Touring 06 / 2013 italiano

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4 aprile 2013 www.touring.ch GAA 1214 Vernier

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Il giornale della mobilitĂ

Dossier permafrost

Danni da ghiaccio fuso

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Test della Renault Clio

Tre cilindri in stile giovanile 14 Viaggio dei lettori in Oman

Scenari da mille e una notte 22

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Quiz & concorsi: tre giochi per vincere premi attraenti!

12 Stress sul posto di lavoro Il nervosismo accumulato si ripercuote sulla strada

18 Auto ad aria compressa Peugeot-CitroÍn lancia un’ibrida futuristica

26 Pura natura in Ticino Un paio di destinazioni fuori dalle grandi rotte turistiche


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editoriale e sommario | touring

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n. 6 | 4 aprile 2013

Una rinfrescatina per il «Touring»

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are lettrici e cari lettori, il team di «Touring» è fiero di potervi presentare questo giornale fresco di stampa in una nuova veste grafica. Abbiamo modernizzato e rinfrescato la grafica e, soprattutto, ottimizzato la leggibilità e la guida alla lettura. Il «Touring» ha ricevuto anche più colore: per esempio i titoli delle rubriche, le tabelle TCS e i consigli degli esperti sono marcati in giallo. Anche la struttura del giornale è stata modificata. Il contenuto redazionale inizia con la doppia pagina «Attualità», seguita da un «Dossier», poi dalle quattro rubriche, dalle pagine di servizio e dall’«Incontro». Rimangono comunque invariate le sette edizioni speciali annue, come quelle sul Salone dell’auto-

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mobile, sui cabriolet o i pneumatici invernali. Tra le novità abbiamo introdotto «La domanda» sulla pagina dei lettori. Se avete domande concernenti il diritto della circolazione, la tecnica automobilistica, i viaggi oppure uno degli altri temi della mobilità, allora fatecele pervenire. A livello di contenuti vi offriamo molto materiale emozionante e interessante. Come sempre potrete leggere reportage, approfondimenti, commenti o ritratti. Lo scopo è anche quello di pubblicare suggerimenti e consigli di esperti concernenti temi per i consumatori. Siamo convinti che anche voi accoglierete con favore il nuovo «Touring» e vi auguriamo una piacevole lettura. Felix Maurhofer, caporedattore

attualità �

club e soci ��

Una miscellanea di notizie dal mondo della mobilità.

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società e mobilità ��

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Esaminato lo stress sul posto di lavoro quale fattore di rischio per gli incidenti stradali. Possibilità per i giovani di seguire il lavoro degli autisti di camion.

test e tecnica ��

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Test della Renault Clio TCe 90 Dynamique: quarta generazione in stile giovane e sportivo. Peugeot-Citroën: in progetto un’ibrida ad aria compressa.

Prove e novità �� Opel Cascada cabriolet. �� Mercedes CLA coupé.

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viaggi e tempo libero ��

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Viaggio dei lettori in Oman: totale immersione nella magia di un Paese da mille e una notte. Alla scoperta dei Cantoni svizzeri: una virata nella natura del Ticino. Al via la nuova stagione degli slowUp per la gioia degli adepti della mobilità lenta.

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Consigli del TCS per le pulizie dell’automobile in primavera. Opuscolo «Tutto sulla carrozzeria» per una manutenzione ideale. il punto: Peter Goetschi, presidente centrale del TCS. prezzi e contatti TCS quiz & concorsi la pagina dei lettori, impressum l’incontro: Vincent Saudan fa il pinstriping di auto, moto e caschi.

DOSSIER � � ��

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Pericoli naturali che devastano case e vie di comunicazione. Cosa è il permafrost e come viene controllato il suo degrado in Svizzera. Comportamento da adottare quando si circola su strade con la segnaletica di caduta massi. il consulente: nessun obbligo totale del Cantone in caso di caduta massi. L’attività di chi appeso ad una fune sgombera le rocce instabili per porre in sicurezza le vie di transito.

Foto di copertina: Photopress/SNF/The Ban Lab

Markus Forte/Ex-Press

Permafrost


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touring | attualità n. 6 | 4 aprile 2013

SONDAGGIO ONLINE

Con quale frequenza misurate la pressione delle gomme? 8%

10% 20%

62%

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Mai Ogni tre mesi Sporadicamente A ogni pieno di carburante

I coupé quattro porte entrano in un’era abbordabile Coniugare uno stile senza concessioni mantenendo una buona accessibilità ai posti posteriori: ecco la sfida che intendono raccogliere i coupé quattro porte. Un’eleganza ostentata che finora conservava toni elitari. Questa nicchia è infatti dominata dalle altere Mercedes-Benz CLS, Porsche Panamera e BMW Grand Coupé. Mercedes ha tuttavia scombussolato l’ordine prestabilito adottando una soluzione quanto meno estrema: il suo nuovo coupé CLA poggia infatti sulla base della Classe A che per l’occasione è stata allungata di �� cm e raggiunge quindi �,�� m. Pur mantenendo un passo invariato, questa vettura crea la sorpresa riprendendo le proporzioni indovinate

della giunonica CLS. Estremamente convincente, la sua carrozzeria esibisce una linea del tetto fuggente e unisce superfici concave e convesse, con la volontà dichiarata di voler promuovere un profondo rinnovamento stilistico. Questa operazione di charme mira a sedurre segmenti di clientela più giovane «che in parte si rifiuta di guidare una Mercedes». Parallelamente, il coupé CLA si lancia alla conquista del mercato americano dove la Classe A non è commercializzata. In Europa, la CLA si affianca alla longilinea Volkswagen CC – una derivata della Passat – proponendo un prezzo di partenza di �� ��� fr. I dettagli della nostra prova su strada a pagina ��. MOH

Derivato dalla Mercedes Classe A, il coupé CLA si propone quale icona stilistica con l’ambizione di attirare una clientela giovane.

La nuova domanda: Vi concedete ogni tanto una Turbosiesta? foto ald, TCS, Bruno Fahy/AFP/Getty Images, Keystone

La vostra opinione ci interessa! Potete partecipare ai nostri sondaggi online pubblicati regolarmente sul sito web www.touring.ch

WWW.TOURING.CH

Più morti su e-bike sulle strade elvetiche L’anno scorso sulle strade svizzere otto conducenti di biciclette elettriche sono deceduti in seguito a incidente. Secondo l’Ufficio federale delle strade (Ustra) sono sei in più del 2011. La tendenza negativa si evidenzia anche tra i motociclisti: nel 2012 me sono morti 74 (2011: 68). Complessivamente, l’anno scorso i morti sulla strada sono stati 339, 19 in più dell’anno precedente. Sono invece diminuiti i feriti gravi, che si sono attestati a 4402, ossia 235 in meno del 2011.

«Touring» su iPad Potete scaricare sul vostro iPad questa edizione di «Touring». La versione per il tablet è arricchita da elementi multimediali quali video, gallerie di immagini oppure collegamenti a Internet.

Quasi 300 000 interventi della Patrouille Il ���� è stato un anno di grande impegno per la Patrouille TCS, che ha soccorso quasi ��� ��� automobilisti rimasti in panne con il loro veicolo. Si tratta di un aumento di ben il �� rispetto all’anno precedente, imputabile soprattutto all’ondata di gelo che ha colpito la Svizzera nella prima settimana di febbraio. A titolo di paragone: le richieste d’aiuto pervenute nel febbraio ���� al numero

+7% Questa cifra rappresenta l’aumento degli interventi svolti dalla Patrouille TCS nel 2012 rispetto al 2011.

���� ��� ��� sono state �� ���, ciò che rappresenta un aumento addirittura del ���� rispetto alle �� ��� del ����. In quel periodo molti pattugliatori hanno rinunciato volontariamente alle ferie e ai giorni liberi per dare una mano ai colleghi in servizio. Così, anche nel ���� il tempo trascorso dai soci in panne in attesa della Patrouille si è mantenuto nella media dei �� minuti. ac


attualità | touring

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Per 200 km a corrente elettrica

Uomo in buca

Un tecnico ferroviario compie l’ultima verifica prima dell’avvio dell’ETCS (European Train Control System) su una linea belga. Grazie a questo sistema i treni potranno essere fermati automaticamente tramite comando a distanza, se per esempio oltrepassano un segnale d’arresto.

Due miliardi per manutenzione e ampliamento delle autostrade Nel ���� la Confederazione investe ��� milioni di franchi nella costruzione di nuove tratte, �,�� miliardi nella manutenzione e nell’ampliamento della rete già esistente e ��� milioni destinati a progetti per l’eliminazione di strozzature. In totale, dunque, nell’anno in corso verranno investiti due miliardi di franchi nella manutenzione e nell’ampliamento della rete di strade nazionali. Dopo che nella sessione invernale il Parlamento federale aveva approvato i crediti necessari, la responsabile del

DATEC Doris Leuthard ha autorizzato il relativo programma di costruzione. I punti cardine della nuova attività edilizia sono: A� Alto Vallese, Transgiurana (A��) nei Cantoni di Berna e Giura, A� circonvallazione di Bienne, A� Brünig nel Canton Obvaldo e la strada di Prettigovia (A��) nel Canton Grigioni. Nel programma di manutenzione e ampliamento sono stabiliti investimenti in circa ��� progetti. Di questi, circa ��� sono in fase di realizzazione, mentre ��� ancora in fase di progettazione. fm

Cantieri autostradali: il risanamento dell’A9 durerà fino ad ottobre

Un audace sguardo negli occhi di dieci guerrieri di terracotta

I lavori di rifacimento dell’A� tra Bex (VD) e Gondo (VS) si protrarranno fino all’autunno. A Bex saranno risanati due ponti, mentre a Martigny sarà posata una barriera antirumore. Nella regione di Sion, invece, si tratterà di modificare uno svincolo e di rinnovare cinque ponti. Nell’alto Vallese, tra Ried e Gondo, sono pianificati non meno di sei interventi allo scopo di risanare due sottopassaggi, un tunnel, opere antirumore e di protezione contro i pericoli naturali. È anche previsto di sostituire il fondo rovinato su certi tratti della strada del Sempione. Di sicuro c’è che gli automobilisti non sfuggiranno alle perturbazioni del traffico. jop

Gli appassionati di cultura si possono risparmiare il viaggio di migliaia di chilometri verso Xi’an nella Cina centrale per vedere l’esercito di terracotta: dieci di questi guerrieri si possono ammirare nel Museo di Storia di Berna fino al �� novembre. Guardandoli da vicino ogni visitatore rimane sorpreso dalla finezza della fattura di queste graziose figure di pietra. Chi riesce ad immaginare che ne esistono altri ���� esemplari – di questo patrimonio dell’umanità dell’Unesco si parla come dell’«ottava meraviglia» – coglie l’aurea mistica che ancora avvolge d’immortalità il primo imperatore cinese Qin, alla cui tomba fanno la guardia – www.qin.ch. Bü

La Zoe è già la quarta auto elettrica ad emissioni zero del costruttore francese Renault. È però la prima produzione in serie ad essere fabbricata esclusivamente quale veicolo elettrico. Il modello è dotato di accumulatori agli ioni di litio che garantiscono alla piccola vettura un’autonomia fino a ��� km. La ricarica avviene normalmente in �–� ore tramite la rete elettrica, mentre la carica rapida richiede un’ora. E con un’apposita colonnina di ricarica rapida, la batteria raggiunge l’��� della carica in soli �� minuti. Anche il prezzo di �� ��� fr. è assai attrattivo. Sulla Zoe è inoltre inaugurato R-Link, il sistema multimediale con connessione ad Internet, che dovrebbe essere introdotto anche sulla Clio. Con la Zoe, Renault promette maneggevolezza e dinamismo: scoprite se la promessa è stata mantenuta leggendo il resoconto completo della prova di guida su www.touring.ch. nr

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touring | dossier n. 6 | 4 aprile 2013

Pericoli naturali | Colate di fango, torrenti in piena, frane: questi eventi devastanti sopravvengono con crescente intensità nelle regioni di montagna. Abitazioni e strade locali sono in pericolo.

Ghiacci gonfi di roccia che ci minacciano

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er secoli, il principale nemico delle popolazioni di montagna era rappresentato dalle valanghe. Oggi, con il riscaldamento del clima, le catastrofi naturali si riproducono in estate, quando le piogge provocano frane e smottamenti di terreno. Tonnellate di sedimenti trascinate dai torrenti in piena si abbattono su strade e abitazioni. Nel ���� e ����, il villaggio di Guttannen, nell’Oberland Bernese, si è visto riversare addosso gigantesche colate di fango misto a pietre (v. foto in basso)… fortunatamente senza causare vittime. Ma il pericolo cresce d’anno in anno

e numerosi chalet si trovano in una zona esposta ai rischi. Per la trentina di persone che vi risiedono, la mannaia è caduta: dovranno partire tra i tre e cinque anni e risistemarsi altrove. Una sofferenza per queste famiglie radicate qui da svariate generazioni.

