touring
21 agosto 2014 www.touring.ch GAA 1214 Vernier
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2014
Il giornale della mobilità
Tecnologia apprezzata
Tocco elvetico in ogni vettura
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Forma di mobilità
Progetto pilota Caki-Bike 14 Famiglia von Grünigen
Il camping come lezione di vita 26 36
Quiz & concorsi: un soggiorno spa, uno smartphone e un Surface Pro
16 Test Mini Cooper D L’auto culto riceve un nuovo motore diesel a tre cilindri.
20 Passeggiare a Maiorca Gustare lentamente la natura e alla sera relax nelle finca.
32 Nuova professione Operatori di comunicazione con la clientela.
500 MUSICISTI NELLA MAGICA CORNICE DELL’ARENA ROMANA
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editoriale e sommario | touring
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n. 14 | 21 agosto 2014
La Svizzera che produceva automobili
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l tema centrale sul quale ci concentriamo in questo numero sono i fornitori svizzeri dell’industria automobilistica. Questi ultimi rappresentano un fattore economico non indifferente e un datore di lavoro importante nel nostro Paese. In più danno un notevole contributo innovativo all’industria automobilistica. Purtroppo, ci si dimentica facilmente che in Svizzera una volta esistevano oltre 90 costruttori di auto, la maggior parte dei quali sono spariti dalla faccia della terra dopo la Seconda Guerra Mondiale. In questa edizione approfondiamo anche questo tema. Nonostante ciò desidero anticiparvi alcune chicche. Ogni svizzero di una certa età si può di certo ricordare dell’autopostale Saurer e dei camion
touring
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attualità 4
campeggio
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Pagaiare in piedi sul lago: svago e attività sportiva alla moda. Il consulente: danni da grandine, far riparare l’auto o liquidazione? Le famiglie moderne si spostano ora in Caki-Bike.
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Test Mini Cooper D, una nuova generazione tra retrò e moderno. Formula 1 e autovetture di serie: sinergie tra gare e produzione.
Prove e novità 18 Mercedes C 220 Bluetec. 18 Mercedes GLA 250 4Matic.
DOSSIER
La Svizzera, Paese d’auto
foto Pia Neuenschwander, ald
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Uno sguardo dietro le quinte dei fornitori nell’industria automobilistica. Storia svizzera dell’auto: il costruttore Martini, oltre a molti progressi tecnici. Intervista al ticinese Marco Piffaretti che con Protoscar si occupa di prototipi di autovetture sportive.
Foto di copertina: Keystone
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viaggi e tempo libero
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Le vacanze del già campione di sci Mike von Grünigen. Il campeggio TCS a Gordevio, ideale per le varie attività in Ticino. Ritratto del TCS Camping Club di Sciaffusa.
club e soci
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test e tecnica
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Una miscellanea di notizie dal mondo della mobilità.
società e mobilità 13
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militari. Questa ditta di Arbon produsse dal 1897 al 1984 soprattutto veicoli utilitari. Poi la leggendaria Dufaux, con ben 26,4 litri di cilindrata, che registrò il record di velocità di 156,6 km/h. Uno dei veicoli elvetici più di successo fu il Turicum, che però venne prodotto solo in 1000 esemplari. Negli anni Sessanta, grazie alle esclusive Monteverdi, la Svizzera poté profilarsi sul mercato delle auto sportive. I fabbricanti svizzeri di automobili non sono riusciti ad affermarsi, soprattutto perché i grandi marchi all’estero si erano già dapprima concentrati sulla produzione di massa. Un vero peccato per il nostro Paese! Felix Maurhofer, caporedattore
Isola di Maiorca, tra passeggiate e soggiorni in finca. Il Parco Nazionale Svizzero festeggia i cento anni. Norimberga e Bamberga, nuclei storici affascinanti della Franconia.
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Intervista a due impiegate TCS e alla loro formatrice per il mestiere di operatrici in comunicazione.
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prezzi e contatti TCS quiz & concorsi la pagina dei lettori, impressum l’incontro: Christoph Kunz, oro alle Paralimpiadi di Sochi.
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touring | attualità n. 14 | 21 agosto 2014
Vacanze e rischio epatite: la vaccinazione protegge
SONDAGGIO ONLINE
Come va a scuola vostro figlio o figlia?
L’epatite, una malattia che porta ad un’infiammazione del fegato e a volte ad altre complicazioni, è generalmente provocata da un virus, raramente da parassiti. Occorre prevedere che in alcune destinazioni di vacanza il rischio di contrarre l’epatite risulta maggiore. In genere si tratta del tipo B, ma non solo. Le regioni turistiche con un rischio maggiore di contagio sono in particolare Asia, Africa, parte delle Americhe così come il Medio Oriente. Gli agenti patogeni possono essere trasmessi tramite piccoli tagli oppure altre ferite. Anche le incisioni sul corpo e i tatuaggi possono aumentare il rischio.
6%
24% 70%
■ A piedi ■ In auto con i genitori ■ Con i mezzi pubblici
Siringhe sporche sono un’altra via di trasmissione. Spesso il contagio avviene attraverso liquidi corporei a causa di sesso non protetto. Prima di partire per un viaggio all’estero si dovrebbe parlare per tempo con il medico di famiglia sulla possibilità di una vaccinazione contro l’epatite. Un’altra raccomandazione: consumare solamente frutta sbucciata così come pure pietanze cotte. Bere unicamente bibite che sono riempite industrialmente e dunque sigillate. Sono consentiti anche liquidi bolliti. È meglio rinunciare ai cubetti di ghiaccio in tutte le bibite. az
Chi si reca in località con un alto rischio di epatite, dovrebbe fare attenzione anche a ciò che beve e mangia.
La nuova domanda: Avete già trascorso vacanze in campeggio? La vostra opinione ci interessa! Potete partecipare ai nostri sondaggi online pubblicati regolarmente sul sito web www.touring.ch
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Il bus 100% ecologico arriva in Svizzera Il bus TOSA è stato provato sulla linea 5 dei Trasporti pubblici ginevrini con successo. Si ricarica in quindici secondi ad ogni fermata grazie ad un braccio meccanico, inoltre fa il pieno d’energia al capolinea o in garage.
Più automobilisti con le cinture allacciate
Nel Canton Berna e precisamente a Ferenbalm, si possono scoprire delle autentiche case contadine d’altri tempi. Una buona occasione per visitare il museo Althuus, una specie di miniBallenberg approfittando del periodo estivo.
«Touring» su iPad Potete scaricare sul vostro iPad questa edizione di «Touring». La versione per il tablet è arricchita da elementi multimediali quali video, gallerie di immagini oppure collegamenti a Internet.
foto Shutterstock.com, Domaine de Trécord, ald
Escursione estiva al mini-Ballenberg
È una nuova cifra record: sia i conducenti (94%) che i passeggeri anteriori (93%) usano di più le cinture di sicurezza. Lo dimostra il censimento rappresentativo dell’Ufficio prevenzione infortuni (upi) sulla quota di persone che allacciano la cintura. Rispetto all’anno precedente, queste cifre sono aumentate di due punti percentuali raggiungendo così valori record. Anche sui sedili posteriori i pas-
94% Il 94% di tutti gli automobilisti in Svizzera allaccia le cinture di sicurezza.
seggeri allacciano di più le cinture (77%), anche se negli ultimi anni non è riscontrabile un vero e proprio aumento. Questo sondaggio upi mostra un quadro variabile a seconda della regione. L’obbligo d’indossare la cintura davanti, introdotto nel 1981, viene rispettato dal 94 percento dei conducenti nella Svizzera tedesca, dal 90 percento nella Svizzera romanda e dall’83 in Ticino. dno
attualità | touring
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n. 14 | 21 agosto 2014
Lo spettacolo autunnale delle Alpi vodesi
Autoscuola Per la prima volta quattro sezioni TCS della Svizzera centrale – e precisamente Svitto, Uri, Waldstätte e Zugo – hanno svolto assieme il sempre ben apprezzato campo per giovani conducenti in Ticino. 60 partecipanti si sono così preparati in modo ottimale all’esame per ottenere la patente.
Pagare già in Svizzera alcuni pedaggi autostradali esteri In questo modo il viaggio in automobile attraverso Austria e Italia diventa più comodo. Il TCS permette di pianificare il pagamento dei pedaggi autostradali già in Svizzera. In molti punti di contatto del club in tutto il Paese infatti si possono comprare la Viacard italiana oppure il «bollino» autostradale austriaco già prima di partire. Sulle autostrade del nostro vicino orientale ogni veicolo a motore fino a 3,5 tonnellate necessita di un contrassegno. I punti di contatto del TCS propongono i
«bollini» della durata di dieci giorni, due mesi o un anno. Con la Viacard si possono invece pagare le autostrade in Italia. La carta magnetica prepagata può essere utilizzata ad ogni casello come pure ad ogni uscita autostradale. I possessori di queste carte hanno a disposizione delle corsie a loro riservate e dunque il pagamento risulta più veloce. La carta prepagata è disponibile in tre versioni (25, 50 oppure 75 euro) ed è in vendita in alcuni punti di contatto del TCS. dno
Opuscolo: restare mobili nonostante limitazioni fisiche
Il gruppo VW tallona Toyota; miglioramenti anche in coda
In Svizzera ci sono decine di migliaia di persone con limitazioni fisiche permanenti o dovute all’età. Perciò, in collaborazione con la Fondazione svizzera per paraplegici e la Fondazione svizzera per il bambino affetto da paralisi cerebrale, il TCS ha pubblicato l’opuscolo «Mobile senza limiti», che presenta le opzioni per i singoli interessati. Vi invitiamo a leggere anche l’intervista con il vincitore delle Paralimpiadi Christoph Kunz a pagina 38. L’info-guida è disponibile in italiano, francese e tedesco e può essere ordinata gratuitamente (www.infoguida.tcs.ch), scaricata in formato PDF su www.paraplegia.ch oppure ritirata presso i punti di contatto del TCS. dno
L’ambizioso gruppo Volkswagen sembra ben piazzato per togliere lo scettro di primo costruttore automobilistico a Toyota entro fine anno. Nel primo semestre, concedeva solo circa 30 000 veicoli al leader nipponico. Con una produzione già vicina ai 5 milioni di veicoli, le due società sono in ogni caso lanciate al raggiungimento dell’obiettivo di quest’anno: superare l’asticella simbolica dei 10 milioni, una cifra mai vista nel settore automobilistico. Lontano da questo scontro tra titani molto redditizi – anche se qui VW può ancora fare progressi – si notano segni di crescita per Ford Europa e Peugeot-Citroën, ritornati per poco nelle cifre nere. MOH
Nella visita, che viene organizzata dai viticoltori dell’Appellation Ollon, gli interessati scoprono i vigneti, gli stupendi paesaggi e visitano le numerose cantine, in cui possono degustare oltre 100 vini e specialità culinarie – www.vin-ollon.ch. Durante il fine settimana del 20– 22 settembre ha luogo a Gryon il Festival del fungo. Un piacere sopraffino per tutti gli appassionati dei funghi, che setacciano la regione alla ricerca degli esemplari più belli e infine fanno controllare il loro prezioso bottino ai professionisti. Sono previste anche specialità culinarie con funghi e workshop di cucina – www.villarsgryon.ch. Chi pernotta sino al 26 ottobre a Villars, Gryon o Les Diablerets, approfitta della Free Access Card che propone 30 attività e trasporti pubblici gratuiti; chi compie escursioni di un giorno ottiene riduzioni – www.free-access.ch. Bü
L’APP
FARE LA VALIGIA SENZA STRESS GRAZIE A UNA CHECKLIST DA VIAGGIO Nell’eccitazione della partenza, capita spesso di dimenticare a casa importanti effetti personali. E una volta sul posto, che fatica correre nei negozi nella speranza di trovare l’oggetto mancante. Fortunatamente, la speciale applicazione «Checklist vacanze pro» elenca tutti gli oggetti da portare con sé. Essa propone delle liste personalizzate a dipendenza che siate uomo o donna, con o senza bambini, del mezzo di trasporto, della destinazione balneare o invernale. Davvero impossibile dimenticare qualcosa da mettere in valigia. L’app fornisce anche consigli pratici: verificare la validità del passaporto, lasciare le chiavi al vicino, chiudere l’acqua.
Gratuita su App Store, per iPhone, in italiano, francese, tedesco e inglese.
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touring | dossier n. 14 | 21 agosto 2014
Successo dietro le quinte | Non importa se Audi, BMW o Toyota: nel mondo l’industria automobilistica si affida alla tecnologia svizzera. Il settore dei fornitori di componenti per auto è molto apprezzato.
In ogni auto c’è un po’ di tecnologia svizzera
N
ello stabilimento di produzione l’aria è calda e afosa e il rumore spacca i timpani. Non c’è dubbio, qui si fabbrica in grande stile per il mercato mondiale. Anche se in Svizzera ormai non si costruiscono più auto di serie, la piazza di produzione elvetica è importante per l’intero settore automobilistico. «In tutto il mondo una nostra componente è nascosta in quasi ogni auto», afferma con malcelato orgoglio il capo delle finanze di Feintool Thomas Bögli. L’azienda di Lyss, fondata nel 1959, si è concentrata sempre di più e poi completamente sul mercato automobilistico. A Lyss e nel mondo intero i collaboratori sviluppano e producono componenti per il cambio, le cinture di sicurezza, gli airbag o i sedili. Ed è solo l’inizio della lista.
Made in Switzerland Mentre l’industria orologiera svizzera è nota in tutto il mondo, i fornitori di componenti per automobili operano lontano dai riflettori. Il settore comunque non è da sottovalutare, come dimostra uno studio dell’ETH di Zurigo. Ben 24 000 dipendenti in oltre 300 aziende creano un fatturato di 9 miliardi di franchi. Il settore tuttavia mostra un quadro poco unitario: ci sono aziende minuscole accanto a gruppi internazionali, ditte che dedicano solo un reparto all’industria automobilistica e altre invece che si orientano unicamente verso di essa. Anche gli articoli prodotti sono molto diversi tra loro. Le serrature, i tappetini o le minuscole componenti per i motori «Made in Switzerland» hanno comunque qualcosa in comune. Un enorme sapere e un’abilità manuale. E non solo Feintool può vantarsi di mettere la sua tecnologia in quasi ogni
auto. Anche le note imprese Autoneum o Ems-Chemie sono dei fornitori svizzeri di livello mondiale, i cui prodotti sono utilizzati in quasi tutti i veicoli. I requisiti richiesti alle aziende sono alti e la pressione è palpabile. È richiesta la precisione svizzera, una fornitura il più veloce possibile e il tutto a prezzi vantaggiosi. Inoltre i fabbricanti di auto esigono anche delle costose certificazioni delle aziende fornitrici. E nonostante ciò anche le piccole e medie imprese riescono a tener testa al mercato.
Sono necessarie grandi quantità A questo proposito, un esempio è rappresentato dall’impresa Glutz. L’azienda familiare di Soletta è stata fondata nel 1863 e si è specializzata nelle serrature e nelle armature. Dagli anni Settanta, Glutz produce anche componenti per l’industria
automobilistica. «Spesso i nostri prodotti non li forniamo direttamente ai grandi produttori, bensì ai grandi fornitori come Bosch o Thyssen Krupp», spiega il dirigente d’azienda Werner Gertsch. Oggi Glutz ottiene il 57% del suo fatturato nel settore componenti industriali. Così ad esempio a Soletta viene prodotta una piccola puleggia, che permette la tecnica start-stop nei veicoli, un altro prodotto è un meccanismo per la chiusura del tettuccio per i cabriolet di Aston Martin. «Per noi il fatto che non esistono più produttori svizzeri di auto non è uno svantaggio», afferma Gertsch. Questo campo di affari è internazionale e i prodotti vengono forniti nel mondo intero. «I fabbricanti di auto puntano su un miglior rapporto qualità-prezzo, non è dunque necessario cercare un vantaggio producendo localmente», ne è convinto il diri-
Paragone tra forniture auto e industria orologiera (stato 2013)
24000 dipendenti
58000 dipendenti Cifra d’affari:
9 mia. fr.
