CALABRIA
Cosenza osenza
Le monografie del GAL “Sila Greca Basso Jonio Cosentino”
Crotone Rossano
Crosia
Catanzaro Cropalati Paludi
Vibo Valentia
The monographs of the LAG “Greek Sila – South Ionian of Cosenza Area”
Calopezzati Caloveto
Cariati
Pietrapaola
Terravecchia
Mandatoriccio
Longobucco
Scala Coeli
Bocchigliero
BRUNO DA/FROM LONGOBUCCO
Campana
(Longobucco, inizi 1200 – Padova 1286) Fondatore della moderna chirurgia e maestro europeo (Longobucco, beginning of 1200 – Padua 1286) European Master and Founder of Modern Surgery
Reggio Calabria
Sede: Viale Jonio, 96 - 87060 Mirto-Crosia (CS) Tel/fax: 0983-42062
Introduzione / Introduction: Giorgio Palù Si ringraziano:
Testi di / Texts by: Alfredo Focà - Antonio Maria Adorisio
La Biblioteca Apostolica Vaticana La Biblioteca Laurenziana per aver concesso le immagini riprodotte
L’editazione dell’opera è stata curata e coordinata da Francesco Rizzo I testi della monografia sono di Alfredo Focà e di Antonio Maria Adorisio The editing work was supervised and coordinated by Francesco Rizzo The texts of the monograph are Focà Alfredo and Antonio Maria Adorisio
Stab. Tip. De Rose (CS)
www.galsilagreca.it Iniziativa realizzata con il finanziamento della Programmazione Comunitaria 2007/13, Approccio Leader, a valere sulla Misura 413-313 az.2 del PSR Calabria – PSL Gal “Sila Greca Basso Jonio Cosentino”
COPYRIGHT: Gal “Sila Greca Basso Jonio Cosentino”
Mi.P.A.F.
Regione Calabria
Unione Europea
Approccio LEADER
Autorità di Gestione
Bozzetto di busto per megaliano in bronzo/argento realizzato da Thomas Pirillo per la 1^ edizione del Premio Internazionale di Medicina “Bruno da Longobucco” Bronze/silver sketch made by Thomas Pirillo on the occasion of the 1st edition of the International Award of Medicine “Bruno da Longobucco”
CittĂ del Vaticano, Biblioteca Apostolica, Vat. Lat. 4471, f.1 recto. Incipt della Chirurgia Magna con testina miniata di Bruno che opera e i discepoli che assistono. Vatican City, Apostolic Library, Vat. Lat. 4471, f.1 recto. Incipt of Chirurgia Magna with painted in miniature of bruno while operating felpe by his pupilis.
CittĂ del Vaticano, Biblioteca Apostolica, Vat. lat. 4471, f.1 recto, testatina miniata della Chirurgia magna: Bruno che opera e i discepoli che assistono Vatican City, Apostolic Library Vat. lat. 4471, f.1 recto Headline of Chirurgia Magna painted in miniature:
Firenze, Biblioteca Laurenziana, Plut. 73 25, 1r, iniziale incipitaria e miniatura di Bruno che opera Florence, Laurantian Library, Plut. 73 25, 1r, initial letter incipt and miniature of Bruno while operating
PRESENTAZIONE
Statua bronzea di Bruno in piazza Matteotti a Longobucco Opera di Thomas Pirillo Bronze Statue of Bruno in Matteotti square in Longobucco Work by Thomas Pirillo
Il Gal “Sila Greca Basso Jonio Cosentino”, dopo aver concorso negli anni scorsi, alla divulgazione della prestigiosa figura di San Nilo di Rossano con una bella monografia firmata da Francesco Milito, dedica ora quest’opera a un altro illustrissimo figlio del territorio delle “Terre Jonicosilane” della Sila Greca: Bruno di Longobucco, che, dopo aver studiato medicina presso le celebrate Università di Salerno e di Bologna, a metà 1200, a Padova, cofondando quella Università, scrive “Chirurgia Magna” e “Chirurgia Parva”, così “promuovendo” l’arte chirurgica, fino a quei tempi in mano ai negromanti, agli alchimisti, ai maghi, ai fattucchieri, a vera e propria branca della medicina. Bruno, orgogliosamente longobucchese, così come egli più volte si definisce, fu grande chirurgo e “maestro di vita” e il suo insegnamento ebbe valenza europea. Una grande figura, dunque, però poco nota, anche negli ambienti scientifici, che si sta in questi anni riscoprendo grazie all’impegno del Comune di Longobucco, che ha istituito un premio a lui dedicato, e all’Università e al Comune di Padova, che, qualche anno fa, lo hanno voluto celebrare posizionando un suo busto in bronzo, opera dello scultore longobucchese Thomas Pirillo, all’interno dei locali Universitari e intitolandogli una strada in un bel giardino della città. Questo snello volume, introdotto dal Prof. Giorgio Palù, Ordinario di Microbiologia e Virologia e già Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova, e curato da due fra i massimi studiosi di Bruno, il Prof. Alfredo Focà, Ordinario di Microbiologia presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, e il Dott. Antonio Maria Adorisio, già Bibliotecario presso la Biblioteca Nazionale di Roma, ai quali vanno i nostri calorosi e riconoscenti ringraziamenti, nasce con il preciso scopo divulgativo di far conoscere la figura del grande calabrese innanzitutto nella nostra Regione e quindi presso un più vasto pubblico di studiosi ma anche di turisti che cercano nella cultura precisi riferimenti per arricchire il loro tempo libero e la loro formazione. Ranieri Filippelli, Presidente Francesco Rizzo, Direttore
Lastra in bronzo sul piedistallo della statua di Bruno in Longobucco, opera dello stesso scultore (2006) Bronze plate on the base of the base of the statue of Bruno in Longobucco by the same sculptor
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PRESENTATION
Over the last years, after contributing to spread the prestigious personality of St. Niles from Rossano through an extensive monograph by Francesco Milito, the LAG “Greek Sila – South Ionian of Cosenza Area” dedicates now the present work to another esteemed son of the “Ionian-Silan Lands” of Greek Sila: Bruno from Longobucco who, after studying medicine to the renowned Universities of Salerno and Bologna, during 1250 in Padua, where he contributed in founding the local University, wrote “Chirigia Magna” and “Chirurgia Parva” in so “promoting” the surgical art as a real branch of medicine. In fact, until that time, surgery has been a privilege of necromancers, alchemists, magicians and witches. Bruno, proudly from Longobucco as he himself emphasized many times, was an excellent surgeon and “master of life”, so much that his teaching had a European value. So, he is an important personality, though little known also in the scientific context that, however, is being revalued thanks to the commitment of the Institution of Comune di Longobucco, that instituted an award in honour of Bruno, and to the University and Institution of Comune di Padova which, some years ago, wanted to celebrate him by placing his bronze bust, by the sculptor form Longobucco, Thomas Pirillo, in the University halls and dedicated to him a street in a beautiful garden in the town. This comprehensive volume, with an introduction by Prof. Giorgio Palù, Full Professor of Microbiology and Virology and Dean of the Faculty of Medicine and Surgery at the University of Padua, and edited by two of the greatest scholars about Bruno, Prof. Alfredo Focà, Full Professor of Microbiology at University “Magna Graecia” of Catanzaro, and Dr. Antonio Maria Adorisio, Librarian at the National Library in Rome, to whom we would like to express our sincere gratitude, has been conceived with a specific educational purpose, aiming at spreading knowledge of such a master first of all in our Region, and then to the wide audience made of scholars or tourists who are looking for precise references to enrich their free time as well as their education. Ranieri Filippelli, President Francesco Rizzo, Director Passeggiata “Bruno da Longobucco” a Padova “Bruno Longobucco”, walk in Padova
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Busto bronzeo di BRUNO Università di Padova (Thomas Pirillo 2006) Bronze bust of BRUNO University of Padova (Thomas Pirillo 2006)
INTRODUZIONE Di Bruno vorrei ricordare che è stato nel 13° secolo tra i fondatori dello studio patavino. La sua opera, per la prima volta nel Medioevo, coniuga la chirurgia con la medicina. Nella Chirurgia Magna definisce la chirurgia “opera manuale per risanare un corpo animale ammalato”, ma opera manuale che fa parte della medicina, tutta la medicina in lui culturalmente riassunta quella greca, quella latina, persiana e araba. Nei suoi scritti, che sono i primi scritti di chirurgia in Europa, c’è già traccia di quell’approccio scientifico che poi sarà quello che renderà grande Padova e cioè: l’approccio teorizzato da Galileo proprio a Padova, il metodo scientifico-sperimentale. Bruno ricorre all’esperienza degli antichi parlando di loro come auctoritates, ma aggiunge di: non fidarsi mai in quanto sono auctoritates, ma “postquam certificatus sum eis, testimonio rationis et exercitio” quindi, dopo che ha messo alla prova le loro affermazioni con la ragione e con l’esperienza, col metodo sperimentale quindi. Padova ha avuto grandi maestri e grandi scienziati nei secoli d’oro tra questi Copernico, Vesalio, Harvey, Wirsung, Morgagni. Bruno figura tra questi in quanto iniziò la chirurgia come materia medica e scientifica. Quindi le sue due grandi opere e le altre minori dovrebbero essere ricordate come degnamente meritano essendo state libro di testo in tutte le Università europee. Giorgio Palù, Ordinario di Microbiologia e Virologia e già Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Padova
INTRODUCTION I would like to recall the fact that, in the 13th century, Bruno was one if the founder of the Paduan School. For the first time in the Middle Ages, his work combines surgery and medicine. In his Chirurgia Magna, he defines surgery as a “manual activity to heal a sick animal body”, but it as a manual activity belonging to medicine, all that medicine that was culturally condensed in himself: Greek, Latin, Persian and Arab. In his writings, the first about surgery in Europe, it is possible to catch a scientific approach that will eventually make Padua renowned, namely the approach which was theorized by Galileo exactly in Padua, the scientific-experimental method. Bruno based his work on the experience of ancient scientists by talking about them as auctoritates, though suggesting also to never trust them because auctoritates, but because “postquam certificatus sum eis, testimonio rationis et exercitio”, that is after put to the test their statements through reason and experience, in other words he suggested to trust them following the scientific method. Padua got several outstanding masters and scientists of the golden centuries, among which Copernicus, Vesalius, Harvey, Wirsung, Morgagni. Bruno appears among them because he introduced surgery as a medical and scientific subject. So his two famous works, as well as his minor works, should be remembered as they really deserve, also because they were used as primary bibliography in all European Universities. Giorgio Palù Full Professor of Microbiology and Virology and Dean of the Faculty of Medicine and Surgery University of Padua 3
CENNI SULLA CITTADINA SILANA Longobucco è uno dei maggiori centri della provincia di Cosenza. Il paese è situato a m.780 s.l.m. nella suggestiva vallata del fiume Trionto, che scorre lungo il versante orientale della Sila (Sila Greca). La frequentazione umana della vallata, già documentata nell’età del bronzo e del ferro, s’arricchì in età storica con l’arrivo dei coloni greci e divenne stabile nel sito di Longobucco a iniziare dal periodo storico normano-svevo. Si ritiene che fattore decisivo ne sia stato lo sfruttamento delle risorse minerarie, già praticato nell’antichità, ma ripreso con più competente tecnologia sotto il Regno Svevo. L’attività estrattiva ne fece sorgere altre indotte e collaterali, come la coltivazione dei boschi per il legname necessario ai processi estrattivi e la zootecnia per la forza lavoro ausiliaria e per l’alimentazione. Tali risorse sostennero una comunità economicamente solida fino al Settecento, quando avvenne il definitivo abbandono dell’estrazione mineraria, divenuta non più remunerativa. L’abbandono dei siti minerari accentuò il dissesto idro-geologico del territorio, dando luogo a drammatici fenomeni d’instabilità. La comunità umana contava ancora negli anni fra il 1921 e il 1961 circa 8.000 residenti, oggi ridotti a 3.500. Delle antiche pratiche artigianali sopravvive principalmente quella tessile, cui si dedicano le donne, che s’ispira a modelli antichi e caratteristici. Il centro storico vanta l’antica Chiesa Matrice, più volte ristrutturata tra il sec.XVI e il sec.XVIII, che della primitiva struttura medioevale conserva un maestoso campanile quadrilatero a torre isolata, con monofore e guglia ottagonale. Nell’interno si conserva la “Madonna dei Carbonai”, raffinata iconea lignea policroma del sec. XV-XVI.
