Touring 04/2009 italiano

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5 marzo 2009 touring 4 www.touring.ch GAA 1214 Vernier

Il giornale della mobilità

79° Salone dell’auto di Ginevra

Si compra in piccolo

4–25

Veicoli elettrici in auge

La batteria fa proseliti 10 I costruttori pensano al naso

Il profumo dell’auto 22 Concorso: vincete una Seat Ibiza Ecomotive 1.4 TDI Stand del TCS al Salone Animazioni, informazioni e ricchi premi 25

Grandi guidatori La storia di un uomo che è sempre al volante 26

41 Le perle del Pacifico Atolli e lagune da sogno nella Polinesia francese 30



5 marzo 2009

Felix Maurhofer, caporedattore

Un Salone dell’auto a prova di crisi

» Una ricetta del successo in economia può essere quella di adottare un comportamento anticiclico. E questa è proprio la strategia perseguita al 79° Salone dell’auto di Ginevra, in piena crisi dell’industria automobilistica. A parte General Motors, che ha ridotto la sua superficie espositiva di almeno il 30 percento, tutti pigiano sull’acceleratore. I produttori manifestano la loro fiducia in un futuro roseo attraverso stand grandi come quelli del passato. Una buona, e anche sana, dose di ottimismo: un comportamento anticiclico, infatti, può imprimere la spinta necessaria a rendere positive le cifre di vendita dei veicoli. La gamma di 130 anteprime mondiali ed europee annunciata a Ginevra dimostra che l’industria automobilistica non nasconde la testa sotto la sabbia. I 700 000 visitatori attesi potranno prestare particolare attenzione a veicoli economici di nuova concezione che dispongono di tecnologie avanzate, soprattutto di motori alternativi. I fabbricanti d’auto hanno dimostrato da tempo che sono in grado di offrire ai visitatori del Salone sorprese piacevoli anche in tempi duri come questi. Si può, comunque, già sin d’ora prevedere che in avvenire il mondo delle quattro ruote non si concentrerà principalmente sulla potenza dei motori. E chi continua a ignorare questa massima, ben presto sarà costretto a controllare i propri libri contabili. La crisi in ogni caso, ha colpito duramente soprattutto coloro che troppo a lungo hanno ignorato gli avvertimenti del mercato. E di questo la crisi finanziaria non ha colpa. Il successo deve essere ricercato tra l’altro in concetti intelligenti e tecnologie innovative. In questo modo, il 79° Salone dell’automobile può continuare a rappresentare un barometro per il settore e avere dunque un effetto di richiamo.

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editoriale e sommario 3

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speciale salone 4 Novità per ogni gusto: all’esposizione internazionale dell’automobile di Ginevra faranno bella mostra sugli stand diverse novità mondiali, europee e svizzere.

1 7 Leasing dell’auto: l’andamento alterno di un settore toccato dalla crisi finanziaria.

società e mobilità 26 Il «macina chilometri»: le esperienze di chi trascorre per lavoro molte ore al volante di un’auto, nella sempre più caotica circolazione stradale.

29 Via Sicura: il TCS è d’accordo ma punta su una maggiore responsabilità personale.

viaggi e tempo libero 30 Polinesia francese: alla ricerca dell’isola dei sogni tra Tahiti e uno dei variopinti e innumerovoli atolli che formano questo paradiso dell’Oceano Pacifico.

35 L’inglese in America: imparare la lingua prendendo parte a un corso itinerante.

club e soci 37 La stagione della bici: il TCS propone un vasto programma per gli appassionati delle due ruote, tra brevetti e manifestazioni slow up in tutto il Paese.

37 Accessori per ciclisti: le agenzie TCS vendono abbigliamento speciale e caschi. il consulente 29 | il punto, contatti TCS 39 | il concorso, impressum 41 | l’incontro: Patrick Chappatte, il caricaturista 42 Foto di copertina: Raphael Forster (7Pictures)

Sondaggio «Touring»: i criteri per comprare un’auto Quando acquista una vettura la maggior parte degli automobilisti guarda al consumo e all’ambiente: è il risultato di un sondaggio Demoscope su 779 persone, effettuato alla vigilia del Salone di Ginevra.

6%

4% 29%

7% 15%

16%

23%

più fattori consumo / ambiente prezzo sicurezza aspetto / design prestazioni non so / altro

consumo / ambiente

sicurezza

fascia d'età

città / campagna

16% 18–34 anni

18% città

20% 35–54 anni

9% campagna

32% 55–74 anni

Fonte: Demoscope, Grafico: TCS Visuell

La sensibilità dell’automobilista svizzero è però variabile: mentre il 32% degli interpellati tra i 55 e i 74 anni quando acquista un’auto fa attenzione a consumo e ambiente, la quota scende al 16% nella fascia d’età tra 18 e 34 anni. Infatti, tra i più giovani si tratta anche di una questione di prezzo: il 21% dei 18–34enni guarda soprattutto a questo aspetto, contro solo l’11% di coloro che hanno tra i 55 e i 74 anni. Interessante, infine, la differenza d’importanza tra città e campagna attribuita alla sicurezza.


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Il gioiello ginevrino non si cura della crisi

Il 79° Salone di Ginevra fa dimenticare la crisi grazie a un esauriente condensato delle tendenze automobilistiche mondiali. Uno scrigno che consente ancora di sognare.

Questo Salone si distingue contemporaneamente per una diversità senza precedenti e per la svolta ecologica avviata dall’automobile. Le marche utilizzano ogni mezzo per raggiungere i loro obiettivi inserendosi in molte nicchie e immaginandone di nuove. Sul piano ambientale la propulsione elettrica tende a soppiantare la pila a combustibile (idrogeno). Ma nell’immediato i costruttori sfornano un nugolo di modelli a basso consumo. Ma se

le novità abbondano, occorre anche sottolineare che le primizie di peso diventano più rare. A parte la cittadina VW Polo o la Mercedes Benz classe E, si notano poche novità clamorose. Quest’ultima berlina, inoltre, è già stata presentata in un ambito ristretto a Detroit. In compenso il Salone conserva la primizia delle presentazioni dell’ultima ora. La Polo, i monovolume Renault Scénic e Toyota Verso, come pure la maggior parte dei prototipi, vi vengono

esposti in esclusività. Tutto da guadagnare in fatto di interesse. I prototipi consentono precisamente di farsi un’idea delle vetture elettriche promesse a breve scadenza. Sull’esempio dell’Opel Ampera, annunciata per il 2011, versione europea della Chevrolet Volt, forte di un’autonomia di diverse centinaia di chilometri. Oltre ai prototipi già in parte

Anteprime mondiali (selezione) 1 Il bolide monoposto elettrico Rinspeed iChange si trasforma in un tre posti azionando un pulsante 2 L’Opel Ampera, auto elettrica con un’estesa autonomia 3 Maybach riesuma la prestigiosa gamma Zeppelin: 640 CV dal modico prezzo di 400 000 euro 4 Il prototipo 200EX, ossia la futura baby Rolls-Royce di 5,40 m 5 La BMW 5 GT si ispira alle berline, alle SUV e ai coupé. Versione definitiva dall’autunno 6 La Mercedes-Benz classe E

coupé condivide la ribalta con la berlina ancora sconosciuta al grande pubblico 7 Berlina, monovolume e SUV: la crossover Peugeot 3008 è un mix stilistico 8 Una mini secondo i concetti Citroën, lo studio DS Inside preannuncia una linea di prodotti alto di gamma 9 La Chevrolet Spark succederà alla cittadina tascabile Matiz. Ma non prima del 2010 10 L’attesissima Fiat 500C dotata di un tettuccio scorrevole sarà lanciata questa primavera

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maturi, come la Mitsubishi i-MiEV o la Smart elettrica, si nota un fiorire di piccole marche emergenti, da scoprire nel Padiglione verde dove troneggia l’attraente cabriolet svizzero Lampo di 268 CV!

Invasione ibrida | Altra rivoluzione in marcia, il lento diffondersi delle ibride con motori termici ed elettrici. Prototipi, come

le massicce BMW X6 e Cadillac Escalade, entreranno prossimamente in produzione. Nell’immediato questo segmento si arricchisce dell’Honda Insight e di nuove edizioni della Toyota Prius e della Lexus RX 450h. Ma la grande tendenza va a favore delle vetture a debole consumo. Quasi tutti i costruttori lanciano modelli con basse emissioni di CO2 azionati da motorizzazioni diesel come la VW Passat Bluemotion II che sbandiera un consumo di 4,9 l/100 km e

128 g/km di CO2. Si nota pure la netta progressione dei sistemi di blocco automatico del motore nella fase di arresto (stop/start). Sotto l’influsso della società del tempo libero, i costruttori si lanciano in un’altra forma di adattamento all’ibrido: quella delle carrozzerie.

Crossover & Co | Ne risultano delle crossover, come i prototipi BMW 5 GT, la Ford MAV e la Peugeot 3008, che unisce stile SUV

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8 7 Anteprime mondiali (seguito) 1 Prossima alla produzione di serie l’Alfa Romeo MiTo GTA e la sua cilindrata mitica di 1750 cc da 240 CV 2 Velocità massima di 312 km/h per la supersportiva Porsche 911 GT3 3 L’Audi A4 Allroad, ossia l’anti-SUV, che dispone di un’altezza dal suolo di 18 cm 4 La Saab 9-3X a trazione integrale, fuoristrada dal futuro incerto

5 Con la break Exeo ST (4,67 m), la Seat investe nelle familiari 6 Airbag per la testa e arco di sicurezza a dispiegamento pirotecnico, la Peugeot 308 CC punta alla sicurezza Anteprime europee (selezione) 7 E due… per il cabrio Mini che avrà al vertice una versione grintosa da 211 CV 8 La Nissan Cube: espressione giapponese della cittadina polivalente


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(fuoristrada) e monovolume. A proposito di monovolume si assiste alla ristrutturazione delle piccole monovolume guidate dalla Citroën C3 Picasso, la Kia Soul e la Skoda Yeti dal look di SUV. Nel clan dei fuoristrada la tendenza privilegia la compattezza con in particolare i prototipi Hyundai IX-Onic (Tucson II) e Nissan Qazana. Da segnalare, fatto storico, l’introduzione del diesel sulla Porsche Cayenne e la comparsa di break fuoristrada

(Audi A4 Allroad, Saab 9-3X). L’esposizione accoglie, inoltre, diverse versioni break, come le Cadillac CTS, Opel Insignia e Seat Exeo ST. Da notare gli studi che prefigurano le berline Subaru Legacy e Volvo S60. Come d’abitudine il Salone dà largo spazio alle vetture che offrono un particolare piacere di guida. Per quanto concerne le cabriolet in primo piano figura la Fiat 500C e la Peugeot 308 CC, spalleggiate dalle BMW Z4 e dalle Mini. Le sportive abbordabili so-

no pure ben rappresentate con le Alfa MiTo GTA, Ford Focus RS, Mazda 3 MPS e Seat Ibiza Cupra. Più equilibrato il coupé Mercedes E che succede al CLK. E chi desidera sognare è ben accontentato dalle supersportive come l’Aston Martin Vantage V 12 (517 CV). Ginevra celebra, infine, la consacrazione di due mostri sacri: il prototipo Rolls-Royce EX200 e la superlusso Maybach Zeppelin.

