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Leggende Eric Clapton

Eric Clapton

La leggenda del rock in concerto in Italia per 3 date

da non perdere! di Sigfrido Menghini

Eric Clapton è più che un musicista rock, più che uno dei grandi maestri della chitarra blues: Clatpton è a tutti gli effetti un mito della nostra epoca. Assistere a un concerto di “Slowhand” significa quindi partecipare a un rito celebrato da un mito vivente che ha percorso 60 anni di musica ad altezze artistiche vertiginose (ma che è anche sprofondato negli abissi della dipendenza). Il Nostro ha una carriera precoce. Il “daimon” si affaccia nella vita di questo ragazzo del Surrey e gli indica la strada, la chiamata, la vocazione ovvero la chitarra e la musica rock-blues. I primi anni di carriera sono folgoranti. Dopo il debutto sulle scene di provincia nel 1962, l’anno successivo il diciottenne Eric entra negli Yarbird e da lì a poco affianca John Mayall e i suoi Bluesbreakers. La tappa successiva è quella forse più lucente: con il batterista Ginger Baker e il bassista Jack Bruce costituisce un trio storico leggendario, i Cream, supergruppo dove la ritmica di Baker e Bruce dialogano con la sempre più matura chitarra di Clapton. Nel 1969 “Slowhand” fonda con Steve Winwood (già nei Traffic), i Blind Faith. A seguire c’è anche lo spazio per una breve collaborazione con Delaney & Bonnie. Siamo nel 1970; Clapton che ha solo 25 anni e una straordinaria carriera alle spalle, decide di avviare la propria carriera solista che, tra alti e bassi, proseguirà per mezzo secolo fino ai nostri giorni. Nella sua lunga attività si contano innumerevoli collaborazioni di altissimo livello a partire da quella con l’amico George Harrison e con gli stessi Beatles; Clapton ha suonato infatti nel mitico White Album in una della più belle canzoni del quartetto di Liverpool, While my guitar gently weeps. Tra gli altri, Clapton ha suonato con Bob Dylan, Roger Waters che, appena lasciati i Pink Floyd, nell’eterno antagonismo con David Gilmour, si affidò proprio alla sua chitarra, Aretha Franklin, Phil Collins, Sting, Rolling Stones, Santana e molti altri. Nella metà degli anni ’60 apparve nella metropolitana di Londra una scritta “Clapton is god”. Lo status “divino” attribuito dal pubblico al chitarrista è assolutamente coerente con la nostra epoca. Se Nietsche dichiarò la morte di Dio, come assenza di orizzonte di senso, come caduta dei valori tradizionali, ecco che la stagione del rock, ha dato ai giovani l’occasione di creare nuovi valori e miti, nuove “divinità” da inserire in un pantheon laico e contemporaneo. Clapton è al momento l’unico musicista incluso tre volte nella hall fame del rock, per la militanza nei Cream, negli Yarbirds e per la carriera solista. Clapton è anche posizionato al secondo posto nella classifica dei migliori chitarristi di sempre redatta dalla rivista Rolling Stones, scavalcato dal solo Jimi Hendrix, suo amico e rivale nella breve stagione d’oro del rock e da tempo assurto anch’esso nell’Olimpo. La lunghissima carriera, l’infinita lista di successi e collaborazioni fanno di Clapton a tutti gli effetti un mito della musica, un dio del rock. Non ci resta che correre ad ascoltarlo.

Ml e g g e n d e 9, 10 ottobre Casalecchio di Reno m u s i c a • (Bo), Unipol Arena 12 ottobre Assago (Mi), MediolanumForum

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