MOUNTAIN BIKE NEL GEMONESE 13 itinerari per 7 comuni
Artegna Bordano Forgaria nel Friuli Gemona del Friuli Montenars Trasaghis Venzone
presentazione
Sentieri, mulattiere, strade percorrono la montagna friulana formando una fittissima rete viaria. Le laboriose popolazioni che l’hanno abitata da secoli, dovendo sfruttare pascoli e boschi e collegare tra loro i numerosi e sparsi paesi, ci hanno lasciato questa particolare eredità. Un ulteriore arricchimento alla viabilità lo si deve alla realizzazione di numerose strade e mulattiere militari durante la prima grande guerra, attività poi proseguita a seguito dell’importante posizione strategica delle Alpi orientali. Per sviluppare l’economia montana attraverso un più razionale ed economico utilizzo di boschi e pascoli e poterli proteggere più efficacemente dagli incendi, le Comunità Montane hanno anch’esse rafforzato le vie di collegamento. In questi ultimi anni la nostra Comunità ha in parte sistemato ma soprattutto costruito circa 150 km di piste forestali; queste nuove arterie della montagna sono così diventate un importante strumento per lo sviluppo del turismo sportivo: trekking, podismo, pesca, parapendio e, soprattutto, la mountain bike. Il territorio del Gemonese, collocato tra le Prealpi Giulie e Carniche divise dalla valle del Tagliamento, è caratterizzato da catene montuose con andamento est-ovest, generalmente poco innevate, con il versante sud ben esposto al sole e facilmente accessibile anche in inverno. I paesi sono collocati a non più di 350 m di quota e i monti raggiungono i duemila metri. La zona, ricca di acque e di boschi, mantiene intatto il fascino di un ambiente ancora integro che le amministrazioni locali intendono conservare. Questa pubblicazione vuole essere una proposta di fruizione intelligente del territorio rivolta agli sportivi-turisti che amano la natura e sono interessati a conservarla e rispettarla come un bene comune di grande importanza. Auguriamo loro di utilizzare la bike non solo sudando chilometri ma anche sapendo guardare i fiori, le piante, gli alberi, gli animali ed i paesaggi che questo ambiente offre con dovizia e grande discrezione.
Flaviano Ermacora Presidente della Comunità Montana del Gemonese
2 introduzione agli itinerari
percorsi descritti in questa guida sono in gran parte sconosciuti al
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grande pubblico e presentano caratteristiche diverse per quanto riguarda il livello di difficoltà, il tempo di percorrenza e, non ultimi, gli
ambienti che si vanno ad attraversare. Gli aspetti naturali e paesaggistici che qualificano il territorio del Gemonese hanno consentito di individuare 13 itinerari per mountain bike: ci si può immergere nei declivi boscosi dell’altopiano del Corno, segnato da numerose carrarecce e stradine, oppure c’è la possibilità di affrontare l’impegnativo percorso che si snoda lungo la selvaggia e isolata Val Venzonassa; gli amanti delle salite potranno accedere al pianoro del S. Simeone o alla Malga Cuarnan sfiorandone le cime, da cui si possono godere splendidi panorami; per coloro che prediligono le pedalate in solitaria gli itinerari che risalgono il Torrente Palar e la Val Tugliezzo offrono l’occasione per mettersi alla prova, affrontando salite a tratti ripide avvolti nel silenzio della natura; infine vengono proposti percorsi ideali per una facile sgambata in compagnia: l’anello che costeggia il Tagliamento e il Lago di Cavazzo o il giro attorno al Monte Cumieli permettono al ciclista di effettuare quasi delle escursioni, con la possibilità di fare visita a luoghi e ad ambienti di notevole interesse. Le schede, esaurienti, contengono le caratteristiche tecniche e una breve descrizione di ogni percorso, inoltre la cartina topografica con lo sviluppo del tracciato ed il profilo altimetrico forniscono ulteriori informazioni al ciclista che così potrà scegliere senza difficoltà l’itinerario di suo gradimento. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, di ogni singolo itinerario si è inteso evidenziare la lunghezza, il dislivello, l’altitudine massima raggiunta, il tempo di percorrenza, il grado di difficoltà e le caratteristiche del fondo stradale. I dati che riguardano il tempo di percorrenza si riferiscono al tempo totale impiegato dal ciclista “medio” per effettuare, senza soste, l’itinerario. Il dislivello rappresenta l’effettiva differenza altimetrica che il ciclista deve sostenere durante il percorso. Il fondo prevalente indica in percentuale la tipologia del fondo strada-
le in questione.
3 La difficoltà esprime il grado di preparazione necessaria per poter affrontare gli itinerari. Per questo si è proceduto ad una suddivisione del tipo di percorso secondo il seguente criterio: Molto impegnativo: rientrano in questa categoria percorsi caratterizzati da salite estremamente ripide (pendenza media superiore all’8-9%, tratti massimi rilevabili oltre il 10%) o itinerari particolarmente lunghi, per i quali si determinano ostacoli di portata tale da richiedere un’adeguata preparazione atletica. Ad esempio, salite come quella del Monte S. Simeone o della Val Tugliezzo necessitano di un impegno costante, essendo caratterizzate da pendenze medie elevate. L’itinerario della Val Venzonassa richiede invece particolare attenzione sia per quanto riguarda la difficoltà del percorso (presenta tratti di salita “tagliagambe” e discese pericolose, inoltre parte del tragitto risulta non ciclabile), sia per salvaguardare l’incolumità del ciclista, non essendoci lungo il tracciato alcun punto di appoggio. È quindi consigliabile affrontare tale percorso in compagnia e portando con sé l’equipaggiamento necessario in caso di emergenza. Impegnativo: vi sono rappresentati gli itinerari caratterizzati da tratti di salita o discesa decisamente ripidi che richiedono il possesso di qualità tecnico-atletiche da parte del ciclista. Medio: si tratta di itinerari adatti ai ciclisti di media preparazione; i maggiori problemi in questo caso riguardano brevi frazioni di salita impegnativa o tratti costanti di salita di media difficoltà (si può notare come la maggior parte dei percorsi descritti sia considerata di tale livello). Turistico: vi rientrano i percorsi ideali per il neofita, essendo di facile percorrenza. Sono caratterizzati dall’assenza di dislivello, con un profilo altimetrico praticamente piatto. Poiché le rilevazioni dei singoli itinerari sono state effettuate nel periodo estate-autunno 1998, non si assicura che i dati relativi al fondo stradale e alla segnaletica siano immutati. Buona pedalata!
