Touring 13 / 2013 italiano

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2 agosto 2013 www.touring.ch GAA 1214 Vernier

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2013

Il giornale della mobilità

Mobilità collaborativa

Quando l’auto è di tutti 6

Lavori di volontariato

In vacanza per opere buone 24 Rimpatri sanitari

Tornare a casa grazie al TCS 32 36

Quiz & concorsi: vincete un soggiorno in coppia in Engadina

14 Inabilità alla guida La vicenda di un anziano a cui è stata ritirata la patente

16 Rincaro della «vignetta» La storia del celebre bollino autostradale svizzero

18 Test Subaru Forester Una vettura adatta ad ogni tipo di terreno e utilizzo



editoriale e sommario | touring

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n. 13 | 2 agosto 2013

La mobilità condivisa è una vera alternativa

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a maggior parte della gente, che oggi vuole andare dal punto A al punto B, si mette in auto, in treno, sulla moto o sulla bici oppure va a piedi. Ora però, soprattutto nelle città e negli agglomerati, si delineano nuove forme di mobilità, tra cui quella condivisa, anche detta con un nuovo termine «mobilità collaborativa». Una di queste forme, quella di Mobility, è già sul mercato con successo da parecchi anni. In 1380 luoghi di stazionamento di 500 località della Svizzera, i 105 000 clienti di Mobility possono prendere a prestito senza complicazioni una delle 2650 auto disponibili. Il servizio di Mobility combina perlopiù i trasporti pubblici (TP) con l’automobile. Oltre alla classica condivisione dell’auto, nel frat-

touring

13 2013

attualità �

club e soci

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Invenzione ticinese per migliorare la sicurezza sui passaggi pedonali. Anziani: se un problema di salute porta al ritiro della patente. Il contrassegno autostradale fu introdotto nel 1985. Campagna nazionale per maggior sicurezza sui cantieri stradali.

test e tecnica �� �� ��

DOSSIER

Mobilità collaborativa

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Cinque modelli per la mobilità condivisa in automobile. Intervista ad Alain Brügger per sapere cosa è la mobilità collaborativa. Il consulente: questioni assicurative per il car sharing. Il concetto si applica anche al mondo delle due ruote: il bike sharing.

Foto di copertina: Fabian Unternährer

Christian Bonzon

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viaggi e tempo libero ��

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Test della Subaru Forester: spaziosa e ideale per la campagna. Netto calo delle emissioni di CO2. Controllare l’olio del motore.

Prove e novità �� Range Rover 4.4 SDV8. �� Nissan Note.

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Una miscellanea di notizie dal mondo della mobilità.

società e mobilità ��

tempo sono nate altre forme di mobilità collaborativa, dalla bici condivisa ai tragitti di gruppo in auto. Sebbene anche in futuro la mobilità individuale e i TP reciteranno un grande ruolo, la mobilità collaborativa crescerà d’importanza. Già oggi esistono soluzioni intelligenti, assolutamente di buon senso. In definitiva si tratta di una questione di disponibilità, comodità ed economicità. Allora ammettiamolo: quando abbiamo realmente bisogno di un veicolo di proprietà e con quale frequenza lo utilizziamo per spostarci? Tuttavia, fa sempre piacere sapere di poter andare ovunque e quando si vuole senza dover completare pratiche burocratiche e amministrative. Felix Maurhofer, caporedattore

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Ferie e volontariato: collaborare a progetti di utilità pubblica nel mondo intero. Riscoprire le tradizioni svizzere come la lotta e la transumanza. Gli alberghi di lusso elvetici fanno gola ai ricchi investitori stranieri.

�� �� �� ��

Ritratto del direttore del Campeggio TCS di Gampelen. Al seguito di un rimpatrio sanitario sul jet di TCS Ambulance. Intervista al presidente nazionale del TCS sul servizio di salvataggio avviato nel Canton Argovia. prezzi e contatti TCS quiz & concorsi la pagina dei lettori, impressum l’incontro: Simon Billeter, nuovo leader della Patrouille Suisse.


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Locarno è ora anche una destinazione wellness

SONDAGGIO ONLINE

Avete paura a transitare in una lunga galleria?

Con il grandioso complesso termale annesso alla struttura del Lido, Locarno può ora offrire un’offerta wellness tra le più spettacolari della Svizzera. Inaugurato all’inizio di luglio su una superficie complessiva di circa ���� m� ripartita su tre piani, il nuovo stabilimento Termali Salini & Spa lambisce il Lago Maggiore, con una grande vasca di acqua termale calda direttamente sulla riva. Unica è anche l’architettura interna che, con anfratti, grotte e cascate, riproduce le caratteristiche più marcanti delle valli ticinesi. D’altronde, per conferire la massima originalità ai diversi ambienti, l’architetto Franco Moro ha utilizzato soltanto materiali indigeni, in particolare

17%

29%

54%

� Sì � A volte � Mai

vari legni e graniti ticinesi. In questo progetto, che completa la proposta turistica locarnese, ha creduto fortemente la società immobiliare zurighese PSP Swiss Property, che vi ha investito ben �� milioni di franchi dei circa �� totali. La gestione è affidata agli specialisti del gruppo Aqua-Spa-Resorts di Schafisheim, già gestore di varie terme in Svizzera. Una novità che farà sicuramente felici migliaia di proprietari di case di vacanza svizzero tedeschi, spronati da questa nuova offerta all’insegna del benessere a tornare a Locarno anche durante i mesi invernali. Prezzi, trattamenti e orari d’apertura: www.lidospa-locarno.ch. ac

Aperti 365 giorni all’anno: i nuovi bagni Termali Salini & Spa del Lido di Locarno offrono un panorama spettacolare sul Lago Maggiore.

La nuova domanda: Indossate il casco quando andate in bicicletta? La vostra opinione ci interessa! Partecipate ai nostri sondaggi online pubblicati regolarmente sul sito web www.touring.ch

WWW.TOURING.CH

Voli senza gravità per giovani scienziati L’Agenzia spaziale europea ha messo un Airbus A300 a disposizione di un gruppo di giovani ricercatori del Politecnico federale di Losanna. Devono condurre esperimenti in assenza di gravità durante voli parabolici.

Quasi la metà dei ciclisti indossa il casco Il ��� dei ciclisti indossa volontariamente un casco. Lo indica il sondaggio ���� dell’Ufficio prevenzione infortuni (upi). Il risultato è confortante, dato che nel ���� la quota dei portatori di casco si attestava al ���. Soprattutto nella fascia di età dai �� ai �� anni e a partire dai �� anni, i ciclisti hanno dimostrato di apprezzare il casco come protezione. Per contro, tra i bambini sino a �� anni la quo-

Il museo dell’aviazione di Payerne ha 10 anni Al museo «Clin d’Aile» di Payerne si possono ammirare gli aerei che hanno fatto la storia dell’aviazione militare elvetica. E ci si può esercitare al simulatore di volo, mentre sulla vicina pista decollano gli F/A 18.

Potete scaricare sul vostro iPad questa edizione di «Touring». La versione per il tablet è arricchita da elementi multimediali quali video, gallerie di immagini oppure collegamenti a Internet.

foto ald, PantherMedia, TCS

«Touring» su iPad

46% Questa la percentuale dei ciclisti che indossa il casco di propria iniziativa.

ta è calata al ��� (����: ���). Per quanto riguarda le veloci e-bike, la quota è già dell’��� dopo solo un anno dall’introduzione dell’obbligo per legge. Ma soltanto se il casco è correttamente indossato protegge da gravi ferite alla testa. La posizione giusta: due dita sopra la radice del naso, cinghia ben tese, lasciare uno spazio di un dito al massimo tra mento e cinghia. tg


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Telecamera ripulita da un sistema automatico

Corsa storica Quasi 4000 spettatori entusiasti hanno assistito, gli scorsi 6 e 7 luglio, alla prima «Lignières Historique». L’evento ha radunato una novantina tra auto e moto d’epoca sportive sullo storico circuito neocastellano appartenente al TCS, un tempo teatro di importanti gare motoristiche.

Bolidi d’epoca di nuovo in gara sui tornanti del Klausen Dal �� al �� settembre avrà luogo l’��a Corsa Internazionale del Klausen. Già dal ���� al ����, i migliori piloti del mondo si davano appuntamento per affrontare la tratta di ��,� km che da Linthal sale sino in cima al passo che divide i cantoni di Glarona e Uri. In ricordo della storica gara è stato creato il «Klausenrennen Memorial». Sinora si è tenuto negli anni ����, ����, ���� e ����. E adesso è di nuovo giunto il momento: dopo la registrazione dei veicoli e l’inaugurazione ufficiale della Corsa del Klausen ����, venerdì �� set-

tembre sulla piazza della Landsgemeinde a Glarona, i ��� piloti annunciati spostano i loro veicoli a Linthal dove si trova l’alloggio dei piloti. Sabato, dopo i giri di prova durante il mattino, alle ��.�� ha luogo la prima gara da Linthal sino in cima al Passo del Klausen. Domenica alle ��.�� segue la seconda gara e alle ��.�� vengono annunciati i vincitori al Linthpark. Tutti i veicoli sono dell’anno ���� o più antichi. Il comitato organizzativo si attende �� ��� spettatori. Informazioni: www.klausenrennen.com. tg

CheckEnergeticaAuto per risparmiare soldi e proteggere l’ambiente

150 anni fa Thomas Cook lanciava il turismo in Svizzera

Con lo slogan «Guidare risparmiando» i garagisti dell’Unione professionale svizzera dell’automobile (UPSA), sostenuta dall’Ufficio federale dell’energia (UFE), offre il CheckEnergeticaAuto: per �� franchi, l’auto viene esaminata in mezz’ora: l’elettronica del motore, i filtri dell’aria e i freni, la pressione e il profilo dei pneumatici, e tanto altro ancora. Infine il garagista spiega come si può tenere in forma il veicolo rendendolo efficiente da un punto di vista energetico. Nel quadro del progetto pilota, ���� check hanno confermato che gli automobilisti potrebbero risparmiare sino al ��� di energia all’anno, ciò che equivale sino a ��� franchi. tg

Nell’estate ���� il pioniere britannico del turismo Thomas Cook lanciò i primi viaggi «tutto compreso» attraverso la Svizzera. A piedi e a dorso di mulo, in diligenza postale, in treno e battello, all’epoca viaggiare era una vera avventura. I punti fissi del programma andavano dalla francese Chamonix al Rigi. Da Ginevra Cook partiva con nove viaggiatori verso Chamonix, poi attraverso il Passo della Forclaz il gruppo raggiungeva la Valle del Rodano. Passando da Leukerbad e il Passo del Gemmi i turisti arrivavano quindi a Interlaken e attraverso il Passo del Brünig a Lucerna. Infine, i turisti ritornavano nel Regno Unito con il treno, via Olten e Neuchâtel. Bü

La mini monovolume Nissan Note dispone di un sorprendente ventaglio di sistemi di assistenza alla guida (angolo morto, rilevamento di oggetti ecc.). Più di questa varietà, colpisce il sistema di pulizia della telecamera a grand’angolo che trasmette le informazioni ai citati sistemi. Alloggiata nel portellone, ha la facoltà di rilevare il minimo oscuramento dell’obiettivo. In caso di necessità, il dispositivo spruzza un getto d’acqua ad alta pressione per eliminare la sporcizia. A ciò fa seguito l’asciugatura tramite un getto d’aria compressa. Questo sistema è anche in grado di determinare il tipo di pulizia più indicato ed aziona, secondo il bisogno, il getto d’aria o quello d’acqua. Altamente sofisticato. E dire che la Note appartiene alla modesta categoria delle city-car… MOH

L’APP

AFFINCHÉ L’ASSUNZIONE DI FARMACI NON PROVOCHI INCIDENTI Con l’applicazione RiSK per iPhone di mymedi.ch ci si può informare in modo semplice sui possibili pericoli derivanti dall’assunzione di medicine alla guida di veicoli e alla conduzione di macchinari. S’introduce il nome del farmaco e poi si legge quali sono i rischi eventuali e gli effetti collaterali. L’App mostra anche un’attuale comparazione dei prezzi dei farmaci e la differenza di aliquota percentuale. Con il download di quest’applicazione, inoltre, viene comunicata la possibilità di devolvere �� centesimi all’Organizzazione indipendente svizzera dei pazienti, che saranno investiti a sostegno di selezionati casi gravi di bambini vittime di incidenti.

Scaricabile su App Store al prezzo di 5 franchi; versione Android in preparazione.


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touring | dossier n. 13 | 2 agosto 2013

Mobilità collaborativa | Idropulitrici, trapani, piscine gonfiabili: è diventato abituale prestare gli oggetti che si usano solo saltuariamente. Da poco tempo, questo nuovo atteggiamento si applica all’automobile. Una scossa per la mobilità.

Quando la mia auto è a disposizione di tutti Oggi, grazie a tecnologie informatiche sempre più avanzate e diffuse, accedere alla mobilità condivisa è diventato un gioco da ragazzi.

chi per un biglietto delle FFS, si riducono drasticamente i costi e si viaggia in buona compagnia, con in più l’arricchimento di un’esperienza umana.

ne, quella della mobilità collaborativa. Secondo questo nuovo modello, non c’è più bisogno di un operatore centrale – ad esempio Mobility – che gestisce la flotta di veicoli. I moderni mezzi tecnologici consentono di prestarsi a vicenda un veicolo da «persona a persona» oppure di organizzare assieme ad altri i propri spostamenti. Grazie agli smartphone, con qualche tocco sullo schermo tattile, due utenti possono concordare tra loro un appuntamento e un tragitto da percorrere assieme. Invece di viaggiare da soli in automobile o di sborsare un centinaio di fran-

Maggiore flessibilità In Germania e Francia questa formula flessibile ed ecologica possiede già numerosi adepti. Le aziende più innovative superano un traguardo supplementare offrendo la possibilità di prestare la propria auto dietro pagamento, assicurandola contro ogni danno tramite una polizza complementare. Esse integrano anche Facebook, allo scopo di conoscere il profilo del proprio passeggero o di colui a cui si presta la propria automobile. Queste condizioni quadro gettano le basi per soluzioni sempre più flessibili, che non richiedono neppure di possedere un proprio veicolo. E all’orizzonte s’intravvede già il momento in cui i posteggi rimasti vuoti degli autobus di linea troveranno chi li occupa tramite un’applicazione per smartphone. Oppure un automobilista si fermerà in diversi punti per prendere a bordo i passeggeri che gli avranno segnalato la loro posizione via GPS. Le possibilità sono quasi illimitate. Sulla pagina seguente presentiamo i modelli più diffusi in Svizzera. Essi costituiscono la mobilità collaborativa di oggi e di domani, la cui esplosiva varietà si deve ai progressi tecnici e alle reti sociali. Jacques-Olivier Pidoux

Info Touring

Fabian Unternährer

S

enza averne consapevolezza, gli svizzeri vivono da un quarto di secolo nell’era della mobilità condivisa. È, infatti, il ���� quando la cooperativa Sharecom lancia un concetto rivoluzionario di auto disponibili �� ore su �� a casa propria, da pagare in funzione della durata di utilizzo. Ribattezzata Mobility, oggi la cooperativa possiede ���� veicoli ripartiti in ���� luoghi di stazionamento e conta oltre ��� ��� clienti. Un grande successo imprenditoriale che, lungi dall’essersi completato, annuncia una seconda rivoluzio-

Maggiori informazioni sul sito dell’Accademia della mobilità all’indirizzo www.mobilityacademy.ch. Questa istituzione organizza ogni anno il «World Collaborative Mobility Congress», un grande congresso sulla mobilità collaborativa che riunisce i leader del settore, www.wocomoco.ch.


