28 ottobre 2010 touring 18 www.touring.ch GAA 1214 Vernier
Il giornale della mobilità
Spedizione in Groenlandia
Navigando fra i ghiacci
Molte donne rinunciano a guidare
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Mai lasciare il volante 6
Vecchie bici dalla Svizzera
Due ruote per l’Africa 10 Notizie e informazioni dalla Sezione Ticino del TCS Test della nuova Giulietta Alfa Romeo fa risorgere un grande mito 22
Ospizio del Grimsel Ad alta quota per vivere un inverno d’altri tempi 32
35 Socia del TCS da 50 anni Una veterana racconta la sua fedeltà al club 37
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Il giornale della mobilitĂ
PROTEZIONE E SICUREZZA 365 GIORNI ALL’ANNO 31 Uh r
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28 ottobre 2010 | touring 18 | editoriale e sommario
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Auto seducente che colma i sogni di tanti alfisti ma con un comportamento ambivalente. Abbiamo sottoposto a test la nuova Giulietta adattata alle esigenze moderne.
Con «Touring» per viaggi esclusivi e indimenticabili
26 Tra i ghiacci della Groenlandia
Una spedizione appassionante sull’isola più grande del mondo tra incantevoli montagne di ghiaccio, simpatici Inuit e paesaggi che lasciano a bocca aperta.
primo piano
6 Donne al volante: guidare regolarmente per padroneggiare l’auto e non aver paura.
società e mobilità
8 Alptransit: ancora incertezze dopo la caduta dell’ultimo diaframma al San Gottardo. 10 Solidarietà tra popoli: le vecchie bici svizzere danno speranza e mobilità agli africani.
test e tecnica
17 Crash-test: la nuova sfida sta nelle collisioni frontali tra autovetture. 19 Jaguar: la marca di lusso compie 75 anni e guarda al futuro con la vera britannica XJ.
viaggi e tempo libero
32 Ospizio del Grimsel: per un soggiorno invernale immersi nella neve d’alta montagna. 33 Europa-Park: il parco di divertimento in Germania è un vero spasso in ogni stagione.
club e soci
37 50 anni di fedeltà: Yvonne Dietschi da oltre mezzo secolo assieme al «suo» TCS. 38 L’uomo dei test: Anton Keller sottopone a dura prova vari prodotti per la mobilità. 8 39 41 42
il consulente contatti TCS, il punto: Niklaus Lundsgaard-Hansen forum, il concorso, impressum l’incontro: Massimo Busacca, arbitro di calcio internazionale
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Cosa rende un viaggio davvero indimenticabile? La destinazione esclusiva, la qualità dell’infrastruttura, il prezzo, la guida turistica oppure l’offerta di attività sul posto? Per tornare a casa con un ricordo positivo delle vacanze, devono combinarsi bene tra loro un insieme di fattori. A seconda dell’ospite, le esigenze cambiano e a volte è anche difficile offrire una soddisfazione che raggiunge il 100 percento. Per questo motivo, Viaggi TCS e «Touring» propongono ai lettori esperienze uniche con un vero e proprio valore aggiunto. Un esempio attuale è il viaggio alla scoperta della Groenlandia (cfr. reportage in questa edizione). L’itinerario prescelto dalla nave della spedizione, la «Fram», regala esperienze e incontri che sono assolutamente impareggiabili. In tutti i nostri vari Viaggi dei lettori, guide turistiche professionali offrono la garanzia di viaggi sicuri, ma avventurosi. Un punto di vantaggio questo, che rende i nostri viaggi esclusivi rispetto agli altri. Per l’anno prossimo, nel programma dei Viaggi dei lettori ci sono, oltre alla Groenlandia, molti altri appuntamenti da non perdere. Come, ad esempio, l’avventura «offroad» attraverso l’Islanda, il viaggio in treno attraverso il sud dell’India oppure la crociera transatlantica sulla Queen Mary II. Durante questi Viaggi dei lettori una cosa è certa: si vive un’esperienza avvincente ed indimenticabile. Felix Maurhofer, caporedattore
Piccoli ciclisti imparano a evitare i rischi Foto di copertina ald
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Il Concorso europeo di educazione stradale si è svolto a fine settembre a Skopje in Macedonia. Alle gare di abilità in bicicletta partecipavano bambini tra i 10 e i 12 anni di 22 paesi. Erano presenti pure 2 ragazze e 2 ragazzi della Svizzera Centrale.
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primo piano | touring 18 | 28 ottobre 2010
Esercitarsi prima che sia troppo tardi Troppo spesso e volentieri le donne lasciano guidare i loro mariti e amici, sino al giorno in cui non osano più prendere in mano il volante. Meglio invece mantenere l’abitudine alla guida. Anche con lezioni mirate.
› Marianne Walker si ricorda di quando ha
guidato l’auto per l’ultima volta: «Era poco prima di una sera d’inizio estate del 1973, quando mio marito ebbe l’incidente: da allora mi sono seduta unicamente sul sedile del passeggero!». A quel tempo lei era incinta e aspettava il marito Hans-Peter che rientrava a casa dopo il lavoro, ma la sua auto venne investita frontalmente da un veicolo in fase di sorpasso sulla carreggiata opposta. Per miracolo l’uomo rimase illeso, ma il Maggiolino VW color argento venne ridotto a un rottame. E la carriera al volante di Marianne Walker da allora rimase
congelata: sia perché l’incidente del marito l’aveva resa insicura sia perché la sua patente aveva solo cinque anni, dunque la sua guida non era abbastanza rodata.
Guida più difficile | E un po’ anche perché le auto di famiglia erano talmente «speciali», che lei evitava di guidarle: sul vecchio Maggiolino per innestare la frizione si doveva eseguire la «doppietta». E la successiva Morris poteva essere avviata unicamente tramite un «trucco segreto», che solo suo marito conosceva ed era in grado di eseguire. L’auto seguente fu una svedese – una
macchina sicura, con la quale però Marianne Walker non entrò mai in confidenza: «Era un veicolo estremamente pesante, non riuscivo a scorgere né la fine della parte posteriore né di quella anteriore». Ogni volta si riprometteva di provarci ancora e suo marito la incoraggiava spesso, almeno nel fare un paio di giri su un parcheggio. Ma invano. «Fino a che divenne troppo tardi». Oggi la 68enne si gode il lusso di un abbonamento ferroviario generale e trova più rilassante andare in treno; e quando è proprio necessario, guida suo marito. Non è un problema solo se i mezzi di trasporto pub-
28 ottobre 2010 | touring 18 | primo piano
no dunque una maggiore abitudine al volante. Le donne, invece, in genere decidono presto di rinunciare volontariamente a guidare l’auto, come ad esempio, quando una giovane famiglia passa da un veicolo piccolo a uno più grande. Questo sia perché il partner guida più volentieri sia perché, essendo lui più alto, ha una visuale migliore. Quando i bambini crescono e devono essere trasportati alla scuola di musica o al corso di nuoto, allora però l’auto diventa indispensabile per la madre.
Mathias Wyssenbach
Ritorno al volante | Un caso del genere è
Troppe donne rifiutano di mettersi al volante, lasciando l’incombenza ai loro compagni. Perdono così l’abitudine a muoversi nel traffico e dovranno ritrovarla frequentando appositi corsi di guida.
blico si trovano nelle vicinanze o se il proprio compagno di vita è ancora in grado di fare da autista. In caso contrario, l’esistenza può diventare complicata: «Le donne non dovrebbero fare affidamento unicamente alla capacità di guida dei propri partner, dovrebbero invece essere in grado di guidare sino a tarda età – anche perché non solo vivono più a lungo, ma spesso rimangono anche più a lungo in forma dei loro uomini», sottolinea Werner Waldmeier, direttore dell’Associazione Svizzera dei Maestri Conducenti (ASMC). «Può capitare facilmente di dover accompagnare il marito all’ospedale per sottoporsi a degli esami».
Uomini più mobili | Uno studio dell’Ufficio federale di statistica mostra che più uomini (89,2%) che donne (74,4%) possiedono una licenza di condurre. Inoltre, guidano in media 13 chilometri in più al giorno e han-
rappresentato dalla 42enne Daniela Muntwyler: dopo dodici anni di guida «moderatamente regolare», dieci anni fa si è trasferita dal suo compagno, che guida bene e volentieri. Quando poi sono nati due bimbi uno dietro l’altro, e la coppia ha comprato una monovolume, lei non ha più osato mettersi al volante. Nel frattempo, i bambini sono cresciuti, lei è tornata al lavoro e deve portare i due bimbi all’asilo. «Mi sono subito resa conto che era molto più comodo non dover correre a prendere l’autopostale carica come un mulo e spesso sotto la pioggia». Senza pensarci troppo, Daniela si è iscritta a qualche lezione di guida. In poche ore, con la maestra di guida Brigitta Wolf (Bremgarten, BE) ha riconquistato sicurezza: «Molte donne prima di cominciare sono convinte di non essere più in grado di guidare». «Ma quando cominciano a fare qualche chilometro, di colpo tutto funziona da sé in modo naturale, scattano gli automatismi». L’ex istruttrice del TCS per la sicurezza stradale prima di tutto discute con le donne dei loro problemi e le loro insicurezze, poi comincia la pratica scegliendo una innocua strada di campagna. Contrariamente a ciò che pensavano, le donne si rendono conto già dopo pochi minuti di non aver perso le proprie facoltà di base. «Per loro è una sensazione straordinaria e le aiuta a considerare la faccenda in modo molto differente», riassume la maestra di guida.
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Quando hanno riacquistato un po’ più di sicurezza – di regola bastano da una a tre ore – Brigitta Wolf propone alle donne di fare un paio di ore assieme a lei, ma sulla loro auto familiare. In questo modo, possono prendersi cura in modo mirato dei punti deboli come ad esempio le manovre per parcheggiare. Daniela Muntwyler ci ha preso proprio gusto, quando ha imparato a far uscire con destrezza la propria auto famigliare dall’angusto posto garage, a parcheggiare nella strada stretta davanti all’asilo nido e a immettersi in una complessa rotonda in città. Alle sue allieve, Brigitta Wolf consiglia sempre di non smettere mai di guidare regolarmente dopo aver superato l’esame di guida: «In questo modo, conservate la gioia e l’esercizio al volante».
Consigliabile a tutti | Nel Centro di sicurezza stradale di Stockental, dove il TCS offre corsi di sicurezza stradale, a volte si annuncia gente che vuole di nuovo sedersi sul sedile del conducente. Il direttore del centro Adrian Aeschbach li manda dapprima a seguire lezioni di guida private: «Consigliamo, a chi vuole ricominciare, di riprendere fiducia prima tramite lezioni individuali e poi da noi in corsi per il perfezionamento e la sicurezza stradale». In genere però egli raccomanda a tutte le allieve ripetenti – e a tutti gli altri automobilisti – di frequentare di propria spontanea volontà un corso. «È un peccato che sui 4 milioni circa di automobilisti solo il 3–4% assolve un corso di sicurezza stradale». Soprattutto i giovani ritengono spesso – afferma molto deluso Aeschbach – di aver fatto tutto il dovuto con i corsi obbligatori della formazione in due fasi. «Ma non capiscono che non è lo stesso: il corso obbligatorio serve per ottenere la licenza di condurre definitiva ed evitare i pericoli in modo che non accadano, mentre nei corsi volontari si acquisisce sicurezza seguendo il motto: imparare con l’esperienza». Claudia Weiss
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Gli uomini si staccano più tardi dall’auto Stando al consulente di guida Toni Kalberer, presidente dell’Associazione dei consulenti di guida svizzeri, gli uomini si tengono la loro patente più a lungo. Per far sì che circolino in modo sicuro sulla strada, in Svizzera 150 consulenti offrono il loro servizio (www.fahrlehrerverband.ch): maestri di guida con una formazione complementare, che trasmette soprattutto agli anziani più sicurezza, chiarendo loro le novità sulla circolazione. Spesso Kalberer e i suoi colleghi assistono i più anziani che devono assolvere la guida di controllo prescritta dall’Ustra, perché si sono fatti notare nel traffico. «Le donne vengono chiamate molto meno di frequente a questi controlli; probabilmente perché restituiscono già prima la loro patente di propria spontanea volontà o perché cercano da sé un sostegno alla guida», pensa Kalberer. Anche il TCS e le Sezioni locali offrono corsi «Guidare meglio»: www.tcs.ch > Corsi; telefono: 0844 888 111. cw
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società e mobilità | touring 18 | 28 ottobre 2010
il consulente
Urs-Peter Inderbitzin
Specie gli automobilisti che hanno ottenuto la loro licenza di condurre ormai decenni or sono, da alcuni anni circolano con minore sicurezza nel centro dei villaggi e nei quartieri urbani dove sono state istituite «zone di limitazione della velocità». In particolare la regolamentazione della precedenza è un vero rompicapo. Nelle zone a velocità 30 km/h (v. «Il consulente» 17/2010) i conducenti hanno di norma la precedenza rispetto ai pedoni. Gli automobilisti devono tuttavia viaggiare in modo prudente e riguardoso e devono, comunque, consentire ai pedoni di attraversare con facilità la strada. Nelle zone d’incontro, dove la velocità massima consentita è di 20 km/h, i rapporti sono invece invertiti. I pedoni hanno fondamentalmente la precedenza su tutto il campo stradale. Possono attraversarlo laddove meglio credono. Non esistono strisce pedonali. I conducenti devono fermarsi e lasciare che i pedoni attraversino la strada. Tuttavia questi ultimi non hanno il diritto di intralciare inutilmente il transito dei veicoli, ad esempio attraversando la strada in diagonale anziché per il tragitto più breve oppure tenendo conversazioni al centro della carreggiata. Affinché la sicurezza del traffico sia garantita occorre una collaborazione pacifica e rispettosa da parte di tutti gli utenti della strada. Per gli automobilisti è importante sapere che nella zona d’incontro è possibile parcheggiare i veicoli a motore soltanto negli stalli appositamente demarcati e segnalati. Per quanto invece riguarda le biciclette, valgono le prescrizioni generali sul parcheggio. Possono perciò essere posteggiate sul marciapiede solamente se esso rimane comunque libero per una larghezza di almeno 1,5 metri. Infine, il limite di velocità di 20 km/h vale naturalmente anche per biciclette, i motorini e per le bici elettriche.
