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Direzione editoriale: Progetti di Editoria s.r.l Redazione: Lia Cappelletti, Tiziana Lazzaretti Progetto grafico e videoimpaginazione: Icosaedron s.n.c. Coordinamento edizione digitale: Roberto Rustico Cartografia e Copertina: Vavassori & Vavassori Disegni: Vavassori & Vavassori, Simona Castelli Stampa: Castelli Bolis - Cenate Sotto (Bg) Con la collaborazione della Redazione e dei Consulenti dell’I.I.E.A. La casa editrice ATLAS opera con il Sistema Qualità conforme alla nuova norma UNI EN ISO 9001:2008 certificato da CISQ CERTICARGRAF. Il presente volume è conforme alle nuove Indicazioni Nazionali e alle nuove disposizioni ministeriali in merito alle caratteristiche tecniche e tecnologiche dei libri di testo. Referenze iconografiche: Archivio Atlas, Archivio Icosaedron, Lab. fotografico SBAPSAE-CE, Antonio GENTILE. Si ringraziano tutti i Musei, le Fondazioni, le Pinacoteche, le APT e i fotografi che hanno gentilmente fornito il materiale iconografico. L’Editore dichiara la propria disponibilità a regolarizzare errori di attribuzione o eventuali omissioni sui detentori di diritto di copyright non potuti reperire. Ogni riproduzione del presente volume è vietata. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org. © 2014 by Istituto Italiano Edizioni Atlas - Via Crescenzi, 88 - 24123 Bergamo - Tel. 035.249711 - Fax 035.216047 - www.edatlas.it
PRESENTAZIONE Un’opera mista: libro cartaceo e versione digitale per computer, tablet e LIM Art Vision è un libro misto: la parte cartacea si completa con i contenuti digitali integrativi e le espansioni multimediali della versione eBook+ e con quelli proposti sul sito della Casa Editrice. In particolare, sulla versione digitale dell’opera: Video introduttivo
Approfondimento
INDICE Presentazione Indice
Nel mondo delle immagini Arte e immagine: gli obiettivi della disciplina Visual test Le immagini: un patrimonio visivo universale I Beni Culturali e del Paesaggio Il Patrimonio dell’Umanità UNESCO
Test interattivi
Gallerie di immagini
Puzzle Test interattivi
Il corso Art Vision si presenta come vera novità editoriale conforme alle Nuove Indicazioni Nazionali. Il corso si divide in due volumi A e B: ciascuno integra, in un unico percorso, la Storia dell’arte con il Linguaggio visuale, i Temi operativi e le Tecniche artistiche. Ai due volumi si affianca Art Lab, per lo sviluppo delle competenze: un laboratorio che propone numerose attività di carattere disciplinare per ogni traguardo previsto dalle nuove indicazioni nazionali, oltre a una serie di simulazioni di prove INVALSI. Inoltre, è disponibile il manuale di Storia dell’arte esplicitamente dedicato ai Bisogni Educativi Speciali.
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Osservare, comprendere, comunicare Imparare ad osservare Il meccanismo della visione: luce, occhio, cervello Le illusioni ottiche Le leggi della percezione visiva Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze L’immagine come linguaggio e comunicazione Arte e comunicazione visiva I segni visivi Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Parole e immagini Iconografia e iconologia Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze
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Percezione e comunicazione visiva
Arte nella storia. Dalla Preistoria al Settecento
ARTE E SOCIETÀ NELLA PREISTORIA Pitture murali nella Grotta Chauvet Il Cromlech di Stonehenge Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test
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Contenuti digitali integrativi
Contenuti digitali integrativi Sul sito della Casa Editrice si trovano schede di approfondimento, di analisi e percorsi tematici. Ulteriori materiali sono disponibili sul sito a cui rimandano i codici QR presenti nelle pagine del libro.
Per il Docente Per i Docenti che adottano il testo sono disponibili: • la guida didattica a stampa e in formato pdf nell’area riservata sul sito della Casa Editrice • un DVD con materiali multimediali per le lezioni con la LIM: in particolare lezioni in PowerPoint; ulteriori schede di analisi dell’opera e approfondimenti.
Il Tempio di Luxor Pitture nella Tomba di Nebamon La scultura degli Egizi Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test
6 Contenuti digitali integrativi 9 • Tomba di Nebamon, Scena di ispezione del bestiame 10 12 ARTE E SOCIETÀ NELLE CIVILTÀ EGEE 14 La pittura cretese Micene 15 Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test 16 Contenuti digitali integrativi 17 18 • I pugilatori 19 20 ARTE E SOCIETÀ NELLA GRECIA ANTICA 22 Gli ordini architettonici 24 L’Acropoli di Atene 25 Il tempio greco 26 Il teatro 27 La scultura greca 28 Fidia 30 Policleto e Prassitele 31 I Bronzi di Riace
1 Analisi dell’opera
2 2
• Lo schema del Cromlech di Stonehenge • Le Veneri preistoriche ARTE E SOCIETÀ IN MESOPOTAMIA Lo Stendardo di Ur Babilonia: la Porta di Ishtar Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test
40 42 43 44 45
Contenuti digitali integrativi • Analizzare un bassorilievo sumero (Vero-Falso) ARTE E SOCIETÀ NELL’ANTICO EGITTO Le Piramidi di El-Gizah
46 48
La pittura vascolare Architetture della Magna Grecia Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test
49 50 51 52 53
54 56 57 58 59
60 62 63 64 66 67 68 70 71 72 73 74 75
Contenuti digitali integrativi • Il Laocoonte e L’Apoxyòmenos • Il Teatro di Segesta e le Tavole Palatine di Metaponto • L’Altare di Pergamo ARTE E SOCIETÀ NELL’ITALIA PREROMANA La pittura etrusca: la Tomba dei Leopardi La scultura etrusca: la Chimera d’Arezzo Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test
76 78 79 80 81
Contenuti digitali integrativi • Etruschi: città dei vivi e città dei morti • La Lupa Capitolina e l’Arringatore del Trasimeno ARTE E SOCIETÀ A ROMA Architettura civile: i Fori Il Colosseo Il Pàntheon Gli edifici per il tempo libero e gli affari
82 84 86 87 88
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3 Le abitazioni dei Romani: insulae, domus, villa I quattro stili della pittura pompeiana Scultura Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test Contenuti digitali integrativi • I ritratti romani • La Colonna Traiana e l’Ara Pacis ARTE PALEOCRISTIANA E BIZANTINA La Basilica paleocristiana Architettura ravennate: Mausoleo di Galla Placidia, 425 Sant’Apollinare Nuovo, 505 San Vitale, 526-547 Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test ARTE E SOCIETÀ NELL’ALTO MEDIOEVO Architettura e scultura longobarda L’arte orafa La Cappella Palatina ad Aquisgrana, 792-805 Nascita e diffusione dei monasteri Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test ARTE ARABO-NORMANNA La Cappella Palatina, 1130-1143 La Cattedrale di Cefalù, iniziata nel 1131 Il Duomo di Monreale, 1172-1185 San Cataldo a Palermo, 1155 La Zisa a Palermo, 1165-1167 Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test
89 ARTE GOTICA 90 La Cattedrale gotica 91 La Cattedrale di Chartres, 1221 92 Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi, 1253 9 3 Castel del Monte, 1240 Il Duomo di Siena, XII secolo ca. Il Duomo di Orvieto, 1290 Benedetto Antelami, Deposizione di Cristo, 1178 Nicola e Giovanni Pisano Cimabue,1240-1302 9 4 Duccio di Buoninsegna, 1255-1319 96 Giotto, 1267-1337 97 La cacciata dei diavoli da Arezzo, 1295 98 Giotto a Padova, 1303-1306 99 Compianto su Cristo morto, 1303-1306 100 Ambrogio Lorenzetti e Simone Martini 101 Simone Martini, Annunciazione, 1333 IL GOTICO INTERNAZIONALE 102 Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi, 1423 104 Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze 105 Visual test 106 107 108 109
110 111 112 113 114 115 116 117
Contenuti digitali integrativi
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• La Cattedrale di Palermo • Il Castello della Cuba ARTE ROMANICA La Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, XI-XII secolo Il Duomo di Modena, 1099-1230 ca. Piazza dei Miracoli a Pisa, dal 1063 La Basilica di San Nicola a Bari, fine dell’XI secolo Gli affreschi di San Michele Arcangelo, dal 1072 Wiligelmo a Modena, 1099 Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test Contenuti digitali integrativi • Le croci dipinte
