SPECIAL JAPAN 2022

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• AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI AREZZO N. 4/13RS del 23.07.2013 • ANNO IX - TRIMESTRE GIUGNO 2022 •

the progress time • Tabloid di economia e cultura internazionale •

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EDITORIALE

Collezione privata ARO’, Frutti di mare, olio su tela 60 x 50 cm

Di Barbara Ganetti In questa pubblicazione estiva analizzeremo i rapporti di storica amicizia e rispetto reciproco tra due paesi, quali il Giappone e l’Italia. Terza economia mondiale dopo gli Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese, il Giappone rappresenta da sempre per l’Italia un mercato importante per dimensioni e opportunità, considerando la sua posizione strategica, ma soprattutto il potenziale del mercato interno. Il paese nipponico detiene un ruolo chiave nel contesto asiatico e internazionale, anche per la sua stabilità finanziaria che, grazie all’impegno degli ultimi esecutivi a favore di una maggiore apertura commerciale e di consolidamento del sistema del commercio multilaterale. Il tessuto industriale è caratterizzato da grandi gruppi manifatturieri e nelle industrie pesanti. La pandemia ha sicuramente interrotto molti interscami culturali, turistici e scientifici tra i due paesi, ma oggi sembra che la situazione sia in netto miglioramento. Si segnalano ai lettori intervento di S.E. Oe Hiroshi, Ambasciatore del Giappone in Italia, al quale rivolgiamo un ringraziamento particolare per la sua gentile concessione e, intervento del Dr. Yu MIYAKE Direttore Generale JETRO di Milano, ente governativo giapponese presente in tutto il mondo, nello specifico la sede italiana di Milano svolge attività di promozione degli scambi economico commerciali tra il Giappone e l’Italia. Inoltre si segnalano due interessanti interventi legati ai protocolli d’intesa scientifica tra Italia e Giappone, rilasciati rispettivamente dalla Prof.ssa Stefania Bandini, Ordinario di Informatica presso l’Università di Milano-Bicocca e Fellow presso The University of Tokyo (Research Center for Advanced Science and Technology - RCAST) e, dal Dr. Marco Montanari docente presso l’Università Sapienza di Roma nonché assegnista di ricerca nel dipartimento di studi orientali, con i quali abbiamo analizzato le cooperazioni attualmente attive con le Università nipponiche.

THE PROGRESS TIME keeps distinguish itself, with its multicultural information devoted to the global economy, using eminent and reliable sources, it enhances the readers an increased knowledge of the treated countries, overcoming the stereotypes often imposed by miscommunication, and today, in some frequent cases, the complete lack of information from Italian companies that address their services and products to international markets.

CONTATTI

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What THE PROGRESS TIME offers is a visibility of highest international ranks, via an on-line tool directed to insiders of the economic and cultural segment, and It is supported by special quarterly contents and publishings that are realized with the cooperation of the international diplomatic world, global Chambers of Commerce, multinational enterprises, research and cultural institutes, aiming to encourage the development of new interconnections, as

well as a larger geo-environmental, cultural and economic knowledge of the treated Countries in terms of placement and impact on the market in Italy, Europe and Worldwide. The reference target of Tabloid : Global Chambers of Commerce, Banks, Financial Companies, Multinationals, SMEs, Joint Ventures, Airlines Companies, Tour Operators, Law and Consulting Firms, Doctors,

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ECONOMIA

GIAPPONE E ITALIA: due partners storici, che intendono intensificare la loro amich

In questa pubblicazione abbiamo avuto il piacere di aver intervistato S.E. Oe Hiroshi, Ambasciatore del Giappone in Ital tunità di cooperazione con il Giappone. Di Ivan De Stefano

S.E. Oe Hiroshi, Ambasciatore del Giappone in Italia

S.E. ringraziandola per la sua disponibilità, Le pongo la prima domanda: il Primo Ministro del Giappone, Kishida Fumio, il 3 e 4 maggio scorsi è venuto in visita in Italia, tenendo un incontro al vertice e delle dichiarazioni congiunte alla stampa con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi. Qual è stata la valenza della visita e quali i risultati conseguiti? La comunità internazionale si trova attualmente di fronte ad un grande bivio nella sua storia. In un momento cruciale per porre fine all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e difendere strenuamente un ordine basato sulla pace, il Primo Ministro Kishida ha visitato l’Italia, Paese del G7 che condivide la stessa linea del Giappone. I colloqui con il Presidente Draghi hanno permesso di ribadire assieme la volontà di continuare ad imporre, di concerto con il G7, severe sanzioni nei confronti della Russia, e di proseguire nell’ulteriore sostegno all’Ucraina sotto molteplici aspetti, e si tradurranno in un prossimo rafforzamento della cooperazione tra i Paesi del G7. Inoltre, l’invasione da parte della Russia non costituisce un problema solo per l’Europa, ma per l’ordine dell’intera comunità internazionale, compreso l’Indo-Pacifico. Il Primo Ministro Kishida e il Presidente Draghi si sono detti concordi nella consapevolezza che la sicurezza dell’Europa sia inscindibile da quella della regione dell’Indo-Pacifico, e che non si possa assolutamente tollerare, in qualsiasi parte del mondo, un cambiamento dello status quo ottenuto con la forza, convenendo inoltre sull’opportunità di portare avanti una collaborazione volta alla realizzazione di un “Indo-Pacifico libero e aperto”. I due leader, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina, hanno poi concordato di continuare a cooperare in vista della sicurezza energetica e alimentare a livello globale. Entrambi hanno espresso forte preoccupazione, non solo per i tentativi unilaterali di sovvertire lo status quo con la forza nel Mar Cinese Orientale e nel Mar Cinese Meridionale, ma anche per un consolidamento della forza militare condotto in maniera repentina e non trasparente e per l’intensificarsi delle attività militari nella regione, ribadendo altresì la comune volontà di fronteggiare con fermezza

tali tentativi unilaterali e intimidazioni economiche. In aggiunta, l’intensificarsi delle attività nucleari e missilistiche da parte della Corea del Nord, - ne è un esempio il lancio di un missile balistico nel Mar del Giappone effettuato proprio nelle prime ore del mattino del 4 maggio scorso, giorno stesso dell’incontro-, costituisce una palese e grave sfida alla comunità internazionale, e desta profonda preoccupazione. I due leader hanno dunque riaffermato la volontà di continuare a cooperare per far fronte alla Corea del Nord, con riferimento sia alla questione nucleare-missilistica, sia a quella dei rapimenti di cittadini giapponesi. Pur nel quadro di relazioni bilaterali tra Giappone e Italia che, già eccellenti, investono una vasta gamma di settori, il proficuo dibattito tenutosi durante l’incontro le ha ampliate ulteriormente, rendendo la collaborazione ancor più profonda. Il Primo Ministro Kishida, infatti, oltre ad aver accolto con favore le evoluzioni della cooperazione tra Giappone e Italia nell’ambito della sicurezza, ha illustrato il concetto di “nuovo capitalismo”, lanciato come “iniziativa politica” in grado di imprimere una direzione rivoluzionaria all’economia e alla società nel suo complesso, incassando il pieno consenso dal Presidente Draghi. Inoltre, i due leader hanno riaffermato la volontà di continuare una collaborazione tra governi in grado di incentivare la sinergia tra imprese giapponesi e italiane che portino il loro contributo in ambiti quali la transizione verso le energie rinnovabili e l’avanzamento della connettività. I due capi di governo si sono poi detti soddisfatti dell’Accordo tra Giappone e Italia in materia di vacanza-lavoro, firmato a precedere l’incontro al vertice. Io stesso, quale firmatario dell’Accordo, nutro forti aspettative in merito alla possibilità che esso rafforzi ulteriormente l’interscambio di persone tra i due Paesi. Sono determinato ad adoperarmi in prima persona ancor più alacremente affinché, sulla base di quanto discusso e ribadito nel corso dell’incontro al vertice, sia le relazioni bilaterali tra i due Paesi, sia la collaborazione regionale e in seno alla comunità internazionale possano divenire ancor

a sx il Primo Ministro del Giappone, Kishida Fumio incontra il Presidente del Con Dichiarazioni congiunte alla stampa ©Gabinetto del Gi

più profonde. Attualmente il Giappone, terza economia mondiale, e l’Italia vantano rapporti amichevoli di reciproco scambio commerciale e culturale che puntano ad intensificarsi; quali nuove opportunità si prospettano per l’Italia con l’avvio dell’accordo di Partenariato UE - Giappone entrato in vigore il 1 febbraio 2019? L’accordo di partenariato economico (EPA) appena citato mostra al mondo intero la salda volontà politica del Giappone e dell’Unione Europea di farsi portabandiera del libero commercio, promuovendolo con vigore. Nel contempo, data la creazione di una vastissima area economica che conta 600 milioni di abitanti e rappresenta circa il 30% del Pil mondiale, l’intensificazione del commercio e degli investimenti tramite la vicendevole apertura dei mercati, la creazione di posti di lavoro, e il rafforzamento della competitività delle aziende, costituisce anche un grande contributo alla reciproca crescita economica. Nel concreto, con l’EPA è stata abolita la pressoché totalità dei dazi doganali tra Giappone e UE, con evidenti effetti sotto il profilo commerciale: se si paragonano, ad esempio, le esportazioni di vino e formaggio dall’Italia verso il Giappone nell’anno precedente e successivo all’entrata in

vigore dell’accordo, notiamo infatti un aumento rispettivamente del 15% e del 10%. A partire dal 2020, a causa della pandemia da Covid-19, le attività economiche si sono trovate, inevitabilmente, a subire delle limitazioni. Tuttavia, visto anche il progressivo attenuarsi delle misure alla frontiera per l’ingresso in Giappone, di qui in avanti, oltre all’espandersi dello scambio commerciale tra i due Paesi, possiamo attenderci l’aprirsi di nuove opportunità di business, compresi investimenti e interscambio di professionisti. L’export italiano in Giappone risulta molto intenso in settori consolidati quali, abbigliamento made in Italy, design ed enogastronomia; in quali nuovi settori specifici le imprese italiane potrebbero registrare nuovi flussi? Il Giappone, come l’Italia, è caratterizzato da una società ad alto tasso di invecchiamento. Ritengo che, forse, proprio nell’approccio mirato ad una risoluzione di simili problematiche sociali condivise dai due Paesi, possano risiedere numerose opportunità di business. Tra i temi sollevati da una siffatta società si possono citare la sanità, l’assistenza, la mobilità (intesa come garanzia di servizi di trasporto nel territorio). In Giappone, attraverso

l’introduzione nell’industria e nella società civile di tecnologie d’avanguardia, quali l’Internet delle cose (IdC), la robotica, l’intelligenza artificiale (IA), o i megadati, si persegue il duplice obiettivo, da una parte, della risoluzione di tali problematiche sociali, e dall’altra, dello sviluppo economico. Inoltre, considerato che la lotta al cambiamento climatico costituisce, non solo per il Giappone, una questione impellente, puntando al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, l’idrogeno viene ad esempio considerato un settore fondamentale e indispensabile. Ho appreso che l’Italia, destinando, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), circa 50 miliardi di euro alla digitalizzazione e all’innovazione, e circa 70 miliardi alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, mira a rafforzare questi settori. Credo che in tali ambiti le imprese italiane possano mettere a frutto i propri punti di forza, avviando sinergie con quelle giapponesi. Il suo splendido paese vanta un patrimonio geo-ambientale ricco di storia millenaria; ad oggi quali strategie sta mettendo in campo il suo Governo per promuovere e valorizzare il patrimonio culturale e turistico del Giappone?