SOME NEWS ABOUT THE SILAN VILLAGE Longobucco is one of the biggest Silan villages in the province of Cosenza. It is located at 853,02 yards a.s.l. in one of the most suggestive valleys of the Trionto river that flows along the west side of Sila (Greek Sila). The first human settlements, which date back to the Bronze and Iron Ages, gradually increased thanks to the arrival of Greeks colonists that settled permanently in Longobucco since the Norman-Svevian age. It is believed that the crucial reason for the settlement was the exploitation of the mineral resources that, however, had started during ancient times and was eventually renewed thanks to up-to-date tools during the Svevian Reign. Such activity fostered additional incomes strictly related to it, such as the wood plantation to get the useful wood for the extraction processes, as well as zootechnics for additional labor force and sustenance. These resources supported an economically steady community until the XVIII century, when people abandoned the mining activity, because it gradually changed to a no more profitable work. The abandonment of mining sites accentuated the hydro-geological instability of the territory, in so causing very dramatic events. Between 1921 and 1961, human settlements counted about 8.000 residents, that gradually decreased to 3.500 today. Among the several handicrafts practiced during the past, the textile activity is the only one still practiced by women today, by reproducing ancient and typical patterns. The historical centre of Longobucco boasts of the Mother-Church which, between the XVI and the XVIII centuries, was refurbished many times, but its medieval structure is preserved through its majestic square-base bell tower, separated from the church, with windows and an octagonal steeple. The interior preserves the “Madonna of the Charcoal”, refined iconea polychrome wooden sec. XV-XVI. 4
ALFREDO FOCÀ LA CHIRURGIA MEDICA DI BRUNO DA LONGOBUCCO NELL’EPOCA DEGLI EMPIRICI Bruno nacque a Longobucco, al centro della Sila greca, in un territorio aspro e selvaggio privo di vie di comunicazione ma ricco di tradizioni e di radici culturali che affondano nel VI-V secolo a.C., rigoglioso antico centro minerario dove la medicina era praticata largamente. Fonti documentali citano tale Giovanni da Longobucco che superò gli esami di abilitazione il 20 aprile 1278; Nicola da Longobucco che acquisì l’abilitazione il 5 novembre 1309, Federico da Longobucco, chirurgo “idiota” (libero professionista) esaminato il 22 novembre 1322. Le notizie biografiche ed anagrafiche di Bruno sono molto limitate pressoché nulle per quanto riguarda la sua infanzia e la sua giovinezza. Padre Francesco Russo, attento ricercatore e storico, fece risalire i natali di Bruno ai primi anni del 1200, considerato che sulla “Chirurgia Magna” egli stesso scrisse: “Brunus gente Calabrica patria Longoburgensis…” e che la sua opera più importante era datata 1253, opera che era espressione della piena maturità dell’autore. Bruno fu uno dei tanti calabresi di grande erudizione apparsi non come geniali individualità ma figure illustri, espressione di una millenaria tradizione culturale calabrese che affonda le sue radici nel fecondo periodo della “Magna Grecia” e nella cultura dei cenobi di Cassiodoro di Squillace che, dalla Calabria, si diffusero lungo la Penisola e nel Mediterraneo interessando tutti i campi del sapere e che, proprio nel Medioevo, lungo le direttrici del trivium e del quadrivium, arricchirono gli uomini e gli ambiti. Nella Calabria, dunque, di Cassiodoro, della tradizione della custodia degli antichi testi di filosofia e medicina, appare Bruno da Longobucco, uno dei più eminenti chirurghi del Medioevo, conoscitore delle dottrine mediche greche, latine e arabe, il riformatore della chirurgia: “la chirurgia nobile compagna della medicina”; infatti proprio le dottrine di Alì Abbas supportarono le iniziative di Bruno quale precursore della trasformazione del chirurgo “sempre più medico e meno barbiere”, più colto e meno praticone in un Medioevo caratterizzato da un ampia frattura tra la “nobile arte” professata dal medico e la pratica chirurgica esercitata dal chirurgo-barbiere. Giovanissimo, come la gran parte dei medici calabresi, Bruno studiò a Salerno presso la Scuola Medica Salernitana, e l’impronta della Scuola sulla sua formazione fu permanente sia quando si schierò con le dottrine salernitane sia quando se ne discostò per proporre le sue idee innovative. Sotto la tutela delle dottrine dei grandi medici del passato, Bruno fu il testimone e il fautore di epocali avvenimenti come il riavvicinamento della chirurgia alla filosofia e alla medicina, e la nascita delle Università. La decadenza della Scuola Salernitana coincise con la nascita delle Università in tutta Europa: a Montpellier, a Parigi (fondata da Gilles de Corbeil, proveniente da Salerno); a Bologna (1088), a Napoli (1224) e poi a Padova (1222) per la migrazione di studenti e docenti da Bologna, tra i quali Bruno da Longobucco. A Bologna Bruno fu il migliore allievo di Ugo Borgognoni da Lucca, il quale per quanto abile nella pratica chirurgica soprattutto di guerra, non era dotato di cultura dottrinaria classica ed il suo insegnamento era solo orale e “coperto”: “…vi ho insegnato la chirurgia; di ciò non dovrete mai parlare a chicchessia...”. De Renzi sosteneva che l’allievo aveva superato il Maestro proprio alla luce della sue basi dottrinarie: “… e forse neppure 5
il suo nome [Ugone] sarebbe arrivato a’ posteriori ove non fosse surto altro uomo, che veniva a congiungere insieme le dottrine degli antichi e l’efficace chirurgia de’ moderni. Quest’uomo fu Bruno da Longobucco….Calabrese dotto e intraprendente…”. Bruno, antesignano dell’antisepsi, affermava che in ogni ferita è necessario prima fermare l’emorragia e lasciare asciugare le ferite ed evitare la formazione di pus, ponendosi in contrapposizione al dogma galenico che riteneva il pus “bonum et laudabile”. Egli proponeva di fasciare le ferite con bende imbevute di vino bollito per portare all’essiccamento le lesioni sulla base del suo precetto: “il secco è più prossimo al sano, l’umido al non sano”. A Padova gli studenti eleggevano il Rettore ed eleggevano annualmente i docenti: “Per legge della padovana Repubblica dell’anno 1261 la elezione dei professori doveva farsi ogni anno tra i quindici giorni innanzi la festa di S. Pietro e gli eletti dovevano trovarsi in Padova nel 1° settembre seguente”. Bruno fu il primo docente di chirurgia del gruppo di professori di medicina fondatori a Padova: Matteo da Roncayette, Albertino da Palazzolo, Avezzuto da Roncaglia, Zambonino da Gazzo. I rapporti tra il neonato studio di medicina e gli Ordini religiosi favorì l’uso degli ospedali-ospizi tenuti dai monaci per l’organizzazione degli studi; infatti, le iniziali sedi dello Studio furono la chiesa di S. Urbano e il senodochio ospedale di San Paolo localizzato entro le mura e che accolse l’insegnamento chirurgico di Bruno che con l’autorità dello status di “Magister” praticò la chirurgia almeno fino al 1253 data di ultimazione dei suoi trattati. Anche se molti reperti archeologici della chirurgia antica sono sorprendenti, gli albori della chirurgia scientifica si possono far risalire ad Alcmeone di Crotone (V sec. A.C.) che aprì l’era degli studi anatomici con la dissezione del cadavere e a Democede di Crotone chirurgo e medico periodeuta che esercitò anche a Samo e in Persia. Dal 1100 circa lentamente la chirurgia si allontanò dalla medicina e cadde nelle mani di praticoni, flebotomi, cerusici. Con i chirurghi Ruggero di Frugardo, Bruno da Longobucco e Teodorico da Lucca si intraprese una inversione di tendenza con un riavvicinamento della chirurgia alla medicina con il sostegno delle dottrine latine e arabe. Teodorico scrisse un trattato di chirurgia che, secondo Guy de Chauliac, fu totalmente copiato da Bruno e questi divenne l’esponente di punta di una chirurgia medica di cultura greco-araba, fortemente innovativa valorizzata nei suoi trattati “Chirurgia Magna” e “Chirurgia Parva”. Bruno affrontò il problema della terapia degli umori praticata attraverso il salasso e che era stata abbandonata nelle mani dei flebotomi per l’impossibilità, l’indecenza, del chirurgo a praticarlo e con coraggio replicò ai medici che ritenevano indecoroso la pratica del salasso: “Ac operationes scarificationis et flebotomiae noluerunt medici propter indecentiam exercere: sed illas barberiorum in manibus reliquerunt”. Bruno introdusse il drenaggio dei fluidi dalle cavità sierose o edemi localizzati (paracentesi) mediante puntura e successiva aspirazione dei liquidi. Egli propose originali tecniche di sutura con l’ausilio di particolari aghi e con budello di animale, con fili di seta o cotone serrando i lembi delle ferite; per la sutura delle ferite dell’omento, Bruno suggerì di rimuovere prima i tratti di tessuto di colore verde o nero (segni di suppurazione e necrosi) e, quindi, di legare tutte le arterie e le vene con un filo per evitare di provocare la putrefazione dell’addome a causa dell’afflusso di sangue. Si cimentò per 6
