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dell’Avvenire alla guida del

Calendimaggio

La ripartenza del Calendimaggio nel 2023 dopo due anni di stop imposti dalla pandemia assume il significato di un passaggio storico sotto molti aspetti

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Alla conferenza stampa di presentazione vi era il Sindaco di Assisi Stefania Proietti; il nuovo Presidente Marco Tarquinio, Direttore dell’Avvenire; i due rappresentanti del Comune Stefano Venarucci e Simone Menichelli che lo affiancheranno nello svolgimento dei suoi compiti; gli ex Presidenti Lanfranco Pecetta e Giorgio Bonamente, insieme ai membri del nuovo consiglio direttivo e ai rappresentanti delle Parti.

Il Sindaco di Assisi nel suo intervento di apertura non ha mancato di evidenziare con grande commozione come la costituzione del nuovo direttivo per la ripartenza del Palio abbia assunto il significato di un passaggio storico, dopo due anni di fermo causato dalla pandemia.

Il suggello a questa ripartenza è dato dalla designazione a nuovo Presidente dell’Ente Calendimaggio di Marco Tarquinio, di origini assisane e persona autorevolissima nel campo della cultura, scelto congiuntamente dalle Parti.

Il neo Presidente Marco Tarquinio ha espresso la propria gratitudine per la designazione riportandosi alla memoria delle proprie radici con un aneddoto:”Il Calendimaggio è una festa di popolo, è la festa della nostra terra, è una cosa vera. Io forse ne ho un ricordo un po’ mitico perché l’ho vissuta sino agli anni ’80, quando con Lanfranco Pecetta, caro amico antico e forte ci affrontavamo su fronti opposti. Solo gli assisani sanno quanto questo unisca nella divisione, anche giocosa”.

Infine, ha evidenziato con un parallelismo il profondo significato storico che assume il Calendimaggio nel contesto che stiamo vivendo. Esso, infatti, ci consente di prendere l’antica partizione armata della città come simbolo per convertita nel suo contrario, il Calendimaggio è infatti “un conflitto vero, ma su un altro piano, totalmente disarmato”, e in questo possiamo cogliere “il senso dello sforzo che dobbiamo fare nel tempo in cui viviamo”, ha detto il Presidente raccordando la storia con l’attualità.

(di MATTIA GENOVESI

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Dr. Federico Gorietti

Ifumatori hanno maggiore probabilità di ammalarsi rispetto ai non fumatori. Il fumo infatti è causa di infarto, ictus e arteriopatia obliterante periferica. Il rischio aumenta se il paziente soffre di ipertensione, il diabete, dislipidemia, o ha una predisposizione familiare per l’infarto. Il fumo danneggia la parete dei vasi sanguigni con formazione di placche e trombi nei vasi sanguigni, riduce la quantità di ossigeno che arriva agli organi compreso il cuore, aumenta la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, favorisce la vasocostrizione arteriosa. Aumenta il rischio di aneurisma aortico, ovvero la dilatazione dell’aorta all’altezza del torace o dell’addome, che può andare incontro a rottura con esiti spesso fatali. Nei fumatori le morti per la rottura dell’aneurisma sono sei volte più numerose rispetto ai non fumatori. Il primo atto di prevenzione consiste nello smettere di fumare: dopo un anno il rischio cardiovascolare inizierà a ridursi, dopo venti si avvicinerà a quello di chi non ha mai fumato. È consigliabile pertanto rivolgersi al medico per intraprendere un percorso atto ad abolire il fumo, e correggere i restanti fattori di rischio cardiovascolari, tra i quali l’ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete. La visita medica, gli esami del sangue e gli eventuali accertamenti successivi andranno ad identificare i danni provocati dal fumo, al fine di identificare un trattamento e ridurne i rischi connessi.

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