Natura nelle Terres de l'Ebre

Page 1

Dove vieni fermato dai particolari IT


Introduzione acque tanto desiderate, il principe di queste terre, paesini che alimentano la speranza di vivere. È la morbida e nuda fragilità del delicato Delta dell'Ebro, ciò che disturba il mio sonno! L'albero della vita ha generato le Terres de l'Ebre in un atto di amore infinito verso la bellezza della natura. Benedicile, dunque, con rispetto e generosità. Sii cortese ed elegante con questo luogo! Non alterare la pace e l'equilibrio che vi regnano! Ricorda che ti trovi in un santuario, in un paradiso irripetibile, la cui purezza dipende dalla nobiltà del tuo agire.

azi

on

i P2

4

23 com and

l'Eb azi

on

ie

del le Info

rm

azi ri s p Alt

Rac

de

Ter res

Lo

ivis

Tor m

oP

re P

22

21 sa P

20

di T ne tag

mo n Le

erv

aN

atu

rale

di S

ebe

ssa Pic o

ella ta d

vet

Ris La

La

sP

P1 9

8 P1

7

Oll es

P1 Les

iM on tsià

16 sie

rra d

abe

ria P

P1 eo

di L l

rra sie

La

La

Il li t

ora

le m edi

ter ran

dal l

P1

5

4

13 oP

di G o

rra

La

sie

le d ell'

iso e le

nd e

705

spo Le

Ebr

P1

2

11 e la

Fon

tca lda

ix P

10

ota La c

rre d

i Ca

rdó

ed i Bo

8 l'Al

gar sP

rt P

del Le

sie

Le

rive

icc ass Il m

elta

del l'

io d i Po

Ebr

oP

6

Indice Il d

Terres de l'Ebre, il mio paradiso! Focolare, dolce e amato, nel quale la diversità paesaggistica (non c'è luogo di maggior fascino!) si moltiplica ad ogni sospiro, ad ogni alito. È una terra che sussurra gorgheggi di bellezza inesauribile, il cui sguardo penetra fino al midollo, fino alle montagne agresti che inzuppano la mia anima, fino ai boschi superbi che crescono nei polpastrelli delle mie dita, fino ai confini della pianura vasta e fertile, che naviga nei fiumi del mio sangue. Ed è l'Ebro, sempre l'Ebro, l'amico fedele che addolcisce il Mediterraneo e i miei versi! Sono i paesini rintanati al riparo della sottile musica delle sue


1

Delta dell'Ebro

2

Massiccio di Port

parco naturale

parco naturale

13

3

Rive dell'Algars

4

Sierre di Cardó e di Boix

5

Cota 705 e la Fontcalda

6

Sponde e le isole dell'Ebro

7

Sierra di Godall

8

Litorale mediterraneo

9

Sierra di Llaberia

10

Sierra di Montsià

11

Les Olles

12

Vetta della Picossa

13

Riserva Naturale di Sebes

14

Montagne di Tivissa

15

Lo Tormo

Sierre di Pàndols-Cavalls

15 3

12

Móra d'Ebre

N-420

6

Gandesa

3 11

9 14

5

4 N-340

8 2

C-12

4

AP-7

Tortosa

Amposta

7 10

1

Sierre di Pàndols-Cavalls

Sierre di Pàndols-Cavalls

Pas de l'Ase


Il delta dell'Ebro L'Ebro, con dita sagge e abili, ha scolpito il delta dell'Ebro con il trascorrere dei millenni: una vastità sorprendente che potrai percorrere lentamente, sempre al ritmo delle stagioni, seguendo le orme e i sospiri del nostro splendente ed eterno compagno: il riso. E lo potrai fare a piedi, in bicicletta, in auto, a dorso di un nobile animale, in treno, in pantana, su un carro... ma sempre con l'anima rivolta fissamente all'acqua. Tutto è possibile in questa terra miracolosa, che ti aspetta a braccia aperte.

6

Braccia che si trasformano in un'infinità di sentieri, i quali, seguendo i canali e i corsi d'irrigazione che accompagnano sempre le fruttifere risaie, ti porteranno ai belvedere (quasi una ventina) che si ergono strategicamente lungo tutto il Parco Naturale del Delta dell'Ebro, molto vicino alle lagune, le baie, le spiagge, i campi di riso, le saline... affinché tu possa scoprire e contemplare i valori

naturali di questa magnanima terra del delta. Il nostro delta, territorio delle regioni litorali di Baix Ebre (semidelta sinistro) e di Montsiá

Natura

(semidelta destro), configura una pianura alluvionale di più di 30.000 ettari di superficie, che ospita il Parco Naturale del Delta dell'Ebro, il quale cinge la maggior parte delle zone naturali del delta e nel cui cuore si trovano le riserve naturali parziali di Punta de la Banya e dell'isola di Sapinya. Il delta è un gioiello che brilla di luce propria, soprattutto grazie alla straordinaria ricchezza biologica che l'ha trasformato nella zona umida più importante della Catalogna e in una delle più elogiate d'Europa. Le migliaia di uccelli che visitano il delta sono il suo tesoro più prezioso, la garanzia del suo splendore (vi sono state catalogate 381 specie, delle 600 che esistono in Europa): ti sfregherai gli occhi per l'incredulità alla vista dell'immensa quantità di uccelli che potrai ammirare. In questa cornice di splendore incomparabile, udirai i canti delle migliaia e migliaia di uccelli che, giunti dagli angoli più lontani e reconditi del pianeta, interpretano composizioni inedite.

Ciononostante, bisogna sottolineare la profonda umanizzazione sofferta lungo i secoli, che ha saputo fondersi con eleganza e armonia con l'ambiente naturale, che si trasforma quotidianamente: la simbiosi è perfetta! Benché gli accessi al delta siano vari (L'Ampolla, Camarles, L'Aldea, Amposta, Sant Carles de la Rápita), tutti con i propri rispettivi centri informazioni che ti consentiranno di comprendere il ciclo di questo meraviglioso universo, è meglio, per non visitarlo alla cieca, raggiungere Deltebre – comune nato dall'unione delle città di Jesús i Maria e La Cava – e visitare l'Ecomuseo. Le numerose e preziose informazioni che ti offriranno, con calma e cortesia, saranno di vitale importanza per una visita ordinata e di qualità a queste terre dell'ultimo tratto dell'Ebro. Terre lussureggianti e fragili al contempo, che hanno bisogno della tua complicità per avere un futuro di speranza. Lì troverai il Centro Informazioni e Accoglienza Visitatori. Solamente ricorrendo a questo straordinario Centro Informazioni e Interpretazione potrai capire la dinamica delle interazioni tra l'uomo, il fiume e il delta: i paesaggi del delta dell'Ebro!

COLORI DEL RISO Il riso non smette di crescere e verdeggiare in ogni momento. E nasce il verde smeraldo, il verde dell'erba vellutata, il verde che sfuma nel giallo come un limone che matura, il verde ginepro, il verde cipresso, il verde che accende le passioni, il verde della frutta verdastra, il verde della speranza della vita...;e infine, quando il nobile e generoso cereale giunge al termine della crescita, in piena maturazione, scoppia il giallo oro, il giallo dell'acero, il giallo delle braci e del fuoco, il giallo del mattino che sorge...; in definitiva, gialli abbozzati da dita affabili, da mani schiave che lavorano questa terra indulgente, ma al contempo, indomita. Intanto, i gabbiani, i re di quaglie, l'airone cinerino, gli aironi, le nitticore, le pernici di mare... volano a loro piacimento!

