Touring 18 / 2011 italiano

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27 ottobre 2011 touring 18 www.touring.ch GAA 1214 Vernier

Il giornale della mobilità

Portafortuna in auto

Gli amuleti della strada

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Anziani al volante

La mobilità non conosce età 6 Colloquio tra gestori di risalite

Come si portano i turisti sulle Alpi 30 Notizie e informazioni dalla Sezione Ticino del TCS

Test della Lancia Ypsilon Piccola bellezza italiana dalle grandi doti 24

Nel sud dell’Australia Rivivere l’atmosfera della corsa all’oro

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Ritratto di Beat Flückiger Un uomo che ha forgiato il moderno TCS 39


Notizie e informazioni dalla Sezione Ticino del TCS 27 ottobre 2011 touring 18 www.touring.ch GAA 1214 Vernier TI

Il giornale della mobilità

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27 ottobre 2011 | touring 18 | editoriale e sommario

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sommario primo piano

viaggi e tempo libero

6 Mobilità dei pensionati

28 Nello stato australiano di Victoria

Adattare le infrastrutture alle nuove esigenze della società.

30 Tavola rotonda con responsabili turistici

società e mobilità

Gli ospiti sulle montagne svizzere cercano soprattutto la qualità.

11 Biciclette sui marciapiedi

I pedoni si sentono minacciati. Fermarsi al passaggio a livello quando il rosso lampeggia. 12 Amuleti in automobile

37 Manutenzione dell’auto

La moda di decorare l’abitacolo con talismani e pietre della salute. 15 Incidenti con la selvaggina

Annunciare subito la collisione per non far soffrire gli animali feriti.

Regolari verifiche e controlli tecnici. 37 Giornata della luce

Test gratuito dei fanali e della vista.

club e soci 39 Personaggi del TCS

test e tecnica

Beat Flückiger va in pensione.

18 L’auto ideale per le famiglie

Quanti seggiolini per bambini hanno posto a sufficienza? Test del TCS.

40 Il TCS si veste di giallo

Rimesso a nuovo il marchio del club. 41 Il punto

La parola del presidente centrale.

24 Test della Lancia Ypsilon

Una vettura amata dalle donne porta eleganza nel segmento delle cittadine.

18 19 22 22

sezione ticino

Prove e novità Opel Zafira L’elettrica Renault Fluence Z.E. Kia Picanto Nissan Micra

46 l’incontro

Eric Collombin, ideatore della bici elettrica pieghevole.

41 prezzi e contatti TCS 45 forum, il concorso, impressum

Ci si sposta perlopiù grazie alle strade

Traffico stradale individuale 74,6 %

grafico Hanspeter Hauser

Come voi, care lettrici e cari lettori, avete forse già saputo a mezzo stampa, radio o televisione, il Touring Club Svizzero si presenta con una nuova formula visiva. Il logo del TCS è diventato ora tridimensionale e il colore aziendale del club è il giallo. Facendo ciò la maggiore associazione della mobilità della Svizzera intende sottolineare il saldo legame con la sua missione originaria, l’assistenza. Infatti, i veicoli del soccorso stradale del TCS, la famosa Patrouille, sono gialli sin dal 1957. E così, anche il nostro «Touring», a partire dall’attuale edizione, ha una prima pagina di nuova concezione. Come anche voi avrete notato, abbiamo adatto il logo di «Touring» al nuovo corso. Ma nessuna paura, l’abituale impaginazione grafica non è stata minimamente modificata. Comunque, il Touring Club Svizzero non soltanto ha un nuovo concetto di marca, ma ha pure ottimizzato alcuni dei propri prodotti e persegue una strategia di crescita. E cosa più importante: il club intende essere ancora più vicino ai propri soci e impegnarsi in futuro ancora meglio per le loro esigenze. Le novità in proposito le potrete conoscere come sempre da «Touring». Vale sempre la pena leggere attentamente il giornale del TCS. Felix Maurhofer, caporedattore

35 Regione portoghese dell’Alentejo

Agriturismo, vigneti e città storiche.

11 Il consulente

«Touring» vi presenta la sua nuova copertina

Scoprire tutto sulla febbre dell’oro e magari trovare anche una pepita.

Foto di copertina Autore: Pia Neuenschwander

Ci si dimentica spesso che la maggior parte della gente in Svizzera si sposta sulla strada. Come mostra il grafico, degli 8,233 miliardi di viaggiatori registrati nel 2009, ben 6,144 miliardi (74,6%) vanno sul conto del traffico stradale individuale, mentre altri due miliardi vengono trasportati dai mezzi pubblici come treni, tram o autobus.


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primo piano | touring 18 | 27 ottobre 2011

È richiesta mobilità sino a tarda età La nuova generazione di pensionati, nata in pieno baby boom, influenzerà in modo determinante la mobilità, ne è convinta la professoressa Pasqualina Perrig-Chiello. Ora si devono adattare le infrastrutture alle nuove necessità.

» Molti dei suoi studi si occupano della

popolazione in età di pensionamento. Che ruolo ha per la mobilità?

Pasqualina Perrig-Chiello*: Un ruolo decisivo. Per gli anziani, la possibilità di essere mobili autonomamente occupa il terzo posto dopo salute e sicurezza finanziaria. Oltre il 50% delle persone in una fascia d’età tra 65 e 80 anni indicano che la mobilità per loro è «molto importante». Tra gli ultra ottantenni non è più così prioritaria – non da ultimo a causa dell’aumentare delle limitazioni fisiche.

Quali ripercussioni ha sulla mobilità?

La generazione del baby boom non è abituata a farsi dire cosa deve fare. Rivendicheranno il diritto di muoversi in ogni fascia oraria. Se lo riterranno, prenderanno il treno o l’auto alle otto di mattina o alle sei di sera. La mobilità è il loro stile di vita. Come si possono evitare eventuali conflitti con gli altri utenti?

È necessario cambiare modo di pensare: si deve dimenticare l’immagine della persona anziana e gentile, che rimane zitta dietro le quinte e che non vuole disturbare nessuno.

Prendono l’automobile oppure vanno a piedi. In età avanzata, i mezzi di trasporto pubblici vengono temuti sempre di più, a causa della presenza di molta gente, delle porte automatiche, che si chiudono troppo velocemente, ed anche a causa dei distributori automatici dei biglietti, che sono troppo complicati. In generale, vengono evitate dagli anziani le ore di punta. Ma le aziende dei trasporti pubblici ritengono che gli anziani usino proprio nei momenti di punta bus e treni…

Non corrisponde alla realtà. Sinora i pensionati hanno evitato gli orari di punta nei limiti del possibile. Ma è vero che non rimarrà sempre così. E perché?

Perché nei prossimi anni, le annate dei baby boom entrano nell’età del pensionamento. Hanno un’altra idea di se stessi e altre scale dei valori rispetto ai loro predecessori. Coloro che nacquero tra il 1945 e il 1953 crebbero in un tempo in cui, erano di centrale importanza individualismo, autodeterminazione e libertà di decisione. È una generazione, che è meglio formata e anche più sana. Inoltre le donne si sono emancipate dagli uomini. È una generazione «più politicizzata», che non si lascia costringere nelle retrovie.

foto Pia Neuenschwander

Quale mezzo di trasporto prediligono gli anziani?

«Sarebbe un bene familiarizzare i conducenti anziani con auto dotate di assistenza alla guida»

Gli automobilisti anziani aumentano, sono un problema per la sicurezza stradale?

I nati durante il baby boom vogliono rimanere attori a pieno titolo della società e la successiva generazione di pensionati di certo continuerà su questa strada. È compito anche della società di cambiare e di venire incontro ai nuovi bisogni.

Le statistiche mostrano che sono soprattutto i giovani automobilisti a essere coinvolti in incidenti. Gli anziani sono più prudenti. Riducono i rischi, evitando di guidare l’auto in zone sconosciute o sull’autostrada o in caso di cattivo tempo e oscurità. E riescono meglio dei giovani a separare l’alcool dal volante.

In che modo?

Un problema sono le ore di punta del traffico pendolare. Per distribuire la mobilità su tutta la giornata, si dovrebbe introdurre più flessibilità nel mondo del lavoro. E non insistere con orari di lavoro fissi, in cui ognuno comincia alle 8 e termina alle 17.30. Le imprese dei servizi sono quelle che sono maggiormente in grado di adottare tempi di lavoro differenziati e il telelavoro.

Ma nella terza età c’è però il problema del consumo di farmaci…

È un problema da non sottovalutare, dato che determinati farmaci possono pregiudicare la percezione e diminuiscono la capacità di reazione. I medici devono sensibilizzare di più i pazienti su questo rischio e far appello al loro senso di responsabilità. Una campagna di prevenzione in questa direzione potrebbe essere presa in considerazione.


27 ottobre 2011 | touring 18 | primo piano

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Pasqualina Perrig-Chiello si chiede: «Perché non coinvolgere anche gli anziani nell’elaborazione delle infrastrutture?»

Si dovrebbe obbligare gli anziani a prendere lezioni di guida?

Ma perché solo i conducenti anziani? C’è gente che si siede al volante dopo un’interruzione di diversi anni. Anche questi avrebbero bisogno di rinfrescare la pratica. Sono necessarie misure di promozione?

Sarebbe bene far familiarizzare gli anziani conducenti che hanno bisogno di assistenza alla guida. In questo modo si possono concentrare sul traffico e non devono faticare con il comando degli strumenti di bordo. Ma ciò che gli aiuterebbe molto sarebbe un adattamento dell’infrastruttura dei trasporti. Cosa intende in concreto?

Mi sembra importante ridurre la complessità e la velocità del traffico: i pedoni più anziani non ce la fanno più ad attraversare

«Un adeguamento delle infrastrutture aiuterebbe molto gli anziani» la strada perché le fasi verdi del semaforo sono troppo brevi, le porte del bus si richiudono dopo pochi secondi e i distributori automatici dei biglietti sono troppo complicati ecc. Quale soluzione propone?

Perché non coinvolgere gli anziani nell’elaborazione dell’infrastruttura? Potrebbero testare se i distributori automatici di biglietti sono di facile utilizzazione. Un altro punto importante riguarda la costruzione degli spazi abitativi: non dovrebbero venire costruiti appartamenti senza che ci sia un collegamento parallelo con i mezzi di tra-

sporto pubblici. Un criterio che invece spesso è trascurato e così capita che ci siano zone residenziali in cui la gente è completamente dipendente dalle auto. E se un anziano non ha più la licenza di guida, allora è un dramma. Come s’immagina il suo pensionamento?

Come tanti altri, desidero fare tutte quelle cose per cui durante la mia vita lavorativa non ho avuto tempo. Viaggiare, uscire, andare a teatro. Penso che in pensione sarò molto attiva.

«

Intervista: Jacques-Olivier Pidoux * Pasqualina Perrig-Chiello è professoressa all’Università di Berna e ha pubblicato vari studi sulle fasi della vita, specie sull’età del pensionamento; si consulti pure www.mobilityacademy.ch. Ha anche scritto il saggio «Die Babyboomer – eine Generation revolutioniert das Alter» (NZZ-Verlag, Zurigo).



27 ottobre 2011 | touring 18 | primo piano

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Una vita senza incidenti A 86 anni Willy Christen guida ancora regolarmente l’auto. E vorrebbe continuare a sedere al volante fintanto che la salute glielo permetterà.

› Ai tempi in cui Willy Christen prese lezio-

L’importante è arrivare | Ancora oggi, a

volante ancora per i prossimi due anni, salute permettendo. Ci tiene comunque a non essere in alcun caso un ostacolo sulla strada e a rimanere un buon conducente: per questo frequenta ogni anno il corso del TCS «Guidare oggi» (v. box) e ogni anno si fa visitare dal medico generico e dall’oculista. Ma Willy Christen fa addirittura più di ciò che è richiesto dalla legge: infatti, dal compimento dei 70 anni le visite di controllo dal medico sono obbligatorie, ma solo ogni due anni. Tuttavia, per il veterano del Touring Club Svizzero le visite dal medico e i corsi di guida sono importanti: «Mi danno la conferma che sono ancora in grado di guidare». Anche perché invecchiando, gli esami sono diventati sempre più severi.

86 anni, Willy Christen guida volentieri l’auto. «Ma ormai l’obiettivo è il tragitto. La cosa più importante – spiega – è arrivare a destinazione bene e in buona salute». Il poliziotto in pensione desidera sedere al

Solo nel traffico locale | Willy Christen ha bisogno dell’auto soprattutto per il traffico locale, ad esempio per la visita settimanale al centro fitness o per le regolari gite

ne di guida, l’ora con il maestro costava 14 franchi. L’esame per la patente lo sostenne nel giugno del 1952, dopo nove lezioni di pratica e due di teoria. Dopo ormai 60 anni da automobilista, il baldo pensionato è in circolazione senza aver mai avuto neppure un incidente. In tutta la sua vita ha solo dovuto pagare tre multe, perché negli anni della gioventù pigiava un po’ troppo sull’acceleratore. Per lui guidare è sempre legato a un sentimento di gioia. In qualità di socio del TCS ha seguito regolarmente numerosi corsi, di preferenza i corsi antisbandamento a Stockental.

al vicino laghetto, dove da 50 anni si dedica alla pesca. Non percorre tragitti più lunghi: «È troppo faticoso, la concentrazione non è più quella di una volta». Ci sono naturalmente dei momenti in cui Willy Christen non tocca l’auto. Ad esempio quando si incontra con gli amici per bere una birra. E se non si sente bene, allora rimane in ogni caso a casa.

Sempre in Peugeot | Per l’86enne le auto sono molto importanti: negli anni di gioventù, Christen ha comprato ogni anno una Peugeot. Il suo ultimo veicolo, una Peugeot 407, l’ha comprata nel 2005. Il fatto che abbia circolato ormai per 60 anni senza aver mai avuto un incidente, non è dovuto al caso: Willy Christen si tiene sempre aggiornato sul tema delle regole della circolazione. I documenti che ottiene ai corsi del TCS sono ben classificati e vengono consultati regolarmente per ripetere la lezione. «Anche nelle rotonde sono sempre in chiaro sul da farsi». Alla domanda su cosa si può migliorare nella mobilità per i pensionati, Willy Christen è però un po’ indeciso: «Non tutte le persone anziane hanno le stesse abitudini. Ognuno deve decidere per sé, senza diventare un ostacolo per la circolazione stradale», spiega. L’importante è adattarsi alle circostanze della quotidianità.

