The Fridge #3 Ita

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the fridge foundation

A TUTTO G.A.S. Qualità e risparmio negli acquisti freschi

TALENT GARDEN Dove si coltivano i talenti…

EINSTAIN REFRIGERATOR Il frigo a emissioni zero

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N.3


A volte i piani per la cena cambiano con una telefonata. Cogli tutte le opportunità, sapendo che il nuovo frigocongelatore Electrolux Rex FreshPlus conserverà i tuoi cibi freschi fino a 7 giorni più a lungo*, utilizzando la stessa tecnologia che trovi nei frigoriferi professionali. Questa è solo una delle caratteristiche dei nuovi frigocongelatori Electrolux Rex, ispirate da più di 90 anni di esperienza come partner di riferimento dei migliori ristoranti d’Europa. Abbiamo unito la nostra competenza professionale ad un design d’eccezione per creare una gamma di elettrodomestici che ti consente di vivere al massimo ogni momento, ogni giorno.

* Confrontato con frigoriferi combinati Full No Frost. Test condotto dall’istituto indipendente SGS Institut Fresenius GmbH, Germania

La nuova collezione Electrolux Rex.

2 electrolux-rex.it


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Manifesto La nostra missione è promuovere una vera “cultura del frigorifero” attraverso una visione su scala globale di infinte realtà locali

Crediamo che nella nostra società il cibo rappresenti una cultura: il campo ideale ove diverse civiltà possano conoscersi e scambiarsi esperienze. Le persone relazionandosi con il cibo sperimentano sensazioni e comportamenti che nascono da uno stato di bisogno e necessità, dal desiderio di far proprio un bene: dall’acquisto alla sua collocazione in un luogo, fino al consumo dello stesso. La nostra missione è promuovere una vera “cultura del frigorifero” attraverso una visione su scala globale di infinte realtà locali. Attraverso la visione dell’immagine fotografica del frigorifero non solo possiamo acquisire maggiore consapevolezza sull’utilizzo e la conservazione del cibo, ma diventiamo partecipi delle abitudini alimentari, dello stile di vita, dei regimi alimentari individuali qualunque essi siano. Alessandro B. - Fondatore TheFridgeFoundation.org The Fridge, in questo numero, presenta idee, consigli e suggerimenti in un percorso tra risparmio e decrescita felice dove gli stili di vita promuovono sobrietà, sostenibilità ecologica e sociale e la relazione tra le persone, la cooperazione e l’altruismo a scapito dell’individualismo. La prima tappa è con l’Adiconsum, l’Associazione Difesa Consumatori ed Ambiente, che ricorda che risparmiare energia in casa è possibile, adottando tutta una serie di comportamenti quotidiani, che possono incidere in maniera significativa sia sul consumo di energia sia sulle spese in bolletta. Seguono i Gruppi di Acquisto Solidale aiutano il bilancio familiare e propongono un rapporto diverso, eticamente corretto tra produttore e consumatore. Condivisone è risparmio, ma anche creatività come si sperimenta quotidianamente nei Talent Garden, uffici low-cost che stanno spuntando come funghi anche in Italia. Anche l’ostello si evolve diventando un’alternativa economica senza perdere in comodità e con grande attenzione alla biocompatibilità e all’impatto ambientale. Un’esperienza di vita differente è quella raccontata da Damiano Mazzarella, imprenditore romano che è emigrato dalla calda Roma al freddo della Svezia dove fa la spesa in market che sembrano musei. E poi il freddo che diventa arte, salva la vita nel trasporto organi e diventa una bella fiaba per bambini come nel libro “La marcia dei frigoriferi verso il Polo Nord”. The Fridge Foundation magazine, anche in questo percorso, non dimentica le tematiche ambientali ribadite da Giuseppe Onufrio, Direttore di Greenpeace Italia, e dai frigoriferi ad emissioni zero.

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“UN RAGGIO DI SOLE NEL MIO FRIGO.” Veronica Ferraro, Fashion Blogger, Milano

Prenditi cura di ciò che ami. Dalle sfilate di moda ad un evento mondano a New York, Veronica è nota per il suo look. Il suo blog illustra tutte le ultime tendenze di stile: ogni giorno è una nuova occasione, naturalmente anche un nuovo outfit. Ma come riesce ad avere sempre un aspetto così luminoso e fresco? Forse è grazie alle vitamine perfettamente conservate nello scomparto frutta e verdura del suo frigorifero Panasonic NR-B32FX2. Lo scomparto Vitamin Safe è infatti dotato di luci a LED blu e verdi, che simulano la luce naturale del sole, per una conservazione ottimale e più duratura degli alimenti. Anche questo è il segreto del sorriso e della forma smagliante di Veronica! Scopri tutto su Veronica sul sito panasonic.it/veronica-frigoriferi


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Colophon The Fridge Foundation via E. Filiberto 7/A 20149 Milano T + 39 02 396 115 26 +39 02 396 115 66 press@thefridgefoundation.org

Direttore responsabile Andrea Canevese

caporedattore Alessandra Fraschini

redazione Antonella Armigero Valeria Lodesani

Art Direction & Grafica

SPOSTALO E LA BOLLETTA DIVENTA LEGGERA

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QUALITà E RISPARMIO, A TUTTO G.A.S.

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TAG, DOVE SI COLTIVANO I TALENTI

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IN OSTELLO COME IN HOTEL

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MARKET SVEDESI COME MUSEI

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FRIGIDO. IL FREDDO DIVENTA ARTE

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IL CUORE CALDO DEL FRIGO

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IL FRIGO A EMISSIONI ZERO

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IL FREDDO CHE SALVA LA VITA

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IL FRIGORIFERO SECONDO GREENPEACE

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GENTE DA FRIGO

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Studiovix

collaboratori Alessandro Boccolini Sara Carraresi

Editore Contemporanea srl via E. Filiberto 7/A 20149 Milano è vietata la riproduzione, anche parziale, di testi e foto.


