Magazine Finis Terrae | N. 12/2013

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Rivista Mensile del Progetto “Finis Terrae”

Settembre 2013

FINIS TERRAE Il coraggio della cultura

In questo numero: Pulcinella in città Il coraggio di essere donne Premio artistico intitolato a Luigi De Marinis Speciale Concerto della Provincia


EDITORIALE di Vitandrea Marzano

FINIS TERRAE Rivista mensile del Progetto Finis Terrae

Autorizzazione del Tribunale di Bari n. 2131/2012 del 24.09.2012

Direttore Responsabile: Vitandrea Marzano

Vicedirettore Responsabile don Giuseppe Ruppi

Coordinatrice di Redazione Alessandra Rizzi

Gruppo di Redazione: Mariapia Locaputo Rossana Mazzeo Michele Lucarelli Giuseppe Cifarelli

Hanno collaborato in questo numero Paolo Comentale Ines Pierucci Giuseppe Cifarelli

Editing e u cio gra co Marco Troccoli

Il nomadismo del racconto e l'etica del viandante Il discorso narrativo non produce certezze sul mondo ma presenta molteplici e varie prospettive che ci permettono di rendere comprensibile l'esperienza, sia quella canonica, sia quella inedita che viola i codici culturalmente de niti, attraverso l'uso della comunicazione di signi cato per opera del linguaggio. Di non narrativo probabilmente c'è solo la natura senza l'uomo, ma appena l'uomo dice la natura o dice se stesso, ecco il racconto. L'Occidente, nato il giorno in cui ha superato il pessimismo degli antichi greci, si è consegnato senza riserve all'ottimismo della tradizione giudaico cristiana che, sia nella versione religiosa, sia nelle forme laicizzate della scienza, dell'utopia e della rivoluzione, ha guardato l'avvenire sorretto dalla convinzione che la storia dell'umanità sia inevitabilmente una storia di progresso e di salvezza. E le parole hanno contribuito a tracciare questo cammino, stabilendo i con ni di signi cato entro cui orientarsi tra il vero e il falso, il giusto e l'ingiusto, il pregevole e lo spregevole, il noi e gli altri. Una geogra a (storica) di rappresentazioni fatta di interluoghi, luoghi di transito, tappe in attesa di quel Luogo che è la meta stessa, la patria ritrovata, la vita realizzata, la stabilità raggiunta. Un universo simbolico escatologico entro cui il soggettoviaggiatore percepisce se stesso e gli altri attraverso l'azione, l'intenzione, la storia, i con ni. Michel Foucault li de niva episteme (dal Greco : stare, porre, stabilire), invisibili ma e caci dispositivi di discorso, di visione delle cose e del mondo (rappresentazioni della realtà) che chiudono e cristallizzano un'epoca su rappresentazioni sse e indiscusse. Dapprima la gerarchia di parole stabili del modello platonico, in seguito l'irradiazione di senso ebraicocristiana, in ne lo scenario arti ciale e potente della tecnica che produce l'indecidibilità delle scelte sul piano della ragione erodendo la descrizione mitica attraverso il disincanto del mondo. Un susseguirsi di cosmologie e temporalità che nei secoli non hanno tardato a vacillare e con esse le parole che ne hanno indicata la scansione. Parole nuove a volte, ma anche parole antiche, spesso resistite nei secoli ma che non designano più l'essenza delle cose ma la loro relazione. Gli anni che stiamo vivendo ammonisce Umberto Galimberti - hanno visto lo sfaldarsi di un dominio, e insieme hanno accennato quel processo migratorio che confonderà i con ni dei territori su cui si orientava la nostra geogra a . E se è pur vero che il disincanto produce incertezza,

