Caffe Gambrinus

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Coordinate: 40°50′12.2″N 14°14′54.4″E

Caffè Gambrinus Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento aziende è stata messa in dubbio. Motivo: taglio da comunicazione aziendale Il Gran Caffè Gambrinusè un locale storico di Napoli ubicato in via Chiaia.

Gran Caffè Gambrinus

Il suo nome deriva dal mitologico re delle Fiandre Joannus Primus, considerato patrono della birra. Il Gran Caffè Gambrinus rientra fra i primi dieci Caffè d'Italia e fa parte dell'Associazione Locali Storici d'Italia.

Indice Storia e descrizione Personaggi illustri e ospiti famosi Il Cafè Chantant

Stato

Italia

Fondazione 1860 a Napoli

Il caffè sospeso Film girati al Gambrinus Curiosità Note

Sede via Chiaia 1-2, Napoli principale Prodotti caffetteria, pasticceria, gelateria

Bibliografia Voci correlate Altri progetti Collegamenti esterni

Storia e descrizione Arredato in stile Liberty, conserva al suo interno stucchi, statue e quadri della fine dell'Ottocento realizzate da artisti napoletani. Tra queste vi sono anche opere di Gabriele D'Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti.

Il puffo e il pianoforte all'interno del salone Michele Sergio

Fondato nel 1860, dall'imprenditore Vincenzo Apuzzo, riscosse immediatamente un enorme successo e riscontro da parte della popolazione di ogni ceto, richiamata dall'opera di pasticceri, gelatai, e baristi, di cui si avvalse il suo fondatore; ciò, nello stesso tempo, gli procurò il riconoscimento per decreto di "Fornitore della Real Casa". Dopo Apuzzo la gestione passò a Mario Vacca che negli anni 1889-1890, affidata la decorazione degli interni all'architetto Antonio Curri, per affrescare il locale chiamò i artisti impressionisti napoletani: Luca Postiglione, Pietro Scoppetta, Vincenzo Foto storica del 1920


Volpe, Edoardo Matania, Attilio Pratella, Giuseppe Alberto Cocco, Giuseppe Casciaro, Giuseppe Chiarolanza, Gaetano Esposito, Vincenzo Migliaro, Vincenzo Irolli e Vincenzo Caprile. Negli anni della Belle Époque, personalità locali frequentavano le sale del bar per assistere al Cafè Chantant (o detto ancheCafé-concert). Durante il periodo fascista il Gambrinus fu chiuso dal prefetto Giovanni Battista Marziali perché considerato luogo di ritrovo di antifascisti, anche se la ragione ufficiale presa a pretesto per la chiusura fu che la moglie del prefetto non poteva dormire a causa del frastuono proveniente dal caffè, sito al pianterreno dello storico Palazzo della Prefettura, sede della prefettura.[1] L'ingresso al bar

Gli ambienti che fino a quel momento erano stati del Gambrinus furono destinati ad ospitare una banca, fino a quando, negli anni del dopoguerra, l'imprenditore napoletano Michele Sergio riuscì a riaprire

l'esercizio,

rioccupando

parte delle sale, quelle che si affacciavano su via Chiaia. La gestione venne portata avanti dai suoi figli Arturo e Antonio, i quali, dopo una controversia con il Banco L'ex presidente della Repubblica Ciampi assiste ad un'esibizione pianistica presso il Caffè Gambrinus

di Napoli, riuscirono a recuperare i locali occupati dalla banca (ovvero le sale che affacciano su piazza Trieste e Trento e su piazza del Plebiscito).

Personaggi illustri e ospiti famosi Dalla Belle Époque in poi fu frequentato da personaggi storici: Gabriele D'Annunzio (il quale, secondo alcune fonti, avrebbe scritto ai tavolini del caffè la poesia 'A Vucchella,[2] musicata poi da Tosti, su scommessa con il poeta e amico Ferdinando Russo),[3] Benedetto Croce, Matilde Serao, Eduardo Scarpetta, Totò e i De Filippo,

Sala tonda

Ernest Hemingway, Oscar Wilde, Jean Paul Sartre, fra gli altri. Anche l'Imperatrice d'Austria Sissi, Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach nel suo viaggio a Napoli nel 1890[4] si fermò al Gambrinus. Sostanzialmente riportato al suo antico splendore, è uno dei luoghi più frequentati di Napoli, sia dagli intellettuali dai turisti. Negli ultimi anni è stato visitato dai presidenti della Repubblica; di questi sono passati Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella.[5] Anche i presidenti del consiglio Romano Prodi e Silvio Berlusconi,[6] la cancelliera tedesca Angela Merkel[7] si sono fermati.

Il palazzo della Prefettura ed il Gambrinus

Il Cafè Chantant Sull'onda francese anche a Napoli verso la fine dell'Ottocento arrivò il Cafè Chantant o detto anche Caffè Concerto. Insieme al Salone Margherita, il Gambrinus fu uno dei ritrovi più frequentati dalla nobiltà napoletana.


