8 marzo 2012 touring 4 www.touring.ch GAA 1214 Vernier
Il giornale della mobilità
82° Salone dell’auto di Ginevra
Alla fiera delle novità
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Come arrivano le auto al Salone
Sforzo logistico mondiale 12 L’ondata degli assistenti di guida
Un computer al volante 16 Concorso: tentate la fortuna e vincete la cittadina VW white up! Una nave piena di umanità L’ente Mercy Ships cura i più poveri del mondo 22
L’Australia in camper 4�4 A stretto contatto con la natura incontaminata 28
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Il numero 0800 140 140 Basta una telefonata e la Patrouille TCS accorre 36
Wellness sul Ceresio I soci del TCS hanno la possibilità di trascorrere giornate piene di sole sul lago di Lugano: l’Hotel**** Superior Parco San Marco Beach Resort, Golf & SPA, Lago di Lugano & Como, li attende con allettanti offerte wellness. Il Parco San Marco sorge sulle splendide rive italiane del Ceresio, a soli 15 km da Lugano. Il lussuoso complesso quattro stelle superior situato in un rigoglioso parco di 30 mila m2, dispone di 111 suite e appartamenti con vista sul lago, per una straordinaria vacanza. La folta proposta per i bambini nel Club Bim Bam Bino, le numerose possibilità di praticare attività sportive e il programma culturale e di manifestazioni non temono confronti. I quattro ristoranti sono gestiti dal cuoco di grande nomea Fabio Peiti.
Prestazioni – 3 pernottamenti per 2 persone in una suite con vista sul lago di Lugano e le montagne – drink di benvenuto – early check-in a seconda della disponibilità – quotidiano buffet di colazione fino alle 11 – libera entrata alla SPA San Marco – intrattenimento bambini gratuito nel Club Bim Bam Bino (da aprile a fino ottobre) – libero utilizzo delle biciclette dell’albergo a seconda della disponibilità Offerta Validità: dal 15 marzo al 15 ottobre 2012* Prezzo speciale 299 euro a persona per 3 notti, (il prezzo normale raggiunge i 450 euro a seconda del periodo). Il prezzo speciale si riferisce a persona in camera doppia. Supple-
mento camera singola 90 euro per soggiorno, bambini fino a 3 anni gratuiti, bambini dai 4 ai 15 anni 72 euro (per le 3 notti). Il forfait può essere raddoppiato. Persona supplementare oltre 15 anni 168 euro. * dal 16 ottobre al 29 dicembre 2012 ad un nuovo prezzo speciale: 239 euro a persona per 3 notti, (prezzo normale 345 euro). Il prezzo si riferisce a persona in camera doppia. Supplemento camera singola 90 euro per soggiorno, bambini fino a 3 anni gratuiti, bambini dai 4 ai 15 anni 60 euro per soggiorno nella suite dei genitori. Persona supplementare oltre 15 anni 138 euro. Informazioni e prenotazioni Private Selection Hotels, tel. 041 368 10 05, e-mail: info@privateselection.ch.
8 marzo 2012 | touring 4 | editoriale e sommario
sommario speciale salone 4 Punti forti e novità ginevrine
Tutto ciò che si può scoprire al Salone. 10 Energia solare
Produrre in casa il proprio fabbisogno non solo per l’auto elettrica. 12 Come arrivano le auto a Ginevra
Sguardo curioso dietro le quinte. 14 Belle e con cervello
Un Salone tra voci di corridoio e attese Il Salone di Ginevra si presenta più che mai come un superbo prato automobilistico. Il tripudio di anteprime, in rappresentanza della produzione planetaria, fornisce uno spettacolo sorprendente. Eppure, al di là dei riflettori e delle cromature sfavillanti, questa 82a edizione si svolge sullo sfondo di grandi manovre in un settore sottoposto ad una concorrenza spietata e il cui centro di gravità pende ormai palesemente verso l’Asia. Bisogna, tuttavia, constatare che non tutte le marche sono uguali davanti a questo nuovo ordine mondiale. L’insolente successo dei modelli di gamma alta e del gruppo Volkswagen si scontra con i problemi di redditività che colpiscono alcune generaliste europee. E le grandi manovre sono già iniziate. Come l’annunciata alleanza tra i gruppi Peugeot-Citroën e General Motors. Come se non bastasse, il morale del consumatore europeo è a terra. Tutto ciò non vale nella dolce Elvezia, dove l’aspra concorrenza che si fanno le marche promette un’altra ondata di allettanti proposte. Aleggia tuttavia l’ombra della legge sulla CO2, che entra in vigore a luglio con le penalizzazioni a carico dei veicoli che emettono più di 130 g/km. Cosa farà allora la Svizzera durante questo semestre? Si butterà sui potenti modelli che tanto ama oppure speculerà sul modo in cui gli importatori risolveranno questa difficile equazione? Anche qui regna una profonda incertezza. Marc-Olivier Herren, vice caporedattore
Foto di copertina Autore: Pia Neuenschwander (modellino d’auto messo a disposizione da Conrad Electronic AG, www.conrad.ch)
Come si reclutano le hostess per gli espositori del Palexpo. 16 Assistenti di guida
Sei sistemi che aiutano il conducente. 18 La saga della svedese Saab
Cronaca di una morte annunciata. 20 Il TCS al Salone
Uno stand informativo e divertente.
società e mobilità 22 La nave della speranza
L’African Mercy porta cure mediche alle popolazioni africane. 25 Secondo traforo al San Gottardo
Gestione privata con pedaggio?
viaggi e tempo libero 28 In Australia Occidentale Con un camper 4�4 per assaporare
fino in fondo la selvaggia natura. 32 Destinazione invernale per famiglie
Serfaus-Fiss-Ladis offre piste e hotel a misura di bambini. 33 I richiami neocastellani
Alla scoperta di alcune particolarità del Canton Neuchâtel.
club e soci 35 Ritratto di Roland Schnyder
Da oltre 30 anni allestisce lo stand del TCS al Salone di Ginevra. 36 Il numero del soccorso stradale
La Patrouille TCS è raggiungibile allo 0800 140 140. 37 Nuova sfida per il CEO del TCS
Bruno Ehrler lascia il club. 42 l’incontro
André Hefti, direttore del Salone internazionale dell’automobile.
25 Il consulente
Fermarsi nello spazio visivo. 26 Gomma di scorta o spray?
Soluzioni per i guasti ai pneumatici.
27 forum 37 prezzi e contatti TCS 41 il concorso, impressum
Concorso di cinema allo stand del TCS
Diventate tutti attori allo stand del TCS al Salone dell’auto di Ginevra (cfr. pag. 20). Fatevi filmare per soli sette secondi e riceverete un «flip book» dove si vedrà la sequenza in movimento. Per chi desidera, verrà creata una variante digitale pubblicata sulla pagina Facebook del TCS che parteciperà a un concorso. I 150 video più votati riceveranno un premio.
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speciale salone | touring 4 | 8 marzo 2012
Ginevra 2012 preannuncia una memorabile diversità L’82° Salone di Ginevra onora il suo status di show planetario proponendo un accattivante condensato della produzione automobilistica. Questa edizione è letteralmente invasa da anteprime, concept car e tecnologie innovative.
› Un grande salone si misura dalla qualità
delle sue anteprime. Con novità di peso quali l’Audi A3, la Mercedes-Benz classe A, la Peugeot 208 o la Porsche Boxster, l’appuntamento ginevrino non ne è certo a corto. Tanto più che sono toccati dalle novità tutti i segmenti dell’automobile, dalle piccole cittadine economiche alle supersportive traboccanti di cavalli. Da notare la vitalità dei segmenti inferiori, che sotto l’influenza della riduzione di gamma operata dalla clientela, si illustrano sia per l’offerta di modelli sia per le nuove tecnologie. Si osserva per esempio
un ampliamento sensibile del ventaglio delle mini monovolumi e delle piccole fuoristrada per il tempo libero. D’altro canto, nei segmenti superiori continua la corsa alle performance, con i 1200 CV della roadster Bugatti Veyron, quale motivo d’orgoglio. Tuttavia la tendenza è comunque alla razionalità: ovunque infatti la priorità va alla riduzione dei pesi e dei consumi. Un corollario a questo trend è l’avvento dei motori 3 cilindri, che conquistano già il segmento delle compatte. Si assiste inoltre all’uscita delle prime vetture concepite specialmente per la trazione elettrica. Una
tendenza ancora più marcata si registra per la propulsione ibrida, disponibile ora su un numero crescente di marche europee. In fatto di tecnologia, l’Audi A3 inaugura la struttura modulare che l’onnipotente gruppo Volkswagen applicherà alle sue diverse marche. La razionalizzazione ad oltranza è in corso. Così come l’interattività dell’automobile: numerosi nuovi modelli si aprono infatti a numerose applicazioni attraverso iPhone oppure i social network. Al Salone internazionale di Ginevra, l’automobile entra così definitivamente nel terzo millennio. Marc-Olivier Herren
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Fiat 500L Questa mini monovolume di 4,14 m è l’erede della Multipla degli anni Cinquanta.
Mercedes-Benz classe A Abbassata di 18 cm, è più dinamica dei modelli che l’hanno preceduta.
Compatte e pratiche
Peugeot 208 Più corta (3,96 m) e più leggera della 207, si nutre di grandi ambizioni.
Tra city car e mini monovolume, c’è l’imbarazzo della scelta. Il trio VW Up!, Seat Mii e Skoda Citigo si arricchisce delle versioni 5 porte. Oltre ad una serie di modelli a bassi consumi, da notare l’arrivo della Toyota Yaris ibrida (100 CV) capace di fare 2 km con le sue batterie. Le city car sportive non sono comunque meno d’attualità. Audi A1 quattro, Ford Fiesta ST, Renault Twingo RS e probabilmente Peugeot 208 GTI promettono scintille. Più esotica, la concept car Clubvan trasforma la Mini in una piccola monovolume.
Ford B-Max La mini monovolume che si distingue per il montante centrale integrato nella porta scorrevole. Renault Zoé Questa cittadina è la prima auto veramente elettrica che è stata sviluppata dalla marca francese.
8 marzo 2012 | touring 4 | speciale salone
Ferrari F12 Berlinetta La super sportiva si basa su un telaio d’alluminio che la snellisce di 70 kg rispetto alla precedente 599 GTB.
Stratosferiche Star incontestata, la Ferrari F12 Berlinetta è mossa da un V12 da 740 CV che la spinge da 0 a 100 km/h in soli 3,1 secondi. Altro modello eccezionale, la possente Aston Martin Zagato è oggetto di una serie limitata a 150 esemplari. Nel medesimo filone, il cabriolet Mercedes SL 63 AMG sale da 537 a 564 CV con un kit fatturato 18 400 fr. Decisamente tecnologica, la concept car avanzata della Honda NSX unisce il V6 centrale e il sistema di trazione integrale ibrida costituito da due motori elettrici che muovono individualmente le ruote anteriori. Francamente degna di nota… ma lontana dai 1200 CV della Bugatti Veyron.
Bugatti Veyron Vitesse Questa roadster Grand Sport di 1200 CV raggiunge i 410 km/h. La coppia del V16 culmina a 1500 Nm!
Aston Martin Zagato Questo coupé con motore V12 è rivestito da una carrozzeria leggera costituita da alluminio e carbonio.
Echi e rivelazioni su www.touring.ch Per scoprire le novità presentate all’ultimo minuto visitate regolarmente il nostro sito Internet www.touring.ch. Inoltre per tenersi al corrente dei «pettegolezzi» del Salone appuntamento sulle reti sociali: www.facebook.com/ tcs.ch, www.twitter.com/TCS_Svizzero, Google+: https://plus.google.com (ricerca con: TCS Touring Club Svizzero)
Per il gusto del lusso L’alta gamma ha il vento in poppa. Le marche tedesche non cessano di lanciare modelli iperpotenti quali l’Audi RS4 (450 CV) o la BMW M6 coupé (560 CV). Inedita, la BMW serie 6 investe anche il segmento dei coupé 4 porte. Jaguar riserva una grande prima con la XF Sportbrake, declinazione familiare della sua berlina futurista. La gamma medio-alta è anch’essa in ebollizione con il lancio della BMW 3 e l’uscita della berlina Cadillac ATS. Questa automobile da 4,64 metri che ricorre a materiali leggeri mira a sconvolgere l’establishment germanico entro la fine dell’anno. BMW 6 Gran Coupé Associa eleganza e comfort inaugurando una carrozzeria da coupé a quattro porte.
Cadillac ATS Questa propulsione mossa da un motore di 273 CV è dotata di una sospensione a fluido magnetico.
Jaguar XF Sportbrake La monumentale break di 5 m fa da spalla alla scultorea berlina XF. Il bagagliaio ha una capacità di 550 litri.
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speciale salone | touring 4 | 8 marzo 2012 Nissan Invitation Questo prototipo cela un modello d’ispirazione monovolume (circa 4 m) chiamato a concepire la cittadina Micra.
Audi A3 La terza generazione di questa compatta «premium» inaugura il sistema di costruzione modulare MQB sul quale sarà basata la VW Golf VII.
Classe media in forma
Seat Toledo Questo elegante prototipo molto simile alla serie annuncia la futura berlina che sarà introdotta nella primavera 2013.
Se i riflettori saranno per l’Audi A3, le sue omologhe compatte non demeritano. Il gruppo Hyundai-Kia lancia una nuova generazione delle cugine i30 e Cee’d, oltretutto sia in versione berlina sia break. Quanto alla Subaru, propone un’ennesima Impreza. La sportività è anch’essa agli onori con il duo a propulsione boxer Subaru BRZ e Toyota GT 86. Idem per l’Opel Astra OPC da 280 CV e la Citroën DS4 Racing da 256 CV. Sul fronte «premium», Volvo presenta la V40 la cui linea si distingue dalle break convenzionali. Nella categoria delle familiari, la concept car Takeri annuncia l’uscita a inizio 2013 della nuova Mazda 6. Questa berlina di costruzione leggera riprende la tecnologia dei motori diesel e benzina dal tasso di compressione quasi identico.
Volvo V40 Questa familiare dal forte stile si distingue per l’aspetto cuneiforme del portellone e ha la prima mondiale dell’airbag per pedone.
Chevrolet Cruze Wagon Questa break lunga 4,51 m dovrebbe dopare, da quest’estate, le vendite della Cruze prodotta in Corea.