118 120 121 122 123 124 125 126 127
128 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149
Contenuti digitali integrativi • Il Krak dei Cavalieri ARTE E SOCIETÀ NEL QUATTROCENTO 150 Filippo Brunelleschi, 1377-1446 152 Cappella de’ Pazzi, 1429-1446 153 Il concorso per la seconda porta del Battistero di San Giovanni, 1401 154 Brunelleschi, Cupola di Santa Maria del Fiore, 1420-1436 155 Donatello, 1386-1466 156 Masaccio, 1401-1428 158 Masaccio, La Trinità, 1426-1428 159 Masaccio, la Cappella Brancacci, 1425-1427 160 La prospettiva nel Rinascimento 162 Beato Angelico, 1390-1455 164 Annunciazione, 1449 165 Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze 166 Visual test 167 Leon Battista Alberti, 1404-1472 168 Tempio Malatestiano, 1450 169 La città ideale del Rinascimento 170 Piero della Francesca, 1420-1492 172 Flagellazione di Cristo, 1459 173 Piero della Francesca, Leggenda della Vera Croce, 1452-1459 174 Sandro Botticelli, 1445 -1510 176 La Primavera, 1478 177 La Nascita di Venere, 1483-1485 178
Il Quattrocento fiammingo Jan Van Eyck, I coniugi Arnolfini, 1434 Andrea Mantegna, 1431-1506 Camera degli Sposi, 1465-1474 Antonello da Messina, 1430-1479 San Gerolamo nello studio, 1474 Giovanni Bellini, 1433-1516 Vittore Carpaccio, 1460-1526 Storie di Sant’Orsola, 1490-1496 Il Rinascimento a Ferrara Il Salone dei Mesi in Palazzo Schifanoia a Ferrara, 1469 Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test
180 181 182 183 184 185 186 187 189 190 191 192 193
Contenuti digitali integrativi • Brunelleschi e Donatello a confronto • Masolino da Panicale • Altre opere rinascimentali ARTE E SOCIETÀ NEL CINQUECENTO Donato Bramante, 1444-1514 Tempietto di San Pietro in Montorio a Roma, 1502 Leonardo da Vinci, 1452-1519 Leonardo, La Gioconda, 1503-1506 Sant’Anna, la Vergine e il Bambino, 1510-1513 ca. Il Cenacolo, 1495-1497 Michelangelo Buonarroti, 1475-1564 Michelangelo architetto Michelangelo scultore: il David e il Mosè Michelangelo scultore: le Pietà Michelangelo, Affreschi della Cappella Sistina, 1508-12 e 1536-41 Michelangelo, Volta della Cappella Sistina, 1508-1512 Raffaello Sanzio, 1483-1520 Lo Sposalizio della Vergine, 1504 Raffaello, le Stanze Vaticane, 1508-1513 Raffaello: la pittura sacra Raffaello: la pittura profana Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test Il Cinquecento veneto: Giorgione, 1478-1510 La tempesta, 1503 Il Cinquecento veneto: Tiziano Vecellio, 1485-1576 Pala dell’Assunta, 1518 Il Cinquecento veneto: Andrea Palladio, 1508-1580 Villa Capra, detta La Rotonda, 1570 Il Cinquecento nel Nord Europa Hans Holbein, Gli Ambasciatori, 1533 IL MANIERISMO Scultura manierista: Cellini e Giambologna
194 196 197 198 200 201 202 204 205 206 207 208 210 212 213 214 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229
Rosso Fiorentino, 1494-1540 Jacopo Pontormo, 1494-1557 Correggio, 1489-1534 Parmigianino, 1503-1540 Paolo Veronese, 1528-1588 Palladio e Veronese, Villa Barbaro a Masèr, 1555-1558 Veronese, Cena in casa di Levi, 1573 Tintoretto, 1518-1594 Ultima Cena, 1594 Tintoretto, Crocifissione, 1565-1567 Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test
230 231 232 233 234 235 236 238 239 240 242 243
Contenuti digitali integrativi • Leonardo da Vinci, l’Uomo Vitruviano • Leonardo da Vinci, la Vergine delle rocce • Michelangelo, Pietà Bandini • Giorgione, Adorazione dei pastori (Natività Allendale) • Tintoretto, Ritrovamento del corpo di San Marco
ARTE E SOCIETÀ NEL SEICENTO L’architettura barocca in Italia Gian Lorenzo Bernini, 1598-1680 Bernini architetto: Piazza San Pietro, 1656-1667 Bernini scultore: Apollo e Dafne, 1622-1625 Estasi di Santa Teresa, 1645-1652 Francesco Borromini, 1599-1667 Sant’Ivo alla Sapienza, 1642-1652 Borromini, San Carlo alle Quattro Fontane, 1635-1641 Pietro da Cortona, 1596-1669 Trionfo della Divina Provvidenza, 1623-1639 Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1571-1610 Vocazione di San Matteo, 1599-1600 Caravaggio: opere religiose Decollazione di San Giovanni Battista, 1608 La pittura del Seicento in Italia Annibale Carracci, Il Trionfo di Bacco e Arianna, 1598-1600 La natura morta e la pittura di paesaggio Claude Lorrain, Paesaggio con Enea a Delo, 1672 La pittura illusionistica Andrea Pozzo, Gloria di Sant’Ignazio, 1691-1694 La pittura del Seicento in Europa: Diego Velázquez, 1599-1660 Las Meninas, 1656 Rembrandt Harmenszoon van Rijn, 1606-1669 La Ronda di notte, 1642 Pieter Paul Rubens, 1577-1640 Innalzamento della Croce, 1610-1611
244 246 248 249 250 251 252 253 254 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273
Jan Vermeer, 1632-1675 L’arte della pittura Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test
274 275 276 277
Contenuti digitali integrativi • Gian Lorenzo Bernini, Sant’Andrea al Quirinale • Caravaggio, I bari • Rembrandt, La sposa ebrea (Isacco e Rebecca) • Pieter Paul Rubens, Sansone e Dalila • Jan Vermeer, La lattaia e Il geografo ARTE E SOCIETÀ NEL SETTECENTO Le grandi regge: Versailles, dal 1667 La Reggia di Caserta, 1751 Architettura del Settecento in Italia Giovanni Battista Piranesi, 1720-1778 Giambattista Tiepolo, 1696-1770 Gli Affreschi di Würzburg, 1751-1753 IL VEDUTISMO Canaletto, Veduta del Canal Grande a Venezia, 1735 La pittura di genere e di paesaggio Pittura di paesaggio: Watteau, Pellegrinaggio all’isola di Citera, 1717 Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze Visual test
278 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 292
Contenuti digitali integrativi • Giambattista Tiepolo, Il banchetto di Cleopatra • Giovanni Paolo Pannini, Capriccio architettonico
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Elementi fondamentali del linguaggio visuale
Il segno Il punto La linea Pattern, texture e superfici Le forme Volume e spazio Gli indicatori spaziali La prospettiva Prospettiva intuitiva e prospettiva geometrica Luce e ombra Il colore La natura del colore Sintesi additiva e sintesi sottrattiva Il cerchio cromatico di Johannes Itten E gli altri colori?
293 294 296 298 300 302 304 306 308 310 312 314 316 317 318 320
Armonie e contrasti il significato simbolico ed emotivo dei colori La composizione 1. Posizione e direzione 2. Collocazione spaziale, peso ed equlibrio 3. Nuclei e linee di forza 4. Simmetria e asimmetria 5. Modulo e ritmo 6. Dinamismo La sezione aurea Visual test
322 324 326 328 329 330 332 334 336 338 340
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Tecniche artistiche di base
Le matite Le matite colorate I pastelli Le penne e gli inchiostri I pennarelli Affresco Graffito e Frottage Il mosaico La tempera e il guazzo Gli acquerelli La vetrata
342 344 346 348 350 351 352 354 356 358 360
5
361
Impariamo a disegnare: temi, generi e soggetti
Cominciamo a superare gli stereotipi Il paesaggio Fiori Frutti Alberi Foglie Gli animali domestici Gli animali selvaggi Pesci e uccelli Animali fantastici La figura umana Il volto Le mani La figura umana in movimento L’abbigliamento e la moda Fumetti Cartoni animati Pubblicità
362 364 366 368 370 372 374 376 378 380 382 384 386 388 390 392 396 398
Glossario dei termini artistici Indice degli artisti illustrati
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Nel mondo delle immagini
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Andy Warhol, Marilyn, 1967.
Arte e immagine: gli obiettivi della disciplina In queste pagine trovi alcuni semplici esercizi e giochi che mettono alla prova le competenze acquisite in Arte e Immagine negli anni della Scuola primaria. Non preoccuparti se non riuscirai ad eseguirli interamente: avrai tempo nei prossimi anni per acquisire conoscenze e abilità, fino a un completo sviluppo delle competenze in questo particolare ambito disciplinare.
a. Esprimersi e comunicare
Foto (incolla qui una tua foto in formato “tessera”)
Autoritratto (disegna qui il tuo ritratto, come dalla foto)
• Carta d’identità Cognome: .................................... Nome: .......................................... nato/a a: ................................ Indirizzo: ...............................................................................................