Cifra d’affari:
22 mia. fr.
Grafico: TCS Visuell, Fonti: swiss CAR/Federazione dell‘industria orologiera svizzera (FH)
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n. 14 | 21 agosto 2014
L’operaio specializzato Steffen Keil da Feintool a Lyss.
gente d’azienda. È richiesta la massima precisione e affidabilità, così come la possibilità di poter produrre e fornire componenti singole in gran quantità. Le aziende interpellate vogliono rimanere fedeli alla Svizzera perché offre molti vantaggi. Nonostante ciò proprio le grandi imprese hanno filiali sparse in tutto il mondo. È importante per essere il più possibile vicino ai clienti. Ciò riguarda anche l’azienda Lantal di Langenthal. L’impresa posizionata in un mercato specialistico di nicchia si è trasformata da filanda di lino fondata nel 1886 a fornitore leader a livello mondiale di tappetini e tessuti per aerei, bus e treni. La ditta di Langenthal ha addirittura arredato anche Air Force One con i suoi tappetini e i rivestimenti dei sedili. E per gli autopostali, Lantal ha anche ideato un proprio tessuto. Ciononostante: «Nel settore automobilistico i requisiti di sicurezza e qualità per i tessuti non sono così severi come nell’industria dei trasporti. Per questo non varrebbe la pena produrre in Svizzera», afferma il portavoce Guido Gander.
foto Dino Nodari, ald
Un sacco di ordinazioni
Molteplicità: dalle serrature ai pezzi del cambio
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Ditta: Glutz Sede centrale: Soletta Anno di fondazione: 1863 Dipendenti: 240/300 (Svizzera/totale) ◾ Prodotti: dalle maniglie delle porte ai sistemi di accesso biometrici e a complesse componenti industriali. ◾ Cifra d’affari: 63 milioni di franchi (2013)
◾ ◾ ◾ ◾
Ditta: Feintool Sede centrale: Lyss Anno di fondazione: 1959 Dipendenti: 350/2000 (Svizzera/totale) ◾ Prodotti: fornitori specializzati di componenti per le auto nel campo della tranciatura fine e della modellazione. ◾ Cifra d’affari: 436 milioni di franchi (2013)
◾ ◾ ◾ ◾
Ditta: Lantal Sede centrale: Langenthal Anno di fondazione: 1886 Dipendenti: 332/373 (Svizzera/totale) ◾ Prodotti: design e produzione di tessuti per aerei, bus e treni così come arredamento interno executive. ◾ Cifra d’affari: 99 milioni di franchi (2013)
I libri delle ordinazioni dei fornitori svizzeri sono di nuovo pieni. E dopo solo cinque anni dall’imprevista e grave crisi dell’euro non è un’ovvietà. Allora il volume di ordinazioni era crollato, ad esempio per Feintool di circa il 30 percento. Ma la situazione è stata di nuovo ribaltata. Nel 2010 sempre Feintool ha registrato un fatturato di 338 milioni di franchi. «Nei prossimi anni prevediamo una crescita di circa il dieci percento l’anno», spiega il responsabile delle finanze di Feintool Thomas Bögli. E a medio termine si punta a un fatturato di 600 milioni. Ma allora perché ci si rende appena conto di questo settore? «Non fabbrichiamo prodotti che il consumatore vede», è la spiegazione di Bögli. E anche questo settore industriale non dispone nemmeno di una potente associazione di categoria. Sarebbe utile anche solo per la visibilità pubblica e gli interessi politici. Data la molteplicità delle aziende, non tutti approfittano della presenza in Svizzera, bensì ne subiscono anche gli svantaggi. Ad esempio quando le materie prime importate rimangono bloccate nottetempo in dogana. Dino Nodari
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TOUR
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21 OTTOBRE 23 / 24 OTTOBRE 25 / 27 OTTOBRE 30 OTTOBRE 31 OTTOBRE 1O NOVEMBRE 5 NOVEMBRE 6 / 7 NOVEMBRE 8 NOVEMBRE
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Storia | Se la Svizzera ha visto una sola avventura imprenditoriale di ampia portata, quella del costruttore Martini, è stata però crocevia di numerosi progressi tecnici.
Svizzera, terra d’innovazione
Coscienza sociale Finiti i tempi dei pionieri, lo spirito innovativo non ha smesso di soffiare sulla Svizzera e di suscitare iniziative audaci. Avendo ereditato nel 1897 l’azienda famigliare di macchinari, il turgoviese Adolph von Martini decide di produrre un prototipo a due cilindri, oltre a due modelli a quattro cilindri con 10 e 16 cavalli. L’esperimento si rivela vincente e così l’avventura continua nel 1903 con la costruzione su licenza di una vettura francese, la Rochet-Schneider. Quello stesso anno, l’azienda viene trasferita sul sito di Saint-Blaise, alle porte di Neuchâtel, dove sorge una vera e propria cittadella operaia di una trentina di casette con giardinetto destinate al personale delle officine Martini: un modo per l’industriale di manifestare la sua coscienza sociale. Tra il 1927 e il 1934, si sviluppa un sei cilindri, la Martini Six, prima di chiudere le serrande a causa della crisi
Nel 1926 Martini presentò al Salone di Ginevra la spilungona Martini Six.
economica che sta devastando l’Europa a partire dal 1929. Inoltre, le piccole dimensioni del mercato interno elvetico non hanno mai consentito un reale decollo delle vendite. Nel corso dei suoi 37 anni di vita, Martini ha messo in commercio all’incirca 3500 veicoli. A titolo di paragone, Renault ne ha costruiti 4200 nella sola annata 1912. Ciò non toglie nulla al merito di Adolph von Martini di aver osato la prima costruzione in serie di automobili. Il suo nome è iscritto nella storia come il creatore della principale marca svizzera di tutti i tempi. Seppur nessuno abbia ripreso il testimone, la capacità d’innovazione della Svizzera ha continuato a esprimersi fino ai nostri giorni tramite varie realizzazioni, sia nel campo della mobilità elettrica e della pila a combustibile sia nelle energie alternative… senza dimenticare la famosa Smart di Nicolas Hayek. Jacques-Olivier Pidoux
L’era gloriosa del 100% elvetico TURICUM, Zurigo 1904–1914 La marca creata da Martin Fischer fu prodotta dal 1904 al 1906 a Zurigo, poi dal 1907 al 1912 a Uster. Presente al Salone dell’auto di Parigi nel 1906, fu esportata in decine di paesi. Turicum è il nome latino di «Zurigo».
Il fondatore Friedrich von Martini, (1833–1897). I cui figli Adolph e Max von Martini, iniziarono nel 1897 la produzione di autovetture.
PIC PIC, Ginevra 1906–1921 Creata dal vodese Paul Piccard e dal ginevrino Lucien Pictet, fu il secondo maggior costruttore automobilistico della Svizzera. Oltre alle vetture da turismo, i modelli da corsa parteciparono al Gran Premio di Francia del 1914. DUFAUX, Ginevra 1904–1906 Appassionati di velocità, Charles e Frédéric Dufaux costruirono automobili sportive, che sviluppavano fino a 90 CV, oltre a vetture da turismo in piccola serie. SAURER, Arbon 1896–1983 Famoso per i suoi camion militari, esportati in 50 paesi prima del 1914, Saurer riuscì a mantenere la sua posizione di leader fino agli anni ‘70.
Gli atelier Martini a Saint-Blaise nel 1913.
foto Swiss Car Register, Musée d’art et d’histoire Neuchâtel
U
n capitolo poco noto della storia dell’auto: il motore a scoppio deve molto al contributo di ingegneri svizzeri. È infatti il vallesano François Isaac de Rivaz che nel 1805 mette a punto il primo motore a combustione interna. Questo successo tecnico è perfezionato dallo zurighese Alfred Büchi, inventore del turbocompressore nel 1905. Lo stesso anno si svolge a Ginevra la prima edizione del Salone internazionale dell’auto, dove orgogliosamente si esibisce il genio elvetico: marchi leggendari come Turicum, Sigma, CIEM-Stella fanno sensazione. All’epoca, la Svizzera si situava al centro del pianeta auto.
ZEDEL, Saint-Aubin 1906–1908 Costruttore di automobili e di motori per motociclette, Zedel (ZL) aprì una filiale a Pontarlier (F), con l’obiettivo di aggirare le tasse doganali. MONTEVERDI, Basilea, 1956–1992 Incarnazione di classe e design, la marca si distinse per i modelli sportivi di alta gamma, con motore Chrysler V8, e per diversi prototipi. Informazioni: swisscarregister.ch
10 touring | dossier n. 14 | 21 agosto 2014
«Occorre pensare in anticipo di 50 anni!» Il ticinese Marco Piffaretti, fondatore di Protoscar, sviluppa prototipi di autovetture sportive elettriche. È convinto che nel nostro Paese non sia possibile una produzione di veicoli in serie. Intervista: Nadia Rambaldi
Lei stesso costruisce prototipi di vetture elettriche sportive. Perché solo prototipi? Se volessi produrre veicoli di serie con la Protoscar, farei meglio ad andare in Cina o in California: là vigono le condizioni quadro necessarie e ci sono investitori, già pronti ad investire miliardi a lungo termine. Infatti, ci vuole molto tempo fino a che un’automobile sia redditizia. Il settore dell’auto è un affare complicato e, di conseguenza, è un gioco per grossi giocatori. In questo Paese è conveniente investire nell’industria farmaceutica, perché le rendite nell’industria automobilistica sono semplicemente troppo pic-
cole. Pertanto Protoscar si concentra sullo sviluppo, infatti non ci vogliamo trasferire (ride).
Qual è la sua motivazione? È molto più eccitante sviluppare qualcosa di nuovo ogni sei mesi piuttosto di lavorare sei anni su un veicolo di serie. La nostra forza è quella di individuare di continuo delle nuove soluzioni. È un lavoro molto stimolante. Quanti collaboratori occupa e con chi collabora? Protoscar ha dieci collaboratori, la sede della ditta è a Rovio, in Ticino. Lavoriamo per l’industria automobilistica e sino alla crisi del 2009 General Motors era il nostro maggiore cliente. Oggi tra i nostri clienti automobilistici contiamo Daimler, Nissan, Honda o Mitsubishi. Però non riforniamo solo l’industria automobilistica, ma lavoriamo anche con società
«Ci vuole molto tempo prima che un’auto sia redditizia» come Alpiq o Charge Lounge, principalmente per lo sviluppo di nuove infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. Sviluppiamo anche soluzioni generali per la mobilità elettrica. Come un architetto che costruisce una casa (progetta anche l’accesso e il miglior riscaldamento, sceglie i materiali, realizza gli interni, calcola i costi di costruzione), anche noi cerchiamo di mantenere un approccio globale al tema.
ald
Nella prima metà del XX secolo la Svizzera era un vero Paese dell’auto. Provarono a vendere i loro veicoli innovativi 90 costruttori automobilistici. Perché oggi in Svizzera nessuno produce più veicoli di serie? Marco Piffaretti: I costruttori di automobili necessitano prima di tutto di un grande mercato nazionale e solamente in secondo luogo di un mercato d’esportazione, e non il contrario. In Svizzera il mercato interno è trascurabile per un costruttore globale – e il costo dei salari è troppo alto. Cosicché un costruttore di autovetture «normali», ossia con un prezzo inferiore ai 100 000 franchi, deve venderne almeno 20 000 all’anno per poter realizzare un minimo di profitto. Per questo motivo, in futuro difficilmente ci sarà ancora un costruttore automobilistico nel nostro Paese. Comunque, qui ci sono società di sviluppo come Rinspeed, Esoro o appunto Protoscar, che vendono con successo sapere, servizi e sviluppo.
IN PILLOLE Marco Piffaretti è proprietario e direttore della Protoscar con sede a Rovio (TI). Il 49enne ticinese ha studiato design automobilistico alla Scuola d’arte applicata e design di Torino e all’Art Center College of Design a La Tour de Peilz. A 19 anni, ancora durante gli studi, ha fondato la sua ditta Protoscar. Questa ditta costruisce prototipi di automobili sportive elettriche, sviluppa soluzioni globali e offre servizi per l’elettromobilità. Inoltre, Marco Piffaretti si impegna con anima e cuore per promuovere la mobilità elettrica in tutta la Svizzera, anche in collaborazione con l’Accademia della mobilità del TCS.
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n. 14 | 21 agosto 2014
maticamente e autonomamente – e a prezzi interessanti.
Come si posiziona il nostro Paese rispetto alla mobilità elettrica? 30 anni fa eravamo all’avanguardia in questo campo. Il «Tour de Sol», una gara per auto solari, e tutto quel che ne seguì, come il grande progetto di e-auto a Mendrisio, erano idee svizzere. Oggi non siamo più rilevanti. Purtroppo l’Ufficio federale dell’energia s’interessa più agli edifici Minergie che alle auto elettriche. Si dovrebbe invece introdurre il modello norvegese e promuovere l’elettromobilità tramite incentivi finanziari, stazioni di ricarica pubbliche, parcheggi per veicoli elettrici e utilizzo delle corsie degli autobus – almeno fino a che si raggiungerà una massa critica, compresa tra 50 000 e 100 000 e-auto. In seguito la mobilità elettrica potrà diventare autosufficiente. Ma al momento in Svizzera manca la volontà politica per farlo.
Marco Piffaretti alla guida di uno dei suoi prototipi.
Cosa deve possedere una buona macchina? Io metto l’accento sulle emozioni: un’automobile deve sollecitare tutti i sensi. Deve essere bella, deve farti sentire bene, avere un buon odore e la qualità deve perfino potersi «ascoltare», ad esempio quando si chiudono le portiere. Evitare i rumori di sbattimento è particolarmente importante per le vetture elettriche, perché questi non vengono soffocati dal rombo di un motore a scoppio. Comunque un’autovettura elettrica non è completamente silenziosa, come sostengono molti critici: si sente l’elettronica e gli effetti dell’auto stessa, come lo stridio dei pneumatici in fase di accelerazione oppure anche i rumori di rotolamento. Al contempo, non deve dare fastidio o avere un brutto suono, perché si sentirebbe subito. La qualità di una vettura elettrica deve perciò essere migliore di quella di una a scoppio. Secondo me una buona automobile deve comunque avere una potenza sufficiente. Ad esempio la Lampo 3 dispone di 570 CV e una coppia di 900 Nm. Ma naturalmente do valore anche al comfort. Le automobili elettriche si possono preraffreddare oppure preri-
«I marchi più noti si fonderanno in gruppi sempre più grandi» scaldare tramite il telefonino. Una cosa di cui attualmente non posso più farne a meno.
Come vede la produzione di auto fra 20 anni? I marchi più famosi si fonderanno in gruppi sempre più grandi. Chi non cresce muore. D’altro canto, società come Google o Microsoft daranno nuovo slancio all’industria automobilistica. Marche del genere, ma anche società innovative come Tesla, non avrebbero più bisogno di importatori o di una rete di distribuzione. Distribuiranno le loro vetture e i loro servizi attraverso Internet. Proporranno la mobilità come un servizio totale. Nuovi costruttori come Google pensano in primo luogo a nuovi modelli di guadagno, per esempio il «Driverless Car» è un tipo di car-sharing per cui un cliente viene prelevato direttamente a casa – auto-
La Svizzera come potrebbe diventare nuovamente una terra di auto? Disponiamo di eccellenti istituti di ricerca e di scuole superiori. Se vogliamo diventare leader nella tecnica automobilistica dobbiamo già pensare alla generazione del dopodomani. Dunque, non dovremmo fare ricerche sulle batterie a ioni di litio già esistenti, ma piuttosto dovremmo studiarne una nuova generazione. Per far ciò ci vorrebbero più docenti, più istituzioni e più ingegneri che possano sviluppare tali prodotti. Non si dovrebbe più ricercare l’ottimizzazione dei motori a scoppio, quanto piuttosto pensare in anticipo di 50 anni e sviluppare già ora delle alternative. Dove si dovrebbero condurre le ricerche? Prendiamo ad esempio la costruzione leggera: si studiano già materiali di costruzione superleggeri, cuscini pneumatici pieni d’aria, per costruire interi elementi della carrozzeria. Purtroppo in Svizzera di ciò non s’interessa nessuno, perciò lavoriamo soprattutto con istituzioni straniere. Per far diventare nuovamente la Svizzera il Paese dell’auto, ci vuole la gente giusta al posto giusto. Ed anche giovani, pronti a correre il rischio fondando start-up innovative: da noi esiste un potenziale enorme. Per sfruttarlo, bisogna avere la volontà e la forza di crea◾ re qualcosa di nuovo da zero.