Nadia Rambaldi

Nadia Rambaldi

Guidare l’auto oggi

Nella vita quotidiana di Willy Christen l’automobile gioca ancora un ruolo importante.

Anche i conducenti con una lunga pratica al volante si possono trovare confrontati con situazioni difficili – il corso del TCS «Guidare oggi» aiuta ad affrontare questi casi (informazioni: www. tcs.ch > Corsi). I maestri di guida esperti aggiornano i partecipanti al corso nella teoria e nella pratica. Con un’uscita in auto, un esperto mostra al conducente i suoi punti forti e deboli. Il Fondo per la sicurezza stradale ricompensa i partecipanti di 65 anni e oltre con un rimborso di 50 franchi. All’iscrizione, indicate il numero della licenza di condurre. Ulteriori informazioni e iscrizioni ai corsi «Terza età» e «Generazione 70+» direttamente presso la Sezione Ticino del TCS: tel. 091 935 91 21 oppure al sito www.tcs-ticino.ch nr/tg


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27 ottobre 2011 | touring 18 | società e mobilità

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il consulente Urs-Peter Inderbitzin

Mathias Wyssenbach

Stop al passaggio a livello se la luce rossa lampeggia

Ormai i pedoni non sono più completamente al sicuro neppure sul marciapiede.

In città i pedoni si sentono minacciati Spesso i pedoni non sono più sicuri sul marciapiede. Una risoluzione di «Mobilità pedonale» richiama l’attenzione sul loro disagio. Il TCS si appella innanzitutto alla ragione.

› È una situazione che chi è in giro come

semplice pedone sui marciapiedi delle città vive di continuo: molto spesso questi spazi riservati ai passanti diventano insicuri. Se un tempo erano gli skate-boarder a provocare arrabbiature, ora è la massa di ciclisti che invadono il marciapiede facendo lo slalom tra i pedoni. E giustificano queste manovre avanzando, addirittura, l’argomento che circolare sulla strada è troppo pericoloso. E anche due ruote molto in voga come il «Segway» approdano improvvisamente sui marciapiedi riservati di regola ai pedoni. Ci sono, poi, automobilisti che non rispettano i diritti dei pedoni e parcheggiano illegalmente sul marciapiede, specialmente là dove i posteggi non sono delimitati con precisione, vale a dire soprattutto negli agglomerati urbani.

Falsa tolleranza | L’associazione mantello «Mobilità pedonale Svizzera», ha adottato di recente una risoluzione contro «la crescente tendenza ad aprire alle biciclette marciapiedi e passerelle pedonali, dove addirittura si tollerano i veicoli a motore». Mobilità pedonale Svizzera sostiene gli sforzi per promuovere la circolazione sia a piedi che in bicicletta. Tuttavia, in molti luoghi la situazione è sfavorevole ai pedoni.

Ne consegue che le sempre più numerose bici elettriche e altri nuovi veicoli occupano i marciapiedi. «I marciapiedi e le passerelle pedonali devono restare riservate ai pedoni», si afferma nella risoluzione.

L’opinione del TCS | Il dipartimento della Sicurezza Stradale del Touring Club Svizzero ha elaborato sul tema qualcosa di conciliante e pragmatico: «Un confronto tra i differenti attori della mobilità non porta a niente; al contrario, la considerazione reciproca è ancora sempre il miglior mezzo, anche per evitare i conflitti sul marciapiede», afferma l’ingegnere del traffico del TCS Olivier Caspar. E per quanto riguarda il veicolo di moda «Segway» è dell’opinione che, mezzi di trasporto del genere, che procedono molto lentamente, sono molto pericolosi sulla strada. Di recente queste leggere due ruote motorizzate, sulle quali si sta in piedi, sono state ammesse sulle ciclopiste. hwm

Info Touring Quali esperienze fate come utente della strada in rapporto ai marciapiedi? Vi arrabbiate anche voi con i ciclisti che circolano sui marciapiedi? Oppure con gli automobilisti che disturbano i pedoni? Scriveteci in modo succinto per e-mail: touring@tcs.ch. Oppure per posta: Redazione «Touring», Marciapiedi, Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna.

Il «rosso» nel traffico stradale significa: fermarsi subito. Ad un semaforo situato nei pressi di un passaggio pedonale ciò è chiaro per ogni automobilista. Chi viene «pizzicato» a non rispettare il rosso paga una multa di 250 franchi. Se poi la trasgressione causa un incidente, la faccenda diventa ancora più costosa e può scattare il ritiro della patente. In che modo ci si debba invece comportare di fronte alla luce rossa lampeggiante di un passaggio a livello ferroviario è invece oggetto di dibattito. Se ci si avvicina ad un passaggio a livello e la luce inizia a lampeggiare, anche in questo caso è ovvio a tutti i conducenti che non è più permesso attraversare i binari e che si deve attendere fintanto che si riaprono le barriere. Ma come occorre comportarsi una volta che il treno è transitato, le barriere si alzano e la luce rossa continua a lampeggiare? Molti utenti della strada partono dalla convinzione che quando la barriera si sta alzando, con la dovuta prudenza sia già possibile attraversare i binari, anche se il semaforo rosso è ancora acceso. Motivo: il treno è passato, non sussistono altri pericoli e anticipare la partenza migliora la fluidità del traffico. Queste persone sono tuttavia fuori strada. Quanto meno secondo l’Ufficio federale delle strade (Ustra). Una sentenza del Tribunale federale in materia manca e le decisioni cantonali sono contraddittorie. In una recente direttiva dell’USTRA ai direttori delle polizie cantonali, viene ribadito: «La luce lampeggiante rossa significa ‹Stop›. Non ha alcuna importanza se essa accompagna una barriera che si sta chiudendo, è chiusa o si sta riaprendo. In ogni caso, qualsiasi veicolo potrà riprendere la marcia unicamente quando la luce rossa sarà spenta». Il TCS consiglia di seguire questa direttiva. Anche in questi casi, il mancato rispetto del semaforo rosso costa 250 franchi.

L’autore è giornalista giudiziario accreditato presso il Tribunale federale.


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società e mobilità | touring 18 | 27 ottobre 2011

La fortuna è sul retrovisore I gadget vanno e vengono, così come anche i portafortuna e gli accessori per automobili. Se il bassotto che dondola è ormai «out», oggi sono in voga gli angioletti, veri e propri talismani.

› La tigre di peluche, il bassotto che scodin-

zola, Elvis Presley che danza, corone del rosario, dadi portafortuna, angeli protettori, pietre curative oppure effigi di San Cristoforo, il santo protettore dei viaggiatori. Appesi o posati, fermi o in movimento, si trovano in automobile con lo scopo di portare fortuna ai conducenti, tenere a bada i cattivi influssi e trasmettere fiducia. Nelle culture del Sud-Est asiatico, ed anche in Sudamerica, questi talismani hanno un’importanza ancora maggiore rispetto all’Europa. Ma anche nel nostro Paese sono molto apprezzati come simboli di fortuna e di protezione. Ma cos’è un portafortuna ed è proprio vero che porta fortuna?

Talismano o accessorio? | Nella nostra società i portafortuna più diffusi sono il quadrifoglio, il cornetto, il ferro di cavallo oppure la coccinella. Ma non ci sono prove che dimostrino se portano o no fortuna: proprio per questo, ogni persona può scegliere il suo portafortuna ideale. E ogni oggetto importante può trasformarsi in un portafortuna, basta crederci. C’è allora chi appende allo specchietto retrovisore un angelo custode, il primo ciuccio del figlioletto oppure le sue prime scarpine. Ma c’è anche chi si affida agli accessori da abitacolo, come ad esempio il famoso bassotto che scodinzola e dondola la testa, un gad-

get che negli anni Settanta ha avuto un incredibile boom e che ha poi vissuto vari ritorni di fiamma. Allo stesso modo del bassotto che dondola, anche l’Elvis in miniatura che ancheggia è stato un oggetto di ornamento per il cruscotto o la mensola dell’auto. Ma chi adorna il proprio veicolo con questi accessori, lo fa meno per ragioni spirituali e più per un vezzo estetico. Anche le collezioni di animali di peluche sulla mensola del cruscotto sono piuttosto l’espressione di una passione per il collezionismo.

Preferiti i peluche | Per sapere cosa preferiscono istallare gli svizzeri nell’auto, ci si deve rivolgere ai garagisti che ogni giorno possono dare un’occhiata a decine di veicoli. Da una ricerca presso i garagisti della regione di Berna risulta che gli animali di peluche di tutti i tipi sono in cima alla lista degli accessori. In genere vengono appesi allo specchietto retrovisore oppure siedono allacciati con la cintura sul sedile posteriore di conducenti in genere di sesso femminile. La clientela mediterranea – italiani, spagnoli e portoghesi – predilige invece gli accessori religiosi come le immagini di Gesù, croci e angeli. Dal canto loro gli svizzeri preferiscono gli accessori standard come l’immagine di un quadrifoglio o di un fiore con la frase «Guida con prudenza». Se il


27 ottobre 2011 | touring 18 | società e mobilità

boom del bassotto è ormai passato, oggi sono più in voga talismani spirituali come gli angioletti. Mentre ciò che ormai proprio non si vede più – e non si vedrà mai più – è la coda di volpe. Qualcosa che dà più nell’occhio e che ha pure un valore spirituale è il cosiddetto «acchiappasogni» degli indiani del Nord America. Il cliente di un garage lo ha attaccato allo specchietto retrovisore per tenere lontani gli «spiriti cattivi». Un altro ha ornato il suo abitacolo con le piume degli Indiani americani, infilandole nelle fessure dell’aerazione e nel portacenere. Anche l’effige di San Cristoforo ha decisamente più valore spirituale degli animaletti di pezza o dei cagnolini: non un oggetto ornamentale, bensì un vero santo cristiano, spesso rappresentato come un gigante munito di lancia con in braccio Gesù Bambino, che è molto popolare proprio perché protegge i viaggiatori. La sua effige apposta sul veicolo ha la funzione di benedizione e di ricordare al conducente la responsabilità che porta. Un ulteriore accessorio cristiano è il rosario, che viene spesso attaccato al retrovisore interno.

Sicurezza innanzitutto | È un bene essere continuamente resi attenti alla propria responsabilità al volante: ma la sicurezza dipende soprattutto dal proprio comportamento e non dai portafortuna. Lo psicologo del traffico Uwe Ewert, responsabile della consulenza all’Ufficio prevenzione infortuni (upi), dubita che gli incidenti pos-

sano essere scongiurati dagli amuleti: «I migliori portafortuna siamo noi stessi – sottolinea – grazie ad un comportamento ligio al codice della strada e ad una buona dose di prudenza». I problemi sorgono quando si delega la responsabilità di una guida sicura ad un talismano: «Si ha la sensazione di essere protetti da una forza superiore, che si può influenzare attraverso la mediazione di un portafortuna», spiega Uwe Ewert. Ornare l’auto con un amuleto è ritenuto, comunque, legittimo dallo psicologo, secondo il quale in definitiva ci si deve sentire bene nella propria automobile. «L’importante è però che i talismani siano ben fissati e non ostruiscano la visuale». Stando a Toni Keller, responsabile del dipartimento Tecnica & Economia del TCS, i talismani allo specchietto retrovisore non devono in alcun modo limitare la vista. A riguardo però non esistono disposizioni sulle dimensioni da rispettare. Sulla mensola comunque non dovrebbe essere messo niente per questioni di sicurezza. «Quando è qualcosa di leggero e di morbido, come ad esempio un tappeto o un animaletto di pezza, non ci sono problemi dal lato della sicurezza». Non appena ci sono oggetti pesanti o duri può, però, diventare molto pericoloso: «Nel caso di uno scontro, gli oggetti vengono catapultati in avanti, e già ad una velocità di 50 km/h raggiungono 50 volte il loro proprio peso», sottolinea Toni Keller.

