F Stone Magazine 05

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R I V I S TA I N T E R N A Z I O N A L E D I C U LT U R A D E L M A R M O E D E L L A P I E T R A _ I N T E R N AT I O N A L R E V I E W O F M A R B L E A N D S T O N E

FURRER

F Stone Magazine - rivista quadrimestrale/quarterly Anno III, n. 5, 2012 Febbraio/February

C A R R A R A

€ 8.00

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Stone Magazine - rivista quadrimestrale/quarterly - Anno III, n. 5, 2012 Febbraio/February

Stone Magazine

FURRER C A R R A R A

www.furrer.it

05

Trend setter GIULIO CAPPELLINI

GENIALE TALENT SCOUT, ELETTO DA “TIME” UNO DEI DIECI TREND SETTER MONDIALI DELLA MODA E DEL DESIGN INSPIRED TALENT SCOUT, ELECTED BY TIME ONE OF THE WORLD’S TEN LEADING TREND SETTERS IN FASHION AND DESIGN



Nel 2011 di casa in tutto il mondo.

Il LANGE 1 FUSO ORARIO. Un capolavoro che consente di determinare l’ora di tutti i fusi orari terrestri senza perdere di vista quella del proprio Paese.

del cerchio girevole delle città specifica l’ora del fuso indicata momentaneamente. Entrambi i quadranti sono inoltre dotati dell’indicazione del giorno e della notte.

nel luogo in cui atterrerà il mio aereo? È ancora il caso di telefonare alla mia famiglia? Può perfino rendere più piacevole il viaggio: basta lanciare uno sguardo

Il LANGE 1 FUSO ORARIO risponde quindi a tutti gli interrogativi che il cittadino del mondo moderno si pone riguardo al tempo del nostro pianeta: che ore sono

sul suo movimento realizzato con tradizionale lavorazione a mano, in perfetta sintonia con il motivo conduttore di A. Lange & Söhne: Tradizione creatrice.

Tel. 0584 83263 • info@morinigioielleria.it

www.lange-soehne.com



FSTONE MAGAZINE_ EDITORIAL

ROTTE SUL MARmo Routes to marble

Da sinistra/From left Pier Giorgio Balocchi, Pier Carlo Santini, Mariano Apa, Benvenuto Saba Foto/Photo: Benvenuto Saba

Vi sono molte strade, o “rotte”, che conducono a F Stone Magazine. La mia inizia con un gentile invito dell’armatore (come lo chiama Roberto Franzoni, che di barche se ne intende). E così mi trovo catapultato in una “compagine” (rivista) unica nel suo genere, di assoluto prestigio e con una compagnia di creativi dal multiforme ingegno dotati delle più sorprendenti qualità: tanto per fare un esempio, la redattrice si è fatta gli oceani a vela. Ho comunque la certezza che questa rivista sarebbe stata immensamente gradita a Pier Carlo Santini, mio maestro in Accademia, che fu per la mia generazione il primo a svelare i misteri del design, il primo a parlarcene come cosa viva, insieme alle “cose di marmo e di scultura”, e a farci comprendere come si potessero “coniugare” Munari e Vangi, e come, per essere noi “futuri” artisti, fosse necessario imparare a vivere bene e con stile. Tant’è che andavamo sempre a mangiare con lui a Vipore, su in collina sopra la dolce amata Lucca, a incrociare sguardi con Soavi che per quella sera aveva tradito Bocca di Magra e Ciccio (la foce degli “olivettiani”) o giornalisti milanesi della moda scesi da Milano verso la costa della Versilia. E non che la faccenda sia, fortunatamente, oggi diversa: di scultori/artisti/architetti/designer nella nostra amata/odiata piccola terra tra mare e Apuane ce ne sono ancora un bel po’... E se il Gotha dell’arte si reca al lavoro (di giorno) da Francesca Nicoli o, a Cave Michelangelo, dal manager Massari – fresco direttore della Accademia di Torino – o, più in su verso le cave, alla Tor-Art di Tincolini – dove la tecnologia robotica crea nuova sensibilità – o nei nostri numerosi altri laboratori più giù in Versilia, o da Giorgio Angeli dove lavora tra gli altri Morgana Ghini, o nei piccoli atelier nascosti, insieme al Morino e dagli altri giovani, la sera poi non mancano luoghi appartati e allegri dove il creativo non disdegna il lardo di Colonnata discutendo con passione se accompagnarlo con un Brunello, magari di Argiano. Una rivista raffinata: che cerca di occuparsi con competenza e passione, non disdegnando un po’ di allegria, di tutto quello che potete immaginare “di marmo e con il marmo” nella costa toscana, tra Bocca di Magra e il canale Burlamacca e che di qui parte per ogni orizzonte. A Pier Carlo sarebbe piaciuta certamente e a lui la dedico!

Many roads or “routes” lead to F Stone Magazine. Mine starts with a courteous invitation from the shipowner (as Roberto Franzoni, who knows all about boats, calls him). And so I find myself catapulted into a unique and highly prestigious “team” (magazine) with a multi-faceted group of creatives with many-sided gifts and the most striking qualities. Just to give an example, one of the subeditors has crossed the oceans in a sailboat. I am positive that this magazine would have been highly appreciated by Pier Carlo Santini, my mentor at the Accademia and the first to unravel the mysteries of design for my generation, the first to tell us about it as a living force, together with the “things of marble and sculpture,” and to help us understand how to combine Munari and Vangi, and how it was essential for us future artists to learn to live well and with style. So much so that we always went to eat out with him at Vipore, up in the hills above his beloved, gentle Lucca, to exchange glances with Soavi, who for that night had betrayed Bocca di Magra and Ciccio (the river mouth of the “Olivettiani”) or the Milanese fashion journalists who had descended from Milan to the coast of Versilia. Not that things are, fortunately, any different today: there are still a lot of sculptors/artists/architects/designers in our loved and hated little land, lying between the sea and the Apuan Alps... The Gotha of art goes to work (by day) with Francesca Nicoli or at the Cave Michelangelo, with the manager Massari – newly appointed Director of the Accademia in Turin – or, higher up near the quarries, to Tincolini’s Tor-Art, where robot technology is creating a new sensibility, or in our many other workshops further down in Versilia, or with Giorgio Angeli, where among others Morgana Ghini also works, or in the little hidden studios, together with Morino and the other young creatives. But later in the evening there is no shortage of other secluded and cheerful places where the creatives feast on lardo di Colonnata amid impassioned discussions, and wash it down with a Brunello, perhaps by Argiano. A refined magazine: it seeks to deal skillfully and passionately, and not without a touch of joyfulness, with everything imaginable “of marble and to do with marble” on the Tuscan coast, between Bocca di Magra and the Burlamacca Canal, and from here it radiates out toward all the points of the compass. Pier Carlo would certainly have enjoyed it, and to him I dedicate it! Pier Giorgio Balocchi


F Stone Magazine rivista quadrimestrale/quarterly Anno III, n. 5, 2012 Febbraio/February Direttore responsabile/Editor Roberto Franzoni Vicedirettore/Vice Editor Decio G.R. Carugati Collaboratori/Contributors Pier Giorgio Balocchi Matilde Battistini Giovanna Bernardini Lucrezia De Domizio Durini Marco Maiocchi Francesca Alix Nicoli Emanuel Dimas de Melo Pimenta Marcantonio Ragone Paolo Ulian Fotografie/Photos Archivio de Jorio Design/Archivio J. Laarman Lab/ Archivio MAA/Archivio Lorenzo Palmeri/ Archivio Interni Now/Marco Galardi/ Archivio Ulian/Elisa Belloni/Corbis Images/ Antonio Cozza/Furrer/Qiqi Jiang/ Emanuel Dimas de Melo Pimenta/ R. Pistone/Benvenuto Saba/ Federigo Salvadori/Gianni Tonazzini Idea/Concept Francesco Gorlandi Direttore creativo/Art Director Nicola Pedrini Coordinatore editoriale/Editorial Co-ordination Silvia Cucurnia Grafica/Graphic Stefano Ciuffi

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Riccardo Vatteroni

COPERTINA/COVER GIULIO CAPPELLINI Foto/Photo: Elisa Belloni

Revisione testi/Editing Simona Oreglia

20 09

NO MARBLE CHEAP BUILDING

06

Traduzioni/Translations

No marble, cheap building Cheap buildings, no marble

DESIGN_PEOPLE

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JORIS LAARMAN DESIGNER Scienza e natura Science and nature

Richard Sadleir DESIGN_PEOPLE

ACHITECTURE_PEOPLE Editore/Publisher

Thetis srl Via Oliveti, 110 - 54100 Massa www.thetis.tv

12

DESIGN_PEOPLE

20 Registrazione presso il Tribunale di Massa-Carrara 13/09/2010, n. 2-2010 Stampa/Printing Industrie Grafiche della Pacini Editore S.p.A, Pisa

FRANK O. GEHRy

CAPPELLINI Agendo nel rispetto dei materiali Working with respect for materials

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LORENZO PALMERI Risonanze/Resonances


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M A D E i n C A R R A R A

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FURRER SUPPLY AND INSTALLATION

55 34 75 85

80

28 54

ART_PEOPLE

ART_PEOPLE

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MÁRTÓN VÁRÓ Nell’incanto della scultura In the enthrallment of sculpture

52

ANTOINE PONCET

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MUSEO CIVICO DEL MARMO

54

La missione storica degli Istituti di cultura e dell’astrattismo internazionale The historic mission of Institutes of Culture and international Abstractionism

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DE JORIO DESIGN INTERNATIONAL La pietra, croce e delizia del settore navale The challenge of stone in shipbuilding

PLACES_PEOPLE

76

THINKING_DESIGN PENSARE SENZA SCARTI THINKING WITHOUT WASTE

78

F_AGENDA

ART_EVENTS

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JOHN CAGE Il rumore e il silenzio dell’anima The noise and silence of the soul

50

John Cage e le pietre John Cage and the stones

44

68

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8 domande ad Angelo Zubbani, sindaco di Carrara 8 questions to Angelo Zubbani, Mayor of Carrara

ON THE SEA_PEOPLE


NO MARBLE CHEAP BUILDING

Marco Maiocchi Nel suo Dizionario degli architetti, scultori, pittori, intagliatori in rame, in pietre preziose, in acciaio per medaglie e per caratteri, niellatori, intarsiatori, musaicisti d’ogni età e d’ogni nazione, pubblicato a Milano nel 1832, Stefano Ticozzi scriveva: “La pietra e il marmo, materia tanto più durevole e preziosa, che bisogna ire a cercarla sotterra, e di cui non a tutti i Paesi ha fatto dono la Natura, è ben lungi dal fornire, in virtù della natura sua propria, le tante varietà di ornamenti e di forme, che richiede l’architettura”. E ancora: “Augusto e Agrippa trasformarono Roma di creta in marmo”. E più oltre: “Dell’arioso dei colonnati, della bellezza e dignità delle colonne; non saria di parlare, né tampoco della varietà degli ordini, che nell’architettura sono lo stesso, che nella rettorica i differenti stili, o i differenti modi nella musica”. In his Dictionary of Architects, Sculptors, Painters, Engravers in Copperplate, in Precious Stones, in Steel for Medals and Typesetting, Niello-workers, Marquetry-workers and Mosaicists of Every Age and Nation, published in Milan in 1832, Stefano Ticozzi wrote: “Stone and marble are far more durable and valuable materials, which have to be sought beneath the ground, and which Nature has not bestowed equally on all countries. But in their natural state they are far from furnishing the many varieties of ornaments and forms that architecture requires.” And again: “Augustus and Agrippa found Rome brick and left it marble.” And further: “We have no space to speak of the airiness of colonnades or the beauty and dignity of columns, nor even of the variety of the orders, which in architecture are what the different styles are in rhetoric or the different modes in music.”

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Gian Lorenzo Bernini, COLONNATO DI PIAzzA SAN PIETRO, 1657-1667, Città del Vaticano Gian Lorenzo Bernini, THE COLONNADE IN ST. PETER’S SQUARE, 1657–67, Vatican City

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NO MARBLE CHEAP BUILDING

Cioè, il marmo è considerato materiale durevole e prezioso, e soprattutto di grande versatilità nella forma, a supporto della creatività e della sensibilità dell’architetto. Proviamo a rileggere bene il senso delle frasi; se l’edificio è di poco conto, senza un architetto di valore, non sarà necessario usare materiali preziosi (che costano1), durevoli (che sopravvivono nel tempo), versatilità per ornamenti e forme (valori estetici e cultura): invertendo il paradigma: cheap buildings, no marble. Non stiamo parlando di economia, ma di cultura: il marmo non è al servizio del valore materiale, ma di quello spirituale. Paradossalmente economico se rapportato alla sua durata (basti pensare a opere come la Venere di Milo o la Nike di Samotracia, che hanno oltre duemila anni di vita, o il Partenone, ancora più antico, o le figure femminili prenuragiche che datano anche un’età doppia, e così via), il suo vero valore è quello legato alla cultura: il marmo, piegato alle necessità di quest’ultima, è capace di esprimere l’uomo. Ma cultura non è banalmente attualità o erudizione: cultura è vivere nel proprio tempo, con consapevolezza del passato e con volontà del futuro; cultura è equilibrio e conoscenza del sé; cultura è vita. Allora marmo è vita. E non in senso traslato, ma come realtà fisica misurabile. Vivere nel marmo migliora la vita, e non solo quando chi ci vive è il lardo di Colonnata! Un esempio? L’uso di marmo è davvero correlato alla lunghezza della vita, dati alla mano. Consideriamo i Paesi importatori di marmo (dati dell’International Trade Centre, agenzia congiunta di Wto e Onu) e valutiamone l’import annuo; ovviamente è diverso il peso che hanno una tonnellata di marmo importata in Cina e una importata in Lussemburgo: allora, dividiamo la quantità di import per la popolazione della specifica nazione (dati Onu), ottenendo così l’import pro capite; ma, ancora, è diverso considerare una tonnellata di marmo importata da un Paese con un reddito pro capite basso da quella tonnellata importata dai ricchi Emirati Arabi; allora dividiamo il risultato dell’importazione pro capite per il prodotto interno lordo pro capite (dati del Fmi): otteniamo finalmente l’import di marmo pro capite, rapportato alla capacità di spesa. Adesso verifichiamo la relazione di questo indice con l’aspettativa di vita delle singole nazioni (dati Onu): il grafico che tracciamo è eloquente: i Paesi dove la speranza di vita è maggiore sono quelli che importano più marmo! E anche gli esperti statistici che vedono il quadrato del coefficiente di correlazione pari a 0,4 concordano che il modello sta davvero correlando due fenomeni!2 Magia dei numeri? Non tanto. Certo, i Paesi più ricchi possono permettersi più marmo, e nel contempo, hanno un tenore di vita più elevato, il che assicura una speranza di vita maggiore; eppure nel grafico sono rappresentati Paesi come la Grecia, il Cile, l’Argentina, che non sono propriamente Paesi ricchi, e che tuttavia hanno elevate importazioni di marmo ed elevata aspettativa di vita. Che davvero l’uso del marmo e la speranza di vita siano correlati? Possiamo pensarlo, ma possiamo fare di più: possiamo sperarlo, perché in questo caso ci sarebbe il riconoscimento di una relazione tra il bello, il pregevole, la forma estetica, la naturalezza del materiale, la diafana suggestiva semitrasparenza di un materiale eterno e la nostra capacità di trovare armonicamente una forma di vita e di prolungamento verso l’eternità della nostra mente, e quindi del nostro corpo. Cheap buildings, sciatte abitazioni, no marble, nessun respiro per l’anima. E forse anche cheap marble, no building, o anche cheap marble, cheap buildings, fino a sostenere apoditticamente che no marble, no buildings.

Hence marble is described as durable and precious, and above all extremely versatile, enhancing the architect’s creativity and sensibility. Let’s interpret the meaning of the sentence carefully. If the building is insignificant, without a competent architect, there will be no need to use materials that are precious (hence expensive1), durable (that survive in time), and versatile for ornaments and forms (aesthetic values and culture). Inverting the paradigm: cheap buildings, no marble. Here our concern is not with economics but culture. Marble fosters not a material but a spiritual value. Yet it is paradoxically economical, if we consider its durability. (Think of works like the Venus de Milo and the Nike of Samothrace, over two thousand years old, or the Parthenon, which is even older, or the pre-Nuragic female figures which are as much as twice as old, and so forth.) The true value of marble is cultural. Marble, when subordinated to the needs of culture, is capable of expressing humanity. But culture is not banal immediacy or erudition. Culture means living in the present with an awareness of the past and an eye to the future. Culture is balance and self-knowledge, culture is life. Hence marble is life. And not figuratively, but as a measurable physical reality. Living amid marble is life-enhancing. And not only when it is the material used for making the tubs in which lardo di Colonnata is matured! This is shown by the fact that the use of marble is closely correlated with life expectancy, as the figures show. Let’s consider marble-importing countries (data provided by the International Trade Centre, a joint agency of the WTO and UN) and evaluate the annual totals. (Obviously a ton of marble imported into China and a ton imported into Luxembourg are very different things.) Then divide the total imports by the population of a given country (UN figures), so obtaining the quantity per capita. Again a ton of marble imported by a country with a low per capita income is different from the figure for the wealthy United Arab Emirates. So we will divide the result of the per capita imports by the per capita gross domestic product (IMF data). Finally we get the figure for per capita imports of marble in proportion to spending power. Now we have to verify the correlation between this index and life expectancy in individual nations (UN figures). The graph speaks for itself: countries where life expectancy is highest are those that import most marble! And even statistical experts who reckon the square of the correlation coefficient as 0.4 agree that the model truly correlates two phenomena!2 Magic in numbers? Not at all. Of course the richest countries can afford most marble, and at the same time they have a higher standard of living, which ensures longer life expectancy. Yet the graph includes countries such as Greece, Chile and Argentina, which are not exactly rich countries, yet have high imports of marble and an elevated life expectancy. Are the use of marble and life expectancy really related? We may think so, but we can go further and hope so, because it would be the recognition of a correlation between the beauty, value, aesthetic qualities and naturalness of an eternal material, between its expressive diaphanous translucency and our ability to find a harmonious form of life and the extension toward eternity of our minds and so of our bodies. Cheap buildings, no marble, no scope for the soul. And perhaps even cheap marble, no buildings, or even cheap marble, cheap buildings, leading us to assert incontestably no marble, no buildings.

1 Ma sarà poi vero che il marmo costa? In accordo con gli Annuari statistici dell’Istat, il costo di costruzione per un’abitazione residenziale è costituito per circa il 55 per cento dalla mano d’opera, per circa il 7 per cento da trasporti e noli, e per circa il 38 per cento dai materiali; pietre e marmi incidono per lo 0,2 per cento. Se usassimo il quintuplo di marmi, aumenteremmo il costo degli edifici dell’1 per cento.

1

2 I Paesi tenuti in considerazione sono i seguenti: Algeria, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Bangladesh, Belgio, Brasile, Burkina Faso, Cambogia, Canada, Chad, Cile, Colombia, Costa d’Avorio, Ecuador, Egitto, Etiopia, Federazione Russa, Filippine, Francia, Germania, Ghana, Grecia, Guatemala, India, Indonesia, Iran, Iraq, Italia, Giappone, Kazakhstan, Kenya, Madagascar, Malesia, Mali, Messico, Marocco, Nepal, Olanda, Niger, Pakistan, Perù, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Democratica Popolare di Corea, Repubblica di Corea, Repubblica Unita di Tanzania, Romania, Rwanda, Senegal, Siria, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti d’America, Sudan, Tailandia, Tunisia, Turchia, Ucraina, Uganda, Uzbekistan, Venezuela, Viet Nam, Yemen. Sono stati esclusi i Paesi con meno di dieci milioni di abitanti e quelli che, come per esempio la Cina, mostrano consumi fortemente localizzati, mentre i dati disponibili sono globali sul Paese. I valori sull’import di marmo sono stati calcolati come media degli anni 2006-2010.

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But is it really true that marble is expensive? According to ISTAT’s statistical yearbooks, some 55 percent of building costs of residential housing are due to labor costs, some 7 percent to transport and freight, and about 38 percent to other materials. Stone and marble account for only 0.2 percent. If we used five times as much marble, it would increase building costs by 1 percent.

2 The countries considered are: Algeria, Saudi Arabia, Argentina, Australia, Bangladesh, Belgium, Brazil, Burkina Faso, Cambodia, Canada, Chad, Chile, Colombia, Cote d’Ivoire, Ecuador, Egypt, Ethiopia, Russian Federation, Philippines, France, Germany, Ghana, Greece, Guatemala, India, Indonesia, Iran, Iraq, Italy, Japan, Kazakhstan, Kenya, Madagascar, Malaysia, Mali, Mexico, Morocco, Nepal, Netherlands, Niger, Pakistan, Peru, Poland, Portugal, United Kingdom, Czech Republic, Democratic Republic of Congo, Democratic People’s Republic of Korea, Republic of Korea, United Republic of Tanzania, Romania, Rwanda, Senegal, Syria, Spain, Sri Lanka, United States of America, Sudan, Thailand, Tunisia, Turkey, Ukraine, Uganda, Uzbekistan, Venezuela, Vietnam, Yemen. The survey excluded countries with under ten million inhabitants and those that, like China, where consumption was highly localized, while the data available are for the country as a whole. The figures for marble imports have been calculated as the average of the years 2006 to 2010.


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Filosofia UmanitĂ ResponsabiltĂ

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Relazione Esperienza Rispetto Omaggio alla Furrer di Nicola Pedrini e Filippo Rolla

STONE PROVIDED BY

FURRER C A R R A R A

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ARCHITECTURE_ PEOPLE

DECOSTRUTTIVISTA, SCULTORE, ARCHISTAR / DECONSTRUCTIVIST, SCULPTOR, STAR-ARCHITECT

Frank O. Gehry Marcantonio Ragone

DECOSTRUTTIVISTA, SCULTORE, ARCHISTAR. SONO QUESTI I TERMINI PIÙ SPESSO UTILIZZATI PER DESCRIVERE LA FIGURA E L’OPERA DI FRANK O. GEHRy CHE, CERTO, DI MESTIERE FA L’ARCHITETTO MA IN MODO TALMENTE ORIGINALE DA FAR PENSARE CHE LE SUE OPERE SIANO MOLTO PIÙ DI SEMPLICI EDIFICI.