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1 Condivisione dell’auto È la forma primitiva della mobilità collaborativa: alcuni amici che lavorano nello stesso posto si raggruppano in un veicolo ed effettuano i tragitti assieme. Per una ripartizione equa dei costi, si mette a disposizione la vettura a turno oppure i passeggeri retribuiscono il conducente. Oggi, con lo sviluppo di piattaforme Internet si possono trovare dei compagni di strada fuori dalla propria cerchia di amici, ad esempio tramite il sito www.e-covoiturage.ch.

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C Condivisione d dell’auto

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C sharing Car c con flotta

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P Peer-to-Peer c car sharing

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LAVORO

Car pooling C (tragitti brevi) (t

3 Peer-to-Peer car sharing Già molto presente in Germania e Francia, questo sistema stenta ad affermarsi in Svizzera. Si tratta di prestare la propria auto dietro pagamento. A tale scopo, delle applicazioni per smartphone s’incaricano di mettere in relazione i proprietari delle auto e chi le prende a prestito, regolando le modalità pratiche e il pagamento. Le applicazioni più perfezionate stipulano automaticamente un’assicurazione incidenti allo scopo di coprire il proprietario contro ogni danno che possa sopravvenire per l’errore di chi prende a prestito il veicolo. Attraverso questo sistema, il proprietario trae una rendita finanziaria dalla propria vettura, che nella maggior parte dei casi è sottoutilizzata, e nel contempo protegge l’ambiente. In Svizzera l’operatore www.sharoo.com ha appena lanciato questo modello. 4 Car pooling, tragitti lunghi Questo modello in piena espansione permette di costituire delle comunità di trasporto. Piattaforme Internet e applicazioni per smartphone centralizzano le offerte di tragitto e le relative richieste. Automobilisti e passeggeri possono in seguito convenire un appuntamento online, accordarsi sul prezzo ed effettuare gli spostamenti assieme. Questo modo di fare è particolarmente vantaggioso per i viaggi tra agglomerazioni, molto costosi in treno. In media, si richiede una ventina di franchi per un centinaio di chilometri. In Svizzera l’operatore principale è www.mitfahrgelegenheit.ch.

OK

Car pooling C (tragitti lunghi) (t

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2 Car sharing con flotta Un operatore compra una flotta di auto e la mette a disposizione dei clienti. Si carica dei costi di acquisizione e di manutenzione della flotta, come pure del noleggio – o acquisto – dei posti di stazionamento (ciò presuppone investimenti elevati). Il miglior esempio di successo è rappresentato dalla cooperativa Mobility, che nel 2012 ha festeggiato il quarto di secolo. La ditta lucernese è riuscita a fidelizzare ca. 105 100 clienti in Svizzera. www.mobility.ch.

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Grafica: KEYSTONE, Fonte: TCS

5 Car pooling, tragitti brevi In città, sulle brevi distanze, si può andare a piedi, in bici, in bus o con Tooxme, un sistema innovativo che permette di reperire in tempo reale un passaggio tramite un’applicazione per smartphone. In concreto, una persona che deve spostarsi introduce la sua destinazione nell’App Tooxme, poi riceve una lista di conducenti che potrebbero soddisfare la sua richiesta e il prezzo della corsa. Infine, l’interessato contatta il conducente prescelto e si parte… Il pagamento si effettua elettronicamente una volta a destinazione. Il sistema è per ora attivo solo in Romandia: www.tooxme.ch.


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foto Mobility car sharing Svizzera, mw

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«Gli svizzeri sono leader dell’auto condivisa» Osservatore attento della cosiddetta «mobilità collaborativa», Alain Brügger decifra le grandi tendenze di un fenomeno sociale che rivoluziona il modo di usare i trasporti e di gestire l’automobile privata. La mobilità condivisa si è sviluppata considerevolmente nel corso degli ultimi dieci anni. Perché? Alain Brügger: Ciò è dovuto principalmente all’avvento delle tecnologie informatiche. Con qualche clic del mouse, posso prenotare una vettura Mobility (car sharing) o trovare una persona motorizzata disposta ad accompagnarmi (car pooling). Quel che un tempo aveva bisogno di lunghe procedure o di recarsi personalmente allo sportello di un’agenzia oggi si regola facilmente da casa. Anche l’arrivo degli smartphone ha recitato un ruolo? Sì, è la seconda grande rivoluzione. Ovunque io mi trovi, in strada, al bar, da amici, ho oramai sempre accesso a Internet e al GPS, ciò che mi permette di ricer-

«Con pochi clic, trovo qualcuno che mi può accompagnare» Alain Brügger è responsabile della mobilità collaborativa all’Accademia della mobilità, istituzione che gode del sostegno del TCS.

un’economia e comportamenti individuali sostenibili. È chiaro che tutto questo plasma le mentalità.

care all’istante un veicolo disponibile oppure di convenire un tragitto con una persona motorizzata. Grazie agli smartphone, la cosiddetta mobilità collaborativa è diventata molto semplice.

L’ha costatato di persona? Sì. Di recente ho assistito a delle interviste di giovani adulti tra i �� e i �� anni per necessità legate ad una ricerca. Sono rimasto colpito nel costatare che rifiutano l’automobile con forza, qualificandola come obsoleta e poco pratica.

In questo fenomeno bisogna vedere anche la crescita delle preoccupazioni ecologiste? Sì, i temi ambientali sono molto presenti nel dibattito pubblico e hanno fatto la loro apparizione anche a scuola. Durante tutta la loro carriera scolastica, gli allievi sono sensibilizzati alla necessità di avere

L’auto ha quindi perso il suo potere d’attrazione… Per i giovani abitanti delle città è un fatto chiaro. In campagna, invece, la percezione è senz’altro diversa. Ma in generale ho l’impressione che l’aura magica che una volta circondava l’automobile è scomparsa e che questa sia ormai considerata


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Grazie alla cooperativa Mobility, la Svizzera è oggi uno dei Paesi europei più avanzati in materia di condivisione dell’automobile.

alla stregua di un puro e semplice mezzo di trasporto.

In materia di mobilità collaborativa, come si presenta la situazione nel nostro Paese? Grazie alla cooperativa di car sharing Mobility, che esiste da �� anni, la Svizzera costituisce il Paese europeo più avanzato in materia di condivisione dell’auto: una persona adulta su �� è cliente di Mobility, ciò che dimostra che la cooperativa compie un buonissimo lavoro. Tuttavia, ci si può dispiacere del fatto che non esistano altri operatori sul mercato. E per quanto riguarda il car pooling? Ci si trova in una fase di sperimentazione in cui numerosi attori lanciano delle iniziative, per esempio «Tooxme» in Svizzera romanda oppure «Mitfahrgelegenheit.ch» in Svizzera tedesca. Recentemente, per meno di �� franchi, un conducente ha portato mia moglie e me da Berna a Basilea. Prendere sulla propria auto uno sconosciuto può sembrare rischioso. Come stabilire la fiducia? Quasi ogni piattaforma di mobilità collaborativa è collegata a Facebook. Si dispone, quindi, di informazioni sulla persona che sollecita un tragitto. Inoltre, una volta a destinazione, l’autista valuta il comportamento del passeggero sulla piattaforma online. Uno scocciatore si vedreb-

«È in campagna che risiede il maggior potenziale di sviluppo» be, dunque, immediatamente smascherato e mai più nessuno vorrebbe avere a che fare con lui.

Secondo lei, è tra gli abitanti delle città che risiede il maggior potenziale di sviluppo? No, perché i tragitti sono brevi e le città dispongono di buoni trasporti pubblici. Il serbatoio più importante si situa in campagna, dove la frequenza degli autobus è relativamente bassa. Sarebbe, per esempio, molto interessante per i Comuni realizzare una piattaforma Internet dove gli abitanti potrebbero organizzare insieme i loro spostamenti. Questo sistema renderebbe grandi servigi a quei giovani che non possiedono una licenza di condurre. Ma è sostenibile a livello economico?

Appunto, forse le autorità dovrebbero coinvolgersi maggiormente? Laddove il car pooling colma una lacuna, come per esempio nelle zone di campagna, un sostegno finanziario pubblico s’impone. A parte questo, il ruolo dello Stato consiste soprattutto nel chiarire il quadro legale, nel definire quel che è autorizzato e quello che non lo è. Per esempio: si ha diritto di affittare il proprio posteggio privato ad una terza persona quando si è assenti? Condividere il proprio posteggio è una nicchia del futuro? Il potenziale è enorme, se si pensa alle migliaia di pendolari che lasciano libero il proprio parcheggio di casa durante tutta la giornata oppure ai parcheggi aziendali che sono liberi la sera e durante il finesettimana. Come vede lei la Svizzera della mobilità collaborativa tra dieci anni? Penso che non vi saranno enormi cambiamenti. Gli svizzeri praticano già ampiamente la complementarietà dei trasporti e con Mobility possiedono un pioniere dell’auto condivisa. Senza dubbio il car pooling si svilupperà ancora un po’, ma fintanto che il livello di benessere resterà elevato e il prezzo della benzina relativamente basso, non vi è alcun incentivo per condividere la propria automobile in cambio di qualche franco. Intervista: Jacques-Olivier Pidoux

Per evitare che il car sharing diventi un incubo

S

uona infinitamente semplice: metto a disposizione la mia auto, che utilizzo raramente, di altre persone che non ne hanno una propria o che ne hanno bisogno nei miei paraggi per un periodo limitato. Ma chi sopporta i costi di eventuali danni in caso di incidente? E cosa accade al mio bonus assicurativo, qualora un altro conducente dovesse causare un incidente grave con il mio veicolo? Una risposta a questi quesiti si trova nelle rispettive condizioni assicurative. A questo proposito si applicano diversi modelli. Gli organizzatori di un car sharing possono stipulare un contratto speciale con una compa-

il consulente Urs-Peter Inderbitzin

gnia assicurativa, che includa nel prezzo di noleggio del veicolo il costo della polizza per responsabilità civile e casco totale. Questi contratti speciali coprono tutti i danni, dedotta la franchigia a carico del conducente interessato. In sostanza è lo stesso meccanismo che si applica in un normale autonoleggio. Anche la perdita del bonus in seguito ad un sinistro può essere assicurata. Va peraltro sottolineato che l’automobilista che causa un incidente in stato di ebbrezza oppure superando in modo grave i limiti di velocità, rischia un’azione di regresso da parte della compagnia assicurativa.

Più delicati risultano i modelli di car sharing che non prevedono questo tipo di assicurazioni speciali. Se nelle condizioni generali di adesione ad esempio leggiamo «che la persona alla guida del veicolo è responsabile per i danni che essa stessa ha causato o che il veicolo subisce durante il periodo di utilizzo», occorre prestare attenzione. In veste di proprietari dell’autovettura è infatti opportuno riflettere prima di metterla a disposizione di terzi, affinché la condivisione dell’auto non si trasformi in un incubo. In particolare è vivamente raccomandata la sottoscrizione di una polizza casco totale.


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PubliBike

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Con 100 stazioni e 1000 biciclette, Publibike è il principale offerente svizzero di bici condivise.

Bike sharing | In combinazione con i TP diventa sempre più popolare prendere in prestito delle bici. Il principale noleggiatore svizzero è Publibike.

La bici condivisa è di moda

L

e nuove forme di mobilità sono richieste e costantemente ridefinite. Diventa sempre più difficile avere una visione d’insieme di quello che ora può essere condiviso, dove e come. Una parte sempre più sofisticata delle possibilità è la combinazione tra trasporti pubblici (TP) e bici in affitto. L’idea è quella di recarsi in città con i TP, salire su una bicicletta o su una e-bike e poi di andare all’appuntamento o a scoprire la città in sella alla due ruote. Per far ciò le bici devono essere disponibili al pubblico, anche per un tragitto di sola andata. Il bike sharing, come viene chiamata questa forma di mobilità, è una cosa pratica ed attualmente in Svizzera vi sono diversi offerenti, che non sono ancora coordinati tra di loro. Secondo il Forum bike sharing Svizzera, oggi nel nostro Paese ci sono una quindicina di reti di bici condivise di varia ampiezza. Inoltre, diversi comuni hanno allestito delle stazioni pilota, anche in Ticino. L’operatore di bike sharing più avanzato è Publibike, che dal ���� ha integrato la società Velopass. La stessa Publibike è una collaborazione tra Autopostale Svizzera SA, le FFS e Rent a Bike. Allo scopo di proporre una rete, un marchio e una

cartina unici, Publibike dispone di ��� stazioni in tutta la Svizzera con ���� tra biciclette ed e-bike, tra cui anche a Lugano con la sponsorizzazione della locale sezione del TCS. Diversamente dalle bici a noleggio che vengono proposte in diverse città, un cliente di Publibike può prendere in affitto da sé una due ruote �� ore su ��. L’offerta può essere prenotata su Internet o tramite un’App. Le bici possono essere noleggiate in abbonamento annuale (�� fr.), con un pass regionale (�� fr.) oppure a tariffa oraria (da � fr.). Secondo Simon Glauser, portavoce di Publibike, la società conta già �� ��� clienti registrati. L’obiettivo è quello di aprire stazioni nel maggior numero possibile di regioni svizzere, in modo da poter garantire un’offerta ramificata.

Altri operatori Mentre Publibike persegue una piattaforma nazionale, altri noleggiatori di bici sono perlopiù attivi a livello regionale o cittadino. Così ad esempio Velospot, che opera esclusivamente a Bienne. Nell’estate ���� dovrebbero aggiungersi le città di Neuchâtel, La Chaux-de-Fonds e Le Locle, per le quali Velospot prevede di offrire delle mappe integrate. Nextbike,

I principali operatori svizzeri � www.PubliBike.ch è il maggiore noleggiatore di bici condivise della Svizzera; si tratta di un progetto comune tra Autopostale, FFS e Rent a Bike. Con la stessa tessera si possono noleggiare 1000 bici ed e-bike in 100 stazioni sparse in tutto il Paese, fra cui a Lugano e Paradiso. Abbonamento annuale valido in tutta la Svizzera da 65 fr.; disponibili anche pass regionali. � www.velospot.ch si limita a Bienne, dove gestisce 40 stazioni con 250 biciclette. Carta giornaliera da 10 fr., abbonamento annuale da 60 fr. Noleggio con carta munita di chip. � www.nextbike.ch a Lucerna. Affitto tramite telefono o Internet. Solo da aprile a novembre. Tariffa oraria 2 fr. fm

invece, delimita la propria offerta alla città di Lucerna. Presso questo operatore si possono affittare biciclette ad ore e in combinazione con i TP. In futuro in Svizzera si dovranno armonizzare i sistemi d’accesso e gli operatori di bike sharing dovrebbero essere integrati nella prevista mappa svizzera dei trasporti pubblici. fm

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società e mobilità | touring 13 n. 13 | 2 agosto 2013

foto ald, Keystone

Due fondi distinti per finanziare la strada e la ferrovia

Sicurezza stradale | Dal Ticino arriva un’invenzione che potrebbe salvare delle vite: la colonnina che segnala i pedoni.