ECONOMY

hevole cooperazione su molti fronti.

lia che, ci aiuterà a capire meglio le nuove oppor-

dalle credenze, può farsi pellegrino, godere della calorosa accoglienza dei residenti locali, e seguire le orme di Kōbō Daishi - che sia per un rito o per una pratica ascetica, alla ricerca di salvezza o consolazione -, è un “viaggio spirituale” in cui ci si confronta con sé stessi, una cultura del pellegrinaggio senza eguali in tutto il mondo. Invito tutti gli italiani, se ne avranno l’opportunità, a visitare lo Shikoku, e a percorrere questo itinerario di pellegrinaggio. Al di là di Tokyo, Kyoto o Osaka, scoprirete un nuovo fascino del Giappone. English translation page 2/3

Prime Minister of Japan, Kishida Fumio, visited Italy last May 3 and 4, holding a summit meeting and joint press statements with Prime Minister Mario Draghi. What was the significance of the visit and what were the results achieved?

nsiglio dei Ministri, Mario Draghi. iappone

Il Giappone, dalla prima iscrizione nella lista Unesco dei “Monumenti buddisti nell’area del tempio Horyuji”, risalente al 1993, fino a quella più recente, avvenuta nel 2021, dei siti preistorici di Jomon nel Giappone settentrionale (Hokkaido), conta ben 25 beni iscritti al Patrimonio Mondiale. In aggiunta, il governo giapponese ha riconosciuto quale “patrimonio giapponese” “narrazioni” che illustrassero la cultura e la tradizione del nostro Paese attraverso attrazioni storiche e peculiarità delle varie località, sostenendo iniziative che valorizzassero il variegato complesso dei beni culturali tangibili e immateriali indispensabili a dare forma a tale narrazione. Nel concreto, per rendere ancor più attrattivi e promuovere per il grande pubblico i beni riconosciuti quale “patrimonio giapponese”, sono state incentivate operazioni che li rendessero punte di diamante del turismo, tramite, ad esempio, la dotazione di parcheggi, bagni pubblici e di tutti i servizi che ne migliorassero l’accessibilità, o l’abbattimento delle barriere architettoniche, così come è stata agevolata una comunicazione, sia a livello nazionale che internazionale, che rendesse fruibili le informazioni attraverso l’utilizzo di portali web dedicati e simili. Sono state così promosse iniziati-

ve che valorizzassero, proponendoli come “pacchetto” di risorse turistiche, beni culturali sparsi nel territorio per i quali ci si era fino ad allora focalizzati sulla mera “conservazione”. Prendiamo un esempio concreto: “Shikoku Henro- percorso spirituale circolare con la sua peculiare cultura del pellegrinaggio”. Lo Shikoku Henro, che ripercorre gli 88 luoghi sacri, cari al monaco buddista Kukai, vissuto tra l’VIII e il XIX secolo, e noto con il nome postumo di Kōbō Daishi, è uno dei grandi percorsi di pellegrinaggio circolari rappresentativi del Giappone, che copre l’intero territorio dello Shikoku (attraverso le quattro prefetture di Tokushima, Kagawa, Ehime e Kōchi) estendendosi per 1.400 km. Il pellegrinaggio di questi luoghi sacri è stato tramandato nel corso di oltre 1.200 anni, e continua ad essere praticato anche ai giorni nostri. Scoscese montagne e lunghe scalinate in pietra, dolci distese di campi e placide coste, promontori alle estremità della regione: i paesaggi che incrocia il “pellegrino” rappresentano l’autentica essenza poetica degli itinerari dello Shikoku. A differenza dei pellegrinaggi sacri che troviamo, ad esempio, nel cristianesimo o nell’islamismo, che prevedono una destinazione finale a cui arrivare e da cui far ritorno, il pellegrinaggio circolare dello Shikoku, in cui chiunque, indipendentemente

The international community is currently at a major historical crossroads. At this critical juncture, in view of the ending of Russia’s aggression against Ukraine and the defense of a peacebased order, Prime Minister Kishida visited Italy, a G7 liked-minded country. The two leaders reaffirmed that, continuing the cooperation within the G7, they will implement tough sanctions against Russia and further support Ukraine in several fields, making it a meaningful meeting that will lead to stronger cooperation among the G7 countries in the future. Moreover, Russia’s aggression is not only a European problem, but also for the international order, including the Indo-Pacific region. In this regard, the two leaders shared the view that the security of the Euro-Atlantic and Indo-Pacific is inseparable and that unilateral change of the status quo by force is not acceptable anywhere in the world, and also agreed to promote cooperation to realize a ‘Free and Open Indo-Pacific’. In light of Russia’s aggression against Ukraine, they also agreed to work together on issues of global energy security and food security. Furthermore, the two leaders shared strong concerns over the attempt to unilaterally change the status quo by force in the East and the South China Seas, as well as the rapid and uncertain build-up of military power and increased military activities in the region, and confirmed their united and resolute response to such attempts and to economic coercion. They also reaffirmed their continued cooperation in dealing with North Korea regarding the nuclear and missile issues, including the launch of a ballistic missile on the day of the meeting, 4 May, as well as the abductions issue.

While very good bilateral relations exist across a wide range of fields between the two countries, meaningful discussions were held to further broaden them and deepen cooperation. Prime Minister Kishida, while welcoming the progress being made in cooperation between Japan and Italy in the security field, explained the ‘new form of capitalism’, which he launched as a “policy initiative” to direct the transformation of the entire economy and society, and gained understanding from Prime Minister Draghi. The two leaders also confirmed that their governments will cooperate to encourage collaboration between Italian and Japanese companies that contribute to the renewable energy transition and the promotion of connectivity. Furthermore, they welcomed the signing of the “Italy-Japan Working Holiday Agreement” prior to the summit meeting. As a signatory of this agreement, I strongly hope that this agreement will further strengthen the human exchange between our two countries. Currently, Japan, the world’s third-largest economy, and Italy boast friendly relations of mutual trade and cultural exchange that aim to intensify; what new opportunities lie ahead for Italy with the launch of Japan-EU Economic Partnership Agreement (EPA) that came into effect on Feb. 1, 2019? Japan-EU EPA demonstrates to the entire world the unwavering political will of Japan and the EU to move forward strongly as the standard-bearers of free trade. At the same time, it will contribute to the economic growth of both countries by creating a huge economic zone with a population of 600 million and accounting for about 30% of the world’s GDP, stimulating trade and investment through mutual market opening, creating jobs, and strengthening the competitiveness of companies. In fact, most of the tariffs between Japan and the EU were eliminated under this agreement, and exports of wine and cheese from Italy increased by about 15% and 10%, respectively, in the year before and after the agreement entered into force. Since Japanese border measures have been eased, we can expect to see not only an expansion of trade between Italy and Japan, but also the opening of new business possibilities, including investment and personnel exchange.

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THE PROGRESS TIME Ta b l o i d t r i m e s t r a l e di economia e cultura. A U T. T R I B UA L E A R E Z Z O N. 4/13RS DEL 23/07/2013 ANNO IX Tr i m e s t r e G i u g n o 2 0 2 2

Editore Ivan De Stefano

Direttore Responsabile Barbara Ganetti

Collaboratori: Cosetta Chiti Mattia Padella

Stamperia: Centro Stampa Q u o t i d i a n i S . P. A . Vi a d el l’ Indust r i a , 5 2 25030 - Erbusco (BS) L a p u b b l i c a z i o n e e’ s t at a finita di stampare il 20.06.2022

Contatti: Te l . + 3 9 0 3 8 4 2 7 6 0 9 4 redazione@theprogresstime.com

Italian exports to Japan appear to be very strong in established sectors such as, made-in-Italy clothing, design and food and wine; in which specific new sectors could Italian companies register new flows?

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ECONOMY

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Jetro Milano: le distanze tra i mercati di Giappone e Italia si accorciano... Di Cosetta Chiti

Ottobre 2018, Parigi: Partecipazione dell’Amb.Oe al consiglio Internazionale dell’energia (AIE)

Japan, like Italy, is an aging society. I believe that there are many business opportunities in the approach to solving related social issues faced by the two countries. Issues arising from an aging society include medical care, long-term care, and mobility (securing local transportation). In Japan, we seek to achieve both solutions to social problems and economic development in parallel by incorporating new technologies such as IoT, robotics, artificial intelligence (AI), and big data in industries and social activities. In addition, not only in Japan, but also in other countries, addressing climate change is an urgent issue, and hydrogen, for example, is positioned as an essential and important area for achieving carbon-neutral by 2050. I am aware that Italy is implementing the National Recovery and Resilience Plan (NRRP) by allocating approximately 50 billion euros for digitalization, innovation, etc. and approximately 70 billion euros for the green revolution and ecological transformation. I believe that Italian companies can leverage their strengths and collaborate with Japanese companies in these areas. Your beautiful country boasts a geo-environmental heritage rich in thousands of years of history; to date, what strategies is your government putting in place to promote and enhance Japan’s cultural and tourism heritage?