Statura: ............... cm Peso: ................... kg Segni particolari: .............................................................................................................. • La mia camera Nelle righe sottostanti descrivi brevemente, a parole, come si presenta la tua camera. Nello spazio a destra, invece, rappresentala graficamente, in un disegno, con la tecnica che preferisci. Descrizione verbale: ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ...............................................................................................................
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7 b. Osservare e leggere le immagini • Da casa a scuola Nel percorso quotidiano che ti porta da casa a scuo la (e viceversa) al tuo sguardo si propongono mille immagini di edifici, spazi e oggetti. Sia in città che nei piccoli paesi si possono, infatti, osservare manifesti pubblicitari, segnali stradali, insegne di negozi, ma anche chiese e palazzi, fon tane e giardini, mezzi di trasporto, impianti sporti vi, ecc. Disegna, in questa pagina, una mappa del tuo per corso, indicando, nella posizione esatta, alcuni di questi elementi, soprattutto quelli che attraggono maggiormente la tua attenzione. Descrivi poi, brevemente, un edificio a tua scelta scrivendo nelle righe sottostanti. L’edificio che ho scelto è: ....................................... ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. .................................................................................
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8 • Caccia all’errore In questa pagina puoi osservare un’opera di William Hogarth che rappresenta un tipico paesaggio della campagna inglese del XVIII secolo. Nonostante la precisione del segno e la pia cevolezza della rappresentazione, anche ad un primo sguardo riusciamo a percepire che qualcosa non funziona. Ad un’osservazione più attenta, infatti, po tremo scoprire alcuni errori di prospettiva, voluti per gioco dall’artista. Prova ad individuarli e rifletti: spesso l’oc chio ci può ingannare...
William Hogarth, Falsa prospettiva, 1754. Incisione.
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NB. Alcuni errori sono evidenziati in figura: trovi l’indicazione di tutti gli errori alla seguente pagina internet:
c. Comprendere e apprezzare le opere d’arte Titolo dell’opera: ....................................... ...................................................................
1
Visual test 2
Titolo dell’opera: ....................................... ................................................................... L’edificio si trova in:
L’edificio si trova in: a. Egitto
a. Egitto
b. Grecia
b. Grecia
c. Italia
c. Italia
d. Spagna
d. Spagna
Titolo dell’opera: .......................................
3
4
Titolo dell’opera: .......................................
...................................................................
...................................................................
L’edificio si trova in:
L’edificio si trova in:
a. Spagna
a. Germania
b. Grecia
b. Grecia
c. Italia
c. Italia
d. Francia
d. Francia
Titolo: ..........................................................
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6
V a. L’opera rappresenta la moglie dell’artista b. È conservata agli Uffizi a Firenze c. È stata dipinta nel XIX secolo
F
c. È stata scolpita nel XX secolo
Autore: ........................................................
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b. L’opera è conservata agli Uffizi a Firenze c. È stata dipinta verso la fine del XIX secolo
Titolo: .......................................................... Autore: ........................................................ V
F
F
a. L’opera rappresenta un condot tiero romano b. La statua è conservata agli Uffizi a Firenze
Titolo: ..........................................................
a. L’artista è di origine olandese
V
V
Titolo: .......................................................... Autore: ........................................................
Autore: ........................................................
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F
a. L’artista è di origine francese
b. L’opera è eseguita ad affresco
c. È stata dipinta all’inizio del XX secolo
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Le immagini: un patrimonio visivo universale Civiltà delle immagini
Tra le definizioni attribuite all’epoca in cui viviamo ce n’è una assai frequente: civiltà dell’immagine. In effetti siamo quotidianamente circondati da immagini pubblicitarie (su stam pa, televisione, computer, internet, cartelloni murali), segnali e simboli (icone degli smartphone, i cartelli stradali, ecc.), illustrazioni di ogni genere su giorna li, riviste, pagine web e fumetti... Oggi tutti fotografano e riprendono tutto: molte di queste immagini, fisse o in movimento, finiscono sui media a larga diffusione o nel web. Questa nuova real tà richiede che noi diventiamo più consapevoli del valore delle immagini, della loro funzione e della loro destinazione. Da una posizione di destinatari passivi dell’immagine dobbiamo passare ad una di fruitori critici, capaci di comprendere il significato delle immagini e di produrre, a nostra volta, nuove immagini con la massima consapevolezza comunicativa. Alla base di queste competenze c’è, anzitutto, la capacità di osservare immagini su media diversi (libri, enciclopedie, giornali e riviste, internet, ecc.), di classificarle e di descriverne significato e funzione. Ci vuole sicuramente un po’ di allenamento, necessario per non restare fruitori passivi e inconsapevoli: Arte e immagine è la disciplina che ci aiuta nell’affascinante impresa di leggere e creare messaggi visivi.
Che cos’è l’arte?
Opera d’arte è tutto ciò che l’uomo ha creato per dare forma ai propri valori e comunicarli. Essa, pertanto, è espressione della cultura, del gusto e della sen sibilità di chi l’ha creata, ma può testimoniare anche le motivazioni di chi l’ha commissionata. L’opera d’arte può avere molte forme: può essere una scultura, un dipinto, un af fresco, un monumento architettonico, un mobile, un brano musicale, una poesia. L’arte, dunque, è il risultato di una volontà creativa, legata ad una precisa epo ca e realtà culturale. È quindi fondamentale considerare tutti gli elementi (stori ci, sociali, religiosi, psicologici, tecnici) che sono alla base della sua creazione. Di fronte a un’opera d’arte osserviamo anzitutto i colori, l’andamento delle li nee, la disposizione delle forme, cioè gli elementi che la caratterizzano visiva mente. Dobbiamo, però, cercare di scoprire il suo significato preciso. Per questo motivo, l’analisi dell’opera d’arte deve comprendere molti aspetti. Un buon inizio per l’analisi delle immagini in generale e delle opere d’arte in particolare può limitarsi a pochi ma essenziali punti: il soggetto trattato, i valori formali (cioè gli elementi del linguaggio visuale), il contesto culturale, la committenza, la funzione, il processo creativo, le tecniche utilizzate.
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fumetto © Istituto Italiano Edizioni Atlas
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paesaggio Š Istituto Italiano Edizioni Atlas
segnaletica
opera d’arte
I Beni Culturali e del Paesaggio La varietà e la ricchezza del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico presente nel nostro Paese sono enormi: si stima, infatti, che l’Italia conservi quasi la metà del patrimonio artistico e archeologico mondiale. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha il compito di tutelare, conservare, gestire e valorizzare il patrimonio culturale, artistico e paesaggistico del nostro Paese. Un decreto legislativo del 2004 classifica in modo definitivo le varie tipologie di Beni e fissa i criteri per la loro salvaguardia. Tra i principali tipi di Beni culturali ricordiamo: A. Le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnologico o antropologico. B. Le cose immobili che, a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, rivestono un interesse particolarmente importante. C. Le collezioni di oggetti che, per tradizione, fama e particolari caratteristiche ambientali, rivestono come complesso un eccezionale interesse artistico e storico. D. I Beni archivistici e librari. Pagina del sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Capitello nel Chiostro dell’Abbazia di Chiaravalle della Colomba.
Sala della Pinacoteca/Biblioteca Ambrosiana, Milano.
Villa Pisani a Stra (Venezia).
Beni artistici, mobili ed immobili
Collezioni di oggetti, di libri e documenti
Beni paesaggistici
Rientrano in questo ambito, ad esempio: • quadri e statue che abbiano interesse storico e artistico; • gli attrezzi e gli arnesi degli antichi lavori contadini e artigiani e tutto ciò che è legato alle tradizioni popolari; • gli ambienti naturali e gli edifici (chiese, palazzi, ecc.) importanti per arte o per storia; • gli edifici produttivi ormai smessi o abbandonati, che sono esempi della cosiddetta archeologia industriale.
Numerose sono le possibili collezioni interessanti: quelle di fotografie, quelle di oggetti (orologi, compassi, ecc.), reperti archeologici, le raccolte dei musei, ma anche le raccolte librarie private, le raccolte delle biblioteche pubbliche, gli archivi e i singoli documenti che rivestono notevole interesse storico. Sono considerati Beni culturali anche gli stemmi, i graffiti, le lapidi, le iscrizioni e gli altri ornamenti di edifici.
I Beni del paesaggio sono: • cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica; • ville, giardini e parchi di pregio; • centri storici e i vecchi borghi medievali; • bellezze panoramiche, punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.
