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LA CHIESA TORNA ALLA COMUNITÀ DALLA EDIFICAZIONE ALLA RISTRUTTURAZIONE 1921 - 2021
A CURA DI SEVERINO RICCADONNA
Ponte Arche 31 gennaio 2021 3
“La chiesa è il luogo dove la comunità si riunisce per pregare, per rendere grazie, ma, soprattutto, per adorare il Signore”. Papa Francesco
In copertina: la nuova chiesa inserita nel contesto urbano di Ponte Arche In ultima: la chiesa con lo sfondo della monofora dell’abside
Foto di Mattia Riccadonna
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PRESENTAZIONE “La mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli" (Is 56,7). Siate dunque tutti benvenuti e bentrovate nella nuova chiesa di Ponte Arche! Ringrazio Severino Riccadonna per tutto il lavoro che c’è in questo testo che vi è consegnato. Queste pagine che descrivono con ordine date e fatti, nascondono ore e ore spese a cercare, raccogliere, confrontare, ordinare informazioni. Quando noi vediamo questa chiesa, difficilmente immaginiamo quanto sforzo sia costata. Perché ci sono cose che hanno un prezzo, e si possono definire con un importo in denaro, però ci sono altre cose che hanno valore grande ma che non possono essere comprese dentro l’espressione di un pagamento. Oltre ad aver raccolto la storia della nostra chiesa, gli va riconosciuto anche il merito di far intuire al lettore quanto c’è stato di preoccupazioni, di tempo, di viaggi, di pensieri, di confronti, e finalmente di gioia e soddisfazione, nella prima chiesa cominciata in un certo qual modo già nel 1921 con la costituzione di un Comitato Cittadino - e poi in questa seconda chiesa, con la nuova configurazione architettonica, che cominciamo ad usare in questi primi giorni del 2021, cent’anni dopo. Approfitto di questa introduzione per ringraziare Meri che ha curato la parte amministrativa. Il lavoro burocratico e contabile fa parte di quello sforzo nascosto e prezioso che è poco visibile ma che invece vale molto, senza il quale non si sarebbe arrivati alla conclusione dell’opera. Insieme a lei ringrazio le donne delle nostre chiese, che spesso stanno dietro le quinte della storia, ma che sono motori vivi della comunità, e ne portano avanti l’azione educativa, religiosa, sociale, culturale e nel caso specifico anche strutturale. Ringrazio benefattori e benefattrici, vivi e defunti: fa bene al cuore vedere le persone rinunciare ad un bene personale in favore di un bene comune, testimoni concreti della convinzione cristiana che se anche tutti gli altri vivono meglio, anche la nostra vita migliora, e questo vale anche per la vita e la salute spirituale. Certo sarebbe stato meglio ricominciare ad usare la chiesa con il rito della Consacrazione, presieduto dal vescovo, e poi esprimere con festa la nostra gioia. In un tempo segnato dalle limitazioni per difenderci dall’infezione di Covid19, non ci è dato: rispettando il metro di distanza nella chiesa nuova possono entrare poco più di ottanta persone, nemmeno uno per famiglia. Celebreremo la Dedicazione in tempi meno complicati dal punto di vista sanitario. Mentre ci incontriamo in chiesa a celebrare, oppure ci ritiriamo in una breve pausa di preghiera personale, mettiamo davanti a Dio tutte le nostre comunità, perché annuncino il vangelo con la loro vita. don Gianni 5
1 PRIMA EDIFICAZIONE 1921- 1930
Spéntisi gli ultimi fuochi della Prima Guerra Mondiale e sanate lentamente le ferite del conflitto che aveva lasciato il consueto strascico di sofferenze e di povertà, la vita riprese a scorrere di qua e di là dalle sponde della Sarca e della Duína e il minuscolo abitato, nonostante il travaglio di anni difficili e la totale mancanza di mezzi economici, agì concorde alla ricerca di una fisionomia più definita. Per essere un paese vero - era il pensiero comune - non bastavano le case, i negozi e nemmeno l’ufficio postale, le banche e gli altri servizi, occorreva innanzitutto un luogo di aggregazione sociale e religiosa che fosse al contempo simbolo di fede e di unità. Nessuno dei 45 borghi principali delle Giudicarie Esteriori era privo di un campanile e di una chiesa, fatta eccezione di 5 piccoli nuclei aggregati a capienti chiese madri svettanti nelle immediate adiacenze. Alcuni borghi, poi, un tempo sede di Pieve, come Santa Croce di Bléggio, Vigo Lomàso e Tavódo, potevano contare su templi monumentali e sontuosi, impreziositi da cicli di affreschi e da arredi di pregio, ma anche tanti piccoli paesi e frazioni avevano la loro bella chiesa, curata e dignitosa. Solo il nuovo paese di Ponte Arche 2 era privo di un proprio luogo di culto, se si esclude la stanza privata adibita a cappella presso l’Albergo Opinione 3, messa a disposizione degli ospiti in cura al Bagno di Comano col permesso della Curia. La mancanza di una chiesa, però, come quella che ognuno aveva lasciato al paese d’origine, simbolo di fede e di ricordi, pesava su tutti come un vuoto insopportabile. Spronato dai bisogni della nuova realtà che stava nascendo, ancora nel 1921, don Eliseo Busatti, curato di Càres da cui dipendeva Ponte Arche, in uno di quegli slanci rudi ed improvvisi che gli erano propri (come ricordò nel discorso inaugurale il dottor Costante Datòvo), meditò, raccolse il popolo “cis et trans Duìna” presso l’albergo4 di Giuseppe Tomasi e propose di costituire un Comitato cittadino che lavorasse per l’edificazione di una chiesa 5. Come poteva sussistere un paese degno di questo nome se non c’era un “campanile” attorno al quale stringersi come simbolo di unità e faro all’interno della comunità? S. Riccadonna, PONTE ARCHE, NASCITA DI UN PAESE, G. R. e S. G., Litografica Editrice Saturnia Trento, 2010. Il paese di Ponte Arche ha una precisa data di “nascita”: la “prima” casa, la cosiddetta “Osteria alle Arche”, fu eretta nel 1852, quando fu aperto al transito il tronco della “Strada delle Giudicarie” (oggi Strada Provinciale del Caffaro) da Sarche a Tione. Da allora, anche grazie alla presenza del Bagno di Comano e dei mercati, lo sviluppo della località divenne inarrestabile. 3Giuseppe Alimonta, ad iniziare dal 1883, aveva messo a disposizione la stanza n. 7 del suo albergo adattandola come cappella con altare, pietra sacra, due candelabri, due calici, messale, cinque paramenti (offerti nei primi del Novecento dalla baronessa Rosmini di Rovereto), un quadro raffigurante San Giuseppe morente, 12 sedie, inginocchiatoio, cassettina per le elemosine (il tutto trasferito poi nella nuova chiesa). La chiesetta dedicata alla Madonna del Rosario, eretta nel 1902 presso il Bagno di Comano su sollecitazione di don Lorenzo Guetti, era utilizzata esclusivamente dagli ospiti delle strutture ricettive del Bagno. 4 Non essendoci luoghi pubblici di aggregazione, gli alberghi risultavano gli unici spazi “comunitari” dove riunirsi. 5 Don Eliseo Busatti fu curato di Cares-Ponte Arche per 11 anni dal 1914 al 1925. Archivio della Parrocchia dell’Ausiliatrice di Ponte Arche, documenti e libro verbali del Comitato pro erigenda Chiesa Ponte Arche (1926 – 1933).. 1 2
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Oltre che un’iniziativa per venire incontro ai bisogni spirituali dei fedeli, quello di un tempio comunitario, per il vulcanico don Eliseo, si imponeva come una questione d’onore. La proposta fu accolta con entusiasmo e la macchina organizzativa si mise in moto: all’idea seguì la raccolta di fondi. Vennero promosse Pesche di Beneficenza (fruttarono la considerevole somma di 3000 lire), vendite di cartoline e fiori ai turisti (ai ragazzini furono affiancati i membri del Comitato), recite della Filodrammatica (la gioventù di Ponte Arche sotto la guida del maestro Stagnoli di Bagolíno formò una compagnia di recite in italiano e in dialetto) ed altre iniziative a cadenza quasi ininterrotta.
Don Eliseo Busatti (1884-1972).
La popolazione a far data 20 marzo 1921 depositò nelle casse del comitato 2.160 Lire e altre 450 nel 1922. Il comune di Bléggio Inferiore deliberò di elargire un contributo 6 straordinario di 5.000 lire suddiviso in dieci rate annuali da erogarsi a cominciare dal 1924 fino al 1933. Successivamente deliberò pure di elargire 20 m³ di legname da opera appena abbattuto in val d’Algóne (del valore stimato di 1.000 lire) da trasportarsi sul luogo a cura del Comitato. Anche gli ospiti termali non si sottrassero a questa gara di generosità. Degno di nota il gesto della signora Angelina Carloni (originaria di Ponte Arche 7), in cura alle terme di Comano: si offrì di donare alla futura chiesa l’altare o l’equivalente in contanti. Don Eliseo accettò l’offerta immediata di 4.000 Lire augurandosi che tanti la imitassero. Per il disegno di quella che doveva diventare la nuova chiesa di Ponte delle Arche fu proposto il nome di un valente architetto di Como il professor Aristide Marazzi 8 che già aveva progettato opere prestigiose. Nel 1925, dopo nove anni di ministero a Càres e Ponte Arche, don Eliseo fu nominato parroco di Quadra nel Bléggio Superiore, ma ormai il seme era stato gettato. Il “desiderio della popolazione” non poteva non avverarsi. La prima riunione “deliberativa” del neocostituito Comitato pro erigenda chiesa di Ponte delle Arche, presieduto da Giuseppe Marchetti, oriundo di Zuclo, direttore della locale filiale della Banca Cattolica Trentina (divenuta poi Banca del Trentino e Alto Adige), si tenne nella casa del fu Giuseppe Tomasi la sera del 4 ottobre 1926. Archivio comunale di Comano Terme (ex Bléggio Inferiore.), delibera della giunta comunale datata 18.02.1924. Era figlia di Paolo Carloni, proprietario della copéra in sponda destra del torrente Duìna asportata dall’alluvione del 1882. 8 L’architetto Aristide Marazzi di Potenza Picéna (Macerata), docente di disegno presso l’istituto tecnico commerciale Caio Plinio Secondo di Còmo, oltre a disegni di edifici di pregio in Italia, aveva progettato il Palazzo del Potere Legislativo a Montevideo in Uruguay. Il progetto della nuova chiesa di Ponte Arche, come riportato sulle cartoline che lo raffigurano (e che venivano vendute dai ragazzi per raccogliere offerte per la sua erezione), fu redatto nel 1921. 6 7
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Santa Messa al campo della I e III Compagnia del 161° Battaglione dei Tiroler Kaiserjäger. In quel preciso punto sarebbe sorta la futura chiesa di Ponte Arche (foto 15 settembre 1916 cortesia di Enrico Apolloni).