Il permafrost si scioglie È sui ripidi pendii del Ritzlihorn, a monte del villaggio di Guttannen, che nasce il pericolo. Sotto l’effetto del riscaldamento climatico, il sottosuolo gelato in permanenza sopra i ���� m di altitudine sta fondendo. Sciogliendosi, il ghiaccio

sotterraneo non riesce più a trattenere l’agglomerato di pietrisco e terriccio che riveste i fianchi della montagna. Lentamente ma inesorabilmente, questa massa pietrosa si sbriciola verso valle e contribuisce alla formazione di smottamenti torrenziali in occasione di forti precipitazioni (cfr. grafico a pag. seguente). Il fenomeno all’opera a Guttannen si osserva anche in Vallese, nella Mattertal, tra St. Niklaus e Täsch. Anche qua il permafrost – termine inglese che designa un sottosuolo perennemente ghiacciato – si è parzialmente fuso a causa delle ondate di calore registrate negli ultimi anni. Di

Guttannen (BE) ha subito grossi danni nel 2010 e nel 2011. Al punto che numerose famiglie debbono abbandonare le loro case e sistemarsi altrove.

foto Marcus Gyger, Ch. Graf, WSL, 2012

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colpo, il ghiacciaio morenico del Grabengufer – ��� m di lunghezza, ��� m di larghezza e �� m di spessore – ha iniziato la sua discesa a valle di diversi metri all’anno. Una velocità mai vista, che ha spinto i responsabili comunali e cantonali ad agire senza perder tempo. È quindi stata eretta una diga allo scopo di evitare che delle frane non finiscano nei corsi d’acqua (v. foto a lato) che attraversano il villaggio di Randa.

Piloni e capanne colpiti in tutti i sensi

Quattro zone problematiche Trattandosi di vie di comunicazione, i responsabili locali della sicurezza puntano all’ampliamento di un cavalcavia stradale o alla costruzione di un nuovo tratto a debita distanza dalla zona esposta. Per quanto riguarda la linea ferroviaria, si pensa di prolungare un cavalcavia di protezione o a scavare un tunnel sotto il torrente. Essendo questo tipo di opere molto costose, resta da stabilire uno studio di fattibilità e dei costi. Può anche darsi che questi investimenti risultino superflui, perché gli esperti che monitorano il Grabengufer forniscono dati piuttosto rassicuranti: la morena (accumulo di sedimenti rocciosi e ghiaccio) sembra

finalmente aver ritrovato la calma. Resta comunque sotto stretta sorveglianza tramite telecamere, GPS, fotografie aeree e immagini satellitari: «D’altronde è proprio esaminando delle immagini satellitari che ci siamo accorti che succedeva qualcosa di anomalo in questo settore», spiega Reynald Delaloye, professore di geomorfologia alpina all’Università di Friburgo e grande specialista di permafrost. Per conto dello Stato vallesano, è incaricato di procedere a un esame minuzioso del Grabengufer e di altri quattro

Nel settembre 2012, una diga di protezione contro gli straripamenti dei torrenti è stata edificata sulle alture del villaggio di Randa (VS), nella Mattertal.

Se il permafrost fonde il pericolo è grande

Impianti di risalita e capanne alpine soffrono molto a causa dello scioglimento del permafrost. Costruite su questo suolo instabile, subiscono tensioni enormi che conducono a sfaldamenti e crolli: «Qualche tempo fa, il muro di sostegno di una capanna del club alpino non ha resistito», commenta Pascal Stoebener, responsabile di pericoli naturali del Canton Vallese. Nelle zone sensibili, i piloni della teleferica devono periodicamente essere riallineati sul giusto asse, una manovra resa possibile tramite un ancoraggio mobile su un solco di cemento. Altre opere sottoposte a dura prova sono le centinaia di barriere antivalanghe che tappezzano i fianchi della montagna. A causa delle notevoli deformazioni che subiscono, debbono essere sostituite ad intervalli regolari. Infine, come sanno bene gli escursionisti, non è raro che sentieri pedestri siano cancellati dall’erosione. Questo non comporta conseguenze se succede nelle vallate sperdute, ma su una via d’accesso al Cervino, come avvenne nel 2003, la questione diventa più jop complessa.

Pioggia

Con la pioggia,, i massi cadono nel ttorrente orrente

ghiacciai morenici problematici. Con l’appoggio di una decina di colleghi, Delaloye studia le cause e la probabile evoluzione di questi inconsueti movimenti di terreno e precisa: «Su questa base, i responsabili locali determineranno le misure di protezione da mettere in pratica. Ed è importante proseguire il lavoro d’osservazione a lungo termine, perché tutto cambia molto rapidamente».

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Il perma permafrost frost o fonde. La morena mor ena di diventa venta instabile

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Intasato dalle torrente Intasa to da alle rocce, rocce, il torr ente straripa e causa danni

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Distrutto ponte sospeso

Grafico: KEYSTONE Fonte: Touring Club Svizzero

Mentre il Grabengufer è passato da un’intensa agitazione alla calma, adesso è il suo vicino Gugla a manifestare segni d’instabilità. Altra testimonianza dei capricci della natura: la recente distruzione da parte di ���� m� di fango di un ponte sospeso lungo un sentiero pedestre sopra Randa, che si riteneva assoluta- �


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Dienstag26.03.2013 13:25


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� mente sicuro. E per quelli che ancora hanno dei dubbi, le convulsioni della montagna si vedono ogni anno anche nello sfaldamento, quando non nel crollo, di chilometri di sentieri pedestri.

Bacini sedimentari stracolmi Altra situazione preoccupante in Svizzera: la morena Bonnard, che sormonta Zinal (VS), è in corso di scioglimento da cinque anni. Secondo lo scenario noto, le masse rocciose in movimento si riversano in un corso d’acqua durante le intemperie e formano slavine torrenziali non lontano dalle zone abitate. Per proteggersi, sono stati allestiti cinque bacini sedimentari per trattenere i materiali a monte del villaggio… È stato un successo. Se la procedura ha dato buoni risultati, per contro evacuare periodicamente queste migliaia di metri cubi di materiali si rivela un rompicapo: «A Zinal non manca il posto per depositarli, ma allora bisogna trasferirli a valle, ciò che necessita di numerosi trasporti», spiega Pascal Stoebener, responsabile dei pericoli naturali del Canton Vallese. È questa la ragione per cui il cantone progetta di edificare una diga alta �� m lungo il letto del fiume, al fine di evitare straripamenti. Quest’opera di difesa sarà realizzata ancora quest’anno e costerà �,� milioni di franchi.

Immagini satellitari Anche a Zinal, una sorveglianza continua del ghiacciaio morenico Bonnard si effettua per mezzo di regolari rilevamenti con

GPS, telecamere e fotografie. E siccome è impossibile sorvegliare ogni anfratto delle Alpi, le immagini satellitari dell’Agenzia spaziale europea forniscono un aiuto insostituibile per reperire gli smottamenti di terreno. Esse rendono possibile l’elaborazione di mappe dei rischi, complementari al programma Permos (cfr. riquadro in basso). Il Canton Berna approfitta di questa vasta banca dati per compilare una mappa dei rischi provenienti dallo scioglimento del permafrost. Presto dunque potremo conoscere con esattezza l’insieme dei siti problematici in Svizzera. «Penso che una decina di posti nelle Alpi siano confrontati a crisi», conclude Reynald Delaloye. «e bisogna aspettarsi che ciò diventi più frequente in futuro». Jacques-Olivier Pidoux

Gli esperti pronosticano la fusione profonda del permafrost Permafrost: questo termine inglese designa un sottosuolo composto da rocce e fango la cui temperatura si mantiene tutto l’anno inferiore agli zero gradi. Esso ricopre circa il 5% della superficie svizzera. Generalmente presente oltre i 2500 metri d’altitudine, può raggiungere diverse centinaia di metri di spessore. Nella parte superiore, comprende uno strato di 4 o 5 metri che si scioglie se le temperature aumentano. Questo strato chiamato «attivo» ha subito un degrado notevole nel corso degli ultimi vent’anni. I rilevamenti di temperature effettuati nel sottosuolo tra il 1987 e il 2000 hanno evidenziato un riscaldamento molto rapido, nell’ordine di 0,7 gradi. Reagendo a questo segnale d’allarme, l’Ufficio federale dell’ambiente ha lanciato il programma Permos (www.permos.ch), ossia una vigilanza costante del

permafrost su una quindicina di siti alpini. L’obiettivo è di evidenziare un’evoluzione generale e di reperire i luoghi che presentano uno sviluppo anomalo. Questi rilevamenti realizzati tramite carotaggi mostrano che la temperatura del sottosuolo ha cessato di aumentare. Tuttavia, la tendenza al riscaldamento permane e, a rigor di logica, dovrebbe seguire il cambiamento climatico globale che colpisce la nostra latitudine. Nel corso dei prossimi decenni gli esperti si aspettano, quindi, uno scioglimento profondo del permafrost su grandi superfici. In caso di pericolo, come nella Mattertal, spetta alle autorità comunali prendere le misure di sicurezza adeguate e richiedere gli studi geologici necessari. Esse beneficiano del sostegno logistico jop dei cantoni e della Confederazione.

In alto: la morena del Grabengufer preoccupa la Mattertal (VS). In basso: gli apparecchi di sorveglianza rilevano gli smottamenti di terreno.


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Se il pericolo viene dall’alto

A

ccade in un attimo: stai guidando su una strada piena di curve lungo una parete rocciosa da cui improvvisamente si staccano pietre e detriti che cadono sulla strada o, nel caso peggiore, sull’auto. Le conseguenze sono danni alla carrozzeria, più o meno gravi a seconda della dimensione dei massi, o alla coppa dell’olio, che si verificano quando si investono le pietre più grandi. La caduta di massi è catalogata come «avvenimento elementare» e viene coperta da un’assicurazione casco parziale. Anche nel caso di rottura dei vetri anteriori, laterali e posteriori, nonché di un eventuale tetto in vetro, a coprire i costi è l’assi-

curazione casco parziale dell’automobilista. Se la caduta di massi sul parabrezza avviene nel campo visivo del conducente, allora il vetro non va riparato, bensì sostituito. Su tratti stradali con una segnalazione di caduta massi l’automobilista deve adeguare la velocità e dovrebbe evitare di sostarvi. In caso contrario, potrebbe incorrere in una riduzione delle prestazioni assicurative.

Cosa fare in caso di caduta massi? � Nel caso in cui non è possibile proseguire: chiamare il servizio di soccorso stradale del TCS (0800 140 140) o farsi trainare direttamente nel garage più vicino. � Se è possibile proseguire: avvertire il più presto possibile l’assicurazione, che può mettervi in contatto con garage o specialisti nelle immediate vicinanze. � Nel caso di caduta massi provocata dal veicolo che precede, si deve prendere nota della targa.

Responsabile chi causa i danni La situazione è diversa se la caduta di massi è provocata dal veicolo che ci precedeva. Ciò accade in genere in autostrada e i danni sono localizzati nella parte anteriore del veicolo. In tal caso, il danno da pietre non è classificato come «elementare». Nel caso di danni ai vetri sono coperti dalla casco parziale, nel caso di danni alla carrozzeria dalla casco collisione. Se quest’ultima assicurazione non è stata stipulata entra in gioco il diritto d’azione diretta nei confronti dell’autore del danno: la pretesa può essere fatta valere direttamente presso l’assicurazione di responsabilità civile di chi ha causato il danno, ovvero dell’automobilista che ci precedeva. Non è necessario entrare in contatto con lui, perché tramite l’indicazione del numero di targa di chi ha causato il danno, l’Ufficio nazionale di assicurazione ci indica presso quale posto di regolazione ci si deve rivolgere. nr

Da quando l’assicurazione riceve la fattura, trascorrono in genere due o al massimo quattro settimane sino a che nr il danno viene coperto.

fm

Info Touring Nel caso di segnale di caduta massi, bisogna essere pronti a reagire alla presenza di pietre sulla strada.