primo nell’intervento chirurgico di cataratta con una tecnica molto complessa a partire dal taglio delle vene della congiuntiva qualora si presentassero varicose. Le innovazioni introdotte da Bruno e da Ugone sul modello “arabista” furono avversate dai sostenitori della chirurgia tradizionale praticata a Salerno e soprattutto da Ruggero di Frugardo e Rolando di Parma sostenitori della chirurgia empirica. Nel 1253, a gennaio, Bruno completa il suo trattato di chirurgia e afferma di aver ultimato l’opera presso l’ospedale S. Paolo in “Anno ab Incarnatione Domini MCCLII, mense Januarii, Indict X”. L’anno dell’incarnazione 1252 (25 marzo 1852/24 marzo 1253) corrisponde al gennaio 1253. Il trattato di Bruno rappresenta la prima opera di medicina e chirurgia redatta a Padova, tanto apprezzata che ottiene immediatamente grande risonanza che si estende per tutto il Medioevo. E’ uno dei trattati di chirurgia più trascritti e tradotti. anche in volgare per poi essere utilizzato come libro di testo in molte università italiane e straniere. La “Chirurgia Magna” era composta da due libri suddivisi in venti capitoli ciascuno; nel primo libro erano trattate le ferite, le fratture le lussazioni mentre nel secondo le malattie che richiedono l’intervento del chirurgo. La lettera dedicatoria del libro è la parte più espressiva di esso perché ci permette di scoprire un aspetto del personaggio Bruno e colmare alcuni vuoti biografici. La dedica, che rappresenta il prologo, è diretta ad Andrea da Vicenza un amico e, probabilmente, un allievo; un medico al quale Bruno rivolge alcune raccomandazioni di carattere etico e morale che egli considera già erudito, secondo Del Guerra un teologo: “…..ti conobbi ricercatore di tutti i segreti…”. “Già da lungo tempo o venerabile amico mio, Andrea da Vicenza, mi pregasti con brevi e chiare parole di scriverti un libro sulla chirurgia, raccolto e tratto dai detti, dai gloriosissimi Galeno, Avicenna, Albucasi, ed Alì Abbas e da altri antichi esperti. E’ lecito che io, per l’altezza degli impegni che sostengo, fino ad oggi, con longanimità, te l’abbia solo promesso; tuttavia ti conobbi ricercatore di tutti i segreti, non volli deludere il tuo desiderio: anzi ritenni ardentemente di adempierlo. Per la qual cosa, ora, liberamente sotto la guida dell’esperienza del Salvatore, secondo le mie possibilità, aderisco completamente alla tua richiesta con animo grato. Accogli, dunque, benevolmente, questo piccolo dono per tuo diletto; per compiere il quale con l’aiuto del Signore, non evitai di assumere la fatica, non essendo gravoso per me il soddisfare alle tue preghiere; bensì essendo per me ciò grato; non difficile, ma dilettevole. Per prima cosa, devi sapere, che questa opera è suddivisa in due parti, nella prima delle quali posi i capitoli, dei quali ne dedicai venti alla prima parte, ed egualmente venti alla seconda; affinché certamente per mezzo di questi numeri, più facilmente si possa trovare quanto si cerca. In verità, questo libro è composto nel modo che tu mi chiedesti, cioè secondo le descrizioni che si trovano nei libri antichi, del cui ricordo già dissi in precedenza. Ma prima di iniziare la trattazione vera e propria, affinché più facilmente essa sia compresa, alcune cose sono da notare: cioè cosa sia la Chirurgia; onde sia detto, di quale sorta debbono essere i suoi operatori; quale sia il suo scopo; né, e non per prima cosa, in quanti tipi essa si divide. Che tu lo accolga, dunque, con gioia, amico mio illustrissimo, e che non debba vergognarti e neppure esitare ad adoprarlo. Vicino, infatti, alla sua realizzazione non fui 7
incline a null’altro se non a raccogliere insieme i fiori dai segreti degli antichi, che prima avevo ricercato con grande esercizio, e a piantare gli stessi in esso. E neppure allora l’animo mio riposava, perché io potessi adunare solo quello che nei libri era descritto: ma anzi, proprio ciò che, con la cui esperienza e con ragione meditata, considerai degno di conoscenza. Non allontanare perciò l’animo tuo dalla fiducia nelle occupazioni attuali, poiché essa è la radice, il fondamento di tutta l’arte e il segreto profondo. Custodisci inoltre te stesso amico caro, secondo il tuo buon senso da ogni via incerta e dubbiosa, e che la brama di profitto non ti induca a ciò presso cui dimora la tua ignoranza, e che, a causa del divieto dell’arte, la fama della tua rettitudine non sia tinta di nero da turpi macchie. Ma piega per la via che conduce alla sanità e lascia perdere le ansie terribili in cui non v’è speranza di buona salute. Da ciò ti giunga infatti lodevole successo, fama e gloria grandi. Iddio onnipotente ti ispiri la sua grazia e ti conduca alla conoscenza della via migliore. Sempre grazie a Dio. Amen”. L’accessus della Chirurgia di Bruno è considerato un modello di organizzazione scientifica e culturale ed anche un rilevante significato dottrinale. Nella chiusa Bruno mostra la sua notevole erudizione, sviluppa una prosa diretta ma non forbita che arriva al cuore perché scandita da parole che esprimono grande sensibilità. Quindi, Bruno il Maestro, utilizza la sua dedica per un’accorata esortazione di ordine etico e deontologico: “Custodisci inoltre te stesso amico caro, secondo il tuo buon senso da ogni via incerta e dubbiosa, e che la brama di profitto non ti induca a ciò presso cui dimora la tua ignoranza…..” Non sorprende, infine, l’espressione di profonda religiosità con cui accompagna sia le misure terapeutiche: “… e così facendo fin quando guarisce, se Dio vuole. Fra i suoi denti metti un legno perché se sopravviene un movimento involontario, non si tagli la lingua con i denti, e proteggilo dal freddo perché non gli capitino accidenti peggiori dei precedenti. Sia benedetto Dio e i Santi. Amen”, sia l’esortazione finale di chiusura dell’opera e della dedicatoria: “Iddio onnipotente ti ispiri la sua grazia e ti conduca alla conoscenza della via migliore. Sempre grazie a Dio. Amen”. Il testo è caratterizzato oltre che dai precetti e dai particolari di tecnica chirurgica, da ampi riferimenti ai classici, fatto che avvalora le conoscenze di Bruno insieme con la sua abilità di conoscere e commentare con tratti di originalità autori arabi e greci. E’ possibile apprezzare una prosa raffinata ed austera, espressione di una persona colta e severa, forte di una genesi classica ed umanistica: “…non fui incline a null’altro se non a raccogliere i fiori dai segreti degli antichi…”. La sua rettitudine traspare dalle tante raccomandazioni che egli formula da vero “magister” sull’uso etico della chirurgia: “… e che la brama di profitto non ti induca a ciò presso cui dimora la tua ignoranza…”. La sua fede cristiana rappresenta una energica guida professionale: “…Iddio onnipotente ti ispiri la sua Grazia…”. La sua determinazione non è generata dall’arroganza dell’erudizione, è invece evidente l’umiltà e la modestia con cui percorre il sentiero tracciato dai sapienti dell’antichità classica riconoscendone l’autorità e, nella tradizione dei medici medievali, introducendo elementi di originalità frutto delle esperienze personali. La “Chirurgia Parva” è la seconda opera di Bruno per importanza, è un trattato didattico più maneggevole composto da ventitré capitoli e dedicato a Lazzaro di Padova, un suo allievo e scritto subito dopo la “Chirurgia Magna”: “ Mi hai presentato la tua preghiera, caro Lazzaro di Padova, affinché io componessi intorno alla chirurgia un libro 8
più breve e più chiaro di quello che composi per Andrea e benché pieno di stanchezza avendo appena finito di comporre l’altro libro, non ho voluto disattenderla. […] La tua preghiera mi ha sollecitato a fare ciò perché a lungo hai goduto della mia sincera e filiale predilezione. Accogli, dunque, caro Lazzaro, l’opera che mi hai chiesto, e che io, Bruno da Longobucco, ho composto per te. Padre Russo calcola la data di morte di Bruno attorno al 1286 ma conferme non sono presenti in alcun documento.