Breve pausa

Since the inscription of “Buddhist Monuments in the Horyuji Area” in 1993, up to the Jomon Prehistoric Sites in Northern Japan’s one, in 2021, we can now count 25 Japanese properties inscribed on the UNESCO World Heritage List. Moreover, the Japanese government recognizes ‘stories’ that tell about Japan’s culture and traditions through the historical charm and characteristics of each region as “Japanese Heritage” and supports efforts to comprehensively utilize a variety of tangible and intangible cultural properties that are essential to telling the story. Specifically, in order to further improve the attractiveness and PR of the certified “Japanese Heritage” sites, we support the development of convenient facilities, improvement of barrier-free accessibility, and other efforts to make the sites shine as tourist attractions, as well as the dissemination of information domestically and internationally through portal sites and other means. In this way, we are promoting initiatives to enhance the value of cultural heritage scattered throughout the territory presenting it as a “package” of tourist resources while previously we had focused only on its preservation. Here is a concrete example: “HenroThe Pilgrimage Route and 88 Temples of Shikoku”. The Shikoku Henro is a pilgrimage route of 88 temples that

Dr.Yu MIYAKE Direttore Generale JETRO Milano

In Italia, più precisamente a Milano, esistono due autorevoli istituzioni giapponesi che svolgono attività importanti per avvicinare il mondo imprenditoriale italiano e quello giapponese. Si tratta di JETRO (Japan External Trade Organization) e della CCIGI (Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia)Il Dottor Yu Miyake è Direttore Generale di JETRO Milano e Segretario Generale della CCIGI. A lui chiediamo di spiegarci di cosa si tratta. JETRO è un ente governativo giapponese presente in tutto il mondo e che, nel caso specifico di JETRO Milano, svolge attività di promozione degli scambi economico commerciali tra il Giappone e l’Italia, ponendosi l’obiettivo di accorciare le distanze tra i nostri due mercati. JETRO Milano mette a disposizione delle imprese italiane consulenze gratuite di tipo economico, finanziario e legale (anche attraverso le proprie sedi in Giappone) che permettono di muovere i primi passi o consolidare la propria presenza su questo mercato con la necessaria sicurezza. In particolare, è molto attiva nel sostenere start up e pmi italiane che desiderano realizzare un investimento diretto in Giappone. A queste, è possibile proporre diversi servizi che vanno dalla consulenza in Italia all’offerta di uffici temporanei

IBSC Tokio in Giappone, a titolo gratuito, al fine di esplorare direttamente sul campo le diverse opportunità. Si tratta dei cosiddetti IBSC (Invest Japan Business Support Center) presenti nelle 6 principali città del Giappone (Tokyo, Osaka, Yokohama, Kobe, Nagoya, Fukuoka) all’interno dei quali, oltre all’opportunità di avere un proprio ufficio temporaneo, viene offerta una serie di servizi quali informazioni di mercato e consulenze individuali grazie alla presenza di esperti giapponesi nei diversi campi e settori. La CCIGI è iscritta all’albo delle Camere di Commercio Estere in Italia e conta oltre 180 soci, suddivisi tra soci ordinari e soci sostenitori. L’attività della CCIGI è rivolta ai propri associati, ai quali si impegna a fornire informazioni aggiornate sul doing business in Italy: seminari e su vari temi di fiscalità, giurisprudenza, politiche sociali, ecc; conoscenza diretta del territorio attraverso visite a realtà produttive, incontri con Camere di Commercio locali e associazioni di categoria; e così via. Cosa può dire dell’interscambio tra Italia e Giappone, tenendo conto del difficile periodo che abbiamo vissuto negli ultimi 2 anni a causa del Covid? A livello mondiale, gli ultimi 2 anni (2020 e 2021) tutti i mercati hanno

Mattina sul passo

© Opere premiate al concorso fotografico dello Shikoku Henro Japan Heritage Council / Award-winning works in the Shikoku Henro Japan Heritage Council photo contest

was established by the great Buddhist priest, Kukai (Kobo Daishi).

the voyage to and return from a holy place.

This circular pilgrimage route, extending some 1400 kilometers across Shikoku’s Prefectures of Tokushima, Kagawa, Ehime and Kōchi, gets back to over 1200 years ago and is still practiced nowadays.

Here, anyone can be a pilgrim regardless of nationality or religion, and all are sure to receive a warm welcome from the locals. Walking the “Henro Route” and retracing the footsteps of Kukai (Kobo Daishi), whether for the sake of a memorial, personal discipline, redemption, or health, is a spiritual journey and an opportunity to experience this culture of pilgrimage, unique in the world.

Mountain roads, up long stone stairways, through pastoral countryside, along calm seashores and around remote promontories: the landscapes that pilgrims encounter on their way represent the essence of the region. This circular type of pilgrimage is different from those practiced under Christianity or Islam, which focus on

If you have a chance, please visit Shikoku and walk this pilgrimage route. You will discover a new charm of Japan beyond Tokyo, Kyoto, or Osaka.

Un seminario della CCIGI a Milano

risentito pesantemente della crisi causata dal Covid19. Nonostante questo, nei primi 10 mesi del 2021 i valori dell’interscambio tra Italia e Giappone hanno registrato dati degni di nota. Questo ci fa capire quanto sia grande il potenziale delle relazioni economiche tra i nostri due paesi. Si tratta di relazioni che affondano le loro radici in oltre 150 anni di amicizia e reciproca fiducia e stima. Risale infatti al 25 agosto 1866 la firma del “Trattato di amicizia e commercio” tra Italia e Giappone (ma i primi contatti tra i due paesi risalgono addirittura alla seconda metà del 1500). In tutti questi anni, le relazioni tra i due paesi hanno modificato il proprio focus, passando dal mero scambio di prodotti e servizi alla collaborazione per la realizzazione di progetti congiunti ad alto valore tecnologico. Alcune delle aree di maggiore interesse per collaborazioni sono: ICT, life science, ambiente, energia e industria 4.0. In tutti questi ambiti, l’Italia e le sue imprese e startup hanno sviluppato conoscenze molto interessanti ed importanti. E’ in questa direzione che si sta evolvendo la collaborazione tra Giappone e Italia. Da ultimo, vorrei aggiungere che un grosso slancio all’interscambio tra i nostri due paesi è stato dato dal trattato di libero scambio firmato da Unione Europea e Giappone sul finire del 2018 e che è entrato in vigore il 1° febbraio 2019.


SCIENZA

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Università italiane: una piattaforma di dialogo con il Giappone. La pandemia ha sicuramente congestionato i protocolli d’intesa atti alle cooperazioni scientifiche e culturali siglati tra le università ed i ricercatori a livello globale, ad oggi almeno per i paesi industrializzati si inizia a vedere una luce lungo il tunnel che può permettere una ripresa delle attività di interscambio. Le cooperazioni scientifiche da parte delle nostre università e quelle giapponesi sono storiche e molto attive; a tal proposito abbiamo avuto il piacere di porre alcune domande nel merito alla Prof.ssa Stefania Bandini docente presso il Dipartimento di informatica, sistemistica e comunicazione, Università Bicocca di Milano (Italia) che, ci informerà sulla situazione attuale e sulla ripresa in presenza degli interscambi. Di Barbara Ganetti Professore Ordinario di Informatica presso l’Università di Milano-Bicocca e Fellow presso The University of Tokyo (Research Center for Advanced Science and Technology - RCAST). La collaborazione con gli ambienti accademici e di ricerca inizia nel 2008, e si articola mediante strumenti di mobilità internazionale italiani e giapponesi (JSPS), e si concentra soprattutto nella collaborazione con il laboratorio del Prof. Katsuhiro Nishinari (RCAST) sul tema della modellazione e simulazione di sistemi dinamici complessi con focus sulla dinamica di folle e pedoni, e la loro applicazione nel crowd management, anche mediante l’impiego dell’Intelligenza Artificiale (Collective Intelligence). Le sue più recenti attività di ricerca in quest’ambito riguardano lo studio del contagio emozionale collettivo mediante l’uso di avanzati sistemi sensoriali multimodali. Dal 2009 si dedica allo studio e allo sviluppo di progetti di tecnologie innovative AI a supporto dell’invecchiamento della popolazione (Ageing Society) e delle sue ripercussioni nell’ambito della mobilità urbana, con costanti comparazioni tra Italia e Giappone. E’ autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, responsabile di progetti di ricerca nazionali e internazionali e chair di Conferenze e Summer School internazionali su temi di Advanced Artificial Intelligence. E’ uno dei fondatori e membro del direttivo dell’Associazione dei Ricercatori Italiani in Giappone (AIRJ) e delegata per il coordinamento del gruppo di lavoro delle Ricercatrici Italiane in Giappone. E’ fautore e responsabile di accordi internazionali del proprio Ateneo con numerosi Atenei giapponesi, per favorire la mobilità internazionale e la ricerca congiunta mediante progetti internazionali.