Nadia Rambaldi

Pietre come salutari compagni di viaggio Anche le pietre curative sono predilette dagli automobilisti. Chi ci crede, è pronto a scommettere sulla loro efficacia, ma non ogni persona reagisce allo stesso modo alle pietre curative: dipende sempre da quanto una persona è rilassata o stressata. Ci sono però alcuni classici tra le pietre curative che, grazie al loro effetto calmante, aumentano la capacità di concentrazione e sono dunque adatte come pietre da viaggio. La pietra più tipica e nota è il turchese. Ha un effetto riequilibrante e incoraggiante, protegge da influssi esterni e dunque aiuta a raggiungere la meta sani e salvi. Inoltre agisce contro la stanchezza. Spesso il turchese viene combinato con una pietra per la concentrazione come l’ametista. Le pietre nere in genere agiscono come filtri, purificano e favoriscono una sensazione di relax. La tormalina nera, ad esempio, favorisce il recupero dell’energia vitale e aiuta a pensare in modo chiaro e razionale. Minerali chiari come i cristalli agiscono sulla mente

aiutandola a rimanere sveglia. Le pietre verdi e viola agiscono soprattutto sull’occhio calmandolo. La giada verde crea un equilibrio tra calma ed eccitazione e regola i nervi. La fluorite viola produce stabilità emotiva e gioia interiore e aiuta in caso di difficoltà di concentrazione. Alcune pietre producono un effetto solo quando vengono portate indosso dal conducente, al meglio direttamente sulla pelle, sotto forma di braccialetto o collana. Ad esempio la dumortierite: aiuta a prendere la vita con più leggerezza e riduce le paure e il nervosismo. L’occhio di falco, portato a contatto con la pelle, aiuta a mantenere uno sguardo distaccato in caso di situazioni complesse e aiuta a prendere decisioni. È anche un ottimo compagno di viaggio per i bambini e le donne incinte dato che allevia la nausea e il vomito. nr www.ferdelance.ch

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27 ottobre 2011 | touring 18 | società e mobilità

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Non far soffrire gli animali feriti Nei mesi autunnali, con il rapido calare del buio, il rischio di rimanere coinvolti in un incidente con la selvaggina è al massimo. L’importante è annunciare ai guardacaccia ogni scontro, in modo da non far soffrire inutilmente gli animali.

tener conto che in ogni momento – giorno e notte – la selvaggina potrebbe trovarsi di colpo sulla carreggiata. Sui tratti contrassegnati con il segnale «passaggio di selvaggina» si deve adattare la velocità e tener d’occhio il ciglio della strada. «Ma, quando si ha sfortuna e l’animale sbuca davanti al veicolo, è praticamente impossibile evitare lo scontro», afferma il guardacaccia zurighese Stefan Dräyer. In questo caso, si deve frenare a fondo, tenendo ben saldo il volante e rimanendo in traiettoria. Per motivi di sicurezza, ci si deve astenere dal tentativo di schivare l’animale. Un incidente come questo può capitare a ognuno. L’importante è comportarsi poi correttamente: prima di tutto si deve mettere in sicurezza il luogo

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ald

› In prossimità dei boschi si deve sempre

Ogni incidente con la selvaggina deve essere notificato immediatamente alla polizia.

dell’incidente con i lampeggianti d’emergenza e l’apposito triangolo. «Subito dopo si deve informare la polizia al numero 117 e avvisare il guardacaccia locale», spiega Dräyer. Se l’animale è rimasto sulla strada, è meglio allontanarsi per non renderlo ancora più inquieto. Nel caso in cui scomparisse nel bosco, non si dovrebbe in alcun modo mettersi alla sua ricerca, bensì limitarsi a indicare la direzione di fuga al guardacaccia, che lo seguirà con il cane per farlo smettere di soffrire abbattendolo. «La ricerca della selvaggina – spiega Dräyer – ha successo soprattutto quando si sa dove l’incidente è accaduto precisamente». Per questo motivo, conviene rimanere sul luogo sino a che arriva la polizia o il guardacaccia. Per i conducenti, un incidente con la selvaggina rappresenta uno stress. «È dunque importante – precisa Dräyer – annunciare ogni collisione, per poi venire assistiti e sostenuti anche dal lato emozionale». Inoltre, gli incidenti con animali selvatici devono essere notificati alla polizia, in caso contrario si rischia una denuncia. nr


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test e tecnica | touring 18 | 27 ottobre 2011

Bambini in auto: non è evidente › Scovare l’auto ideale che può accogliere diversi seg-

giolini per bambini non è la cosa più facile del mondo. Nessuna delle 17 familiari esaminate durante un test comparativo del TCS ha convinto pienamente. Apportando alcune modifiche a livello delle cinture, i modelli Citroën Berlingo, Fiat Freemont e VW Caddy potrebbero tuttavia concorrere per la valutazione «molto consigliata». Nel bilancio finale, la maggior parte dei modelli permettono di trasportare 3 bambini, o perfino quattro sui tragitti brevi. Su 9 veicoli è facile istallare due seggiolini di taglia diversa sulla panca posteriore; 11 veicoli accolgono dispositivi di trattenuta senza limiti di taglia sul sedile del passeggero anteriore. Questo test ha inoltre rivelato diverse lacune: istruzioni d’uso complicate o restrittive, accessibilità insufficiente agli ancoraggi Isofix e ai ganci addizionali (top tether), come pure la lunghezza insufficiente delle cinture. In conclusione si raccomanda di fare un tragitto di prova con bambini e dispositivi di trattenuta prima di scegliere un veicolo. Il TCS ha, inoltre, effettuato un test complementare di 10 seggiolini per bambini. Risultati e dettagli su www.infotechtcs.ch, dove si può pure ordinare l’opuscolo gratuito «Seggiolini auto 2011». MOH/TCS c+p

Alfa Romeo Giulietta

Audi A4 Avant BMW 3 Touring

Chevrolet Orlando

Citroën Berlingo

Fiat Freemont

Vantaggi

– trasporto – trasporto – buona – trasporto – spazio suffi- – trasporto di 3 bambini di 3 bambini disponibilità di 3 bambini ciente per di 3 bambini sulla panca sulla panca di spazio sulla panca 3 bambini sulla panca posteriore posteriore per posteriore sulla panca posteriore possibile possibile 2 bambini possibile posteriore possibile con con riserva con riserva sulla panca con riserva – 3a fila fornita riserva posteriore – 3a fila in opzione – 3a fila fornita fornita – accesso di serie di serie facilitato – rialzo del grazie sedile fornito alle porte di serie laterali scorrevoli – sedile passegSvantaggi – sedile pas- – 1cinture – 1cinture – mancanza – cinture di sicurezza seggero uti- di sicurezza gero non di sicurezza gancio utilizzabile per lizzabile con posteriori addizionale posteriori posteriori abbastanza riserva per troppo corte (top tether) troppo corte un bambino – 1cinture un bambino – cinture corte – cinture di sicurezza – sedile di sicurezza di sicurezza posteriori mediano posteriori posteriori abbastanza non adatto troppo corte abb. corte corte ai bambini 852 490 460 Vol. bagagliaio (l)2 350 675 540 Nota globale 11133 11133 11133 11133 11133 11133 1 2

La lunghezza della cintura è un criterio per la nota globale Volume utile del bagagliaio in configurazione a 5 posti

Brillante sette posti Opel Zafira Tourer Il nuovo concetto di modularità è l’asso nella manica della terza generazione della Zafira e l’orgoglio della casa di Rüsselsheim. Il sistema dei sedili si lascia adattare in modo intuitivo con poche manipolazioni e offre una vastità di composizioni. La seconda fila è ora composta di serie da tre sedili singoli, che possono essere spostati o ribaltati verso il centro del veicolo oppure in avanti. Il sedile centrale può addirittura trasformarsi in un ampio bracciolo, creando un piacevole ambiente in stile lounge che offre ai passeggeri posteriori molto spazio. La terza fila si compone invece di due sedili individuali, che possono essere completamente inseriti nel pavimento del bagagliaio. Nella disposizione a cinque posti, la Zafira Tourer ha un vano bagagli di 710 litri che in caso di ribaltamento della seconda fila di sedili, aumenta a 1860 litri con un piano di carico completamente piatto. Per quanto riguarda gli interni non c’è nulla da eccepire, cosa che si conferma anche per l’aspetto esteriore: la monovolume rivisitata fa bella mostra di sé con i suoi quasi 20 cm di maggior lunghezza rispetto alla versione precedente, che Opel mantiene nella gamma con il nome Zafira Enjoy. Particolarmente piacevoli i fari a forma di boomerang, già inaugurati sull’Ampe-

Fuori elegante e sportiva, dentro offre grande modularità: la nuova Opel Zafira Tourer.

ra, che danno al muso della vettura un aspetto più deciso. Le linee scorrevoli della Zafira Tourer le conferiscono inoltre un aspetto elegante e sportivo. Il motore 2.0 CDTI common-rail turbodiesel, con sistema start-stop di serie e 165 CV, fa bene il suo dovere e, tutto sommato, registra consumi ridotti. Interessanti anche i numerosi sistemi di assistenza, che purtroppo sono tutti proposti in opzione. La Zafira offre, infatti, su richiesta un sensore di distanza, un sensore an-

ticollisione, un sistema per la frenata d’emergenza, un’assistenza al parcheggio e un pacchetto di luci di sicurezza, per citarne soltanto alcuni. Rivisto integralmente anche il portabici integrato, che può portare 4 biciclette, di cui due elettriche, senza limitazioni di velocità. nr Tecnica: monovolume compatta; 7 posti; lunghezza: 4,65 m; bagagliaio: 152–1860 l Motori: 1.4 benzina turbo 120/140 CV, 2.0 diesel 110/130/165 CV Prezzi: da 29 100 fr. (1.4 turbo) a 37 300 fr. (2.0 CDTi). Ottenibile dal 10 dicembre.


27 ottobre 2011 | touring 18 | test e tecnica

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trovare la familiare perfetta Ford Focus

Ford Grand C-MAX

Honda Jazz

– trasporto – trasporto – trasporto di 3 bambini di 3 bambini di 3 bambini sulla panca sulla panca sulla panca posteriore posteriore posteriore possibile con possibile con possibile con riserva riserva riserva – 3a fila fornita in opzione – accesso facilitato grazie alle porte laterali scorrevoli – cinture – cinture – istruzioni di sicurezza di sicurezza d’uso non posteriori posteriori molto chiare abbastanza abbastanza corte corte

363 11133

475 11133

337 11133

Mazda 5

Mercedes-Benz classe C break

– trasporto di 3 bambini sulla panca posteriore possibile con riserva – 3a fila fornita in opzione – accesso facilitato grazie alle porte laterali scorrevoli – sedile passeggero utilizzabile con riserva per un bambino – airbag passeggero non disattivabile

– trasporto – buona – buona – trasporto – buona – spazio suffi- – trasporto di 3 bambini disponibilità disponibilità di 3 bambini disponibilità ciente per di 3 bambini sulla panca di spazio per di spazio per sulla panca di spazio per 3 bambini sulla panca posteriore 2 bambini 2 bambini posteriore 2 bambini sulla panca posteriore possibile con sulla panca sulla panca possibile con sulla panca posteriore possibile con riserva posteriore posteriore riserva posteriore – 3a fila fornita riserva – seggiolini in opzione – seggiolini integrati in – accesso integrati in opzione facilitato opzione (categorie grazie (categorie da I a III) alle porte da I a III) laterali scorrevoli – sedile pas– sedile passeg- – sedile – sedile media- – mancanza seggero utigero utilizza- mediano non no utilizzabile gancio lizzabile con addizionale bile con omologato con riserva riserva per (top tether) riserva per per i bambini – istruzioni un bambino – cinture un bambino d’uso non – cinture di sicurezza – sedile molto chiare posteriori posteriori mediano non abbastanza abbastanza omologato per corte corte i bambini 485 750 402 560 429 603 633 11133 11333 11133 11133 11133 11133 11133

892 11133

Opel Antara

Peugeot 508 SW

Skoda Superb break

Subaru Trezia

VW Caddy

VW Passat Variant

Valutazione TCS: 11111 eccellente (adatto per 4 bambini in totale, con 3 bambini sulla panca) 11113 molto consigliato (adatto per almeno 3 bambini di cui 2 sulla panca posteriore) 11133 consigliato (adatto per 3 bambini o parzialmente per 4 bambini) 11333 consigliato con riserva (adatto per 2 bambini sulla panca) 13333 non consigliato (parzialmente adatto per 1 bambino)

Renault Fluence Z.E. La berlina Fluence e il furgoncino Kangoo Z.E. (Zero Emissioni) inaugurano la gamma elettrica di Renault. Derivata dalla versione termica prodotta in Turchia, la Fluence Z.E. differisce per la maggior lunghezza di 13 cm voluta per mantenere una spaziosità accettabile del bagagliaio. Infatti la batteria al litio è alloggiata dietro i sedili posteriori. Pesante 280 kg, produce una ripartizione dei carichi anteriore/posteriore inedita di 45/55%. Questa familiare appesantita (1,6 t) ma dal baricentro abbassato, non è tuttavia troppo goffa. Senza traboccare di potenza, il motore elettrico da 95 CV dalla coppia disponibile in permanenza offre accelerazioni sufficientemente toniche per permettere i sorpassi. Piacevoli il silenzio a bordo – il motore emette solo un leggero sibilo – e la morbidezza del motore, tanto più che il riduttore, simile ad un cambio automatico, evita al conducente di cambiare marcia, potendosi quindi concentrare sull’autonomia. Una barra graduata informa sullo stato di carica e un computer calcola diversi parametri tra i quali anche l’autonomia restante. Di fabbrica questa è fissata a 185 km, ma nella pratica varia da 80 a 200 km. La ricarica avviene di preferenza attraverso un’apposita presa istallabile nel luogo di parcheggio del veicolo oppure tramite

foto ald

La fata elettrica pronta a rapirvi

La Renault Fluence si ricarica in 6-8 ore attraverso un impianto istallabile a domicilio.

un cavo, che tuttavia richiede più tempo (da 10 a 12 ore). A parte il vano bagagli ridotto, abitacolo e ampio equipaggiamento sono equiparabili alla versione termica. La Fluence Z.E. seduce per il prezzo abbordabile al quale occorre aggiungere il noleggio delle batterie. Renault le cambia appena il tasso di carica scende sotto il 75%. Molto riuscita, questa berlina presenta una carrozzeria a tre volumi non molto in sintonia con i gusti elvetici. Di fatto, l’era dell’automobile elettrica

prenderà avvio con la compatta Zoe, un progetto interamente elettrico. Nel frattempo la versione 5 posti della Kangoo Z.E. (60 CV) – con la stessa tecnologia della Fluence – ha le caratteristiche per essere il perfetto sostituto delle SUV per portare i bambini a scuola... MOH Tecnica: berlina; 5 posti; lunghezza: 4,75 m; bagagliaio: 317 l Motore: elettrico 95 CV, 226 Nm; batterie agli ioni di litio; ricarica in 6–8 ore; autonomia (ciclo misto) 185 km Prezzi: da 31 200 fr.; noleggio batterie da 95 fr./mese; sistema di ricarica a domicilio 1499 fr.; da fine gennaio.




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test e tecnica | touring 18 | 27 ottobre 2011

City-car gonfiata dal turbo Vettura mondiale prodotta in India, la Nissan Micra propone un’interessante soluzione tecnica, compreso un turbocompressore.

foto MOH

› La quarta generazione della Micra è mossa da un 3 cilindri po-

Calandra a doppio trapezio e carrozzeria dal design ricercato: la Kia Picanto di seconda generazione si è trasformata in una mini city-car stuzzicante.

Benvenuta alla corte delle grandi La Kia Picanto si affranca dal suo status di micro city-car di base puntando sul comfort di marcia e un ampio equipaggiamento.