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WALT DISNEY CONCERT HALL, 1991-2003, Los Angeles

DECONSTRUCTIVIST, SCULPTOR, STAR-ARCHITECT. THESE ARE THE TERMS MOST OFTEN USED TO DESCRIBE THE FIGURE AND WORK OF FRANK O. GEHRy. HE IS, OF COURSE, AN ARCHITECT By PROFESSION, BUT HIS ORIGINALITy IS SUCH THAT IT SUGGESTS HIS WORKS ARE MORE THAN JUST BUILDINGS.

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ARCHITECTURE_PEOPLE

TABULARIUM 1, tavolo basso, Travertino rosso persiano, nero Portoro TABULARIUM 1, low table, Persian Red Travertine, Portoro Black

RILIEVO, tavolo, 1985 Grigio olivo, disponibile anche nella versione Blu Venato RILIEVO, table, 1985 Olive gray, also available in the version Blue Veined

WALT DISNEY CONCERT HALL, 1991-2003, Los Angeles

Egli stesso ama alimentare quelle definizioni che lo differenziano dal profilo

He does his part to foster such descriptions, which distinguish him from the

classico dei suoi colleghi quando racconta di sentirsi un outsider nella comunità

more classic profile of his colleagues. He likes to present himself as an outlier in

degli architetti e preferisce ancor oggi “mescolarsi” agli artisti “visual”, siano essi

the community of architects, and still today he prefers to mix with visual artists,

scultori o pittori.

whether painters or sculptors.

La sua predilezione per Rothko e Jasper Johns, la frequentazione in gioventù

His predilection for Rothko and Jasper Johns, his youthful frequentation of

degli ambienti artistici attivi in California e in particolare nell’area di Los Angeles

art circles in California, especially 1960s Los Angeles, his flair for constantly

negli anni sessanta, l’attitudine a osservare costantemente con spirito indagatore

observing things and their spatial relations with a inquiring spirit have all come

le cose e le loro relazioni spaziali sono altrettanti presupposti da cui trae origine

together to form the stylistic hallmark of his architecture.

la sua cifra stilistica nel campo dell’architettura.

His projects are always pervaded by a sense of enchantment, or rather “wonder,”

Nei suoi progetti prevale sempre il sentimento dell’incanto, meglio, della

since “wonder is the architect’s aim,” to paraphrase Giambattista Marino’s adagio

“meraviglia”, come intesa dal marinismo seicentesco, essendo “dell’architetto

addressed to the poet.

il fin la maraviglia”, parafrasi dell’adagio rivolto al poeta.

This sentiment prevails over everything: functional reasons, the relation to the

Questo sentimento prevale su tutto, ragioni funzionali, relazioni con il contesto

context and in some cases even budget constraints.

e, in alcuni casi, budget da rispettare.

This is how Gehry, especially since the construction of the Guggenheim

Ed è cosi che Gehry diventa, soprattutto a partire dalla realizzazione

Museum in Bilbao, became certainly an outstanding figure on the international

del Guggenheim Museum a Bilbao, una figura di sicuro rilievo ma anche

architectural scene, but also one who is extremely controversial. He still arouses

estremamente controversa del panorama architettonico internazionale, sempre

polemics, sometimes being the target of fierce invective but more often of

argomento di discussione, talvolta bersaglio di feroci invettive, più spesso oggetto

admiration and unconditional acclaim.

di ammirazione ed encomio incondizionati.

His work is universally known for the way he uses titanium on the exteriors to

La sua produzione è universalmente nota per l’uso del titanio negli esterni,

bring out the forms of the volumes.

materiale capace di dare enfasi alle forme dei volumi progettati. Forme complesse,

The complex wrap-around shapes with their strong visual impact define interior

avvolgenti e di sicuro impatto che definiscono spazi interni di concezione più

spaces with a more conventional design, making use of the commonest

convenzionale e dove trovano applicazione materiali d’uso più corrente, vetro

materials in current architecture, notably glass and wood laminate.

e compensati di legno su tutti.

Despite his predilection for this boldly tactile architecture, Gehry does not use

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GUGGENHEIM MUSEUM, 1990-1997, Bilbao

A dispetto di un’architettura così arditamente plastica, la pietra, il materiale di più

stone, the material with the highest sculptural vocation, in his architecture to

alta vocazione scultorea, non appare, nell’architettura di Gehry, al pari del metallo

the same extent as metal, though he does apply it to attain certain important

anche se è chiamata ugualmente a svolgere importanti funzioni espressive e

expressive and symbolic functions. But Gehry still has an account open with this

simboliche. Ma con ogni probabilità Gehry ha ancora un conto aperto con questo

material and it could be settled in one of his upcoming projects.

materiale e questo potrebbe anche chiudersi con qualcuna delle sue prossime

This is the Walt Disney Concert Hall, which from the original conception of the

realizzazioni.

design was meant to be built entirely in stone. The choice of steel to achieve

Il conto aperto in particolare si chiama Walt Disney Concert Hall, opera che fin

the effect of “wing on wing with the wind behind you,” as Gehry himself

dal concepimento progettuale avrebbe dovuto essere integralmente in pietra.

described the building, was made necessary precisely because of technical

La scelta dell’acciaio per la “barca a vela con il vento in poppa”, come Gehry

problems but above all to keep the project on budget. Gehry visited Carrara in

ha definito a suo tempo l’edificio, fu necessaria proprio a causa di problemi tecnici

person to discuss the project with the only companies able to perform the work

ma soprattutto di budget. Gehry venne personalmente a Carrara a discutere del

and to examine the striking mock-up of the wall cladding in Vicenza stone, built

progetto con le sole aziende in grado di eseguire il lavoro e a esaminare da vicino

specially for the occasion. It proved impossible, however, to square the circle,

l’impressionante mock-up del rivestimento in pietra di Vicenza, che fu allestito per

and stone was used only for the plinth, a sort of pedestal on which the plastic

l’occasione. La quadratura del cerchio, però, non riuscì e la pietra poté essere

mass of metal rests. The monumental access stairs are in Roman travertine.

usata solo per la parte basamentale, sorta di piedistallo su cui poggia la plastica

The external paths are paved with a French limestone with a distinctive beige

massa metallica. Monumentali scale d’accesso in travertino romano, percorsi

hue, also used to cover the vertical walls in the lower part of the building.

esterni pavimentati con un calcare francese dal tipico tono beige, con cui sono

They reflect a color preference for beige which is common to Gehry’s other

stati rivestiti anche i setti verticali della zona inferiore dell’edificio, denunciano una

buildings. These are materials with neutral colors, without conspicuous veining

preferenza cromatica, il beige appunto, comune anche ad altre sue realizzazioni.

or other decorative patterns and therefore easier to integrate with the rest of

Materiali dal colore neutro, quindi, senza eclatanti venature o altre preziosità

the work, leaving the bright enfolding steel volumes as the dominant feature,

decorative e capaci, proprio per questo, di integrarsi con discrezione al resto

asserting their presence and making it stand out clearly against the masses and

dell’opera, lasciando interpretare il ruolo di protagonista ai luccicanti e avvolgenti

volumes of the surrounding skyscrapers.

corpi in acciaio la cui presenza sa imporsi anche nei confronti delle masse

All the same, stone is also the object of Gehry’s juggling design. He always likes

e dei volumi dei grattacieli circostanti.

to grapple with the challenge of the extreme.

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ARCHITECTURE_PEOPLE

WALT DISNEY CONCERT HALL, 1991-2003, Los Angeles

Alla pagina accanto_Opposite DG-BANK, 1995-2000, Berlino/Berlin

Walt Disney Concert Hall: mock-up in pietra di Vicenza (elaborazione grafica Nicola Pedrini) Walt Disney Concert Hall: Vicenza stone mock-up (graphic work by Nicola Pedrini)

PER LA WALT DISNEy CONCERT HALL, GEHRy VENNE PERSONALMENTE A CARRARA A DISCUTERE DEL PROGETTO CON LE SOLE AZIENDE IN GRADO DI ESEGUIRE IL LAVORO ED ESAMINARE DA VICINO L’IMPRESSIONANTE MOCK-UP DEL RIVESTIMENTO IN PIETRA DI VICENZA ALLESTITO PER L’OCCASIONE DALLA FURRER FOR THE WALT DISNEY CONCERT HALL, GEHRY VISITED CARRARA IN PERSON TO DISCUSS THE PROJECT WITH THE ONLY COMPANIES ABLE TO PERFORM THE WORK AND TO ExAMINE THE STRIKING MOCK-UP OF THE CLADDING IN VICENzA STONE INSTALLED BY FURRER FOR THE OCCASION

Tuttavia anche la pietra è oggetto del funambolismo progettuale di Gehry, che ama

The low-key expressive function noted above contrasts with the complexity of the

sempre cimentarsi con la sfida dell’extreme.

forms of some of the pieces produced.

Alla dimessa funzione espressiva di cui si è detto fa da contrasto, infatti,

Artifacts for the external stairs that are asymmetrical and shaped by irregular

la complessità delle sagome di una parte delle pezzature prodotte.

curved cuts; numerous special pieces fashioned using the latest computerized

Manufatti per le scale esterne, asimmetrici e sagomati da irregolari tagli curvilinei;

technologies; the surface finishes in variable thicknesses and shaped

numerosi pezzi speciali realizzati grazie a tecnologie computerizzate di ultima

to fit the product to the profiles and forms into which they are set, and

generazione; finiture superficiali a spessore variabile e plasmate per adattare

to maintain the morphological continuity of the whole: all this reveals the

il prodotto ai profili e alle forme in cui inserirlo e mantenere la continuità

expertise of the architect, accustomed to demand the finest but not

morfologica dell’insieme: tutto ciò dimostra la competenza specifica dell’autore,

the impossible.

abituato a chiedere il massimo ma non l’impossibile.

Stone appears to the same effect and with the same complexity of fabrication in

La pietra si presenta con identica funzione e uguale complessità realizzativa

the Guggenheim Museum in Bilbao, another of Gehry’s creations to which he

nel Guggenheim Museum a Bilbao, l’altra creatura a cui Gehry deve molta

owes much of his planetary popularity.

della sua popolarità planetaria.

The strong impression the building makes on viewers is due once again to its

La forte impressione che l’edificio produce nell’osservatore è dovuta ancora

imaginative volumes and its cladding, in this case of titanium. Yet the impact of

una volta alla immaginifica volumetria e al suo rivestimento, che qui è in titanio,

this complex architectural machine on the environment is not disturbing, despite

ma l’impatto della complessa macchina architettonica sul contesto non disturba,

its essential foreignness to the genius loci.

pur nella sua sostanziale estraneità al genius loci.

Certainly the work in Bilbao has a more prominent articulation of its volumes.

F StoneMagazine 16


VILLA ALESSI sul lago Maggiore, vista laterale, Suna (Verbania) ALESSI HOUSE on Lake Maggiore, side view, Suna (Verbania)

F StoneMagazine 17


GUGGENHEIM MUSEUM, 1990-1997, Bilbao

WALT DISNEY CONCERT HALL, 1991-2003, Los Angeles

DG-BANK, 1995-2000, Berlino/Berlin

LA PIETRA DEL GUGGENHEIM è, COMUNQUE, UN MATERIALE NIENTE AFFATTO MARGINALE; SOLO LE PAVIMENTAzIONI (SIA INTERNE SIA ESTERNE) HANNO RICHIESTO 12.000 METRI QUADRATI DI AMBAR LIMESTONE ALL THE SAME, STONE IS FAR FROM MARGINAL IN THE GUGGENHEIM. THE PAVING ALONE (OF BOTH INTERIOR AND ExTERIOR) CALLS FOR 12,000 SQUARE METERS OF AMBAR LIMESTONE

Certamente l’opera di Bilbao si presenta con una più accentuata articolazione

Stonework is used to signal the space reserved for the administrative area,

dei volumi di cui è composta.

embodied in an architecture conceived in a more current character and in a

La pietra, infatti, segnala la parte riservata all’area amministrativa, concepita

sense independent of the rest of the work, while titanium is dominant as a facing

secondo un’architettura di stampo più corrente e in un certo senso autonoma

for the spaces devoted to the art collections and exhibitions, bearing Gehry’s

rispetto al resto dell’opera, mentre il titanio la fa da padrone assoluto nel

unmistakable signature and defining the museum’s true identity.

rivestimento degli spazi dedicati alle collezioni e alle mostre d’arte, che portano

All the same, stone is far from marginal in the Guggenheim. The paving alone

l’inconfondibile firma di Gehry e definiscono la vera identità del museo.

(of both interior and exterior) calls for 12,000 square meters of Ambar limestone,

La pietra del Guggenheim è, comunque, un materiale niente affatto marginale;

quarried near Granada, with its darker hue chosen by Gehry also for the vertical

solo le pavimentazioni (sia interne sia esterne) hanno richiesto 12.000 metri

cladding.

quadrati di Ambar Limestone, il calcare estratto nei pressi di Granada, scelto

Slabs measuring 600 x 800 x 40 millimeters are used in most of the outer facing.

da Gehry anche per i rivestimenti verticali nella sua tonalità più scura.

They are installed with metal anchors and with the vertical grouting between the

Lastre di 600 x 800 x 40 millimetri costituiscono la gran parte del rivestimento

contiguous slabs staggered by only 100 millimeters.

esterno, posato con ancoraggi metallici e con uno sfalsamento dei giunti verticali

A true tribute to stone, which again in Bilbao required Gehry to be innovative in

tra lastre contigue di 100 millimetri.

its installation.

Un vero e proprio tributo, quindi, alla pietra che anche a Bilbao chiama Gehry

Very special treatment was required to achieve the perimetric curvatures imposed

a impegnarsi sul fronte delle innovazioni applicative.

by the design of the external tower and the long passageway/corridor that gives

Lavorazioni molto particolari sono state, infatti, necessarie per poter raggiungere

access to it and other parts of the structure. All the problems were again solved

l’obiettivo delle curvature perimetrali imposte dal disegno della torre esterna,

with the aid of CNC machines and sophisticated design software which Gehry’s

del lungo passaggio/corridoio che vi accede e di altre parti della struttura.

office was one of the first to adopt and has used with steadily increasing skill.

Tutti problemi risolti, anche in questo caso, con l’ausilio di macchine a controllo

But stone also lies in Gehry’s deepest chords, as appears clearly in another of his

numerico e di sofisticati software progettuali a cui lo studio di Gehry ha fatto

most admired works, the DG Bank in Berlin, completed between 1999 and 2000.

ricorso fra i primi e con crescente dimestichezza.

The building stands on a site before the Brandenburg Gate.

Ma che la pietra stia nelle corde più intime del nostro autore appare con tutta

The outstanding historical significance of the site called for careful and measured

evidenza in un’altra delle sue opere più commentate, la DG Bank completata

gestures in order to avoid altering the composed atmosphere that its memory

a Berlino tra il 1999 e il 2000.

demands.

F StoneMagazine 18


DG-BANK, 1995-2000, Berlino/Berlin

L’edificio sorge su un lotto antistante la Porta di Brandeburgo e la grande rilevanza

Gehry embodied this restraint in a building that could be called two-faced,

storica del luogo impone gesti cauti e misurati per non alterare l’atmosfera di

with two very different elevations. The side overlooking the Brandenburg Gate

compostezza che la memoria esige. Gehry si uniforma al dettato della misura

is rigorously orthogonal, rising five stories high and housing the bank with its

con un intervento che si potrebbe definire “bifronte”, con due differenti prospetti.

offices. The second, facing the Alexanderplatz, is more animated. It rises ten

Di rigorosa ortogonalità quello che si affaccia sull’antistante Porta di Brandeburgo,

stories high and contains thirty-nine apartments. Both elevations are faced with

alto cinque piani e dove trova accoglienza la banca con i suoi uffici. Più “giocato”

Vicenza stone of a beautiful pale yellow color which the passage of time will

il secondo, rivolto verso Alexanderplatz, alto dieci piani e che ospita trentanove

mellow until it harmonizes with the Brandenburg Gate.

appartamenti. Entrambi i prospetti sono rivestiti con pietra di Vicenza di un bel

Here the architect used a cladding of stone slabs of impressive dimensions

colore giallo paglierino che il trascorrere del tempo altererà armonizzandolo

(180 x 350 x 60 centimeters), which imposed tolerances of the order

con la tonalità della Porta di Brandeburgo.

of 2 millimeters on the fabricators and entailed substantial problems

Qui il progettista ha fatto ricorso a un paramento di masselli di imponenti

of transport and installation.

dimensioni (180 x 350 x 60 centimetri) imponendo ai trasformatori tolleranze

The facing on the opposite facade is more traditional, with slabs 4 centimeters

dimensionali dell’ordine di 2 millimetri e non banali problemi di trasporto e posa

thick, but its design is also original, with an undulating form which Gehry chose

in opera dei pezzi. Più tradizionale il rivestimento del prospetto opposto per la

to combine with projecting windows in homage to Berlin’s Expressionist masters.

misura corrente delle lastre a 4 centimetri di spessore, ma ugualmente originale

The interplay of light and shade between the cladding and the windows is critical

per l’andamento ondulato che Gehry ha scelto di realizzare in combinazione con

in transforming the “breaks” of the windows in the facade into soft continuous

finestre aggettanti, in omaggio ai maestri dell’espressionismo berlinese.

lines with an effect that heightens the overall plasticity of the cladding.

Il gioco di luci e ombre tra rivestimento e finestre è decisivo per trasformare

The stylistic metamorphosis of the exterior, to some extent imposed on Gehry

le “spezzate” della facciata in morbide linee continue con un effetto da cui

by expediency and the planning regulations, again gives rise to invention and a

scaturisce il senso di maggior plasticità complessiva del paramento.

sense of wonder when one enters the building, where the designer’s hallmark is

La metamorfosi stilistica dell’esterno, a cui Gehry è stato in qualche modo

again evident, vivid and unmistakable, sealing the work like his signature set at

obbligato da ragioni di opportunità e da regolamenti pubblici, lascia nuovamente

the foot of a page.

il campo all’invenzione e al sentimento del mirabile quando si passa all’interno dell’edificio, dove la cifra del progettista ritorna, viva e riconoscibile senza possibilità di errore, e sigilla l’opera come una firma in calce.

F StoneMagazine 19


DESIGN_ PEOPLE

Decio G.R. Carugati

AGENDO NEL RISPETTO DEI MATERIALI “Da sempre mi è cara” spiega Cappellini, “come architetto, designer o produttore, un’affermazione di Mies van der Rohe: ‘I materiali, sia gli artificiali come i naturali, hanno tutti caratteristiche importanti’. Vanno dunque usati per come si devono usare, cercando di ottimizzarne le peculiari differenti valenze”. F StoneMagazine 20


Giulio Cappellini

WoRkIng WIth ReSpeCt foR MAteRIAlS “As architect, designer or manufacturer,” says Cappellini, “I’ve always liked what Mies van der Rohe once said: ‘All materials, whether natural or artificial, possess important qualities.’ So they have to be used as they ought to be used, seeking to optimize specific different values.” F StoneMagazine 21


Furniture by Cappellini catalog

Stretto in testa, con le panche che, dirimpettaie, lo affiancano per tutto lo sviluppo

Narrow at the end, with benches flanking its whole length, the long wooden table

longitudinale, il lungo tavolo di legno evoca il desco della consuetudine conventuale.

evokes the traditional monastic dinner table. So close to the old board, when a

Così prossimo all’antico apparecchio, quando un piano di legno, intatto, massiccio,

roughhewn wooden plank, cut out of the heart of the tree, either walnut or oak, would

tagliato nel cuore della pianta, noce o quercia, veniva poi allestito all’occasione,

be fitted up for the occasion, and the supports, of either stone or rock, would raise it

e i supporti, pietra o sasso, lo ponevano ad altezza di seduta. Nell’open space

above the level of the chairs. In the open-plan layout on the first floor of the historic

al primo piano della storica sede di Cassina a Meda, Giulio Cappellini siede tra

premises of Cassina in Meda, Giulio Cappellini sits among his collaborators. And that

i suoi collaboratori. E quel tavolo è luogo di condivisione di un’intenzione che investe

table is a place for sharing an intention that affects the ways and means in different

modi e mezzi nei differenti settori di interesse progettuale in ambito internazionale,

areas of interest internationally, from architecture to design, product design and the

dall’architettura al design al product design al contract. “…Da sempre mi è cara”

contract sector. “As architect, designer or manufacturer,” says Cappellini, “I’ve always

spiega Cappellini, “come architetto, designer o produttore, un’affermazione di Mies

liked what Mies van der Rohe once said: ‘All materials, whether natural or artificial,

van der Rohe: ‘I materiali, sia gli artificiali come i naturali, hanno tutti caratteristiche

possess important qualities.’ So they have to be used as they ought to be used,

importanti’. Vanno dunque usati per come si devono usare, cercando di ottimizzarne

seeking to optimize specific different values. Hence stone, for which I have a special

le peculiari differenti valenze. Così i lapidei, per i quali nutro una particolare

predilection, is exquisitely natural and offers variants even within the categories into

predilezione, squisitamente naturali, presentano varianti persino all’interno

which it is divided, from the most neutral forms to the richest and most varied. I like

delle tipologie che li identificano, dall’espressione neutra alla più ricca

to use them on the wide variety of fronts of ideational action, from architecture to

e variegata. Mi piace utilizzarli sui fronti plurimi del fare ideativo, dalle architetture

furniture to whatever else represents its rewarding embodiment.”

agli arredi a quant’altro possa rappresentarne il gratificante impiego…”.

