CROMA Conservazione e R Opere e Monumenti s d'Arte t a u r o
PROPOSTE DI INTERVENTO
Lo stato di conservazione del monumento è mediocre: l’area è occupata da piante spontanee e arbustive; diffusi sono anche i problemi legati a presenza di patine di origine biologica, che assumono morfologia di sottili strati soprammessi, con colorazioni che vanno dal verde al grigio scuro; numerosi sono anche i licheni. Altri fenomeni più strettamente attinenti ai materiali originali (tufo, pietra calcarea, travertino, marmo, malte) sono quello dell’erosione, della disgregazione, della fessurazione, dei distacchi lamellari (soprattutto per quanto riguarda il tufo). Numerosi sono naturalmente le mancanze e le lacune. Altrettanto evidenti sono i danni estetici legati alla presenza di depositi più o meno coerenti sulle superfici lapidee. Nel corso del sopralluogo effettuato il 2 aprile 2012, è stato possibile valutare le condizioni conservative solamente con una osservazione visiva a distanza, senza avere peraltro la possibilità di entrare nelle favissae. Nel successivo sopralluogo, avvenuto in data 26 luglio 2012, si è avuta la possibilità di entrare all’interno della struttura: si tratta di un semi-ipogeo, suddiviso in più ambienti, costituiti da volte a botte. Le pareti sono costituite da opus reticulatum, le volte invece sono coperte da intonaco di fattura recente; in più punti si aprono aperture verso l’esterno costituite da pannelli fissi di plexiglass dove sono stati realizzati dei fori circolari per permettere l’areazione degli ambienti. Nelle favissae inoltre sono custoditi manufatti artistici, probabilmente di pertinenza dell’edificio quali vasche, anfore, lacerti scultorei, elementi architettonici, in apparenza senza alcun criterio espositivo. Le pessime condizioni microclimatiche (elevatissima umidità ambientale, temperatura costante, sufficiente illuminazione, mancanza di ricircolo d’aria), hanno favorito lo sviluppo di numerosi biodeteriogeni, che hanno diffusione condizionata da fattori ambientali (maggiore sviluppo in presenza Viale dei IV venti 97 . 00152 Roma . Tel-fax 06 5817694 . P. IVA e C.F. 06485291006
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di luce e dunque in corrispondenza delle finestre, e di acqua con maggiori concentrazioni a livello del terreno o di percolazioni dalle volte). Il nostro intervento potrebbe essere mirato, in una prima fase e poi con cicli periodici, all’eliminazione delle piante superiori e delle patine di origine biologica. Dal momento che la composizione chimica dei materiali lapidei è quasi completamente inorganica, il degrado di tali materiali è esercitato essenzialmente da vegetazione crittogamica autotrofa, costituita da microrganismi fotoautotrofi e chemio autotrofi, e dalla vegetazione fenerogamica. Essenzialmente i danni provocati da microflora fotoautotrofa (cianobatteri e alghe), sono di tipo chimico, fisico ed estetico. Di tipo chimico per la formazione di acido carbonico derivante dalla respirazione cellulare e per l’emissione di cataboliti acidi. Di tipo fisico per la pressione esercitata dall’espansione dimensionale delle cellule stesse. Di tipo estetico per la copertura delle superfici lapidee. Le piante invece (essenze erbacee e arbustive), possono provocare danni sia con la parte aerea che con quella radicale. La parte aerea infatti può rendere difficile la lettura del monumento; la parte radicale invece, che tende a svilupparsi nelle zone meno resistenti (malte ed intonaci) e nelle discontinuità preesistenti, provoca danni, anche in questo caso, sia di tipo chimico che, come è facilmente intuibile, di tipo fisico. È necessario stabilire dunque una pianificazione degli interventi biocidi per agire sui processi di biodeterioramento. Le operazioni che verranno effettuate per l’eliminazione degli organismi saranno quelle di disinfezione, per la distruzione di microrganismi (batteri, alghe, licheni e funghi) e di disinfestazione, per la devitalizzazione delle piante. Per queste operazioni verranno impiegati dei prodotti specifici (biocidi) in accordo con la Sovrintendenza competente. Si suggerisce l’uso di Biotin R (vedi scheda allegata) per le superfici esterne del monumento, applicato a spruzzo o a pennello in una percentuale variabile dal 3 al 5% in White Spirit, in almeno due cicli, al termine dei quali le superfici trattate verranno spazzolate e sciacquate alternativamente, per l’eliminazione delle patine di origine biologica. Per le piante superiori e le erbe che crescono tutto intorno e per le paretarie, si pensa invece di utilizzare Risolutiv o Rodeo Gold (vedi schede). Viale dei IV venti 97 . 