Pietro Giordano Presidente di Adiconsum, l’associazione Difesa Consumatori ed Ambiente

A+++ A++ A+ A B C D 6


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Spostalo e la bolletta diventa leggera… Risparmiare energia in casa è possibile, adottando tutta una serie di comportamenti quotidiani, che possono incidere in maniera significativa sia sul consumo di energia sia sulle spese in bolletta. Parola di Adiconsum. di Valeria Lodesani

I consumi degli elettrodomestici pesano per circa l’80% sulla bolletta dell’energia elettrica di casa. Per risparmiare energia è importante, come prima cosa, imparare a riconoscere l’etichetta energetica degli elettrodomestici, rinnovata ed estesa, alla fine del 2011, a tutti i prodotti che sono connessi all’utilizzo di energia. La nuova etichetta energetica europea, ideata per orientare al meglio il consumatore nella comparazione e nella scelta di prodotti che consentano di consumare meno (e quindi di risparmiare di più), contempla 3 nuove classi nella scala energetica, che identificano i prodotti a più basso consumo (A+, A++ e A+++), e nuovi pittogrammi (icone esplicative), per dare maggiori informazioni al consumatore sulle caratteristiche e sulla performance dei prodotti. Nel momento in cui si acquista un frigorifero o un congelatore, è bene controllare, oltre l’etichetta energetica, anche la presenza del marchio di qualità IMQ o altro marchio riconosciuto a livello europeo, che certifichi la conformità dell’apparecchio con le norme in materia di sicurezza. Un altro marchio importante è l’ECOLABEL, marchio europeo (un fiore con stelle come petali e la “E” di Europa al centro) che indica un prodotto “compatibile con l’ambiente” e, normalmente, anche a minor consumo energetico.

Ecco alcuni semplici, ma importanti accorgimenti per risparmiare energia e mantenere in buono stato il frigorifero e il congelatore. Posizionare il frigorifero, nel punto più fresco della cucina (lontano dai fornelli, dal termosifone e dalla finestra), lasciare uno spazio di almeno 10 cm tra il retro dell’apparecchio e la parete, e assicurarsi che ci sia spazio anche sopra e sotto, per garantire una buona ventilazione. Inoltre regolare il termostato del frigorifero su una posizione intermedia (tra minimo e medio); le temperature troppo fredde aumentano infatti i consumi del 1015%, e sono inutili ai fini della conservazione del cibo. Non riempire eccessivamente il frigorifero, e cercare di lasciare spazio tra i cibi e le pareti interne, per consentire la circolazione interna dell’aria. Far attenzione ad aprire e chiudere velocemente e in maniera corretta lo sportello del frigorifero e del congelatore: gli sprechi nei consumi di energia derivano per la maggior parte dalla dispersione del calore. Fondamentale anche la manutenzione, per prolungare la vita del frigorifero e del congelatore e per il risparmio energetico: controllare che le guarnizioni di gomma siano in buono stato (e, nel caso, sostituirle), pulire il condensatore (dopo aver staccato l’elettricità) e sbrinare gli apparecchi quando lo strato di ghiaccio supera i 5mm di spessore.

Quante volte vi sarà capitato di aprire il frigo e di non trovare nulla dentro, oppure quel poco che trovate non vi ispira o non stimola la vostra creatività culinaria? Cos’ho in frigo è l’app che potrebbe togliervi dai guai e che riesce a semplificarvi la vita. Ideale per i single, è semplice ed intuitiva, si limita a suggerire le ricette giuste in base a quello che realmente è presente nel vostro frigo. Grafica essenziale, semplice ed intuitiva, vi permette di pubblicare su Facebook le vostre ricette e di fotografare il risultato dei vostri sforzi tra i fornelli per condividerli con i vostri amici. 7


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Qualità e risparmio, A TUTTO G.A.S. Semplici, diretti, universali, i Gruppi d’Acquisto Solidale propongono un rapporto diverso tra produttore e consumatore, con al “centro” persone e territorio. di Valeria Lodesani

I G.A.S., acronimo di Gruppi di Acquisto da partendo dai piccoli produttori locali, Solidale, intendono dare un nuovo sifondamentale che siano il più vicino gnificato ai processi produttivi, orgapossibile, per avere la possibilità di Risparmio, nizzandoli grazie a rapporti stabili conoscerli direttamente e magari ma non solo! e diretti tra chi vende e chi comincontrarli. Un rapporto diretto pra, creando un cambiamento tra consumatore e produttore, Il principio alla base profondo del nostro stile di vita, ma che deve essere un “guadadei G.A.S. non è solo il verso un consumo più critico, gno” per entrambi, non solo per prezzo: è una solidarietà che etico e basato su un’economia il consumatore, ma anche per si concretizza “anche” nel diversa, lontano dal supermarchi vende, un rapporto che si costo inferiore ket e dai soliti canali distributivi, fonda sul comune interesse. dallo strapotere delle multinazioGrazie ai G.A.S. la merce non è delle merci nali e mettendo al centro le persosolo un prodotto, ma diventa uno ne, le relazioni, il territorio. In questrumento di relazione tra soggetti, sta nuova logica si cerca di trasformare purché ovviamente i “gruppi” conserviin risorse gli elementi che altri giudicano no le caratteristiche di essere piccoli, locali e come dis-economie: il bio con i suoi costi, il recupero solidali. Ogni G.A.S. parla a nome proprio o della retidi soggetti svantaggiati, il rifiuto della massificazione na, cioè il coordinamento su base territoriale di alcuni dell’offerta e la tutela delle biodiversità e, non ultimo, G.A.S. a cui appartiene. Non ci sono regole e statuti, un prezzo trasparente che garantisca risparmio a chi né tanto meno un numero minimo di partecipanti, o compra e dignità a chi vende. una zona geografica da rispettare, nessuno presidente, segretario o rappresentante; ciascuno si organizza in Chi sono i G.A.S.? maniera autonoma e “vive” a modo suo. I vari gruppi I Gruppi di Acquisto Solidale sono formati da un’insie- (quelli registrati sono circa 750, ma si stima che siano me di persone che decidono di acquistare all’ingrosso i almeno il doppio) sono collegati tra loro da una “rete” prodotti più diversi; naturalmente fin dalla loro nasci- per diffondere e scambiarsi informazioni. Ogni G.A.S. ta, i più diffusi sono stati quelli di uso comune, come ha propri criteri per selezionare i fornitori, scegliere i alimenti biologici, frutta, verdura, ma anche pane, de- modi di consegna, stabilire con il produttore un preztersivi, fino all’acquisto di energia, telefonia, viaggi e zo equo. Non esiste un codice universale anche se si wellness. sono andate negli anni individuando delle linee guida Risparmio, ma non solo, il principio alla base dei sintetizzate in piccolo, locale e solidale e nelle 3P G.A.S. non è solo il prezzo: è una solidarietà che si di Prodotto, Processo, Progetto. Il biologico è uno concretizza “anche” nel costo inferiore delle merci. dei criteri con cui si sceglie cosa acquistare, ma non Pensare che sia solo una questione di risparmio è ri- l’unico: ci sono tra gli altri il sostegno alle cooperatiduttivo, i G.A.S. minano le fondamenta dell’economia ve sociali, la quantità di imballaggio impiegata, la vistessa, sono critici, efficaci, per certi versi “rivoluziona- cinanza territoriale, la stagionalità, le dimensioni del ri”. Basta raccogliere gli ordini e soddisfare la doman- produttore. 9