Un’idea illuminante

U

n’idea tanto semplice quanto efficace: così Olivier Caspar, ingegnere del traffico del TCS, qualifica il sistema di «assistenza all’attraversamento» messo a punto in Ticino e al quale l’Ufficio federale delle strade (Ustra) ha concesso l’autorizzazione per un progetto pilota. La semplicità del congegno si coglie già a prima vista: si tratta di un levigato cilindro d’acciaio, alto ��� cm con un diametro di �� cm (cfr. riquadro). Una volta premuta, la «testa» della colonnina si illumina segnalando ai veicoli in arrivo l’intenzione del pedone di attraversare la strada. Posizionate alle estremità delle strisce pedonali, queste colonnine esplicitano la loro efficacia svolgendo una doppia funzione: innanzitutto la luce intermittente arancione risveglia l’attenzione anche dei conducenti distratti, specie di notte. Inoltre, si costringe il pedone a concentrarsi per azionare il congegno, dunque a procedere seguendo il motto: «Fermati, premi, controlla e attraversa».

Il TCS in prima linea «Il sistema funziona talmente bene che all’Ustra sono stati necessari pochi mesi per certificarlo e dare l’assenso alla sperimentazione pratica», spiega entusiasta Olivier Caspar sottolineandone pure i

bassi costi. Nell’ambito del suo impegno per la sicurezza stradale, il TCS finanzierà i test e si occuperà della distribuzione degli apparecchi. Le prime colonnine sono già state collocate nei pressi di un frequentatissimo attraversamento pedonale vicino al Lido di Lugano (foto). In settembre saranno equipaggiate altre cinque strisce pedonali della città ticinese. La sperimentazione durerà almeno tre mesi, durante i quali l’efficacia del sistema sarà valutata da vari esperti, tra cui quelli dell’Ufficio prevenzione infortuni (upi). Antonio Campagnuolo

Forse si è trovato un sistema per ridurre il migliaio di incidenti annui sulle strisce pedonali svizzere. Nel 2012 i morti sono stati 20, i feriti gravi 284.

È da anni ormai che il TCS chiede che il finanziamento delle infrastrutture dei trasporti avvenga mediante due fondi separati. Il FAIF regola il Finanziamento di costruzione, manutenzione e gestione dell’infrastruttura ferroviaria mediante un tale fondo. Al fine di finanziare in modo solido anche i progetti stradali, il Consiglio federale intende creare in modo analogo un Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA). Esso deve essere ancorato alla Costituzione. Gomma e rotaia godrebbero così di un trattamento paritario. Con il FAIF, il Consiglio federale e il Parlamento pongono le basi per il finanziamento a lungo termine dell’infrastruttura ferroviaria. Il Touring Club Svizzero ha criticato, nel quadro del dibattito parlamentare, la riduzione delle deduzioni delle spese di trasferta nella dichiarazione dell’imposta federale diretta e la continuazione del sovvenzionamento della ferrovia con introiti provenienti dalla strada. In generale, i vantaggi della nuova soluzione sono superiori agli svantaggi. Ora il TCS s’impegnerà affinché, con il futuro FOSTRA, il sovvenzionamento trasversale dalla strada alla rotaia accordato con FAIF sia compensato mediante quelle tasse e imposte stradali che oggi confluiscono direttamente nelle casse federali. Lo scopo finale è di non far pagare all’utente della strada anche i costi dell’ampliamento delle ferrovie, ma solo quelli per l’ampliamento dell’infrastruttura stradale. tg

Anche per i ciechi Messo a punto dalla ditta Ronchetti SA, il nuovo sistema d’assistenza all’attraversamento è gestito da un timer, che regola la durata delle luci LED a dipendenza della lunghezza del passaggio pedonale. Il segnale lampeggiante è accompagnato da un sibilo, che permette a ciechi e ipovedenti di valutare il tempo a disposizione per attraversare. Il kit di base si compone di due colonnine sincronizzate tra loro. Il suo costo: 3000 franchi. ac

Strada e ferrovia devono essere finanziate da fondi separati.


14 touring | società e mobilità n. 13 | 2 agosto 2013

Ritiro della patente | In seguito a un incidente domestico, Ernst Neuenschwander (77 anni) ha dovuto restituire la sua licenza di condurre. E fa fatica ad accettare la nuova realtà. Ha deciso di raccontare la sua storia per sensibilizzare i lettori.

«Senz’auto mi sento rifiutato»

Finiti i «giretti» Neuenschwander non capisce più il mondo. «È come se mi avessero tolto la terra da sotto i piedi». Per l’appassionato automobilista è finita l’epoca del «giretto» nell’Emmental, sua regione natale. Così come non gli è più possibile, quando faceva bel tempo, andare assieme alla moglie Rosmarie sul Belpberg o al «Ballenbüel», per godersi il panorama sulle Alpi bernesi e riempirsi i polmoni d’aria fresca. È finito anche il capitolo delle visite impreviste ai colleghi tiratori, infatti l’autobus locale non circola fino a tarda sera. E altri viaggi con il treno o il pullman per lui sono troppo gravosi a causa di problemi all’anca, conseguenti a una brutta caduta dalle scale di casa.

Automobilista coscienzioso Adesso Ernst Neuenschwander siede depresso nel suo appartamento. È rimasto

profondamento colpito dal modo in cui è stata interrotta la sua carriera automobilistica: da un giorno all’altro. Una carriera che è filata sempre liscia come l’olio. Non solamente come conducente privato, ma anche dopo il suo pensionamento per un decennio come conducente della Croce Rossa, per il servizio locale di Spitex, per la piena soddisfazione dei passeggeri. Con o senza sedie a rotelle, li ha portati all’ospedale, dal medico o al centro di riabilitazione. In quanto socio del TCS, questo grande amante del volante ha seguito più volte la formazione facoltativa di guida al Centro di sicurezza stradale TCS a Stockental e anche i corsi per seniores «Guidare Bene – Reagire Meglio» superando le prove di guida. «I giovani conducenti, che hanno provocato gravi incidenti, ferendo o uccidendo degli esseri umani, vengono qualche volta trattati con i guanti di velluto e spesso possono continuare a guidare. Io, invece, ho perso per sempre la mia licenza di condurre. È ingiusto», ritiene Neuenschwander. È rimasto particolarmente scioccato dal momento in cui, dopo l’analisi di idoneità alla guida, l’esperta senza troppi giri di parole, gli avrebbe «sbattuto in faccia» la nuda e cruda realtà: «Signor Neuenschwander, lei non può più guidare un’auto».

indicazioni – non ha più avuto alcuna ricaduta grazie ai farmaci. Dopo la riabilitazione in una clinica specializzata ha finalmente potuto fare rientro a casa. Ma questa non è stata la fine, bensì l’inizio di una storia dolorosa, che per Ernst Neuenschwander non è ancora terminata. Dato che si trovava ancora in trattamento medico, la moglie preventivamente ha consegnato la targa all’Ufficio della circolazione. Ora non sarà più possibile attaccarla ad un’auto di Ernst Neuenschwander.

Una caduta avvia il dramma

Bocciato al test attitudinale

Comunque sia. Il punto di partenza del dramma personale è stato un fatale giorno di autunno del ����: l’incensurato professionista, per decenni attivo nel settore sviluppo presso una nota ditta di pompe di calore, è caduto nella tromba delle scale del suo caseggiato. Ha subito gravi lesioni alla testa e dopo il primo trattamento all’ospedale locale è stato trasferito all’Inselspital di Berna, dove è stato operato. Gli è rimasta una grande cicatrice. In seguito ha subito tre attacchi epilettici, ma da allora – stando alle sue

A fine ���� è stata aperta una procedura amministrativa e ordinato un accertamento di idoneità alla guida, seguendo l’obbligo della visita medica per conducenti a partire dai �� anni. «La Sua idoneità alla guida di veicoli della categoria B purtroppo non viene confermata senza riserve. Al fine di chiarire in modo esaustivo la sua idoneità alla guida, deve sottoporsi a una visita neuropsicologica», scriveva l’Ufficio della circolazione. E: «Confidiamo nella sua comprensione per le disposizioni di legge così come la no-

Heinz W. Müller

O

riginario dell’Emmental, ma da tanti anni residente a Münsingen (BE), Ernst Neuenschwander ancora dopo mesi dal ritiro della patente non riesce a farsene una ragione: socio del Touring Club Svizzero dal ����, il � marzo di quest’anno ha ricevuto una raccomandata dall’Ufficio della circolazione e della navigazione del Canton Berna. La lettera ha messo termine definitivamente alla sua carriera al volante, dopo �� anni: «In applicazione dell’Art. �� della LCStr, così come dell’Art. �� e �� dell’Ordinanza sull’ammissione alla circolazione (OAC) viene prescritto il ritiro precauzionale della Sua licenza di condurre per veicoli a motore. Di conseguenza, non Le è permesso condurre veicoli a motore di tutte le categorie con effetto immediato… La licenza di condurre deve essere inviata senza ritardo», si legge nella missiva ufficiale. Infine: «Un eventuale ricorso non ha alcun effetto sospensivo».

Ernst Neuenschwander fa fatica ad accettare la decisione delle autorità e ora segue il tema sui media con particolare attenzione.


società e mobilità | touring 15 n. 13 | 2 agosto 2013

Meglio di causare un incidente commento Heinz W. Müller

stra procedura nell’interesse della sicurezza stradale». Neuenschwander non credeva ai suoi occhi. E come beffa finale ha fallito il test: «Ho dovuto presentarmi alle otto di mattina e fare delle cose che a dire il vero hanno veramente poco a che fare con la situazione in auto e sono quasi stato investito dall’esperto». Il verdetto – comunicato secondo Ernst Neuenschwander in modo duro e insensibile – è noto. Come stordito, ha lasciato l’ufficio assieme alla moglie. La cosa che più gli rode ancora oggi è il fatto di non aver avuto la possibilità di dimostrare di essere in grado di guidare. Da questa «batosta» non si è praticamente ancora ripreso. Senza patente, il marito, padre e nonno non è più lo stesso. Nonostante gli incoraggiamenti di molti amici e parenti, ha perso la fiducia in se stesso. E l’osservazione secondo cui nel corso della sua carriera automobilistica non è mai stato citato in tribunale a causa di un incidente, non è una consolazione, al contrario.

Consigli ai coetanei Ma per poter ricavare qualcosa di positivo da questa esperienza, il socio del TCS

con coraggio si rivolge al pubblico attraverso «Touring». «In questo modo, forse, altre persone possono approfittare della mia esperienza negativa o evitare di fare errori decisivi se capitano in una simile procedura amministrativa», spiega l’anziano signore. Da quando ha perso la licenza di condurre, ha studiato la materia e ha anche seguito sui giornali le notizie su casi simili e incidenti stradali. Il fatto di aver alla fine rinunciato volontariamente alla licenza di condurre, a causa del risultato negativo della prova medica d’idoneità alla guida, il pensionato di Münsingen lo rimpiange in parte: «Se avessi saputo, che c’era la possibilità di richiedere una licenza di condurre per viaggi in un raggio limitato, lo avrei fatto», riflette Neuenschwander. E a tutti i conducenti di automobili un po’ attempati, l’ormai ex automobilista consiglia di informarsi a fondo prima di prendere una decisione, per non lasciare nulla al caso. Così facendo, dopo un avvenimento del genere non si subisce un’improvvisa «doccia fredda». Heinz W. Müller

Cosa ne pensa della storia di Ernst Neuenschwander? Può inviarci la sua opinione in modo breve a: «touring@tcs.ch» oppure: TCS, Redazione «Touring», Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna.

Come mai dedichiamo così tanto spazio ad un socio del TCS che non può più guidare un veicolo? Il caso è comunque «chiaro»: per motivi medici il ��enne in seguito a una caduta da una scala ha dovuto restituire la propria licenza di condurre, come hanno deciso degli esperti. Ma non è semplice come sembra: proprio per i conducenti anziani la perdita della patente può trasformarsi in una tragedia. Di colpo si sentono rifiutati. Ne è un esempio la nostra storia. Con questo non si critica la decisione dell’autorità, bensì al massimo il modo in cui è stato reso il verdetto all’appassionato automobilista (o come lui lo ha percepito). Comunque sia: è importante prepararsi al dopo carriera automobilistica. Si deve riflettere su come si può riuscire a rimanere mobili senza auto in età avanzata. Ci sono molte alternative. La partecipazione volontaria a un corso del TCS «Guidare Bene – Reagire Meglio» compresa la valutazione di un esperto neutrale indica a che punto ci si trova come conducente... E semmai dopo si riconsegna volontariamente la licenza di condurre. Perché non c’è niente di peggio di arrivare in tarda età e improvvisamente provocare un incidente con gravi conseguenze.

Articolo 15d della Legge federale sulla circolazione stradale Se sussistono dubbi sull’idoneità alla guida di una persona, quest’ultima è sottoposta a un esame di verifica, segnatamente in caso di (…): violazioni delle norme della circolazione facenti desumere mancanza di rispetto nei confronti degli altri utenti della strada; comunicazione di un medico attestante l’incapacità di una persona di condurre con sicurezza un veicolo a motore a causa di una malattia fisica o psichica, di un’infermità oppure di una dipendenza. L’autorità cantonale offre alle persone a partire dal 70° compleanno una visita medica confidenziale ogni due anni. L’intervallo tra le due visite può essere abbreviato. tg


16 touring

Referendum sulla «vignetta» | Il 24 novembre il popolo svizzero è chiamato a decidere sull’aumento del contrassegno autostradale. Nel primo articolo della serie ricordiamo gli esordi e lo svolgimento del dibattito politico.

Il governo era contrario

I

l �� luglio scorso è stato consegnato alla Cancelleria federale il referendum «No alla vignetta a ��� franchi» corredato di ��� ��� firme. Il TCS lo ha sostenuto come mezzo per opporsi al rincaro del contrassegno autostradale da �� a ��� franchi. Ma come si è arrivati alla richiesta di questa tassa autostradale annua e dove confluiscono i soldi riscossi con la vignetta, che la Confederazione incassa ormai dal ����? Uno sguardo alla storia del celebre bollino colorato.