Alfredo FOCA’. Nato a Villa San Giovanni nel 1948, è Ordinario di Microbiologia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Catanzaro; membro del CdA e del Senato Accademico e Direttore della Biblioteca Centralizzata dell’Ateneo; Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro; Direttore della Scuola di Specializzazione in “Microbiologia e Virologia” e Direttore dell’Unità Operativa di Microbiologia Clinica del Policlinico Universitario “Mater Domini”. Cultore di Storia della Medicina Calabrese, ha pubblicato libri, articoli e saggi sulla medicina in Calabria e sui medici del passato. E’ Direttore della collana “Bruttium et Scientia” per l’editore Laruffa e Socio della Deputazione di Storia Patria della Calabria. Notevole è il suo: “Maestro Bruno da Longobucco”, pubblicato nel 2004 per Laruffa.
ALFREDO FOCÀ THE MEDICAL SURGERY OF BRUNO FROM LONGOBUCCO AT THE TIME OF EMPIRICS Bruno was born in Longobucco, in the heart of Greek Sila, in an uneven and wild territory without any landlines, though rich in traditions and cultural roots, dating back to the VI-V century BC; it was an ancient and luxuriant mining centre where medicine was commonly practiced. Some sources mention Giovanni from Longobucco who passed the qualifying examinations on the 20th April 1278; Nicola from Longobucco who qualified on the 5th November 1309, Federico from Longobucco, “foolish” surgeon (freelance professional) who qualified on the 22nd November 1322. Bruno’s biography and personal data are very poor, almost absent as concerning his childhood and youth. According to father Francesco Russo, accurate researcher and scholar, Bruno was born at the beginning of 1200, given that on his “Chirurgia Magna” he wrote: “Brunus gente Calabrica patria Longoburgensis…” and that his most important work dates back to 1253, that is an age corresponding to the maturity of the author. Bruno was one among the many highly erudite people from Calabria who were identified not as geniuses, but rather as celebrated people, expressing the thousand-year old 9
cultural tradition of Calabria rooted in the prolific period of “Magna Grecia”, as well as in the culture of the cenobies of Cassiodoro from Squillace that, from Calabria, spread in Italy and in the Mediterranean Sea including all the fields of knowledge which, during the Middle Ages, following the directions of trivium and quadrivium, enriched men and knowledge. So, in Calabria, at the time of Cassiodoro, that is during the period of the preservation of ancient books about philosophy and medicine, Bruno from Longobucco stands out, one of the most outstanding surgeon in the Middle Ages, expert in the field of the Greek, Latin and Arab medical doctrines, the reformer of surgery: “surgery, noble associate of medicine”; in fact, Alì Abbas doctrines supported Bruno’s initiatives who turned the surgeon “more and more doctor, less and less barber”, more educated and less apprentice during an age, the Middle Ages, characterized by a wide gap between the “noble art” of a doctor and surgery practiced by the surgeon-barber. Very young, like the most part of doctors form Calabria, Bruno got educated in Salerno at the Schola Medica Salernitana, and the influence of this School on his education was permanent, both when he joined the Salernitan doctrines and when he abandoned them to suggest his innovative ideas. Thanks to the protection of the doctrines of famous doctors of the past, Bruno was the witness and the promoter of some pivotal events, such as the rapprochement of surgery to philosophy and medicine and the birth of Universities. The decline of the Schola Salernitana was contemporary to the rise of Universities all over Europe; in Montepellier and Paris (founded by Gilles de Corbeil, from Salerno); in Bologna (1088), in Naples (1224) and then Padua (1222) following the migration of students and professors from Bologna, among which Bruno from Longobucco. Once in Bologna, Bruno was the best student of Ugo Borgognoni from Lucca who, though expert above all in surgery related to war, was not a classically educated scholar and his teaching was only verbal and “covered”: “… I taught you surgery; do never talk to anyone about that…”. De Renzi affirmed that the student had beaten his Master on the base of his doctrines; “…and perhaps not even his name [Ugone – namely Big Ugo] a posteriori would have arrived where another man had been born, coming to connect together ancient doctrines and the effective modern surgery. This man was Bruno from Longobucco… Educated and resourceful man from Calabria…”. Bruno, predecessor of antisepsis, asserted that in case of any injury, it was first of all necessary to stop hemorrhage and let the wounds dry out in order to avoid the formation of pus, in so contrasting the Galenic dogma that considered pus “bonum et laudabile”. He suggested to use bandages soaked with boiled wine in order to make wounds dry out on the base of his precept: “dry is close to heal, wet to not heal”. In Padua, students elected the Dean and professors every year: “According to the law of the Paduan Republic of the year 1261, the lections of professors had to take place every year fifteen days before St. Peter’s feast, and elected professors had to come to Padua on the following 1st September”. Bruno was the first professor of surgery in the group of founder professors of medicine in Padua: Matteo from Roncayette, Albertino from Palazzolo, Avezzuto from Roncaglia, Zambonino from Gazzo. The relationship between the newborn project of medicine and the religious orders promoted the use of the hospitals-hospices managed by monks in order to organize the researches; in fact, the first venues of the project were St. Urban Church and St. Paul xenodochium hospital located within its walls that welcomed the 10
surgical education of Bruno who, thanks to the status of “Magister”, practiced surgery up to 1253, date of the finalization of his treatises. Even though many archaeological remains about ancient surgery are surprising, it is possible to date back the outset of scientific surgery to Alcmeone from Crotone (V century BC), who started the age of anatomical studies through the dissection of corpses, and to Democede from Crotone, periodeuta surgeon and doctor who practiced also in Samo and Persia. Since around 1100, surgery gradually distanced from medicine to be practiced by apprentices, barber-surgeons. Thanks to surgeons such as Ruggero from Frugardo, Bruno from Longobucco and Teodorico from Lucca, there was a change in this situation thanks to a rapprochement of surgery to medicine and to the support of Latin and Arab doctrines. Teodorico wrote a treatise about surgery that, according to Guy de Chauliac, was completely copied from Bruno’s, so that he became the leading representative of a medical surgery based on the Greek-Arab culture, strongly innovative and appraised in his treatises “Chirurgia Magna” and “Chirurgia Parva”. Bruno dealt with the problem of the therapy of bodily fluids through the blood-letting technique that was previously practiced by surgeon-barbers, because of the impossibility, and obscenity, for surgeons to practice it; but Bruno bravely answered the doctors who reckoned obscene practicing the blood-letting: “Ac operationes scarificationis et flebotomiae noluerunt medici propter indecentiam exercere: sed illas barberiorum in manibus reliquerunt”. Bruno introduced the drainage of fluids into the body cavities or into localized edemas (paracentesis) by means of injections and following fluid aspiration. He proposed original suture techniques by using some peculiar needles and animal intestine, with silk or cotton filaments for suturing wounds; as for the epiploon, Bruno suggested to remove green or black tissues first (indicating suppuration and necrosis) and, later, to tie arteries and veins with a filament in order to avoid the rot at the abdomen because of the blood stream. He was the first in practicing the surgical operation of cataract with a very elaborate technique, starting from cutting the veins of the conjunctives in case they are varicose. The innovations introduced by Bruno and Ugone following the “Arab” model was criticized by the supporters of traditional surgery practiced in Salerno and, above all, by Ruggero from Frugardo and Rolado from Parma who supported the empirical surgery. In January 1253, Bruno finalized his treatise about surgery and, he himself, confirmed that at that moment he was at St. Paul hospital in “Anno ab Incarnatione Domini MCCLII, mense Januarii, Indict X”. The year of incarnation 1252 (25th March 1852 / 24th March 1253) corresponds to January 1253. Bruno’s treatise represents the first work about medicine and surgery edited in Padua, so much appreciated that it soon got wide appeal during the Middle Ages. It is one of the most copied and translated treatises about surgery, also in vernacular, and it was also eventually used as course book in many Italian and foreign Universities. “Chirurgia Magna” was made up of two volumes divided into twenty chapters each; the first volume deals with wounds, fractures and strains, whereas the second deals with illnesses which required a surgical operation. The book dedication letter is the most significant part because it allows us to discover an aspect of Bruno’s personality that helps filling some gaps about his biography. The dedication, which is the prologue, is directed to Andrea from Vicenza, a friend of 11