› Finiti i tempi del muso innocente e lo sguardo da rana: l’ultima

generazione della Picanto entra in una nuova era e rivela contorni quasi di tendenza. L’allestimento sobrio e i materiali più ricercati della plancia di bordo sono un tutt’uno, ad ulteriore dimostrazione che questa piccola Kia non ha più nulla della spoglia mini city-car di prima. In grado di accogliere fino a 5 persone, offre l’impressione di grande spaziosità davanti, mentre dietro l’abitabilità è nella norma. La lunghezza aumentata di 6 cm va a beneficio del bagagliaio il cui volume sale a 200 l. Nella media della categoria, questo vano offre un ampio volume utile e un fondo piatto se si procede al ribaltamento, un po’ laborioso, dei sedili posteriori. La Picanto innova anche in fatto di sospensioni, sorprendentemente confortevoli. Progressivi ma più morbidi, gli ammortizzatori offrono un tocco di piacevolezza in autostrada, senza nuocere al comportamento. Insieme al tre cilindri discreto, fanno fare a questa micro city-car buona figura nei lunghi tragitti. Unico neo: le riprese sono affannose. Il motore gira con dolcezza ed è più a suo agio in ambito urbano, dove se ne apprezza la docilità e l’efficace sistema start-stop. Ciononostante si rimane lontani dai 4,1 l/100 km del ciclo misto. Come nelle attese, la Kia Picanto è ben equipaggiata e la versione Style aggiunge delle finezze quali la climatizzazione automatica, i cerchi in lega, e, inedito, un volante riscaldabile. Il tutto con 7 anni di garanzia. MOH

tenziato da un turbocompressore e la versione DIG-S ha carattere da vendere. Presente a tutti i regimi, questo motore reattivo permette una guida morbida in ambiente urbano, ma diventa assai estroverso non appena viene sollecitato a fondo. Il suo ronzio contenuto diventa subito un sonoro turbinio e la city-car di piccolo formato attacca con energia la strada. In questo caso, il telaio piuttosto posato fa un po’ fatica a contenere il rollio, quanto basta per ricordarci che la Micra non ha nulla di una sportiva, malgrado il suo temperamento e la relativa rigidezza delle sospensioni. Dotata della funzione start-stop, la Micra DIG-S punta a basse emissioni di CO2. Anche in questo caso però, i consumi superano allegramente i 4,3 l/100 km annunciati. L’abitacolo con le sue plastiche dure non è certo tra i più accoglienti ma emana una certa originalità. Gli occupanti dietro approfitteranno dell’ampio spazio per le gambe, mentre il bagagliaio, di buona capacità, si ingrandisce considerevolmente piegando il sedile posteriore semplicemente a portafogli. In contrasto con la sua vocazione mondiale, questa Micra non lesina sulla tecnologia. Oltre a comodità quali la climatizzazione automatica e la chiave intelligente, la versione Tekna monta un navigatore a schermo tattile e un’assistenza che misura la lunghezza dei parcheggi. Va precisato che la versione turbo ha un sovrapprezzo di 2000 fr. L’equivalente di un diesel, motorizzazione alla quale Nissan ha rinunciato, vista la potenza offerta dal compressore. MOH

Positivo: motore scattante, carattere giocoso, spazio per le gambe dietro, volume e modularità del bagagliaio, equipaggiamento completo e innovativo Negativo: consumi deludenti, ammortizzatori un po’ rigidi, interno spartano e con molta plastica, leva del cambio. Tecnica: city-car; 5 porte, 5 posti; lungh. 3,78 m; bagagliaio: 265 l; 3 cil. 1,2 l a iniezione diretta turbocompressa, 98 CV, da 142 Nm a 4400 giri/min; cambio a 5 marce; da 0 a 100 km/h in 11,3 s Consumo in prova: 6 l/100 km, autonomia: 683 km; emissioni CO2: 95 g/km Prezzo: 23 990 fr. (1.2 DIG-S Tekna).

Positivo: design affermato, comfort di marcia, ampio equipaggiamento di sicurezza e di comfort, sistema start-stop di serie, bagagliaio più voluminoso Negativo: accelerazioni blande, consumi superiori ai dati di fabbrica, pessima ricezione radio. Tecnica: micro city-car; 5 porte, 5 posti; lunghezza: 3,60 m; bagagliaio: 200 l; 3 cilindri 1 l benzina, 69 CV, 95 Nm a 3500 g/min; cambio 5 marce manuale, da 0 a 100 km/h in 14,4 s Consumo in prova: 6,3 l/100 km, autonomia: 555 km, emissioni di CO2 (fabbrica): 95 g/100 km Prezzo: 17 950 fr. (1.0 CVVT Style).

La Nissan Micra si distingue per il suo profilo arcuato e il suo spoiler posteriore. Sotto il cofano, il tre cilindri turbocompresso si rivela esplosivo.



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test e tecnica | touring 18 | 27 ottobre 2011

Piccola italiana con grande stile La Lancia Ypsilon porta più lusso nel segmento delle city-car, grazie alla sua convincente eleganza interna ed esterna. Test della versione 0.9 TwinAir Platinum. allo stile e all’eleganza. L’ultimo prodotto di Lancia è proposto come vero e proprio gioiello, con il motto: l’eleganza è un diritto e non una questione di prezzo. Ed è davvero bella, la nuova Ypsilon. Il delicato muso ricurvo, le fiancate sottili e il posteriore arrotondato ne fanno l’automobile perfetta per le donne, benché a livello di concezione Lancia avesse in mente altro. Anche gli interni, grazie ai materiali di pregio e gli spazi ben distribuiti sono convincenti. Come le versioni precedenti, anche l’ultima nata tra le Ypsilon è una perfetta city-car, che propone la confortevole novità delle cinque porte. Non è tuttavia tutto oro quel che luccica, poiché il premiato bicilindri di Fiat arriva in fretta al limite e non si adatta più alle ambizioni esclusive di autovettura compatta della Ypsilon. Inoltre, il motore consuma più di quanto previsto.

Da innamorarsi | La nuova collaborazione italo-americana s’intravede sulla Ypsilon, letteralmente a partire dalla punta del naso: la griglia cromata del radiatore è più grande e il frontale più muscoloso e compatto rispetto ai precedenti. Un cocktail Chrysler-Lancia, verrebbe da dire. Tuttavia a differenza di altre novità della Lancia, la Ypsilon resta una vera italiana. Le fiancate della city-car sono molto sciancrate, con un effetto importante sull’aspetto generale. Anche il posteriore arrotondato della compatta è estremamente piacevole. Lo spoiler e le caratteristiche luci posteriori ricurve offrono un tocco malizioso ed elegante. Una city-car da far innamorare. L’interno della Ypsilon è moderno e ben ordinato. La tipica strumentazione centrale di Lancia sfoggia un nero dei più profondi e risulta molto elegante, anche se poco visibile. Le strumentazioni principali si trovano al centro del cruscotto e non rientrano purtroppo nel campo visivo del conducente. I sedili misto stoffa-cuoio sono

molto belli da vedere, ma in fatto di finitura e tenuta manifestano qualche lacuna. La spaziosità della city-car di 3,84 metri (passo di 2,39 m) è davvero corretta e grazie alle due porte supplementari anche i due passeggeri dietro possono salire comodamente. Lo spazio per le gambe è sufficiente anche dietro, ma quello per la testa è invece un po’ limitato. Il volume del bagagliaio è nella norma della categoria, con 245 litri, e dovrebbe essere sufficiente per la tipologia d’impiego di questa compatta. Per aumentare il volume di carico, gli schienali dei sedili posteriori si possono ribaltare, anche se il piano di carico che si libera non risulta piatto. Una modularità un po’ antiquata per una macchina del 2011.

Motore crepitante | Le sospensioni della nuova Ypsilon sono molto orientate al comfort e assorbono bene le asperità. Fastidioso il sottofondo crepitante che la Lancia produce in fase di accelerazione. Ciò che sulla Fiat 500 risulta affascinante e malizioso, sulla lussuosa Lancia Ypsilon ha,

+ –

continua a pagina 27

Più o meno

foto Fabian Unternährer

› Via dal superfluo, ritorno all’essenziale,

Bel design, ricco equipaggiamento in materia di comfort e sicurezza, spaziosità corretta per la categoria, prestazioni del due cilindri, sospensioni, interni eleganti, prestazioni di garanzia, costi dei servizi.

Rotazione del motore, vibrazioni, rumorosità, consumi elevati, modularità, sostegno sedili anteriori insufficiente, proprietà di guida, innesti lunghi, sterzo indiretto, rapporti mal ripartiti, stabilità di guida in accelerazione.

La parte posteriore arrotondata è piacevole.


27 ottobre 2011 | touring 18 | test e tecnica

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La Lancia Ypsilon è un’elegante city-car che porta un po’ di lusso nel segmento delle compatte.

tabella comparativa Prezzo (fr.) Cilindrata (cc) Potenza (kW/CV) Coppia massima (Nm/min) Consumo (l/100 km) Rumore int. 120 km/h (dBA) Costi al chilometro (fr./km)3 Costi di manutenzione4 Test «Touring»

Lancia Ypsilon 0.9 TwinAir Platinum

Citroën C3 1.4i VTi Exclusive

Suzuki Swift 1.2 GL Top

VW Polo 1.4 Highline

23 390.– 875 63/85 145/2000 4,8 A2 72 –.55 11111 18/2011

25 550.– 1397 70/95 135/4000 5,81 B2 715 –.61 11113 7/20105

21 990.– 1242 69/94 118/4800 4,9 A2 72 –.54 11113 20/2010

25 570.– 1390 63/85 132/3800 5,91 C2 706 –.58 11111 14/20096

dati secondo l’importatore 2 efficienza energetica secondo l’importatore 3 costi di manutenzione per km (15 000 km/anno) 4 su 180 000 km (15 000 km/anno) 5 Citroën C3 1.6 VTi 6 VW Polo 1.2 Highline

1

La strumentazione centrale è bella, oltre che funzionale.



27 ottobre 2011 | touring 18 | test e tecnica

continua da pagina 24

Scheda tecnica 92 cm

152 cm

m 8c –7 56

passo 239 cm

cm 08 –1 88

104 cm

lungh. 384 cm (larg. 168 cm)

invece, un effetto piuttosto fastidioso. Ad alta velocità in autostrada il livello di rumorosità è invece accettabile. Niente da dire sull’equipaggiamento di serie, che è molto ricco. Anche i prezzi delle opzioni sono ragionevoli.

Potenza decorosa | Le prestazioni stra-

larghezza interna: ant. 139 cm, post. 134 cm bagagliaio: 245 litri pneumatici: 195/45 R 16, min. 175/65 R 14

VEICOLO PROVATO Lancia Ypsilon 0.9 TwinAir Platinum; 5 porte, 4 posti; 23 390 fr. (auto del test: 26 560 fr.) Gamma: dalla 1.2 8V, 69 CV (17 990 fr.) alla 1.3 Diesel Multijet, 95 CV (25 590 fr.) Opzioni: sistema di parcheggio (890 fr.), vernice metallizzata (600 fr.), pacchetto 5 posti (290 fr.), sensori di parcheggio post. (500 fr.) Garanzia: 3 anni/100 000 km di fabbrica, 3 anni mobilità; 8 anni antiruggine (condizioni) Importatore: Fiat Group Switzerland SA, 8952 Schlieren, www.fiatgroupautomobiles.ch DATI TECNICI Motore: 2 cilindri turbobenzina, 85 CV; trazione anteriore, cambio a 5 marce Peso: 1165 kg (auto del test), totale ammissibile 1455 kg, carico rimorchiabile 750 kg

dali del motore bicilindrico turbo sono sorprendenti. Dimostra una buona reattività, sale rapidamente di giri e offre alla Ypsilon una buona ripresa. Purtroppo, però, i rapporti sono leggermente lunghi e a regimi ridotti producono vibrazioni: i 50 km/h possono essere mantenuti senza vibrazioni soltanto in terza marcia. Il cambio è morbido, anche se i rapporti sono ripartiti in maniera piuttosto lunga.

Purtroppo con i suoi 6,3 litri su 100 km anche i consumi di benzina del premiato motore a due cilindri risultano decisamente superiori rispetto alle attese. La taratura delle sospensioni piuttosto morbida della Lancia la rende un po’ instabile su fondo stradale irregolare e in forte accelerazione occorre correggere la traiettoria con il volante. Lo sterzo offre, inoltre, poca sensibilità. Tuttavia, anche nelle curve prese ad alta velocità, consente di mantenere correttamente la traiettoria. La dotazione di sicurezza della Lancia Ypsilon risulta completa. Un lusso nella guida di tutti i giorni è rappresentato dal sistema di assistenza al parcheggio, che funziona davvero bene. Nel complesso la Ypsilon è un’agile city-car con un design eccezionalmente bello, che fa ampiamente dimenticare i deficit di una compatta. Nadia Rambaldi

Sui sedili posteriori c’è spazio per le gambe, meno per la testa. Bagagliaio nella norma di categoria, anche se la modularità è ridotta e la tecnica un po’ datata.

Check-up TCS DINAMICA DI COMPORTAMENTO Prestazioni (0–100 km/h): 12 s Elasticità: 60–100 km/h (in 4a) 9,4 s 80–120 km/h (in 4a) 10,7 s Diametro di sterzata: 10,1 m Insonorizzazione: 60 km/h: 62 dBA 11133 120 km/h: 72 dBA 11113 SICUREZZA Frenata (100–0 km/h): 37,9 m Visibilità circolare Equipaggiamento

11111 11113 11111

COSTI DEI SERVIZI manutenzione (km/mese) ore

mano d’opera (fr.)