La cassa stradale era piena Dal ���� gli automobilisti in Svizzera devono pagare un tributo per viaggiare in autostrada, sotto forma di un contrassegno annuale. La questione fu formulata per la prima volta negli anni Sessanta. Allora non si voleva che la rete stradale nazionale venisse usata gratuitamente dai numerosi veicoli stranieri in transito su suolo elvetico. Il Consiglio federale stesso era contrario all’introduzione di un pedaggio autostradale, perché il finanziamento delle strade nazionali era garantito da fondi a destinazione vincolata e si temeva un aumento dei costi amministrativi per i controlli del contrassegno. Ma la precaria situazione finanziaria delle casse federali alla fine degli anni Settanta, creò un ulteriore motivo per tornare a discutere dell’introduzione di una

tassa per l’uso dell’autostrada. Il preventivo federale tendeva ormai al deficit. L’introduzione della «vignetta» avrebbe dovuto servire, nel quadro della riforma finanziaria del ����, al risanamento delle casse federali: le entrate supplementari nella cassa stradale avrebbero contribuito a rimpolpare le casse federali. Allora si pensava ancora alla formula di riscossione tramite stazioni di controllo all’entrata e all’uscita dell’autostrada e al pedaggio per transitare nei tunnel. A causa degli ingenti costi d’esazione e della disparità di trattamento tra le varie regioni, tali idee furono però ben presto accantonate. Con una mozione, nel ���� il Consiglio federale fu invitato a inoltrare proposte per l’introduzione del contrassegno autostradale e ad avviare una procedura di consultazione con i vari gruppi d’interesse. Per quanto riguarda la destinazione vincolata, si lasciò mano libera al Consiglio federale, ma già in fase di consultazione fu accolta con favore da diversi gruppi d’interesse. Le entrate della vignetta avrebbero dovuto essere investite, nonostante una cassa stradale allora piena, nella costruzione, gestione e manutenzione delle strade nazionali. Fu solo nel ���� che popolo e Cantoni poterono votare sul contrassegno autostradale e si dissero favorevoli con un risicato ���. I Paesi confinanti scrollaro-

Il prezzo fa la differenza Anche il prezzo del pedaggio autostradale era al centro delle discussioni politiche nel 1978. In nessun caso si voleva fissare un importo troppo alto. Il timore era che gli automobilisti svizzeri «avrebbero ripiegato sul ben esteso sistema stradale convenzionale», ossia avrebbero scelto le strade cantonali a discapito delle autostrade. Si voleva fissare il prezzo della vignetta in maniera da coprire in modo ragionevole i costi d’esazione, ma mantenendolo il più basso possibile. Tenendo conto del numero di veicoli interni (1,5 milioni) e i 12 milioni di veicoli stranieri in transito arrivò alla cifra di 30 franchi. Questo importo fu aumentato a 40 franchi nel 1994. Da allora è invariato. nr

Nel 2012 sono stati venduti quasi 9,4 milioni di vignette per un incasso netto di 318 milioni di fr.

no la testa al sentire la notizia. L’adesivo colorato da apporre sul parabrezza veniva venduto per �� franchi; nel primo anno la Confederazione riscosse oltre ��� milioni. Nel ���� gli svizzeri decisero di aumentarne il prezzo a �� franchi. Allora come oggi i ricavi del contrassegno autostradale vengono impiegati nelle strade nazionali. Nel ���� tali entrate erano più del doppio del ����: sono stati venduti �,� milioni di vignette autocollanti. Detraendo la quota cantonale, così come i costi per la vendita e i controlli, l’anno scorso nella cassa stradale sono affluiti all’incirca ��� milioni di franchi. Nadia Rambaldi

Ricavi lordi dalla vendita del contrassegno autostradale 360 997 880 340 133 3 840

306 600 0 000

150 500 010

grafico: TCS, fonte: car4you

263 000 000


società e mobilità | touring 17 n. 13 | 2 agosto 2013

Sicurezza sui cantieri | La campagna nazionale «Lavoriamo per voi. Fate attenzione alla nostra sicurezza» mira a scongiurare incidenti in prossimità dei cantieri stradali.

Attenzione, qui si lavora!

I

cantieri stradali vengono considerati come ostacoli dagli automobilisti. Non si può circolare così velocemente come si vorrebbe, la carreggiata è più stretta e, nel caso peggiore, il traffico rallenta ulteriormente in prossimità del cantiere. Ma è solo grazie a costanti lavori di manutenzione che la rete stradale svizzera è così come la conosciamo. Per questo lavoro numerosi addetti ai servizi di manutenzione delle strade mettono quotidianamente a rischio la loro vita sui cantieri. I pericoli sono generati soprattutto dagli automobilisti: disattenzione, distrazione, velocità eccessiva e un comportamento aggressivo al volante sono i motivi per cui in prossimità dei cantieri avvengono anche incidenti mortali. Ora una campagna nazionale esorta gli auto-

guenza far sì che in prossimità dei cantieri si circoli in modo più cauto e responsabile. Stando alla polizia cantonale di Zurigo, il ��� degli incidenti nei pressi di cantieri autostradali sono causati da errori umani. «Lo scopo della campagna è di rendere più sicure le nostre strade anche per coloro che con il loro lavoro contribuiscono alla sicurezza», afferma il consigliere di stato Markus Kägi e aggiunge: «Dobbiamo rendere chiaro agli automobilisti che mettono in gioco la vita altrui quando cercano qualcosa nel cruscotto durante il viaggio». Per la campagna, che presto sarà visibile sui manifesti di tutta la Svizzera, sono stati impiegati veri e propri operai di cantiere stradale. Roger, Heiri, René, Remo e Luca hanno fatto da modelli (cfr. interviste). Nadia Rambaldi

mobilisti a rispettare maggiormente gli operai impegnati nella costruzione e nella manutenzione delle strade, che con il loro lavoro mettono costantemente la loro vita in pericolo.

Migliorare il comportamento La campagna nazionale «Lavoriamo per voi. Fate attenzione alla nostra sicurezza» è stata promossa dalla Direzione dei lavori del Canton Zurigo e dalla Federazione Infra. Anche il TCS sostiene la campagna, assieme all’Ufficio prevenzione infortuni (upi) e la Conferenza degli ingegneri cantonali (CIC). Il TCS ritiene che nel comportamento degli utenti della strada ci sia possibilità di miglioramento: la campagna può aumentare la consapevolezza degli automobilisti e di conse-

I lavori di manutenzione sull’autostrada sono necessari, ma pericolosi. In prossimità di cantieri gli automobilisti devono prestare particolare attenzione.

Info Touring www.wir-arbeiten-fuer-sie.ch/it/

foto Nadia Rambaldi

Occhi sulla strada

mi ha sfiorato con lo specchietto retrovisore, mentre io ero all’interno della zona delimitata. Alcuni operai hanno deciso di cambiare lavoro proprio per questo.

ESPERIENZE QUOTIDIANE

«Chiediamo più rispetto e attenzione» Com’è quando si deve lavorare ogni giorno sulla corsia di emergenza? Roger Heer: Il pericolo è sempre in agguato. Sul campo stradale ci si rende conto di quanto sia rischioso il proprio lavoro. René Schnüriger: La situazione è delicata soprattutto quando gli automobilisti non rispettano i limiti di

I cantieri sono fastidiosi, ma necessari. Il proprio comportamento al volante può contribuire in modo decisivo alla sicurezza di tutti gli utenti. Questo è il comportamento corretto nel passare davanti a lavori di ampliamento e manutenzione: � ridurre la velocità all’avvicinarsi al cantiere � mantenere la distanza � tenere lo sguardo sempre sulla carreggiata e non sul cantiere. nr

velocità. Il tempo di reazione è decisivo in un incidente stradale. Le è già capitato un incidente? René Schnüriger: Ho già vissuto in prima persona un paio di situazioni pericolose. Per questo motivo partecipo attivamente alla campagna di sensibilizzazione. Proprio alcune settimane fa un veicolo

Heiri Krauer, René Schnüriger e Roger Heer (da s.) sono alcuni dei modelli della campagna.

Che cosa chiedete agli automobilisti? Heiri Krauer: Più rispetto e attenzione mentre si guida. Noi vediamo ciò che fanno: mangiano yogurt, si truccano e leggono il giornale, solo per dirne alcune. Ho visto proprio di tutto e non è una bella sensazione quando ci si trova quotidianamente sulla corsia di emergenza. Alcuni automobilisti sembra che abbiano priorità diverse dalla nostra sicurezza. nr


18 touring | test e tecnica n. 13 | 2 agosto 2013

Subaru Forester 2.0D Luxury

Una vera forestale senza fronzoli La Subaru Forester offre molto spazio, volume di carico, una trazione integrale sperimentata e due tonnellate di carico rimorchiabile. La quarta generazione appare nel complesso più matura rispetto alle precedenti.

N

on si può certo dire che la Forester sia una vittima della moda. La definiremmo piuttosto una simpatica gentildonna di campagna. Subaru continua a resistere alla tentazione delle mode passeggere e tiene fede al nome della Forester («guardia forestale», in inglese) presentando una quarta generazione il cui design punta sulla robustezza. Non si può però dire che sia brutta, anche se certamente ci si distanzia dalle eleganti SUV cittadine. La Forester almeno per quanto riguarda la tecnica di guida, mantiene ciò che promette otticamente: trazione eccellente, grande volume di carico, una propensione al fuoristrada grazie alla trazione integrale permanente ed all’altezza da terra di �� cm così come un carico rimorchiabile di due tonnellate. E questo è effettivamente ciò che interessa se tra la propria clientela si annoverano cacciatori, selvicoltori e agricoltori.

Interno funzionale Le prime due generazioni di Forester erano di fatto station wagon capaci di affrontare lo sterrato, mentre la terza e la quarta generazione rientrano otticamente in modo chiaro nel segmento delle SUV. Il muso e la coda della nuova Forester sono stati affinati. L’interno rimane funzionale, se non addirittura tradizionale. Tutto il resto tuttavia non è per nulla adatto alla nostra guardia forestale. Escono infatti un po’ dagli schemi ad esempio gli interni in pelle, che nella versione Luxury sono di serie e risultano molto eleganti. Lo spazio nella Forester è ampio e l’agio per testa e gambe è notevole, nonostante la SUV sia cresciuta di soli �,� cm. Il bagagliaio dispone peraltro di ��� litri di volume, con una crescita di ben �� litri rispetto alla terza generazione. Inoltre gli schienali dei sedili posteriori si lasciano ribaltare dal bagagliaio tirando una leva, aumentando il volume di carico

a ben ���� litri. Pratico anche il sistema di apertura e chiusura del portellone dal posto di guida. Davvero nobile per una fuoristrada fondamentalmente popolana. Il comfort di viaggio è ottimo. Sebbene piuttosto alta e dotata di sospensioni non troppo rigide, in curva registra un rollio

PIÙ O MENO Trazione eccellente Volume di carico e spaziosità Grande piacere di guida Vasta dotazione per il comfort Consumi ridotti Visibilità e prestazioni Altezza da terra di 22 cm Sedili anteriori con poca tenuta laterale Nessun sistema start-stop Sterzo poco consistente Nessun sistema di assistenza Plastica dura facilmente graffiabile nell’abitacolo Motore rumoroso a freddo

molto ridotto. I bei sedili in pelle potrebbero invece offrire una maggiore tenuta laterale. La dotazione di serie per il comfort è ampia e a bordo ci si sente a proprio agio. Anche il sistema di navigazione e hi-fi con connessione Bluetooth sono davvero intuitivi. Ciò che manca completamente sono i sistemi di assistenza alla guida, introvabili anche tra gli optional. Ma chi avrà mai bisogno di un aiutino elettronico? A freddo il diesel è rumoroso, altrimenti gira bene e silenziosamente. Il consumo di �,� l/��� km è senz’altro soddisfacente. Il motore boxer richiede, tuttavia, un piede sensibile sulla frizione: è infatti assai facile spegnerlo. Le prestazioni a bassi regimi sono passabili, a partire da ���� giri persino scattanti. La disposizione dei rapporti è adatta ad un’automobile per il fuoristrada, anche se la leva del cambio richiede manipolazioni energiche. Del resto non si tratta di una SUV da esibire in città. Anzi, quando necessario la Forester si rotola senza problemi anche nel fango. Una vera tuttofare, questa guardia forestale! Nadia Rambaldi

Gli interni sono sobri e funzionali. I sedili sportivi sono lussuosi, ma per il resto dominano le plastiche rigide. Con gli schienali posteriori abbassati il vano bagagli raggiunge i 1573 l.

SCHEDA TECNICA VEICOLO PROVATO Subaru Forester Luxury; � porte, � posti; �� ��� fr. (auto del test: �� ��� fr.) Gamma: dalla �.�i Advantage, ��� CV (�� ��� fr.) alla �.�XT Sport, ��� CV (�� ��� fr.) Opzioni: vernice metallizzata (��� fr.), gancio di traino (��� fr.), sensori anteriori e posteriori di parcheggio (��� fr.) Garanzia: � anni fab., assistenza mobilità illimitata (condizioni), �� anni antiruggine Importatore: Subaru Svizzera SA, Safenwil, www.subaru.ch DATI TECNICI Motore: �.� l turbodiesel boxer, ��� CV; trazione integrale permanente, cambio manuale a � marce Peso: ���� kg (auto test), totale ammissibile ���� kg, carico rimorchiabile ���� kg

Tabella comparativa

Prezzo (fr.) Cilindrata (cc) Potenza (kW/CV) Coppia massima (Nm/min) Consumo (l/100 km) Rumore int. 120 km/h (dBA) Costi al chilometro (fr./km)3 Costi di manutenzione4 Test «Touring» 1 3 5

Subaru Forester 2.0D Luxury

Honda CR-V 2.2i DTEC Executive

48 550.– 1998 108/147 350/1600 5,91 C2 69 –.86

44 900.– 2199 110/150 350/2000 5,81 C2 695 –.83

11113

11113

13/2013

7/20135

dati secondo l’importatore efficienza energetica secondo l’importatore su 15 000 km/anno 4 costi totali su 180 000 km (15 000 km/anno) Honda CR-V 2.2i-DTEC automatica 2


test e tecnica | touring 19 n. 00 | date??? 2013

Subaru Forester in dettaglio 98 cm

passo 264 cm

174 cm

m 3c –9 67

cm 16 –1 91

106 cm

lungh. 460 cm (largh. 180 cm)

larghezza interna: ant. 150 cm, post. 149 cm bagagliaio da: 505 a 1573 litri pneumatici: 225/55 R 18, min. 225/60 R 17

ABITACOLO 11113 Sebbene allungata di soli 3,5 cm e con un passo maggiore di 2,5 cm, la Forester offre uno spazio ancora maggiore rispetto alle versioni precedenti. Il bagagliaio da 505 l è spazioso e con gli schienali posteriori ribaltati sale addirittura a 1573 l con un piano di carico quasi piatto. Le plastiche dure impiegate per gli interni si graffiano facilmente, ma l’allestimento in pelle è elegante e la lavorazione solida.

La Subaru Forester fa un’ottima figura anche fuori dalle strade asfaltate.

COMFORT 11112 Sospensioni assorbenti e confortevoli. I sedili in pelle offrono poca tenuta laterale. Il boxer diesel gira elegantemente, salvo quando è freddo. La dotazione di serie per il comfort è ampia.

foto Nadia Rambaldi

DOTAZIONE 11111 La versione Luxury è completamente accessoriata, solo la vernice metallizzata non è compresa. Già la seconda versione Swiss è equipaggiata con telecamera di retromarcia, regolatore di velocità e display multifunzionale.

CHECK�UP TCS

TCS MoBe: Robert Emmenegger

DINAMICA DI COMPORTAMENTO Accelerazione (�–��� km/h): ��,� s Elasticità: ��–��� km/h (in �a) �,� s ��–��� km/h (in �a) �,� s Diametro di sterzata: ��,� m Insonorizzazione: �� km/h: �� dBA 11113 ��� km/h: �� dBA 11113 SICUREZZA Frenata (���–� km/h): ��,� m Visibilità circolare Equipaggiamento

COSTI D’ESERCIZIO km/anno

ct./km

fr./mese fissi

variabili

�� ��� �� ���

�� ��

���.– ���.–

���.– ���.–

Tariffa oraria per il calcolo TCS: ��� fr. (UFS), agenzie Subaru da �� a ��� fr.

mano d’opera (fr.)

�� ���/�� �,� ���.– �� ���/�� �,� ���.– Manutenzione per ��� ��� km: �� ��� km/anno ��,� ����.–

test TCS

CONSUMO AL BANCO DI PROVA (ciclo UE ��/����) urbano

11113 11133 11111

COSTI DEI SERVIZI Manutenzione (km/mese) ore

PRESTAZIONI 11113 Il boxer diesel offre prestazioni vivaci a partire da 1700 giri/min. La disposizione delle marce è adeguata per un fuoristrada. Il cambio presenta innesti relativamente facili, ma talvolta un po’ rigidi. Degni di nota i consumi ridotti.

extra urbano

misto

fabbrica �,� �,� Emissioni di CO�: Media di CO�: etichettaEnergia (A–G):

�,� ��� g/km ��� g/km C

CONSUMO DEL TEST

11113

�,� l/��� km serbatoio: �� litri

autonomia ��� km

Subaru Forester

Video del test

COMPORTAMENTO 11113 Nonostante le sospensioni assorbenti, la Forester è stabile sulla strada e manifesta poco rollio, entra bene in curva e mantiene un’andatura neutrale. Grazie all’eccellente trazione affronta con facilità i tratti sinuosi. Lo sterzo è preciso, ma avrebbe potuto essere più consistente. La trazione integrale della Subaru è adatta anche per lo sterrato. SICUREZZA 11111 La dotazione di sicurezza è completa e le ampie superfici vetrate offrono un’ottima visibilità. Mancano i sistemi di assistenza alla guida oggi comuni.