L’autore è giornalista giudiziario accreditato presso il Tribunale federale.
Keystone
Zona d’incontro: precedenza ai pedoni
Evento storico lo scorso 15 ottobre: dal 2016/2017 i treni sfrecceranno qui sotto.
NTFA S.Gottardo: e dopo la festa? Con bande e bandiere si è festeggiato la fine degli scavi dei 57 km di galleria di base al San Gottardo. Eppure i problemi sono lungi dall’essere tutti risolti.
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Nonostante la caduta dell’ultimo diaframma tra Faido e Sedrun di quello che con 57 km è il tunnel ferroviario più lungo del mondo, l’entrata in funzione completa di questo tratto centrale delle Nuove trasversali ferroviarie alpine (NTFA) è lontana. Anche se la galleria di base entrerà verosimilmente in servizio nel 2017, o forse prima, quest’opera del secolo, costata alla Svizzera 12 miliardi di fr., non è perfetta. Innanzitutto restano da scavare e mettere in servizio i 15,4 km del tunnel di base del Monte Ceneri. Poi bisogna stabilire la costruzione di diversi tratti in Ticino, come tra Lugano e Chiasso. Eppure il progetto Ferrovia 2030 presentato di recente non prevede investimenti in tal senso, sollevando le aspre reazioni delle autorità politiche locali. Ma anche il tunnel dello Zimmerberg II, una delle pietre miliari della trasversale del San Gottardo, è stato congelato per ragioni finanziarie.
Interrogativi | Le NTFA, che comprendo-
no anche il tunnel di base del Lötschberg entrato in servizio nel 2007, sono un vero e proprio tassello del mosaico dei collegamenti ed europei e dovrebbero rafforzare massicciamente il trasferimento del traffi-
co merci su rotaia. Ecco perché la caduta del diaframma è stata vista in diretta anche durante il vertice dei ministri dei trasporti della Unione Europea. Tuttavia: sia a sud che a nord dei nostri confini i progetti delle infrastrutture per il trasferimento sui binari del traffico merci supplementare sono ancora in alto mare oppure impantanati: l’Italia, che deve assolutamente costruire dei binari supplementari per raggiungere la capacità, ha espresso finora solo vacue promesse. E in Germania, dove si devono posare altre rotaie tra Karls-ruhe e Basilea, regna l’opposizione contro il tracciato soprattutto nella regione di Friburgo in Brisgovia. Allora si pone l’interrogativo se il progetto della NTFA San Gottardo non resterà un’opera isolata ancora per molto tempo.
Secondo tubo | Per contro si è riaccesa una flebile speranza che venga ripresa l’idea di un secondo traforo per la galleria autostradale del San Gottardo: durante la sessione autunnale delle Camere federali sono state adottate due iniziative parlamentari. Il raddoppio però non dovrebbe servire ad aumentare la capacità bensì la sicurezza. Heinz W. Müller
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società e mobilità | touring 18 | 28 ottobre 2010
› Kindo Ramata ha 35 anni e vive con la sua
famiglia a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso. Madre di quattro figli, si guadagna da vivere facendo pulizie; appartiene, dunque, a quell’esiguo gruppo che in questo Paese africano ha un posto di lavoro. Qui il tasso di disoccupazione si aggira infatti attorno al 70%. «Anche con il mio salario, i soldi sono scarsi. Fare acquisti, come ad esempio una bicicletta – racconta – è praticamente impossibile». Una bici semplice costa almeno 30 mila CFA (circa 60 franchi). In un Paese in cui quasi la metà delle persone cerca di sopravvivere con meno di un franco al giorno, si tratta di una vera fortuna. Nonostante ciò, da tre anni Kindo possiede una propria bici. «Il mercato, gli amici, l’ospedale… tutto è raggiungibile più facilmente e velocemente. È come se il mondo si fosse ristretto un po’», spiega entusiasta. L’acquisto della due ruote è stato possibile grazie al progetto svizzero «Biciclette per l’Africa» («Velos für Afrika»).
Ne approfittano Sud e Nord | «Dal 1993
le officine di riciclaggio Gump- & Drahtesel rimettono in sesto le bici mandate a rottamare in Svizzera e le vendono a un prezzo equo in Eritrea, Zimbabwe, Ghana e Burkina Faso», spiega Matthias Maurer, uno dei capi progetto «Biciclette per l’Africa» presso Gump- & Drahtesel a Berna-Liebefeld. Le officine lavorano in collaborazione con altri centri di riciclaggio delle biciclette a scopo sociale, aziende partner, comuni, associazioni e persone private sparse un po’ in tutto il Paese. Anche la Svizzera fa affari con le biciclette in Africa. «Le officine di riciclaggio offrono ai disoccupati elvetici una possibilità di reinserimento nel mercato del lavoro. Riparano biciclette, le rendono di nuovo funzionanti, così si sentono di nuovo utili. Il progetto per l’Africa crea così nuove prospettive anche da noi», sottolinea Maurer. Si tratta dunque di un’attività in cui entrambe le parti ci guadagnano. L’anno scorso il progetto è stato insignito del premio «Swiss Social Entrepreneur». Dalla Svizzera le biciclette vengono caricate in container, che prendono il largo dal porto di Anversa. Giunte a destinazione, le bici svizzere non vengono semplicemente regalate al primo che passa. «Collaboriamo sul terreno con aziende e organizzazioni prescelte, che si occupano del loro smercio», conferma Matthias Maurer. Tra i partner più importanti in Burkina Faso troviamo David Heubi, direttore di Gebana Afrique. L’impresa svizzera Gebana in Burkina Faso è il leader nell’esportazione di frutta secca biologica e del commercio equo. All’incirca 20 tonnellate di mango secchi sono esportate ogni anno in Svizzera. «Le coope-
Le biciclette, vecchie ma funzionanti, raccolte a Berna-Liebefeld (immagine a destra) arrivano su container in Africa, dove sono accolte veramente a braccia aperte da gente locale che ne fa ottimo uso per le necessità di ogni giorno.
Le bici svizzere muovono l’Africa Grazie all’iniziativa «Biciclette per l’Africa» ogni anno giungono in Africa 7000 biciclette usate. Gli africani conquistano così maggior mobilità e nuove possibilità di guadagno. Ma anche gli svizzeri approfittano del progetto sociale e umanitario.
«Nella crisi si riconoscono i buoni amici»: un adesivo dal pensiero profondo su una bici svizzera.
28 ottobre 2010 | touring 18 | società e mobilità
rative di contadini con i quali lavoriamo ottengono da noi un bonus per il commercio equo, che possono investire in progetti di loro scelta, e in molti con questi soldi scelgono di comprarsi una bici», spiega David Heubi. Le biciclette svizzere sono molto più robuste delle due ruote cinesi, che sono disponibili sul mercato locale a prezzi generalmente bassi. Un ulteriore vantaggio consiste nel pagamento: «Chi compra la bicicletta attraverso la cooperativa, può pagarla ratealmente. In questo modo, diventa un mezzo di locomozione accessibile anche alla popolazione povera», constata Heubi. Le biciclette promuovono non solo la mobilità delle persone, ma anche la loro produt-
tività. Mercati, scuole, ospedali e università che si trovano a diversi giorni di marcia, in bicicletta sono raggiungibili senza problemi e velocemente.
Un progetto di export di rifiuti? | Ma non si corre il rischio che le vecchie biciclette svizzere dopo poco tempo diventano inutilizzabili anche in Africa e vanno a finire in una discarica? Non è che alla fine «Biciclette per l’Africa» diventa un progetto di export di rifiuti ingombranti? «In Africa vengono fornite bici che soddisfano severi criteri di qualità e che sono utilizzabili al 100 percento. Non spediamo rifiuti», sottolinea Matthias Maurer. Le biciclette regalate che non soddisfano appieno vengono utilizzate come fonti di pezzi di ricambio. I container, infatti, sono riempiti non solo di bici ma anche di pezzi di ricambio. Chi in Svizzera vuole donare la sua bici per l’Africa lo può fare comodamente da una stazione ferroviaria (vedi riquadro). Le bici donate che sono particolarmente di valore sono rimesse a posto nelle officine di riciclaggio e poi rivendute a Berna-Liebefeld sotto l’etichetta «Drahtesel». Ma anche in questo caso ne approfitta «Biciclette per l’Africa» dato che il guadagno confluisce totalmente nella cassa del progetto.
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Christa Wüthrich
Info Touring www.velosfuerafrika.ch www.gump-drahtesel.ch
foto Christa Wüthrich
Posso donare la mia bici?
Grazie alle bici «Drahtesel» si va molto più comodamente al mercato di Ouagadougou.
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Ogni bici in qualsiasi condizione può essere donata a «Biciclette per l’Africa» («Velos für Afrika»). Le possibilità sono le seguenti: # Stazioni: consegnate la bici gratuitamente allo sportello bagagli di una stazione ferroviaria svizzera. Avete bisogno di un biglietto che potete ottenere gratis con un formulario via mail oppure per telefono (031 979 70 70) presso Gump- & Drahtesel. Avete bisogno anche di etichette che vi vengono inviate per posta. # Centri di raccolta: portate la bici in uno dei centri ufficiali di raccolta (dettagli al sito www.velosfuerafrika.ch). # Giorni di raccolta: si possono consegnare le bici in uno dei giorni di raccolta (dettagli direttamente sul sito Internet www.velosfuerafrika.ch). # Servizio di raccolta: nella regione di Berna le bici vengono raccolte personalmente al domicilio dei donatori. cw
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Una montagna di dati sicuri I documenti elettronici adesso possono essere salvati in modo semplice, sicuro e completamente automatizzato nel Centro di calcolo sotterraneo della Mount10 SA.
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In salvo nel bunker | Per chi vuole conservare i propri documenti di viaggio oppure altri dati elettronici come e-mail, file office o delle password senza temere di perderli per sempre, in Svizzera esiste una soluzione assolutamente sicura. Nei bunker Pubblicità
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è in viaggio spesso tratta i propri documenti con una certa noncuranza: passaporti, carte d’identità, licenza di condurre, e tanti altri ancora, vengono ficcati in modo più o meno sicuro in una borsa e poi via, verso i Paesi lontani. Ma cosa fare quando i documenti vengono persi? Per correre ai ripari ci sono diverse possibilità. Ad esempio, si possono fare copie cartacee o copie elettroniche in formato «pdf» per salvarle sul computer oppure sul server online. Queste alternative non sono tuttavia veramente sicure.
Nel centro di calcolo della Mount10 SA si possono salvare importanti documenti privati.
inutilizzati dell’esercito elvetico, la ditta Mount10 SA ha creato centri di calcolo sotterranei. L’utilizzo semplice, la massima riservatezza e confidenzialità, così come il servizio alla clientela sono i motivi per cui la Mount10 è diventata il leader in Svizzera del backup automatico per PC e server. I clienti possono far salvare online i dati in modo criptato sino a 448 bit. Il non plus ultra di questo innovativo servizio è che i file vengono salvati giornalmente in modo automatico e tramite un login personale vi si può accedere da ogni angolo nel mondo. In più, il sistema Mount10 offre una casella postale per lo scambio di dati e un servizio e-mail per l’invio di dati direttamente dal... cuore della montagna. La Mount10, che ha sede a Baar nel canton Zugo, offre diversi pacchetti di backup. Per i privati 1 gigabite di memoria costa meno di dieci franchi al mese. Inoltre, per i lettori di «Touring» è stata confezionata un’offerta speciale (vedi inserzione a pagina 16). fm
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società e mobilità | touring 18 | 28 ottobre 2010
Se si investe un animale Ogni anno in Svizzera migliaia di animali selvatici restano uccisi in incidenti della circolazione. Cosa bisogna fare se un capriolo o una volpe vi attraversa la strada?