Andrea Palese
4 gli itinerari
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6 itinerario 1 ARTEGNA-M. FAEIT-PLAZZARISISOLA-ARTEGNA Sviluppo: 16,1 km Dislivello: 560 m Altitudine massima: 734 m (Monte Faeit) Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 min. DifficoltĂ : medio Fondo prevalente: 51% asfalto, 49% sterrato
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al piazzale del municipio di Artegna si sale a destra lungo la strada indicata dai cartelli che segnalano il “Sentiero del Monte Faeit”. Dopo 1 km, giunti ad una piazzola da cui prendono avvio vari sentieri, si prosegue diritti lungo la strada asfaltata che dopo 3,1 km complessivi diventa uno sterrato assai insidioso. Percorsi 4,7 km ha termine il tratto di strada più impegnativo, caratterizzato in alcuni punti da pendenze del 14%. In corrispondenza di un ampio spiazzo prativo si può risalire a destra la mulattiera che conduce alla cima del Monte Faeit (734 m; km 5), da cui si gode uno splendido panorama sulla piana di Osoppo e l’Anfiteatro morenico. Ridisceso il tracciato, si prosegue lungo la strada da cui ci si era allontanati. Si avanza ora in falsopiano sulla dorsale prativa del Monte Campeon. Dopo 7,1 km complessivi l’itinerario procede a sinistra; dopo 8,7 km all’altezza di un roccolo si fa ritorno sull’asfalto per svoltare immediatamente a sinistra in direzione di Plazzaris, borgata di Montenars. La strada asfaltata ha termine poco oltre l’abitato (km 9,6), si prosegue quindi su fondo naturale fino alla frazione di Isola (km 12,4). Raggiunta la strada asfaltata si scende verso Artegna, facendo attenzione a tenere di nuovo la sinistra all’incrocio di Cologna.
DA VEDERE Ad Artegna, sul colle al centro del paese, di rilevante interesse sono il Castello dei Savorgnan, ricostruito nel XV secolo, e la chiesetta di S. Martino risalente al 1205, che conserva all’interno un ciclo di affreschi del Cinquecento. A Montenars meritano una visita i borghi rurali di Cologna e Lucardi. Le chiese di S. Elena (Sonvilla) e di S. Giorgio Il Monte Faeit visto da ovest (Cologna) sono state ricostruite in linee architettoniche moderne, dopo il terremoto del 1976, su progetti di Augusto Romano Burelli. Su un costone roccioso che domina la forra del Torrente Orvenco, a sud dell’abitato di Cologna, si scorgono i ruderi del Castello di Ravistagno, eretto nel Duecento.
8 itinerario 2 ARTEGNA-M. FAEIT-VAL ZIMORSAMMARDENCHIA-TARCENTOARTEGNA Sviluppo: 28,7 km Dislivello: 694 m Altitudine massima: 734 m (Monte Faeit) Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 min. DifficoltĂ : impegnativo Fondo prevalente: 80% asfalto, 20% sterrato
9 i tratta di una variante dell’itinerario n. 1. Dal piazzale del municipio di Artegna si sale a destra lungo la strada indicata dai cartelli che segnalano il “Sentiero del Monte Faeit”. Dopo 1 km, giunti ad una piazzola da cui prendono avvio vari sentieri, si prosegue diritti lungo la strada asfaltata che dopo 3,1 km complessivi diventa uno sterrato assai insidioso. Percorsi 4,7 km ha termine il tratto più impegnativo, caratterizzato in alcuni punti da pendenze del 14%. In corrispondenza di un ampio spiazzo prativo si può risalire a destra la mulattiera che conduce alla cima del Monte Faeit (734 m; km 5), da cui si gode uno splendido panorama sulla piana di Osoppo e l’Anfiteatro morenico. Ridisceso il tracciato, si prosegue lungo la strada da cui ci si era allontanati. Si avanza ora in falsopiano sulla dorsale prativa del Monte Campeon. Dopo 7,1 km complessivi l’itinerario procede a sinistra; dopo 8,7 km, all’altezza di un roccolo, confluisce a destra nella strada asfaltata proveniente da Montenars. Si pedala così per 2 km nella stretta Val di Stella, imboccando successivamente la rotabile della Val Zimor (km 10,7). La strada è interessata da un fondo sdrucciolevole e irregolare, inoltre il primo tratto si presenta piuttosto ripido. Dopo 15,8 km si svolta a destra alla volta di Sammardenchia raggiungibile dopo una salita assai impegnativa, caratterizzata da pendenze notevoli (16%). Attraverso una strada panoramica, superati i borghi di Beorchian e Coia, si arriva a Tarcento (km 21,7). Dalla cittadina, seguendo in successione le indicazioni per Billerio, Magnano ed Artegna, si fa ritorno al punto di partenza.
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DA VEDERE A Coia di Tarcento si erge il torrione che appartenne al Castello Frangipane, complesso fortificato eretto nel XIV secolo. A Magnano in Riviera si conservano i resti del Castello di Prampero, andato distrutto nel Cinquecento e successivamente ricostruito. Nei pressi sorge la chiesetta di S. Margherita, di origini quattrocentesche.