TAG In italiano, il suo nome suona come “giardino dei talenti”. E in effetti nessuna definizione è più azzeccata per descrivere Talent Garden

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TAG, Dove si coltivano talenti… Una proposta di ufficio low-cost, ma non solo. Condividere spazi, idee e professionalità stimola la creatività, questo è il segreto dei Talent Garden. di Alessandra Fraschini

In un giardino le varie piante germogliano e crescono tutte insieme creando un ambiente meraviglioso, dove tutti gli elementi collaborano e competono allo stesso tempo, e si contaminano l’un l’altro facendo, di un giardino ben riuscito, un vero e proprio ecosistema. Questa è la filosofia che ha dato origine al fenomeno TAG, acronimo di Talent Garden, l’ufficio low-cost dove lavorare in coworking. Il coworking nasce in America e in Nord Europa come stile lavorativo caratterizzato da condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un’attività indipendente. A differenza del tipico ambiente d’ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa impresa. Alcuni luoghi di coworking sono stati sviluppati da imprenditori di Internet, nomadi, alla ricerca di un’alternativa al lavorare nei bar e nei caffè, o all’isolamento in un ufficio proprio o per cercare una soluzione al problema della solitudine, che tanti freelance sperimentavano lavorando in casa, e al tempo stesso per sfuggire alle distrazioni dell’ambiente domestico. Il Talent Garden è un ufficio low-cost dove poter affittare una scrivania, una sala riunioni o una postazione di lavoro per brevi o lunghi periodi, in sintonia ai nuovi ritmi professionali sempre più rapidi e flessibili. Ma è anche un ecosistema che accoglie e “aiuta” menti creative a confrontarsi in modo libero e produttivo su tematiche legate al mondo web e della comunicazione così da facilitare lo scambio di progetti e idee; sfidarsi e collaborare, confron-

tarsi e contaminarsi in modo “naturale”, e, quasi naturalmente, dando consistenza ed humus imprenditoriale ad un ambiente nel quale, dai boccioli di nuove idee, potranno fiorire e crescere nuove piantine, nuove aziende che avranno il terreno migliore per poter crescere, svilupparsi e diventare grandi. Il TAG diventa luogo di raduno sociale di un gruppo di persone che pur lavorando in modo indipendente, condividono dei valori comuni e godono di sinergie che si creano a contatto con persone di talento. I prezzi? Modici, circa 250 euro al mese più Iva. Dove sono i TAG? Diversi TAG hanno aperto recentemente a Brescia e Dalmine. Ma forse il più riuscito si trova a Milano, nell’ampio spazio di via Merano appena fuori dal centro città, con tremila mq aperti 24 ore su 24 e distribuiti su tre livelli, e arredi che ricreano uno scenario naturale, tra tavoli in cartone e colonne ricoperte di muschio. Qui si trovano i ragazzi di BadSeed, concentrati sul progetto di un nuovo videogame per smartphone, la squadra di Tannico.it, un sito di e-commerce che seleziona e vende le migliori bottiglie di vino, i creatori di Wanderio.com, un portale che permette di pianificare viaggi dalla porta di casa fino alla destinazione finale, prenotando tutti i biglietti con un solo click. E poi molti freelance: programmatori, web designer, ma anche giovani fotografi come Alice Caputo, finalista al Sony World Photography Awards 2013. Un concentrato di talento! 11


L’evoluzione dell’ostello Stanze più piccole, dotate di servizi, per famiglie e per ospiti con disabilità. Attenzione alla biocompatibilità e minimo impatto ambientale


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In ostello come in hotel Hostelling International - e quindi l’AIG in Italia - rappresenta la reale alternativa low-cost per chi vuole conoscere realmente il mondo. Ne parliamo con Lucia Chessa, direttrice dell’Ostello di Milano. di Alessandra Fraschini