› Di solito gli animali selvatici non ricono-
scono i veicoli come un pericolo mentre attraversano la strada. Quasi sempre sono in cerca di cibo o di un «partner», soprattutto di mattina presto, all’imbrunire oppure in piena notte, specialmente quando vi è la luna piena. Sulle strade che attraversano i boschi domina in certe stagioni un fitto via vai di animali. Vi vengono posti appositi segnali di avvertimento di «pericolo selvaggina» e indicate limitazioni di velocità. Chi circola su una strada in mezzo al bosco che presenta condizioni perfette, forse non pensa al pericolo rappresentato dalla selvaggina che va in giro. Eppure succede che un capriolo oppure un tasso si ritrovi improvvisamente in mezzo alla strada o anche che una lepre resti paralizzata dai fari abbaglianti dell’auto. In casi del genere la prima regola è: se un animale è già sulla carreggiata si dovrebbe frenare e subito inserire gli anabbaglianti, perché gli animali accecati restano immobili come pali. È inoltre importante attivare le luci d’emergenza e – se non è troppo rischioso – arrestarsi. Spesso dopo il primo capriolo ne segue un secondo e un terzo.
go della collisione il loro arrivo. Se possibile, l’animale morto dovrebbe essere spostato lontano dalla strada. Se invece è ancora vivo e ferito non lo si può avvicinare in alcun caso, altrimenti si impaurisce ancor di più e probabilmente cercherebbe di scappare con le ultime forze che gli rimangono. Ma un incidente deve essere denunciato pure nel caso in cui l’animale ferito scappa, perché altrimenti potrebbe cercare riparo in un anfratto nascosto e morire là dopo diversi giorni di agonia. È perciò importante che il luogo dello scontro venga marcato, per facilitare la ricerca al guardiacaccia e al suo cane. Quest’ultimo si mette sulle tracce della selvaggina in fuga affinché il guardiacaccia o un cacciatore possano dargli finalmente il colpo di grazia.
Ci sono sanzioni? | Se un animale selvatico viene ucciso durante una collisione, di regola non vi sono conseguenze penali per
il conducente che lo ha investito. Coloro che compiono il proprio dovere di denuncia alle autorità preposte non rischiano alcuna multa né di dover rimborsare il danno per l’animale ferito o morto. Al contrario, allontanarsi senza preoccuparsi dell’animale è sanzionabile. Ci sono sempre più utenti della strada che si portano via l’animale investito e magari trasferiscono direttamente in cucina il capriolo investito. Ciò è assolutamente proibito: la cosiddetta «selvaggina caduta», cioè morta o in alcuni cantoni anche ammalata e ferita, nei cantoni con riserve di caccia (come ad esempio Argovia, San Gallo oppure Zurigo) appartiene al locatario della riserva. Per contro, in quei cantoni dove vige un sistema di caccia a patente (come il Ticino, Berna, Grigioni oppure il Vallese), la selvaggina caduta diventa automaticamente di proprietà del cantone.
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Kurt Venner
tinuo che gli automobilisti non abbiano alcuna chance di frenare in tempo o di evitare l’animale, nonostante circolino a velocità adeguata. Ha torto, allora, chi ritiene di dover sorpassare l’animale perché è seguito da un’altra vettura e una brusca frenata potrebbe causare un tamponamento. Già nel 1989 il Tribunale federale ha stabilito che un conducente non può semplicemente passare oltre quando un animale gli si para improvvisamente sulla strada. I giudici federali ritennero che era molto più grave la colpa del conducente che seguiva da dietro senza mantenere la distanza di sicurezza indispensabile. Chi si siede al volante si chiede spesso cosa bisogna fare dopo un incidente con un animale selvatico. È importante agire in fretta dopo l’incidente. Secondo le norme della circolazione si è obbligati ad arrestarsi immediatamente e segnalare il luogo dell’incidente tramite il triangolo d’emergenza. La priorità va alla propria sicurezza e a quella degli altri utenti della strada.
Avvertire subito | Infine, si deve avvertire senza esitare il guardiacaccia oppure la polizia al numero 117 ed aspettare sul luo-
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Rischio tamponamento | Capita di con-
Quando un cervo si para davanti all’auto improvvisamente, si richiede una pronta reazione.
28 ottobre 2010 | touring 18 | società e mobilità
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L’auto ad aria arriva dal Giura › Gialle, bianche, verdi o arancioni… que-
ste curiose automobiline sferiche dal design audace sembrano uscite da un film di fantascienza. Eppure non si tratta di finzione. La loro produzione partirà tra poco nelle vecchie officine di Swissmetal a Reconvilier (BE), dove 100 impieghi saranno creati prossimamente. Attualmente in corso di istallazione, la catena di montaggio dovrebbe produrre circa 150 Airpod al mese, quasi 700 quando girerà a pieno regime. Il primo esemplare di questo veicolo ad aria compressa «Made in Switzerland» è previsto per marzo 2011. Non inquinante, leggera, economica dal profilo dei consumi e dal prezzo contenuto – circa 13 000 fr. – l’Airpod si rivolge innanzitutto alle aziende e alle collettività pubbliche desiderose di promuovere trasporti
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con il Politecnico federale di Losanna allo scopo di realizzare una rete di 200 stazioni di servizio dove fare il pieno d’aria. A livello tecnico, il motore è azionato da aria immagazzinata sotto pressione. A dipendenza della variante di motore che si sceglie, l’autonomia si può allungare tramite il riscaldamento dell’aria ambientale durante l’uso del veicolo.
urbani ecologici. In Romandia, le città di Neuchâtel e Renens, come pure l’Aeroporto di Ginevra hanno già manifestato interesse. Finanziato con un importo di 6 milioni di franchi dalla società privata Catecar, il progetto si avvale di una collaborazione
Grande autonomia | Non emettendo né
particolato, né ossidi d’azoto, né CO2, l’Airpod dispone di un’autonomia di circa 200 chilometri, mentre quattro ore bastano a ricaricarla. In una stazione di servizio, l’operazione prenderà soltanto due minuti. Per la manutenzione, una rete di 200 garage potrebbe essere creata a partire dall’aprile 2011. Omologata nei paesi dell’Unione europea, l’Airpod dovrebbe rapidamente ottenere un permesso di circolare in territorio elvetico. jop
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ald
È nelle ex officine di Swissmetal a Reconvilier (BE) che a breve debutterà la produzione dell’Airpod. Un futuristico veicolo ad aria compressa che inizierà a circolare già tra pochi mesi.
Veicolo ad aria compressa, l’Airpod sarà presto prodotto a Reconvilier, nel Giura Bernese.
Info Touring Maggiori informazioni sull’Airpod digitando l’indirizzo Internet www.catecar.ch
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28 ottobre 2010 | touring 18 | test e tecnica
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Quotidianità elettrica Impiegata sul Grimsel nel quadro del progetto Alpmobil, la pur valida auto elettrica Think City ha proposto risultati contrastanti in occasione di un test del TCS.
foto ald
› Questa micro city-car a due posti
I problemi di compatibilità in caso di scontro frontale interessano anche i modelli popolari.
I crash-test attuali non considerano le collisioni frontali tra vetture. Per il TCS è una lacuna da colmare. volmente migliorato la sicurezza delle automobili. Finora questi test, tra i quali il più conosciuto è il programma Euro NCAP, si sono concentrati essenzialmente sul grado di sicurezza individuale dei veicoli. Oggi si preannuncia una nuova sfida: gli scontri frontali tra due vetture.
Problema generalizzato | Il dilemma non riguarda soltanto la compatibilità tra due veicoli con importanti differenze di peso, come ha dimostrato un crash-test che vedeva a confronto una piccola Fiat 500 e una monumentale Audi Q7. Un crash-test recente del TCS che simulava una collisione tra una Peugeot 308 e una Ford Fiesta dimostra che anche automobili con uno scarto di peso minimo tra loro sono interessate dal problema. I risultati sono peggiori
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Positivo: basse emissioni di CO2, manovrabilità, capacità del bagagliaio, costo dell’energia, autonomia sufficiente Negativo: tempo di ricarica, rifiniture di un prototipo, prezzo elevato, velocità di punta e asse anteriore rumoroso.
Compatibilità da affinare › I crash-test sistematici hanno considere-
di produzione finlandese piace per il suo stile simpatico. La strumentazione ben leggibile convince. Le rifiniture sono accettabili, se si eccettua la chiusura approssimativa delle porte, che fa pensare piuttosto a un prototipo che ad un’auto di serie. In città, questa «pulce da strada» dimostra un’agilità senza eguali. D’altra parte, la velocità massima è di soli 100 km/h e la sua autonomia non consente lunghi tragitti in autostrada. La durata di ricarica delle batterie molto lunga – 18,5 ore in ricarica integrale – impone di non scendere sotto un livello di carica del 20%. Se il prezzo d’acquisto è oneroso, la fattura elettrica è minima. Così come le emissioni di CO2 stimate a 23 g/km. tg
rispetto a quelli registrati in occasione dello choc frontale individuale simulato dal crash-test Euro NCAP. Con un aggravamento delle ferite a torace e cosce, per entrambe le auto. Il peggioramento della protezione degli occupanti si spiega con la configurazione diversa delle zone di deformazione dei veicoli. Un vero problema di compatibilità che mette maggiormente alla prova la cellula di sicurezza dell’abitacolo e di conseguenza, aumenta la gravità delle ferite. Per il TCS, si tratta di completare l’attuale crash-test per l’impatto frontale aggiungendovi per esempio uno scontro con una «vettura normalizzata» che permetterebbe in questo modo di giudicare il reale potenziale del veicolo in occasione di uno scontro frontale. I costruttori sono inoltre invitati a coordinarsi per sviluppare strutture compatibili tra automobili. tg
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Tecnica: city-car; 2 posti; lunghezza: 3,12 m; peso a vuoto: 1155 kg; motore elettrico 30 kW; batterie sodio-nickel-cloruro; da 0 a 80 km/h in 15,8 s; velocità massima: 100 km/h Consumo: 16,2 kWh/100 km; autonomia di 182 km Prezzo: 46 500 fr.
Utilizzando l’80% della capacità delle batterie, l’autonomia è di 182 km.
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Trash, eppure così british Progressista all’estremo, l’altera Jaguar XJ fornisce un’evocazione contemporanea della berlina di lusso alla moda britannica. Prova della versione 3.0 D Supersport. la nostalgia. Un gradino più su, la lussuosa XJ conferma che la casa britannica – che si temeva in preda al passatismo – è entrata nel terzo millennio. Significativo al riguardo il posteriore fortemente inclinato, unico nel suo genere. Non meraviglia meno il fatto di trovarsi di fronte ad una strumentazione virtuale i cui tre quadranti appaiono solo una volta che si è inserito il contatto. Il contagiri poi, svanisce furtivo per lasciare spazio ai messaggi di allarme. È il lato «nave spaziale» di questa XJ eminentemente british, a partire dal suo abitacolo foderato di cuoio nei punti più reconditi e traboccante di cromature quasi accecanti. La musica cambia però dietro, dove lo spazio è un po’ al limite per un «vascello» di oltre 5 metri.
Gran turismo | Il conducente però è al settimo cielo, sedotto dallo charme del diesel, con una coppia formidabile e pronto a dare il meglio di sè in modalità «sport». Certo non è straripante come il V8 compresso, ma è molto tonico e di una sobrietà esemplare. D’altro canto la struttura in alluminio ha fortemente ridotto il peso di questo mastodonte, che pesa poco di più della «piccola» XF. La prova l’abbiamo alla prima curva: grazie alle sospensioni attive, questa monumentale XJ rivela un’agilità e una precisione tipicamente Jaguar. Un dinamismo
foto MOH, ald
› La berlina XF aveva già messo da parte
Nel filone inaugurato dalla XF, la Jaguar XJ incarna l’espressione moderna del lusso britannico.
peraltro posto sotto la sorveglianza del sistema antisbandamento, sollecitatissimo. Un vero piacere bistrattare questa lussuosa ammiraglia chiamata a percorrere le autostrade nel massimo comfort. Il tutto condito da una pletora di comodità sulla versione Supersport, il cui costo tuttavia esplode. L’esclusività britannica si paga. MOH
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Positivo: stile e ambiente interno senza eguali, comportamento entusiasmante, diesel con otti-
me prestazioni ma consumi non eccessivi, peso ridotto, equipaggiamento sontuoso (versione Supersport) Negativo: abitabilità posteriore deludente, architettura del bagagliaio, ingombro e visibilità, avantreno rigido, servizi di manutenzione. Tecnica: berlina di lusso; 4 porte, 5 posti; lunghezza: 5,12 m; bagagliaio: 520 l; V6 turbodiesel 3 l, 275 CV, 600 Nm a 2000 giri/min; cambio automatico a 6 rapporti; da 0 a 100 km/h in 6,4 s Consumo (in prova): 8,1 l/100 km, autonomia di 1012 km Prezzi: XJ 3.0 D da 118 000 fr.; 3.0 D Supersport: 160 000 fr.