La prima riunione “deliberativa” del neocostituito Comitato pro erigenda chiesa di Ponte delle Arche, presieduto da Giuseppe Marchetti, oriundo di Zuclo, direttore della locale filiale della Banca Cattolica Trentina (divenuta poi Banca del Trentino e Alto Adige), si tenne nella casa del fu Giuseppe Tomasi la sera del 4 ottobre 1926. Ne facevano parte, come spiegò nel suo discorso alla posa della prima pietra il dottor Costante Datóvo 9, oltre al già citato Giuseppe Marchetti, Alberti Luigi, Alberti Guido, Alimonta Silvio, Anzelini Vittorio, Failoni Simone, Fedrizzi Alberto, Masé Angelo, Morelli Isidoro, Parisi Rinaldo, Rossaro Italo, Rigotti Germano, Staggl Giovanni, Valentinotti Giuseppe e Zamboni Giovanni. Già nella seconda riunione (18 ottobre 1926) si stabilì di erigerla sul territorio del Bléggio Inferiore e si posero le basi del lavoro futuro. Come nuovo curato di Càres e Ponte Arche, nel frattempo, era arrivato don Giacomo Dorigatti, che due anni dopo (per ragioni di salute) lascerà il posto a padre Costanzo Sicheri (resse la curazia dal 1927 al 1932), anche lui originario di Sténico come don Eliseo, sostenitore entusiasta e instancabile promotore del nuovo progetto. Non si contano le iniziative e gli impegni che si assunse perché il sogno di don Eliseo diventasse realtà riuscendo a coinvolgere giovani e meno giovani. 9
Costante Datòvo, medico veterinario, originario di Sténico, fu un galantuomo vecchio stampo, apprezzato e benvoluto.
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Il primo “disegno” della chiesa (cartolina anno 1921 cortesia di Luciano Caliari).
Il progetto Marazzi in acquerello (cartolina anno 1925 cortesia di Mons. Luigi Bressan).
Il terreno su cui edificare la chiesa fu messo a disposizione da Maria Tomasi 10, solerte protagonista di tante iniziative benefiche, oltreché segretaria del Comitato stesso. Il paziente lavoro, iniziato e sostenuto da don Eliseo Busatti, stava facendo vedere i suoi frutti. La macchina per racimolare i finanziamenti si mise in moto. Francesco Cattoni venne incaricato di ricercare presso gli uffici comunali gli indirizzi degli emigranti della zona, mentre continuava la vendita delle cartoline e dei fiori ai turisti da parte dei ragazzi. Vennero inoltrate richieste di contributo anche al prefetto On. Vaccari e all’avv. dott. Stefenelli, presidente della Commissione Reale. Si pensò anche al denaro che Luigi Armanini teneva depositato in banca per altri scopi e gli incaricati vennero pregati di fargli firmare la seguente dichiarazione: I sottofirmati chiedono che i denari depositati pro scuola, risparmi approvvigionamento, società abbellimento (l’allora Pro Loco) a nome del signor Luigi Armanini vengano consegnati ai latori della presente richiesta, compresi tutti gli atti relativi. Così il 20 gennaio vennero versate 675 Lire. Il signor Rossaro di tasca sua ci mise 7.000 Lire e il signor Datòvo 15.000. La filodrammatica versò subito 558,70 lire che aveva raccolto grazie a varie recite. Altre 600 Lire le verserà il 22 giugno 1927. 10 Maria Tomasi (1893–1950), oltre che benefattrice della chiesa, fu figura di primo piano nella storia di Ponte Arche e benemerita cittadina dedita al bene del paese. Ai suoi funerali volle che venissero raccolte offerte per la nuova chiesa.
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Il 18 dicembre 1926 presso l’Albergo Alimonta11, nella riunione del Comitato pro erigenda chiesa di Ponte Arche, si diede incarico ad Italo Rossaro, che era stato designato fabbriciere 12 con Guido Alimonta, di interessarsi presso l’Ufficio delle Belle Arti di Trento, assieme all’arciprete di Santa Croce di Bleggio don Giovanni Pizzini, dell’iter esecutivo relativo al progetto. Il disegno dell’architetto Marazzi, decisamente troppo ambizioso, venne accantonato sia per i rilievi di natura paesaggistica (la Commissione lo considerò non consono allo stile rurale della zona) che, e non era cosa da poco, per i costi proibitivi. Pure un secondo progetto (questo dell’ing. Benvenuti) non venne approvato dagli uffici competenti. Nella seduta del 14 marzo 1927 tenutasi presso la Trattoria degli eredi del fu Giuseppe Tomasi, su consiglio della Curia arcivescovile di Trento, ci si affidò all’architetto Giovanni Tiella 13 di Rovereto in modo da concretizzare nel più breve tempo possibile e con la minor spesa i desideri del Comitato e della popolazione. Il 19 maggio 1927 sempre presso l’Albergo Alimonta i componenti del Comitato si impegnarono verbalmente a versare per primi un’offerta qualora anche le altre famiglie, nella convocazione che si sarebbe tenuta il successivo sabato 21 maggio 1927 all’Albergo al Cervo, contribuissero pure loro con un’offerta. Alla riunione erano presenti 26 capifamiglia su un totale di 43. Il progetto e preventivo di spesa dell’architetto Giovanni Tiella venne approvato all’unanimità e tutti si impegnarono a contribuire con offerte varie. Ci fu chi mise mano seduta stante al portafoglio e versò subito 1.000 lire. Finalmente si giunse ad avere un capitale di una certa consistenza (per l’esattezza 23.663 Lire). Così il Comitato, il 22 maggio 1927, nella riunione tenuta presso l’Albergo alla Posta, delegò il signor Marchetti, in qualità di presidente del Comitato, a fissare le condizioni dell’appalto 14. Era l’atto decisivo: con tale deliberazione il Comitato stabilì ufficialmente di dar avvio alla costruzione della futura chiesa di Ponte Arche. Il 9 giugno 1927 sempre presso l’Albergo alla Posta si approvarono le condizioni d’asta valide se presentate entro le ore 15 del giorno 25 successivo. Concorsero gli imprenditori Vittorino Corradi di Sténico con un ribasso del 4 % sul valore d’appalto e Luigi Béschi di Màdice con un ribasso del 4,75 %. Il 28 dello stesso mese all’Albergo Salizzoni il Comitato esaminò le offerte e, considerata la notevole rivalutazione della lira dalla data dell’elaborazione del progetto e la conseguente svalutazione del costo dei materiali, in un primo tempo deliberò di respingere le due offerte e di invitare a ripresentarne di nuove, ma poi, contrariamente alla decisione assunta, nella riunione del 5 luglio presso la Trattoria Zambaldi (ora Hotel Vinoteca Antica Italia) accolse l’offerta Luigi Beschi con il ribasso del 4,75 %. Si trattava dell’Albergo Opinione lungo lo stradone (quello della stanza adibita a cappella), detto anche Albergo Alimonta. Il “fabbriciere” (chi sovrintende alla costruzione di una chiesa) era il referente responsabile del progetto “chiesa”. 13 Giovanni Tiella (Villasanta di Milano, 1892 – Rovereto 1961), svolse la sua attività di architetto in regione dedicandosi prevalentemente alla progettazione di edifici sacri. 14 Archivio della Parrocchia dell’Ausiliatrice di Ponte Arche, documenti e libro verbali (Comitato pro erigenda Chiesa Ponte Arche 1926 – 1933) relativi alla edificazione della chiesa. 11 12
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Santa Messa celebrata da S. A. Rev. Mons. Celestino Endrici, principe vescovo di Trento, e benedizione della prima pietra della erigenda nuova chiesa di Ponte Arche (foto 18 luglio 1927 cortesia della Famiglia Bailo).
Il 12 luglio 1927 15 il Comitato si riunì all’Albergo alla Posta e prese le disposizioni per la cerimonia della posa della prima pietra: sarebbe stato invitato a presenziare alla cerimonia Sua Altezza Reverendissima il Principe Vescovo di Trento in quei giorni presente in zona per la visita pastorale. Mario Tecilla (all’epoca autista e bigliettaio sui mezzi della società di trasporto pubblico Atesina) e Luigi Valentinotti si fecero carico di prender contatti con la Curia e di recapitare la richiesta ufficiale. Si estese l’invito anche alle autorità civili e militari del Bléggio e del Lomàso, all’Arciprete di Santa Croce di Bléggio dottor don Giovanni Pizzini, al decano del Lomàso don Davide Gregori, al parroco di Quadra don Eliseo Busatti, “invitato speciale” in quanto ideatore e promotore del progetto, al restante clero e alla popolazione tutta. Alle 8 precise del 18 luglio 1927 Sua Altezza Reverendissima l’Arcivescovo mons. Celestino Endici, dopo aver indossato i paramenti presso la casa di Maria Tomasi, accompagnato da clero, autorità e popolo si portò sul posto a celebrare la Santa Messa e a impartire la solenne benedizione della prima pietra della nuova chiesa che sarebbe stata dedicata alla Beata Vergine Maria Ausiliatrice. 15 Nella stessa seduta (12 luglio 1927) il Comitato deliberò di versare ai Fratelli Tomasi (Giuseppe e Antonio erano emigrati in America, mentre Maria agiva da procuratrice per conto loro) la somma di Lire 1.000, quale anticipo sull’acquisto del suolo.