TCS assicurazioni veicoli www.tcs.ch/it/assicurazioni

Caduta massi: nessun obbligo totale del Cantone

L

e cadute di massi in regioni montane o lungo le rive ripide di laghi e fiumi sono all’ordine del giorno. Confederazione, Cantone e Comuni, quali proprietari dell’opera, sono tenuti a proteggere gli utenti della strada dal pericolo di tali eventi. L’obbligo di messa in sicurezza da parte dei Cantoni non è tuttavia assoluto. Vi è un limite imposto dalla ragionevolezza. L’eliminazione di eventuali lacune oppure l’istallazione di strutture di protezione devono essere tecnicamente possibili ed i relativi costi devono essere in ragionevole rapporto con gli interessi da proteggere da parte dell’utenza e con lo scopo dell’opera.

il consulente Urs-Peter Inderbitzin

Recentemente il Tribunale federale di Losanna ha statuito sul caso di un motociclista che, nella zona del Lopper sul Lago dei Quattro Cantoni, era stato colpito alla testa da un sasso caduto dalla parete di roccia, ed era deceduto sul posto a causa delle gravi ferite riportate. I parenti della vittima avevano successivamente sporto denuncia contro il Canton Nidvaldo, chiedendo �� ��� franchi per danni e ��� ��� franchi per riparazione del torto morale. Essi accusavano la competente autorità cantonale di non aver intrapreso tutte le «ragionevoli precauzioni» volte a prevenire i rischi derivanti dalla caduta di massi in quel punto preciso.

I giudici losannesi hanno però respinto la richiesta, così come in precedenza aveva fatto la giustizia nidvaldese. Il luogo dell’incidente non era infatti ritenuto a rischio di caduta massi. Sul posto si trovavano sporadicamente massi staccatisi dalla roccia e rotolati dal fianco della montagna fin sulla carreggiata. Prima dell’incidente non erano invece mai stati rinvenuti né osservati, nell’ambito dei controlli settimanali, massi precipitati dalla roccia direttamente sul campo stradale. Secondo il Tribunale federale, le disposizioni di sicurezza adottate dal Canton Nidvaldo erano quindi sufficienti e provvedimenti supplementari non erano esigibili.


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L’INTERVISTA

Felix Maurhofer

Permafrost sotto costante controllo

Appesi a una fune per tutto il giorno gli specialisti mettono in sicurezza la ripida parete rocciosa.

Funamboli della roccia | Se deve essere sgomberata una massa di roccia instabile sopra le vie di transito, entrano in azione loro. Appesi a funi, compiono il loro difficile lavoro.

Tra arte acrobatica e duro lavoro

S

ono immagini che ricordano gli alpinisti, che si arrampicano muniti di funi e ramponi. Ma gli uomini che, come funamboli, rimangono sospesi lungo la ripida parete al di sopra della A� tra Wesen e Mühlehorn, non lo fanno per hobby bensì per compiere uno dei lavori più duri e pericolosi. Sgomberano la parete ripida da pietre pericolanti, blocchi di roccia e legname. Uno di questi specialisti nella messa in sicurezza delle pareti di roccia è la guida alpina Fredel Abegglen, che lavora come direttore della sicurezza alla Gasser Felstechnik SA, un’impresa specializzata nella messa in sicurezza delle pareti di roccia. Per diversi giorni, i dodici specialisti sono all’opera in questo tratto di circa �,� km. Prima di cominciare, fissano le funi ad alberi massicci e controllano l’equipaggiamento di sicurezza. In tre gruppi di quattro persone, poi si calano verso il basso. Con leve e piccozze staccano preventivamente le pietre pericolanti. È un lavoro estremamente duro, certamente non adatto a tutti. Lo sforzo fisico è notevole, non si deve soffrire di vertigini e si deve essere in grado di lavorare sospesi in verticale. Gli specialisti in messa in sicurezza devono dominare la tecnica della

fune, perché la loro vita è, letteralmente, appesa… a un filo. Per questo motivo, anche la procedura in cui si opera gioca un ruolo importante, dato che i colleghi di lavoro non devono essere messi in pericolo. Gli specialisti eseguono, oltre allo sgombero di rocce, anche lavori come: brillamento o ancoraggio di rocce pericolanti, costruzione e riparazione di ripari antilavine e anticaduta massi, così come iniezioni di calcestruzzo. In genere lavorano con il tempo contato, perché la strada deve riaprire il più presto possibile.

Formazione in diverse fasi Chi desidera diventare uno specialista di messa in sicurezza delle pareti di roccia, deve assolvere una formazione suddivisa in fasi e denominata «Lavorare appesi a una fune». La formazione tratta diversi temi, come la tecnica della fune e della messa in sicurezza, la sicurezza sul lavoro, la comunicazione di pericoli, nonché questioni giuridiche. I corsi dell’Associazione svizzera delle guide di montagna (SBV) hanno luogo a Meiringen e a San Gallo. Felix Maurhofer

Info Touring www.4000arbeitssicherheit.ch, www.felstechnik.ch

Andreas Keller responsabile della comunicazione di Funivie Svizzera.

Come affrontano Funivie Svizzere la sfida del permafrost che fonde? Andreas Keller: In Svizzera il permafrost è oggetto di un’intensa ricerca. Dal 1996 nelle nostre montagne è installata una rete di misurazione del permafrost, che fornisce in modo costante informazioni sullo stato del terreno. Siamo in contatto con gli enti federali di ricerca e sosteniamo il flusso di informazioni ai nostri soci, le imprese di trasporto a fune. Quali regioni sono colpite e cosa possono fare le funivie contro la fusione del permafrost? L’Ufficio federale dell’ambiente ha fatto allestire una cartina che fornisce indicazioni sulla potenziale diffusione dello scioglimento del permafrost. Ma per sapere se un luogo si trova in una zona colpita dal permafrost, si devono fare intervenire gli specialisti per esami direttamente sul terreno. In parole semplici: si può affermare che il permafrost si situa a partire da circa 2500 m di quota. Solo una piccola parte degli impianti a fune si trova a quell’altitudine dove in genere si pratica lo sci sui ghiacciai. Gli edifici nelle zone di permafrost vengono tenuti sotto controllo e, a seconda della situazione, addirittura utilizzati apparecchi di misurazione permanenti. Le aziende operanti nel settore lavorano in collaborazione con esperti come geologi e ingegneri civili. A causa del pericolo di frane, le funivie devono fare di più per garantire la sicurezza dei passeggeri? Le funivie svizzere sono obbligate per legge, ma anche attraverso la concessione dell’autorizzazione dell’esercizio, a garantire la sicurezza dei propri impianti. Essa comprende anche la protezione dai pericoli naturali. Gli esperti dell’Ufficio federale dei trasporti (UFT) effettuano regolarmente esami e controlli che comprendono anche gli aspetti geologici e statici del luogo dell’impianto. In questo modo, il permafrost è compreso nel dispositivo di sicurezza delle funivie. È un bene, perché la sicurezza degli ospiti ha la massima priorità. Christian Bützberger


12 touring | società e mobilità n. 6 | 4 aprile 2013

Rischio d’incidente | Un lavoro di licenza rivela i fattori di rischio degli incidenti stradali che rendono più pericoloso il rientro a casa dopo il lavoro.

Più stress al rientro dal lavoro

S

tando ai dati statistici, in Svizzera gli incidenti della circolazione avvengono più spesso la sera quando si rientra dal lavoro che il mattino quando ci si reca sul posto di lavoro. Ciò vale anche per la città di Zurigo. Nell’ambito del loro lavoro di licenza (*) all’Università di Zurigo, Denise Gasser e Regina Wiesendanger hanno cercato le ragioni di questo fenomeno. A questo scopo, nell’autunno ���� hanno intervistato ��� persone durante una loro giornata lavorativa, chiedendo come ritengono sia la loro condizione psicofisica e il loro comportamento al volante durante il tragitto casa-lavoro. Alle domande hanno risposto ogni volta subito dopo aver terminato il percorso. Alla fine del giorno prescelto, gli interpellati hanno dovuto rispondere anche a domande generali. «Touring» ha aiutato le studentesse nella ricerca dei conducenti disposti a sottoporsi all’inchiesta.

Rientro senza concentrazione «In media gli interpellati sulla via del rientro serale si sono sentiti con meno

energie, meno rilassati e meno attenti», hanno costatato le autrici. Uno stato psicofisico che ha ripercussioni sul comportamento al volante in diversi modi: seguendo meno le regole della circolazione e in particolare azionando più raramente la freccia. Inoltre, ha influenzato negativamente la guida il fatto che durante il viaggio di rientro a casa si è telefonato di più e mandato molti sms, commettendo

un’infrazione del codice della circolazione sanzionata severamente. Stando alle affermazioni degli interpellati, durante il rientro mangiano e bevono di più, comportamenti pure non consentiti al volante. Però si ascolta meno musica. Infine – e non sorprende – i più distratti sono i giovani conducenti.

Il peso della giornata La minore concentrazione sulla via del rientro a casa è spiegabile: «Dopo una giornata di lavoro, i conducenti in media si sentono peggio che quando escono di casa il mattino», afferma il bilancio stilato dalle autrici del lavoro di licenza. Inoltre: «Eccesso di rumore, orari da rispettare e conflitti sul posto di lavoro provocano stress e hanno un influsso negativo sullo stato psicofisico di un individuo». A ciò si aggiungono altri fattori come temperatura sgradevole, aria secca, correnti d’aria, spazi angusti o illuminazione fastidiosa. «Se una persona subisce l’influsso di questi fattori negativi sul posto di lavoro, allora durante il viaggio di rientro si sente piuttosto irrequieto, insicuro, pauroso e debole», hanno analizzato Denise Gasser e Regina Wiesendanger. Per contro, anche solo «un minimo spazio di manovra sul posto di lavoro influenza in modo positivo lo stato di una persona». Con ciò le due autrici intendono che i dipendenti dovrebbero poter definire da sé i ritmi e le priorità sul posto di lavoro.

Consigli per non rischiare un incidente tornando a casa Le autrici del lavoro di licenza si sono poste anche la questione su come si possa migliorare il comportamento al volante dopo il lavoro: «Raccomandiamo di fare una pausa rigenerativa, sotto forma di attività sportiva, tra la fine del lavoro e il rientro a casa». A questo fine, alcune ditte mettono a disposizione apparecchi per fare fitness. In più è decisivo il comportamento sulla via verso casa: «Non si deve sottovalutare la distanza da mantenere tra il proprio veicolo e quello che precede, perché gli incidenti dovuti a una frenata troppo in ritardo, sono i più frequenti nel hwm traffico serale», mettono in guardia le due autrici.

Un po’ di statistiche

Keystone

Facciamo un passo indietro e torniamo al tema del rischio d’incidenti: stando alla statistica dell’Ufficio federale delle strade, nel ����, delle ���� persone rimaste ferite gravemente in incidenti stradali, ��� stavano rientrando a casa dopo la fine del lavoro, che corrisponde ad un quinto. La statistica della città di Zurigo mostra che la frequenza degli incidenti è decisamente maggiore la sera: in un arco di tempo di due ore del mattino si verifica l’��� degli incidenti, con un traffico di giornata del ��,��. La sera invece si verifica il ��,�� d’incidenti in un arco di tempo di tre ore con un traffico del ��,��. Heinz W. Müller

Un’atmosfera stressante sul posto di lavoro può rendere pericoloso il rientro in auto a casa.

* «Auswirkungen der arbeitsbedingten Befindlichkeit auf das Fahrverhalten von Personen auf dem Arbeitsweg», Università di Zurigo.


società e mobilità | touring 13 n. 6 | 4 aprile 2013

Giovani con il diesel nelle vene

Info Touring Iscrizioni agli stage ed informazioni supplementari al sito www.chi-altri.ch

Schiacciate il gas, mettete alla prova i vostri limiti: è l’invito lanciato dalla polizia vodese ai motociclisti. Non sulle strade pubbliche, s’intende, ma nel quadro di due giornate di pilotaggio il �� e il �� maggio prossimo sul circuito di Bresse, in Francia. Tutte le iscrizioni registrate via Internet (www.policier.ch/circuitbresse) sino al �� aprile, parteciperanno ad un’estrazione a sorte che designerà i ��� fortunati che parteciperanno gratuitamente a questi stage tenuti da piloti esperti, come Bastien Chesaux (in foto), così come dagli istruttori di moto del TCS e della polizia. Questa offerta, che si rivolge a tutti i motociclisti domiciliati nel Canton Vaud, mira a insegnare in modo piacevole a conoscere i propri limiti e quelli del veicolo. Si tratta di una promozione per la sicurezza stradale gratuita e originale, che meriterebbe di fare scuola anche nel resto della Svizzera. jop

foto Astag, ald, Keystone

Il settore degli autotrasporti fa fronte a una grave penuria di manodopera. Per rovesciare la tendenza, l’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (Astag) lancia un’operazione originale destinata a interessare i giovani alla professione degli autisti di camion. L’Astag propone stage intensivi in cui è possibile accompagnare un autista di mezzi pesanti in Italia e Germania, ma anche di sbirciare dietro le quinte di un grande festival e di una manifestazione sportiva nazionale. I partecipanti avranno, in particolare, l’opportunità di osservare da vicino l’organizzazione del Tour de Suisse, le cui operazioni di logistica per le biciclette e le infrastrutture di partenza e d’arrivo sono effettuate essenzialmente da camion. Un’esperienza per far sognare e, perché no, per incitare a intraprendere la formazione in un campo accattivante e dai numerosi sbocchi: «Abbiamo bisogno di apprendisti in questo campo in rapida espansione che offre ai giovani eccellenti prospettive per il futuro», rileva Peter Krummen, presidente della sezione friburghese dell’Astag. Gli stage si rivolgono ai giovani dai �� ai �� anni desiderosi di assumersi delle responsabilità e di lavorare in modo indipendente. jop

Azione preventiva che potrebbe inspirare il resto della Svizzera

Grazie all’Astag, i giovani potranno scoprire il mestiere di autista di camion.