Dacia Lodgy La filiale della Renault allarga la gamma con questa monovolume di 4,50 m. Annunciata spaziosa, offre 5–7 posti.
Kia Cee’d Questa 5 porte mostra un design più incisivo. L’ergonomia dei comandi e la qualità dei materiali sono state curate in modo particolare.
Classe «trasportatori» Il segmento delle monovolume compatte supera l’era del low-cost con la Dacia Lodgy. Questo veicolo di origine rumena può accogliere 7 passeggeri. Simile alla break Kia Cee’d, la Hyundai i30 wagon raggiunge i 4,49 m, ossia 19 cm in più della berlina. Il bagagliaio sale di colpo al volume rispettabile di 528 litri. Di estrazione coreana, la Chevrolet Cruze station wagon, allungata di 17 cm, dispone di un volume di carico di 500 litri. Il lancio è previsto in estate.
Hyundai i30 Wagon Lunga 4,49 m, la versione break della compatta i30 ha un enorme bagagliaio.
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Profusione di SUV Le fuoristrada proseguono l’inesorabile ascensione. Se l’Opel Mokka dà un impulso alla categoria delle 4 m, le compatte sono a pieno regime grazie al duo Citroën Aircross e Peugeot 4008, la Ford Kuga e l’Honda CR-V. Un gradino più su, Mitsubishi rinnova l’Outlander. Da segnalare anche gli studi stilistici di Jeep Grand Cherokee e Compass così come le concept car di crossover compatte firmate Nissan e Ssang Yong. Guadagnano terreno anche le «allroad». Se l’Audi A6 Allroad è un habitué di questa nicchia, le versioni rialzate della VW Passat Alltrack e della Peugeot 508 RXH ibrida sono inedite.
Opel Mokka Grazie ai suoi 4,28 m, ben si inserisce nel segmento promettente delle mini SUV. La gamma delle motorizzazioni va da 115 a 140 CV.
Citroën Aircross Come la sua cugina Peugeot 4008, è basata sulla Mitsubishi ASX e propone una qualità percepita curata. Mitsubishi Outlander Terza generazione per questa SUV della gamma media. Il suo abitacolo modulabile accoglie fino a 7 passeggeri.
Cabriolet potenti È l’anno delle decappottabili in casa Porsche, che oltre alla grande anteprima della roadster Boxster, commercializza la versione cabriolet della 911. Nonostante un tettuccio in tela, l’apparenza di quest’ultima è in sostanza identica al coupé. Nel settore delle auto «vitaminizzate», registriamo l’apparizione della cabrio VW Golf FTI (210 CV). Derivata dalla Chrysler 200 cabrio, la Lancia Flavia è la nuova nata dell’alleanza tra la Fiat e la casa americana. Yankee al 100%, la Chevrolet Camaro è in arrivo questa primavera.
Porsche Boxster Una roadster divertente da guidare che torna in versione più leggera e più sobria (circa 8 l/100 km).
Lancia Flavia Questo modello italiano scaturito dalla Chrysler 200 è animato da un 2,4 l di 175 CV con cambio automatico a 6 rapporti. Range Rover Evoque Questo prototipo derivato dal coupé si prefigge di attirare l’interesse del pubblico su una SUV cabrio.
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Informazioni pratiche L’82° Salone internazionale dell’automobile di Ginevra ha luogo dall’8 al 18 marzo. Oltre 140 vetture vi sono presentate in prima mondiale o europea. Tutti i maggiori attori del mondo automobilistico sono presenti nei padiglioni del Palexpo. Circa 260 espositori investono in questa manifestazione reputata per la sua compattezza e la sua facilità d’accesso. Oltre alle grandi anteprime del settore automobilistico, i visitatori si vedono presentare un ampio ventaglio delle tendenze marcanti dell’industria automobilistica su scala planetaria. � Biglietti d’entrata: adulti, 16 fr.; ragazzi da 6 a 16 anni e beneficiari AVS, 9 fr; gruppo da 21 persone accompagnate, 11 fr./persona. Vantaggioso: una riduzione del 50% è concessa sui biglietti venduti sul posto a partire dalle 16.00. È possibile acquistare il proprio biglietto su internet e stamparlo a domicilio. I soci TCS beneficiano di una riduzione di 3 fr. su pre-
I padiglioni del Palexpo propongono un’istantanea della produzione automobilistica.
sentazione del buono stampato a pagina 20 di questo «Touring». � Orari d’apertura: in settimana, il Salone è aperto dalle 10.00 alle 20.00; il week-end, l’orario va dalle 9.00 alle 19.00. � In auto: diversi parcheggi (20 fr.) serviti da navette regolari (eccetto il P49) per il Palexpo.
Ondata di prototipi
� In treno: stazione Ginevra-aeroporto a 3 minuti a piedi dal padiglione 7. Le FFS propongono biglietti combinati. � In bus: la linea 5 dei TPG collega il Salone al centro città in 20 minuti. � Informazioni e aggiornamenti su www.salon-auto.ch, www.tcs.ch e www.touring.ch. tg
Pavillion Vert e prove verdi
Scoprire e valutare i modelli alternativi
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Il Salone trabocca di prototipi e studi di ogni genere. Nella categoria più stravagante, la Smart Dock+Go del preparatore zurighese Rinspeed (foto) ha i numeri per sfondare. Questa micro city-car elettrica è dotata di un rimorchio monoasse che ospita un motore termico o una pila a combustibile funzionanti come prolungatori di autonomia. Scatenata, la sportiva elettrica Lampo 3 della società ticinese Protoscar annuncia 550 CV e si spinge da 0 a 100 km/h in 4,5 s. Più morigerata, la concept car Toyota FT-Bh dimostra che è possibile ridurre di metà le emissioni di CO2 di una city-car attraverso diversi accorgimenti tecnici. MOH
Il Pavillion Vert (Padiglione verde) ospita una ventina di espositori che propongono una panoramica sulle ultime innovazioni nel settore delle propulsioni alternative. Oltre alle società specializzate nell’infrastruttura e nei progetti ecologici, questa esposizione accoglie anche le vetture ibride ed elettriche dei grandi costruttori. Questo spazio è stato spostato di fronte all’entrata principale del Salone. Dotato di entrata separata, apre le porte un’ora prima dell’esposizione principale: alle 9.00 in settimana e alle 8.00 il weekend. I visitatori possono iscriversi alle «Prove verdi». Un circuito istallato in un parco e su strada aperta permette di guidare vetture elettriche. In tutto 16 modelli sono messi a disposizione da una dozzina di marche. Da notare che la parte di vetture a propulsione alternativa continua a crescere al Salone. Si nota un aumento sensibile dei modelli ibridi e la commercializzazione delle prime ibride plug-in (ricaricabili). Da notare l’esordio della VW Up! e dell’Opel Zafira Tourer alimentate a gas naturale. MOH
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La futurista «Smart House» sviluppata da Nissan può essere alimentata dalla compatta Leaf; un sistema pratico in caso di blackout.
Il vecchio sogno di produrre la propria energia in casa L’avvento delle vetture elettriche suscita molteplici progetti per produrre energia a domicilio. Questa visione di mobilità a zero emissioni si estende anche su scala urbanistica. La realtà è tuttavia ancora lontana dalle visioni idilliache.
› È il sogno assoluto: viaggiare con l’auto
elettrica e produrre la propria energia a casa. Contrariamente alle automobili termiche, le loro omologhe a corrente lasciano immaginare modelli di approvvigionamento rivoluzionari. I costruttori giapponesi sono particolarmente attivi in quest’ambito, all’immagine di Nissan, la cui Leaf è uno dei modelli elettrici più all’avanguardia. In parallelo alla diffusione di questo modello compatto, Nissan ha sviluppato il concetto di Smart House.
Quest’autentica casa del futuro presenta la particolarità di essere in reale interazione con la vettura elettrica, che non soltanto può ricaricarsi dalla rete elettrica della casa, ma anche, viceversa, alimentare quest’ultima con le sue batterie agli ioni di litio. Una soluzione che mira ad assicurare una fornitura elettrica regolare dell’edificio in caso di blackout elettrico o di catastrofe naturale. La batteria della Leaf dispone di una capacità sufficiente (24 kWh) per coprire i bisogni energetici di un’eco-
nomia domestica giapponese durante due giorni. Questo concetto, promettente in un paese vittima di frequenti interruzioni della distribuzione di corrente elettrica dall’incidente ai reattori atomici di Fukushima, dovrebbe essere introdotto nel Paese del sol levante già nel corso di quest’anno. Va precisato che la casa modello è alimentata di norma da pannelli solari e pile a combustibile. A lungo termine, questo concetto potrebbe addirittura essere esteso all’insieme di una città. Oltre alle case indivi-
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duali, il progetto contempla anche edifici che producono in piena autonomia l’elettricità di cui hanno bisogno. Anche l’altro grande costruttore giapponese, Honda, ha concepito un modello di casa in grado di produrre e immagazzinare energia. In questo caso l’alimentazione avviene attraverso pannelli solari e un’unità che funziona a gas naturale (metano). L’energia serve ad alimentare la casa e un’automobile oppure dei veicoli elettrici a due ruote.
Realtà d’oggi | Questa è musica del futuro, perché nell’immediato, le prospettive d’approvvigionamento autonomo di energia elettrica, sembrano piuttosto aleatorie. Lo dimostrano anche i primi insegnamenti del progetto d’alimentazione attraverso pannelli fotovoltaici condotto attualmente dal TCS (cfr. articolo in basso).
Direttore marketing & vendite di Alpiq EMobility, Roberto Maugeri si dice tuttavia convinto che la mobilità elettrica contribuirà a stabilizzare i consumi di energia perché permetterà di utilizzare sorgenti alternative quali l’eolico o il solare. Per ora tuttavia, gli automobilisti svizzeri non hanno altra scelta che quella di allacciare l’auto alla rete elettrica tradizionale. Il problema sta nel fatto che le abitazioni sono di principio dotate di prese limitate a 10 ampère. In queste condizioni, il tempo di ricarica di una batteria vuota dura circa 8 ore. L’altra soluzione consiste nell’istallare una colonnina di ricarica a domicilio. Alpiq istalla il sistema Home Charge Device fabbricato dalla ditta ticinese Protoscar. Nel caso della Mitsubishi i-Miev, quest’unità a 16 ampère impiega 6 ore per la ricarica (8 ore con 8 ampère). Venduta alla tariffa preferenziale di 1890 fr. con l’i-Miev, in futuro
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dovrebbe essere proposta ad un prezzo non sovvenzionato tra i 2000 e i 3000 fr. Roberto Maugeri sottolinea che le prese di corrente tradizionali non sono adatte a sopportare di continuo intensità che vanno da 8 a 10 ampère, per cui raccomanda l’istallazione di colonnine di ricarica. Queste offrono del resto un maggior comfort d’uso, poiché contrariamente ai cavi di ricarica presenti nella vettura, occorre allacciare una sola presa. Da parte sua, Renault offre la scelta tra l’acquisto e il noleggio di una colonnina. L’acquisto di un impianto costa 1499 fr. Il noleggio consiste in un primo versamento di 599 fr. e di un affitto mensile di 24.90 fr. Specialista di veicoli elettrici in Renault Svizzera, Jörg Sigrist rileva che secondo le prime tendenze, la clientela preferisce l’acquisto puro e semplice. Comunque sia, l’essenziale è essere in rete. MOH
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Centrale solare sul garage In quale misura vale la pena di istallare pannelli fotovoltaici a casa propria per alimentare il proprio veicolo elettrico? Un’unità istallata nel Centro tecnico del TCS a Emmen offre le prime risposte concrete in merito.
› Viaggiare con l’auto elettrica limitando
al massimo le emissioni di CO2 significa utilizzare energia di origine solare o eolica. L’istallazione di pannelli fotovoltaici è una delle opzioni offerte ai privati. Al fine di valutare il potenziale di questa tecnologia, un impianto solare di tipo plug&pay è stato montato sul tetto di un garage individuale al Centro tecnico del TCS a Emmen. Costata 9550 fr, questa istallazione si compone di 6 pannelli solari, di un convertitore, di un contatore e dei cavi. La superficie dei pannelli è di 7,6 m2 e la potenza di punta si eleva a 1,1 kWp (kilowatt peak). La corrente è iniettata direttamente e quasi senza perdite nella rete da 230 volt. Un contatore misura la quantità prodotta e quest’ultima è dedotta dalla fattura del fornitore di elettricità.
Variazioni stagionali | Secondo i dati forniti, la produzione iniziale quotidiana dell’impianto dovrebbe ammontare a circa 2 kWh. Nel corso dei primi 50 giorni di funzionamento, il kit ha prodotto 23,4 kWh, ossia nettamente meno dei 100 attesi. Va tuttavia precisato che la messa in servizio è stata fatta a metà dicembre e che in pieno inverno la produzione è praticamente nul-
I 6 pannelli fotovoltaici istallati dal TCS dovrebbero garantire la percorrenza di 4500 km.
la. Dovrebbe però progredire progressivamente questa primavera ed il deficit energetico essere colmato in estate. In teoria, 1 kWp prodotto da cellule fotovoltaiche con insolazione ottimale fornisce una produzione annua da 800 a 1000 kWh. Prudente, il budget fissato dal TCS ammonta a 2 kWh per 365 giorni, ossia un totale di 730 kWh. Il consumo misurato durante il test della vettura di riferimento – una Citroën C-Zero – era di circa 16 kWh/100 km. Ne consegue che la produzione dell’impianto istallato permetterebbe di percorrere circa
4500 km, ossia attorno ad un terzo del chilometraggio annuale stimato. A Emmen, l’auto è ricaricata attraverso la rete. È preferibile, in considerazione delle fluttuazioni stagionali. Lo stoccaggio dell’energia solare iniettata in rete incombe quindi alla società elettrica. Di fatto, quest’ultima non si limita più a fornire corrente elettrica, ma deve anche gestire quella prodotta dall’impianto solare. Un’attività supplementare che potrebbe, tuttavia, anche provocare dei costi supplementari. MOH/TCS c+p
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Guanti di velluto per la sicurezza I costruttori arrivano da ogni parte del mondo per presentare le loro automobili più nuove, più belle e più veloci. La via alla volta di Ginevra non è particolarmente impervia, tuttavia si richiede un importante sforzo logistico. diglioni del Palexpo, tutto è già al proprio posto: gli stand sono montati, i riflettori istallati e le automobili tirate a lucido vengono messe in mostra su piedistalli, sostegni rotanti o tappeti rossi. Laddove quattro settimane prima c’era solo del nudo cemento, ora un tappeto rosso invita i visitatori a girovagare tra gli stand. Ma come fanno ad arrivare al Palexpo di Ginevra tutte queste anteprime mondiali, prototipi e vetture da esposizione? Come vengono protette da occhi indiscreti e tenute segrete le novità? Le risposte non sono spettacolari come le automobili. Ciononostante vale la pena sbirciare dietro le quinte.