In Italia gli ostelli AIG, Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù, sono attualmente oltre un centinaio e rappresentano la catena ricettiva più vasta del nostro paese. Gli ostelli italiani di Hostelling International hanno seguito l’evolversi del movimento a livello mondiale, adattandosi alle crescenti richieste del Turismo Sociale e Giovanile. Da qui la creazione di nuove modalità di accoglienza: stanze più piccole e sempre dotate di servizi, per famiglie e per ospiti con disabilità, attenzione alla biocompatibilità e minimo impatto ambientale. Inoltre gli ostelli italiani dell’AIG possono contare su un valore aggiunto: sono realizzati – nel 65% dei casi – in edifici di pregio storico o architettonico riconvertiti alla nuova destinazione. Altra caratteristica è la promozione di attività collaterali alla accoglienza, prevalentemente culturali. Come viene gestito l’ostello di Milano? L’Ostello per la Gioventù è una particolare struttura ricettiva nata per i giovani ma attualmente aperta a tutte le classi di età e si distingue per: l’assoluta economicità e la presenza di molti spazi comuni per favorire la socializzazione, elemento fondamentale per una corretta educazione dei giovani. L’ostello di Milano ha 350 posti e segue tutte le norme in materia di igiene. Per esempio, il frigorifero, se non gestito correttamente, può costituire uno dei principali veicoli possibili di contaminazione; abbiamo quindi deciso di non mettere a disposizione dei nostri ospiti il frigorifero in condivisione, in questa struttura così grande, mentre lo offriamo nell’ostello di Bergamo della capienza di 85 posti. Oggi, quali sono i suoi ospiti tipo? Esistono tre grandi tipologie: giovani, famiglie e gruppi. I giovani sono dai 18 ai 25/27 anni e sono i classici

viaggiatori zaino in spalla o visitano Milano per studio e cultura; le famiglie, soprattutto nei mesi estivi, sono straniere, con figli piccoli e viaggiano per turismo; i gruppi sono invece istituti scolastici (superiori o universitari) soprattutto stranieri, oppure gruppi sportivi, cori, associazioni culturali fondati su interessi comuni. Quali sono i periodi di maggior affluenza? L’affluenza è determinata dagli eventi e dalle manifestazioni fieristiche, prime fra tutti il Salone del Mobile, evento principale dell’anno. Seguono la Borsa del Turismo e il Macef. Ci sono anche le partite di calcio di coppa o la Formula Uno. Senza dimenticare i grandi concerti, nel periodo estivo soprattutto. Quanti frigoriferi sono presenti? è “luogo” di aggregazione? A Milano, abbiamo il frigorifero della cucina per la conservazione degli alimenti del breakfast e un frigo in reception per i dipendenti, occasionalmente viene messo a disposizione per conservare i medicinali degli ospiti di passaggio. Abbiamo anche altri frigoriferi, allocati in un locale chiuso a chiave, che mettiamo a disposizione per giovani che si fermano, per stage o studio, e hanno necessità diverse. Nell’ostello di Bergamo, invece, classificato come Migliore d’Europa per posizione e per qualità degli arredi e servizi, disponiamo di una “zona frigoriferi” dove gli ospiti possono conservare i propri alimenti in contenitori ermetici classici con etichetta con nome e data. Questo facilita l’operato di chi gestisce le pulizie. A mio giudizio, il frigorifero è un fantastico “luogo” di aggregazione, ma anche di attrazione in un ostello, se fosse un oggetto di design, anche bello da guardare. 13


Damiano Mazzarella Da Roma alla Svezia, senza guardarsi indietro. Damiano vive in una cittĂ moderna e cool, con giovani chef straordinari che si stanno affermando

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Market svedesi come musei Damiano Mazzarella, imprenditore romano è emigrato al freddo, a Malmö in Svezia. Ama fare la spesa perché i supermarket svedesi sembrano musei. Il suo frigo è pieno di cibi sani e alimenti freschi per garantire una dieta corretta ai suoi tre bimbi. di Antonella Armigero

Da Roma alla Svezia, cosa ti ha spinto verso questo forte cambio di vita? Da quando sono partito, me lo chiedono tutti - “Cosa ti ha spinto?”. D’altronde se è una spinta d’istinto, tanto ragionata non può essere. Diciamo che mi sono convinto della scelta di “emigrare” su nei Paesi freddi, dove la gente è fredda e tutto pare sia davvero freddo. Invece no, lo conferma anche la nota rivista Monocle, mia guru tra i magazines, che sostiene che gli scandinavi (ed in particolare i Danesi) siano il popolo più felice al mondo! Ci credo, vivendo davanti a Copenhagen e avendo casa a Malmö, ho trovato una città estremamente viva, cool e moderna, una piccola melting pot. La gente poi, giovanissima, sembra rispettare quel senso civico che manca in molte parti in Italia. Donne bellissime che sgambettano in bici e ragazzi che non ne trovi uno vestito uguale. Evviva quindi, per ora, il nuovo Vikingo supermodel e marameo a mandolino e tramonti. L’Italia? Si, un gran bel posto, ma per venirci in vacanza! Come sono cambiate le tue abitudini? Da quando ho smesso di fumare e

bere, di abitudini me ne sono rimaste davvero poche. Sono per ora un schiavetto, succube dei miei piccoli splendidi figli. E avendone tre, la fatica è tanta. E il tuo rapporto con il cibo? Il rapporto con il cibo, deve ancora nascere; non ci siamo ancora presentati, forse nascerà un rapporto… A parte gli scherzi, il problema è che vengo da una famiglia un po’ particolare, dove il cibo non era certo il protagonista di casa. Mio padre mi consigliava spesso di rimanere “leggero”, per evitare figuracce con le ragazze che frequentavo, mentre mia madre, da buona americana furba, non ha mai voluto competere con l’alta cucina italiana. La mia tata, che mi ha accompagnato amandomi come un figlio sino ai vent’anni, non era certo una talentuosa ai fornelli. Sono sopravvissuto mangiando qua e là. Forse è stata la mia fortuna. Quali sono le consuetudini alimentari in Svezia? Mi viene da ridere, perché a questa domanda mi sento totalmente italiano e urlerei a squarciagola la nostra imbattibilità culinaria verso il resto del mondo. Da noi, si mangia bene, perché gli ingredienti sono semplici. In Svezia, invece, esiste un piat-