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La nuova chiesa di Ponte Arche appena ultimata con l’esterno ancora a grezzo. In primo piano la facciata con l’oculo circolare e le tre arcate, la parete est con le tre monofore e il locale sacrestia. In secondo piano, seminascosta, si intravvede l’abside (cartolina viaggiata anno 1930 cortesia della Famiglia Bailo).
La scelta della futura patrona del paese nasceva dall’appassionato interessamento di Giuseppe Marchetti, ex allievo dell’Orfanotrofio salesiano Crosìna-Sartori di Trento, segnatamente devoto alla Madonna venerata da San Giovanni Bosco: sarebbe stata la prima chiesa del Trentino dedicata a Maria Santissima Ausiliatrice e al santo dei giovani, San Giovanni Bosco 16. Il discorso ufficiale lo tenne il dottor Costante Datóvo. La cerimonia fu breve, ma intensa: stava per realizzarsi un’aspirazione che il paese aspettava da anni. I lavori iniziarono senza indugio e l’impresa edile poté contare su entrambi gli impresari che avevano presentato le offerte d’appalto. Luigi Beschi e Vittorino Corradi, infatti, si erano consorziati unendo le forze per realizzare l’opera al meglio e nel più breve tempo possibile. Gli operai provenivano in parte dal vicino paese di Càres, in parte da Sténico e da Villa Banale (la paga giornaliera, a quei tempi, andava dalle 18 lire per un muratore esperto alle 12 lire per un manovale, mentre il costo giornaliero del nolo di un carro trainato da un mulo arrivava a 24 lire 17). 16 17
La chiesa dell’Istituto Salesiano di Trento dedicata a Maria Ausiliatrice venne eretta circa 7 anni dopo nel 1935. Luigi Bailo, “La nuova chiesa” in Bollettino della comunità di Càres e Ponte Arche, 1978 – 1998.
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Il 4 agosto 1927, il Comitato, riunitosi all’Albergo Bóttesi, accordò 10.000 Lire di anticipo all’impresa 18. Il lavoro procedeva alacremente tanto che un operaio, a distanza di tempo, in buon dialetto ricordava: “I èra sempre senza sàsi e senza malta e bisognéva portar su tut con la carióla, la barèla (due uomini) e col barelón (quattro uomini) su per el sentèr e via per l’andadóra (ponte). La séra èren strachi morti e sì che èren gióveni” 19. Il 17 ottobre del 1927 le opere murarie e la copertura 20 erano completate, ma i lavori non poterono proseguire per mancanza di fondi. “Ottimisticamente” si era pensato ad una spesa non superiore a 56.160 Lire, considerata per allora più che ragguardevole, ma già nel 1929 l’ammontare dei costi per i lavori eseguiti era salito a 73.482,90 Lire con un debito di 23.939,50 Lire (nel 1930 la spesa era arrivata a 101.772,50 Lire, lievitata poi, con nessi e connessi, a 130.000 Lire). Il 21 maggio 1928 nella riunione tenuta presso l’Albergo alla Posta si deliberò all’unanimità di accendere un mutuo presso lo sportello della Banca del Trentino e Alto Adige 21 per un importo di 20.000 Lire. Di eventuali prelevamenti furono incaricati il presidente del Comitato Giuseppe Marchetti e Italo Rossaro. In data 8 settembre, il Comitato, preso atto del collaudo 22 eseguito dagli ingegneri Augusto de Prez e Gaetano Bazzani, liquidò all’impresa costruttrice ulteriori 5.450 Lire, a completo saldo dei lavori eseguiti, e 260 Lire agli arbitri. L’impegno economico era davvero oltre le possibilità per una comunità di limitata consistenza numerica e di modeste disponibilità finanziarie. Ma, nonostante questo, il 20 aprile 1929, nella riunione delle famiglie convocata in una sala del “Forno Essiccatoio” con lo scopo di racimolare i fondi necessari per rendere idoneo alle Sacre Funzioni l’edificio appena ultimato, si trovarono ben 25 capifamiglia 23 (praticamente tutto il paese) disposti a firmare un atto col quale si impegnavano a garantire “in solido” la somma di 40.000 Lire, quale garanzia per il prestito che si andava a contrarre con la locale filiale della Banca del Trentino e Alto Adige. Per avere un’idea approssimativa del valore sottoscritto dalle famiglie, merita fare una panoramica dei tempi che correvano. Si era nel 1929 ed il crollo della Borsa di Wall Street negli Stati Uniti d’America aveva sconvolto l’economia mondiale. 18Altre 7.000 Lire saranno versate all’impresario Luigi Beschi a parziale saldo in data 22 dicembre, mentre il saldo completo fu subordinato al collaudo finale dell’edificio come da condizioni speciali d’asta. La garanzia a lui vincolata di 3.000 Lire depositate presso lo sportello di Ponte Arche della Banca Mutua Popolare di Rovereto con questa decisione venne annullata (verbale del 22 dicembre 1927). 19 Luigi Bailo, “La nuova chiesa” in Bollettino della comunità di Càres e Ponte Arche, 1978 – 1998. 20 Il rivestimento in legno del soffitto della navata (offerto da Luigi Alberti) venne deliberato in data 21 maggio 1928. 21 Era l’Istituto che aveva avanzato la migliore “offerta” di prestito (nel 1933 chiuderà per fallimento). 22 L’architetto Tiella con lettera del 26 maggio 1928 aveva formalmente rinunciato all’incarico di collaudatore lasciando libero il Comitato, in accordo con l’impresa costruttrice, di nominare un arbitro collaudatore inappellabile dei lavori eseguiti. 23 Corre l’obbligo di citare i loro nomi come benemeriti del paese: Italo Rossaro, Costante Datovo, Francesco Cattoni, Guido Alimonta, Vittorio Anzelini, Luigi Valentinotti, Maria Tomasi, Amelia Salizzoni, Giovanni Bonani, Guido Alberti, Luigi Armanini, Maria Bottesi, Beniamino Morelli, Simone Failoni, Giovanni Zamboni, Germano Rigotti, Mario Barbacovi, Luigi Alberti, Silvio Alimonta, Giuseppe Marchetti, Fam. Bailo, Angelo Masè, Giacomo Fioroni, Isidoro Michelini e Severino Litterini.
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Pur non essendo ancora epoca di globalizzazione i contraccolpi vennero avvertiti anche al di qua dell’Atlantico. A cascata le conseguenze si propagarono ovunque: si fermarono fabbriche, fallirono banche, cooperative ed anche privati (la stessa Banca del Trentino e Alto Adige che aveva uno sportello a Ponte Arche nel 1933 fu costretta a chiudere i battenti). Dall’oggi al domani molti si trovarono in miseria, altri, che avevano avvallato le cambiali a parenti e amici, perdettero tutte le loro sostanze. Anche le vallate trentine (e le Giudicarie Esteriori non fecero eccezione), pur ad economia prevalentemente agricola, risentirono della grave crisi economica entrando in una fase di impoverimento generale e di depressione. Era appena trascorso un decennio dalla fine della Prima Guerra Mondiale e, con la nuova Amministrazione italiana, subentrata a quella asburgica, spuntavano ogni giorno nuove imposte e nuovi tributi che minavano un’economia già debole, costringendo la popolazione ad emigrare in massa. Erano anni di fatiche e di miseria: tante persone, non solo contadini e braccianti, sopravvivevano in una realtà da Terzo Mondo, tirando avanti in mezzo agli stenti. Furono in molti in quegli anni a dover vendere la capra od il vitello, il giorno del mercato, per poter pagare le “stéore” (tributo sulla proprietà fondiaria) all’Esattoria. In queste condizioni fu incerto a lungo il giorno della benedizione della chiesa e si dovette a più riprese differirne la data, ma poi, finalmente, il panorama cominciò a volgere al sereno. I lavori, dopo una lunga pausa, ripresero. La ditta Giovanni Battista Giordani di Stumiàga completò l’intonaco interno e le altre opere murarie, la ditta Giovanella e Mazzoni di Tione quelle relative al soffitto in legno e alla fornitura dei banchi; il pavimento in stile veneziano venne realizzato dalla ditta F.lli Casetti di Lavìs, mentre l’altare maggiore in legno e le balaustre furono opera di Beniamino Franceschi di Fiavé. Finalmente quello che sembrava un sogno irto di difficoltà si stava avverando. Anche Sua Maestà la Regina promise un’offerta di 2.000 lire. La chiesa era pronta e, anche se ci furono strascichi polemici 24 dovuti alla comprensibile ragione che qualcuno dei sottoscrittori non era in grado di onorare gli impegni assunti, resta il fatto che in anni di ristrettezze economiche fuori dell’ordinario, come quelli a cavallo del funesto “1929”, senza contributi pubblici, uno sparuto drappello di poco più di 40 famiglie era riuscito a edificare la “propria” chiesa. Dopo una serie di pratiche laboriose e non senza contrasti, si ottenne dalla Curia il permesso di benedirla. Nella riunione del 5 novembre 1931, sentita la relazione dei revisori dei conti sulla “situazione economica attuale della nuova chiesa e copertura debito”, il Comitato stabilì che per ammortizzare il debito residuo di 36.198,48 Lire giacente presso lo sportello della Banca del Trentino e Alto Adige ognuno dei venticinque capifamiglia obbligati potesse scegliere due soluzioni: o versare una quota una tantum di L. 1.447,92 (così si “svincolava” del tutto) o restare solidale con gli altri firmando 5 cambiali scadenti al 31 ottobre di ogni anno per cinque anni per un importo di 160 Lire (servivano a coprire gli interessi e a portare un adeguato ammortamento al capitale). Nella seduta del 2 marzo 1933, fallita la Banca del Trentino e Alto Adige, 11 obbligati si “svincolarono”, mentre gli altri dovettero accendere un debito presso altre banche o privati.