Since 1979 Giulio Cappellini has been active as designer entrepreneur of the brand

Sin dal 1979, Giulio Cappellini agisce il ruolo di designer imprenditore del Marchio

of the same name, also devoting himself, as the firm’s art director, to the search for

omonimo, dedicandosi altresì, in qualità di art director dello stesso, alla ricerca

still undiscovered design talents and promoting their success by his innate qualities

di talenti del design spesso ancora del tutto sconosciuti, favorendone il successo

as a mentor.

grazie a sue innate doti di maieuta. Nel 2004, anno in cui la Cappellini Spa entra

In 2004, the year Cappellini Spa entered the group managed by the Charme

nel gruppo gestito dal fondo di investimenti Charme, facente capo alla famiglia

investment fund headed by the Montezemolo family, which includes names such

Montezemolo, dove figurano nomi quali Poltrona Frau e Cassina, persegue

as Poltrona Frau and Cassina, he was personally responsible for the product and

personalmente le strategie di prodotto e comunicazione dell’azienda.

communications strategies.

F StoneMagazine 22

BONG, tavolino rotondo, 2004 design Giulio Cappellini BONG, round table, 2004 design Giulio Cappellini


AI MIEI COllABORAtORI CHIEDO SEMPRE lA MASSIMA AttENzIONE E DEtERMINAzIONE NEI CONFRONtI DEl PROGEttO, quAlE ESSO SIA, PRODuCt DESIGN O ARCHItEttuRA I AlwAyS ASk My StAFF tO DEVOtE tHE utMOSt AttENtION AND DEtERMINAtION tO tHE PROjECt, wHAtEVER It IS, wHEtHER PRODuCt DESIGN OR ARCHItECtuRE

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gLi spaZi iNterNi ed esterNi risULtaNo seNZa soLUZioNe di coNtiNUitÀ, QUaNdo graNdi vetrate coNseNtoNo L’iNterreLaZioNe sia aperte sia chiUse the iNteriors aNd eXteriors are seamLessLy UNited, With Large WiNdoWs iNtercoNNectiNg them both WheN opeN or cLosed

Eletto dalla rivista “time” uno dei dieci trend setter mondiali della moda e del design, collabora in veste di art director con Flaminia, Alcantara, Ridea. Presta il suo insegnamento nelle facoltà di design e architettura di prestigiosi atenei internazionali, organizza mostre ed eventi, tra questi il temporary Museum for New Design presso Superstudio Più a Milano. Riceve quindi un ambito riconoscimento dal governo francese per l’impegno dimostrato nella diffusione mondiale del buon design. “…Non amo il segno prevaricante, irrispettoso del contesto naturale. Così nello studio delle architetture di una grande villa in Sardegna, prossima a Porto Cervo, arroccata sulla collina, la mia preoccupazione è stata quella dell’integrazione, della giustificazione delle valenze estetiche strutturali, escludendo qualsivoglia gratuità negli interventi. Per questo i rivestimenti del complesso, che si articola su cinque livelli, sono per lo più di pietra locale. Gli spazi interni ed esterni risultano senza soluzione di continuità, quando grandi vetrate consentono l’interrelazione sia aperte sia chiuse. la piscina – in realtà una sorta di lago esteso verso l’interno – è interamente rivestita di quadrotti, 90 x 90 centimetri, lapidei di colore molto chiaro, gli stessi dello spiazzo esterno e del pavimento del salone al primo piano. le architetture paiono galleggiare, figure rigorose minimali, nell’ampio specchio chiaro. l’effetto è sorprendente, ancor più la notte con luci che ne accarezzano l’andamento. All’interno sono di esempio aree importanti quali il bagno riservato alla proprietà, dove belle lastre di bianco Statuario vengono mixate a mosaico d’oro bianco. In altre zone marmi verdi, neri, azzurri, rosati, tutti preziosissimi, accoppiati con mosaico o rivestimenti in legno, connotano e caratterizzano gli ambienti.

F StoneMagazine 24


Chosen by Time magazine as one of the ten global trendsetters in fashion and design, he works as art director for Flaminia, Alcantara and Ridea. He teaches in schools of architecture and design at prestigious international universities, and organizes exhibitions and events, including the temporary Museum for New Design at Superstudio Più in Milan. He has also received a prestigious award from the French government for his commitment to the dissemination of good design worldwide.

Photo: Marco Galardi, Interni Now

Le architettUre paioNo gaLLeggiare, FigUre rigorose miNimaLi, NeLL’ampio specchio chiaro

“I do not like an aggressive landmark, disrespectful of the

the architectUre seem to FLoat, With rigoroUsLy miNimaList

natural environment. Hence in designing the architecture

FigUres, iN the Large cLear reFLectioN pooL

of a large villa in Sardinia, close to Porto Cervo, perched on a hill, I favored its integration, so as to justify its aesthetic and structural values, excluding any gratuitousness in the project. For this reason the complex, laid out on five levels, is mostly faced with local stone. the interiors and exteriors are seamlessly united, with large windows interconnecting them both when open or closed. the pool – actually a sort of lake extending into the interior – is fully lined with squares, measuring 90 x 90 centimeters, of very light-colored stone, the same as that used on the space outside and in the flooring of the salon on the first floor. the architecture seem to float, with rigorously minimalist figures, in the large clear reflection pool. the effect is astonishing, and all the more so at night, when the lights caress its development. Inside the house there are important areas, such as the master bathroom, where slabs of fine white Statuary marble mingle with white gold mosaic. In other zones green, black, blue and pink marbles, all very precious, are combined with mosaic or wooden paneling to distinguish and characterize the interior.

F StoneMagazine 25


NoN vi è cosa che si possa improvvisare NothiNg caN be improvised

Dove questi singoli materiali primeggiano, protagonisti da un punto

where these single materials predominate as the main notes

di vista cromatico, gli altri elementi sono assolutamente basici.

of a chromatic treatment, the other elements are very basic. As

quanto agli arredi, data l’importanza degli spazi vengono intesi

for the furnishings, given the importance of the spaces they are

pezzi fuori scala in accostamento a icone del design, grandi quadri

outsize pieces juxtaposed with design icons, great paintings and

e sculture della collezione d’arte padronale…”.

sculptures from the owner’s art collection.” During his studies

Nel corso degli studi presso la facoltà di architettura del Politecnico

at the Faculty of Architecture at the Milan Polytechnic, Giulio

di Milano, Giulio Cappellini ha l’occasione di lavorare, in qualità

Cappellini had the opportunity to work as an assistant in Ponti’s

di assistente, nello studio di Ponti.

office.

“…Esperienza indimenticabile. Ponti mi ha insegnato la necessità

“An unforgettable experience. Ponti taught me the need for

del rigore, del rispetto per i materiali. ‘I grandi progetti’ soleva dire

rigor and respect for materials. ‘Major projects,’ he used to say,

‘sono fatti dai piccoli dettagli, nulla può essere lasciato al caso’.

‘are made up of minor details, nothing can be left to chance.’

tre anni fa, invitato a Stoccolma a celebrare il sessantesimo

three years ago, invited to Stockholm to celebrate the sixtieth

dell’Istituto italiano di cultura realizzato all’epoca da Ponti, ho avuto

anniversary of the Italian Institute of Culture built by Ponti many

un’immancabile conferma della sua straordinaria etica progettuale

years ago, I received an unfailing confirmation of his unique

quando dalle architetture agli arredi, ai colori degli interni, allo

design ethic, with the architecture and furnishings, the color

studio dei giardini, agli oggetti tutti, anche i minimi, ogni cosa figura

schemes of the interiors and the layout of the gardens down to

mirata all’equilibrio dell’insieme. Ai miei collaboratori chiedo sempre

each of the objects, even the smallest, everything being intended

la massima attenzione e determinazione nei confronti del progetto,

to enhance the harmony of the whole. I always ask my staff to

quale esso sia, product design o architettura. Non vi è cosa che si

devote the utmost attention and determination to the project,

possa improvvisare.

whatever it is, whether product design or architecture.

la condivisione dell’approccio è senz’altro il primo passo verso

Nothing can be improvised. Sharing the approach is certainly the

la giusta finalizzazione dell’intenzione ideativa…”.

first step toward the correct definition of the conceptual purpose.”

Ecco come quel lungo tavolo con le panche che lo affiancano

this is how the long table with benches flanking its length acts

per tutto lo sviluppo longitudinale si fa tramite di partecipazione,

as the medium of participation, of consideration of the modes of

di considerazione di modi di eccellenza.

excellence.

F StoneMagazine 26


poNti mi ha iNsegNato La NecessitÀ deL rigore, deL rispetto per i materiaLi. “i graNdi progetti” soLeva dire “soNo Fatti dai piccoLi dettagLi, NULLa pUÒ essere Lasciato aL caso” poNti taUght me the Need For rigor aNd respect For materiaLs. “major projects,” he Used to say, “are made Up oF miNor detaiLs, NothiNg caN be LeFt to chaNce”

Giulio Cappellini con Decio Carugati nel magazzino spedizioni dell’azienda Giulio Cappellini with Decio Carugati in the firm’s consignment warehouse

F StoneMagazine 27


DESIGN_ PEOPLE

Roberto Franzoni

uN DESIGN ORGANICO, SCIENtIStA, ISPIRAtO DAllA tECNOlOGIA E DAllA NAtuRA AllO StESSO tEMPO, PER uNA COMPOSIzIONE Al CONFINE tRA ARtE E tECNICA, CON RISultAtI SEMPRE SORPRENDENtI. ANCHE NEll’uSO DEl MARMO. ORGANIC, SCIENtIFIC DESIGN, INSPIRED By BOtH tECHNOlOGy AND NAtuRE, FOR COMPOSItIONS ON tHE BOuNDARy lINE BEtwEEN ARt AND tECHNOlOGy, AlwAyS wItH SuRPRISING RESultS. INCluDING tHE uSE OF MARBlE.

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M A D E i n C A R R A R A

FURRER SUPPLY AND INSTALLATION

F StoneMagazine 29


M A D E i n C A R R A R A

FURRER SUPPLY AND INSTALLATION

joris laarman, nato a Borculo, in Olanda, nel 1979, si laurea con lode all’Eindhoven

joris laarman, born at Borculo in Holland in 1979, graduated with honors

Design Academy nel 2003 e l’anno successivo, pieno di speranze, dà vita

from the Eindhoven Design Academy in 2003 and the following year, full of

in Amsterdam allo joris laarman Studio and lab, un laboratorio sperimentale

optimism, founded the joris laarman Studio and lab in Amsterdam. this was

costituito con l’obiettivo di dare una forma al futuro, in relazione con artigiani,

an experimental laboratory established with the aim of shaping the future in

scienziati, ingegneri e tante altre figure professionali. l’equipe olandese vuole

partnership with artisans, scientists, engineers and many other professionals.

aggiungere un tono estetico al progresso tecnologico e iniettare un’anima culturale

the Dutch team wanted to add an aesthetic tone to technological progress and

nel funzionamento degli oggetti. utilizzando un approccio “manuale”, vuole creare

inject a cultural soul into the functioning of objects. using a hands-on approach,

installazioni e oggetti ricchi di contenuti che racchiudano un contributo all’arte

they sought to create installations and objects rich in contents that would make

e alla tecnologia.

a contribution to art and technology.

la maggior parte del loro lavoro sperimentale è realizzata “in casa” poiché credono

Most of their experimental work is done in-house, because they believe strongly

fortemente nella possibilità, pressoché illimitata, di costruire e realizzare oggetti.

in the almost unlimited potential for building and creating objects.

Amano il design industriale e, quando è possibile, lo traducono liberamente in fattive

they love industrial design and, whenever possible, translate it freely into

collaborazioni con aziende come Flos, Vitra, Swarovski, Droog, jaga e molte altre

purposeful partnerships with companies such as Flos, Vitra, Swarovski, Droog,

ancora.

jaga and many more.

Il magazine del “wall Street journal” ha recentemente pubblicato gli Innovator of the

the magazine of The Wall Street Journal recently published its Innovator of the year

year Awards, conferendo i premi ai più creativi, dirompenti, e influenti personaggi nel

Awards, with the prizes going to the most creative, disruptive and influential figures

mondo di oggi. In concomitanza con l’uscita del numero di novembre 2011 del wSj,

in the world today. In conjunction with the November 2011 issue of wSj magazine,

durante una cena presso il Museum of Modern Art di New york City, il 27 ottobre

during a dinner at the Museum of Modern Art in New york City, on 27 October,

sono stati premiati sette vincitori: the Giving Pledge fondata da warren Buffett e Bill

seven winners were honored: the Giving Pledge, founded by warren Buffett and

Gates per la filantropia, Ai weiwei per l’arte, katie Grand per la moda, Elon Musk per

Bill Gates, for philanthropy, Ai weiwei for art, katie Grand for fashion, Elon Musk for

la tecnologia, Bjarke Ingels per l’architettura, Steve Ells per la cucina e joris laarman

technology, Bjarke Ingels for architecture, Steve Ells for food and joris laarman

per il design.

for design.

“Il nostro obiettivo era quello di identificare chi sta plasmando il nostro mondo

“Our goal was to determine who is shaping our world in the most creative,

nella maniera più creativa e innovativa – ha dichiarato Deborah Needleman,

groundbreaking ways,” declared Editor-in-Chief Deborah Needleman as she

caporedattore, annunciando il premio – che si tratti di qualcosa che possediamo

announced the awards, “whether it’s something we behold or live in, marvel at,

o in cui viviamo, o che ci meraviglia, o a cui partecipiamo o che consumiamo”.

participate in or consume.”

Gli Innovator of the year Awards sono stati selezionati dai redattori del “wall Street

the Innovator of the year Awards were selected by the editors of The Wall Street

journal” con il contributo di un selezionato gruppo internazionale di esperti in ogni

Journal, with contributions from a select group of international experts in each field.

campo.

joris laarman, winner in the design category, also designed the award itself.

joris laarman, vincitore nella categoria design, ha disegnato il premio stesso.

Despite his youth and the short time he has been working, joris already has an

Nonostante la sua giovane età e il breve tempo in cui ha iniziato a operare, joris

extraordinary catalog of acclaimed works in the sanctuaries of art and design, such

ha già uno straordinario catalogo di opere celebrate in santuari dell’arte e del design

as the MoMA in New york. And in 2010 New york’s Friedman Benda gallery, the

come il MoMA di New york. E nel 2010 la galleria newyorkese Friedman Benda,

trendiest and most avant-garde venue, especially for design, situated in the heart

F StoneMagazine 30


Approfondimenti/See more at Per ulteriori informazioni su joris laarman For more information on Joris Laarman

CuMuluS, REAlIzzAtO GRAzIE AI MAtERIAlI E All’ESPERIENzA DI FuRRER

www.jorislaarman.com

CuMuluS, REAlIzED tHANkS tO FuRRER MAtERIAlS AND ExPERIENCE

la più trendy e d’avanguardia soprattutto nel design, situata nel cuore di Chelsea,

of Chelsea, west End, devoted a solo exhibition to him which added to his laurels in

west End, gli dedica una personale che lo laurea una seconda volta con lode

the international Olympus of art and design with its headquarters in the world’s most

nell’Olimpo internazionale dell’arte e del design che ha sede proprio nella più

artistic city.

artistica città del mondo.

the exhibition is the result of five years of trial and error, exploratory research into

la mostra è il risultato di cinque anni di tentativi ed errori, di ricerca esplorativa

materials and the continuous quest to translate science into objects of functional

sui materiali e di un continuo sforzo di tradurre la scienza in oggetti di funzionale

beauty on a monumental scale. It’s a world of new experiences on the boundary line

bellezza, su scala monumentale. È un mondo di nuove esperienze sulla linea

between fiction and reality, between efficiency and sometimes the inefficient happiness

di confine tra finzione e realtà, tra efficienza e talvolta

of experimenting.

la felicità inefficiente di sperimentare. Alcune delle opere

Some of the works are milestones, others are further steps

sono pietre miliari, altre sono ulteriori passi lungo

along the tortuous path of the organic development of

il sentiero tortuoso dello sviluppo organico del lavoro.

work. “we see the projects,” explained joris, “as research

“Guardiamo ai progetti come un gruppo di ricerca

groups which we want to develop further into worlds

– dichiara joris – che vuole sviluppare ulteriormente

of objects, installations and where possible industrial

in mondi di oggetti, installazioni e, se possibile, prodotti

products in different form languages.”

industriali in diversi linguaggi formali”.

with a unique aesthetics, laarman fuses technology,

Con un’estetica unica laarman fonde tecnologia

science and design to create works of unexpected beauty.

all’avanguardia, scienza e design per creare lavori

In 2006 joris revolutionized the design system with the

d’inaspettata bellezza. Nel 2006 joris con la Bone Chair

Bone Chair, using an algorithm to translate the complexity

ha rivoluzionato il sistema di progettazione, utilizzando

and functionality of bone tissue and tree growth into the

un algoritmo per tradurre la complessità e la funzionalità

chair form.

del tessuto osseo e la crescita degli alberi nella forma

the algorithm, originally used by the German automobile

di una sedia. l’algoritmo, originariamente utilizzato

industry, has enabled him to minimize and improve his

dall’industria automobilistica tedesca, gli ha permesso

projects, optimizing the distribution of their materials,

di minimizzare e potenziare i suoi progetti, ottimizzando

weight and stability, while reducing the amount of material

la distribuzione del materiale, il peso e la stabilità, riducendo al contempo al minimo

to a minimum. joris has sculpted – in his own words – “using the underlying codes of

la quantità di materiale. joris ha scolpito – usando le sue parole – “utilizzando i codici

mother nature.”

di base di madre natura”.

In 2008 the Bone Chair and Bone Chaise, his first two works after graduation, were

Nel 2008 la Bone Chair e la Bone Chaise, le sue prime due opere dopo la laurea,

exhibited in the MoMA exhibition “Design and Elastic Mind.” this exhibition was a

sono state esposte nella mostra del MoMA “Design and Elastic Mind”.

milestone in his career and his chair was later added to the museum’s permanent

questa esposizione ha costituito una pietra miliare nella sua carriera e la sua sedia

collection. A truly important recognition only four years after his creative debut.

in seguito è stata aggiunta alla collezione permanente del museo. un riconoscimento veramente importante dopo soli quattro anni dal suo esordio creativo.

F StoneMagazine 31


DESIGN_ PEOPLE

loRenZo pAlMeRI

RI So nAn Ze

ReSonAnCeS

Matilde Battistini

“Bisogna lavorare a più cose alla volta. È il rendimento migliore, l’una approfitta dell’altra, e ognuna è più se stessa, più pura; delle idee che vengono si spedisce ciascuna dove è meglio al suo posto, poiché ci sono più posti che attendono” Paul Valéry “one should work on several things at once. It is the most productive way, one thing benefits from another, and each is more itself, purer. the ideas that come are sent each to where it is most suitably placed, since there are more places waiting for it” Paul Valéry

F StoneMagazine 34


Approfondimenti/See more at Per ulteriori informazioni su luca Scacchetti For more information on Luca Scacchetti

www.fstone.tv/design

F StoneMagazine 35


Ironico, anticonformista, quasi inclassificabile, dal momento

Ironic, unconventional, almost unclassifiable, since he does not

che non ama le definizioni e che rifugge le categorie di pensiero

like definitions and avoids over-narrow categories of thought

e d’azione troppo ristrette. lorenzo Palmeri (Milano, 1968),

and action. lorenzo Palmeri (Milan 1968), architect and interior

architetto d’interni e designer, fa parte di una ristretta schiera di

designer, is one of a select group of designers who believe in

progettisti che crede nel valore della pluralità nell’approccio al

the value of diversity in the approach to design. His biography is

progetto. la sua biografia ne è un esempio riuscito. laurea in

a successful example. He graduated in architecture and studied

architettura e studi in composizione al conservatorio di Milano,

musical composition at the Milan Conservatory, devoting

si applica con pari talento alla progettazione di oggetti e alla

himself with equal talent to the design of objects and musical

produzione musicale. Con un pallino in testa: la ricerca di

production. with one particular bee in his bonnet: the quest

strade sempre diverse per far risuonare la materia e mettere

for ever different ways to make matter resound and to give

in risonanza la forma, il gesto, l’idea. queste due passioni,

resonance to form, gesture and the idea.

complementari e parallele, l’hanno portato a disegnare negli

these two passions, complementary and parallel, have led

anni strumenti musicali entrati nella leggenda come la chitarra

him over the years to design musical instruments which have

Paraffina Slapster (Noah, 2006), scelta da lou Reed nel suo

become the stuff of legend. like the Paraffina Slapster guitar

ultimo tour mondiale come oggetto d’affezione per le sue

(Noah, 2006), chosen by lou Reed on his last world tour as a

particolari sonorità e la sua forma sinuosa e sensuale, e la

pet object for its special sound and sinuous, sensuous shape.

tastiera elettronica Mandala (korg Italy, 2006), uno strumento

Or the Mandala electronic keyboard (korg Italy, 2006), a musical

musicale capace di instaurare un rapporto analogico, una

instrument capable of establishing an analogic relationship, an

relazione intima e affettiva, con chi la suona. Non a caso il suo

intimate and emotional rapport, with its player. It’s no accident

studio si è chiamato per anni Ellepidesign, omaggio a due

that for years his office was called Ellepidesign, in a tribute

universi paralleli – l’architettura (ovvero il numero trasformato

to two parallel universes – architecture (number embodied in

in forma) e la musica – che dagli albori dei tempi si rincorrono,

form) and music – which since the dawn of time have been

intrecciano, compenetrano.

interwoven and interpenetrated.

Palmeri è anche un cantautore. Il suo disco d’esordio, Preparativi

Palmeri is also a songwriter. His debut album, Preparativi per la

per la pioggia (Nun Flower/Edel), ha avuto come ospiti Franco

pioggia (Nun Flower/Edel), had as guest artists Franco Battiato,

Battiato, Saturnino, Davide Ferrario, livio Magnini e Andy

Saturnino, Davide Ferrario, livio Magnini and Andy of the

dei Bluvertigo e, come autori della copertina, il meglio della

Bluvertigo, and as the cover artists the best of the generation

generazione dei designer italiani nati tra i mitici anni sessanta

of Italian designers born between the mythical sixties and

e settanta: Paolo ulian, Marco Ferreri, Giulio Iacchetti, Matteo

seventies: Paolo ulian, Marco Ferreri, Giulio Iacchetti, Matteo

Ragni, Odoardo Fioravanti e joeVelluto.