Un passato glorioso si eclissa di fronte al futuro Il nome Jaguar, che inizialmente non designava una marca, bensì sto modello è anch’esso entrato a far parte dell’iconografia delle semplicemente il roadster SS100, archetipo dell’autovettura autovetture sportive. La prima berlina XJ, da parte sua, fece la sportiva prodotta dalla britannica Swallow Sidecar, festeggia i sua apparizione nel 1968. Entrata a far parte poco prima di Briragguardevoli 75 anni d’età. Nel 1945, questo ex fabbricante di tish Leyland, Jaguar conoscerà fortune alterne prima di raggiunsidecar sostituiva le iniziali SS, gere il gruppo Ford. Ironia della dalla connotazione poco gradita, storia, la marca è stata acquistacon il marchio attuale. Il primo ta nel 2008 dal conglomerato inacuto fu la presentazione, nel diano Tata, che si propone di ri1948, del roadster XK 120. Una dare lustro a questo gioiello delmatricola che alludeva alle 120 la corona britannica. Un segno miglia orarie raggiunte dallo dei tempi! Del resto i mercati di scultoreo bolide (ca. 193 km/h). India e Cina offrono buone e soLe sue linee bombate gli valsero lide prospettive. Quindi nessuna il privilegio di figurare tra i nostalgia: «Da noi il passato non grandi classici dell’automobile. ha futuro», ha dichiarato infatti La leggenda Jaguar era nata. Mike O’Driscoll, patron di JaL’uscita, nel 1961 al Salone di guar, da cui ci si attende con imGinevra, del coupé Type E ne fu pazienza un piccolo roadster e la la conferma. Riconoscibile per la sostituta della familiare X-Type. Il roadster XK ha dato il «la» alla leggenda Jaguar. sua interminabile capote, queMOH
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28 ottobre 2010 | touring 18 | test e tecnica
La familiare che si crede GTI Prova della Skoda Fabia RS break È un caso unico: non si conosce infatti city-car che associ una carrozzeria da station wagon e velleità da GTI. Anche nella versione berlina, la Fabia RS condivide il motore da 1,4 l dal temperamento infuocato della VW Polo GTI. Archetipo del downsizing, è alimentato da un compressore a basso regime al quale dà poi il cambio il turbo. Inutile dire che questa piccola cilindrata offre riprese sostenute in ogni circostanza e si dimostra esplosiva se si schiaccia sul gas. Una tonicità valorizzata dal cambio a doppia frizione di serie, la cui spontaneità è degna della linea DSG. Questa break ben piantata sulla carreggiata dimostra agilità e ama i tracciati sinuosi, grazie anche al differenziale migliora la ripartizione della coppia sull’asse anteriore. Il telaio sportivo e i pneumatici di profilo basso penalizzano invece il comfort di viaggio, che soffre anche a causa di un’insonorizzazione perfettibile. Se non si sforza troppo, è un’auto che si dimostra sobria. Nobilitato da sedili sportivi avvolgenti, l’abitacolo presenta un ambiente spartano, anche se molto spazioso. Senza parlare del bagagliaio, di dimensioni fenomenali per un’auto citPubblicità
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Catalogo dei consumi 2010
Ford Kuga in vetta con le versioni diesel
Spoiler e pinze dei freni rosse rivelano il carattere energico della break Skoda Fabia RS.
tadina. Beninteso, la Fabia RS cura il rapporto prezzo/prestazioni tanto caro a Skoda. MOH Positivo: motore tonico e reattivo, cambio efficace, comportamento brillante, abitabilità posteriore, capacità del bagagliaio, prezzo degli optional Negativo: sospensioni rigide, insonorizzazione mediocre, abitacolo spoglio, modularità del bagagliaio. Tecnica: break; 5 posti; lunghezza: 4,25 m; bagagliaio: 505 l; 1,4 l, 180 CV, 250 Nm a 2000 giri/min; cambio a 7 marce con doppia frizione; da 0 a 100 km/h in 7,3 s Consumi (prova): 7,1 l/100 km, autonomia 633 km Prezzo: 31 190 fr. (RS 1.4 TSI break).
Con il modello Kuga Duratorq TDCi (etichetta energetica B e C) Ford entra nella top ten della categoria «Fuoristrada/SUV diesel» del «Catalogo dei consumi 2010» allestito dal TCS su incarico di «SvizzeraEnergia». Nella lista di veicoli contenuta nel catalogo dei consumi, che contempla 4500 modelli di autovetture, soltanto le quattro Kuga a benzina dotate di turbo – da 2,5 litri – sono state classificate con l’etichetta energetica di categoria G. La versione stampata del catalogo è a disposizione in tutti i saloni di vendita in Svizzera come prontuario. Il TCS consiglia peraltro di consultare la lista online su www.infotechtcs.ch che viene aggiornata mensilmente e contiene perciò l’elenco attualizzato dei modelli disponibili in Svizzera, compresi quindi i citati modelli Ford. Il «Catalogo dei consumi» è allestito dal TCS in collaborazione con auto-suisse, l’Unione professionale svizzera dell’automobile e gli importatori svizzeri di automobili. tg
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test e tecnica | touring 18 | 28 ottobre 2010
La bella italiana dai due volti L’Alfa Romeo Giulietta coltiva il sogno italiano allineandosi alle esigenze moderne. Ne consegue un temperamento ambivalente. Test della versione 1.4 170 CV Distinctive. materia dei sogni? Di primo acchito, questa dichiarazione di Uma Thurman, la testimonial della marca, fa centro. Soprattutto perché il brand Giulietta ripropone un’icona venerata dagli alfisti per aver lanciato la marca italiana a livello mondiale negli Anni ’50. E a giudicare dagli sguardi rapiti dei curiosi, il look d’avanguardia di questa compatta piace. A meno che non sia la firma visiva dei fari LED ad attirare l’attenzione. Comunque sia, la sostituta dell’Alfa 147 ha anche cuore, come afferma la bella Uma. Alla fine del sogno, la realtà è però in agguato: fin dai primi chilometri, la Giulietta dei tempi moderni, tradisce una certa anemia. Per non allontanarsi troppo dalla sobrietà promessa (5,9 l/100 km) è, infatti, propensa a viaggiare in modo compassato.
Dualità inedita | Si rimane effettivamente sorpresi da una sorta di assenza di sensazioni quando si guida in modo tranquillo quest’Alfa, che si adatta molto bene allo stile di guida urbano e moderato. Si ha persino l’impressione di fare un esercizio di Eco-Drive. Tanto più che si tende a passare rapidamente alle marce superiori, quindi a viaggiare a bassi regimi. Cosa che la Giulietta accetta molto bene, se si esclude una certa mancanza di tono sotto il limite del turbo. È giusto dire, tuttavia, che la sensazione di placidità è anche dovuta al lavoro svolto in materia di comfort di viaggio e insonorizzazione. Roba da inquietare gli alfisti più puri. Ma niente paura. Basta azionare la modalità Dynamic tramite l’apposito selettore cromato alloggiato sotto la consolle centrale. Come la MiTo, anche la Giulietta è infatti dotata delle tre parametrature DNA (Dynamic, Normale, All Weather) che influiscono sul comportamento, ma anche sulla risposta del motore. Improvvisamente quest’ultimo perde lo stile insipido da guida cittadina e ritrova una verve tipicamente
«Alfa». Lo sterzo diventa più rigido, il turbo 1,4 l distilla i suoi 170 CV con maggiore spontaneità ed eccoci pronti per passare da una curva all’altra.
Ludica a volontà | Sebbene non sia
esente da alcuni difetti marginali, la Giulietta ha un comportamento davvero incisivo. La guida è molto diretta (2¼ giri del volante) e permette di inserire la vettura con grande precisione nelle curve dove la sua vivacità e agilità fanno meraviglie. Si rimane inoltre sorpresi dalle andature raggiunte da questa compatta, che può anche vantare un telaio molto ben piantato. Senza dimenticare il sistema antisbandamento (VDC) che diventa più permissivo in modalità Dynamic. A ciò si aggiunge un impianto frenante incisivo e potente. Un vero tuffo nel mondo Alfa. Il motore downsizing dalle sonorità vivaci ci mette del suo. Questa cilindrata ridotta offre però salite di regime rapide non appena si schiaccia il piede sull’acceleratore. E visto che la modalità Dynamic,
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Più o meno
foto Fabian Unternährer
› La Giulietta è davvero fatta della stessa
Stile seducente, presentazione interna e qualità percepita in crescita, comportamento rigoroso e incisivo, piacere di guida, buone prestazioni, frenata potente, sistema Start-Stop e impiego urbano.
Visibilità periferica e posteriore ridotte, riprese a bassi regimi, grandi scarti nei consumi, leggibilità della strumentazione, riflessi nel parabrezza, comandi poco intuitivi (radio ecc.), architettura del bagagliaio.
In basso: il comando delle parametrature DNA.
28 ottobre 2010 | touring 18 | test e tecnica
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L’Alfa Romeo Giulietta emana una forte personalità stilistica rafforzata da fari tanto espressivi quanto tecnologici.
tabella comparativa Prezzo (fr.) Cilindrata (cc) Potenza (kW/CV) Coppia massima (Nm/min) Consumo (l/100 km) Rumore int. 120 km/h (dBA) Costi al chilometro (fr./km)3 Costi di manutenzione4 Test «Touring»
Alfa Romeo Giulietta 1.4 T MAir Distinctive
Opel Astra 1.6 T Cosmo
Renault Mégane TCe 180 GT
VW Golf 1.4 TSI Highline
35 700.– 1368 125/170 250/2500 6,4 B2 70 –.73 11133 18/2010
35 550.– 1598 132/180 230/2200 7,4 C2 70 –.79 11333 5/2010
35 100.– 1998 132/180 300/2250 7,8 E2 70 –.79 11333 5/2009
36 540.– 1390 118/160 240/1500 6,31 B2 695 –.72 11113 1/20095
dati secondo l’importatore 2 efficienza energetica secondo l’importatore 3 costi di manutenzione per km (15 000 km/anno) 4 su 180 000 km (15 000 km/anno) 5 VW Golf 1.4 TSI 170 CV
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28 ottobre 2010 | touring 18 | test e tecnica
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Scheda tecnica ! "
"
passo 263 cm
"
lungh. 435 cm (larg. 180 cm)
"
146 cm
cm cm 09 84 –1 1– 88 " 6 "
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93 cm
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106 cm
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larg. int: ant. 150 cm, post. 145 cm bagagliaio: 350–1045 litri pneumatici: 225/40 R 18,min. 195/55 R 16
VEICOLO PROVATO Alfa Romeo Giulietta 1.4 170 CV Distinctive; 5 porte, 5 posti; 35 700 fr. (auto del test: 45 150 fr.) Gamma: dalla 1.4 TB Progression, 120 CV (28 900 fr.) alla 1.8 TBI Quadrifoglio Verde, 235 CV (39 900 fr.) Opzioni: vernice metallizzata (800 fr.), sedili in cuoio (2200 fr.), sistema di navigazione + CD MP3 (da 2200 fr.) Garanzia: 3 anni di fabbrica, 3 anni assistenza; garanzia antiruggine: 8 anni (con condizioni) Importatore: Fiat Group Switzerland SA, 8952 Schlieren, www.alfaromeo.ch
la fa salire di un gradino, le sensazioni sono garantite. Il bilancio ecologico di questa meccanica dalla distribuzione sofisticata rimane in chiaro-scuro. Il sogno ecologico si scontra infatti con la realtà, poiché se la Giulietta è capace di consumi dell’ordine di 6,5 l, non appena la guida si fa sportiva, questi valori esplodono. Benvenuto comunque il contributo del sistema Start-Stop di serie.
Comfort in risalto | Uma avrà senz’altro notato che la Giulietta non lesina in fatto di comfort per i passeggeri. Senza essere perfetti, i sedili sono infatti molto migliorati e garantiscono una posizione di guida finalmente degna di questo nome. Lo stesso dicasi per il sedile posteriore e le dimensioni
del bagagliaio. Apprezzabile a qualità percepita dell’abitacolo che coniuga sportività e sobrietà, sormontato da un tetto di bella fattura. Insomma, c’è tutto per divorare chilometri su chilometri in grande comodità, tanto più che gli ammortizzatori assorbono bene le asperità. Vettura che punta sull’amore a prima vista, la Giulietta non manca di qualche difetto. I riflessi nel parabrezza, la strumentazione parzialmente nascosta dal volante, il regolatore di velocità invisibile e una leva del cambio che sfugge tra le dita. E come molte delle sculture ambulanti sul mercato privilegianti il design, la visibilità posteriore è quasi nulla. Qualche dettaglio spiacevole che non dovrebbe influenzare il giudizio della fascinosa Uma Thurman, ma forse quello dell’automobilista medio sì.