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società e mobilità | touring 13 n. 14 | 21 agosto 2014
Sport acquatico | La nuova tendenza estiva sui laghi svizzeri è il paddle, una specie di tavola da surf sulla quale si rema stando in piedi. Non così facile come sembra.
Incredibile, si cammina sull’acqua
D
a lontano si direbbe che camminino sull’acqua. Ma queste apparizioni non hanno nulla di magico. Man mano che ci si avvicina, si può constatare che si tengono in piedi e avanzano per mezzo di un remo. Gli adepti del paddle hanno invaso i laghi svizzeri e riscoprono il piacere semplice di scivolare sull’acqua stando in equilibrio su una tavola. Tutto consiste nell’arte di trovare il giusto equilibro, ciò che richiede continui aggiustamenti di posizione. Inoltre bisogna remare, un’azione possibile unicamente se il corpo resta perfettamente immobile. Il paddle esige quindi uno sforzo muscolare importante, soprattutto se si pone l’accento sulla velocità e la durata. Questa disciplina è comunque accessibile a tutti, a partire dai 12 anni. Alcuni fisioterapisti addirittura la raccomandano. E ci si può ben immaginare che una gita su un limpido lago di fronte ad un bel paesaggio, celi anche delle notevoli virtù rigeneranti.
mentre i più piccoli possono godersi la gita seduti sulla parte anteriore della tavola. Per i debuttanti, si consiglia di remare per qualche minuto in ginocchio.
Tentare l’esperienza!
Sport collettivo Per una tavola da paddle di qualità occorrono tra i 1000 e i 1200 fr. Data, però, la taglia imponente (3–4 metri di lunghezza), dunque difficile da sistemare in casa, è preferibile noleggiarla al momento presso gli specialisti. E visto che questo divertente sport si pratica in gruppo, è ipotizzabile che presto sarà apprezzato dalle scolaresche, durante le gite aziendali o le escursioni tra coetanei. jop
Il paddle si pratica normalmente su acque tranquille. Conviene avere una buona condizione fisica.
◾ Lugano Stand Up Paddle, Lido di Agno, 6982 Agno, tel. 079 388 62 69, www.lugano-sup.ch ◾ Au Bordu, Port du Lessivier, La Neuveville, tel. 079 644 81 34, www.aubordu.ch ◾ Stand Up Paddle, Bachstrasse 7, Zurigo, tel. 044 451 90 90, www.supswiss.ch ◾ Gwatt Zentrum (lago di Thun), Gwatt, tel. 033 334 30 30, www.gwatt-zentrum.ch
Questo modo di spostarsi acquatico proviene dalla Polinesia. Il suo arrivo in occidente è dovuto ai surfisti delle Hawaii, che l’utilizzano come metodo per trovare l’equilibrio. Oggi la maggior parte delle insegne nautiche in Svizzera propongono il paddle e le famiglie vi si avventurano perché consente di uscire tutti assieme, indipendentemente dall’età. I ragazzi dai 12 anni possono provarlo da soli,
ald
Per tutta la famiglia
Danni da grandine: riparare o liquidazione?
I
temporali estivi possono portare con sé anche il pericolo della grandine. Chi ha una copertura casco parziale per il proprio veicolo può stare tranquillo. La domanda che spesso ci si pone è sapere se valga la pena far riparare i danni oppure tenersi i danni e farsi liquidare il dovuto dall’assicurazione. Per un veicolo nuovo è preferibile far eseguire la riparazione, mentre per veicoli che hanno già qualche anno alle spalle, la liquidazione può avere un senso. Anche chi nel contratto di casco parziale ha una franchigia tende a preferire il rimborso ed a convivere con i danni.
il consulente Urs-Peter Inderbitzin
Cosa capita tuttavia se ci si fa liquidare i danni ed il veicolo subisce nuovamente un danneggiamento a causa di una nuova grandinata? Ovviamente in questo caso l’assicurazione del veicolo non si sobbarcherà il costo della riparazione completa. L’assicurazione si dichiarerà invece disposta a risarcire i danni provocati dalla grandinata successiva. Tuttavia in tal caso emergeranno esigenze probatorie non sempre facili da risolvere. Com’è infatti possibile dimostrare quali ammaccature sono nuove e quali invece sono state provocate dal primo evento meteorologico, già indennizzato?
Qualora i danni per la riparazione dei danni cagionati dalla grandine dovessero superare il valore residuo assicurato del veicolo, subentra il danno totale. In tale circostanza l’assicurazione indennizza solamente l’ammontare del valore residuo. L’amata automobile comunque non deve per forza essere rottamata, anche se in caso di nuove grandinate, bisogna considerare che non sussisterà più alcun diritto all’indennizzo. La copertura casco in questo caso andrà saggiamente ridotta e limitata unicamente alla rottura dei finestrini, l’incendio, il furto ecc., togliendo i danni della grandine.
14 touring | società e mobilità n. 14 | 21 agosto 2014
Nuova forma di mobilità | Per tre mesi la famiglia bernese Müri ha trascurato i mezzi di trasporto motorizzati a favore di una bicicletta del tipo cargo ad assistenza elettrica. Un’esperienza pilota sostenuta dall’Ufficio federale dell’energia (UFE).
Tutta la famiglia adora la CaKi-Bike ne famiglie di testare per tre mesi una CaKi-Bike (cfr. riquadro nella pagina seguente). Si tratta di valutarne il potenziale nella vita quotidiana, per esempio per portare i bambini a scuola, al club sportivo, dai nonni oppure per far la spesa e per piccole gite nel finesettimana. Questo veicolo sconosciuto alle nostre latitudini, ma molto diffuso nei Paesi nordici, può farsi largo in Svizzera?: «È perfetto per la vita di tutti i giorni», rivela Alex Müri, secondo il quale «per accompagnare i bambini è da preferire nettamente al rimorchio. I bimbi sono istallati davanti a me e posso parlargli. E stanno a cielo aperto, cosa che è sicuramente anche piacevole per loro».
Con buonumore Dotata di assistenza elettrica, la CaKi-Bike si fa un baffo delle salite e si dimostra molto maneggevole in curva. Unico inconveniente, la carlinga priva di protezione contro la pioggia. Prossimamente, però, il fabbricante dovrebbe mettere a punto un telo che protegge i piccoli passeggeri. Per quanto riguarda il carico, c’è da star allegri: «C’è ampiamente spazio per quattro borse per la spesa e ho personalmente trasportato senza problemi 75 kg di lastre di cemento». Per i tragitti urbani fino a 20 km, sostituisce con vantaggio l’automobile e si integra agilmente nel traffico urbano. Inoltre, il suo sim-
Max e la sorellina Lina sono adeguatamente allacciati (in alto). Spaziosa, la piattaforma della CaKi-Bike permette anche di trasportare la spesa.
I bambini adorano spostarsi in CaKi-Bike (a d.), ciò che permette in particolare di portare Ana all’asilo (in basso).
foto Fabian Unternährer
Q
uando Alex Müri percorre le vie di Bremgarten (BE) in sella alla sua CaKi-Bike, piovono le esclamazioni. «Uau… che bella bici!». L’eccitazione è al culmine quando depone sua figlia di sei anni all’asilo. I bambini divorano con gli occhi questo strano arnese di color giallo fosforescente, mentre i genitori, più pragmatici, si stupiscono della navicella abbastanza spaziosa per portare Ana e suo fratello Max di tre anni. I due bimbi si alzano orgogliosamente dal pianale e raggiungono i loro compagni, i cui occhi brillano d’invidia: «Tutte le mie amiche sono gelose», confida Ana. Dopo aver detto arrivederci alla figlioletta, Alex Müri reinstalla Max nella carlinga e per sicurezza lo allaccia con il sistema di trattenuta esistente. Un piccolo colpo di pedale – ad assistenza elettrica – e la gioiosa compagnia sfreccia in direzione di Berna, dove bisogna arrivare puntuali per un appuntamento dal chiropratico. Se Alex Müri si è lanciato su questo originale mezzo di trasporto è grazie a un esperimento pilota dell’Accademia della mobilità, che offre la possibilità ad alcu-
società e mobilità | touring 15 n. 14 | 21 agosto 2014
Un esperimento pilota avviato dall’Accademia della mobilità Oltre ad Alex Müri, varie famiglie della regione bernese hanno avuto la possibilità di provare una CaKi-Bike durante tre mesi. In seguito hanno consegnato le loro impressioni agli esperti dell’Accademia della mobilità, i quali nel corso del 2015 stileranno un rapporto finale. Sostenuto dai Servizi industriali bernesi e da SvizzeraEnergia, questo progetto pilota mira ad esaminare nuove forme di mobilità,
basate sulle energie rinnovabili: «Le famiglie che hanno testato una CaKiBike ne sono molto soddisfatte», spiega Alain Brügger, coordinatore del progetto. «L’hanno utilizzata per tutte le loro attività nel raggio di 10 chilometri, al posto dell’automobile». In linea di massima, gli utenti si sentono sicuri nel traffico e constatano che gli automobilisti adottano una guida rispettosa nei confronti della CaKi-Bike, senz’altro a causa delle sue grosse dimensioni. Sottolineano anche il piacere dei bam-
bini a spostarsi, ciò che consente di programmare perfino viaggi in famiglia di alcuni giorni. Ma il suo prezzo, di quasi 6000 franchi, non è dissuasivo?: «Penso che comprare una CaKiBike al momento della nascita del primo figlio costituisca un investimento redditizio», spiega Alain Brügger. È possibile ripartirsela fra varie famiglie, i costi di manutenzione sono molto bassi e inoltre non c’è bisogno di affittare un parcheggio jop privato».
patico aspetto manda in visibilio i bambini. Nessun bisogno di spronarli a sbrigarsi al mattino quando è ora di partire. Si preparano di gran carriera e saltano letteralmente nella navicella, aspettando unicamente di mollare gli ormeggi. Davanti all’entusiasmo di Ana, Max e Lina, la famiglia Müri ha addirittura compiuto un periplo di una settimana tra l’Oberland bernese e Lucerna. Un ricordo indelebile.
leria separata dal traffico motorizzato. Nella carlinga Max e Lina guardano il paesaggio sfilare e fanno segnali ad altri veicoli. Al semaforo rosso, un ciclista si ferma alla loro altezza e si mette a conversare. Davanti alla Migros i passanti sgranano gli occhi e cominciano a porre un sacco di domande, a testimonianza della forza d’attrazione di un attrezzo che funziona contemporaneamente come bici, passeggino e automobilina: «Quando gli amici vengono a visitarmi, vogliono sempre provarla», scherza Alex Müri. Arrivati a casa, non è facile convincere Max a decidersi di scendere. Non appena il papà gli volta le spalle, riprende il suo posto nella navicella o sale sul tubo orizzontale del telaio, come un equilibrista. Per mettere fine alle acrobazie, Alex Müri ripone la CaKi-Bike in garage: «È vero che ci vuol posto. Se si dispone unicamente del locale comune di un immobile, è troppo esiguo». Tristi perché il loro giochino è ormai fuori portata, i bambini rientrano a casa a testa bassa e assalgono il padre con domande sulla prossima uscita.
Forza d’attrazione Tornando in città a Berna, Alex Müri viaggia ad alta velocità verso il suo prossimo appuntament. Si «beve» una ripida salita con qualche colpo di pedale assistito elettricamente, prima di sprofondare in un tunnel perfettamente equipaggiato per le due ruote, con un’apposita gal-
Dati tecnici Motore elettrico: Bosch Classic Batteria: ioni di litio, 36 volt, 400 kw Peso: 35 kg Lunghezza: 2,4 m Velocità massima: 45 km/h Manubrio: regolabile in altezza e in profondità Pneumatici: Schwalbe Big Apple Sospensioni: anteriori e posteriori Freni: idraulici a disco Prezzo: 6099 fr. Costruttore: Riese & Müller, D-64331 Weiterstadt, www.r-m.de
Da offrire a noleggio È molto a malincuore che Alex Müri restituisce la CaKi-Bike all’Accademia della mobilità, al termine dell’esperimento pilota di tre mesi (cfr. riquadro sotto): «Ci mancherà». Per il momento ha solo una vaga idea del modo in cui intende organizzare in futuro la sua mobilità: «Forse compreremo una CaKi-Bike, ma un modello più semplice, senza assistenza elettrica. E a breve non è escluso che ci compriamo un’automobile». E Alex Müri conclude strizzando l’occhio ai fornitori di servizi: «Visto il prezzo d’acquisto piuttosto elevato, di oltre 6000 fr., sarebbe bello trovarne a noleggio. Credo che avrebbe successo». Jacques-Olivier Pidoux
16 touring | test e tecnica n. 14 | 21 agosto 2014
Mini Cooper D
Nanetto anglo-bavarese con un nuovo diesel La Mini Cooper D colpisce per l’ampio ricorso a dettagli retrò, l’eccellente comportamento e il nuovo motore diesel tre cilindri. La Mini resta agile e maneggevole, offrendo anche molto comfort, benché in opzione.
L
a Mini Cooper non è una semplice utilitaria. È unica sia in fatto di design e personalizzazione sia in fatto di maneggevolezza e comportamento. Affrontare le curve in modo ardito a bordo della piccola auto culto britannica offre le stesse sensazioni da brivido che si hanno leggendo il listino degli optional. La piccola vettura britannica fu creata con la filosofia di ottenere il massimo spazio da un quantitativo minimo di lamiera. Un vero e proprio cubo magico, che fino agli anni Sessanta faceva bella figura sulla scena rallistica di tutto il mondo. Oggi non è però più il caso: le sensazioni da go-kart di questa piccola auto hanno ceduto lo spazio al comfort. Ciononostante ancora oggi la Mini Cooper è ancora un’auto culto. L’attuale terza generazione del piccolo bolide di casa BMW esibisce un motore diesel da tre cilindri nuovo di zecca.