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13 Scoprire, restaurare, conservare e valorizzare
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Molte testimonianze artistiche e culturali del passato sono nascoste sotto spessi strati di terreno, talvolta nel sottosuolo delle città o in luoghi isolati, abbandonati ormai da molto tempo; o ancora si trovano som merse dalle acque del mare, di laghi o fiumi. L’archeologia è la disciplina che studia le antiche civiltà attraverso la ricostruzione e l’analisi delle loro testimonianze materiali: i manufatti artistici e quelli legati alle attività dell’uomo. L’archeologo sfrutta le sue conoscenze sulla lingua, sulla cultura dei popoli antichi, sugli avvenimenti politici, sulle fonti lette rarie e su tutte le scienze ausiliarie della storia, come la geografia. Una volta ritrovati e catalogati, i manufatti artistici (non solo reperti archeologici ma anche quadri e statue) spesso hanno necessità di restauro, prima di essere conservati ed esposti al pubblico nei Musei. Grande attenzione va dedicata anche alla valorizzazione dei Beni, attraverso un’attenta campagna di informazione e una sempre più efficiente rete di servizi: pubblicità turistica, stampa di cataloghi, allesti mento di mostre, creazione di siti web e app dedicate, uso dei social network, miglioramento dei servizi di accoglienza nei musei e nei siti archeologici, allestimento di punti vendita di oggetti e souvenir, ecc.
Ingresso al British Museum di Londra.
Archeologi al lavoro.
Restauratrice al lavoro.
Roma, il Colosseo visto dal Palatino.
Scoprire: l’Archeologia
Restaurare
Conservare e valorizzare: i luoghi dell’Arte
L’archeologia si avvale oggi di metodologie e di strumenti sofisticati, che consentono di individuare siti nascosti nei luoghi più impervi e di classificare e datare i ritrovamenti. Le fasi principali del lavoro dell’archeologo sono: l’esplorazione del terreno (introspezione), lo scavo stratigrafico (per verificare le fasi evolutive di un sito), la classificazione (per tipologia) e la datazione dei reperti (ad esempio con la misurazione della radioattività del Carbonio 14).
Ogni opera d’arte è soggetta, con il tempo, al deterioramento: i colori nei dipinti tendono a screpolarsi, ad annerirsi o a sbiadire; gli affreschi subiscono danni a causa dell’umidità che colpisce gli intonaci; la pietra si sfalda, ecc. Il principio sul quale si basa il moderno restauro è quello della conservazione, basata su operazioni di pulitura e ripristino dello stato originario di un manufatto, pur evidenziando le lacune delle parti andate perdute.
I Beni culturali sono collocati in ambienti diversi, chiusi o all’aperto, pubblici e privati. Il luogo privilegiato per la conservazione e lo studio delle opere d’arte resta, comunque, il museo, struttura organizzata per la conservazione, la valorizzazione e la fruizione pubblica di raccolte di Beni culturali. Aree archeologiche e grandi Parchi archeologici accolgono invece i visitatori in luoghi che hanno anche grande valore paesaggistico.
Il Patrimonio dell’Umanità UNESCO L’UNESCO è un’agenzia interna zionale dell’ONU che ha lo scopo di diffondere l’istruzione e proteggere il patrimonio culturale in ogni parte del mondo. Nella conferenza generale del 1972 venne ufficialmente approva ta la Convenzione sulla protezione del Patrimonio culturale e naturale (World Heritage Convention). La Convenzione stabilisce regole precise e modalità scientifiche di identificazio ne, studio e tutela: i Beni e i luoghi di valore culturale o naturale che sono sul nostro pianeta devono essere conside rati patrimonio dell’umanità intera, a qualsiasi popolo essi appartengano, e quindi è l’insieme degli Stati del mon do che deve darsi cura affinché questo patrimonio sia salvaguardato, per le generazioni future. Alla Convenzione hanno aderito 190 Paesi, e i luoghi protetti sono, al di cembre 2013, ben 979 (757 culturali, 193 naturali e 29 misti, distribuiti in 160 Paesi diversi): templi, centri stori ci, aree naturali, siti archeologici, mo numenti singoli o complessi, castelli, grotte, vulcani, paludi, isole, ecc. L’Italia ha aderito alla Convenzione nel 1978. Da allora sono stati segnalati per l’Italia 49 siti, comprendendo an che la Città del Vaticano. L’Italia è il Paese al mondo con il mag gior numero di siti, distribuiti in tutte le Regioni. Anche la Scuola gioca un ruolo impor tante, perché, facendone oggetto di stu dio, prepara le giovani generazioni ad apprezzare e a proteggere questi Beni.
Arte Rupestre della Valle Camonica, 1979 La Valle Camonica presenta una straordinaria ricchezza e varietà di incisioni rupestri, inserite nel 1979, quale primo sito italiano, nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Essa rappresenta un luogo di fascino e suggestione davvero unici, in cui l’Uomo e l’ambiente hanno interagito fin dalla Preistoria, caratterizzandola come “La Valle dei Segni”. Scoprire e conoscere l’arte rupestre camuna permette di compiere un viaggio indimenticabile nella Preistoria.
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Percezione e comunicazione visiva
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Eduardo Paolozzi, Moonstrips empire, 1967.
Osservare, comprendere, comunicare Percepire, vedere, osservare e descrivere
La vista, tra i nostri sensi, è probabilmente il principale strumento di percezione del mondo esterno. Basta aprire gli occhi, infatti, per osservare intorno a noi immagini di ogni tipo. Sono immagini della nostra realtà quotidiana e dell’ambiente in cui viviamo, ma provengono anche dai mezzi di comunicazione di massa (Internet, pubblicità, stampa, televisione, cinema) e da creazioni ar tistiche (disegni, quadri, monumenti, ecc.). Le immagini ci avvolgono e inviano i loro messaggi, alcuni immediati e altri di più difficile interpretazione. Percepire, vedere, osservare con attenzione e descrivere in modo appropriato le immagini sono compe tenze che dobbiamo sviluppare e potenziare ogni giorno, perché il linguaggio visuale è in continua evo luzione. Dobbiamo poi essere in grado di distinguere e valutare le immagini che osserviamo, per poter meglio apprezzare quelle che rappresentano un’espressione artistica: Arte e immagine è la disciplina che ci aiuta in questo compito.
Le immagini possono essere fisse o in movimento: pensa alla televisione, al cinema, ai videogiochi. In alcuni casi l’immagine, pur fissa, riproduce il movimento.
Immagini reali/mentali
Immagini figurative/astratte
Immagini simboliche
La realtà che ci circonda è il soggetto privilegiato del nostro immaginario visivo. Basta però chiudere gli occhi che anche nella nostra mente si formano immagini fantasiose, nella veglia ma soprattutto nei sogni.
La comunicazione visiva si serve di immagini figurative (che comunicano per somiglianza con la realtà) oppure ci attira con belle immagini astratte, fatte con forme e colori accattivanti. Nell’immagine di sinistra un casco protettivo ammaccato è un invito alla sicurezza; a destra, la conferenza per la Comunicazione sociale è illustrata da un cerchio arancione con forme romboidali colorate che si avviluppano in spirale.
Molte immagini sono utilizzate come simboli: ad esempio i segnali stradali, i simboli religiosi, i segni delle operazioni di matematica, ecc.
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Imparare ad osservare Impariamo ad osservare una piazza
L’osservazione attenta dell’ambiente che ci circonda favorisce lo sviluppo delle nostre conoscenze. Spesso, invece, non siamo in grado di distinguere con chiarezza, né di ricordare particolari su cui il nostro sguardo ha semplicemente sorvolato. Osserva, ad esempio, la foto di una famosa piazza di Firenze riprodotta in questa pagina: quanti elementi visivi la rendono così particolare! Ma anche le strade e le piazze delle nostre città presentano moltissimi elementi da osservare e registrare: prova ad eseguire qualche fotografia. Con l’aiuto di carta lucida trasparente isola, inizialmente, gli elementi più importanti e successivamente anche i piccoli particolari che, a prima vista, non avevi notato. In questo modo potrai percepire, conoscere e comprendere meglio la ricchezza e la varietà di messaggi visivi che iI nostro ambiente ci trasmette. Prima di eseguire il rilievo dei dettagli con la carta da lucido, prova a rispondere alle seguenti domande: 4. Quali sono gli edifici più importanti, oltre le case di abitazione? 5. Osservi persone, veicoli, animali...? Che cosa stanno facendo? 6. Quali sono i colori prevalenti nell’immagine? Osservi qualche contrasto di colore?
7. Puoi vedere monumenti ed altri elementi di arredo urbano? 8. La composizione ti sembra equilibrata o presenta zone che attirano in prevalenza la tua attenzione? 9. Negli edifici osservi masse compatte o andamenti lineari prevalenti?