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Marc-Olivier Herren
Lo spazio dietro è nella norma del segmento. Il bel disegno bombato del posteriore riduce la visibilità. Il bagagliaio è ben dimensionato, ma i sedili formano un grande scalino.
DATI TECNICI Motore: 4 cilindri a iniezione diretta turbo benzina, 170 CV; trazione anteriore, cambio a 6 marce Peso: 1465 kg (auto del test), totale ammissibile 1795 kg, carico rimorchiabile 1300 kg
Check-up TCS DINAMICA DI COMPORTAMENTO Prestazioni (0–100 km/h): 7,9 s Elasticità: 60–100 km/h (in 4a) 6,0 s 80–120 km/h (in 4a) 6,3 s Diametro di sterzata: 11,5 m Insonorizzazione: 60 km/h: 62 dBA 11133 120 km/h: 70 dBA 11113 SICUREZZA Frenata (100–0 km/h): 37,1 m Equipaggiamento
11111 11113
COSTI DEI SERVIZI manutenzione (km/mese) ore
mano d’opera (fr.)
30 000/24 1,4 203.– 60 000/48 2,4 348.– Manutenzione per 180 000 km: 15 000 km/anno 20,9 5368.– COSTI D’ESERCIZIO km/anno
ct./km
fr./mese fissi variabili
15 000 30 000
73 50
568.– 568.–
Alfa Romeo Giulietta 1.4 170 CV in dettaglio
339.– 678.–
Tariffa oraria per il calcolo TCS: 145 fr. (UFS)
CONSUMO AL BANCO DI PROVA (ciclo UE 80/1268) urbano
extra urbano misto
TCS 8,6 5,1 fabbrica 7,9 4,7 Emissioni di CO2: Media svizzera di CO2: etichettaEnergia (A–G): CONSUMO DEL TEST 8,1 l/100 km serbatoio: 60 litri
6,4 5,9 148 g/km 167 g/km B 11333
autonomia 741 km
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TCS Tecnica ed economia: Robert Emmenegger
ABITACOLO 11113 L’interno unisce sportività e modernismo. Di buon livello, la qualità percepita dei materiali migliora. Generoso davanti, lo spazio è nella norma sui sedili posteriori, a parte l’altezza del tetto al limite. Di capacità conforme agli standard, il bagagliaio presenta uno scalino marcato con i sedili ribaltati. COMFORT 11123 Tenuta ed ergonomia dei sedili migliorata, anche se la seduta è corta e la tenuta dorsale aleatoria. L’insonorizzazione è curata e il dosaggio degli ammortizzatori riuscito: due elementi che offrono comfort di viaggio. EQUIPAGGIAMENTO 11113 La dotazione è corretta. Climatizzatore a due zone, cerchi alu 16”, computer di bordo a partire dal 2° livello.
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Ornamenti in opzione. Comandi di radio e navigatore e leggibilità degli strumenti non ideali. PRESTAZIONI 11113 Esclusa una mancanza di potenza a bassi regimi, il 1,4 turbo è piacevole e tonico, specie in modalità Dynamic. Morbido, il cambio potrebbe avere corse più brevi. Grandi variazioni dei consumi secondo lo stile di guida. COMPORTAMENTO 11113 Rigoroso ed efficace, il telaio consente velocità molto elevate in curva. Da sottolineare lo sterzo molto diretto e il contributo della frenata potente. SICUREZZA 11113 Dotazione di sicurezza completa. Il montante posteriore largo limita fortemente la visibilità e rende indispensabili i sensori di retromarcia.
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viaggi e tempo libero | touring 18 | 28 ottobre 2010
› «Questa non è una crociera, questa è una
spedizione», gli ospiti a bordo della «Fram» vengono subito resi attenti alla differenza da Anja Erdmann, responsabile della squadra della spedizione. In concreto ciò significa che la «Fram» deve trovare la rotta a dipendenza della condizione dei ghiacci e la tabella oraria non potrà essere sempre rispettata secondo programma. Mentre Anja dice così, tutti annuiscono volentieri e sentono ribollire in loro il sangue di avventurieri. Dopo che la «Fram» ha superato il Circolo polare artico sopra la città di Sisimiut in direzione di Qeqertarsuaq e dell’isola di Disko, i primi blocchi di ghiaccio scivolano lungo la nave. Le macchine fotografiche si alzano rapidamente, non appena il ghiaccio assume forme imponenti. Tappa inevitabile di questo viaggio avventuroso è la cittadina di Ilulissat, che in lingua locale significa montagna di ghiaccio. E sono travol-
Iceberg come palazzi Un mare ghiacciato, ghiacciai imponenti, Inuit col sorriso: un Viaggio dei lettori di «Touring» lungo la costa ovest della Groenlandia. Paesaggi di una bellezza entusiasmante in un’affascinante fine del mondo.
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genti creste ghiacciate quelle del Sermeq Kujalleq, un ghiacciaio che si muove alla velocità «stratosferica» di 19 metri al giorno in direzione del mare. Sono imponenti blocchi di 50, 70 e anche oltre 100 metri di altezza e fino a due chilometri di lunghezza, di un riflesso bianco-azzurro e della grandezza di palazzi di svariati piani. Il capitano della nostra piccola imbarcazione per le escursioni si tiene a rispettosa distanza dai ghiacci: la sicurezza è la sicurezza.
«Cucina del clima» | Una prima relazione tra la Groenlandia e la Svizzera la instaurò il ricercatore Alfred de Quervain già nel 1909 e nel 1912/13 durante le sue spedizioni, come racconta a bordo della «Fram» Thomas Stocker, rinomato studioso internazionale del clima dell’Università di Berna. Per quanto riguarda il clima, la Groenlandia è uno degli odierni punti nevralgi-
ci, perché gli scienziati possono dimostrare i cambiamenti in ogni centimetro e grado. Poche settimane prima si era staccato dal ghiacciaio perenne di Petermann, nel nord della Groenlandia, un pezzo di ghiaccio gigantesco, grande quattro volte l’isola di Manhattan. Secondo Stocker la Groenlandia è anche la «cucina del clima» d’Europa. «Quassù abbiamo tempeste, abbiamo la divisione della banchisa di ghiaccio che fa variare la temperatura della superficie ed è corresponsabile del tempo anche in Svizzera», sottolinea lo studioso del clima. Durante questo Viaggio dei lettori non scopriamo la Groenlandia soltanto in nave. È eccitante farlo anche durante lunghe passeggiate a piedi. Si comincia a Sisimiut verso l’isola di Tele o il monte Palaasip. Chi passeggia nella «Valle dei venti» a Qeqercontinua a pagina 29
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Mar Glaciale Artico CANADA
Mare di Groenlandia
Groenlandia
Isola di Disko Qeqertarsuaq
Ukkusissat Uummannaq Sermeq Kujalleq Ilulissat Sisimiut Kangerlussuaq Nuuk Stretto di Danimarca
400 km
Costruita per i mari polari, la «Fram» accanto a un iceberg nel sole della sera nella baia di Uummannaq.
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Termine di invio: 20 gennaio 2011 fino ad esaurimento delle scorte
(N. art. 90086.10) (N. art. 90086.15) (N. art. 90086.20)
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Inviare il tagliando a: TCS, «Touring Shop», Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna; fax 031 380 50 06; e-mail: touringshop@tcs.ch; se avete domande: TCS, «Touring Shop», tel. 031 380 50 15 (non si accettano ordinazioni telefoniche). Ditta partner/spedizione: Max Versand AG, 8340 Hinwil tramite posta, spedizione unicamente in Svizzera e nel Liechtenstein.
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foto Christian Bützberger, carta TCS Visuell
Con stile lungo le scogliere della Groenlandia
Donne Inuit indossano il loro costume della festa durante un battesimo. Uummannaq e il suo simbolo, «il monte del cuore» alto 1775 metri. Il fiore nazionale della Groenlandia, l’epilobio.
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tarsuaq incontra fra erba e sterpaglie il fiore nazionale groenlandese, l’epilobio. A Uummannaq è in programma una passeggiata altamente consigliata, ma un po’ impegnativa, verso la casa di Babbo Natale. Sulla via del ritorno sulla cresta gli escursionisti sono ricompensati con una vista impareggiabile sulla baia. Scarpe robuste e indumenti impermeabili sono d’obbligo.
Balene e foche | In Groenlandia gli orsi bianchi vivono soprattutto nel nord e sulla costa est. Molto probabilmente non se ne vedrà nessuno durante il viaggio da Kangerlussuaq attraverso i 180 km di lunghezza del Sondre Stromfjord fino a Ukkusissat. «Ho già visto orsi bianchi a nord di Thule», racconta il capitano Rune Andreassen. Qui nella parte meridionale della Groenlandia si possono osservare con un po’ di fortuna balene, foche, magari aquile marine e buoi
muschiati. Quello che salta agli occhi di ogni visitatore sono i cani, che non sono di razza husky, sebbene vi somiglino straordinariamente. I cani della Groenlandia conducono vita da signori durante l’inverno, quando sono utilizzati per tirare le slitte su neve e ghiaccio. Durante l’estate restano invece legati alla catena, non sono alimentati ogni giorno e guaiscono non appena una persona gli passa accanto. Gli Inuit hanno un altro rapporto con gli animali rispetto a noi sazi europei occidentali. Vivono con loro e di loro, di pesci, foche, leoni marini e balene. La vita aspra ha fatto diventare questa gente assolutamente realista e con uno speciale senso dell’umorismo. Così durante l’autunno, quando il terreno è ancora soffice, scavano nell’insediamento tre o quattro fosse in più di quanto sarebbe probabilmente necessario. Nessuno, infatti, può dire chi sopravvivrà durante i prossimi rigidi mesi invernali!
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Christian Bützberger
Da sapere Caratteristiche: con una superficie di 2 175 600 km2 la Groenlandia è la maggiore isola del mondo e appartiene alla Danimarca. L’85% di questo gigantesco territorio è ricoperto di ghiaccio, una massa enorme che rappresenta il 10% delle riserve di acqua dolce della Terra. Viaggio: fino a Copenhagen con la compagnia SAS e poi fino a Kangerlussuaq con un volo charter. Temperature: in inverno al sud si scende fino a 35 gradi sotto lo zero, in estate fino a più 18 gradi. Indumenti: si consiglia di vestirsi a più strati con il cosiddetto «sistema a cipolla». Valuta: corona danese, ma anche euro. Nelle città e negli hotel si accettano le principali carte di credito. Si può anche ritirare denaro nei bancomat. Informazioni/cataloghi: Kontiki Reisen, tel. 056 203 66 11, www.reisen-tcs.ch/groenland. Programma dettagliato del Viaggio dei lettori alle pagine 30–31. Bü
«Spesso, a dipendenza dello spessore e della grandezza degli iceberg e dei banchi di ghiaccio galleggianti sul mare, dobbiamo procedere con un vero e proprio slalom», racconta Rune Andreassen, il silenzioso ed esperto comandante norvegese della «Fram», che in italiano significa «avanti». La nave, che misura 110 metri di lunghezza e 20,2 metri di larghezza, è stata costruita per questo scopo. «La Fram non è un rompighiaccio», spiega il capitano originario delle isole Lofoten, «è però stata costruita per la classe di ghiaccio 1B». 1 B significa che può procedere attraverso un ghiaccio spesso 50 centimetri. Generalmente la Fram mantiene una distanza di sicurezza di 200 metri dagli iceberg. Anche perché questi possono capovolgersi inaspettatamente generando onde molto alte. Rune Andreassen va anche fiero del fatto che la nave funziona con un motore diesel pulito ed ecologico. La Fram è un’unità delle Hurtigruten, simbolo delle linee postali veloci norvegesi che collegano gli insediamenti situati sugli oltre 2700 chilometri della costa occidentale. La nave che dal maggio 2007 incrocia nelle regioni polari dell’Artico e dell’Antartico deve il suo nome all’esploratore norvegese Fridjof Nansen. «Fram» si chiamava, infatti, la grande nave di legno con cui partì nel 1893 per raggiungere il Polo Nord attraverso le isole settentrionali della Siberia. La moderna nave, sulla quale non trova posto il superfluo, ha 128 cabine e può ospitare a bordo un massimo di 302 passeggeri. Questi vengono curati da un equipaggio competente composto da una settantina di persone. Molto ben organizzato è anche il servizio di spola tra la nave e la terraferma tramite confortevoli gommoni polari. Il motto sicurezza prevale su tutto a bordo della Fram. Bü
Il capitano Rune Andreassen timona la Fram con mano ferma tra i ghiacci.