Ragni, Odoardo Fioravanti and joeVelluto.

la sua ricerca continua a concentrarsi sulle sonorità che alcuni

His experiments continue to focus on sounds that certain

materiali risvegliano in forme inaspettate, come la serie di

materials awaken in unexpected ways, like his series of musical

strumenti musicali in pietra (litofoni e campane eoliche) che sta

instruments made of stone (lithophones and wind bells), which

mettendo a punto per aziende diverse. Con la consapevolezza

he is developing for various firms. He is fully aware that any

che ogni lavoro di sperimentazione debba però essere sempre

experimental work always needs to be embedded in reality

calato nella realtà e approfondire ancora di più la relazione

and has to extend the everyday relation between man and his

quotidiana tra l’uomo e i suoi oggetti, d’uso o d’affezione.

objects of use or affection.

“Mi piace lavorare sulle potenzialità nascoste delle forme e

“I like working on the potential concealed in forms and materials,

dei materiali, connotando gli oggetti di funzionalità e valori

which distinguish objects with new functions and semantic

semantici nuovi grazie al gioco, ironico e consapevole, sugli

values by playing ironically and purposefully on contrasting

opposti della percezione”.

sides of perception.”

F StoneMagazine 36


“Esploro il settore della ricerca sugli strumenti sonori cercando di fondere la tradizionale impostazione musicale all’originalità e funzionalità delle nuove prospettive del design” “I explore the sector of research into sound instruments by trying to fuse the traditional approach to music with the originality and functionality of new design prospects”

Approfondimenti/See more at Per ulteriori informazioni su lorenzo Palmeri For more information on Lorenzo Palmeri

www.fstone.tv/design

F StoneMagazine 37


DESIGN_PEOPLE

Che sonorità ti risveglia la parola marmo?

What sound associations does the word marble arouse in you?

Il marmo è un materiale naturale che risveglia memorie archetipiche e una filiera

Marble is a natural material, it awakens archetypal memories and elicits a series of

di sapienza artigiana profonda sulle tecniche di lavorazione e gli usi che ne sono stati

profound craft skills in the techniques and practices of fabrication that have been

fatti nella storia. Nel mio lavoro parto dal rispetto di questi percorsi sedimentati

applied to it historically. In my work I start from these methods established in time

nel tempo per poi cercare vie inedite nei processi di lavorazione, nelle forme

and then look for original methods of fabrication, forms and functions.

e negli utilizzi. You like people who are experimental, unflagging designers with unfailingly Ami gli sperimentatori, i progettisti infaticabili e gli inguaribili curiosi. Non

inquiring minds. Significantly your teachers were Bruno Munari, Isao Hosoe

a caso i tuoi maestri sono stati Bruno Munari, Isao Hosoe e, anche se solo

and, though only as a role model, David Byrne of Talking Heads. What did

d’elezione, David Byrne dei Talking Heads. Cosa ti hanno trasmesso?

they convey to you?

In tutti trovo l’idea che il processo è molto più importante della meta. Che il

In all of them I found the idea that the process is much more important than the

progetto è un percorso, un viaggio da intraprendere con curiosità e meraviglia,

goal. that the project is a journey to be undertaken with curiosity and a sense of

scoprendo direzioni inesplorate e facendo incontri inattesi. questa attitudine

wonder, discovering uncharted paths and leaving yourself open to unexpected

al gioco, non inteso come disimpegno ma come dedizione e immersione totale

encounters. this is a playful attitude, intended not as lack of engagement but as

nell’impresa che si sta compiendo, è una delle lezioni che ho imparato da loro.

dedication and total immersion in the undertaking you’re intent on. this is one of the lessons I learned from them.

Che rapporto hai con i materiali che utilizzi? Ogni materia, come ogni persona, ha una sua aurea e una sua logica

How do you relate to the materials you use?

comportamentale interiore. È lo stesso materiale a indicarti, in un certo senso,

Every material, just like every person, has its own aura and its own inner behavioral

il modo di relazionarti a lui e ad approcciarti con comportamenti diversi. questo

logic. It is the material itself that, in a certain sense, shows you how you should

vale in primo luogo con un materiale così denso di connotazioni semantiche

relate to it and approach it with different kinds of behavior. this applies above all

come il marmo, che riporta subito alla mente i concetti di pesantezza, lucentezza,

to a material as dense in semantic connotations as marble, which immediately

levigatura e opulenza. Nel mio lavoro tendo sempre a voler scoprire relazioni

suggests the concepts of weight, gloss, polish and opulence. In my work I

inattese tra i materiali, le forme e la gestualità che l’uomo compie nell’utilizzare

always seek to discover unexpected connections between materials, forms and

gli oggetti. Nel caso di Vaso Paso (up Group, 2009), per esempio, ho cercato

the gestures that people perform in using objects. In the case of the Vaso Paso

di invertire la percezione del marmo come materiale greve e inerte, talvolta

(up Group, 2009), for example, I tried to reverse the perception of marble as a

associato all’idea di stasi e di morte, ideando un oggetto capace di esprimere

heavy, inert material, one sometimes associated with ideas of stasis and death, by

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VASO PASO, 2009, vaso in marmo, up Group Si tratta di un vaso dalle radici nomadi, in potenza di movimento, anzi sta camminando o forse addirittura ballando, perso in un’antica danza della terra o immerso in qualche rito ancestrale della fertilità VASO PASO, 2009, marble vase, up Group Vaso Paso is a vase with nomadic roots, in the potency of movement. In fact it is walking, or even dancing, lost in an ancient dance of the earth or immersed in some ancestral fertility rite Alla pagina accanto_Opposite MOAI, 2011, campane eoliche in marmo, Carrara Design Moai è un attore spaziale dedicato alla soglia tra il silenzio e il suono. Si tratta di vasi che sono anche campane eoliche, suonate quindi dal vento o, a piacere, con un percussore MOAI, 2011, marble wind bells, Carrara Design Moai is a spatial player devoted to the threshold between silence and sound. these vases are also wind bells, hence played by the wind or, if you like, with a mallet

la sua attitudine alla leggerezza della vita e al movimento: un vaso ballerino

creating an object capable of expressing lightness of life and movement: a ballet

nell’atto di esibirsi in sincronici passi di danza.

vase in the act of a dancer performing synchronous dance steps.

Ti piacciono le imprecisioni artigianali che conferiscono una dimensione

The irregularities that confer a “human” dimension on hand-crafted objects

“umana” agli oggetti. Come concili questa tua attitudine con la lavorazione

appeal to you. How do you reconcile this attitude of yours with working on a

di un materiale come il marmo?

material like marble?

l’interesse che provo per il marmo sta proprio nella sua “imprecisione”, essenza

the interest I feel for marble lies in its “imprecision,” the essence of its naturalness.

stessa della sua naturalità: spaccature, venature, disomogeneità sono le

Cracks, veining and unevenness are the features that attract me in marble. Onto

caratteristiche che mi attraggono nel marmo. Su di esse innesto poi la mia visione

them I engraft my vision of design and technical achievement only in order to

progettuale e la realizzazione tecnica solo per rispondere al meglio alle connotazioni

respond as fully as possible to the semantic connotations or practical features

semantiche o alle funzioni di utilizzo dell’oggetto che sto progettando. questo è

of the object that I’m designing. this is the case in particular with the design and

soprattutto il caso del disegno e della produzione degli strumenti musicali, che

production of musical instruments, which have to meet very specific standards of

devono rispondere a ben precise caratteristiche armoniche, gestuali e progettuali.

harmony, use and design.

Ci puoi descrivere le tue tecniche di lavoro con il marmo?

Can you describe your techniques when working with marble?

Nel caso di Moai (Carrara Design, 2011), una serie di campane eoliche in marmo

In the case of Moai (Carrara Design, 2011), a set of wind bells in Carrara marble,

di Carrara, ho lavorato sulle diverse capacità del marmo di risuonare a tonalità

I worked on the varying ability of marble to ring in different tones using different

differenti sfruttando le diverse ampiezze delle aperture che si potevano ricavare

widths of the apertures that could be made in stone. the result is seven slats with a

sulla pietra. Il risultato sono sette stele dall’aspetto mimico ognuna delle quali

mimic appearance each of which plays a different note.

interpreta una nota diversa. Are you planning further experiments with marble? Hai in progetto nuove sperimentazioni sul marmo?

I’m interested in working on the semantic shift in a material such as marble.

Mi interessa lavorare sullo spostamento semantico di un materiale come il marmo.

Revealing its hidden face, for example its lightness as against the heaviness

Proporne la faccia nascosta, come la leggerezza contro la pesantezza che

naturally associated with it, and depicting new modes of use in areas not

naturalmente si associa a esso, e delinearne nuove modalità di impiego

traditionally seen as compatible with it.

in ambienti tradizionalmente non deputati ad accoglierlo.

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ART_ PEOPLE

MÁRTON VÁRÓ nell’InCAnto DellA SCUltURA In the enthRAllMent of SCUlptURe

Pier Giorgio Balocchi

BREAkING FREE, 2010, marmo Statuario, 210 x 95 x 95 cm BREAkING FREE, 2010, Statuary marble, 210 x 95 x 95 cm

La scultura di Márton Váró sembra vivere senza tempo: sospesa in un’arcadia, sembra librarsi felice sopra le nuvole, senza concedere nulla alle mode e alle spietate regole del mercato che troppe volte insidiano e inquinano la purezza della ricerca e della gioia dello scolpire. Márton sembra attento a donarci solo opere di grazia e delicatezza estrema, sculture dove il dettato tecnico si sposa con una linguistica plastica raffinata e mai accademica, classica nel suo porsi come un frammento di musica antica eseguita compiutamente dopo giorni e stagioni di studio appassionato. “Pezzi” che nel traslato marmoreo ci riportano alla memoria i capolavori di un tempo nella Batignano di Adam Pollock/Giuge Sesti/ItaloCalvino. Márton è ungherese di nascita; vive da tempo negli Stati Uniti e ha avuto un percorso di vita complesso e non sempre facile, che tuttavia sembra aver dato alla sua arte stimoli intensi e che certo non ha scalfito l’animo poetico di quest’uomo così profondamente dedito al lavoro e che appartiene alla antica “razza” di scultori che scolpiscono.

Márton Váró’s sculpture seems to live outside time: suspended in an arcadia, it appears to be hovering happily above the clouds, making no concessions to fashion and the ruthless market rules, which often undermine and pollute the purity of artistic research and the joy of sculpting. Márton is careful to give us only works of extreme grace and delicacy, sculptures in which technique is combined with a tactile vocabulary that is refined and never academic, classical in the way it presents itself like a fragment of ancient music performed masterfully after days and seasons of impassioned study. works translated into marble that bring back the memory of the masterpieces of the past in the Batignano of Adam Pollock, Giuge Sesti and Italo Calvino. Márton is Hungarian by birth and lives in the united States. His path in life has been complex and not always easy. But it seems to have brought intense stimuli to his art and certainly has never damped the poetic soul of this man who is so deeply devoted to his work and belongs to the old race of sculptors who actually sculpt.

F StoneMagazine Magazine 40


BREAKING FREE, 2010, particolare, marmo Statuario, 210 x 95 x 95 cm BREAKING FREE, 2010, detail, Statuary marble, 210 x 95 x 95 cm


ART_PEOPLE

... un artista per chi non si accontenta

... an artist for those not easily satisfied

Tagliatore di pietra e marmo, e naturalmente disegnatore accurato, secondo la migliore tradizione degli artisti oltremontani che arrivano, come le rondini, in primavera sotto le Apuane. Uomo colto e ricco di fascino, assolutamente internazionale per modi e stile di vita: a suo agio tra le cave o a Miami e San Francisco. Ogni primavera, appunto, Márton ritorna a installarsi sopra Carrara, in alto verso il “Bianco”, dove si arriva oltrepassando luoghi dai nomi magati e antichi... Torano, Canalie, arrivando infine alla Piastra, dove nel maestoso silenzio eburneo compone con spietata energia. E, alla Piastra, appunto, nascono opere dove il respiro del tempo dà velo al magnifico magistero che ne è matrice, opere che sono altresì una festa per gli occhi di chi è in grado di vedere oltre le mode, di chi è solito andare a vela o pronto a sellare per un viaggio nella natura, di chi sa riconoscere con il tatto e con rapido sguardo una seta antica nell’ammasso

F StoneMagazine 42

He is a hewer of stone and marble, and of course a skilled designer, in the best tradition of the artists from beyond the Alps who come like the swallows in spring to the Apuan mountains. A cultured man, rich in charm and absolutely international in his lifestyle, equally at home among the quarries or in Miami or San Francisco. Every spring Márton returns and settles in, above Carrara, up toward the “White,” where the road climbs up past places with ancient, bewitching names... Torano, Canalie, and eventually reaches Piastra. And there, amid the majestic ivory silence, he composes with ruthless energy. At Piastra he creates works in which the breath of time veils the great mastery that is their matrix, works that are also a feast for the eyes of those who are able to gaze beyond the current trends, who are ready to go sailing or saddle up for a journey into nature, those who know how to recognize by touch and with a rapid glance an ancient silk in the heaped fabrics in the


di un piccolo bazar dietro la moschea di Sinan a Damasco. Márton è scultore per pochi, per chi sa godere un quartetto nella notte a San Galgano, ma anche vivere e muoversi nelle metropoli del contemporaneo. È un piacere vederlo scolpire, ammirarlo affrontare il blocco di Statuario come in Chigiana udire Uto Ughi sfiorare il violino: un artista per chi non si accontenta. Chi può lasci per qualche ora le spiagge della Versilia e salga fino al rifugio del maestro: potrà sorprenderlo magari tutto intento a disegnare con cura la modella o impegnato a scolpire fierissimi volti femminili dai corpi suadenti, maliose figure di fanciulle in fiore o angeli ieratici, nell’incanto della scultura.

DANZATRICE, 2010, marmo Statuario, 30 x 15 x 15 cm DANCER, 2010, Statuary marble, 30 x 15 x 15 cm

little bazaars behind the Sinan Mosque in Damascus. Márton is a sculptor for the few, for those who are capable of enjoying a quartet in the night at San Galgano, but also of living and moving in the contemporary metropolis. It is a pleasure to watch him carving, to admire how he deals with a block of Statuary marble. It is like listening to Uto Ughi’s touch on the violin in Chigiana. He is an artist for those not easily satisfied. If you have the opportunity, you should leave the beaches of Versilia for a few hours and go up to the master’s refuge. You may surprise the master intent on carefully designing a model or engaged in sculpting superb female faces with beguiling bodies, the ravishing figures of young girls in flower or hieratic angels embodied in the enthrallment of sculpture.

FIGURA SU COLONNA, 2010, marmo Statuario, 64 x 15 x 15 cm FIGURE ON A COLUMN, 2010, Statuary marble, 64 x 15 x 15 cm

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ART_ EVENTS

John Cage

IL RUMoRe e IL SILenZIo DeLL’anIMa The noISe anD SILenCe oF The SoUL

Lucrezia De Domizio Durini Il lettore di F Stone Magazine, rivista che tratta lo specifico della pietra, del marmo e delle relative costruzioni architettoniche che coinvolgono progetti creativi nel campo dell’estetica toccando anche caratteristiche di ricerche tra le più avanzate della tecnologia della nostra epoca, sarà indubbiamente sorpreso nel leggere il nome di John Cage, uno tra i più anarchici rivoluzionari della musica del XX secolo. Tenterò quindi di dare una sintetica visione dell’illustre personaggio affinché si possa meglio comprendere le motivazioni che mi hanno indotto a questa atipica presenza.

The readers of F Stone Magazine, a magazine which deals with the specifics of stone, marble and related architectural projects that involve creative designs in the field of aesthetics, while also touching on features of research into the most advanced technologies in our time, will undoubtedly be surprised to see the name of John Cage, one of the most anarchic revolutionaries in 20th-century music. I will try to provide a brief overview of this illustrious figure, so that we can better understand the reasons that led me to present this unusual figure.

Fotografie e Archivio storico_ Photographs and Historical Archive Emanuel Dimas de Melo Pimenta

F StoneMagazine 44


JC

ABITAVA IN UN VECCHIO LOFT TRA LA 18TH STREET E LA 6TH AVENUE, INVIOLABILE TEATRO VISIONARIO... HE LIVEd IN AN OLd LOFT BETwEEN 18TH STREET ANd 6TH AVENUE, AN INVIOLABLE VISIONARy THEATER...

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ART_EVENTS Cage preferì il pensiero e l’opera di Arnold Schönberg a quelli di Stravinskij. Fu così che divenne suo allievo e quando terminò gli studi si trovò improvvisamente a essere parte attiva della comunità musicale: erano gli anni trenta e allora si diceva che un artista “doveva avere qualcosa da dire”. Visse un momento storico irripetibile, in cui “praticare l’impossibile” era una follia. Comporre per Cage era come scrivere una lettera a uno sconosciuto. I rumori che traduceva in suoni esprimevano il misterioso sanscrito della natura. Viaggiò molto, infine si fermò a New York. Abitava in un vecchio loft tra la 18th Street e la 6th Avenue, inviolabile teatro visionario, che per la sua storia nel tempo divenne uno dei loft più famosi al mondo. Si trattava di uno spazio semplice, pressoché vuoto, privo di oggetti, pieno di luce, con una novantina di piante; tra le predilette i cactus di diversa dimensione e forma, con i quali riusciva a stabilire un forte rapporto trascendentale. John Cage era molto affezionato al suo loft, poiché affermava che vi erano suoni di natura assolutamente imprevedibile più che in qualsiasi altro luogo. Il traffico non si fermava mai: notte e giorno, rimaneva affascinato dai clacson delle auto, dai freni che stridevano sull’asfalto, dalle sirene, dall’allarme degli antifurto… tutti questi suoni e rumori servivano alla sua creatività. L’ambiente in cui viveva e lavorava era il materiale totale delle sue composizioni musicali, in cui lo spazio includeva l’insieme di tutte le cose che conteneva: silenzio e rumori. Creava le sue composizioni dal gorgoglio dell’acqua che scorreva dai tubi del vecchio lucernaio, dal borbottio del cibo che lui stesso amava cucinare in speciali pentole, dai rumori della strada, dal miagolio del suo affezionato gatto nero. I sassi erano i suoi interlocutori e con essi stabiliva colloqui sonori imprevedibili, casuali. La sua mente era interessata al cambiamento e riusciva sempre a stabilire rapporti estremi con tutto ciò che lo circondava. Amava il giardinaggio e l’arte culinaria perché rappresentavano le sue esperienze quotidiane che influenzavano l’armonia della prassi. Praticava il buddismo Zen che, come la musica, per Cage era una funzione interessante per cambiare la mente aprendola così all’esperienza. Nutriva un grande interesse per gli scacchi poiché agivano come elemento equilibratore. Spesso giocava con Marcel Duchamp, suo caro amico, con cui condivideva lo spirito dada. Non si curava degli oggetti e tentava di liberarsi di tutto. Quando nell’estate del 1954 si trasferì da New York a Stony Point, nella comunità di alcuni amici, stava lavorando a una ricerca sulle operazioni casuali. Frequentando i boschi fu attratto dalla flora costituita prevalentemente da funghi. Fu così che affidandosi a questa casualità si nutrì esclusivamente di funghi, se ne appassionò tanto da studiare profondamente la micologia, divenendone uno tra i maggiori esperti. Nel 1959 in Italia partecipò al quiz televisivo Lascia o Raddoppia aggiudicandosi il premio finale, la cospicua somma, per allora, di 5 milioni di lire: un premio molto utile dato che aveva sempre vissuto nella precarietà economica. John Cage ha sempre tentato di rendere indistinti i confini tra arte e vita, insegnante e studente, esecutore e pubblico, dimostrando in tutta la sua vita di realizzare opere non intenzionalmente composte. Visse in un momento storico irripetibile in cui la costellazione dei suoi amici, i solidali compagni di viaggio ideologico e artistico, comprendeva Marcel Duchamp, il maestro Schönberg – che Cage superò nell’ideologia insieme a Boulez –, Satie e Varèse, Joyce e Artaud, Busoni e Ives, Rauschenberg e Johns. Senza dimenticare che John Cage fece anche parte del movimento Fluxus in cui militavano grandi uomini della storia della cultura mondiale come Joseph Beuys, George Brecht, Robert Filliou, Dick Higgins, George Maciunas, Nam June Paik e tanti, tanti altri illustri personaggi. I suoi amici storici furono David Tudor e Merce Cunningham; con quest’ultimo, l’amico del loft accanto, un rapporto a parte, una speciale e profonda amicizia e un intenso lavoro costante, appassionato fino al giorno della morte.