tone con le tre portate assieme, primo secondo ed, ogni tanto, ci sbuca pure l’ananas di mezzo. Mangiabile, ma ad occhi chiusi. Scherzo. A casa mia si mangia sano e bene. Altrimenti mia moglie si irrita. Come descriveresti gli svedesi in cucina? E nelle dinamiche conviviali e sociali? Gli svedesi sono dei bravi cuochi e una nuova generazione di chef sta nascendo da queste parti. Se fate un salto a Stoccolma, rimarrete a bocca aperta. Personalmente ho provato l’incredibile esperienza del Noma, per tre anni consecutivi il miglior ristorante al mondo. Da rimanerci a bocca aperta. Cosa conservi nel tuo frigo a Malmö? Amo fare la spesa, è la mia ora d’aria, e poi nei supermarket svedesi sembra di stare in un museo. Tutti ordinati, biondi, puliti. E poi si incontrano delle donne bellissime, le famose “bionde svedesi”, e ti viene voglia di comprare tutto. Ho il frigo spesso pieno, ma con poche conserve. Io conservo poco. Hai qualche nostalgia? Nostalgia canaglia... Sinceramente la nostalgia non mi appartiene, non ho tempo per guardarmi indietro. 15


Alla scoperta dei ghiacci A Lousto in Lapponia, a pochi passi dal villaggio di Babbo Natale, per non perdere l’occasione di godere dell’Aurora Boreale è stato istituito un servizio sms, per aspettare l’evento comodamente dall’Aurora Chalet

Alice Pedroletti Il freddo non è più qualcosa da cui doversi o potersi proteggere, ma qualcosa da affrontare. Frigido è il distacco, la cesura con il passato

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FRIGIDO. Il freddo diventa arte Nell’evento organizzato da Frigodiffusione dei Frigoriferi Milanesi, Alice Pedroletti, giovane artista milanese, ha scelto il freddo (frigidum) come idea di rottura con la forma esistente. di Valeria Lodesani

Alice Pedroletti è una giovane artista e fotografa la cui ricerca si concentra sui molteplici aspetti dell’essere e della visione. I suoi lavori indagano la relazione tra uomo e ambiente, la memoria personale e collettiva dei luoghi, il tempo e lo spazio, lo studio etimologico e semantico delle parole che accompagnano il fare; l’archiviazione come disciplina individuale e come pratica artistica. Frigido. Vita di un archivio (2012) riguarda la nascita e la vita dell’archivio di Alice e si presenta come il racconto di un processo creativo. Attingendo dal suo schedario fotografico, l’artista seleziona negativi di esperienze concluse, vecchi lavori, ricordi sbiaditi da cui sente che è arrivato il momento di separarsi. Immerge i negativi scelti nell’azoto liquido sottoponendoli a temperature bassissime e a un’irreversibile alterazione chimica che li rende simili a cristalli. Una volta estratti dall’azoto, procede alla loro distruzione. I negativi si frammentano, senza un reale controllo, in pezzi di diverse misure e cambiano sia aspetto, sia significato: hanno perso la loro funzione di matrici, e con essa l’immagine di cui erano portatori, assumendo un’accentuata matericità, un’altra forma e una nuova valenza come opere. Il passo successivo è la metodica archiviazione dei frammenti secondo un ordine di grandezza, gesto che segna la nascita di un nuovo archivio. Quella ai Frigoriferi Milanesi è la prima presentazione di un progetto che si evolve nel tempo, seguendo il percorso ideativo e conoscitivo dell’artista. Oltre a una serie di frammenti colorati incorniciati in telai e ad alcune proiezioni astratte, la mostra comprende appunti, studi, strumenti e un video che svelano l’inedito procedimento del suo lavoro. “Ho scelto il freddo (frigidum) come idea di immobilità definitiva, di rottura con la forma esistente. Il freddo non è più qualcosa da cui doversi o potersi proteggere, ma qualcosa da affrontare. Frigido è il pensiero, il ricordo, è l’attimo in cui il dolore di un’emozione ci fa crescere. Frigido è il distacco, la cesura con il passato” - Alice Pedroletti.

Alice Pedroletti Alice Pedroletti è nata e cresciuta a Milano, dove tuttora vive e lavora. Negli ultimi anni ha partecipato a numerose collettive soprattutto con installazioni e progetti fotografici, ma anche con video e performance, tra cui alcuni nati durante residenze d’artista, come il recente Senza Titolo (AKM0 art residency, Gozzano, 2012), con cui Alice, partendo dal suo archivio di famiglia e dal suo vissuto personale, ha cercato di ricostruire la memoria del Lago d’Orta e dell’azienda tessile Bemberg (oggi in disuso), dove sua nonna ha lavorato per più di trent’anni. L’ultima esperienza fatta è in Florida, dove ha presentato un lavoro sulla “follia” di Henry Flager, il petroliere americano che, all’inizio del secolo scorso, fece costruire la strada che da Miami porta a Key West e con essa l’“Old Seven Mile Bridge”. Questo colossale ponte, all’epoca considerato l’ottava meraviglia del mondo.

Frigoriferi Milanesi I Frigoriferi Milanesi sono un luogo di incontro e di scambio dedicato all’arte e alla cultura. Fra le varie iniziative, Frigodiffusione è una rassegna di spettacoli, presentazioni e dibattiti aperta a tutti che prevede sperimentazioni espressive su diversi temi. Una nuova frequenza culturale su cui è già possibile sintonizzarsi. 17


Free-zeer! Nel libro gli elettrodomestici responsabili dell’effetto serra si ribellano all’uomo e alle sue cattive abitudini; finalmente liberi si affidano alle nuove generazioni per intraprendere un viaggio simbolico e avventuroso per la salvezza di un ecosistema in precario equilibrio. Leggi qualche informazioni sull’autore su www.francosacchetti.it