Viaggio in mare | Per le case automobilistiche asiatiche, in particolare, il viaggio dei veicoli è più lungo. Nella scelta del mezzo di trasporto un ruolo rilevante è attribuito all’importanza della singola automobile. Le vetture di serie presentate dalla Mazda sono spedite dalla fabbrica di Hiroshima via mare fino ad Anversa. Il viaggio in nave ha una durata di cinque settimane. Ad Anversa, come spiega l’assistente alle pubbliche relazioni Gabi Maubert, i veicoli sono preparati prima di varcare la dogana svizzera ed essere trasportati in camion a Ginevra. La situazione è diversa per i prototipi e per le anteprime mondiali: queste sono trasportate tramite via aerea in container sigillati fino a Francoforte o direttamente a Ginevra. Le auto della Subaru, prima di fare la loro grande apparizione al Salone, sono preparate e controllate a Safenwil (AG). Dopodiché sono trasportate in camion fino a Ginevra, dove vengono provvisoriamente posteggiate nell’autorimessa del Palexpo. Dopo una lunga attesa, di colpo tutto deve procedere in maniera estremamente veloce: i produttori possono spostare le proprie auto nel padiglione soltanto durante il lasso di tempo loro assegnato. «Questi intervalli sono molto brevi», ci spiega Jan Wernli di Subaru Svizzera. «Appena si libe-
rano i corridoi e le rampe, la nostra gente deve affrettarsi e portare le vetture più rapidamente possibile nel padiglione». In seguito le automobili vengono lucidate alla perfezione e nuovamente coperte, così da proteggerle dalla polvere generata dai lavori di allestimento. Nel caso delle concept car e delle prime mondiali, la fase di preparazione è un po’ più dispendiosa: le vetture sono trasportate in container su misura, i quali vengono poi portati nel padiglione con carrelli elevatori. Ciò per proteggerle innanzitutto da occhi indiscreti, e poi perché i prototipi spesso sono privi di motore e pertanto non possono muoversi autonomamente.
24 ore di sorveglianza | Le concept car e le anteprime mondiali sono maneggiate con guanti di velluto, in quanto la sicurezza ha una priorità assoluta: «Il trasporto di questi autoveicoli è di competenza di personale proveniente dal Giappone», spiega Wernli. «Queste persone sanno esattamente come muovere e pulire le auto, senza cagionare alcun danno». La sfida più grande è quella di estrarre le automobili intatte dal container e posizionarle sul piedistallo. In questa manovra sono coinvolte sino a dieci persone. A dipendenza dell’importanza del veicolo, questo viene protetto sino al momento della presentazione con un tramezzo mobile, una tenda oppure un apposito telone. A ciò si aggiunge una sorveglianza di 24 ore garantita da personale di sicurezza. Per il prestigioso marchio Maserati il tragitto verso Ginevra è più breve. Le vetture della casa modenese sono trasportate tramite autocarri attraverso il Gran San Bernardo o il Monte Bianco, a dipendenza delle condizioni meteorologiche. Ma cosa accade concretamente alla dogana svizzera quando arriva un carro pieno di auto costose? «Le vetture possono essere introdotte temporaneamente grazie a un Carnet ATA», spiega Lorenzo Dal Vi, responsabile marketing e comunicazione di Maserati Svizzera. Il Carnet ATA è un docu-
Keystone
› Quando i primi visitatori affollano i pa-
I veicoli espositivi restano coperti fino alla presentazione ufficiale. Così rimangono protetti dalla polvere e da occhi indiscreti.
mento internazionale che permette la temporanea importazione di beni di consumo con esenzione da tributi doganali. Per redigere il Carnet ATA è riscossa una tassa dell’1 per mille del valore della merce. A differenza dei veicoli circolanti, per quelli da esposizione ovviamente non è prevista alcuna tassa automobilistica.
Consegna notturna | Una settimana prima dell’apertura del Salone, al Palexpo viene allestito un check point dove vengono registrati tutti i camion in arrivo. Quando l’afflusso raggiunge il suo picco massimo, viene predisposta addirittura una rotatoria stradale. Raggiunto il check point, al conducente viene comunicato il luogo della consegna delle vetture. Così anche per le Ford: finora tutte le auto di esposizione sono giunte tempestivamente alla postazione. «Ciò che dipende da noi si risolve senza
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intoppi», afferma Kaspar Haffner, manager delle pubbliche relazioni Ford. Del trasporto nel padiglione si occupa lo spedizioniere ufficiale del Palexpo. Le anteprime di rilievo non ancora comunicate e i prototipi si consegnano preferibilmente di notte in rimorchi chiusi. Questo perché, nell’area del Palexpo durante il giorno circolano, con cadenze al secondo, furgoni, carrelli elevatori e altri veicoli, oltre a trovarvisi molte persone. Pertanto una persona non autorizzata, aggirandosi nei dintorni in quel dato momento, potrebbe carpire le novità. In ogni caso, i non addetti, di regola, non hanno accesso all’area espositiva. «Inoltre, la sistemazione dei veicoli è molto rapida. Il pericolo che qualcosa trapeli prima della presentazione ufficiale è basso», dice Kaspar Haffner di Ford. «Guardie armate o carri armati non sono quindi necessari». Nadia Rambaldi
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Dagli abissi al piedistallo Gli stand espositivi sono composti da singoli moduli che, a dipendenza della fiera e della misura, possono essere concepiti in modo diverso. A Ginevra, nell’allestimento e decorazione degli stand, devono essere rispettate le norme edilizie del Palexpo, come pure le linee direttive del Salone. Tale ordinamento è molto severo. Uno stand con parete posteriore non può, ad esempio, superare un’altezza di sei metri, mentre gli stand al centro del padiglione non possono andare oltre i 165 cm. «In questo modo, si ha una buona visuale sull’intera area ed è possibile vedere tutti gli espositori», spiega Jürg Kohler che lavora da 10 anni al Salone come coordinatore tecnico. Anche i supporti per le luci devono essere disposti alla stessa altezza e vi
sono prescrizioni anche riguardo al carico del suolo, sicché gli stand non possono essere troppo pesanti. Ma non c’è regola senza eccezione: «È capitato di dover puntellare la cantina, perché gli stand erano troppo pesanti per il pavimento del padiglione», dice Kohler, secondo il quale la sfida più grande è di riuscire a posizionare al centimetro le auto con le gru. Tuttavia le case automobilistiche non vogliono collocare i loro gioielli solo sui piedistalli, ma anche inabissarli nel sottosuolo: nel 2008 per la Toyota IQ è stato addirittura fresato un buco nel pavimento della hall. Durante la presentazione, grazie all’istallazione di un ascensore, la IQ si sollevava misticamente dagli abissi, roteava, per poi scomparire di nuovo nelle profondità. nr
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La bellezza da sola non basta più Le hostess del Salone dell’auto di Ginevra devono avere anche un cervello: oggi le conoscenze tecniche sono richieste esattamente quanto un portamento impeccabile.
› Cromature scintillanti, fari che brillano,
l’odore di pelle e gomma e gli sguardi meravigliati dei visitatori stupefatti: restare per dieci giorni sotto i riflettori assieme a delle belle automobili è il sogno di molte giovani donne. Le ragazze sono in servizio fino a dieci ore al giorno. Ma nonostante questo, il lavoro come hostess al Salone ginevrino è molto ambito, anche perché la manifestazione gode di molto prestigio. Eppure l’epoca in cui le ragazze dovevano essere solamente belle, è ormai finita da tempo. Se una volta le priorità erano gli attributi fisici, nel frattempo le esigenze dei costruttori automobilistici si sono nettamente accresciute. Le conoscenze tecniche
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sono altrettanto richieste delle competenze sociali, del portamento corretto, di un curriculum impeccabile e di due o tre lingue straniere, come pure dell’obbligo di parlare lo svizzero-tedesco. Ma non tutti i marchi d’auto danno lo stesso valore a questi attributi. Le preferenze sono variegate quanto le stesse ragazze.
Carina, più carina, Fiat | «Il gruppo Fiat è celebre per avere da sempre le più belle hostess del Salone», dice Eva Ramoscelli. Questa fama risveglia le attese di una parte dei visitatori del Salone. Eva Ramoscelli fa in modo che queste aspettative non vadano deluse: da sette anni, la sua agenzia «Be my
Alla finale del casting di Abarth si sono presentate 11 ragazze. Ladina Kägi (al centro) ha vinto.
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Guest» recluta hostess per l’autosalone ginevrino. Tra i suoi clienti c’è anche il TCS. «Tuttavia, il Touring Club Svizzero punta di più sull’esperienza e la maturità delle hostess». La sua agenzia recluta principalmente le hostess nelle università e tramite passaparola. Reti sociali come Facebook diventano, però, sempre più importanti: «Fino a qualche anno fa un’inserzione sui giornali gratuiti era più efficace di Facebook, ma nel frattempo è cambiato», spiega Ramoscelli. La cacciatrice di hostess osserva, poi, che sempre di più vengono molto richiesti hostess di sesso maschile. Se ancora fino a tre anni fa la quota di uomini tra questo tipo di personale era solo del 5%, oggi è già salita al 35%. Ciò soprattutto per attrarre la potenziale clientela femminile. Il marchio Abarth del Gruppo Fiat è consapevole dell’importanza delle reti sociali e quest’anno ha inaugurato nuove vie per reclutare le sue hostess. Su Facebook è stato lanciato ufficialmente un «casting di hostess». Nel corso di due settimane si sono annunciate oltre 100 ragazze, tra le quali la community di Abarth su Facebook ha scelto le 15 finaliste. A Zurigo si è giunti alla finale e la vincitrice è risultata Ladina Kägi, proveniente dalla Svizzera orientale.
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La giuria aveva subito chiarito come per vincere non fossero necessarie solo delle lunghe gambe e un sorriso radioso. Le ragazze dovevano saper parlare e rispondere in più lingue straniere. Si è però valutato anche il portamento, l’aspetto, la personalità e il carisma delle ragazze. Condizione obbligatoria: chi vuol rappresentare un marchio giovanile e sportivo come Abarth deve poter indossare abiti di taglia 36. Nonostante ciò: «Non vogliamo modelle. Le ragazze devono essere belle ma devono anche saper fornire delle informazioni», sostiene Susanna Prado di Fiat.
Primo lavoro | Guadagnare soldi per la prima volta da sé e il prestigio del Salone sono le principali motivazioni che spingono le ventenni verso Ginevra. «Per molte giovani donne si tratta della prima esperienza lavorativa», ammette Eva Ramoscelli. «Imparano a lavorare in squadra e ad assumersi la propria responsabilità». Dal canto suo, l’Abarth-Girl appena incoronata, Ladina Kägi, vorrebbe essere notata al Salone soprattutto per la propria apertura e la cordialità. E se le capitasse qualcosa di comico? «Mi farei semplicemente una bella risata!». Nadia Rambaldi
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Ma c’è ancora un pilota a bordo? In poco più di vent’anni, i sistemi di assistenza alla guida hanno rivoluzionato l’automobile. Alcuni esempi di applicazioni che non sono più solo riservate all’alta gamma.
› In ambito automobilistico, così come nel-
l’aviazione, gran parte degli incidenti sono dovuti ad errore umano. Da qui la tentazione, per i costruttori ed i loro ingegneri, di sviluppare sistemi di assistenza che si sostituiscono all’azione – e talvolta persino al giudizio – della persona seduta al volante. Alcuni di questi sistemi di aiuto alla guida sono al limite del gadget. Talvolta sono talmente esasperanti che si preferisce farli disinserire. Ma alcuni hanno largamente dimostrato la loro validità ed a nessuno verrebbe in mente di privarsene. Pensiamo soltanto all’ABS. Ancora sconosciuto meno di 30 anni fa, il sistema di frenata antibloccaggio è in dotazione alla totalità delle vetture vendute in Europa. L’ESP, o controllo della stabilità, sta conoscendo analogo successo.
� Visione panoramica a 360° Gli assistenti di parcheggio sono sempre più frequenti. Con alcuni dispositivi, il conducente non ha praticamente più bisogno di toccare il volante per parcheggiare. Altri fanno ricorso a telecamere per facilitare l’operazione di posteggio e le manovre a bassa velocità. La visione panoramica a 360° (Surround View) è conosciuta ormai da anni, ma è stata democratizzata in grande serie dalla nipponica Nissan sulla Qashqai. Mini telecamere alloggiate sulla calandra, sullo spoiler e sui retrovisori esterni forniscono immagini che una volta elaborate proiettano sullo schermo di bordo una visione aerea del veicolo. Il conducente ha perciò una visione chiara del ciglio del marciapiede, dello spazio nel quale intende entrare e di tutti gli ostacoli che lo circondano. Le immagini di ogni singola telecamera possono inoltre essere visualizzate individualmente.
Tutti i costruttori lavorano alacremente per migliorare la sicurezza delle nostre autovetture. Grazie alla microelettronica e ai sensori moderni (radar, telecamere, laser, sensori di ogni genere), dispongono di strumenti estremamente efficaci per individuare eventuali ostacoli nell’oscurità, effettuare automaticamente la commutazione dei fari, identificare i limiti di velocità, evitare una collisione imminente oppure assistere l’automobilista che si appresta a cambiare corsia di marcia. Gli esempi potrebbero proseguire, ma le nuove applicazioni sono così numerose che sarebbe impossibile citarle tutte in un solo articolo di giornale. Ne abbiamo scelte sei. Riservate inizialmente solo all’alta gamma, ora sono sulla via della democratizzazione.
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Denis Robert
� Basta cambi di corsia intempestivi Citroën l’ha fatto conoscere con l’acronimo ASL (avviso del superamento della linea di carreggiata). Ma in un mondo di sigle inglesi, la maggior parte dei costruttori lo definisce LKA (Lane Keeping Assist). In entrambi i casi, si tratta di avvisare il conducente del veicolo quando supera la linea di separazione delle corsie senza mettere la freccia. La rilevazione avviene attraverso sensori sistemati sotto il paraurti anteriore. Il sistema Citroën allerta il conducente con una vibrazione del sedile, sul lato dove la vettura sta deviando dalla traiettoria. Gli altri costruttori hanno optato per una vibrazione del volante e/o una leggera sterzata tendente a far tornare il veicolo sulla sua corsia. Per evitare la tentazione del «pilota automatico», il sistema smette di funzionare dopo alcuni secondi che il conducente ha lasciato la presa del volante.