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viaggi e tempo libero | touring 18 | 28 ottobre 2010
Germania prediletta Gli svizzeri viaggiano volentieri in Germania. I Länder preferiti sono Baden-Württemberg e Baviera, le città più amate Berlino e Monaco.
Stati Uniti, è il terzo mercato per la Germania», afferma con soddisfazione Kai Uwe Leonhardt, direttore della Centrale tedesca per il turismo a Zurigo. Nel 2009, i 16 Länder hanno registrato quasi 3,9 milioni di pernottamenti targati «CH»: il 60% per vacanze, il 20% per trasferte di lavoro e il resto erano visite a amici e parenti. Nel primo semestre 2010, con esattamente 1 778 720 di notti, è stato raggiunto il 6,8% in più rispetto ai primi sei mesi del 2009. Nel nostro vicino a nord, gli svizzeri prediligono andare per assistere ad eventi, appuntamenti culturali, godersi il wellness o trascorrere ferie piene di attività ma anche per far shopping. È molto apprezzato il buon rapporto prezzo-qualità, che ora risulta ancora migliore grazie al basso corso dell’euro. E, quando sono in giro, gli svizzeri non stringono i cordoni della borsa, spendendo ogni giorno in media 124 €, e nei viaggi di lavoro 352 €. L’addetta stampa Karin Storz riferisce che nel 2011 le vacanze saranno all’insegna del riposo, con il motto «Ferie per la salute e il benessere». L’evento più in vista del 2011 saranno però i Mondiali di calcio femminili, dal 26 giugno al 17 luglio in nove città tedesche. Il 125° anniversario dell’automobile sarà festeggiato con i fiocchi e un altro evento sarà la Mostra federale del giardino a Coblenza (15.4–16.10). Bü
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www.hochschwarzwald-card.de (dal 1.12 con molte agevolazioni); www.germany.travel, www.creative-germany.travel, www.automobilsommer2011.de.
Il museo della Mercedes-Benz a Stoccarda è sempre degno di una visita.
foto bü, ald; DZT, Jochen Keute
› «La Svizzera, dopo l’Olanda e gli
Mario Bucher, il giovane e avveduto proprietario dell’Ospizio del Grimsel, è contento di poter ospitare e coccolare i suoi ospiti anche durante il prossimo inverno.
«Capannaro d’alto livello» Lo storico Ospizio del Grimsel, ora rinnovato con cura, accoglie gli ospiti alla ricerca di un inverno d’altri tempi.
› Il percorso verso l’Ospizio del Grimsel è
talmente straordinario che diviene parte integrante dello speciale finesettimana invernale sul Grimsel. Dopo il tragitto in auto o autopostale sino alla centrale elettrica di Handeck, si sale a bordo della gondola che può portare sino a 40 persone, sino al Gerstenegg. Da lì gli ospiti proseguono con un bus elettrico in un cunicolo sotterraneo sino alla centrale idroelettrica Grimsel 1 e poi con la funivia Sommerloch si sale a destinazione: l’«Alpinhotel Grimsel Hospiz».
Nella quiete | All’esterno il paesaggio è
coperto da una spessa coltre di neve interrotta solo dall’acqua scura del lago artificiale. In cielo ogni tanto una poiana vola in cerchio, altrimenti nient’altro che silenzio, silenzio e ancora silenzio. All’interno dell’Ospizio, ristrutturato completamente, gli ospiti s’intrattengono nelle varie sale e salette leggendo, chiacchierando, giocando a carte o semplicemente godendosi la vista comodamente seduti nel salone panoramico. Ci sono 26 camere doppie e due singole, arredate con materiali di qualità... per un sonno sano e profondo. Collegandosi a una vecchia tradizione, il prossimo inverno l’Ospizio del Grimsel tiene di nuovo aperte
le porte. Il padrone di casa, Mario Bucher, si rivolge sia a individualisti che a partecipanti di seminari. Per chi vuole ritirarsi uno o due giorni per finire finalmente il libro rimasto a lungo sul comodino o per chi organizza un seminario sulla nuova filosofia aziendale della propria ditta, questo è il posto giusto. Mario Bucher, che ama definirsi con una punta d’ironia «capannaro d’alto livello», sa perfettamente come creare il buon umore. «Una cena gastronomica regionale di quattro portate è un tassello importante del mosaico che compone un soggiorno indimenticabile in questo eremo invernale». Chi desidera godersi una pausa nel bel mezzo del «vero» inverno deve tener presente che l’Ospizio è situato sotto il Passo del Grimsel, una regione naturalistica protetta. Di conseguenza, anche le attività all’aperto come escursioni a piedi o con le racchette da neve non sono consentite fuori dai confini della Roccia del Nollen. Per contro, gli ospiti possono inoltrarsi nel mondo sotterraneo della centrale idroelettrica.
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Christian Bützberger Info Touring Alpinhotel Grimsel Hospiz, 3864 Guttannen, tel. 033 982 46 11; www.grimselwelt.ch.
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Ginevra cara, Berna meno
foto ald
Gli alberghi svizzeri sono i più cari d’Europa. Ginevra è addirittura in testa alla classifica mondiale, mentre Berna registra un chiaro calo dei prezzi. Lo afferma una indagine presso i consumatori.
Una stagione per ogni gusto Europa-Park, un luogo di avventure e di svago, per sfogarsi e imparare qualcosa divertendosi. Dai più piccini ai nonni, ognuno trova il proprio piacere. In qualsiasi dei 13 Paesi ricostruiti nel parco di Rust (D), in qualsiasi stagione dell’anno, l’ambiente è sempre impregnato di un’atmosfera autentica. Se l’autunno è posto all’insegna di Halloween (fino al 7 novembre), poi arrivano i magici momenti del periodo natalizio (dal 27 novembre all’11 gennaio) durante il quale il parco brilla di neve e luminarie. Montagne russe da brivido, come il nuovo «Blue Fire», si alternano a fantastici spettacoli sul ghiaccio. Tutti i dettagli su: www.europapark.ch. IK
Novità Viaggi TCS
Nuovo catalogo dei camper Il nuovo catalogo per vacanze in camper di Viaggi TCS è pubblicato da Kuoni. È valido dal 1° aprile 2011 fino al 31 marzo 2012 e include offerte per il Nord America e l’Australia/Nuova Zelanda. In esclusiva i soci TCS approfittano di un bonus di 50 fr. per il primo pieno di carburante, oltre a numerosi vantaggi «Kuoni Plus», quali sconti per prenotazioni anticipate (fino al 31.12.2012) e offerte speciali stagionali. Info/prenotazioni in ogni filiale di Kuoni, tel. 0844 888 333; www.reisen-tcs.ch (rubrica: Wohnmobile).
Vacanze lapponi La Lapponia d’inverno è un paradiso ammantato di bianco. Ai soci TCS, Kontiki-Saga propone in esclusiva una settimana in lodge a Luosto, comprensiva di: passeggiate in racchette da neve o sci di fondo, safari in motoslitta, giro in slitta trainata dai cani, visita a Babbo Natale a Rovaniemi. Voli speciali da Zurigo 8 e 28 gennaio o 5 febbraio 2011. Prezzi da 2690 fr. con riduzione di 150 fr. per i soci che prenotano entro il 7 novembre 2010. Informazioni: www.voyages-tcs.ch/luosto o tel. 021 641 08 20.
L’Avvento a San Gallo
Pacchetti natalizi Con un «Arrangiamento di Natale» l’ufficio del turismo di San Gallo/Lago di Costanza propone un pernottamento in un hotel sangallese a partire da 97 franchi a testa in camera doppia, con colazione, all’insegna dell’Avvento e della cultura. È compresa una visita guidata della «San Gallo natalizia» con dolce e punch finale. Il pacchetto è valido dal 27 novembre al 23 dicembre 2010. Per informazioni e prenotazioni: St. Gallen-Bodensee Tourismus, telefono 071 227 37 31, fax 071 227 37 67 o per e-mail: info@st.gallen-bodensee.ch; www.st.gallen-bodensee.ch.
Quel che molti hanno sempre pensato ora è confermato da un’estesa ricerca: per un pernottamento in albergo in Svizzera l’ospite paga in media 180 fr., l’importo più alto in Europa. A questo risultato giunge l’attuale Hotel Price Index stilato da «Hotels.com», che raccoglie i prezzi pagati dagli ospiti per una camera in 91 500 hotel in complessive 15 750 destinazioni durante il secondo trimestre 2010. Con 228 fr. in media per camera a notte, Ginevra si guadagna la prima posizione. La città di Calvino è seguita da Montreux, dove tra aprile e giugno ci volevano 170 fr. per una notte d’albergo. Anche a Zurigo (169 fr.), Losanna (165 fr.) e Lucerna (169 fr.) il livello dei prezzi supera abbondantemente il limite dei 100 fr. Mentre il prezzo degli hotel a Basilea resta immobile come l’anno precedente sui 147 fr. a camera, Berna evidenzia un chiaro decremento del 16 percento delle tariffe, che si situano a 141 fr. a pernottamento. tg
Castagnate a Castasegna Sul grazioso pianoro di Brentan, sulle alture di Castasegna in Val Bregaglia, si staglia uno stupendo castagneto che annovera piante imponenti. Ad ottobre e novembre i frutti maturano, i ricci cadono a terra schiudendosi e i marroni si spargono al suolo ricoprendolo con un fitto manto spinoso. Ora il bosco vive: donne e bambini raccolgono le castagne colmando i loro sacchetti. Quando questi sono pieni, le castagne vengono riversate nelle bricolle e poi trasportate nelle cascine in mezzo al bosco. Il fumo, che sale dai camini mentre i marroni si arrostiscono, aleggia nell’aria come una nebbia. Maggiori informazioni al sito: www.bregaglia.ch. tg
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foto mw
Sarà la volta buona?
Attenti alle gomme «4 stagioni»
Molti soci chiedono, prima di equipaggiare il loro veicolo con le gomme invernali, informazioni sull’uso dei pneumatici «4 stagioni» e come si comportano le compagnie assicuratrici in caso d’incidente. Ecco le risposte degli esperti.
› Secondo gli specialisti del TCS, il compro-
messo che i fabbricanti – specie montandole sui SUV – cercano con queste gomme non può soddisfare pienamente dal punto di vista della sicurezza. Infatti, le cosiddette «4 stagioni» non raggiungono un buon livello di prestazioni, né in estate né in inverno. D’estate sono inferiori a quelle dei pneumatici estivi tradizionali; mentre d’inverno, in particolare in caso di frenata d’emergenza, di discesa o brusca sterzata su strada innevata o bagnata, essi sono a rischio sicurezza, oltre al fatto di usurarsi maggiormente e consumare più carburante. Inoltre, in funzione invernale e per essere efficaci sulla neve, dovrebbero avere un profilo minimo di 4 mm, come consigliato dai costruttori. È importante, quindi, controllare il profilo dei pneumatici prima della stagione invernale. Per ulteriori informazioni si consulti l’infoguida TCS «Pneumatici invernali 2010» o il sito: www.pneumatici.tcs.ch.
Il parere dell’assicuratore | In caso d’incidente durante l’inverno, se un veicolo è equipaggiato con pneumatici «4 stagioni» o di un profilo sotto i 4 mm è passibile dell’aggravio di una percentuale di colpa? La risposta dell’esperto: il legislatore non prevede che d’inverno l’automobile debba essere munita obbligatoriamente di pneumatici invernali, tuttavia, il veicolo deve
essere sempre in uno stato tale da consentirne il funzionamento in tutta sicurezza. Pertanto l’assicurazione RC decide in base alla situazione concreta per ogni singolo caso, ponendo il quesito: «I pneumatici erano in regola e sufficienti per le condizioni che regnavano al momento dell’incidente?». Solo nel caso in cui la risposta a questa domanda è «no», l’Assicuratore RC potrà pretendere una quota di responsabilità maggiore, ovvero verificare la possibilità di una riduzione delle prestazioni assicurative rispetto allo stipulante. Gli assicuratori RC interpellati sono tutti concordi nel consigliare che le gomme invernali utilizzate abbiano un battistrada di spessore superiore ai 4 mm minimi raccomandati dai produttori. Tuttavia, benché la legge prescriva che il battistrada debba avere una profondità minima di 1,6 mm, la riduzione delle prestazioni viene presa in considerazione soltanto se il profilo della gomma è inferiore agli 1,6 mm. Chi però rimane fermo sulle strade innevate intralciando o bloccando la circolazione o causando un incidente con l’auto equipaggiata in modo inadeguato (per esempio con i pneumatici estivi o senza catene se con profili insufficienti) può trovarsi a rispondere d’infrazione alle regole di base della circolazione stradale e l’assicuratore RC potrà decurtare le prestazioni. rega
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Dal discusso ponte sul lago ai sudati compromessi trovati gli scorsi giorni sono passati quasi cinquant’anni.... Speriamo che non ne occorrano altrettanti per collegare Locarno all’autostrada A2! C’è da augurarsi che la decisione degli Uffici federali preposti giunga in tempi brevi, che si dia inizio ai lavori preparatori con celerità e che le soluzioni tampone progettate ora dal Cantone non servano solo a procrastinare la realizzazione del tracciato. Sulle proposte scelte, come TCS avremmo preferito, per ragioni di tempistica, ambientali, di sicurezza e di fluidità del traffico puntare maggiormente l’opzione galleria, ma non siamo stati per nulla coinvolti ed il nostro parere non richiesto, anche se rappresentiamo oltre 75 mila automobilisti. Certo è, a dipendenza della scelta che sarà fatta, tutti non saranno pienamente soddisfatti, ma vista la precaria situazione, è giunto il momento di dar finalmente una soluzione all’annoso problema, con la speranza, che nessuno ricominci a mettere il bastone fra le ruote per qualsivoglia interesse di parte. Aldo Baronio, Presidente Gruppo TCS del Locarnese
Giornata della luce In occasione della giornata nazionale della luce, il 25 novembre prossimo, gli automobilisti possono far controllare gratuitamente i fari del proprio veicolo nel Centro tecnico TCS di Rivera. Non è difficile incrociare auto con i fari che abbagliano e danno fastidio. È quindi molto importante, soprattutto quando è buio e in situazioni di cattivo tempo, che i fari siano ben regolati per avere un’illuminazione della strada confacente. Il TCS invita altresì di tenere i fari accesi durante il giorno per contribuire ad una maggiore sicurezza stradale, anche se le lampade alogene fanno aumentare il consumo di carburante sino a 0,2 l/100 km e hanno una maggiore usura. Dopo il controllo sarà consegnato un buono per una visita gratuita della vista presso un ottico dell’Associazione svizzera degli ottici. Per appuntamenti: tel. 091 935 91 35.