rimettendo in discussione i tradizionali paradigmi per orientarsi (e le parole che li de nivano), d'altra parte dice Galimberti annuncia una libertà diversa: non più quella del sovrano che domina il suo regno, ma quella del viandante che al limite non domina neppure la sua via . Consegnato al nomadismo, l'uomo spingerebbe avanti i suoi passi spiega il losofo - non più con l'intenzione di trovare la casa, la patria, l'amore, la verità, la salvezza, poiché come lui, anche queste parole nel frattempo sono divenute nomadi, non più mete dell'intenzione ma doni di un paesaggio che va percepito, sentito, accolto nell'assenza spaesante del suo essere senzacon ne. Facendoci uscire dall'abituale, l'etica del viandante ci espone all'insolito, dov'è possibile scoprire che la totalità è sfuggente, che il nonsenso contamina il senso, che il possibile eccede sul reale e che ogni progetto che tenta la comprensione e l'abbraccio totale è follia. L e p arol e n om a d i s c opron o l ' i ng an n o dell'innocenza e la tortuosità del sentimento, l'altra faccia della verità che la malinconia rivela, le tappe in-concluse del nostro eterno disordine, in quel gioco di maschere utili a nascondere quel senza-volto che chiamiamo Io. Se è vero che gli uomini non hanno mai abitato il mondo, bensì la descrizione che di volta in volta la ragione di un'epoca ne ha dato attraverso le proprie forme di narrazione e di rappresentazione, allora è tempo di rimettersi in cammino e ri ettere sull'eventuale obsolescenza di tali narrazioni, rinunciando all'a annosa e razionale ricerca di un nuovo ordine, un nuovo senso, una nuova ssità, ma abitando il mondo lungo la frontiera mobile dei signi canti, i territori con-fusi che minano l'orientamento, la stabilità. Il nomadismo delle parole è la capacità d e l l ' an i m a d i d i s e r t are l e pro s p e tt i v e escatologiche per abitare il mondo nella casualità della sua innocenza non pregiudicata da alcuna anticipazione di senso. Non un'anarchica erranza bensì un modello culturale che educa perché non immobilizza, perché desitua, perché non o re mai un terreno stabile e sicuro su cui edi care le proprie costruzioni. Le parole nomadi si nutrono di di erenza, di diversità, di un Prossimo che è sempre meno specchio di Me, senza tutele, né verità o certezze.


LINEE, ATTORI E RISORSE Paolo Comentale Direttore Artistico Granteatrino Casa di Pulcinella

Pulcinella in ci à. Uno spe acolo lungo 30 anni 16 se embre 1983-16 se embre 2013 L'o cc asione p er r i ettere su trent'anni di attività è nata lo scorso Apr i l e a Pa l e r mo i nv it at i dall'Associazione Figli d'Arte Cuticchio per i trent'anni del Festival La macchina dei sogni. E' stato il celebre artista Mimmo Cuticchio a sottolineare il valore dell'anniversario. Chi lavora da tempo con un arte antica e rara come quella del teatro di gura non può non misurarsi con il tempo che passa e con i suoi piccoli e grandi traguardi. Nel corso del tempo il Granteatrino ha realizzato una sede stabile, un teatro dove poter raccogliere non solo un pubblico attento e vivace ma anche numerose gure professionali; ha di uso i suoi spettacoli ovunque: non solo nella città d'origine, Bari, ma anche in tutta la regione, in tutt'Italia e poi in giro per il mondo toccando luoghi e città, teatri e piazze lontanissime e misteriose. Di questo viaggio nel tempo e nello spazio vorremmo dare un segno a testimonianza di un progetto di vita che speriamo raccolga l'interesse delle nuove generazioni. Abbiamo pensato di "occupare" per tre giorni la Sala Murat (dal 19 al 21 settembre), un luogo simbolo della città, ideale cerniera tra la Bari nuova, di cui ricorrono proprio quest'anno i duecento anni dalla fondazione, e la Bari antica raccolta

at t o r n o a l l e s u e C h i e s e p i ù importanti, la Basilica e la Cattedrale. Tre giorni dedicati alla storia della compagnia e del teatro, alle sue tappe essenziali, i suoi incontri, le sue fonti ispiratrici. Autori, illustratori, orchestre, ospiti d'eccezione, laboratori, spettacoli e un'originale esposizione sono gli ingredienti che renderanno viva la Sala Murat.

