AIUTO! STO DIVENTANDO A D U LT O !
UNA GUIDA PER VIVERE NEL MONDO DEI VECCHI
AIUTO! STO DIVENTANDO A D U LT O !
UNA GUIDA PER VIVERE NEL MONDO DEI VECCHI
Terra Nuova Edizioni
Direzione editoriale: Mimmo Tringale e Nicholas Bawtree Curatore editoriale: Enrica Capussotti Autrice: Helen Redding Titolo originale: How to Win at Adulting © 2019 Susanna Geoghegan Gift Publishing Traduzione: Beniamino Sidoti Copertina e impaginazione: Andrea Calvetti Design: Seagulls ©2020, Editrice Aam Terra Nuova Via Ponte di Mezzo 1 50127 Firenze - tel 055 3215729 - fax 055 3215793 libri@terranuova.it - www.terranuova.it I edizione: ottobre 2020 Ristampa VI V IV III II I 2025 2024 2023 2022 2021 2020 Collana: Genitori e figli Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero dati o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, inclusi fotocopie, registrazione o altro, senza il permesso dell’editore. Le informazioni contenute in questo libro hanno solo scopo informativo, pertanto l’editore non è responsabile dell’uso improprio e di eventuali danni morali o materiali che possano derivare dal loro utilizzo. Stampa: Lineagrafica, Città di Castello (Pg)
INDICE P R E F A Z I O N E A L L’ E D I Z I O N E I TA L I A N A 5 I N T R O D U Z I O N E 9 C O S A M I S TA S U C C E D E N D O ? 1 0 L A G E N E R A Z I O N E Y, I C O S I D D E T T I M I L L E N N I A L 1 3 U N A B R E V I S S I M A S T O R I A D E L L A A D U LT I TÀ 1 6 L’ A R T E D E L L A D E C I S I O N E 1 8 NEGOZIARE DA PROFESSIONISTI 23 D I R E D I N O , M A D AV V E R O 2 8 O T T E N E R E U N L AV O R O 3 2 M A N T E N E R E U N L AV O R O 3 8 IL TEMPO, OH, IL TEMPO! 42 DELLE OTTIME PRIME IMPRESSIONI 45 S TA T U T T O N E L L A P R E S E N TA Z I O N E 4 9 C O M E PA R L A R E D E L P I Ù E D E L M E N O 5 3 G L I A D U LT I E I S O L D I 5 6 CASA DOLCE CASA 61
RESTITUIRE QUALCOSA 67 A B B R A C C I A R E I L FA L L I M E N T O 7 1 A M M E T T E R E D I A V E R E S B A G L I AT O 7 4 DIRE CHE TI DISPIACE 77 CONVERSAZIONI DIFFICILI 79 NON SEI AL CENTRO DI TUTTO 83 C O M E N O N E S S E R E M A L E D U C AT I 8 5 SCORRI E CHIUDI: I SOCIAL MEDIA 87 CURA DI SÉ 91 IL FISICO 96 MANGIARE E BERE 100 IL GIOCO DELLE RELAZIONI 105 LASCIA USCIRE IL BIMBO INTERIORE 109 P E R C H É E S S E R E A D U LT I NON È AFFATTO MALE 112
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P R E FA Z I O N E all’edizione italiana
Essere giovani non vuol dire sempre la stessa cosa, in ogni epoca e in ogni luogo. Prova a chiedere a tuo nonno, che tipo di “giovane” era? Portava le basette lunghe, i capelli impomatati e ballava il rock’n’roll? Allora era un teddy boy. Se invece i capelli erano corti, si spostava in Vespa o Lambretta e amava la musica dei Beatles, era un mod. L’idea di generazione come la intendiamo noi è molto recente, non ha neppure 80 anni. In occidente bisogna infatti attendere il boom economico che seguì la II guerra mondiale per ritrovare i “giovani”, intesi come gruppo anagrafico, sociale e culturale separato dagli adulti. Teddy boy, rocker, mod furono le prime “sottoculture” giovanili che, dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra, si diffusero nel resto dei paesi occidentali creando vere e proprie “mode” che solo i più giovani apprezzavano e seguivano. Era l’epoca della cosiddetta “gioventù perduta”, della paura scatenata dal rock’n’roll e da scelte che mostravano un certo spregio delle convenzioni. Tutti comportamenti che oggi ci fanno sorridere, ma che allora scatenarono un vero e proprio panico morale: cioè un allarme collettivo ingiustificato pompato dai mass media. Prima di allora i giovani erano semplicemente “piccoli adulti”, in pantaloncini corti anche d’inverno; dagli anni 1950 e 1960 i giovani diventarono un gruppo sociale separato, con comportamenti, consumi e desideri radicalmente diversi da quelli dei matusa. Da allora le generazione si sono susseguite, ognuna ha adottato simboli, mode e linguaggi distinti per raccontarsi e cercare un