Finale Teeniecontest Svizzera 2010 WWW.TEENIECONTEST.CH
Vieni alla finale di “Teeniecontest Svizzera 2010“. Data : Sabato, il 13 novembre 2010 Località : BLACKOUT, Oensingen Apertura: ore 17.00 Inizio dello show: ore 18.00 Prevendita biglietti: www.teeniecontest.ch Tel. 079 / 302 73 37
Moderatrice: Shana Lenner www.shanalenner.ch
Entrata inkl. “After-Show Party” adulti 29.-ragazzi fino a 16 anni 19.-VIP CHF 69.--
Rothrist
Puoi vedere tutti finalisti-e sulla nostra homepage. www.teeniecontest.ch
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28 ottobre 2010 | touring 18 | club e soci
Yvonne Dietschi mostra orgogliosa la medaglia che ha ricevuto come ricompensa per i suoi 50 anni di fedeltà al TCS.
«Sensazione di sicurezza» In queste settimane migliaia di soci del TCS vengono ricompensati per la loro fedeltà. Una di loro è Yvonne Dietschi di Schwarzsee (FR). Fedele socia da 50 anni, ha già approfittato varie volte delle prestazioni di soccorso del Touring Club Svizzero.
› «L’affiliazione dà una sensazione di sicurezza»: lo dice Yvonne Dietschi quando le viene chiesto perché è una fedele socia da mezzo secolo e per questo motivo viene ora ricompensata dal club. Parte di questo periodo risale purtroppo ai tempi di suo marito prematuramente scomparso. Da allora Yvonne Dietschi è rimasta socia a titolo personale, per convinzione.
Tegole sulla VW | Durante questi 50 anni
si è rivolta più volte ai servizi del TCS. Oltre a piccolezze come alcune avarie della batteria, ci sono stati anche vari casi più gravi per i quali il TCS ha prestato il suo aiuto: per due volte la conducente di una VW Golf ha sbandato d’inverno sul non facile tratto che scende a valle dal suo domicilio a Schwarzsee (1047 m slm.). In un caso l’auto era addirittura da rottamare. Altre due volte la signora 74enne ha avuto problemi all’estero: in una cittadina tedesca il forte vento aveva fatto precipitare le
tegole del municipio sulla sua VW, mandando in frantumi tutti i vetri. Il TCS salvò la serenità del viaggio. Tre mesi più tardi in Italia centrale fu urtata da un automobilista locale. In quanto assicurata Assista Yvonne Dietschi fu felice di poter contare sulla protezione giuridica del TCS. In quel caso, però, la faccenda si «insabbiò» a causa dell’atteggiamento non collaborativo dell’italiano.
Senz’auto non va | La donna, che ha ini-
ziato la sua carriera di automobilista a 30 anni, quando lavorava a tempo pieno percorreva anche oltre 20 000 km all’anno; oggi ne fa comunque ancora 15 000. E non è un caso: infatti, per vicende familiari, vive in quella che una volta era la casa di vacanza sulle Prealpi di Schwarzsee. I tragitti verso i centri commerciali e luoghi come Berna, dove prima abitava e dove ha ancora delle amicizie, sono lunghi. «Senza macchina purtroppo è impossibile», dice Yvonne
Dietschi, poiché i collegamenti del bus da e per Friburgo sono lunghi e l’ultima corsa per ritornare a casa è già alle 20. «Aver paura è un lusso», risponde l’arguta vedova alla domanda se talvolta, specie in inverno, non ne ha abbastanza dei numerosi viaggi con la sua auto a trazione integrale. Ma guida molto volentieri e già parecchi anni fa ha assolto un corso di perfezionamento di guida in un centro di sicurezza stradale del TCS. Inoltre si reca regolarmente in vacanza in auto. Sia all’estero sia, come in primavera, nell’albergo del TCS a Vira Gambarogno, l’Hotel Bellavista, di cui è entusiasta. «A volte la pedanteria degli automobilisti svizzeri mi dà sui nervi. Se tutti si attenessero alle regole, sulle strade ci sarebbe più serenità», dice Yvonne Dietschi, che però rimane calma ed è felice di avere in ogni momento il Touring Club Svizzero che le protegge le spalle.
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Heinz W. Müller
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club e soci | touring 18 | 28 ottobre 2010
Tra auto e bicicletta Il suo cuore batte per la famiglia... e per le automobili: quest’ultima passione è condizione indispensabile per esercitare con entusiasmo il proprio mestiere presso il TCS. Ritratto di Anton Keller, capo di «Tecnica ed economia». za peli sulla lingua il 34enne responsabile del dipartimento «Tecnica ed economia» nel Centro Tecnico del TCS a Emmen. E allora nel garage di casa sua a Geuensee ci sono tre auto... Ma per lui l’importante non è andare il più velocemente possibile dal punto A al punto B. «Non disdegno affatto i mezzi di locomozione alternativi. E così vado in giro in bici per 50 chilometri la settimana», afferma con una punta d’orgoglio.
Test indipendenti | Con i suoi cinque collaboratori, Toni Keller è responsabile per la pianificazione e l’attuazione dei test sui prodotti. Il TCS li conduce da sé o in collaborazione con l’automobile club tedesco ADAC, con quello austriaco ÖAMTC o con la fondazione tedesca Warentest. Vengono provati veicoli, seggiolini per bambini, pneumatici, sistemi GPS, batterie, portabagagli o addirittura… apparecchi per le grigliate. «Siamo attivi nella protezione dei consumatori. Non si tratta di verificare se i prodotti sono a norma di legge, vogliamo dare ai consumatori elementi per scegliere tra i prodotti disponibili sul mercato», spiega il capo del dipartimento che sovraintende ai test del TCS. In tal modo, il TCS offre all’industria impulsi per migliorare i prodotti. Contro eventuali tentativi d’influenza dei produttori, Toni Keller ha la risposta pronta: «Ci interessa ciò che compra il consumatore. Per un test sui seggiolini per bambini abbiamo bisogno dai 6 ai 20 esemplari e li compriamo tutti – come un normale cliente – in un negozio». Così Toni Keller non corre il rischio di ricevere dal produttore copie adattate per il test. «Se l’industria ci mettesse a disposizione tutti i modelli da controllare, questi potrebbero essere preparati appositamente per fornire buoni risultati». Contatto con la base | In generale, il produttore spesso non sa nemmeno quando il TCS prova un suo prodotto. Ma può capitare che un fabbricante si presenti presso il TCS per chiedere il parere dei suoi esperti prima di presentare la merce sul mercato. Questi ultimi test vengono poi messi in conto al fabbricante. Sui test eseguiti su iniziativa del TCS a sue spese, i produttori non possono esercitare alcun influsso. Ma al capo di «Tecnica ed economia» come viene in mente di fare un determinato test?
Risponde Toni Keller: «Ci sono tre canali principali: i soci si annunciano presso il nostro call center (CIC); le richieste dai centri tecnici del TCS arrivano sul tavolo del nostro dipartimento di consulenza; dal dipartimento di consulenza poi la proposta arriva da noi». Gli esaminatori del TCS però curano il contatto con la base anche per mezzo di workshop, ad esempio per quanto riguarda i seggiolini per bambini con la Federazione svizzera dei samaritani e con i negozi specializzati. Si tratta di istruire il personale sino a formare consulenti in grado di rispondere in modo qualificato alle domande della clientela. Una parte importante dell’attività di Anton Keller consiste nel curare i contatti con i mezzi di comunicazione. I risultati dei test vengono elaborati giornalisticamente in collaborazione con il servizio di comunicazione del TCS, in modo che anche il consu-
matore li capisca. «Diamo molta importanza a un’ampia risonanza mediatica», sottolinea Keller. In questo senso, sono stati appena conclusi i test sui veicoli elettrici, i cui risultati verranno pubblicati prossimamente nel «Touring». Chi si occupa ogni giorno della questione della sicurezza come Toni Keller, nel traffico stradale si comporta in modo esemplare? «Mi sforzo, ma sono anch’io solo un essere umano. La mia multa più recente, 40 fr. per eccesso di velocità, risale a due anni fa...», ci confessa con un sorriso sulle labbra. Peter Widmer
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In pillole Anton Keller (34 anni) ha concluso la formazione di meccanico d’auto e poi ha continuato a formarsi come ingegnere d’auto. Lavora al TCS dal 2004 e oggi dirige il dipartimento «Tecnica ed economia» nel Centro Tecnico del TCS a Emmen. Keller è sposato con due figli e abita a Geuensee presso Sursee. Hobby: andare in bici e ballare la salsa.
Peter Widmer
› «Sì, vado matto per le auto», confessa sen-
Conosce bene i seggiolini per i bambini sia in privato che per mestiere: Toni Keller.
28 ottobre 2010 | touring 18 | il punto
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ETI TCS www.eti.ch Europa motorizzato «Famiglia» Fr. 103.– Europa motorizzato «Individuale» Fr. 75.– Europa non motorizzato «Famiglia» Fr. 77.– Europa non motorizzato «Individuale» Fr. 65.– Estensione Mondo «Famiglia» Fr. 88.– Estensione Mondo «Individuale» Fr. 70.– Spese di cura Europa Fr. 32.– Spese di cura Mondo Fr. 45.–
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Affiliazione* www.tcs.ch Motorizzati (automobilisti e motociclisti) a seconda della Sezione e pro rata Tessera partner/giovani Fr. 44.– Non motorizzati Fr. 32.– Cooldown Club membercard Fr. 66.– Ciclisti (con Velo Assistance e RC) Fr. 37.– Juniores (con Velo Assistance e RC) a seconda della Sezione Quota per socio campeggiatore TCS (solo se già socio motorizzato o non motorizzato) Fr. 55.– (camping club AG: + Fr. 7.–; ZH: + Fr. 5.–)
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Non distruggere la qualità
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Il tempo stringe... e voi siete per strada e quasi arrivati a destinazione. Improvvisamente, però, il motore balbetta e smette di funzionare. Si richiede un’azione fulminea: attivare le luci d’emergenza, arrestarsi sulla parte destra della carreggiata, indossare il gilet di sicurezza, uscire dall’auto, sistemare il triangolo d’emergenza alla debita distanza. Conoscete la sensazione d’impotenza che infonde una panne, quando in un attimo la giornata viene rovinata da una fastidiosa disavventura. Ma cosa fare dopo? Risposta facile: contattare subito il soccorso stradale al numero d’emergenza 140. All’altra estremità un’impiegata della centrale d’intervento del TCS vi domanda la posizione del veicolo in avaria. Una mezzoretta dopo, uno dei 225 pattugliatori del TCS è già sul posto. Allaccia il suo apparecchio di diagnosi di bordo, che rileva qualsiasi guasto esistente. Un sensore elettronico sta causando problemi e viene riattivato dal pattugliatore. La panne è presto risolta e il viaggio può già proseguire. Gli utenti delle strade svizzere apprezzano il numero breve 140, facile da ricordare. Da 35 anni funziona bene e per la soddisfazione di tutti gli utenti del traffico, dei servizi di soccorso e delle autorità. Viene gestito dal TCS in modo trasparente e neutrale. L’utente della strada viene aiutato indipendentemente dal suo domicilio, dalla sua assicurazione, dalla lingua o dal luogo e dall’ora dell’avaria. Adesso, però, la società Mondial Assistance chiede il diritto di condividere l’utilizzo di questo numero.
