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TRA LE PIEGHE DELLA LEGGE

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Faccio denuncia?

A cura dell’Avv. Stefano Camponovo, Lugano studiolegale@stefanocamponovo.ch

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Cari lettori,

insulti, fatti inveritieri raccontati a terzi solo per danneggiare la reputazione di qualcuno, valanghe di telefonate ad ogni ora solo per importunare colui che le riceve, registrazioni di telefonate effettuate di nascosto, minacce (anche solo velate), danneggiamento di beni, una sberla o un pugno ricevuti, molestie sessuali (ma non atti sessuali), mancato versamento degli alimenti dovuti per i figli dopo il divorzio o una separazione.

Cosa hanno in comune tutti questi reati (ma ce ne sarebbero molti altri)? Sono tutti reati punibili a querela di parte. Se chi li ha subiti vuole che l’autore sia perseguito e condannato, deve denunciarlo. Se non viene presentata la denuncia il Ministero Pubblico e la Polizia Cantonale (giustamente) non avvieranno la procedura, neppure se sanno che il reato è stato davvero commesso.

È giusto? Sì, lo è. Ad esempio, se chi si sente insultato non dà peso all’insulto ricevuto (magari applicando il principio “raglio d’asino non arriva in cielo”), non ha senso che tutta la macchina della Giustizia si metta in moto; così pure non avrebbe senso avviare una procedura penale nel caso (invero non molto frequente) nel quale un genitore, pur non ricevendo regolarmente dall’ex coniuge gli alimenti mensili per i figli, decida di non avviare ulteriori procedure, magari perché riesce ugualmente ad arrivare alla fine del mese, o perché è logorato da anni di lotte in Pretura.

Certo, calunniare qualcuno, minacciarlo, mettergli le mani addosso, addirittura provocargli delle lesioni (non gravi), danneggiargli l’auto o la casa, molestarlo sessualmente, non sono fatti da poco.

Anzi, io ritengo che siano cose serie, che possono creare problemi seri e conseguenze anche durature: chi è stato molestato sessualmente porterà a lungo con sé la sofferenza di tale invasione nella propria intimità, chi sarà stato picchiato una sera in un angolo buio di una via tenderà a sentirsi insicuro per anni quando rientrerà a casa tardi la sera (senza contare il dolore ed i problemi che gli avranno causato, ad esempio, una rottura del setto nasale, un forte calcione ad una coscia, un dente rotto da un pugno, ecc.), chi si sarà ritrovato l’auto rigata avrà dovuto affrontare costi di carrozzeria, chi sarà stato diffamato o calunniato avrà dovuto cercare di smentire e spiegare a tante persone che quanto ad esse raccontato era falso (sperando che non resti in esse il dubbio), ecc. Insomma, stiamo parlando di situazioni nelle quali, senza affatto andarsele a cercare, potremmo finirci tutti noi (basta incontrare qualcuno con la “sbronza cattiva”, e ti puoi ritrovare rifilato un cazzotto). Eppure, senza denuncia non vi sarà punibilità.

Occorre dunque conoscere le basi e le condizioni per inoltrare una denuncia: insomma, occorre sapere cosa fare “per non perdere il treno”. E’ quello che tratteremo in questa rubrica sul prossimo numero della rivista, scovando gli inghippi tra le pieghe della legge.

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