LA PUNTA DEL FANGAR Una specie di deserto di sabbia, lungo 7 chilometri e ampio 3, con dune permanenti ed errabonde, che si stende come un braccio finché non si inizia a intravedere la località di L'Ampolla.

Nei giorni caldi, o anche di calore moderato, si possono ammirare miraggi allucinanti, quasi incredibili, che fanno sì che tutta la pianura di sabbia desertica sembri trasformarsi in acqua, in una pozza immensa e le dune in onde magnifiche che si scontrano le une con le altre.

LA TANCADA E L'ENCANYISSADA Lagune situate sulla sponda sinistra dell'Ebro, sono tutto un immenso universo di sensazioni, nel quale centinaia di uccelli dalle colorate piume di soffice cotone volano senza sosta attraverso il soffio del delta, a tratti pacatamente e a tratti con frenesia. Molto vicino a L'Encanyissada, ti aspetta la Casa de Fusta, un edificio emblematico: negozio di prodotti agricoli, esposizione fotografica della baracca, luogo d'accesso al Museo Ornitologico e importante centro informazioni, che ti garantirà il collegamento con le radici più profonde del delta.

LA PLAYA DE LA MARQUESA Questa tiepida trapunta, simile ad una principessa innamorata, che si protende in cerca del faro e della Punta del Fangar, sfiora il mare da un lato e le montagne di dune erranti dall'altro, in mezzo a paesaggi desertici ma pieni di vita: è il rifugio e la zona di allevamento di centinaia di uccelli. La distanza che c'è tra un ambiente e l'altro è infima, ma è ciò che rende stupende le passeggiate. Il fresco dei paesaggi acquatici, la dolce umidità della sabbia, il profilo sereno delle cordigliere che proteggono l'orizzonte, gli occhi giganteschi del faro e la spontaneità dei castelli sabbiosi ti faranno divertire moltissimo.

7


Il massiccio di Port

E molti di quei cammini e sentieri, che collegavano le masserie e i paesi, ancora conservano un certo fascino, benché il tracciato di alcuni di questi si indovini solo attraverso l'occhio esperto, abituato ai frondosi boschi di Port, così come fanno le bestie. La mano abile e paziente del Parco Naturale lavora poco a poco affinché i sentieri e le fonti (con itinerari ben spiegati) vengano incontro all'escursionista.

Il 12 giugno del 2001, un'estensione di 35.050 ettari del massiccio di Port – appartenente ai territori tarragonesi delle Terres de l'Ebre (Montsià, Baix Ebre e Terra Alta) – è stata dichiarata Parco Naturale d'Els Ports, e così è stato conferito a Port (toponimo con il quale gli indigeni delle Terres de l'Ebre conoscono questo singolare massiccio) il meritato riconoscimento come una delle zone più significative dell'intera Catalogna, insieme ai parchi naturali degli Alti Pirenei e del Cadí-Moixeró.

8

Di formazione calcarea e dal rilievo scosceso, accidentato e ripido, si eleva, imponente, sopra le pianure che lo circondano. L'erosione ha costruito burroni che si addentrano nel massiccio e anguste valli fluviali che vi si intrecciano. Questa natura così capricciosa e unica ha generato un rilievo labirintico ed enigmatico, dove la capra di montagna, l'animale più rappresentativo del Parco Naturale, vive a suo piacimento: la sua sagoma snella e resistente risalta al di sopra dei bordi dei macigni più alti!

Natura

Più del 50% dei rettili e anfibi che esistono in Catalogna si possono trovare in questo paradiso naturale. E, in quanto alla vegetazione, sono state scoperte più di milleduecento specie (nel Regno Unito, ce ne sono solo circa ottocento).

che si prodiga per restituire dignità a queste montagne e terre sacre. E ognuna di queste città, all'improvviso, diventa una porta d'accesso al massiccio.

suo passo attraverso paesi e città cortesi. E oltre, vicino all'orizzonte del sole nascente, il delta dell'Ebro appare come una pietra preziosa, che colora il territorio con mosaici verdi e azzurri fino al Mediterraneo, dove il fiume, ormai stanco, si lascia cullare dalle acque. E se guardi verso dove dorme il sole, le sierre si succedono una dopo l'altra, capricciosamente, verso il luminoso infinito. Su tali sierre fioriscono valli piene di gigli, rose, peonie, tulipani, orchidee... alcune bagnate da fiumi che scavano gole magistrali e scolpiscono pozze di acque azzurre di grande profondità.

A titolo esemplificativo, alcuni luoghi unici per la loro altezza sono Tossal del Rei (1.351 m), che ha dato origine alla mitica leggenda sui re che concordavano patti segreti; il Negrell (1.345 m), attorniato da boschi caratterizzati dal loro splendido rigoglio, vicino al rifugio di montagna di Font Ferrera; e Mola de Catí (1.326 m), meseta eccelsa di 4 chilometri di lunghezza, nella quale una moltitudine di grotte e sime posizionate nel cuore del nostro amato massiccio conduce a profondità insondabili. Luoghi imponenti, elevati, per grandi uccelli: non è strano ammirare avvoltoi e aquile che solcano i cieli senza quasi scomporsi, con le loro ali prominenti e agili al vento.

Attualmente purtroppo le centinaia di borgate che adornano il massiccio sono disabitate e vicino alle rovine di quei casermoni, così magistralmente costruiti (alcuni con più di cinquecento anni di antichità!), si sentono solo gli ululati lamentosi delle volpi all'ombra del crepuscolo.

E da Caro (termine municipale di Roquetes), il re dei re, la cima più alta con 1.447 metri, ai piedi di questo massiccio gigantesco rivolto ad est, si allarga la pianura, una distesa di oliveti centenari che si avvicinano alle luci incantatrici dell'Ebro e navigano baldanzosi al

Tuttavia, la voce della solitudine e del silenzio malinconico che ha imposto la scomparsa degli abitanti di Port è stata alleviata dal clamore dei paesi che crescono al riparo delle sue labbra. Ognuno di questi paesi è una piccola patria che governa il suo proprio regno,

Nel cuore della Riserva Naturale Parziale di Fagedes del Ports si trova il faggeto (Petites fagedes) più a sud della penisola iberica. Al riparo di questo bosco caducifoglio, in uno spazio ristretto, convivono agrifogli, sorbi selvatici, cormi, rose di macchia, ciliegi di Santa Lucia, mandorli, aceri, clematidi, tassi, querce centenarie e spesse macchie di bosso. Questa enclave diventa un tesoro grazie ai due alberi monumentali colossali, di oltre quattrocento anni, che custodisce: il Faig Pare e il Pi Gros.