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test e tecnica | touring 21 n. 13 | 2 agosto 2013

L’esclusività senza tempo Range Rover 4.4 SDV8 | Quest’icona delle 4�4 dei tempi moderni continua la sua saga nell’universo del lusso. Debordante di cuoio e di boiserie, la «Range» rimane una fuoristrada tosta. Questa ��� atavicamente british può vantarsi di essere la madre delle SUV attuali, lei che alla sua nascita nel ����, ha lanciato la moda delle fuoristrada a loro agio tanto nei pantani quanto nei dintorni delle ville. Da allora si è ingegnata per primeggiare in fatto di lusso, restando sempre – cosa unica – una fuoristrada di tutto rispetto. La quarta generazione è oggi entrata definitivamente nel mondo del lusso, ma anche della grandiosità (cresciuta di mezzo metro in lunghezza e di �� cm in larghezza).

Come altre icone automobilistiche, questa Land Rover si compiace di reinterpretare i tratti della sua antenata. Massiccia ma epurata, la sua silhouette si riconosce al volo. I «gentlemen farmer» proveranno inoltre un indicibile piacere a sedersi sulla ribaltina inferiore del portellone sdoppiato, che si apre elettricamente. Questa Range dall’abitacolo segnato dall’onnipresenza del cuoio più fine e delle boiserie rasenta infatti la raffinatezza suprema. Una classicità rinfrescata da tocchi di modernità, come dimostrano la strumentazione concentrata in uno schermo TFT o i dieci colori a scelta per l’illuminazione d’ambiente. Pure presente a bordo, la tecnologia multimediale meriterebbe una fruizione più intuitiva e un comando centralizzato. Mentre domina dall’alto tutti gli altri utenti della strada, il pilota di questa ��� molto rialzata si consolerà godendosi il rilassamento offerto dai sedili massaggianti e ventilati della versione Autobiography.

Positivo: ambiente raffinato e piacevole, eccezionale equipaggiamento per il comfort, abitabilità, diesel V8 super morbido, consumi ragionevoli, attitudine fuoristrada Negativo: ingombro, comportamento molto sottosterzante, intuitività del sistema multimediale, sistemi d’assistenza alla guida opzionali. Tecnica: fuoristrada; 5 posti; lunghezza: 5,0 m; bagagliaio: 550–2030 l; V8 turbodiesel 4,4 l, 339 CV, 700 Nm a 1750 giri/ min; cambio automatico a 8 rapporti, trazione integrale e marce ridotte; da 0 a 100 km/h in 6,9 s; carico rimorchiabile 3500 kg Consumi in prova: 10,6 l/ 100 km, autonomia: 990 km Prezzo: 155 000 fr. (SDV8 Autobiography).

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Classicismo e modernità

Una linea del tetto abbassata e una silhouette più aerodinamica. Altre immagini su Touring iPad. La prodigalità tocca anche i passeggeri posteriori, che beneficiano di uno spazio per le gambe fenomenale (��� cm) e di una climatizzazione a quattro zone con un’infinità di bocchette d’aerazione. Il tutto è sostenuto da ammortizzatori pneumatici a sospensione variabile. Un comfort senza eguali per una fuoristrada. Il V� vi aggiunge una discrezione poco comune per un diesel. Questo propulsore dal funzionamento vellutato si diverte a farsi condurre dalla sua enorme coppia, piuttosto che dai suoi ��� CV. Prestazionale e sobrio, emana soprattutto l’impressione di una forza tranquilla. Con una carrozzeria interamente in alluminio, questa Range dal peso ridotto (–��� kg circa) fa piacevolmente dimenticare la sua stazza. Poco incline al rollio e per nulla goffa, si rivela rassicurante almeno fino alla prima curva dove, se spinta al limite, le sue �,� tonnellate si fanno sentire e l’auto esprime una forte tendenza sottosterzante. D’altro canto sapevamo che la Range non è una sportiva ma una pura fuoristrada capace di portare la sua altezza da terra a �� cm e affrontare guadi di �� cm. Senza pari. Ciò detto, chi oserebbe avventurarsi sullo sterrato con questa nobile vettura e le sue gomme opzionali da ��˝? Magari un neo ricco che ha perso la pallina da golf nella boscaglia. MOH

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22 touring | test e tecnica n. 13 | 2 agosto 2013

Il CO2 segna un netto calo, ora lo sprint finale Mentre erano ancora a ��� g/km nel ����, le emissioni di CO� sono scese di �� g/km fino allo scorso anno. Una prestazione superiore a quella dell’UE, dove tuttavia la soglia di partenza era meno elevata. Molto ambizioso, l’obiettivo dei ��� g/km richiederà un colpo di reni da parte dei consumatori. Una volta definito il profilo del futuro veicolo (prezzo, capa-

cità del bagagliaio, tipo di utilizzo, trasmissione), il TCS raccomanda di scegliere un modello a bassi consumi. Utile al proposito è verificare l’etichetta Energia o il «Catalogo dei consumi» del TCS. Ulteriori informazioni in merito all’etichetta Energia al nostro sito www.tcs.ch, rubriche «Auto & Mobilità» � «Ambiente e energia». MOH/TCS MoBe

Il calo delle emissioni annue di CO2 è stato considerevole durante il decennio trascorso.

Evoluzione delle emissioni di CO2 delle auto nuove in Svizzera g/km 200 198 195 192 189 187 183 150

175

167

161

obiettivo

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2003

2002

50

TCS

I

consumi normalizzati delle autovetture nuove vendute in Svizzera dal ���� è sceso di quasi � l/��� km, passando da � a �,�� l lo scorso anno. Il calo delle emissioni di CO� è andato di pari passo. Dall’inizio dei censimenti, nel ����, allo scorso anno, le emissioni nel nostro Paese sono calate del ���, ossia meglio del ��� dell’Unione europea. La Svizzera dovrà tuttavia faticare per raggiungere la soglia di ��� g/km fissata per il ����, pari ad una riduzione di �� g/km in tre anni. Secondo una stima del TCS, il consumo medio delle �� marche più diffuse non eccede i � l. Le riduzioni più significative dal ���� sono state realizzate da BMW (–�,� l), Mercedes (–�,� l) e Volvo (–�,� l). Attualmente, le medie più ridotte sono appannaggio di Toyota (�,�� l), Citroën (�,�� l) e Fiat (�,�� l). In coda al plotone, Subaru è anch’essa sotto i �,� l. Tra le marche più esotiche, Maserati si ferma a ��,�� l, Porsche a �,�� l. Globalmente, le riduzioni ottenute sono imputabili ai progressi in materia di motori ma anche ad una composizione più mirata delle gamme di modelli.

0

Una mini monovolume a caccia di berline Puntando su una strategia originale, Nissan affronta il segmento duramente conteso delle city-car con tre modelli: la berlina Micra, la crossover Juke e la Note. Classificata quale mini monovolume nella sua prima versione, quest’ultima si riposiziona per insidiare feudi quali quelli di VW Polo o Ford Fiesta. L’altezza è stata ridotta di �,� cm e lo sbalzo anteriore accorciato di � cm a beneficio di quello posteriore. Questa monovolume dalla lunghezza invariata presenta ora una linea più profilata. Il tutto è sottolineato da un design nettamente più elaborato rispetto alla placida versione precedente. Evolve anche l’abitacolo dove gli occupanti davanti siedono su sedili abbassati di � cm, mentre quelli dietro sono stati rialzati di � cm. I passeggeri vi sono vezzeggiati. L’angolo d’apertura delle porte a �� gradi consente un accesso più agevole e lo spazio per le gambe, aumentato sensibilmente, offre una libertà sorprendente. Come sul modello precedente, il divano scorre su una lunga guida. Unico neo, la seduta corta. Non è invece il caso per i sedili anteriori, piacevolmente av-

ald

Nissan Note | La 2a generazione, dallo stile più affermato, si è vista soprannominare «cacciatrice di berline».

volgenti. Il comfort è del resto uno dei punti di forza di questa Note dalle sospensioni assorbenti e l’ottima insonorizzazione. Degno di nota anche il bagagliaio, dalla capacità variabile grazie al sedile scorrevole e al fondo intelligentemente rimovibile. Facilmente ribaltabili, i sedili posteriori creano tuttavia uno scalino poco

Chiamata a sfidare le city-car, la Nissan Note è stata dotata di un design più incisivo, in particolare per quanto riguarda il frontale.

elegante e fastidioso. Per le motorizzazioni, tutte dotate di automatismo startstop, ritroviamo i motori tre cilindri a benzina della Micra, tra i quali una versione con compressore che promette un consumo di �,� l/��� km. Economica e non sgradevole da guidare, anche se le prestazioni sono modeste. La monovolume, che della Micra condivide anche il telaio, rivela inoltre un comportamento prudente ma senza acuti. La Nissan Note è più stuzzicante in tema di equipaggiamento, dato che propone uno schermo tattile, un monitoraggio degli angoli ciechi, un allarme di cambio corsia, un sensore posteriore di oggetti in movimento e una telecamera a ���° con lente autopulente (v. pagina «attualità»). Inedita per il segmento. E la dotazione di serie di questa pratica automobile non è da meno. MOH Tecnica: mini monovolume; 5 posti; lunghezza: 4,10 m; bagagliaio: 325 l Motori: benzina 80/98 CV, diesel 90 CV; cambio a 5 marce e CVT; consumi da 3,6 l/100 km, 95 g/km di CO2 Prezzi: da 19 290 fr. (1.2 80 CV Visia) a 28 140 fr. (1.2 98 CV Tekna CVT); il lancio in ottobre.


test e tecnica | touring 23 n. 13 | 2 agosto 2013

Lubrificanti per motori | L’universo degli oli appare spesso misterioso per il profano, tanto più che le auto sono diventate poco voraci in fatto di lubrificante.

Un affare liscio come l’olio

S

sofisticati e più cari degli oli minerali, gli oli interamente sintetici hanno un’efficacia maggiore a freddo e consentono una minore usura grazie ad una lubrificazione accelerata e un carico termico più alto. Riducendo ancora maggiormente le perdite per attrito, gli oli ad alto potere lubrificante presentano un indice di viscosità elevato e deboli perdite per evaporazione. Gli oli Longlife, per autovetture a lunghi intervalli di manutenzione, rientrano in questa categoria. Essi possono senz’altro percorrere �� ��� km. MOH/TCS MoBe

TCS

arebbe grave dimenticarlo: anche i motori più moderni consumano un minimo di olio. La vigilanza resta quindi d’obbligo, tanto più che gli intervalli tra un servizio e l’altro tendono ad allungarsi. Ogni automobilista presto o tardi sarà quindi chiamato a rabboccare l’olio del motore e prima, a procurarsi il lubrificante della giusta tipologia. E qui subentra il dilemma: quale viscosità, quali specifiche e quale tipologia (minerale, sintetica ecc.) scegliere? Va detto subito che né marca né prezzo sono criteri determinanti. È fondamentale invece scegliere la viscosità consigliata – anche se sta perdendo importanza – e attenersi alle specifiche prescritte. La viscosità definisce la coesione interna di un liquido in funzione della temperatura. L’olio deve essere fluido per la partenza a freddo, ma non troppo per il funzionamento ad alte temperature. La viscosità si esprime in due cifre (ad es. SAE �W-��). Più piccolo sarà il primo numero, maggiore sarà il potere lubrificante a freddo. Il secondo indica invece la viscosità misurata a ���°C. Più significativa, la classificazione indica l’efficacia degli oli misurata attraverso diversi metodi e test. In particolare esistono le specifiche API (American Petroleum Institute) e ACEA (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili). La designazione degli oli per le auto a benzina (A) e diesel (B) è combinata, ad

esempio ACEA A�/B�. Più la cifra è elevata, migliore la qualità. I costruttori definiscono la qualità dell’olio e gli intervalli dei cambi in funzione dei pezzi del motore e della loro composizione. Queste prescrizioni non sono per nulla aleatorie ed è opportuno rispettarle. Il prezzo d’acquisto è secondario. Un olio di qualità risulta da una lavorazione e miscelazione specifiche. I diesel con filtri antiparticolato richiedono, ad esempio, un lubrificante che prevenga il deposito di residui nei filtri. Più

Per mantenere l’olio sempre al giusto livello � Verificarne regolarmente il livello, in particolare per le vetture a lunghi intervalli di manutenzione. � Sia un eccesso sia una mancanza d’olio possono danneggiare il motore. In caso di rabbocco, assicurarsi che il livello dell’olio corrisponda all’indicazione segnata sull’asta graduata. � Utilizzare soltanto olio della tipologia prescritta dal costruttore. � È possibile miscelare oli di diverse marche sviluppati per uno specifico tipo di motore. Questo vale anche per gli oli minerali. È possibile senza timore acquistare il lubrificante in un punto vendita a buon mercato per rabboccare con un olio del tipo prescritto.

� A certe condizioni, un olio ad alto potere lubrificante può provocare un aumento dei consumi. � È opportuno rispettare gli intervalli di cambio dell’olio, anche se si procede al rabbocco con un olio sintetico superiore. Il filtro dell’olio, ad esempio, non è concepito per durate prolungate. � Gli additivi per lubrificanti sono superflui. La maggioranza dei costruttori automobilistici li rifiutano categoricamente. Gli additivi generici non sono adatti alla composizione degli oli per motore. � È possibile conservare almeno 3 anni l’olio motore nella bottiglia originale sigillata. Una volta aperto, la durata di stoccaggio tg non dovrebbe oltrepassare i sei mesi.

Tuttora indispensabili: un controllo regolare del livello dell’olio e, se necessario, il rabbocco.

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24 touring | viaggi e tempo libero n. 13 | 2 agosto 2013

Sentirsi a casa in Costa Rica: Elizabeth Soto ospita volontari da tutto il mondo, che lavorano a un progetto per la protezione dei pappagalli.

Volontariato: si collabora senza retribuzione a progetti di utilità pubblica in tutto il mondo. Un modo di viaggiare che dà gioia e un senso al tempo libero. Reportage: Beatrice Käser

Dare un senso al viaggio

Q

uando il mattino alle sette comincia il lavoro, i pappagalli negli spazi dell’«Ara Project» in Costa Rica hanno già fatto colazione. Riso e fagioli, come si addice ai veri «ticos», come vengono chiamati gli abitanti locali. Nei recinti è tutto un fermento: ��� grandi ara verdi e scarlatte fanno la gara a chi «gracchia» più forte. Nella cucina all’aria aperta sulla stessa area, in questo momento alcuni volontari provenienti da tutto il mondo sono intenti ad affettare i più svariati tipi di verdure e frutti tropicali per darli in pasto agli uccelli. In seguito si passa al lavaggio delle voliere. Armati di canna dell’acqua e spazzolone, i volontari avanzano di recinto in recinto. E poi ci si dedica al lavoro di giardinaggio e coltivazione: scuotere le piante di limone, dissotterrare le zucche, cogliere mango e papaya. Non si tratta, dunque, di accarezzare semplicemente i pappagalli o giocare con loro, tanto più che un’ara può beccare arrecando danni non lievi. Con il suo becco

l’ara militare è, infatti, in grado di rompere perfino frutti dal duro guscio come le noci del Brasile.