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posto nel mondo. Una sola cosa non è mai mutata: l’abitudine delle generazioni adulte di parlare male di quelli nati dopo di loro, che sono sempre “meno” qualcosa: meno impegnati, meno studiosi, meno lavoratori… È successo anche a te, vero? Oggi si fa un gran discutere di Millennial (o generazione Y), coloro nati, più o meno, tra il 1980 e il 1995, e Centennial (o generazione Z), formata dai nati tra il 1995 e il 2010. Ne parlano giornalisti e sociologi e soprattutto analisti di marketing e pubblicitari perché i giovani sono innanzitutto dei consumatori: di mode (quelle scarpe, quel tipo di felpa…) e tecnologia. Se hai questo libro in mano, anche tu fai parte di una di queste generazioni. Ottimo, perché proprio a te e ai tuoi coetanei è rivolto questo volume. Millennial o Centennial che tu sia, hai un grande asso nella manica: sai usare le tecnologie informatiche meglio di tutte le generazioni che ti hanno proceduto. Penserai: “Ma anche mio nonno sta su Facebook!!!”. E tu ci sei mai stato? Conosci qualcuno con più di 30 anni che ancora smanetti sul social di Zuckerberg? Lo so, Zuckerberg ha capito l’antifona e nel 2012 si è comprato pure Instagram, dove tu e i tuoi amici passate un sacco di ore. Ma diciamocelo: finalmente sono gli adulti a dovervi rincorrere, quando si tratta di social media e smartphone. Secondo studiosi e opinionisti, Millennial e Centennial sarebbero anche molto diversi tra di loro: i primi edonisti votati alle emozioni passeggere, i secondi più realisti e materialisti; i primi grandi viaggiatori entusiasti dei voli low cost, i secondi più profondamente global in quanto abituati fin dalla tenera età a navigare in rete, senza confini; i primi spettatori di contenuti altrui, i secondi creatori di nuovi contenuti (una bella carriera come youtuber… perché no?).
P refazione all’ edizione italiana – 7
E ora spezziamola una lancia in favore dei presenti e futuri animatori del web: i Centennial pongono in cima alla lista delle loro priorità la salvaguardia del Pianeta. Non a caso Greta Thunberg è una di loro: la sensibilità ambientale è molto più diffusa tra coloro nati a cavallo del nuovo millennio che nelle generazioni precedenti (che infatti sono state disastrose per l’equilibrio ambientale). Se poi provi fastidio per queste definizioni che vorrebbero ingabbiarti, sappi che non sei solo. Si tratta di etichette che vengono appiccicate per abitudine (“ai miei tempi noi eravamo diversi…”) e per esigenze lavorative (che farebbero altrimenti sociologi, analisti di marketing e giornalisti?), e che hanno poco a che fare con la vita e gli eventi reali. Un esempio: negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso si discuteva animatamente della generazione silenziosa: giovani apatici, privi di interessi, disinteressati di politica. Di lì a poco sarebbero scoppiati i più imponenti movimenti giovanili che la storia ricordi: il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti, il movimento pacifista contro la guerra in Vietnam, i movimenti studenteschi del ’68 in tutto il mondo… Insomma, molto raramente gli adulti ci hanno azzeccato! Proprio per questo Aiuto! Sto diventando adulto evita di farti la morale e con ironia ti presenta alcune tappe tipiche dell’età adulta, con cui devi fare i conti, anche solo per decidere che non fanno per te. Quindi ragazzi e ragazze, cercate di ignorare quello che i matusa dicono di voi e tentate di trovare la vostra strada, sarete sicuramente degli adulti migliori di quelli che vi hanno preceduto. – Enrica Capussotti
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I N T RO D U Z I O N E Sì: stai boicottando l’età adulta. Forse hanno detto che sei un Millenial o che fai parte della Generazione Y oppure di quella Z, ma non sai che cosa voglia dire di preciso. Sai solo che non vorresti appartenere alla Generazione Sensibile – avversa al rischio e molto meno avventurosa di quella dei tuoi genitori – quindi preferisci non diventare grande. Pensi che essere grande sia una palla pazzesca, e ti infileresti degli ombrellini da cocktail negli occhi piuttosto che ammettere di aver bisogno di diventare più responsabile. Sì, essere adulti a volte è noioso: ma cosa c’è di noioso nel diventare indipendenti, autonomi, nel guadagnare dei soldi, andare dove si vuole e fare la propria vita? Sono tutte cose fantastiche da fare. Pensa solo alla libertà che potrai avere. Essere adulti non è un hobby. Non puoi fare un passo indietro o smettere: sei adulto, sei adulta, che ti piaccia o no. Significa essere responsabile per te stesso e avere un posto nel mondo. Questo libro ti mostrerà come fartene una ragione e, soprattutto, come cavartela alla grande!