montagna, ti accarezzerà le labbra, ti addolcirà gli occhi, ti bagnerà l'anima, si mescolerà con i fiumi di sangue che ti percorrono le vene e ne rimarrai prigioniero per sempre! Questo paradiso emette una fragranza che ricorda la manifestazione di un tempo e uno spazio diversi, nelle viscere di un mare boscoso che evoca immagini di un verde intenso e fresco appassionante. Puoi optare per fermare il tempo e rimanere immobile, come se fossi sotto l'incantesimo degli odori di questo posto stregato. Sei protetto da luoghi che hanno la propria anima, da boschi che conoscono il linguaggio degli uccelli, della luna, della foschia che nasconde la valle. Il Parco Naturale dels Ports è un principe dalle attrattive irresistibili, che cattura tutti quelli che lo guardano. La sua capacità di sorprenderci è infinita. Passano gli anni e benché tu abbia passeggiato per questi luoghi tutta la vita, quando ormai credi che ti abbiano mostrato tutto, appare un boschetto di pini silvestri che non avevi notato, una piccola fonte che non sapevi esistesse, il canto di un uccello sconosciuto, un cielo limpido come non l'avevi mai visto, un fiume dalle acque argillose e torbide,

Non perdere l'opportunità unica di accarezzare le belle foglie morbide del faggio e di osservare le migliaia di colori che ti offre questo bosco ancestrale: in primavera, scoprirai colorazioni di verde che non avresti mai potuto immaginare; in autunno, i diversi tipi di giallo e di rosso degli aceri, dei faggi e dei frutti seducenti degli agrifogli, che tingono la natura di sole e sangue, ti renderanno ebbro. Non esiste vita più pura di quella che sgorga dalla natura, la cui bellezza potrai degustare con calma nel massiccio di Port. Ti sentirai più libero che mai e potrai sentirne gli effetti miracolosi. E allora vorrai dipingerla nei boschi del tuo cuore; bramerai di farla accoccolare nel tuo grembo, parlare come fa la notte, lasciar cadere l'acqua come se fosse una tempesta e calmare la sete del mondo: questo massiccio ha la virtù di saper saziare la sete di natura dell'escursionista più esigente! E la sua forza compulsiva, vigile e selvaggia, ti spingerà a passeggiare e comunicare con gli esseri che lo abitano. La canzone di questi luoghi, i cui picchi toccano le streghe di notte per bere a sorsi l'acqua dei letti dei fiumi di

9

ruggente, che oltrepassa gli argini e affoga il sottobosco a causa delle piogge che lo hanno sorpreso; una notte tremante il cui vento musicale fa sussurrare le foglie delicate degli alberi avvolti dal sonno...

Ti puoi addentrare nel massiccio del Port a piedi, in mountain bike, a cavallo o in macchina (meglio un fuoristrada, specialmente se vuoi attraversare il massiccio lungo l'unica pista principale, che mette in comunicazione Catalogna, Valencia e Aragona). Inoltre, puoi dilettarti con la speleologia, la discesa di crepacci e fiumi, la scalata, la fotografia... Ti ricordiamo che queste attività sono gestite dal Parco Naturale, per cui dovrai ottenere informazioni nei diversi punti d'informazione situati nella città di Roquetes (sede del Parco, a Baix Ebre) e nei paesi di La Sénia (Montsià), Arnes e Horta de Sant Joan (Terra Alta).


Natura

10

Le rive dell'Algars

Le sierre di Cardó e di Boix

In seno alla Terra Alta, la sponda del fiume Algars conserva due microuniversi di bellezza smisurata. Uscendo dalle terre fruttifere di Horta de Sant Joan, seguendo la corrente, lungo la pista che passeggia alla ricerca di Caseres, nelle Calderes, il fiume si allarga e i detriti che trasporta dal massiccio del Port si mescolano al ritmo vertiginoso dei gorghi (chiamati calderes e rentadors) che hanno scolpito i denti affilati dell'acqua abbondante e selvaggia di montagna. Lo stagno di Mas de García, il Toll, e tutta una serie di lagune profonde e ristagni spruzzano i dintorni di verdi e azzurri inediti, da non potervi distogliere gli occhi: un corso tranquillo e ricco di pesci, nel quale brilla il corpo snello e lucente della schiva nutria. Decine di uccelli vivono a loro piacimento; la loro presenza si è impossessata di questo pezzettino di cielo. E si ode una moltitudine di gorgheggi gratificanti all'interno dei meravigliosi boschi della riva, tra le canne e i vimini. Ogni tanto, il serpente d'acqua si contorce e forma meandri sinuosi di squisita galanteria. Più in basso, nelle terre di Batea, al di sotto del vecchio ponte della strada di Maella,

Le sierre di Cardó e di Boix, con il loro paesaggio essenzialmente mediterraneo, costituiscono il massiccio di Cardó ed è la prima muraglia naturale a nord dell'Ebro, la quale lo separa dal massiccio di Port. Dalla cittadina di Rasquera, arriverai fino alle soglie delle antiche terme di Cardó (in disuso e diroccate), costruite alla fine del secolo XIX per sfruttare le benefiche acque medicinali che sgorgavano dal suo ventre. Una delle escursioni più belle passa in prossimità dei quattordici eremi - oggi in rovina - che i frati carmelitani scalzi costruirono verso l'anno 1606. Comincerai a camminare all'altezza del dirupo di Sant Roc, ai piedi della casa di Borboll, edificata sopra le fondamenta dell'eremo di Sant Elies. Il sentiero prosegue verso l'eremo e la fonte di Sant Josep. Il sentiero si alza poco a poco, avvolgendosi a forma di esse, come disegnate da una lumaca giocherellona. La fonte di Prior, l'eremo di Sant Roc e la fonte della Ronya - una delle poche da cui scaturisce l'acqua - sono abbandonate alla passione pacifica ma a volte selvaggia del tempo. La Cassola del Diable e, su una collina boriosa, i Martellets: sul bordo della rupe si osservano

l'Algars ritorna a guidare le acque capricciosamente per i canali di morbida roccia, come se fossero barche di carta abbandonate. La strada 6 della rete ciclistica di Terra Alta, che segue gli aromi degli antenati iberi, ti porterà davanti all'illustre Pinyeres. É solo un pugno di case umili, in rovina e abbandonate, ma che ti contagiano con la nostalgia di uno splendore lontano che si respira nell'ambiente. Pinyeres conquista la terra rossa e dura, apparentemente secca, con mandorli, olivi e soprattutto, vigne: di ceppo fertile, con succhi graditi e nobili. Da una vedetta, se osservi La Vall Mitjana, ti accorgerai di un'infinità di ceppi che si allineano armoniosamente tra i solchi che gli aratri hanno aperto nel corpo gentile dei campi. E intanto, il silenzio, un silenzio intimo, mite, attecchisce nel campo e spinge anche il visitatore, con una forza smisurata, ad attecchire in esso. Infine, vicino al fiume, ti aspettano il Toll de l'Alabast e l'Assut de les Cadolletes: specchi d'acqua cristallina nei quali i paesaggi giocano a tuffarsi, accompagnati dalla sinfonia del gracidio delle rane, le principesse dell'acqua.