30 000/24 1,75 254.– 60 000/48 2,4 348.– Manutenzione per 180 000 km: 15 000 km/anno 15,5 3423.– COSTI D’ESERCIZIO km/anno

ct./km

fr./mese fissi variabili

15 000 30 000

55 37

437.– 437.–

Lancia Ypsilon 0.9 TAir Platinum in dettaglio

246.– 492.–

Tariffa oraria per il calcolo TCS: 145 fr. (UFS), agenzie Lancia da 114 a 185 franchi

CONSUMO AL BANCO DI PROVA (ciclo UE 80/1268) urbano

extra urbano misto

TCS 6,2 4,1 fabbrica 5,0 3,8 Emissioni di CO2: Media svizzera di CO2: etichettaEnergia (A–G): CONSUMO DEL TEST 6,3 l/100 km serbatoio: 40 litri

4,8 4,2 113 g/km 159 g/km A

11333

autonomia 635 km

TCS Tecnica ed economia: Robert Emmenegger

ABITACOLO 11113 Per un’auto da 3,8 m lo spazio è sorprendente, solo i passeggeri dietro hanno poco spazio per la testa. Il vano bagaglio è grande a sufficienza, anche se manca un po’ di modularità. I materiali sono in parte di pregio e rifiniti in modo davvero corretto. COMFORT 11133 Le sospensioni della Ypsilon sono quasi troppo orientate al comfort. I sedili sono comodi e chic, anche se offrono poco sostegno laterale. Il rumoroso due cilindri penalizza la silenziosità. DOTAZIONE 11111 L’equipaggiamento di serie per il comfort è ricco e il prezzo degli accessori è ragionevole. La variante Platinum meglio equipaggiata, offre volante in pelle, cerchi in

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lega, sedili in pelle e climatizzatore automatico a due zone. PRESTAZIONI 11113 Il due cilindri lavora bene, sale rapidamente di giri e offre buone prestazioni. A bassi regimi tuttavia vibra fortemente. Il cambio è dolce, ma gli innesti lunghi e il consumo relativamente elevato penalizzano il risultato d’insieme. COMPORTAMENTO 11133 A causa della taratura del telaio, in caso di irregolarità del fondo e in accelerazione la tenuta di strada è penalizzata. Lo sterzo è poco diretto. SICUREZZA 11113 L’equipaggiamento di sicurezza è ampio e completo. Il sistema opzionale per il parcheggio funziona molto bene.


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viaggi e tempo libero | touring 18 | 27 ottobre 2011

Sulla trafficata strada principale della cittadina fedelmente ricostruita di Sovereign Hill i turisti vengono catapultati nell’era della febbre dell’oro.

La febbre dell’oro in Australia Nelle cittadine storiche dei cercatori d’oro dello stato di Victoria in Australia ci si può immergere nell’atmosfera inebriante dell’epoca della corsa all’oro. E con un pizzico di fortuna anche i turisti possono trovare una pepita.

› Sulla strada principale alcuni soldati a

cavallo sono di pattuglia, dalla carrozza postale scendono delle signore con gonne lunghe e cappelli a tesa larga, lungo la riva del fiume siedono uomini con lunghe barbe che setacciano la sabbia e dalla balconata del teatro un signore con il cilindro in testa sta tenendo un discorso infervorato. Siamo in pieno XIX secolo e viviamo la febbre dell’oro a Sovereign Hill, nel sudest dell’Australia. La cittadina dei cercatori d’oro è una copia fedele all’originale. Si trova sul terreno degli ex giacimenti auriferi di Ballarat e rappresenta il periodo che va tra il 1851 e il

1855, quando migliaia di persone cercarono di far fortuna qui. Vi si trovano le tende e le capanne dei cercatori d’oro così come cunicoli, nastri trasportatori, pompe e mulini, i negozi, le officine, i saloon e gli edifici pubblici della cittadina realmente esistita. Il tutto popolato dagli «abitanti» vestiti come allora. In ogni casa succede qualcosa, e dappertutto i visitatori possono stare a guardare o mettersi all’opera in prima persona. La carrozza postale invita a fare un giro, il «proprietario delle miniere» conduce i turisti attraverso i cunicoli, il farmacista confeziona da sé le pillole, il «Ballarat-Times» stampa volantini su misura e l’atelier

fotografico immortala i turisti abbigliati alla moda di quei tempi. L’appetito può essere soddisfatto nella panetteria con specialità cotte nel forno a legna e nell’United States Hotel con pietanze tradizionali australiane.

Hotel di gran stile | Si propongono anche pernottamenti in stile: la Sovereign Hill Lodge offre camere confortevoli in diverse case storiche. I bambini possono addirittura vivere per diversi giorni nello stile del 1851, comprese lezioni scolastiche e abbigliamento. E chi ha voglia può darsi alla ricerca dell’oro. Purtroppo, però, ora non si trovano più enormi pepite, come successe nel 1854 quando ne trovarono una addirittura di 62,85 chili. Perlomeno non si devono temere le scazzottate e le sparatorie quotidiane, perché ora sono semplicemente parte del programma di svago di questo museo «vivente». Si può vivere da vicino anche la rivolta dei cercatori d’oro contro il governo: ogni sera in un’area vicina vengono messi in scena i conflitti sanguinosi in uno spettacolo di luci e suoni. Vale la pena anche fare una passeggiata attraverso la vera città di Ballarat, in cui si trovano ancora edifici signorili e gli ampi


27 ottobre 2011 | touring 18 | viaggi e tempo libero

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VICTORIA Bendigo Ballarat

Melbourne Walhalla

100 km

foto Arnetpress, ald, carta TCS Visuell

AUSTRALIA

Uno sguardo sul giacimento aurifero di Sovereign Hill (in alto al centro). L’ascensore, per quei tempi imponente, della miniera d’oro Central Deborah. Con lo svizzero all’estero Georg Hein in gita nelle miniere di Bendigo. Il treno a scartamento ridotto Walhalla Goldfields Railway.

viali in testimonianza della ricchezza dei tempi che furono. A un’ora d’auto di distanza, si trova Bendigo, che ha pure vissuto la febbre dell’oro 150 anni fa. I giacimenti auriferi di questa città sono tra i più ricchi del mondo: da 5600 miniere sono state portate alla luce 700 tonnellate d’oro. Per recuperare il metallo prezioso, si dovettero però scavare cunicoli sempre più profondi e costruire strade sotterranee sempre più lunghe, sino a che non fu più redditizio. L’unica miniera ancora in funzione si trova a una profondità di 1300 metri. «Un lavoro brutalmente duro», afferma lo svizzero all’estero Georg Hein, che conduce i turisti attraverso la miniera d’oro Central Deborah chiusa dal 1954.

Lavoro non pagato | I visitatori non esitano a credergli, nel momento in cui con tuta, stivali, casco e lampada scendono negli stretti e umidi cunicoli e sentono le macchine che tuonano. I lavoratori non divennero ricchi, nonostante che molti riuscirono a far scomparire nelle proprie tasche una qualche pepita d’oro. Per contro, si sono arricchiti i proprietari di miniere, banche, negozi e saloon come suggeriscono gli edifici maestosi nel centro cittadino. Alla fine del

XIX secolo, Bendigo era ormai nota come la seconda Londra. Il municipio, il Capital Theater, il palazzo della posta, la galleria d’arte, l’Hotel Shamrock e altri orgogliosi testimoni dell’era dorata possono essere ammirati in una gita a bordo dello storico «Vintage Talking Tram».

Città fantasma | In modo completamente diverso appare la città dell’oro Walhalla situata tra le montagne dello Stato di Victoria. Un tempo era animata da dieci alberghi, tre fabbriche di birra e sette chiese. Inoltre, dal profondo della terra del Cohen’s Reef vennero estratte oltre 75 tonnellate d’oro. Ma oggi Walhalla è solo un paesino immerso nella quiete, nascosto in una romantica valle selvaggia. Nel 1911 vennero chiuse le miniere d’oro e con la ferrovia appena inaugurata vennero trasportate via tutte le capanne di legno. A raccontare dei vecchi tempi rimangono solo le rovine ricoperte di muschio, i cimiteri decadenti e la miniera d’oro aperta per i turisti «Long Tunnel Extended Gold Mine» così come un trenino a scartamento ridotto restaurato e alcuni edifici ricostruiti, tra cui il nostalgico Star Hotel. Nonostante la sua posizione isolata, Walhalla è diventata tra le mete preferite

dei turisti, soprattutto dei cercatori d’oro per passione, che arrivano armati di piccone, pala e rivelatore di metallo. Si dice che in questa zona ci siano ancora tonnellate d’oro che aspettano solo di essere portate alla luce. Christa Arnet

Da sapere Sovereign Hill è a 110 km a nord ovest di Melbourne ed è aperta ogni giorno, salvo Natale, dalle 10 alle 17. Camera doppia con colazione nella Sovereign Hill Lodge a partire da 145 dollari, www.sovereignhill.com.au Bendigo si trova a 147 km a nord di Melbourne. La miniera Central Deborah è aperta ogni giorno, salvo Natale, dalle 9 alle 17, www.central-deborah.com. Vintage Talking Tram: www.bendigotramways.com Walhalla è a 189 km a est di Melbourne. Long Tunnel Extended Gold Mine: www. walhallaboard.org.au, Walhalla Goldfields Railway: www.walhallarail.com. Camera doppia con colazione nello Star Hotel da 219 dollari australiani, www. starhotel.com.au cha


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viaggi e tempo libero | touring 18 | 27 ottobre 2011

«Gli ospiti sulle Alpi vogliono la qualità» Panorami mozzafiato sulle cime, punti di ristoro accoglienti, attività che scatenano l’adrenalina: i gestori degli impianti di montagna sono stimolati a proporre sempre nuove e innovative offerte agli ospiti, che sono sempre più esigenti. Possibilmente mantenendo bassi i prezzi dei biglietti. Conquistare la vetta con il volto rosso per lo sforzo dopo ore di marcia in salita… ben pochi appassionati della montagna lo fanno. Più comode sono funivie e ferrovie di montagna. Nel turismo queste sono ritenute uno dei motori trainanti del settore, assieme agli alberghi. Con Norbert Patt della Titlis Rotair Cableways, Restaurants & Hotels, Bernhard Tschannen di Glacier 3000 Diablerets/Gstaad e Urs Kessler delle Ferrovie della Jungfrau a Interlaken, abbiamo tre CEO che ci permettono di gettare uno sguardo sulle strategie delle loro imprese. I tre manager di aziende di punta valutano opportunità e rischi del settore e vedono chiaramente le proprie chance in investimenti per migliorare la qualità di un ventaglio di offerte già ampio.

» In che misura i vostri impianti saranno

influenzati dalla forza del franco sull’euro nell’imminente inverno?

Urs Kessler: Il settore degli sport invernali per noi è meno importante di quello delle

escursioni estive e porta alle Ferrovie della Jungfrau solo il 23–24% del fatturato. Perciò siamo meno colpiti dal franco forte rispetto agli altri impianti di montagna. Bernhard Tschannen: Prevediamo delle conseguenze. Per noi comunque è più importante la quantità di neve che cade, perché siamo i garanti della sicurezza della neve nella regione di Gstaad, nelle Alpi vodesi e friburghesi. Norbert Patt: Il nostro campo d’affari nello sport invernale apporta un buon 43% al fatturato. Nel settore chiave dei trasporti prevediamo di fare ancora buoni affari. Siamo gerenti anche dei due hotel «Trübsee» e «Terrasse» con 450 letti e lì registriamo un calo di pernottamenti. Se cambiate la politica dei prezzi, il prossimo inverno i biglietti potrebbero diventare più a buon mercato?

Bernhard Tschannen: No, i prezzi sono fissi. Ma puntiamo a migliorare ulteriormente la nostra offerta.

Urs Kessler: No. Guadagniamo i nostri soldi non in primo luogo con abbonamenti per sport invernali. A causa della forte concorrenza nel nostro campo, non abbiamo margine per una diminuzione dei prezzi. Norbert Patt: Anch’io non ritengo giustificata una diminuzione dei prezzi, dato che in generale nel settore dei trasporti già adesso sono troppo bassi. Nel segmento della gastronomia di montagna i costi per gli acquisti e il personale sono così alti, che non c’è spazio per sconti. In estate i prezzi dei biglietti singoli per funivie e ferrovie di montagna sono più cari rispetto alle giornaliere e alle carte settimanali in inverno. Allora l’ospite dell’estate sovvenziona quello invernale?

Norbert Patt: Sì. Bernhard Tschannen: Purtroppo non ancora. Ma da tre anni investiamo nei mercati asiatici e vogliamo ampliare gli affari nel

«Lasciar viaggiare gratis i bambini il sabato ha fatto scuola in Svizzera» Urs Kessler, CEO ferrovie Jungfrau

periodo estivo e in particolare le escursioni sul ghiacciaio durante tutto l’anno. Urs Kessler: Guadagniamo chiaramente i soldi nel turismo delle escursioni durante la stagione estiva. L’inverno apporta semplicemente un contributo finanziario.

foto mw, ald

Oggi i consumatori esigono divertimento e azione in montagna. Quanti soldi investirà nei prossimi anni in questo settore?

Le Ferrovie della Jungfrau portano i turisti nei paesaggi invernali più straordinari.

Bernhard Tschannen: Negli ultimi cinque anni, Glacier 3000 ha già investito oltre 25 milioni di franchi. Si punta ad aumentare l’attrattiva del ghiacciaio come meta di escursioni (Alpine Coaster). Prossimamente, abbiamo in programma un ponte sospeso dal punto panoramico sulla montagna di fronte. Norbert Patt: Ma quel che emoziona la gente è il fatto di essere sulla vetta di una monta-


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gna e di guardare il ghiaccio eterno. È proprio questa esperienza che vendiamo con le funivie del Titlis. Su di esse elaboriamo le nostre attività nel settore svago e azione. Urs Kessler: Per me è importante, puntare su un successo durevole. La nostra pianificazione è fatta per i prossimi 15 anni. L’anno prossimo festeggeremo «I 100 anni delle Ferrovie della Jungfrau». E questo con numerosi miglioramenti nell’offerta. Desideriamo proporre il migliore programma delle Alpi per tutte le stagioni e l’anno prossimo inaugureremo un nuovo parco avventura. Dobbiamo aumentare in modo costante la forza di attrazione sulla montagna e ciò richiede innovazioni. Nella vostra azienda come considerate la cosiddetta strategia dell’integrazione verticale, dunque lo sviluppo del settore alberghiero?