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Fu un gran giorno. Il 16 novembre 1930 25 il decano di Lomàso don Davide Gregori 26, presente tutta la gente di Ponte Arche, il Comitato al completo e le autorità civili e militari, poté procedere alla solenne benedizione della nuova chiesa. Accompagnò la cerimonia la banda parrocchiale di Sténico espressamente invitata per sottolineare l’eccezionalità dell’evento. Officiante fu il curato di Càres-Ponte Arche, padre Costanzo Sicheri, accompagnato dal coro sostenuto dalle note dell’armonium offerto da Amedea Tonidandel di Sténico, cognata del dottor Costante Datòvo. Il discorso ufficiale fu tenuto con enfasi commossa dallo stesso dottor Datòvo. La chiesa però era del tutto spoglia 27: occorreva pensare ad un arredo sacro dignitoso. Italo Rossaro e la moglie Luciana Voegelin, col fiducioso proposito di avere una figlia, espressero subito la loro generosità acquistando la statua lignea della Madonna Ausiliatrice, opera di un valente artigiano della val Gardéna, solennemente collocata nel tempio la notte di Natale dell’anno 1931 28. Nel settembre del 1932 lasciò il suo incarico padre Costanzo Sicheri, festeggiato e ringraziato per lo straordinario impegno profuso negli anni del suo mandato e fece il suo ingresso il nuovo curato di Càres-Ponte Arche, don Germano Gilli, che venne subito dopo nominato Presidente Onorario del Comitato pro chiesa. A don Gilli (resse la curazia dal 1932 al 1937) va il merito di aver curato l’interno della chiesa affidandone la decorazione al pittore Matteo Tevini 29, che aveva dato buona prova di sé in varie chiese trentine. A lui si devono le immagini dell’abside, dell’arco santo e gli affreschi delle quattordici stazioni della via Crucis. La statua di San Giovanni Bosco 30, come pure quella del Sacro Cuore, vennero offerte da ex allievi dell’Orfanotrofio salesiano Crosìna-Sartori di Trento (divenuto poi Istituto salesiano Maria Ausiliatrice). La prima fu donata da Mario Tecilla, bigliettaio e autista della società Atesina sulla linea Ponte Arche – Trento per ringraziare la Madonna di averlo preservato da incidenti in tanti anni di servizio e unitamente ricordare con un gesto generoso la madre defunta, mentre la seconda, acquistata successivamente grazie ad una raccolta di fondi di altri ex allievi, fu collocata sull’altare a sinistra della navata il 24 luglio del 1938, in occasione del 50° anniversario della morte di S. Giovanni Bosco e della contemporanea venuta a Trento dei Salesiani. 25 Il giorno dopo, 17 novembre 1930, vi fu celebrato il primo battesimo. L’onore toccò a Raffaella Rigotti. L’attaccamento alla chiesa che l’aveva vista prima battezzata la spingerà a lasciare una cospicua somma per il suo ampliamento. 26 Gregori don Davide di Andogno, decano e parroco di Vigo Lomaso (1905-1937). 27 Gli stipiti della porta della sacrestia furono offerti da Luigi Valentinotti, il legname per l’altare e il piedestallo della Madonna da Luigi Alberti (realizzati dal falegname Theodoro Morelli), il calice da un certo Chemini di Gargnano, il turibolo e la navicella da Luigi Armanini, l’ostensorio e la pisside da Simone Failoni, mentre Martino Bertolini tinteggerà la volta e le pareti. 28Il 2 gennaio 1932 il voto dei coniugi Rossaro fu esaudito con la nascita della figlia Maria. La statua (sullo zoccolo porta una targhetta in ottone con la scritta: “MAGNIFICENTIA PIETATEQUE ITALI ROSSARO ANNO MCMXXXI”); nel 1936 fu issata su una mensola al centro dell'abside, sul cui fondale il pittore Matteo Tevini aveva dipinto un ampio mantello sorretto dagli angeli. 29 Matteo Tevini (Trento 1869 – Torino 1946) fu molto attivo in regione. 30 La statua venne collocata in chiesa al termine di una solenne celebrazione officiata da Sua Altezza Rev. Il Principe Vescovo di Trento Monsignor Celestino Endrici il 27 luglio 1835.
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Ad arredare 31 la chiesa ci pensarono vari pontearchesi generosi. La semplice “chiesetta” fu dotata anche di un minuscolo campanile con una campanella, dono di Leopoldo Zambanini di Villa Banale. A don Gilli, curato di Càres, in attesa che Ponte Arche potesse contare su un suo pastore a tempo pieno, fu affidato l’incarico di avviare le pratiche al fine di unire sotto un’unica curazia, le due comunità. Il 29 giugno 1937 fece il suo ingresso don Pierino Raffaelli 32 che presterà la sua opera indefessa come curato dei due paesi fino alla domenica 3 maggio 1943. A lui il merito di aver provveduto a rendere la chiesa ancora più accogliente completando le opere che erano rimaste in sospeso 33. Nel 1940 curerà l’edificazione dell’altare del Sacro Cuore facendovi sistemare la statua lignea donata dagli ex allievi salesiani e, un anno dopo, nel 1941, farà intonacare l’esterno della chiesa ingentilendone la vista.
L’interno della nuova chiesa di Ponte Arche con l’altare maggiore, i due altari laterali con le nicchie di San Giovanni Bosco e del Sacro Cuore e la balaustra (cartolina viaggiata 1950 ca. cortesia della Famiglia Bailo). I banchi costati 180 Lire l’uno si vollero anonimi senza la targhetta dei donatori. A futura memoria ecco i loro nomi: Italo Rossaro, Silvio Alimonta, F.lli Alimonta, Simone Failoni, Luigi Valentinotti, Angelo Masé, Severino Litterini, Maria Tomasi, F.lli Bailo, Luigi Alberti, eredi Ernesto Rigotti, Giovanni Zamboni e Isidoro Michelini. (Bailo, Bollettino, n. 1 anno 1994). 32 Don Pierino Raffaelli (Volàno 1907-2005) fu curato di Cares-Ponte Arche dal 1937 al 1943. 33 Nel maggio del 1947 le sorelle Bóttesi, emigrate in America, venute in visita ai parenti proprietari dell’Albergo Al Cervo, donarono alla chiesa uno stendardo raffigurante la patrona del paese Maria Ausiliatrice. Il 15 dicembre 1951 sarà rifatto il manto del tetto a tegole della chiesa (prima era ricoperto di coppi). Il 31 gennaio 1952, festa di San Giovanni Bosco, venne benedetta la nuova campana col nome di Maria Francesca offerta dalla famiglia Barbacovi come ex voto per essere stata preservata (beni e persone in Trento e a Ponte Arche) dai danni della guerra. La campana sarà istallata il successivo 6 febbraio. Il 31 gennaio 1954 sarà benedetto il nuovo Fonte Battesimale con 2 battesimi (Santa Mussi e Teresa Alimonta). 31
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RISTRUTTURAZIONE E AMPLIAMENTO 1966 – 2021 14 febbraio 1966: don Pio Casagrande, parroco di Ponte Arche, nonché decano del Lomaso, in margine ad un questionario proposto alla gente del paese sui bisogni della Parrocchia, annota che “quello di una nuova chiesa o di un ampliamento di quella esistente non è un problema di assoluta urgenza, ma che, in prospettiva, visto lo sviluppo del paese, sarà inevitabilmente da affrontarsi…”; Anno 1980: Maria Valentinotti (deceduta il 21 novembre 1980), facendo sue le volontà del compianto fratello Luigi (1901–1976), ex sindaco di Bleggio Inferiore e protagonista di tante vicende del nuovo paese di Ponte Arche, con testamento olografo datato 21 novembre 1978, lascia in eredità alla chiesa di Ponte Arche: “la nuda proprietà del fabbricato sito in piazza del Mercato e l’immobile denominato Albergo Bel Sit con adiacente piazzale e fabbricato…”;
L’area del presbiterio con l’ambone, l’altare, la sedia per il celebrante e la grande croce.