Meno merci attraverso le Alpi

Guida ecologica per veicoli da cantiere

Nel ���� i trasporti di merci attraverso le Alpi su gomma e su rotaia sono diminuiti. L’Ufficio federale dei trasporti (UFT) ha elencato due motivi principali: le difficoltà economiche imperanti in Europa, soprattutto in Italia, e la chiusura temporanea della linea ferroviaria del San Gottardo presso Gurtnellen. La quantità di merce che l’anno scorso è stata trasportata attraverso le Alpi svizzere è di nuovo scesa sotto il limite di �� milioni di tonnellate nette, superate nel ���� per la prima volta. Nel ���� sono state registrate in totale ��,� milioni di tonnellate nette, corrispondenti al �,�� in meno. La ferrovia ha subito un calo più importante (–�,��) rispetto alla strada (–�,��). tg

Limitare il consumo di carburante grazie a una guida avveduta è possibile non solo al volante di un’automobile. Anche i veicoli da cantiere possono risparmiare del diesel applicando i principi Eco-Drive. Per esempio, non è sempre necessario

La guida Eco-Drive si applica anche sui cantieri.

«innervosirsi» per mantenere velocità e potenza. Conviene evitare le accelerazioni e le frenate inutili, così come trainare del peso eccessivo: «È con dei movimenti calmi, che si deve condurre la propria macchina», rilevano gli esperti Eco-Drive. Inoltre, ci si deve abituare a spegnere il motore il più spesso possibile, perché contribuisce a ridurre il rumore e le emissioni di CO�. Infine, è bene verificare ogni tanto lo stato del motore, dato che fare funzionare dei pezzi troppo usati richiede l’impiego di una potenza maggiore. Applicando questi principi, si ottengono delle prestazioni ottimali e si rispetta l’ambiente. jop

Info Touring Informazioni su www.eco-drive.ch


14 touring | test e tecnica n. 6 | 4 aprile 2013

Renault Clio TCe 90 Dynamique

Una musa da poema epico La quarta Renault Clio si presenta con un tre cilindri: motore che si rivela elastico e amante dei giri. Perfetto per lo stile giovane e sportivo della piccola vettura.

L

a Renault Clio è una vera delizia per gli occhi. Poppa slanciata con belle rotondità, fiancate dalla linea dinamica e minigonne cromate, ampi fanali e luci diurne LED attrattive, tutto ornato dall’epica Losanga al centro della prua. Insomma, non per nulla è una vera musa da poema cavalleresco, con il nuovo tre cilindri che grazie al turbo scatena 90 eroici cavalli. Il piccolo motore da 0,9 litri è di fatto una vera sorpresa: mostra una buona capacità di risposta, sale bene di giri ed è davvero elastico, restando tuttavia elegante ed anche discreto. A pieno carico il piccolo propulsore si scontra presto con i suoi limiti, ma in modalità «ECO» e con uno stile di guida compassato, rende quantomeno possibili consumi ridotti. La calibratura delle

marce è buona e gli innesti sono morbidi. Il telaio è tarato in modo sportivo e rispetto al motore da 90 CV ha ancora margini di riserva. La quarta Renault Clio è agile e maneggevole: proprietà condivise anche dalle versioni precedenti. Lo sterzo è preciso e diretto, quindi coerente con l’impressione generale di focosa sportività dell’autovettura.

Tipica sonorità da tre cilindri Malgrado l’apparenza molto sportiva della Clio, la piccola automobile rimane confortevole. Le sospensioni assorbono le irregolarità del fondo stradale e consentono agli occupanti di viaggiare gradevolmente. I sedili sono nel complesso comodi, anche se la tenuta laterale � avrebbe potuto essere più rigida.

PIÙ O MENO Design attrattivo Buone prestazioni del 3 cilindri Comportamento agile Dotazione comfort e mediale Spaziosità e agio per la testa Ammortizzatori assorbenti Design dell’abitacolo moderno Consumi ridotti possibili Riflessi delle laccature interne Visibilità posteriore limitata Gradino nel piano di carico Innesti lunghi Maniglia portellone scomoda Rumori aerodinamici in autostrada Il sistema multimediale si utilizza come un tablet.


test e tecnica | touring 15 n. 6 | 4 aprile 2013

Novità particolare della quarta generazione Clio sono le luci diurne LED e le minigonne incurvate.

SCHEDA TECNICA VEICOLO PROVATO Renault Clio TCe 90 Dynamique; 5 porte, 5 posti; 21 500 fr. (auto del test: 23 550 fr.) Gamma: dalla 1.2 Expression, 75 CV (18 500 fr.) alla Energy dCi 90 Stop&Start FAP, 90 CV (23 400 fr.) Opzioni: vernice metallizzata (750 fr.), assistente di parcheggio posteriore (500 fr.) Garanzia: 3 anni di fabbrica, 3 anni mobilità; 12 anni antiruggine (con condizioni) Importatore: Renault Suisse SA, 8902 Urdorf, www.renault.ch DATI TECNICI Motore: 3 cilindri benzina 0.9 l turbo, 90 CV; trazione anteriore, cambio manuale a 5 marce; Peso: 1215 kg (auto del test), totale ammissibile 1588 kg, carico rimorchiabile 1200 kg

Tabella comparativa

Prezzo (fr.) Cilindrata (cc) Potenza (kW/CV) Coppia massima (Nm/min) Consumo (l/100 km) Rumore int. 120 km/h (dBA) Costi al chilometro (fr./km)3 Costi di manutenzione4 Test «Touring» 1 3

Renault Clio TCe 90 Dynamique

VW Polo 1.2 TSI Trendline

21 500.– 898 66/90 135/2500 4,7 B2 72 –.52

21 570.– 1197 66/90 160/1500 5,11 C2 71 –.53

11111

11111

6/2013

dati secondo l’importatore 2 efficienza energetica secondo l’importatore su 15 000 km/anno 4 costi totali su 180 000 km (15 000 km/anno)

Dietro, sufficiente spazio per la testa.


Piazza del mercato

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test e tecnica | touring 17 n. 6 | 4 aprile 2013

� La sonorità tipica del motore tre cilindri si fa sentire, ma non è invadente. Sull’autostrada i rumori aerodinamici sono invece fastidiosi. In fatto di dotazione di serie, Renault è tutt’altro che avara. Formidabile soprattutto il sistema multimediale con schermo tattile che si comanda come un tablet.

Renault Clio TCe 90 in dettaglio

COSTI DEI SERVIZI Manutenzione (km/mese) ore

mano d’opera (fr.)

30 000/24 1,9 276.– 60 000/48 3,9 566.– Manutenzione per 180 000 km: 15 000 km/anno 18,2 3913.–

145 cm

COMFORT 11113 Le sospensioni assorbenti consentono un comfort di guida equilibrato. I sedili sono comodi, ma offrono poca tenuta laterale. Il sound tipico del 3 cilindri si fa sentire in accelerazione, ma non è invadente. In autostrada il motore è elegante, ma i rumori del vento si fanno sentire. L’equipaggiamento è sopra la media. DOTAZIONE 11111 La versione Dynamique dispone di sistema senza chiave (keyless-system) di serie per l’apertura e la chiusura automatica delle porte, cerchi in lega da 16”, navigatore, volante in pelle, regolatore di velocità, comandi sul volante e presa USB-AUX.

Il divano posteriore può ospitare tre persone, il bagagliaio è ampio per una vettura compatta. Il posteriore ha belle forme arrotondate ed appare molto sportivo.

PRESTAZIONI 11123 Il piccolo motore a tre cilindri benzina da 0,9 litri sorprende: gira bene, è elastico e regala alla piccola autovettura prestazioni corrette. Il cambio è ben calibrato e gli innesti sono facili. In modalità ECO e con uno stile di guida tranquillo, è possibile realizzare consumi ridotti.

COSTI D’ESERCIZIO km/anno

ct./km

fr./mese fissi

variabili

15 000 30 000

52 35

423.– 423.–

223.– 446.–

Tariffa oraria per il calcolo TCS: 145 fr. (UFS), agenzie Renault da 105 a 184 fr.

Test TCS

CONSUMO AL BANCO DI PROVA (ciclo UE 80/1268) urbano

11111 11133 11111

ABITACOLO 11113 Buona spaziosità per una vettura di piccole dimensioni. Agio per la testa adeguato sia davanti sia dietro, mentre lo spazio per le gambe dei passeggeri posteriori è al limite. Il vano bagagli da 300 litri è ampio, ma poco modulare. Con lo schienale ribassato si forma un gradino alto.

TCS MoBe: Robert Emmenegger

SICUREZZA Frenata (100–0 km/h): 36,1 m Visibilità circolare Equipaggiamento

passo 259 cm

lungh. 406 cm (largh. 173 cm)

larghezza interna: ant. 137 cm, post. 138 cm bagagliaio: 300–1146 litri pneumatici: 195/55 R 16, min. 185/65 R 15

CHECK-UP TCS DINAMICA DI COMPORTAMENTO Accelerazione (0–100 km/h): 12,3 s Elasticità: 60–100 km/h (in 4a) 10 s 80–120 km/h (in 4a) 11,3 s Diametro di sterzata: 10,9 m Insonorizzazione: 60 km/h: 60 dBA 11113 120 km/h: 72 dBA 11113

m 6c –7 51

cm 14 –1 91 �

Interni con stile Gli interni della Renault Clio brillano grazie alle modanature in nero laccato. Un tocco di stile che tuttavia provoca fastidiosi riflessi quando splende il sole. L’uso delle strumentazioni principali e del sistema multimediale è molto funzionale e il cockpit è ben visibile. I comandi per la musica sul volante sono tuttavia limitati. Pilota e copilota beneficiano di spazio a sufficienza e anche il bagagliaio da 300 litri è ben dimensionato. La modularità della Clio lascia invece un po’ a desiderare e con il sedile posteriore ribaltato si forma un gradino importante sul fondo del vano. Tuttavia chi desidera molto spazio di carico può orientarsi sulla station wagon Renault Clio Grandtour, più lunga di 20 cm. Poco sensata inoltre la maniglia sul lato interno del portellone: praticamente inutilizzabile per chiudere il baule. La Clio numero quattro ha un passo leggermente allungato (+2 cm) ed è cresciuta anche in lunghezza (+3 cm) e in larghezza (+1 cm). In compenso è più bassa di 4 cm ed un po’ più leggera del modello precedente. In fatto di sicurezza è invece cresciuta e nella frenata ha ottenuto la nota «molto buono». Purtroppo la visibilità diagonale posteriore è limitata a causa del design da coupé… ma non si può avere proprio tutto! Nadia Rambaldi

93 cm

104 cm

extra urbano misto

TCS 6,0 3,9 fabbrica 5,5 3,9 Emissioni di CO2: Media di CO2: etichettaEnergia (A–G):

4,7 4,5 109 g/km 153 g/km B

CONSUMO DEL TEST

11113

6,0 l/100 km serbatoio: 45 litri

autonomia 750 km

Renault Clio

Video del test

COMPORTAMENTO 11112 Come i modelli precedenti, la Clio vanta buone proprietà stradali. È agile e maneggevole, inoltre il telaio sportivo ha ancora ampi margini rispetto al motore da 90 CV. SICUREZZA 11111 La dotazione di sicurezza e il test di frenata valgono alla Clio la nota «molto buono». Soltanto la visibilità diagonale posteriore è un po’ ridotta.


18 touring | test e tecnica n. 6 | 4 aprile 2013

Principio di funzionamento | Peugeot-Citroën si propone di semplificare il sofisticato sistema di propulsione ibrida sostituendo le batterie con una tecnologia ad aria compressa. Tutti i segreti dell’ibrido a buon mercato.