Gli assistenti alla guida forniscono un prezioso aiuto all’automobilista.
� Sventare la trappola dell’angolo morto Al momento di cambiare corsia, chi non è mai stato sorpreso da un veicolo che si trovava quasi alla vostra stessa altezza, pur non essendo visibile nel retrovisore? Per rimediare al problema dell’angolo morto, Volvo ha lanciato, già qualche anno fa, un sistema chiamato BLIS. Nel frattempo, il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco ha fatto la sua apparizione su modelli di gamma inferiore, come la Mazda 3. Due radar montati su ogni lato del paraurti posteriore misurano la distanza e la velocità relativa dei veicoli circostanti. Ogni retrovisore esterno è dotato di un sensore di prossimità che si accende quando un oggetto si trova nell’angolo morto o vi si avvicina. Se il conducente aziona le frecce per manifestare l’intenzione di cambiare corsia dal lato dove il diodo è acceso, parte un segnale sonoro per dissuaderlo dal compiere la manovra.
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foto Visum, ald
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� Quando cala la palpebra Alcuni studi indicano che il 25–30% degli incidenti che si verificano in autostrada è dovuto alla stanchezza. È quindi naturale l’interesse nei confronti di sistemi di rilevamento dei primi segnali del sopraggiungere di questo stato nel conducente. Il comportamento di quest’ultimo è analizzato in funzione del modo in cui aziona il volante e i pedali. Taluni sistemi dispongono di una telecamera che ne riprende i movimenti. Una differenza rispetto al comportamento registrato all’inizio del viaggio indica un calo della concentrazione. Il conducente è avvisato da una spia luminosa (per esempio una tazzina di caffè che si illumina sul cruscotto) e un allarme sonoro. Volvo, Mercedes e poi Lexus figurano tra i pionieri. Ma anche VW ora propone questo tipo di invito alla pausa. Se il conducente non lo segue entro 15 minuti, il sistema ritorna alla carica.
� Un radar che previene gli incidenti I sistemi anti collisione (detti anche «pre-crash») hanno fatto la loro apparizione in abbinamento ai regolatori di velocità intelligenti. Destinati inizialmente solo all’alta gamma, sono adesso ampiamente diffusi. Per esempio, il sistema CMBS (Collision Mitigation Brake System) di Honda è disponibile sulla nuova Civic. In una prima fase il guidatore è avvertito del pericolo da una segnale ottico assieme ad uno acustico. Se il conducente non reagisce, questi avvisi sono accompagnati da una frenata automatica di bassa intensità e dalla vibrazione del pretensionatore della cintura di sicurezza. Quando la collisione è imminente, il sistema aziona una frenata automatica d’emergenza e preventivamente aziona anche tutti i pretensionatori delle cinture di sicurezza. Ogni costruttore nomina questi assistenti in modo diverso. VW lo chiama «front assist».
� Frenata d’emergenza in città I sistemi di frenata automatica funzionanti in città sono parametrati diversamente rispetto a quelli che funzionano fuori dai centri abitati. La svedese Volvo è stata una delle prime a mettere a punto il sistema di frenata d’emergenza in città, ma la tedesca Volkswagen ha avuto il merito di renderlo democratico. In opzione, la VW Up! propone infatti un sistema che rileva il rischio di collisione grazie a sensori laser istallati nella parte superiore del parabrezza. Attivato automaticamente tra 5 e 30 km/h, questo laser scansiona lo spazio entro 10 metri davanti al veicolo. Se vi è rischio d’impatto con il veicolo che precede o con un pedone che attraversa la strada, il sistema reagisce in tre fasi. Lo stadio finale è una frenata d’emergenza. Se la situazione lo richiede, il conducente può tuttavia riprendere il controllo accelerando, sterzando o premendo la frizione.
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foto ald
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Dalla vecchia berlina 93 all’odierno smagliante cabriolet 9-3, le Saab si sono sempre distinte per originalità di forme e tecnologie.
La lenta agonia di Saab Eppure erano simpatiche, queste Saab che per mezzo secolo hanno percorso le nostre strade! La saga del costruttore svedese, iniziata con l’emblematica 92 con motore a due tempi, s’è interrotta bruscamente. Cronaca di una morte annunciata.
› Vetture solide e dall’elevato livello di ri-
finitura, si rivolgevano ad una cerchia di clienti definiti chiaramente dal costruttore: gente che non voleva apparire, composta da liberi professionisti e simili. Ovviamente, ciò limitava il numero di potenziali acquirenti e… si ripercuoteva sulle vendite. Per riprendere unicamente le cifre più recenti, nel 2007 Saab produceva ancora 102 915 veicoli. Nel 2008, la produzione crollava a 75 073 unità, mentre durante l’ultimo anno completo di produzione (2010) si era scesi a 32 048 esemplari. Nell’ambiente automobilistico si stima che una marca semigeneralista come la Saab, per sopravvivere avrebbe dovuto smerciare al minimo tra le 250 000 e le 300 000 automobili l’anno.
Storia in tre capitoli | Battezzata Svenska Aeroplan AB, la società è esistita con
questo nome dal 1948 al 1969, avendo come modello di punta la 96, venduta in quasi 550 000 esemplari. Nel 1969, Saab si fonde con il costruttore svedese di veicoli pesanti Scania-Vabis. Nel 1978 la casa conclude un accordo tecnico con Fiat sfociato nella 9000, la prima vera Saab di classe premium. L’era della sigla Saab-Scania termina nel 1989, quando entra in scena General Motors (GM) che prende in mano le redini della casa svedese. Ribattezzata Saab Automobile AB, la nuova entità era posseduta al 50% ciascuno da GM e dal gruppo Investor AB. GM vi inietta 600 milioni di dollari e, a partire dal 2000, rileva l’altra metà delle azioni per fare di Saab una sua controllata a pieno titolo. È durante questo periodo (1989–2010) che vede la luce una quantità impressionante di nuovi modelli; spesso si tratta di versioni «accessoriate» prodotte da altri costruttori,
come la 9-2X che altro non è che una Subaru Impreza. Il modello più proficuo dal punto di vista commerciale fu la 9-3, lanciata nel 1989.
Fase turbolenta | Alla fine del 2008, GM annunciava che Saab si trovava «sotto osservazione» e con un destino incerto: cessione o condivisione del marchio. Durante le trattative di vendita, con non meno di 27 compratori interessati, GM riduce drasticamente il suo appoggio finanziario. In seguito vi è stata la parentesi Koenigsegg, un piccolo costruttore che tenterà di prendere il controllo di Saab con l’appoggio della cinese Beijing AIC. Il tentativo abortirà. Nel frattempo, però, era andato perso un anno. Poi, nel gennaio 2010, GM confermerà di aver venduto la quasi totalità delle azioni a Spyker, un minuscolo costruttore olandese di auto esclusive. Victor Muller, il fu-
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nambolico acquirente, avrebbe commercializzato le Saab tramite un’entità chiamata Swedish Automobiles, basata a… Royal Oak, Michigan, Stati Uniti!
Triste epilogo | Dopo tutta una serie di via vai senza nulla di fatto e diversi validi candidati cinesi scartati – GM temeva che si appropriassero delle tecnologie di punta a prezzo stracciato – nel luglio del 2011 l’azienda annunciava di non essere più in grado di pagare i salari ai 1600 dipendenti. Infine, lo scorso agosto, le autorità svedesi esigevano la dichiarazione di fallimento della società, poiché il totale dei debiti si
La mitica roadster Saab Sonett a due tempi.
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avvicinava agli 800 milioni di dollari. Seguiva, il 19 dicembre, la richiesta formale di fallimento. Attualmente, non resta che un unico candidato all’acquisto, il cinese Youngman. Ma nei fatti la saga sembra essersi definitivamente conclusa. Una fine triste per un marchio che, fra l’altro, era stato il primo a commercializzare la cintura
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di sicurezza (1958), il doppio circuito di frenata (1963), il tergicristallo per i fari (1970), il motore turbocompresso di grande serie a 16 valvole con controllo di pressione di sovralimentazione. Senza dubbio, questa marca anticonformista lascerà un grande vuoto nel panorama automobilistico mondiale. Axel Béguin
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Chi sono i responsabili del disastro? In questa saga nordica, le ragioni della disfatta sono numerose e variegate, altrettanto dicasi per i colpevoli. Innanzitutto, c’è stata l’incapacità di elaborare una vera gamma di modelli, e nessun costruttore può sopravvivere con le sole 9-5 e 9-3. E poi, General Motors ha agito come un predatore: ha concentrato il suo interesse sulle tecnologie che Saab padroneggiava al meglio, per utilizzarle sulle proprie gamme. Inoltre, GM ha ritardato per tre anni lo sviluppo della station 9-3. Arriva, infine, il «problema Muller», il cui ego era inversamente proporzionale ai mezzi finanziari. Oltretutto, e si tratta di un fatto poco noto, le prime serie di Saab a motore sovralimentato erano poco affidabili. Per prendere solo l’esempio svizzero, durante il primo anno di commercializzazione della Saab turbo, bisognava prevedere un motore di ricambio per ogni auto venduta. Finanziariamente, era insostenibile. E adesso si profila questo lungo corteo di avidi pretendenti: Youngman, Antonov, i famelici cinesi, i turchi; ma per Saab è già arrivata la fine del percorso. abé
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Il cinema allo stand del TCS Quest’anno la tradizionale animazione offerta allo stand TCS al Salone di Ginevra consentirà ai visitatori di diventare registi e protagonisti del proprio film.
Tutti attori | La tradizionale animazione interattiva offerta allo stand del TCS mette al centro quest’anno «l’essere umano». Infatti, sotto lo slogan «Gira il tuo film con
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Arriva l’ora del Salone e, puntuale come un orologio svizzero, all’appuntamento ginevrino si presenta anche il Touring Club Svizzero con un suo stand. Quest’anno, il punto d’incontro del TCS non è posizionato come d’abitudine nella hall d’entrata, che si trova in trasformazione, bensì nella hall 6 in piena area espositiva. In pratica, lo stand del club si trova in mezzo alle automobili, attorniato dagli stand di Peugeot, Pirelli, BMW, Volvo e Mercedes. Sarà facile reperirlo anche perché all’ingresso troneggia l’ultimo modello di vettura della Patrouille, una Chevrolet Captiva, completamente verniciata con l’inconfondibile «giallo TCS». I visitatori sicuramente non mancheranno di scoprirne l’interno, farcito di tutte le attrezzature tecniche adatte a soccorrere i soci rimasti in panne. Proprio il colore simbolo del club e il suo celebre marchio, di recente rimesso a nuovo, faranno da sfondo alla miriade di attività che il TCS presenta al Salone. Il personale specializzato è a disposizione dei visitatori per qualsiasi domanda concernente i servizi e le prestazioni della maggiore organizzazione nel campo della mobilità esistente in Svizzera. A disposizione vi sono un’infinità di guide informative tecniche e di opuscoli, molto utili anche per coloro che vengono a Ginevra per scegliere una nuova automobile.
Nello stand del TCS al Palexpo i soci trovano ristoro, informazioni e divertimento.
il TCS», chiunque lo desideri potrà mettersi sotto i riflettori facendosi filmare per sette secondi, anche assieme ad amici e familiari. Appena due minuti dopo, il novello attore riceverà gratuitamente una fotografia e un libricino «folio scope»; scorrendone le pagine velocemente con il pollice si potrà rivedere la sequenza in movimento come al cinema. Se si vuole, il mini-video potrà essere pubblicato sulla pagina Facebook del TCS e del Cooldown Club. Chi desidera potrà poi condividere il filmato con i suoi amici. Infine, la sequenza che riceverà più voti, vincerà un premio!
Ma lo stand del TCS rappresenta anche una «oasi di pace», in cui potranno trovare qualche momento di relax e di ristoro i soci stanchi di aggirarsi per ore e ore tra le centinaia di magnifiche vetture in bella mostra al Palexpo. L’accoglienza include un caldo caffè o una dissetante bibita analcolica… ovviamente gratis! ac
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Info Touring I soci del TCS godono di uno sconto di 3 franchi sull’ingresso al Salone, presentando alla cassa il tagliando in calce assieme alla tessera sociale 2012. Lo sconto non vale dopo le ore 16, quando il biglietto normale è già ridotto del 50%.
BUONO SCONTO del valore di CHF 3.- sul prezzo dell’ingresso al Salone dell’Auto 2012 Nome Cognome No di socio TCS
Valido esclusivamente alle casse del Salone dell’Auto 2012 in cambio di un biglietto d’ingresso. Questo sconto è valido unicamente su presentazione della tessera di socio del TCS. Il buono vale per un solo socio, non è cumulabile con altri vantaggi (come ad esempio il Combi FFS, le tariffe speciali per gruppi, ecc.). Non può essere scambiato in denaro.
vinci una vacanza studio all’estero vacanza studio di 4 settimane a new York, stati uniti, che include corso generale (st. Giles college, 20 lezioni a settimana), sistemazione in famiglia (camera singola con trattamento di mezza pensione) e volo aereo (zurigo – new York – zurigo), del valore di 4000 franchi svizzeri disponibilità: 1 anno (esclusi luglio/agosto) componi il numero 0901 590 998 (1.–/chiamata da rete fissa) o invia un sms con la password «new york» e il tuo nome e indirizzo al numero 9988 (1.–/sms) e partecipa all’estrazione. Partecipa tramite cartolina postale indirizzata a: touring concorso, neW YorK, casella postale, 8099 zurigo. termine di partecipazione: 21.03.2012
Condizioni di partecipazione: possono partecipare tutti i lettori e le lettrici di Touring in Svizzera e nel Liechtenstein. Sono esclusi i dipendenti del TCS e i loro familiari. L‘età minima di partecipazione è 18 anni. Il vincitore / la vincitrice sarà informato personalmente. Il premio è personale, non cedibile e non rimborsabile in contanti. I partecipanti possono essere contattati dallo sponsor del premio Boa Lingua. Non sarà tenuta alcuna corrispondenza riguardante il concorso. È escluso il ricorso alle vie legali.
new york Per vincere una vacanza studio all‘estero di 4 settimane
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In Africa occidentale la nave ospedale African Mercy cura a bordo le persone affette da malformazioni, cecità e tumori.