Norbert Patt: Le funivie del Titlis hanno compiuto questo passo verso l’integrazione verticale dieci anni fa con i nostri due hotel. Attualmente lavoriamo al progetto Titlis Resort con 140 appartamenti e 350 letti. In questo modo, vogliamo alimentare il nostro campo d’affari primario, ed essere concorrenziali sul mercato in modo duraturo. Urs Kessler: Per la nostra strategia abbiamo deciso di non optare per un’integrazione verticale. Siamo però interessati all’insediamento di alberghi. Le Ferrovie della Jungfrau hanno dunque venduto terreno edificabile vicino alla stazione di Interlaken Est. Qui adesso è sorto un nuovo ostello per la gioventù con 240 letti. Inoltre, assieme a un investitore valutiamo la costruzione di un resort nella zona di Grindelwald. Bernhard Tschannen: Al momento non è una priorità per Glacier 3000. Ma lavoriamo in stretta collaborazione con i nostri partner e siamo fortemente interessati a un progetto alberghiero a Les Diablerets. Cosa può dire riguardo a eventuali collaborazioni con altre società nell’arco alpino, di Italia, Germania, Austria e Francia?

Norbert Patt: Sinora non ci siamo occupati di questa eventualità. Bernhard Tschannen: Non abbiamo in programma alcuna partecipazione, vediamo del potenziale piuttosto nella collaborazione, nello scambio d’idee o in un acquisto in comune. Urs Kessler: La grandezza per noi non è un obiettivo in sé. Il campo d’affari degli impianti di risalita di montagna è un’attività locale e regionale, in cui buone relazioni e tatto politico sono condizioni basilari per ottenere successo. Il clima si surriscalda, il limite della neve si alza: che valore assumono clima e ambiente nella sua azienda?

La funivia rotante del Titlis offre agli ospiti una fantastica vista a 360 gradi.

Urs Kessler: Entrambi hanno un alto valore. Abbiamo appena ampliato la nostra centrale idroelettrica e ora possiamo produrre 55 milioni di kWh di corrente all’anno. Invitiamo classi scolastiche, in modo che possano vivere l’intera problematica ambientale sul luogo in prima persona. Con l’iscrizione nel Patrimonio dell’Umanità dimostriamo in

Norbert Patt: Non possiamo cambiare il clima, dunque dobbiamo adattare la nostra azienda ai cambiamenti strutturali. Per l’ospite una natura intatta è uno dei criteri più importanti per scegliere la destinazione e il rispetto della nostra natura è strategica, perché possiamo fare affari con successo solo se l’ambiente rimane intatto. Bambini e giovani sono gli ospiti di domani: cosa avete in progetto per questa fascia di età?

«Investiamo in impianti efficienti e in una buona gastronomia» Norbert Patt, CEO funivie Titlis

modo concreto di avere a cuore la natura. Per noi è di primaria importanza in tutti i nostri progetti. Bernhard Tschannen: Noi viviamo del parco glaciale come meta di escursioni. E il ghiaccio si ritira in modo costante. Diamo il nostro contributo all’ambiente, ad esempio con la sostituzione sul ghiacciaio dello scilift a diesel con uno elettrico.

Norbert Patt: Il marketing rivolto alla gioventù nel settore degli sport invernali è centrale. Sappiamo che chi da giovane non mette sci o snowboard, anche più tardi non diventerà un appassionato della neve. Siamo attivi sui due lati della valle. L’una non è adatta ai bambini, ma solo a buoni sciatori. L’altra, la più soleggiata della valle, è arricchita da un parco per bambini. Per me, l’importante è che possiamo offrire un’intera gamma di prodotti dai 3 ai 20 anni. Urs Kessler: È il nostro compito, far mettere sci e snowboard a bambini e ragazzi. La nostra offerta, far sciare gratis i bambini ogni sabato, ha fatto scuola in tutta la Svizzera. Abbiamo abbassato anche i prezzi per i giovani. Un abbonamento per bambini per tutta la regione sciistica e tutta la stagione costa 250 franchi. Inoltre, promoviamo la realizzazione di campi per sci e gruppi di giovani. Bernhard Tschannen: Nella regione delle Alpi di Gstaad/Vaud i bambini fino a nove anni sciano gratis da molti anni. Il mio obiettivo è però che non solo singoli impianti di risalita e singole regioni, ma che continua a pagina 33



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l’intero settore offra una soluzione generosa per bambini e ragazzi, che sia trasparente e che non provochi una guerra dei prezzi. Come sarà l’avventura della montagna con il suo impianto di risalita nel 2020 a Engelberg?

Norbert Patt: Nei prossimi anni, le funivie del Titlis costruiranno un resort, faremo investimenti nelle attività chiave e rinnoveremo i mezzi di trasporto Engelberg–Titlis. L’obiettivo è portare l’ospite sul Titlis in solo mezz’ora da Engelberg. È importante per l’ospite del sudest asiatico e per gli sciatori. Il 65% delle nostre piste sono ricoperte di neve. Ci concentreremo ancora di più su questo fronte e amplieremo l’innevamento. Inoltre investiremo di più nel nostro prodotto premium Titlis. Parola chiave: moderna gastronomia di montagna.

L’attrattivo Alpine Coaster è il marchio del parco del ghiacciaio Glacier 3000.

E a Gstaad e nelle Alpi vodesi?

Bernhard Tschannen: Disponiamo di impianti di risalita moderni. Il parco del ghiacciaio è raggiungibile in quindici minuti: un capolavoro. Con le nostre località partner nelle Alpi vodesi vogliamo investire altri 150 milioni sino al 2020, prima di tutto in impianti di ricambio, nel miglioramento del comfort e nella garanzia d’innevamento. A Gstaad è stato pianificato, incluso Glacier 3000, un investimento di 170 milioni sino al 2020. Di questi, ne sono già stati investiti 90 milioni di franchi con il risultato che già il 60% delle piste principali possa essere innevato artificialmente e dunque possiamo anche offrire una garanzia di innevamento pure in zone più basse.

Bernhard Tschannen: Attualmente stiamo elaborando il progetto denominato «Visione Gstaad 2020 plus». Lo stesso accade sul versante vodese della regione. Vogliamo chiaramente assumere la guida nel servizio e nella vendita e giocare un ruolo decisivo. Puntiamo specialmente sui mercati asiati-

Dove investono le Ferrovie della Jungfrau?

Urs Kessler: Il marchio «Top of Europe» non è un caso, bensì il risultato di investimenti mirati. Anche in futuro vogliamo aumentare la qualità e offrire una totale catena di esperienze dal momento in cui si sale sul treno sino all’arrivo in cima alla Jungfrau. Con la stazione ferroviaria più alta d’Europa disponiamo anche di un forte argomento di vendita. Che valore assumono i collaboratori alle Ferrovie della Jungfrau?

Urs Kessler: Sono decisivi per un buon marchio. Trasformiamo i collaboratori in fan del nostro marchio. Solo chi è entusiasta, può entusiasmare gli altri. Il nostro obiettivo: vogliamo essere i migliori offerenti delle Alpi. Sia gli ospiti che i collaboratori devono tornare dalla montagna con un sorriso di felicità. Con le vostre imprese, come svolgete il ruolo di leader delle vostre rispettive regioni?

il caso a Engelberg, sta bene anche tutta la regione. Urs Kessler: Le Ferrovie della Jungfrau sono le imprese più grandi nell’Oberland Bernese e perciò anche quelle sempre esposte a critiche. La nostra visione per l’intera regione è formulata in modo chiaro: offriamo dieci mesi di alta stagione all’anno. Le Ferrovie della Jungfrau possono continuare a svilupparsi solo in una regione forte. Assieme a tutti i partner vogliamo tirare dalla stessa parte della fune. E se ci riusciamo nonostante la presenza d’interessi parzialmente diversi, allora la regione della Jungfrau continuerà ad avere successo. Adesso ha la possibilità di esprimere un desiderio nei confronti degli ospiti, quale?

«Sul 60% delle piste principali garantiamo la neve» Bernhard Tschannen, CEO Glacier 3000

ci, che abbiamo messo al centro dei nostri interessi. Norbert Patt: Una destinazione funziona quando c’è un vero cooordinamento delle parti in causa in seno alla ferrovia. E se funziona, si ottiene dunque anche il sostegno dell’intera regione. Sono convinto che in una destinazione turistica ci vogliono imprese forti, che si assumono le proprie responsabilità. Se ciò avviene, come è stato

Norbert Patt: Sono convinto che i nostri ospiti in futuro saranno più informati e anche qualitativamente più esigenti. Semplicemente desidero che ci comunichino in modo aperto ciò che va bene e ciò che invece potrebbe esser migliorato. La cosa peggiore è quando gli ospiti sono scontenti, ma non dicono nulla e poi semplicemente non tornano mai più. Urs Kessler: Innovativo e creativo si può essere solo attraverso i clienti. Per noi l’importante è soddisfare i bisogni dei clienti. E questi in Europa sono diversi da quelli in Asia. Attualmente ci occupiamo di mille ospiti in un ristorante indiano. Scambiare due chiacchiere con gli ospiti sullo scilift o al ristorante mi dice di più di uno studio di marketing strutturato. Bernhard Tschannen: Desidero che i nostri ospiti ritornino e che raccontino ad amici e conoscenti delle loro esperienze sul ghiacciaio. Intervista: Christian Bützberger

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27 ottobre 2011 | touring 18 | viaggi e tempo libero

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Un angolo di Portogallo Molto meno frequentata dell’Algarve, la provincia portoghese di Alentejo possiede grandi spazi naturali disseminati di agriturismo, vigneti e città storiche. Un angolo poco conosciuto dell’entroterra lusitano, dove impera la quiete della campagna.

› La maggior parte dei vacanzieri che sog-

giornano in Portogallo si concentrano all’estremità meridionale del Paese nella ben nota Algarve, oppure nella capitale Lisbona e nella regione di Porto, trascurando il resto di questo bellissimo paese che si allunga sulla costa più occidentale dell’Europa, lambito dall’Oceano Atlantico. Questa concentrazione turistica ben delimitata è una vera manna per le persone desiderose di scoprire regioni nettamente meno turistiche, come l’Alentejo, che abbonda di siti archeologici megalitici (menhir, dolmen, cerchi di pietre), di accoglienti agriturismi e di ottime tavole. Poiché una delle principali virtù della provincia dell’Alentejo consiste in un vasto territorio di 27 000 km2 popolato da solo mezzo milione di persone, ossia una media di soli 18 abitanti per ogni chilometro quadrato. Come dire che mai nessuno arriva a disturbare i preziosi momenti di quiete.

colma di ossa e crani umani. Un luogo davvero sinistro, che mira a far prendere coscienza della relatività dell’esistenza… un obiettivo sicuramente raggiunto. Per rinfrescarsi le idee, niente di meglio di una tranquilla passeggiata nei vicoli commerciali, punteggiati di negozietti di souvenir tipici dell’Alentejo. Molto popolari, gli articoli in sughero – zaini, braccialetti e portamonete – sono di gran gusto. Era, d’altronde, costituito proprio da uno di questi articoli di sughero il regalo ricevuto da Michelle

Obama durante la visita in Portogallo della coppia presidenziale statunitense. E, per non restare indietro, il marito Barack ha gratificato il cane di famiglia comprandogli un collarino di sughero! Jacques-Olivier Pidoux

Info Touring Per maggiori dettagli sull’agriturismo di Felix Ott: www.cantardogrilo.com. Più informazioni sulla provincia dell’Alentejo: www.visitalentejo.pt oppure www.visitportugal.com. L’agenzia di viaggio Amin Travel di Zurigo è lo specialista svizzero del Portogallo; contatti: tel. 044 492 42 66, www.amin-travel.ch

Il pieno di silenzio | Ne facciamo la prima

Città reale | Dopo i richiami dell’entroterra, non si mancherà di immergersi nell’atmosfera calorosa della cittadina di Evora, residenza reale dei secoli trascorsi, inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Imperdibile, la chiesa reale San Francisco comprende un magnifico chiostro ed una cappella

foto Jacques-Olivier Pidoux

esperienza all’agriturismo «Cantar do Grilo» a Serpa, di proprietà di Felix Ott: «Guardate questi grandi spazi al sole del tramonto, si ha l’impressione di essere in Africa», sottolinea questo svizzero istallatosi in Alentejo 5 anni fa. Approviamo volentieri, degustando un bicchiere di vino bianco portoghese, un nettare altamente raccomandato. Ai suoi ospiti, Felix Ott propone un’infinità di possibilità, che vanno dalla passeggiata a piedi alla discesa in canotto del fiume Guadiana. Ma, innanzitutto, consiglia loro di approfittare dell’ambiente amabile per fare una pausa ed osare di astenersi da ogni attività. Come Felix Ott, molti proprietari terrieri in Portogallo combinano felicemente agricoltura e turismo. Nella proprietà «Herdade da Malhadinha Nova» si produce vino, si alleva bestiame e si accolgono i turisti nella bella casa con spa e ristorante. I cavalieri vi trovano anche dei cavalli, mentre le persone meno esperte si accontenteranno di un giro in calesse.

La provincia portoghese di Alentejo conta molte proprietà vinicole. Lo svizzero Felix Ott ha aperto un agriturismo a Serpa. Patrimonio dell’Unesco, Evora è anche una città studentesca.


Prossima edizione 17.11.2011 08.12.2011 12.01.2012

Ultimo termine 07.11.2011 28.11.2011 30.12.2011


27 ottobre 2011 | touring 18 | sezione ticino

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foto ald

Una giornata illuminante

«Di queste cose non capisco niente!»

In occasione della «Giornata della luce», l’11 novembre 2011, il TCS, sempre attivo nella prevenzione degli incidenti, offre gratuitamente agli automobilisti un controllo della fanaleria del proprio veicolo al Centro tecnico di Rivera. Sarà anche consegnato un buono per una visita della vista gratuita presso un ottico dell’Associazione ottici del Canton Ticino (AOT). Non è raro incrociare automobili con i fari che abbagliano e infastidiscono. È quindi molto importante, soprattutto quando è buio e in situazioni di cattivo tempo, che i fari siano ben regolati. Un altro importante elemento di sicurezza al volante sono i nostri occhi. Controllare regolarmente la vista ci permette di scoprire difetti che con il passar del tempo possono aumentare e tradirci in condizioni di luce non perfetta. Per fissare l’appuntamento telefonare allo 091 935 91 35.