Un’ibrida ad aria compressa

A

ria compressa: questo termine sembra persino fuori luogo quando parliamo di automobili. Tanto più che le mini vetture ideate da un ingegnere nizzardo – e che avrebbero dovuto essere prodotte in Svizzera – non hanno mai superato lo stadio sperimentale. Niente di tutto questo però in casa Peugeot-Citroën (PSA) che ha scelto un’altra strada: unire un motore termico ad un blocco idraulico alimentato ad aria compressa. Destinata alle city-car, questa tecnologia molto più semplice rispetto a quella delle ibride convenzionali permetterà, secondo PSA, di diminuire i consumi di un terzo o addirittura del ��� nel traffico urbano. I prototipi presentati al Salone di Ginevra (Citroën C�, Peugeot ����) erano accreditati di �,� l/��� km nel ciclo misto, pari a �� g/km di CO�. Valori promettenti per vetture a benzina.

I retroscena del miracolo La grande novità della tecnologia Hybrid Air consiste nel ricorso ad un motore idraulico d’appoggio, mosso da aria compressa. Un serbatoio d’energia impiantato nel tunnel centrale del telaio alimenta il motore idraulico. Vi è quindi la presenza di un serbatoio di fluido idraulico a bassa pressione sulla traversa posteriore. Il serbatoio d’aria compressa presenta un funzionamento comparabile a quello di una siringa. In pratica l’aria compressa – si tratta di azoto – spinge l’olio, che aziona quindi il motore idraulico. La ricarica del serbatoio avviene in decelerazione. Nella fase di frenata o di decelerazione, il pistone del serbatoio è infatti spinto per comprimere l’aria. Quest’ultimo può quindi ripartire in senso inverso e premere sul fluido idraulico. Queste diverse fasi si susseguono per muovere il motore idraulico composto da � pistoni, il quale agisce sul cambio a ingranaggi planetari, comparabile quindi ad una trasmissione automatica. Il serbatoio si ricarica totalmente nello spazio di �� secondi. Come per ogni trasmissione ibrida, un sistema di supervisione gestisce le due fonti di energia. Il sistema Hybrid Air ha

tre modi di funzionamento. In modalità «aria compressa», l’energia è trasmessa alle ruote soltanto attraverso il motore idraulico. PSA stima che dal �� all’��� dei tragitti urbani si compierà in questo modo, sino ai �� km/h. In modalità «combinata», motore termico ed idraulico operano di concerto e l’aria compressa funge da sovralimentazione portando la potenza totale a ��� CV. Fuori dagli agglomerati urbani, la vettura è invece essenzialmente mossa dal � cilindri a benzina da �,� l. Quest’ultimo può inoltre servire per ricaricare il serbatoio dell’aria. Secondo i responsabili del progetto, questa motorizzazione molto reattiva produce un effetto comparabile a quello di un diesel �,� l e, contrariamente ad un motore turbo, non ha ritardi di risposta. In tema d’inconvenienti, il motore idraulico è più rumoroso di uno a benzina. Ma PSA assicura che le vetture dotate di Hybrid Air garantiranno un «vero ambiente automobilistico». In tema di sicurezza, l’azoto secco utilizzato previene la corrosione del serbatoio, mentre una valvola isola il gas in caso di urto. Tutto sembra essere stato previsto. MOH

L’INTERVISTA

Eric Lalliard ingegnere a capo del progetto di propulsione Hybrid Air

Il sistema Hybrid Air di Peugeot-Citroën

1

Che cosa distingue il sistema ad aria compressa dalle ibride usuali? Eric Lalliard: Questa tecnologia impiega componenti meccaniche già ampiamente rodate in altri settori, in particolare l’aeronautica. Inoltre, il fatto di non utilizzare batterie riduce considerevolmente l’impatto ecologico. Un gran vantaggio al momento del riciclaggio. E che dire dell’abitabilità? Questo sistema, molto compatto, non richiede modifiche al telaio. La modularità dell’abitacolo e la capacità del bagagliaio restano intatte. La tecnologia è adatta quindi anche per le piccole utilitarie. Quando è prevista la distribuzione? Speriamo di commercializzare il sistema Hybrid Air dal 2016. Questa tecnologia si rivolge soprattutto alle city-car dei segmenti A e B (ndr: per esempio Peugeot 107 e 208). Ma è possibile anche salire di gamma. Per quanto riguarda il prezzo, ci situeremo al livello di una versione diesel MOH con cambio automatico.

4

3

2 1 Motore termico PureTech 2 Motore idraulico e cambio automatico 3 Contenitore di aria compressa 4 Serbatoio a bassa pressione di fluido idraulico


test e tecnica | touring 19 n. 6 | 4 aprile 2013

Quattro posti per comode gite a tetto aperto Opel Cascada | Non è solo un’Astra in versione decappottabile, ma una cabrio di classe media tutta nuova. cezione del tetto è nuova: infatti, si apre in �� secondi e mentre si procede fino ad una velocità di �� km/h.

Nuova iniezione diretta

ald

Esprime glamour, l’Opel Cascada, ad incominciare dal porgi-cintura elettrico per pilota e copilota che è già un tocco da categoria superiore. Ma anche la morbida nappa termoriflettente, il sistema elettrico Easy Entry per accedere facilmente ai sedili posteriori e l’elegante design di questo cabriolet emanano una finezza che va ben oltre gli standard della classe media. La quattro posti ha tutto quel che serve per viaggiare capelli al vento: elevata rigidità del telaio per un comportamento equilibrato, pregiata capote di stoffa e sedili comodi, riscaldati e ventilati. Il bagagliaio da ��� l ne conserva ben ��� a tetto aperto: un valore piuttosto elevato per una cabrio della classe media. Con i sedili posteriori ribaltati poi il volume sale sino a ��� l. La Cascada è molto più grande delle decapottabili finora prodotte da Opel: con �,�� m è, ad esempio, di �� cm più lunga dell’Astra Twin Top. Anche la con-

L’Opel Cascada rientra nella classe media, ma in fatto di design e dotazione ha ambizioni da vettura di lusso.

Tecnica: cabriolet di classe media; 4 posti; lunghezza: 4,70 m; bagagliaio: 380 l Motori: benzina 140/170 CV, diesel 165/195 CV, cambio manuale o automatico a 6 rapporti Consumi: da 5,3 l/100 km, CO2 da 139 g/km Prezzi: da 35 600 fr. (1.4 Turbo Cascada) a 44 100 fr. (2.0 BiTurbo CDTI Cosmo) disponibile da aprile.

Novità assoluta dell’Opel Cascada è anche il motore a benzina turbo �.� Sidi, un propulsore di concezione completamente nuova con l’iniezione diretta della benzina, che è impiegato per la prima volta proprio su questo cabriolet. Con i suoi ��� CV è un sicuro punto di partenza per viaggi gradevoli, anche se è poco elastico e richiede molto lavoro d’innesti con il cambio manuale a sei marce. È, tuttavia, disponibile anche in abbinamento ad un cambio automatico. Grazie alle doti di isolazione ed insonorizzazione della capote in stoffa, insieme al bagagliaio relativamente grande, la Cascada è senz’altro una cabrio che può essere utilizzata durante tutto l’anno. Una curiosità: l’Opel Cascada è fabbricata a Gliwice in Polonia. nr

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test e tecnica | touring 21 n. 6 | 4 aprile 2013

Il coupé che si distanzia dall’establishment Capitalizzare il successo dell’opulento coupé CLS pur condividendo la base della Classe A: il coupé CLA realizza un salto prodigioso, anche se un po’ sconcertante. Comunque sia, lo stile di questa vettura volutamente fuori dagli schemi Mercedes-Benz è davvero elegante. Con la marcata inclinazione del tetto, il posteriore muscoloso e l’abbondanza di nervature, la CLA ha tutto per attirare una clientela vorace di esuberanza automobilistica. Tanto più che tocchi di design sono proposti con analoga prodigalità anche nell’abitacolo. Modanature galvanizzate, rifiniture cromate e rivestimenti laccati costituiscono lo strato esteriore che conquisterà i «vecchi» trentenni in cerca di status.

Accesso da coupé… La CLA aggiunge poi dei sedili integrali davvero belli e, indispensabile per i cyber-clienti, il sistema d’infotainment ultimo grido con integrazione wlan del-

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Mercedes-Benz CLA | Derivato dalla compatta Classe A, il coupé CLA esibisce 4 porte e un design ostentato.

Oltre alla linea di razza, la CLA presenta un cx ridotto di 0,22.

Tecnica: coupé 4 porte; 5 posti; lunghezza: 4,63 m; bagagliaio: 470 l Motori: benzina 122/156/211 CV, diesel 220 CV; cambi manuali a 6 marce e 7 marce a doppia frizione; trazione anteriore; consumi da 4,2 l/100 km, 109 g/km di CO2 Prezzi: da 39 900 fr. (CLA 180) a 52 900 fr. (CLA 250); versione a trazione integrale 4Matic commercializzata a settembre.

l’iPhone e altre funzioni. Ma che dire dei sedili posteriori? Tenuto conto dei �,�� m dell’auto, qui domina una certa delusione visto l’accesso ristretto e lo spazio per le gambe molto ridotto. Senza contare lo spazio per la testa ridotto dalla curvatura del tetto. Ciò detto, la CLA si rivela ben più accessibile di un coupé usuale. Coerentemente con le sue doti di lussuoso nido per la generazione rampante, questo coupé offre un eccellente piacere di marcia. Le sospensioni sono assorbenti e l’insonorizzazione è di prima scelta, tanto che non ci si rende più veramente conto della velocità. In generale le sensazioni sono piuttosto asettiche, in particolare in versione Comfort, ciò che non impedisce ai motori Euro � ripresi dalla Classe A d’imprimere una bella andatura. Il tutto con sobrietà e sotto l’ala protettiva di un ampio ventaglio di sistemi d’assistenza, quali l’anticollisione che frena automaticamente fino a ��� km/h. Al passo con i tempi, il coupé CLA. MOH

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22 touring | viaggio dei lettori

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n. 6 | 4 aprile 2013

Nel regno dei profumi: la corniche nella capitale dell’Oman Muscat, inserita tra il porto di Mutrah e il monte Hadschar.

Viaggio dei lettori di «Touring» di nove giorni | Oman, il Paese delle mille e una notte: datteri, profumo d’incenso, deserto, coste solitarie, rocche imponenti, gente cordiale. Alla magia dell’Oman non può sottrarsi nessuno. Peter Widmer

Oasi di pace in Arabia

N

ella nostra scorribanda mattutina attraverso il suk di Mutrah a Muscat, la capitale dell’Oman, non incontriamo quasi turisti. Un grande portone conduce dall’ampia passeggiata sul lungomare – la «corniche» – all’affascinante mondo del commercio con innumerevoli tipi di spezie, aromi, tessuti e gioielli d’oro e d’argento. Cominciare un viaggio in Oman con la visita di questo suk significa respirare il profumo esotico e orientale dell’Arabia: la giusta prima presa di contatto per immergersi nel Paese delle mille e una notte. Nessuna ressa, nessuna frenesia; i commercianti promuovono le proprie merci variopinte in modo discreto, non insistono, se il turista dimostra di non essere propenso all’acquisto. E salta subito all’occhio il fatto che in tutto il suk anche le donne possono dedicarsi allo shopping da sole e senza essere molestate. Il Sultanato dell’Oman, misterioso quanto moderno, da una parte continua

a curare le sue tradizioni, dall’altra è riuscito a conciliare il sistema di governo islamico tradizionale con le esigenze della modernità.

Un Paese sicuro A partire dall’insediamento di un proprio governo, nel 1970 il Sultano Qaboos ha modernizzato a fondo l’amministrazione, permettendo l’accesso delle donne anche in politica ed economia, ciò che in Iran o nella vicina Arabia Saudita è impensabile. «Chi educa le donne, educa il popolo», disse una volta il sultano in un discorso. L’Oman è riconosciuta per essere una destinazione molto sicura, tollerante e pacifica, la criminalità è praticamente sconosciuta. Nella nostra visita lo scorso settembre la popolazione di diversi Paesi musulmani ha reagito in modo violento al film ritenuto offensivo nei

La cintura verde nella zona spoglia: il Wadi Bani Khalid.


viaggio dei lettori | touring 23 n. 6 | 4 aprile 2013

confronti di Maometto prodotto negli Stati Uniti. Non così nell’Oman, dove il video è stato appena notato. L’Oman è ricco; il benessere è dovuto soprattutto al petrolio e al gasolio, e oggi anche al turismo. Contrariamente a Dubai o ad Abu Dhabi, dove i grattacieli di vetro e acciaio schizzano in alto verso il cielo e il gigantismo mette radici facilmente, qui si conserva e si cura l’eredità culturale. Ad esempio, si restaurano in modo accurato le numerose antiche fortezze. E non si vedono case con più di cinque piani, perché una regola fissata dal 73enne Sultano Qaboos impedisce edifici più alti.