Prof.ssa Stefania Bandini

Da donna e, soprattutto da donna di scienza con una lunga ed articolata attività quando ha maturato questa passione per la materia? E naturalmente a quando risale la sua passione per il Giappone, paese molto particolare, con usanze e tradizioni spesso molto diverse dall’Italia, e che ha dato vita a questa sua intensa cooperazione scientifica con i colleghi giapponesi? Ho iniziato nel 2005 a occuparmi di Intelligenza Artificiale applicata a sistemi di simulazione digitale delle folle e dei pedoni: in questo campo, è di fondamentale importanza avere dati osservativi e sperimentali che permettono un’indagine scientifica accurata. Dalla letteratura e nella frequentazione di conferenze internazionali di settore, ho potuto constatare che i migliori misuratori di fenomeni di affollamento erano i giapponesi, subito seguiti dai tedeschi e gli inglesi. Ho scelto il Giappone, nonostante la differenza culturale, linguistica e di metodo, perfettamente consapevole della portata della sfida. Ho avuto la fortuna di entrare in sintonia con il Prof. Katsuhiro Nishinari che in Giappone è l’esponente più qualificato di questa materia, e di iniziare con

“La sperimentazione e la raccolta di dati giocano un ruolo fondamentale nella ricerca”.

lui e il suo gruppo una proficua, continua e avvincente avventura scientifica, che si è svolta mediante progetti, iniziative didattiche ed eventi internazionali. Questa collaborazione si è consolidata nel tempo, fino alla stipula di un accordo tra i nostri Atenei. Non voglio cadere nei luoghi comuni, ma il Giappone offre veramente una gamma infinita di spunti emo-

zionali a cui nessuno può sottrarsi. A questi aspetti si contrappongono quelli delle difficoltà intrinseche tipiche della società giapponese, soprattutto in un ambiente strutturato come quello della University of Tokyo, che richiede la conoscenza di aspetti formali di comportamento e interazione indispensabili per potersi inserire armonicamente nell’ambiente. Sicuramente sono stata fortunata, ma anche caparbia nel voler essere all’altezza di quelle difficoltà. Le componenti di discriminazione di genere tipiche di quella società non sono una leggenda: ho cercato di capire, studiare e rispettare le modalità interattive correnti, senza perdere la mia identità e puntando su qualità, creatività e adattività, che sono caratteristiche peculiari dell’italianità che, se ben armonizzate, possono conquistare i giapponesi. La pandemia Covid -19 ha sicuramente creato una profonda congestione nei protocolli d’intesa scientifici da poter sviluppare in presenza con altri paesi, ad oggi la situazione almeno per i paesi industrializzati sembra avviarsi ad un netto miglioramento; può anticiparci quali progetti scientifici con il Giappone sono previsti nel breve periodo? La pandemia e le costrizioni alla distanza hanno sicuramente messo alla prova la solidità di molte relazioni scientifiche e umane, specialmente per quanto riguarda l’impossibilità di accesso ai programmi di mobilità internazionale a studenti e ricercatori; e sicuramente mezzi d’incontro succedanei come quelli telematici non possono sostituirsi all’esperienza dell’interazione in presenza. Questo vale soprattutto per il mio settore di collaborazione scientifica, in cui la sperimentazione e la raccolta di dati giocano un ruolo fondamentale. Ma l’aspetto più frustrante riguarda il fatto che il laboratorio giapponese in RCAST a cui sono affiliata era un diretto consulente del Comitato Olimpico per le Olimpiadi e Paralimpiadi Tokyo 2020 per il crowd mana-

gement. Siamo praticamente rimasti senza folle da gestire. La nostra relazione si è quindi concentrata anche più su un progetto comune, supportato da Fondazione CARIPLO e rivolto allo studio per il miglioramento della pedonabilità urbana di persone longeve (Longevicity: social inclusion of the elderly through walkability). Il proseguimento di questa ricerca verte e vertirà sempre più sugli aspetti emozionali che muovono la folla o che, nei pedoni, rivelano la percezione del contesto urbano mediate l’acquisizione di dati fisiologici ricavati da sensoristica wearable e la loro interpretazione mediante sofisticate tecniche di AI. Sarà interessante comparare dati puri ed emozionali provenienti da soggetti che appartengono a culture diverse come quella degli anziani giapponesi e italiani, specialmente se gli esperimenti riguarderanno situazioni come l’attraversamento pedonale o la reazione a fronte di interazioni tra pedoni e veicoli a guida autonoma. Voglio aggiungere che un’altra modalità che abbiamo adottato per ridurre le nostre distanze e mantenere vivace l’interazione è stata quelli di organizzare (con ISEAS di Kyoto, l’Istituto Italiano di Cultura e il patrocino dell’Ambasciata Italiana a Tokyo) due eventi internazionali e multidisciplinari intitolati “DISTANCES” in cui relatori provenienti da diversi luoghi del sapere (matematica, linguistica, ingegneria, fotografia, computer science, astrofisica, design, per esempio) hanno condiviso le concettualizzazioni delle nozioni di “distanza” che caratterizzano diversi luoghi del sapere, amplificando significati e convergenze di senso (https://sites.google.com/unimib.it/distances2021/ home-page?authuser=0).

Stefania Bandini e Francesca Gasparini con il team del “Nishinari’s Lab” (RCAST – The University of Tokyo)

gli obbiettivi umani e scientifici che si prefigge? L’Associazione dei Ricercatori Italiani in Giappone (AIRJ - https://www. airj.info/it/) è nata da un gruppo di ricercatori che, grazie alle esperienze maturate in vari ruoli in istituzioni accademiche e di ricerca giapponesi, hanno sentito l’esigenza di mettersi a disposizione e dedicare il loro impegno per favorire il networking dei ricercatori. La prevalenza di giovani leve tra i membri del board porta entusiasmo e idee per forme d’interazione eterogenee, non da ultima, il potersi trovare per conoscersi e insieme visitare luoghi e occasioni culturali, ma anche creare occasioni di scambio di informazioni vitali per la vita in Giappone. Milano City

Via Antonini 32, Milano

L’Associazione mantiene uno stretto rapporto con le istituzioni italiane e organizza workshop, seminari e Lei fà parte , sin dalla sua creazioconferenze che si sta muovendo in ne ideale del 2015, dell’Associazione uno spirito inclusivo di tutte le diricercatori italiani in Giappone, poi scipline (scientifiche e umanistiche), ufficialmente registrata nel 2019 a ma si muove anche in modo pratico, Milano. Può parlarci di come è nata fornendo preziose informazioni (ad l’idea dell’Associazione e, quali sono esempio, l’organizzazione di un ciclo di incontri sulle modalità di carriera italiane, quali l’ASN) e favorendo sinergie con istituzioni giapponesi, come ad esempio, la Japan Society for the Promotion of Science (JSPS) Alumni. E’ inoltre di recente formazione un gruppo di lavoro dell’Associazione (che ho l’onore di coordinare) che promuove il neworking tra le ricercatrici italiane in Giappone, favorendo il dialogo e la condivisione di esperienze e informazioni preziose soprattutto rispetto alle problematiche di genere. L’Associazione mantiene uno stretto rapporto con l’Ambasciata Italiana a Tokyo e l’Istituto Italiano di Cultura, aperti a ogni iniziativa che Esperimenti sulla risposta fisiologica ed favorisca e consolidi relazioni Antonella Cataldi presso AmbasciataleEmirati Arabitra Uniti a zionale Roma di soggetti durante la camminata Esperimenti per la misurazione della velocità di perdoni in situazioni di affollamento Italia e Giappone.

emo-


FORMAZIONE

CULTURA

Università La Sapienza : gli intercambi culturali e scientifici con il Giappone, paese che studia la nostra lingua e ci ritiene un paese perfetto. Di Ivan De Stefano

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Associazione Giappone in Italia : una piattaforma di interscambio culturale tra i due paesi. Di Mattia Padella - Fonte ufficiale Associazione Giappone in Italia, Milano.

Dr. Marco Montanari - Università La Sapienza

Un aspetto importante nelle relazioni tra due dei paesi più avanzati nel mondo è, sicuramente, quello che riguarda la cooperazione scientifica. Quasi tutte le istituzioni italiane di ricerca hanno delle relazioni con le corrispettive giapponesi in un panorama, quindi, complesso e ricco che la pandemia ha rallentato sicuramente ma non spento. Anzi, probabilmente assisteremo a un recupero di quest’aspetto anche in termini di mobilità internazionale. Ne parliamo con lo psicologo Marco Montanari, docente a contratto presso l’Università Sapienza di Roma nonché assegnista di ricerca nel dipartimento di studi orientali, che ha studiato e vissuto in Giappone per un lungo periodo. Prof. Montanari ringraziandola per la sua disponibilità, le pongo la prima domanda: attualmente il paese nipponico si sta riaprendo gradualmente agli interscambi scientifici internazionali, quali nuove opportunità di cooperazione prevede con il nostro paese dopo questo lungo periodo di congestione globale? Sicuramente la riapertura attuale è significativa per gli scambi scientifici perché l’online non ha saputo sostituirsi alla comunicazione dal vivo. Mentre da parte giapponese c’è stata prontezza nel riprendere i viaggi all’estero e a prospettare periodi di studi in Europa o negli Stati Uniti, lo stesso non è avvenuto da noi proprio per la politica di chiusura assoluta che ha contraddistinto il Giappone in questi due anni. Vedo attorno a me colleghi e studenti che finalmente pianificano periodi di studio in Giappone e viceversa, in un’atmosfera molto ottimi-

stica. Anche se la guerra attuale non aiuta molto perché rende più lunghi i viaggi e più complicato immaginarmi il futuro. Detto questo, però, si assiste anche a una nuova tendenza della politica estera giapponese, più incisiva del solito nel posizionare il paese nipponico rispetto alle tensioni internazionali ricevendo in cambio un certo riconoscimento come superpotenza regionale. All’interno di questo quadro è possibile dire che ci saranno nuove opportunità di cooperazione e che le relazioni in tutti gli ambiti non potranno che uscirne rafforzate. Credo che soprattutto l’ambito tecnologiS.E. Tsovinar Hambardzumyan co e ingegneristico possa conoscere una nuova accelerazione Lei da italiano conosce il Giappone molto da vicino, avendoci vissuto ed essendo congiunto con una donna giapponese, si può affermare che percepisce anche il loro modo di pensare e la visione che hanno del mondo; in concreto può spiegarci come viene percepita la cultura italiana in generale dal Giappone e, quanta importanza riversano nella cooperazione scientifica con il nostro pese? L’Italia è, per molti giapponesi, il paese ideale in quanto ricco di panorami mozzafiato e di città incantevoli. A questo si aggiungono L”ammirazione per lo stile di vita, per il suo cibo nonché ’amore per la sua cultura. Qualche anno fa, per dire, la lingua italiana era la prima lingua più studiata dopo l’inglese superando in questa speciale classifica il francese o lo spagnolo: come dire che, dopo le lingue da studiare in quanto utili per il lavoro, la prima scelta era l’italiano. Il perché era proprio nel fascino che ha il Bel Paese per i giapponesi e quindi il piacere di studiare una lingua che avvicina a questo paese perfetto. I documentari e gli speciali in televisione non fanno che rafforzare tutto questo. In questo contesto, la cooperazione scientifica è potenzialmente avvantaggiata anche se poi deve confrontarsi con la concorrenza internazionale. infatti le organizzazioni Giappone scelgono il meglio a prescindere dalla nazione di appartenenza. Anche se poi un’immagine-paese positiva aiuta non poco….