costruzioni di pietra, rimpicciolite ed erose dal tempo, che assomigliano a un martello. Da qui, godrai degli eccellenti paesaggi che le abili mani della valle hanno dipinto: l'Ebro, che mormora nel letto dell'avvallamento, il sorprendente vigore del massiccio di Port... E la Creu de Santos, coi suoi 942 metri, con le sue creste più alte a sinistra, corona questa sorprendente regione. La fonte di Teixet e la bellissima fonte di Argilagar: quest'ultima si trova al riparo di due lecci centenari, in fondo ad un corridoio protetto da alti muri di pietra secca che lambisce la sorgente della piccola fonte. E già quasi alla fine, l'eremo di Sant Onofre e quello di Sant Simeó o de la Columna, curiale, ieratico, i cui capricciosi balconi si affacciano, audacemente, sulle scarpate della valle. Potremmo definire la valle di Cardó un luogo per la meditazione, una montagna e un bosco sacri di sopraffacente bellezza: gli eremi, solitari e dimenticati nella nostalgia del tempo, conferiscono una certa atmosfera enigmatica, malinconica, romantica; le fonti, perfettamente nascoste nel cuore del bosco, saziano la sete dell'aria. Sull'altro versante del massiccio, rivolto al sole nascente, sotto lo sguardo della grotta Llòbrega e fiancheggiato dalle costruzioni

calcaree delle Picòssies e della Barca, le cui pareti si allungano fino a urtare l'azzurro del cielo, vive il bosco di tassi chiamato Teixeda de Cosp. Una cinquantina di tassi appaiono gradualmente tra le ombre della scarsa vegetazione, come se fossero i principi guardiani templari, con i loro colossali tronchi attorcigliati. È indubbio che questi fossili viventi, abbarbicati alla carne del dirupo, e con la loro vecchia antichità, rendono questo luogo delle Terres de l'Ebre irripetibile. Il sentiero, che consente di assaporare i profumi rumorosi delle fronde, ti porterà a scoprire un altro tasso signorile di Cardó, che sazia di bellezza le fresche acque della fonte di Teix. E nella sierra di Boix, in terre addolcite dal favo e dal suo miele, nella parte alta del burrone delle Nines, sotto la guida della voce delle grotte della Conca, della Mallada e di Sol, si nascondono le pitture rupestri di Cabrafeixet, Patrimonio dell'Umanità. È come se l'artefice della creazione di questi bei paesaggi avesse voluto che fosse un santuario sublime, che ha bisogno della loro compagnia, della loro presenza. Intorno a questo ambiente bucolico, dall'aspetto cortese e pacifico, si è creato uno spazio nobile e accogliente che conferisce dignità alla natura.

11


La cota 705 e la Fontcalda

Le sponde e le isole dell' Ebro

La Cota 705, conosciuta anche col nome di Punta Alta, al centro della fantastica e orgogliosa sierra di Pàndols, che durante la sanguinosa Guerra Civile fu uno dei teatri più violenti e crudeli, oggi è il luogo in cui regna il silenzio, al riparo del Monumento alla Pace, in memoria e omaggio ai combattenti della

L'Ebro, un fiume di quasi 1.000 chilometri di lunghezza, sorgente di acque profonde, solca montagne agresti, dorati campi di viti, oliveti centenari e verdi pinete, orti fecondissimi, terre alluvionali, alberi con fiori d'arancio e foreste a galleria.

quinta del biberón.

L'ambiente è pacifico e si respira una placida solitudine che contagia perfino i pini della regione. Solo lo sfiorarsi della gracili ali, soffici come cotone, dei rondoni e dei balestrieri che solcano le loro rotte aeree, ti sveglieranno dalla tua armoniosa passeggiata per le cime di questa sierra magnanima, la quale serve anche come vedetta per osservare il delta dell'Ebro e il tanto sospirato Mediterraneo. Tutto è alla portata del tuo sguardo, che si alza sopra l'eremo di Santa Magdalena - vicinissimo -, sopra paesi e valli, come gli occhi scrutatori di un gheppio. Non molto lontano, il dirupo della Teuleria, nella parte alta di due colline non molto pronunciate, il Pinell de Brai rimane immobile ed

12

elegante, esibendo le "case sospese" del centro storico che si dondolano dall'alto di una rupe di più di 100 metri.

Natura

I mari biancheggianti sotto forma di nuvole nebbiose sono frequenti e percorrono, capricciosamente, ognuna delle gole intime che si addentrano, come fiumi amorevoli, alla ricerca di latitudini più fredde, più vicine alle cime. Se ti posizioni nello spartifuoco per il quale transita il PR-C 27 e guardi verso ponente, la vastissima ed eterna panoramica ti permetterà di assaporare la sovrana eccellenza della Terra Alta, gemellata con le terre di Aragona. A destra, le più vicine, le creste dei Voladins, con il Puig Cavaller, disegnano negli occhi dell'orizzonte una linea labirintica, quasi irraggiungibile. Al di sopra, la sierra della Solsida; a sinistra, il macigno

del Migdía, il macigno di Plana e l'Agulla (le tre guglie di Bot!) appaiono come stalagmiti colossali che si ergono alla ricerca di luce più azzurra. E la montagna di Santa Barbara e l'illustre Horta de Sant Joan, così rimembrata da Picasso, impongono la loro reale presenza all'ammirazione dei nostri occhi mortali, che non sono abituati a tanta bellezza in un'unica soluzione. E al centro esatto di tutti questi posti indomiti, nella profondità della valle del Frare, si sgranchisce il santuario della Fontcalda, al ritmo del placido mormorio del fiume della Canaleta, che scende aprendo gole strette, senza fretta, fino a giungere all'Ebro, all'altezza di Benifallet: lì sparge le dolcezze selvagge del massiccio di Port!

Da Móra d'Ebre e Móra la Nova (isola e galacho di Sovarrec) fino a Tortosa (isola di Vinallop), l'Ebro, meraviglioso lascito che ci ha offerto la natura, scava una valle esuberante, a tratti domata e serena, altre volte selvaggia e inquieta, nella quale i paesaggi acquatici, coltivati e anche di montagna si alternano continuamente con armonia, conferendole una forte personalità propria. L'infinita bellezza di questo tratto del fiume si riflette nel suo rosario di isole esuberanti, nella presenza, ancora abbastanza dignitosa, della sublime foresta a galleria e nella splendida manifestazione dei paesi e delle terre che ne accompagnano il viaggio. Le capricciose acque dell'Ebro, in tempi già ormai molto remoti, hanno permesso il transito di navi ibere,

fenicie, greche, cartaginesi, romane, visigote, saracene..., e in tempi già più vicini, anche i leuti lo hanno solcato, maestosamente, come vascelli signorili, spinti e incoraggiati dalla forza dei corpi robusti degli uomini che maneggiano le traine. Questi uomini spingevano con valore i leuti, pieni di merci e viaggiatori, che attraversavano il territorio. Oggi, alcuni tratti del GR 99 passano per l'antico sentiero della traina. E ora sei tu che ti puoi azzardare a navigare per i suoi canali profondi, vicinissimo ai pennacchi delle canne, al di sotto delle lunghe chiome dei salici piangenti che arrivano fino all'acqua, tra i rami fitti e scuri dei pioppi, anch'essi pendenti sul fiume, che formano corridoi stretti e galeotti. E tutto questo in compagnia della moltitudine di uccelli che ti allieteranno con le migliori sinfonie della natura. E se fai questo percorso utilizzando la strada, ti assicuro che i balconi che si affacciano sull'Ebro sono luoghi privilegiati (Castell de Móra d'Ebre, Castellet de Banyoles, Castell de Miravet, area di sosta di Benifallet, Assut de Xerta i Tivenys, Castell de la Suda ...), vedette vertiginose che abbordano il corpo nudo del fiume e le terre che esso fertilizza.

