crispi, 99 RAGONE - V.le Japigia, 43 RUSCIGNO - P.zza S. Maria del Fonte, 16 STANZIONE - Via G. Petroni, 85/I

Altamura (Ba)

DAMBROSIO - Via Parisi, 98 GIORDANO - Via Selva, 73/A

Barletta (BAT)

CANNONE - V.le Marconi, 2/D

Bisceglie (BAT)

SIMONE - Via G. Di Vittorio, 2

Bitonto (Ba)

DEL SOLE - Via Traetta, 158

Gravina in Puglia (Ba) GRASSO - C.So G.Di Vittorio, 154 MUMMOLO - P.zza Pelliciari, 29

Grumo Appula (Ba)

APPULA - Via Francesco Casalino, nc

Modugno (Ba)

CALIA - Via X Marzo, 84 CURCI - C.so Vitt. Emanuele, 26

Monopoli (Ba)

LICCIULLI - Via Vittorio Veneto, 38/44

Rutigliano (Ba)

DALENA - Via Mazzini, 46

Sannicandro di Bari (Ba) NOVIELLI - C.so Vitt. Emanuele, 50

Toritto (Ba)

RECCHIA - Via G.A. Pugliese, 206

Valenzano (Ba)

SAN ROCCO - Via S. Rocco, 25

Ischitella (Fg)

LUSTRI - Via N. Sauro, 46


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Il nuovo test su polmoni e vie respiratorie

Anno 2 - N. 4 Ottobre 2009

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Respirando Inizia la campagna Farmapiù per la prevenzione delle malattie respiratorie

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artirà dal 18 ottobre nelle farmacie Farmapiù la campagna di controllo della respirazione. Un ceck-up gratuito (attraverso il saturimetro e il misuratore di picco) che fornirà in tempo reale lo stato di salute delle vie respiratorie e dei polmoni. Si tratta di una campagna di prevenzione mirata a soggetti a rischio e no. Controllare il respiro rappresenta un valido aiuto per arginare malattie già in atto o che minacciano il nostro organismo. Spesso, infatti, ci si accorge dell’importanza del respiro solo quando diventa difficoltoso. E non tutti sanno che se non respiriamo profondamente e pienamente il nostro corpo viene privato della giusta quantità di aria. Si riduce così l’ossigeno che arriva alle cellule inevitabilmente impossibilitate in tal modo a svolgere il loro lavoro di routine. Lo stato di “insufficienza respiratoria”, in sostanza, mette a rischio l’intero organismo. Importanti segnali della disfunzione si accompagnano a sintomi specifici come tosse, espettorazione, difficoltà di respirazione (dispnea) a riposo, da sforzo o anche notturna. Vi sono, inoltre, sintomi non specifici come la sonnolenza diurna, forte senso di stanchezza durante il giorno, insonnia, mal di testa al risveglio, irritabilità, difficoltà di concentrazione a scuola o a lavoro, disturbi della sfera sessuali. Di qui l’importanza della tempestiva valutazione dell’efficienza e della funzionalità del sistema respiratorio, specie nei soggetti a rischio: broncopatici cronici, fumatori ed ex fumatori, asmatici, cardiopatici e obesi. Il test, tuttavia, va effettuato anche in persone apparentemente in salute. Per il dottor Cesare Arezzo, dirigente medico dell’unità operativa di Pneumologia Riabilitativa dell’Ospedale San Paolo di Bari, sono decisive un’efficace prevenzione e un tempestivo trattamento delle malattie respiratorie. Che spesso tendono a diventare croniche e invalidanti con conseguenze negative sulla qualità di vita. Non capita di rado che nel diagnosticare la patologia il danno ai polmoni sia già ad uno stadio avanzato. A questo ritardo, spiega ancora il dottor Arezzo, contribuisce la scarsa attenzione alla prevenzione delle malattie respiratorie, ma soprattutto il mancato ricorso a semplici esami necessari per una diagnosi tempestiva. Da oggi indagini rapide e non

ARIA NUOVA IN FARMACIA

FATE UN BEL RESPIRO!