Amore per i dettagli Esteriormente la Mini è cambiata poco. Gli stessi occhioni rotondi, le stesse linee laterali diritte, un piccolo cubo con gli angoli smussati. Il nostro modello di colore «british racing green» con le classiche strisce bianche sul cofano ricorda il passato, quando la verniciatura verde era impiegata per le auto da corsa dei team britannici. Il tetto e gli specchietti bianchi creano il contrasto, mentre la griglia del radiatore sulla terza generazione è nuovamente tornata ad essere un po’ più grande. Dentro, la piccola britannica di concezione bavarese è stata completamente rivisitata, tanto che sembra di entrare in una sorta di astronave retrò. Il display centrale rotondo rispetto ai modelli precedenti è diventato più grande ed è circondato da un anello di LED che si accendono in diversi colori. In sostanza su quest’auto tutto quel che poteva essere arrotondato, è ora rotondo, ma con grande cura per i dettagli e la qualità delle rifiniture tipiche di BMW. L’abitacolo è confortevole, soprat-
tutto perché la piccola Mini offre sufficiente spazio per la testa e le gambe. I sedili in pelle molto belli sono ben rifiniti ed il cuoio risulta essere gradevolmente morbido al tatto. Dietro però lo spazio si restringe, così come ristretto è il bagagliaio, che con i suoi 211 litri è sì in cre-
PIÙ O MENO Motore tre cilindri armonioso Buone prestazioni Abitacolo rifinito con cura e stile Sterzo preciso e sportivo Cambio a 6 marce dinamico Telaio rigido con sufficiente altezza da terra Rapporto prezzo-prestazioni Dotazione di serie minima Bagagliaio piccolo Spazio per le gambe dietro Frizione dura Linea del tetto lunga che limita la visibilità posteriore
scita (+51), ma tuttora sotto la media del segmento. I sedili posteriori si possono ribaltare separatamente (40/60). Altrettanto pratico l’Head Up Display, che la Mini offre quale novità sulla lista degli accessori. Ora che abbiamo parlato di forma e contenuti, è giusto chiederci se quest’auto cult ha ancora attinenza con le sue radici da go-kart. Abbiamo testato la Mini Cooper D sul circuito del centro di guida del TCS a Lignières e possiamo affermare che la vettura è divertente. Agile e maneggevole, si lascia portare con scioltezza nelle curve. Il telaio BMW è un solluchero, molto equilibrato e sportivamente rigido. Lo sterzo è diretto e i primi quattro rapporti sono corti e scattanti. Lì il tre cilindri diesel offre il meglio di sé, erogando una buona trazione a partire da 1200 giri, malgrado i soli 116 CV. Tre programmi di guida (Green, Mid e Sport) influiscono sulle regolazioni del pedale del gas e dello sterzo. Con così tanta elettronica quindi il feeling da go-kart che piaceva a molti guidatori è andato perso, ma una Mini resta sempre una Mini. Nadia Rambaldi
Il cerchio centrale circondato di LED del display a colori da 8,8” opzionale. Gli interni appaiono pregiati e futuristici. I bei sedili in pelle sono ottimamente sagomati. Dietro, lo spazio è invece un po’ limitato.
SCHEDA TECNICA VEICOLO PROVATO Mini Cooper D; 2 porte, 4 posti; 27 900 fr. (auto del test: 42 660 fr.) Gamma: dalla Mini one, 102 CV (23 500 fr.) alla Mini Cooper S, 192 CV (30 700 fr.) Opzioni: vernice metallizzata e cuoio (1250 fr.), radio DAB, sistema sound e navigatore (4560 fr.), assistenti parcheggio (470 fr.), vetri di protezione solare (390 fr.) Garanzia: 3 anni/100 000 km di fabbrica, 5 anni mobilità; 12 anni antiruggine (condizioni) Importatore: BMW Svizzera SA, Industriestrasse 20, Dielsdorf, www.mini.ch DATI TECNICI Motore: 3 cilindri turbodiesel, 116 CV; cambio manuale a 6 marce Peso: 1305 kg (auto del test), totale ammissibile 1615 kg, nessun carico rimorchiabile
Tabella comparativa
Prezzo (fr.) Cilindrata (cc) Potenza (kW/CV) Coppia massima (Nm/min) Consumo (l/100 km) Rumore int. 120 km/h (dBA) Costi al chilometro (fr./km)3 Costi di manutenzione4 Test «Touring» 1 3
Mini Cooper D diesel
Audi A1 1.6 TDI Attraction
27 900.– 1496 85/116 270/1750 4,1 A2 69 –.58
27 300.– 1598 77/105 250/1500 3,81 A2 n.d. –.58
11111
11111
14/2014
—
dati secondo l’importatore 2 efficienza energetica secondo l’importatore su 15 000 km/anno 4 costi totali su 180 000 km (15 000 km/anno)
test e tecnica | touring 17 n. 14 | 21 agosto 2014
Mini Cooper D in dettaglio
◂
passo 249 cm
▸
141 cm ◂
◂
m 0c –7 47 ◂
▸ ◂
◂
◂
cm 15 –1 94
92 cm ▸
107 cm
▸
lungh. 382 cm (largh. 172 cm)
▸
larghezza interna: ant. 142 cm, post. 127 cm bagagliaio: 211 litri pneumatici: 205/45 R 17, min. 175/65 R 15 84H
ABITACOLO 11123 La Mini Cooper presenta un abitacolo pregiato e dalla buona lavorazione, secondo gli standard BMW. Gli strumenti primari sono come sempre rotondi, rifiniti come un jukebox. Vi si aggiungono materiali pregiati, gradevoli sedili in pelle con impunture e una spaziosità sufficiente per testa e gambe. Il bagagliaio con i suoi 211 litri è piccolo.
La Mini Cooper otticamente resta fedele a sé stessa, propone però cinque nuovi colori.
COMFORT 11123 Niente compromessi: il telaio della Mini è rigido e duro, ma i sedili in pelle garantiscono una buona tenuta laterale. Il sistema multimediale e l’Head Up Display opzionali non lasciano alcun desiderio insoddisfatto. L’insonorizzazione in autostrada è buona.
foto Nadia Rambaldi
DOTAZIONE 11133 Impossibile schivare il listino degli optional: l’equipaggiamento di serie della Mini Cooper D è scarno e anche gli altri modelli sono praticamente sulla stessa linea.
CHECK-UP TCS
TCS MoBe: Reto Blättler
DINAMICA DI COMPORTAMENTO Accelerazione (0–100 km/h): 9,8 s Elasticità: 60–100 km/h (in 4a) 7,0 s 80–120 km/h (in 4a) 7,8 s Diametro di sterzata: 10,9 m Insonorizzazione: 60 km/h: 62,4 dBA 11133 120 km/h: 69,3 dBA 11111
COSTI D’ESERCIZIO
SICUREZZA Frenata (100–0 km/h): 37 m Visibilità circolare Equipaggiamento
TCS 4,9 3,7 fabbrica 4,4 3,2 Emissioni di CO2: Media di CO2: etichetta energia (A–G):
km/anno
15 000 30 000
ct./km
58 38
11111 11113 11113
COSTI DEI SERVIZI mano d’opera (fr.)
30 000/24 1,08 156.– Manutenzione per 180 000 km: 30 000 km/anno 5,32 2792.–
fr./mese fissi
variabili
509.– 509.–
221.– 441.–
Tariffa oraria per il calcolo TCS: 145 fr. (UFS), agenzie Mini da 105 a 198 fr.
test TCS
CONSUMO AL BANCO DI PROVA (ciclo UE 80/1268) urbano
Manutenzione (km/mese) ore
PRESTAZIONI 11113 Il tre cilindri turbodiesel di nuova concezione eroga una trazione potente da 1200 giri. Il propulsore gira in modo silenzioso e armonioso, inoltre soddisfa la norma Euro 6.
extra urbano
CONSUMO DEL TEST 5,3 l/100 km serbatoio: 44 litri
misto
4,1 3,6 105 g/km 148 g/km A
Mini Cooper D
11133
autonomia 830 km
▸ Video del test
COMPORTAMENTO 11112 La Mini è agile e sportiva; inoltre affronta le curve in modo divertente grazie anche allo sterzo diretto. Le modalità di guida opzionali (Green, Mid e Sport) intervengono sui parametri di acceleratore e sterzo e trasformano la Mini in una scattante sportiva oppure in un’economica utilitaria. I rapporti hanno una taratura sportiva. SICUREZZA 11113 La dotazione di sicurezza di serie riceve la nota «buono» e può essere completata con gli optional. Freni efficienti e pacchetto servizi gratuiti generoso (fino a 100 000 km o 10 anni).
18 touring | test e tecnica
foto MOH
n. 14 | 21 agosto 2014
La carrozzeria scolpita della C 220 qui con la calandra sport.
La GLA: fianchi pronunciati e linea del tetto discendente.
Berlina dagli accenni avanguardisti
La crossover design in veste cittadina
Mercedes-Benz C 220 Bluetec | Ammiraglia di gran pregio, questa mini classe S seduce per il suo comfort, la sobrietà e i sistemi d’assistenza.
Mercedes-Benz GLA 250 4Matic | È l’archetipo della crossover urbana: stile, rifiniture trendy e comportamento eccelso. Ma si paga.
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uesto modello ecologico incarna perfettamente la nuova generazione di automobili a basse emissioni di CO2. Accreditata di 4,5 l/ 100 km, la Mercedes C 220 non eccede i 6 l nell’uso quotidiano. Niente guida sportiva, quindi, ma un dinamismo concretizzato dalle solide riprese offerte dal 4 cilindri diesel che si lascia guidare placidamente con un filo di gas. Sufficientemente reattivo, il cambio automatico a 7 rapporti contribuisce a questa dolcezza, soprattutto in autostrada dove il regime del motore resta sotto i 2000 giri/min. Unite ad un’eccellente insonorizzazione e alle sospensioni pneumatiche, queste caratteristiche offrono un piacere di viaggio di prim’ordine. Va detto che di primo acchito disorientano gli ondeggiamenti indotti dalla morbidezza di questa sospensione – sono infatti molto marcati con le ruote da 19 pollici – tanto da far temere per la tenuta di straPositivo: comfort di viaggio, ecda. Nulla da temere, perché non cellente qualità percepita, comappena si forza l’andatura, l’asportamento, consumi e emissioni setto dell’auto è automaticamendi CO2, sistemi d’assistenza utili te adattato e le curve vengono Negativo: abitabilità posteriore inghiottite senza fare una piega. mediocre, lista degli optional Il tutto valorizzato da una guida molto diretta. Quelli tuttavia che infinita, eccesso di informazioni non amano sospensioni troppo e possibilità di regolazione. morbide, possono definire paraTecnica: berlina; 4 porte, 5 posti; metri individuali, scegliendo ad lunghezza: 4,69 m; bagagliaio: 480 l; 2,2 l turbodiesel, 170 CV, 400 Nm a esempio per la taratura sportiva. 1400 giri/min; cambio automatico a La classe C si rivela sorprenden7 rapporti; da 0 a 100 km/h in 7,4 s te per la panoplia di sistemi di Consumo (prova): 6,6 l/100 km, autonomia: 1000 km Prezzo: 52 700 fr. assistenza alla guida (opzioni in (C 220 Bluetec aut.). pacchetto a 3220 fr.). Regolatore di velocità e allarme di cambio corsia attivo permettono una guida semiautomatica. Anche lungo curve poco accentuate, l’auto segue fedelmente la segnaletica orizzontale. Un aiuto pratico pure nel traffico cittadino congestionato. Meno convincenti invece le infinite possibilità di regolazione offerte sul grande schermo di controllo centrale, poiché il rischio di deconcentrazione è forte. Accogliente, l’abitacolo conquista per la qualità e l’aspetto trendy dei materiali, spesso opzionali. Unico neo: l’accesso un po’ striminzito ai posti posteriori e lo spazio mediocre per un’auto da 4,69 m. MOH
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li automobilisti alla ricerca di un veicolo trendy saranno appagati dalla GLA, derivata dalla berlina classe A. La carrozzeria dalle forme ricercate e dagli attributi da 4×4 si fa ancora più seducente con la rifinitura AMG che le conferisce un tocco di sportività di gran effetto. E non è solo scena, come dimostra l’andatura della versione mossa da 211 CV. Certo la sonorità di questo motore è piuttosto anonima e le accelerazioni sono molto lineari, ma l’efficacia di questa bollente crossover compatta è manifesta. Un po’ meno reattivo di un DSG, il cambio a doppia frizione e 7 rapporti svolge diligentemente il suo lavoro. Ben servita dalla trazione integrale che assicura una ripartizione variabile della coppia, quest’auto si avvicina più ad una GTI che ad una fuoristrada. Il treno anteriore incisivo e l’agilità del telaio si fondono per procurare sensazioni forti su percorsi sinuosi. Positivo: crossover di stile, Con la sua altezza da terra di comportamento agile, prestacirca 17 cm – ridotta di altri 1,5 cm zioni e motricità, allestimento in versione AMG – la GLA non è trendy, manutenzione gratuita certo destinata a sporcarsi le ruo(10 anni) Negativo: politica opte nello sterrato. Ciononostante, tional, comfort del sedile posteè dotata di un ESP che offre un riore, motore non sbalorditivo. programma speciale per il fuoristrada e un regolatore di velocità Tecnica: crossover; 5 posti; lunghezza: in discesa regolabile al chilome4,43 m; bagagliaio: da 421 a 1235 l; tro orario. A dispetto di elementi 2 l turbo benzina, 211 CV, 350 Nm a 1200 giri/min; cambio aut. a 7 rap. a di protezione della scocca, la vodoppia frizione; trazione integrale; da glia di impegnare la GLA su strade 0 a 100 km/h in 7,1 s; carico rimorsterrate è poca, tanto meno con chiabile: 1800 kg Consumo (prova): 8,3 l/100 km, autonomia: 674 km gomme da 19 pollici e taglia bassa. Prezzo: 48 900 fr. (250 4Matic). Del resto si ha a che fare con un veicolo cittadino glamour la cui presentazione interna supera la quasi totalità delle SUV. Sommerso di dettagli cromati, galvanizzati o laccati, l’abitacolo presenta una composizione decisamente d’alta gamma. Evidentemente, per ottenere quest’ambiente incomparabile bisogna pescare nella lista degli optional, ma l’effetto è garantito. E malgrado una sospensione abbastanza rigida, in autostrada questa GLA ben insonorizzata offre un buon comfort. Peccato solo per le sedute corte e gli schienali eretti del sedile posteriore. Quanto al bagagliaio cubico e dalla rifinitura curata, il volume è corretto. MOH
test e tecnica | touring 19 n. 14 | 21 agosto 2014
Sinergie tra competizione e produzione | La Formula 1 è all’origine di un vasto trasferimento tecnologico alle auto di serie, amplificato dal nuovo regolamento.
Le ricadute della Formula 1
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a classe regina degli sport meccanici vive quest’anno una vera rivoluzione. Dall’era del V8 2,4 l atmosferico, siamo passati a quella del V6 1,6 l turbocompresso dunque al downsizing. Una nuova sfida riassunta da Robert White, direttore tecnico di Renault Sport F1: «La missione della Formula 1 evolve ora in parallelo con la produzione di serie. Il rendimento termico è la sola possibilità di ottenere un guadagno di potenza riducendo i consumi. I nuovi concetti che ne deriveranno saranno utilizzabili in seguito per la grande serie».
Rivali in pista, amici in città La rivalità tra i due maggiori attori della Formula 1, che sono Mercedes e Renault, è manifesta ad ogni Gran Premio. Tuttavia, i gruppi Daimler e Renault-Nissan cooperano in modo sempre più intenso sui modelli di serie. Un esempio significativo: le nuove Renault Twingo e Smart Forfour sono uscite dalle stesse catene di montaggio slovene. Altro esempio: il crescente ricorso a motori MOH Renault da parte di Mercedes.
Obiettivo ridurre il carburante
Un motore di F1 comporta 2000 pezzi contro i 250 di uno di serie. Ma quest’ultimo trae notevole beneficio dai resistenti materiali testati in F1.