Anno 1982: in paese si apre il dibattito sul problema “chiesa” con due proposte alternative: intervenire sull’edificio esistente con modifiche importanti o realizzare una chiesa ex novo in una zona diversa del paese. La risposta delle famiglie, interpellate attraverso un sondaggio scritto anonimo, rivela la volontà della maggioranza dei parrocchiani di mantenere il luogo di culto lì dove era stato edificato per ragioni di ordine affettivo (attaccamento alla chiesa dove si erano vissuti eventi importanti della propria vita) e pratico (indisponibilità di aree idonee all’interno dell’abitato e insostenibilità dei costi di un edificio eretto ex novo); 17
27 giugno 1991: l’amministrazione comunale di Bleggio Inferiore, competente per territorio, e quella di Lomaso su cui insiste metà paese invitano il Consiglio Pastorale e il Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia a rinunciare alla ristrutturazione del vecchio edificio e a pensare a “una chiesa ex novo in una zona meno disagiata per l’accesso, meno rumorosa e meglio inserita nel piano di fabbricazione e arredo urbano”. Il suggerimento dei due comuni, nonostante reiterati e autorevoli contatti, non trova attuazione per l’impossibilità di trovare un accordo con i proprietari dell’unica area considerata idonea all’interno del perimetro del paese, sita presso il complesso edilizio delle scuole medie; 17 settembre 1992: il Consiglio Pastorale Parrocchiale e il Consiglio per gli Affari Economici, preso atto che non vi sono altre strade percorribili, al fine di consentire la maggior libertà operativa e il più ampio ventaglio di proposte, suggeriscono di indire un “concorso di idee”, ufficiale e aperto a professionisti abilitati di tutta la provincia di Trento, “per la ristrutturazione integrale dell’edificio esistente, secondo parametri e limitazioni stabiliti nel bando…”; Anno 1994: vengono valutati i 17 progetti presentati e stilata una graduatoria con il seguente risultato: I CLASSIFICATO: progetto redatto dallo Studio di Architettura Beltrami-Dellanna– Moschen associati, designato con il motto “Nella tenda sarò il tuo ospite”, per il “sostanziale mantenimento del ricordo della chiesa attuale e per l’impianto distributivo conforme alle direttive liturgiche”, a cui va un premio in denaro di L. 5.100.000, II CLASSIFICATO: progetto redatto dall’architetto Cinzia Broll, designato col motto “Eskenosen”, a cui va un premio di L. 3.060.000, III CLASSIFICATO: progetto redatto dall’architetto Michele Anderle, designato col motto “Ponte Arche 1993”, a cui va un premio di L. 2.040.000. Non si procede con l’iter realizzativo per difficoltà oggettive (i progetti risultano sovradimensionati e incompatibili con l’area a disposizione e con costi insostenibili); 13 maggio 1997: il vicario diocesano mons. Giuseppe Zadra, nell’approvare la ristrutturazione dell’edificio parrocchiale ex “Cinema Teatro don Bosco”, al fine di realizzare la canonica, l’oratorio, una sala teatro multifunzione e la nuova sede della scuola materna a piano terra, successivamente denominata “Casa Don Bosco”, ribadisce che “la soluzione del problema chiesa è vitale per la Comunità di Ponte Arche”; Aprile 2007: l’architetto di Trento Michele Anderle per conto della Parrocchia elabora un “Progetto di massima per la demolizione e la ricostruzione della chiesa parrocchiale dell’Ausiliatrice in Ponte Arche”. 18
Il progetto viene presentato al Servizio Lavori Pubblici della PAT per il finanziamento, ma non è ammesso a contributo perché prevede l’abbattimento totale dell’edificio. L’architetto rivede allora il progetto presentando un adeguamento “che prevede la conservazione di parte della chiesa esistente” con un ampliamento da 120 posti a 350. Anche il nuovo progetto, però, non ottiene il finanziamento pubblico; 2 marzo 2009: il Consiglio per gli Affari Economici riprende il tema dell’ampliamento e riqualificazione della chiesa parrocchiale motivandolo con l’inadeguatezza e le ridotte dimensioni dell'edificio, la crescita demografica dell'abitato di Ponte Arche, la presenza dei tanti ospiti che frequentano la località, la centralità geografica del paese di Ponte Arche che fa essere la chiesa un punto di riferimento anche per chi abita nei paesi limitrofi;
Particolare dei banchi vicini al presbiterio dotati di inginocchiatoio.
5 luglio 2009: l’arcivescovo mons. Luigi Bressan, all’esternazione delle preoccupazioni per l’interruzione dell’iter progettuale della nuova chiesa a seguito della decisione di trasferire in altra sede il parroco don Antonio Sebastiani, che durante il suo mandato tanto si era speso per una chiesa “più accogliente”, adeguata ai bisogni della comunità “allargata” di Ponte Arche, scrive al Consiglio Pastorale della parrocchia esortandolo a “continuare il progetto chiesa con il nuovo parroco”; 2 luglio 2010: VISTA la sollecitazione dell’Arcivescovo monsignor Luigi Bressan che invita la comunità a procedere nella ricerca delle soluzioni al problema “chiesa” di Ponte Arche col nuovo parroco; 19
TENUTO CONTO che sono trascorsi ben 30 anni da quando i benefattori Maria e Luigi Valentinotti hanno devoluto il loro patrimonio per la chiesa; CONSIDERATO che l’edificio esistente, oltre che poco capiente, si presenta in uno stato poco decoroso; RITENUTO che la specificità del paese, in posizione centrale rispetto alla valle e in continua crescita edilizia, oltre che demografica (dal 1° gennaio 2010 è divenuto anche capoluogo del nuovo comune di Comano Terme), impone di offrire un servizio dignitoso alla gente di Ponte Arche (compresi i fedeli dei paesi vicini) e ai tanti “ospiti” che per più di nove mesi all’anno frequentano la località per cura e vacanza; COSTATATO che la Parrocchia dispone di una congrua somma di partenza (220.000 Euro ricavati dalla alienazione del patrimonio Valentinotti) che si è riusciti a “risparmiare” dalla realizzazione di Casa Don Bosco con la precisa intenzione di “completare” la volontà testamentaria dei Benefattori; ACCERTATO, inoltre, che la proposta di una chiesa nuova in un luogo diverso dall’attuale è impraticabile, oltre che per l’irreperibilità di un’area idonea all’interno del paese, anche per i costi insostenibili di un terreno edificabile e per l’impossibilità di ottenere finanziamenti pubblici per un edificio sacro costruito ex novo; il Consiglio per gli Affari Economici della parrocchia propone un restyling conservativo dell’edificio esistente associato ad un limitato ampliamento della struttura articolato nei seguenti interventi: rifacimento del manto di copertura con una nuova isolazione a tutto l’edificio; realizzazione di una navata laterale simmetrica al locale della sacrestia; sostituzione dei banchi con sedie o analoga seduta; sostituzione dell’impianto di riscaldamento “ad aria calda” con uno “a pavimento”; ampliamento delle finestre e sostituzione delle vetrate; creazione di un sagrato esterno più decoroso; realizzazione, infine, di un piccolo campanile…; 24 novembre 2010: considerata l’urgenza e indifferibilità del problema il Consiglio per gli Affari Economici della parrocchia esamina la proposta di “ampliamento e manutenzione straordinaria” della chiesa dell’Ausiliatrice redatta da Sandro Giongo, architetto di Ponte Arche, in possesso di “master in progettazione architettonica degli edifici di culto”. L’abbozzo preliminare conserva la struttura esistente prevedendo un ampliamento dell’edificio a ovest (realizzazione di una navata laterale verso il monte), simmetrico all’attuale locale della sacrestia, con una potenziale disponibilità di 50 nuovi posti per i fedeli e una ridistribuzione degli spazi interni rispettosa delle esigenze liturgiche. La ristrutturazione, con demolizione parziale della parete ovest, comprende la realizzazione di una piccola torre campanaria sovrastante la parte nuova e la sistemazione dello spazio esterno con un sagrato che protegga e valorizzi l’edificio di culto. Apprezzate le soluzioni proposte viene incaricato l’architetto Sandro Giongo di predisporre un progetto dettagliato da presentare agli Uffici competenti della Curia Arcivescovile di Trento; 20
23 marzo 2011: il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, valutato lo Studio di Fattibilità della ristrutturazione/ampliamento della chiesa di Ponte Arche commissionato dal Consiglio Affari Economici della Parrocchia comprensivo del computo dei lavori e relativi costi sia per quanto riguarda la riqualificazione dell’edificio esistente che l’ampliamento e la sistemazione esterna del sagrato, approva all’unanimità la relazione e dà incarico all’architetto Sandro Giongo di procedere prendendo contatti con gli Uffici competenti della Curia Arcivescovile di Trento; 14 luglio 2011: gli incaricati dell’Ufficio Arte Sacra e tutela dei Beni Artistici e Architettonici della Curia (don Giovanni Cristoforetti e don Paolo Holzhauser) effettuano un sopralluogo finalizzato a verificare la necessità e compatibilità dell’intervento di “ristrutturazione/ampliamento della chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche”;
Il tema della luce scandito dalle note cromatiche provenienti dalle vetrate del presbiterio.
7 ottobre 2011: viene ufficialmente comunicato il parere positivo dei responsabili della commissione Arte Sacra e tutela dei Beni Artistici e Architettonici della Curia di Trento. Le sole modifiche richieste (da ridiscutere e ripensare) riguardano un diverso posizionamento del Fonte Battesimale e del Coro. Consiglio Parrocchiale e Consiglio Affari Economici all’unanimità confermano l’incarico all’architetto Sandro Giongo chiamato a predisporre un progetto più dettagliato (con relativi computi metrici) da presentare all’Ufficio competente della Curia per il definitivo via libera all’intervento; 14 settembre 2012: l’ultima versione del progetto viene presentata all’Ufficio diocesano di Arte Sacra per la opportuna valutazione; 21
19 novembre 2012: sollecitato da una segnalazione informale dei vigili del fuoco di Bleggio Inferiore sullo stato di usura e grave degrado in cui versano gli infissi superiori della chiesa (finestre pericolanti), precarietà che può configurarsi come situazione di pericolo per i fedeli che prendono parte alle funzioni, il Consiglio degli Affari Economici si riunisce d’urgenza per far il punto sul progetto di ampliamento e di manutenzione straordinaria dell’edificio già dibattuto nelle riunioni pregresse, nonché per accelerare i tempi di intervento. Dopo attenta disamina dello stato e dell’iter del progetto, complessivamente approvato e avvallato dalla commissione Arte Sacra e tutela dei Beni Artistici e Architettonici della Curia, il Consiglio delibera all’unanimità di chiedere un incontro nel più breve tempo possibile con i responsabili gestionali della Curia di Trento. Due le opzioni che si andranno a presentare: intende la Curia approvare e sostenere in tempi ragionevoli un restyling della chiesa di Ponte Arche che preveda un ampliamento da 150 a 300 posti conforme al progetto di massima predisposto dall’architetto Sandro Giongo? In subordine, constatata la precarietà della struttura (dal 1930, anno di erezione, non sono stati effettuati interventi significativi di ripristino o di restauro dell’edificio) e il bisogno (la chiesa è frequentata per nove mesi all’anno, oltre che dai residenti e dai valligiani, anche da centinaia di ospiti in cura presso le adiacenti Terme di Comano), ritiene preferibile optare per una serie di interventi “urgenti” di manutenzione straordinaria (messa in sicurezza degli infissi superiori, sistemazione del manto di copertura, sostituzione dell’impianto di riscaldamento e dell’impianto elettrico, isolazione delle pareti, ristrutturazione del locale sacrestia… che rendano la struttura “ospitale” e fruibile nel breve periodo lasciando tuttavia aperta la possibilità a un successivo ineludibile ampliamento? 12 dicembre 2012: illustrate le ragioni dell’urgenza e dell’indifferibilità dell’intervento di restyling alla chiesa di Ponte Arche alla luce anche della segnalazione dei vigili del fuoco (serve una manutenzione straordinaria che non escluda la prospettiva di un eventuale ampliamento), il vicario diocesano monsignor Lauro Tisi si dice d’accordo con la rappresentazione del problema e, preso atto che la commissione Arte Sacra e tutela dei Beni Artistici e Architettonici della Curia si è espressa sulla fattibilità dell’intervento, invita i rappresentanti del Consiglio degli Affari Economici a presentare al Consiglio degli Affari Economici della Curia una relazione dettagliata che preveda sia “manutenzione straordinaria che ampliamento dell’edificio” conforme allo studio approntato dall’architetto Sandro Giongo. Per quanto riguarda il finanziamento dei lavori, considerata l’urgenza e la centralità del servizio, oltre alle risorse proprie della parrocchia (rimanenze lascito Valentinotti), si potrà pensare a domande di contributo pubblico col sostegno della Diocesi; 22
7 gennaio 2013: viene consegnata nelle mani del vicario diocesano mons Lauro Tisi la richiesta articolata e motivata dell’intervento di restyling e ampliamento della chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche da sottoporre all’attenzione del Consiglio Affari Economici della diocesi accompagnata dalle tavole prospettiche e dal computo metrico redatti dall’architetto Sandro Giongo. Il vicario, assicurando che in brevissimo tempo sarà data risposta al quesito, comunica che S. E. monsignor Luigi Bressan si è detto d’accordo sull’iniziativa; 18 marzo 2013: il vicario diocesano mons. Lauro Tisi con lettera indirizzata al parroco don Gilio Pellizzari comunica che: “il Consiglio Affari Economici della diocesi del giorno 15.03.2013 ha espresso parere favorevole alla richiesta, ma che, prima di presentare alla Provincia la necessaria documentazione al fine di entrare in graduatoria per l’erogazione del contributo, occorre presentare alla scrivente Curia Arcivescovile due nuovi progetti che individuino soluzioni idonee alla realizzazione dell’opera in oggetto…”;
L’abside storica, divenuta cappella sede della riserva eucaristica, vista dal presbiterio.