10 itinerario 3 ARTEGNA-M. FAEIT-FLAIPANOTARCENTO-ARTEGNA Sviluppo: 28,1 km Dislivello: 596 m Altitudine massima: 734 m (Monte Faeit) Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 min. DifficoltĂ : medio Fondo prevalente: 80% asfalto, 20% sterrato
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i tratta di un’ulteriore variante dell’itinerario n. 1. Dal piazzale del municipio di Artegna si sale a destra lungo la strada indicata dai cartelli che segnalano il “Sentiero del Monte Faeit”. Dopo 1 km, giunti ad una piazzola da cui prendono avvio vari sentieri, si prosegue diritti lungo la strada asfaltata che dopo 3,1 km complessivi diventa uno sterrato assai insidioso. Percorsi 4,7 km ha termine il tratto di strada più impegnativo, caratterizzato in alcuni punti da pendenze del 14%. In corrispondenza di un ampio spiazzo prativo si può risalire a destra la mulattiera che conduce alla cima del Monte Faeit (734 m; km 5), da cui si gode uno splendido panorama sulla piana di Osoppo e l’Anfiteatro morenico. Ridisceso il tracciato, si prosegue lungo la strada da cui ci si era allontanati. Si pedala ora in falsopiano sulla dorsale prativa del Monte Campeon. Dopo 7,1 km complessivi l’itinerario procede a sinistra; dopo 8,7 km, all’altezza di un roccolo, confluisce a destra nella strada asfaltata proveniente da Montenars. Al bivio successivo (km 10,7) si prosegue diritti verso Frattins e Flaipano. La strada avanza sullo spartiacque che separa le valli del Vedronza e dello Zimor e sale leggermente di quota sino al Monte Stuba, per poi scendere altrettanto gradualmente oltre i piccoli borghi di Stella e Pobra. Viene così raggiunta la chiesetta di Stella (km 15,2); da qui svoltando a destra la discesa si fa più ripida, caratterizzandosi per il fondo sconnesso ed i numerosi stretti tornanti. Altri 5,9 km e si giunge a Tarcento dopo aver superato le frazioni di Malemaseria e Zomeais. Da Tarcento (km 21,1) si seguono le indicazioni per Billerio e Magnano proseguendo così alla volta di Artegna.
DA VEDERE Sui versanti del Monte Faeit rivolti a nord e ad ovest era situato un “castrum” longobardo, vasto apprestamento difensivo di cui restano le tracce a fianco delle strade lastricate di accesso all’altura. All’imbocco di uno di questi percorsi sorge la chiesetta di S. Stefano in Clama risalente all’XI secolo.
12 itinerario 4 SALITA AL MONTE CUARNAN Sviluppo: 12,9 km (escluso il ritorno) Dislivello: 800 m Altitudine massima: 1075 m (Malga Cuarnan) Tempo di percorrenza: 1 ora e 10 min. andata; 40 min. ritorno DifficoltĂ : impegnativo Fondo prevalente: 92% asfalto, 8% sterrato
13 Gemona, da piazza Garibaldi si prosegue lungo via Caneva fino all’imbocco di via dei Cappuccini (km 0,2), dove si svolta a destra seguendo le indicazioni per il Monte Cuarnan. Al termine della borgata di Gleseute (km 1,5) si affronta in salita la strada asfaltata che, con pendenza costante, si snoda dapprima sulla sinistra del corso del Vegliato, poi attraverso la località di Siere per condurre successivamente ai prati di Plan di Cuarnan (km 11,9), dove ha termine il tratto asfaltato. Da qui si prosegue su un’ampia strada bianca che dopo circa 1 km conduce a Malga Cuarnan (fare attenzione al crocicchio dopo 200 m di percorso sterrato: va imboccata a sinistra la strada con il cancello di legno). Il ritorno si effettua lungo lo stesso percorso dell’andata. Interessante è la deviazione che consente di raggiungere i Pascoli Alti del Cuarnan: poche centinaia di metri prima della malga si imbocca sulla destra la faticosa mulattiera che si sviluppa verso sudovest sulla dorsale del monte. La splendida vista che si allarga sulla pianura friulana ed i vasti prati fioriti saranno la degna ricompensa per lo sforzo sostenuto. Per chi avesse ancora energie c’è la possibilità di raggiungere, a piedi e in circa 30 minuti, la chiesetta del Redentore che sorge sulla cima del Cuarnan Veduta dal Monte Cuarnan (1372 m). Lungo il sentiero si incontra il ricovero Pischiutti in cui è possibile pernottare. Dalla malga, prendendo un ripido sentiero, si può salire a Sella Foredôr (1089 m). Dopo pochi minuti di cammino si ammirerà lo splendido scenario rappresentato dalla catena del Chiampon.
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DA VEDERE A Gemona, ricostruita dopo il terremoto del 1976, di grande interesse è il Duomo gotico, consacrato nel 1337 dopo quasi cinquant’anni di lavori. Ha subito nel tempo numerosi rimaneggiamenti. Lo affianca la torre campanaria, di poco successiva. Da Porta Udine, prossima al sagrato, ha inizio via Bini, cuore del centro storico gemonese, su cui si affacciano importanti edifici: Palazzo Gurisatti, Casa D’Aronco, Palazzo Sporeni, Casa Antonelli, Palazzo Elti, Palazzo Boton. Inoltre, attraverso una scalinata, si ha la possibilità di accedere direttamente all’altura che conserva i resti del castello medievale. Malga Cuarnan è sede di un’attività agrituristica, vi si possono acquistare i prodotti caseari tipici. La chiesetta-monumento del Redentore, che si eleva sulla cima del Cuarnan, è stata eretta per la prima volta nel 1901 e ricostruita nel 1985.