Piazza Santissima Annunziata a Firenze. Vista dalla Loggia dei Servi di Maria. 1. Il fotografo si trova sulla scalinata del palazzo di fronte (Loggia dei Servi di Maria), in posizione leggermente rialzata rispetto alla piazza, per cui la scena è vista dall’alto. 2. La foto è stata scattata nel pomeriggio invernale di un giorno sereno, ma un po’ velato. Le ombre non sono particolarmente evidenti. 3. L’edificio di fronte è lo Spedale degli Innocenti, di Brunelleschi (1420 circa). A destra, c’è una palazzina del XVIII secolo, oggi adibita ad albergo.
4. Ovviamente lo storico Spedale degli Innocenti. Non inquadrati, ci sono altri importanti edifici, tra cui la Chiesa della SS. Annunziata, che dà il nome alla piazza. 5. La piazza è percorsa da alcuni pedoni; ci sono automobili e biciclette parcheg giate; una ruspa sta eseguendo dei lavori (a destra). 6. I colori prevalenti sono terra e rosso mattone del tetto, quelli caldi e tenui delle case, bilanciati dalla massa grigia della pavimentazione lastricata della piazza.
7. Due fontane barocche (di Pietro Tacca) simmetriche e il monumento equestre del Granduca Ferdinando I de’ Medici (iniziato da Giambologna e terminato da Tacca). 8. La composizione è un po’ sbilanciata verso sinistra, per la presenza della fontana in primo piano. 9. Massa con andamento orizzontale, alleggerita dalle arcate del porticato dello Spedale. L’edificio a destra mostra un volume compatto.
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1. La posizione del fotografo fornisce una vista dall’alto, dal basso o alla stessa altezza del soggetto? 2. Come sono le condizioni atmosferiche? A che ora pensi sia stata scattata la fotografia? 3. La piazza è caratterizzata da edifici di epoche diverse? Se sì, quali?
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Il meccanismo della visione: luce, occhio, cervello La percezione visiva è un meccanismo complesso, preposto alla raccolta e alla elabo razione, in tempi molto brevi, di una grande quantità di informazioni che provengono dal mondo esterno. Vedere non significa riflettere passivamente le cose, come in uno specchio: noi non percepiamo direttamente gli oggetti, ma la luce che essi riflettono. Se un fascio di luce colpisce un oggetto, infatti, questo riflette la luce stessa nello spazio circostante, sotto forma di fotoni, che generano onde elettromagnetiche. La luce riflessa penetra nell’occhio attraverso la pupilla, situata al centro dell’iride, e va a colpire recettori specifici (coni e bastoncelli) che inviano informazioni al cervello attraverso impulsi elettrici. Nel cervello avviene poi la decodifica dell’immagine. In questa pagina puoi osservare la fisiologia dell’occhio e la spiegazione (semplificata) del meccanismo della visione.
Osservando un uccello in volo L’atto di vedere un uccello in volo inizia quando il nostro occhio mette a fuoco l’immagine, rovesciata, sulla retina. La retina contiene milioni di elementi fotorecettori, sensibili alla luce e in grado di codificare i fotoni in piccoli impulsi elettrici: velocemente gli impulsi vengono canalizzati verso la corteccia cerebrale, dove sono analizzati e interpretati come percezione dell’uccello in volo.
cornea
Fisiologia dell’occhio umano Pupilla
Nervo ottico
Iride
Fòvea a. La luce entra attraverso la pupilla
b. Rétina
Fasi della percezione visiva
cristallino
1. Mappa di luminanza della visione a 180°
2. Immagine rovesciata sulla retina
3. Percezione dei colori da parte dei coni
4. Percezione dei dettagli e dei contor ni delle figure da parte dei bastoncelli
fovea iride
muscoli ciliari
retina
Coni e bastoncelli Coni e bastoncelli sono così definiti per la loro forma particolare e hanno funzioni differenziate ma ugualmente importanti. I coni sono specializzati nel “catturare” la luce più brillante (luminosa) e sono concentrati nella zona centrale della retina, chiamata fovea, che ci fornisce la “visione acuta centrale”, ricca di colori. I bastoncelli, distribuiti lungo la periferia della retina, sono molto sensibili nella messa a fuoco dell’immagine e ci permettono di vedere in condizioni di bassa luminosità.
cellule gangliari coni FOTONI
bastoncelli
5. Sintesi del cervello con rad drizzamento dell’immagine.
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Le illusioni ottiche Esistono molti aspetti della percezione visiva ancora da esplorare. Alcune immagini, in particolare, risultano di difficile lettura; altre cambiano di significato se viste a rovescio; altre ancora, pur essendo statiche, possono creare un effetto ottico di movimento. Vediamo alcuni classici esempi di illusioni ottiche. 1
Johann Zöllner, 1860
Franz Müller-Lyer, 1889
Sovrapponendo una serie fitta di trattini trasversali e in direzione alternata su rette parallele orizzontali, abbiamo la sensazione che le linee non siano più né rette né parallele tra loro.
Se agli estremi di due segmenti poniamo delle frecce in direzione opposta, i segmenti non ci sembrano più della stessa lunghezza.
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Ewald Hering, 1861
Wilhelm Wundt, 1898
Se dal punto centrale di un fascio di rette parallele tracciamo una serie di segmenti divergenti prospetticamente, le rette sembrano curvarsi verso l’esterno, producendo l’effetto di concavità.
Se da due punti esterni al fascio di parallele tracciamo una serie di segmenti a ventaglio, verso lo spazio centrale, le rette sembrano curvarsi verso l’interno, dando un senso di convessità.
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Johann Christian Poggendorff, 1860
Louis Sander, 1926
Tracciando una retta trasversale che passi sotto le rette parallele, percepiamo un’interruzione nella direzione, per cui i terminali della trasversale non ci sembrano ben allineati.
Le due diagonali dei parallelogrammi vengono percepite di lunghezza diversa, pur avendo la stessa dimensione.
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Joseph Delboeuf, 1865
Robert Jastrow, 1889
Il cerchio rosso delle tre configurazioni è sempre della stessa dimensione, anche se la nostra percezione ci inganna e ce li fa percepire fra loro diversi.
Nonostante le apparenze, le due porzioni di corone circolari sono perfettamente uguali.
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Le leggi della percezione visiva Secondo le più recenti teorie scientifiche, la nostra percezione visiva dipende, principalmente, da due fattori: a. la conoscenza del mondo, e quindi l’esperienza passata; b. le informazioni sensoriali che arrivano al cervello, cioè il modo in cui il nostro sistema mentale organizza e dà forma agli stimoli. Sono state quindi individuate “leggi” generali della visione, a partire da quelle della Gestalt, la corrente di pensiero psicologico nata in Germania all’inizio del XX secolo, formulate da Max Wertheimer. La loro conoscenza è utile non solo per comprendere meglio ciò che osserviamo, ma anche per imparare a realizzare immagini che non creino dubbi di interpretazione o, viceversa, per sfruttare i fenomeni per cettivi nella realizzazione di immagini volutamente ambigue, curiose e suggestive, come le illusioni ottiche. Vediamo le principali di esse. Max Wertheimer, (1880-1943), uno dei fondatori della teoria della Gestalt.
1. Il tutto è più della somma delle sue parti
2. Vicinanza
Le figure sono composte da una serie di oggetti di vario genere, con forme, colori e dimensioni diverse: dopo un primo momento di incertezza, noi percepiamo le figure, poiché “il tutto è più della somma delle sue parti”.
Majorette in formazione, allineate per righe e colonne. Tendiamo a percepirle insieme, come gruppo più che come singole persone.
Tony Cragg, Cavalieri, 1984.
3. Similitudine per forma e dimensione
4. Contrasto di colore
Le decorazioni dell’albero di Natale, diverse per colore e finitura, sono però percepite simili per forma e dimensione.
Il colore rosso dei fiori si stacca con evidenza dallo sfondo verde delle foglie.
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21 5. Esperienza passata
6. Chiusura
Nell’immagine sotto, tratta da un messaggio pubblicitario, il nome “Daniele” è ben leggibile, per la nostra esperienza nella lettura di parole. Ma, osservando bene, ti accorgerai che le lettere che compongono la parola sono, in realtà, dei numeri!
La porzione di campo visivo, che è racchiusa da un contorno senza interruzioni, emerge come una figura separata dal resto. Tendiamo quindi a colmare le eventuali lacune nel contorno della figura. Negli esempi, percepiamo sempre la figura del quadrato e del cerchio, poiché completiamo spontaneamente ciò che ci appare incompleto.
7. Buona forma (o semplicità)
8. Simmetria
Le forme più regolari si impongono immediatamente come figura percepita. Nell’esempio, al posto delle due figure concave appaiono due figure convesse (cerchio e quadrato) chiuse e sovrapposte: lo spazio centrale con contorno mistilineo, che doveva risultare vuoto, appare invece pieno.
La simmetria trasmette un senso di ordine e regolarità, favorendo la percezione di configurazioni equilibrate, come possiamo osservare in molteplici esempi nell’arte e nella comunicazione visiva.