Marc-Olivier Herren

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7 Anteprime europee (seguito) 1 Ibrida benzina/elettricità emblematica, la Toyota Prius III si accontenta di 3,9 l/100 km 2 La Lexus RX 450h può circolare a trazione elettrica fino a 50 km/h 3 Il prototipo Legacy preannuncia la prossima familiare della Subaru 4 Appuntamento nel 2010 a Ginevra per ammirare la versione definitiva dello studio Volvo S60 5 Mini-

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monovolume con sembianze SUV, la Citroën C3 Picasso con stile caratterizzato 6 La Cadillac SRX II vuol essere più sobria e farà da base alla Saab 9-4X Anteprime svizzere (selezione) 7 La crossover a trazione anteriore Kia Soul punta al mercato delle minimonovolume 8 La Mazda 3 s’annuncia più leggera e sobria e molto tonica nella versione MPS (260 CV)


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Il Salone in breve Il 79° Salone internazionale dell’automobile avrà luogo al Palexpo di Ginevra dal 5 al 15 marzo.

Tutti i gran costruttori sono presenti a questo appuntamento mondiale dell’auto. Da non mancare il vasto spazio riservato ai fornitori di accessori e le varie attrazioni.

foto Keystone, ald

Biglietti d’entrata: adulti 14 fr.; ra-

Nessun sconvolgimento I visitatori del Salone di Ginevra non si accorgeranno quasi della crisi che colpisce l’auto. Unica grande assenza quella di Michelin, leader mondiale del pneumatico. Da notare le defezioni delle case BYD (Cina) e SsangYong (Corea), mentre General Motors ha dimezzato il suo stand. Quanto agli appassionati di fuoristrada, saranno privati del percorso esterno tradizionalmente organizzato da Nissan. Si conMOH soleranno con un circuito di go-kart elettrici e una mostra dedicata alla F1.

Un giornale televisivo Crash-test: la caccia per seguire il Salone alle stelle si fa dura Per la prima volta il Salone avrà un giornale TV ritrasmesso in rete (www.salon-auto. tv) dal 2 al 16 marzo. I navigatori vi scopriranno la vita dell’esposizione, le personalità presenti e soprattutto le novità cui è appena stato tolto il velo. Come ad esempio, il concetto elettrico svizzero Lampo. tg

Tre nuovi modelli esposti al Salone hanno avuto, per così dire, l’onore di affrontare il primo crash-test NCAP, dopo che sono state rese più severe le basi di valutazione. Risultato: la Mitsubishi Lancer e la piccola Toyota iQ hanno conquistato la nota massima di 5 stelle in fatto di protezione degli occupanti. In compenso, la Citroën C3 Picasso ha ottenuto 4 stelle. Questo bilancio si spiega soprattutto con il fatto che l’ESP non è istallato di serie su tutte le versioni. Senza questo dispositivo non è più possibile ottenere le 5 stelle. Altra novità, lo scontro da tergo ha fornito risultati appena sufficienti per la Lancer e la iQ, mentre la Citroën ha fallito la prova. I test sono sempre più impegnativi. I dettagli sul sito www.tcs.ch. tg

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La rivincita

dell’elettricità › Da un lato c’è il petrolio. Sempre abbondante e ancora relativamente a buon mercato, ma non certo inesauribile e soprattutto generatore di gas dall’effetto serra, il cui accumulo nell’atmosfera è responsabile del mutamento climatico. Dall’altro l’elettricità, che non si è mai arresa e animerà le automobili di domani grazie al progresso tecnologico.

Darsi una calmata | Merita di essere ricordato, come premessa, che neppure l’elettricità è totalmente inoffensiva nella misura in cui la si produce ancora in gran parte in centrali termiche che funzionano a gas, a nafta o a carbone. Il bilancio di CO2 dell’elettricità del resto è molto variabile da un paese all’altro. In Svezia, ad esempio, è sette o otto volte migliore che in Germania. Ma la quota di elettricità proveniente da fonti rinnovabili, come l’energia idraulica, eolica o solare, aumenterà in futuro. La palla è nel campo dei produttori di elettricità. Dal canto loro i costruttori di autovetture sviluppano le vetture elettriche del futuro. Ma lo fanno sotto la pressione degli eventi e sapendo che la gente acquisterà solo se i prezzi e le prestazioni sostengono il confronto con le vetture azionate da motori a benzina o diesel. Idrogeno o batteria? | Fino a questi ultimi anni, lo sviluppo della vettura elettrica era ipotecato da un problema di prestazioni e, soprattutto, di autonomia. Le batterie erano troppo pesanti e di capacità insufficiente. Una decina di anni fa, la pila a combustibile ha fatto nascere nuove speranze. Questo sistema produce elettricità partendo da un carburante, l’idrogeno. I progetti di taluni costruttori, come la General Motors e soprattutto la Honda, hanno superato lo stadio di prototipo e veicoli prodotti in piccole serie vengono proposti oggi in leasing a clienti privati. Grazie alle riserve di idrogeno compresso di cui

dispone, la vettura a pila a combustibile gode di un’autonomia paragonabile a quella di un veicolo con motore a benzina. La FCX Clarity della Honda, ad esempio, può percorrere 570 chilometri con un pieno. Nel frattempo i progressi tecnologici compiuti in questi ultimi anni nel campo delle batterie hanno, comunque, dischiuso una nuova prospettiva. La batteria al litioione, che equipaggia tutti i telefonini portatili, possiede una capacità di stoccaggio eccezionale rispetto alle dimensioni e inoltre si distingue per l’assenza dell’«effetto memoria». Non è dunque necessario scaricarla completamente prima di ricaricarla. Applicata all’automobile, questa tecnologia di stoccaggio di energia di alte prestazioni permette di ritenere raggiungibili autonomie che vanno da 350 a 400 chilometri, fatto che rappresenta un progresso notevole rispetto alle batterie convenzionali. Queste famose batterie al litio sono così promettenti che taluni specialisti sostengono già che soppianteranno la pila a combustibile. È questo il pronostico di Jürgen Leohold, il responsabile della ricerca presso la Volkswagen.

Complementarietà | Ma non tutti sono di questo parere. Altri specialisti, come Pierre Varenne, direttore del Centro ricerche della Michelin a Friburgo, al contrario ritengono che queste due tecnologie sono complementari e che non bisogna dunque porle in contrapposizione. Perché se l’idrogeno ha quale inconveniente principale di esigere la messa in opera di un’infrastruttura di produzione e di distribuzione attualmente non ancora esistente, presenta pure dei vantaggi. Contrariamente all’elettricità, può essere immagazzinato in grandi quantità, cosa che ne fa un supporto energetico molto comodo. Perché la corrente elettrica prodotta da sensori solari oppure eolici può venir trasformata in idrogeno mediante elettrolisi.

ald

Benché vecchia come l’automobile, la vettura elettrica non ha mai potuto imporsi. Ma sotto l’impulso di batterie con migliori prestazioni, questa situazione sta per mutare radicalmente.

Ed il gas può essere successivamente trasportato e immagazzinato a volontà, prima di venir trasformato nuovamente in corrente elettrica grazie alla famosa pila a combustibile che viene installata a bordo dell’autoveicolo. Stando così le cose, il fatto che l’elettricità sia immagazzinata in una batteria oppure prodotta da una pila a combustibile non modifica radicalmente il concetto del veicolo. Ad esempio il concetto BlueZero della Mercedes-Benz esiste in tre diverse versioni. La prima è ricaricabile alla rete, la seconda ricarica la batteria mediante un generatore termico istallato (un motore della Smart) e il terzo funziona grazie a una pila a combustibile.Tutti e tre hanno in comune un motore elettrico che aziona il veicolo nel silenzio totale.


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Vettura elettrica atipica, la roadster Tesla passa da 0 a 100 km/h in 4 secondi e promette un’autonomia di 390 km… nella guida più tranquilla.

Alcuni inventori hanno, del resto, avuto l’idea di sistemare il motore elettrico all’interno di una ruota del veicolo. Il sistema Active Wheel, sviluppato al Centro ricerche di Michelin a Friburgo, comprende addirittura non solamente il motore, ma anche la sospensione (elettrica, di tipo inedito) e l’impianto dei freni. La Heuliez Will, una piccola automobile a cinque posti che utilizza la carrozzeria dell’Opel Agila, è equipaggiata di due di queste ruote «attive», alimentate nel caso specifico da una batteria litio-ione. È questo anche il caso della Volage, una potente vettura sportiva costruita da Venturi, un altro costruttore francese. Comunque al momento questi due progetti sono ancora allo stadio di prototipi.

Denis Robert

Progetti concreti Nel dicembre 2008, Renault Nissan comunicava la sua intenzione di cooperare con Energia Ovest Svizzera (EOS) allo scopo di creare una rete di ricarica dei veicoli elettrici. E in Germania la Daimler ha stipulato un accordo simile per alimentare le future Smart a Berlino e in altre grandi città. Si stanno creando delle infrastrutture per alimentare i veicoli elettrici in fase di realizzazione presso tutti i grandi costruttori generalisti. La piccola i-MiEV della Mitsubishi sarà commercializzata l’anno prossimo. Il 2010 è anche la scadenza scelta da GM per lanciare la sua vettura elettrica ad estensione di autonomia. Conosciuta sotto il nome di Chevrolet Volt è stata ribattezzata Opel Ampera per il Salone di Ginevra. Il concetto è interessante: un’autonomia di 65 km nella trazione elettrica, ritenuta sufficiente per coprire il 75% dei bisogni quotidiani, e un motore che funziona a benzina o a bioetanolo per aumentare il raggio di azione. I cinesi sono pure della partita con BYD Auto Company, filiale del secondo maggior produttore mondiale di batterie litio-ione per i telefoni portatili. E a partire da quest’estate la sprizzante roadster americana Tesla sbarcherà in Europa, certamente a una tariffa elitaria di 112 000 euro. DR


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Design delle vetture ibride I modelli ibridi di Honda e Toyota si assomigliano stranamente. Una somiglianza che, secondo Yasunari Seki, responsabile della Honda Insight, non inciderà sul segmento.