13


Natura

14

La sierra di Godall

Il litorale mediterraneo

La sierra di Godall, principessa superba, a dispetto della sua modesta altitudine, diventa una vedetta privilegiata che regala splendide viste panoramiche: verso il sole nascente, nell'avvallamento rigoglioso, il magnifico mosaico di contrasti della vallata di Ulldecona, ai cui piedi si alza la regina di questo territorio, la sierra di Montsià, che bacia il Mediterraneo. E verso il sole ponente, la piana fertile e cavalleresca, l'orgoglio dei paesi severi e la ciclopica, audace e labirintica sierra del massiccio di Port. Puoi addentrarti nella sierra attraverso il sentiero vecchio che va da Amposta a Godall, seguendo le orme dell'itinerario chiamato "Els Olvers Mil·lenaris” (Gli Ulivi Millenari). Nell'area ricreativa della Font de l'Arboç ti imbatterai nel tracciato che passa per gli itinerari dei muri a secco del territorio del Montsià: ti piacerà moltissimo camminare nel paesaggio non irrigato, che conserva ancora la caratteristica vegetazione mediterranea. Intorno ad esso si estende un vastissimo manto

Spiagge vivaci, grotte, isole solitarie, cale seducenti, passeggiate, scogliere, antiche saline, nivee cittadine...; e se, a tutto ciò, aggiungi l'azzurro puro e inesauribile del mare, il verde della macchia mediterranea - con sfumature di altri colori dei vari arbusti e piante -, l'incanto dei boschi di pini d'Aleppo che si sono stabiliti ai bordi delle scogliere - al cui riparo riposano belvedere vigili e stabili che provocano sospiri di sorpresa e ammirazione -, il brillio dei campi di ulivi della pianura, i terrazzamenti pieni di mandorli fioriti (in febbraio!), il verde intenso delle grosse foglie dei carrubi e la pace che regna qui, eccoti garantiti il godimento del corpo e il riposo intimo dell'anima. Ogni passo, ogni alito, ogni battito di ciglia comporta una nuova sorpresa. Mare, mare e ancora mare! E sempre il mare, fatto di azzurri inediti che ti inzupperanno il sangue di dolce salnitro: una passeggiata di autentica e frenetica bellezza vicino alle acque limpide di un mare affettuoso.

di ulivi, adornato da impressionanti e chilometriche sagome di contenimento. All'altezza del cimitero vecchio di Godall, una terza passeggiata ti invita a seguire i passi del dirupo della Caldera: Godall, niveo e slanciato; immagini pacifiche dai belvedere di Coll de Vilaestret e delle Talaies; il piccolo pozzo e le raschiature della fonte di Cap d'Àsens, lavorate a mano, con infinita pazienza, senza preoccuparsi del trascorrere del tempo. Verso l'alto, il sentiero catramato ti porterà verso l'inizio di un'altra escursione, traboccante di narcisi e orchidee profumate: dalle labbra delle rupi che proteggono l'eremo della Pietat e i ripari naturali che custodiscono le pitture rupestri (Patrimonio dell'Umanità), si intravede un cielo aperto del quale il gheppio e il biancone sono i veri signori e padroni. Ora dovresti concludere la passeggiata in mezzo agli ulivi millenari: provocatori giganti con tronconi screpolati, con nodi contorti e affettivi, con protuberanze sinuose e serpeggianti, che conferiscono loro ancor più antichità. I due ulivi Fargues de l'Arion, alberi dichiarati monumentali, sono le madri di questo santuario di ceppi che risalgono a duemila anni fa. E per finire, l'itinerario della Vía Augusta non dista molto. Il percorso che univa Roma al suo impero oggi è il nostro luogo di residenza: tutto uno scoppio di paesaggi vicini che ti sedurranno continuamente.

E le spiagge. Ah, le spiagge! Se te ne facessero scegliere una, sarebbe difficile decidersi perché ce ne sono di ogni tipo: grandi e piccole, belle e bellissime, azzurre e azzurrissime, sabbiose e di piccoli ciottoli, di conchiglie e di occhi di Santa Lucia... Spiagge e cale idilliache che ospitano, in condizioni naturali, endemismi iberici in pericolo di estinzione: il nono moresco e il nono iberico. E ancora spiagge: di sabbie lisce e fini, soffici come il muschio, morbide come le piume degli uccelli. E dalle cime delle airose scogliere, nido e vedetta del passero solitario, il paesaggio che offre il Mediterraneo impressiona. L'azzurro fatato di questo fragile mare cinge l'orizzonte e gli odori del lentisco, del rosmarino, dell'erica multiflora, del ginepro, del finocchio marino... non smettono mai di avvolgerti. Da queste umili cime vedrai, in lontananza, la sierra di Vandellòs

e Tivissa, con il macigno di Migdía, la Mamella Alta e il Pa Gros, punti di riferimento e guida per i nostri antenati marinai. E alla fine, il castello di Sant Jordi, sentinella fedele dell'immensità della celeste azzurrità del Mediterraneo, attraversato da popoli e civiltà nel tempo e nella storia. Questo antico fortino militare risale al 1700, quando già occupava una posizione strategica privilegiata perché vegliava su una rotta commerciale molto importante nell'epoca romana. Questa era una terra ben più desertica e si decise di costruire la prima fortificazione come rifugio dei viandanti, sotto la custodia dell'ordine dei templari di Sant Jordi d'Alfama.

15


La sierra di Llaberia

La sierra di Montsià

Il paese di Llaberia, riparato dal calore dalla montagna, come se si trattasse di una piccola culla, appare non appena cominciano a scaldare i primi raggi del sole, tra boschi animati dalla sinfonia di decine di uccelli. E prima di addentrarti per i sentieri che ti guideranno fino alle cime della sierra che dà riparo a questa località, è imprescindibile che ti immerga nei dolci silenzi che volteggiano per le sue belle strade, governate da case curiali. Il tempo e lo spazio si trasformano all'interno di questo regno e per alcuni istanti, percepirai che l'aria che si respira non appartiene a questa vita terrena.

La sierra di Montsià, che quasi bacia il Mediterraneo lungo i suoi 20 chilometri di lunghezza, forma un bellissimo conglomerato montagnoso calcareo situato a sud delle Terres de l'Ebre e si estende dall'Ebro a La Sénia.

E la bella storia della camminata continua ai piedi del Collet dels Colivassos, sempre senza perdere di vista il Mont-redon, la Creu de Llaberia e la Miranda de Llaberia: le tre poderose cime!, il principe e le due principesse che custodiscono, dall'alto, la pace e la bontà del regno di Llaberia.

Natura

16

Il sentiero di Astor, quello della Torreta, il percorso di Les Fornt i els Cocons, il percorso dei Poblados de la Edad de Hierro, l'Área Interpretativa del dirupo del Mas de Comú, il percorso del Corral Nou a Mata-redona e l'Área Interpretativa della Serreta de Freginals sono una serie di escursioni che ti mostreranno i tesori della sierra di Montsià, spazio protetto e benedetto dal dolce mormorio della frenesia del Mediterraneo.

Il sentiero si acquieta tra luoghi aperti ed estesi e il Racó de la Dòvia si fa strada tra una gola profonda, più o meno stretta, che poco a poco cede il passo ad una valle immensa, che si allarga fino alle labbra di Pratdip, già nelle terre del territorio del Baix Camp.