Una visione a trecentosessanta gradi di un teatro che ha segnato uno stile originale riscuotendo sempre un enorme interesse da parte del pubblico d'ogni età. Un modo per celebrare e conoscere meglio un'Arte antica e rara che ancora muove all'incanto e al sogno maschere nude di legno e stracci.


CONTRIBUTI Mariapia Locaputo Direttrice Operativa Progetto Finis Terrae

Il coraggio di essere donne Premio A istico “Luigia De Marinis” Di donne oggi si parla continuamente ma la conquista piena e sostanziale dei diritti delle donne è cosa ancora da venire in Italia come nel resto del mondo. Dal giorno in cui alle donne è stato concesso il diritto di voto prima

uomini. Oggi per essere Donne (con la D maiuscola) ci vuole coraggio! Ma cosa signi ca essere coraggiose? Lo abbiamo chiesto attraverso un concorso fotogra co che invita ogni partecipante a raccontare, attraverso i propri scatti creativi il coraggio delle

forma di riconoscimento formale di una piena soggettività giuridica in capo alle donne di strada ne è stata fatta POCA se so ermiamo la nostra attenzione sulle notizie di cronaca che riempiono i giornali e le televisioni. Essere donna oggi come ieri non è mai facile. Molte sono le donne che ancora oggi vivono su questa Terra come glie di un Dio minore, perché tali sono considerate dagli uomini dai nostri

donne oggi oltre gli stereotipi e le facili letture per esprimere la quotidiana pazienza, abnegazione, tenacia, dolcezza dell'essere donne oggi. E abbiamo voluto dedicare questo premio artistico a Luigia De Marinis, prima donna eletta nel consiglio comunale di Bari e operaia della "Manifattura Tabacchi", che ha saputo coniugare il suo impegno sindacale ed istituzionale con l'amore per il

quartiere Libertà interessandosi al suo sviluppo e alla sua crescita dopo gli anni bui della guerra dal 1946 al 1952. Una donna coraggiosa madre, moglie, lavoratrice come tante ma unica nello stesso tempo. Il premio artistico De Marinis è stato organizzato in collaborazione con la Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) Sezione Provinciale di Bari, nell'ambito delle iniziative, tutte a favore delle donne, della Campagna Nastro Rosa per la prevenzione del cancro al seno. Una collaborazione crescita nel comune desiderio di ri ettere e far ri ettere sull'importanza di prendersi cura delle donne, esaltando la loro forza e insieme sostenendo la loro fragilità. Le fotogra e più belle, pervenute entro il 12 ottobre p.v. saranno esposte nelle vetrine dei negozi di via Manzoni, e quella vincitrice riceverà un premio del valore di 300 o erto dall'associazione dei commercianti di via Manzoni e dintorni, anch'essa partner dell'iniziativa. Luigia De Marinis evoca senza dubbio l'immagine della donna coraggiosa ma non minore è il coraggio di tante altre donne che oggi - che so' - anche senza un lavoro, senza una patria, senza una dignità riconosciuta cercano il proprio posto in questo nostro mondo. Ognuno può leggere nelle donne che gli camminano accanto quanto coraggio si può esprimere nella vita quotidiana fatta di tante cose tutte signi cative, tutte vitali! Essere donne, pienamente se stesse è un atto di amore in sé che alimenta e dà luce all'universo Un mondo senza donne sarebbe un mondo senza vita e non solo dal punto di vista biologico!