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I tre motoristi attivi in Formula 1, ossia Ferrari, Mercedes-Benz e Renault, hanno dovuto giocare una nuova mano con soli 100 kg di benzina utilizzabili in gara, ossia il 35% in meno. Parallelamente, la quantità di carburante iniettato è stato limitato, obbligando i costruttori a ricorrere all’elettricità come energia supplementare. Così il piccolo V6 si ritrova affiancato da due motori elettrici alimentati da sistemi di recupero dell’energia. In casa Mercedes-Benz, ci si premura di fare il collegamento con lo sviluppo
delle vetture ibride, che beneficiano già dei progressi folgoranti realizzati sui sistemi di recupero Kers di Formula 1 il cui peso è stato ridotto ad un quarto e l’efficacia raddoppiata nello spazio di 5 anni. Accreditata di 2,8 l/100 km, la futura berlina S 500 plug-in approfitterà direttamente di questi progressi. La prossima tappa è la ricarica per induzione, che non necessita più di cavi ma avviene attraverso una placca munita di bobina sistemata a terra. Però il transfer tecnologico proveniente dalla Formula 1 non è sempre facile da vedere. «Non si tratta di montare semplicemente i pezzi di un bolide da corsa su
un’automobile di serie. Il processo è più sottile», annota Paddy Lowe, direttore tecnico di Mercedes AMG Petronas. E cita l’esempio della tecnologia di trattamento delle superfici di scorrimento dei cilindri Nanoslide che riduce l’attrito: a partire già dal 2006, questo innovativo rivestimento è stato applicato da Mercedes su larga scala. In casa Renault si sottolinea che i motori downsizing di nuova generazione, dotati di sistema start-stop oltre che di recupero dell’energia, traggono profitto dalla tecnologia derivata dalla Formula 1. Anche qui, la riduzione degli attriti beneficia dei rivestimenti speciali (grafite) e di sistemi di raffreddamento perfezionati. Vi si aggiunge una crescente padronanza di turbocompressori sempre più complicati. In via indiretta, i progressi della F1 contribuiscono ad accelerare la concezione di nuovi modelli, grazie anche ai test aerodinamici e allo sviluppo tramite simulatori. Inoltre, la Formula 1 resta un fantastico laboratorio in fatto di materiali leggeri (carbonio ecc.) chiamati in un futuro prossimo ad integrare le autovetture di serie. MOH
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20 touring | viaggi e tempo libero n. 14 | 21 agosto 2014
Sulla penisola La Victoria è garantita una vista spettacolare.
Da finca a finca | Sono in voga le gite escursionistiche individuali di più giorni con notti in magnifici alberghi – l’esempio dell’Isola di Maiorca. Reportage: Beatrice Käser
Rallentare con stile
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rascorrere cinque giorni facendo escursioni senza guida o gruppo può essere emozionante? E sono fattibili itinerari di marcia sino a 5 ore e mezza al giorno per camminatori medi? La curiosità ha la meglio e con essa la voglia di movimento. È molto attrattiva la prospettiva di soggiornare in eleganti finca ricche sia di stile che di storia e anche il fatto di sapere che il trasporto dei bagagli è organizzato. In valigia dunque può starci pure qualcosina oltre il necessario, tanto più che la sera non si desidera sedersi a tavola con l’abbigliamento da gita. Inoltre la Serra de Tramuntana, questa catena di montagne nel nordovest di Maiorca, ha lo stato di culto tra gli escursionisti. Là troneggia il Puig Major, che con 1445 metri, è la montagna più alta dell’isola. Il punto di partenza della gita di una settimana è la cittadina settentrionale di Pollenca. In mezzo al nucleo storico di
Posada de Lluc, trascorriamo i nostri primi due pernottamenti. Questa casa di oltre 500 anni, un’ex scuola conventuale, ha otto camere, tutte arredate con gusto. Ogni millimetro delle mura è intriso di storia centenaria. La sera si esce per un paio di tapas e un bicchiere di Cava sulla Plaza Mayor nel cuore del nucleo e poi di ritorno «a casa» per fare sogni d’oro. Perché domani si farà sul serio!
Marco e il libretto degli itinerari Il lato serio della gita appare sotto forma della guida escursionistica Marco che ci raggiunge in hotel per dare le istruzioni agli ospiti. Il più importante assistente, anzi la nostra «bibbia» per i prossimi giorni: il libretto degli itinerari, una descrizione dettagliata di tutte le escursioni compreso il profilo altimetrico, la cartina e le foto. Tutto per non sbagliare il percorso. «Nel caso ciò accada comunque, si torna al punto precedente», consiglia
Marco Lindemann. Questo tedesco vive da nove anni su Maiorca e conosce ogni metro escursionistico sulla sua isola prediletta. Al mercato si comprano salsicce, pane, mele e acqua e poi via verso la prima tappa del giorno: un tour di 16 chilometri sulla punta nord della penisola di La Victoria, con partenza da Alcudia. Un panorama grandioso, con un profumo intenso di erbette e foresta! Gli ampi sentieri boschivi con rovere e pini si trasformano in una linea serpeggiante; qui e là piramidi di pietre e cartelli indicano il cammino. Da una parte il burrone e dall’altra il tracciato che, con più si avanza, con più si sale sino a raggiungere una piattaforma che offre una vista fantastica. Nel primo pomeriggio ci avviamo sul sentiero verso valle in direzione della costa, dove gli alberi per un po’ non si fanno vedere per cedere il passo ad un’aspra macchia. E il sole maiorchino ci mostra tutta la sua potenza. Di ritorno la sera in
viaggi e tempo libero | touring 21 n. 14 | 21 agosto 2014
A COLPO D’OCCHIO ◾ Offerta: escursione delle finca con trasporto del bagaglio.
foto Beatrice Käser
◾ Prezzi: 7 giorni/6 notti in camera doppia con colazione, per persona da 972 a 1073 fr. (viaggio escluso).
Il paesino di 30 abitanti Orient immerso nella luce del tramonto. Un cielo terso, palme e piantagioni di limoni. Compagni costanti sull’Isola di Maiorca.
hotel, le gambe sono pesanti e anche i piedi si fanno sentire dopo cinque ore di su e giù. Un sonnellino diventa subito una profonda dormita di due ore. Ma al risveglio a prevalere è una sensazione di felicità: soddisfatti e orgogliosi. La prova del primo giorno è stata superata.
Ma Winnetou non arriva… La mattina seguente, un taxi ci porta al bacino artificiale di Cuber a 760 metri di altezza ai piedi del Puig Major, mentre il bagaglio viene trasportato sin nella prossima finca. Stando al libretto degli itinerari, questo tour nella rigogliosa Valle de Orient è lungo solo undici chilometri. Allora c’incamminiamo e seguiamo comodamente i cartelli delle gite GR 221. Attraversiamo un paesaggio montano arcaico, ricoperto da erba e sassi. Se Winnetou arrivasse al gran galoppo, nessuno si
L’appetito vien ammirando. Il pasto sul Castell d’Alaro. Chiese anche nei luoghi più discosti. La bibbia del tour delle finca: libretto degli itinerari con tutti i dettagli oltre ai bastoni da trekking.
stupirebbe. Ma Winnetou non arriva e nemmeno qualcun altro. A un certo punto ci troviamo soli nel bosco, lontani da qualsiasi cartello. Sopra di noi il cinguettio degli uccellini e da molto lontano si sentono belare le capre e le pecore – e infine un punto panoramico con una vista entusiasmante sulla verdeggiante Valle de Orient davanti e sotto di noi.
Il punto blu in testa Stando al libretto degli itinerari una piramide di pietre nel bosco mostra il sentiero in discesa. Anche i punti blu sulle pietre devono facilitare l’orientamento. Ma molte segnalazioni sono piccole, dei mucchietti di pietre per terra. In alcuni tratti si avanza metro dopo metro e nel dubbio si consiglia di tornare alla segnalazione precedente. Anche questo significa fare escursioni su Maiorca: cercare, valutare, trovare. E per una volta, non pensare a nulla all’infuori del prossimo punto blu. Risveglia lo spirito pionieristico e ha quasi un effetto meditativo. La discesa è ripida e pietrosa. Ogni passo deve essere ben posato, i bastoni da trekking diventano un prolungamento delle braccia. Il pranzo al sacco ce lo concediamo solo dopo – in un uliveto ombroso. Dopo un’altra ora la parola d’ordine è relax: nella finca Son Palou, un hotel di campagna idilliaco nel paesino Orient,
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nel bel mezzo di piantagioni di mele e ciliegie arricchite con piscina, terrazza e vasca idromassaggio per le ossa dolenti. Non vogliamo più andare via e la sera ci lasciamo viziare nel ristorante con cucina spagnola sopraffina. Il tutto gustato in un ambiente dove anche il direttore dell’albergo indossa vestiti del tempo libero.
Che peccato è già finito! Ma per i prossimi giorni ci saranno nuove attrazioni. E così continuiamo a camminare. Attraversiamo terrazze di ulivi sul Castell d’Alaro. Dopo Bunyola, perdiamo le tracce e più tardi con un sospiro di sollievo saliamo sul trenino nostalgico, che ci porta sino alla prossima stazione. Nella città di Soller pernottiamo in una finca maiorchina. Ancora un unico tour dalla località costiera Deia sino al ritorno a Soller… – poi abbiamo finito con la camminata. E una schietta nostalgia si diffonde. Vorrei quasi non dover mettere via bastoni e scarponi con cui ormai sono un ◾ tutt’uno. È andata più che bene… Questo viaggio è stato sponsorizzato da Eurotrek.
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viaggi e tempo libero | touring 23 n. 14 | 21 agosto 2014
Canton Grigioni | Negli ultimi 100 anni, il Parco Nazionale Svizzero è diventato un paradiso straordinario che invita all’avventura e alla scoperta sia giovani che anziani.
Bambini, camosci e… spiriti
L’audioguida lo sa La gita diventa proprio entusiasmante quando al centro dei visitatori di Zernez si prende in consegna l’audioguida e il libro del sentiero per bambini. Durante la passeggiata i piccoli e grandi escursionisti possono ascoltare storie avvincenti in ben dieci punti, racconta Marchet, il virtuale guardaparco. Spesso capita che lui domandi ai bambini, che passeggiano con i genitori, se desiderano assumersi una parte del suo lavoro. I guardaparco dovrebbero anche controllare che tutti i
visitatori si attengano alle regole del parco. Tuttavia, dato che non tutti rispettano le regole, Fadri Bott scrive ogni tanto una multa. «Nel parco si deve rimanere sul sentiero segnalato. Ci sono addirittura visitatori che accendono un fuoco. Non va proprio. È pericoloso».
La marmotta virtuale Il sentiero per i bambini comincia con una salita ripida e poi il percorso prosegue in modo morbido e profuma di aghi di pino. L’accompagnatore digitale attira l’attenzione dell’ascoltatore con un segnale acustico: «Bun di», buongiorno. E poi: «Sono il Dr. Steivan Brunies». La voce in francese o in tedesco racconta che nel 1909 partecipò alla fondazione del Parco Nazionale Svizzero, per proteggere la natura, le piante e gli animali. Quando poi Anna, la ricercatrice, comincia a raccontare che qui cresce la più grande e, con i suoi 2000 anni, la più vecchia Armillaria della Svizzera, un fungo che con la sua rete sotterranea misura circa cinquanta campi di calcio. Un fenomeno naturale che lascia i bambini a bocca aperta. A «Grimmels», incontriamo Marmotin, una marmotta virtuale. Di buon umore, ci dirigiamo alla fine del percorso. E ritroviamo Marchet che ha sgomberato gran parte dei detriti che si sono raccolti nel deflusso ed è contento che i bambini lo abbiano sostituito bene e non abbiano buttato via alcun rifiuto… Karin Huber
100 anni Parco Nazionale Quasi tutto l’anno il Parco Nazionale festeggia il giubileo con diverse manifestazioni. E va anche in tournée con esposizioni attraverso l’intera Svizzera. In occasione del giubileo è apparso l’Atlante del Parco Nazionale Svizzero. Il sentiero per bambini Champlönch (6 km) può essere percorso in ogni momento. Nelle vacanze d’estate e di autunno conta sino a 100 visitatori al giorno. Periodo migliore per la visita: il mattino. In questo modo si vede il maggior numero di animali. Il miglior posto per osservare: Murteras da Grimmels. Molti animali selvaggi si trovano in direzione di Val Ftur (prendere il binocolo). Nel Parco Nazionale vivono circa 1800 cervi, 1500 camosci, sei aquile reali e una ventina di avvoltoi barbuti. Quest’anno tre coppie hanno covato. Nel centro dei visitatori di Zernez ci sono molte informazioni e anche l’audioguida del sentiero per bambini – www.nationalpark.ch. khu
Gli stambecchi, l’emblema dei Grigioni, si possono vedere nel Parco Nazionale, come mostra la nostra foto della Val Müschauns.
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uarda, dietro di te c’è un cervo…» il guardiano del parco Fadri Bott consegna il binocolo nelle mani di un bambino. «Lo faccio volentieri – racconta – dato che spesso gli animali non si vedono al primo colpo». «Al posto d’osservazione di Grimmels – spiega – le probabilità sono alte di vedere un cervo o una marmotta». Nel Parco Nazionale Fadri Bott è di pattuglia quasi ogni giorno assieme ad altri sette guardiani e controlla che tutto sia a posto, osserva gli animali selvaggi, li conta, perlustra i sentieri e risponde alle domande dei visitatori. «Cosa fa un guardaparco? Dove sono i cervi, gli avvoltoi barbuti e le marmotte?» A volte i guardaparco vengono tartassati di domande. Fadri Bott però consola tutti coloro che non scoprono subito lucertole, rane, avvoltoi barbuti, cervi o marmotte. «Perché sul sentiero per bambini Champlönch c’è comunque tanto da vedere». E chi ha fortuna, incontra addirittura gli spiriti della montagna e le fate.
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viaggi e tempo libero | touring 25 n. 14 | 21 agosto 2014
Franconia | Norimberga e Bamberga attirano i turisti grazie ai nuclei che trasudano di storia. In entrambe soffia un vento di freschezza alimentato dagli studenti.
Le leccornie di Norimberga
È
lunga da sette a nove centimetri e pesa da 20 a 25 grammi, è la salsiccia di Norimberga «Nürnberger Bratwurst». «Dimensione, peso e ingredienti sono protetti e deve essere prodotta esclusivamente a Norimberga», spiega Wolfram Zilk dell’Ufficio cittadino del turismo e dei congressi. Alla salsiccia, che vanta una tradizione di 700 anni, il museo cittadino Fembohaus dedica addirittura un’esposizione dal 19 settembre 2014 al 29 marzo 2015. Norimberga è nota anche per il suo panforte «Lebkuchen», per la più grande fiera alimentare biologica Biofach e perché si sta sviluppando in un centro del whisky più importante di Germania. Per quanto riguarda i giocattoli, è già un centro come ben dimostra l’annuale fiera del giocattolo che si tiene ogni inizio di febbraio.
Il mercatino del Bambin Gesù L’attrazione turistica dell’anno ha luogo però durante l’avvento con il più antico mercatino natalizio del mondo, detto del Bambin Gesù. Dei 45 398 svizzeri che nel 2013 hanno pernottato a Norimberga,
Per i visitatori di Norimberga le piccole e raffinate salsicce sono quasi una tappa obbligatoria.
rimberga affronti apertamente l’epoca del nazionalsocialismo e della Seconda Guerra Mondiale. Da non perdere la visita al Centro di documentazione e vecchio sito dei congressi del partito nazionalsocialista. Si consiglia l’acquisto della pratica «Nürnberg Card» (2 giorni/23 €). Informazioni: www.tourismus.nuernberg.de e www.railtour.ch. Bü
molti lo hanno fatto per questo motivo. Ma forse anche per il Playmobil Funpark o per il più noto figlio della città, Albrecht Dürer (1471–1528). Lungo la strada verso il Kaiserburg si passa davanti alla casa di Dürer. Una delle pietre miliari della storia cittadina è stata posta nel 1835, quando la prima ferrovia tedesca percorse la tratta Norimberga–Fürth. Da notare come No-
Bamberga, la città per chi ama la birra
ga ogni ospite al di fuori degli orari della cucina 9–11 e 14–17 può portare il suo boccone (spuntino/merenda) e bere una birra alla spina – www.bier.bamberg.info.
Città degli ortolani e Unesco
A
Bamberga le nove birrerie fanno sì che i 70 000 abitanti possano scegliere tra 50 diversi tipi di birra. «È la prova matematica che Bamberga è la vera e propria capitale della birra della Repubblica tedesca», sottolinea gioviale Anna-Maria Schühlein del Servizio cittadino per il turismo e i congressi.