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Colpisce la somiglianza tra la Honda Insight e la Toyota Prius. Un caso per queste ibride con motore termico ed elettrico?

Questa parentela stilistica è una pura coincidenza, dal momento che gli aspetti pratici erano prioritari. Occorre sapere che Honda ha l’ambizione di smerciare ogni anno 200 000 Insight. In quest’ottica abbiamo scelto una carrozzeria 5 porte con portellone per ottenere una vettura funzionale, ben abitabile. Altra somiglianza, il frontale dell’Insight si ispira decisamente alla Honda FCX mossa da una pila a combustibile…

A causa dell’assenza del motore davanti, la FCX presenta una forma da monovolume e la cella dell’abitacolo molto avanzata. È un caso unico nel settore dell’automobile. Abbiamo ripreso quest’architettura sull’Insight con lo scopo di porre in rilievo gli

piantare questa tecnologia su una berlina oppure su un coupé. È, tuttavia, chiaro che abbiamo cercato di ottenere un coefficiente di resistenza all’aria ottimale. Per noi la forma ideale è quella del nostro prototipo solare, che è molto longilineo. E questo spiega anche la forma particolare della vettura, soprattutto l’angolo relativamente ristretto del portellone. In definitiva in che misura gli ibridi influenzeranno il design automobilistico?

Il caso dell’Insight è speciale, poiché l’idea è di proporre al cliente una carrozzeria specifica che gli consenta di identificare chiaramente che si tratta di un veicolo ibrido e

anche di far sapere agli altri che guida un’auto di questo tipo. Detto questo non penso che le vetture ibride adotteranno un comune linguaggio stilistico. In un futuro prossimo assisteremo ad una domanda di trasformazione delle vetture convenzionali in ibride. Le famiglie con bambini e che utilizzano la vettura per fare la spesa desiderano una break o una monovolume. Per questo fatto non vi sarà alcun limite in tema di design, funzionalità, abitabilità, volume utile o prestazioni. È il solo modo di imporre le vetture ibride su larga scala.

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Intervista: Marc-Olivier Herren L’ingegnere capo Yasunari Seki è responsabile prodotto del modello ibrido Honda Insight.

«Lo stile ibrido non comporterà limitazioni»

Un veicolo ibrido crea dei vincoli sul piano del design?

Il fatto di creare un veicolo ibrido non influenza il design. Si può benissimo traPubblicità

foto ald

obiettivi ambientali perseguiti dal nostro modello ibrido. Consideriamo questa vettura come la sorellina del modello a pila a combustibile. Lo stile esprime dunque il contenuto tecnologico di queste vetture.

Come la Toyota Prius III, l’Honda Insight evidenzia una forma che rivela il contenuto tecnologico.


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L’auto si è

ammalata

visum

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Mentre i depositi dei costruttori sono affollati di veicoli invenduti, s’intravede già una ripresa per le piccole cilindrate.

La crisi finanziaria ha colpito come un virus l’economia mondiale e quindi anche l’industria dell’auto. Manca il rimedio chiamato «denaro», ma non la speranza.

› Il settore automobilistico, come altri rami economici, è stato colpito in pieno dalla crisi finanziaria. Inoltre era già sotto pressione. Dal momento che per parecchio tempo, soprattutto negli Stati Uniti, la produzione ha trascurato le esigenze ecologiche ed economiche, non sono state cercate soluzioni per problemi quali CO2, ozono, difficoltà di reperimento delle materie prime e prezzi dei carburanti. Ora la congiuntura è ovunque piatta e anche l’industria automobilistica è ammalata. Tuttavia tutte le crisi dischiudono migliori possibilità di procedere a ricomposizioni e ad accordi societari. Il processo è già in corso, come

dimostra il recente accordo tra Fiat e Chrysler. Malgrado vi sia chi ha subìto perdite importanti, emergeranno dei vincitori che saranno pronti per le sfide attuali e future.

Piccoli crescono | La ricerca di perdenti e vincitori è difficile, quanto non è prevedibile come – e fino a quando – la crisi continuerà. Inoltre proprio l’alleanza Chrysler/ Fiat dimostra che con i giusti rimedi, in questo caso una cooperazione, si possono contenere i danni. Soprattutto a causa degli intrecci mondiali dell’industria automobilistica non è quasi possibile fare nomi precisi di gruppi o di marche. Per quanto

concerne vittime o beneficiari si può solo fare affermazioni valide per segmenti d’auto. Perciò osservando le categorie di autovetture i più noti esperti hanno subito pronte le risposte. Max Nötzli, presidente dell’Associazione degli importatori d’automobili Auto-Svizzera: «Le SUV sovradimensionate e le berline pesanti di grossa cilindrata con motore a benzina perdono sempre più terreno. Invece le auto leggere ed economiche faranno registrare le maggiori quote di crescita». Nötzli aggiunge, inoltre, che a causa di una maggior sensibilità ecologica il trend verso le vetture più


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piccole era già iniziato prima che si parlasse di una crisi economica globale.

Premium sempre ambiti | In modo simile si esprime anche il tedesco Willi Diez, professore di economia automobilistica. Aggiunge che soprattutto «i piccoli modelli dei costruttori Premium otterranno quote di crescita elevate». Anche Diez vede parecchia gente passare dalle auto di categoria superiore a quelle più piccole, ragion per cui non si è disposti a fare rinunce in tale segmento. Un tipico rappresentante di questa classe è l’Audi A1, che verrà lanciata probabilmente nel corso dell’autunno prossimo. «Si tratta di una cascata dall’alto verso il basso», constata anche Ferdinand Dudenhöffer, professore di industria automobilistica all’università di Duisburg -Essen. Sostiene, in particolare, che le SUV compatte «saranno le grandi vincitrici del domani». Max Nötzli, dell’associazione degli importatori Auto-Svizzera, si attende, in vista delle norme più severe sui gas di scarico, una maggior ricerca del «downsizing» (meno cilindrata, più potenza). La tendenza andrebbe chiaramente verso i diesel e i piccoli ma potenti motori so-

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vralimentati da 4 o 6 cilindri. La tendenza si farebbe anche strada nel campo delle automobili sportive.

Alternative? | Sembra quasi certo che la crisi potrà costituire un’occasione per soluzioni alternative. È possibile che estranei possano approfittare dei problemi dei costruttori d’auto entrando in uno spazio che si è liberato. Per il presidente degli importatori Nötzli, certi impulsi farebbero bene all’industria dell’auto e diversi esperti sono unanimi nell’affermare che il settore non

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è in grado di rinnovarsi a fondo partendo dalle basi esistenti. Il prof. Dudenhöffer ritiene, ad esempio, che la trazione ibrida e la batteria quale deposito energetico «siano i temi del futuro». Malgrado le previsioni rosee per queste nicchie, Willi Diez non pensa tuttavia che «il settore possa essere rivoluzionato dalle fondamenta». Infatti alle piccole ditte mancherebbero i mezzi finanziari per poter portare un prototipo – ad esempio con motore elettrico – fino alla produzione di serie.

Martin Michel Mäder

Depositi pieni, ordini in ribasso La crisi colpisce con forza l’industria automobilistica. Mancano i soldi. E non necessariamente nel portafoglio dei clienti potenziali, ma sul mercato in genere. A causa dell’incertezza generale si acquista meno. Il che si riflette in modo particolare su un bene d’investimento come l’automobile. Si preferisce sfruttare sino alla fine l’auto vecchia e risparmiare il denaro previsto per acquistarne una nuova. Eppure vi sarebbe un potenziale enorme per i costruttori. Infatti il parco auto è vetusto in certi paesi ed enorme in altri mercati come India e Cina, dove la motorizzazione della popolazione è soltanto agli inizi. Considerate queste buone prospettive le case avevano aumentato la produzione e soffrono ora di capacità troppo elevate. I depositi sono colmi, ma mancano gli acquirenti. mmm


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Prova del nove per il leasing Più della metà degli acquisti di auto nuove in Svizzera avviene a credito. Il che può rivelarsi problematico in tempi economicamente difficili come quelli odierni.

› Chi non conosce la vecchia battuta rivolta al leasing d’auto: «Piccola, ma pagata». Questa differenza, talvolta derisa, sembra però acquisire un’importanza reale tenuto conto delle perdite miliardarie del settore automobilistico. Infatti chi intende finanziare in futuro il suo mezzo mediante credito da terzi dovrà pagare di più. La crisi finanziaria internazionale ha infatti già coinvolto il settore del leasing e detta le regole del gioco. La mancanza di denaro liquido sui mercati economici fa sì che i finanziamenti avvengano a condizioni più severe. E anche in questo caso a pagare è chi si trova alla fine del circolo, ossia il consumatore.

ne nazioni i nuovi contratti sono praticamente stati interrotti. L’eccezione svizzera è, secondo Giorgio Molar, una conseguenza della buona redditività della GMAC Suisse SA, come pure della marca GM Opel molto apprezzata da noi.

Dalle stelle alle stalle | Il leasing d’auto è conosciuto negli Stati Uniti dal 1940 circa (vedi riquadro). Ma nel frattempo i settori di finanziamento dei costruttori automobilistici si sono trasformati da «cashcows» a vere e proprie fonte di perdite. L’anno scorso la Ford ha dovuto contabilizzare una perdita di 2,1 miliardi di dollari a causa di affari leasing sfavorevoli. In seguito la Ford ha praticamente annunciato l’abbandono del leasing delle SUV pesanti e dei pick-up molto apprezzati in America. Il fatto di aver praticato dei tagli in questi settori ha una sua buona ragione. Infatti la continua a pagina 19

Keystone

Soldi in prestito più rari | «Acquistare un’automobile finanziata da terzi costerà di più dato che le banche delle case automobilistiche, nel ruolo di creditori, soffrono a causa di un rifinanziamento divenuto più difficile», spiega Willi Diez, professore

di economia automobilistica in Germania. Anche Giorgio Molar conferma l’impressione che i soldi siano diventati più cari. Molar è «sales manager» presso GMAC Suisse SA, una succursale della casa americana General Motors (GM) specializzata nel finanziamento. Spiega Molar: «Il problema principale sta nel fatto che le banche non si prestano più soldi tra loro». L’esperto in materia di leasing sa di cosa parla. Infatti, come impiegato di un istituto di finanziamento al servizio di una casa automobilistica americana è attualmente sotto forte pressione. Il fatto che le case americane facciano registrare perdite da record ha ripercussioni dirette sulle ditte affiliate specializzate nei finanziamenti. In Svizzera, ad esempio la General Motors Acceptance Corporation (GMAC) ha dovuto ridurre il volume di soldi prestati a causa delle turbolenze alla centrale di Detroit. Ma la situazione sarebbe potuta diventare ancor peggiore. In alcu-

Comprare l’auto a leasing è una forma di pagamento molto in voga in Svizzera e il settore non appare ancora colpito dalla crisi.