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Il cuore caldo del frigo Svegliarsi e scoprire che il frigo è scomparso; partito per una missione ambientalista per salvare i ghiacci dallo scioglimento. È quello che racconta Franco Sacchetti nel libro “La marcia dei frigoriferi verso il Polo Nord”, una fiaba ambientalista da leggere a tutte le età. di Antonella Armigero

Cosa ti ha spinto a scrivere questa favola ecologista? Da molti anni perseguo la causa ambientalista come attivista del WWF e vignettista per l’Ecologist, occupandomi di educazione ambientale con laboratori didattici per i bambini. Il libro è la sintesi delle mie esperienze e i miei viaggi; il pretesto per raccontare una storia che parli di ecologia in maniera inedita e alla portata di tutti. A chi si rivolge questo libro? Alla mia generazione nata nel cemento delle città, figlia della televisione, della pubblicità e ha dimenticato il legame tra l’uomo e la terra. Per fortuna qualcosa sta cambiando, è il momento di essere più consapevoli e insegnare ai nostri figli a riprendersi il futuro, lottando per un pianeta migliore. Perché proprio il frigorifero protagonista di questa rivoluzione che parte dalle nostre case? Il frigo come la televisione è specchio della nostra società, la differenza è che di uno possiamo fare a meno dell’altro no. È l’elettrodomestico che contiene il nostro nutrimento e se è vero che siamo ciò che mangiamo, dobbiamo prestare più attenzione al suo contenuto e all’utilizzo. Cosa sarebbe la nostra vita senza frigorifero, è possibile

farne a meno? Per scrivere il libro ho passato un periodo senza frigo, è stato difficile ma non impossibile. Non dobbiamo eliminare la tecnologia ma farne un uso più consapevole. Ad esempio il frigo ci aiuta a conservare meglio e più a lungo gli alimenti riducendo gli sprechi e può migliorare la qualità della vita dei paesi più caldi del mondo. Che rapporto hai con il tuo frigo? La nostra relazione è migliorata da quando ho scelto l’energia solare, ora quell’elettrodomestico sempre acceso mi fa meno paura. Ho sempre visto il frigo come un oggetto suggestivo e pieno di significato, è l’unico elettrodomestico che ha guadagnato la posizione eretta nella nostra casa, ha l’altezza di una persona ed è quasi antropomorfo, come scrivo nel libro, ha un cuore caldo che si contrappone a quello freddo dell’uomo che sta lasciando che la Terra perisca. Cosa c’è dentro il tuo frigorifero? Quale alimento non sarà mai presente? C’è il latte di soia o di riso, verdure che ho la fortuna di raccogliere nei boschi vicino a Vasto e gli avanzi dei pasti, perché è importante non sprecare il cibo. Non ci saranno mai frutta fuori stagione e la carne perché sono vegetariano e prodotti

derivati dallo sfruttamento dei lavoratori. Nel libro si racconta la storia di una famiglia, ogni componente intraprende un viaggio di crescita e consapevolezza. Quale ruolo hanno i genitori? Valdo, il bambino protagonista della storia decide di seguire i frigoriferi in marcia verso il Polo Nord con lo scopo di preservarli intatti: una pagina bianca su cui scrivere il futuro. Suo padre pur rimanendo a casa inizia un cambiamento radicale delle sue abitudini partendo dai piccoli gesti quotidiani come rinunciare alla macchina e suo malgrado al frigorifero. I genitori devono appoggiare i bambini in questa rivoluzione che parte proprio dalle nostre case e dalla famiglia. Secondo te ci sono bambini come Valdo che sentono già di poter cambiare il mondo? Durante i miei laboratori didattici incontro bambini curiosi e reattivi, sono molto attenti e imparano facilmente, con il loro entusiasmo sono in grado di contagiare gli adulti trasmettendo i valori giusti. Qual è il primo passo per cambiare il nostro stile di vita? Leggere le etichette, capire la provenienza degli alimenti e i metodi di produzione, cambiare il nostro rapporto con il cibo guardando con più rispetto la Terra e chi la coltiva. 19


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Il frigo a emissioni ZERO I nostri frigoriferi sono sempre più efficienti e a risparmio energetico, ma i gas refrigeranti contenuti al loro interno sono potenzialmente inquinanti. Un’idea che viene dal passato potrebbe regalarci un frigo davvero green. di Antonella Armigero

Un frigo ecologico, che funzioni senza energia elettrica e privo di gas nocivi? Sembra un’innovazione dei nostri tempi ma in realtà ci avevano già pensato Einstein e il suo studente Leó Szilárd nel 1926. L’idea era vincente e consisteva nel gestire un frigorifero senza elettricità, ma utilizzando ammoniaca, butano e acqua. Il principio del frigorifero inventato da Einstein si basa sul fatto che l’acqua bolle ad una temperatura molto più bassa ad alta quota dove la pressione dell’aria è inferiore a quella che si può trovare sul livello del mare dove la pressione è più elevata. Il progetto si componeva concretamente di un evaporatore ed un pallone che contiene butano. Se si introduce vapore sopra al butano, la sua temperatura di ebollizione scende e, quando smette di bollire, sottrae energia dall’ambiente circostante e per questo si raffredda.

Ma a quel tempo i frigoriferi funzionavamo grazie a un gas altamente tossico, e l’usura del meccanismo interno

causava frequentemente la rottura delle guarnizioni causando la fuga di sostanze pericolose per la salute. Per ovviare a questo problema, il teorico della relatività aveva inventato un frigo privo di motore, basato sul principio di assorbimento, che non comportasse l’utilizzo di

sostanze nocive e inquinanti. Purtroppo a causa della diffusione del freon, il gas utilizzato negli attuali sistemi di refrigerazione, questo prototipo non ebbe mai uno sviluppo commerciale. A recuperare il brevetto e a riportare alla luce quello che è stato ribattezzato Einstein Refrigerator, è Malcolm McCulloch un’ingegnere elettronico di Oxford. L’equipe inglese ha avviato un progetto di 3 anni per la produzione di un frigo alimentato da fonti rinnovabili come pannelli fotovoltaici di piccole dimensioni, funzionante grazie a gas liquidi più ecologici. “Grazie a questa poca energia elettrica immessa saremo in grado di rendere il sistema veramente efficiente e privandolo da una manutenzione troppo costosa. Ciò potrebbe avere così applicazioni reali nelle zone rurali”. Intanto la Camfridge, una start up dell’università inglese, sta sviluppando un fri21


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gorifero che utilizza campi magnetici per raffreddare. Il suo amministratore delegato, Wilson Neil spiega che “Il nostro frigorifero opera, da un punto di vista concettuale, in un modo simile al frigorifero inventato da Einstein ma invece di utilizzare un gas usa un campo magnetico ed una speciale lega metallica.