Una delle passeggiate più emblematiche è quella che porta alla mitica Foradada. Il sentiero di Mata-redona ti porterà fino all'area ricreativa della Mundana e alla Esplanada del Cocó de Jordi. E dopo, verso la fonte del Burgar, lungo l'antico sentiero, larghissimo, che serviva al trasporto della calce dalle mine (che troverai sul sentiero), i tronchi degli alberi che venivano tagliati per la costruzione delle barche, il carbone che c'è nella zona...

La presenza di vegetazione bassa e dispersa e di un terreno roccioso, ti vorranno illudere che cammini in mezzo ad una natura assetata, ma la fedeltà dell'acqua che bacia questi luoghi illustri dal principio dei tempi, diventa spesso realtà.

Mano a mano che sali per il lato del burrone della Font, non perderti la rigogliosa massa boscosa composta principalmente da lecci. E un lecceto non è solo un bosco di lecci, bensì una comunità formata da un insieme di specie che condividono lo stesso spazio in strati differenti: le

Ti saluteranno la fonte di Bonic, la fonte di Mont-redon e la fonte di Àliga, che sanno saziare, affettuosamente, la gola riarsa dei viandanti.

lentaggini e i corbezzoli risaltano tra la quercia spinosa e gli alaterni; i frutti dei corbezzoli, rossi come un'aurora infuocata, carnosi e tentatori, in autunno dipingono questi luoghi di oro e fuoco; il lentisco feconda migliaia di bacche, che fungeranno da cibo per un'infinità di animali; il cormo, il pungitopo, l'asparago, la viola silvestre...; e tutta una serie di piante rampicanti che sposano le piante di uno strato con quelle degli altri strati. E le belle e fedeli sentinelle da tempi immemori: gli aceri e i tassi!

E dalla cuspide del Mont-redon, di forma curiosamente vulcanica, prenderai possesso dei sentieri aerei e scruterai dalla vedetta meravigliose viste panoramiche che si stendono fino al di là del potere dei tuoi occhi. Verso ponente, il Montalt e la Mola del Perelló o del Capcir, che fungono da prolungamento della sierra di Llaberia; ancora più lontana, la sierra di Tivissa...; e là, ai confini con l'orizzonte, il re dei re dei territori dell'Ebro, il massiccio del Port. Con la coda dell'occhio, guardando verso il Mediterraneo azzurro e squisito, la sierra del Perelló o del Mestral, l'azzurro accattivante di capo Salou...; e all'interno, molto vicino, il Cavall Bernat, una colossale guglia di pietra che si erge, come un fallo seducente, con l'ardire di fecondare il tetto del mondo. E se ancora non sei convinto della grandezza di questi paesaggi litoranei, dovrai conquistare gli harem della Creu e la Miranda de Llaberia. Rivolgi il tuo sguardo verso il sole nascente! Tutti i

pendii, che fuggono dalle lunghe creste per le quali passi, si agghindano dei verdi olivastri dei pini e dei verdi attraenti degli aceri (con gialli abbrustoliti e aurei in autunno) e si lanciano, vertiginosamente, verso il rigoglioso avvallamento. Lo splendore di questa valanga di verdi si riunisce intorno a Colldejou (Baix Camp), paese situato nel cuore della valle. Ecco una terra catalana, vicina e amabile, dove le eccellenti scene paesaggistiche sbocciano a profusione. Coraggio, assaporala! I tuoi sospiri ammirati rimarranno incisi nelle pagine del tempo che si scrivono nell'aria di Llaberia.

Nella fonte di Llop, se ti posizioni sotto la grotta di sinistra e guardi in lontananza, potrai vedere come la parte del tetto che più risalta assomiglia alla testa di un lupo, fatta pienamente di natura vivente! Continuando lungo questa specie di formidabile corridoio che dà riparo al lecceto arriverai all'Área Interpretativa del Bosc del Burgar, che ti permetterà di riposare sotto lecci centenari. La fonte di Burgar ti aspetta dall'altra parte: nove raschiature, fatte a mano, a colpi di metallo e mari di sudore, raccolgono l'acqua che regala il ventre della natura di questo territorio. Vari pannelli informativi ti racconteranno la storia di questi luoghi, degli insetti che pullulano qui e delle specie ormai estinte, come il lupo e il cervo; dei sentieri che attraversavano queste sierre e che collegavano le

masserie e i paesi... Benché gli elementi corrosivi del tempo abbiano fatto stragi, il Mas di Mata-redona conserva una dignità non sfiorita ancora; la visibile eleganza e maestosità di quella costruzione regale che, tempo addietro, aveva: il pozzo ricostruito -, le pianure coltivate, i noci, i ciliegi, i peri..., sono ancora lì. Il sentiero si inerpica verso la cima della cordigliera. Il paesaggio cambia. Il bosco, prima rigoglioso e variegato, ora diventa una pianura uniforme di quercia spinosa, con alcuni vecchi terrazzamenti da coltivazione dove, in primavera, potrai ammirare varie specie di orchidee. E infine, la Foradada, l'occhio del ciclope che attraversa la montagna, ti regalerà deliziosi paesaggi presieduti dalla punta della Banya. Se ti sposti una cinquantina di metri verso le cime piatte di sinistra, godrai di un'altra bella panoramica: il dirupo di Fredes, la grotta di Floro, il Castellet, il dirupo dels Coloms..., e in lontananza, i paesi del delta; le lagune, in mezzo alle feconde risaie; l'azzurra vastità del mare: una cornice di splendore incomparabile!

17


Natura

18

Les Olles

La vetta della Picossa

Ti trovi nella Terra Alta, culla di molte civiltà, uno dei pochi luoghi nei quali la natura e le persone hanno saputo creare un paradiso idilliaco e una spettacolare diversità paesaggistica. Una cornice ineguagliabile di bellezza spontanea, dove l'ulivo e la vite, i boschi e le montagne, i fiumi, le gole e le rocce superbe convivono armoniosamente. A metà strada tra Horta de Sant Joan e Bot, lungo la vecchia strada che li collega da tempo immemore, la valle del fiume della Canaleta si allarga e le acque diafane che nascono sulla cordigliera, nelle viscere del massiccio di Port, riempiono stagni profondi, il cui letto di roccia è stato scolpito per secoli dalle lingue affilate di una corrente inesauribile. Il torrente, pieno di vita, sazia Les Olles, le cui acque mormorano placidamente riempiendo con calma uno stagno dopo l'altro..., fino a che tutti sono soddisfatti. Di nuovo, la natura ha fatto un altro miracolo che lascia a bocca aperta anche il visitatore più esigente, per quanta sete di natura egli abbia!