Meno vuol dire di più Cos’è allora che procura ai volontari una profonda soddisfazione e una sensazione di felicità, quando – dopo cinque ore di lavoro nell’umido clima tropicale – rientrano sudati, sporchi e stanchi in un alloggio spartano messo a disposizione da Elizabeth Soto? Quasi ogni giorno a pranzo si mangia «arroz y frivole» (riso e fagioli) e si parla in spagnolo e inglese. In seguito ci si concede una siesta nel piccolo giardino dietro la casa, attorniata da farfalle e uccelli esotici. «Essere a contatto con i pappagalli in mezzo alla natura mi rende assolutamente felice e mi dà la sensazione di fare qualcosa di sensato», spiega così Anna Reichstein, berlinese di �� anni, la sua

La grande ara militare: il suo ambiente naturale è sempre più limitato.


viaggi e tempo libero | touring 25 n. 13 | 2 agosto 2013

euforia. Come volontaria s’impegna già da diversi mesi per la riuscita dell’«Ara Project», e rimanendo a contatto con gli abitanti locali studia contemporaneamente lo spagnolo.

Una parentesi di vita La voglia di cambiar vita per un po’, fare del bene al prossimo, e il desiderio di rompere i ponti con il trantran quotidiano e lo stress dovuto al lavoro inducono sempre più persone a considerare la possibilità d’intraprendere un viaggio di volontariato. Lavorare per ricevere semplicemente un «grazie» e sentirsi dunque preziosi – è in voga! Diverse agenzie e organizzazioni offrono viaggi di volontariato «tutto compreso». Kuoni ad esempio con il suo programma «Ananea» offre un ampio ventaglio di viaggi di volontariato in tutti i continenti – dal lavaggio degli elefanti in Tailandia sino alle missioni nelle cliniche mobili della Croce Rossa in Ecuador. Tutti i viaggi all’insegna della sostenibilità. «Lavoriamo con società partner serie e desideriamo rivolgerci a un’ampia clientela», sottolinea la responsabile di «Ananea» Cornelia Gemperle. L’impegno volontario non dura necessariamente per mesi. «Se una persona ha solo poco tempo a disposizione, può anche prenotare un soggiorno di una settimana per proteggere i delfini nel Mar Rosso», spiega Gemperle. In fondo serve sempre una mano, non importa per quanto tempo.

Volontari come Anna Reichstein devono rimboccarsi le maniche… anche per pulire la voliera. Tra i compiti quotidiani è previsto anche il lavoro nella cucina a cielo aperto. Presto torneranno a librarsi in cielo: alcune ara scarlatte nella voliera dell’Ara Project.

Tutto per i pappagalli In Costa Rica sono le ara ad avere bisogno di protezione, soprattutto l’ara scarlatta e l’ara militare; due specie di pappagalli locali il cui ambiente naturale è diventato sempre più ristretto. L’«Ara Project», un’organizzazione d’interesse collettivo, si dedica appunto al loro allevamento e alla loro reintroduzione nella natura. E a tale scopo recluta volontari provenienti da tutto il mondo, che si mettono al servizio dei pappagalli per un paio di settimane o diversi mesi, perlopiù senza retribuzione. L’unica condizione per gli interessati è sempre la stessa: «I volontari sono chiamati a lavorare duro e nel farlo non devono temere di sporcarsi le mani», sottolinea l’assistente Jenny Pettigrew.

Si richiede flessibilità I viaggi di volontariato non sono gratis, anche se si lavora. Il servizio di mediazione dei volontari, il loro collocamento e in generale la loro organizzazione costa e una determinata quota di questi soldi va direttamente ai progetti e agli enti locali.

Ogni servizio di volontariato richiede una grande capacità di adattamento, non importa se in gruppo o individualmente, se per allevare pappagalli in Costa Rica oppure per raccogliere cotone in Kirghizistan o anche per lavorare in un orfanotrofio nepalese. Tra le condizioni di base ci sono, ad esempio, l’essere pronti a rinunciare alle comodità, disposti a dormire su una stretta brandina o in una tenda e, naturalmente, mangiare cibo locale molto semplice, svolgere anche lavori pesanti e spesso in condizioni climatiche particolari. Ma è proprio quello che dà un senso al viaggio: immergersi per una volta in una realtà diversa, confrontarsi con progetti speciali, e imparare a conoscere e ad apprezzare in un’altra lingua persone ed animali rari di altri Paesi… tutto questo ha il suo fascino. E infine la conferma che: la felicità non è una questione di sol� di!

A COLPO D’OCCHIO � Viaggio: in Costa Rica i cittadini svizzeri non hanno bisogno di alcun visto per soggiorni turistici sino a 90 giorni. Chi viaggia attraverso gli Stati Uniti, ad esempio via Miami, ha bisogno di un’autorizzazione americana al viaggio. � Clima: da tropicale a subtropicale, fortemente influenzato dall’altitudine in cui ci si trova. � The Ara Project: lavoro di volontariato con e per i pappagalli in Costa Rica con pernottamento presso famiglie ospitanti. www.thearaproject.org; un video dell’esperienza di Beatrice Käser è disponibile su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=wcnRoffMPo. � Kuoni: viaggi di volontariato nel quadro del programma «Ananea» per viaggi sostenibili, progetti in Svizzera e all’estero, ad esempio il «Tour fairtrade» in Sudafrica. Telefono 044 277 41 00, ww.ananea.ch. � Helvetas: missioni di assistenza al prossimo e ferie sostenibili sotto forma di viaggi di volontariato in tutto il mondo, ad esempio raccolta di caffè dai contadini in Nepal. Tel. 044 368 65 00, www.helvetas.ch. � Globetrotter: lavoro di volontariato nel mondo intero, ad esempio l’assistenza ai bambini a Goa. Tel. 0848 000 844, www.globetrotter.ch


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viaggi e tempo libero | touring 27 n. 13 | 2 agosto 2013

Usi e costumi | Oltre a cioccolata e orologi, l’immagine della Svizzera include i combattimenti tra mucche, lo jodel e altre tradizioni come la «festa delle pecore».

«Schafscheid»: ossia il ritorno a valle delle greggi dopo l’estate sui pascoli alpini.

foto MySwitzerland.com

«Tschäggättä» è il nome delle spaventose maschere di carnevale nella Lötschental.

Da gioco dei pastori a sport di moda: la lotta svizzera è popolare e fa tendenza.

L

Lotta svizzera e corni delle Alpi

a Svizzera sotto determinati aspetti è proprio un caso unico al mondo. Vi si seguono ancora usi e costumi talmente antichi che tanti non conoscono nemmeno più la loro origine. «Di fronte a un mondo globalizzato, che cambia volto velocemente, anche da parte dei giovani si sente sempre di più il bisogno di un altro mondo, più lento e prevedibile. Quello davanti alla soglia di casa», afferma Heinz Keller di Svizzera Turismo. Da tempo non è più una questione d’età, provenienza o credo politico. Valori come autenticità, tradizione, tranquillità e unicità sono tornati in voga. La prossima Festa federale di lotta svizzera e giochi alpestri a Burgdorf ne è per Heinz Keller l’esempio: al più grande evento sportivo tipicamente svizzero sono attesi ��� ��� visitatori.

Sfruttamento turistico Verosimilmente la tradizione s’inserisce a pennello nello spirito del tempo. «La ricerca di autenticità corrisponde a uno dei pochi trend turistici validi a livello mondiale e le tradizioni lo incarnano in modo perfetto», sottolinea Heinz Keller, che fornisce consigli ai visitatori mediante l’opuscolo «��� Tradizioni e usanze. La vera Svizzera» – sponsorizzato dalla più grande banca svizzera – che indica dove e come si può assistere a questi eventi. Noto persino oltre confine è anche lo spettacolo del combattimento delle mucche in Vallese. Più di �� ��� visitatori ammirano i dieci combattimenti ufficiali delle mucche, mediante i quali gli animali si possono qualificare per la finale ad Aproz. «Queste usanze, ancora vissute concretamente, piacciono», sottolinea Bruno Huggler di Valais/ Wallis Promotion. Egli ricorda anche la scelta di molti turisti di camminare lungo i «Suonen». Questi antichi e stretti canali di irrigazione, che da secoli forniscono di acqua proveniente dai ruscelli dei ghiacciai i prati del Vallese povero di piogge

«non sono solamente usanze – afferma Huggler – perché ancora oggi hanno una loro funzione specifica».

Tradizioni più giovani Tramandare vecchi usi e costumi nella vita quotidiana non è, però, solo legato a un evento con tanti spettatori. Durante le vacanze in montagna nelle regioni cattoliche, all’imbrunire su un alpeggio solitario i turisti possono ascoltare gli alpigiani che cantano la loro «formula magica» per tenere lontani gli spiriti cattivi. Nei paesaggi alpini gli escursionisti possono vivere un’altra tradizione, quando incontrano i contadini che falciano il fieno su ripidi pendii. Gli usi e i costumi viventi non devono nemmeno essere secolari, per essere considerati tali. L’Ufficio federale della cultura ha elaborato un interessante inventario comprendente ��� di queste tradizioni viventi. Ad esempio, il raduno dei motociclisti di Hauenstein («Töfftreff Hauenstein») a Trimbach presso Olten. Al ristorante «Isebähnli», nel periodo da marzo sino a ottobre, ogni giovedì pomeriggio si danno appuntamento centinaia di motociclisti provenienti dalla Svizzera e dai Paesi confinanti. Il celebre raduno esiste «solo» dal ����. In Romandia, invece, esiste la tradizione chiamata «Le promozioni», che segna regolarmente la fine dell’anno scolastico e il passaggio degli allievi da una classe all’altra e che viene festeggiata a Ginevra dal lontano ����. Più tardi questa tradizione ha conquistato anche i cantoni di Friburgo, Neuchâtel e Vaud. Il modo di festeggiare è, però, diverso da un cantone all’altro. A Ginevra, per esempio, gli allievi sfilano in costume attraverso la città. Christian Bützberger

Info Touring www.myswitzerland.com/tradizioni, www.vallese.ch e www.tradizioniviventi.ch

L’arte di emettere suoni da un corno delle Alpi va studiata ed esercitata.

In tante regioni della Svizzera la transumanza attira moltissimi spettatori.

Da 45 anni centinaia di motociclisti si danno appuntamento ogni giovedì a Trimbach.


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viaggi e tempo libero | touring 29 n. 13 | 2 agosto 2013

Ricche mani sugli hotel svizzeri

Vacanze familiari sul mare della Toscana

Gli alberghi di lusso svizzeri sono perle ambite nel portafoglio dei miliardari stranieri. Stavros Niarchos, il leggendario armatore greco nel ���� comprò l’Hotel Kulm di St. Moritz. I suoi figli raddoppiarono nel ���� con il Grand Hotel Kronenhof a Pontresina. Il miliardario tedesco Karl-Heinz Kipp nel suo Hotel Tschuggen ad Arosa ha fatto installare una Spa da sogno ideata dall’architetto ticinese Mario Botta. L’investitore egiziano Hamed El Chiaty nel ���� comprò il Gruppo Steigenberger, con l’ammiraglia Grandhotel Belvédère a Davos. E la lista è ancora molto lunga. I ricchi stranieri non s’interessano agli hotel di lusso svizzeri per ricavarci un guadagno. Da questo punto di vista, da un albergo a cinque stelle si può ottenere poco più di un bilancio in pari. Ma il valore degli immobili in Svizzera, collegato a possibili ammortamenti, è verosimilmente un motivo sufficiente per possedere un albergo di lusso nel nostro Paese.

La Reka offre ai soci del TCS un’offerta speciale nel Villaggio di vacanza Golfo del Sole in Toscana. Per un soggiorno di almeno una settimana nel periodo dal � agosto al �� ottobre ottenete uno sconto del ��� sull’affitto di un appartamento o di un bungalow (i bungalow sono disponibili solo in numero limitato). Il Villaggio di vacanza Reka di Follonica si trova nel bel mezzo di una pineta di ��� ettari posta direttamente sul mare. Nell’infrastruttura sono comprese tra l’altro una piscina riscaldabile, una piscina per bambini, campi da gioco, un minigolf, dei tavoli da ping-pong e ristoranti. Informazioni e prenotazioni sul sito Internet: www.tcs-viaggi.ch/reka. tg

Una gita lungo Danubio e Dordogna

Un piede nel mercato elvetico Horst Rahe, proprietario di una compagnia marittima a Rostock (D) e proprietario anche del gruppo tedesco di alberghi a cinque stelle A-Rosa con resort a Bad Saarow, Travemünde, Kitzbühel e sull’Isola di Sylt, così come l’Hotel Paradies a Ftan, indica un motivo ulteriore: «L’Hotel Paradies a Ftan è importante per il mio gruppo alberghiero in Germania, per essere rappresentati sul mercato svizzero, che per noi costituisce un mercato strategico. Nel settore alberghiero calcoliamo il risultato totale di tutte le strutture, non solo delle singole», spiega

Horst Rahe. Nell’Hotel Paradies, con �� tra suite e camere, la padrona di casa Meike Bambach offre ai suoi ospiti un perfetto luogo di ritiro con tutte le comodità. Con oltre ��� dipinti e opere grafiche di artisti grigionesi, il Paradies (www.paradieshotel.ch) è anche un punto d’incontro e di scambio culturale nella Bassa Engadina. E con la Chasa da Fö lo chef Martin Pöschel gestisce la scuola di cucina più alta di tutta Europa. Christian Bützberger

Con le sue creazioni lo chef Martin Pöschel regala esperienze culinarie indimenticabili agli ospiti del «Paradies» a Ftan.

Tra le offerte di gite individuali proposte da Eurotrek si trovano due programmi di otto giorni, che conducono lungo il Danubio e la Dordogna. L’itinerario va da Sarlat a St. Léon-sur-Vézère, passando da castelli e villaggi medievali, e termina con la visita della ricostruzione delle note grotte di Lascaux. Anche Wachau ha il suo charme: una regione della Bassa Austria tra Melk e Krems. Con lo splendido paesaggio fluviale fatto di rocce ripide e colline morbide, si presta alla perfezione per una gita a piedi. Programma, prezzi e prenotazione: www.tcsviaggi.ch/vacanze-attive. tg

Accoglienza

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Oasi di benessere sul Lago di Hallwil Nel 1975 Walter Suhner comprò del terreno direttamente sulle sponde del Lago di Hallwil (Canton Argovia) e due anni più tardi inaugurò il «Seerose», un ristorante divenuto ben presto una meta ambita dagli escursionisti. Il figlio Felix nel 1994 prese la gestione della struttura con l’idea di ampliarlo. Ha cominciato costruendo «Elements», una casa con 42 camere e sale conferenze, ed ha concluso di recente il suo progetto con il «Cocon», 30 junior suite e due Spa suite così come sale conferenze. Gli ospiti potranno anche rilassarsi nella nuova Thai Spa di oltre 1000 m2. Assieme al ristorante «Samui-Thai» Felix Suhner offre nel suo Resort & Spa trattamenti tailandesi di altissimo livello. Il tutto incorniciato da un magnifico parco confinante con una riserva naturale, inclusa la palafitta Seerose-Erlenhölzli, patrimonio culturale dell’Unesco. Il 96% del territorio attorno al Lago di Hallwil è dichiarato zona a protezione speciale, dunque non edificabile, e si può passeggiare perlopiù direttamente sulle sponde del lago. Bü

Una delle 30 lussuose junior suite nel nuovo «Cocon». I prezzi delle camere nel «Seerose» a Meisterschwanden partono da 124 fr., tel. 056 676 68 68, www.seerose.ch.