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Cage preferred the ideas and works of Arnold Schoenberg to those of Stravinsky. So it was that he became his pupil, and when he had finished his studies, he suddenly found he was an active part of the musical community. This was in the 1930s and in those days it used to be said that an artist “has to have had something to say.” He lived through a unique historical period when there was a craze for “practicing the impossible.” Composing to Cage was like writing a letter to a complete stranger. The noises that he translated into sounds expressed the mysterious Sanskrit of nature. He traveled widely and finally came to rest in New York. He lived in an old loft between 18th Street and 6th Avenue, an inviolable visionary theater. By its history in time it became one of the world’s most famous lofts. It was a simple space, almost bleak, devoid of objects, glowing with light and containing some ninety pot plants. They included his favorite cacti of various shapes and sizes, with which he established a close transcendental relationship. John Cage was deeply attached to his loft. He declared it contained absolutely unpredictable sounds of nature, more so than any other place. The traffic was continuous. Night and day he was fascinated by the honking of the cars, the brakes screeching on the blacktop, the sirens, the burglar alarms... All these sounds and noises were woven into his creative work. The environment he lived and worked in was the total material of his musical compositions, with the space comprising the sum of all the things it contained: silence and noise. He created his compositions out of the gurgling of the water flowing through the pipes by the old skylight, the humming of the food that he loved to cook in special pans, the noises in the street and the meowing of his affectionate black cat. The stones were his interlocutors and he engaged in unpredictable, random, resonant conversations with them. His mind was intrigued by change and he was always able to establish relations with all the objects around him. He loved gardening and cooking because they were everyday experiences that influenced the harmony of praxis. Cage practiced Zen Buddhism which, like music, he found an interesting function for changing the mind by making it more receptive to experience. He took a deep interest in chess because it acted as a balancing element. He often played with Marcel Duchamp, a close friend with whom he shared the Dada spirit. He did not care for possessions and sought to rid himself of everything. When in the summer of 1954 he moved from New York to Stony Point, a community of friends, he was conducting research into random operations. While wandering in the woods he was attracted to the flora, in which mushrooms abounded. So it was that he relied on the aleatory and fed exclusively on mushrooms. His passion for them was such that he was led to study mycology and became one of the leading experts on the subject. In 1959 he entered the Italian version of the game show Lascia o Raddoppia (Double or Quits) and won the final prize, 5 million liras, a substantial sum at the time. The money came in handy as his finances were always precarious. John Cage always sought to blur the boundaries between art and life, teacher and student, performer and audience, producing works throughout his life which are not intentionally composed. He lived in a unique historical period in which the constellation of his friends, his supportive artistic and ideological traveling companions, included Marcel Duchamp, his master Schoenberg – whom Cage surpassed in ideology with Boulez –, Satie and Varèse, Joyce and Artaud, Busoni and Ives, Rauschenberg and Johns. And it should not be forgotten that John Cage was a member of the Fluxus movement together with great men in the history of world culture, such as Joseph Beuys, George Brecht, Robert Filliou, Dick Higgins, George Maciunas, Nam June Paik and many other famous people. David Tudor and Merce Cunningham were also old friends. With the latter, who occupied the neighboring loft, he had a relationship apart, a special and profound friendship which produced an intense shared work, a passion that lasted until his death.


oLIveSTone

Il loft di Cage, New York John Cage’s loft, New York

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ART_EVENTS In questo crocevia di pensieri è doveroso ricordare Emanuel Dimas de Melo Pimenta, un intellettuale versatile, architetto, compositore, fotografo, poeta. Possiamo definirlo un vero artista che fu costantemente vicino a John Cage negli ultimi sette anni della sua vita. Cage gli fu maestro, padre e amico. Emanuel e John sono stati compagni di viaggio nella musica e nella filosofia attraverso un profondo iter culturale e umano. Un rapporto intenso vissuto anche in un interessante scambio epistolare. Lavorarono insieme in straordinarie composizioni elettroniche che furono anche le musiche basilari nei mirabili lavori di Merce Cunningham, il più grande coreografo del XX secolo. Ebbi la fortuna, grazie a Pimenta, di conoscerlo, divenirne amica ed essere presente al Lincoln Center di New York nel 2002 in occasione del cinquantesimo anniversario del suo lavoro. John Cage desiderò che Emanuel Dimas de Melo Pimenta fosse l’unica persona a penetrare con il suo obiettivo magico nell’intimo del suo loft, dove vivevano le sue creature. Una testimonianza fotografica, una specie di saggio per immagini raro e unico. Un’irripetibile storia di un rapporto umano che determinò negli anni del compositore Pimenta un continuo work in progress di innata creatività, arrivando all’apice del suo capolavoro creando per primo spartiti in realtà virtuale. Emanuel Dimas de Melo Pimenta ha continuato con la sua musica a ideare concerti, disegni, spartiti, mostre in tanti Paesi del mondo. Memorabile in Italia, in occasione dell’apertura del Museo Mart di Rovereto, il 7 marzo 2003 il suo magistrale concerto e la mostra “John Cage. Il silenzio della musica”, titolo omonimo del libro edito da Silvana Editoriale, con la splendida istallazione concettuale del loft del suo amico. Quest’anno in occasione del centenario della nascita dell’insigne maestro, il 5 settembre del 1912, si celebra nel mondo il ricordo di John Cage, uno tra i più singolari personaggi delle più alte sfere cosmologiche e spirituali del campo musicale e della sensibilità umana. Emanuel Dimas de Melo Pimenta è attivamente coinvolto nel ricostruire il ricordo di un dialogo interiore che tocca la musica dell’anima nel rumore e nel silenzio di un magico e affascinante incontro.

Il concerto e la mostra dedicati a John Cage, Mart, Rovereto, 7 marzo 2003 Concert and exhibition dedicated to John Cage, MART, Rovereto, 7 March 2003

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At this intersection of ideas, we should also remember Emanuel Dimas de Melo Pimenta, a versatile intellectual, architect, composer, photographer and poet. We can describe him as a true artist who was constantly close to John Cage in the last seven years of his life. Cage was teacher, father and friend to him. Emanuel and John were traveling companions in music and philosophy through a profound cultural and human development. Their close relationship also found expression in an interesting exchange of letters. They worked together at extraordinary electronic compositions that were also the basic music for the remarkable works of Merce Cunningham, the 20th-century’s greatest choreographer. I was lucky, thanks to Pimenta, to meet him, become friends and be present at the Lincoln Center in New York in 2002 on the occasion of the fiftieth anniversary of his work. John Cage wanted Emanuel Dimas de Melo Pimenta to be the only person to venture with his magic lens into the depths of his loft, where his creations came to life. The result is a photographic record, a kind of essay made up of rare and unique images. The unrepeatable story of a human relationship which over the years led Pimenta as composer to engage in a continuous work in progress of innate creativity, attaining the height of his masterpiece by being the first to produce scores for virtual reality. Emanuel Dimas de Melo Pimenta has continued in his music to devise concerts, drawings, musical scores and exhibitions in many countries around the world. In Italy, at the opening of the MART Museum at Rovereto, on 7 March 2003 he presented a memorable and masterful concert and exhibition titled “John Cage. The Silence of Music,” with the splendid conceptual installation of his friend’s loft; same title had the book published by Silvana Editoriale. This year, to mark the centenary of the birth of the master on 5 September 1912, the world is celebrating the memory of John Cage, one of the most singular figures in highest spiritual and cosmological spheres of musical and human sensibility. Emanuel Dimas de Melo Pimenta is actively involved in reconstructing the memory of an inner dialogue that touches the music of the soul in the noise and silence of a magical and fascinating encounter.


MEMORABILE IN ITALIA, IN OCCASIONE DELL’APERTURA DEL MUSEO MART DI ROVERETO, IL 7 MARZO 2003 IL SUO MAGISTRALE CONCERTO E LA MOSTRA “JOHN CAGE. IL SILENZIO DELLA MUSICA” IN ITALY, AT THE OPENING OF THE MART MUSEUM AT ROVERETO, ON 7 MARCH 2003 HE PRESENTED A MEMORABLE AND MASTERFUL CONCERT AND EXHIBITION TITLED “JOHN CAGE. THE SILENCE OF MUSIC”

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ART_ EVENTS Fotografie e Archivio storico_ Photographs and Historical Archive Emanuel Dimas de Melo Pimenta

John Cage e Le PIeTRe John Cage anD The SToneS Emanuel Dimas de Melo Pimenta New York, 2011

Il loft di Cage, New York_ John Cage’s loft, New York

Nel loft di John Cage, molto vicino al tavolino con il telefono e il paralume, e appena dietro la cucina, c’era un piccolo giardino di pietre. Quell’incantevole giardino di ciottoli era, per un certo verso, l’immagine stessa di John. “Ho trovato ognuna di queste piccole pietre in ogni luogo del mondo in cui ho lavorato. Direi, hanno un carattere magico. Sono pezzi del pianeta, pezzi di memoria, di vita” raccontava lui sorridente. “Ognuna di queste pietre è un piccolo pezzo della mia memoria. Nessuna di loro ha alcun valore materiale. Ma tutte sono molto importanti per me. Quando le guardo, vedo tanti ricordi” diceva. Aveva creato un piccolo universo di pietra e la pietra è, per eccellenza, un interconnettore temporale. Il poeta, scrittore e filosofo messicano Octavio Paz, grande amico di John e di Merce Cunningham, ha scritto in un famoso saggio su Marcel Duchamp che da più di tremila anni i cinesi avevano stabilito una sorta di arte che consisteva nella scoperta e nella raccolta casuale di piccole pietre. Quando una pietra veniva scelta, una volta separata dalle altre, dal mondo, nasceva l’opera d’arte. Spesso, coloro che l’avevano scelta la firmavano, facendola così, in un certo senso, diventare parte della propria persona. Anch’io nella mostra al Mart di Rovereto ho desiderato ripetere questo gesto d’amore verso le pietre, in ricordo e in memoria del mio amico e maestro Cage. John mi disse che molti anni prima aveva parlato con Octavio Paz proprio di quella tradizione cinese, aggiungendo però che il suo piccolo giardino aveva un altro significato. Il suo significato era di non avere alcun significato. Era solo questo e

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In John Cage’s loft, close to the table with the phone and lampshade and just behind the kitchen, there was a small stone garden. That lovely garden of smooth stones was, in one respect, the very image of John. “I’ve found each of these small stones in every part of the world where I’ve worked. I would say they have a magical character. They are pieces of the planet, pieces of memory, of life,” he said smiling. “Each of these stones is a little piece of my memory. None of them have any material value. But they are all very important to me. When I look at them I see so many memories,” he would say. He created a small universe of stone and stone is the supreme temporal interconnector. The Mexican poet, writer and philosopher Octavio Paz, a great friend of John and of Merce Cunningham, wrote in a famous essay on Marcel Duchamp that for over three thousand years the Chinese had established a sort of art that consisted of finding and collecting small stones at random. When a stone was chosen, once separated from the others, from the world, the work of art was born. Often the one who chose a stone would sign it, so making it, in a way, part of his or her person. In the exhibition at the MART in Rovereto I, too, wanted to repeat this gesture of love for stones, in memory of my friend and mentor John Cage. John told me that years earlier he had spoken to Octavio Paz about this Chinese tradition, but added that his small garden had a different meaning. Its meaning was to have no meaning. It was just this and nothing more.


niente di più. “Questo giardino non significa nulla. Esso è là. Basta così. Ed è già troppo” diceva ridendo. In un’intervista con Regina Vater e William Lundberg, realizzata nel 1986, John Cage ha dato un’idea di quello che pensava della musica, delle pietre e piante, che erano dappertutto nel suo loft: “Io continuo a testimoniare, con la mia esperienza, in particolare con il suono, di godere dei rumori e suoni presenti nell’ambiente. Questi ventilatori stanno lavorando a causa del caldo. Ma mi aiutano a fare quello che Duchamp diceva essere una ‘scultura musicale’, perché ognuno di essi definisce il punto nello spazio dove è posto... Nella mia vita e nel mio lavoro che è un tutt’uno, coinvolgo sempre di più tutti i suoni, anche i suoni continui, come gli allarmi antifurto... e così via... All’inizio quando sentivo quei suoni non mi piacevano, tentavo di ignorarli... ora, invece di ignorarli, li sento e trovo che producono un piacere correlato allo spazio... proprio come Duchamp aveva descritto... Dopo il prossimo viaggio a Budapest, andrò a Basilea, in Svizzera, dove terrò un concerto chiamato Collezione di Pietre... e quei suoni, in rispetto alla loro collocazione nello spazio... e anche al fatto che essi sono in punti diversi... sono, come ho detto, una ‘pietra’... un po’ come Duchamp direbbe essere una ‘scultura’... Allo stesso modo accade ad alcuni musicisti che, muovendosi in punti specifici determinati dal caso, mantengono una singola nota musicale... è proprio la medesima cosa che avviene per l’allarme dell’antifurto o per un ventilatore... Altri musicisti in diversi punti dello spazio mantengono differenti tonalità, questa trasformazione produce un senso di spazio definito dal suono, a da altro rumore... Tutto ciò diviene una specie di scultura sonora che interagisce nello spazio...”. “Desidero parlare della ‘pietra’, perché qui nel mio loft vivo con tante pietre e con molte piante... ovunque io vado, ‘colleziono pietre’... La mia vita è un insieme di tantissime cose, non è mai concentrata su di un’unica cosa. Nel percorso della mia esistenza cerco sempre più interessi e tra i più recenti vi sono le pietre e le piante... Molte sono le riflessioni che si possono fare confrontando le pietre alle piante... Per esempio, sappiamo che le piante si muovono, hanno una loro vita; ebbene, io ritengo che anche le pietre abbiano una loro vitalità, ma siccome si muovono molto lentamente noi non vediamo il loro movimento. – Cage nel discutere di questo atipico argomento usa un tono sorridente – Desidero raccontare una storia personale. In passato ho avuto una certa opinione, diciamo poco piacevole, riguardo le sculture poiché pensavo fossero come una intrusione nello spazio... ma poi attraverso le piante, anche perché le amo tantissimo, ho compreso il senso della scultura nello spazio. Ho vissuto in provincia per anni in mezzo alle piante, passeggiavo nei boschi… quando sono venuto in città mi mancavano, volevo avere qualcosa della Natura intorno a me... e mi sono circondato di piante. Ed è proprio attraverso le piante che ho cominciato a vedere la bellezza di qualsiasi cosa venga introdotta nello spazio... infine ho aperto gli occhi e ho visto anche le ‘pietre’... ora le ho immesse nella mia musica”. Attraverso queste parole si può comprendere quanto nella musica di John Cage le “pietre” acquistino una loro importante continua presenza, se pur virtuale. In fondo se gettiamo una pietra, non sapremo mai come e dove andrà a cadere… soprattutto se sono ciottoli. A mio parere anche attraverso i computer e i sistemi di intelligenza artificiale tra i più avanzati è impossibile prevedere esattamente dove e come una pietra andrà a cadere, questo accade poiché nella formula è compreso il numero PI, un numero irrazionale. Questi concetti per il mio maestro John erano fondamentali così come lo erano per il suo amico Merce Cunningham, poiché sono segni essenziali del libero arbitrio. In questo senso, il libero arbitrio è oltre l’intenzione, né si avvale della volontà, cosa che abitualmente si crede. Questo tipo di libertà può esistere solo di fronte all’ignoto, poiché solo ciò che è totalmente sconosciuto ci può rendere consapevoli della nostra propria conoscenza. Così potremo meglio scoprire tutto ciò non conosciamo ma che esiste in ogni complessità, tentando di mettere in atto la comprensione, come saggiamente ha affermato Lao Tzu, il padre del taoismo cinese.

“This garden doesn’t mean anything. It’s there. Just like that. And that’s already too much,” he said laughing. In an interview with Regina Vater and William Lundberg in 1986, John Cage conveyed some idea of what he thought of music, stones and plants, which were everywhere in his loft. “I continue to testify, through my experience, particularly with sound, to the fact that I enjoy environmental sounds and noises. These ventilator fans are turning because it’s hot. But they help me create what Duchamp described as ‘musical sculpture,’ because each of them defines the point in space where it is placed ... In my life and work, which form a whole, I increasingly involve all sounds, even continuous sounds like burglar alarms ... and so on ... At first, when I heard sounds I didn’t like, I would try and ignore them ... Now, instead of ignoring them, I listen to them and find they convey a pleasure correlated with space ... just the way Duchamp described it ... After my forthcoming trip to Budapest, I’ll go to Basel in Switzerland, where I’ll be giving a concert called Stone Collection ... and those sounds in relation to their location in space ... and also the fact that they’re in different places ... are, as I said, a ‘stone’ ... rather like Duchamp said it would be a ‘sculpture’ ... In the same way some musicians find that by moving to specific locations determined by chance, they keep up a single musical note ... It’s exactly the same thing that happens with a burglar alarm or a fan ... Other musicians at different points in space keep up different tones. This transformation produces a sense of space defined by the sound noise and by other noises... All this becomes a kind of sound sculpture that interacts in space ...” “I want to talk about stone because here in my loft I live with a lot of stones and a lot of plants ... Wherever I go, I collect rocks ... My life is a series of many things. It has never focused on one single thing. In the course of my life I keep looking out for more and more interests and the most recent ones are stones and plants ... A lot of reflections are stirred by comparing stones to plants ... For example, we know that plants move and are alive. Well, I think that stones too have a vitality of their own, but they move very slowly, so we can’t see them moving.” In discussing this unusual topic Cage speaks smilingly and continues: “I’d like to relate a personal story. In the past I had a certain opinion, let’s say unfavorable, about sculptures because I thought they were like intrusions into space ... Then through plants, because I love them so much, I understood the meaning of sculpture in space. I lived in the provinces for years among plants, I’d go out walking in the woods ... When I came into town I missed them, I wanted to have a piece of nature around me ... and I’m surrounded by plants. And it was through plants that I started to see the beauty of everything that is introduced into space ... I finally opened my eyes and I also saw stones ... Now I’ve put them in my music.” Through these words we can understand how in John Cage’s music stones gain a major continued presence, albeit virtual. After all, if we throw a stone, we’ll never know how and where it will fall... especially if they are pebbles. In my opinion, through computers and some of the most advanced systems of artificial intelligence, it is impossible to predict exactly where and how a stone will fall. This is because the formula includes the IP number, an irrational. These concepts were of fundamental importance to my mentor John, as they were to his friend Merce Cunningham, because they are essential signs of free will. In this sense freedom goes beyond intentions and does not involve the will, as is usually supposed. This kind of freedom can exist only before the unknown, because only that which is wholly unknown can make us aware of our own knowledge. In this way we are better able to discover everything we do not know but which exists in any kind of complexity, seeking to implement the understanding, as was wisely said by Lao Tzu, the father of Chinese Taoism.

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Pier Giorgio Balocchi FREQUENTO IL LABORATORIO NICOLI DA MOLTI ANNI, CARLO NON ERA NEMMENO FIDANZATO E DUNQUE FRANCESCA DI Là DA VENIRE… ED ERA LA SIGNORA FRANCA (LA NONNA) A GESTIRE CON MANO FERREA LE COSE, DA QUELLA PICCOLA DELIZIOSA SCRIVANIA DA DOVE ADESSO FRANCESCA LAVORA. COME ACCADE, GLI SCULTORI ANDAVANO E VENIVANO NEL SOLITO CAOS CHE SEMBRA CONTRADDISTINGUERE I VERI LUOGHI DOVE SI FA SCULTURA: NOI GIOVANI ERAVAMO PIù O MENO OSSERVATI E SOPPORTATI CON OCCHIO BENIGNO, SALVO “QUANDO ARRIVAVANO I MAESTRI” E PONCET IN PARTICOLARE, CHé ALLORA TUTTO IL LABORATORIO SCATTAVA E PERSINO LA POLVERE DI MARMO SEMBRAVA ACQUIETARSI E “PRENDERE UNA LUCE PARTICOLARE” NELLO SPLENDORE DELLE OPERE DI ANTOINE, CHE GIGANTEGGIAVANO TRA LE NOSTRE MODESTE CREATURINE E, NEI RACCONTI BISBIGLIATI, ERANO PRONTE PER ANDARE VERSO DESTINAZIONI PRESTIGIOSE E LONTANE. ORA, A DISTANZA DI ANNI, ANCORA UNA VOLTA PONCET HA CREATO “DA NICOLI” UN GRUPPO DI SCULTURE DI STRAORDINARIO E ALTISSIMO LIVELLO (E FRANCESCA NE NARRA NEL SUO CONTRIBUTO NELLE PAGINE SUCCESSIVE). MAESTRO SERENO E SICURO DEL SUO TALENTO, ANTOINE PONCET NON HA MAI CESSATO DI LAVORARE, DONANDOCI OPERE IN MARMO FUORI DALLE MODE E AVENDO SEMPRE UNA SOLIDISSIMA BASE OPERATIVA NEI TRADIZIONALI LABORATORI “SOTTO LE APUANE”. I HAVE BEEN ATTENDING THE NICOLI WORKSHOP FOR MANY YEARS. CARLO WAS NOT EVEN ENGAGED THEN AND SO FRANCESCA WAS STILL TO COME... AND IT WAS SIGNORA FRANCA (FRANCESCA’S GRANDMOTHER) WHO RAN EVERYTHING WITH AN IRON HAND FROM THAT DELIGHTFUL LITTLE DESK WHERE FRANCESCA NOW WORKS. SCULPTORS CAME AND WENT, AS THEY DO, IN THE USUAL CHAOS THAT SEEMS TO DISTINGUISH THE REAL PLACES WHERE SCULPTURE IS MADE. WE YOUNGSTERS WERE MORE OR LESS BENEVOLENTLY WATCHED OVER AND ENDURED, EXCEPT “WHEN THE MASTERS ARRIVED” AND PONCET, IN PARTICULAR. THEN THE WHOLE WORKSHOP WOULD BE SMARTEN UP AND EVEN THE MARBLE DUST SEEMED TO SETTLE DOWN AND “TAKE ON A SPECIAL LIGHT” IN THE SPLENDOR OF ANTOINE’S WORKS, WHICH LOOMED UP OVER BETWEEN OUR MORE MODEST CREATIONS, AND IN THE MIDST OF THE WHISPERED STORIES, WERE READY TO BE SHIPPED TO IMPORTANT AND FAR-FLUNG DESTINATIONS. NOW, YEARS LATER, PONCET HAS ONCE AGAIN CREATED “AT NICOLI’S” A GROUP OF SCULPTURES OF OUTSTANDINGLY HIGH QUALITY (AND FRANCESCA RECOUNTS THEIR HISTORY IN HER CONTRIBUTION IN THE FOLLOWING PAGES). A SERENE MASTER, CONFIDENT IN HIS TALENT, ANTOINE PONCET HAS NEVER CEASED TO BE ACTIVE, GIVING US WORKS IN MARBLE WHICH LIE OUTSIDE THE FASHIONS AND ALWAYS HAVE A SOLID BASE OF OPERATIONS IN THE TRADITIONAL WORKSHOPS OF THE APUAN ALPS.