14 itinerario 5 GEMONA-SELLA S. AGNESE-FORTE DI M. ERCOLE-M. CUMIELI-SELLA S. AGNESEGEMONA Sviluppo: 16,9 km Dislivello: 530 m Altitudine massima: 571 m (Monte Cumieli) Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 min. DifficoltĂ : medio Fondo prevalente: 18% asfalto, 82% sterrato
La Sella di S. Agnese
15 Gemona, da piazza Garibaldi si prosegue lungo via Caneva fino all’imbocco di via dei Cappuccini (km 0,2), dove si svolta a destra seguendo le indicazioni per il Monte Cuarnan. Al termine della borgata di Gleseute (km 1,5) si sale ancora seguendo l’evidente stradina bianca posta sull’argine artificiale del Torrente Vegliato. Oltre il greto, quasi sempre in secca, si affronta la mulattiera che conduce alla Sella di S. Agnese (km 4), dove è localizzata una chiesetta votiva ricostruita dopo il terremoto del 1976. Giunti al valico si prosegue diritti in direzione nord, mantenendo la sinistra sulla dissestata strada sterrata che discende il versante. Dopo circa 300 m va imboccato il largo sentiero che sale deciso a sinistra (fare attenzione: nella bella stagione la vegetazione rigogliosa tende a nascondere il nuovo percorso). Il tracciato, accidentato e a tratti ripido, conduce a un piccolo pianoro panoramico posto su una propaggine del Monte Cumieli, con una bella veduta sui Rivoli Bianchi e l’ambito di Ledis (km 5,2). Dalla balconata ha inizio una discesa che nel mezzo di una faggeta conduce, dopo circa 1 km, a un’estesa zona prativa dove è localizzato un casolare (C. Cum). L’itinerario procede lungo una strada prima sterrata poi cementata. Giunti ad una sbarra si prosegue diritti attraverso le rovine del Forte di Monte Ercole; al bivio successivo (km 7,7) si svolta a sinistra. Si è ora impegnati in una salita che avviene per alcune centinaia di metri su un acciottolato di recente realizzazione. Superati una galleria naturale ed un tornante, in corrispondenza di un bosco di castagni si può salire alla cima del Cumieli imboccando a sinistra un ripido sentiero (km 10,1). L’ascesa è molto difficoltosa, essendo caratterizzata da fortissime pendenze. Dall’altura splendido è il panorama sulla piana alluvionale del Tagliamento e le Prealpi del Gemonese. Si scende e si riprende la strada principale sino al completamento dell’anello, facendo presto ritorno alla Sella di S. Agnese (km 12,9) e da qui dirigendosi di nuovo a Gemona (km 16,9).
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DA VEDERE La Sella di S. Agnese accoglie l’omonima chiesetta, risalente alla prima metà del XIII secolo, a cui era annesso un convento. Su una piccola altura posta in prossimità del corso del Tagliamento si erge il Forte di Monte Ercole, opera militare a carattere difensivo costruita all’inizio del Novecento. La cima arrotondata del Cumieli custodisce le tracce di una muraglia forse appartenente ad un castelliere protostorico. Su un contrafforte roccioso a sud del monte, accessibile dalla mulattiera che riconduce a S. Agnese, sono conservati i resti del Castello di Grossemberg eretto nel 1190 e presto abbattuto. Merita una visita il Lago Minisini presso Ospedaletto, piccolo specchio d’acqua che si sta progressivamente interrando.
16 itinerario 6 GEMONA-SELLA S. AGNESES. CATERINA Sviluppo: 9,4 km (escluso il ritorno) Dislivello: 226 m Altitudine massima: 430 m (Sella di S. Agnese) Tempo di percorrenza: 1 ora e 20 min. andata; 1 ora ritorno DifficoltĂ : medio Fondo prevalente: 47% asfalto, 53% sterrato
La piana di Venzone
17 Gemona, da piazza Garibaldi si prosegue lungo via Caneva fino all’imbocco di via dei Cappuccini (km 0,2), dove si svolta a destra seguendo le indicazioni per il Monte Cuarnan. Al termine della borgata di Gleseute (km 1,5) si sale ancora seguendo l’evidente stradina bianca posta sull’argine artificiale del Torrente Vegliato. Oltre il greto, quasi sempre in secca, si affronta la mulattiera che conduce alla Sella di S. Agnese (km 4), dove è localizzata una chiesetta votiva ricostruita dopo il terremoto del 1976. Giunti al valico si prosegue diritti in direzione nord, tenendo la destra e percorrendo l’ampia carrareccia a tratti sconnessa che scende in maniera decisa verso la località Plan di Muini (km 4,8). Dal punto più elevato del pianoro si procede a sinistra e al successivo bivio a destra. Viene così raggiunto il greto del Rio Pozzolons (km 5,5): seguendo una debole traccia, sul suo argine destro ci si raccorda alla mulattiera principale. Si scende verso ovest in direzione del Tagliamento per un centinaio di metri, sino ad incontrare un evidente spiazzo (km 5,8). Qui si svolta a destra imboccando la nuova carrareccia che prosegue a mezza costa verso Venzone attraversando l’esteso conoide dei Rivoli Bianchi. L’itinerario procede diritto verso nord lungo la mulattiera principale che presto si raccorda alla strada asfaltata proveniente da Borgo Rozza (km 6,6). Ancora 200 m e si svolta a destra per raggiungere Borgo San Giacomo e l’omonima chiesetta. Poco prima della statale Pontebbana si imbocca a destra via degli Alpini che conduce alla strada che affianca il fossato della cittadella medievale di Venzone. All’altezza di Porta S. Genesio si svolta ancora a destra seguendo le indicazioni per Santa Caterina. Gli ultimi 500 m, caratterizzati da una notevole pendenza media (14%), conducono al pianoro sommitale dove si erge la chiesetta pure ricostruita dopo il sisma del 1976. Il ritorno può avvenire lungo lo stesso itinerario dell’andata oppure attraverso la statale Pontebbana (sconsigliato).