12 aprile 2013: alle rimostranze dei membri del Consiglio Affari Economici della parrocchia (2 nuovi progetti?), fatte pervenire via e-mail al vicario diocesano e all’arcivescovo con allegata cronistoria del progetto di ristrutturazione della chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche, mons. Lauro Tisi comunica telefonicamente che la Curia intende soprassedere alla richiesta dei due nuovi progetti e che l’iter può procedere; 2 maggio 2013: il vicario della diocesi comunica di aver contattato il presidente della Provincia Autonoma di Trento Alberto Pacher per il problema chiesa di Ponte Arche e di aver avuto come risposta che al momento non ci sono risorse disponibili. 23
Mons. Lauro Tisi invita, tuttavia, a procedere presentando agli uffici provinciali una domanda di contributo sulla base del progetto elaborato dall’architetto Sandro Giongo nella speranza che la situazione economica evolva e che vengano sbloccati i finanziamenti per le opere pubbliche; 7 maggio 2013: il Consiglio degli Affari Economici invia a mons. Lauro Tisi una comunicazione scritta di “presa d’atto degli accordi verbali” riguardo al benestare per il proseguo dell’iter e relativa richiesta di contributo pubblico per il progetto di restyling, ampliamento e consolidamento della chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche già presentato dall’architetto Sandro Giongo alla Commissione Arte Sacra della diocesi; 26 settembre 2013: il Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia delibera di procedere ad una verifica urgente dello stato del manto di copertura incaricando l’ingegner Ignazio Fusari e l’architetto Sandro Giongo del sopralluogo. Una volta effettuato lo “stato dei luoghi” e in possesso dei relativi computi metrici e preventivi di spesa sarà interpellata un’impresa specializzata per l’esecuzione dei lavori. L’intervento di manutenzione comprenderà anche la sostituzione degli infissi deteriorati; 10 dicembre 2013: l’amministratore delegato delle volontà testamentarie della defunta Raffaella Rigotti (17 novembre 1930 - 21 ottobre 2013), vedova di Renzo Cazzolli (1925 – 2008), nota figura del paese, dà lettura ufficiale ai due Consigli del passo relativo al lascito alla Parrocchia dell’Ausiliatrice di Ponte Arche, come da testamento olografo redatto in data 12 maggio 2011 e depositato presso il notaio Dondi Alfredo di Trento: “Carissimi tutti che mi siete vicini, particolarmente in questi ultimi anni, così densi di situazioni dolorose e difficili, cerco di dividere le mie proprietà nel migliore dei modi tra voi… (omissis) Alla chiesa di Ponte Arche Parrocchia di Maria Ausiliatrice (lascio) 250.000 Euro, questo è sempre stato il desiderio di mio marito Renzo, per l’ingrandimento dell’attuale superficie a monte verso Cares perché la chiesa possa restare sul luogo storico, come desiderio di tutta la popolazione… (omissis)”; 17 gennaio 2014: il vicario diocesano, alla luce della “provvidenziale” donazione di Raffaella Rigotti (è stata la “prima battezzata” nella chiesa di Ponte Arche: 17 novembre 1930) finalizzata secondo la sua espressa volontà all’ampliamento della chiesa dell’Ausiliatrice, comunica che: “dopo tanti anni per il “problema” chiesa di Ponte Arche è ormai giunto il momento di una soluzione positiva. La chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche è l’edificio di culto della diocesi che al momento ha più urgente bisogno di intervento e perciò ha priorità su tutte le altre richieste…”. 24
L’intervento di ristrutturazione e ampliamento può fare affidamento sui fondi dell’8 per 1000 della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) destinati alla “nuova edilizia di culto” della diocesi di Trento secondo il piano triennale, previa presentazione di un progetto esecutivo entro febbraio 2014; l’ammontare del contributo sul piano triennale, da verificarsi di intesa con gli uffici competenti, non dovrebbe discostarsi da un importo oscillante intorno al 40/50% dei costi sostenuti secondo un programma di tre anni. Il finanziamento C.E.I. non esclude, dietro specifica domanda, da presentare anche questa entro febbraio 2014, un contributo da parte della Provincia Autonoma di Trento, per la parte non coperta dalle risorse di cui già dispone la Parrocchia, anche se di importo inferiore all’abituale 75 % della spesa.
La navata vista dall’ingresso dell’aula con la particolare disposizione dei banchi.
Dati i tempi ristretti per l’inoltro della domanda alla C.E.I. di Roma (febbraio 2014), è convocata in Curia una riunione del Consiglio Affari Economici della diocesi, con la partecipazione dei responsabili tecnici e amministrativi e dei membri della Commissione Arte Sacra, per esaminare il progetto nei dettagli e deliberare riguardo alla domanda da inviare agli uffici competenti della Conferenza Episcopale Italiana. La versione pressoché definitiva del progetto di ristrutturazione e ampliamento della chiesa è corredata dalle ultime migliorie compresa la presenza di un’agile torre campanaria destinata a fungere da elemento strutturale e architettonico. La sistemazione dell’area esterna, sagrato e parti adiacenti, vede coinvolto il Comune di Comano Terme che intende realizzare una rotatoria in prossimità dell’edificio sacro cedendo suolo della sede stradale (che amplia il sagrato) in permuta di suolo di pertinenza della chiesa dove realizzare una 25
gradinata di accesso alla strada e al parcheggio soprastante. I presenti esprimono apprezzamento per la riuscita del progetto di ristrutturazione e ampliamento (ritenuto dignitoso ed esteticamente gradevole) e approvano la proposta di permuta del suolo (ritenuta migliorativa del sagrato); 23 gennaio 2014: i membri del Consiglio Affari Economici si incontrano con il vicario diocesano mons. Lauro Tisi, alla presenza dei responsabili tecnici e amministrativi e dei membri della Commissione Arte Sacra della Diocesi per la definizione delle modalità di stesura e invio della domanda alla segreteria del Servizio Nazionale per l’Edilizia di Culto della C.E.I. di Roma relativa alla richiesta di contributo derivante dai fondi dell’8 per 1000 per la ristrutturazione/ampliamento della chiesa di Ponte Arche; 12 maggio 2014: il vicario diocesano monsignor Lauro Tisi, ottenuta risposta alle due domande inoltrate in successione agli Uffici competenti della Conferenza Episcopale Italiana, comunica che da parte dei competenti Uffici della C.E.I. di Roma, stante le difficoltà economiche del momento e il numero elevato delle richieste, purtroppo, nell’immediato non è possibile ottenere contributi e quindi si devono battere altre strade cercando i finanziamenti necessari in Provincia. Si determina quindi di procedere fissando un incontro con i referenti della Provincia Autonoma di Trento da tenersi a Ponte Arche nella sede del Comune di Comano Terme il giorno 20 maggio alle ore 14,30 per illustrare le ragioni dell’ampliamento/ristrutturazione della chiesa di Ponte Arche e sollecitare un finanziamento PAT; 20 maggio 2014: nella sala della Giunta del municipio di Comano Terme l’assessore provinciale alle Infrastrutture e all’Ambiente Mauro Gilmozzi, alla presenza del consigliere provinciale Mario Tonina, del sindaco di Comano Terme Livio Caldera, dell’assessore alla cultura del Comune di Comano Terme Micaela Bailo, del vicario diocesano monsignor Lauro Tisi, del parroco don Gilio Pellizzari, dei rappresentanti del Consiglio Affari Economici della parrocchia, del rappresentante del Comitato Pastorale della Parrocchia, dell’architetto Sandro Giongo, curatore del progetto di ampliamento/ristrutturazione della chiesa, e dell’ingegner Ignazio Fusari, estensore del progetto della rotatoria davanti alla chiesa, riconosciuta l’importanza dell’opera (servizio indispensabile per la comunità di Ponte Arche e per i tanti ospiti che frequentano la stazione termale di Comano) e l’urgenza dell’intervento (problemi di fatiscenza della struttura e di sicurezza), invita i responsabili della Parrocchia dell’Ausiliatrice a presentare domanda di contributo per il finanziamento della ristrutturazione/ampliamento della chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche; 10 luglio 2014: vista la domanda di data 8 luglio 2014, acquisita a protocollo comunale n. 8039 di data 8 luglio 2014, intesa ad ottenere l'espressione del parere in ordine al pubblico interesse per i lavori di ampliamento e ricostruzione della chiesa identificata nella 26
p. ed. 83 in C.C. Cares, ritenuto che l'opera rivesta carattere di pubblico interesse, essendo destinata alle necessità religiose e spirituali della comunità, il Consiglio Comunale di Comano Terme, ad unanimità di voti favorevoli espressi a norma di legge, DELIBERA di esprimere parere favorevole ai lavori di ampliamento e ristrutturazione della chiesa di Maria Ausiliatrice ritenendoli di “INTERESSE PUBBLICO”; 25 luglio 2014: il Presidente della Provincia Ugo Rossi, accompagnato dal tecnico estensore del progetto, prende atto del bisogno di ristrutturazione e ampliamento della chiesa di Ponte Arche, verificando di persona lo stato dell’edificio di cui si va a chiedere il contributo per la ristrutturazione e ampliamento;
I 14 affreschi della Via Crucis, opera di Matteo Tevini, esposti nell’abside storica.