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club e soci | touring 31 n. 13 | 2 agosto 2013

Beat Eschler | Il luogo di residenza e di lavoro di Beat Eschler, 61enne direttore del campeggio del TCS «Fanel» a Gampelen (BE), non potrebbe essere più bello: all’interno di una riserva naturale direttamente sul Lago di Neuchâtel.

«Sempre a disposizione»

D

egli attuali �� campeggi del TCS, lui è a capo del più grande con ��� posti da ormai �� anni: Beat Eschler, direttore del camping «Fanel» a Gampelen, nel Canton Berna. Cosa ha spinto questo pasticciere di formazione a diventare il «custode del campo»? La risposta di Eschler: «Il motivo allora erano soprattutto le prospettive finanziarie non rosee della mia professione. Ho lavorato per alcuni anni all’estero e nei fine settimana ho fatto il taxista, fino a che nel ���� ho cominciato a lavorare, più o meno per caso, nel campeggio TCS di Gwatt, presso Thun». Il suo lavoro lo svolgeva talmente bene che il TCS si è accorto del giovane e gli ha offerto la direzione del «Fanel» a Gampelen, una funzione che esercita tuttora con grande impegno e successo.

Un vero tuttofare Sono l’autonomia quasi sconfinata e le molteplici sfaccettature del lavoro ad affascinare ancora oggi Beat Eschler. «Chi in estate dà molta importanza al tempo libero, non è la persona adatta per fare il direttore di un campeggio», dice smitizzando l’immagine spensierata di questa professione. In realtà in alta stagione si richiede la presenza praticamente �� ore su �� del direttore del campeggio e della moglie Madlen. Per questa coppia una giornata di lavoro inizia alle � e termina spesso alle ��. Quando si chiede a Beat Eschler di descrivere una sua giornata di lavoro tipica in alta stagione, lui ride: «Nei mesi di luglio e agosto non è possibile programmare una giornata». Ma circa l’��� del tempo lo trascorre in ufficio, in particolare alla ricezione, dove può accogliere personalmente gli ospiti e mostrar loro il posto assegnato. «In alta stagione vado il mattino presto in ufficio per sbrigare i lavori sia amministrativi che manuali: arrivi e partenze, fatture, pulizie, riparazioni, tagliare l’erba, e altre incombenze che non richiedono l’intervento di uno specialista». Ciò che non può fare lui lo lascia ad altri. Il tiro con l’arco durante le animazioni, però lo fa lui personalmente, per-

ché ci deve anche essere spazio per un po’ di divertimento…

Qualche chiacchiera con tutti In estate non sono molte le occasioni per intrattenersi con gli ospiti, «ma cerco sempre di scambiare quattro chiacchiere con la gente», spiega il direttore del campeggio. La sera alle �� Eschler compie l’ultimo giro di controllo e quando molti giovani si intrattengono fuori e rischia di diventare una situazione troppo rumorosa, il direttore assiste il guardiano di notte sino a ben oltre la mezzanotte. I coniugi Eschler abitano in un pittoresco chalet sull’area del campeggio. In questo modo può capitare che alle �,�� di notte qualcuno suoni il campanello perché un ospite ha bisogno urgentemente di un medico. «Per i casi di emergenza ci devo essere, non importa a che ora», afferma l’appassionato «custode del campo». Peter Widmer

Ritratti TCS-Porträt TCS Beat Eschler Patrick Strössler Direttore Leiter E-BuCampeggio siness TCS «Fanel», Gampelen

BOTTA E RISPOSTA Lei lavora sempre per gente che sta vivendo un periodo di vacanza. Come trascorre il tempo libero? Nel mio tempo libero durante la settimana cerco la tranquillità, la possibilità di isolarmi nella natura facendo jogging o andando in bici. Se potesse andare indietro nel tempo, cosa farebbe di diverso? Sceglierei ancora di fare il direttore di campeggio. Sono felice di aver deciso presto di farlo. Come sarà il campeggio di Gampelen fra 30 anni? Non cambierà la sua forma di base. Dato che il camping è circondato dalla riserva naturale e dall’area protetta per uccelli «Fanel» è sottoposto a severe norme ambientali.

Info Touring Dettagli sul campeggio TCS «Fanel» di Gampelen: www.campingtcs.ch

«Per il mio lavoro è un vantaggio disporre di qualche abilità manuale…»

Beat Eschler è un direttore di campeggio per passione. In alta stagione ha dieci collaboratori a tempo parziale.


32 touring | club e soci n. 13 | 2 agosto 2013

9:10 Preparazione del volo a Montpellier: il comandante Patrick Martin (a destra) e lo specialista paramedico Gerhard Scheibe.

7:00 Rimpatrio sanitario | Un socio feritosi gravemente in vacanza è stato trasportato con un jet di TCS Ambulance da Montpellier in Francia a Berna e poi trasferito in ambulanza a Friburgo. Reportage: Heinz W. Müller

«Sono tanto grato al TCS di poter tornare a casa»

N

egli occhi del paziente si può intravvedere una luce nuova. «Che bello, il TCS mi riporta a casa», afferma il ��enne Philippe Ménétrey con un sorriso di sollievo. Da quasi un mese giace in una buia stanza del reparto di cure intensive della clinica universitaria di Montpellier, nel sud della Francia. In un incidente avvenuto durante un’attività del tempo libero si è procurato alcune ferite gravi, che lo hanno costretto in coma artificiale per diverse settimane. Il suo rimpatrio ha incontrato talmente tanti ostacoli che la famiglia dell’assicurato ETI, ormai sull’orlo di una crisi di nervi, si è rivolta al TCS. Senza perder tempo con la burocrazia, il club ha deciso che l’indebolito socio non poteva essere

riportato a casa con un’ambulanza bensì con un jet di TCS Ambulance. Ora i sanitari di Alpine Air Ambulance (AAA) e del TCS sono accanto al letto del friburghese: il soccorritore AAA Gerhard Scheibe (�� anni) specializzato in medicina intensiva e Grégoire Morel (��), medico dell’equipe ETI Med nella sede TCS a Ginevra, si occupano del paziente e lo preparano per affrontare il viaggio di ritorno.

Dall’ospedale all’aereo Questa grande attenzione lo fa sentire già molto meglio: «Sono proprio grato di poter tornare a casa», sospira Philippe Ménétrey. Assieme al personale dell’ambulanza avviene il passaggio dal letto di ospedale alla lettiga del jet sanitario. Dopo uno scambio di diagnosi con i colleghi

15:50 Grazie al TCS e alla sua squadra di professionisti, il paziente è giunto senza stress all’ospedale cantonale di Friburgo. Il saluto di un locale operatore sanitario.

francesi, tutto è filato via liscio: l’ambulanza locale con sirena e luce blu attraversa Montpellier sino all’aeroporto. Qui si deve passare anche un controllo di sicurezza, per cui c’è bisogno di un passaporto o una carta d’identità (v. box). L’equipaggio del Cessna Citation HBVMX, soprattutto l’esperto comandante Patrick Martin (�� anni), dà una mano per collocare in cabina la lettiga con il paziente. Non appena è a bordo in modo comodo e sicuro, il soccorritore specialista Scheibe si occupa del suo ospite: prima di tutto controllando gli apparecchi di monitoraggio e la flebo al braccio, che ha messo nuova all’ospedale. Allo stesso modo anche il medico Morel sorveglia che tutto sia a posto e scambia quattro parole con il romando ferito allo scopo di


club e soci | touring 33 n. 13 | 2 agosto 2013

11:00 Gerhard Scheibe e Grégoire Morel sono motivati al massimo. A Montpellier arriva l’ambulanza locale.

12:10 metterlo a suo agio prima del decollo. Ma Philippe Ménétrey si rivela un paziente non problematico e coraggioso. Pur sotto l’influsso del mistral, il decollo è stato morbido e altrettanto il volo nonostante le turbolenze previste dai meteorologi. Per riguardo del ferito, l’aeroambulanza vola più bassa del solito.

Verso l’aeroporto di Belp A questo punto è quasi fatta: Ménétrey respira a fondo ed è finalmente felice del sicuro rientro a casa. E non smette di lodare il TCS e il suo servizio. Non ha perso il buonumore nonostante l’evento drammatico, che ora sta superando lentamen-

«Così come mio padre, anch’io sono socio del TCS da sempre» te: «Così come mio padre, anch’io sono socio del TCS da sempre; ma sinora avevo solo pagato senza mai godere del servizio». Un’ora più tardi l’aereo atterra a Berna-Belp. Qui è già in attesa un’ambulanza targata Canton Friburgo: la patria di Philippe Ménétrey non è più così lontana. Tre quarti d’ora dopo l’autolettiga raggiunge l’ospedale cantonale fribur-

Dov’è il passaporto? Non è stata un’operazione scontata quella che la squadra di AAA/TCS ha messo in atto per recuperare il passaporto di Philippe Ménétrey, dato che i sanitari francesi avevano già rinviato i documenti in Svizzera. Il TCS ha fatto sì che il passaporto, in possesso della famiglia, venisse trasferito da Friburgo a Zurigo, in modo da essere portato a Montpellier a bordo del jet. I soci del TCS in difficoltà non dovrebbero in alcun caso consegnare i propri documenti e dovrebbero registrarli anche digitalmente su Internet.

ghese. Dopo una breve procedura di consegna, il socio del TCS è già accomodato nel letto di ospedale. Mentre il medico del TCS rientra nella Svizzera romanda, il soccorritore specialista Gerhard Scheibe assieme all’autolettiga torna a BernaBelp. Poco tempo dopo, il jet decolla per rientrare alla sua base di Zurigo. Per la prossima missione non deve attendere molto: si torna al Sud, per l’esattezza in � Sicilia.

15:00

14:15

L’ambulanza aspetta direttamente sulla pista davanti all’aeromobile e trasporta Philippe Ménétrey immediatamente a Friburgo.

Durante il volo, gli specialisti di AAA e TCS assistono il titolare del Libretto ETI. Un’ora più tardi il jet atterra a Berna e il paziente viene trasbordato.

Nel corridoio della clinica universitaria. Sull’intelaiatura della porta c’è lo schizzo con le informazioni sulle ferite del paziente.

12:50

Il paziente viene preparato per la trasferta e poi a bordo dell’ambulanza con i lampeggianti blu è trasportato all’aeroporto.


34 touring | club e soci

Sascha Laue

n. 13 | 2 agosto 2013

Anche in futuro AAA potrà svolgere voli di salvataggio nel Canton Argovia con l’elicottero del TCS.

Con la Alpine Air Ambulance (AAA) il TCS procede ai rimpatri dei titolari del Libretto ETI. E nel Canton Argovia ora vengono effettuati anche voli di pronto soccorso. Il club può contare su standard di massima qualità.

«Noi puntiamo sulla qualità» Il Canton Argovia ha confermato l’inserimento del TCS e della sua partecipata Alpine Air Ambulance (AAA) nel dispositivo di soccorso cantonale. Cosa ci dice in merito? Peter Goetschi: La strategia del Touring Club Svizzero resta orientata ai trasporti secondari, ciò vuol dire sui rimpatri e i trasferimenti in ospedale dei titolari del Libretto ETI. Da questa primavera l’elicottero stazionato a Birrfeld è disponibile anche per missioni di salvataggio, dato che è stato inserito nei servizi di soccorso del Canton Argovia. La decisione del Cantone non significa nient’altro che questo elicottero può continuare a venire impiegato dalla centrale d’intervento del numero telefonico ��� di Argovia, quando si tratta di salvare delle vite. Il TCS vuole dunque puntare prioritariamente sulle attività di salvataggio? No. Ci concentriamo chiaramente come finora sul settore secondario. In tal senso l’elicottero a Birrfeld ha il preciso compito di procedere ai trasporti secondari, in particolare ai rimpatri dall’estero. Ma grazie al suo equipaggiamento può essere impiegato anche dalla centrale d’intervento argoviese del ���, quando il velivolo è disponibile e vicino alla persona da soccorrere. Vedo questa possibilità piut-

tosto come un completamento dei mezzi di salvataggio argoviesi e in alcun modo come una concorrenza alla Guardia aerea svizzera di soccorso (Rega). Nel Canton Argovia non ci sono, infatti, altre basi di elicotteri di salvataggio.

Peter Goetschi, presidente centrale del Touring Club Svizzero

«Il TCS soddisfa tutti gli standard e punta alla massima qualità»

Quali sono gli obiettivi del TCS attraverso la società Alpine Air Ambulance? Da �� anni, tramite il Libretto ETI, il Touring Club Svizzero presta aiuto ai suoi soci che si trovano in difficoltà, che si ammalano oppure che si infortunano. Ogni anno rimpatriamo in Svizzera dall’estero circa ��� titolari ETI. Dopo che in passato abbiamo svolto questa prestazione con differenti partner, ci siamo decisi ad effettuarla in proprio tramite la compagnia di aerosoccorso Alpine Air Ambulance (AAA), fondata assieme al gruppo Lions Air. In tal modo possiamo, secondo la disponibilità, proporre tali prestazioni con unico interlocutore, grazie al jet-ambulanza e all’elicottero del TCS oppure alle autoambulanze del club. Così possiamo agire con efficienza ed essere più vicini ai titolari del Libretto ETI. AAA soddisfa tutti gli standard? Sì, sulla qualità non facciamo concessioni. AAA dispone delle competenze e delle

autorizzazioni necessarie. L’elicottero del TCS soddisfa tutti gli standard cantonali, nazionali e internazionali.

E per quanto riguarda la qualità dei rimpatri sanitari e dei voli di salvataggio? Il Touring Club Svizzero dispone sia al suo interno che all’esterno, tramite AAA, di tutte le competenze indispensabili per compiere rimpatri per motivi medici come pure missioni primarie su mandato della centrale d’intervento argoviese del ���. Grazie alla cooperazione con la Clinica Hirslanden di Zurigo, specializzata in medicina d’urgenza, viene garantita la qualità delle prestazioni mediche. Così, durante le operazioni di soccorso sull’elicottero volano medici specialisti e primari, poiché noi assegniamo grandissima importanza alla qualità delle cure. Molti, tuttavia, non sono sicuri su chi paga i costi di salvataggio? I costi degli interventi di salvataggio in Svizzera sono da sempre presi a carico dalle assicurazioni malattia o infortuni. Se eccezionalmente un caso non fosse coperto, AAA si assume i costi. Non piantiamo in asso nessuna persona da soccorrere né la sua cerchia familiare. Intervista: fm


club e soci | touring 35 n. 13 | 2 agosto 2013

Farsi capire in tutto il mondo per mezzo di segni e disegni

La Patrouille TCS soccorre anche la super tecnologica Tesla Ennesimo riconoscimento per la Patrouille TCS. Di recente Tesla, la marca californiana di potenti auto elettriche (www.teslamotors.com), ha stipulato un contratto per ricevere l’assistenza stradale del TCS per le sue vetture che rimangono in panne in Svizzera e Liechtenstein. Si tratta di un vero e proprio tributo alla professionalità dei pattugliatori del club anche per quanto riguarda questo tipo di veicoli, dato che Tesla produce macchine elettriche lussuose, come il modello «S» (da �� ��� fr.) che esige un’elevatissima competenza tecnica. Il TCS, con i suoi partner di ARC Europe, ha ottenuto il mandato imponendosi sulla concorrenza nel quadro di un concorso pubblico. L’assistenza stradale copre la serie di modelli Tesla Roadster fino a � anni o �� ��� km e del modello S fino a � anni o �� ��� km. tg

Dopo le grandi vacanze estive delle famiglie, molti stanno preparando un viaggio verso mete più esotiche, magari negli angoli più sperduti della Terra alla ricerca di qualche oasi poco battuta dal turismo di massa. Ma chi saprebbe chiedere in lingua hindi la strada per la farmacia più vicina oppure spiegare a un tassista di una remota provincia cinese che si vuole andare alla stazione del treno? Per trarvi d’impaccio da situazioni del genere, il Touring Club Svizzero ha appena pubblicato «La guida linguistica illustrata», ossia come farsi capire in tutto il mondo grazie a semplici immagini di oggetti d’uso comune, cibi e situazioni. Il volumetto tascabile contiene infatti ���� simboli universali, che vi consentiranno di comunicare ovunque senza ricorrere alle parole. Si può ordinare gratuitamente la guida al sito www.eti.tcs.ch (rubrica: Compagno di viaggio). Vi si può richiedere anche la «Guida di viaggio TCS», un valido aiuto sia nelle situazioni d’emergenza sia durante la preparazione del viaggio. ac

foto ICOON, TCS, ald

Esempi delle illustrazioni contenute nella nuova guida tascabile del TCS. Grazie a 2000 tra simboli, disegni e foto riguardanti ogni aspetto della vita quotidiana, ci si potrà far capire in ogni angolo del pianeta.