Bamberga deve la fama di città della birra per quella affumicata, il cui profumo pervade i vicoli delle strade. Al suo gusto ci si deve abituare, una non basta, per ritenerla buona. Per quanto riguarda la birra, ci sono ancora delle particolarità: in estate i cittadini di Bamberga non cercano refrigerio nei giardini all’aperto «Biergärten», bensì nelle taverne «Keller». La birra viene accompagnata da una salsiccia, crauti o una cotoletta impanata – tutto molto sostanzioso e saporito. A Bamber-
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Piatti sostanziosi e saporiti
Bockbier, Rauchbier o Weizenbier: a Bamberga birra per ogni gusto.
Il nucleo storico di Bamberga, un gioiello architettonico di prima qualità, è già dal 1933 nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Su una superficie di 4,5 km2 si trovano oltre 4500 case sotto tutela. Il più famoso e bello è il vecchio municipio, che troneggia nel mezzo del fiume Regnitz. La guida turistica Michael Knobel racconta che nel centro storico si contano ancora oggi 51 chiese e cappelle e sono attive cinque comunità conventuali. Orgogliosa Anna-Maria Schühlein conduce il nostro gruppo di giornalisti attraverso uno speciale quartiere, la città degli ortolani. Qui oltre 60 famiglie coltivano ancora il proprio orticello. Se dovessero cessare questa attività, Bamberga perderebbe lo statuto di patrimonio culturale Bü dell’Unesco – www.bamberg.de. Questo viaggio è stato sponsorizzato dalle Ferrovie federali svizzere (FFS) e dalle Ferrovie tedesche (DB).
26 touring | campeggio n. 14 | 21 agosto 2014
Mike von Grünigen | Per la famiglia di cinque persone dell’ex campione di sci di Schönried le ferie in roulotte sono un gran evento. Il lavoro è ben regolato. Una ricetta vincente per scongiurare i conflitti nello spazio ristretto.
Ferie in camping, una lezione di vita
I
n occasione della nostra visita a Schönried, Anna von Grünigen si scusa prima di tutto per il disordine, che a dire il vero non è affatto così. Non facciamo in tempo a guardarci intorno e ad osservare le numerose parrucche nella stanza, che ci spiega: «Questa estate sono impegnata nel teatro all’aperto, il Freilichttheater Saanenland a Gsteig come suggeritrice e in più preparo le parrucche per i vari attori», spiega la parrucchiera professionista. Anche il secondogenito Elio (16) sta facendo i primi passi sulla Freilichtbühne a Gsteig nel pezzo teatrale «Farinet, der Falschmünzer». Per questo motivo, questa estate le annuali ferie famigliari in roulotte vengono sacrificate sull’altare del teatro.
La mancanza di spazio unisce Com’è sorta questa passione per le ferie in campeggio? È stata Anna von Grünigen ad avere già fatto l’esperienza di questa forma di vacanza: «Sono cresciuta in una famiglia di dodici persone e i miei genitori per motivi finanziari hanno gestito un campeggio oltre che la fattoria di famiglia. Come dire, sono cresciuta in mezzo alle roulotte e spesso ho giocato con i bambini del campeggio», racconta Anna. Diversa l’esperienza di Mike von Grünigen: «Da giovane il campeggio non mi ha mai interessato. Prima di avere i bambini, abbiamo però fatto delle vacanze con tenda e camper negli Stati Uniti. Qui il camper è un normale mezzo di trasporto». Per questo è stato poi facile per Mike entusiasmarsi per le vacanze in campeggio. Quando una volta la giovane famiglia con due bambini piccoli dovette interrompere le vacanze in tenda in Svizzera a causa del persistere del brutto tempo, la decisione venne presa in un battibaleno: la soluzione è una roulotte! E così i von Grünigen nel 2001 comprarono un modello della marca Bürstner, che posseggono ancora oggi. La famiglia von Grünigen non è di quelle che si soffermano per giorni su
una spiaggia e che si lasciano arrostire dal sole. Per accontentare i figli, scelgono, se possono, un campeggio ai bordi dell’acqua. «Capita che verso sera prendiamo un bagno rinfrescante nel lago o nel fiume; di giorno camminiamo o giriamo in bici», racconta Mike von Grünigen in forma smagliante. A bordo della roulotte, la famiglia ha viaggiato già diverse volte attraverso Svizzera, Danimarca, Svezia, Olanda, Austria, Francia del Sud e Corsica. In genere, i von Grünigen rimangono fermi in un campeggio e da lì partono a fare delle escursioni. Alla famiglia che cosa piace di più delle vacanze in campeggio? Anna a questo proposito: «Vivere insieme in uno spazio ristretto, significa non poter mai evitare il contatto. È una grande sfida, ma anche una grande opportunità per una famiglia». Nessun conflitto? «No», dicono entrambi come da una sola bocca, «anche se sembra la descrizione del paradiso, ci si deve credere, perché è davvero così!». La famiglia è raramente così compatta come nella roulotte. Ogni membro della famiglia collabora: installare, comprare, cucinare, lavare i piatti, «quest’ultimo è un compi-
In pillole Negli anni Novanta e sino al 2003 l’ex specialista dello slalom gigante Mike von Grünigen (45 anni) ha conquistato due medaglie d’oro in due diversi Mondiali e due di bronzo, una medaglia di bronzo alle Olimpiadi nel 1998 a Nagano e ha vinto ben quattro volte la Coppa del Mondo. Oggi coordina tra l’altro su mandato per Fischer Sport le nuove leve di sportivi svizzeri, gestisce per Skier’s Edge la vendita di apparecchi fitness e con la moglie Anna si occupa dell’organizzazione giovanile dello Skiclub Schönried (60 bambini); è anche maestro privato di sci.
to da uomini», afferma Anna in modo deciso. Fuori si mangia raramente, non da ultimo a causa dell’intolleranza da glutine di Anna e del figlio Elio. Mangiare il cibo del ristorante costituisce sempre un rischio. Mike von Grünigen viene ancora riconosciuto come il campione di sci? «Sì, ancora», afferma. «Ma abbiamo imparato ad affrontare questa situazione, ci ricordiamo sempre del suo ruolo di personalità pubblica». La gente è perlopiù simpatica, interessata e premurosa. «Solo se si tratta di pura curiosità, rimaniamo scettici e riservati». Mike rilascia ancora autografi…
Il futuro del campeggio Adesso che i giovani diventano sempre più «liberi», si fanno ancora vacanze in campeggio? Mike a questo proposito: «Penso di sì, ma il tema ‹piccolo camper› per noi diventa ormai d’attualità». La coppia insieme da 25 anni non si può immaginare di trascorrere vacanze in hotel nemmeno in futuro. «Durante la mia attività da sciatore ho conosciuto più che bene la vita in albergo». Peter Widmer
I genitori a colazione con i figli Noel (19), Elio (16) e Lian (13).
campeggio | touring 27 n. 14 | 21 agosto 2014
Gratis con i TP al Suisse Caravan Salon di Berna
foto Hervé Le Cunff, ald
Il Suisse Caravan Salon è la maggiore fiera all’aperto della Svizzera ed è l’Eldorado per ogni appassionato del caravanning e per coloro che vorrebbero conoscere questa forma di vacanze. L’edizione di quest’anno si svolge per la 47a volta dal 23 al 27 ottobre negli spazi della Bernexpo nella città federale. I visitatori che desiderano pernottare con i loro camper o roulotte al campeggio del TCS a Berna-Eymatt e vedere l’esposizione, per la prima volta quest’anno possono andare alla fiera gratuitamente con i trasporti pubblici (TP) grazie al BernTicket. A partire dalla prima notte in campeggio, l’ospite riceve il BernTicket per tutta la durata del soggiorno, usufruendo così di viaggi gratuiti nelle zone 100/101 della rete dei mezzi pubblici. È inclusa la funicolare del Gurten, il monte di casa bernese, quella del Marzili e l’ascensore della Cattedrale. Il Bern-Ticket viene consegnato al check-in all’entrata del campeggio ed è valido solo se completamente compilato. Come indica l’azienda dei trasporti Bernmobil, va presentato al personale di controllo. Chi soggiorna al campeggio Eymatt e vuol visitare lo Suisse Caravan Salon sale sull’autopostale all’entrata del campeggio, viaggia per 15 minuti fino alla stazione centrale, qui sale sul tram 9 in direzione Wankdorf che in una decina di minuti lo porta direttamente davanti all’area espositiva. Nel campeggio del TCS di BernaEymatt si possono affittare anche bungalow, roulotte e pod. Ulteriori informazioni e prenotazioni: direttamente a www.tcs-camping.ch/bern, telefono 031 901 10 07. wi
Un’immagine dei tempi passati: papà Mike von Grünigen con i tre figli.
Sugli sci: Mike von Grünigen, campione del mondo in slalom gigante.
mw
La famiglia anche in campeggio non è mai inattiva. Il TCS Camping Berna-Eymatt.
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Inviare il tagliando a: TCS, «Touring Shop», Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna; fax 058 827 50 25; e-mail: touringshop@tcs.ch; per domande: TCS, «Touring Shop», tel. 058 827 35 15 (non si accettano ordinazioni per telefono). Ditta partner/spedizione: Max Versand, 8344 Bäretswil, tramite posta, solo in Svizzera e nel Liechtenstein.
campeggio | touring 29 n. 14 | 21 agosto 2014
Il campeggio TCS a quattro stelle Gordevio-Valle Maggia è situato sulle rive del fiume Maggia che dà il nome anche alla valle.
TCS Camping Gordevio-Valle Maggia | Questo campeggio è il punto di partenza ideale per le più svariate attività del tempo libero nel Canton Ticino.
Un’oasi sulle rive della Maggia
P
resso il bivio di Ponte Brolla il viaggiatore può scegliere tra due valli: a sinistra la Centovalli in direzione dell’Italia e a destra la Valle Maggia. La nostra scelta ricade su quest’ultima, dato che la nostra meta è il TCS Camping «Gordevio-Valle Maggia». Gordevio è la seconda località in questa valle ticinese; il cartellone stradale invita l’automobilista a lasciare la strada principale per raggiungere direttamente il campeggio situato sulle rive della Maggia. Ciò che colpisce al primo sguardo: tutti gli edifici del campeggio del TCS sono tinteggiati di un bel colore ocra scuro.
Lara Sagrini Galli dirige il campeggio TCS di quattro stelle nella sua 12a stagione con molto charme, impegno e competenza.
Per chi ama l’acqua La nuova piscina con riscaldamento solare è di ben 15×6 metri con una profondità che va da 90 a 150 centimetri. Chi invece
preferisce il contatto diretto con la natura non esiterà a tuffarsi nelle fresche acque del fiume Maggia. Dal 2012 oltre agli impianti sanitari rinnovati ci sono nuove strutture provviste della tecnologia più moderna, in cui si può anche cucinare e poi mangiare su un’ampia terrazza. Questo stabile si trova nelle immediate vicinanze del grande e ombreggiato prato con le tende; una gioia per i campeggiatori! Comprese nella nuova struttura ci sono 26 docce, 30 toilette, due locali con le lavatrici e due docce per disabili. Non è ormai più un consiglio per pochi eletti: il ristorante «Bellariva» gestito da molti anni dalla famiglia Osenda-Burzi. In occasione della nostra visita a inizio luglio molta gente del posto gustava la gastronomia del locale sulla terrazza baciata dal sole. «Qui ci sono le migliori pizze della
Valle Maggia», dichiara raggiante la direttrice del campeggio Lara Sagrini Galli. Ci rivela un impegnativo ma eccezionale consiglio per un’escursione: «Via Alta Valle Maggia» lunga 52 km, che si snoda in altezza tra Locarno e Fusio. Il tragitto viene percorso a piedi in 5 o 6 giorni, pernottando in capanne una volta usate dai pastori e ora rinnovate per ospitare gli escursionisti. Peter Widmer
A COLPO D’OCCHIO ◾ Indirizzo: TCS Camping Gordevio-Valle Maggia, 6672 Gordevio, tel. 091 753 14 44, fax 091 753 17 64, camping.gordevio@tcs.ch, www.tcs-camping.ch/gordevio. ◾ Direzione: Lara Sagrini Galli. ◾ Apertura: 4 aprile–12 ottobre ‘14.
foto mw, wi
◾ Viaggio: Locarno/Ascona direzione Valle Maggia–Gordevio, seguire i cartelli stradali all’ingresso del paese.
Il negozio ha a disposizione un’ampia offerta.
La nuova piscina con riscaldamento solare.
◾ In breve: prato pianeggiante, spiaggia di sassi sulle rive della Maggia, piscina, negozio, ristorante. Info turistiche: www.vallemaggia.ch.
Stop all’umidità e alla muffa
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Deumidificatore per ambienti La maggior parte delle persone vive bene in un ambiente con un tasso di umidità relativa tra il 45% e il 65%. Lo stesso vale per computer, mobili, tende, tappeti, quadri e oggetti d’arte. Piogge incessanti o umidità costante possono compromettere seriamente l’equilibrio climatico in casa o nell’appartamento. Le conseguenze? Muffa in lavanderia e alimenti avariati, solo per citarne alcune. Ma anche dopo aver fatto il bucato, aver stirato, cucinato, fatto il bagno o la doccia l’aria è eccessivamente carica di umidità. Wellcraft 30 è un deumidificatore altamente performante per combattere umidità e ristagni d’acqua. La condensa può essere recuperata nella tanica integrata di 6 litri oppure scaricata in modo continuo mediante il tubo flessibile.
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campeggio | touring 31 n. 14 | 21 agosto 2014
TCS Camping Club | «Il Camping Club che viene dal nord»: con circa 330 soci, il TCS Camping Club Sciaffusa è uno dei club più piccoli, ma non per questo uno dei meno attivi.
IL CLUB ◾ Cronologia: fondato nel 1950. Nel 2000 il 50° anniversario è stato festeggiato a Langwiesen. Nel settembre 2014 si svolgerà l’incontro del TCS Camping Club della Svizzera orientale nel TCS Camping Flaach sulle rive del Reno.
Il Camping Club delle cascate del Reno
C
◾ Soci: circa 330
amping: niente sport, ma in un certo senso una filosofia di vita. Essere a contatto con la natura, grande libertà e creatività vissuta nel tempo libero. Sono queste le colonne portanti dei nomadi moderni. Devono averle avuto ben in mente gli otto compagni nel momento in cui nel giugno del 1950 diedero alla luce il TCS Camping Club Sciaffusa. Attualmente, quasi 65 anni dopo, questo club conta attorno a 330 soci.
◾ Presidente: Hanspeter Weder, Weinsteig 176, 8200 Sciaffusa, info@tcs-ccsh.ch ◾ Ulteriori informazioni: www.tcs-ccsh.ch
La parola al presidente Per quale motivo un campeggiatore dovrebbe diventare membro del Camping Club Sciaffusa? Hanspeter Weder: diventare soci del TCS Camping Club Sciaffusa non è obbligatorio. Per un campeggiatore, avere la tessera di socio in uno dei club regionali è importante per approfittare delle prestazioni supplementari, per allacciare contatti e per partecipare alle manifestazioni.
Esigenze crescenti I soci del TCS Camping Club Sciaffusa s’incontrano all’esposizione primaverile a Herblingen.
Offerta gastronomica alla festa per la chiusura annuale.
Sguardo alla lista degli eventi ◾ 12.1.14: chiacchierata invernale a Steisslingen (D) ◾ 4.2.14: assemblea generale ◾ 5.3.14: bowling ◾ Aprile: corsi di guida ◾ 5/6.4.14: esposizione primaverile a Sciaffusa ◾ 29.5–1.6.14: incontro dell’Ascensione a Feldkirch (A) ◾ 15.8.14: grigliata a Uhwiesen
che soddisfano quasi tutti i desideri di comfort». La prova più evidente che il Camping Club Sciaffusa è attivo, è il calendario delle manifestazioni (vedi la lista qui sotto). Inoltre, attualmente sono in corso i preparativi per l’imminente incontro dei campeggiatori della Svizzera orientale nel TCS Camping di Flaach sulle rive del Reno, dove sono attesi i vari campeggiatori di Grigioni, San Gallo-Appenzello, Turgovia, Zurigo e Sciaffusa. «Dato che il campeggio nelle vicinanze Langwiesen non è più associato al TCS, per questo nostro incontro si è dovuto trovare un luogo sostitutivo», spiega Hanspeter Weder. «Sono però convinto che la scelta del TCS Camping Flaach sulle rive del Reno sia quella buona e non vediamo l’ora di incontrarvi molti colleghi campeggiatori a fine settembre». Peter Widmer
◾ 26–28.9.14: incontro dei campeggiatori della Svizzera orientale a Flaach ◾ 18.10.14: visita fabbrica Chocolat Frey a Buchs ◾ 4.11.14: assemblea autunno ◾ 6.12.14: chiusura e lotto ◾ 11.1.15: chiacchierata invernale ◾ 4.2.15: assemblea generale Inoltre «Hock» ogni 1° martedì del mese di aprile, maggio, settembre, ottobre.