00152 Roma . Tel-fax 06 5817694 . P. IVA e C.F. 06485291006
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Per gli ambienti interni invece, si potrebbe pensare ad un primo ciclo di trattamento con Biotin T (scheda) (costituito da due cicli di applicazione) per l’eliminazione della biomassa e poi a misure di trattamento ambientale che condizionino in maniera stabile l’ambiente (ionizzazione dell’aria, lampade germicidi UV, areazione forzata). Naturalmente qualsiasi tipo di intervento, dovrà essere presentato alla Soprintendenza competente perché possa valutarlo. Altre limitate operazioni, sempre da concordare con la Soprintendenza, potrebbero essere dei pronto interventi, indirizzati a fermare quei fenomeni di degrado che potrebbero, se ignorati, compromettere la conservazione del bene. Numerosi sono infatti i fenomeni di erosione che riguardano soprattutto la malta interstiziale dei blocchi di tufo e pietra calcarea che costituiscono gli alzati. Il fenomeno è piuttosto esteso ma presenta livelli di massima attenzione solamente in alcuni punti dove l’erosione è talmente pronunciata da avere provocato la caduta dei blocchi di pietra. Numerosi sono quelli caduti a terra e accantonati negli angoli delle tre celle. In quest’ottica, si potrebbe provvedere al consolidamento e al fissaggio di parti pericolanti, alla stuccatura di porzioni distaccate ed erose o di fessurazioni profonde. Il consolidamento, da eseguire dopo avere effettuato il trattamento biocida, potrà essere eseguito con silicato di etile e/o nano calci (vedi schede) oppure ancora con resine acriliche in emulsione, tipo Microacril CV40 (scheda), da scegliersi dietro parere della Soprintendenza. Effettuato il consolidamento degli elementi lapidei e soprattutto delle parti in malta, si potrà eseguire il risarcimento delle parti mancanti, reimpiegando i blocchi di tufo e calcare allettati in una malta composta da calce idraulica (Saint Astier) ed inerti costituiti da pozzolane e sabbie di fiume, in modo che per colore e granulometria si accompagnino alla materia originale. Sarebbe inoltre opportuno vedere lo stato di conservazione delle copertine che sono state fatte, probabilmente durante recenti restauri, sopra tutti i muri delle celle perché l’andamento della decoesione e della consunzione della malta dei muri, sembrerebbe provocata dallo scorrimento preferenziale di acque meteoriche in corrispondenza di mancanze ed interruzioni delle coperture. Accertata la validità dell’ipotesi, sarebbe allora necessario risarcire opportunamente le copertine, in maniera da eliminare la causa del fenomeno. Viale dei IV venti 97 . 00152 Roma . Tel-fax 06 5817694 . P. IVA e C.F. 06485291006
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Al termine di questi interventi prioritari, sarebbe necessaria una manutenzione periodica, col ripetersi di trattamenti biocidi ed eventuali operazioni puntuali. La manutenzione prolungata nel tempo, potrebbe inoltre offrire un’occasione unica per eseguire una dettagliata ricognizione dello stato conservativo del monumento; potrebbe cioè offrire quelle condizioni ideali per valutare, anche attraverso dei cantieri pilota, la migliore metodologia di intervento per la salvaguardia del Bene, in modo da ottenere una stima precisa dei costi e dei tempi di realizzazione del restauro completo del monumento.
Roma, 30 luglio 2012 Consorzio CROMA
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