La nave della speranza L’ente assistenziale Mercy Ships ha trasformato un vecchio traghetto in modernissima nave ospedale. A bordo vari medici operano persone che soffrono di malformazioni, tumori e disturbi della vista. Un progetto umanitario nato a Losanna.
› Dall’esterno,
niente distingue l’African Mercy da un banale traghetto. Ma nel suo ventre si cela un centro medico che rivaleggia con un ospedale universitario elvetico: sei sale operatorie, uno scanner, un servizio di radiologia, un microscopio numerico per le diagnosi via Internet, una sala di rianimazione, un’unità di cure intense e varie sale di ricovero con una capacità di 78 letti. L’equipaggiamento high-tech permette di realizzare ogni anno centinaia di operazioni chirurgiche su pazienti sfigurati da tumori e malformazioni congenite, affetti da cecità o da infezioni dentarie avanzate. Del tutto gratuitamente, migliaia di africani – fra i più poveri del mondo – approfittano di cure chirurgiche di punta, che rimediano a gravi forme di invalidità. Questo progetto umanitario fuori dal comune è nato in Svizzera una trentina d’anni fa… gra-
zie alla disponibilità dell’Unione di banche svizzere. La disciolta istituzione bancaria si era lasciata convincere da una coppia di americani residenti a Losanna a sbloccare un milione di franchi per acquistare una nave. Fu questa la prima sfida da superare dei fondatori della Mercy Ships, Don e Deyon Stephens, mentre la seconda consisteva nel rimborsare il credito all’UBS in qualche mese appena e trasformare la suddetta nave in ospedale galleggiante.
Richiesta dalla Libia | Quel che cominciò come un progetto utopistico è oggi diventato una reputata istituzione assistenziale. Al punto che l’anno scorso, il governo provvisorio libico, in piena guerra civile, aveva chiamato la nave ospedale in soccorso della popolazione civile: «Ma noi non siamo equipaggiati per situazioni di crisi», spiega
Christophe Baer, addetto stampa di Mercy Ships. «Noi ci concentriamo sulla rimozione dei tumori, sulla chirurgia ricostruttiva, le operazioni oculistiche e ostetriche, le cure dentarie e i piedi deformi». Oltretutto una missione della Mercy Ships si prepara con mesi in anticipo. Inizia con un’ampia concertazione con le autorità locali, le ONG presenti sul posto e la Croce Rossa. Contemporaneamente si mette in pratica una campagna informativa sulla stampa locale, tramite manifesti e, soprattutto, con l’indispensabile passaparola, insostituibile se si vuole che la notizia dell’arrivo della nave ospedale pervenga fino ai villaggi più sperduti. Successivamente, il personale sanitario della Mercy Ships compie una giornata di visite mediche alla quale si presentano gli ammalati. Vi possono affluire fino a 5000
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persone: «Fissiamo una lista di appuntamenti in funzione dell’urgenza e del tipo di patologie. Di fronte a tumori cancerogeni che necessitano di una chemioterapia, noi siamo impotenti, per mancanza di apparecchiatura. In casi estremi non possiamo far altro che accompagnare il paziente verso i suoi ultimi giorni di vita», osserva con tristezza Christophe Baer. Davanti a tragedie umane di tale entità, ci si potrebbe meravigliare che i medici pratichino così tante operazioni destinate a correggere lo strabismo, una patologia in definitiva benigna. Tuttavia, in Africa essa rappresenta un grave handicap: «C’è, infatti, una superstizione secondo la quale lo strabismo è d’origine demoniaca, ciò che genera esclusione. Da qui l’importanza di operare chi ne soffre».
Pagare per lavorare | A bordo dell’African Mercy, c’è materiale sanitario degno dei migliori ospedali occidentali. Per finanziarlo, c’è la generosità dei donatori e quella dei fornitori che l’offrono a tariffe preferenziali, se non addirittura gratis, ma c’è anche una regola d’oro: dal chirurgo all’addetto alle pulizie, tutti sulla nave lavorano su base volontaria… e devono perfino versare un contributo tra i 350 e i 700 dollari a testa: «Insomma, si paga per lavorare», sintetizza Christophe Baer... Sacrifici finanziari largamente compensati dalle soddisfazioni umane (cfr. articolo a lato).
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Jacques-Olivier Pidoux Info Touring Per saperne di più: www.mercyships.ch.
Sette anni di lavoro Ente umanitario fondato nel 1978, Mercy Ships mette a disposizione la sua nave ospedale nei paesi più poveri del mondo. In servizio dal 2007, l’African Mercy era in origine un traghetto danese destinato al trasporto di treni. La sua trasformazione in ospedale ha necessitato di sette anni di lavoro in cantieri navali inglesi, per un importo di circa 70 milioni di franchi. Con una superficie di 1200 m2 su un unico livello, permette un agile trasferimento dei pazienti dalle sale operatorie a quelle di rianimazione, senza spostamenti verticali da un piano all’altro. Grazie a dei generatori, è autonomo al 100% dal profilo energetico, dunque non dipende dalle infrastrutture locali, che spesso sono precarie. Battente bandiera maltese, è impegnato soprattutto nell’Africa occidentale. A bordo vi lavorano circa 400 persone di 40 diverse nazionalità. jop
A bordo dell’African Mercy vi sono sei sale operatorie attrezzate secondo gli standard più elevati (in alto). I bambini sono i primi beneficiari delle cure mediche (in basso).
Un impegno al servizio degli sfavoriti che suo figlio di 8 anni era affetto di un tuDentista a Wettingen, Daniel Florin lavora more maligno alla bocca e che non poteva volontariamente per un mese all’anno sulla essere salvato: «Dopo un’esperienza del nave-ospedale di Mercy Ships. È già stato genere devo dire che faccio fatica a sopporin Liberia, Sierra Leone, Togo e il prossimo tare l’indifferenza e la mentalità di bambini ottobre andrà in Guinea. Sia sul piano proviziati che regna in Svizzera». Secondo fessionale sia su quello umano, questo imlui la Mercy Ships è una delle rare organizpegno umanitario gli procura un’immensa zazioni non governative che soddisfazione e trasforma la compiono un lavoro efficace sul sua visione del mondo: «In Afrilungo periodo: «Ogni quattro o ca c’è gente che muore a causa cinque anni ritorniamo nello di denti non curati. Una semplistesso paese, ciò che ci perce infezione può aggravarsi e mette di assicurare un seguito. diventare mortale. Mi capita di Inoltre, grazie al volontariato togliere fino a 800 denti al giornon c’è bisogno di concentrarci no!». In particolare Daniel Floin permanenza sulla raccolta di rin si ricorda del giorno in cui ha Daniel Florin, dentista fondi». jop dovuto annunciare ad un padre sull’African Mercy.
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il consulente Urs-Peter Inderbitzin
Keystone
Sull’autostrada ci si deve attendere anche una libreria
Nella galleria stradale del S. Gottardo il traffico passa in un unico traforo, con i relativi rischi.
Un secondo traforo con soldi privati Un eventuale secondo tunnel del San Gottardo potrebbe essere finanziato e gestito da privati. È quel che ritiene Economiesuisse. Confederazione e TCS sono scettici.
› Come è noto il traforo stradale del San
Gottardo dovrà essere risanato tra il 2020 e il 2025. Oltre che di una chiusura totale del tunnel più o meno lunga, si discute anche della costruzione di un secondo tubo, che faciliterebbe tutto e che in seguito sarebbe percorribile in un solo senso di marcia. Prima che siano gettate le basi, l’associazione mantello del settore economico Economiesuisse ha presentato uno studio. La tesi: un secondo traforo potrebbe essere finanziato e gestito completamente da privati, sulla base di un modello di Public-Private-Partnership (PPP). Il dettaglio: verrebbe prelevato un pedaggio di circa 20 fr. per ogni attraversamento della galleria.
ciare ai cospicui finanziamenti della Confederazione per i progetti d’infrastruttura. Se, però, venisse stabilito che la PPP fosse l’unica possibilità per costruire una seconda galleria del San Gottardo, il TCS è pronto a esaminarla. A causa della chiusura del tunnel stradale, il club si attende enormi problemi di circolazione. Colpiranno gli svizzeri e gli stranieri, il traffico dei passeggeri e delle merci. Si prevedono ingorghi e traffico causato dalle deviazioni attraverso percorsi inadeguati, con alti rischi di incidenti. Secondo il TCS, la prevista e costosa offerta di treni navetta non sarà in grado di avere sufficiente capacità e flessibilità per tenere sotto controllo il traffico.
Non necessario | «Un investimento privato dell’infrastruttura di trasporto porta a un impiego efficiente dei mezzi, a una liberazione di fondi a favore di progetti statali in altre regioni e a indicazioni di prezzo corrette dal punto di vista economico», afferma il direttore di Economiesuisse Pascal Gentinetta. Contro lo studio e la costituzione di una PPP per costruire un eventuale secondo tunnel, si è schierato Rudolf Dieterle, direttore dell’Ufficio federale delle strade. Anche il TCS non vede la necessità di rinun-
Secondo tunnel | Comunque, secondo il club, la necessità della costruzione di un secondo traforo al San Gottardo è dimostrata. Solo la separazione delle direzioni di transito rende possibile una circolazione sensibilmente più sicura. Secondo il TCS, quella di separare i sensi di marcia nei lunghi tunnel stradali e ferroviari corrisponde alla strategia stabilita in Europa e in tutto il mondo dopo i gravi incidenti del 1999 nel tunnel del Monte Bianco e del 2001 nel San Gottardo. hwm/tg
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È noto a tutti che la velocità di marcia va adattata alle circostanze. Un automobilista può guidare ad una velocità tale che sia sempre in grado di fermarsi sul tratto di strada entro il suo campo visivo. Di giorno questa disposizione di legge non pone grossi problemi. Più complicato invece di notte, in particolare sull’autostrada. A 120 all’ora, infatti lo spazio di frenata è sensibilmente più lungo rispetto a quanto si riesca ad illuminare con i fari anabbaglianti. Ciò pone un problema qualora i veicoli che precedono dovessero perdere un oggetto sulla corsia. Secondo una consolidata giurisprudenza, gli automobilisti devono prevedere l’eventualità di trovarsi oggetti non illuminati sulla loro corsia di marcia. Chi non riesce a frenare in tempo e investe degli sci, una sedia o un materasso, può essere multato per non avere adeguato la velocità alle condizioni. Recentemente il Tribunale federale ha confermato una multa di 100 fr. inflitta ad un conducente che di notte sull’autostrada ha avuto una collisione a 110 km/h con una libreria in metallo che era stata persa poco prima da un furgone (6B_673/2011). Con i fari anabbaglianti l’automobilista vedeva a soli 50 m, mentre lo spazio di frenata era di 93 m. Per la corte era quindi assodato che il conducente non aveva adattato la sua velocità alle condizioni – leggi visibilità – e non era perciò in condizione di frenare per tempo. Significa quindi che di notte sull’autostrada bisognerà viaggiare sempre lentamente – tenuto conto della portata delle luci anabbaglianti? I giudici federali minimizzano. Da un canto sull’autostrada è possibile utilizzare i fari abbaglianti. D’altro canto vi sono frequenti tratti, in particolare nei pressi di entrate ed uscite o aree di servizio, che sono rischiarati dall’illuminazione pubblica.
L’autore è giornalista giudiziario accreditato presso il Tribunale federale.
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società e mobilità | touring 4 | 8 marzo 2012
Gomma di scorta tascabile «Una bomboletta spray che gonfia le gomme» è questo il surrogato delle buone vecchie ruote di scorta. Ma benché la bomboletta occupi poco spazio, la ruota offre di più.
› La
famiglia Meier si trova in vacanza. L’auto è piena di bagagli e i bambini si lamentano della sete e chiedono di continuo se presto si arriva a destinazione. Ed ecco che succede: il volante tende con forza a destra o a sinistra, frenare e arrestarsi è inevitabile, ma poi gli automobilisti che seguono suonano impazienti il clacson. La causa è presto chiarita: una foratura! È assente però la ruota di scorta, per la quale manca perfino il posto, ma nel set d’emergenza c’è una bomboletta spray, con allegate le relative istruzioni. Solo che: i genitori vedono per la prima volta il foglietto stampato a caratteri minuscoli. Inoltre ci si pone l’angosciosa domanda: con la sostanza gonfiante la ruota guasta è in regola per riprendere il viaggio ed arrivare fino al prossimo garage?
Brutti voti per gli spray | Stefan Lehmann, responsabile di progetto di Tecnica ed Economia del TCS a Emmen, sottolinea come con queste sostanze sigillanti si possano riparare solo danni di ampiezza limitata sul battistrada, ma nessun difetto sui lati dei pneumatici. Nell’ambito del test del TCS sul materiale sigillante, solamente tre dei cinque prodotti raggiungevano una pressione minima di 1.2 bar. Per gli altri il livello della pressione era troppo basso. Chi volesse esaminare con precisione il test del
TCS sulle sostanze per gonfiare le gomme può visionarlo su www.pneumatici.tcs.ch > Tutti i test. Il consiglio di Lehmann: «Per essere preparati anche per viaggi lunghi e lontani, gli automobilisti dovrebbero andare sul sicuro e portare con sé una gomma d’emergenza o meglio una ruota completa». Molti possono ordinare una ruota del genere all’acquisto del veicolo nuovo. «Si consiglia di chiarire con i garagisti se dadi e bulloni in dotazione sulla vettura vanno bene anche per quel cerchione».