29 luglio 2014: viene inoltrata domanda di finanziamento relativa ai lavori di ristrutturazione e ampliamento della chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche, conforme al progetto elaborato dall’architetto Sandro Giongo, come da Legge 40 della PAT; 9 settembre 2014: il Consiglio degli Affari Economici accetta la richiesta del Comune di Comano Terme circa “l’acquisizione di una porzione di area di proprietà della Parrocchia” (nello specifico mq 665 che gravano sulla P.ed. n. 83 e P.f. n. 282/3); 14 ottobre 2014: i due Consigli, vista la lettera di autorizzazione della Curia Arcivescovile di Trento, approvano all’unanimità la pratica relativa all’acquisizione/esproprio dell’area adiacente alla chiesa da parte del Comune di Comano Terme come previsto dal progetto di sistemazione e arredo urbano della frazione di Ponte Arche redatto nel 2012 (Ponte Arche Masterplan 2012); 27
15 dicembre 2014: la Giunta Provinciale con determinazione Prot. n. 2014/D330 – Reg. delib. N. 2201, delibera di ammettere a finanziamento la domanda di contributo presentata in data 30 luglio 2014 ed integrata in data 02 ottobre 2014 dalla parrocchia dell’Ausiliatrice di Ponte Arche (Comano Terme) relativamente all’intervento di “ristrutturazione e ampliamento laterale della chiesa di Maria Ausiliatrice in Ponte Arche”. La Giunta ritiene che l’intervento sia prioritario e propone di ammetterlo a finanziamento ai sensi della legge regionale n. 40/1968, e comunque limitando l’importo del contributo provinciale ad € 668.284,12”; 10 aprile 2015: in una riunione in curia per la presentazione del progetto di ristrutturazione e ampliamento della chiesa di Ponte Arche l’arcivescovo mons. Luigi Bressan fa sapere che, secondo il Consiglio per gli Affari Economici della Curia, il progetto di ristrutturazione e ampliamento della chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche non risulta adeguato e presenta diverse criticità. Invita pertanto lo studio Giongo a predisporre un nuovo progetto entro il mese di giugno che preveda: “una sola aula con l’asse liturgico ruotato di 45 gradi verso est (con il presbiterio e l’altare da collocarsi fronte strada) da ottenersi o demolendo l’abside e ricostruendola ampliata o demolendo per intero la parete della chiesa rivolta a monte ed eliminando la parte di abside che impedisce la vista dell’altare…”; 20 luglio 2015: l’architetto Sandro Giongo informa che, accantonato il progetto iniziale non gradito al Consiglio degli Affari Economici della diocesi (è richiesta un’aula unica con rotazione dell’asse liturgico e non un semplice ampliamento laterale), ha elaborato di seguito tre nuovi progetti con soluzioni in linea con i suggerimenti del tecnico proposto dalla Curia (ampliamento maggiore, modifica dell’orientamento della navata con disposizione diversa dell’altare…), ma anche questi non hanno ottenuto l’approvazione. Al momento sta lavorando ad un ulteriore progetto (viene richiesto l’abbattimento, oltre che della parete a monte, anche dell’intera facciata) da presentare agli Uffici diocesani; 10 ottobre 2015: viste le difficoltà nel raggiungere una soluzione progettuale condivisa e accettata con la Curia Arcivescovile di Trento a causa della complessità del tema trattato (relazione tra chiesa esistente e ampliamento sia dal punto di vista architettonico che liturgico,…ecc.) si richiede al Dipartimento Infrastrutture e Mobilità della PAT una proroga di 365 giorni per la consegna del progetto finanziato con delibera della Giunta Provinciale n. 2201 d.d. 15 dicembre 2014 per un importo pari ad € 668.284,12 in base alla Legge Regionale 5 novembre 1968, n.40 e s.m.; 15 ottobre 2015: gli Uffici competenti della PAT comunicano ufficialmente la concessione della proroga fino al 31 dicembre 2017; 28
29 ottobre 2015: il Vicario diocesano comunica che la CEI ha dato il benestare per il finanziamento del progetto di ristrutturazione e ampliamento della chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche attingendo al fondo per l’edilizia di culto derivante dall’8X1000; 4 novembre 2015: Il progettista informa che gli uffici della Curia hanno accettato l’ultima versione del progetto di ampliamento e che è stato invitato dagli stessi a presentare la versione definitiva da inoltrare alla CEI di Roma non oltre il 30 aprile 2016. Informa altresì che l’ufficio Arte Sacra gli affiancherà un esperto liturgista e un tecnico in realizzazioni di arredi sacri (vetrate e arredi interni) per il completamento del progetto;
La navata vista dal Battistero con l’evidenza dei rivestimenti in materiali lignei.
19 novembre 2015: il Soprintendente per i Beni Culturali della PAT conferma il “non interesse” storico artistico della chiesa di Ponte Arche limitandosi a “…prendere atto (con soddisfazione) della ipotesi progettuale che evidenzia l’intenzione di conservare l’abside, consentendo con ciò il mantenimento in loco di gran parte dell’apparato pittorico e la preservazione di almeno parte della compagine architettonica…”; 11 dicembre 2015: mons. Giulio Viviani e l’architetto Roberto Paoli, incaricati dalla curia, rispettivamente dell’aspetto liturgico e dell’aspetto architettonico del progetto “Ristrutturazione chiesa di Ponte Arche”, effettuano un sopralluogo presso la chiesa. Mons Viviani, in margine alla visita, fa presente che una chiesa rinnovata e ampliata nel centro naturale della Valle, in prospettiva, va a rispondere anche alle esigenze derivanti dalla diminuzione del clero diocesano; 29
15 marzo 2016: la commissione Arte Sacra della Curia diocesana esprime parere favorevole all’ultima versione del progetto elaborato dall’architetto Sandro Giongo e alle modifiche apportate su suggerimento del delegato liturgico mons. Giulio Viviani e dell’architetto Roberto Paoli consentendo il proseguimento dell’iter progettuale e la redazione dei calcoli economici in previsione della presentazione del progetto alla commissione competente della C.E.I. di Roma in vista del finanziamento promesso; 26 aprile 2016: l’architetto Sandro Giongo presenta la versione definitiva del progetto (in accordo con la Commissione Arte Sacra della Curia di Trento) con il relativo preventivo di spesa. Nella relazione tecnica, tra l’altro, pone in evidenza che “(…) il progetto si pone come obiettivo l’integrazione tra la parte storica della chiesa e la nuova struttura che con l’ampliamento andrà a raddoppiare i posti a sedere. L’intervento prevede la rotazione degli assi liturgici (come richiesto espressamente dall’arcivescovo) riportandoli ad un orientamento est-ovest (…) In quest’ottica e nel rispetto delle volumetrie preesistenti la porta d’ingresso alla nuova chiesa si colloca all’incirca nella stessa posizione di quella esistente. La grande vetrata ad angolo aiuta i fedeli a riconoscerla e a rivolgere il loro cammino d’ingresso verso l’interno. Oltrepassato ci si ritrova in un ‘vestibolo’ con funzione di filtro che preannuncia l’ingresso vero e proprio nella chiesa nella quale si è accolti figurativamente dal Patrono San Giovanni Bosco. (...). Tema fondamentale del progetto è lo studio della luce come elemento che partecipa ed enfatizza la celebrazione e i principali poli liturgici. (...). Esternamente il nuovo ampliamento si presenta con geometrie semplici e ben definite allo scopo di preservare l’originario equilibrio architettonico della parte esistente. Il nuovo volume si pone in relazione con il pendio a monte e con la chiesa esistente creando una sorta di filtro tra l’interno e l’esterno. Il nuovo campanile (prima assente) diventa elemento riconoscibile e celebrante la funzione liturgica; come faro all’interno della comunità di Ponte Arche (...). Altro elemento di particolare importanza è il sagrato esterno (...) Con la ristrutturazione della chiesa si vuole riqualificare tale spazio in modo da creare un elemento di protezione della chiesa e al contempo restituire al sagrato il proprio valore (...). Tutte le scelte progettuali, le tipologie dei materiali e di impianti sono state attentamente valutate anche alla luce di un risparmio dei costi in termini sia di realizzazione che di futura manutenzione. Scelte che vogliono, quindi, essere rispettose del difficile momento economico nel quale oggi viviamo…”; 30
13 settembre 2016: la segreteria del Servizio Lavori Pubblici della PAT con lettera protocollata chiede alla parrocchia che entro il 31 dicembre 2016 sia inviato il progetto definitivo della chiesa di Ponte Arche, pena la revoca del contributo concesso; 27 settembre 2016: il progettista architetto Sandro Giongo illustra ai responsabili della CEI di Roma il progetto definitivo della chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche. Per l’approvazione finale vengono richieste alcune modifiche non sostanziali (una porta d’accesso più maestosa e un rilievo maggiore della zona presbiterio; 29 novembre 2016: il progetto viene approvato dalla commissione edilizia del Comune di Comano Terme;
Panoramica dal Presbiterio al Battistero con il soffitto a onda che riproduce l’originaria volta a carena.