his and, probably, a pupil; also a doctor to whom Bruno addresses some ethical and moral advices, though he considers him already very erudite and who was, according to Del Guerra, also a theologian: “… I’ve known you as a researcher of all secrets…”. “My venerable friend, Andrea from Vicenza, it’s been a long time ago, you begged me with short and clear words, to write you a book about surgery, collected and taken by the doctrines of illustrious Galen, Avicenna, Alì Abbas and other ancient experts. It is legitimate that, because of the importance of my responsibilities, I only had to make a longstanding promise so far; however, I’ve known you as a researcher of all secrets, so I didn’t mean to disappoint your desire; indeed, I passionately reckoned to fulfill it. Because of this, now, guided by the experience of our Saviour, on the basis of my possibilities, I completely endorse your request with grateful soul. So, kindly accept this gift four you pleasure; to fulfill it, with the help of God, I didn’t avoid to take the effort, because it was not hard for me to satisfy your prayers; rather I was grateful to you for that; not difficult, but delightful. First of all, you need to know that this work is divided into two parts, in the first of which I’ve put chapters, twenty in the first part, and the same number into the second one; so that, through these numbers of course, you can easily find what you are looking for. Actually, this book is divided how you really asked me to do, that is according to the descriptions it is possible to find in ancient books, that I previously mentioned. But, before starting the dissertation, in order to be understood, there are some points to be emphasized: that is, what surgery is; when said, who its practitioners have to be; what its aim has to be; finally, how is it divided. May you gleefully accept it, my illustrious friend, and never feel ashamed or hesitate in using it. In fact, together with its writing, I was only inclined to collect the flowers of ancient secrets that I have previously researched with great exercise and put them into this work. Not even then, my soul rested, so that I would only collect what was written in the books: but indeed, precisely what I reckoned worth of knowledge thanks to my experience and pondered reason. So, do not separate your soul from the trust into your current activities, because they are the roots, the foundation of all art and intense secret. Moreover, take care of you, my dear friend, according to your wisdom in every uncertain and doubtful way, and that the longing for profit may never drive you towards ignorance that, because of the prohibition of art, the fame of your probity may never be painted in black by vile stains. But go towards the way that leads to sanity and ignore the terrible anxieties where there is no hope for well-being. From here, I wish you great success, fame and huge glories. May God-almighty inspire His grace and may He drive you towards knowledge and a better life. Always thanks be to God. Amen”. The accessus of Bruno’s Chirurgia is considered a model of scientific and cultural organization, as well as a relevant doctrinal significance. In his conclusion, Bruno discloses his remarkable scholarship, by developing a direct but not polite prose which reaches the heart because it is articulated by words that express a deep sensibility. So, Master Bruno, uses his dedication to make a concerned ethical and deontological incitement: “Moreover, take care of you, my dear friend, according to your wisdom in every uncertain and doubtful way, and that the longing for profit may never drive you towards ignorance…”. 12
Finally, we cannot be surprised by the sincere zeal that accompanies both the therapeutic suggestions: “… in so doing until it heals, God willing. Put a wood in his teeth in order to avoid that an involuntary movement make him has his tongue cut, and protect him from cold to avoid worse accidents. Bless the Lord and all Saints. Amen”, both the final incitement which concludes the treatise and the dedication: “May God-almighty inspire His grace and may He drive you towards knowledge and a better life. Always thanks be to God. Amen”. Together with the precepts and the details of the surgical practice, the text is characterized by wide references to the classics, in so demonstrating Bruno’s knowledge and his ability to authentically comment Arab and Greek authors. It is possible to appreciate an erudite and austere prose, with a solid classic and humanistic genesis: “… I was only inclined to collect the flowers of ancient secrets…”. His probity shows up through the many recommendations he gives, as a true “magister” does, about the ethical use of surgery: “… and that the longing for profit may never drive you towards ignorance…”. His Christian faith represents a dynamic professional guide: “… May God-almighty inspire His grace…”. His determination doesn’t come from the arrogance of his erudition, but rather it is evident his humility and the modesty through which he walks along the path walked by ancient wise men, by recognizing their authority and, following the tradition of medieval doctors, by introducing some original elements coming from his personal experience. “Chirurgia Parva” is Bruno’s second important work; it’s about a handier didactic treatise made up of twenty-three chapters and is dedicated to Lazzaro from Padua, one of his pupils, and written soon after “Chirurgia Magna”: “You made your prayer, dear Lazzaro from Padua, so that I could write a shorter and clearer book about surgery than that I wrote for Andrea and, even though I’m too tired because I’ve just finished to write the other book, I didn’t want to disregard. […] Your prayer urged me to do this because you enjoyed my filial and sincere predilection for a long time. So, accept, dear Lazzaro, the work you asked for and that me, Bruno from Longobucco, I wrote for you”. Father Russo calculates Bruno’s death around 1286, but any documentary proof is found.
Alfredo FOCA’. He was born in Villa San Giovanni in 1948, is Full Professor of Microbiology at the Faculty of Medicine and Surgery in Catanzaro; member of the Board of Governors and of the Academic Senate, Director of the University Centralized Library; Director of the Department of Medical Sciences at the Faculty of Medicine and Surgery at Università “Magna Graecia” in Catanzaro; Director of the PostGraduate School of “Microbiology and Virology” and Director of the Operational Unity of Clinical Microbiology at “Master Domini” General Hospital. Enthusiast of the History of Calabrian Medicine, he published books, papers and essays about medicine in Calabria and about past doctors. He is the Director of the collection “Bruttium et Scientia” for the publisher Laruffa and a Member of the Deputation of Storia Patria of Calabria. His “Maestro Bruno da Longobucco” is a remarkable work that has been published in 2004 by Laruffa. 13
CittĂ del Vaticano, Biblioteca Apostolica, Vat. lat. 4471, f.23 recto, iniziale del libro secondo della Chirurgia magna con raffigurazione di Bruno che insegna. Vatican City, Apostolic Library Vat. lat. 4471, f.23 recto, opening of the second book of Chirurgia Magna with picture of Bruno while teaching
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ANTONIO MARIA ADORISIO BRUNO DA LONGOBUCCO MAESTRO EUROPEO Quando, intorno alla metà del sec.XIII, Bruno da Longobucco giunge a Padova, la città, costituita e consolidata nelle sue istituzioni comunali, è il centro più attivo di una vasta area regionale che si estende al Trentino, al Friuli e alla stessa laguna veneta. Tradizioni e istituzioni di cultura, situazioni politiche e posizione geografica determinano le condizioni ideali per il sorgere di una comunità di docenti e studenti, l’Universitas scholarium, dedita agli studi. Fra i prodromi di questa istituzione possiamo individuare alcune particolari situazioni. Focolaio di cultura fu la scuola della Cattedrale, presso la quale nel 1219 il canonico Salio o Salione, con l’aiuto di un giudeo di nome Davide, tradusse dall’arabo in latino il De nativitatibus di Albubather. Per ragioni che in questo saggio non è possibile esaminare, l’interesse per il pensiero arabo e per i suoi testi fu assai vivo in quel periodo a Padova, dove ancora nel 1289 l’ebreo Bonacosa traduceva in latino il Colliget (Medicina generale) di Averroè. Bruno da Longobucco s’inserisce in questa corrente di studio e, come lui stesso racconta, gran parte dei suoi maestri sono gli autori arabi. Fonti della sua formazione sono Mesue (Yûḥannâ Ibn Mâsawayh) e Ioannizio che commentarono Galeno, Avicenna, Rhasis, Abulcasis, Haly ben Abbas, Serapione (Yûḥannâ Ibn Serapion), oltre che i medici antichi Ippocrate, Galeno e il più recente Costantino Africano. Da questo bagaglio di letture, assai raro nei dotti dell’epoca, egli ricava la dottrina chirurgica che codificherà nelle sue opere, scritte la Chirurgia magna nel 1252 e la Chirurgia parva o brevis nel 1253. Attorno a Bruno si raccolgono una cerchia di amici e discepoli di cui conosciamo almeno due nomi, Andrea da Vicenza, amico fraterno cui indirizza la Chirurgia magna, e Lazzaro da Padova, che l’ha servito con filiale devozione, per il quale scrive la Chirurgia parva. Bruno conferisce ad Andrea l‘appellativo di “venerabile” che di solito era attribuito a uomini di religione. Non è improbabile che costui fosse uno di quegli studiosi ecclesiastici che, come dimostra l’episodio del canonico Salio, erano attratti dal pensiero medico arabista. In questo interesse s’incontravano a Padova cristiani ed ebrei. Nel mondo ebraico era allora frequente che sapienti rabbini esercitassero l’arte medica. Tale fenomeno culturale, notato nella penisola Iberica fino alla cacciata degli ebrei per opera di Ferdinando il Cattolico, è presente anche nella penisola Italiana dal sec.XIII sino al Rinascimento inoltrato. Alcuni di questi medici ebrei acquistarono tale fama che a Roma divennero medici del Papa, come il maestro Gajo (Isaac di Mordecai) che, sul finire del secolo di Bruno, fu medico di Niccolò IV o Bonifacio VIII. Non desta meraviglia, perciò, se tra gli ascoltatori di Bruno compare un ebreo colto e autorevole, il rabbino Hillel di Samuel da Verona (ca.1220-1295), che fu in relazione anche con maestro Gajo. Hillel, stimando assai la Chirurgia magna di Bruno, la tradusse in lingua ebraica non molti anni dopo la sua scrittura. Questa traduzione, tramandata da non meno di sedici codici, ma tuttora inedita, costituisce la prima traduzione dell’opera di Bruno. L’accoglimento favorevole da parte dei medici ebrei favorì certamente la diffusione dell’opera. Infatti, consentì a Bruno da Longobucco di essere conosciuto nelle comunità ebraiche sparse in Italia e in Europa. Ancora ai primordi dell’età moderna, nel 1595, due codici di Bruno da Longobucco nella traduzione di Hillel di Samuel circolavano nella folta popolazione ebraica del Ducato di Mantova. 15