Che cosa contraddistingue il suo club? A dire il vero lo si dovrebbe chiedere ai nostri soci! Un’importante caratteristica del nostro club è il numero straordinario di membri attivi, ovvero attorno al 20% con tendenza al rialzo. Una quota che dimostra che con la nostra filosofia siamo sulla giusta strada. La rete dei contatti sociali è talmente fitta che all’interno del nostro club si sono addirittura formati dei gruppi di viaggio.
I TCS Camping Club Per i campeggiatori, il «TCS Camping Club» è la piattaforma ideale di scambio di idee. Chi desidera impegnarsi attivamente nella vita del club, lo può anche fare. Al momento dell’iscrizione come socio si viene assegnati automaticamente al Camping Club nel Cantone di domicilio e si ottengono informazioni recenti. www.campingclubtcs.ch
La sua sfida più impegnativa? Creare sempre più valore aggiunto per i vari soci del TCS Camping Club.
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«È cambiato molto negli ultimi decenni», afferma il presidente Hanspeter Weder, che guida da 13 anni il TCS Camping Club Sciaffusa. «Se all’inizio erano esclusivamente le tende a riempire i campeggi, ora i nomadi moderni prediligono le roulotte e in misura sempre maggiore i camper,
Gli obiettivi come presidente? Guidare il club in modo che il maggior numero possibile di persone decidano di diventare soci del TCS Camping Club e che siano soddiwi sfatti di averlo fatto.
32 touring | club e soci n. 14 | 21 agosto 2014
Situazioni calde per menti fredde Operatori per la comunicazione con la clientela | Piacere nel trattare con i clienti e resistenza psichica: due requisiti per questo mestiere. Ne parlano due operatrici che hanno appena concluso la formazione al TCS. Intervista: Peter Widmer
Pensa ancora di aver fatto la scelta giusta? Leyla: Sicuramente sì. Non è stato sempre facile, la formazione per questo mestiere era ancora nuova, alcune malattie d’infanzia si fanno ancora sentire. Ma sono sempre stata incoraggiata, ho potuto svolgere compiti supplementari e lavorare in grande autonomia. Angela: Nonostante in questi tre anni abbia avuto diverse formatrici che mi hanno accompagnato, si sono tutte impegnate e ho potuto fare i compiti perfino durante gli orari di lavoro. Tutto sommato sono stati tre anni interessanti. Quali materie ha preferito in particolare? Leyla: Ho potuto mettere in pratica soprattutto i corsi interdisciplinari e quelli di dialogo con i clienti. Angela: Posso sottoscrivere. A volte la teoria sembrava facile, mentre la messa in pratica si rivelava più difficile. Ma gra-
zie al metodo «imparare facendo» sono riuscita a farcela.
Com’è andata con lo stress, con i frequenti reclami dei clienti? Leyla: Ammetto che c’erano giorni in cui ero sul punto di mollare tutto. Ma mi riusciva abbastanza spontaneo di svuotare la mente alla fine della giornata. E anche il team del Centro di contatto ha contribuito a creare una buona atmosfera: quando di mattina vedevo tutti i volti sorridenti, non si poteva avere la luna storta! Però, contano anche i successi. Era un vero balsamo, quando riuscivo a trasformare in positivo un reclamo e alla fine della discussione il cliente mi ringraziava e si congedava con una risata. Angela: A volte sono arrivata ai limiti, ma col tempo mi sono perfino abituata a lunghe situazioni di stress. L’importante è che non si facciano diventare propri i
Le nuove operatrici per la comunicazione con la clientela con attestato federale di capacità (AFC) Angela Flury (dietro) e Leyla Nur Kaydin al loro posto di lavoro nel TCS Contact Center.
«Mantengo la mente fredda anche in situazioni frenetiche» Leyla Nur Kaydin, operatrice AFC al TCS Contact Center di Schönbühl. problemi dei clienti, pur con tutta l’empatia. Voglio, però, anche ricordare i non pochi clienti fedeli che mostravano comprensione per i problemi, con ringraziamenti e perfino elogi. Anche questo risolleva il morale!
Come ha messo in pratica il principio di «acquisire clienti, conservarli, recuperarli»? Leyla: Nella fase del rinnovo della quota sociale questa disciplina si percepiva di più, da parte mia cercavo di motivare a restare quei soci che manifestavano la volontà di dimissionare. All’inizio mi mancavano ancora argomenti a sufficienza, ma col passar del tempo sono diventata più sicura e informata sul TCS.
foto Mathias Wyssenbach
Quella di operatrice/operatore per la comunicazione con la clientela è una professione giovane. Cosa l’ha condotta a sceglierla? Leyla: All’epoca in realtà non c’erano molte informazioni a riguardo. Mi sono informata soprattutto via Internet. Dei call center conoscevo soprattutto il noto cliché delle vendite telefoniche, che disturbano a casa dopo il lavoro. Per me l’importante era, ed è tuttora, avere il contatto con i clienti. Ho potuto fare una giornata di orientamento al TCS e mi sono decisa. Angela: Siccome all’inizio cercavo un posto d’apprendistato come impiegata di commercio, ero andata a dare un’occhiata in un ufficio; ma per me c’era troppa amministrazione. Poi una collega mi ha parlato di questo nuovo mestiere e ha risvegliato il mio interesse. In seguito ho potuto partecipare ad un giorno d’orientamento da Sunrise e TCS… ed è scattato il «clic».
Angela: È importante che non si evochino solo gli sconti, ma piuttosto le esigenze dei clienti tramite una tecnica mirata, costituita di domande aperte e di ascolto attivo, per poi convincere con argomenti basati sui fatti. Ho sempre cercato di proporre prodotti che soddisfano le esigenze del cliente. Volevo infatti avere la coscienza pulita e rimanere fedele a me stessa.
Dove vede i suoi punti forti e quelli deboli? Leyla: Riesco a mantenere la mente fredda anche in situazioni frenetiche e non mi lascio distogliere facilmente. Sono considerata pronta ad aiutare, prendo i clienti sul serio e poi cerco di trovare una soluzione a loro favore. Un mio punto debole è forse che a volte mi identifico molto nel problema del cliente. Devo sapermi distanziare di più. A volte s’incontrano casi limite a cui non è possibile offrire una soluzione, ma c’è bisogno dell’aiuto di altri. Angela: Anch’io mantengo la calma in situazioni difficili, anche quando i clienti si spingono oltre e ti attaccano sul piano personale. In casi del genere cerco di mettermi nei panni di chi chiama. Siamo il primo interlocutore per sfogare la sua
club e soci | touring 33 n. 14 | 21 agosto 2014
Operatori con attestato AFC ◾ Base legale: Ordinanza federale del 1.7.2010 ◾ Durata della formazione: tre anni ◾ Sedi professionali: Contact Centers o Customer Care Centers ◾ Compiti: gli operatori per la comunicazione con la clientela consigliano i clienti sui diversi prodotti e servizi, conducono colloqui di vendita, evadono i reclami o li trasmettono. ◾ Informazioni: maria.marti@tcs.ch; www.fachleute-kundendialog.ch
Flavia Donno, lei forma gli apprendisti a Schönbühl. Quale curriculum professionale possiede a sua volta? Flavia Donno: Ho fatto l’apprendistato come impiegata di commercio nell’agenzia TCS di Bienne. Dopo la chiusura dell’agenzia sono venuta a Schönbühl come coach e da due anni sono responsabile di un team di 15-18 collaboratori.
rabbia. Non si deve personalizzare il problema. Per contro, devo ancora imparare a staccare meglio la spina al termine del lavoro; a volte i problemi mi accompagnano anche nel tempo libero.
Cosa consigliate a qualcuno che si interessa alla professione di operatore per la comunicazione con la clientela? Angela: Bisogna sempre essere consapevoli che l’operatrice per la comunicazione con la clientela è il biglietto da visita dell’azienda e lavora sul fronte più avanzato. Ma è anche la prima persona sulla quale il cliente sfoga la sua frustrazione in determinate circostanze. Senza dubbio sono importanti una grande capacità di sopportazione, velocità di sintesi per riconoscere i problemi, disponibilità a trovare una soluzione e il piacere del contatto. Leyla: Un requisito fondamentale è sicuramente il piacere di comunicare con le
«Le studentesse sanno reggere meglio di noi le situazioni di stress» Flavia Donno, responsabile team al CIC di Schönbühl e formatrice professionale.
«Gli operatori sono il biglietto da visita dell’azienda» Angela Flury, operatrice AFC al TCS Contact Center di Volketswil.
persone. In questo lavoro gli introversi sono al posto sbagliato. Per gli altri attributi mi associo ad Angela.
Avete completato la formazione con successo. Come vedete il vostro futuro professionale? Leyla: Al momento non mi sento ancora sicura al 100 percento. Per ora mi piacerebbe continuare a lavorare ancora per qualche tempo qui nel Contact Center del TCS a Schönbühl. La mia intenzione è comunque di continuare ad avere contatti con i clienti, ma vedendoli di persona, eventualmente nel settore assicurativo. Angela: Dal 1° di settembre ho un posto fisso al Contact Center del TCS a Volketswil. Ma poi anche a me piacerebbe lavorare a contatto diretto con i clienti, ad esempio mi vedrei bene come guida turistica.
Quanti sono gli «operatori per la comunicazione con la clientela» che seguono la formazione di base al TCS? Al momento ci sono sei apprendiste, a Schönbühl e Volketswil – e finora neppure un maschio! Quali esperienze fa con le allieve? Per me il compito è estremamente eccitante. Le studentesse sono molto comunicative e dotate di parlantina, il che ovviamente è un requisito importante in tale mestiere. Inoltre, posso constatare che reggono meglio di noi le situazioni di stress, in modo più rilassato e naturale. Finora non ci sono state interruzioni dell’apprendistato in questo mestiere. Come funziona il reclutamento? I nostri posti di tirocinio sono pubblicizzati sui siti Internet dei centri di formazione professionale. Inoltre organizziamo dei corsi di orientamento. All’inizio questo mestiere era ancora poco conosciuto, ma oggi abbiamo la possibilità di scelta dei candidati. Cosa bisogna cambiare nella formazione di base? A mio parere l’attuale piano di formazione elaborato da Callnet.ch è troppo complesso, per poter essere applicato nella formazione interna. Va concentrato e semplificato. Nella lista delle materie non vedo al momento nessun bisogno di ◾ cambiamento.
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Inviare il tagliando a: TCS, «Touring Shop», Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna; fax 058 827 50 25; e-mail: touringshop@tcs.ch; per domande: TCS, «Touring Shop», tel. 058 827 35 15 (non si accettano ordinazioni per telefono). Ditta partner/spedizione: Max Versand, 8344 Bäretswil, tramite posta, solo in Svizzera e nel Liechtenstein.
club e soci | touring 35 n. 14 | 21 agosto 2014
Come arrivare all’Air14
Gratuito per chi viaggia in 4 Sono tante le vie che dall’autostrada A1 conducono all’Air14. Ai principali incroci il personale apposito indicherà la direzione verso l’area della festa. Non sarà possibile l’accesso ai villaggi di Bussy, Grandcour, Rueyres-les-Prés e Morens, situati a nord della pista, nei quali potranno transitare solo gli abitanti. Durante il finesettimana saranno chiuse al traffico anche la Route de Grandcour e l’Avenue Jomini a Payerne. I parcheggi sono
TCS Societariato www.tcs.ch Motorizzati (automobilisti e motociclisti) a seconda della Sezione e pro rata TCS Tessera partner/giovani Fr. 44.– Non motorizzati Fr. 32.– Cooldown Club membercard Fr. 66.– Ciclisti (con TCS Velo Assistance Casco 2000) Fr. 37.– Juniores (con TCS Velo Assistance Casco 2000) a seconda della Sezione Quota per socio campeggiatore TCS (solo se già Fr. 55.– socio motorizzato o non motorizzato) (camping club AG: + Fr. 7.–; ZH: + Fr. 5.–) TCS Libretto ETI www.eti.ch Informare sempre prima ETI! Europa motorizzato «Famiglia» Fr. 103.– Europa motorizzato «Individuale» Fr. 75.– Europa non motorizzato «Famiglia» Fr. 77.– Europa non motorizzato «Individuale» Fr. 65.– Mondo motorizzato «Famiglia» Fr. 191.– Mondo motorizzato «Individuale» Fr. 145.– Mondo non motorizzato «Famiglia» Fr. 165.– Mondo non motorizzato «Individuale» Fr. 135.– Fr. 32.– Spese di cura «Europa» Spese di cura «Mondo» Fr. 50.– TCS Carta Aziendale www.tcs.ch/azienda Per veicoli aziendali Soccorso stradale da Fr. 134.– Protezione giuridica circolazione da Fr. 111.– TCS Card Assistance www.cardassistance.tcs.ch per tutta la famiglia Fr. 28.– 20% di sconto per i titolari del Libretto ETI
ripartiti attorno al perimetro dell’Air14. Per andare a piedi fino all’area della manifestazione bisogna calcolare una trentina di minuti. Il parcheggio costa dieci franchi. Posteggiano, invece, gratuitamente le automobili che arrivano con almeno quattro persone a bordo. Chi non ha la vettura piena, con pochi clic sul sito Internet dell’Air14 può organizzare un gruppo di passeggeri. Moto e biciclette hanno a disposizione vaste superfici di posteggio nelle vicinanze dell’entrata principale. Chi arriva in treno viene convogliato verso Losanna–Palézieux, Yverdon-lesBains, Chiètres–Morat oppure Friburgo. Da queste stazioni partiranno treni speciali verso Broye. I convogli straordinari arrivano alle tre stazioni terminali dell’Air14: Payerne, Corcelles-Nord e Cugy (FR). Da qui dei bus navetta portano all’area della festa. Per il trasferimento dalle stazioni terminali all’Air14 bisogna prevedere almeno 30 minuti. Sul terreno della festa è presente anche il TCS, che espone il suo jet-ambulanza e la sua eliambulanza. Inoltre, a Yverdon sarà installato per i casi di panne un punto d’appoggio della Patrouille. dno Keystone
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uesto spettacolo aereo non solo sarà il più grande nella storia del nostro Paese, ma anche l’evento dei superlativi. A Payerne (VD) sono attesi, infatti, 80 000 spettatori durante ognuna delle quattro giornate indette per celebrare il centenario dell’aviazione militare svizzera. «Prevediamo questa cifra, ma gli spettatori potrebbero anche essere 100 000», dice il portavoce di Air14 Laurent Savary. È chiaro che il 30 e 31 agosto, così come il 6 e 7 settembre, le strade della regione attorno a Payerne saranno sature. Gli ingorghi inevitabili. I responsabili dell’organizzazione hanno però elaborato un sofisticato concetto di trasporti. Chi vuole vedere dal vivo gli artisti del volo ha diverse possibilità per arrivare all’Air14.
Info Touring Informazioni e biglietti: www.air14.ch
L’Air14 sarà il più grande spettacolo aereo della storia svizzera.