Soluzione di lusso | Sebbene in caso di foratura, una gomma di scorta o un ruotino d’emergenza richiederebbero un certo impegno con ogni tempo e durante ogni ora del giorno, permetterebbero di proseguire il viaggio dopo qualsiasi tipo di guasto alla ruota. Il presupposto è che la pressione interna venga controllata regolarmente: «Rispetto alla classica ruota di scorta, le sostanze sigillanti del set per le panne sono
più leggere e soprattutto molto più piccole, se però il pneumatico ha più di un taglio o di una piccola crepa sul battistrada, i sigillanti non sono un’alternativa». Se la famiglia Meier avesse comperato un’auto che poteva proseguire il viaggio anche con una ruota senz’aria, avrebbe potuto stare tranquilla. Infatti, esistono vetture relativamente costose equipaggiate con i cosiddetti pneumatici run-flat. Stefan Lehmann: «Un prodotto del genere permette di proseguire il viaggio a velocità ridotta e a lungo raggio fino al prossimo garage, anche nel caso di una completa perdita di pressione su più gomme». Oggi vengono proposti due sistemi: uno ha una struttura portante sui fianchi, l’altro un sistema ad anelli di sostegno. Inoltre: «I pneumatici run-flat richiedono cerchi speciali a dipendenza del veicolo e possono essere usati solo assieme ad un monitoraggio diretto o indiretto, poiché una gomma senza la pressione corretta non può essere notata». Kurt Venner
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� Arrestare il veicolo in un luogo sicuro (in autostrada sulla corsia d’emergenza); � attivare le luci d’emergenza; � indossare il gilet rifrangente; � se i passeggeri abbandonano il veicolo in autostrada devono mettersi al riparo dietro il guardrail; � installare il triangolo d’emergenza ad almeno 50 metri dal veicolo, in autostrada a 100 metri (ma solo se non si corrono rischi!); � risolvere l’avaria con i propri mezzi senza mettersi in pericolo; il manuale delle istruzioni aiuta a farlo; � se ciò non è possibile, in autostrada bisognerebbe annunciare la panne tramite la colonnina d’emergenza; � si può sempre chiamare in qualsiasi momento la Patrouille TCS.
Kurt Venner
In caso di panne
La bomboletta aiuta in caso di foratura, ma solo limitatamente ed è meglio la ruota di scorta.
8 marzo 2012 | touring 4 | società e mobilità
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Cento franchi all’anno per l’autostrada? Molti i commenti dei lettori al prospettato aumento a 100 fr. del contrassegno autostradale, di cui «Touring» ha riferito sull’ultimo numero. Ecco una scelta. Rincaro vignetta è troppo per le moto
Non solo mi trovate d’accordo al 100% con la vostra presa di posizione in merito al rincaro della vignetta autostradale, ma mi permetto di aggiungere un dettaglio: sono una centaura e guido anche l’auto. Allora cosa mi tocca? 200 franchi all’anno di autostrada? Non solo sono eccessivi, ma in moto ho solo 2 ruote e non 4 che «consumano» il manto stradale! Stranamente però, questo aspetto non viene mai preso in considerazione. Credo che se il contrassegno arriverà a 100 franchi farò in modo di non usare l’autostrada almeno con uno dei due mezzi.
sono assolutamente giustificati, inoltre vi è anche il problema delle targhe trasferibili, perché circola solo un veicolo alla volta ma il prezzo da pagare è doppio. E cosa dire dei motociclisti che vengono paragonati alle auto o ai camper o ai furgoni con rimorchio, sebbene l’ingombro ed il danneggiamento del manto stradale sia diverso fra questi veicoli? Carlo Canetti (@) Caselli autostradali anche in Svizzera
Io sono contraria all’aumento della vignetta, soprattutto per noi che non usiamo tutti
mw
Automobilisti sempre più tartassati
Pubblicità
Aumento giusto se paragonato all’Italia
Il costo di quattro viaggi di andata e ritorno Como-Milano già supera il costo attuale del contrassegno autostradale. Un aumento a 100 fr. è pertanto un corretto, ed ancora economico, adeguamento alle tariffe dei nostri vicini di confine. Tale maggior costo, per gli utenti svizzeri, può essere compensato da una pari riduzione della tassa di circolazione. E. Marchetti (@) Meglio i pedaggi per le gallerie
Marta Brambilla (@)
Volevo mettere l’accento sul fatto che gli automobilisti sono sempre i più tartassati per vari motivi. Secondo me 100 fr. non
i giorni l’autostrada. Non è giustificato! Secondo me, chi viaggia, consuma e sporca tutti i giorni le nostre autostrade dovrebbe pagare di più. Che facciano come all’estero: pedaggi. Elisabeth Oesch, Ascona
Uso l’autostrada una volta all’anno, quando vado a Zurzach (AG) per le cure termali. Sarebbe allora giusto che io pagassi i cento franchi auspicati dal Consiglio federale per circa 500 km l’anno? Non sarebbe meglio introdurre il pedaggio per le grandi gallerie autostradali? Bruno Malossa (@)
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viaggi e tempo libero | touring 4 | 8 marzo 2012
› L’avventura comincia a un’ora e mezza di
guida da Broome in direzione Nordest, quando la strada asfaltata diventa una pista di ghiaia. Il robusto camper si trasforma in un frullatore, con le pentole che improvvisano un concerto nella minicucina e i cuscini che ballano sul letto. E le ossa vengono sottoposte a ciò che la gente del posto chiama con malizia il «massaggio Kimberley». Ma il peggio deve ancora arrivare. Ben presto, la corsia consiste solo in sabbia rossa e polvere, che ricopre il veicolo dentro e fuori. Arrabbiarsi non serve a nulla: per i prossimi 660 km la situazione non cambia. Siamo sulla leggendaria Gibb River Road, che taglia in due la remota e selvaggia regione di Kimberley con le catene montuose. Originariamente la strada in terra battuta era stata costruita per i trasporti di bestiame tra le fattorie discoste e gli aeroporti di Derby e Wyndham.
Oggi appartiene ai tragitti turistici dell’Outback, il cuore rosso dell’Australia, più apprezzati con il maggior flusso di gente nella stagione invernale secca. Nei campeggi a Derby e Kununurra, «chi ce l’ha fatta» racconta le proprie esperienze e dà a chi è in partenza tutta una serie di consigli. I commenti su ciò che si è vissuto vanno da «nessun problema» a «orrendo». Il parere è unanime solo sul veicolo adatto all’avventura. Deve essere un fuoristrada con le gomme alte che si destreggia sia nelle fosse di sabbia che nei corsi d’acqua.
Il fascino della natura | Abbiamo fortuna: da poco è stata appianata la pista, in maniera che i fossati e le cunette non siano degli ostacoli insormontabili. Rimangono comunque a preoccupare i serpenti che vengono a celarsi sotto il camper, i
Un’immersione nella natura dell’Australia Un tour con il camper a trazione integrale attraverso la remota regione di Kimberley, nel nord dell’Australia Occidentale, garantisce fantastiche esperienze naturali tra montagne, deserti e gole. Naturalmente si deve sempre fare i conti con sfide tecniche e sportive.
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coccodrilli nel fiume e le rane nella toilette. Le molteplici bellezze paesaggistiche fanno comunque dimenticare i timori e le scomodità. Estese pianure si danno il cambio con montagne e gole. Baobab dalle forme più bizzarre e uccelli rari attirano lo sguardo. Tramonti da sogno creano un’atmosfera romantica. E può capitare che all’orizzonte si formi un tornado rosso: la scia di polvere di un veicolo in arrivo! Ogni tanto c’è spazio anche per un po’ di sport. La mistica Windjana Gorge e il pauroso sistema di grotte del Tunnel Creek può essere scoperto a piedi il primo, e il secondo anche in costume dato che il sentiero conduce attraverso acqua gelida sino all’anca. Più tardi, spettacolari cascate invitano a fare il bagno e accoglienti fattorie ad una sosta. Una particolare attrazione è l’El Questro Wilderness Park all’estremità orientale della
Gibb River Road, poco prima di raggiungere la cittadina Kununurra. L’enorme fattoria di bovini è diventata una riserva naturale privata assieme al campeggio, hotel e ristoranti. Chi se la vuole prendere comoda, prenota una gita fluviale, chi si vuole muovere, si arrampica su gole ripide. Un finale indimenticabile è in ogni caso una grigliata serale condita di musica e consumata sotto un tetto di stelle.
Nel Parco di Purnurulu | Il ritorno a Broome avviene sulla ben costruita Great Northern Highway. Lungo il tragitto comunque ancora una sfida: tre ore di guida dopo Kununurra si deve affrontare lo Spring Creek Track, che come un ottovolante passa attraverso rocce, sabbia e acqua sino alle montagne a forma di arnie intrecciate con sulle spalle 350 milioni di anni e le gole mozzafiacontinua a pagina 31
A ogni conducente di 4�4 il cuore batte subito più forte.
Un’escursione entusiasmante nelle gole di El Questro.
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Vacanze in Italia
Riviera Ligure
Terme e benessere
Adriatico
Isola d’Elba
Liguria
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foto Arnetpress, ald, carta TCS Visuell
Al corso di pittura i turisti imparano anche la storia
Solo a chi piace camminare, come qui attraverso il Piccaninny Creek nei Bungle Bungles.
continua da pagina 29
to del Parco Nazionale di Purnurulu. Sino agli anni Ottanta del secolo scorso le «Bungle Bungles» alte sino a 250 metri erano note solamente agli aborigeni così come ad alcuni allevatori, cercatori d’oro e di diamanti. Soltanto dopo che una squadra televisiva pubblicò immagini aeree, iniziò ad attirare l’interesse dell’opinione pubblica. Dal luglio 2003 l’area, estesa 45 000 ettari, è patrimonio mondiale dell’Unesco. L’apertura al turismo si mantiene però entro certi limiti. Alberghi e strade asfaltate non esistono. Chi vuole fare un incontro ravvicinato con le montagne striate di nero ed arancio, deve forzatamente partire a piedi. Si procede su saliscendi ricoperti di pietre, rami, rocce, su scale di corda e pioli. Le più impressionanti sono le escursioni attraverso la tremendamente stretta Echidna Chasm e l’enorme Cathedral Gorge, che deve il suo nome alla grande volta che cappeggia alla fine della gola. La «Mini Palms
Gorge» ornata da numerose palme a ventaglio, per contro, entusiasma soprattutto per il difficile ingresso: solamente le persone snelle riescono a passare attraverso la fessura nella roccia larga 40 cm.
Piste polverose | Ne avete abbastanza degli strapazzi? Perché sulla via di ritorno verso Broome ci sono un paio di altre occasioni per affrontare piste polverose. Ad esempio fare una scappata da Halls Creek al Meteorite Crater di 300 000 anni nella Riserva di Wolfe Creek o al China Wall, una catena collinare che assomiglia proprio alla Muraglia Cinese. Invece a partire da Fitzroy Crossing, dove si trova un fantastico campeggio, si potrebbe raggiungere di nuovo la Gibb River Road attraverso un temerario canale. E nel caso in cui a Broome restasse ancora un po’ di tempo, in quattro ore si guida sulla sabbia rosso scuro sino al pittoresco Cape Leveque, per godersi l’ultima notte in campeggio.
Il frequentatissimo corso di pittura nella Top Didj & Art Gallery a Katherine, in cima alla torrida «Top End», è per i turisti una vera e propria sfida. Le mani tremano, il sudore cola dalla fronte e il pennello è sempre appiccicoso, al punto che i cerchi diventano dei bitorzoli e i punti delle strisce. Coloro che desiderano disegnare come gli aborigeni hanno bisogno di abilità, pazienza e talento artistico. E soprattutto profonde conoscenze dei simboli tramandati dalla notte dei tempi, degli usi e dei costumi. Le immagini dense di colori non sono soltanto stupende, ma anche estremamente informative. Ognuna racconta una piccola storia, sia tratta dalla vita quotidiana sia dal passato o dalle leggende dei tempi remoti. Ed è così che gli artisti aborigeni spiegano ai turisti che un cerchio indica una buca d’acqua, mentre diversi cerchi concentrici un accampamento oppure un luogo d’incontro. Un cerchio punteggiato invece rappresenta il sole, un semicerchio punteggiato la luna. Le antichissime, e ora famose in tutto il mondo, pitture rupestri presenti nel sistema di gole del Parco Nazionale Nitmiluk a Katherine illustrano che gli stessi simboli sono stati utilizzati già migliaia di anni fa. «I dipinti sono i nostri libri», è la dichiarazione scritta su una lavagna affissa sotto le rocce variopinte. Sono queste gli unici documenti dei tempi remoti – www.topdidj.com. cha
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Christa Arnet
Da sapere La regione Kimberley è dieci volte più grande della Svizzera ed è situata tra Broome e KunuWyndham nurra nell’estremità nord dell’Australia OcciCape Kununurra Leveque dentale. Un camper 4�4 può essere noleggiato Halls Derby a Broome: www.britz.com.au. Per un tour lungo Creek la Gibb River Road verso Kununurra e ritorno via Broome Fitzroy Crossing Purnurulu National Park/Bungle Bungles si 200 km AUSTRALIA prevedono tre settimane. Sulla Gibb River Road e nel Parco Nazionale di Purnurulu il campeggio è permesso solo negli spiazzi appositi. Il miglior periodo di viaggio è da maggio a ottobre: non piove mai, giornate calde, notti fresche; www.kununurratourism.com. Equipaggiamento acqua potabile, scorte di cibo, taniche di benzina, utensili, pezzi di ricambio, due ruote di scorta, kit di pronto soccorso, segnale di soccorso o telefono satellitare, visto che campo per i cellulari c’è solo negli agglomerati. cha
Corso di pittura nella Top Didj & Art Gallery per vacanze ancora più speciali.
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foto ald
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I bambini amano in particolare l’emozionante «pista degli orsi» sull’Alpkopf.
A misura di famiglia La regione per sport invernali di Serfaus-Fiss-Ladis è totalmente dedicata alle famiglie. Dispone di diversi hotel per famiglie e piste speciali per bambini.
› A Serfaus, in Tirolo, le famiglie possono vi-
vere un’esperienza indimenticabile sulla neve. Il comprensorio sciistico è soleggiato e dispone di molte piste adatte ai bambini, ristoranti, scuole di sci e alberghi. L’offerta si rivolge principalmente alle famiglie, grazie alla presenza di adeguate infrastrutture ed a prezzi modici che non pesano eccessivamente sull’economia domestica. Non sorprende, dunque, che questa regione austriaca sia stata eletta nel 2011 come miglior zona sciistica del mondo. Nei villaggi di Serfaus, Fiss e Ladis, situati sull’altopiano ad un’altitudine di 1400 metri, gli appassionati di sport invernali possono disporre di 70 impianti di risalita e tracciare curve sulla neve lungo 204 km di piste. La più alta stazione della funivia conduce sul Masnerkopf, a 2828 metri di altezza. In tutta l’area riservata agli sport invernali sono istallate moderne cabinovie e seggiovie provviste, tra l’altro, di dispositivi di accesso facilitato per i più piccoli.