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colpa sta in una particolarità del leasing americano. Contrariamente a quanto avviene da noi, negli Stati Uniti non è il concessionario che riprende l’auto alla fine del leasing, bensì il finanziatore. Perciò ditte come GMAC devono occuparsi direttamente di rivendere le automobili in questione. Inoltre, come se non fossero già abbastanza sotto pressione, gli istituti di leasing in tutto il mondo sono confrontati anche con la cosiddetta caduta del valore residuo. Il professor Willi Diez spiega: «Quando si riprende un’automobile alla fine del contratto di leasing i valori residui sono nettamente più bassi di quelli calcolati originariamente. Questo è dovuto all’accelerato progresso tecnico. Maggiore è questo sviluppo e tanto più le automobili già in circolazione perdono valore». Un problema in questo contesto è rappresentato dall’innovazione di per sé favorevole in fatto di consumo di carburante ed emissioni nocive. Se oggi esiste una variante che consuma solo sei litri di benzina di un’auto che all’inizio del leasing ne consumava dieci, quest’ultima occuperà sicura-

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mente un posto stabile tra le occasioni non vendute del rivenditore.

Segnali di speranza | Anche se attualmente la situazione per il settore del leasing può sembrare molto fosca, Markus Hess, direttore dell’Associazione svizzera delle società di leasing (ASSL), vede comunque segnali positivi. Soprattutto nel leasing per le flotte da parte delle imprese vi è ancora «un certo potenziale di aumento». Per Hess, i problemi del suo settore sono chiaramente legati alla vendita in generale di autovetture. Non esclude infatti che a medio termine si possa verificare lo scenario favorevole di un aumento dei contratti di leasing d’auto che permettano al cliente di poter mantenere intatta la liquidità. Il direttore dell’ASSL vede un ulteriore segnale positivo nel fatto che nel settore automobilistico sono soprattutto le utilitarie a far registrare alte quote di aumento. Hess delinea uno scenario secondo cui per una ditta potrebbe diventare una questione d’immagine avere nella flotta utilitarie moderne ed ecologiche. Perciò, entro breve si potrebbe forse anche dire: «Piccola, ma a Martin Michel Mäder leasing».

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Gli svizzeri apprezzano In Svizzera l’acquisto di una vettura con fondi di terzi è sulla cresta dell’onda. Secondo l’Associazione svizzera delle società di leasing (ASSL) la quota di contratti finanziati per l’acquisto di auto nuove raggiunge circa il 55 %. Il leasing per automobili comprende attualmente in Svizzera un volume di oltre 9,5 miliardi di franchi, il 60% del quale ricade sul leasing da parte di privati. Con questa quota la Svizzera si situa ai livelli degli Stati Uniti, paese inventore del leasing d’auto. L’idea del leasing è nata a Chicago, quando 70 anni fa una ditta farmaceutica voleva garantire la mobilità del suo personale del servizio esterno con l’acquisto finanziato di automobili. Nel leasing d’automobile la società di leasing lascia la vettura al contraente per un periodo determinato contro il pagamento di una rata mensile. I costi per riparazioni e manutenzione, come pure l’assicurazione casco totale (obbligatoria) vanno a carico del contraente locatario. Le rate d’interesse leasing oscillano tra il 5 e il 9 percento. mmm




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Il profumo

si mette al volante Il design di nuove auto dà sempre più importanza al profumo degli interni. Su una quattro ruote non si respira più odore di colla e cuoio, bensì di ambra, ninfea e aria del tramonto. volta che si voleva scacciare un odore sgradevole dall’auto, si tirava fuori il pezzetto di cartone triangolare – made in Thayngen, Canton Sciaffusa – e lo si lasciava dondolare sullo specchietto retrovisore. Nel corso degli oltre cinquant’anni di esistenza, gli aromi sono andati moltiplicandosi: oggi l’offerta va dall’anguria al «Grand Prix», passando dal «Sogno dei Mari del Sud». Nel frattempo, anche le case automobilistiche hanno rivolto la loro attenzione alla fragranza dell’abitacolo. Ad esempio, Peugeot e Citroën hanno equipaggiato alcuni dei loro modelli con una specie di dosatore di profumo: viene messa una cartuccia all’interno del cruscotto, l’intensità del profumo è regolabile tramite un pulsante e può anche essere azzerata. Dei dieci aromi proposti all’inizio da Citroën ne sono rimasti in vendita cinque: lavanda, gelsomino, ambra, ninfea e antitabacco. Il successo sembra dar ragione all’arredatore: «Il diffusore di profumo piace molto, soprattutto alle donne», spiega il portavoce di Citroën Philipp Zimmermann.

Odore di Alfa | Anche in Italia le case automobilistiche si lambiccano il cervello per trovare il profumo d’interni più adatto. Precursore in questo campo è il gruppo Fiat. Già nel 2004 con la Lancia Musa aveva proposto il primo «veicolo profumato» lavorando assieme a Laura Tonatto. Questa artista delle fragranze di fama internazionale è la creatrice del «Beauty Car Kit», composto da: un’essenza d’ambiente, un liquido lavavetri e pietre o pacchettini profumati. Il kit dell’artista italiana è disponibile in quattro aromi: molto particolare quello al neroli, essenza distillata dal bocciolo di arancio amaro che avrebbe sedotto Napoleone, e quello chiamato «fior d’arancio», ispirato a una scena di ballo del film «Il Gattopardo» con Alain Delon e Claudia Cardinale. Inoltre, il gruppo Fiat

ha fornito di serie sei veicoli delle marche Fiat, Lancia e Alfa Romeo con un cosiddetto «pomander». Se, per scacciare i cattivi odori, la nobile dama del Medioevo si portava al naso una mela riempita con ingredienti profumati, il «pomander» trova oggi impiego su automobili d’origine italiana. Il diffusore ricaricabile – sul quale è ben in vista il logo dei rispettivi marchi – è ottenibile in tre fragranze: Blue Sky, Orange Sunset o Green Sea. E per tutti coloro che alla loro auto – anche se di provenienza tedesca o svedese – vogliono dare un’aria di focosità italiana, Alfa Romeo vende sul suo sito piastrine imbevute di profumo. Da sotto il sedile si diffonde nel veicolo «l’originale profumo di un’Alfa Romeo», come promette il fabbricante.

Sguardo ad Oriente | Uno sguardo verso il Giappone rivela che pure al di fuori dell’Europa ci si preoccupa per il buon odore della propria quattro ruote. Ad esempio, i designer di Mazda – seguendo il motto «tutte le cose buone vengono dall’alto» – hanno inserito fibre profumate nel rivestimento del tetto. Per il momento, il tetto profumato è disponibile solo sulle Mazda Demio e Biante, dunque esclusivamente per il mercato giapponese. Il futuro ci dirà se s’im-

foto Fabian Unternährer, ald

› All’inizio c’era l’alberello magico. Ogni

L’indicatore elettronico di profumo della Citroën C4.


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porrà il profumo proveniente dal cruscotto o dal rivestimento del tetto.

Profumi a rischio | Che i profumi possono avere un influsso diretto sul modo di guidare è comprovato da uno studio del britannico Royal Automobile Club (RAC). Il direttore dello studio, Conrad King, mette in guardia dalle essenze di camomilla, gelsomino e lavanda: «Non per niente queste piante vengono impiegate per curare l’insonnia». I tre profumi procurano un senso di stanchezza, una condizione che durante un tragitto in auto può avere conseguenze fatali. Un buon voto lo ottengono invece gli aromi di menta, cannella, limone e caffè, che favoriscono la concentrazione. In particolare, si punta il dito contro «New Car», una delle fragranze più gettonate dai consumatori di «arbre magique». I ricercatori del RAC lanciano l’allarme: «L’odore di sedili in pelle e benzina fa ricordare ai vecchi conducenti la loro prima auto e la sensazione di libertà di allora. Dunque, potrebbero riprendere il comportamento al volante dei loro primi anni».

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Lotta ai cattivi odori

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Come si eliminano professionalmente i cattivi odori dall’automobile? Tutti gli elementi in stoffa come sedili, rivestimento del tetto o tappetini vengono puliti a fondo. La maggior parte degli odori più sgradevoli è causata da batteri, che devono venire combattuti su grandi superfici. Se ciò non viene fatto, si moltiplicano di nuovo, al più tardi quando torna il caldo. C’è un prodotto casalingo che può neutralizzare gli odori in auto? L’aria stantia può essere eliminata mischiando in dosi eguali aceto di mele e acqua. Con questa soluzione si possono pulire tutti gli elementi di materia sintetica. Un rimedio che però serve solo se l’odore non è troppo forte. Cosa consiglia agli automobilisti che fumano? L’alberello magico può camuffare l’odore di nicotina, ma attenzione: alcuni di questi prodotti contengono sostanze cancerogene. pam

«

Per decenni gli sgargianti «alberelli magici» hanno avuto il monopolio del profumo in automobile.

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Uno stand per la gioventù Lo stand del TCS al 79° Salone dell’auto di Ginevra è dedicato al nuovo Cooldown Club. E come al solito: animazioni, concorsi e ricchi premi. Svizzero è presente alla grande manifestazione ginevrina con un proprio punto espositivo, approfittando dell’occasione per incontrare i suoi soci e presentare in un contesto internazionale le sue numerose prestazioni nel mondo della mobilità. Per questa edizione, «ospite d’onore» dello stand del TCS (numero 0010) è il Cooldown Club, il nuovo club per ragazzi tra i 16 e i 25 anni creato dal TCS alla fine dell’estate scorsa. I visitatori del Salone possono così conoscere i vantaggi esclusivi di cui beneficiano i giovani affiliati «Cooldown», che naturalmente possono contare in ogni momento anche su tutti gli altri servizi del TCS, primo dei quali il soccorso stradale in caso di panne.