Quando il campo magnetico è prossimo alla lega metallica si comporta come la compressione del gas e quando il campo magnetico si rilassa è come l’espansione del gas”. La refrigerazione magnetica si basa sull’effetto magnetocalorico ottenuto grazie a delle leghe molto costose e di difficile reperibilità come il lantanio e il

silicio germanio. Grazie all’assenza di motore Camfridge sarà molto capiente e silenzioso. Gli scienziati stanno sviluppando leghe meno costose per produrre su larga scala questo innovativo frigo ecologico. Come spiega Neil “L’importanza di un’elevata efficienza energetica nell’industria è oggi fondamentale”.

Freeijis L’unione di tecnologia e design sono le caratteristiche vincenti di Freeijis, il frigo senza elettricità progettato da Caterina Falleni, una giovane designer diplomata all’ISIA di Firenze, vincitrice del prestigioso Axelera Singularity Contest che le ha permesso di studiare presso il centro della Nasa nella Silicon Valley. Freeijis è un sistema refrigerante per frutta e verdura a uso domestico; il suo funzionamento è tanto semplice quanto innovativo, si basa sull’evaporazione dell’acqua, lo stesso pro-

cesso usato dal corpo umano per regolare la temperatura corporea. Caterina sta lavorando a una nuova versione del primo prototipo, costituito da un contenitore in terra cotta contenente uno in alluminio, l’acqua posta all’interno dell’intercapedine consente l’evaporazione e l’auto refrigerazione del nucleo interno. Il dispositivo non ha solo una valenza ecologica ma anche sociale perché responsabilizza il consumatore e si basa sul concetto di energia naturale, pulita e accessibile a tutti.

Free-zeer! Il termine Freeijis è nato dall’unione della parola free “libero” - e friji che in lingua swahili significa “fresco” e “puro”, insieme alla lettera S che indica l’entropia il principio alla base del funzionamento di questo frigorifero

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Trasporti rapidi e sicuri Innova Bollanti è specializzata nell’allestimento di auto mediche per il trasporto di organi, dotate di alloggiamenti per i frigoriferi portatili e sistemi per comunicazioni d’emergenza per monitorare lo spostamento

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Il freddo che salva la vita Il dottor Antonio Secchi, coordinatore del reparto di chirurgia dei trapianti del San Raffaele ha spiegato a The Fridge Foundation come avvengono il trasporto e la conservazione degli organi, dove freddo e tempo sono fattori essenziali per salvare la vita. di Antonella Armigero

Come avviene il trasporto di organi in Italia? Esistono dei frigoriferi speciali? Gli organi idonei al trapianto sono trasportati in contenitori isotermici e frigoriferi portatili, riconoscibili grazie ad adesivi identificativi. Non usiamo frigo termostatati, si stanno studiando prototipi di apparecchiature dotate di strumenti portatili per la perfusione degli organi. Quali sono le procedure di conservazione? A che temperatura avviene? L’organo viene messo in un doppio sacchetto sterile, in modo da creare una barriera isolante con l’esterno, e posto in ghiaccio fondente a una temperatura di 4 gradi centigradi. Questo metodo è detto ischemia fredda, gli organi e i tessuti non ricevono l’apporto di sangue e ossigeno, la temperatura permette di azzerare i processi metabolici e il deterioramento. Quali sono i tempi d’ischemia fredda? Il tempo varia da organo a organo. Il cuore è il più delicato e deve essere trapiantato entro 2 al massimo 4 ore dall’espianto. Il rene può avere tempistiche più lunghe, anche 24 ore, ma è consigliabile agire entro 12-16 ore. Con quali mezzi avviene il trasporto? Gli spostamenti avvengono tramite auto mediche attrezzate, nei casi urgenti vengono usati gli elicotteri. Come avviene il coordinamento tra i vari reparti? Un evento di trapianto può interessare anche 60

persone con competenze trasversali, le comunicazioni devono essere tempestive e chiare, perché in quei momenti la rapidità e la lucidità sono vitali. La nostra organizzazione è una macchina ben rodata, frutto di 30 anni di lavoro, esistono protocolli e piani d’azione costantemente aggiornati. L’assegnazione degli organi e le procedure seguono una regolamentazione precisa? Il Dottor Nanni Costa, direttore del Centro Nazionali Trapianti, ha creato un sistema in grado di agire nella massima trasparenza possibile, il campo dei trapianti è l’unico esempio in medicina in cui ogni dato viene pubblicato online ed è a disposizione di tutti i cittadini. L’assegnazione avviene tramite lista d’attesa nazionale per evitare favoritismi e coordinare in maniera chiara ogni azione grazie a organi di controllo rigorosi. Quanti trapianti vengono effettuati nella sua struttura? Al San Raffaele circa 60 trapianti l’anno. Settemila sono le persone in lista d’attesa in Italia a fronte di 1600 trapianti effettuati in un anno. Purtroppo il numero di donatori è in standby, ancora troppe persone muoiono in attesa di un organo. è bene fugare ogni dubbio al cittadino, la legge italiana è molto garantista, in caso venga decretata la morte cerebrale, il paziente non è più in vita, nulla dovrebbe bloccare un atto d’amore e di generosità come la donazione.