Prezzi e prestazioni TCS telefono 0844 888 111 o www.tcs.ch
Club servizi
Carte di credito TCS www.mastercard.tcs.ch TCS MasterCard Gold Fr. 100.–* TCS MasterCard Fr. 50.–* TCS MasterCard Load&Go Fr. 25.–* TCS MasterCard COOLDOWN CLUB Fr. 0.– * Nessuna commissione annuale per il 1° anno
TCS Protezione giuridica www.tcs-protezione-giuridica.ch TCS Assicurazione protezione giuridica Circolazione «Famiglia» Fr. 96.– «Individuale» Fr. 66.– Privata senza sottoscrivere la Circolazione «Famiglia» Fr. 245.– «Individuale» Fr. 225.– Privata con Circolazione già sottoscritta «Famiglia» Fr. 215.– «Individuale» Fr. 192.– Immobili Fr. 60.–
Infotech www.infotechtcs.ch Il TCS sottopone a test veicoli ed accessori e mette a disposizione dei soci informazioni raccolte e redatte in modo competente e neutrale.
TCS Assicurazione auto www.tcs-assicurazione-auto.ch Responsabilità civile, casco parziale, casco collisione, capitale incidente, protezione del bonus, danni di parcheggio 0800 801 000
Viaggi e tempo libero TCS Viaggi TCS Camping
Assicurazioni due ruote www.assistancetcs.ch TCS Velo Assistance con assistenza e casco fino a Fr. 2000.– Fr. 25.–* copertura casco fino a Fr. 5000.– Fr. 80.–* copertura casco fino a Fr. 7500.– Fr. 172.–* TCS Moto Assistance (soccorso stradale e assistenza) Fr. 41.–* Ai motociclisti in Svizzera e all’estero * prezzi soci TCS
TCS Training&Events www.training-events.ch Sconti sui prezzi dei corsi di perfezionamento di guida nei centri di Lignières, Plantin, Betzholz, Stockental, Derendingen ed Emmen. Formazione in due fasi www.2fasi.tcs.ch Corsi obbligatori per la licenza di condurre.
TCS Hotels Schloss Ragaz, Bad Ragaz www.hotelschlossragaz.ch Bellavista, Vira Gambarogno www.hotelbellavista.ch Ciclo e svago tcs
www.viaggi-tcs.ch www.tcs-camping.ch 058 827 25 20 081 303 77 77 091 795 11 15 www.bici.tcs.ch
Giochi & Concorsi 14/2014 Tre giochi e altrettante possibilità di vincere uno dei tre fantastici premi! Concorso 1:
In palio: 2 notti per 2 persone al Seehotel Wilerbad nel Sarnerland Il Seehotel Wilerbad offre uno splendido panorama sull’ambiente lacustre e montano del Sarnerland. Caratterizzato da una combinazione di tonalità chiare e luminose, da dettagli di spessore e da nuance calde, l’hotel fa dell’ospitalità e del servizio ai clienti i suoi punti forti. I due ristoranti propongono cucina tradizionale svizzera l’uno e specialità tailandesi l’altro, e invitano a trascorrere incantevoli momenti culinari, approfittando anche della terrazza estiva e del bar. La spa del Wilerbad si estende su 1300 m2 e la sua architettura ispirata ad elementi naturali permette alla luce di invadere e riscaldare gli spazi. Una vera meraviglia per il vostro benessere! In palio: 2 pernottamenti in camera Superior Spa con prima colazione e accesso alla spa. Drink di benvenuto e una cena tailandese con menù a 4 portate.
Valore ca. CHF 1’000.–
Termine di partecipazione per ogni gioco: 31 agosto 2014. Concorso gioco per i lettori Chance 1:1:Leserspiel Quanti figli ha Mike von Grünigen, l’ex campione di sci svizzero? Inviate un SMS con scritto tmi141 x (x = numero) al numero 543.
Concorso 2: sudoku facile Risolvete il sudoku per trovare le tre cifre nelle caselle colorate di rosso. Inviate un SMS con scritto tmi142 e le tre cifre al numero 543.
8 6 9 Sponsor del premio: www.wilerbad.ch
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Concorso 2:
G3, lo smartphone di punta di LG in versione 16 GB titanio Tutti gli smartphone di LG si distinguono soprattutto per la loro eccellente costruzione e per i materiali pregiati. Il «Phablet» G3 ha un display da 5,5” ad alta risoluzione ed è motorizzato dal processore ad alta prestazione Snapdragon. Lo completano 32 GB di memoria e una fotocamera con 13 megapixel, autofocus al laser e stabilizzatore ottico. Il G3 è compatibile con la più recente versione Android 4.4.3 e riceve e invia dati attraverso la rete ultraveloce LTE.
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3 Valore CHF 629.–
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Concorso 3: sudoku medio Risolvete il sudoku per trovare le tre cifre nelle caselle colorate di verde. Inviate un SMS con scritto tmi143 e le tre cifre al numero 543.
3 1 Valore CHF 879.–
Naturalmente, Surface Pro 2 è perfettamente compatibile con i programmi Windows.
Rolf Plüss, Schmitten | Hans Hefti, Giebenach | Gisèle Currat, Grolley
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I vincitori dell'edizione n. 12 sono:
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Il Surface Pro 2 da 64 GB sfida i laptop
Surface Pro è uno strumento di lavoro completo, che può senz’altro tener testa a un laptop di alta gamma. L’apparecchio Windows 8 convince per la sua ottima costruzione. La scocca è stata realizzata con una lega di magnesio e il kick stand integrato, fissabile in due diverse posizioni, è un dettaglio particolarmente raffinato. Lo schermo da 10,6” ha una risoluzione elevata e garantisce un’ottima visibilità anche in condizioni di luce sfavorevoli.
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Ogni SMS costa CHF 1.50. La partecipazione ai concorsi è possibile pure tramite cartolina postale a: TCS, Editoria Touring, casella postale, 3024 Berna.
Possono partecipare ai concorsi tutte le lettrici e tutti i lettori di «Touring» della Svizzera e del Liechtenstein, ad eccezione dei collaboratori del TCS e dei loro famigliari. I vincitori dei «giochi & concorsi» Touring saranno estratti a sorte e avvisati. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito al concorso. Sono escluse le vie legali. I nomi dei vincitori vengono sempre pubblicati nella rivista Touring.
la pagina dei lettori | touring 37 n. 14 | 21 agosto 2014
LA DOMANDA
«Ho imparato a spegnere il motore quando sono ferma al semaforo. Ma ha senso farlo con le nuove auto? Per quali tempi d’attesa ha senso spegnere il motore?» Daniela Schwab di Berna
Avete una domanda per un esperto del TCS? Inviatela per posta a: TCS, Redazione «Touring», Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna o per e-mail a touring@tcs.ch.
S
pegnere il motore ha quasi sempre senso. Molte auto nuove hanno la funzione Start-Stop automatica. Ma anche senza tale sistema la meccanica non verrebbe messa a dura prova dal continuo accendi/spegni. Tuttavia: ci sono situazioni in cui un subitaneo spegnimento del motore non porta alcun vantaggio all’ambiente, anzi comporta rischi per la meccanica. Ad esempio, dopo un viaggio in autostrada il motore è molto caldo; alcuni costruttori raccomandano, specie per i motori turbo, di non arrestarlo subito dopo l’uscita ma di farlo girare ancora per un po’ da fermi. Questo affinché l’olio lubrificante non defluisca prematuramente. Allo stesso modo non ha senso accendere e spegnere continuamente il motore nella fase di riscaldamento, in particolare quando fa freddo. Nel traffico urbano quotidiano il motore non raggiunge
temperature elevate; si può dunque spegnerlo per qualsiasi tempo d’attesa, si tratti del semaforo rosso o del passaggio a livello. Infatti, si risparmia carburante già da arresti molto brevi. A dipendenza del veicolo, gli effetti positivi ci sono già se si ferma il motore per un lasso di tempo compreso tra uno e dodici secondi, come è stato dimostrato dalle misurazioni TCS. Le moderne auto con Start-Stop automatico sollevano il conducente dalla decisione di spegnere e riaccendere. Specie nelle località, tali sistemi apportano un contributo dimostrato al risparmio di carburante. Comunque agiscono in modo che la meccanica non riporti danni: in caso di gran caldo o durante la fase di riscaldamento potrebbe succedere che il sistema automatico lasci marciare il motore anche durante le attese, fino a quando è necessario.
l’esperto TCS Roger Löhrer Consulenza mobilità
dei veicoli di soccorso e multare le due ruote sarebbe meno caro e più salutare. Didier Cornuet (@)
Tempo di campeggio «Touring» 11/2014
Viaggiando in autostrada con la mia roulotte, mi atterrò alle regole e manterrò dunque gli 80 km/h, provocando così molte code e arrabbiature; deve proprio essere così? Edwin Schuetz (@)
Lentezza sulla strada
Auto elettriche Mi stupisco del fatto che il TCS continui a presentare le auto elettriche. Mi sembra una contraddizione. Da un lato si vogliono eliminare le centrali nucleari, senza per il momento poter presentare una valida alternativa, ad eccezione dell’appello a risparmiare energia. D’altro canto le auto elettriche sono molto elogiate, ma nessuno parla del fatto che necessitano di energia elettrica. Mi sembra assolutamente paradossale. Si dovrebbe invece lavorare duramente per ottimizzare le celle a combustibile, per poter utilizzare le automobili con saggezza. René Picard (@)
Guidare in autostrada «Touring» 12/2014
In una recente lettera di un lettore, si poteva leggere che bisogna vietare ai camion di sorpassare un veicolo più lento e multare chi non circola almeno a 120 km/h sulla corsia di sorpasso! L’autore di questa lettera non sa che 120 km/h è la velocità massima, non quella obbligatoria, e che ogni conducente ha il diritto di superare un veicolo più lento a condizione che si sposti con
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«Touring» 12/2014
Un lettore vorrebbe circolare più velocemente di 80 km/h con la sua roulotte in autostrada, per non provocare code. prudenza e in anticipo e si riporti sulla corsia di destra dopo il sorpasso, garantendo la distanza di sicurezza al veicolo superato. Come quando si è in fila alla posta, in banca, al cinema ecc. bisogna saper aspettare il proprio turno. André Heinzer (@)
Decibel in città Le città si ingegnano a spendere milioni per rivestimenti stradali antirumore a colpi di martelli pneumatici, di blocchi della circolazione e di eliminazioni di posteggi. Ridurre di 20 decibel le sirene
Essendo spesso sulla strada, mi stupisco che non si proceda ai semafori serrando le file, nelle colonne in attesa e quando il limite di velocità aumenta. Sono cosciente che sulla strada gli ingorghi e le altre automobili sono inevitabili, ma almeno: procedete! Nicolas Favre (@)
Pedaggi all’estero In Svizzera ci si è opposti all’aumento del contrassegno autostradale. Con maggiori mezzi finanziari si potrebbe migliorare la sicurezza del traffico e meglio assorbire le code. Ho speso per un viaggio fino a Marsiglia più del prezzo dell’attuale nostro contrassegno. Michel Morier, Ginevra
touring Scriveteci!
Per questa rubrica valgono alcune regole: più breve è la lettera, maggiore è la probabilità che venga pubblicata; la redazione si riserva di apportare eventuali tagli e non tiene corrispondenza. È possibile inviare le lettere per e-mail: touring@tcs.ch. Le lettere dei lettori vengono pubblicate anche nell’edizione online di «Touring» (www.touring.ch).
touring impressum Giornale del Touring Club Svizzero (TCS). Redazione: Felix Maurhofer (fm, caporedattore); Dino Nodari (dno, vice caporedattore); Marc-Olivier Herren (MOH, vice caporedattore); Christian Bützberger (Bü), Jacques-Olivier Pidoux (jop), Nadia Rambaldi (nr), Peter Widmer (wi). Grafica: Andreas Waber (caposervizio), Stephan Kneubühl, Mathias Wyssenbach. Assistenti di redazione: Michela Ferrari (i), Tania Folly (f), Oliver Marti (t), Irene Mikovcic-Christen (assistente caporedattore). Corrispondenza: Redazione Touring, Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna, tel. 058 827 35 00, fax 058 827 50 25. E-mail: touring@tcs.ch. Editore: Touring Club Svizzero, cp 820, 1214 Vernier (GE). Tiratura: edizione italiana: 83 141, totale: 1 325 035. Editoria/marketing: Reto Kammermann (responsabile). Pubblicità: Publicitas Publimag SA, Seilerstrasse 8, 3011 Berna, tel. 044 250 31 31, fax 044 250 31 32. Produzione: St. Galler Tagblatt AG, CIL Centre d’impression Lausanne SA. Cambiamenti d’indirizzo: indicando il numero di socio, alla Sede centrale del TCS, cp 820, 1214 Vernier; tel. 0844 888 111; e-mail: service@tcs.ch. Abbonamento: compreso nella quota sociale annua. «Touring» è pubblicato 20 volte l’anno. Si declina ogni responsabilità per manoscritti e altri lavori non richiesti.
38 touring | l’incontro n. 14 | 21 agosto 2014
«Io sono un temerario, lo sono sempre stato» In seguito ad un incidente in moto Christoph Kunz è paraplegico. Il bernese dell’Oberland ha già vinto tre medaglie alle Paralimpiadi di sci, l’ultima d’oro.
A 18 anni ha superato i limiti in moto. Da allora è paraplegico. Non ha paura di altri infortuni?
Purtroppo ho cercato il limite a bordo di una motocicletta avendo troppo poca esperienza su questo mezzo. Attualmente non ho paura, altrimenti non potrei più gareggiare ai massimi livelli sportivi. I propri limiti si mettono alla prova durante l’allenamento. Ciò ha molto a che fare con l’autostima e la preparazione mentale.
Christoph Kunz ha 32 anni e vive con la famiglia a Reichenbach nella Kandertal. Alle Paralimpiadi di Sochi ha vinto l’oro nello slalom gigante.
Dove ha trovato la forza per non mollare dopo l’incidente stradale? Sono un lottatore ed a 18 anni avevo ancora tutta la vita davanti a me. Volevo reintegrarmi rapidamente e ho puntato lo sguardo in avanti. Su questa via per fortuna ho ricevuto molto appoggio dalla mia famiglia e dai miei amici ed anche la fede è stata molto importante. Da subito ho voluto vedere quali possibilità avevo ancora, senza rimpiangere soprattutto quelle che non avevo più. In inverno lei è in giro sulle piste da gara. Ogni tanto si concede anche una tranquilla sciata? Ovviamente ogni tanto mi piace anche sciare normalmente. Nell’Oberland bernese ci sono delle belle località sciistiche e nella mia famiglia si scia molto volentieri.
«Valuto quando vale la pena correre dei rischi» Le aree sciistiche svizzere sono accessibili a tutti? Fondamentalmente mi è possibile sciare in ogni località sciistica. L’unica cosa problematica concerne le cabinovie, dove ho bisogno di aiuto. Ma seggiovie e skilift funzionano molto bene. E con il tempo si sa anche dove e cosa è possibile fare. Quale significato ha la mobilità per lei? È molto importante. L’automobile mi ha dato molta libertà e flessibilità. Per raggiungere i miei obiettivi devo essere molto flessibile. E con la sedia a rotelle ci sono ancora molti ostacoli anche nei trasporti pubblici.
Dino Nodari
Lei scende dalla pista anche a 115 km/h. Ha bisogno di questa botta di velocità? Christoph Kunz: Io sono un temerario. Lo sono sempre stato e questo per me si è già dimostrato fatale. In gara ho rispetto della pista e valuto se vale la pena correre dei rischi. Nella discesa di Sochi non li ho presi. E non è solo questione di velocità; mi affascinano altrettanto il timing e l’atletismo.
Con la nascita di suo figlio, nove mesi fa, sono cambiati i suoi obiettivi sportivi? Ovviamente il centro dell’attenzione è cambiato e mi piace molto. Ma ci sono ancora obiettivi sportivi. Ad esempio i campionati mondiali del prossimo anno. Posso anche immaginare di continuare fino alle prossime Paralimpiadi. Intervista: Dino Nodari
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