ALLEGATO PROGETTO
CROMA Conservazione e R Opere e Monumenti s d'Arte t a u r o
PROPOSTE DI INTERVENTO Area Archeologica “ Capitolium” di Terracina Lo stato di conservazione del monumento è mediocre: l’area è occupata da piante spontanee e arbustive; diffusi sono anche i problemi legati a presenza di patine di origine biologica, che assumono morfologia di sottili strati soprammessi, con colorazioni che vanno dal verde al grigio scuro; numerosi sono anche i licheni. Altri fenomeni più strettamente attinenti ai materiali originali (tufo, pietra calcarea, travertino, marmo, malte) sono quello dell’erosione, della disgregazione, della fessurazione, dei distacchi lamellari (soprattutto per quanto riguarda il tufo). Numerosi sono naturalmente le mancanze e le lacune. Altrettanto evidenti sono i danni estetici legati alla presenza di depositi più o meno coerenti sulle superfici lapidee. Nel corso del sopralluogo effettuato il 2 aprile 2012, è stato possibile valutare le condizioni conservative solamente con una osservazione visiva a distanza, senza avere peraltro la possibilità di entrare nelle favisse. Non è dunque possibile valutare lo stato di conservazione degli ambienti interni né, tanto meno, dei manufatti ivi custoditi. Il nostro intervento potrebbe essere mirato, in una prima fase e poi con cicli periodici, all’eliminazione delle piante superiori e delle patine di origine biologica. Dal momento che la composizione chimica dei materiali lapidei è quasi completamente inorganica, il degrado di tali materiali è esercitato essenzialmente da vegetazione crittogamica autotrofa, costituita da microrganismi fotoautotrofi e chemio autotrofi, e dalla vegetazione fenerogamica. Essenzialmente i danni provocati da microflora fotoautotrofa (cianobatteri e alghe), sono di tipo chimico, fisico ed estetico. Di tipo chimico per la formazione di acido carbonico derivante dalla respirazione cellulare e per l’emissione di cataboliti acidi. Di tipo fisico per la pressione esercitata dall’espansione dimensionale delle cellule stesse. Di tipo estetico per la copertura delle superfici lapidee. Le piante invece (essenze erbacee e arbustive), possono provocare danni sia con la parte aerea che con quella radicale. La parte aerea infatti può rendere difficile la lettura del monumento; la parte radicale invece, che tende a svilupparsi nelle zone meno resistenti (malte e d intonaci) e nelle discontinuità preesistenti, provoca danni, anche in questo caso, sia di tipo chimico che, come è facilmente intuibile, di tipo fisico. È necessario stabilire dunque una pianificazione degli interventi biocidi per agire sui processi di biodeterioramento. Le operazioni che verranno effettuate per l’eliminazione degli organismi saranno quelle di disinfezione, per la distruzione di microrganismi (batteri, alghe e funghi) e di disinfestazione, per la devitalizzazione delle piante. Per queste operazioni verranno impiegati dei prodotti specifici (biocidi) in accordo con la Sovrintendenza competente.
Viale dei IV venti 97 . 00152 Roma . Tel-fax 06 5817694 . P. IVA e C.F. 06485291006
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Altre limitate operazioni, sempre da concordare con la soprintendenza, potrebbero essere dei pronto interventi, indirizzati a fermare quei fenomeni di degrado che potrebbero, se ignorati, compromettere la conservazione del bene. In quest’ottica, si potrebbe provvedere al consolidamento e al fissaggio di parti pericolanti, alla stuccatura di porzioni distaccate o di fessurazioni profonde. La manutenzione prolungata nel tempo, potrebbe inoltre offrire un’occasione unica per eseguire una dettagliata ricognizione dello stato conservativo del monumento; potrebbe cioè offrire quelle condizioni ideali per valutare, anche attraverso dei cantieri pilota, la migliore metodologia di intervento per la salvaguardia del Bene, in modo da ottenere una stima precisa dei costi e dei tempi di realizzazione del restauro completo del monumento. Roma, 3 aprile 2012 Consorzio CROMA
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