Un altro ambito premio è rappresentato dall’auto Seat Ibiza Ecomotive nell’ambito del concorso promosso dal giornale «Touring». Sempre «Touring», mette ogni giorno in palio – durante tutta la durata del Salone – un telefonino cellulare Nokia 5800 Xpress dell’ultima generazione, del valore di 599 franchi, da vincere attraverso il nuovo servizio sms «Touring Mobile».

formazione «2-fasi», un soggetto assolutamente d’attualità per quei giovani che si preparano a conseguire la licenza di condurre. Mentre al bar della lounge in fondo allo stand, chi è interessato può ottenere in tutta tranquillità informazioni sul vasto assortimento di prestazioni proposto dalla maggiore organizzazione svizzera nel campo della mobilità. ac

I consigli degli esperti | Oltre agli innumerevoli vantaggi del Cooldown Club, gli specialisti del TCS presenti allo stand illustreranno qualsiasi aspetto riguardante la

Info Touring I soci del TCS godono di uno sconto di 3 franchi sull’ingresso al Salone, presentando alla cassa il tagliando in calce assieme alla tessera sociale 2009.

Diventare una star | Essendo la maggior parte dello spazio dello stand dedicato ai giovani, non poteva mancare un’animazione interattiva all’insegna dello spirito «Cooldown Club». Il visitatore è invitato ad esprimersi in modo divertente sul tema «Comment t’es cool quand tu rool?» (Quanto sei calmo quando guidi?), producendo una sequenza video di 20 secondi della quale è l’eroe protagonista. Dopo aver scelto l’ambientazione preferita, il «regista in erba» deve soltanto lasciare libero sfogo alla propria immaginazione. I filmati sono poi ritrasmessi sugli schermi appesi alle pareti dello stand e sul sito Internet www.cooldownclub.ch, dove chiunque può votare per la sequenza favorita. Per i video più votati vi sono numerosi premi in palio!

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› Come tradizione vuole, il Touring Club

Allo stand TCS al Salone di Ginevra è anche possibile diventare il protagonista di un film…

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foto Fabian Unternährer

26 società e mobilità

Consulente, venditore e grande guidatore, Ulrich Zimmermann trascorre in media la metà del suo tempo di lavoro al volante.

Routine pericolosa Ulrich Zimmermann, un «macina chilometri» come si dice in gergo, è in giro con qualsiasi tempo su autostrade, strade principali o secondarie, vede gioie e dolori, vive gare pericolose tra bisonti della strada. Al suo fianco durante e dopo un viaggio.

› Ben 8500 conducenti di entrambi i sessi hanno perso durante il 2008 la loro patente di guida per infrazioni dovute alla disattenzione. Il numero di ritiri è in crescita ormai da anni, come indica una statistica dell’Ufficio federale delle strade. Quando l’imprudenza produce un incidente, che non si può mettere sullo stesso livello di una bagattella, di regola viene sanzionata con la revoca della licenza di condurre. Telefonare con il cellulare e mangiare durante la guida: le autorità osservano le cifre in crescita di tali infrazioni con grande preoccupazione e senza sapere cosa fare.

I bei tempi andati | Particolarmente pericoloso è il caso in cui si «armeggia» con il telefonino o con la radio e non si guarda più la strada. È qualcosa che il grande conducente Ulrich Zimmermann (cfr. nota a fine articolo) dice di vedere ogni giorno, mentre va su e giù sulle strade. A proposito degli sviluppi nel traffico stradale, Ulrich Zim-

mermann ride mentre viaggia assieme al reporter di «Touring»: «Negli anni Settanta spesso ero solo sulla strada.Tra Berna e Zurigo, al massimo c’era un po’ più di traffico il venerdì pomeriggio. Oggi ogni giorno è un venerdì di quei tempi, ma ancora peggio». Adesso neppure in autostrada si riesce a progredire rapidamente: «Code, deviazioni, cantieri, incidenti dominano la visuale. Per lo stesso tratto oggi devo pianificare più tempo che negli anni Settanta». Chi guida molto è più sicuro sulla strada? Zimmermann relativizza questo cliché: «Spesso sto pensando al prossimo cliente e guido quasi in modo meccanico ed automatico. La routine in qualche caso può essere d’aiuto, ma è anche pericolosa», dice facendo autocritica. Infatti, ci si muove in una falsa sicurezza, la quale può portare ad una mancanza di concentrazione: «Spesso non posso dire se ora sto attraversando una località a 50 o a 60 km/h o se mi trovavo in autostrada a 120 oppure a 140».

In quanto «veterano» talvolta ripone forse un po’ troppa fiducia in se stesso. A questo proposito, Zimmermann si ricorda di un viaggio che non avrebbe mai dovuto intraprendere: «Avevo la febbre e mi sentivo molto male. Inoltre il sole era basso nel cielo. C’era un’enormità di traffico sulla corsia esterna ed ecco che avvenne la collisione, finì dentro ad un’altra automobile».

Disattenzione | Se il navigato autista ripensa agli anni Settanta, è colto da una certa nostalgia: «È diventato molto più febbrile. Nessuno ha più tempo. Ed oggi si guida in modo nettamente più aggressivo. Devo pensare molto di più agli altri ed osservare bene quello che all’interno dei veicoli potrebbe ritorcersi contro di me: uno ascolta trasognato la musica, un altro ha in braccio la fidanzata e qualcuno si immette in modo pericoloso in autostrada, non facendo attenzione, ad esempio, che io non posso spostarmi sulla corsia di sinistra. Allora mi


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scorrono brividi freddi lungo la schiena». Zimmermann si ricorda di un fatto che gli fece tremare le ginocchia: «Un camion a rimorchio si scostò improvvisamente dalla corsia di destra mentre io gli procedevo accanto sulla corsia di sorpasso a 120 km/h. L’autista mi guardava in modo conciliante.

Pronti al volante Si tratti di automobilisti sperimentati od occasionali: ogni viaggio dovrebbe essere ben preparato. Per l’inverno questo vuol dire avere vetri puliti e consultare, a seconda del percorso, le informazioni stradali (Viasuisse, tel. 163, www.tcs.ch). È importante pure dare un’occhiata al livello del carburante nel serbatoio. È indicata anche una tappa preventiva in toilette. Inoltre, nel caso di viaggi lunghi, è meglio nutrirsi prima invece che farlo mentre ci si trova al volante (è vietato). In caso di stanchezza è meglio concedersi al più presto una pausa. hwm

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società e mobilità 27

Sterzai solo di pochi centimetri, appena in tempo, sulla striscia di verde e percepii subito le irregolarità del fondo sterrato; di più non era possibile. Tuttavia, il camion si avvicinò a soli pochi centimetri dalla mia automobile. A quel punto pensai che la mia ora era arrivata. Frenai di colpo. E solo con grande fortuna me la cavai senza un incidente. Non lo dimenticherò mai». Nonostante tutto, il «macina chilometri» Zimmermann trova che la maggior parte degli utenti della strada guidi in modo corretto. La sua conoscenza umana e la sua esperienza di automobilista, ma anche gli insegnamenti che trae giorno per giorno, sono buoni motivi per cui oggi, dopo trent’anni passati al volante per lavoro, è arrivato sin qua senza grandi incidenti.

Kurt Venner

In pillole Commerciante di tessuti di Belp (BE), Ulrich Zimmermann (56 anni) ha conseguito la patente di guida alla fine degli anni Sessanta. Da un trentennio lavora nel servizio alla clientela e percorre circa 60 000 chilometri l’anno. Gestisce assieme ai figli la società Zimmermann Textil AG.

Ulrich Zimmermann nell’ufficio della sua azienda di tessuti che gestisce assieme ai figli.

Le brutte esperienze dei lettori con i taxi Sull’ultima edizione descrivevamo la situazione a volte desolante del settore dei taxi, venuta a crearsi in alcune città svizzere dopo la liberalizzazione del settore. Le missive dei nostri lettori confermano ulteriormente questo scenario. Di recente ho ricevuto la visita di un amico australiano, che parla molto bene il tedesco. Alla stazione ferroviaria di Zurigo ha preso un taxi e ha dato all’autista il nostro indirizzo. Il tassista ha risposto, con un tedesco stentato, che quella via non esisteva. Il mio ospite, però, era già stato spesso da noi e conosceva perfettamente l’indirizzo. Dopo alcuni giri a vuoto e deviazioni l’australiano perdeva la pazienza e riusciva a farsi dare dall’autista una cartina stradale, sulla quale riuscì finalmente a mostrargli dove era la via desiderata. In seguito, diedi al molto poco professionale tassista 20 franchi e lo congedai spiegandogli che per la sua ignoranza erano abbastanza. Un fatto del genere getta in cattiva luce tutto il settore dei taxi. Jürgen Kleger, Zurigo

Un tempo usufruivo spesso del servizio di taxi. Anch’io nel corso degli anni ho spesso fatto esperienze negative, come ad esempio: scarsa conoscenza della lingua e

dei luoghi, guida poco confortevole, atteggiamento di smarrimento nei confronti del cliente, esattamente come descritto nell’articolo pubblicato da «Touring». Da allora sono tornata a viaggiare in autobus e in tram, tenendo in linea di conto tempi di percorrenza più lunghi. Quel che davvero mi dà fastidio è che quando sono in fila d’attesa devo fare attenzione a prendere il taxi più avanti e non posso scegliere da sola da chi voglio salire. Che ne è della tanto decantata liberalizzazione per quanto concerne il Irena A. Klein, Zurigo cliente? Circa dieci anni fa all’aeroporto di Zurigo fui preso talmente a brutte parole da un autista di taxi (non svizzero) per aver richiesto un tragitto relativamente breve, che ti-

rai fuori seduta stante i miei ingombranti bagagli dal cofano e mi ripromisi di non usare mai più un taxi, perlomeno in Svizzera. Da allora sono riuscito a mantenere il mio proposito. C’è sempre un altro modo di Tino Frey (@) arrivare a destinazione. Al ritorno dalle vacanze siamo arrivati alla stazione di Berna e siamo andati alla ricerca di un taxi. Erano presenti in gran numero, ma gli autisti stringevano tutti una sigaretta tra le labbra. Poiché non volevamo un taxi affumicato, abbiamo esaminato tutta la flotta in attesa. Finalmente, in mezzo alla fila abbiamo trovato un conducente che dava fiducia, siamo andati verso di lui e gli abbiamo indicato la nostra destinazione. Ha caricato i bagagli mentre tutto attorno l’orda in attesa iniziava a protestare a voce alta, furiosa perché avevamo scelto qualcuno che stava al centro. Il «nostro» autista era d’origine pachistana, sposato a una svizzera, non fumatore ed educato; abbiamo discusso in modo molto sereno con lui fin davanti alla porta di casa, dove ci ha augurato la buonanotte. Ci piacerebbe ritornare alle vecchie imprese di taxi regolamentate dalla Città, quando ancora si poteva salire su un taxi fiduciosi e senza preoccupazioni. Peter Broennimann, Schüpfen


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9. August 2007

Settimana «Touring» di passeggiate e musical a Davos Scoprite le bellezze paesaggistiche di Davos con i suoi 450 km di sentieri segnalati, allacciatevi gli scarponi da montagna e accompagnate gli albergatori Marc Demisch, Jean-Pierre Galey, Sigi Ritter, Riet Frey, Jürg Zürcher ed Ernst Wyrsch nelle varie escursioni giornaliere attraverso la Landwassertal.