Dal 18 ottobre al 28 novembre i test gratuiti presso la rete delle nostre farmacie invasive possono essere eseguite non solo nei centri ospedalieri, ma anche in farmacia, dietro l’angolo di casa. Un’autentica rivoluzione e una piacevole scoperta per tutti. Di seguito vi spieghiamo il funzionamento dei due dispositivi per il controllo.

TABELLA DEI VALORI DI RIFERIMENTO PERCENTUALE DI OSSIGENAZIONE

VALUTAZIONE

Dal 98% al 96% Valori nella norma Dal 95% al 93% Possibili problemi di ossigenazione Dal 92% al 88%

Ipossiemia

Inferiore a 88% Ipossiemia grave Il dott. Cesare Arezzo, reparto di pneumologia riabilitativa Ospedale S. Paolo di Bari Misuratore di picco di flusso espiratorio

Il “saturimetro” misuratore di ossigeno nel sangue

Il misuratore di flusso è uno strumento costituito da un tubo cilindrico fornito di boccaglio nel quale l’aria espirata dal soggetto muove un pistone collegato ad una molla che fa spostare un cursore su una scala graduata. Il valore ottenuto rappresenta la velocità massima con cui l'aria può essere espulsa dai polmoni dopo un’inspirazione completa. Questo parametro può essere utilizzato per un primo approccio allo studio delle malattie dell’apparato respiratorio poiché dalla sua analisi si può capire se vi è un’ostruzione al passaggio dell’aria attraverso i bronchi. É importante spiegare al paziente come usare correttamente il misuratore di picco di flusso per non avere valori falsati. Il misuratore rappresenta uno strumento importante per avere una indicazione attendibile del grado di funzionalità polmonare. Il saturimetro, invece, misura in modo indolore la percentuale di saturazione dell’ossigeno nel sangue arterioso. L’apparecchio è simile ad una molletta da posizionare sul dito del paziente e rileva la saturazione di ossigeno nel sangue e la frequenza dei battiti cardiaci. Sulla base dei valori così ottenuti è già possibile capire se vi sono o no dei deficit dell’ossigenazione. Il dispositivo si rivela utile anche per monitorare pazienti che fanno uso di ossigenoterapia a lungo termine e/o ventilazione meccanica domiciliare. In conclusione, spiega a Farmapiù il dottor Arezzo, le malattie respiratorie vanno affrontate con un approccio integrato: prevenzione, diagnosi precoce e corretto trattamento farmacologico. Il ricorso ai test della campagna è un primo ma decisivo passo verso una migliore salute dei polmoni e di conseguenza, verso una migliore qualità della vita. Antonella Naglieri