Per riparare le vetture Tesla c’è bisogno di grande competenza tecnica.

TCS Societariato

www.tcs.ch

Motorizzati (automobilisti e motociclisti) a seconda della Sezione e pro rata TCS Tessera partner/giovani Fr. ��.– Non motorizzati Fr. ��.– Cooldown Club membercard Fr. ��.– Ciclisti (con TCS Velo Assistance Casco 2000) Fr. ��.– Juniores (con TCS Velo Assistance Casco 2000) a seconda della Sezione Quota per socio campeggiatore TCS (solo se già socio motorizzato o non motorizzato) Fr. ��.– (camping club AG: + Fr. 7.–; ZH: + Fr. 5.–) TCS Libretto ETI

���.– ��.– ��.– ��.– ��.– ��.– ��.– ��.–

www.tcs.ch/azienda

Per veicoli aziendali Soccorso stradale da Protezione giuridica circolazione da TCS Card Assistance

Fr. Fr. Fr. Fr. Fr. Fr. Fr. Fr.

Fr. ���.– Fr. ���.–

www.cardassistance.tcs.ch

per tutta la famiglia Fr. ��.– 20% di sconto per i titolari del Libretto ETI

Carte di credito TCS

telefono 0844 888 111 o www.tcs.ch TCS Protezione giuridica

www.eti.ch

Informare sempre prima ETI! Europa motorizzato «Famiglia» Europa motorizzato «Individuale» Europa non motorizzato «Famiglia» Europa non motorizzato «Individuale» Estensione Mondo «Famiglia» Estensione Mondo «Individuale» Spese di cura Europa Spese di cura fuori Europa TCS Carta Aziendale

Prezzi e prestazioni TCS

Club servizi

www.tcs-protezione-giuridica.ch TCS Assicurazione protezione giuridica Circolazione «Famiglia» Fr. ��.– «Individuale» Fr. ��.– Privata senza sottoscrivere la Circolazione «Famiglia» Fr. ���.– «Individuale» Fr. ���.– Privata con Circolazione già sottoscritta «Famiglia» Fr. ���.– «Individuale» Fr. ���.– Immobili Fr. ��.–

www.mastercard.tcs.ch

TCS MasterCard Gold Fr. ���.–* TCS MasterCard Fr. ��.–* TCS MasterCard Load&Go Fr. ��.–* TCS MasterCard COOLDOWN CLUB Fr. �.– * Nessuna commissione annuale per il 1° anno Infotech

www.infotechtcs.ch

Il TCS sottopone a test veicoli ed accessori e mette a disposizione dei soci informazioni raccolte e redatte in modo competente e neutrale. TCS Training&Events

www.training-events.ch

Sconti sui prezzi dei corsi di perfezionamento di guida nei centri di Lignières, Plantin, Betzholz, Stockental, Derendingen ed Emmen. Formazione in due fasi

www.2fasi.tcs.ch

TCS Assicurazione auto

Corsi obbligatori per la licenza di condurre.

www.tcs-assicurazione-auto.ch Responsabilità civile, casco parziale, casco collisione, capitale incidente, protezione del bonus, danni di parcheggio 0800 801 000

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Assicurazioni due ruote www.assistancetcs.ch TCS Velo Assistance con assistenza e casco fino a Fr. ����.– copertura casco fino a Fr. ����.– copertura casco fino a Fr. ����.– TCS Moto Assistance (soccorso stradale e assistenza) Ai motociclisti in Svizzera e all’estero * prezzi soci TCS

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Viaggi e tempo libero

TCS Hotels Schloss Ragaz, Bad Ragaz www.hotelschlossragaz.ch Bellavista, Vira Gambarogno www.hotelbellavista.ch Ciclo e svago tcs

www.viaggi-tcs.ch www.campingtcs.ch 058  827  25  20 081  303  77  77 091  795  11  15 www.bici.tcs.ch



la pagina dei lettori | touring 37 n. 13 | 2 agosto 2013

LA DOMANDA

«Di solito un’auto con motore diesel costa più di una a benzina. Un tempo ciò si giustificava con la ristretta produzione, ma perché ancora oggi è più cara?» F. B. di U.

Avete una domanda per un esperto del TCS? Inviatela per posta a: TCS, Redazione «Touring», Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna o per e-mail a touring@tcs.ch.

M

olti costruttori affermano che lo sviluppo e la produzione di un motore diesel è più complesso e dunque più costoso di uno a benzina. Infatti, sui moderni diesel vengono, tra l’altro, utilizzate pompe dell’iniezione ed iniettori tecnicamente molto complessi, come pure sistemi di trattamento dei gas di scarico particolarmente complicati. D’altra parte, le differenze di prezzo tra un modello a diesel ed uno a benzina sono talmente vistose che questo non si spiega soltanto con la complessità tecnologica. Per quanto riguarda molti costruttori, anche le vendite promozionali potrebbero recitare un ruolo. Da un lato, con la struttura dei prezzi i produttori possono venire incontro alla mentalità dei clienti e posizionarsi rispetto alla concorrenza. Dall’altro, essi vogliono evitare che una serie di modelli diventi meno cara,

nonostante questo sia oggi possibile grazie alla diminuzione dei costi di produzione. Ciò, infatti, farebbe scendere il valore anche dei veicoli già in possesso dei clienti. Si suggerisce, allora, che un diesel conviene quasi sempre. Un altro buon argomento di vendita è il minor consumo. Ma sotto l’aspetto puramente economico, molti automobilisti comprano un veicolo diesel nonostante che il sovraprezzo non potrà mai essere ammortizzato. A questo si aggiunge il fatto che l’immagine di un’auto con motore diesel è cambiata: prima era considerata un’«anatra zoppa», benché durasse a lungo, ma nel frattempo sono arrivate serie di modelli che sono state celebrate per i loro propulsori diesel particolarmente potenti. E chiunque abbia familiarità con le caratteristiche del diesel non vorrà più rinunciare alla sua tipica muscolosa coppia.

l’esperto TCS Bernhard Schwab Consulenza mobilità

colo (��–�� km/h). Su questo tratto – il mio percorso casa-lavoro – è permesso circolare a �� km/h. Come mai non ho mai letto di una «lumaca» che è stata multata perché ha imposto il suo stile di guida agli altri? Chris Kohlbrenner (@)

Errata corrige «Touring» 12/2013, pagina 4

Nell’articolo «Supermercati per automobilisti» vi è un errore: il nuovo supermercato Drive di Allaman appartiene a Coop, non a LeShop. La Redazione

Un grande grazie al TCS

Meglio scattare foto Per stabilire chi, come, dove ed eventualmente a che velocità si circolava al momento dell’incidente, dovrebbero venire fotografati tutti i dettagli sul luogo del sinistro, quali segni di frenata dei pneumatici, pezzi di carrozzeria e danni sulla carreggiata. Con le fotocamere odierne è un gioco da ragazzi e si giustifica anche in presenza di un rapporto di polizia. Da questo materiale fotografico, in caso di dubbio un esperto può ricavare dettagli importanti. Max Lindenmann (@)

Il servizio è compreso «Touring» 11/2013

Mi sono arrabbiata per l’articolo «Prudenza col pieno di diesel». Mio marito gestisce una stazione di benzina indipendente, con servizio compreso, un’offerta ormai sempre meno diffusa. I conducenti che hanno problemi a camminare o si trovano addirittura su una sedia a rotelle lo apprezzano in modo particolare. Mio marito si rifornisce di diesel e benzina da fornitori che hanno tra i clienti anche distributori di marca. I gestori indipendenti con servizio compreso non possono competere

TCS

«Touring» 11/2013

Una lettrice sottolinea il servizio fornito da alcuni distributori indipendenti, benché più cari delle grandi marche. sui prezzi con i distributori delle grandi marche fornite di negozio, dato che devono pagare anche uno stipendio all’addetto alla pompa e non possono comprare il carburante in grandi quantità come i concorrenti. Renate André (@)

Colpa delle «lumache»? «Touring» 12/2013, il consulente

Trova conferma la regola secondo cui «davanti a ogni pirata della strada circola una lumaca». Nell’articolo viene addirittura indicata la velocità mantenuta dalla conducente che precedeva il vei-

touring Scriveteci!

Desidero ringraziare il TCS per il grande aiuto che mi ha concesso. Mia moglie ed io ci siamo infortunati gravemente a Tenerife. Il rientro in Svizzera l’ho dovuto compiere su una sedia a rotelle. In seguito sono rimasto diverse settimane in cura all’Ospedale Bethesda di Basilea. Due difficili operazioni mi hanno tenuto inchiodato al letto. A metà giugno ho telefonato al TCS con la preghiera di trasferirmi in Vallese, dove vivo. «Veniamo a prenderla e la riportiamo a casa», è stata la risposta. Promessa mantenuta. Per questo adesso ringrazio il club. Werner Weidmann, Ernen Per questa rubrica valgono alcune regole: più breve è la lettera, maggiore è la probabilità che venga pubblicata; la redazione si riserva di apportare eventuali tagli e non tiene corrispondenza. È possibile inviare le lettere per e-mail: touring@tcs.ch. Le lettere dei lettori vengono pubblicate anche nell’edizione online di «Touring» (www.touring.ch).

touring impressum Giornale del Touring Club Svizzero (TCS). Redazione: Felix Maurhofer (fm, caporedattore); vice caporedattore: Heinz W. Müller (hwm); vice caporedattore: Marc-Olivier Herren (MOH); Christian Bützberger (Bü), Antonio Campagnuolo (ac), Jacques-Olivier Pidoux (jop), Nadia Rambaldi (nr), Peter Widmer (wi). Grafica: Andreas Waber (caposervizio), Stephan Kneubühl, Mathias Wyssenbach. Assistenti di redazione: Michela Ferrari (i), Sylvie Fallot (f), Oliver Marti (t), Irene Mikovcic-Christen (assistente caporedattore). Corrispondenza: Redazione Touring, Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna, tel. 058 827 35 00, fax 058 827 50 25. E-mail: touring@tcs.ch. Editore: Touring Club Svizzero, cp 820, 1214 Vernier (GE). Tiratura: edizione italiana: 83 141, totale: 1 325 035. Editoria/marketing: Reto Kammermann (responsabile), Nadia Arboit. Pubblicità: Publicitas Publimag SA, Seilerstrasse 8, 3011 Berna, tel. 031 387 21 16, fax 031 387 21 00. Produzione: St. Galler Tagblatt AG, CIL Centre d’impression Lausanne SA. Cambiamenti d’indirizzo: indicando il numero di socio, alla Sede centrale del TCS, cp 820, 1214 Vernier; tel. 0844 888 111; e-mail: service@tcs.ch. Abbonamento: compreso nella quota sociale annua. «Touring» è pubblicato 20 volte l’anno. Si declina ogni responsabilità per manoscritti e altri lavori non richiesti.


38 touring | l’incontro n. 13 | 2 agosto 2013

Il giovane direttore di un’«orchestra dell’aria» Simon Billeter è il nuovo leader della Patrouille Suisse. Come vi è arrivato e come si sente quando in cielo guida i suoi colleghi di acrobazie. Il capitano Simon Billeter («Billy»), 37 anni, è pilota professionista di F/A-18 dell’aviazione militare e abita con la famiglia a Knonau (ZH).

E adesso è il pilota leader. Quali sono i suoi compiti? Io volo davanti, in un certo senso sono il direttore e faccio in modo che il programma aereo si svolga proprio direttamente davanti al pubblico. Do anche i comandi per i cambi di figure, dico quando la scia di fumo va inserita o disinserita, in definitiva sono responsabile a terra e in cielo per l’intero volo. Quali sono le sfide specifiche? Dobbiamo fornire in un tempo determinato in un luogo determinato una rappresentazione estremamente precisa. È come a teatro, quando il sipario si alza non si può più tornare indietro. Con quale frequenza si esercita la pattuglia aerea svizzera? In primavera a Emmen si tiene un corso d’allenamento di due settimane, poi ci esercitiamo ogni lunedì durante otto settimane, finché non esordiamo al primo show aereo. Complessivamente, dunque, prima dei nostri spettacoli ci esercitiamo tra le �� e le �� volte. La paura vola con voi? No, sarebbe al posto sbagliato. Ci vuole sicuramente un certo rispetto. Dapprima dobbiamo poterci fidare completamente uno dell’altro. Specie coloro che volano dietro di me non hanno assolutamente il tempo di guardare fuori dalla cabina di pilotaggio per verificare l’altitudine e la velocità. Possono concentrarsi completamente su di me e farmi fiducia. In questo contesto, la paura sarebbe fuoriluogo.

«Paura no, ma un certo rispetto ci vuole sicuramente» Cosa succederà quando il Tiger che adesso vola con la Patrouille andrà in pensione? Questo lo dovranno decidere le autorità politiche assieme ai capi dell’esercito e dell’aviazione. In linea di principio, il programma può essere svolto anche con un altro jet, che sia un F/A-�� o uno dei Gripen di cui si discute attualmente. Noi stessi siamo curiosi di sapere finalmente con quale tipo di velivolo tracceremo le nostre evoluzioni in cielo.

Heinz W. Müller

Come si diventa membro della prestigiosa Patrouille Suisse? Simon Billeter: Sono un pilota militare professionista e volo con gli aerei da caccia F/A-�� nell’��a squadriglia dell’aviazione svizzera. Quando i piloti della pattuglia acrobatica cercano un nuovo membro, si rivolgono ad un pilota che ha già una certa esperienza con gli F/A-��. Non ci si può autocandidare a far parte della Patrouille Suisse, anche i capi non hanno alcun influsso, ma si viene contattati dalla squadriglia esistente. È andata così anche per me.

Come trova l’equilibrio per questo lavoro stressante? Ognuno deve fare attenzione ai tempi di recupero e di compensazione, per riuscire ad avere sufficienti pause e giorni liberi o di ferie; infatti siamo spesso in servizio durante i finesettimana. Lo sport, stare con i familiari, incontrare amici e viaggiare sono delle buone occasioni di recupero. Intervista: Heinz W. Müller


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