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TUTTO IL LABORATORIO SCATTAVA E PERSINO LA POLVERE DI MARMO SEMBRAVA ACQUIETARSI E “PRENDERE UNA LUCE PARTICOLARE” NELLO SPLENDORE DELLE OPERE DI ANTOINE THEN THE WHOLE WORKSHOP WOULD BE SMARTEN UP AND EVEN THE MARBLE DUST SEEMED TO SETTLE DOWN AND “TAKE ON A SPECIAL LIGHT” IN THE SPLENDOR OF ANTOINE’S WORKS

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ART_PEOPLE

Francesca Alix Nicoli

Lungo l’arco di tutta una vita Antoine Poncet ha seguitato ad accumulare successi senza mai strafare, anzi il più delle volte con una certa placidità. Dal 1993 è accademico all’Institut de France, più tardi è presidente dell’Académie des Beaux Arts di Parigi, ma la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia si registra già nel 1956. Sue opere monumentali, di un linguaggio astratto nettissimo e raffinato, si trovano nelle migliori collezioni d’arte del mondo, dalla Fondazione Gianadda in Svizzera all’Open-Air Museum di Hakone in Giappone, dal parco dell’università californiana di Stanford al ben più vicino Centre Pompidou della sua amata Parigi. È rappresentato a New York da Nathan Cummings, Slatkine e Weintraub dagli anni settanta, ma è la sua rapida e ben radicata penetrazione in Medio ed Estremo Oriente a fare di questo artista franco-svizzero una figura tipica e anche precoce del mondo globalizzato. È a un simposio storico in Giappone nel 1963, l’anno successivo l’archistar giapponese Kenzo Tange lo intercetta per la Fondazione Kyoto. E segna un altro punto nel 1967 ponendo un grosso lavoro all’ambasciata svizzera di Pechino. In un futuro più o meno lontano tutte le frontiere nazionali sono destinate a crollare. Questo processo di unificazione del genere umano, lentissimo e inesorabile, è agevolato dall’arte che, come la musica, è lingua universale che anticipa quello che sarà. A saltare a piè pari tutte le differenze specifiche ci ha pensato sin da subito l’arte astratta, che abbandona la rappresentazione visuale del mondo reale per scrutare direttamente nell’etere di forme che sono – per definizione – tratte fuori dalle circostanze spazio-temporali dei fenomeni reali, private interamente delle caratteristiche e peculiarità degli individui. Le forme astratte sono desunte da un territorio dello spirito comune a tutti, universale. Certe sintonie immediate fra popoli sono inesplicabili a parole. L’architetto della piramide del Louvre, il cinese I.M. Pei, ha legato il mondo egizio all’età dell’oro del classicismo francese. Anche lui, così come la grande mecenate delle arti nel XXI secolo, la bella e illuminata sceicca Mozah, è membro associato all’Académie Française. L’Académie discende dalla tradizione secentesca degli istituti di cultura a vocazione universalistica, volti a incoraggiare la discussione e la convergenza delle ricerche dei singoli in ambito scientifico, letterario e artistico, perché la cultura è seme potentissimo che abbatte di fatto e di diritto la miseria e la meschinità del piccolo orticello di casa. Quest’idea nata in età moderna nel cuore dell’Europa 54

Throughout his life Antoine Poncet has continued to accumulate successes without the least overemphasis, in fact much of the time with a certain placidity. In 1993 he was made a member of the Institut de France and later became president of the Académie des Beaux Arts in Paris. His first appearance at the Venice Biennale dates from 1956. His monumental works, with their lucid, elegant abstract vocabulary, are found in leading art collections around the world, from the Fondation Gianadda in Switzerland to the Open-Air Museum of Hakone in Japan, the park of Stanford University in California and, closer to home, the Centre Pompidou in his beloved Paris. Since the 1970s he has been represented in New York by Nathan Cummings, Slatkine and Weintraub, but it was his rapid acceptance and established reputation in the Middle and Far East that made this Swiss-French artist a typical and even precocious representative of the globalized world. He attended a historic symposium in Japan in 1963 and the following year the Japanese star-architect Kenzo Tange adopted his work for the Kyoto Foundation. In 1967 he scored another success by placing a major work in the Swiss embassy in Beijing. All national borders are fated to collapse in a more or less distant future. This slow but inexorable process of unification of the human race is assisted by art which, like music, it is a universal language that anticipates the future. From the very beginning abstract art skimmed over all specific differences, abandoning the visual representation of the real world to gaze directly into the ether of forms that are, by definition, drawn from the space-time circumstances of real phenomena, wholly stripped of individual qualities and properties. Abstract forms are derived from a region of the spirit common to all, hence universal. Certain close harmonies between peoples are inexplicable in words. The architect of the pyramid of the Louvre, I. M. Pei, is Chinese. He related the golden age of Ancient Egypt to French classicism. Like the great patron of the arts of the 21st century, the beautiful and enlightened Sheikha Mozah, he is an associate member of the Académie Française. The Académie is descended from the 17thcentury tradition of cultural institutions with a universal vocation, intended to foster discussion and convergence between individual developments in science, literature and the arts, because culture is a powerful seed that rightly and skillfully breaks down the meanness and limitation inherent in an excessive concentration on one’s own


FLAMBOYANTE, 1982, Place des Bergues, Ginevra FLAMBOYANTE, 1982, Place des Bergues, Geneva


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colta e internazionale si svilupperà sino a dar luogo nel secondo dopoguerra al progetto rivoluzionario di una Società delle Nazioni, primo nucleo della Organizzazione delle Nazioni Unite. Questa è oggi più che mai la chiave per il XXI secolo e per il terzo millennio appena incominciato. Un’unica e medesima spinta a universalizzare mosse sin dagli esordi le ricerche degli astrattisti, simili a profeti dell’imminente convergenza planetaria. Ma solo con la generazione di Antoine Poncet il codice astratto ha raggiunto un periodo aureo, la sua più solida e convincente espressione e, appena superato lo spartiacque dei primi tre quarti del XX secolo, ha generato una specie di classicismo nutrito dallo scambio delle esperienze di artisti di diversa provenienza e origine, sollecitato da istituzioni culturali, premi, industrie private impegnate nel sociale e a livello culturale. Se i pionieri dell’astrattismo conducevano le prime prove sui banchi della scuola astratta e dada quasi di nascosto, un po’ come sovversivi nel primo ventennio del Novecento, con l’approdo negli Usa l’espressionismo astratto conserva quell’impaziente nervosismo tipico dei giovani. In Pollock, per esempio, la derivazione inconscia del gesto automatico non perviene al surrealismo aniconico più felice che sarà dei nostri, artisti nati ancora una generazione dopo, e le avventure sono in lui turbolenze non pacate, esperimenti tesi ad annotare su tela, senza filtri né censura, il flusso di coscienza goccia a goccia riversato nel dribbling. Con Hans Arp, che fu diretto maestro di Poncet, si assiste a una vera apertura. Accantonato quasi subito il gusto per la provocazione, e anche il livore politico che aveva spinto i primissimi astrattisti a turbare gli animi nell’ansia d’insinuarvi il risveglio di una coscienza critica, con gli anni si lima sino al nitore del cristallo la provenienza inconscia di certe concrezioni materiche, non più abbozzi o grovigli di emozioni, ma forme possenti. S’avverte in tutta la sua pienezza l’età adulta dell’astrazione, poesia ben riuscita, germoglio spontaneo della natura. Non vi sono tremori intorno al 1975. Finalmente il vocabolario dell’astrazione esce fuori da ogni incertezza, e partorisce la scultura biomorfa, così sensuale in surrealisti ortodossi come il cubano Cardenas. Con Poncet questo linguaggio tocca un apice ideale di bellezza ed eleganza, avendo egli chiari i motivi ispiratori, e viceversa, i rischi morali ed estetici, simile in questo al coetaneo italiano Signori. Egli teme da una parte i compiacimenti e la retorica pura di uno stile che si rincorre continuamente senza mai superarsi, la maniera, dall’altro si guarda dall’estenuante e continuo superamento di una linea immaginaria che segnala ogni volta l’audacia come traguardo, la trovata che non rinnova un bel niente, in un sequel di scandali verso i quali siamo già anestetizzati. Nel mezzo, la tensione intransigente verso un modello di rigore e integrità spinge a tirare al massimo grado le linee dinamiche di una forma che nasce morbida nella creta, e poco alla volta trova il suo carattere, il suo giusto equilibrio di forze. Dalla pienezza femminile della curva, dai turgori propri della natura e della voluttà, fuoriescono le traiettorie svettanti, le acute direzioni vettoriali che indicano l’assestarsi naturale di un movimento come di un respiro, la struttura profonda che dà senso e sottende alla calda sensualità della materia nuda e ancora amorfa. Rigore morale e distensione estetica.

backyard. This idea, born in the modern age in the heart of cultivated and international Europe, continued to develop until, after World War I, it led to the revolutionary project of the League of Nations, the original nucleus of the United Nations. This is now more than ever the key to the 21st century and to the third millennium which has just begun. From the very start, the experiments of the Abstract artists, prophets of the imminent global convergence, were driven by a similar impulse towards the universal. But it was only with the generation of Antoine Poncet that the code of Abstractionism entered its golden age, with its most solid and convincing achievements. Just after the watershed of the first three quarters of the 20th century, it generated a kind of classicism nurtured by exchanges of experiences between artists from different backgrounds and different origins fostered by cultural institutions, prizes and private corporations that were active socially and culturally. If the pioneers of Abstract Art conducted their first experiments almost secretly in the Abstract and Dada schools, almost as subversives, in the early decades of the 20th century, when the movement reached the United States, Abstract Expressionism retained that impatient energy typical of the young. In Pollock, for example, the unconscious derivation of the automatic gesture did not lead to the most felicitous aniconic Surrealism that was to be practiced by European artists, born a generation later. His adventurous works were restless and turbulent. He sought to set down on canvas, without filters or censorship, the stream of consciousness poured out drop by drop in dribbled pigment. With Hans Arp, who was Poncet’s direct mentor, we find a true openness. He almost immediately repressed the taste for provocation, and also the political rancor that had driven the early Abstract artists to disturb viewers with an eagerness to instill the awakening of a critical consciousness. Over the years he smoothed to crystal clarity the unconscious source of certain concretions of matter, no longer sketches or tangles of emotion but powerful forms. We feel this is the maturity of Abstractionism in all its fullness, its successful poetry, a spontaneous germination of nature. There were no tremors in around 1975. Finally the vocabulary of Abstract Art emerged from all uncertainty and gave birth to biomorphic sculpture, so sensuous in orthodox Surrealists such as the Cuban sculptor Cardenas. With Poncet this artistic language attains an ideal pinnacle of beauty and elegance, since he clearly understands the patterns of inspiration and also their moral and aesthetic risks. In this respect he resembles his Italian contemporary Signori. On the one hand he fears complacency and the pure rhetoric of a style that chases itself continuously, without ever overreaching itself, and on the other he steers clear of the continuous, extenuating overstepping of an imaginary line that signals audacity as its objective. Gimmickry renews nothing; it offers nothing more than a sequel of scandals to which we are already anesthetized. In the middle ground lies the uncompromising striving to attain a model of rigor and integrity by raising to the highest degree the dynamic lines of a form which is born soft in clay and gradually develops its own character, its fine balance of forces. From the feminine fullness of the curves, from the swellings of nature and pleasure, emerge soaring trajectories, sharp vectors indicating the natural development of a movement as of a breath, the deep structure that lends significance to and underpins the


Se nasce una forma, e non è condannata a un destino di rovina e dispersione, per forza di cose troverà un suo equilibrio, il suo naturale aplomb. In scultura l’asse è come la colonna vertebrale in un corpo armonioso, in senso morale l’asse dona il carattere, la personalità. Miracolo: nascita di uno stile. Sebbene sorretta da un vigore innegabile, la rigidità le è aliena per un fatto di gusto. E come gli orientali, sa che per non spezzarsi bisogna diventare flessibili, assimilarsi al giunco. Un’indolenza di temperamento non nuoce, l’understatement è parola d’ordine. Dagli albori del XXI secolo Poncet non smette di lavorare in Cina, introdotto per vie personali e per la fitta rete di consolidati rapporti internazionali. E l’affinità di carattere diventa motivo di successi. Non turbare, passare inosservati, ma fare breccia e trapassare anche i muri più spessi per forza di inerzia, come l’acqua, attraverso l’azione blanda, perseverante e cocciuta, propria di chi ha dalla sua la calma e quasi una svogliatezza. Guai a volere troppo, mai forzare la mano, al bando la ricetta che vale nelle arringhe televisive della politica, nell’intrattenimento o nella pornografia. Non piace nelle corti più influenti d’Europa e d’oltremare. Poncet ha attraversato con passo felpato un secolo scompigliato e triste, troppo votato all’analisi introspettiva e ai mali sociali, che ha visto succedersi a Parigi un po’ di tutto, fino ai situazionisti e ai filosofi post-strutturalisti contestatari anche di Freud, Lacan e persino di Marx, visti questi ultimi come altrettanti lacci alla liberazione totale. Dei puristi dell’astrazione internazionale egli ha fatto sua una dura lezione di etica che lo sospinge senza scossoni attraverso e oltre le sirene del nichilismo relativista. Al pari di Moore e Arp, Poncet continua a radicare la creazione artistica in una caratura intima che s’ispira a parole terribili e solenni come onestà intellettuale, parole fuori tempo in un’epoca votata a mode tanto più spettacolari quanto più effimere, in condizioni d’impermeabilità uniche e incredibili per uno che lavora con i giovani, estraneo alla volgarità televisiva, incolume dai vizi della società dello spettacolo, così ben preconizzata da Guy Debord nel 1964. Artista di successo di cui volentieri si ricerca la compagnia nel bel mondo a Parigi, nei palazzi reali qatari della sceicca Mozah, nelle più alte sfere della burocrazia cinese di Pechino e Shanghai, così come a casa del maggiore azionista della società di rating internazionale Fitch, l’importante uomo d’affari francese Marc de la Charrière. Presenza quasi unica che unisce in modo raro la dolcezza nei modi e l’essenzialità come missione.

Museo olimpico di Pechino, ingresso: qui verrà collocata l’opera Flame di Antoine Poncet. Foto gentilmente concessa da Qiqi Jiang Beijing Olympic Museum, Entrance Hall: the work Flame by Antoine Poncet will be placed here. Photo by kind permission of Qiqi Jiang

sensuousness of the naked and still amorphous material. Moral rigor and aesthetic indulgence. If a form is created, and is not doomed to a destiny of ruin and dispersal, it inevitably attains an equilibrium, a natural aplomb. In sculpture the axis is like the spine of a harmonious body; in a moral sense the axis confers character, personality. A miracle: the birth of a style. Although supported by an undeniable vigor, rigidity is alien to it as a matter of taste. And like the Orientals, it knows that in order not to snap one has to be flexible, like a reed. An indolence of temperament does no harm; understatement is the key word. At the dawn of the 21st century Poncet continued to work in China, introduced by personal contacts and the dense network of established international relations. And a certain affinity of character became the source of his success. Be discreet, pass unnoticed, but make a breach and pierce even the thickest walls by the force of inertia, like water, through the mild, persistent, stubborn action of one who has calm and almost nonchalance on his side. Beware of being too eager; never force your hand. Banish the kind of recipe that might work when making political speeches on television, in the entertainment industry or pornography. It has no appeal in the most influential courts of Europe and overseas. Poncet traversed with a stealthy step a troubled and sorrowing century, too devoted to introspective analysis and social ills, which saw a succession of almost all movements in Paris, down to the Situationists and Post-Structuralist philosophers who attacked Freud, Lacan and Marx who as time passed by became to be considered in turn as ulterior laces to liberation and freedom. From the purists of International Abstractionism he absorbed a hard ethical lesson that guided him without jolts beyond the sirens of relativistic nihilism. Like Moore and Arp, Poncet continues to embed artistic creation in an inner measure inspired by terrible and solemn words like intellectual honesty, words irrelevant in an age devoted to fashions that are all the more spectacular the more ephemeral they are, in unique and incredible conditions of impermeability for one who works with the young, extraneous to the vulgarity of television, unscathed by the vices of the society of the spectacle, so accurately foreseen by Guy Debord in 1964. A successful artist whose company is much sought after in the beau monde of Paris, in the royal palaces of Sheikha Mozah in Qatar, in the highest echelons of the Chinese bureaucracy in Beijing and Shanghai, as well as in the home of the important French businessman Marc de la Charrière, the major shareholder in Fitch, the international credit rating company. An almost unique presence, combining a rare sweetness of manner with the essentiality as his mission.


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PLACES_ PEOPLE

Roberto Franzoni

Qual è il peso del marmo nell’economia del comune? L’importanza del marmo, come materia prima e nel suo complesso, è fondamentale per Carrara e il suo comprensorio. Questo è l’unico territorio che dispone di una materia prima unica al mondo e che è anche una delle pochissime materie prime dell’intero Paese. Questo è il territorio che ha il know how per l’estrazione e la lavorazione, le macchine e gli utensili, e ha il sapere, le mani e le tradizioni. Questo mix non si ritrova in nessun’altra parte del mondo. Questa è la forza di Carrara. La grande importanza del settore, che perdura ancora oggi, è data sia dal tonnellaggio estratto, circa un milione di tonnellate, sia dai blocchi lavorati. Nei primi nove mesi del 2011 il territorio ha esportato 200 milioni di euro di materiali lavorati, con un 9 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

How important is marble to the city’s economy? The importance of marble, as a raw material and the marble industry as a whole, is fundamental to Carrara and its territory. This area possesses a raw material that is unique worldwide and it’s also one of the very few natural materials found in the whole of Italy. This area is unparalleled in its know-how for quarrying and fabricating, machinery and tools, and it has distinctive skills, craft workers and traditions. A mix found nowhere else in the world. This is Carrara’s strength. The great importance of the sector, which continues today, lies both in the tonnage quarried – about a million tons – and in the machined marble blocks. In the first nine months of 2011 the area exported 200 million euros worth of processed materials, a 9 percent increase over the same period last year. F StoneMagazine 60


Angelo Zubbani


PLACES_PEOPLE

1 Panoramica dal mare ai monti Panorama from the sea to the mountains

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2 veduta del porto di marina di Carrara view of the port of marina di Carrara 3 veduta aerea dell’azienda furrer Aerial view of the furrer firm

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QUeSTO è IL TeRRITORIO Che hA IL kNOw hOw PeR L’eSTRAZIONe e LA LAvORAZIONe, Le mACChINe e gLI UTeNSILI, e hA IL SAPeRe, Le mANI e Le TRADIZIONI... ThIS AReA IS UNPARALLeLeD IN ITS kNOw-hOw fOR QUARRyINg AND fAbRICATINg, mAChINeRy AND TOOLS, AND IT hAS DISTINCTIve SkILLS, CRAfT wORkeRS AND TRADITIONS...

In uno scenario economico mondiale che non gode di ottima salute questo dato avvalora e conforta le imprese che continuano a credere nel settore, che esportano, che vanno a cercare nuovi mercati, nuovi clienti. Oggi ci sono grandi opere in costruzione in Paesi lontani, dall’India ai Paesi arabi, al Sudamerica. Questo è un punto di forza della città, che si fa portatrice all’estero di un’immagine positiva dell’intera Nazione.

In a world economy that is hardly flourishing, this fact will hearten companies to continue to believe in the sector, increase exports and go looking for new markets and new customers. Today there are major construction projects underway in distant countries, from India to the Arab world and South America. This is the town’s strength, it takes abroad a positive image of the whole country.

Che incidenza ha avuto questa storica e secolare attività nell’assetto del territorio? Le montagne sembrano tuffarsi in mare e paiono piramidi. Destano una suggestione che colpisce tutti i visitatori. L’asse del fiume Carrione, che storicamente concentrava le attività legate al marmo, ha segnato lo sviluppo della città. Le tracce sono ancor oggi presenti, nei laboratori storici, ma sono tracce che dal punto di vista urbanistico sono superate da nuove esigenze. L’intento è quello di non cancellare la memoria storica, ma di connetterle nuove realtà. Non dico di espansione, dato che il territorio per la sua morfologia non ce lo consente, ma di riqualificazione del tessuto urbano.

What impact does this historical and centuries-old activity have on the formation of the territory? The mountains seem to step into the sea, they look like pyramids. They’re striking in a way that all visitors find impressive. The course of the Carrione River, historically the focus of the marble working industry, has determined the growth of the city. The traces are still present in the older workshops, but in planning terms they’ve now been superseded by new needs. Our aim is not to erase the city’s historical memory, but to connect it to the new developments. I’m not talking about expanding the city, since the landforms of the setting hardly leave any room for this, but a redevelopment of the urban fabric.