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ue morti sospette in Italia, l’ultima a Messina, di una donna di 40 anni, centinaia di casi segnalati nel mondo e un allarme globale collettivo. E’ l’incubo scatenato dall’influenza A da virus H1N1, più comunemente nota come influenza suina. L’OMS, l’organizzazione mondiale per la sanità, ha dichiarato lo stato di pandemia. Ma l’eccesso e la ridondanza delle informazioni stanno provocando un cortocircuito mediatico ed un effetto panico incontrollato. Per questo Farmapiù tenta, nel suo piccolo, di razionalizzare e mettere punti fermi sull’influenza A, peraltro oggetto di studi ed approfondimenti scientifici quotidiani. Per capirne di più abbiamo contattato un’esperta in materia: l’infettivologa Cecilia Fico, responsabile facente funzione del reparto “infettivi” dell’Ospedale F. Fallacara di Triggiano. Dottoressa, ma che tipo di virus è questo dell’influenza suina? “Il virus influenzale da H1N1 - spiega la dottoressa- agisce esattamente come gli altri virus influenzali infettando e colonizzando prevalentemente le cellule delle alte vie respiratorie. In sé non è particolarmente pericoloso, ma sta terrorizzando perché è un virus assolutamente nuovo per la scienza mondiale. V’è una spiccata recettività di massa sulle complicanze e i decessi. Credo che molto sia dipeso dalla cattiva informazione. Alcuni studi dimostrano come una pandemia costa il 10% in più in termini di false informazioni”. É vero che in Italia 60 anni fa ci fu una prima manifestazione di questo tipo di influenza? “Il virus H1N1 è un piccolo puzzle tra virus già presenti in natura. Ha 8 geni che appartengono a virus suini, aviari ed umani. Il primo virus H1N1 identificato e di cui si ha notizia è quello della spagnola (individuato negli anni 30) la cui virulenza rispetto all’attuale era decisamente diversa. Il virus, in teoria, viene considerato da molti la quarta progenie del precedente. É falso associarlo a quello che s’è manifestato 60 anni fa in quanto i virus circolano, si riassortiscono (cioè mischiano genomi con altri genomi), e quindi sostanzialmente mutano. Questo è un virus mai selezionato prima”. La vaccinazione è un rimedio efficace? Chi, quando e come deve sottoporsi? “Sembrerebbe di si, ma nessuna vaccinazione è efficace al 100%. Anche le influenze stagionali hanno limiti rispet-

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Influenza A la disinformazione è peggio del virus I rischi, la prevenzione e i consigli dell’esperta, la dottoressa Cecilia Fico

to alla risposta immunologica e quindi alla neutralizzazione del virus. Sicuramente è un’arma vincente: vaccinare con un vaccino che sembra essere assolutamente tollerato e quindi, privo di effetti collaterali importanti, evita il propagarsi della malattia riducendo lo scenario di pandemia e trasformando le conseguenze gravi in una patologia più facilmente gestibile. Tra l’altro il virus più replica e più si modifica. Quindi vaccinare ed impedire la colonizzazione di tanta gente e di tante duplicazioni è sicuramente un ottimo rimedio. Sulla vaccinazione ogni paese ha accolto, in linea generale, le indicazioni dell’OMS che tende a mantenere lo stato sociale. Per cui i primi a sottoporsi sono i dipendenti delle strutture pubbliche istituzionali: operatori sanitari, personale delle forze dell’ordine, vigili del fuoco. In seguito il vaccino sarà offerto (perché

ricordiamo che non è obbligatorio) a tutte le altre categorie individuate dalla circolare del Ministero della Salute dello scorso 23 luglio. Dai soggetti obesi, ai cardiopatici, agli immunodepressi, le donne gravide al 2 e al 3 trimestre, i bambini nei tempi e con le modalità che stabilirà la nostra regione ovvero per il tramite del medico curante o nei centri già predisposti per le altre vaccinazioni”. Qual è l’incidenza dei casi nella nostra Regione? “In Puglia abbiamo avuto casi sporadici, non allarmanti e quasi tutti di importazione: più o meno 120-130 casi confermati. La vera incidenza sarà quella che temiamo ed attendiamo nel picco epidemico che è ipotizzato tra fine ottobre e novembre o fine dicembre ed inizio gennaio. Solo allora potremo parlare di una vera incidenza. Tuttavia anche la