Tokyo University of Foreign Studies

Naturalmente i rapporti culturali e scientifici tra Italia e Giappone sono molto intensi e soprattutto storici, anche se la pandemia ha messo in standby molti protocolli d’intesa tra i due paesi, oggi può aggiornarci sulla situazione legata ai progetti tra l’Università La Sapienza e le università giapponesi? L’Università La Sapienza ha molti programmi con le università giapponesi in vari ambiti: in totale sono circa ottanta con più di trenta università. Sono numeri importanti che sono aumentati notevolmente dopo il 2000: notiamo infatti che nel periodo che va dalla seconda guerra mondiale alla fine del millennio gli accordi interuniversitari erano relativamente pochi e soprattutto in termini di scambio di studenti di lingua e cultura. Invece dal 2000 abbiamo visto un aumentare di accordi bilaterali in più settori, compresi quelli scientifici. Probabilmente ha contribuito anche la nuova flessibilità del sistema scientifico nipponico che dopo il 2000 ha perseguito un’aggressiva politica di apertura e cooperazione scientifica internazionale. Sicuramente da oggi in poi ci sarà un’importante ritorno alla collaborazione internazionale e, soprattutto, una concreta applicazione dei diversi accordi stipulati proprio a ridosso del periodo pandemico: penso,per esempio, a quelli del 2019 con l’Università Kyushu Institute of Technology - School of Engineering. Comunque, nell’insieme la maggior parte degli accordi riguarda la facoltà di lettere e filosofia a cui appartiene l’Istituto di Studi Orientali e la ragione è, credo, intuibile vita la presenza dei corsi di lingua giapponese. Risaie giapponesi Però, come già detto, il XXI secolo si caratterizza per l’importante numero di collaborazioni in ambito tecnologico e delle scienze naturali con svariate istituzioni giapponesi. Queste relazioni a volte coinvolgono anche progetti di ricerca tra multinazionali giapponesi e startup universitarie della Sapienza, dimostrando così la vitalità delle relazioni italo-giapponesi non solo in ambito istituzionale ma a più ampio raggio.

Stazione Shinjuku, Tokyo

In data 25 agosto 1866, il Giappone e l’Italia hanno ufficialmente iniziato le relazioni bilaterali tra i due Paesi, tuttavia, questa relazione è iniziata molto prima. Infatti, i primi contatti tra le due nazioni risalgono almeno al XVI secolo ed è proprio in questo periodo che la prima missione giapponese in Europa giunse a Roma. Lungo il corso dei secoli, l’amicizia tra Giappone e Italia si è fatta sempre più stretta e, ancora oggi, il rapporto è più forte e unito che mai. Le due nazioni hanno sempre dimostrato una forte attrazione l’una verso l’altra, proprio come un rapporto di coppia che i secoli non riescono a scalfire, anzi. Passando dall’unità nazionale italiana, alla Restaurazione Meiji, fino ad arrivare alla Guerra Mondiale, tutti questi anni ci hanno permesso di conoscere sempre più a fondo le somiglianze fra i due Paesi. Perché sì, nonostante le due nazioni siano profondamente diverse per molte ragioni, le somiglianze in realtà sono molte più di quelle che si possano immaginare. Ed è proprio qui che entra in gioco l’Associazione culturale Giappone in Italia. Nata nel 2008 con lo scopo di promuovere la cultura giapponese in Italia, nel corso di questi 14 anni, l’Associazione si è occupata proprio di questo e continua tutt’oggi. Fra eventi, articoli e tanti incontri con i propri associati, Giappone in Italia ha sempre mantenuto viva la divulgazione della cultura del Sol Levante sul nostro territorio nazionale. Avendo sede a Milano, la maggior parte delle attività è stata svolta sul territorio meneghino. Tuttavia, attraverso il suo blog, Giappone in Italia parla a tutti gli appassionati della cultura giapponese e a tutti coloro che vogliono approfondire la propria conoscenza legata al mondo nipponico. Dalla storia tradizionale a quella moderna, dalla cultura agli anime e manga, dalle usanze più importanti a quelle più mondane, Giappone in Italia è un compendio e un luogo dove potete trovare tutto ciò che riguarda il Sol Levante. Non dimentichiamo inoltre che il nostro presidente, Alberto Moro, è uno dei pochi italiani ad aver ricevuto un’onorificenza imperiale giapponese per il lavoro svolto nella promozione della cultura nipponica, proprio anche grazie alla fondazione e al duro lavoro dell’Associazione Culturale Giappone in Italia.

Da ricordare anche eventi importanti come il Milano Manga Festival, che l’Associazione ha organizzato per diversi anni sotto il patrocinio del Comune di Milano e del Consolato del Giappone a Milano, e la festa del Giappone, organizzata nel 2019 presso il Circolo Magnolia. Durante la pandemia, purtroppo le nostre attività hanno dovuto subire dei forti cambiamenti. Abbiamo spostato l’attenzione sui nostri canali social e sulla digitalizzazione, lanciando così una serie di incontri in diretta live su Instagram con le varie realtà legate al Giappone sul nostro territorio Nazionale. Nascono così delle bellissime chiacchierate che hanno permesso a noi e al nostro pubblico di conoscere ancora più approfonditamente il mondo nipponico presente in Italia. Tuttavia, dopo anni di assenza dalle scene dovuta proprio alla situazione creata dal COVID-19, Giappone in Italia organizza la Kimono Experience, evento che ha visto il suo svolgimento a giugno 2021 presso TENOHA Milano, nel pieno rispetto delle regole sanitarie. La Kimono Experience si è svolta dal 15 giugno all’11 luglio 2021. Come da organizzazione iniziale, la mostra sarebbe dovuta durare dal 15 al 30 giugno, ma visto il grandissimo successo, la fine dell’experience è stata posticipata al giorno 11 luglio. Il sentimento di amore per la tradizione giapponese è il motore che ha spinto l’Associazione ad intraprendere questa avventura. Il tutto è nato dal concetto “Anche gli occidentali possono indossare il kimono con dignità”. In molti hanno vissuto un’esperienza unica nell’indossare lo yukata, la versione estiva e più informale del kimono questo fa della Kimono Experience molto più di una mostra. La Kimono Experience ha lasciato un importante segno in tutti coloro che l’hanno vissuta e anche in quelli che sognano ancora di viverla. Per questo in tanti continuano a ringraziare Giappone in Italia chiedendo anche di poter ripetere questa esperienza straordinaria. Giappone in Italia ha fino ad ora ha svolto un grande lavoro nella promozione della cultura Giapponese in Italia, ma ovviamente non ci fermeremo qui! Le idee sono tante e la voglia di costruire un ponte Continua a pag. 6

Crediti Crediti:: Foto di Alberto Moro


CULTURA

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Italia e Giappone: due culture apparentemente molto diverse, ma con delle similitudini che li rende molto vicini. In questi ultimi due anni trascorsi aspettando i dati scientifici rispetto alla pandemia e le restrizioni che ha comportato nel mondo, sicuramente il processo di globalizzazione è rimasto come fermo ad un semaforo rosso. Le restrizioni imposte hanno innestato anche un processo di chiusura interiore, riportandoci a degli stereotipi culturali che credavamo scomparsi. Oggi la situazione almeno per i paesi piu’ industrializzati sembra in netto miglioramento e, si respira nell’aria la necessità di rimettersi in contatto con l’altro, riprendere a viaggiare e confrontarci con altre culture che all’apparenza sembrano lontanissime dalla nostra.Ringrazio con stima il Dr. Alberto Moro per la sua amichevole concessione di questa intervista che segue, il quale da imprenditore, ma anche da uomo di cultura che conosce molto bene il Giappone , ci aiuterà ad approfondire vari aspetti che ci legano a questo paese da secoli, con rapporti di profonda amicizia e rispetto reciproco. Di Ivan De Stefano

eleganza, liberi da imitazioni goffe e pedisseque dell’identità giapponese. A oggi io e il mio gruppo di lavoro ci stiamo concentrando sul gemellaggio che viene celebrato ogni anno tra le municipalità di Milano e Osaka, che in 35 anni hanno organizzato molteplici eventi celebrativi. Anch’io ho contribuito a questo scambio organizzando proprio a Osaka due mostre fotografiche, una dedicata a immagini comparate delle due città, e l’altra specificatamente dedicata alla Milano del dopo Expo 2015. Il titolo della mia mostra era “Lo stile Milano” e raccontava di una città dove è possibile divertirsi, godere di importanti eventi culturali, ma anche naturalmente lavorare in modo intenso e proficuo. Un obiettivo importante che la mia Associazione si è dato è la creazione di una community dove persone, che condividono la stessa passione, possano incontrarsi all’interno di eventi conviviali abbinati a momenti di approfondimento culturale.

importante, la considerazione e la ricerca costante del bello: entrambi i nostri Paesi danno un importante valore all’arte, in particolare i giapponesi apprezzano tantissimo tutto il nostro patrimonio artistico e geo ambientale, e lo dimostrano anche nelle svariate sponsorizzazioni da Aziende e privati giapponesi rivolte al restauro e alla conservazione di alcuni beni culturali presenti nel nostro Paese.