Come è cambiata nel tempo la relazione tra cave e territorio e tra cittadini/lavoratori e sfruttamento delle risorse? All’inizio del Novecento lavoravano alle cave più di diecimila persone. Oggi sono ridotte a cinquecento, impiegate direttamente nei bacini, più le maestranze dell’indotto, che rappresentano comunque diverse migliaia di occupati. Questi cavatori provenivano dalle zone montane che hanno caratterizzato il formarsi di queste comunità, le quali vivevano un rapporto quasi fisico con il marmo. Un rapporto così forte che ha contribuito a generare l’immagine d’invincibilità del cavatore, anche se la montagna ha la sua forza e a volte la sua capacità di rivalsa. L’identità della città poi si è costruita anche sulla capacità dei suoi abitanti di relazionarsi, grazie al marmo, con tutto il mondo, dalle corti europee del Cinquecento alle

Can you tell us about the changing relations between the quarries and the territory and between the citizens/workers and the exploitation of the natural resources? In the early 20th century over ten thousand people worked in the quarries. Today the number has fallen to five hundred who work directly in the marble quarries plus those in related industries, which in fact have several thousand employees. The quarry workers used to come from the mountain areas. They were the backbone of these communities and had an almost physical relationship with marble. A relationship so close that it helped create the quarryman’s image of invincibility, though the mountains have their own strength and sometimes they take their revenge. Then the city’s identity has also been built on the ability of its people to relate

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grandi imprese contemporanee. Per una cittadina di settantamila abitanti è stato certamente un risultato brillante. Quando giro il mondo non ho bisogno di spiegare da dove provengo! Le domande che mi vengono rivolte sono principalmente due: riguardano il marmo e l’anarchia! Alla fine dell’Ottocento esistevano in città diciotto società di mutuo soccorso, nate tutte nelle cave, che assistevano chi aveva bisogno, chi aveva perso sul lavoro un congiunto. Quindi una città che conserva nel suo Dna una grande solidarietà, ma anche un carattere forte e una schiena dritta. Questo carattere fiero, a volte rude, è il segno identitario dei suoi abitanti, soprattutto del centro storico. marina, dove c’è il porto e la spiaggia, è già un’altra cosa… Sui progetti che riguardano la città, prima si dice di no, poi si discute! La fortuna di Carrara è stata anche quella di avere ambasciatori non nativi, come michelangelo, che ne hanno portato in giro per il mondo l’immagine per secoli. Per ciò realizzeremo un museo a lui dedicato a villa fabbricotti, appartenuta a una delle famiglie storiche del marmo, in collaborazione con Casa buonarroti di firenze, che aprirà in primavera del 2012. Che aspettative ha creato la recente infrastruttura, la galleria del marmo, per un miglioramento alla qualità dell’ambiente? La galleria è una grande infrastruttura che sarà utilissima per congiungere i bacini di cava con le aree di lavorazione e col porto, ma che ha anche una valenza strategica per il rilancio della città e del centro storico. Quest’opera, che costerà alla città 120 milioni di euro, è stata progettata e realizzata nei tempi previsti. entrerà in esercizio nei primi mesi del 2012, alleggerendo il traffico veicolare dei carri che trasportano i blocchi e liberando strade e popolazione dall’incubo del passaggio, della polvere e dei fumi. Che prospettive ha l’industria del marmo nel prossimo futuro? Le risorse sono illimitate? Questo scenario va affrontato con grande collaborazione fra Comune e imprese. Oggi ci sono nuove sensibilità sul territorio che nel secolo corso non c’erano. Le imprese devono capire che non ci si può affidare solo alle tecniche di escavazione,

to the whole world through marble, from the european courts of the 16th century down to major contemporary undertakings. for a town of seventy thousand inhabitants this is certainly a brilliant result. wherever I travel worldwide I never need to explain the place I come from! I’m asked generally about just two things: marble and anarchy! In the late 19th century there existed eighteen mutual aid societies in this town, all founded in the quarries. They helped those in need, families that had lost their breadwinner at work. So this is a city that has a strong sense of solidarity in its DNA, but it’s also got a strong character and a straight back. This character, proud and even rough at times, is a sign of the identity of its inhabitants, especially in the old town. marina di Carrara, with the harbor and the beach, is already different… when it comes to projects involving the city, first they say no, then they get down to brass tacks! The fortune of Carrara is that the city has also had ambassadors from outside like michelangelo. They’ve taken its image around the world for centuries. That’s why we’ve now created a museum dedicated to him at villa fabbricotti, which belonged to a family historically connected with marble, in collaboration with Casa buonarroti in florence. It will open in spring 2012. What expectations have been created by the new infrastructure, the marble tunnel, for improving the quality of the environment? The tunnel is a major infrastructure that will be useful in linking the quarries with the marble-working centers and the port. but it also has strategic importance for the city and the revitalization of the old town center. This project, which is going to cost the city 120 million euros, has been designed and built to the deadlines we set. It is due to start operating in early 2012, reducing traffic from the trucks carrying the blocks of marble and freeing the streets and people from the nightmare of their transit, dust and fumes. What are the prospects of the marble industry in the near future? Are its resources unlimited? This whole scenario has to be examined in close partnership between the city

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PLACES_PEOPLE senza preoccuparsi di dove si va a finire, di come si lascia il territorio e soprattutto di come riqualificarlo. Il tema rimane come si scava, con sempre maggior sicurezza, e come si posiziona l’escavato. Oggi i concessionari autorizzati sono circa ottanta, quindi molto parcellizzati. Penso che l’Amministrazione, che detiene il 95 per cento delle risorse marmifere, debba organizzare un tavolo per discutere se valga ancora la pena mantenere questa parcellizzazione, con problemi di chi lavora più in alto o più in basso, di quando si raggiungono i confini, o piuttosto non sia il caso di incominciare a ragionare su piani di lavorazione e condivisione più ampia. è un grande condomino con troppi inquilini, che spesso vanno in conflitto. Carrara ha anche una frazione marina. La portualità è una risorsa significativa? Il porto di marina di Carrara è dei primi del Novecento ed è nato per la spedizione dei blocchi di marmo. è stato poi potenziato negli anni trenta e il commercio è stato esteso al granito che veniva importato a Carrara per essere lavorato. Oggi è esportata anche la tecnologia che ha consentito alla meccanica locale di raggiungere tutto il mondo. Quindi il porto è ancora dedicato soprattutto al settore lapideo, non solo per i blocchi, ma anche per la movimentazione dei macchinari che vengono prodotti in zona. Altri generi come i container non hanno un retroterra ampio come a La Spezia e Livorno. Resta quindi determinante per lo sviluppo futuro. gli americani della general electric, oggi proprietari della Nuovo Pignone, hanno scelto proprio lo stabilimento di massa, fra i ventisette che posseggono, per costruire gli impianti di ricerca del gas, grazie proprio alla presenza del porto di marina di Carrara. Il porto funge anche da terminal per un operatore sardo che movimenta da qui i carrelli da e per la Sardegna. è però un traffico che lascia poche ricadute sul porto. Aiuta la statistica del tonnellaggio di merci, ma con pochi vantaggi economici.

and businesses. Today there is a new awareness of the environment that never existed a century ago. businesses have to understand that they can’t just concern themselves with quarrying techniques without worrying about their effects, how they leave the territory. Above all they have to landscape what they leave behind. The question remains how to quarry more safely and how to deal with the quarried areas. Today there are about eighty licenses for quarrying, hence the business is highly fragmented. I believe the administration, which owns 95 percent of the veins of marble, should organize a conference to discuss whether this fragmentation is still viable, with problems for those who work higher up or lower down or when they reach the boundaries. Or whether it wouldn’t rather be a good idea to begin to think about working on broader collaborative plans. It’s like a big condominium with too many householders, which often leads to conflicts. Carrara also has a seafront district. Is the port system a major resource? The port of marina di Carrara dates back to the early 20th century. It was built to ship marble blocks. It was enlarged in the 1930s and the trade was extended to include granite imported to Carrara for processing. Today it also exports technology that has taken the local engineering industry around the world. So the port is still devoted primarily to the stone industry, but not just blocks of stone. It also ships the machinery produced locally. Other cargos such as containers can’t depend on such a large hinterland as in La Spezia or Livorno. Clearly the port remains crucial to future development. The American general electric Company, now the owners of Nuovo Pignone, chose the plant in massa from the twenty-seven it owns to build facilities for conducting research into gas because of the port at marina di Carrara. The port also serves as a terminal for a Sardinian operator that transports bogies to and from Sardinia. but this traffic offers little economic spin-off to the port. It boosts the statistics of the overall tonnage of goods moved, but brings few economic advantages.

C’è un progetto per il waterfront, che al momento non ha una configurazione? è un argomento di cui si parla da trent’anni. Nel 2008 abbiamo ripreso le fila di questo progetto a cui credo fortissimamente. facendo tesoro degli errori del passato abbiamo messo in fila tutte le istituzioni locali, i Comuni di Carrara e massa, la Provincia di massa Carrara e la Regione Toscana. Siamo partiti con un accordo di programma stretto nel luglio 2008. Oggi abbiamo presentato un primo piano regolatore portuale e di porto turistico con l’interfaccia porto-città, cerniera a volte brutale. Occorre quindi una soluzione che consenta al porto di lavorare meglio e alla città di respirare meglio. Il piano prevede il mantenimento del cantiere navale con le sue possibili riconversioni, il potenziamento del bacino commerciale, liberandolo da tutte le imbarcazioni da diporto ora presenti in un angolo davanti al Circolo nautico, e la realizzazione di una stazione crocieristica, ben diversa da una stazione marittima, soddisfacendo le varie richieste che provengono da numerosi armatori, i quali ritengono il porto di marina di Carrara, per posizione e connessione alla rete autostradale e prossimità a mete suggestive – come le cave stesse, le Cinque Terre e le città d’arte toscane – un punto di forza.

Are there plans for the waterfront, which is currently undefined? we’ve been talking about this for thirty years. In 2008 we took up the threads of this project, which I strongly believe in. Learning from the mistakes of the past we’ve lined up all the local institutions, the municipalities of massa and Carrara, the Province of massa Carrara and the Tuscany regional authority. we started with a project accord drawn up in July 2008. Today we’ve presented an initial urban plan for the port and tourist harbor together with a port-city interface, a link that is a bit brutal at some points. we need a connection that will allow the port to work better and the city to breathe better. The plan envisions keeping the shipyard with possible redevelopment schemes, the commercial basin, which will be able to work more efficiently if we free it from all the pleasure craft now present in the corner in front of the yacht Club. we also mean to build a cruise terminal. This will be much more than just a ferry terminal, and will meet the needs of many different cruise lines. They believe the port of marina di Carrara, by its location and links to the highway network and proximity to attractive destinations, such as the quarries themselves, the Cinque Terre and the Tuscan cities of art, will be a strong selling point.

Per il porto turistico c’è un progetto specifico? Il porto turistico è un programma forte che vuole proporre non un “parcheggio”, ma un luogo da vivere. Ora la nautica da diporto sta attraversando un momento difficile; noi però lavoriamo su tempi medio-lunghi. vogliamo far entrare questa nuova struttura da mille-milleduecento posti barca nel salotto buono del turismo toscano di qualità. Carrara rappresenta lo sbocco naturale del nord e fa da cerniera tra la vasta area produttiva toscana e quella ligure. La struttura potrà diventare anche un centro per il refitting. Le frequenti alluvioni del magra spingeranno molti armatori verso una soluzione di ormeggio e residenza più sicura, gradevole e accogliente. Per realizzare l’opera c’è già un finanziamento di 25 milioni di euro destinato al waterfront, che verrà integrato da finanziamenti regionali. Questa struttura complessa vedrà quindi tre destinazioni d’uso, commerciale, crocieristico e diportistico, e per come si strutturerà verso mare contribuirà al rinascimento delle spiagge a levante di marina di massa, impoverite dalla struttura attuale. Stiamo predisponendo un progetto integrato, capace di dare risposte sia al lavoro sia all’accoglienza e all’ambiente.

Is there a specific project for the tourist harbor? we have an attractive plan for the tourist harbor that seeks to offer not just berths for private craft but a place worth living in. Recreational boating is going through a difficult time just now, but we’re thinking in the medium-long term. we want to place this new facility for 1000–1200 berths at the top of the Tuscan tourism market. Carrara is the natural outlet to the north and it has close ties with the major productive areas of Tuscany and Liguria. The facility could also become a center for refitting. The frequent floods of magra River will prompt many boat owners to look for more secure moorings and residences, somewhere pleasant and welcoming. To carry out the work there’s already a fund of 25 million euros for the waterfront and this will be supplemented by regional funding. This complex structure will then have three functions: commercial, sea cruises and recreational boating. Then, because of the way it will be structured along the seafront, it will help revive the beaches to the east of marina di massa, penalized by the present structure. we’re drafting an integrated project, capable of responding to the needs of both work and tourism while protecting the environment.

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Le montagne sembrano tuffarsi in mare e paiono piramidi. Destano una suggestione che colpisce tutti i visitatori. L’asse del fiume Carrione, che storicamente concentrava le attività legate al marmo, ha segnato lo sviluppo della città The mountains seem to step into the sea, they look like pyramids. They’re striking in a way that all visitors find impressive. The course of the Carrione River, historically the focus of the marble working industry, has determined the growth of the city


Giovanna Bernardini Assessore alla cultura del Comune di Carrara Councillor for Culture of the City of Carrara

25/05 2 012

Save the date

Il Museo Civico del Marmo rappresenta la memoria storica della città per quanto attiene l’universo del marmo apuano: l’archeologia romana con importanti reperti, l’archeologia industriale con gli strumenti dal periodo latino ai nostri giorni, una documentazione fotografica e di disegni di grande qualità, la marmoteca con campioni da tutto il mondo. Fondato nel 1982, partendo dal recupero di pezzi di epoca romana che giacevano in cava, il museo è stato completamente rinnovato nel 2008, riordinando le collezioni, razionalizzando e incrementando gli spazi espositivi e inserendo l’ultima realizzazione in ordine di tempo, l’installazione multimediale dello Studio Azzurro di Milano che racconta in modo interattivo la storia locale con un focus particolare su arte e marmo. Nei giardini perimetrali trova collocazione la corposa collezione di archeologia romana, unica al mondo, comprendente blocchi grezzi e parti architettoniche di semilavorati recuperati nei bacini marmiferi del comprensorio carrarese, sarcofagi e altri manufatti. Si tratta di un vero e proprio giardino archeologico dove si può passeggiare, osservare, toccare i reperti, uno spazio verde che nel periodo estivo ospita iniziative di interesse non solo locale: mostre, conferenze, dibattiti. Nel periodo invernale per le scuole sono previsti interventi didattici, laboratori e visite guidate. Se volessimo definire il significato del Museo del Marmo in estrema sintesi potremmo dire che esso restituisce in reperti e simboli la storia economica, sociale, culturale della città. Ne emerge persino il senso della vita vissuta da chi la storia del marmo l’ha scritta con il sudore della fronte: la galleria multimediale dei ritratti delle diverse professioni nel marmo va in questa direzione, volti, parole, idee per comunicare saperi, emozioni esperienze. Ma nessuna parola può rendere conto pienamente della ricchezza di quel luogo, unico nel panorama museale italiano: solo un’attenta visita potrà dar conto di quelle atmosfere che costituiscono il senso della cultura di un territorio. Nel periodo invernale, dal 1° ottobre al 30 aprile, aperto con orario 9.00-12.30 e 14.30-17.00, chiuso la domenica e i festivi. Nel periodo estivo, dal 1° maggio al 30 settembre, aperto con orario 9.30-13.00 e 15.30-18.00, chiuso la domenica e i festivi. The Museo Civico del Marmo embodies the city’s historical memory with respect to Apuan marble. It contains important examples of Roman archaeology and industrial archeology, with tools dating from the Latin period down to the present, photographic documentation and drawings of outstanding quality, and a marble display with samples from around the world. The museum was founded in 1982, starting from the recovery of pieces from Roman times lying in the quarries, and then completely renewed in 2008. The collections were reorganized, the exhibition spaces rationalized and expanded, and the latest addition made, a multimedia installation by Milan’s Studio Azzurro, which recounts local history interactively with a particular focus on art and marble. The gardens surrounding the museum contain a major collection of Roman archaeology, unique in the world, including rough hewn blocks and partly worked architectural features recovered from the marble beds in the Carrara area, together with sarcophagi and other artifacts. It is a real archaeological garden, where visitors can stroll about, examine and even touch the exhibits. In summer the green space hosts interesting events, both local and international in scope, with exhibitions, conferences and debates. In winter the museum organizes educational projects for schools, including workshops and tours. We could express the significance of this marble museum in a nutshell by saying it embodies the city’s economic, social and cultural history in relics and symbols. It even conveys some sense of the lives lived by those who wrote the history of marble with the sweat of their brow. The multimedia gallery of portraits of the different marble-working professions is one step in this direction, with faces, words and ideas that convey their skills, feelings and experiences. But no words can fully express the richness of this place, unique in the panorama of Italian museums. Only a careful visit will give some idea of the atmosphere which reflects the whole significance of the culture of a region. In winter, from 1 October to 30 April, open 9 am-12.30 pm and 2.30-5 pm. Closed on Sundays and holidays. In summer, from 1 May to 30 September, open 9.30 am-1 pm and 3.30-6 pm, closed on Sundays and holidays.

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ON THE SEA_ STYLE

Roberto Franzoni

è SemPRe PIù UTILIZZATA NON SOLO PeR QUeSTIONI eSTeTIChe, mA ANChe PeR QUeSTIONI PRATIChe LO STUDIO De JORIO DeSIgN hA INTRAPReSO LA SUA ATTIvITà AgLI INIZI DegLI ANNI SeSSANTA, e SI è AffeRmATO NeLLA PROgeTTAZIONe DI NAvI DA CROCIeRA, TRAgheTTI e yAChT. L’ARChITeTTO gIUSePPe De JORIO hA COmINCIATO A LAvORARe SUL DeSIgN DeLLe NAvI PASSeggeRI gIà NeI PRImI ANNI SeSSANTA; NegLI ANNI OTTANTA è STATO AffIANCATO DAI fIgLI vITTORIO e mARCO Che SegNANO LA LINeA PROSPeTTICA DeLLA NUOvA geNeRAZIONe IN TeRmINI DI CReATIvITà e DI geSTIONe. DAL 1964 AL 1975 è STATO CONSULeNTe DI fLOTTA LAURO, bRITISh RAILwAyS, TRANS meDITeRRANée De NAvIgATION, COmPAgNIA DI NAvIgAZIONe CANgURI. DAL 1978 AL 1994, De JORIO DeSIgN hA LAvORATO COme CONSULeNTe DeL gRUPPO COSTA CROCIeRe.

STONe IS INCReASINgLy beINg USeD NOT JUST fOR AeSTheTIC bUT ALSO PRACTICAL ReASONS The De JORIO DeSIgN fIRm wAS fOUNDeD IN The eARLy 1960s. IT SOON wON A PLACe fOR ITSeLf IN The DeSIgN Of CRUISe ShIPS, feRRIeS AND yAChTS. The ARChITeCT gIUSePPe De JORIO begAN wORkINg ON The DeSIgN Of PASSeNgeR ShIPS IN The eARLy 1960s. IN The 1980s he wAS JOINeD by hIS SONS vITTORIO AND mARCO, whO embODy The PeRSPeCTIve Of The New geNeRATION IN TeRmS Of CReATIvITy AND mANAgemeNT. fROm 1964 TO 1975 The fIRm ACTeD AS CONSULTANTS TO fLOTTA LAURO, bRITISh RAILwAyS, TRANS meDITeRRANée De NAvIgATION AND The CANgURI ShIPPINg LINe. fROm 1978 TO 1994 De JORIO DeSIgN wORkeD AS CONSULTANT fOR The COSTA CROCIeRe gROUP.

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mSC fantasia

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ON THE SEA_STYLE

Nabila

giuseppe de Jorio

NeL 1975 gIUSePPe De JORIO hA RICevUTO IL PReSTIgIOSO LLOyD’S TROPhy PeR LA PROgeTTAZIONe DeL mOhAmeDIA, UN yAChT DI 48 meTRI, COSTRUITO PeR IL fINANZIeRe ARAbO ADNAN khAShOggI, PeR IL QUALe, POChI ANNI DOPO, hA CONCePITO IL LAyOUT geNeRALe DeL mITICO NAbILA IN 1975 gIUSePPe De JORIO wAS AwARDeD The PReSTIgIOUS LLOyD’S TROPhy fOR The DeSIgN Of MohaMedia, A 48-meTeR yAChT bUILT fOR The SAUDI fINANCIeR ADNAN khAShOggI. A few yeARS LATeR he DevISeD The geNeRAL LAyOUT Of The myThICAL NaBila fOR The SAme CLIeNT

Nel 1975 giuseppe de Jorio ha ricevuto il prestigioso Lloyd’s Trophy per la progettazione del mohamedia, un yacht di 48 metri, costruito per il finanziere arabo Adnan khashoggi, per il quale, pochi anni dopo, ha concepito il layout generale del mitico Nabila. Dopo questi, ha progettato ancora molti yacht tra cui la goletta di 26 metri Stalca II per il principe Ranieri di monaco, il 64 metri Luisella, ora Alexandra maria, costruito dai cantieri navali Codecasa di viareggio, lo splendido 51 metri blue Shadow, realizzato dai prestigiosi cantieri Lürssen di brema. L’ultimo progetto di yacht riguarda il 64 metri el bravo, ora Shahnaz, varato a Pietra Ligure nel 1991 e rinnovato nel 2000. Negli ultimi dieci anni lo studio de Jorio ha firmato integralmente i progetti della grandi Navi veloci: majestic (1993), Splendid (1994), fantastic (1996), excellent (1998), vittoria (1999), excelsior (1999), La Superba (2002) e La Suprema (2003), che rappresentano oggi il punto di riferimento per il mercato mondiale dei cruise ferries. Per la progettazione della Superba lo studio de Jorio si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento ShipPax 2003. Lo studio è anche responsabile della progettazione delle nuove quattro navi da crociera ad alta velocità, di nuova generazione, costruite da fincantieri per la società greca minoan Lines: knossos Palace, festos Palace (2001), Olympia Palace (2001) ed europa Palace (2002). Per la progettazione di knossos Palace lo studio de Jorio si è aggiudicato l’ambito premio Cruise & ferry 2001. Nel 2003 e 2004 è iniziata la collaborazione con la msc, con la consegna delle due navi da crociera, msc Lirica e msc Opera, costruite ai Chantiers de l’Atlantique. Nello stesso cantiere sono state realizzate anche msc musica e msc Orchestra, progetti originali dello studio de Jorio Design International per msc Crociere. A queste unità si sono aggiunte la msc Poesia e le sue due navi gemelle msc fantasia e msc Splendida, super navi Panamax con un concetto completamente nuovo di design, consegnate nel 2008-2009. Lo studio è stato anche scelto dalla marina militare Italiana e da fincantieri per la progettazione di tutti gli spazi pubblici (lounge, aree di intrattenimento e ristoranti) per l’equipaggio e gli ufficiali sulla nuova portaerei Conte di Cavour, che è stata consegnata nel 2007.