Piste solo per bimbi | I bambini sono tutt’altro che trascurati: a loro sono dedicati
ben 45 000 metri quadrati di superficie innevata nei paradisi della «Kinderschneealm», del «Murmlipark» (Serfaus) e del «Bertas Kinderland» (Fiss). I genitori possono fare affidamento su 250 istruttori con formazione pedagogica e competenze linguistiche. Le piste d’avventura multimediali «Murmlitrail» e «Bärenpiste» rappresentano per i piccoli il massimo del divertimento. All’interno dei parchi, curati con dedizione per i bimbi, si trovano aree di divertimento, il villaggio delle fiabe e le giostre. E quando i loro pancini brontolano, i piccini possono
Murmli è la mascotte dei bimbi.
rifocillarsi presso i due ristoranti d’avventura. Infine, per quei genitori che volessero trascorrere una giornata dedicandosi allo sci senza portarsi dietro i loro pargoli, gli alberghi per famiglie offrono un appropriato e completo servizio di custodia per i bimbi.
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Felix Maurhofer
Da sapere Alberghi famigliari: Hotel Löwe, prezzo per adulti a partire da € 1001, www.loewebaer.com; Hotel St. Zeno, prezzo per adulti a partire da € 1092, www.kinderhotel.com; Hotel Adler, prezzo per adulti a partire da € 710, www.adler-serfaus.at. Alberghi: Hotel Cervosa*****, prezzo per adulti a partire da € 1020, www.cervosa.com. Scuola sci Serfaus: 5 giorni per bambini a partire da € 205. Skipass: carte giornaliere per adulti a partire da € 42, per bimbi da € 24.50. Informazioni generali: www.serfausfiss-ladis.at, tel. 0043 5476 6239. fm
8 marzo 2012 | touring 4 | viaggi e tempo libero
Tra Siberia e spumante
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La Chaux-de-Fonds Le Locle
Il Canton Neuchâtel è ricco di natura e cultura. Ecco una scelta molto personale di possibili escursioni. A dipendenza del tempo, sono in programma svaghi invernali o una delle tante altre attrazioni.
La Brévine
Neuchâtel
Môtiers
Meno 41,8 gradi: con questo record svizzero in negativo, il 12 gennaio 1987 La Brévine e l’omonima valle meritarono la denominazione di «Siberia svizzera». Di solito è possibile pattinare sul Lac des Taillères, situato a La Brévine, noleggiando in loco l’attrezzatura. «Touring» tuttavia non ha potuto costatarlo visto il clima caldo in occasione della visita. In condizioni di buon innevamento vale comunque la pena percorrere la via verso il lago situato nelle vicinanze di Le Locle, attorno al quale v’è un sentiero da cui è possibile godere una vista eccezionale su un paesaggio fiabesco. La valle è attraversata da un tracciato per sci di fondo collegato con una rete di piste. Anche gli escursionisti in ciaspole saranno soddisfatti. L’equipaggiamento sportivo può essere noleggiato al Sibéria a La Brévine (032 935 13 24). Durante gli inverni freddi il Lac des Brenets, che si spinge sino al Saut du Doubs che segna la frontiera tra Svizzera e Francia, invita al pattinaggio. hwm
foto Heinz W. Müller
La Brévine e le gelide temperature
Il Lac des Taillères invita a soffermarsi.
Un segreto dalla Val de Travers
Obbligo di visita: Christine Mauler nella sua storica cantina.
Da sapere Canton Neuchâtel L’ex principato prussiano è solo dal 1815 un cantone svizzero, dove oggi vivono 172 000 persone. Musei Assolutamente da vedere è il «Centre Dürrenmatt» a Neuchâtel (www.cdn.ch). Mario Botta ha completato in modo geniale l’ex residenza del poeta defunto. Un’esperienza da non perdere è il «Laténium» (www.latenium.ch) a Hauterive, vi sono rappresentati con oggetti unici i palafitticoli.
Chi lo avrebbe mai detto? Dall’ultimo angolo della Val de Travers proviene l’unico champagne prodotto in Svizzera, anche se non può denominarsi tale per ragioni legali: «Méthode traditionelle» è la denominazione attribuita dall’impresa familiare Mauler, esistente dal 1829, al suo nobile succo, del quale sussistono diverse varietà. Christine Mauler e la sua squadra mostrano con piacere al pubblico le strutture di produzione tra le mura storiche di Môtiers. Una volta queste formavano un convento e dispongono quindi di cantine adatte, nelle quali lo spumante matura per diversi anni in bottiglia – proprio come nella regione del Champagne. Per questo motivo, la Mauler si trova nella remota valle da quattro generazioni. La stessa è visitata ogni anno da 10 000 persone, a cui è sempre offerta una degustazione, con o senza visita delle cantine. Di regola ciò è possibile solo in gruppi e su prenotazione, www.mauler.ch, tel. 032 862 03 03. hwm
Metropoli degli orologi Le Locle è una delle metropoli degli orologi del cantone. Trovate un’esposizione esaustiva al museo dell’orologio (www.mhlmonts.ch) nel magnifico castello che domina sulla città. Fino ad aprile martedì-domenica, solo dalle 14 alle 17. Montagne con vista Una meta apprezzata da turisti in auto in caso di bel tempo è la Vue des Alpes, il passo tra Neuchâtel e La Chaux-de-Fonds: la vista sulle alpi è fantastica. A Neuchâtel la funicolare conduce da Le Coudre sul Chaumont con torre di osservazione.
Pernottamento Un gioiello è la Maison Du Bois nel cuore di Le Locle. Il Bed& Breakfast si trova in una casa d’orologiai del 1785 e dispone di cinque camere molto romantiche. La colazione viene servita nell’allora officina che apre le porte anche ai passanti (www.maisondubois.ch). Ristoranti Aux Berges d’Estaillères è il nome del ristorante, poco economico ma originale, con vista sul Lac Taillères. Chiuso giovedì. Prenotazioni: tel. 032 935 11 10 Info www.neuchateltourisme.ch
La «Maison Du Bois» nel cuore di Le Locle garantisce un pernottamento in un ambiente veramente speciale.
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Nome:
Cognome:
Via:
CAP / Località:
Telefono / Cellulare:
E-mail:
N° socio TCS:
Firma:
8 marzo 2012 | touring 4 | club e soci
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L’uomo del TCS al Salone Dal lontano 1980 Roland Schnyder si occupa ogni anno di allestire lo stand del TCS al Salone dell’automobile di Ginevra. Il suo obiettivo è quello di presentare l’attività del club ai visitatori, magari offrendo anche un pizzico di emozione. iniziato a lavorare al TCS giovanissimo, nel 1979. L’anno dopo, nel 1980, aveva già allestito il suo primo stand al Salone dell’auto di Ginevra. Un lavoro che da allora Roland non ha mai più abbandonato, giungendo ininterrottamente all’odierna 82ma edizione dell’esposizione ginevrina. Ma come nasce, anno dopo anno, un nuovo stand del TCS? Il processo è relativamente lungo, perché è proporzionato alla rilevanza della manifestazione, che con i suoi 700 000 visitatori di media è di gran lunga la maggiore della Svizzera. Si inizia già alla fine dell’estate, quando Schnyder e un gruppo di suoi colleghi del marketing, iniziano a riflettere sul progetto. Poi, in funzione della strategia di marketing prevista per l’anno seguente, si sceglie un tema o un prodotto da valorizzare al Salone. Ad esempio, quest’anno il tema centrale sarà «l’essere umano» e il nuovo marchio del TCS (cfr. articolo a pag. 20).
Un grande puzzle | Spiega ancora Roland Schnyder: «Una volta deciso il tema da presentare allo stand, mettiamo in concorso tre o quattro agenzie specializzate per farci fare delle proposte concrete. Poi selezioniamo la soluzione che ci piace di più». Si arriva così alla fine di novembre, quando si passa alla realizzazione concreta del progetto prescelto. A questo punto, è Roland che prende in mano tutta la coordinazione: «Si tratta di ricomporre un grande puzzle: dalla scelta del personale presente allo stand, al suo abbigliamento, dall’elaborazione del messaggio fino alla scelta delle animazioni e degli strumenti informatici per servire i soci». L’installazione vera e propria dello stand del TCS al Palexpo di Ginevra si fa a partire dal 20 febbraio circa, per essere pronti all’appuntamento della giornata della stampa (quest’anno il 6 marzo) e poi con l’apertura al grande pubblico (8 marzo). Il materiale è in gran parte noleggiato e viene restituito una volta finito il Salone. Ma perché, ormai da tempo immemorabile, il Touring Club Svizzero è presente al Salone internazionale dell’automobile con un suo stand? Risponde Roland Schnyder: «Perché quello che viene a Ginevra è il nostro pubblico target, cioè la gente che si sposta in auto». Inoltre, tra essi vi sono moltissimi soci e «per noi è importante ave-
re con loro un contatto fisico, un’opportunità che i nostri soci apprezzano moltissimo». L’obiettivo finale del lavoro di Roland: «Vorrei che la gente che viene a trovarci allo stand si senta nel suo club e non in uno stand qualsiasi». Per raggiungere questo obiettivo, grande importanza riveste l’animazione interattiva, che tradizionalmente viene proposta allo stand del TCS al Salone. Secondo Schnyder, «essa offre emozioni e permette ai visitatori di ripartire con un ricordo positivo del loro passaggio qui da noi».
Presentare il club | Ovviamente, occuparsi dello stand al Salone non è l’unico compito che Roland Schnyder ha in seno al Touring Club Svizzero. Nella sua funzione di «Marketing Manager dei punti vendita», coordina la presenza del TCS a tutte le fiere che si tengono sul territorio nazionale,
come ad esempio: la Fiera di Friburgo, il Caravan Salon di Berna, l’Expo di Cossonay (VD), la Luga di Lucerna oppure Les Autumnales di Ginevra. Oltre a ciò, Schnyder si occupa di mettere a disposizione il materiale pubblicitario e promozionale che serve alle attività dei vari dipartimenti del TCS. Può trattarsi sia dei piccoli gadget fino ai tendoni, agli striscioni oppure ai manifesti con l’emblema del club. In definitiva, si può dire che la missione di Roland è quella di ricordare che il TCS è sempre vicino ai suoi soci. Antonio Campagnuolo
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In pillole Roland Schnyder (57), è di formazione un creativo diplomato alla Kunstgewerbeschule di Zurigo. In seguito ha ottenuto anche il diploma di marketing e comunicazione pubblicitaria. Cresciuto a Neuhausen, nel canton Sciaffusa, è arrivato in Romandia negli anni ’70 e non l’ha mai più lasciata. Padre di tre figli adulti, vive con la moglie ad Arzier (VD).
Mathias Wyssenbach
› Roland Schnyder, che oggi ha 57 anni, ha
Roland Schnyder presenta il progetto dello stand TCS al Salone dell’auto 2012.
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club e soci | touring 4 | 8 marzo 2012
Un numero molto affidabile Chi rimane in panne e chiama il numero 0800 140 140 viene prontamente soccorso dal TCS. Molti soci non sanno che l’aiuto è più ampio di quanto si possa immaginare. Quando il recente freddo polare ha mandato in tilt migliaia di automobili, il telefono della Centrale d’intervento del TCS risuonava ininterrottamente (cfr. ultima edizione). I pattugliatori del TCS erano in missione 24 ore al giorno. «Touring» ha intervistato il vicedirettore Daniel Keiser, alla testa del dipartimento Assistenza ai veicoli e responsabile per il soccorso stradale dei soci del club.
» Cosa ha fatto sì che la Patrouille TCS
subito rimedio, grazie alle loro eccezionali conoscenze. Il vantaggio per i soci è chiaro: proseguire con la propria auto significa risparmiare fatica, tempo, nervi e soldi. Non sarebbe più semplice rimorchiare l’auto in panne fino al garage più vicino?
No, non siamo un servizio di traino, bensì un’efficiente «organizzazione di depannaggio». Lo abbiamo dimostrato soprattutto durante l’ondata di freddo dal venerdì 3 al martedì 7 febbraio, quando alla centrale
fosse di nuovo sulla bocca di tutti?
Daniel Keiser: Dalla sua fondazione nel 1896 il Touring Club Svizzero trasmette la confortante sensazione che si può fare affidamento su di lui in qualsiasi momento. I nostri soci sanno e apprezzano che in caso di avaria si è in buone mani con la Patrouille TCS. È mattino e voglio partire, giro la chiave dell’accensione... ma non succede niente… Come devo procedere per ottenere aiuto?
Chiami il numero 0800 140 140. Indichi il luogo in cui si trova, il modello del veicolo e il colore come pure il numero del suo telefono mobile – di modo che la si possa raggiungere in ogni momento – e subito il pattugliatore viene attivato affinché il suo veicolo ritorni a funzionare. In almeno otto casi su dieci i nostri pattugliatori riescono a individuare la causa del guasto e a porvi
«In quasi nove casi su dieci si riesce a individuare l’origine della panne» d’intervento del TCS sono arrivate 42 000 chiamate, ovvero in media sei volte più di una normale giornata invernale in cui arrivano 1300 telefonate. Perlopiù siamo stati in grado di portare aiuto, sostituendo le batterie direttamente sul luogo, scongelando le serrature e sbloccando i freni. Queste cifre impressionanti dimostrano che si può sempre contare sugli angeli gialli del TCS. E se neppure il pattugliatore riesce a fare qualcosa?
In questo caso la Patrouille TCS propone al socio il trasporto in un garage nelle vicinanze del luogo della panne o dell’incidente oppure il trasporto del veicolo in un garage a scelta. Come devo reagire se con il mio veicolo incappo in un danno alla carrozzeria?
Chiami lo 0800 140 140. La Patrouille TCS offre anche soccorso in caso d’incidente e organizza il traino del veicolo. Capita spesso che la chiave si rompa o rimanga chiusa all’interno: sono coperti anche queste panne causate da sé?
Naturalmente sono coperte anche le panne causate da se stessi. Ad esempio, succede sempre più spesso che si faccia il pieno di benzina al posto del diesel. Anche in questo caso gli angeli gialli del TCS arrivano in aiuto. Cosa succede quando un socio del TCS non può rientrare a casa alla guida della propria automobile?
Anche qui viene in aiuto il numero di telefono 0800 140 140: a determinate condizioni il Touring Club Svizzero provvede a un autista di rimpiazzo, che riporta l’auto a casa assieme a tutti gli occupanti. Altrimenti il TCS organizza il rientro con i mezzi pubblici oppure un pernottamento in hotel. Intervista: tg
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Mathias Wyssenbach
Cosa bisogna fare
Daniel Keiser davanti a un veicolo della Patrouille TCS indicante il numero d’intervento.