Con il passare del tempo, nella versione napoletana del Cafè Chantant si andò a delineare e a definire la figura della "sciantosa", personaggio principale del concerto (il termine deriva da una storpiatura in lingua napoletana della parola francese chanteuse che letteralmente significa "cantante").

Il caffè sospeso Al Gran Caffè Gambrinus è nata, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento la pratica del caffè sospeso che consiste nel lasciare un caffè pagato per le persone povere che non possono acquistarlo e concedersi il piacere di un caffè. Tale tradizione si è rinnovata in tempi di crisi proprio nel luogo in cui è nata. All'ingresso del Bar ancora oggi è posizionata una caffettiera gigante in cui si possono lasciare gli scontrini "sospesi" (lasciati appunto dai clienti) in favore di chiunque ne avesse bisogno. L'eco di questa pratica è giunta sino in America dove sono nate iniziative simili a quella napoletana.[8]

Film girati al Gambrinus

Un particolare del salone Michele Sergio

Le sale del Gran Caffè Gambrinus sono state teatro di alcuni film come: Carosello Napoletano (1954), regia di Ettore Giannini, con la partecipazione di Sophia Loren; La volpe a tre zampe (2002), regia di Sandro Dionisio; la mini-serie Donne sbagliate (2007), regia di Monica Vullo, con la partecipazione di Manuela Arcuri; L'imbroglio nel lenzuolo(2009), regia di Alfonso Arau, con la partecipazione di Geraldine Chaplin, Anne Parillaud, Maria Grazia Cucinotta e Natalie Caldonazzo. la serie televisiva I bastardi di Pizzofalcone(tratta dalla serie di romanzi diMaurizio De Giovanni) diretta da Carlo Carlei, con la partecipazione diAlessandro Gassman e Carolina Crescentini.

Curiosità È tradizione oramai che ogni1º gennaio il Presidente della Repubblica Italiana, che in quei giorni dimora aNapoli, si rechi dal suo soggiorno divilla Rosebery al Gran Caffè Gambrinus per fare la prima colazione dell'anno. Il Gambrinus compare nel fumettoDampyr (Sergio Bonelli Editore) nel numero 160 intitolatoLa Monaca. Il Gambrinus è il luogo dove ilcommissario Ricciardi, protagonista dei romanzi dello scrittoreMaurizio De Giovanni, usualmente fa colazione.[9] [10] Il Gran Caffè Gambrinus poté fregiarsi dell'ambito riconoscimento di "Fornitore della Real Casa".

Note 1. ^ All'evento sarebbe collegata anche la chiusura del settimanaleOmnibus, secondo una delle versioni accreditate. 2. ^ Da Il Mattino del 26 marzo 2006, articolo di Pietro Gargano. 3. ^ Secondo altre fonti, D'Annunzio avrebbe scritto la poesia nella redazione de Il Mattino. 4. ^ Articolo da Il Mattino del giornalista Luigi Necco. 5. ^ http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/01/03/news/mattarella_al_gambrinus_per_caf fe_e_sfogliatella-155350865/. 6. ^ Da Il Mattino del 18 marzo 2006. 7. ^ Dal Roma del 20 aprile 2014. 8. ^ The New York Times del 24 dicembre 2014. 9. ^ Dal romanzo di Maurizio De Giovanni,Il senso del dolore, La biblioteca di Repubblica - L'Espresso (2012). 10. ^ Vincenzo Vinciguerra, L'età del Gambrinus, p. 22, ISBN Vincenzo VinciguerraISBN non valido (aiuto).

Bibliografia F. Mangone, Il Gambrinus a Napoli, Paparo Edizione (2008)


F. Passananti, "I Caffè Storici di Napoli", Newton & Compton editori (1995) A. Pagano, "L'oro di Napoli, Eccellenze aziendali all'ombra del V esuvio", Rogiosi Editore (2012) E. Capecelatro, "L'Arte del Caffè", Rogiosi editore (2014) P. Di Feo e F. Licari, "Tra le mura di un Caffè", Fortuna Editore (2005) E. Scalera, "I Caffè Napoletani", Arturo Berisio Editore (1967) G. Perna, "Una sosta al vecchio Gambrinus"Estratto da "Napoli Rivista municipale edita a cura del Comune di Napoli - Anno 80 N. 9-10 (1955) F. De Filippis, "Ottocento napoletano Il Gambrinus e la sua epoca",II Ed. a cura del Banco di Napoli (1954) P. Sommaiolo, "Il Cafè Chantant", Tempo Lungo Edizioni, (1998) A. Toma, "Caffè a Toledo", Compagnia dei Trovatori Edizioni, (1992)

Voci correlate Cucina napoletana Via Chiaia Caffè

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Collegamenti esterni Sito ufficiale, su grancaffegambrinus.com. Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Caf fè_Gambrinus&oldid=96880090" Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 9 mag 2018 alle 19:50. Il testo è disponibile secondo lalicenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo ; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.


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