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DA VEDERE Nella piana di Venzone è situata la chiesetta dei SS. Giacomo e Anna, risalente probabilmente ai secoli X-XI. L’interno conserva lacerti di affreschi trecenteschi. La cittadella medievale di Venzone è stata ricostruita dopo il 1976 con rigore filologico, mantenendo la sua struttura originaria attraverso la ricollocazione rigorosa delle pietre recuperate e l’integrazione di quelle andate distrutte (anastilosi). All’interno della cinta muraria meritano una visita il Duomo di Sant’Andrea Apostolo in stile romanico gotico, consacrato nel 1338, e il Palazzo comunale, splendido esempio di architettura gotico fiorita risalente all’inizio del Quattrocento, successivamente modificato e più volte ricostruito. Sul terrazzo che domina la piana è posta la chiesetta di S. Caterina, di origini quattrocentesche.
18 itinerario 7 LA VAL VENZONASSA E LA CONCA DI LEDIS Sviluppo: 29 km (escluso il sentiero non ciclabile) Dislivello: 1082 m Altitudine massima: 1089 m (Forca Tacia) Tempo di percorrenza: 4 ore e 30 min. DifficoltĂ : molto impegnativo Fondo prevalente: 22% asfalto, 78% sterrato
19 al centro storico di Venzone si supera il ponte sul Torrente Venzonassa e si svolta a destra per Borgo Sottomonte. Subito il ciclista è impegnato in una salita caratterizzata da una pendenza costante e con un buon fondo asfaltato. Dopo 3,6 km vengono raggiunti i resti di Borgo Costa, ancora 200 m e si perviene alla curva del Gran Rio dove termina questo primo tratto di salita. Da qui si discende per qualche centinaio di metri fino ad oltrepassare il Gran Rio (km 4,2), imboccando successivamente una galleria scavata nella roccia. Da questa galleria prende avvio la pista forestale che prosegue a mezza costa sul versante meridionale della catena del Plauris (fare attenzione al fondo caratterizzato da uno sterrato irregolare, cementato nei punti più ripidi). Seguono tratti “tagliagambe” ed altri decisamente pedalabili, anche se l’ascesa presenta comunque una pendenza impegnativa. Al 5° km si intravedono i ruderi di Borgo Maieron; dopo 6,8 km si raggiunge Borgo Prabunello per poi salire alla località Pale dal Baraz (km 8,2) da dove ha inizio una veloce discesa (200 m prima dello scollinamento vi è il bivio per le malghe Ungarina e Confin). Si scende così al Plan di Frassin (km 9,5) e a Casera Navis (km 11,4) e infine al guado della Venzonassa (km 12,1) per poi guadagnare i 1089 m di Forca Tacia. Il fondo stradale è pessimo. Al bivio (km 15,8) si svolta a destra proseguendo lungo la pista forestale, sempre in piano o in discesa, fino alla conca di Ledis, in prossimità degli Stavoli Scugjelars (km 24,7). Dopo circa 600 m attraverso un sentiero non ciclabile si giunge alla chiesetta di Ledis e al Rifugio Brigate Osoppo Battaglione Prealpi. Percorrendo sempre a piedi il tracciato, viene presto raggiunta la Forca di Ledis per poi discendere sui ghiaioni fino alla località Rivoli Bianchi. Qui ci si rimette in sella e si procede ancora in discesa per una ripida carrareccia. Dopo circa 1 km, giunti ad una biforcazione, si tiene la destra salendo sull’argine che affianca il Rio Pozzolons. Si scende ancora per un centinaio di metri, quindi in corrispondenza di uno spiazzo si svolta a destra imboccando una stradina proveniente da Borgo Rozza. Prima di Borgo San Giacomo il fondo ritorna asfaltato per ricondurre rapidamente a Venzone.
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DA VEDERE La Val Venzonassa, lunga una decina di chilometri, assume aspetti diversificati sotto il profilo fisico e paesaggistico. Il corso superiore del torrente è caratterizzato da un alveo piuttosto ampio, quello inferiore si presenta più stretto con alte sponde tipiche della forra. Su un rilievo del versante meridionale del Monte Plauris sorge la chiesetta di S. Antonio Abate, la cui fondazione risale al XIV secolo. Inizialmente vi era annesso un romitorio, presto trasformato in stavolo. Nell’interno è conservato un ciclo di affreschi della prima metà del Cinquecento. La vasta distesa ghiaiosa di Rivoli Bianchi, attraversata dall’itinerario nel suo tratto conclusivo, è uno dei maggiori coni di deiezione della Regione: occupa una superficie di 1,5 kmq con un raggio di oltre 1 km, mentre lo spessore dei depositi alluvionali raggiunge quasi i 300 m.