All'altezza dell'Ospedale Territoriale di Móra d'Ebre, sull'altro lato della strada, in una parete, a sinistra della strada asfaltata, la segnaletica che indica "Sant Jeroni" ti condurrà fino agli eremi di Santa Madrona e Sant Jeroni. Nei 7 chilometri che dura il viaggio, il paesaggio, che si illumina a misura che si inerpica verso la vetta della Picossa, dipinge di colori fruttati un paesaggio vasto e prolifico. Dagli eremi gloriosi, accompagnati dai profumi delle chiome gigantesche dei cipressi centenari, partono diversi sentieri: e benché ognuno di essi passi per luoghi distinti, hanno un elemento in comune: tutti arrivano in cima alla Picossa, la principessa montanara più amata tra le montagne di Móra d'Ebre, capitale della Ribera d'Ebre. La vetta culmina, da un lato, in una pietra miliare o masso geodetico, e dall'altro, nell'Estel, scolpito in ferro, che gli Amics de Sant Jeroni hanno

trasportato a spalla nel 1988 come atto di devozione per la Vergine Maria. Nel tempo, questo simbolo è stato identificato e associato alla Picossa, diventando così un simbolo montanaro. Dalle cime, in un giorno di luce generosa, da nord a sud, potrai intravedere un paradiso di distese di alberi da frutto, ammaestrato dalla saggia perizia dell'Ebro, riparato da altre sierre premurose e dignificato dai paesi che lo formano. La Picossa, montagna discreta (in altezza, non in bellezza!), che scivola al di là delle terre della Cubeta de Móra, in certa misura sconosciuta alle orme di uomini e donne dell'Ebro, ti invita a passeggiare per i suoi boschi intimisti; a respirare, dolcemente, al ritmo delle nebbie che la inzuppano; a scrutare grotte fantasiose e sime mitiche; a palpare, a fior di pelle, la squisitezza di paesaggi che portano la pennellata indelebile dell'Ebro.

Ascolterai il silenzio di boschi ancora vergini, perturbato solo dal canto delle cinciarelle e dei picchi; assaporerai i profumi sottili delle orchidee.

19


La Riserva Naturale di Sebes e Meandro de Flix Benché il meandro di Riba-roja d'Ebre non sia incluso in questo spazio, mi piacerebbe menzionarlo per la singolare bellezza che trasuda nel centro della valle. In basso seguendo la corrente, appaiono immediatamente, come due specchi magici, le isole fluviali dove gli olmi e i pioppi crescono vigorosi. Il bacino di Flix frena il fiume e lo fa ristagnare. E il margine sinistro si abbellisce con pennacchi dorati: hai davanti a te uno dei canneti più vasti della Catalogna. Qui, l'illustre foresta a galleria è quasi intatta e al di sopra di essa pullulano i falchi di palude e le cicogne, che ti faranno divertire con le loro abili evoluzioni aeree. A vista d'uccello, dal villaggio iberico, l'Ebro, largo e felice, naviga con calma eccessiva. Sebes si stende

Natura

20

giubilante sulle sponde e si osserva buona parte del paesaggio originario, nel quale gli ulivi centenari e le velme hanno imparato a convivere armoniosamente. E nel cuore dell'avvallamento di questa oasi per gli uccelli, rifugio di biodiversità, il Mas del Director, centro informazioni e di educazione ambientale, ti darà il benvenuto al Centro di Interpretazione del Camí de Sirga: ti ruberà l'anima! E ti mostrerà il resto dell'itinerario: lunghe passerelle di legno ti guideranno per il canneto affinché tu possa osservare gli uccelli dai belvedere; e ti porteranno anche fino agli angoli più nascosti della foresta a galleria, a volte in compagnia dei docili cavalli della Camargue. E, infine, l'area delle attrezzature di Mas de les Cigonyes, dove è stato installato un osservatorio per contemplare questi magnifici uccelli. Una volta oltrepassato il bacino, fuori dal ristagno, l'acqua che cola fino all'Ebro è così poca che sembra un fiumiciattolo. Cionostante, il meandro di Flix, che scorre come una lumaca pigra, lotta per conservare un'identità tutta sua, con un ecosistema ben più povero in acqua, ma con una vegetazione e fauna caratteristiche che lo rendono unico. Il castello, sentinella di bell'aspetto, vigila dall'alto del colle su questo paradiso che annovera due ambienti insigni, totalmente contrapposti per la mancanza l'uno e l'abbondanza l'altro, di acqua.

Le montagne di Tivissa Sulla strada verso Tivissa, a poca distanza da questa nobile cittadina, seguendo le tracce delle orme degli iberi, dalla terrazza e belvedere di Castellet de Banyoles, oltre a soddisfare il tuo incantesimo trovandoti presso le vestigia di questa civiltà perduta nel tempo, potrai volgere lo sguardo sulla valle dell'Ebro, la cui bellezza ti renderà noto che ti trovi in una terra di contrasti. E la forza nutritiva del fiume diventa evidente nel rigoglio della nobile foresta a galleria, nella moltitudine di colori che scoppiano pienamente nei terreni coltivati sulle sponde, l'autentico gioiello di questa terra. Se hai la cortesia di visitare la sierra di Tivissa, nella Ribera d'Ebre, una specie di serpente elegante che cavalca per la Serralada Prelitoral Catalana, ti assicuro che godrai di boschi invidiabili, percorrerai paesaggi che non avresti mai sospettato esistessero e passeggerai tra ambe e dirupi che ti regaleranno viste panoramiche che sono state dipinte dalle dita capricciose di una natura fino ad oggi sconosciuta. Benché dalla lontananza emani un'apparenza umile e fragile, questa sierra, protetta in buona misura dalla figura del PEIN delle Montagne di Tivissa-Vandellòs, protegge tesori paesaggistici insospettabili che aspettano, con dilettevole pazienza, che qualcuno li scopra.

E quella montagna di umile fisionomia, ora, già da vicino, si trasforma in ambe immense crepate da colli e dirupi, dove il bosco, rigoglioso e variegato, si stende fino ai piedi della valle, molto vicino alle case della cittadina; e le superbe pareti delle scarpate, con ripari aperti nella rocca, si alzano tortuosamente arrampicandosi fino alle nuvole. I pini, le querce, gli scarsi e ridotti boschi di rovere portoghese, gli agrifogli, isolati a casaccio; alcuni gruppi di aceri dispersi e tutta una moltitudine di arbusti e fiori che addolciscono il sottobosco, mettono in ghingheri i pendii che guardano verso la valle. I suoi sentieri invitano a intraprendere affascinanti camminate e tranquille passeggiate: il percorso della Llena, che in alcuni tratti sfoggia il lastricato originale, sul quale si transitava moltissimo in passato; la passeggiata per Borjos, uno degli spazi più illustri di Tivissa, che ti condurrà fino alle pianure più alte, situate sopra le cime delle ambe; l'Itinerario delle Pitture Rupestri, situate nella località di Font Vilella; e il Camí dels Arriers o del Peix, che passa attraverso zone ideali per fare scalate (Roca Verdura, il Morral e Sant Bali) e che è la via che utilizzavano le donne e gli uomini di L'Ametlla de Mar per salire a vendere il pesce. Queste sono solo alcune delle proposte che i sentieri

di questa sierra ti offrono. A piedi, in bicicletta o appesi alle pareti vertiginose di questa meravigliosa montagna, che si erge con orgogliosa dignità, godrai di boschetti lussuosamente vestiti, scruterai le altre belle sierre vicine (Cardó, Montsant, Pàndols, Cavalls...); intanto, il dolce mormorio che soffia tra le cime ti sussurrerà all'orecchio i toponimi che danno il nome alle leggende delle streghe: "C'era una volta la strega Missamaroi che aveva imprigionato Missamandell, una principessa giovane e vergine, in una grotta lugubre della rupe di Penya-roja...". Potrai anche fare trekking in luoghi nei quali il cuculo e il picchio verde, in primavera, ti diletteranno con canti amorosi, vedrai il corso dell'Ebro che scivola armoniosamente nel cuore della striscia di terra che allatta e da alcuna vetta appropriata, scorgerai persino il Mediterraneo.