Dr. Alberto Moro

Crediti: Foto di Alberto Moro tra le due realtà, un ponte solido che possa sorreggere tutta la professionalità e l’amore che lega le due nazioni, è tangibile, quindi siamo pronti anche a creare nuovi format per interagire e scambiarsi opinioni ed esperienze. Possiamo imparare e insegnare molto, possiamo vivere e conoscere di più, è lo scambio unito alla passione che ci spinge e ci spingerà sempre ad andare più avanti. Da giugno 2022 comincerà la nuova stagione dell’Associazione. Potrete infatti trovare tantissimi nuovi contenuti online legati alla cultura giapponese, non solo sul nostro blog ma anche nuove web series sul nostro canale YouTube. Avrete la possibilità di fare un tuffo virtuale nella cultura e nella storia del Giappone, in attesa di poter viaggiare verso questa meravigliosa meta tutti insieme. Inoltre, da settembre 2022 e per tutto il 2023, cominceranno tante nuove attività esclusive per i nostri associati. Tanti incontri, tante nuove convenzioni e tante possibilità di arricchire la vostra cultura e conoscere sempre di più il mondo del Giappone, per questo vi aspettiamo tutti uniti in questa grande famiglia che è Giappone in Italia. Il nome non è stato scelto a caso, stiamo cercando il Giappone qui in Italia senza perdersi troppo in tempi e spazi. E’ finito il momento di rimanere chiusi in casa e in noi stessi, il mondo è grande e le realtà tra Giappone e Italia sono sempre, inaspettatamente forse, molto simili. Siamo più vicini di quello che ci aspettiamo, siamo più uniti e più forti insieme, questo è il fine dell’Associazione Culturale Giappone in Italia poter vivere e comunicare quello che probabilmente è rimasto nascosto per troppo tempo, allungare una mano e poterne toccare un’altra che forse si trova a migliaia di chilometri di distanza, per scoprire che forse sogniamo e desideriamo di raggiungere gli stessi obiettivi e che no, non siamo poi così diversi. Non ci credete? Vi aspettiamo ai nostri prossimi appuntamenti per dimostrarvelo e farvi scoprire, o riscoprire, il mondo Nipponico.

Lei ha una lunga storia sia familiare che personale da imprenditore nel settore immobiliare a Milano, ma sempre con uno sguardo verso la cultura. Nel 2008 fonda l’Associazione Culturale Giappone in Italia, promuovendo i rapporti culturali tra i due paesi. Da quando e perché la sua passione per il Giappone? La storia della mia famiglia comincia nel 1936, quando mio nonno decise di fondare un’impresa di costruzioni, io rappresento la terza generazione. La parte che mi sono scelto è quella legata alla commercializzazione degli immobili: in questo campo è molto importante capire sin da subito dove costruire, individuando quelle aree che saranno soggette a una riqualificazione, in modo da acquistare i terreni o gli edifici a un prezzo vantaggioso rispetto a quello al quale verranno venduti. Il collegamento con il Giappone nasce inizialmente da un interesse culturale verso questo Paese, che a differenza degli stereotipi ai quali siamo abituati, rivela molte somiglianze con l’Italia. Una sicuramente è la passione per la musica, i giapponesi sono molto amanti della nostra musica tradizionale, in particolare quella lirica, ne è la riprova che molti cantanti giapponesi vengono da noi a studiare e a frequentare corsi di formazione. L’altra è sicuramente la passione per la cucina, legata alla convivialità, aspetto molto importante anche per la cultura giapponese. Nel Sol Levante vengono apprezzati molto la nostra dieta mediterranea e i nostri vini. Questo comporta che molto spesso, con profonda umiltà, vengono nel nostro paese degli aspiranti cuochi giapponesi a studiare e formarsi, per poi aprire dei ristoranti di cucina italiana in Giappone. In ultimo, ma sicuramente non meno

Anche se appartenenti a due culture a tratti molto diverse le similitudini tra Giappone e Italia sono molte. Nel mio caso specifico, alla fine degli anni 80 è nata in me un’immediata sintonia con il Giappone, che si è manifestata inizialmente con un approccio allo Zen grazie alla lettura del famoso libro “101 Storie Zen” che, con racconti all’apparenza semplici, mi ha fatto scoprire la grande saggezza e profondità spirituale di questa disciplina. Successivamente, dopo essermi appassionato profondamente a queCrediti :ho Foto di Alberto Moro a sta pratica, iniziato a partecipare delle Sesshin (ritiri intensivi), che mi hanno poi portato a una pratica quotidiana dello Zen, volta alla comprensione del senso del mio esistere nella sua interezza. Nel 1993 ho iniziato la pratica della cerimonia del tè, che ho trovato fin da subito perfettamente coerente con lo Zen. Da quasi trent’anni seguo entrambe le discipline, che sono in grado di arricchire il mio approccio nelle relazioni umane e nell’attenzione ai piccoli gesti quotidiani. Da qualche anno insegno a Milano settimanalmente la pratica della “Cerimonia del tè” e i suoi principi. Lei nel 2020 ha ricevuto una prestigiosa onorificenza dal Governo Giapponese, può spiegarci in cosa consiste e perché? L’onorificenza, la cui corretta denominazione è “Ordine del Sol Levante, Raggi d’Oro e d’Argento”, mi fu comunicata dal Ministero degli Affari Esteri giapponese nel novembre del 2019, e poi materialmente consegnata dal Console Generale del Giappone a Milano nel gennaio 2020. Questa importante onorificenza era arricchita da una preziosa pergamena con il timbro dell’Imperatore giapponese e con la firma del Premier nipponico dell’epoca Shinzo Abe. Sono stato il primo, della nuova era inaugurata dall’ultimo imperatore, denominata Reiwa, a essere insignito di questa onorificenza. Questo importante riconoscimento è stato istituito dall’Imperatore Giapponese nel XIX secolo; inizialmente era con-

Foto: Il Dr. Moro terzo da dx, alla presentazione di una sua mostra fotografica ad Osaka

Crediti: Foto di Alberto Moro, Pantheon Roma

ferito solo ai giapponesi che all’estero si erano contraddistinti nella promozione e nella divulgazione della propria cultura. Solo alla fine della seconda guerra mondiale venne esteso conferendolo anche a soggetti non giapponesi che si fossero distinti nel favorire gli interscambi culturali con il Giappone. Il primo occidentale a ricevere questo riconoscimento fu il Generale MacArthur; questa onorificenza ha vari livelli di formalità, da quella che viene appesa al collo a quella, come nel mio caso, che viene apposta sul taschino della giacca, ma sono comunque tutte accomunate dallo stesso significato. Sono stato molto gratificato nel ricevere questa onorificenza, come riconoscimento della mia attività legata alla mia promozione della cultura giapponese in Italia, ma soprattutto per la seconda motivazione, legata all’aver contribuito allo sviluppo dei rapporti di amicizia tra Italia e Giappone. Un aspetto che mi ha sempre colpito è l’aver riscontrato che i miei conoscenti giapponesi apprezzino in me, più che la conoscenza della loro cultura, la comprensione del loro spirito e della loro sensibilità estetica, che nel mio caso ho potuto assimilare attraverso la conoscenza e la pratica della cerimonia del tè. Quali attività future in previsione con l’Associazione Culturale Giappone in Italia? Parlare di attività nell’ambito culturale è indubbiamente molto importante, soprattutto in questo momento di ricerca di una normalizzazione dopo la pandemia. L’Associazione Culturale Giappone in Italia ha sempre percepito nel nostro paese un forte bisogno di approfondimento della cultura giapponese. L’ultimo evento che abbiamo promosso è stato l’anno scorso, denominato Kimono Experience, che ha voluto inserirsi nel panorama culturale con una visione nuova dell’abito giapponese, che si è tradotta nel far indossare uno Yukata (versione estiva del kimono) a donne e uomini appartenenti a culture diverse, che hanno così potuto esprimere la loro idea di

Dal 1994 fonda la Moro Real Estate che si occupa di vendita e locazione di immobili di prestigio a privati e multinazionali, come prevede il mercato immobiliare a Milano e a livello nazionale? La pandemia non ha influito negativamente sul mercato immobiliare milanese. Negli ultimi anni si sono registrati degli incrementi consistenti dei prezzi. Il mercato immobiliare di Milano viene condizionato dalla dimensione della città. In molte zone la domanda è superiore all’offerta, in queste aree gli immobili non risentono della crisi. La città di Milano è diventata sempre di più internazionale, con Expo 2015 ha confermato la sua autorevolezza e soprattutto la sua capacità di accogliere grandi eventi a livello mondiale; basti pensare che, la città di Milano è la città europea con più Consolati presenti, oltre a rappresentare un’eccellenza universitaria internazionale grazie ai suoi Atenei. La città oggi ha sicuramente il compito di soddisfare le diverse esigenze di chi viene per viverla in pianta stabile, come anche per brevi periodi. Questo concetto di maggiore apertura della città, deve naturalmente prevedere una cooperazione fattuale tra istituzioni e imprenditori, solo così saremo in grado di costruire città sempre più vivibili, implementando i trasporti e i servizi per le persone. La mia carica di Presidente della territoriale di Milano dell’Associazione Aspesi (Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare) mi ha permesso di venire in contatto con le figure più importanti dell’imprenditoria immobiliare italiana, oltre a grandi gruppi internazionali di sviluppatori presenti nella città, e posso assicurarle che i costruttori, imprenditori e tutte le figure legate all’immobiliare hanno acquisito una profonda consapevolezza dell’importanza dell’ecosostenibilità nel nostro settore, tutto ciò si traduce nella realizzazione di immobili belli da vedere ma soprattutto da vivere. Quindi in conclusione, auspico che nell’urbanizzazione delle città italiane, oggi più di prima, si possa consolidare una stretta collaborazione tra istituzioni e imprenditori, per sviluppare città sempre più ospitali e compatibili con l’ambiente.


CULTURA

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IL TEATRO OGGI: Cosa è cambiato e cosa è destinato a cambiare... Intervista all’attore e maestro Luca Cairati Di Mattia Padella Questi ultimi due anni hanno sicuramente penalizzato a livello globale la cultura in tutte le sue forme, ma al tempo stesso, anche se in alcuni momenti si e’ dovuto scegliere e fare la differenza tra beni e servizi essenziali o superflui per garantire la salute del genere umano, questo lungo periodo di coercizione imposta ha rimesso al centro l’uomo e nuovamente di fronte alle sue fragilità, le sue insicurezze e soprattutto lo ha ricollocato di colpo a riaccorgersi di essere un’animale sociale bisognoso dell’altro per esistere, bisognoso dell’altro per condividere ed interrogarsi su i quesiti dell’esistenza.

internazionale. Pensiamo al teatro di Pippo Del Bono, molto apprezzato in Francia: è un teatro con una forte radice politica e sociale, che riesce ad oltrepassare la barriera linguistica, andando a smuovere le emozioni dell’interlocutore. Sicuramente queste sono le nuove chiavi per rivitalizzare il teatro e renderlo moderno ed innovativo, ma soprattutto capace di tornare ad essere rivoluzionario. Non dimentichiamo che riuscire a rendere il teatro rivoluzionario nel senso più forte ed astratto del termine è la dimensione alla quale tutti gli addetti ai lavori dovrebbero aspirare.