Le moderne vetture necessitano sempre meno di manutenzione grazie alle migliorie tecniche che le case automobilistiche apportano. Tuttavia alcune cose devono essere fatte o controllate regolarmente per non avere brutte sorprese.

› La frase che spesso si sente pronunciare

in concomitanza con qualche riparazione sopraggiunta inaspettatamente, è: «Di queste cose non capisco niente!». E non si tratta solamente del gentil sesso. Parliamo ad esempio dell’olio, indispensabile per il buon funzionamento del motore, che se fosse in quantità insufficiente causa grossi e costosi problemi; oppure del liquido dei freni, che mantiene ottimale l’efficacia della frenata. Analoga storia per le pastiglie dei freni, il cui eccessivo consumo porta al rischio di rovinare i dischi dei freni con conseguente aumento vertiginoso del costo per la sostituzione. Anche i pneumatici sono spesso dimenticati e il loro profilo potrebbe essere insufficiente in caso di manovre d’emergenza, senza contare la multa salata che potrebbero procurare. Il cambio tra pneumatico estivo e invernale deve essere sempre programmato per non trovarsi in situazioni difficili proprio il giorno della prima nevicata. Molti pensano che le gomme invernali servano solo in presenza di neve, invece la mescola più morbida aumenta notevolmente l’effetto frenante rispetto ai pneumatici estivi anche in assenza di umidità al suolo.

Il controllo obbligatorio dei gas di scarico non effettuato entro la scadenza potrebbe causare esborsi inaspettati. Controllare di tanto in tanto il bollino sul vetro è sempre consigliato. Il cambio dei tergicristalli, oramai vecchi, e il controllo del liquido lavavetri sono spesso operazioni trascurate ma che permettono di migliorare la visibilità e quindi aumentare la sicurezza. Tutto quanto potrebbe essere annotato comodamente su un libricino da lasciare nell’abitacolo che rammenterà così le date e gli interventi effettuati. Chi proprio dovesse essere allergico a questo tipo d’interesse tecnico può sempre far capo a un regolare controllo della vettura al Centro TCS di Rivera, dove con pochi franchetti potrà assicurarsi un’ottimale manutenzione del proprio veicolo, evitando così sorprese indesiderate. Proprio in questi giorni, in occasione dell’anniversario dei dieci anni d’esistenza del Centro diagnostico di Rivera, sono proposti a tutti i soci controlli tecnici a metà prezzo fino al 7 novembre prossimo (escluso il collaudo ufficiale). Per informazioni e appuntamenti: tel. 091 935 91 35.

Roberto Morandi

Castagnata momò Il Gruppo TCS del Mendrisiotto organizza una castagnata, in collaborazione con il Carnevale benefico S. Antonio di Balerna. La manifestazione avrà luogo domenica, 30 ottobre 2011 a Balerna, con inizio alle ore 14.30, sul piazzale della Scuola dell’infanzia (Asilo). La castagnata gratuita è aperta a tutti i soci e simpatizzanti delle società organizzatrici. La manifestazione si terrà con qualsiasi tempo. Vi aspettiamo numerosi!



27 ottobre 2011 | touring 18 | club e soci

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Un uomo dai molti fatti È il papà della sede centrale del TCS e ha servito il club per 34 anni: il direttore Beat Flückiger (60 anni) va in pensione anticipata il 1° dicembre prossimo. Bernese, è conosciuto per essere diretto, spontaneo e capace d’improvvisare.

› «L’evento più significativo accaduto nei

miei 34 anni di carriera al TCS è stato sicuramente il tragico tsunami del 26 dicembre 2004», risponde immediatamente Beat Flückiger alla relativa domanda. Lui, che all’epoca era responsabile del settore Assistenza alle persone, tornò sul ponte di comando dalle vacanze natalizie per assicurare il necessario sostegno ai molti titolari del Libretto ETI colpiti dalla sciagura e per restare al fianco dei collaboratori del TCS. Ciò era tanto più necessario dato che l’allora capo del soccorso all’estero del TCS aveva perso lui stesso due famigliari ed era partito alla volta della regione colpita dalla catastrofe. Beat Flückiger, il direttore della Divisione Club che ha annunciato il suo ritiro per il 1° dicembre, è un uomo dal fare diretto e senza paraocchi: anche in servizio non faceva lunghi preamboli, ma metteva le mani ovunque e sorprendeva di continuo con idee spontanee ed approcci non convenzionali. Tutto iniziò nel febbraio 1977, quando dopo il diploma di architetto cominciò la sua lunga carriera al TCS prendendo in mano e ottimizzando il già avviato progetto del Centro tecnico di Emmen, vicino Lucerna.

cesso di cui va particolarmente fiero. Ma Beat Flückiger fa anche autocritica e riconosce i propri errori. Da lui promosso, l’impegno del TCS ai Campionati Europei di calcio del 2008 in Svizzera, con l’allestimento del cosiddetto «7° stadio», fu un fiasco, come lo definisce senza giri di parole. Naturalmente ciò fu dovuto in parte anche ai deludenti risultati della Nazionale svizzera durante il torneo e al maltempo.

Rallentare | Comunque Beat Flückiger ha assunto sempre con sportività simili sconfitte e si è dato da fare per superare l’ostacolo successivo. «Il TCS è stato la mia vita», afferma il direttore in via di pensionamento, che si è sempre preoccupato della sorte del club. Poiché la sua famiglia, e specialmente sua moglie, ha dovuto fare molto spesso a meno di lui, spera di poterla compensare durante la sua nuova fase di vita.

Flückiger ha già intrapreso i preparativi per «rallentare» i ritmi frenetici: così si è comperato una porzione di bosco, inclusi gli arnesi da lavoro. Quest’inverno lo trascorrerà molto all’aperto in mezzo alla natura, occupandosi della gestione del legno, poiché: «Io rimango sempre un esploratore», dice strizzando l’occhio. Assieme alla moglie desidera ora scoprire in camper molti altri begli angoli della Svizzera e dell’Europa. E con il bel tempo tornerà a scorazzare in sella alla sua HarleyDavidson. Il punto saliente del suo ritorno alla passione motociclistica dovrebbe essere un viaggio sulla Route 66 assieme ai suoi compagni d’avventure. Ma Beat Flückiger non sarebbe Beat Flückiger se non realizzasse nuove idee: assieme a suo figlio e a un socio dirige ad Affoltern una ditta di macchinari agricoli, dove fornisce consigli e aiuto pratico. Heinz W. Müller

sciuto nei dintorni di Berna e residente da molto tempo nell’Emmental, durante la sua vita professionale Flückiger ha occupato molti incarichi di responsabilità, scalando parecchie posizioni. Oltre al fatto di essere il padre della nuova sede centrale del Touring Club Svizzero di Blandonnet a Vernier (GE), per la quale nel 1998 pianificò e diresse il trasloco dal centro di Ginevra, l’ex tenente colonnello dell’esercito ricorda due successi personali: nel 1985, quando non esistevano ancora i telefonini cellulari, si occupò della messa in servizio della rete di radiotrasmissione del «Touring soccorso», grazie alla quale la posizione del TCS come soccorritore stradale aumentò massicciamente. Altrettanto grandi sono i suoi meriti in relazione alla Patrouille TCS e alla costruzione per conto del club dei centri tecnici e dei centri di sicurezza stradale, per i quali furono necessarie molte competenze specifiche e capacità di trattativa. Proprietario di un camper, ultimamente si è occupato molto anche del settore dei campeggi del TCS, che ha diretto per due anni riportandolo nelle cifre nere; un suc-

Mathias Wyssenbach

Piantare pilastri | Padre di famiglia, cre-

Al TCS Beat Flückiger è sempre stato nel suo elemento (qui su un originale Maggiolino VW).


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club e soci | touring 18 | 27 ottobre 2011

ETI è sempre al vostro fianco Ogni estate migliaia di soci in vacanza all’estero hanno bisogno dell’aiuto del Libretto ETI. Una testimonianza diretta della professionalità di questo servizio del TCS.

Il futuro del TCS è giallo

› È una lettera densa di gratitudine quella

Il celebre logo del club subisce un leggero lifting, assumendo un aspetto più moderno. Inoltre sarà associato ad uno sfondo giallo, simbolo della continuità del TCS.

che abbiamo ricevuto da Charles ed Elisabeth Burdet di Ginevra, che qui riassumiamo. All’inizio di giugno, i due coniugi «soci del TCS da più di 50 anni» rimangono in panne con la loro vettura nel centro di Atene: dal motore esce una densa nuvola di fumo nero! Riescono a raggiungere una stazione di servizio, dove si constata che i livelli dell’olio e dell’acqua sono normali. È chiaro allora che il guasto è serio.

› Dal 1896, anno di fondazione del

tg/ac

Pronto soccorso | Ma per fortuna i Burdet hanno il Libretto ETI e possono chiedere aiuto alla centrale d’intervento a Ginevra. Qui, una collaboratrice avverte il servizio di soccorso stradale greco, che invia immediatamente sul luogo un pattugliatore. La sua diagnosi: c’è una fuga dai tubi che fuoriescono dal turbocompressore.

F1online

club, il marchio del TCS ha subito varie evoluzioni grafiche, pur conservando la forma circolare e lo stemma svizzero. Agli inizi, i raggi di una ruota di bicicletta, ornati da una stella alpina, rendevano omaggio ai ciclisti fondatori, riunitisi per promuovere il cicloturismo in Svizzera. A partire dagli anni 30, con la diffusione dei veicoli a motore, il TCS diventa la principale organizzazione al servizio degli automobilisti. Muta di conseguenza anche il marchio: un volante si sostituisce gradualmente alla ruota di bicicletta e al simbolo delle nostre Alpi, cedendo il posto alle tre lettere iniziali del Touring Club Svizzero ben note a tutti. Ora il nuovo logo – che sarà introdotto progressivamente entro il 2013 – assume un aspetto più moderno attraverso la messa in rilievo del cerchio metallico e a un trattamento più accurato della luce dei colori (nella foto). Sarà inoltre associato a uno sfondo giallo su tutti i supporti del marchio negli immobili del TCS, quali i centri tecnici e di formazione di guida, i campeggi e i punti di contatto delle Sezioni. La scelta del giallo simbolizza, innanzitutto, l’attaccamento del club alla sua principale missione: l’assistenza. Infatti, i famosi veicoli della Patrouille TCS sfoggiano questo colore dal 1957. Una missione che il TCS intende confermare ed espandere ulteriormente in futuro tramite prestazioni di prossimità, direttamente accessibili dai soci e riguardanti tutti i campi della mobilità.

Impossibile eseguire una riparazione sul posto, la vettura viene rimorchiata presso un concessionario di marca. Questi però non ha in magazzino il pezzo di ricambio, per il cui arrivo dal Belgio occorre una settimana! A quel punto i coniugi Burdet riprendono contatto con la centrale ETI, la quale organizza immediatamente sia la prosecuzione del viaggio della coppia in Grecia e in Italia tramite due auto a noleggio, sia il successivo rimpatrio del loro veicolo in Svizzera. E pensare, precisano i due coniugi, che «a volte ritenevamo inutile pagare le quote annue» per questo servizio d’assistenza «d’importanza inestimabile»! tg

Info Touring Se non avete ancora il Libretto ETI Europa o Mondo potete richiederlo al sito Internet www.eti.ch oppure al tel. 0844 888 111.

Restare in panne in un Paese straniero genera ansia: per fortuna c’è l’assistenza di ETI.


27 ottobre 2011 | touring 18 | il punto

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Prezzi e prestazioni TCS telefono 0844 888 111 o www.tcs.ch Affiliazione www.tcs.ch Motorizzati (automobilisti e motociclisti) a seconda della Sezione e pro rata Tessera partner/giovani Fr. 44.– Non motorizzati Fr. 32.– Cooldown Club membercard Fr. 66.– Ciclisti (con Velo Assistance e RC) Fr. 37.– Juniores (con Velo Assistance e RC) a seconda della Sezione Quota per socio campeggiatore TCS (solo se già socio motorizzato o non motorizzato) Fr. 55.– (camping club AG: + Fr. 7.–; ZH: + Fr. 5.–)

Carta Aziendale TCS www.tcs.ch/azienda Per veicoli aziendali Soccorso stradale da Fr. 134.– Protezione giuridica di circolazione da Fr. 111.– Card Assistance www.cardassistance.tcs.ch per tutta la famiglia Fr. 28.– 20% di sconto per i titolari del Libretto ETI ASSISTA TCS www.assista.ch Assicurazione protezione giuridica Circolazione «Ind.» Fr. 66.– «Fam.» Fr. 96.– Privata senza sottoscrivere la circolazione «Famiglia» Fr. 245.– «Individuale» Fr. 225.– Privata con circolazione già sottoscritta «Famiglia» Fr. 215.– «Individuale» Fr. 192.– Immobili Fr. 60.– Auto TCS www.autotcs.ch Responsabilità civile, casco parziale, casco collisione, capitale incidente, protezione del bonus, danni di parcheggio 0800 801 800 Assicurazioni due ruote www.assicurazionitcs.ch Velo-Assistance. Con protezione giuridica, assistenza e copertura casco fino a Fr. 2000.– Fr.25.–* copertura casco fino a Fr. 5000.– Fr. 80.–* Moto-Assistance (soccorso stradale e assistenza) Fr. 41.–* Ai motociclisti in Svizzera e all’estero * prezzi soci TCS Carta di credito TCS TCS MasterCard Gold TCS MasterCard TCS MasterCard Load&Go TCS MasterCard COOLDOWN CLUB TCS MasterCard drive TCS American Express drive Gold

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Infotech www.infotechtcs.ch Il TCS sottopone a test veicoli ed accessori e mette a disposizione dei soci informazioni raccolte e redatte in modo competente e neutrale. Test&Training www.test-et-trainingtcs.ch Sconti sui prezzi dei corsi di perfezionamento di guida nei centri di Lignières, Plantin, Betzholz, Stockental e Emmen. Formazione in due fasi www.2fasi.tcs.ch corsi obbligatori per la licenza di condurre. Viaggi TCS www.viaggi-tcs.ch Viaggi 0844 888 333 Camping www.campingtcs.ch 022 417 25 20 Alberghi Schloss Ragaz, Bad Ragaz www.hotelschlossragaz.ch 081 303 77 77 Bellavista, Vira Gambarogno www.hotelbellavista.ch 091 795 11 15 Ciclo e svago www.bici.tcs.ch

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Perlomeno sarà finalmente risanato il tratto sull’A1 tra Härkingen e Wiggertal.