21


Lo Tormo La sierra del Tormo, benché non giunga ad un'altezza considerevole, mostra, con una certa timidezza giovanile, incanti e privilegi che altre montagne più superbe non hanno. E la Torre dell'Espanyol, paese della Ribera d'Ebre, che si risveglia all'alba ai suoi piedi, beneficia del suo incanto. E prende la fisionomia di un paese tranquillo, di aspetto montanaro, che riceve anche gli influssi capricciosi dell'Ebro. Al principio, il percorso che porta fino al Tormo sale dolcemente tra piccoli campi di ulivi e mandorli, e a qualche terreno destinato alla coltivazione di foraggi.

22

Termina la strada e appare immediatamente il sentiero (sempre ben intitolato) che già serpeggia dal principio, in mezzo alla spessa vegetazione, nella quale

Altri spazi naturali delle Terres de l'Ebre Le Terres de l'Ebre sono un paradiso nel quale i miracoli paesaggistici sbocciano da ogni parte, anche in pieno crepuscolo. Tutto è possibile in questo santuario le cui bellezze nascono nel Mediterraneo, inzuppano il delta, navigano attraverso l'Ebro, percorrono città e paesi allegri, si addentrano per dirupi e pianure e si arrampicano fino alle ariose montagne, sfiorando quasi le nubi piovose. Con queste parole voglio lodare altri spazi naturali delle Terres de l'Ebre, le cui meravigliose virtù naturali non si sono potute includere in questa guida. Il riconoscimento illustre è per il dirupo di Les Santes Creus (El Perelló e l'Ametlla de Mar), i terreni non irrigati del Montsià (Godall, Mas de Barberans, Ulldecona e La Sénia), il Tossal d'Almatret e Riba-roja (Riba -roja, Vilalba dels Arcs, La Fatarella e la Pobla de Massaluca) e i dirupi di Lloret, Sant Antoni e la Galera (Roquetes, Tortosa, la Galera e Mas de Barberans). Che questi nomi rimangano ben impressi nella memoria dei tuoi piedi e nell'illusione del tuo spirito d'avventura.

l'abbondanza della lentaggine e del corbezzolo disegna autentici corridoi labirintici.

Natura

Più avanti, il paesaggio cambia e il bosco di pini d'Aleppo, fedele alla terra bassa mediterranea, appare di tanto in tanto. ella parte alta della cresta della montagna, il Tormo esibisce una gobba rocciosa maestosa che si alza, orgogliosa, al di sopra della valle dell'Ebro e delle terre dei territori vicini. E questo esploratore, col viso giovane e sereno, posa il suo sguardo sopra una terra feconda che le acque dell'Ebro concimano e insaporiscono fino a saziarla. E la natura gli concede il privilegio di essere l'unico guardiano della luce, della confusione e del sonno di tutti i paesi del territorio della Ribera d'Ebre che si sono insediati, nel corso della storia delle culture e civiltà, su entrambe le rive del nostro amato fiume: alcuni, sulla riva stessa, seguendo gli scatti rischiosi del corso, altri, un po' più internamente; altri ancora nella montagna, dove si sentono al sicuro dagli slanci del flumen Iberus (nome dell'Ebro nell'antichità). Il prezzo da pagare per visitare i luoghi della sierra del Tormo è bassissimo: al massimo, qualche scarsa goccia di sudore. La ricompensa: la migliore e più meravigliosa lezione di geografia sulla Ribera d'Ebre che nessuno ti abbia mai mostrato. Una lezione magistrale influenzata dalla poesia che trasuda dai boschi, dalle cordigliere e dalla saggia perizia dell'Ebro.

23


Informazioni e accoglienza visitatori Ecomuseu Centro Informazioni C. Doctor Martí Buera, 22 43580 DELTEBRE Tel. + 34 977 489 679 Fax + 34 977 481 597 pndeltaebre.dmah@gencat.cat www.gencat.cat/parcs Centro Informazioni della Casa de Fusta Partida de la Cuixota, s/n 43870 EL POBLE NOU DEL DELTA (AMPOSTA) Tel. + 34 977 261 022 Fax + 34 977 261 561 pndeltaebre.dmah@gencat.cat www.gencat.cat/parcs

Centro Informazioni del Parc Natural del Baix Ebre Av. Val de Zafán, s/n 43520 ROQUETES Tel. + 34 977 500 845 Fax + 34 977 580 873 centre.info_pnpbe.dmah@gencat.cat www.gencat.cat/parcs Centro Informazioni del Parc Natural di Montsià Pg. de la Clotada, 23-25 43560 LA SÉNIA Tel. + 34 977 576 156 Fax + 34 977 575 054 centre.info_pnpmo.dmah@gencat.cat www.gencat.cat/parcs Ecomuseu dels Ports C. Picasso, 18 43596 HORTA DE SANT JOAN Tel. + 34 977 435 686 Fax + 34 977 435 686 ecomuseu@elsports.org www.elsports.org

Riserva Naturale di Sebes e Meandro de Flix Centro Informazione e Interpretazione “Mas del Director” Camí de Sebes, s/n 43750 FLIX Tel. + 34 977 265 112 Fax + 34 977 265 112 freixe@gmail.com www.reservanaturalsebes.org

Centro di Interpretazione della Sierra di Godall C. Joan Tomàs, 7 43516 GODALL Tel. +34 977 738 324 turismegodall@gmail.com www.godall.cat

Punto Informazioni El Molí de l'Oli di Arnes C. Aragó, 2 43597 ARNES Tel. + 34 977 435 728 elmoli.arnes@gmail.com

Centro di interpretazione della Sierra di Montsià Pla de Corany, 15-17 43558 FREGINALS Tel. +34 977 702 954 info@museumontsia.org www.museumontsia.org

Raccomandazioni per visitare uno spazio naturale protetto Prima di visitare gli spazi naturali, è consigliabile visitare i centri informazione in cui potrai ricevere informazioni su come sfruttare al massimo la tua visita dello spazio, preservandone allo stesso tempo l'integrità. Ricorda che il trekking è il modo migliore per scoprire il patrimonio degli spazi naturali. Segui i percorsi e i sentieri segnalati. Rispetta le proprietà private. Non calpestare i campi coltivati, rispettandone le coltivazioni. Rispetta la flora, la fauna e i loro habitat. Apprezzane le bellezze limitandoti ad osservarle. Porta con te i rifiuti e gettali negli appositi contenitori. Non sporcare il paesaggio. Il campeggio è permesso solo nei camping presenti e nelle aree predisposte. Non accendere fuochi. Una piccola disattenzione può distruggere la natura che ha impiegato centinaia di anni a crearsi. Evita rumori inutili che possono turbare la tranquillità dell'ambiente naturale e della fauna selvaggia. Ricorda di rispettare le indicazioni delle guardie forestali e del personale dei parchi e delle località naturali.


Editore: Patronat de Turisme de la Diputació de Tarragona Testi: Vicent Pellicer Ollés Fotografia: Vicent Pellicer Ollés Progettazione grafica: optim.gr Stampa: Serra Indústria Gràfica SL Deposito legale: T-1306-2010


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.