La cultura ritorna di colpo a doversi riappropriare del suo compito prestigioso e fondamentale, orientare il genere umano senza dare delle risposte, senza fornire delle certezze, ma creando dei dubbi e delle domande in chi ascolta. Nelle forme d’arte in generale naturalmente il teatro sino ai suoi primordi ha avuto questo arduo compito, ce la farà oggi il teatro a riappropiarsi di quella dimensione popolare, atta a risvegliare in qualsiasi essere umano il desiderio di conoscenza di sé e degli altri? A tal proposito ho incontrato il Sig Luca Cairati, attore di professione, che il teatro lo vive con passione da addetto ai lavori, ponendogli alcune domande che ci aiuteranno a capire l’evoluzione del teatro oggi. Luca Cairati, oltre ad essere attore, è autore, regista teatrale e maestro di Commedia dell’Arte. Si specializza presso la Scuola D’arte Drammatica Paolo Grassi di Milano e lavora con maestri del calibro di Dario Fo, Giorgio Albertazzi, Carlo Boso, Serena Senigallia, Giampiero Solari e Antonio Fava, successivamente si specializza in Commedia dell’Arte e recita in diverse tournée mondiali fra cui Giappone, Hawai, Portogallo, Germania, Francia, Repubblica Ceca, Spagna, Ungheria, Polonia, Romania e Malta.

La sua compagnia sviluppa cooperazioni teatrali con paesi esteri, con quali? E con quali paesi esteri avrebbe interesse di cooperare nei prossimi anni?

Dal 2008 è direttore artistico del Festival Internazionale “Le Strade del Teatro”, punto di riferimento del teatro urbano in Italia e uno dei centri di collegamento con le più importanti realtà teatrali europee. Fondatore del Centro Teatro dei Navigli, per il quale ne cura la direzione artistica e organizzativa. Regista e autore di molte produzioni firmate Centro Teatro dei Navigli, è anche insegnante di teatro ai corsi di formazione proposti dalla sua scuola. Può parlarci della sua visione del teatro di oggi, sia per gli addetti ai lavori che per gli utenti finali ? Il teatro è uno specchio della società e soprattutto della realtà nella quale vive. Quindi, per parlare di teatro oggi e quale può essere la mia visione, certamente non si può fare a meno di pensare a questi due anni in cui i teatri sono stati chiusi, soffrendo molto per le restrizioni che sono state messe in campo. Sicuramente una delle dinamiche che poi genererà la nuova visione del teatro è il fatto che, per un attimo, sia passato l’assioma della sua “non essenzialità”. Secondo me è da qui che si deve ripartire: comunicare invece la forza antropologica del teatro, la sua essenzialità; il teatro deve avere la capacità di toccare il cuore del pubblico, con forza ed efficacia di messaggi, portando in scena anche tematiche sensibili. Questa essenza del teatro è fondamentale alla società in quanto luogo aperto, di ospitalità non solo di persone, ma di tematiche,

“Il teatro deve tornare ad essere rivoluzionario”

anche scomode e non scontate, luoghi in cui anche le minoranze di queste voci abbiano la forza di farsi ascoltare, luoghi in cui si possano creare dei varchi cognitivi. Dal passato impariamo che la funzione del teatro è nata proprio per questo, provocando dei varchi di riflessione nella società; il teatro deve riappropriarsi del suo atavico richiamo per mantenersi vivo ed indispensabile qual è.

Il Maestro Luca Cairati

Il teatro italiano di ieri ha vissuto di una rendita apprezzata in tutto il mondo per il suo prestigio e la sua scuola raffinata in diverse regioni italiane. Come viene percepito all’estero il teatro italiano di oggi?

Noi ambiamo ad un teatro ad impatto zero: ad esempio stiamo creando delle biciclette che attraverso il movimento generino energia per i fari, impianti che vengano alimentati da fotovoltaici; vogliamo portare l’attenzione sulla cura e il rispetto per l’ambiente come sfida realmente globale e, in questo senso, anche l’arte e la cultura devono dare il loro contributo.

Nella storia del teatro, quello italiano vanta un patrimonio di notevole rilievo; la storia del teatro italiano ha portato infatti grande innovazione a livello internazionale: un esempio tra tutti è la Commedia dell’Arte, nata nel 1545 diventa un vero e proprio spartiacque nella storia del teatro. Attraverso la Commedia dell’Arte, il teatro è diventato professionale, la donna ha avuto il suo primo accesso in scena, fino a quel momento concessa soltanto agli uomini; nascono i primi teatri privati e le compagnie diventano professionali. Prima dell’avvento della commedia dell’arte il teatro veniva concepito accademico o da corte, molto legato al testo nel primo caso e a numeri giullareschi nel secondo; con la commedia dell’arte si valorizzano il ruolo dell’attore, le sue azioni in scena, il virtuosismo, i canovacci, i lazzi, l’improvvisazione, i caratteri. Questa forza rivoluzionaria è stata sempre molto apprezzata nel mondo, non a caso molte parole legate alla cultura italiana sono state capaci di arrivare all’estero destando interesse per la nostra filosofia di vita, grazie alle nostre abilità artistiche. Nella storia del teatro più recente, il Piccolo Teatro di Milano è stato un imprescindibile punto di riferimento, capace di esportare la tradizione teatrale italiana; negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una commistione di compagnie giovani che sono riuscite a proporre all’estero un nuovo teatro sperimentale, legato da suggestioni multimediali, visioni, capace di oltrepassare la barriera della parola, trovando una dimensione più performativa, capace di imporsi sulla scena

Nel corso degli anni Teatro Dei Navigli ha collaborato con molti paesi europei; lo abbiamo fatto soprattutto attraverso la commedia dell’arte, sulla quale abbiamo una grande conoscenza. Proprio quest’ anno stiamo collaborando con la Repubblica Ceca e la Germania ad un progetto europeo dal titolo “We can change the world” , che non vuole essere solo un messaggio di speranza, ma una modalità concreta di mettere in atto delle azioni, da un punto di vista tematico e inclusivo.

Inoltre, per l’aspetto dell’inclusività stiamo sviluppando delle forme di teatro che utilizzino la lingua LIS, atto alla comprensione di utenti affetti da sordità. Siamo molto contenti di questo progetto e insieme alle compagnie teatrali partners stiamo trovando nuove rotte da intraprendere insieme. Naturalmente ora siamo partiti con questi due paesi, ma l’obiettivo è sicuramente quello di creare una sorta di manifesto poetico e di ampliare gli orizzonti di cooperazione internazionale. Nel teatro del domani, rispetto a quello tradizionale, troverà spazio e riconoscimento quello d’avanguardia, magari supportato dalle nuove tecnologie audio - visive?

Luca Cairati in “Odissea il mare di nessuno”

Certamente, chi fa teatro deve essere visionario e attento alla realtà che lo circonda: inglobare moderni apparati tecnologici non rappresenta soltanto

una sfida per i teatranti, ma anche un’opportunità per creare nuovi linguaggi scenici e nuovi rapporti relazionali con il pubblico che, non necessariamente deve partecipare nella classica sala, ma può anche seguire uno spettacolo da remoto. Molti miei colleghi su questo concetto sono totalmente contro queste nuove forme di comunicazione teatrale online e non nego che anche io, in questi due anni, ho trovato molta fatica ad inserirmi in questa nuova forma di relazione a distanza, ma non bisogna dimenticare che può essere conunque una prospettiva per avvicinare un nuovo tipo di pubblico. Ovvio che l’evento scenico in presenza e il tipo di rapporto che si va a creare tra l’attore e il pubblico è un momento unico e imparagonabile! Ma il teatro è un mezzo per comunicare e utilizzare nuovi strumenti che possano avvicinare nuove persone al teatro – come per esempio tramite i poadcast – può essere meraviglioso, perchè ci riporta comunque all’arte del racconto, all’arte scenica. Utilizzare questi strumenti per raccontare come è nato uno spettacolo e come si è generato, può andare ad arricchire la fruizione dello spettacolo, tracciandone memoria. Pensiamo a Carmelo Bene, piuttosto che a Leo De Berardinis, che sono stati i due grandi pionieri del teatro sperimentale in Italia: quante volte Carmelo Bene ha giocato a modificare, amplificare e storpiare la propria voce con l’ausilio degli apparati tecnologici! Per chi fa teatro il concetto di sperimentare i nuovi mezzi comunicativi a propria disposizione, trovare nuovi linguaggi e nuove sfide è fondamentale! Prendo esempio diretto da uno dei miei spettacoli, “Odissea” : abbiamo sdoppiato quello che era la funzione del cantastorie attraverso l’uso di una chitarra che si trasforma in qualsiasi strumento musicale, con un bravissimo Francesco Curatella, musicista straordinario, rispetto alla voce narrante dell’attore, in questo caso la mia che interpreta svariati personaggi. Questi giochi che attraverso la tecnologia siamo stati capaci di creare in una dimensione che è quella della narrazione, ovvero il rapporto intimo tra lo spettatore e l’attore, hanno tracciato nuovi stati di comunicazione e creatività, dando vita ad uno spettacolo unico e originale.Ulisse per mè è l’archetipo dell’attore moderno, l’uomo che viaggia, l’uomo che ha sete di conoscenza e non si spaventa a cimentarsi in nuovi territori, cogliendo l’opportunità per conoscere meglio se stesso: questa è una delle funzioni che deve assolvere un attore, un regista, un drammaturgo, sperimentare nuove cose.