Negli anni in cui la traduzione ebraica cominciava a diffondersi, si allargava parallelamente anche la diffusione dell’opera in latino. Ci sono giunti due codici della Chirurgia magna copiati e datati nello stesso secolo di Bruno: uno nel 1277 oggi a Erfurt in Germania e un secondo nel 1285 conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana (I codici di Bruno da Longobucco, 2006, nn.8, 58). Tramontato, poi, il secolo che vide Bruno vivente, la sua opera si diffonde sempre più largamente e nei primi decenni del Trecento raggiunge la grande scuola medica di Montpellier, in Francia, sede di una tradizione che rivaleggiava con quella della Scuola Medica Salernitana. A Montpellier la Chirurgia di Bruno è copiata con grande attenzione in un codice ancora oggi conservato nella stessa città (I codici, n.32) che tramanda anche il Titulus finalis dell’opera, una sorta di post-fazione in cui Bruno dichiara la sua deontologia e fornisce nuovi elementi sul suo lavoro di scrittura (il Titulus è stato edito da chi scrive in: I codici, pp.69-79). Anche il famoso maestro di Montpellier e archiatra dei Papi di Avignone, Guy de Chauliac (ca.1290-1368), che aveva conosciuto l’opera di Bruno nel corso di un suo viaggio a Bologna, la giudicò positivamente in un giudizio critico che si legge nella sua opera. Un’altra testimonianza della diffusione in area francese è data da un volume miscellaneo ricco di opere e autori che si apre con la Chirurgia magna di Bruno. Autore della copia, conservata oggi a Cambrai, fu un certo Jervasius (Gervaise), che nel nome manifesta la sua nazionalità (I codici, n.5). In Francia l’opera di Bruno fu anche tradotta in francese, ma l’unico codice che la conservava, un tempo nella Biblioteca Municipale di Metz, è andato distrutto per cause belliche. Nel 1406 l’ordine degli studi dell’Università di Bologna pone la Chirurgia di Bruno fra le opere obbligatorie per conseguire la laurea in medicina. Lo Studio bolognese era frequentato da studiosi di ogni paese europeo e costoro, completati gli studi, ritornavano nella loro nazione portando nel loro bagaglio copie dei libri e delle opere studiate. In tal modo la dottrina medica di Bruno si diffondeva nei paesi di là dalle Alpi. Per questa via, quasi certamente, un ricco codice che contiene anche la due Chirurgie di Bruno, splendidamente scritto e miniato a Bologna, raggiunse verso il 1326 la biblioteca della cattedrale di Olomouc (Olmütz) in Cecoslovacchia. Questo importante volume, dopo diversi secoli e vicende, è volato in America e costituisce oggi uno dei più preziosi cimeli della Biblioteca dell’università di Yale (New Haven, USA) (I codici, n.40). Un altro codice anch’esso scritto e miniato in ambito bolognese è conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana (I codici, n.64). Nello studio di Bologna studiarono Gerardus Hamont (o Hoefmans) di Lüttich (oggi Liegi) in Belgio e Nicolaus Hammer de Nympchs (?), i quali verso il 1432-1435 compendiarono la Chirurgia magna di Bruno in un volume miscellaneo di contenuto medico conservato oggi a Salzburg in Austria (I codici, n.56). Un altro studioso straniero, di lingua germanica, Contzen von Auerach scrive a Pavia verso il 1452-1465 un manoscritto oggi conservato a Londra nella British Library (I codici, n.22). Un codice della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (I codici, n.55), compilato verso il 1460-1464, conserva una miscellanea di brani in lingua tedesca dell’opera di Bruno ed è appartenuto al monaco benedettino Michael Schwirkerus. Lessero e studiarono l’opera di Bruno non solo studenti universitari e monaci. Anche il celebre filosofo e medico Amplonius Rating de Bercka (ca.1365-1435) raccolse nella sua biblioteca, ancora oggi conservata a Erfurt, due codici della Chirurgia magna e della Parva; di questi uno è quello già ricordato con la datazione del 1277 (I codici, nn.7, 8). 16
Bruno giunse anche nella celebre Bibliotheca Palatina di Heidelberg, città capitale del Palatinato e sede di una prestigiosa università. Nel sec.XVII l’Elettore di Baviera donò la biblioteca al Papa e oggi si conserva nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Vi figurano cinque codici di Bruno (I codici, nn.59-63), dei quali uno fu scritto in Sassonia da un certo Nicolaus Mükkenberger e un secondo nella Germania meridionale. Anche nell’Accademia Reale di Prussia a Lipsia erano presenti codici delle opere di Bruno, uno dei quali potrebbe essere identificato con quello oggi conservato nell’Universitätsbibliothek della stessa città (I codici, n.20). La fama dell’opera nell’Europa continentale si allargò nei Paesi Bassi, dove la Chirurgia magna fu tradotta in olandese antico e copiata in un codice oggi conservato nell’Österreichische Nationalbibliothek di Vienna (I codici, n.74). È stata segnalata anche la presenza di una traduzione in catalano, che circolò nella penisola Iberica tra il 1423 e il terzo decennio del sec. XVI. Un suo codice si conservava nella biblioteca dell’Abbazia «de Santes Creus» (Tarragona, Spagna) ancora nel sec. XIX ma, quando nel 1835 il monastero fu espropriato, il raro volume è andato perduto. Recentemente, poi, un frammento di codice con il testo latino è stato recuperato a Oslo in Scandinavia e potrebbe essere stato scritto in quel paese nordico (I codici, n.42). Il cammino della preziosa Chirurgia di Bruno non si arrestò davanti al mare e varcò la Manica. Nel sec. XIV l’opera era presente in Inghilterra nella biblioteca del vescovo di Chichester (Sussex), William Reed. Costui, morendo nel 1385, lasciò il codice a professori e studenti del Merton College di Oxford, disponendo che il raro volume dovesse essere incatenato al banco di lettura per evitarne la sottrazione. Oggi il codice, che appare scritto e miniato in Italia in area centro-settentrionale, è custodito ancora a Oxford, nella Bodleian Library (I codici, n.43). Nella British Library di Londra, inoltre, è conservato anche un altro codice di Bruno di età più recente, appartenuto al famoso medico e baronetto Sir Hans Sloane (1660-1753) (I codici, n.24). Con l’invenzione della stampa tipografica nella seconda metà del Quattrocento, l’opera di Bruno conosce una nuova fase di diffusione. Le edizioni a stampa, prodotte in centinaia di esemplari e poste in commercio a prezzi assai inferiori a quelle manoscritte, favorirono l’incremento delle biblioteche sia istituzionali sia private. Il libro a stampa per sua natura può giungere attraverso i commerci oltre ogni confine geografico e politico, ovunque vi sia una volontà di studio e la necessità di averne gli strumenti adatti. Da ciò deriva l’importanza di stampare ogni opera utile e di valore. La Chirurgia di Bruno fu edita la prima volta nel 1498 a Venezia (ISTC ig00558000), dove le stamperie e il commercio dei libri erano in quegli anni numerose e fiorenti. La Chirugia magna e la Parva furono inserite in una miscellanea che comprendeva le opere dei medici occidentali più reputati fra cui quella di Guy de Chauliac, ammiratore di Bruno, che apre il volume. La formula editoriale ebbe successo e già l’anno dopo, nel 1499, l’edizione fu ristampata (ISTC ig00559000). Pur essendo in pieno Rinascimento, la scienza medica non aveva ancora abbandonato le dottrine e le pratiche medioevali. Ciò è dimostrato dal successo della formula che fu nuovamente proposta, ancora a Venezia, in altre tre edizioni: nel 1513 (CNC 11000), nel 1519 (CNC 11001), nel 1546 (CNC 11003). Intanto nel 1510, sempre a Venezia, fu stampata anche una traduzione in volgare italiano della Chirurgia magna (CNC 7692). Dopo queste date l’opera di Bruno da Longobucco non fu più ristampata. Lo sviluppo delle scienze mediche, sotto l’impulso delle nuove metodologie di ricerca basate sullo 17
sperimentalismo, rese obsolete le dottrine mediche medioevali. L’interesse per Bruno si trasferì dalla prassi medica alla memoria storica. In tal senso medici famosi come Sir Hans Sloane in Inghilterra e in Italia Antonio Vallisnieri e Domenico Cotugno s’interessarono ancora alle opere di Bruno. Una fioritura di studi storici su Bruno da Longobucco si è avuta nello scorso secolo ad opera principalmente di studiosi come Chelini, Pispisa, Russo, Tabanelli. Tale interesse si è rafforzato anche ai nostri giorni con studiosi come Focà, Marangon, Pesenti, Proverbio, estendendosi a un ambito assai più largo, ormai internazionale. Nel 2003 a Pittsburgh (USA) Leonard D. Rosenman ha tradotto in inglese il saggio su Bruno pubblicato da Mario Tabanelli. Nel 2006 Michael McVaugh, storico illustre della medicina medioevale, in un suo saggio sulla chirurgia di quei secoli, ha esaminato ampiamente la dottrina di Bruno. Nel suo lavoro questo studioso si è potuto avvalere del testo critico, elaborato nel 1957 ma ancora inedito, della studiosa inglese S. P. Hall. Nonostante l’espandersi di questo interesse la Chirurgia di Bruno da Longobucco, nel suo testo latino originale e criticamente corretto, non è ancora disponibile in Italia in un’edizione moderna. Sin dal 2005 chi scrive aveva auspicato che il testo critico elaborato dalla Hall potesse essere recuperato e pubblicato integralmente, ma la proposta non trovò sinergie istituzionali. Non resta oggi che rinnovare l’auspicio, ricordando che una moderna edizione critica di Bruno pubblicata nella sua terra d’origine, oltre a costituire un sicuro contributo alla storia delle scienze mediche, rappresenta anche il doveroso riconoscimento a un uomo che ha portato il nome di Longobucco e della Calabria tra gli scienziati d’Europa e del mondo. Antonio Maria ADORISIO. Nato a Longobucco (CS) nel 1938, si è laureato in Lettere presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Ha compiuto studi di Paleografia latina, codicologia, storia del libro e delle biblioteche. Entrato nel ruolo della carriera direttiva delle biblioteche pubbliche come “bibliotecario” ha poi conseguito la qualifica di “Direttore di Biblioteca”. Ha esercitato la sua professionalità presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, la Biblioteca Alessandrina di Roma, l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Socio della Deputazione di Storia Patria della Calabria, collabora con il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. Ha pubblicato vari saggi e studi di storia della cultura scritta, del libro e delle biblioteche. Notevole è il suo: “I codici di Bruno da Longobucco” pubblicato nel 2006 per le “Edizioni Casamari”.