All’inizio di settembre, l’Ufficio federale delle comunicazioni ha approvato questa richiesta contro l’opinione del TCS. Il club stima problematica la condivisione del numero telefonico 140, poiché peggiora l’attuale alto livello qualitativo delle prestazioni per l’intera utenza. Ogni anno 550 000 persone telefonano al 140. Se il TCS dovesse condividere questo numero breve con operatori che agiscono a scopo di lucro, coloro che chiedono aiuto sarebbero costretti dapprima a scegliere la lingua tramite una voce preregistrata e poi a scegliere l’operatore digitando delle cifre. Sarebbe impossibile garantire le medesime qualità, velocità ed efficacia del servizio. Per questo motivo il TCS – nell’interesse di tutti gli utenti della strada – ha impugnato la decisione dell’UFCOM presso il Tribunale amministrativo federale. In quanto associazione non commerciale, tramite il numero 140 prestiamo un soccorso stradale efficiente e apprezzato da tutti, assimilabile a un servizio pubblico. Ogni giorno i nostri 225 pattugliatori intervengono circa 900 volte in ogni condizione climatica per portare aiuto ai nostri stimati soci, come pure a tutti gli altri automobilisti che ne hanno bisogno. In breve: non vogliamo condividere un servizio valido con una ditta straniera orientata al profitto e che vi procura in tal modo dei disagi.
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Niklaus Lundsgaard-Hansen, presidente centrale del Touring Club Svizzero (TCS)
Photo: Al Seib Costume: Dominique Lemieux © 2007 Cirque du Soleil.
1 – 5 Dicembre 2010 St. Jakobshalle Basilea OFFICIAL SPONSORS
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www.cirquedusoleil.com VIP-Package: www.ticketcorner.ch al numero 0900 800 800 (CHF 1.19/min., tariffa rete fissa) Saltimbanco and Cirque du Soleil are trademarks owned by Cirque du Soleil and used under license.
Riservazioni presso Ticketcorner al numero 0900 800 800 (CHF 1.19/min., tariffa rete fissa), www.ticketcorner.ch o presso i maggiori uffi ci postali, Manor, FFS o Coop City come presso tutti gli altri punti vendita Ticketcorner. Info: www.goodnews.ch o Info-Line 0900 57 30 30 (CHF 1.49/min., tariffa rete fissa)
28 ottobre 2010 | touring 18 | la pagina dei lettori
Forum
Il concorso
Ciclopista inutilizzabile in Vallemaggia «Touring» 16/2010
Sono spesso a Berna e costato che vi sono ciclisti che sono veri pericoli mobili, come quelli che fanno i corrieri postali. Il vostro provvido articolo mi permette di segnalare la situazione che viviamo in Vallemaggia, zona ambita e molto frequentata da ciclisti del tipo competitivo. Nella nostra valle in questi ultimi anni sono stati investiti milioni di franchi pubblici, e se ne stanno investendo altri, per una pista ciclabile generalmente snobbata dai ciclisti stessi, che serve prevalentemente per le mamme che spingono le carrozzine con i pargoli! È un vero scandalo e nessuno dice o fa nulla. Purtroppo la pista è inadeguata in diversi punti per coloro che si allenano con bici da corsa o fuoristrada, anche a causa di evidenti errori di progettazione che creano pericoli per i ciclisti stessi. Pensate, l’accesso al nuovo ponte in costruzione prima di Bignasco è una curva a 90 gradi! Sono un amante del ciclismo, ma quale automobilista mi dà fastidio trovarmi confrontato a situazioni pericolose e stressanti a causa di ciclisti che non sai mai se o quando «scartano» o peggio ancora sono affiancati e fanno gruppo. Poi se succede qualcosa il povero automobilista diventa un criminale!
metri…) e dove oggettivamente non c’è posto per una sana ciclabilità. In questo modo girare in bici è estremamente pericoloso, soprattutto se si cerca di stare alle regole. Infatti, se si sta sulle corsie giuste si rischia seriamente di venire investiti, il bus reclama la sua corsia ed il pedone il suo marciapiede. E allora? Pare un controsenso promuovere la bike-sharing, lo spirito ecologico, il risparmio energetico ecc. Nelle nostre città svizzere e anche altrove (eccetto Amsterdam) ci sarà sempre questo problema fino a quando non si terrà conto dell’esigenza di viabilità ed anche di sicurezza del ciclista. Non si tratta di buoni o di cattivi, o peggio di repressione, si tratta di non dover rischiare la pelle.
Sfoggiate al polso estrema precisione (radiocontrollo) e ultima tecnologia (alimentazione a luce)! L’orologio Evolution 5 di Citizen sincronizza l’ora di 26 metropoli in tutto il pianeta ed è dotato di sveglia, oltre a numerose altre funzioni. Cassa e bracciale sono in titanio, il vetro in zaffiro. Impermeabile fino a 200 metri. In palio vi è uno di questi moderni cronografi del valore di 1295 franchi.
Sedan e berline sono estinte?
Ho notato un fatto curioso. Oggi si vedono spesso piccole utilitarie e imponenti SUV solcare le nostre strade mentre, sempre meno, si notano berline a 4 porte. Negli USA vengono vendute bellissime piccole utilitarie berline (sedan) a 4 porte di famose case automobilistiche (soprattutto giapponesi) dotate di tutti gli optional. Da noi, invece, ci vengono proposte utilitarie, dal design discutibile, a prezzi esagerati e con un vano bagaglio minuscolo oppure i soliti SUV. A quando un’inversione di tendenza?
Sponsor del premio: Citizen Watch (Switzerland) SA, Bienne, www.citizenwatch.ch
Ado Bader, Lugano
Le domande: 1. Quante biciclette partono dalla Svizzera per l’Africa ogni anno? 2. Come si chiama la nave del nostro viaggio dei lettori in Groenlandia? 3. Chi è il miglior arbitro del mondo? foto fu, ald
Essere ciclista a Lugano
Premetto che una campagna di prevenzione aiuterebbe: molte persone circolano prive di buon senso, ma non sono d’accordo sulla repressione. Il grosso problema è di ordine logistico, soprattutto nella città di Lugano che non vanta certo piste ciclabili (pochi
Ora universale al polso con Citizen
Dolores Otoka-Vatieri, Lugano
Germano Mattei, Cavergno
Impressum
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Per questa rubrica valgono alcune regole: più breve è la lettera, maggiore è la probabilità che venga pubblicata; la redazione si riserva di apportare eventuali tagli e non tiene corrispondenza. È possibile inviare le lettere per e-mail: touring@tcs.ch. Le lettere dei lettori vengono pubblicate anche nell’edizione online di «Touring» (www.touring.ch).
touring Giornale del Touring Club Svizzero (TCS). Redazione: Felix Maurhofer (fm, caporedattore); vice caporedattore: Heinz W. Müller (hwm); vice caporedattore: Marc-Olivier Herren (MOH); Christian Bützberger (Bü), Antonio Campagnuolo (ac), JacquesOlivier Pidoux (jop), Peter Widmer (wi). Grafica: Andreas Waber (caposervizio), Stephan Kneubühl, Mathias Wyssenbach. Assistenti di redazione: Michela Ferrari (i), Sylvie Fallot (f), Irene Mikovcic-Christen (assistente caporedattore). Corrispondenza: Redazione Touring, Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna, tel. 031 380 50 00, fax 031 380 50 06. E-mail: touring@tcs.ch. Editore: Touring Club Svizzero, cp 820, 1214 Vernier (GE). Tiratura: edizione italiana: 96 028, totale: 1 355 061. Editoria/marketing: Reto Kammermann (responsabile), Gabriela Amgarten. Pubblicità: Publicitas Publimag SA, Seilerstrasse 8, 3011 Berna, tel. 031 387 21 16, fax 031 387 21 00. Produzione: St. Galler Tagblatt SA, Basler Zeitung SA, CIE Centre d’impression Edipresse Lausanne S.A. Cambiamenti d’indirizzo: indicando il numero di socio, alla Sede centrale del TCS, cp 820, 1214 Vernier; tel. 0844 888 111; e-mail: service@tcs.ch. Abbonamento: compreso nella quota sociale annua. «Touring» è pubblicato 20 volte l’anno. Si declina ogni responsabilità per manoscritti e altri lavori non richiesti.
Si possono fornire le risposte per posta (solo su cartolina postale), tramite SMS, e-mail o www.touring.ch, indicando le generalità. Concorso 16/10: i vincitori per la mostra di Warhol a Basilea sono Katharina Gaus di Lyss, Marie-Cécile Revaz di Vernayaz, Hansruedi Kauz di Rubigen, Marie-Claude Scoundrianos di Martigny e Begi Pereira di Kaisten. Condizioni di partecipazione: il concorso di «Touring» è aperto a tutti, ad eccezione dei collaboratori del TCS e dei loro famigliari. I vincitori saranno estratti a sorte e avvertiti per iscritto. I premi non possono essere sostituiti da una somma di denaro equivalente. Non viene tenuta alcuna corrispondenza. Non sarà possibile ricorrere alle vie legali.
Redazione Touring, concorso per i lettori, casella postale, 3024 Berna; SMS al numero 9988 (1 fr./SMS) scrivendo «Touring» e le tre risposte; touring@tcs.ch (soggetto: concorso) Termine d’invio: 14 novembre 2010
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l’incontro | touring 18 | 28 ottobre 2010
«L’imparzialità è fondamentale»
a intelligenza calcistica e capacità di comunicare. In sintesi: un buon arbitro deve essere autorevole ma non autoritario. Non pensa che l’indole di noi svizzeri, educati nel culto della neutralità, sia l’ideale per un buon arbitro?
È probabilmente lo svizzero più famoso a calcare i campi di calcio: Massimo Busacca, designato il miglior arbitro del mondo. Ci parla di lui dentro e fuori gli stadi.
» Quando e come ha iniziato ad arbitrare?
Massimo Busacca: Avevo 20 anni e mi ero accorto che come calciatore non sarei andato molto lontano. Un amico allora mi propose di provare a fare l’arbitro. Provai e mi piacque. Insomma, arbitri non si nasce...
Agli inizi per un arbitro non c’è mai la vocazione ma un concorso di circostanze. Col-
go l’occasione per lanciare un appello ai giovani affinché intraprendano questa attività. La figura dell’arbitro, infatti, va valorizzata: è una bella esperienza di vita. Qual è la principale dote che un buon arbitro deve possedere?
Oltre all’occhio – si noti che dobbiamo prendere decisioni in meno di un secondo – un arbitro deve avere personalità, abbinata
Non ci ho mai pensato, ma può darsi. È possibile che la nostra mentalità «neutrale» mi abbia aiutato a mantenere sempre l’imparzialità. Comunque, l’imparzialità è fondamentale per qualsiasi arbitro. Qual è la partita di cui serba il più bel ricordo?
Direi la finale di Champions League l’anno scorso a Roma. Tutto era perfetto: un grande stadio e due squadre prestigiose come Manchester e Barcellona. Durante le gare all’estero ha tempo per visitare i luoghi attorno allo stadio?
Sì. Arriviamo il giorno prima del match e ripartiamo il giorno dopo. Quindi si trova sempre un po’ di tempo libero per visitare le principali attrazioni di una città. Che tipo di vacanze le piace fare?
Sicuramente delle vacanze attive. Mi piace molto stare in spiaggia, ma devo sempre fare anche altre cose. Ad esempio, l’ultimo Natale l’ho passato in un orfanotrofio in Guatemala. Ha mai invidiato un giocatore di calcio?
Certo, perché a loro si perdona tutto se sono fuori forma. Mentre noi arbitri non possiamo permetterci il minimo errore. Qual è il giocatore più difficile che ha incontrato?
Non faccio nomi. In generale è più facile arbitrare giocatori con il calcio nel DNA che giocano per divertirsi, ossia i veri campioni. Quando si sposta in Svizzera per recarsi negli stadi quale mezzo usa?
L’automobile. Per noi ticinesi è tuttora il mezzo di trasporto più diretto per recarsi nel resto del Paese. Per caso è anche socio del TCS?
Certamente. E ho anche il Libretto ETI, che qualche mese fa mi ha tirato fuori dai guai durante la crisi del vulcano islandese.
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Antonio Campagnuolo
Intervista: Antonio Campagnuolo
Massimo Busacca nel cortile dell’antico Convento di Monte Carasso.
In pillole Massimo Busacca (41) abita a Monte Carasso con la moglie Stefania. Ha esordito in Lega nazionale A nel 1996. È arbitro internazionale dal 1999. Ha arbitrato la finale di Champions League del 2009 e partecipato ai Campionati del Mondo in Germania 2006 e Sudafrica 2010. In gennaio è stato nominato miglior arbitro del mondo. Hobby: sciare e viaggiare.