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In 1975 giuseppe de Jorio was awarded the prestigious Lloyd’s Trophy for the design of Mohamedia, a 48-meter yacht built for the Saudi financier Adnan khashoggi. A few years later he devised the general layout of the mythical Nabila for the same client. After that he designed many more yachts, including the 26-meter schooner Stalca ii for Prince Rainier of monaco, the 64-meter luisella, now the alexandra Maria, built by the Codecasa shipyards in viareggio, and the stunning 51 meter Blue Shadow, built by the prestigious Lürssen yard in bremen. The firm’s latest yacht design was the 64-meter el Bravo, now Shahnaz, launched at Pietra Ligure in 1991 and refitted in 2000. Over the past ten years the de Jorio firm has been responsible for all the design work for grandi Navi veloci: Majestic (1993), Splendid (1994), Fantastic (1996), excellent (1998), Vittoria (1999), excelsior (1999), la Superba (2002) and la Suprema (2003), which have set the benchmark in the world market of cruise ferries. for the design of la Superba the de Jorio firm won the prestigious ShipPax Award 2003. The firm is also responsible for the design of four new high speed, next-generation cruise ships built by fincantieri for the greek minoan lines. They are the Knossos Palace, Festos Palace (2001), Olympia Palace (2001) and europa Palace (2002). for the design of the knossos Palace the de Jorio firm was awarded the prestigious Cruise & ferry Award 2001. In 2003 and 2004 the firm began its partnership with mSC, with the delivery of two cruise ships, MSC lirica and MSC opera, built at the Chantiers de l’Atlantique. The same yard also built the MSC Musica and MSC orchestra to original designs by de Jorio Design International for mSC Cruises. These craft were joined by the MSC Poesia and her two sister ships MSC Fantasia and MSC Splendida, Panamax super-ships with completely new concept designs delivered in 2008-2009. The firm was also chosen by the Italian Navy and fincantieri for the design of all public spaces (saloons, entertainment areas and restaurants) for crew and officers on board the new aircraft carrier Conte di Cavour, delivered in 2007.


SULLe NAvI SI ImPONe NeL TemPO UN mODO SemPRe PIù RAffINATO D’INTeNDeRe L’ARChITeTTURA DI INTeRNI e IL DeSIgN e LA PIeTRA SI ImPONe SemPRe DI PIù

IN SUCh ShIPS TheRe gRADUALLy emeRgeD AN INCReASINgLy RefINeD INTeRPReTATION Of ARChITeCTURe AND INTeRIOR DeSIgN, The STONe beCOmINg PROTAgONIST

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ON THE SEA_ PEOPLE

de Jorio design international

Incontriamo vittorio de Jorio a genova, nello storico studio di piazza della vittoria. vittorio si è laureato a Roma nel 1982. I suoi maestri sono stati i grandi architetti che hanno ricostruito l’Italia nel dopoguerra, da Zevi a Portoghesi a Coppola a Dardi. ha incominciato nel civile, poiché non esisteva allora una specializzazione nel navale, e considera che sia stato meglio così per una formazione interdisciplinare e vasta di conoscenze trasversali e composite. Questo ricco background è stato indispensabile per raggiungere il padre giuseppe, fondatore dello studio. Parliamo di pietre a bordo. “La pietra garantisce un’elevata affidabilità – esordisce vittorio de Jorio – in termini di resistenza e allo stesso tempo assicura un’estetica di alto valore, un lustro, agli ambienti. ‘Lustro’ deriva dal greco e significa risplendere, quindi la pietra dà splendore agli spazi in cui viene applicata. Sulle navi da crociera l’esigenza scenografica è fondamentale, oltre agli aspetti pratici di durata e manutenzione, quindi nel tempo la pietra ha assunto un ruolo sempre più dominante. Avendo molti spazi pubblici da coprire con funzioni ed esigenze diverse, durante le riunioni con l’armatore vengono fatte le scelte delle pietre da impiegare. Poi le varie autorità preposte al progetto devono approvare il tipo di pietra scelta. Noi proponiamo le soluzioni, però essendo il cantiere responsabile della costruzione verso l’armatore, le ditte e i contractor del cantiere scelgono il fornitore. Il che non basta, perché noi attraverso la nostra lista di fornitori e attraverso le campionature, arriviamo a scegliere il blocco, perché sappiamo che la varietà di marmi è molto estesa e le differenze fra un blocco e l’altro possono essere molto ampie.

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we meet vittorio de Jorio in genoa, at the firm’s original premises in Piazza della vittoria. vittorio graduated in Rome in 1982. his mentors were the great architects who rebuilt post-war Italy, from Zevi to Portoghesi, Coppola and Dardi. he began working in civil architecture, as there was no specialization in naval architecture in those days. he believes this was better because it gave him a broad interdisciplinary training in transversal and composite techniques. This rich background was essential in enabling him to work with his father giuseppe, the firm’s founder. we talk about the use of stone on shipboard. “Stone is very reliable in terms of durability,” begins vittorio de Jorio, “while also ensuring an outstanding aesthetic value. It adds luster to the interiors. ‘Luster’ comes from greek and means radiance. hence stone gives splendor to the areas where it is applied. Aboard cruise ships the scenic quality is crucial, in addition to the practical aspects of durability and maintenance. So over time stone has come to play an increasingly dominant role. Since cruise liners have many public spaces to be filled with different functions and needs, during meetings with the owner the choices are made of the kinds of stone to be used. Then the various authorities involved in the project have to approve the final choice. we suggest a selection, but since the yard is responsible to the owners for building a ship, the yard’s firms and contractors choose the supplier. And this is not all, because with our list of suppliers and samples, we get to choose a specific block of stone, since we know that marble varies greatly and there can be huge differences between one piece and another.

vittorio de Jorio

Roberto Franzoni


Tuttavia dobbiamo poi restringere un po’ il campo di scelta, perché sappiamo che alcuni tipi di pietra non sono disponibili per, diciamo, il ‘pret-à-porter’ e i tempi di attesa, magari con qualche sorpresa, diventano troppo lunghi. La responsabilità dell’architetto diventa poi elevata nella selezione, perché deve capire che cosa potrà succedere a pietra tagliata, poiché a volte, dopo il processo di segagione del blocco, non sempre i risultati sono quelli sperati! In totale questo processo di scelta, selezione, identificazione, segagione, fino al risultato, richiede dei mesi”.

All the same, we then have to whittle down the choice, because we know some kinds of stone are not available for what we can call the prêt-à-porter sector, and the waiting times, together with various hitches, stretch out far too long. Then the architect has a heavy responsibility in making the choice, because he has to understand what will happen to the cut stone. Sometimes, after the block is sawn, the results are not always quite what was expected! Overall, this process of choosing, selecting, identifying and sawing, right down to the final outcome, takes many months.”

Nella scelta si tiene conto anche della durezza della pietra in funzione della durata?

In choosing stone do you look at its hardness as a guarantee of durability?

Certamente. A volte per amore di una pietra, di un colore, di una trama si sceglie una pietra che per le sue caratteristiche meccaniche non si adatta perfettamente all’impiego. Il materiale a volte può essere lavorato dal fornitore per migliorarne le caratteristiche, ma non sempre funziona. Parlando di materiali naturali, le sorprese ci possono sempre essere.

Of course. Sometimes, for the sake of a stone, a color or a pattern, you choose a stone whose mechanical properties aren’t perfectly suited to the function. The material can sometimes be worked by the supplier to improve its specifications, but it doesn’t always come off. when you’re working with natural materials, there can always be surprises.

Sulle navi contemporanee ci sono spazi che prima non c’erano, le spa e i fitness center per esempio, che vanno tipicamente rivestiti e decorati in pietra…

On contemporary craft there are facilities that ships never had in the past, like spas and fitness centers, which are typically faced and decorated with stone…

In questi ambienti ciò è certamente evidente e necessario, ma ormai in tutti gli spazi della nave, dai grandi saloni ai bar, dalle passeggiate ai vestiboli, dai bagni delle cabine più lussuose ai negozi, alle sale giochi, alle palestre si usa la pietra. Per varie esigenze. Per esempio in un ristorante, dato il calpestio concentrato e frequente, un pavimento morbido resiste poco. Pulibilità, durabilità, igiene ne hanno imposto l’impiego.

In such settings stone is certainly necessary and much in evidence. but nowadays stone is used in all ship’s spaces, from the big saloons to the bars, from the walkways to the vestibules, and from the most luxurious cabin bathrooms to the shops, games rooms and gyms. Stone has various advantages. for example, in a restaurant, where foot traffic is frequent and concentrated, a soft floor wouldn’t last long. Durability, hygiene and cleanability have enforced the use of stone.

L’impiego della pietra pone dei problemi all’architetto progettista?

Does stone raise problems for the architectural designer?

L’applicazione di un materiale “costruito” non pone mai problemi. Un laminato, un tappeto, un legno stabilizzato hanno caratteristiche meccaniche, fisiche e cromatiche stabili, note, tabellate. La pietra è un prodotto della natura, che a ogni estrazione, a ogni taglio, a ogni lavorazione può dare risultati diversi. esige più tempo, più lavoro, più controlli e presenta… più sorprese! ma qui sta il suo bello. Lavorare con questi tesori della natura ha un fascino impagabile.

The application of a synthetic material raises hardly any problems. A laminate, carpet, or stabilized wood have fixed, known and tabulated mechanical, physical, and color specifications. Stone is a product of nature. whenever you quarry, cut or process it, you get different results. It takes more time, more effort, more care and yields more surprises! but here lies its beauty. working with this treasure of nature has a fascination that is priceless.

Voi avete delle preferenze personali in fatto di pietra? Nel vostro portfolio si nota una dominanza di colori scuri…

Do you have any personal preferences when it comes to stone? In your portfolio dark colors seem to dominate…

Il materiale che dà maggiori risultati estetici e scenografici è quello colorato, forte. I marmi chiari e più delicati si adattano a zone particolari e comunque è sempre bene formare delle alternanze, delle composizioni cromatiche almeno alternate. In realtà comunque le scelte primarie le fa l’armatore e nel caso nostro, in particolare, l’armatrice.

The material that produces the finest aesthetic and visual effects is richly colored, with strong hues. The clearer and more delicate marbles could be suited to specific areas but it’s always good to create contrasts, at least by alternating chromatic patterns. In reality, however, the primary choices are made by the ship’s owner and in our case, in particular, the owner’s wife.

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Quant’è la superficie media di calpestio di un grande spazio collettivo in una nave da crociera contemporanea? Certi saloni arrivano a 1000 metri quadrati, in cui il marmo impiegato rappresenta anche il 40 per cento. Però bisogna stare attenti a non esagerare con l’impiego della pietra, per non far sembrare lo spazio un autosalone! E la superficie complessiva a disposizione degli ospiti in una nave diciamo da tremila passeggeri, di 300 metri, a diciassette ponti? è di circa 30.000 metri quadrati. Le parti che si possono rivestire in pietra possono arrivare anche a un 30 per cento, ma se si includono le superfici verticali si supera anche il 35 per cento. È più grande una nave o un grattacielo di cento piani? Il paragone è ardito, ma la nave, che oggi arriva anche ai 50 metri di larghezza e supera i 60 di altezza, ha un volumetria anche superiore, seppure con distribuzioni di spazi collettivi e di spazi tecnici differenti. Certo la nave è una grande macchina che in più rispetto al grattacielo si muove. Dato che la costruzione sta notevolmente rallentando, per progettisti e cantieri dunque rimane il mercato del refitting. Come funziona il refitting nelle navi?

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What is the average foot traffic area of a large public space in a contemporary cruise ship? Some saloons can be up to 1000 square meters, where the marble used amounts to as much as 40 percent. but you have to be careful not to overdo the use of stone. you don’t want it to look like a car showroom! And what about the overall surface area available to the passengers aboard a 300-meter ship with seventeen decks and say 3000 travelers? It would be about 30,000 square meters. The parts that can be faced with stone could go as high as 30 percent. Then if you include vertical surfaces it could be as much as 35 percent. Which is bigger – a ship or a one hundred-story skyscraper? Comparisons are difficult, but a ship, which can now be anything up to 50 meters wide and over 60 high, has an even larger volume, though with a different distribution of the public and utility spaces. Of course the ship is a huge machine in motion, unlike a skyscraper. Since shipbuilding is slowing dramatically, the designers and shipyards still have a refit market. How does the refitting of ships work?

La vita di una nave è di circa vent’anni. L’armatore impiega circa cinque-sei anni a pagarla e dopo è tutta sua. Nel frattempo cambiano tante cose, normative, nuove apparecchiature, gusti. In più, man mano che la nave invecchia costa sempre di più la sua manutenzione. ma non si può buttare via perché nel frattempo la clientela si è fidelizzata e richiede di effettuare ancora crociere su quella nave. La Costa Romantica, per esempio, dopo vent’anni subisce un refitting da 75 milioni di euro, con un intervento pesantissimo in cui è stata allungata, alzata e rifatta completamente negli interni. Commercialmente offre nuovi appeal, ma è rimasta in qualche modo, nella memoria collettiva… Costa Romantica.

The lifespan of a ship is about twenty years. The owners take some five to six years to pay the craft off and after that it’s all theirs. In the meantime, many things will have changed, with new standards, new facilities and changing tastes. what’s more, as the ship ages maintenance become more expensive. but you can’t just throw it away because in the meantime the customers have become attacked to it. They still want to go cruising on that ship. The Costa Romantica, for example, had a refit after twenty years that cost 75 million euros. It was extensively refurbished, having been stretched, built up higher and completely remodeled inside. Commercially it has a new appeal, but in the collective memory it still remains somehow the Costa Romantica.

Voi avete anche una responsabilità sull’estetica dell’esterno della nave?

You also have a responsibility for the aesthetics of the outside of the ship?

Certamente, poiché ogni nave deve essere riconoscibile e una flotta deve avere un forte family feeling per comunicare con il suo pubblico e rassicuralo con forme simili. La riconoscibilità e l’identità sono elementi fondamentali nella commercializzazione delle crociere.

Of course, since each vessel has to be recognizable and a fleet needs to have a strong family feeling to communicate with its public and reassure them with similar forms. Recognizability and identity are key elements in marketing cruises.


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THiNkiNg_ DESIGN

Alla pagina accanto_Opposite Angelo mangiarotti, vARIAZIONI, 1996 Il blocco lavorato con la tecnologia del taglio a controllo numerico viene suddiviso in più parti curvilinee che, spinte in profondità o estratte a sbalzo, vanno a comporre l’aspetto finale della scultura. Il materiale lavorato è integralmente utilizzato, senza produrre alcuno scarto

Angelo mangiarotti, CONO CIeLO, 1987 Quest’opera ingegneristica/scultorea esprime bene l’interesse di mangiarotti per il principio del risparmio di materiale, che permette di ottenere la massima espressione estetica con il minimo del materiale lavorato. Da un unico blocco di marmo di 2,50 x 2,50 x 1 metri di altezza ottiene, per mezzo del taglio a controllo numerico, undici pezzi tronco-conici concentrici che, sovrapposti gli uni agli altri, consentono di realizzare una scultura alta ben 11 metri

Angelo mangiarotti, vARIATIONS, 1996 The block, worked with numerically controlled cutting technology, is divided into a number of curvilinear parts, carved in depth or projecting sharply, so composing the form of the sculpture. The material worked is used in full, without producing any waste

Angelo mangiarotti, Sky CONe, 1987 This engineered work/sculpture clearly expresses mangiarotti’s concern with the principle of saving material, attaining the maximum aesthetic expression with the minimum of material. working on a single block of marble measuring 2.50 x 2.50 x 1 m high he uses numerically controlled cutting to fashion eleven concentric pieces in the form of truncated cones. Stacked on top of each other they create a sculpture 11 meters high


La non-cultura consumistica è riuscita in soli cinquant’anni a disperdere e a farci dimenticare tutti quegli accorgimenti e quei piccoli segreti che l’uomo si era tramandato da generazioni con lo scopo di evitare lo spreco dei materiali lavorati. Oggi si butta tutto con una facilità disarmante e non solo nella sfera familiare. buttano gli artigiani e le industrie quando realizzano i loro manufatti o i loro prodotti, senza preoccuparsi molto di valutare anche la bellezza e le potenziali funzionalità dei pezzi di risulta che quotidianamente producono ed eliminano. ma buttano anche (e soprattutto) i progettisti che spesso disegnano senza considerare con le dovute attenzioni lo scarto che il loro progetto comporta. Io credo che i progettisti dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio con la loro arte e la loro sensibilità, proprio perché le loro idee, trasformandosi in oggetti e in prodotti reali che a volte raggiungono alte tirature, fanno sì che i progettisti stessi diventino complici e indirettamente responsabili delle enormi quantità di sprechi che ne derivano. Angelo mangiarotti ha dato il buon esempio in tempi non sospetti, negli anni novanta, quando si è confrontato con il marmo di Carrara nei laboratori attrezzati con le prime macchine che eseguivano il taglio con il filo diamantato a controllo numerico. mangiarotti era sicuramente a conoscenza della quantità di marmo che quotidianamente veniva scartata e portata in discarica: circa il 70 per cento del materiale lavorato dai laboratori, una quantità gigantesca se si pensa alla preziosità e unicità di questo materiale. Così egli pensò bene di utilizzare quelle nuove tecnologie nel modo più appropriato, ricavandone delle sculture che non creavano scarti di lavorazione, che potevano indicare una nuova strada e dare l’esempio di come si possano ottenere elevati risultati estetici utilizzando il materiale lavorato nella sua interezza, scarti compresi. mangiarotti in queste sue opere ha abolito la differenza tra pezzo utilizzabile e quello di risulta, tra pezzo buono e quello da buttare: nelle sue sculture entrambi divengono protagonisti, presenze indispensabili alla compiutezza della composizione, elementi assolutamente omologhi e sinergici.

In just fifty years the consumer non-culture has succeeded in dispersing and making us forget all those little tricks and secrets that people handed down for generations to avoid waste when using materials. Today we throw things out with dismaying ease, and not only in the family. Craft businesses and manufacturers do the same. They fashion handicrafts or products without worrying about the value and potential utility of the waste they produce and eliminate day by day. And designers are particularly wasteful because they fail to devote proper attention to the leftover materials produced by their designs. I believe designers should be the first to set a good example by their art and sensibility, precisely because their ideas are transformed into real objects and products, in some cases being mass produced. This means that designers themselves abet and are indirectly responsible for the enormous quantities of waste arising from their work. Angelo mangiarotti has set a good example in difficult times. It was back in the 1990s when he began working with Carrara marble in workshops equipped with the first machines for cutting stone using numerically controlled diamond wire. mangiarotti was certainly aware of the quantities of marble waste that finished up in landfills, roughly 70 percent of the material processed in the workshops, a huge figure when you consider its value and uniqueness. he decided to use the new technologies in the most appropriate way by fashioning sculptures without creating waste, so blazing a new trail and setting an example of how to achieve outstanding aesthetic effects using the processed material in its entirety, including leftovers. In these works mangiarotti has abolished the difference between the marble used and the offcuts. both are embodied in his sculptures, as presences essential to the completeness of the composition, integrated and synergic.

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Agenda eveNTS | 02.2012 | 05.2012


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Le PRINCIPALI fIeRe DeL SeTTORe LAPIDeO_mAIN STONe eXhIbITIONS

STONA bangalore |01.02.2012_04.02.2012| CevISAmA valencia |07.02.2012_10.02.2012| vITORIA STONe fAIR bR 101 Norte |07.02.2012_10.02.2012| ChINA XIAmeN INT. STONe fAIR Xiamen |06.03.2012_09.03.2012|

ARChITeCTURe CONSTRUCTION mATeRIAL Tokyo |06.03.2012_09.03.2012| eXPOeDILIZIA Roma |22.03.2012_25.03.2012| COveRINgS Orando |17.04.2012_20.04.2012| STONeTeCh Shanghai |25.04.2012_28.04.2012|

2012

PIeDRA madrid |09.05.2012_12.05.2012|

mARmOmACC verona |26.09.2011_29.09.2011|

CARRARAmARmOTeC Carrara |23.05.2012_26.05.2012|

mADe expo Rho (milano) |17.10.2012_20.10.2012|

CARRARAmARbLe weekS Carrara |23.05.2012_26.06.2012|

SAUDI STONe TeCh Ryhad |03.12.2012_06.12.2012|

Art_people

SOUTh KOReA Simonetta Baldini Simonetta Baldini ha creato in Corea del Sud un grande monumento per la sede della International Craft Biennale di Cheongju: Obelisk, una scultura monumentale in granito coreano che si sviluppa per 7 metri di altezza. Stilisticamente si visualizza come un imponente obelisco “fasciato”, circondato da quattro sedute a creare nell’insieme un importante arredo urbano. Simonetta si è recata in Corea e ha scolpito per trenta giorni, coadiuvata da una equipe di artigiani locali molto esperti nel granito. Un’ulteriore affermazione per l’artista dopo i monumenti di Cuneo e Monticiano (Siena) e il viaggio del 2010 in auto tra Carrara, la Turchia e la Siria, ricco di lavoro e incredibile esperienza di vita. Simonetta Baldini vive e lavora tra Cinquale e Torano ed è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze.

In South Korea Simonetta Baldini has created a striking monument for the headquarters of the Cheongju International Craft Biennale. Obelisk is a monumental sculpture in Korean granite which stands 7 meters tall. Stylistically it appears as an imposing banded obelisk, surrounded by four seats to create a major urban installation. Simonetta visited Korea and sculpted for thirty days, assisted by a team of local craftsmen highly skilled in working granite. Another success for the artist after the monuments in Cuneo and Monticiano (Siena) and her car journey in 2010 which took her from Carrara to Turkey and Syria, which proved rich in amazing works and life experiences. Simonetta Baldini lives and works in Cinquale and Torano and teaches at the Accademia di Belle Arti in Florence.

| autunno 2011 - Autumn 2011 | F StoneMagazine 79


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