9. Rapporto figura/sfondo
10. Pregnanza
Per “vedere” con chiarezza dobbiamo essere in grado di separare, rapidamente e senza esitazioni, la figura dallo sfondo, cioè dal resto del campo visivo.
Forme “uniche” e logiche (pregnanti) sono facilmente riconoscibili e si impongono come figura percepita, staccandosi dallo sfondo.
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a. Non sempre questo avviene: frequenti sono i casi di ambiguità visiva, in cui l’esito della configurazione percettiva è instabile, poiché si possono presentare due o più interpretazioni diverse. L’immagine è un esempio della “Coppa di Rubin”: la particolare forma del vaso di fiori fa apparire, sullo sfondo bianco, il profilo di teste umane.
b.
c.
Nella configurazione in alto, a sinistra (a.) compaiono figure regolari (due triangoli isosceli e un trapezio rovesciato): ciò la obbliga a “rimanere” nel piano; la configurazione a destra (b.) viene invece vista in terza dimensione: se infatti fosse vista piana, sarebbe il risultato di tre parti irregolari (c.). Vederla in 3D semplifica il risultato finale: abbiamo due rettangoli che delimitano un angolo di spazio.
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Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze
Esprimersi e comunicare
1. Giocare con le illusioni ottiche
Dopo aver osservato gli esempi di questa e delle pagine precedenti, prova a riprodurre graficamente un classico esempio di illusione ottica. Successivamente, metti alla prova la tua conoscen za delle leggi della Gestalt realizzando una compo sizione originale ispirata agli esempi presentati alle pagine 20-21.
Alla maniera di Tony Cragg, un esercizio di assemblaggio con la grafica al computer: quale forma ti suggerisce l’insieme?
Un’illusione di Richard Gregory, 1973
Osserva le immagini a lato e cerca di individuare quali leggi della percezione visiva sono in esse evi denziate. Successivamente cerca in Internet o su giornali e riviste altri esempi analoghi: con l’aiuto dei com pagni potrai realizzare un piccolo repertorio di il lusioni ottiche. Un’antica stampa raffigura la tomba di Napoleone all’isola di Sant’Elena. Ma, osservando bene... dove si nasconde l’Imperatore?
Giovane donna o pro filo di vecchia signora?
3. Illusioni d’artista
In queste pagine hai potuto osservare alcuni esempi di immagini ambivalenti o vere e proprie illusioni ottiche. Prendi spunto da essi e, con una breve ri cerca in Internet o su pubblicazioni varie, raccogli altri esempi e indica a quali leggi della percezione visiva fanno riferimento. Giuseppe Arcimboldo, Testa reversibile con canestro di frutta, 1591. Olio su tavola, 55,9x41,6 cm. Collezione privata. Il fantasioso artista divenne celebre (ed imitatissimo) grazie alle sue composizioni antropomorfe: ribaltando l’immagine, infatti, il canestro di frutta diventa...
Matthäus Merian, Paesaggio antropomorfo, 1610. Olio su tavola, 34,2x47 cm. Collezione privata. L’immagine rappre senta un paesaggio montuoso ma anche...
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Comprendere e apprezzare le opere d’arte
Osservare e leggere le immagini
2. Trova l’inganno
Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze 4. Positivo/Negativo
Il rapporto tra figura e sfondo è stato usato da molti artisti (pensiamo a Escher e a Vasarely) che hanno creato suggestive immagini ambivalenti servendosi unica mente del bianco e del nero, alternando tra loro i due colori. L’effetto negativo/po sitivo è già molto evidente con il bianco e nero, ma può essere valorizzato in modo significativo attraverso l’uso del colore. Ad esempio, Bruno Munari, nella serie di opere intitolata Negativo/Positivo, af fida a due o tre colori, a tinte piatte e tra loro contrastanti, il compito di definire il rapporto tra figura e sfondo, creando effetti percettivi diversi pur mantenendo le medesime forme. L’effetto risulta più evidente quando usa colori complementari. Osserva gli esempi di questa pagina e lo schema grafico sotto a sinistra. Successiva mente, disegna uno schema geometrico in un quadrato di 10 cm di lato. Ripeti (o fotocopia) lo stesso schema per altre due o tre volte. Colora gli spazi del primo disegno usando, inizialmente, solo il bianco e il nero e, in un secondo tempo, due o tre tinte diverse. Prova, poi, a colorare gli altri schemi cambiando ogni volta i colori. Osserva e descrivi i diversi effetti percettivi. “Nella pittura tradizionale che mostra aspetti della natura ogni forma e ogni colore hanno il loro posto fisso. Il blu del cielo è sempre in fondo, le case sono in primo piano, non si possono spostare. Nelle pitture “negativo-positivo” ogni forma e ogni colore della composizione possono essere chiamati in primo piano, come un colore che adesso vediamo qui davanti lo possiamo immaginare come colore di fondo. Per la prima volta i colori si muovono nella pittura avanti e indietro secondo la volontà dell’osservatore. Ma a che cosa serve? Serve a muovere l’immaginazione, e vedere le cose anche in altri modi”. Bruno Munari da “I Negativi-Positivi”
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Schema iniziale
Victor Vasarely, Bianco e nero, 1939. Manifesto antirazzista che unisce in un unico abbraccio un bianco e un nero. Il disegno originale è quello a sinistra; a destra la sua variazione in negativo.
Bruno Munari, Negativo/Positivo, 1950. Alcune variazioni di colore su moduli quadrati, creati sulla base di schemi geometrici simili. Ruotando di 90, 180 o 270 gradi si possono ottenere figurazioni diverse.
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L’immagine come linguaggio e comunicazione Le immagini e i segni sono alla base della comunicazione visiva: ci trasmettono, visivamente, un messaggio che dobbiamo essere in grado di comprendere. Fin dalla Preistoria, per scopi propiziatori e magici, l’uomo tracciava disegni di animali o lasciava l’impronta della propria mano sulle pareti delle caverne; oppure, lungo il sentiero percorso per andare a caccia, disseminava segnali ben visibili, per indicare la direzione seguita. Oggi immagini, segni visivi e segnali ci circondano in ogni ambiente: casa, scuola, piazze, stadio, metropolitana, strade e autostrade... Osserva il display di uno smartphone: leggi parole (o frasi) o, più facilmente, osservi immediatamente le icone, cioè i piccoli disegni che indicano le funzioni? Imparare a leggere le immagini e ad interpretare nel modo corretto segni visivi è diventato quindi un obiettivo di apprendimento imprescindibile.
Esempi di comunicazione visiva nell’arte di epoche diverse. Da sinistra: Venere di Laussel, Scena di caccia nella palude, Crocifisso di Cimabue, Bacco di Caravaggio e Boxers di Keith Haring. Da notare le diverse modalità usate nella rappresentazione del corpo umano.
Mittente È l’autore del messaggio.
Contesto Il contesto, o ambiente, è il “mondo” (fisico, culturale, relazionale) all’interno del quale avviene l’atto comunicativo. Referente È la realtà a cui fa riferimento il messaggio. Messaggio È formato dal complesso di segni necessari a creare comunicazione. Contatto È il veicolo o canale di trasmissione del messaggio.
Codice È il sistema di regole e segni dai significati condivisi, più o meno arbitrari, attraverso il quale le nostre idee si trasformano in parole, suoni, immagini.
Destinatario È colui al quale il messaggio viene indirizzato. © Istituto Italiano Edizioni Atlas
Come la comunicazione verbale, anche quella visiva si fonda su un processo comunicativo preciso, che possiamo così visualizzare:
Decodifica
Il processo di comunicazione
Codifica
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Arte e comunicazione visiva
Joseph Kosuth, One and Three Chairs, 1965. NewYork, Museum of Modern Art.
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L’arte riflette sul processo di comunicazione Una corrente artistica recente, quella dell’Arte Concettuale, presenta come opere d’arte oggetti di uso comune (un po’ alla maniera dei Dadaisti all’inizio del XX secolo). Nell’immagine osserviamo una sedia pieghevole reale, accompagnata però da una sua fotografia e da un cartello che riporta la definizione di “sedia” presa da un dizionario. Nell’arte (e nella comunicazione visiva) si posssono quindi usare codici visivi diversi per rappresentare lo stesso oggetto o comunicare lo stesso messaggio. Analogamente, la stessa immagine può avere funzioni diverse, in relazione al contesto in cui viene utilizzata e agli obiettivi che si prefigge: l’immagine di un cuore, ad esempio, può indicare il reparto di cardiologia di un ospedale (funzione informativa), esprimere un messaggio d’amore in una mail (funzione emotiva), essere utilizzata per una comunicazione pubblicitaria di una scatola di cioccolatini (funzione conativa, che invita all’acquisto), ecc.