TESTIMONIANZE Ines Pierucci operatrice culturale

Festival le erari , luoghi di scambio

Quelli che mi lasciano proprio senza ato sono i libri che quando li hai niti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira." Chi ha letto Il giovane Holden ricorderà la provocazione di Salinger ai suoi lettori con l'obiettivo riuscito di rimanere nei loro cuori. Ebbene i Festival letterari sono l'unico momento in cui l'autore e il proprio pubblico si incontrano e probabilmente diventano amici. E' necessaria una distinzione tra i Festival letterari e gli indici di lettura. Il dato relativo al 67,5% dei pugliesi che non legge neanche un libro in un anno è molto discutibile perché nella consueta percentuale di chi non legge non sono compresi i tantissimi cosiddetti "lettori forti" che non comprano libri, per diversi e immaginabili motivi, ma che leggono per esempio attraverso il prestito. La percentuale invece del 19,3% riguardante le famiglie che non possiede volumi in casa è un dato purtroppo altrettanto opinabile poiché sarebbe più corretto determinare in

quante di queste famiglie vivono altrettanti "lettori forti", che non rientrano (per fortuna) nel restante 80,7%, ossia nella classe statistica di coloro che possiedono più di un libro in casa, molto spesso solo per arredare le proprie librerie pendant con il divano e i cuscini. Quasi 59 mila sono le opere pubblicate in un anno; 26 milioni i lettori (Istat - La produzione e la lettura d e i l i b r i i n It a l i a . Pe r i o d o d i riferimento: Anni 2011 e 2012, Pubblicato: giovedì 16 maggio 2013.) Probabilmente questo dato dimostra che, nonostante l'alta produzione libraria, se i lettori continuano a diminuire, e non soltanto in Puglia, bisognerà certo provvedere con metodi alternativi. Non saranno pertanto i Festival a cambiare le sorti delle vendite o a far aumentare i lettori, seppur è un bene che ci siano. I risultati che scaturiscono da queste iniziative hanno invece una ricaduta territoriale che coinvolge anche il trasferimento dei saperi, lo stimolo alla discussione e alla ri essione. D'altronde anche le vendite dei dischi diminuiscono ma non per

questo non si organizzano concerti o festival musicali. Sicuramente non tutte le kermesse letterarie sono interessanti e con le stesse risorse si p ot rebb e ro apr i re bibl i ote che, ripensate radicalmente secondo luoghi alternativi e meno istituzionali, dove si incontrano persone che si scambiano informazioni per trasformare la conoscenza in condivisione; oppure investire in programmi speci ci da sviluppare nelle istituzioni del dialogo: la scuola e la famiglia. Vorrei però capovolgere il dato, e valorizzare invece quel prezioso 32,5% di lettori pugliesi (tre su dieci) fatto di tanti nuovi coraggiosi editori emergenti indipendenti che trasformano la loro passione in professione, di autori nascosti che aspettano qualcuno che disseppellisca i loro manoscritti, di lettori e associazioni culturali convinti che le storie fanno emozionare e le emozioni, di qualsiasi natura, da sempre provocano la più piccola consapevole scelta e in ne, e non per ultimi, di Iibrai coraggiosi che si stanno attrezzando per ospitare i quasi due milioni di lettori che comprano online (1milione e 900mila), nei distretti culturali "reali" quali sono le librerie vissute come luoghi di rifugio dove discutere prima di acquistare. La mappa delle librerie dovrebbe essere inserita tra i luoghi di interesse turistici della regione. Bisognerebbe dotare le librerie di distributori automatici h24, come i negozi di tabacchi, e invitare soprattutto i minori a frequentarli, magari scrivendo su ogni confezione la lettura arricchisce fortemente te e chi ti sta intorno .


SPECIALE La Provincia di Bari per Finis Terrae Venerdì 27 settembre 2013 alle ore 20.30 presso la Chiesa SS. Redentore di Bari, l'Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un concerto di bene cenza diretto dal maestro Richard Lee e il cui ricavato sarà destinato al Centro diurno socioeducativo I ragazzi di don Bosco . I

n programma l'esecuzione dei seguenti brani: Fantasia su tema di omas Tallis per archi di Ralph Vaughan Williams, Le Ebridi o Grotte di Fingal op. 26 di Felix Mendelssohn-Bartoldy e Sinfonia n. 94 in sol magg. La sorpresa di Franz Joseph Haydn. Il concerto sarà replicato sabato 28

settembre alle ore 20.30 nella Sala del Colonnato della Provincia di Bari nell'ambito di una manifestazione promossa dalla F e d e r. S . P. e V. d i B a r i - B a t (Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove).