– aperitivo di benvenuto e presentazione delle guide e degli itinerari – gli impianti di risalita (Mountains for free)

Straordinari momenti salienti della 3a edizione della Settimana «Touring» di passeggiate e musical a Davos sono tre commedie musicali! Due all’aperto e una, corredata da una raffinata cena di gala, nel Centro dei congressi. Non lasciatevi sfuggire l’occasione!

Punti salienti musicali: Musical a Monstein (1° settembre 2009) – escursioni che conducono a Monstein per la rappresentazione del musical «Ein bisschen Spass muss sein»

Davos: paradiso escursionistico Le gite saranno accompagnate dai direttori degli hotel Central, Meierhof, Terminus, ArabellaSheraton Hotel Seehof, Sunstar e Steigenberger Belvédère, nonché da un team di esperte guide. La Settimana «Touring» di passeggiate e musical si svolgerà da domenica 30 agosto a domenica 6 settembre 2009.

Sono esclusi: – il vitto durante le escursioni – i trasferimenti (bus e treno) necessari durante la settimana escursionistica

Le escursioni I partecipanti verranno suddivisi ogni giorno in quattro gruppi, secondo le preferenze individuali. Il programma prevede 24 differenti gite. Naturalmente sono possibili anche giornate all’insegna del dolce far niente. Gruppo blu: 1–2 ore Gruppo verde: 2–4 ore Gruppo giallo: 3–5 ore Gruppo rosso: 4–6 ore Punti salienti escursionistici: – escursione, cui partecipano tutti i gruppi, per assistere alle due commedie musicali nello splendido scenario di Davos.

Musical sulla Schatzalp (3 settembre 2009) – escursioni che conducono sulla Schatzalp per la rappresentazione del musical «Shout» con canzoni degli anni Sessanta e Settanta Grande musical con cena di gala nel Centro congressi (5 settembre 2009) spettacolo di gala con un misto di vari musical. Rappresentazione di «A Touch of Broadway» in tre lingue.

3a Settimana di gite e musical Broadway a Davos. Non solo a Londra, ad Amburgo o a New York vengono rappresentati famosi musical, ma anche a Davos, la città più alta d’Europa: il 5 settembre 2009 andrà in scena uno straordinario musical, accompagnato da una raffinata cena di gala al Centro congressi. Prestazioni esclusive per i soci del TCS: – 7 pernottamenti con mezza pensione – ingresso al musical con cena di gala – due musical all’aperto

Iscrizioni

Mi iscrivo definitamente alla 3a Settimana «Touring» di passeggiate e musical a Davos da domenica 30 agosto fino a domenica 6 settembre 2009:

Desidero la categoria d’albergo: 씲 albergo 3 stelle: Fr. 820.—/persona 씲 albergo 4 stelle: Fr. 1’015.—/persona 씲 albergo 5 stelle: Fr. 1’155.—/persona

Cognome:

Nome:

numero camere singole:

Cognome:

Nome:

numero camere doppie:

Via/n.:

CAP/località:

Tel. durante il giorno:

Fax/e-mail:

N. socio TCS:

Data/firma:

Termine di iscrizione: 10 giugno 2009. Numero di partecipanti limitato.

Da inviare a: Redazione Touring, «Davos», Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna oppure fax 031 380 50 06 o e-mail: touring@tcs.ch, soggetto «Davos».

supplemento camera singola: Fr. 15.– per persona e notte Per le prenotazioni effettuate entro i primi 14 giorni offriamo un regalo originale.


5 marzo 2009

I ciclisti non hanno diritti speciali

Sul programma per aumentare la sicurezza stradale, il TCS si schiera a favore di più responsabilità personale. più sostenibile. Il TCS ritiene che responsabilità personale e rispetto della legge sulla circolazione stradale siano «elementi centrali per promuovere la sicurezza». Per quanto riguarda i controlli del traffico, dovrebbero avvenire in modo mirato, senza criminalizzare tutti gli utenti del traffico. I pirati della strada e i conducenti recidivi devono essere portati a giudizio e puniti severamente. Per quanto riguarda l’introduzione di ulteriori disposizioni, il TCS chiede piuttosto soluzioni pratiche. Infine, respinge in modo categorico qualsiasi nuova imposta o tassa a carico degli automobilihwm/tg sti.

Info Touring La presa di posizione del TCS su: www.tcs.ch. Ulteriori dettagli nella prossima edizione di «Touring».

Meno morti nel 2008 L’anno scorso il numero di vittime della strada ha avuto un calo record: stando a un’indagine dell’upi, nel 2008 sulle strade elvetiche sono morte 357 persone (2007: 384), mentre 4759 (2007: 5235) sono rimaste ferite gravemente. I dati ufficiali della Confederazione saranno disponibili in estate. hwm

Keystone

tivo prefissato dal programma della Confederazione «Via Sicura» di diminuire ancora più decisamente il numero di morti e di feriti gravi della circolazione. Nella presa di posizione del TCS nell’ambito della procedura di consultazione, riguardo alla proposta di nuove disposizioni si fa notare che «rispetto ai provvedimenti di legge, il comportamento responsabile degli utenti del traffico è più idoneo alla conquista della meta». Se si osserva l’attuale statistica degli incidenti (cfr. scheda), si nota che siamo sulla via giusta. Secondo il TCS, provvedimenti di difficile attuazione non aiutano a raggiungere l’obiettivo. Il club sostiene appieno il principio che sta alla base del pacchetto di misure Via Sicura, secondo cui con l’aiuto di provvedimenti in ambito educativo e giuridico così come l’intensificazione dei controlli si incrementa la sicurezza del traffico. Un contributo decisivo alla riduzione delle vittime di incidenti è apportato dal miglioramento, necessario urgentemente, dell’infrastruttura stradale con il risanamento dei tratti pericolosi. Gli utenti della strada hanno «il diritto di vedere investite le imposte e le tasse che pagano anche per la loro sicurezza». Continuare a usare le tasse degli automobilisti per uno scopo diverso da questo non è

Per il TCS l’etilometro è troppo impreciso per misurare l’alcolemia, meglio i prelievi di sangue.

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il consulente

«Via Sicura»: il TCS dice sì, ma… › Il Touring Club Svizzero appoggia l’obiet-

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Molti automobilisti spesso si arrabbiano con i ciclisti, poiché questi ultimi sulla strada si arrogano diritti che in realtà non hanno. In una nuova sentenza (6B_783/2008) il Tribunale federale ha chiarito che i ciclisti non possono permettersi di tutto. Nel caso concreto, un conducente stava circolando con la sua Volkswagen Golf in prossimità di un incrocio. Nel momento in cui intendeva svoltare a sinistra, l’uomo si era scontrato con una ciclista che stava sopraggiungendo sul medesimo lato e che non aveva alcun diritto di precedenza. A seguito dell’incidente, la ciclista riportò una lesione della cervicale. Il tribunale d’appello di Lucerna assolse il conducente coinvolto dall’accusa di lesioni colpose. Tuttavia, la ciclista presentò ricorso al Tribunale federale, rimproverando all’automobilista di non aver prestato sufficiente attenzione sulla parte sinistra e di aver quindi violato un suo dovere di diligenza. La donna chiese quindi che il conducente venisse condannato a risarcire i danni ed il torto morale. Losanna fa chiarezza Il Tribunale federale ha respinto il ricorso. Secondo i giudici losannesi, un conducente che si trova ad un incrocio deve rivolgere la sua attenzione, oltre che alla corsia sulla quale circola, soprattutto al traffico proveniente da destra, il quale gode della precedenza. Di regola è sufficiente un rapido sguardo sulla sinistra, allo scopo di assicurarsi di non essere ostacolato nell’esercizio del proprio diritto di precedenza da particolari circostanze. Da lui non si può pretendere di più, altrimenti il suo diritto di precedenza verrebbe de facto annullato. In definitiva, ciò significa che chi ha la precedenza ed adotta l’usuale prudenza deve poter ritenere che il suo diritto di precedenza venga rispettato. Nel caso concreto è stato decisivo il fatto che la ciclista aveva individuato con sufficiente anticipo la Golf ed avrebbe quindi potuto frenare. È però proseguita perché riteneva «che l’automobile si sarebbe fermata». Una disattenzione del genere, contraria alle norme sulla precedenza, non può essere prevista da un automobilista, conclude l’alta corte. Urs-Peter Inderbitzin


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Divertimento

sull’atollo Bora Bora, un’incantevole isola del Pacifico, è incorniciata dalla più bella laguna del mondo. Ma, anche gli altri innumerevoli atolli intorno a Tahiti sono ricchi di fascino.

› La laguna dalle acque turchesi brilla nella luce del sole, mentre una leggera brezza accarezza le palme. Nel romantico bungalow che si eleva sull’acqua cristallina, osserviamo, attraverso un pavimento di vetro, i pesci multicolori. Chi ha visto tramontare lentamente il sole a Bora Bora può veramente affermare di aver trovato l’isola dei suoi sogni. L’indomani Willi costeggia con la sua imbarcazione la laguna in direzione del mare aperto. In programma: immersioni con sorprese. La prima di queste consiste nella presenza di numerosissime mante che circondano subito il battello quando attracca. Willi si tuffa, accarezza questi pesci neri, grandi come due piatti e dà loro da mangiare. Adesso capiamo il perché: attendevano


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il pasto. Dalle due imbarcazioni, i turisti si immergono prudentemente nella laguna indossando occhiali e boccaglio. Nel frattempo Willi getta in acqua piccoli pezzi di pesce e in men che non si dica ecco giungere i primi squali della barriera corallina, lunghi circa un metro, che spinti dalla fame sfrecciano in direzione dei sub. Enormi occhi spalancati dietro gli occhiali da immersione dimostrano, oltre al dovuto rispetto, anche un certo timore.