24 gennaio 2017: don Ivan Maffeis, segretario della CEI di Roma informa che il progetto di finanziamento relativo alla chiesa di Ponte Arche è stato approvato;” 27 gennaio 2017: l’Ufficio Arte Sacra della Curia di Trento comunica che “…il progetto è stato approvato in via definitiva e che a breve seguiranno istruzioni per la tempistica del finanziamento e il proseguo dell’iter di realizzazione della chiesa”; 26 febbraio 2017: Per quanto riguarda il cronoprogramma dei lavori l’architetto Sandro Giongo informa che il progetto esecutivo sarà pronto per la fine del mese di maggio. Dopodiché sarà inviato alla commissione della C.E.I. di Roma per la definitiva approvazione e la definizione del contributo; 31
9 gennaio 2018: l’economo diocesano Claudio Puerari in una riunione congiunta dei Consigli parrocchiali presso Casa don Bosco, alla presenza del parroco don Maurizio Toldo e del vicario diocesano don Marco Saiani, informa che il progetto della chiesa di Ponte Arche non è stato ancora formalmente approvato dagli organi della Curia (Consiglio Affari Economici e Collegio dei Consultori) e prima delle autorizzazioni definitive è necessario fare un quadro generale della situazione. Occorre verificare, in sostanza, se il progetto è ancora valido dal punto di vista pastorale e se è sostenibile dal punto di vista finanziario. I membri dei due Consigli parrocchiali, insieme alle motivazioni espresse in più occasioni (ridotta capienza dell’edificio, fatiscenza dell’immobile, volontà dei benefattori), ribadiscono che la validità pastorale dell’iniziativa è da individuarsi principalmente nella “specificità” di Ponte Arche: comunità formata da poco più di 800 residenti, ma arricchita per nove mesi all’anno dalla presenza di tanti ospiti, in modo particolare da famiglie con bambini e anziani, che frequentano regolarmente la chiesa nel periodo delle cure termali, a cui si aggiungono anche fedeli dei paesi vicini, mentre la sostenibilità finanziaria dell’opera è garantita dal contributo della CEI di Roma per l’edilizia di culto, dal finanziamento della Provincia Autonoma di Trento e dai lasciti dei Benefattori; 26 marzo 2018: come Responsabile Unico del Procedimento relativo al progetto di ristrutturazione e ampliamento della chiesa il Consiglio di Curia propone il preventivo dell’arch. Roberto Paoli dello Studio Nexus Associati di Rovereto. La Parrocchia, da parte sua, quello dell’ing. Gianfranco Pederzolli di Stenico; 6 aprile 2018: il parroco don Maurizio Toldo comunica che l’arcivescovo mons. Lauro Tisi ha dato il suo consenso alla nomina del R. U. P. del progetto di ristrutturazione e ampliamento della chiesa di Ponte Arche individuato nella persona dell’ingegner Gianfranco Pederzolli come suggerito dalla parrocchia; 18 maggio 2018: si delibera di procedere con una gara d’appalto “a corpo”. Per quanto riguarda la scelta delle ditte edili l’ingegner Pederzolli suggerisce di richiedere dei requisiti base alle stesse per procedere ad una prima scrematura. Si delibera pure di attribuire dei punteggi che avvantaggino la partecipazione di artigiani e imprese locali, una chiesa “a chilometro zero”, come auspicato; 27 Giugno 2018: viene inviata lettera-invito alle imprese locali (CALIARI GIUSEPPE & C. di Cares; COSTRUZIONI MERLI di Merli Danilo & C. di Ponte Arche, COSTRUZIONI EDILI SOTTOVIA GERMANO di S. Lorenzo–Dorsino, IMPRESA EDILE BELLA GIUSEPPE S.r.l. di Bleggio Superiore, EDIL COR.MA Snc di S. Lorenzo–Dorsino), rivolta a chiedere un’eventuale manifestazione di interesse a partecipare alla procedura di appalto dei lavori di ristrutturazione/ampliamento della chiesa di Ponte Arche; 32
24 luglio 2018: l’ingegner Pederzolli, Responsabile Unico del Procedimento relativo al progetto di ristrutturazione e ampliamento della chiesa di Ponte Arche, comunica che hanno risposto le ditte: CALIARI GIUSEPPE & C. di Cares e COSTRUZIONI MERLI di Merli Danilo & C. di Ponte Arche, che hanno i requisiti. L’EDIL COR.MA Snc di S. Lorenzo–Dorsino non ha i requisiti, ma informa di costituire un’Associazione Temporanea di Imprese (A.T.I.). La COSTRUZIONI EDILI SOTTOVIA GERMANO di S. Lorenzo–Dorsino non risponde per iscritto, ma, informalmente, comunica di non poter partecipare. L’impresa edile BELLA GIUSEPPE S.r.l. di Bleggio Superiore non ha i requisiti, ma si decide, comunque, di invitarla alla gara, previa costituzione di un’A.T.I.. I punteggi saranno determinati dalla: percentuale di ribasso, presenza di artigiani locali, struttura delle imprese artigiane partecipanti, fatturato minimo per ogni impresa artigiana;
La Pala del Battistero, opera di Mauro Cappelletti.
5 settembre 2018: la restauratrice Enrica Vinante, (a cui sarà poi affidato anche il recupero degli intonaci e il restauro degli affreschi dell’abside, dell’arco santo e del catino absidale, opera del pittore Matteo Tevini). con il benestare del Soprintendente per i Beni Culturali della Provincia di Trento procede alla pulizia dei 14 affreschi delle stazioni della Via Crucis per predisporre lo stacco dei dipinti dalle pareti e il successivo incollaggio a pannelli in legno da esporre nell’abside. È il primo atto che dà il via ai lavori di ristrutturazione e ampliamento della chiesa; 33
07 ottobre 2018: domenica 7 ottobre alle ore 18,00 il parroco don Maurizio Toldo celebra l’ultima Santa Messa nella “vecchia” chiesa di Ponte Arche. Le celebrazioni per tutto il mese di ottobre e fino a che il tempo lo permetterà saranno celebrate nella tensostruttura allestita nel piazzale messo a disposizione dal CEIS di fronte a Casa don Bosco. Nella stagione invernale (approssimativamente da ottobre a maggio) si utilizzerà la sala Teatro ubicata al secondo piano di Casa don Bosco; 27 ottobre 2018: i membri del Consiglio Affari Economici alla presenza del parroco, del R. U. P. ing. Gianfranco Pederzolli e del suo segretario dottor Alberto Giabardo procedono all’apertura delle buste con le offerte delle due imprese che hanno confermato la partecipazione alla gara (CALIARI GIUSEPPE & C. di Cares – COMANO TERME e COSTRUZIONI MERLI di MERLI DANILO & C. di Ponte Arche). Dopo ampia e articolata analisi con valutazione degli elementi viene accettata l’offerta dell’impresa Caliari Giuseppe & C. che, a parità di elementi valutativi per quanto riguarda offerta tecnica, artigiani locali e addetti, presenta il massimo ribasso rispetto alla concorrente; 25 novembre 2018 l’impresa edile Caliari Giuseppe & C., aggiudicataria del progetto, inizia l’allestimento del cantiere transennando l’area e predisponendo gli spazi per i lavori; 18 dicembre 2018: dopo aver liberato l’aula, smantellato l’altare, la pedana e le strutture marmoree del presbiterio (da conservare per la nuova chiesa), demolita la sacrestia, resa sicura l’abside staccandola dal corpo della navata mediante un taglio con sega da marmo, iniziano i lavori di demolizione con bulldozer munito di pinza meccanica; febbraio2019/dicembre 2020: nonostante l’interruzione dei lavori da marzo a maggio 2020 per il lockdown, la struttura viene portata a termine come da progetto e arredata con il concorso delle famiglie a ricordo dei loro cari. Dopo quarant’anni (1980-2020) il desiderio dei benefattori Maria e Luigi Valentinotti, Raffaella e Renzo Cazzolli e di quanti negli anni hanno lavorato per una chiesa “più accogliente” si avvera. La storia è consegnata ad una pergamena sigillata in un cilindro d’acciaio murato sotto l’epigrafe MMXX (anno 2020) all’ingresso dell’aula; 31 gennaio 2021: nel giorno della festa di San Giovanni Bosco, patrono della Parrocchia di Ponte Arche insieme a Maria Ausiliatrice, (a 100 anni dal “sogno” profetico di don Eliseo Busatti che auspicava per il nuovo paese una chiesa che fosse “casa accogliente della comunità e simbolo di identità”), la rinnovata e ampliata chiesa dell’Ausiliatrice di Ponte Arche, torna alla comunità 34 come segno di rinascita e di speranza nel futuro. 34La solenne “dedicazione” della chiesa presieduta dall’Arcivescovo Lauro Tisi, programmata inizialmente per il 13 dicembre, poi per il 31 gennaio, si celebrerà non appena le restrizioni igienico sanitarie dovute all’emergenza provocata dalla pandemia di COVID-19 lo consentiranno. La chiesa, a far tempo dal 31 gennaio, festa del patrono San Giovanni Bosco, viene utilizzata in via provvisoria per le maggiori garanzie di spazi e di distanziamento rispetto alla sala-teatro di Casa don Bosco.
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LITOGRAFICA EDITRICE SATURNIA TN
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