Aria d’Oriente A Muscat è d’obbligo la visita della maestosa Moschea del Sultano Qaboos, costruita nel 2001 nel quartiere Al-Azaiba. Non appena vi si entra, si rimane senza fiato dalle dimensioni: è la più grande moschea del Paese e offre posto a 20 000 fedeli. Si possono ammirare architetture in pietra arenaria, che uniscono in modo armonico elementi stilistici di diverse culture. Nel padiglione centrale è appeso uno dei più grandi lampadari del mondo: 1122 lampadine ornano il lampadario di Swarovski alto 14 metri e pesante otto tonnellate. Le donne devono portare un velo, mentre gli uomini in maglietta e pantaloncini corti restano fuori. Il tour nell’Oman comincia con un soggiorno nel deserto del Wahiba, che dista solo tre ore d’auto da Muscat. La sabbia soffia sulla strada, due cammelli siedono tranquilli in mezzo alla carreggiata e non si lasciano scomporre dalla nostra auto. Un barbecue al chiaror delle stelle nel lussuoso Desert Night Camp, attorniato da dune di sabbia color miele, è solo una delle numerose attrazioni del Viaggio dei lettori di «Touring». Trasognato e idillico si presenta il Wadi Bani Khalid. Con il suo naturale bacino di acqua è uno dei più belli della regione. Dal parcheggio si raggiunge il paradiso verde dopo una camminata di cinque minuti. Dei numerosi palazzi imponenti, che vengono visitati durante il viaggio, è particolarmente degna di nota la fortezza di Jabrin; nessuna altra fortezza ha degli ornamenti così fantastici, costruita come elegante casa di campagna di Bill’Arab bin Sultan, Imam della dinastia Ya’Aruba. Questo castello risalente al diciassettesimo secolo è divenuto un luogo per l’educazione e la scienza.

Gli animali cambiano padrone Il paesaggio di Nizwa (65 000 abitanti) è dominato dalla cupola blu e oro della Moschea del Sultano Qaboos e dalla torre accanto appartenente alla fortezza. Dai

In alto: parco con la moschea del Sultano Qaboos a Muscat. Al centro: colori nel suk di Mutrah, il quartiere storico di Muscat. In basso: un incontro con i cammelli non è raro in Oman, ad esempio nel deserto di Wahiba.

A COLPO D’OCCHIO � Viaggio dei lettori di «Touring»: dettagli e prenotazioni alla pagina seguente. � Scheda Oman: Monarchia assoluta; Capo di Stato dal 1970: Sultano Qaboos ibn Said. Lingua ufficiale: arabo, inglese; 3 milioni di abitanti; 76% omaniti, 24% lavoratori stranieri; densità di popolazione: 9,6 abitanti/km2. Capitale: Muscat. � Valuta: Rial Omani (OMR), 1 OMR = 2.42 CHF. � Fuso orario: CH +3 ore (+2 ore durante l’ora legale europea). � Ingresso: passaporto valido ancora almeno 6 mesi e visto. Il visto si può ottenere con 20 OMR all’arrivo all’aeroporto di Muscat. � Souvenir: l’offerta di merce nei suk di Muscat, Nizwa e Salalah invita a procurarsi dei souvenir della tradizione locale: berretti ricamati per uomini, foulard variopinti per donne, incenso, gioielli in argento e oro. Il souvenir più nobile e costoso: «Amouage», profumo con oltre 120 essenze del mondo. � Informazioni sull’Oman: al sito ww.omantourism.ch. Libri, guide, CD, DVD su www.oman-shop.com.

merli in cima alla torre si apre una grandiosa vista sulla città, le palme e le montagne. La piccola città altrimenti tranquilla si trasforma in un centro vivace ogni venerdì mattina sin verso le nove: ossia quando la gente dei dintorni accorre per partecipare al mercato del bestiame. In questa occasione non solo il bestiame cambia di padrone, ma vengono venduti e comprati anche pugnali, munizioni e armi. È mercato e teatro allo stesso tempo: sotto l’ombra di un cerchio di palme vengono mostrate capre, pecore, mucche e vitelli a curiosi e potenziali acquirenti, mentre il proprietario urla il prezzo del capo di bestiame. Gli animali ancora piccoli vengono venduti solo assieme alle loro madri come ci spiega la nostra guida egiziana Ahmed. Il mer- �


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viaggio dei lettori | touring 25 n. 6 | 4 aprile 2013

� cato del bestiame può avere spiacevoli sorprese per i poco avveduti: non di rado gli animali riescono a uscire dalle barriere e ad avventurarsi tra la folla. Per questo motivo ci assicuriamo un posto nel «loggione» e ci posizioniamo su una pedana nel mezzo del padiglione. Una posizione che ci permette di osservare che molti uomini si fanno dare i soldi per pagare dalle loro donne!

A lato: visita al mercato del bestiame a Nizwa, dove gli uomini trattano il prezzo e le donne amministrano il denaro. Sotto: il paradiso verde e fresco nella provincia meridionale di Dhofar.

Incenso al sud Il viaggio dei lettori di «Touring» conduce dopo un volo di un’ora e mezza da Muscat a Salalah nella provincia di Dhofar nel sud. Sotto spoglio e sopra verde: così si presenta il paesaggio da luglio a settembre. Durante questo periodo, queste fasce costiere vengono avvolte da spessa nebbia e pioggerella prodotte dalle diramazioni del monsone. La vegetazione nelle montagne in occasione della nostra visita in settembre sembra che stia per esplodere, domina il verde intenso; quasi come se si fosse da qualche parte nell’Altopiano svizzero… Fantastica anche la vista dalla tomba del profeta Hiob a Nabi Ayoub ad ovest di Salalah. Agli spazi interni del mausoleo possono accedere anche i non musulma-

ni. La tomba è ricoperta dalle offerte dei pellegrini: lenzuoli funebri, fiori e pagine del corano. In una piccola valle laterale sulla costa i protagonisti prediletti degli scatti fotografici sono gli arbusti d’incenso. Dalla corteccia fuoriesce la resina appiccicosa. Dappertutto si sente il profumo della resina d’incenso, anche nel suk a Salalah specializzato in oro e appunto anche incenso. Allo stesso modo, sulla costa presso Mughsail si mostra a noi un impressionante spettacolo naturale. Qui il frangente ha scavato la roccia creando i cosiddetti «Blowholes». A dipendenza degli orari e del tipo di onde, dal terreno schizzano fontane di acqua marina con fortissimi fischi in regolare distanza tra loro. Lungo il viaggio ci fermiamo per fotografare un branco di una cinquantina di cammelli. Ma non appena estraiamo gli apparecchi fotografici, il cammelliere ci raggiunge gesticolando con le mani per impedirci di fotografare: «L’apparecchio fotografico fa fuggire l’anima dai miei cammelli!». E noi mica vogliamo fare una cosa del genere… In Oman il viaggiatore s’immerge in un mondo quasi surreale, un mondo dai mil� le profumi e dal fascino unico.

Viaggio dei lettori di «Touring»

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Programma di viaggio: 1° giorno, volo Svizzera–Muscat: trasferta in hotel. 2° giorno, Muscat: il mattino giro della città. Il pomeriggio a libera disposizione. Cocktail di benvenuto. Gita in battello facoltativa lungo la costa al calar del sole. 3° giorno, Muscat: escursione alle oasi Nahkl e Al Thowara. 4° giorno, Muscat–Wahiba Sands: il mattino viaggio verso la città di Sur. Visita al cantiere navale. Il pomeriggio viaggio verso l’accampamento nel deserto di Wahiba.

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5° giorno, Wahiba Sands–Nizwa: il mattino visita di una fattoria di cammelli. Viaggio attraverso il Salalah 200 km paesaggio montano sino a Wadi Bani Khalid. Si prosegue sino a Nizwa passando da Jabrin e dall’oasi di Bahla. 6° giorno, Nizwa–Jebel Shams: visita del tradizionale mercato del bestiame. In seguito viaggio alla «montagna del sole» Jebel Shams, passando dai villaggi di montagna Misfah e Al Hamra. 7° giorno, Jebel Shams–Muscat–Salalah: viaggio attraverso le gole selvagge sino a Wadi Bani Awf e poi passando da Bilat Sayt per raggiungere l’aeroporto di Muscat. Verso sera volo a Salalah. Trasferta in hotel. 8° giorno, Salalah: il mattino visita dei dintorni di Salalah. Il pomeriggio gita nella valle dell’incenso. Cena di commiato in albergo. 9° giorno, Salalah–Muscat–Svizzera: il mattino volo a Muscat e proseguimento verso la Svizzera. Arrivo in serata. Nota: possibilità di prolungamento con soggiorno balneare a Salalah. Per le prestazioni non comprese, le condizioni di viaggio e quelle d’annullamento si veda il programma dettagliato su www.viaggi-tcs.ch/oman Organizzazione, prenotazioni e informazioni dettagliate: Kuoni Viaggi SA, Tel. +41 (0) 44 277 42 77, www.viaggi-tcs.ch/oman


26 touring | viaggi e tempo libero n. 6 | 4 aprile 2013

Il Ticino oltre il turismo di massa Cantone turistico per eccellenza, il Ticino conserva ancora qualche luogo poco battuto dalle folle di visitatori. Esempi ne sono il Parco delle Bolle di Magadino e la Valle Malvaglia. Antonio Campagnuolo

Dove il Ticino si fa lago Unica riserva naturale tutelata a livello internazionale esistente in Ticino, le Bolle di Magadino hanno anche un’importante valenza simbolica: è qui infatti che il fiume che dà il nome al cantone si getta nel Lago Maggiore. Ultimo frammento di un paesaggio divenuto estremamente raro in tutta Europa dopo la bonifica di paludi e delta fluviali, le Bolle ospitano una vegetazione e una fauna tipiche delle zone compresse tra acqua e terraferma. È un intrico di pozze, stagni e canali, circondati da canneti, cespugli, boschi e prati lasciati allo stato selvatico. È l’ambiente preferito da centinaia di specie di uccelli migratori, che vi fanno sosta per rifocillarsi prima di intraprendere il sorvolo delle Alpi. Le Bolle di Magadino si possono visitare esclusivamente a piedi, attraverso una rete di sentieri ben delimitati, da cui è severamente vietato uscire. E pur trovandosi a poca distanza dalla strada che convoglia a Locarno e Ascona migliaia di turisti, qui regna la pace assoluta, rotta solo dai richiami degli uccelli.

Bolle di Magadino: ultimo angolo ticinese di pura natura.

foto ald, mw

Idillio e misteri di una valle selvaggia A dieci minuti dall’autostrada A�, uscendo a Biasca in direzione del Lucomagno, ci s’immette in uno dei rari spazi ticinesi ancora intatti, la Valle Malvaglia. Un vero gioiello naturale, paesaggistico ed architettonico, al punto da essere inserito nell’Inventario dei paesaggi e dei monumenti naturali d’importanza svizzera. La Malvaglia, una laterale della Val di Blenio, è infatti ancora pressoché selvaggia. I suoi cinque villaggi rurali, chiamati «Ville», posti tra i ���� e i ���� m di quota e disabitati d’inverno, sono tra i più caratteristici di tutto il Ticino e conservano edifici di legno an-

Da sapere Canton Ticino Il Ticino conta ca. 330 000 abitanti su un territorio di 2812 km2. La capitale è Bellinzona. Alloggi Punto di partenza ideale per visitare tutto il Ticino è l’Hotel del TCS Bellavista di Vira Gambarogno. Situato a due passi da Magadino, l’hotel organizza visite guidate alle Bolle; tel. 091 795 11 15 o www.hotelbellavista.ch. A Malvaglia si segnala il Bed &Breakfast Il Calicanto, con sei camere arredate con gusto sopraffino; tel. 091 220 21 28 o www.ilcalicanto.ch. A tavola Il ristorante dell’Hotel Bellavista è segnalato dalla guida Michelin; si mangia in terrazzo o nel salone con incantevole vista

sul Lago Maggiore. Nel paese di Ludiano, di fronte a Malvaglia, c’è ancora un «vero» grotto ticinese scavato nella roccia, il Grotto Sprüch. Piatti tipici e ambiente rustico; www.grottospruch.ch. Vini La bassa Valle Malvaglia e i dintorni sono anche una reputata zona vinicola. Si segnala Stefano Bollani, piccolo produttore che con l’uva migliore fa 2000 bottiglie di Merlot etichettato «Impronta». Vendita diretta e degustazioni su appuntamento; tel. 091 870 11 34. Informazioni Fondazione Bolle di Magadino: 6573 Magadino, tel. 091 795 31 15, www.bolledimagadino.com. Val Malvaglia: Blenio Turismo, 6718 Olivone, tel. 091 872 14 87, www.blenio.com.

tichi di oltre ��� anni. Più in alto ancora si trovano pascoli di idilliaca bellezza, dove ci si scorda in un battibaleno la vita frenetica dei nostri giorni. Altra singolarità della Val Malvaglia sono le misteriose «case dei pagani», antichissime costruzioni di pietra (alcune risalgono addirittura al II secolo d.C.) che sorgono in luoghi inaccessibili e sono perfettamente mimetizzate con le rocce circostanti. Per scorgerle ci vogliono occhi davvero aguzzi. Varie le leggende che avvolgono queste costruzioni, di cui ancora non si conosce lo scopo né chi le abitasse.