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Cosa mi sta
S U CC E D E N D O? I L T U O O B I E T T I V O D I C R E S C I TA PER QUESTO CAPITOLO: Prenditela comoda e non aspettarti miracoli: sei un adulto emergente. E non attiri più la simpatia riservata ai teen-ager. Ti ricordi quando ti sembrava terribile diventare adolescente e lasciarti alle spalle l’infanzia? È stato frustrante? Addirittura… traumatico? Beh, la pubertà è solo l’inizio: ci sono altre sfide a ogni tappa del tuo percorso di crescita e non sarà una passeggiata. S E I P R O N T O P E R D I V E N TA R E A D U LT O ? L’ingresso all’età adulta è definito per legge e varia in base al Paese dove vivi: di solito è l’età in cui puoi iniziare a votare, puoi comprare alcolici o essere processato come adulto per un reato (carino, no?). Ma la vita spesso è meno rigida di queste definizioni, e così quello di “maggiore età” diventa un concetto scivoloso su cui è facile cadere. E certo non aiuta quando ti dicono di “crescere”! Facciamo una spunta. Puoi:
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Prendere decisioni autonome? Accettare la responsabilità?
Cosa mi sta succedendo? – 1 1
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Essere finanziariamente indipendente?
Paura, eh? Chiaro che poi quando arriva la chiamata all’età adulta viene voglia di scappare. D I V E N TA R E A D U LT I : G L I A S P E T T I P S I C O L O G I C I Prima di farti prendere dal panico, ricordati che non diventerai adulto all’improvviso, nel corso di una notte. Tipo che il giorno prima stai giocando con le macchinine e il giorno dopo controlli il piano di carico di un SUV: no. Secondo lo psicologo Jeffrey Jensen Arnett, attraversiamo un periodo di cosiddetta “adultità emergente”, un momento tumultuoso che si trova da qualche parte dopo i vent’anni in cui non sei proprio indipendente, ma quasi. Difficile dire cosa dovresti fare, e forse non hai i mezzi che hanno gli adulti. Riesci a vedere qualche parallelo con la pubertà? E chi vorrebbe affrontarla una seconda volta? D A B R U C O A FA R FA L L A Il professor Arnett ha identificato cinque caratteristiche della “adultità emergente”: 1.
È l’età dell’esplorazione della propria identità. Chi sei? Cosa ti aspetti dalla vita?
“Che cos’è un adulto? Un bambino gonfio di anni”. SIMONE DE BEAUVOIR
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2. È l’età dell’instabilità. Gli anni dopo le superiori sono caratterizzati da frequenti cambi di casa, traslochi in case con studenti, con amici o con il partner. 3. È l’età in cui si è autocentrati. Libertà di scelta su cosa si può fare, senza più i limiti imposti dai genitori, dalla scuola e senza ancora quelli del matrimonio o della carriera. 4. È un’età in cui ci si sente a metà. Si assumono le responsabilità per se stessi ma non ci si sente ancora adulti. 5. È l’età delle possibilità. Una grande ventata di ottimismo che ti fa sentire predestinato a qualcosa di più grande dei tuoi genitori! Ti ci ritrovi? Sta a te come rapportarti a tutto questo e rendere questo passaggio qualcosa di benefico e non terrificante.
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L A G E N E RA Z I O N E Y, i cosiddetti Millennial
I L T U O O B I E T T I V O D I C R E S C I TA PER QUESTO CAPITOLO: Tutti hanno un motivo per lamentarsi dei Millennial: però, davvero, voi non siete tanto diversi da tutte le altre generazioni che sono state criticate da quella precedente. Aspettate il momento giusto per restituire colpo su colpo. A tutti piace mettere gli altri in una scatola e appiccicarci sopra una bella etichetta. Il problema con gli stereotipi è che non sempre si rivelano onesti o corretti. Vediamo, se hai appena compiuto vent’anni, ma anche se stai per compierne trenta, che cosa dicono di te? L A N U O V A G E N E R A Z I O N E D I A D U LT I Quelli nati tra gli anni Ottanta e Novanta appartengono alla cosiddetta Generazione Y, cioè sono i Millennial di cui tanto si parla. Se è la prima volta che senti queste parole, non ti preoccupare: stanno solo cercando di distinguerti dai milioni di persone figlie dei Baby Boomer, a loro volta chiamati Generazione X. Secondo quelli che ci capiscono, i “nuovi” giovani sono:
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Tecnologicamente avanti Liberi dai marchi e non così condizionabili dal marketing (hanno già visto tutto) Ossessionati dai selfie Coccolati dai genitori, quindi hanno la sensazione che tutto sia loro dovuto Politicamente narcisisti privi di sensibilità Incapaci di impegno Abituati a vivere un’adolescenza perpetua
Wow. Non ci sta mica tutto sul curriculum.