20 itinerario 8 STAZIONE PER LA CARNIA-TUGLIEZZORIFUGIO FRANZ Sviluppo: 8,6 km (escluso il ritorno) Dislivello: 737 m Altitudine massima: 1008 m (Rifugio Franz) Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 min. andata; 30 min. ritorno DifficoltĂ : molto impegnativo Fondo prevalente: 41% asfalto, 59% sterrato
21 Stazione per la Carnia, superata la caserma posta lungo la statale Pontebbana, si imbocca la strada asfaltata che si snoda a fianco del muro di cinta della zona militare diretta all’alveo di un torrente. Dopo un’ampia curva l’itinerario prosegue con la salita che conduce a Tugliezzo: l’ascesa è caratterizzata da pendenze abbordabili (prestare attenzione, specialmente nei periodi di piogge e di gelo, ai tratti dove il fondo stradale si presenta sconnesso). Superati gli stavoli di Tugliezzo (km 3,3), si abbandona l’asfalto girando a destra e procedendo lungo una ripida strada forestale con fondo prima cementato e poi naturale. La pista si inerpica sempre a forti pendenze (superiori al 10%) nell’incantevole scenario di un bosco di conifere. All’unico bivio presente lungo il percorso (km 5) si svolta a destra. Dopo 8,6 km appare alla vista l’inconfondibile profilo del Rifugio Franz, meta conclusiva dell’itinerario. Il ritorno viene effettuato lungo lo stesso percorso dell’andata: attenzione ora ad affrontare con cautela la discesa caratterizzata nel primo tratto dalle ripide rampe percorse precedentemente in salita. Plan di Tugliezzo
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DA VEDERE Il Rifugio Franz, meta finale dell’itinerario, è una struttura in tronchi di larice realizzata negli anni ’70 in sostituzione della vecchia casera Cuel de Fratte. Offre riparo con possibilità di pernottamento. Il ripiano di Giardôse costituisce una delle località fossilifere più famose delle Prealpi Giulie, ricca di Nummuliti e di qualche corallo isolato.
Faggeta
22 itinerario 9 BORDANO-PIOVERNO-SOMPLAGOINTERNEPPO-BORDANO Sviluppo: 23 km Dislivello: 254 m Altitudine massima: 315 m (Sella di Interneppo) Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 min. DifficoltĂ : turistico Fondo prevalente: 88% asfalto, 12% sterrato
23 a Bordano si percorre in direzione nord la strada che affianca il versante orientale del Monte S. Simeone lungo la riva destra del Tagliamento. Attraversata Pioverno (km 3,3) si prosegue, sempre costeggiando il corso d’acqua, alla volta della statale che transita per Cavazzo e Somplago. La strada è caratterizzata da un susseguirsi di saliscendi, ma è facilmente percorribile e consente di osservare la zona di confluenza del Fella e del Tagliamento. Dopo Pioverno l’asfalto si presenta piuttosto deteriorato; al km 7,4 ha inizio un breve tratto sterrato (circa 2,1 km), fatto ritorno sull’asfalto ci si raccorda alla statale dopo 11,7 km complessivi. All’incrocio si svolta a sinistra: superata la breve salita del Cuel di Mena, in discesa si raggiunge Somplago (km 14) seguendo poi le indicazioni per Alesso. Poco oltre il camping si giunge al ponte dell’autostrada (km 17,4) in prossimità della sponda sud-occidentale del Lago di Cavazzo, girando successivamente a sinistra e imboccando una stradina con fondo naturale. Il tratto sterrato è breve (800 m) e conduce di nuovo alla statale nella zona del parco giochi. Si procede in leggera salita fino ad Interneppo (km 20,2) che si raggiunge girando a destra. Superato il paese si affronta la dura ma breve ascesa che conduce alla Sella di Interneppo (km 21,3), per poi ridiscendere e far ritorno a Bordano.
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DA VEDERE Bordano è il “paese delle farfalle” per la presenza, sul versante meridionale del Monte San Simeone che sovrasta l’abitato, di numerosi lepidotteri. Colorati murales abbelliscono le pareti delle case, inseriti in un più ampio programma di valorizzazione della località articolato in varie iniziative che si svolgono soprattutto nel mese di agosto. Il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni (ne fanno parte anche i comuni di Bordano e Trasaghis) è il più grande della Regione. L’immissione delle acque provenienti dalla centrale di Somplago ha provocato profonde alterazioni al bacino con l’impoverimento della vegetazione e della fauna. Nel settore meridionale del lago è localizzato lo “stagno ecologico”: si tratta di un progetto, promosso dalla Comunità Montana del Gemonese, che ha comportato la realizzazione di una zona umida a fini faunistici e la sistemazione e ricostruzione vegetazionale dell’area circostante. A Cesclans su un’altura si erge la Pieve di Santo Stefano, sorta nel XIV secolo ed ora in avanzata fase di recupero.
24 itinerario 10 SALITA AL MONTE S. SIMEONE Sviluppo: 13,4 km (escluso il ritorno) Dislivello: 967 m Altitudine massima: 1203 m (Baita Monte S. Simeone) Tempo di percorrenza: 2 ore andata; 45 min. ritorno DifficoltĂ : molto impegnativo Fondo prevalente: 30% asfalto, 65% sterrato, 5% cemento
25 a Bordano (piazza Municipio) si risale la strada provinciale che conduce a Interneppo. Dopo circa 2 km di salita media, in prossimità dello scollinamento della Sella di Interneppo, si seguono le indicazioni per il Monte S. Simeone: svoltando a destra si imbocca la rotabile, prima asfaltata poi sterrata, che conduce al pianoro posto sul rilievo, facendo attenzione a tenere la destra in corrispondenza delle due successive deviazioni per il Monte Festa (km 2,5) e per gli Stavoli Trions. Il tratto asfaltato ha termine dopo un paio di chilometri dal bivio; si prosegue prima su un fondo cementato (fino alla prima galleria) e successivamente su una carrareccia che si sviluppa per ben 28 tornanti di cui 7 in galleria (questi non creano alcun problema al ciclista data la loro brevità). Le condizioni del fondo stradale sono piuttosto precarie: spesso si rischia letteralmente di affondare con le ruote nella ghiaia, tanto è irregolare e poco battuta la sede stradale. Va prestata attenzione, soprattutto in discesa, nell’affrontare alcuni tornanti molto esposti e poco protetti. Oltre alle pessime condizioni della strada, l’intera salita (11,4 km circa dal bivio) presenta delle pendenze sempre impegnative e costanti, fortunatamente prive di tratti “tagliagambe” (la pendenza media dall’imbocco della rotabile fino alla cima è del 7,8%). Da rilevare inoltre che lungo la salita è quasi del tutto assente l’ombra e che non vi è alcuna possibilità di rifornirsi d’acqua. Dopo 13,2 km complessivi si raggiunge il pianoro panoramico del S. Simeone situato a 1200 m di quota. Svoltando a destra è facile raggiungere la Baita Monte San Simeone (km 13,4), unico punto di appoggio per il ciclista. Sul pianoro, oltre a vari stavoli, è localizzata una chiesetta alpestre. Lo sterrato prosegue ancora per circa 2 km in direzione della cima del monte, fino a terminare nel bosco in prossimità dell’imbocco del sentiero CAI (segnavia 839), che rapidamente guadagna i 1505 m della vetta. Il ritorno si effettua lungo lo stesso percorso dell’andata.