Tutti possiamo diventare donatori, basta esprimere il proprio consenso iscrivendosi all’Aido, Associazione Italiana Donatori Organi, oppure con una dichiarazione volontaria. Questo gesto oltre ad essere un atto di amore e generosità è un dovere sociale che può ridare speranza e vita quando la vita finisce. Visitate il sito www.aido.it 25


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Il frigoRIFERO secondo Greenpeace Giuseppe Onufrio, Direttore di Greenpeace Italia, ci illustra il progetto di un frigorifero pensato negli anni ’90 per creare un’alternativa non solo all’utilizzo dei gas “buca-ozono”, i CFC (clorofluorocarburi, banditi dal Protocollo di Montreal), ma anche degli HFC (idrofluorocarburi) che sono forti gas a effetto serra. di Alessandra Fraschini

In cosa consiste il progetto GreenFreeze? L’obiettivo era quello di trovare alternative a basso impatto in modo da evitare che i Paesi emergenti sviluppassero i loro mercati usando sostanze dannose e il primo settore era quello dei frigoriferi a uso domestico. Grazie al successo del GreenFreeze inizialmente in Germania, si riuscì a esportare il progetto in Cina già nella seconda metà degli anni ’90. Non è dunque un nuovo progetto, ma una storia già di un relativo successo che però è sconosciuta alla maggior parte delle persone. Quale gas refrigerante utilizza? I refrigeranti utilizzati – nei diversi settori merceologici dai frigoriferi a uso domestico ai sistemi di refrigerazione commerciale e industriale, dai condizionatori fissi a quelli mobili – sono naturali: miscele di idrocarburi, ammoniaca, acqua, CO2 e aria, sostanze che non bucano l’ozono e che hanno un impatto minimo (nullo per aria, acqua e ammoniaca) sull’effetto serra. Esiste una iniziativa internazionale promossa da Greenpeace – Refrigerants Naturally – che coinvolge molte imprese e aziende di rilevo con l’obiettivo di diffondere l’uso dei refrigeranti naturali con impegni volontari e scadenze precise. Perchè è così innovativo e amico dell’ambiente? Perché le sostanze che tende a sostituire, gli HFC essendo i CFC già banditi, sono potenti gas a effetto serra e senza una loro rapida eliminazione le emissioni globali di gas a effetto serra potrebbero crescere in modo significativo. Recentemente è stato valutato che senza

eliminare questi gas, al 2050 il loro peso sulle emissioni di gas a effetto serra sarebbe del 27%. Ha dei limiti rispetto ad un frigo tradizionale? Nessun limite, semmai la spinta all’innovazione ha portato a miglioramenti nell’efficienza. Ultimo caso quello sviluppato per la sua “catena del freddo” da Coca-Cola in collaborazione con Greenpeace e presentato in occasione delle Olimpiadi di Pechino: non solo sono stati eliminati gli HFC, ma l’efficienza è stata migliorata del 30%. Certo costa di più inizialmente, come succede ogni volta che si cambia uno standard industriale migliorando la tecnologia. Quali sviluppi commerciali sono possibili? Ha già avuto fondamentali sviluppi commerciali nel settore della refrigerazione domestica, esistono già nel mondo circa 650 milioni di frigoriferi GreenFreeze. Oggi il 90% dei frigoriferi prodotti in Europa e il 75% di quelli prodotti in Cina sono basati su questo standard: se oggi acquistiamo un frigo-congelatore nuovo troveremo con tutta probabilità un GreenFreeze, mentre negli anni ’90 quando entrarono in produzione era necessario ordinare il modello specifico. Il mercato USA si è aperto da relativamente poco tempo e con delle limitazioni per le quali sono disponibili solo modelli di fascia alta (forse perché i produttori principali di HFC sono statunitensi?). Rimane invece molto da fare nel settore del condizionamento delle automobili per le quali non esistono ancora prodotti basati sul GreenFreeze, ma solo possibilità di conversione e adattamento. 27


Andrea 33 anni, web designer Sposato da un anno, fa la spesa una volta alla settimana sapendo esattamente cosa mangerĂ tutti i giorni. Conclude tutte le sue cene con un bel bicchiere di mirto ghiacciato anche se nel suo frigo non mancano mai frutta e verdura di stagione

Kamila

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42 anni, fashion product manager Polacca d’origine, ma naturalizzata italiana dal quasi 30 anni, ama proporre ai suoi figli e al suo compagno un’alternanza di piatti italiani e polacchi. Nel suo frigo ci sono sempre parmigiano reggiano e strolghino due prodotti tipici del piacentino, dove si rifugia durante i weekend


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Gente da frigo è proprio vero che aprendo la porta del frigorifero sia possibile scoprire molto sulle abitudini, i vizi e le virtù del proprietario: non solo il cibo vero e proprio, ma anche la disposizione degli alimenti e la loro quantità e qualità raccontano i piccoli e grandi retroscena nella vita di ognuno di noi. Insomma, dimmi che frigo hai e ti dirò chi sei!

Davide 32 anni, veterinario

Fanatico della palestra, dopo un impegnativo allenamento alterna carboidrati a proteine. Attento anche all’alimentazione di OMBRA, la sua gatta di 6 mesi alla quale concede qualche volta un po’ di prosciutto 29


Paola 36 anni, mamma Napoletana verace utilizza solo prodotti bio o di cui comunque conosce esattamente la provenienza. Inutile dire che cenare da lei è una gioia per il palato‌.segue alla lettera le indicazioni delle ricette di sua nonna.

Tommaso e Caterina

35 anni lui, 33 anni lei sposati da 5 anni L’ordine e i cibi freschi sono arrivati nel frigo di Tommaso solo dopo il matrimonio, prima il caos e i surgelati regnavano sovrani. 30


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sei anche tu gente da frigo?

Mandaci la tua foto e il tuo profilo a press@thefridgefoundation.org e verrai pubblicato nel prossimo numero

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