Biblioteca Nazionale Marciana Venezia
Incipit Chirurgia Magna
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Incipit Chirurgia Parva
ANTONIO MARIA ADORISIO BRUNO FROM LONGOBUCCO, TEACHER OF EUROPE When Bruno from Longobucco got to Padua around the half XIII century, the town, which at that time had established and consolidated its communal institution, was the most dynamic core of a wide regional area which spread through Trentino and Friuli regions, as well as to the Venetian lagoon. Traditions and cultural institutions, political circumstances and geographic position were the perfect reasons that led to the establishment of a cultural community made up of professors and students devoted to research, namely the Universitas scholarium. Among the first antecedents of this institution, it is possible to detect some peculiar conditions. The main cultural centre was the Cathedral School where, in 1219, canon Salio or Salione, together with a Jew named David, translated Albubather’s De nativitatibus from Arabic into Latin. Due to some reasons that it is not possible to analyze here, the interest towards the Arabic thought and its texts was really lively in Padua during that period when, still in 1289, the Jew Bonacosa translated Averroè’s Colliget (General Medicine) into Latin. Bruno from Longobucco is part of this research context and, as reported by himself, most of his teachers were Arab authors. Sources for his education were Mesue (Yûḥannâ Ibn Mâsawayh) and Johannitius that commented on Galen, Avicenna, Rhasis, Abulcasis, Haly ben Abbas, Serapion (Yûḥannâ Ibn Serapion), as well as on other ancient doctors, such as Hippocrates, Galen and the more recent Constantine the African. From such a cultural baggage, extremely rare at that time, he learned the surgical doctrine that he eventually wrote down in his works; in fact, in 1252 he wrote the Chirurgia Magna and, in 1253, the Chirurgia Parva or Brevis. A copious group of friends and followers gathered around Bruno and, among them we know two names at least, Andrea from Vicenza, brotherly friend of him to whom Bruno dedicated the Chirurgia Magna, and Lazzaro from Padua, who served him with filial devotion and to whom he dedicated the Chirurgia Parva. Bruno gave Andrea from Vicenza the epithet of “venerable” which was usually reserved to religious men. So, it is likely that he was one of those ecclesiastic scholars who, as demonstrated also by the episode of canon Salio, were attracted by the Arab medical thought. It was just for such a common interest that Jewish and Christian scholars met in Padua. At that time, it was very common that educated rabbis practiced the medical art. Such a cultural circumstance, that was also common in the Iberian peninsula until Ferdinand the Catholic banished the Jewish people, was also practiced in Italy between the XIII century to the late Renaissance. Some of those Jewish doctors got such a good reputation to become the personal doctors of the Pope, like master Gajo (Isaac from Mordecai) who, at the end of Bruno’s century, was Nicholas IV’s or Pope Boniface VIII’s personal doctor. So, no surprise that among Bruno’s followers there was an educated and distinguished Jew, the rabbi Hillel ben Samuel from Verona (about 1220-1295), who kept in touch also with master Gajo. Hillel, who appreciated very much Bruno’s Chirurgia Magna, translated the work into the Jewish language not so much time after it was first written. This translation, that is preserved in at least twelve codices and still unpublished, is the first 19
translation of Bruno’s work. The positive consent by the Jewish doctors of course made easy spreading the work. In fact, it was thanks to this translation that Bruno from Longobucco got famous among the Jewish communities, both in Italy and in Europe. Still at the beginning of the Modern Age, in 1595, two codices by Bruno from Longobucco in Hillel ben Samuel’s translation circulated among the copious Jewish population living in the Duchy of Mantua. During the years when the Jewish translation started spreading, the Latin work was spreading simultaneously. Two codices of Chirurgia Magna got to us, handwritten and dated in the same century as Bruno’s: one dating back to 1277, and which is today in Erfurt in Germany, and the other to 1285 that is preserved in the Vatican Apostolic Library (I codici di Bruno da Longobucco, 2006, numbs. 8, 58). Once the century when Bruno lived was over by then, his work spread more and more widely and, during the first decades of 1300, got to the excellent Medical School in Montpellier, in France, whose medical tradition competed with that of the Schola Medica Salernitana. In Montpellier, Bruno’s surgery was written very carefully in a codex that is still today preserved in this town (I codici, n. 32), which reports also the Titulus Finalis of the work, a sort of afterword where Bruno stated his professional ethics and gave new elements about his writing work (the Titulus has been included into I codici, pages 69-79). Also the famous Teacher of the Montpellier Medical School, who was also the archiater of the Popes in Avignon, Guy de Chauliac (about 1290-1368), who read Bruno’s work during one of his journey to Bologna, gave a positive evaluation of it and his critical judgment can be found in his own work. Another evidence of the large spreading of Bruno’s work in France can be found in a miscellaneous volume, rich in important works, which began with Bruno’s Chirurgia Magna. The author of this copy, which is preserved today in Cambrai, was a certain Jervasius (Gervaise), whose name indicates his nationality (I codici, n.5). In France, Bruno’s work had also been translated into French, but the only codex in which it was preserved was conserved in the Public Library of Metz, has been lost due to subsequent wars. In 1406, the Order of Studies of the University of Bologna included Bruno’s Chirurgia among the mandatory works useful to achieve the Medicine Degree. In Bologna, the Faculty was attended by scholars from all over Europe who came back to their countries once they got the degree, bringing with them copies of the books and works through which they got educated. In such a way, Bruno’s medical doctrine spread into countries beyond the Alps. Similarly, a rich codex that included both Bruno’s Chirurgie and that was splendidly written and illuminated in Bologna, in 1326 got to the library of the cathedral of Olomouc (Olmütz) in Czecho-Slovakia. After several centuries and events, this important volume has been moved to America and is today one of the most precious heirlooms preserved in Yale University Library (New Heaven, USA) (I codici, n.40). Another codex, also written and decorated in the Bolognese background, is preserved in the Vatican Apostolic Library (I codici, n.64). Gerardus Hamont (or Hoefmans) from Liège (Lüttich) in Belgium and Nicolaus Hammer de Nympchs (?) studied in Bologna and, around 1432-1435, synthesized Bruno’s Chirurgia Magna into a miscellaneous volume focused on medicine which is preserved today in Salzburg, Austria (I codici, n.56). In Pavia around 1452-1465, another foreign scholar, German mother tongue, Contzen von Auerach wrote a manuscript which is preserved today in London at the British Li20
brary (I codici, n.22). At the Central National Library in Rome, a codex, written around 1460-1464, preserves a miscellany of texts in German language of Bruno’s work which belonged to the Benedictine monk Michael Schwirkerus. Bruno’s work was read and studied not only by university students and monks. Even the famous philosopher and doctor Amplonius Rating de Bercka (about 1365-1435) collected two codices of Chirurgia Magna and Parva in his library, that is still today preserved in Erfurt, one of which is the aforementioned codex dating back to 1277 (I codici, numbs.7, 8). Bruno’s work reached also the famous Bibliotheca Palatina in Heidelberg, capital city of Palatinate and venue of a prestigious university. In the XVII century, the Elector of Bavaria donated his library to the Pope, so it is today preserved in the Vatican Apostolic Library. There are five codices of Bruno’s works (I codici, numbs.59, 63), one of which was written in Saxony by such Nicolaus Mükkenberger and another in southern Germany. Some codices of Bruno’s works are found also in the Royal Academy of Prussia in Leipzig, one of which could be identified with the one that is preserved at the Universitätsbibliothek in the same town (I codici, n.20). The reputation of this masterpiece spread throughout continental Europe, reaching the Netherlands, where the Chirurgia Magna was translated into ancient Dutch and was also copied into a codex that is preserved today at the Österreichische Nationalbibliothek in Vienna (I codici, n.74). There is also mention of a translation into Catalan that circulated throughout the Iberian peninsula between 1423 and the third decade of the XVI century. Still in the XIX century, a codex is preserved in the Abbey Library «de Santes Creus» (Tarragona, Spain) but in 1835 the monastery was dispossessed and the rare volume got lost. Recently, a fragment of a codex with the Latin text has been discovered in Oslo, Scandinavia, and it was probably written in that Nordic country (I codici, n.42). The path of Bruno’s famous Chirurgia also crossed the English Channel. In the XIV century, the work was in England in the library belonging to the bishop of Chichester (Sussex), William Reed. He died in 1385, giving the codex to professors and students at the Merton College in Oxford, by arranging that the rare volume had to be chained to the reading desk in order to avoid its theft. Today, this codex, which was probably written and decorated in central-northern Italy, is still preserved in Oxford, at the Bodleian Library (I codici, n.43). Moreover, at the British Library in London, another and more recent codex of Bruno’s work is preserved, that belonged to the famous doctor and baronet Sir Hans Sloane (1660-1753) (I codici, n.24). Following the invention of the print press during the second half of 1400, Bruno’s work started a new stage of its spreading. The printed editions, hundreds of copies that were sold at cheaper prices compared to the handwritten copies, promoted the increase of institutional and private libraries. The printed book, thanks to trade, can cross every geographic and political boundary, wherever there is the will to research and the need to possess adequate tools. That’s why it was so important to set up printing every useful and invaluable work. Bruno’s Chirurgia was first published in 1498 in Venice (ISTC ig00558000), where the printing offices and the book trade were several and flourishing at that time. Both Chirurgia Magna and Parva appeared in a miscellany which included also the works of the 21
main Western doctors, among which Guy de Chauliac’s work, great admirer of Bruno, that opens the volume. The printed edition had great success and the following year, in 1499, the first edition was reprinted (ISTC ig00559000). Even though it was in full Renaissance period, the medical science had not abandoned its doctrines and medieval practices yet. This is proved by the success of the miscellany that was again published in Venice in three additional editions: in 1513 (CNC 11000), in 1519 (CNC 11001), in 1546 (CNC 11003). Meanwhile, in 1510 in Venice, an Italian vernacular translation of the Chirurgia Magna was printed (CNC 7692). After the aforementioned dates, no more publications of Bruno from Longobucco’s work appeared. The development of the medical sciences, pushed by new research methodologies based on experimentalism, made obsolete Medieval medical doctrines. The interest towards Bruno moved from the medical practice to the historical memory. In this sense, famous doctors such as Sir Hans Sloane in England and Antonio Vallisnieri and Domenico Cotugno in Italy, kept being interested in Bruno’s works. Flourishing historical studies on Bruno from Longobucco developed during the last century thanks mainly to scholars such as Chelini, Pispisa, Russo, Tabanelli. This interest got even stronger today thanks to scholars such as Focà, Marangon, Pesenti, Proverbio and including a wider and mainly international background. In 2003, in Pittsburgh (USA) Leonard D. Rosenman translated into English an essay about Bruno written by Mario Tabanelli. In 2006, Michael McVaugh, famous historian of Medieval medicine, wrote an essay about the surgical practice of that period, by widely analyzing Bruno’s doctrine. To carry out his work, this scholar had the possibility to use the critical text elaborated in 1957 by the English scholar S.P. Hall, but still unpublished. Despite the widespread interest for Bruno from Longobucco’s Chirurgia, a modern edition of this work, in its original and critically corrected Latin text is still not available in Italy. Since 2005, the author of the present work hoped that the critical text elaborated by Hall could be entirely recovered and published, but the proposal didn’t find institutional synergies. Today, we can only renew that wish, by stressing that a modern critical edition of Bruno’s work, published in his homeland, in addition to represent a certain contribution to the history of medical sciences, is also a proper reward for a man that brought the name of Longobucco and Calabria among the main scholars of Europe and the world.