ETICA SOCIALE di don Giuseppe Ruppi

La fonte dell'Etica Sociale “Salesiana”: il sistema preventivo di Don Bosco In questi giorni di visita dell'urna di Don Bosco e soprattutto durante la programmazione annuale, i cari animatori e i catechisti, i volontari educatori o gli altri operatori pastorali e s o cia li, del la nost ra compless a comunità educativa pastorale di Bari Redentore, chissà quante volte si sono sentiti citare il sistema preventivo di Don Bosco o semplicemente il verbo prevenire o ancora il sostantivo con il genitivo di speci cazione lo stile di don Bosco . Necessita una chiari cazione ponendo alcune premesse: Cosa signi ca prevenire ? Ripararsi da : Ho la sensazione che la maggior parte delle volte, quando si parla di prevenzione, la nostra attenzione vada verso dei signi cati negativi di questa espressione. Il consueto meglio prevenire che curare ci condiziona un po', forse un po' troppo. Av v i c i n a r s i a / P r o p o r r e : Lasciamoci invece guidare dall'etimologia del termine in questione, mi pare una cosa più opportuna da fare. Prevenire = venire prima , avvicinare una realtà a noi, precedere e accelerare delle tappe, percorrere speditamente un cammino. Solo con le precisazioni che abbiamo appena svolto è possibile allora capire che cosa può signi care lasciarsi guidare da un sistema preventivo, dal Sistema Preventivo di Don Bosco, nell'ambito dell'animazione socio educativa. Certo, la prima fase ci deve essere; necessariamente se mi avvicino a qualcosa mi allontano da altro, ma guai se l'animazione si limitasse a evitare i mali ai ragazzi senza poi proporre concretamente un qualcosa di alternativo, di valido. Don Bosco

non aveva in cuore esclusivamente l'allontanamento dei giovani da certi ambienti, da alcuni atteggiamenti, stili personali la sua azione era invece un'azione educativa (= educare, tirar fuori, estrapolare). E in quanto educativa egli voleva tirar fuori il bene presente in ogni ragazzo. Ecco allora che la prevenzione di Don Bosco non si limita alla distanza dal male, ma è innanzitutto e soprattutto avvicinamento al bene, avvicinamento a quel bene che è il Sommo Bene: DIO. Il genere di argomentazione desidera l'abbandono di quell'atteggiamento tipicamente scolastico che ci pone in contatto con il Sistema Preventivo di Don Bosco come con una teoria da dover applicare alla nostra animazione o al nostro impegno o professione socio educativa. Non siamo qui per fare una t r att a z i one te or i c a d el s iste ma preventivo, una trattazione astratta, lontana dalla nostra vita. Siamo qui per parlare del nostro essere animatori, quindi del nostro impegno tra dei ragazzi, tra dei giovani, quindi per parlare della nostra vita (perché

animazione dovrebbe essere la nostra vita, non solo una parte di essa). Vivere personalmente uno stile da proporre. Il punto di partenza sta proprio qui: capire che il Sistema Preventivo è un qualcosa che devo vivere io, proprio per quella logica che per dare una cosa devo per forza possederla, averla dent ro . Non cre di amo ci deg li improvvisatori. Neanche Don Bosco, nel momento in cui ha scritto questo testo, ha potuto improvvisare. La prova sta nel fatto che il testo è nato dopo tante insistenze esterne ed è stato composto dopo tante correzioni da parte dello stesso Don Bosco e di altri suoi collaboratori. Se Don Bosco prendeva così sul serio il suo Sistema Preventivo, a maggior ragione noi dobbiamo innanzitutto calarlo sempre di più in noi stessi e farlo diventare stile personale di vita. Ricordatevi che l'educazione è cosa di cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna se Dio non ce ne insegna l'arte, e ce ne dà in mano le chiavi. (Don Bosco)


“Bisogna trovare la cultura sostanziosa. Se la troviamo, la prenderanno tutti gli affamati.� Lev Tolstoj


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