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DA VEDERE Il Monte S. Simeone, per la sua posizione geografica, la favorevole insolazione e la presenza di vari microclimi, è perfettamente esemplificativo delle caratteristiche ambientali e vegetazionali delle Prealpi friulane. Sul pianoro prossimo alla cima si erge una chiesetta dedicata al santo che dà il nome al monte. Risale al XIV secolo, anche se è stata sottoposta nel tempo a modifiche e a parziali ricostruzioni. A nordovest del S. Simeone, il Monte Festa conserva i resti di una fortificazione militare della prima guerra mondiale. Faceva parte di un articolato sistema difensivo, la “Fortezza Alto Friuli”, che doveva tenere sotto controllo le valli del Tagliamento e del Fella.
26 i t i n e r a r i o 11 ALESSO-FORCHIA ARMENTARIASTAVOLI PALAR Sviluppo: 14 km (escluso il ritorno) Dislivello: 842 m Altitudine massima: 810 m Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 min. andata; 1 ora e 15 min. ritorno DifficoltĂ : impegnativo Fondo prevalente: 31% asfalto, 69% sterrato
27 a Alesso si attraversa il ponte sul Torrente Palar svoltando successivamente a destra (si seguono le indicazioni per la località Armentaria). Ad essere imboccata è una ripida stradina asfaltata che impone una dura e faticosa ascesa, caratterizzata da fortissime pendenze e da un fondo non sempre ottimale. Dopo 2,7 km viene raggiunto il Cuel dal Fari. Poco oltre il 3° km ha termine il tratto di salita più impegnativo, seguito da un rilassante falsopiano che gradualmente guadagna quota. Coperti 4,4 km, in località Forchiatas la strada si trasforma in una pista sterrata. In questo tratto la facilità del percorso dà la possibilità di ammirare l’aspetto aspro e selvaggio della vallata. In corrispondenza di una pineta si perviene a Forchia Armentaria (km 10), da cui ha inizio la discesa verso il greto del Torrente Palar (da affrontare facendo attenzione al fondo irregolare e ai tratti non protetti). Si giunge così in vista degli Stavoli Palar, presto raggiunti sull’altro versante della valle (km 14). Gli stavoli sono aperti ed è possibile pernottarvi. Ritorno lungo il medesimo itinerario.
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DA VEDERE La valle del Torrente Palar, selvaggia e riservata, è una delle più estese della zona. Fitti boschi ricoprono i versanti, contribuendo all’integrità di un ambiente di grande interesse naturalistico. Numerosi insediamenti rurali punteggiano la valle; il loro abbandono da parte dell’uomo sta provocando la scomparsa di prati e pascoli, sopraffatti dalla vegetazione arbustiva. Le pozze d’acqua nei pressi dell’abitato di Alesso sono frequentate d’estate da numerosi bagnanti.
28 itinerario 12 FORGARIA-M. PRÂTMALGA CUARFORGARIA Sviluppo: 45,7 km Dislivello: 1102 m Altitudine massima: 1271 m Tempo di percorrenza: 3 ore e 30 min. Difficoltà: impegnativo Fondo prevalente: 65% asfalto, 35% sterrato
L’altopiano di Monte Prât
29 al centro abitato di Forgaria, seguendo le indicazioni, si prende la strada asfaltata per Monte Prât dove si giunge dopo una lunga salita (km 8,5), caratterizzata da una pendenza media dolce e costante (5-6%). Attraversato l’altopiano si prosegue diritti lungo il percorso che taglia il versante sud-orientale del Monte Cuar. Dopo 11,9 km si supera il bivio per la Val Tochel (girare a destra) per giungere successivamente allo scollinamento di Cuel di Forchia (km 13,9). Ha inizio ora una ripidissima discesa che in un paio di chilometri conduce all’imbocco della pista forestale del Monte Cuar che prende avvio a sinistra, presso gli Stavoli Pra’ Steppa, in corrispondenza di un segnale di divieto di transito (km 15,9). Ci si immette nel nuovo tracciato superando alcuni stavoli e proseguendo in falsopiano per circa 4 km, per poi inerpicarsi lungo le pendici boscose del Cuar. Dopo 21,5 km vi è la deviazione per Malga Cuvii (proseguire diritti); finalmente si è in vista di Malga Cuar (km 25,3), passando dagli abeti e dai faggi della prima parte del percorso agli estesi pascoli attorno alla casera. Si consiglia di raggiungere a piedi la cresta sommitale per poter ammirare lo splendido panorama che si coglie dalla dorsale, con la vista che spazia verso la pianura a sud e le creste della Catena carnica a nord. Ripresa la pista, si prosegue ancora per circa 800 m in salita sino a raggiungere il punto altimetrico più elevato di tutto l’itinerario (1271 m). Segue una tortuosa discesa a tratti ripida, caratterizzata spesso da un fondo irregolare, che si sviluppa per circa 5,8 km. La carrareccia ha termine poco sotto il Cuel di Forchia: da qui si torna all’asfalto e si prosegue in discesa lungo la strada già percorsa precedentemente, ora diretta a Monte Prât e Forgaria.