Antonio Maria ADORISIO was born in Longobucco (CS) in 1938, graduated in Letters and Arts at “La Sapienza” University of Rome and afterwards carried on researches on Latin paleography, codicology, history of books and libraries. In his professional career, he worked as “librarian” and eventually as “Library Director” at the National Library in Naples, the Casanatense and Alexandrine Library in Rome, the Central Institute for the Unique Catalogue and the Central National Library in Rome. Member of the Deputation of Storia Patria of Calabria, he collaborates with the International Centre for Joachimite Studies and the «Rivista Cistercense». He published several essays and researches about written culture of books and libraries. His outstanding work “I codici di Bruno da Longobucco” has been published in 2006 by “Edizioni Casamari” publishing. 22
DAL «TITULUS FINALIS» DELLA CHIRURGIA MAGNA CODICE DI MONTPELLIER, BIBLIOTECA INTERUNIVERSITAIRE, H89 BIS
(c.85vB, r.30) … Nell’anno dell’Incarnazione del Signore 1252, … io Bruno, di famiglia calabrese e nato a Longobucco, investigando con l’aiuto di Dio l’intera tradizione degli antichi sapienti, ho dato compimento a quest’opera. Accoglila quindi e gradiscila, amico carissimo [il discepolo Andrea da Vicenza, n.d.r.], e non arrossire né esitare a operare con essa. … Chi vuol diventare medico o chirurgo è opportuno che onori il maestro, lo lodi e lo serva come se fosse un genitore. Infatti dobbiamo onorare i genitori come coloro dai quali si riceve l’essere. Dobbiamo onorare il maestro come colui che educa l’essere rozzo e informe. … Qualunque maestro sia scelto per l’apprendimento valuti se il discepolo sia degno di lui. Dopo di che erudisca quelli degni, senza denaro e nel modo giusto, senza tornaconto alcuno di futuro merito, e si preoccupi di lasciare privi di questa scienza gli indegni, o riprenderli e scacciarli. Si adoperi, poi, per far recuperare la salute agli infermi, e non lo faccia per qualche moneta, né abbia considerazione per i ricchi più che per i poveri, per i nobili più che per i non nobili. … Il maestro fugga la lussuria, si guardi dai piaceri del mondo e dall’ubriachezza. Queste cose disturbano l’intelletto, consolidano i vizi, distraggono dall’impegno allo studio. Nel curare la salute non lo infastidisca il corpo o la lettura, ma se talvolta tralascia i libri lo soccorra la memoria, né senta fastidio di visitare qualsiasi ammalato. Per essere nella pratica sempre più valente, sia puro, umile, mansueto, amabile, chiedendo a Dio d’essere aiutato. … Colui che ci ha concesso di concludere ci guidi sulla retta via. Tratto da «I Codici di Bruno da Longobucco» di Antonio Maria Adorisio, che ne ha curato la prima edizione latina e la traduzione in italiano.
FROM THE «TITULUS FINALIS» OF CHIRURGIA MAGNA CODEX OF MONTPELLIER, BIBLIOTHÈQUE INTERUNIVERSITAIRE, H89 BIS
(c.85vB, r.30) … In the year of the Incarnation of Our Lord 1252, … I, Bruno born in Longobucco into a Calabrian family, with the help of God and by investigating the whole tradition of ancient wise men, carried out the present work. So, accept and appreciate it, my dearest friend [referring to his disciple Andrew from Vicenza] and never blush nor hesitate with it. … For those who wish to become doctors or surgeons, it is advisable for them to honor their masters, as well as to praise and serve them just as if they were our parents. In fact, we need to praise our parents because they gave us life. Similarly, we need to praise our master because he refines a rough and shapeless being. … Any master, who is in charge to educate, needs to consider whether his disciple is appropriate for him or not. Later, he has to educate the suitable disciples, without money and fairly, without any personal and future advantage, by depriving the unworthy ones of this science, or rebuking and driving them away. Then, he has to strive in order to cure the ills without any money, nor he has to favor rich or noble people more than the poors. … The master has to avoid lust, all pleasures as well as drunkenness. All these things disturb his intellect, strengthen his vices, distract him from the commitment to study. While curing health, may not the body or reading bothering him but, if he sometimes neglect the books, may his memory rescue him, nor may him be bothered for visiting any patient. In order to be more and more able in practicing surgery, may he be pure, humble, obedient, lovely, by asking God to help him. … May He, who allowed us to conclude, drive us towards the right way. Quote from «Bruno from Longobucco’s Codices» by Antonio Maria Adorisio, editor of the first Latin edition as well as the Italian translation. 23
FERRI CHIRURGICI ILLUSTRATI NELLA “CHIRURGIA MAGNA” SURGICAL INSTRUMENTS IN THE “CHIRURGIA MAGNA”
Chirurgia Magna, Biblioteca Ambrosiana, Milano ms 59 sup., sec. XIII,
Chirurgia Bruni, ms 89 bis, sec. XIV Bibliothèque de l’Ecole de Mèdécine, Montpellier. Surgery Bruni, a 89 ms, sec. XIV Bibliothèque de l’Ecole de Médecine, Montpellier.
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CittĂ del Vaticano, Biblioteca Apostolica, Vat. Lat. 4471, f.1 recto. Incipt della Chirurgia Magna con testina miniata di Bruno che opera e i discepoli che assistono. Vatican City, Apostolic Library, Vat. Lat. 4471, f.1 recto. Incipt of Chirurgia Magna with painted in miniature of bruno while operating felpe by his pupilis.
CittĂ del Vaticano, Biblioteca Apostolica, Vat. lat. 4471, f.1 recto, testatina miniata della Chirurgia magna: Bruno che opera e i discepoli che assistono Vatican City, Apostolic Library Vat. lat. 4471, f.1 recto Headline of Chirurgia Magna painted in miniature:
Firenze, Biblioteca Laurenziana, Plut. 73 25, 1r, iniziale incipitaria e miniatura di Bruno che opera Florence, Laurantian Library, Plut. 73 25, 1r, initial letter incipt and miniature of Bruno while operating
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(Longobucco, inizi 1200 – Padova 1286) Fondatore della moderna chirurgia e maestro europeo (Longobucco, beginning of 1200 – Padua 1286) European Master and Founder of Modern Surgery
Reggio Calabria
Sede: Viale Jonio, 96 - 87060 Mirto-Crosia (CS) Tel/fax: 0983-42062
Introduzione / Introduction: Giorgio Palù Si ringraziano:
Testi di / Texts by: Alfredo Focà - Antonio Maria Adorisio
La Biblioteca Apostolica Vaticana La Biblioteca Laurenziana per aver concesso le immagini riprodotte
L’editazione dell’opera è stata curata e coordinata da Francesco Rizzo I testi della monografia sono di Alfredo Focà e di Antonio Maria Adorisio The editing work was supervised and coordinated by Francesco Rizzo The texts of the monograph are Focà Alfredo and Antonio Maria Adorisio
Stab. Tip. De Rose (CS)
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Bozzetto di busto per megaliano in bronzo/argento realizzato da Thomas Pirillo per la 1^ edizione del Premio Internazionale di Medicina “Bruno da Longobucco” Bronze/silver sketch made by Thomas Pirillo on the occasion of the 1st edition of the International Award of Medicine “Bruno da Longobucco”