IN DIFESA DEI MILLENNIAL Diciamolo, si tratta di una generazione molto chiacchierata. A difesa va detto che non sono certo tutte rose e fiori: il mercato del lavoro è decisamente feroce, e quella dei Millennial è la prima generazione che quasi sicuramente se la caverà peggio dei propri genitori. È più difficile riuscire a comprare una proprietà, sposarsi e fare figli per probabili ristrettezze economiche. Sono tutti fattori che davvero rendono più difficili molte cose che sono associate con l’essere “adulti”. Se non puoi permetterti di andar via dalla casa dei genitori, per esempio, sarà più complicato trovare la propria strada verso l’età adulta.
L a G enerazione Y, i cosiddetti M illennial – 1 5
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MILLENNIAL NEL MONDO
Mark Zuckerberg Beyoncé Mike Krieger e Kevin Systrom (fondatori di Instagram) Brian Chesky (cofondatore di Airbnb) il principe William Roger Federer Serena Williams Sean Rad (cofondatore di Tinder) Jennifer Lawrence
Buttali via.
“Non tutti i Millennial pensano allo stesso modo: è demografia, non psicografia”. ANDY DUNN
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Una brevissima storia della
A D U LT I TÀ I L T U O O B I E T T I V O D I C R E S C I TA PER QUESTO CAPITOLO: Capire quali siano quei “certi obiettivi impliciti”.
Adultità (s.f.): Condizioni e qualità che fanno di te un adulto responsabile, come ad esempio il raggiungimento di certi obiettivi impliciti. I D I E C I P I Ù C E L E B R I O B I E T T I V I D E L L’ A D U LT I TÀ 1.
Ottenere e mantenere un lavoro.
2. L’autonomia finanziaria (sostenersi, pagare bollette e tasse). 3. Cucinare per mangiare (possibilmente in maniera sana, o quantomeno commestibile, non congelata e pure senza microonde). 4. Avere una lista di cose da fare e farle, anche perché tua mamma non fa più tutto per te. 5. Avere aspirazioni e obiettivi realizzabili, tipo che su uno di questi è ancora il tuo sogno da bambino di diventare astronauta, trovare qualcosa di più vicino.
U na brevissima storia della adultità – 1 7
6. Prenderti cura della tua salute e del tuo benessere (per esempio prendendo da solo appuntamenti dal dentista e dal dottore). 7. Farti il bucato, con punti extra per la separazione dei capi bianchi dai colorati e per il controllo delle indicazioni sulle etichette. Punti extra a pioggia se stiri anche. Suggerimento: evita di comprare “capi da lavare a mano”, perché resteranno sempre in fondo al tuo cesto della roba sporca. 8. Vivere per conto tuo, o con qualcuno che non è un genitore, amico o meno (anche tramite annunci, sì). 9. Comprare casa e tenerla ragionevolmente in ordine: perché è ciò che desideri anche se nessuno ti obbliga. 10. Essere responsabile delle tue azioni, senza incolpare nessun altro. MA COME? QUAND’È CHE LA VITA È DIVENTATA COSÌ NOIOSA? Quando sei diventato grande abbastanza da essere responsabile per le tue azioni e l’impatto che hanno sugli altri. È sempre stato così, nei secoli dei secoli. L’età adulta non ti sta aspettando per rovinarti la vita: è lì, se non per renderla migliore, per renderti più libero, più libera. Devi accoglierla da adulto per scoprire quali opportunità di divertimento ti si possono aprire.
“Gli adulti sono solo bambini obsoleti”. DR. SEUSS
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Il tuo destino è nelle tue mani! Puoi scegliere da solo i tuoi amici e eliminare le persone tossiche dalla tua vita. Non ci sono più prove ed esami, a meno che tu non voglia farli. Sai finalmente che cosa è il sesso, e lo fai come ti piace. Non hai più paura di dire ai tuoi genitori che hai fatto un casino. Puoi dire “perché lo dico io”, e nessuno te lo dice più. Puoi telefonare a chi vuoi senza dover chiedere il permesso all’adulto che paga la bolletta. Puoi decidere da solo se sei abbastanza malato da non poter andare al lavoro. Puoi fregartene un po’ di più di cosa pensano gli altri e accettarti per come sei.
P erch é essere adulti non è affatto male – 1 1 5
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