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I segni visivi Segni naturali e segni artificiali
Alla comunicazione visiva appartengono molti segni di tipo diverso. Possiamo anzitutto distinguere tra segni naturali e segni artificiali. I segni naturali sono quelli presenti nell’ambiente reale. Essi richiamano la nostra attenzione su qualche fenomeno di cui possiamo o no conoscere la causa: la febbre alta e il mal di stomaco per l’influenza, una colonna di fumo che può farci pensare tanto a un incendio quanto a un falò; oppure segni che più espressamente rinviano a un fatto o ad un’azione: tracce di sangue come segno del passaggio di una persona o di un animale o l’indizio di una presenza come le impronte digitali. Esistono poi numerosi segni artificiali, cioè intenzionalmente creati dall’uomo, che sono quelli che noi usiamo nella comunicazione visiva. È utile e importante riflettere sulla grande varietà di segni che ci circondano, per poterli meglio distinguere, interpretare e conoscere. Successivamente, saremo anche in grado di produrre segni con sempre maggior consapevolezza, per una comunicazione corretta ed efficace.
Un’orma nel terreno: di che animale sarà?
L’impronta digitale è il classico indizio (indice) di un’indagine poliziesca.
Tipologie fondamentali di segno visivo
I vari tipi di segno visivo possono essere classificati in tre diverse categorie: icona, indice e simbolo.
Icona
Indice
Simbolo
L’icona è un segno che presenta una somiglianza formale con quella del suo oggetto. Sono icone, ad esempio, le immagini (realizzate in pittura, fotografia, scultura, disegno, digitalizzazione, ecc.) che hanno il compito di presentare forme che siano “analoghe” a quelle dell’oggetto reale e quindi comunicano per somiglianza, come il ritratto di una persona.
L’indice, o indizio, è un segno che ha la caratteristica di essere in relazione o in contatto fisico con l’oggetto che indica; è quindi direttamente causato da ciò che esso significa. Ad esempio, una colonna di fumo ci rinvia a un incendio, la cenere rimanda alla sigaretta, l’asfalto bagnato a un temporale appena terminato, ecc.
Il simbolo è un segno il cui rapporto con l’oggetto è arbitrario e convenzionale, scelto in base ad una forma inventata che assume un preciso significato che vale per tutti. Sono simboli, ad esempio, le parole o i segni linguistici, le bandiere, gli anelli olimpici, il colore dei semafori, i segnali stradali, ecc.
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Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze 1. La comunicazione non verbale
a. Emòticon: le faccine di Internet
Numerose sono le forme di CNV (Comuni cazione Non Verbale) diffuse fin dall’anti chità. Sono legate ad aspetti iconici (dise gni, simboli, segnali, figure), ma anche a gestualità e atteggiamenti del corpo. In questa pagina puoi osservare alcuni esempi, da analizzare ed ampliare mediante una ricerca, per poi visualizzare il risultato in un elaborato grafico (foglio da disegno, cartellone, manifesto). Puoi lavorare da solo o in un piccolo gruppo.
Il termine emòticon deriva dall’inglese e, precisamente, dalla combinazione di due parole che significano “emozione” e “icona”, cioè immagine. Si tratta di piccoli cerchi, in prevalenza a sfondo di colore giallo, che rappresentano il volto umano con semplici segni, talvolta realizzati con i caratteri della tastiera e talvolta disegnati (come nell’esempio a sinistra). Quei pochi segni bastano, comunque, per rendere espressive le emòticon: gioia, tristezza, rabbia, noia, approvazione, complicità, ecc. Riesci a indicare quale sentimento esprime ciascuna “faccina”? Confronta la tua interpretazione con quella dell’Insegnante e dei compagni.
b. Alfabeto manuale Serve, nella comunicazione con i non udenti, per rappresentare tramite gesti le lettere dell’alfabeto.
2. Icona, indice e simbolo
Indica, con riferimento alle figure sottostanti, le tipologie di segno, specificando i motivi della scelta.
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Esempio:
Icona
Icona
Icona
Icona
Indice
Indice
Indice
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Simbolo Perché somiglia a un vero albero
Simbolo ............................................. .............................................
Simbolo ............................................. .............................................
Simbolo ............................................. .............................................
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Parole e immagini Quando le immagini raccontano una storia
C’è un profondo rapporto tra parole e immagini, specie in ambito narrativo: qui l’immagine può perfino sostituire la narrazione e le parole. Infatti, oltre ad illustrare qualche episodio particolare di un racconto o di un romanzo, con una sin gola immagine, possiamo usare una sequenza di immagini per raccontare un’intera storia. Nell’antichità, quando la maggioranza della popolazione era del tutto analfabeta, si usava ricorrere alle immagini non solo come ornamento ma soprattutto per comunicare valori e messaggi morali. Ricordiamo, ad esempio, la Colonna Traiana, sulla cui superficie si snoda, a spirale, un lungo nastro a bassorilievo che visualizza le imprese dell’imperatore romano Traiano contro i Daci. Pensiamo alle pitture murali e ai mosaici medievali, alle grandi vetrate istoriate (così chiamate proprio perché raccontano una storia) nelle cattedrali gotiche, al ciclo di affreschi di Giotto a Padova (in cui narra, in modo unico ed irripetibile, storie della Madonna e di Cristo) e a quelli di tanti altri artisti più o meno conosciuti. Benché analfabeta, l’osservatore restava estasiato di fronte a tali meraviglie ed era in grado di seguire la storia e trarne i dovuti insegnamenti, anche senza commenti scritti e parlati. Oggi abbiamo il cinema (un tempo muto e in bianco e nero), la televisione, i videogiochi e Internet, che ci coinvolgono maggiormente ma che spesso ci impediscono di riflettere sul significato delle storie, pri vilegiando immagini incalzanti e spettacolari. Meglio allora un buon fumetto, con poche didascalie e dialoghi ridotti al minimo: il tratto dei migliori disegnatori sa comunicare sinteticamente la psicologia dei personaggi e illustrare lo sviluppo della storia, sollecitando la nostra mente ad un atteggiamento più attivo e partecipe.
Colonna Traiana, Roma.
L’arazzo di Bayeux Lungo 70,3 m, formato da 72 pannelli ricamati, l’arazzo (sotto) descrive gli eventi che vanno dal 1064 al 1066, con particolare riferimento alla lotta tra Araldo d’Inghilterra e Guglielmo di Normandia per il trono inglese. Un dramma medievale, tra giuramenti, tradimenti, banchetti e massacri. Nell’arazzo si possono osservare il giuramento di fedeltà di Araldo a Guglielmo, l’incoronazione di quest’ultimo, l’invasione normanna e la battaglia di Hastings nel 1066, con cui Guglielmo si impadronì della corona inglese. Secondo la tradizione, l’arazzo, oggi custodito sotto vetro a Bayeux, è opera di Matilde, moglie di Guglielmo il Conquistatore. Alcuni storici sostengono, invece, che sia stato eseguito per ordine di Oddone di Conteville, vescovo di Bayeux e fratellastro di Guglielmo.
Sotto, porzione dell’Arazzo di Bayeux, XI secolo.
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29 Addio all’Inghilterra
L’opera dell’artista preraffaellita Ford Madox Brown, qui ripro dotta, sembra essere di facile lettura e di interpretazione imme diata: se ben osservata, però, nasconde alcuni particolari che raccontano una storia...
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A una prima osservazione, vediamo un uomo e una donna su una nave, vestiti con abbigliamento invernale e protetti da un ombrello. Sullo sfondo altri passeggeri e il mare in burrasca... Ma osserviamo meglio: sullo sfondo si possono scorgere le bianche scogliere di Dover, ormai alle loro spalle. In contrasto con la formazione di roccia bianca si vede una nave a vapore con la scia di fumo nero della ciminiera. La nave su cui viaggiano i personaggi è a vela, come si può intuire dalle corde: in primo piano osserviamo una rete cui sono appesi alcuni cavolfiori (contro lo scorbuto?). In primo piano un uomo accigliato, con cappotto pesante e cappello fissato a un bottone, e una donna dall’aria triste, con cappello dal nastro svolazzante; si tengono per mano: saranno marito e moglie? Dall’apertura del mantello, però, si intravede la mano sinistra della donna che stringe una piccola mano: è quella del figlio che la madre tiene avvolto amorevolmente, per ripararlo dal freddo. Dietro la coppia possiamo vedere una bambina che indossa una cuffietta rosa: con la mano destra afferra la sciarpa della madre, mentre con la sinistra tiene una mela che sta mangiando. Più indietro qualcuno, un po’ nascosto alla vista, sta fumando una lunga pipa d’argilla, mentre due personaggi, sullo sfondo, stanno litigando animatamente. Una scialuppa di salvataggio reca il nome “Eldorado”. Dove stanno andando? Il quadro racconta l’emigrazione in Australia, alla ricerca di una vita migliore, di un amico di Madox Brown, lo scultore Thomas Woolner, nel 1852. I volti preoccupati dei genitori ci fanno partecipi del loro dolore nel lasciare la patria e delle speranze per il futuro. Il quadro è quindi una testimonianza di un fenomeno universale, che ha coinvolto milioni di persone nei secoli scorsi ma che, ancora oggi, costituisce uno dei problemi più gravi per la nostra società. Ford Madox Brown, Last of England (Ultimo sguardo all’Inghilterra), 1852-55. Olio su tela, 75x82,5 cm. Birmingham, Art Gallery.