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DA VEDERE L’altopiano di Monte Prât è una vasta distesa ondulata caratterizzata da doline e inghiottitoi che attestano la presenza di una circolazione di tipo carsico. Praterie e fitte macchie di alberi ed arbusti sono i tratti salienti del paesaggio, da cui emergono i numerosi stavoli utilizzati un tempo per l’alpeggio. Malga Cuar è la più orientale delle strutture malghive delle Prealpi Carniche ancora in funzione. Nel comprensorio, presso la Malga Amula, è in atto un progetto finalizzato all’introduzione di una razza di cavallini di origine polacca (“Konik”), che dovrebbe consentire il mantenimento e il ripristino delle super-
fici pascolive.
30 itinerario 13 FORGARIAM. PRÂTVAL TOCHELVAL D’ARZINOFLAGOGNA Sviluppo: 39,2 km Dislivello: 761 m Altitudine massima: 894 m (Bivio Val Tochel) Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 min. Difficoltà: medio Fondo prevalente: 100% asfalto
Bosco in Val d’Arzino
31 al centro abitato di Forgaria, seguendo le indicazioni, si prende la strada asfaltata per Monte Prât dove si giunge dopo una lunga salita (km 8,5), caratterizzata da una pendenza media dolce e costante (5-6%). Attraversato l’altopiano si prosegue diritti lungo il percorso che taglia il versante sud-orientale del Monte Cuar. Dopo 11,9 km complessivi, esattamente sotto lo spigolo a sud del rilievo, si svolta sinistra e si scende verso la Val d’Arzino attraversando, nei primi chilometri, la ridente Val Tochel. La strada, asfaltata per gran parte della sua lunghezza, richiede una particolare attenzione, presentandosi piuttosto stretta e in costante discesa. L’unico insediamento che si incontra lungo il tragitto è costituito dagli Stavoli Zopiet (km 16). Dopo circa 9 km di discesa si raggiunge la strada della Val d’Arzino che va percorsa in direzione di Anduins, affrontando con grande prudenza le gallerie prive di illuminazione localizzate prima dell’abitato. Da Anduins, scendendo attraverso una serie di tornanti, si supera Casiacco e si giunge al Ponte dell’Armistizio, oltre il quale si prosegue a sinistra alla volta di Forgaria per far ritorno al punto di partenza.
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DA VEDERE Il Torrente Arzino è caratterizzato da una valle profonda e stretta che il corso d’acqua ha modellato formando il tipico ambiente di forra. Poco prima di Anduins è localizzata una palestra di roccia ottimamente attrezzata. Da Flagogna è possibile salire alle rovine del Castello di S. Giovanni, risalente al XII secolo. Lungo la strada che conduce a Trasaghis si estende la Riserva naturale di Cornino, con l’omonimo laghetto carsico dalle forti tonalità verde azzurre e il Centro di reintroduzione dei grifoni, dotato di voliere e di un punto di alimentazione artificiale per i rapaci.
le guide... in tasca (in neretto i numeri degli itinerari a cui si riferiscono le pubblicazioni) Le guide del Friuli-Venezia Giulia. 4 Prealpi e Piana del Tagliamento, Provincia di Udine, 1997 Il sentiero naturalistico Monte Faeit, Sottosezione C.A.I. Artegna, 1996 (1, 2, 3) Montenars e il Monte Cuarnan, Comune di Montenars, s.d. (1, 2, 3) Gemona del Friuli. Guida storico artistica, Arti Grafiche Friulane, 1994 (4, 5, 6) Guida al sentiero naturalistico Silans-Lago di Ospedaletto, Comune di Gemona del Friuli, Pro Glemona I.A.T., II edizione 1997 (4, 5, 6) Il conoide del Vegliato e la Sella di S. Agnese, Pro Glemona I.A.T., 1997 (4, 5, 6) Malga Cuarnan e Malga Cuar. Itinerari naturalistici e agriturismo nel Gemonese, ComunitĂ Montana del Gemonese, 1998 (4, 12) Rivoli Bianchi, Ledis e Torrente Venzonassa, Pro Glemona I.A.T., 1998 (6, 7) Venzone. Guida storico turistica, Arti Grafiche Friulane, 1991 (6, 7) Venzone. Il Centro Storico, Cooperativa Utopie Concrete, 1991 (6, 7) Venzone. La Piana, Cooperativa Utopie Concrete, 1994 (6, 7) Venzone e il Parco delle Prealpi Giulie. 1/Geografia e paesaggio, Comune di Venzone, 1992 (6, 7, 8) Venzone. Il Parco delle Prealpi Giulie, Cooperativa Utopie Concrete, 1990 (6, 7, 8) Pavees. Farfalle ed altri Insetti del Monte S. Simeone, Comune di Bordano, 1994 (9, 10) Invito al Lago dei Tre Comuni, Comune di Trasaghis, 1998 (9, 10, 11, 12) Forgaria nel Friuli, Comune di Forgaria, s.d. (12, 13)
le cartine Carta topografica per escursionisti, scala 1:25.000, foglio 020, Prealpi Carniche e Giulie del Gemonese, Edizioni Tabacco
Realizzazione: Cooperativa Utopie Concrete-Venzone Testi: ComunitĂ Montana del Gemonese Foto: archivio ComunitĂ Montana del Gemonese-Ufficio cultura e turismo, archivio Sottosezione C.A.I. Artegna (pag. 7) Cartine: Franco Londero Coordinamento: Enrico Chiussi, Maurizio Tondolo Stampa: Arti Grafiche Friulane-Tavagnacco (1999) Si ringrazia per la collaborazione il Gruppo Sportivo "Pedale Gemonese" ed in particolare il sig. Andrea Palese