Se il socio TCS incorre in un’avaria, chiami il numero 0800 140 140. Se possibile prepari già la tessera di affiliazione e verifichi esattamente dove si trova fermo (cfr. articolo principale). A dipendenza della situazione, indossi il gilet d’emergenza e segnali l’auto in panne. In autostrada, si annoti il numero dei chilometri indicato sul guardrail centrale. Se possibile, aspetti il pattugliatore dietro il guardrail della corsia d’emergenza. In situazioni estreme, come per il recente freddo, i tempi d’attesa possono essere più lunghi del normale per motivi di capacità. Un’automobile ben curata (controllo invernale, batteria ecc.) è meno incline a restare in panne di un veicolo che non viene curato adeguatamente. tg
8 marzo 2012 | touring 4 | club e soci
Prezzi e prestazioni TCS telefono 0844 888 111 o www.tcs.ch Affiliazione www.tcs.ch Motorizzati (automobilisti e motociclisti) a seconda della Sezione e pro rata Tessera partner/giovani Fr. 44.– Non motorizzati Fr. 32.– Cooldown Club membercard Fr. 66.– Ciclisti (con Velo Assistance e RC) Fr. 37.– Juniores (con Velo Assistance e RC) a seconda della Sezione Quota per socio campeggiatore TCS (solo se già socio motorizzato o non motorizzato) Fr. 55.– (camping club AG: + Fr. 7.–; ZH: + Fr. 5.–) ETI TCS www.eti.ch Europa motorizzato «Famiglia» Fr. 103.– Europa motorizzato «Individuale» Fr. 75.– Europa non motorizzato «Famiglia» Fr. 77.– Europa non motorizzato «Individuale» Fr. 65.– Estensione Mondo «Famiglia» Fr. 88.– Estensione Mondo «Individuale» Fr. 70.– Spese di cura Europa Fr. 32.– Spese di cura fuori Europa Fr. 45.– Carta Aziendale TCS www.tcs.ch/azienda Per veicoli aziendali Soccorso stradale da Fr. 134.– Protezione giuridica di circolazione da Fr. 111.– Card Assistance www.cardassistance.tcs.ch per tutta la famiglia Fr. 28.– 20% di sconto per i titolari del Libretto ETI ASSISTA TCS www.assista.ch Assicurazione protezione giuridica Circolazione «Ind.» Fr. 66.– «Fam.» Fr. 96.– Privata senza sottoscrivere la circolazione «Famiglia» Fr. 245.– «Individuale» Fr. 225.– Privata con circolazione già sottoscritta «Famiglia» Fr. 215.– «Individuale» Fr. 192.– Immobili Fr. 60.–
L’etichetta del TCS significa qualità Come è universalmente noto, gli specialisti del TCS a Emmen eseguono regolarmente una serie impressionante di test tecnici su prodotti ed accessori per auto. Si va dai celebri test stagionali sui pneumatici a quelli su catene da neve, batterie o seggiolini per bambini, dalle prove su portasci, portabagagli e portabici da applicare sul tetto dell’auto fino a quelle sui caschi per motociclisti, e molte altre. Naturalmente, i vincitori dei vari test hanno tutto l’interesse a far conoscere ai consumatori le valutazioni positive ricevute da un’associazione indipendente e neutrale come il TCS. Produttori, importatori o rivenditori possono ora ottenere l’etichetta ufficiale con il simbolo del club da abbinare ai prodotti testati nelle pubblicità su riviste, giornali o media online. Condizioni d’utilizzo e formulario d’ordinazione si possono scaricare da www.tcs.ch, rubrica: Auto-Moto > Tutti i test > Etichetta del test TCS. ac
TCS Assicurazione auto www.tcs-assicurazione-auto.ch Responsabilità civile, casco parziale, casco collisione, capitale incidente, protezione del bonus, danni di parcheggio 0800 801 800 Assicurazioni due ruote www.assicurazionitcs.ch Velo-Assistance. Con protezione giuridica, assistenza e copertura casco fino a Fr. 2000.– Fr. 25.–* copertura casco fino a Fr. 5000.– Fr. 80.–* Moto-Assistance (soccorso stradale e assistenza) Fr. 41.–* Ai motociclisti in Svizzera e all’estero * prezzi soci TCS Carta di credito TCS TCS MasterCard Gold TCS MasterCard TCS MasterCard Load&Go TCS MasterCard COOLDOWN CLUB TCS MasterCard drive TCS American Express drive Gold
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Infotech www.infotechtcs.ch Il TCS sottopone a test veicoli ed accessori e mette a disposizione dei soci informazioni raccolte e redatte in modo competente e neutrale. Test&Training www.test-e-trainingtcs.ch Sconti sui prezzi dei corsi di perfezionamento di guida nei centri di Lignières, Plantin, Betzholz, Stockental e Emmen. Formazione in due fasi www.2fasi.tcs.ch corsi obbligatori per la licenza di condurre. Viaggi TCS www.viaggi-tcs.ch Viaggi 0844 888 333 Camping www.campingtcs.ch 058 827 25 20 Alberghi Schloss Ragaz, Bad Ragaz www.hotelschlossragaz.ch 081 303 77 77 Bellavista, Vira Gambarogno www.hotelbellavista.ch 091 795 11 15 Ciclo e svago www.bici.tcs.ch
Cambio al vertice del club
Il CEO Bruno Ehrler lascia il TCS Bruno Ehrler, direttore generale del Touring Club Svizzero (TCS), lascia il club alla fine di giugno. Il quasi 44enne di Bienne guidava il TCS dalla fine del 2005. La sua nomina era avvenuta all’insegna del rafforzamento della conduzione aziendale del club. Durante la sua direzione sono state lanciate numerose nuove prestazioni, oltre ad essere stati introdotti strumenti manageriali adatti ai tempi. Inoltre, tramite riduzioni dei costi, adattamenti della struttura e una rielaborazione della gamma dei prodotti, sono state poste le premesse per un futuro del TCS promettente e sano dal punto di vista finanziario. Sotto la sua guida sono state adottate ed attuate alcune decisioni strategiche fondamentali. tg
Dopo sei anni e mezzo passati al TCS, Bruno Ehrler, Dr. ec. HSG, raccoglie una nuova sfida.
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8 marzo 2012 | touring 4 | la pagina dei lettori
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il concorso
In palio la sbarazzina VW up! Punto culminante di questa edizione «Speciale Salone» è l’opportunità di diventare il felice proprietario della maliziosa cittadina VW up! E più precisamente della versione white up! del valore di 20 700 franchi. Occorre dire che questa regina degli spazi urbani è molto ben equipaggiata. A cominciare, ben inteso, dall’innovativa funzione di frenata d’emergenza in città. Attiva a velocità inferiori a 30 km/h, comanda un sensore al laser che scandisce uno spazio di 10 metri antistante al veicolo. In caso di una collisione imminente, questo sistema inserisce una frenata di emergenza. La VW up! può contare anche sul programma di stabilità elettronico (ESP) e l’ABS. Per lo svago, il modello in palio è equipaggiato con il sistema di intrattenimento e navigazione «maps+more», dell’installazione audio e lettore CD integrato con riproduzione di docu-
menti MP3. Inoltre, i finestrini laterali posteriori e quello del portellone sono oscurati. La VW up! in palio è mossa da un valido tre cilindri di 60 CV. Questo motore economico si accontenta di 4,5 l/100 km, ossia un modesto 105 g/km di CO2. Non resta che cercare le tre risposte e con un po’ di fortuna vincere questa attraente versione white up!
Si possono fornire le risposte per posta (solamente su cartolina postale), tramite SMS o ancora al sito www. touring.ch, indicando le generalità. Concorso 2/12: il soggiorno all’albergo Ermitage di Schönried sopra Gstaad è stato vinto da Véronique Jorand di Matran. Congratulazioni.
Sponsor del premio: AMAG, Automobil und Motoren AG, Schinznach-Bad, www.volkswagen.ch
Condizioni di partecipazione: il concorso di «Touring» è aperto a tutti, ad eccezione dei collaboratori del TCS e dei loro famigliari. I vincitori saranno estratti a sorte e avvertiti per iscritto. I premi non possono essere sostituiti da una somma di denaro equivalente. Non viene tenuta alcuna corrispondenza. Non sarà possibile ricorrere alle vie legali.
Le domande: 1. In quali date si svolge l’82° Salone internazionale dell’automobile di Ginevra? 2. Quale villaggio neocastellano è detto «la Siberia svizzera»? 3. Chi è il nuovo direttore del Salone?
Redazione Touring, concorso per i lettori, casella postale, 3024 Berna; SMS al numero 9988 (1 fr./SMS) scrivendo «Touring» e le tre risposte oppure su www.touring.ch. Termine d’invio: 18 marzo 2012
impressum touring Giornale del Touring Club Svizzero (TCS). Redazione: Felix Maurhofer (fm, caporedattore); vice caporedattore: Heinz W. Müller (hwm); vice caporedattore: Marc-Olivier Herren (MOH); Christian Bützberger (Bü), Antonio Campagnuolo (ac), Jacques-Olivier Pidoux (jop), Nadia Rambaldi (nr), Peter Widmer (wi). Grafica: Andreas Waber (caposervizio), Stephan Kneubühl, Mathias Wyssenbach. Assistenti di redazione: Michela Ferrari (i), Sylvie Fallot (f), Karin Graniello (t), Irene Mikovcic-Christen (assistente caporedattore). Corrispondenza: Redazione Touring, Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna, tel. 031 380 50 00, fax 031 380 50 06. E-mail: touring@tcs.ch. Editore: Touring Club Svizzero, cp 820, 1214 Vernier (GE). Tiratura:
edizione italiana: 83 141, totale: 1 325 035. Editoria/marketing: Reto Kammermann (responsabile), Gabriela Amgarten. Pubblicità: Publicitas Publimag SA, Seilerstrasse 8, 3011 Berna, tel. 031 387 21 16, fax 031 387 21 00. Produzione: St. Galler Tagblatt SA, Basler Zeitung SA, CIE Centre d’impression Edipresse Lausanne S.A. Cambiamenti d’indirizzo: indicando il numero di socio, alla Sede centrale del TCS, cp 820, 1214 Vernier; tel. 0844 888 111; e-mail: service@tcs.ch. Abbonamento: compreso nella quota sociale annua. «Touring» è pubblicato 20 volte l’anno. Si declina ogni responsabilità per manoscritti e altri lavori non richiesti.
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l’incontro | touring 4 | 8 marzo 2012
«Voglio tastare il polso del Salone»
tori importanti si danno appuntamento a Ginevra. È apprezzato anche perché ci si orienta facilmente, ha un carattere personale ed i dirigenti delle case si lasciano volentieri fotografare nei padiglioni. Quali cambiamenti intende attuare?
Per André Hefti, direttore del Salone dell’auto di Ginevra, la qualità ha la precedenza sulla quantità. Vuole conservare l’immagine del Salone, oltre ad andare al passo con i tempi.
» Dopo 40 anni alla Renault ora è il direttore del Salone di Ginevra, è il sogno da bambino che si realizza?
Non è proprio così. Per 25 anni mi sono occupato della presenza di Renault al Salone e l’ho fatto volentieri. A dire il vero, volevo andar in pensione ma questo nuovo incarico mi ha stimolato a continuare. Conosco le case automobilistiche dall’interno, dunque mi immagino facilmente le loro necessità.
Proseguirà sulla linea del suo predecessore?
L’immagine del Salone dev’essere conservata, porterò avanti la linea del mio predecessore adattandola ai tempi che cambiano: ad esempio, la scelta dell’«Auto dell’anno» per i prossimi cinque anni avverrà prima delle giornate dedicate alla stampa. Dobbiamo continuamente rimanere al passo coi tempi per essere attrattivi. Il Salone è, comunque, ben posizionato e tutti i costrut-
La concorrenza non dorme mai, dobbiamo essere innovativi. Nel 2013 inaugureremo due nuovi padiglioni, uno di 5000 m2 e l’altro di 1800 m2. Per noi questa superficie supplementare significa maggior spazio di manovra. Non solo per accogliere nuovi espositori, ma anche per permettere di ampliarsi a quelli che vengono sempre. Per me la qualità ha la precedenza sulla quantità, anche in rapporto al numero dei visitatori. I 735 000 visitatori dell’anno scorso costituiscono una buona cifra. Nel 2010 abbiamo avuto addirittura una giornata con un’affluenza di 90 000 persone: troppo. Infine i visitatori devono sentirsi bene, in modo da tornare anche l’anno successivo. Nel 2013, con i nuovi padiglioni, il Palexpo accoglierà anche nuovi ristoranti e, dopo 30 anni, finalmente anche una nuova cucina. Nei prossimi anni arriveranno sul mercato nuovi produttori asiatici?
Il fabbricante cinese BYD è già stato rappresentato a Ginevra, quest’anno però ha dato disdetta. Ma torneranno di nuovo. Il costruttore indiano Tata è da anni presente al Salone, ed è possibile che molti seguiranno il suo esempio. Il mercato europeo ha altre esigenze rispetto all’enorme mercato asiatico. Ma le case automobilistiche imparano velocemente. In cosa consiste il suo lavoro da direttore?
Quanto più si avvicina il momento della apertura, tanto più tempo trascorro a Ginevra. Faccio la spola con Zurigo. In questo primo anno voglio rendermi conto di come funziona e dunque mi occupo un po’ di tutto. Voglio farmi un’impressione generale e durante le giornate aperte al pubblico mi mischierò tra la gente. Voglio sentir battere il polso del Salone. In fondo, i miei clienti sono i visitatori e gli espositori. Cosa fa volentieri quando non lavora?
Mi piace fare sport ed andare in moto. Durante il mio periodo alla Renault avevo raramente tempo, mentre adesso posso finalmente dedicarmi anche ai miei hobby.
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Nadia Rambaldi
Intervista: Nadia Rambaldi
André Hefti, a fine gennaio, nei padiglioni ancora vuoti del Palexpo a Ginevra.
In pillole André Hefti (64 anni) abita con la moglie a Küsnacht (ZH). Prima di affrontare la nuova sfida come direttore del Salone dell’auto di Ginevra, ha lavorato per 40 anni da Renault Suisse nella Tecnica e nel Servizio Clientela e nelle pubbliche relazioni. In più, per 30 anni si è dedicato alla promozione delle nuove leve nel motociclismo.
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