Motus, piccole isole | Willi realizza anche il secondo sogno, quello di un’isola solitaria. Le più piccole, grandi solo qualche centinaia di metri quadrati, si chiamano «motus». Di questi romantici atolli, pieni di palme e circondati da spiagge di sabbia fi-

nissima, se ne contano moltissimi. Sul Tapu – anche questo atollo come la maggior parte degli altri di proprietà privata – dopo le varie immersioni ci si dedica al dolce far niente. Tahaa e Raiatea, un capriccio della natura: due isole nella stessa laguna. Edwin, la guida locale, ci accompagna con la sua jeep da Vaile Adrienne Aiho, una coltivatrice di perle. La giovane polinesiana illustra dettagliatamente come si coltivano le perle nere. Dopo questa spiegazione anche gli uomini capiscono il motivo per cui questi gioielli siano così costosi. Durante la scarpinata attraverso la montuosa Tahaa, Edwin fa alcune soste. Per esempio per abbattere con il continua a pagina 33

Chi si tuffa nella laguna, è ben presto circondato da un banco di mante affamate che reclamano il cibo. Rangiroa, il maggior atollo del Pacifico orientale, con le sue sconfinate lagune è un acquario naturale che desta grandi emozioni. Durante il trasferimento in battello si staglia all’orizzonte l’intera isola.

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Vacanze in Italia


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suo machete un ibisco selvatico e ricavarne un flauto, da cui riesce persino a trarne alcuni suoni. La meta, però, è la sua tenuta di cinque ettari su cui coltiva, tra l’altro, la vaniglia. 250 contadini coltivano sull’isola queste piante, dopo nove-dieci mesi, ne raccolgono i frutti e li lasciano stagionare quattro mesi, prima di metterli in commercio. L’80 per cento della vaniglia polinesiana proviene da Tahaa, detta per questo anche «isola della vaniglia».

del famoso pittore che ha vissuto e lavorato sulle Isole Marchesi. Joël Hart che vive a Tahiti e su Moorea, l’«isola sorella», parla con entusiasmo delle alture che si tuffano a picco sulla costa di Moorea, della straordinaria baia di Cook e delle splendide località solitarie. Così belle da servire da palcoscenico a produttori cinematografici. Ad esempio, nel film «Bounty» con Mel Gibson come protagonista. E su Moorea crescono anche i più gustosi ananas di tutta la Polinesia francese. Il pesce più fresco si mangia però a Rangiroa. Ed ecco come siamo giunti a cono-

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scenza di questo fatto. Raumati, che gestisce con la moglie Jeanette una pensioncina, ci fa fare un giro con il suo battello lungo l’immensa laguna portandoci nel posto giusto. Giù l’ancora, fuori la canna da pesca. I pesci abboccano. Raumati ne ha presi altri tre servendosi di un rampone. Dopo una mezz’oretta gli splendidi esemplari sono grigliati sul motu di Raumati, serviti con pane di banana e pompelmi freschi provenienti dalle Isole Marchesi. Dolcemente le onde s’infrangono sull’isoletta del Pacifico.

Christian Bützberger

Tahaa e Raiatea | Riferendosi all’Arcipelago della Società, gli operatori turistici non danno sufficiente risalto a Tahiti e alle sue isole. A torto, l’isola più estesa, Tahiti, viene considerata semplicemente come una destinazione di arrivo e di partenza. Joël Hart, un autista di pullman in pensione, ci accompagna una domenica mattina al mercato di Papeete, la capitale. Frutta, verdura, pesce, carne. Si può trovare qualsiasi cosa. Tutto viene acquistato per il brunch domenicale o addirittura per tutta la settimana. Un bacio qua, un saluto là, il mercato è anche un popolare punto d’incontro degli abitanti della capitale. D’obbligo è anche la visita al Museo Paul Gauguin che permetterà di seguire le orme

Da sapere Volo: con Air France da Zurigo a Papeete, via Parigi e Los Angeles, il prezzo del biglietto aereo di andata e ritorno parte da 2484 franchi, tasse incluse. Fuso orario: è di 11 ore, che diventano 12 quando da noi è in vigore l’ora legale. Prezzi: Tahiti non è una destinazione a buon mercato, i prezzi sono come quelli europei. La moneta è il franco pacifico francese (1 Frs. = 80,5 CFP). Nei grandi alberghi sono accettati anche gli euro. Vaccinazioni: al momento non ve ne sono di obbligatorie, si consiglia di portare con sé una farmacia da viaggio completa. Alloggi: l’offerta spazia dalle piccole pensioni, prenotabili da 120 franchi fino al Relais & Châteaux Le Tahaa Island Resort & Spa (a partire da 1459 fr.). Informazioni: www. tahiti-tourisme.ch, telefono 0033 1 55 42 61 21, www.airfrance.ch. Prenotazioni: Viaggi TCS, tel. 0844 888 333, www.viaggi-tcs.ch. Bü

Al mercato domenicale di Papeete si può trovare di tutto, dal pesce appena pescato, al pane croccante, fino a ogni genere di frutta e verdura. Impossibile non vedere la maggiore altura di Bora Bora, l’«imponente» Monte Otemanu, alto 727 metri. Stati Uniti

Giappone

Oceano Pacifico

Bora Bora Tahaa Rangiroa Nuova Guinea Raiatea Tahiti Nui Moorea

Papeete

Tahiti Iti

50 km

foto Christian Bützberger, carta TCS Visuell

Australia


34 viaggi e tempo libero

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5 marzo 2009

Nel segno della gioia In Umbria, il cuore verde d’Italia, c’è un posto veramente speciale: «La Gioia». Marianne e Daniel Aerni lo hanno creato a propria immagine e somiglianza.

› C’era una volta un giovane svizzero che sognava di vivere laddove crescono gli olivi. Ma si era subito reso conto che per realizzare questo sogno doveva lavorare sodo. Allora fece il musicista, l’assistente alla regia e il proprietario di un atelier di cornici per quadri. Un giorno incontrò una principessa bionda e riuscì a convincerla a partire assieme verso Sud, alla volta degli olivi. In Umbria, in una valle quasi disabitata, hanno trovato il loro «castello»: un mulino per il grano e l’olio, antico di 300 anni. Al-

l’inizio non pensavano proprio di trasformarlo in hotel. Ma di cosa avrebbero altrimenti vissuto? «Se non si è specializzati in un determinato campo, spesso rimane solo il settore alberghiero», spiega l’oggi 54enne Daniel Aerni. Seguì una lunga e difficile fase di ricerca delle autorizzazioni e poi un’altra di lavori di ristrutturazione sino a che «La Gioia», nel 2002, poté accogliere i primi ospiti. La verde Umbria, la sacra Umbria, l’Umbria dei piaceri terreni. A livello turistico,

questa regione è rimasta a lungo nell’ombra della vicina Toscana. Ma qualcosa è cambiato e oggi l’Umbria è una combinazione tra il dolce far niente e il gusto dell’arte: Perugia, Assisi, Spello, Trevi, Spoleto, Todi, andare in rampichino, un bagno nel lago Trasimeno, un bicchiere di Sagrantino a Montefalco, seduti in trattoria gustando un piatto di pasta al tartufo fresco. Tutto questo, e un’infinità di olivi, sono i ricordi che rimangono dell’Umbria.

Tappa in Toscana | Sarebbe, comunque,

Una casa di campagna: «La Gioia» Daniel e Marianne Aerni-Kühne hanno l’ospitalità nel sangue: «Offriamo ai clienti vacanze che noi stessi vorremmo vivere». Alla «Gioia» chi cerca il contatto può unirsi agli altri, chi desidera rimanere solo si ritira nei suoi spazi, secondo le proprie preferenze. Da non perdersi la cucina del giovane e geniale cuoco Andrea Sabbatini. Otto le camere doppie e tre le suite. Tre camere sono adatte a ospiti in sedia a rotelle. wi

foto Peter Widmer

La Gioia, Castel Ritaldi, tel. 0039 0743 25 40 68, www.lagioia.biz

un vero peccato se non ci si fermasse in Toscana lungo il viaggio. I dintorni di Lucca e di Pisa offrono ancora molte cose da scoprire. Sapevate, ad esempio, che anche in Toscana esiste una Montecarlo? In questo paesino situato su una collina isolata che sorge nella pianura di Lucca la sera si può andare al Teatro dei Rassicurati, ornato di seta si colore rosso e oro, e dopo, a cena sulla Piazza grande nell’«Osteria Mescita e Musica» per godersi le specialità toscane del vivace Giuseppe Borella. Italianità allo Peter Widmer stato puro!

La casa della felicità: «La Gioia», un’oasi di calma in una piccola valle dell’Umbria.


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Imparare l’inglese in classe itinerante Un campo estivo per giovani negli USA, ricco di emozioni: imparare l’inglese viaggiando a bordo di un comodo pullmino. Si ha l’opportunità di conversare nei supermercati e durante gli spostamenti.

› Da Beverly Hills, quartiere dei divi di Hol-

Grande esperienza | Il campo estivo della durata di due settimane – per ragazzi dai 13 ai 17 anni – non può considerarsi un corso di ripetizioni d’inglese. L’importante, secondo Peter Stocker, gestore del campo, è imparare a conversare. Le varie destinazioni si raggiungono a bordo di un comodo pullman, in cui si tengono le lezioni che proseguono anche nelle ore serali. Si pernotta sotto una tenda, in una casa di legno o in albergo. Durante l’intero soggiorno i ragazzi sono seguiti, 24 ore su 24, da tre

foto ald

lywood, al grandioso Grand Canyon. La sera, attorno al fuoco si possono ascoltare appassionanti storie di indiani. Figurano in programma anche: il Sea World, i parchi nazionali, Disneyland e la visita a un ranch. I giovani hanno la possibilità di scoprire da vicino il Sud-Ovest degli Stati Uniti.

Da un luogo all’altro a bordo di un comodo pullmino, addirittura fin sulla soglia dell’alloggio.

adulti. Il campo è offerto con il trattamento in mezza pensione, per far sì che i giovani possano scegliere dove e cosa mangiare a mezzogiorno. Il volo per Los Angeles va pagato separatamente. Prima e dopo il campo è possibile prenotare anche un corso

L’angelo che porta il vino

Info Touring Prenotazioni: www.feriencamps.ch, telefono 044 466 55 66. Termine d’iscrizione: 31 marzo. Prezzo: 3280 franchi. Sconto di 150 fr. per i soci del TCS.