Con la sua posizione stupenda sul Lago Maggiore, l’Hotel Bellavista del TCS è ideale per partire alla scoperta del Ticino.


viaggi e tempo libero | touring 27 n. 6 | 4 aprile 2013

La capitale non è avara di angoli accoglienti evasioni Christian Bützberger

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utti prima o poi hanno un primo incontro con la capitale federale. Il mio risale a decenni fa e, precisamente, fu con la Fossa degli orsi. Più tardi, da adolescente feci un giro a Palazzo federale, con la sua vista unica sulle Alpi bernesi e sull’Aare. Questo fiume che d’estate invita a rilassanti nuotate dal campeggio di Eichholz alla piscina di Marzili. Dove oltretutto l’ingresso è libero. Quaggiù, nel quartiere della Matte, si trova anche il ristorante «Schwellenmätteli», situato proprio sulla corrente dell’Aare, dove si può comodamente «tirare il fiato». Chi alla fine rifugge la breve, ma ripida salita, monta sul più affascinante mezzo di trasporto bernese: la funicolare di Marzili. La sua lunghezza è di soli 110,73 metri, il dislivello di 32,15 metri. Dal 1885 le partenze avvengono tra i due e i cinque minuti, a dipendenza dell’affluenza. Il biglietto per la corsa semplice costa 1.20 fr. L’alternativa un po’ più audace alla funicolare di Marzili è l’ascensore della Matte, in funzione dal 1897 e chiamato popolarmente anche «tram del pizzo». Esso solleva gli ospiti in un attimo dalla Badgasse alla piattaforma della cattedrale. Chi vuole andare ancora più in alto, sale sul campanile più alto della Svizzera. I 334 gradini per salire sulla torre della cattedrale valgono la pena già soltanto per la vista. Come quella sul Rosengarten, un altro pezzo di Berna che vale una visita.

Il TCS presente agli slowUp Con lo slowUp del Ticino, tra Locarno e Bellinzona, comincia il 21 aprile la stagione della mobilità lenta. Le 18 regioni che invitano a partecipare a una giornata ricca di eventi gratuiti sulle due ruote, costituiscono un esempio della molteplicità della Svizzera – www.slowUp.ch. Un’occasione unica di vivere strade libere dal traffico motorizzato, dunque per godersi senza impedimenti città, campagne, laghi, valli, corsi d’acqua, colline o addirittura il Passo dell’Albula. In questa edizione ci sarà la novità dello slowUp Brugg Regio. In quanto sponsor nazionale, il TCS partecipa a dieci eventi slowUp e contribuisce attivamente all’educazione stradale e alla sicurezza. Allo stand TCS

si possono acquistare articoli per le bici e si potrà giocare, divertirsi e vincere utili premi. Inoltre, lungo il percorso ci saranno i pattugliatori in bici del club, che offriranno un energico sostegno. SlowUp con stand TCS: 21 aprile: Ticino; 28 aprile: Lago di Morat; 26 maggio: Soletta; 2 giugno: Vallese; 9 giugno: Sciaffusa-Hegau; 7 luglio: valle di Joux; 4 agosto: Fêtes de Genève; 18 agosto: Lago di Sempach; 8 settembre: Emmental-Oberaargau; 15 settembre: BasileaDreiland. sch/tg

Inverno prolungato nelle Alpi vallesane

Gli irlandesi aspettano anche gli svizzeri

Le località turistiche di Leysin, Les Mosses e La Lécherette propongono sino al 14 aprile offerte attrattive. Nove hotel partner offrono prezzi identici per pernottamento con mezza pensione incluso skipass per la regione con 100 km di piste – www.leysin.ch. A Les Diablerets si può prolungare l’inverno sino al 14 aprile con il Final Countdown Festival. Chi vuole rimanere più di un giorno riceve due pernottamenti incluse due giornaliere a partire da 196 fr. Informazioni su: www.diablerets.ch. E nel comprensorio sciistico Glacier 3000 la stagione di sci e snowboard viene prolungata sino al 5 maggio, incluse delle piste perfette – www.glacier3000.ch.

«Aiutati che il ciel t’aiuta»: è un antico proverbio seguito anche dal Ministero del turismo irlandese. Per far riprendere l’economia, si è posto l’obiettivo di portare sull’isola verde 325 000 turisti in più provenienti da tutto il mondo. Quest’anno i fan dell’Irlanda e gli irlandesi espatriati sono dunque invitati a visitare la verde Irlanda. E un po’ dappertutto nel Paese vengono lanciate iniziative per rendere questo soggiorno il più possibile indimenticabile. Al sito Internet www.thegatheringireland.com si trovano già oltre 2600 festival e meeting. A questo punto tocca anche a noi viaggiatori svizzeri non deludere i simpatici irlandesi.

Avete fame, sete o forse una gomma sgonfia? In dieci dei 18 slowUp il TCS è presente con un suo stand.

Info Touring Ulteriori informazioni sul sito Internet: www.bici.tcs.ch

Louis Zutter, Bremgarten

www.bern.com, www.marzilibahn.ch

Da provare: la funicolare di Marzili.


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club e soci | touring 29 n. 6 | 4 aprile 2013

I consigli del TCS | La primavera è la stagione delle grandi pulizie anche per l’automobile. Gli specialisti del TCS consigliano una serie di accorgimenti per una manutenzione ideale del proprio veicolo.

Pulizie primaverili anche per l’auto

Pulizia interna Gli specialisti del TCS raccomandano di pulire a fondo anche l’abitacolo del veicolo. La pulizia interna comporta anche quella dei tappetini. Bisogna toglierli e sbatterli per bene, controllando che sotto non vi siano tracce di umidità o addirittura acqua stagnante. Per togliere eventuali capelli o peli di animali domestici dai sedili in stoffa, meglio utilizzare un

guanto di gomma, strofinando le superfici nella direzione delle fibre del tessuto. Passare, infine, l’aspirapolvere, senza dimenticare il portabagagli e i vani portaoggetti. Il cruscotto, la plancia, i rivestimenti delle portiere e gli elementi di plastica vanno puliti con uno strofinaccio antipolvere o con un prodotto adatto. Inoltre, per una visibilità ottimale vanno puliti a fondo tutti i vetri dall’interno, strofinandoli con un panno impregnato con un apposito liquido detergente.

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Cambio dei pneumatici Con il miglioramento delle condizioni climatiche, molti automobilisti sono tentati dal sostituire al più presto le gomme invernali con quelle estive. Ma attenzione: il mese di aprile è noto per essere «pazzerello», tanto che l’inverno potrebbe far nuovamente capolino, soprattutto in altitudine. Dunque, specialmente per chi abita nelle Prealpi e in montagna, il TCS consiglia di aspettare maggio per sostituire i pneumatici. Un particolare da non trascurare: se il profilo è inferiore ai

Si ricordi sempre che un veicolo mantenuto in buono stato conserva più a lungo il suo valore. Di conseguenza, per la massima sicurezza e tranquillità, si consiglia di sottoporre l’auto a un controllo primaverile in uno dei 18 centri tecnici del TCS o presso il proprio garage di fiducia. Si chieda allo specialista di verificare i seguenti elementi: � livelli dell’olio motore e dei freni � liquido lavavetri � carica della batteria � funzionamento di frecce e fari anteriori e posteriori � controllo dei freni e degli ammortizzatori.

La prima cosa da fare per preparare l’auto alla bella stagione è di rimuovere lo sporco e i residui di sale accumulati durante l’inverno.

4 mm, le gomme invernali non servono più per la prossima stagione fredda. Ed è anche rischioso «finirle» durante l’estate, perché i pneumatici invernali sono concepiti unicamente per le basse temperature. Vari test del TCS hanno dimostrato che, con il caldo, le distanze di frenata sono notevolmente più lunghe con le gomme invernali. ac

foto PantherMedia, mw

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uando la primavera ha scacciato definitivamente i rigurgiti dell’inverno, è giunto il momento di preparare l’automobile per la bella stagione. La «cura di ringiovanimento» inizia ovviamente nell’autolavaggio. Infatti, per cominciare è fondamentale rimuovere dalla carrozzeria i residui di sale ed altre incrostazioni accumulatesi durante l’inverno. Per far ciò, è sufficiente recarsi in un lavaggio automatico a spazzole o equipaggiato di pistola manuale a pressione. Una volta pulita a fondo, la carrozzeria potrebbe rivelare piccoli danni che val la pena di far riparare da uno specialista di fiducia.

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club e soci | touring 31 n. 6 | 4 aprile 2013

Tutto sulla carrozzeria in una brochure del TCS

Parità per strada e ferrovia

La carrozzeria di un’automobile è fondamentale per la prima impressione. Essa decide, infatti, se l’auto piace oppure no. Ma a parte l’aspetto estetico, la carrozzeria possiede proprietà alle quali solo pochi pensano: protezione in caso di collisione, resistenza alla torsione e alla corrosione ecc. Il TCS pubblica l’info-guida «Tutto sulla carrozzeria» nella quale si spiega come svolgere la manutenzione per conservare la carrozzeria sempre in condizioni ideali. La brochure (gratis per i soci TCS) si può richiedere via Internet su www.tcs.ch (Auto&Mobilità > Pubblicazioni).

Quando all’inizio del XX secolo nacque, l’automobile si propose come un nuovo concorrente di quello che fino ad allora era il principale mezzo della mobilità, il treno. Ciò ebbe come conseguenza che ovunque in Europa le linee ferroviarie venissero ridotte, ad eccezione della Svizzera! Qui infrastrutture ferroviarie e stradali furono ulteriormente sviluppate in modo quasi parallelo e negli ultimi decenni – sulla scia di una cosiddetta «onda verde» – si è delineata una chiara preferenza per la rotaia. Oggi l’infrastruttura dei trasporti nel suo insieme ha raggiunto i propri limiti di capacità. Questa situazione si aggraverà ancora a causa della crescita demografica e di una generale maggiore esigenza di mobilità. Questa emergenza deve essere affrontata a vari livelli, in particolare va realizzata una vera complementarietà tra modi di trasporto. Nel frattempo in Parlamento si sta preparando il cosiddetto progetto FAIF (Finanziamento e ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria), tramite il quale si dovrebbero regolamentare a lungo termine la costruzione, l’ampliamento, la manutenzione e la gestione della ferrovia. Se questo sarà fatto con buon senso – chiedendosi di cosa abbiamo veramente bisogno, fino a quando e come può essere equamente finanziato – allora in linea di principio non ci sono

Rinnovato il sito web di Viaggi & Camping Dopo accurato lavoro, le pagine online di TCS Viaggi e TCS Camping sono state completamente rielaborate e riorganizzate, ed ora si presentano in veste accattivante e di facile consultazione. Su www.viaggitcs.ch si trovano 450 pagine interne, contenenti proposte di viaggio e di campeggio, oltre a innumerevoli informazioni per viaggiare sicuri in tutto il mondo. Video, foto e una nuova funzione di ricerca consentono una visione completa sulle molteplici offerte per il tempo libero esclusive per i soci TCS. Infine, una banca dati raccoglie informazioni pratiche su oltre 200 destinazioni.

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il punto

Club servizi

obiezioni. È, però, importante ed essenziale che lo stesso trattamento sia riservato anche alla strada. In questo senso il Touring Club Svizzero sostiene la realizzazione di un fondo per l’infrastruttura stradale, che regoli in modo analogo il finanziamento e la pianificazione di costruzioni, ampliamenti, manutenzione e gestione della strada. È indispensabile, e giusto, ancorare a livello costituzionale un fondo stradale del genere come si è fatto con il fondo per la ferrovia. Solo così si garantisce che l’automobilista riceva un controvalore per le tariffe che paga e sia possibile una pianificazione a lungo termine, oltre alla realizzazione urgente degli adeguamenti necessari all’infrastruttura stradale. Due fondi con lo stesso diritto avranno finalmente come conseguenza anche una separazione dei flussi finanziari e con ciò porteranno trasparenza nel finanziamento dei trasporti. Senza «regole del gioco» così chiare, il TCS non sosterrà più alcun ulteriore onere che vada a gravare sul traffico stradale. La Svizzera ha bisogno di strade e rotaie e non deve essere possibile che un modo di trasporto venga messo in opposizione all’altro. C’è bisogno di una consolidata visione comune e si debbono garantire soluzioni analoghe per entrambi i modi di trasporto. Strada e ferrovia devono poter affrontare assieme le sfide, ma con flussi finanziari chiari e definiti e in situazione di perfetta parità!

