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L’allenatore Pini ricorda Doris de Agostini

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Comune di Lugano

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A cura di David Camponovo

La scomparsa di Doris De Agostini ci giunge del tutto inaspettata e ci fa ripescare i momenti più belli che ci ha regalato in gioventù con le sue strepitose vittorie sciistiche, dai mondiali alla coppa del mondo di specialità, che ci hanno lasciato ogni volta meravigliati.

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Quante emozioni legate a un cronometro che separava i successi dalle sconfitte per pochi centesimi di secondo. In questi giorni abbiamo letto e sentito molte testimonianze e ricordi di personaggi illustri e meno, e non solo del mondo dello sci, che ne hanno sottolineato e ricordato la grinta, la determinazione e la sua solare personalità. Certo che abbandonare le competizioni a 25 anni soddisfatta per quanto fatto, quando invece, appena finiti gli studi, ci si affacciava timidamente alla vita, la dice lunga del suo invidiabile talento (e della nostra insapida normalità)!

Per ricordarla in modo originale speriamo di fare un atto gradito pubblicando alcune foto inedite da noi scattate in occasione dell’inaugurazione delle nuove piste ad Airolo (il primo di febbraio 2020) “Doris de Agostini” e “Michela Figini”. A seguito l’intervista all’ex-allenatore Mauro Pini.

Doris è sicuramente stata un’ambasciatrice per Airolo, la Leventina e per il Ticino. Cosa ha lasciato in eredità?

Eccome se ha scosso, una triste notizia giunta per molti all’improvviso e che ha lasciato un vuoto profondo in tutti noi. Diverse generazioni di ticinesi hanno visto, conosciuto o sentito parlare di Doris, lo stesso stupore e tristezza riscontrata in tutta la comunità sciistica mondiale. Doris ancora oggi era molto apprezzata in tutto il circo bianco anche se non aveva una presenza attiva. La sua storia, le sue vittorie, la sua tenacia e la sua personalità avevano lasciato il segno.

Vista da vicino chi era Doris?

Io Doris l’ho conosciuta da giovane guardandola con occhi curiosi e pieni d’ammirazione, lei aveva qualche anno in più e già gareggiava nelle categorie dei più grandi ed era già avviata verso la nazionale. Più tardi ho conosciuto una persona schietta, solare e che aveva sempre una parola di sostegno e conforto. Io l’ho sempre vista con il sorriso sulle labbra.

Tu che hai potuto vivere i retroscena del pianeta sci stando a stretto contatto con l’élite mondiale del circo bianco - che differenza hai riscontrato tra i campioni di oggi e quelli di ieri?

Un campione è e sarà sempre un campione. Non si può fare paragoni temporali troppo distanti, anche nello sport, come in qualsiasi settore, le cose progrediscono e cambiano in maniera veloce. Ma alcune cose sicuramente li accomunano: la tenacia, la dedizione e la sofferenza che questi atleti mettono in campo per raggiungere i propri obiettivi sportivi.

Un accenno al difficile momento che stiamo vivendo. Quale responsabile di una stazione sciistica che è un punto di riferimento per l’intera regione, quali le tue sensazioni personali?

Impegnativo, complesso e intricato. Necessita di molta attenzione e energia. Specialmente in questo periodo è come partecipare ad un’olimpiade: focus sugli obiettivi, energia e strategia, molto gioco di squadra per raggiungere gli obiettivi prefissati. La nostra medaglia d’oro è la sopravvivenza, l’accontentare i nostri ospiti e far felici diverse famiglie versando gli stipendi a fine mese.

Ultima domanda... com’è la pista dedicata a Doris?

È una pista molto dura ed impegnativa, proprio come era lei. Sciare a fine marzo è normalmente un periodo per gli appassionati, e questa pista non delude le aspettative.

Ad Airolo si potrà sciare almeno fino

al 5 aprile! E se il tempo sarà clemente anche la settimana dopo.

www.airolo.ch

A lato, Doris durante l’inagurazione della pista a lei dedicata, e sotto con la grande amica e “rivale” Michela Figini.

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