In Puglia circa 100 casi di importazione

Regione Puglia ha iniziato una campagna di sensibilizzazione di massa”. Esistono accorgimenti da seguire sul piano igienico? “Ottimi i rimedi pubblicizzati poiché il virus si trasmette per via aerea, ma è indubbia la persistenza del virus su mobilio, maniglie, porte, tastiere, telefoni, che possono diventare fonti di infezione poiché una trasmissione da contatto esiste. Lavarsi le mani evita che il contatto con superfici infette possa raggiungere le vie aeree. Inoltre è meglio non frequentare luoghi affollati e se possibile rimanere a casa quando si ha il minimo sentore della patologia, evitando di contagiare altre persone. Le buone norme igieniche che ogni tanto tralasciamo sicuramente vanno rafforzate e sono un’arma importante nella riduzione della diffusione.” Chi sono i soggetti più a rischio? E quali sono luoghi i luoghi più esposti al contagio? I soggetti più a rischio sono quelli affetti da patologie gravi (cardiopatici, immunodepressi obesi), i bambini (ricordiamo che la popolazione che più si infetta è quella giovanile), le donne in gravidanza, il personale sanitario. Sui luoghi attenzione a bar, ristoranti e posti affollati in cui c’è vicinanza tra più soggetti. E’ stato infatti stabilito che il virus si trasmette attraverso lo starnuto nell’arco di un metro e mezzo, ma alcuni colpi di tosse possono anche aumentare il limite e, quindi, il rischio di contagio. Ma quest’ultimo non è misurabile con precisione. Basti pensare, ad esempio, che passeggiare accanto ad una persona che ha un’influenza non è poi un dato sufficiente”. Quando bisogna preoccuparsi e temere il contagio da influenza A? “L’allarme tra una stagionale ed una suina non è differente. Tra l’altro allo stato attuale la mortalità del virus H1N1 è addirittura inferiore rispetto alle stagionali. E’differente, invece, il momento dell’allerta che in realtà potrebbe anche essere coincidente per entrambe le forme influenzali. Segnali di allarme sono certamente una tachipnea (cioè respira a fatica e frequentemente), l’affanno ed un’eventuale insufficienza respiratoria o un sensorio non particolarmente lucido spesso uniti ad una febbre persistente (oltre i tre giorni). In questi casi sarà opportuno, dopo adeguata ed accurata valutazione del medico curante, rivolgersi alle strutture sanitarie”. Clara Addante Associata

Il nuovo punto di riferimento nel settore farmaceutico

Ringraziamo la Mylan spa per il prezioso sostegno alla nostra informazione a favore della salute e del benessere dei cittadini.


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A ciascuno il suo stile di vita

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ieta come sacrificio, costi quel che costi? Non è assolutamente vero per il dottor Giuseppe Amoruso, medico specialista in scienza dell’alimentazione. Dieta, daita in greco, significa corretto stile di vita, pertanto la dieta rappresenta un modello di vita equilibrato e non un rimedio ai chili di troppo. E su questo il dottor Amoruso ha una teoria chiara. “Avere qualche chilo in più non significa essere obesi. L’obesità, infatti, è una malattia in cui esiste un eccesso di massa corporea”. Il 10 ottobre, tra l’altro, ricorre la giornata mondiale contro l’obesità e anche la nostra rete farmaceutica s’impegnerà in una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale. Ma un soggetto è obeso quando pesa troppo? “Non basta il peso”, spiega Amoruso, “va utilizzato l’indice di massa corporea, (Bmi), che è fortemente correlato alla quantità di grasso corporeo. Il BMI si calcola dividendo il peso (in kg) per il quadrato dell’altezza in (metri) Esempio (altezza 1,70 m peso 80 kg, BMI=27,6). Dal risultato ottenuto si ottiene un indice che è normale nella forbice compresa tra 18,5 e 24,9, in sovrappeso tra 25 e 29,9, mentre oltre i 30 siamo in presenza di obesità”. Ci sono altri dati che indicano lo stato di obesità? “Si, la circonferenza addominale. Essa valuta il grasso addominale, considerato fattore di rischio indipendente. E’ facile ottenerla con un metro da sarto posizionato attorno alla vita, vicino all’ombelico per intenderci. Valori normali fino a 102 centimetri nei maschi e 88 cm. nelle donne”. Come ci si regola per capire il proprio fabbisogno alimentare? “L’apporto calorico va compiuto da uno specialista in base alla strutturazione del soggetto e alla composizione corporea.” E tutte queste diete che circolano sui media sono valide? “In generale sconsiglio vivamente il fai da te e i rimedi “magici” strombazzati dalla pubblicità. Meglio a quel punto restare con qualche chilo di troppo. L’obesità può essere dannosissima se gestita da persone che la utilizzano per solo scopo di profitto”. E allora, come regolarsi? “Io parlerei di cultura dell’alimentazione come progetto di vita. L’obiettivo è una persona soddisfatta, felice, che si realizza attraverso una corporeità gestita serenamente in tutti i suoi bisogni. In questo caso vivrà bene per essere e non per apparire”. Ma i messaggi del mondo moderno sono opposti… “É vero, c’è una pressione culturale verso la magrezza e molti soggetti obesi la vivono come una vera ossessione. Spesso cadono nella trappola di terapie non riconosciute che illudono e per