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touring

quiz & concorsi 6/2013 Tre quiz e altrettante possibilità di vincere premi attraenti! Valore: CHF 450.–

Data limite di partecipazione per ogni gioco: 14 aprile 2013. Quiz 1: gioco per i lettori Vi sono diversi fattori che influenzano il rischio di incidenti sulle strade. Su quale pagina si trova il relativo articolo? Inviate un SMS che inizia con tmi601 xx (x = numero della pagina) al numero 543. Oppure partecipate su www.touring.ch o su cartolina postale a: TCS, Verlag Touring, Maulbeerstrasse 10, casella postale, 3024 Berna. Concorso 4/2013: la Seat Leon è stata vinta da Stéphane Bourrecoud di Romanel-sur-Lausanne.

Quiz 2: sudoku facile

Quiz 1:

Nikon Coolpix S9500 – Compatta e ricca di funzioni ad alte prestazioni

Risolvete il sudoku per trovare le tre cifre nelle caselle colorate di rosso. Inviate un SMS che inizia con tmi602 e le tre cifre al numero 543.

La macchina fotografica Coolpix S9500 di Nikon con 18,1 megapixel si distingue per la sua tecnologia ultramoderna. L’obiettivo da 25-550 mm e l’eccellente zoom ottico 22x permettono di scattare fotografie di buona qualità praticamente da ogni distanza. Il sensore CMOS retroilluminato consente immagini perfettamente nitide in presenza di varie condizioni di illuminazione sullo schermo lungo 7,5 cm (3 pollici) OLED. La funzione integrata Wi-Fi offre la possibilità di condividere i vostri migliori scatti. Inoltre, la fotocamera dispone di GPS per il Geotagging. Partecipate al nostro concorso e con un po’ di fortuna vincete questa Nikon Coolpix S9500 con astuccio e scheda di memoria del valore di 450 CHF.

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Il super smartphone Motorola Razr HD

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Quiz 3: sudoku medio Risolvete il sudoku per trovare le tre cifre nelle caselle colorate di verde. Inviate un SMS che inizia con tmi603 e le tre cifre al numero 543.

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Ogni SMS costa CHF 1.50. La partecipazione ai quiz del concorso è possibile pure tramite cartolina postale a: TCS, Verlag Touring, Maulbeerstrasse 10, casella postale, 3024 Berna.

Tutte le lettrici e tutti i lettori di «Touring» della Svizzera e del Liechtenstein possono partecipare ai concorsi, ad eccezione dei collaboratori del TCS e dei loro famigliari. I vincitori di «quiz & concorsi» saranno estratti a sorte e avvisati. I premi non possono essere sostituiti da una somma di denaro equivalente. Non viene tenuta alcuna corrispondenza. Non sarà possibile ricorrere alle vie legali.


la pagina dei lettori | touring 33 n. 6 | 4 aprile 2013

LA DOMANDA

«Su una corsia di sorpasso larga solo 2 metri lungo un cantiere autostradale posso superare con la mia SUV di larghezza quasi uguale senza essere multato?» Timo Weber

Avete una domanda per un esperto del TCS? Inviatela per posta a: TCS, Redazione «Touring», Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna o per e-mail a touring@tcs.ch.

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er gli abitudinari del volante le continue deviazioni di corsia non costituiscono un problema, ma per molti altri utenti della strada un cantiere con la carreggiata ristretta diventa un fattore di rischio. A ciò si aggiunge l’incertezza quando è segnalata la larghezza massima di due metri della corsia di sorpasso: per «due metri» s’intende la larghezza della carrozzeria oppure quella effettiva del veicolo compresi gli specchietti retrovisori esterni? In linea di massima, con il segnale di «larghezza massima» non viene indicata la larghezza reale di una corsia, bensì la larghezza massima dei veicoli che vi possono circolare. La corsia in sé ha ancora un piccolo margine di sicurezza. Come viene misurata la larghezza del veicolo è descritto nell’Ordinanza concernente le esigenze tecniche per i veicoli stradali (OETV, art. 38). E così, la larghez-

za è misurata sulle parti fisse più esterne del veicolo. Esclusi, però, gli specchietti esterni. Dunque, chi possiede un’autovettura che senza retrovisori è larga meno di due metri, può circolare senza problemi su una corsia di sorpasso limitata a due metri di larghezza. Soltanto sulle grandi SUV bisogna fare attenzione. La maggioranza dei modelli, come una BMW X5 (1933 mm), ci sta ancora, ma per i modelli più grossi come la Chevrolet Tahoe (2007 mm) la corsia ristretta è invece tabù. Chi prima di un cantiere non sa quanto è largo il proprio veicolo oppure non ha il coraggio di superare un camion a causa della stretta corsia, dovrebbe circolare sulla corsia di destra che è un po’ più larga. La perdita di tempo non è rilevante. Inoltre, il traffico resta fluido, ci si risparmia un sacco di nervi e si migliora perciò la sicurezza.

l’esperto TCS Bernhard Schwab Consulenza mobilità

Multa per croissant

Con i 16enni sarebbero troppi i candidati

«Touring» 4/2013

Recentemente una conducente è stata multata perché, mentre era al volante, mangiava un croissant. Perché allora mentre si guida si può ancora fumare? Non si ritiene pericoloso il fumo che distrae e in più riduce l’ossigeno nell’abitacolo? Doris Zwald (@) Fotolia

Già le odierne 140 826 iscrizioni per gli esami teorici di guida sono spaventose, figuriamoci allora cosa succederebbe se potessero circolare anche i sedicenni. Non penso che si raggiunga un bilanciamento tra iscrizioni e disdette. Werner Kölliker (@)

Distrazioni da punire La gente telefona in tutte le possibili e impossibili situazioni! Sono contento che questo malcostume ora venga perseguito. Ruedi Schauenberg (@)

Guidare telefonando Noto che molti automobilisti circolano con il telefonino incollato all’orecchio. È particolarmente spaventoso il fatto che i conducenti di camion fanno manovra nella rotonda tenendo con una mano il telefonino e con l’altra il volante. Ho l’impressione che di anno in anno aumentano gli automobilisti che telefonano e che dunque guidano con una sola mano nel traffico intenso e sulle strade piene di curve. Fredi Rüegg (@)

Distratti dal telefonino A troppi automobilisti capita di rallentare improvvisamente, di uscire dalla linea di demarcazione o di non vedere la segnaletica, come ad esempio il limite dei 50 km/h. Quasi sempre è perché sono al telefono o guardano dove è appoggiato l’apparecchio o sono immersi in

La proposta di abbassare a 16 anni l’età per accedere al volante fa discutere.

Quando ho sentito dell’aumento del prezzo del contrassegno autostradale, mi si sono rizzati i capelli. In linea di principio non ho nulla contro un aumento, che sarebbe già dovuto avvenire anni fa, ma esso deve essere introdotto gradualmente. Non con un balzo di questa entità. E il prezzo di 80 franchi sarebbe bastato. Hans Rüesch (@)

una conversazione al vivavoce. Quando si telefona, poco importa se lo si fa con il telefonino all’orecchio o con il sistema del vivavoce. In entrambi i casi, si perde l’attenzione che la guida richiede. Fritz Erdt (@)

C’è 18enne e 18enne… I 18 anni, per me, è già un’età piuttosto giovane. C’è chi è maturo prima e chi lo è dopo, in questa giovane età il grado di maturità è molto variabile. E non tutto deve cominciare sempre il più presto possibile! M. Surbeck (@)

La vignetta fa rizzare i capelli «Touring» 5/2013

touring Scriveteci!

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touring impressum Giornale del Touring Club Svizzero (TCS). Redazione: Felix Maurhofer (fm, caporedattore); vice caporedattore: Heinz W. Müller (hwm); vice caporedattore: Marc-Olivier Herren (MOH); Christian Bützberger (Bü), Antonio Campagnuolo (ac), Jacques-Olivier Pidoux (jop), Nadia Rambaldi (nr), Peter Widmer (wi). Grafica: Andreas Waber (caposervizio), Stephan Kneubühl, Mathias Wyssenbach. Assistenti di redazione: Michela Ferrari (i), Sylvie Fallot (f), Karin Graniello (t), Irene Mikovcic-Christen (assistente caporedattore). Corrispondenza: Redazione Touring, Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna, tel. 058 827 35 00, fax 058 827 50 25. E-mail: touring@tcs.ch. Editore: Touring Club Svizzero, cp 820, 1214 Vernier (GE). Tiratura: edizione italiana: 83 141, totale: 1 325 035. Editoria/marketing: Reto Kammermann (responsabile), Nadia Arboit. Pubblicità: Publicitas Publimag SA, Seilerstrasse 8, 3011 Berna, tel. 031 387 21 16, fax 031 387 21 00. Produzione: St. Galler Tagblatt SA, CIE Centre d’impression Edipresse Lausanne S.A. Cambiamenti d’indirizzo: indicando il numero di socio, alla Sede centrale del TCS, cp 820, 1214 Vernier; tel. 0844 888 111; e-mail: service@tcs.ch. Abbonamento: compreso nella quota sociale annua. «Touring» è pubblicato 20 volte l’anno. Si declina ogni responsabilità per manoscritti e altri lavori non richiesti.


34 touring | l’incontro n. 6 | 4 aprile 2013

L’originale tatuatore di oggetti della mobilità In Svizzera ce ne sono solamente una decina che praticano la difficile arte del «pinstriping», il «tatuaggio» su auto, moto e caschi. Vincent Saudan è uno di loro. Adepto del pinstriping, il friburghese Vincent Saudan, 28 anni, cova anche una passione smodata per la cultura americana degli anni Cinquanta.

Quali materiali utilizza? Una vernice americana detta «One Shot» e un pennello speciale che permette di disegnare linee nette e ben eseguite, senza aver bisogno di ricaricare troppo spesso. Perché quando si lavora a mano libera su una carrozzeria, su una moto o su un casco, non si ha diritto all’errore. Dunque bisogna raggiungere la perfezione al primo colpo? In pratica è così. Proprio all’inizio dell’opera è ancora possibile rettificare dei dettagli con il solvente «white spirit», ma se si commette un errore nelle fasi finali, allora si è costretti a cancellare tutto. Qual è la sua opera più bella? Il quadro che ho pitturato su una Chevrolet del ����. Ho cominciato con qualche schizzo sotto il parabrezza poi, visto che piaceva al proprietario, mi ha chiesto di dipingerla tutta. Quali sono le aspettative dei suoi clienti? Cercano innanzitutto di fare risaltare un elemento del loro veicolo e di sottolinearne le curve. Per questo motivo procedo generalmente a piccoli ritocchi sul cofano, attorno alle maniglie e sopra la targa.

«Quando si tatua una carrozzeria è fondamentale non fare errori» I clienti le richiedono un motivo preciso oppure lasciano libero corso alla sua immaginazione? Le persone che conoscono male il pinstriping vengono con un’idea ben radicata. Per contro, gli intenditori mi danno carta bianca. Cerco di convincerli a non pormi troppe restrizioni, perché lo scopo è di avere una figura unica. Quali sono i suoi clienti più fedeli? Incontestabilmente i motociclisti. Non conto più quanti caschi e motociclette ho «tatuato».

Jacques-Olivier Pidoux

Come ha debuttato nel pinstriping? Vincent Saudan: Ho scoperto questa pratica nei raduni di macchine americane. Poi ho guardato alcuni video su Internet che mostrano i grandi maestri del genere. Dopo qualche prova ero già pronto a lasciar perdere, perché le mie realizzazioni non erano affatto soddisfacenti. Ma a forza di allenarmi, sono riuscito a sviluppare il mio stile personale ispirandomi alla tendenza «Old School». Oggi mi reco circa una volta al mese ai raduni di automobili, dove propongo i miei servizi a quelli che vogliono abbellire il loro veicolo.

Dato che Lei adora le belle macchine, perché ha scelto la professione di ebanista e non quella di meccanico? Questa passione mi è venuta tardi, all’età di vent’anni, vedendo un vecchio pullmino Volkswagen in un garage. Allora mi sono lanciato da solo nella riparazione e nella trasformazione di questo veicolo. Nel frattempo, ho comperato altri sei VW degli anni Sessanta e Settanta, coi quali mi diletto con alcuni amici anche loro appassionati di pinstriping. Intervista: Jacques-Olivier Pidoux


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