Luca Cairati in “Tristano e Isotta” - A dx l’attrice Irina Lorandi



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TECNOLOGIA

DAL MONDO

L’Italia piace agli investitori stranieri? Oggi sia le P.M.I. che le grandi imprese italiane si trovano a fronteggiare delle problematiche molto complesse, una di queste è sicuramente i forti rincari energetici. Ma tutte le crisi portano con sè anche delle opportunità, non dimentichiamo che il Know How italiano rappresenta da sempre eccellenza ed alta tecnologia come valore aggiunto in tutto il mondo. I dati nel triennio pre pandemia hanno evidenziato che gli investimenti esteri nel nostro paese sono molto cresciuti e che molti investitori esteri hanno dimostrato una forte attrattiva di investimento nella produzione italiana di beni e servizi. Basti pensare che, per ogni euro investito dalle grandi imprese estere in Italia si determina nella nostra economia una crescita complessiva della produzione industriale di circa 2,8 euro; inoltre l’ulteriore beneficio che le imprese estere portano al nostro paese e alle P.M.I., con le quali hanno rapporti di cooperazione, è sicuramente la condivisione di nuova conoscenza, valore tecnologico ed una maggiore spinta ai processi produttivi rivolti all’innovazione, favorendo l’accesso a nuovi mercati internazionali. Di Ivan De Stefano La Boettcher Systems è una realtà multinazionale tedesca presente con sedi operative in gran parte del mondo, imponendosi come leader globale grazie ai suoi prodotti specifici come i rulli di cambio utilizzati nella stampa, ma anche da rulli composti di materiali specifici con alti standard qualitativi richiesti nei piu’ svariati segmenti industriali come : imballaggio - chimica - vetro - tessile – legno – metallo – flexo – rotocalco - tissue - cuoio - plastica - food and beverage, offset e chimici e blanket per la stampa offset .

Raku: antica arte giapponese, reinterpretata da un’artista italiana che concettualizza stati d’animo per tramutarli in opere multiforme. Di Mattia Padella In questa intervista conosceremo piu’ da vicino un’artista molto interessante nel suo genere, lei si chiama Elisabetta Cavalieri Ducati, nipote del fondatore della nota casa motociclistica che, rispetto alla sua famiglia si è dedicata per anni al mondo della moda e del design. Queste significative esperienze lavorative l’hanno portata a spingersi nella ricerca interiore di se stessa e, dopo l’incontro con Elio Cristiani, maestro dell’antica tecnica Raku a Milano, dal quale ha appreso l’arte della ceramica, oggi è alla continua ricerca e sperimentazione della sua espressione artistica. Ringraziamo di questo incontro il Dr. Francesco Tursini, fondatore di TID (The Interior Design) a Milano ove promuove da anni artisti da tutto il mondo con mostre ed eventi dedicati. la più semplice rivoluzione, siamo troppo mente e possiamo vivere in armonia solo se ci abbandoniamo al naturale fluire. Non c’é passività ma consapevole azione e accettazione.

Elisabetta Cavalieri Ducati Direttore Generale Boettcher System Italia, Dr. Valeriano Tosi

Presso la Sede italiana di Boettcher System, sita a Trezzano sul Naviglio, Lombardia, abbiamo avuto il piacere di conoscere il Direttore Generale, Dr. Valeriano Tosi al quale abbiamo posto alcune domande per approfondire la tecnologia e l’affidabilità della sede italiana, a chi si rivolge e gli obbiettivi che si prefigge. L’azienda che dirige in Italia risulta essere ad alto profilo tecnologico e attualmente supporta vari rami industriali, può parlarci della domanda specifica richiesta alla Bottcher dalle imprese in Italia? Le imprese italiane sostanzialmente richiedono qualità, durata nel tempo, tempistiche di realizzazione adeguate e funzionalità del prodotto. I settori di interesse sono molteplici, quindi possiamo dire che la domanda specifica varia dal settore. Per ogni mercato al quale ci affacciamo esiste un ambiente chimico con il quale la gomma va a diretto contatto. All’interno dei singoli processi, nei macchinari utilizzati dai nostri clienti, esistono diverse lavorazioni, ad esempio: la spremitura del materiale, piuttosto che la laminazione, la verniciatura. Quindi la qualità e le caratteristiche della gomma per ogni singola lavorazione sono diverse e diventano fondamentali, in alcuni casi può essere richiesta una resistenza chimica a determinati solventi, mentre in altre applicazioni una resistenza a solventi di segno chimico opposto, resistenza alla pressione, all’abrasione e alla temperatura; a volte viene richiesto che la gomma abbia delle caratteristiche di anti adesività. Molto spesso nei processi che le ho elencato le resistenze richieste e le caratteristiche richieste alla gomma sono essere un mix di tutte queste caratteristiche. Una delle caratteristiche principali della nostra azienda risiede nel fatto che abbiamo la possibilità (supportata da una lunga esperienza) di comprendere i processi produttivi nei quali vengono utilizzati i rulli gommati e quindi poter studiare e fornire la migliore mescola possibile. Oltre al prodotto l’azienda offre Know How ai massimi livelli, quale supporto garantite ai vostri clienti specifici?

Boettcher rulli Rispondendo alla sua domanda: premetto che la sede centrale dell’azienda è situata a Colonia in Germania, questo è lo stabilimento produttivo più grande del gruppo ove lavorano oltre 500 persone; nella palazzina uffici è situato anche il Centro di ricerca e sviluppo ove si sperimentano oltre 300 mescole all’anno, di queste solo 15/20 diventano prodotti utilizzabili. Il processo qualitativo legato alle mescole sperimentate può consistere in semplici prove di immersione per testare la compatibilità chimica con qualsiasi solvente, ma soprattutto, l’aspetto che ci differenzia, è l’utilizzo di apparecchiature specifiche atte alla verifica le proprietà fisiche delle mescole utilizzate, ad esempio: la resistenza all’allungamento che può portare alla rottura, la resistenza alla pressione, all’abrasione, verificando e simulando l’utilizzo nel processo produttivo del singolo cliente. Sicuramente l’aspetto peculiare della nostra azienda consiste nel fatto che, ogni singola mescola viene prodotta da un unico stabilimento in Germania, le mescole vengo tutte da unica fonte, per poi essere vulcanizzate in loco attraverso un processo di lavorazione standardizzato. Tutti gli stabilimenti produttivi dell’azienda sono certificati ISO/9001/2015, questo per garantire la medesima qualità in ogni singola parte del mondo. Oggi anche il mercato delle imprese italiane è molto diversificato, molti investitori esteri hanno rile-

vato P.M.I. italiane di diversi settori mantenendone la produzione sul territorio italiano, altri invece sono subentrati con quote di compartecipazione; quali servizi potete offrire dalla vostra sede diretti alle imprese di respiro internazionale presenti sul territorio italiano? Boettcher garantisce la presenza sul mercato globale con oltre 30 stabilimenti nel mondo, la sua presenza commerciale è presente in circa 80 paesi, questa capillarità permette all’azienda di garantire una continuità dei servizi anche per le imprese internazionali, ci capita molto spesso di servire clienti che hanno una presenza globale per una produzione di tessuti, di packaging o di film plastici; spesso sovrapponendo le mappe dei plant dei nostri clienti internazionali, scopriamo che i nostri plant sono situati vicini ai loro. In Italia abbiamo un plant produttivo sito a Trezzano Sul Naviglio, e una forza vendita orientata all’assistenza tecnica composta da 10 persone, le quali operano direttamente sul mercato, ovviamente ci sono anche 2 responsabili di settore, 1 per il mondo grafico e 1 nel mondo dei rulli denominati “tecnici”, i quali interagiscono naturalmente con la rete vendita, con i clienti e si interfacciano quotidianamente con la casa madre per offrire sempre il miglior prodotto e il miglior sviluppo dei processi produttivi in funzione delle specifiche esigenze dei nostri clienti.

Lei ha avuto molte esperienze legate allo stile ed al design, una di queste risale al 1997 in cui ha lavorato nel mondo della moda per poi concludere la sua esperienza nel 2014, oggi si occupa di sviluppare arte giapponese, nello specifico ceramica, da dove questa passione? Se é vero che siamo il nostro oggi, risultato di tutto ciò che é stato, ecco che proprio dopo il 2014 e cioè quando tutto decanta, si uniscono le forme dell’anima con la percezione visiva viziata dal senso estetico. La necessità di rendere materia la visione spirituale sfocia nell’incontro con l’argilla, l’antica tecnica giapponese della ceramica Raku é stato il canale naturale. Si uniscono così il dentro e il fuori, l’anima e la materia, le mani fluiscono assiema all’idea L’arte giapponese del Raku è molto antica, e per il Giappone qualsiasi forma d’arte ha un significato molto preciso, può spiegarci anche il suo significato spirituale che interpreta nello sviluppo di questo metodo nelle sue opere.

Spesso i miei pezzi emergono da una meditazione in cui galleggiano immagini del mondo marino o di particolari naturali che mi incantano, a volte sculture senza utilizzo pratico, a volte ciondoli che impregno di preghiera affinché possano arrecare armonia, comprensione, fratellanza a chi li porta con sé - è affascinate l’energia impressa negli oggetti - a volte forme di argilla che lascio asciugare sulle mie mani in offerta o in ricezione, oppure segni fisici come la superficie graffiata dalle dita, a volte le tradizionali ciotole per il matcha - in realtà la vera missione della tecnica Raku utilizzata dai monaci zen per la cerimonia del thé Può anticiparci alcuni progetti nel medio lungo periodo, ai quali stà lavorando? Ecco, a proposito di azione fluida… non sento più la città come mia dimensione, desidero tornare a sentire, a risvegliare i sensi distratti, a vivere lentamente.. a breve sarà pronta una cascina nel monferrato - cascina mima - luogo di pace, profumi e silenzi in cui accogliere chi desidera unire attività di benessere spirituale alla ceramica, ad esempio con meditazioni che portino a realizzare il proprio simbolo energetico in ceramica raku, uno spazio da vivere in condivisione dove potersi dimenticare la mente e essere liberi di vivere nella semplicità.

Raku, connessione con i 4 elementi terra, acqua, fuoco ed aria. Una tecnica in cui puoi progettare ma non pianificare l’esatto risultato finale, é intrinseca l’accettazione di ciò che accadrà quando il fuoco e il fumo creeranno effetti inaspettati. Come nella propria vita, é riconoscere con umiltà di fluire nel divenire e non poter determinare il risultato del nostro progetto, di accettarlo. Per noi occidentali, tutti ratio, progetti e risultati… é esattamente una rivoluzione.. di fatto

Continuum

Anemone

Zen tea bowl

Boettcher prodotti per l’industria

Boettcher prodotti per il packaging



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