Iconografia e iconologia Il significato delle immagini
L’iconografia (termine che deriva dal greco e significa descrizione dell’immagine) è la disciplina che catalo ga, classifica, descrive ed identifica nei suoi contenuti (rintracciandone le origini) le immagini (soprattutto in campo artistico). Esse possono avere per tema: • un personaggio (ad esempio Napoleone); • una particolare rappresentazione (ad esempio la Crocifissione di Gesù); • gli animali (ad esempio i Bestiari medievali) e le erbe; • un argomento (la pace, le battaglie, ecc.). I primi due ambiti in cui si è sviluppata la scienza iconografica sono stati quelli dell’arte religiosa cristiana e della mitologia classica. Di ogni Santo o di ogni divinità pagana si sono ricostruite le caratteristiche e gli attributi specifici (un libro, un elmo, un teschio, un tipico abbigliamento, ecc.) con cui sono sempre stati rap presentati e che li rendono riconoscibili e inconfondibili. L’iconologia, invece, studia il significato profondo di un’immagine e di un’opera, interpretandone i cosiddetti valori simbolici.
Iconologia, frontespizio dell’edizione inglese del 1709.
Iconografia del serpente: Albrecht Dürer, Il serpente tentatore di Eva, 1507; il serpente come divinità azteca (XV secolo) simbolo di rinnovamento (per la muta della pelle) e in un tatuaggio odierno.
Iconografia L’iconografia cataloga interi repertori di immagini e temi corrispondenti a un soggetto riconoscibile: da un oggetto presente in un quadro, ad esempio, possiamo distinguere un personaggio da un altro, soprattutto in campo mitologico e religioso, e risalire a chi ha realizzato quell’immagine. Lo studio dell’iconografia risale al XVI secolo e si è sviluppato soprattutto nell’Ottocento.
Iconologia Secondo lo storico dell’arte tedesco Erwin Panofsky (1892-1968) l’iconologia studia il significato di un’opera, individuando con precisione gli eventuali valori simbolici in essa contenuti. L’iconologia va oltre l’iconografia, perché, ad esempio, deve spiegare le trasformazioni del pensiero e della civiltà che portano a rappresentare lo stesso tema con modalità diverse nel corso dei secoli o in luoghi geograficamente lontani. Lo stesso elemento può assumere significato simbolico diverso: il “tempo” ha un significato diverso per il filosofo, per lo studente di Fisica, per il musicista, per l’atleta, ecc. Così il serpente ha un significato diverso nella cultura azteca e in quella medievale europea; allo stesso modo il colore del lutto è il nero per le civiltà occidentali mentre è il bianco per la tradizione indiana e cinese.
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Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze 1. Analisi iconografica e iconologica di un’immagine
Scelta un’immagine, in questo caso un’opera d’arte, possiamo eseguirne la lettura iconografica e iconologica, individuando anzitutto gli aspetti visivi più immediati e, successivamente, procedendo alla ricerca dei significati simbolici. Il dipinto fu commissionato da Francesco II Gonzaga come ex-voto per commemorare la vittoria di Fornovo, presso Parma, il 6 luglio 1495. Un anno dopo la battaglia la pala è stata portata in processione solenne nella nuova chiesa di Santa Maria della Vittoria a Mantova. Oggi si trova a Parigi, al Museo del Louvre.
San Longino
a. Lettura iconografica Al centro è raffigurata la Madonna, con il Bambino benedicente tra le braccia. È seduta su un trono molto elaborato, decorato da intagli raffinati e posto sopra una base circolare in marmo. Questa è suddivisa in tre pannelli con raffigurazioni tratte dal libro biblico della Genesi: riconosciamo Adamo ed Eva tentati dal serpente.
Sant’Andrea
b. Lettura iconologica San Giorgio
San Michele
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San Giovannino
Evidenti sono le allusioni militari: • in ginocchio con l’armatura, il marchese esprime la sua gratitudine alla Vergine; • tra i personaggi che circondano il trono ci sono due guerrieri: a sinistra, San Michele, armato di una grande spada tempestata di pietre preziose, a destra San Giorgio con la sua lancia spezzata. In secondo piano ci sono i due Santi patroni di Mantova: Andrea, un po’ nascosto ma riconoscibile per il suo attributo, la croce, e Longino, che indossa un elmo piumato. I personaggi sono sovrastati da un complesso pergolato composto da festoni di foglie con limoni e arance, simboli di abbondanza, su cui si posano uccelli variopinti. Al centro del pergolato è appeso un ramo di corallo, simbolo della doppia natura di Cristo, umana e divina. Santa Elisabetta, inginocchiata a destra, e San Giovannino sono simboli del rito del battesimo: la pala aveva anche la funzione di comunicare ai fedeli, per lo più analfabeti, le verità della religione cristiana.
Francesco II Gonzaga Adamo ed Eva
Santa Elisabetta
Andrea Mantegna, Madonna della Vittoria, 1496. Tempera su tela, 285x168 cm. Parigi, Museo del Louvre.
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Arte-Lab per lo sviluppo delle competenze 2. Riconoscere i Santi nell’arte cristiana
Nel vasto repertorio delle immagini dell’arte cristiana, possiamo riconoscere le figure dei Santi dalle loro caratteristiche (aspetto fisico e abbigliamento) e dagli attributi (particolari elementi aggiuntivi). Ad esempio, riconosciamo San Giovanni Battista da barba lunga, capelli incolti e veste di pelo di pecora o cammello (caratteristiche) e perché accompagnato spesso da un agnello (attributo). Nell’elenco sottostante trovi caratteristiche e attributi di alcuni Santi: prova a verificarne la corrispondenza in alcune opere d’arte. Poi rintraccia le iconografie di altri Santi non citati nell’elenco. Andrea Apostolo È rappresentato come un vecchio con la barba bianca che porta una croce a X, in riferimento al suo martirio.
Giacomo Apostolo, fratello di Giovanni. È associato alla conchiglia, attributo dei pellegrini.
Anna Madre di Maria. Indossa un abito rosso, simbolo dell’amore, e un mantello verde, simbolo di rinascita della primavera.
Giorgio Nobile eroe guerriero vincitore sul drago, creatura del male. Raffigurato in armatura su un cavallo bianco, su scudo e bandiera è raffigurata una croce.
Antonio da Padova Reca il giglio, simbolo di fede e di castità.
Giuseppe I suoi attributi sono il giglio, gli arnesi da falegname e il bastone fiorito, in riferimento al racconto della tradizione sul modo con cui fu scelto come sposo di Maria.
Benedetto È riconoscibile per l’abito monacale e la tonsura. Caterina d’Alessandria È riconoscibile per la ruota e la palma, simboli del martirio; porta un anello, riferimento al suo matrimonio mistico con Cristo. Veste ricchi abiti, che testimoniano le sue origini regali. Caterina da Siena Suo attributo è il giglio, simbolo di castità. Francesco d’Assisi Porta il saio e la cintura a tre nodi, simboli dei voti di povertà, castità e obbedienza. È riconoscibile anche per le stigmate. Gabriele Angelo dell’Annunciazione, porge a Maria un giglio. Gerolamo Dottore della Chiesa, può essere rappresentato nei rossi abiti cardinalizi e con il bastone pastorale, in meditazione nel suo studio, o seminudo come eremita penitente. Lo accompagna un leone, a cui, secondo la leggenda, tolse la spina da una zampa.
Alessandro Allori, San Gerolamo penitente, 1606.
Lorenzo È raffigurato con la graticola su cui fu martirizzato. Lucia Mostra su un vassoio gli occhi, simbolo, secondo la leggenda, del suo martirio. Michele Arcangelo, cacciò Lucifero dal Paradiso. Raffigurato in armatura, con Satana o un drago sui quali è vincitore. Pietro Apostolo e primo Papa, ha come simbolo le chiavi con cui, secondo le parole di Gesù, può perdonare o no i peccati degli uomini, aprendo, così, le porte del Paradiso. Sebastiano È trafitto da frecce, segni del suo martirio. Stefano Primo martire. Suo attributo sono le pietre, con le quali subì il sacrificio.
Antonello da Messina, San Gerolamo, 1474. Olio su tela, 46x36,5 cm. Londra, National Gallery.
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