Anno 2 - N. 4 Ottobre 2009

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Obesità

abbasso la dieta a tutti i costi

I consigli per una corretta alimentazione, a colloquio col dottor Amoruso

certi versi aggravano il problema. Il primo ostacolo da superare è il pregiudizio sociale che considera il soggetto obeso unico e solo colpevole della sua malattia, mangione e privo di volontà. Ormai è accertato scientificamente che le cause dell'obesità sono genetiche e ambientali. La nostra società considera le persone obese poco attraenti e molti obesi sviluppano un’immagine corporea negativa. Ovvero una condizione che è più disagevole ed inibente di un’ordinaria preoccupazione corporea. Il soggetto obeso immagina se stesso più largo della realtà, associa il suo valore personale alla propria apparenza e crede che il suo aspetto possa rivelare la sua inadeguatezza personale”. Come se ne vien fuori? “L’obesità è una malattia e la dieta un atto medico, è necessario consultare un medico specialista in scienza dell' Alimentazione che studi un programma dietetico, di attività fisica e terapia comportamentale per ogni singolo pa-

ziente. Tutte le tecniche, anche non scientifiche determinano perdita di peso, ma non dimagramento (ossia riduzione dei livelli di massa grassa). Gli obesi desiderano perdere dal 20 al 30% del loro peso corporeo, ma difficilmente lo mantengono nel tempo. Studi scientifici dimostrano che una perdita del 10% del peso in circa 6 mesi, se mantenuta nel tempo, è sufficiente per diminuire tutti i fattori di rischio, migliorare il controllo glicemico e abbattere il rischio cardiovascolare. Questo risultato si può ottenere con una perdita calorica di soli 300-500 kcal\die, che determina una perdita di peso settimanale di 250-500 gr. Il successo della terapia è nella capacità di mantenere il peso raggiunto. Il meccanismo fisiologico che regola il peso corporeo permette di raggiungere e mantenere una perdita del 10% del peso, senza esercitare la pressione biologica che ne determina il recupero. Applicare procedure cognitive e comportamentali riduce la pressione biologica che porta al recupero del peso iniziale. I fattori cognitivi e comportamentali in gioco nel recupero del peso sono: la diminuzione progressiva della

convinzione di poter perdere peso; la ripresa delle abitudini alimentari precedenti; stile di vita sbilanciato dove i devo sono superiori ai voglio; la mancanza di abilità nelle situazioni a rischio; mancato raggiungimento del peso programmato. Se c’è chi non riesce a fare sport l’obiettivo deve spostarsi su uno stile di vita più attivo (salire e scendere le scale a piedi, utilizzare meno la macchina). Molto utile è l’ausilio di un contapassi per monitorare il proprio movimento cercando di percorrere almeno 8.000 - 10.000 passi al giorno, che porta da solo ad un dispendio di 1.000 kcal la settimana, aumento della massa magra, diminuzione dell' ansia. In conclusione l'obesità è una malattia cronica, pertanto è utopico pensare di affrontare e risolvere il problema privandosi dei piaceri della buona tavola o vivendo isolati dal mondo. Bisogna prima accettare una moderata perdita di peso (10%) e poi raggiungere gradualmente il peso ottimale, diventando abili nel mantenimento di uno stile di vita che tenga conto delle necessità fisiche, ma anche comportamentali e sociali di ognuno di noi”. Francesco Iato

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