Tre grandi questioni politiche

»

Nell’ultimo finesettimana abbiamo votato. Appena insediate, le nuove Camere federali dovranno occuparsi in via definitiva della legge sulla CO2. Prima delle elezioni, il Consiglio Nazionale aveva ancorato nella legge una soluzione per la quale il TCS aveva lottato nell’interesse dei suoi soci. La tassa CO2 sui carburanti, promossa dal Consiglio federale e confermata dal Consiglio degli Stati, era stata cancellata. In tal modo è stato eliminato un balzello inutile, costoso e burocratico. Ma gli Stati devono ancora confermare la decisione a dicembre. Ciò vale anche per le nuove regole volute dal Nazionale, secondo cui eventuali tasse supplementari sulla CO2 dei carburanti non devono superare i cinque centesimi al litro. Il TCS ha lottato a favore di questo limite massimo. Solo se sarà ancorato in questa forma nella legge definitiva sulla CO2, il club non collaborerà al referendum. Questa soluzione rende possibile destinare le entrate della Fondazione Centesimo per il Clima in modo efficiente ed efficace a favore di progetti per la riduzione della CO2 in Svizzera e all’estero. Il secondo complesso dossier riguarda il finanziamento delle infrastrutture di trasporto. L’iniziativa popolare lanciata dall’Associazione Traffico e Ambiente (ATA) vuole che circa i due terzi delle imposte nazionali prelevate dal traffico stradale siano destinate ai trasporti pubblici. Ma per il TCS è fuori questione. L’iniziativa è sottoposta al popolo senza controprogetto.

Tuttavia, il Dipartimento Leuthard vuole far passare tutto il futuro finanziamento dell’infrastruttura ferroviaria come controprogetto all’iniziativa ATA. Il TCS sarà costretto ad opporsi a questa pratica e alla maggior parte dei contenuti della proposta. Il sovvenzionamento trasversale dei trasporti pubblici attraverso la strada è troppo elevato anche nel progetto del Datec e non motivato nella fattispecie. Nei prossimi decenni la strada stessa avrà enormi esigenze finanziarie, come dimostrano le code quotidiane su molte autostrade. Gli attuali soldi versati dalla strada alle NTFA dovranno tornare ad essere usati per le strade non appena possibile. Ed anche le sovvenzioni trasversali devono cessare. Su questo punto il TCS e i suoi alleati combatteranno in maniera ancor più intensa. Il terzo dossier da affrontare sarà il risanamento della galleria autostradale del San Gottardo. Il Touring Club Svizzero è favorevole, ma propugna la costruzione del secondo tubo prima di avviare il risanamento. In questo modo si risparmieranno anche centinaia di milioni di franchi per predisporre un tracciato provvisorio e altre misure sostitutive. Ma soprattutto, si tratta di dare alle future generazioni un collegamento Nord-Sud molto più sicuro. Poiché ci sentiamo responsabili per le oltre 20 000 persone che giornalmente attraversano la galleria stradale del San Gottardo.

«

Niklaus Lundsgaard-Hansen, presidente centrale del Touring Club Svizzero (TCS)


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27 ottobre 2011 | touring 18 | la pagina dei lettori

forum

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il concorso proprie luci, poiché quasi immediatamente il conducente che si incrocia ne realizza la ragione. Richard Wagner, Zurigo Grande accoglienza al Bellavista

Vignette autostradali a termine

Credo che noi svizzeri possiamo benissimo pagare 100 fr. per la «vignetta» autostradale, e si potrebbe gradualmente aumentare l’importo in relazione ai fabbisogni della Confederazione per le infrastrutture stradali. Per contro, introdurrei un sistema di contrassegni a tempo determinato per gli utenti stranieri, come ad esempio in Austria. Il loro prezzo potrebbe essere piuttosto elevato, tenuto conto dei pedaggi nei paesi che ci circondano, Germania esclusa. Per i frontalieri ci sarebbe un prezzo equo, visto che entrano in Svizzera per lavoro, ma non certo gli odierni 40 fr. Franco Istria (@) Basterebbe un cartello di «Stop» «Touring» 17/2011

L’articolo «A piedi e in bici sull’autostrada» mi ricorda pure l’entrata contromano nelle autostrade. Devo dire che l’urbanistica delle nostre entrate autostradali non è delle migliori, ma basterebbero dei gran cartelloni gialli con la scritta «Stop» come si vedono, ad esempio, in Slovenia. Anche i ciechi si fermerebbero! Ma, ovviamente noi svizzeri vogliamo sempre essere diversi dagli altri... Giorgio Bassi, Lugano

Di recente abbiamo trascorso qualche giorno all’hotel «Bellavista» del TCS a Vira. Siamo rimasti toccati dall’accoglienza del direttore, Giovanni Gazzola. Grazie alla sua allegria e gentilezza durante l’intero soggiorno e grazie ai collaboratori sempre disponibili, questi giorni resteranno indimenticabili. Un plauso speciale all’ottima cucina. I pasti, approntati con amore, serviti con cura e gustati con una vista indimenticabile sul Verbano, sono stati un vero piacere. Ortrud Frischknecht, Walenstadt

Calendario o album di foto personalizzato

Il buon servizio dei taxi milanesi «Touring» 17/2011

Regalate ai vostri parenti o amici dei bei ricordi creando dei doni personalizzati. In pochi minuti si scarica il software e si può approfittare di una vasta scelta di prodotti. Dai calendari agli album fotografici passando per una tazza o per i biglietti personalizzati per gli auguri. Il Migros Photo Service offre ad ognuno il regalo adatto. Rispondete alle nostre tre domande e con un po’ di fortuna vincete il buono di 500 franchi.

Mentre mi rallegro dell’alta posizione in classifica ottenuta da Milano nel test europeo dei taxi, mi sorprendo che l’indagine abbia tralasciato città come Amsterdam, Copenaghen, Londra, Sofia, Atene, Berna, Stoccolma e Belgrado. La continua ricerca del mio radio-taxi (Yellowtaxi) è la soddisfazione della clientela, attraverso la correttezza, la gentilezza e la disponibilità dei suoi autisti, l’accettazione di carte di credito e bancomat, la pulizia delle 1300 auto e l’efficienza nel reperire nel più breve tempo possibile il taxi libero più vicino.

Sponsor del premio: Migros Photo Service, www.migros.ch

Napoleone Pedrielli, Sesto San Giovanni (I) Le domande: 1. Quanto pesava la pepita d’oro trovata in Australia nel 1854? 2. Quanti anni ha lavorato al TCS il direttore Beat Flückiger? 3. Come si chiama la bici elettrica pieghevole ideata dai Collombin?

Meglio spegnere i fari

Voi scrivete che è permesso avvertire con un colpo di fari il conducente di un veicolo che proviene in senso inverso, in caso di nebbia o se di notte procede senza luci. Questo metodo, però, ha spesso come equivoca conseguenza che chi sopraggiunge in senso contrario lo interpreta alla stregua di un saluto. Per contro, si ottiene molto più successo se si spengono per un attimo le

foto ald

«Touring» 16/2011, il consulente

Per questa rubrica valgono alcune regole: più breve è la lettera, maggiore è la probabilità che venga pubblicata; la redazione si riserva di apportare eventuali tagli e non tiene corrispondenza. È possibile inviare le lettere per e-mail: touring@tcs.ch. Le lettere dei lettori vengono pubblicate anche nell’edizione online di «Touring» (www.touring.ch).

impressum touring Giornale del Touring Club Svizzero (TCS). Redazione: Felix Maurhofer (fm, caporedattore); vice caporedattore: Heinz W. Müller (hwm); vice caporedattore: Marc-Olivier Herren (MOH); Christian Bützberger (Bü), Antonio Campagnuolo (ac), JacquesOlivier Pidoux (jop), Nadia Rambaldi (nr), Peter Widmer (wi). Grafica: Andreas Waber (caposervizio), Stephan Kneubühl, Mathias Wyssenbach. Assistenti di redazione: Michela Ferrari (i), Sylvie Fallot (f), Karin Graniello (t), Irene Mikovcic-Christen (assistente caporedattore). Corrispondenza: Redazione Touring, Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna, tel. 031 380 50 00, fax 031 380 50 06. E-mail: touring@tcs.ch. Editore: Touring Club Svizzero, cp 820, 1214 Vernier (GE). Tiratura: edizione italiana: 83 141, totale: 1 325 035. Editoria/marketing: Reto Kammermann (responsabile), Gabriela Amgarten. Pubblicità: Publicitas Publimag SA, Seilerstrasse 8, 3011 Berna, tel. 031 387 21 16, fax 031 387 21 00. Produzione: St. Galler Tagblatt SA, Basler Zeitung SA, CIE Centre d’impression Edipresse Lausanne S.A. Cambiamenti d’indirizzo: indicando il numero di socio, alla Sede centrale del TCS, cp 820, 1214 Vernier; tel. 0844 888 111; e-mail: service@tcs.ch. Abbonamento: compreso nella quota sociale annua. «Touring» è pubblicato 20 volte l’anno. Si declina ogni responsabilità per manoscritti e altri lavori non richiesti.

Si possono fornire le risposte per posta (unicamente su cartolina postale), tramite SMS o www.touring.ch, indicando sempre le proprie generalità. Concorso 16/11: il set Wenger (cronografo e coltellino tascabile) è stato vinto da Rudolf Karl Huebscher di Bioggio. Condizioni di partecipazione: il concorso di «Touring» è aperto a tutti, ad eccezione dei collaboratori del TCS e dei loro famigliari. I vincitori saranno estratti a sorte e avvertiti per iscritto. I premi non possono essere sostituiti da una somma di denaro equivalente. Non viene tenuta alcuna corrispondenza. Non sarà possibile ricorrere alle vie legali.

Redazione Touring, concorso per i lettori, casella postale, 3024 Berna; SMS al numero 9988 (1 fr./SMS) scrivendo «Touring» e le tre risposte o su www.touring.ch Termine d’invio: 13 novembre 2011


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l’incontro | touring 18 | 27 ottobre 2011

La bici elettrica per... automobilisti

re la sicurezza, stiamo mettendo a punto un sistema di allarme che emette un fischio quando qualcuno s’impadronisce della bicicletta. Con il suo look ispirato al coltellino svizzero, Voltitude non passa inosservata. Perché un design così elaborato?

Eric Collombin ha ideato una bici elettrica innovatrice, ripiegabile e maneggevole. Con un design da «coltellino svizzero», si rivolge a una clientela urbana esigente.

» C’è già una pletora di bici elettriche

sul mercato. In cosa Voltitude si distingue dalla concorrenza?

Eric Collombin: La differenza sta nel meccanismo che permette di ripiegare e dispiegare la bici con una sola mano in un secondo. Così anche le persone con una borsa o che tengono per mano un bambino non hanno bisogno di lasciare andare tutto. In modalità ripiegata, la bici si tira come una vali-

gia. E una volta arrivati in ufficio o a casa, la si depone comodamente in un armadio o in un angolo. Si evita così di lasciarla in strada…

Esattamente. Il rischio di furto è la ragione principale che dissuade la gente dal comprare una bici elettrica. Se si risolve il problema, sono convinto che il numero di acquirenti salirà verticalmente. Per migliora-

Perché l’estetica rappresenta un componente importante della decisione d’acquisto. L’acquirente potenziale deve poter dire: «Mi ci vedo bene sopra». Sin dall’inizio ci siamo assicurati i servigi di un designer e il look «coltellino svizzero» è apparso a progetto in corso. La gente lo adora, specialmente gli stranieri che vanno pazzi per lo «Swiss made». A proposito, a che punto siete con la fase di commercializzazione?

Abbiamo presentato Voltitude lo scorso marzo al Salone internazionale dell’automobile di Ginevra. Da allora, sono state registrate 1200 pre-ordinazioni, una parte non trascurabile delle quali in provenienza dagli Stati Uniti e dall’Italia. I primi esemplari usciranno dalla catena di montaggio nel marzo del 2012. Privilegeremo la vendita via Internet, come pure tramite i concessionari d’auto. Scusi, ma non sarebbe più sensato vendere tramite il canale dei negozi di biciclette?

Il nostro pubblico-tipo sono gli automobilisti che quotidianamente restano bloccati in colonna. A questi vogliamo dimostrare che la bicicletta elettrica è ineguagliabile per spostarsi rapidamente in città, in particolare per i tragitti inferiori ai dieci chilometri al giorno. Secondo lei, l’avanzata della bici elettrica si confermerà?

Assolutamente sì. Pensate solo che dieci anni fa la bici elettrica non esisteva, mentre oggi se ne fabbricano nel mondo 25 milioni di esemplari all’anno. Questo progresso impressionante proseguirà sotto la spinta dei Paesi asiatici, che stanno cercando un sostituto agli scooter a due tempi, nettamente troppo inquinanti. Dal canto suo, l’Europa approfitta di questa innovazione arrivata dall’Asia con la possibilità di approvvigionarsi di componenti a prezzi interessanti. A breve, ciò contribuirà a un calo dei prezzi di vendita in Svizzera.

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Jacques-Olivier Pidoux

Intervista: Jacques-Olivier Pidoux

Eric Collombin presenta Voltitude, la bici elettrica ripiegabile in un secondo.

In pillole Nato in una famiglia di inventori, Eric Collombin (42 anni) ha ideato la bici elettrica Voltitude assieme al padre, l’ingegnere André-Marcel Collombin. Di professione consulente di marketing, ha lavorato per numerosi marchi orologieri. Padre di tre figli, è appassionato di automobili, tra le quali preferisce la Porsche Carrera.




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