Centenario sul Brè «Da cento anni sui binari del Brè – 1908–2008» è il libro di Carlo Gianinazzi edito dalla Ferrovia Monte Brè (FMB) per festeggiare l’importante traguardo. Oltre a ripercorrere la storia di questa grandiosa opera d’ingegneria, dalla progettazione agli ultimi lavori di risanamento, il volume presenta un corposo catalogo di fotografie e illustrazioni d’epoca. E, soprattutto, mette in risalto l’impegno delle autorità di allora a favore dello sviluppo turistico. Affinché «per altri 100 anni si possa godere delle meraviglie paesaggistiche del Brè», per usare le parole dell’odierno presidente della FMB, Giorgio Carlo Bernasconi, presidente anche del TCS Sezione Ticino. ac

Dicono che tutto quel che c’è di buono al mondo viene dall’alto. Chi, trovandosi all’Hotel Radisson dell’aeroporto di Zurigo, ordina una bottiglia di vino, è servito da un angelo. Lo scenario: nella lobby si trova una torre alta 16 metri che contiene quattro mila bottiglie di vino e champagne, del valore di 220 mila franchi. Un’artista viene sollevata in alto tramite un argano attivato da un computer, per essere trasportata verso il ripiano che contiene la bottiglia richiesta. Lo show, che si svolge a mezzogiorno e di sera, è coronato da uno spettacolo di luci multicolori e dall’applauso degli ospiti. Nell’elegante business-hotel dell’aeroporto zurighese, il direttore generale Kurt Ritter ci ha spiegato che il nome Radisson SAS fa ormai parte del passato. Il secondo maggior gruppo alberghiero d’Europa, dopo Hilton, si chiamerà d’ora in avanti «RaBü disson Blu». Info Touring Le 330 eleganti camere del Radisson Blu costano tra 195 fr. (finesettimana) e 700 fr. Telefono 044 800 40 40 o www.zurich.radissonblu.com.

d’inglese di due settimane a Los Angeles. Christian Bützberger Let’s go!

L’angelo del vino: ogni giorno dell’anno l’artista si libra in volo con eleganza tra le ordinate bottiglie.



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Il libro di Heberga

ald

Per il 50° anniversario della fondazione di Heberga SA è stato pubblicato un libro: «Die Geschichte der TCS-Hotels»; Appenzeller Verlag, Herisau. L’autrice Margarita RossiHaller ripercorre la storia, con dovizia di particolari e di fotografie, dei due alberghi del TCS: lo Schloss Ragaz di Bad Ragaz e il Bellavista di Vira Gambarogno. Il libro è ora disponibile presso il Service Center TCS di San Gallo/Winkeln al prezzo di 30 franchi (più spese di spedizione); tel. 071 313 75 00.

Il TCS è ormai diventato una presenza fissa anche durante molti slow up in giro per la Svizzera.

Tutti a pedalare con il TCS

Un grande assortimento di accessori per la bicicletta può essere comperato nelle agenzie del TCS.

›I

Anche per l’imminente stagione ciclistica, il club ha in programma diverse manifestazioni sportive e popolari.

› Nato come club di ciclisti oltre 110 anni fa, il Touring Club Svizzero non viene meno alle sue radici ed anche quest’anno le sue sezioni organizzano una serie di eventi per gli appassionati delle due ruote. L’avvio alla stagione è dato il 9 maggio con il «Solothurn Bike-Event», manifestazione organizzata dalla sezione solettese del TCS. Per quanto riguarda i rinomati «Brevetti TCS» per ciclisti di vari livelli, il programma 2009 comincia il 30 maggio e il 1° giugno con il Jura Derby per bici da strada e mountain-bike (sezione Giura). In seguito, il 20 giugno, si svolgerà il Brevetto delle Prealpi Appenzellesi (sezione Appenzello AR), mentre il 21 giugno appuntamento nel Giura per il brevetto mountain-bike Chantal Daucourt. Dopo un anno di sospensione, il 5 luglio torna il Trittico Alpino, organizzato dalle sezioni Ticino, Uri e Grigioni, aperto per la prima volta anche alle bici elettriche (che si possono affittare). Il 16 agosto, ancora la sezione Giura ospiterà il brevetto «Franc-montagnard» per mountain-bike; infine il 30 agosto si svolgerà il Giro del Canton Ginevra organizzato dalla sezione ginevrina. Iscrizioni e informazioni dettagliate direttamente presso le sezioni organizzatrici. La stagione si concluderà con una «tombola» fra tutti i partecipanti ai brevetti. Il

Vestiti pratici

primo premio è una vacanza in bicicletta con due pernottamenti e trasporto dei bagagli per tre giorni, con Swisstrails. In palio anche caschi da bici e buoni-acquisto per gli «shop TCS».

A forza di muscoli | Molti anche gli «slow up» patrocinati dalle sezioni del TCS. Si inizia con lo slow up del Lago di Morat (FR) il 26 aprile, poi si prosegue a Sciaffusa il 24 maggio, nel Vallese il 7 giugno, nel Giura il 28 giugno, poi alle Feste di Ginevra il 2 agosto, attorno al Lago di Sempach il 23 agosto (sezione Waldstätten), sull’Albula (GR) il 6 settembre, nell’Emmental (BE) il 13 settembre, per finire la stagione attorno al Lago di Zurigo il 27 settembre. Il club sarà presente a queste grandi manifestazioni di massa, alle quali si partecipa con qualsiasi mezzo spinto dalla forza dei muscoli – o semplicemente a piedi –, con stand e anche con pattugliatori in bici lungo il percorso, per l’assistenza se si necessita di una riparazione alla bicicletta. Per prendere parte agli slow up non c’è bisogno ac di una preiscrizione.

ciclisti stanno a cuore al TCS. Perciò il club propone i suoi accessori per gli appassionati delle due ruote, come ad esempio la tenuta da bici con il logo del TCS. La maglietta (79 franchi per i soci/109 per i non soci) e i pantaloni (69 franchi/89) sono disponibili nelle agenzie del TCS.

Vasta scelta | Oltre all’abbigliamento con l’emblema del TCS, nelle agenzie vengono venduti anche caschi e rivestimenti per caschi. Inoltre, i soci del TCS beneficiano di uno sconto del 10 percento sulle biciclette della marca Merida. Devono solo presentare la tessera TCS nei negozi concessionari Merida.

pam Info Touring Ulteriori informazioni su www.bici.tcs.ch oppure www.merida.ch.

Info Touring La lista degli slow up e dei Brevetti TCS con relativi contatti al sito internet www.bici.tcs.ch. Qui troverete anche una serie di allettanti proposte di vacanze con la bici.

Le t-shirt da ciclista con il logo TCS sono in vendita nelle agenzie del club.


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Ospiti del ricevimento di «Touring»: Roland Ehrler (Swisscom), Jacqueline Scheibler, Erika Huwyler e Monika Ehrler (da sin.).

Cantanti piene di grinta: le «Sugababes» Heidi, Amelle e Keisha (da sinistra) hanno intrattenuto e fatto divertire il pubblico e gli stessi artisti del ghiaccio con motivi musicali sfrenati.

Da sin.: Felix Bitterli (BaZ), Hans-Peter Klauser, Thomas Müllerschön (St. Galler Tagblatt), Moreno Cavaliere e Olivier Steiner (Publimag AG).

Più di 9000 lettrici e lettori hanno visto Art on Ice Come già negli anni scorsi, diverse migliaia di soci TCS hanno approfittato dell’offerta di biglietti di «Touring» per assistere agli spettacoli Art on Ice a Zurigo e Losanna. Per poter proseguire con questa offerta ai propri lettori, «Touring» ha bisogno di una stretta collaborazione con i partner, per ringraziare i quali anche quest’anno ha organizzato una serata di gala. Per l’occasione è stato loro offerto uno show eccezionale con molte star del pattinaggio artistico e l’accompagnamento musicale del gruppo britannico delle Sugababes e del canadese Daniel Powter. Naturalmente si sono esibiti i beniamini del pubblico Stéphane Lambiel, che ha incantato i presenti con la sua forza espressiva, e Sarah Meier, che ha trainato l’ambiente nonostante i postumi di un infortunio. Alla fine dello spettacolo, presentato come al solito dalla spiritosa coppia formata da Sandra Studer e Rainer Maria Salzgeber, il pubblico ha tributato agli artisti del ghiaccio un interminabile apReto Kammermann/Foto: Mathias Wyssenbach plauso.

Il caporedattore di Touring Felix Maurhofer (sin.) con la moglie Sandra e Daniel Powter.

Marco Brütsch (AMAG AG/Seat) in compagnia di Mirjam Schwitter.

Contenti dello spettacolo sul ghiaccio: Daniel Hanno apprezzato lo show: Ursula e Reto Freund (Continental SA) e la moglie Brigitte. Kreis (Suzuki Schweiz AG).

Ha deliziato il palato degli ospiti: Esther Dübendorfer (Agrola AG) Fedelissimi di Art on Ice: Vivien e Dominik Egli (AMAG AG/Skoda) in Trio di dive: Sarah Meier (centro) con il rinomato chef Anton Mosimann. in compagnia del marito Florian. Peter Wick (MeteoNews AG). compagnia di Kathrin Hauswirth. le «Sugababes» Amelle (sin.) e Heidi.

Nuove amicizie: Jan Müller (Nissan) con la sorella Lea e Christina Surer.

Markus Brunner (Vredestein) con la moglie Andrea…

… e Dieter Jermann (Pirelli) con Sandra Grau (Ford Motor la fidanzata Gabriela. Company) e Reto Zbinden.

Susanne e Ueli Christen (MM & B, Media Agentur AG).


5 marzo 2009

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il punto 39

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Rilevamento dell’acustica di un abitacolo alla «Rieter Automotive Systems» di Winterthur.

Crisi opportuna? »

È proprio un paradosso: se sei mesi fa avessimo chiesto alla gente del nostro Paese cosa sa dell’industria automobilistica nazionale, probabilmente la maggior parte degli interpellati avrebbe alzato le spalle: la Svizzera una nazione automobilistica? Oggi quasi tutti sanno che oltre 300 piccole e medie imprese ed una manciata di grandi aziende offrono oltre 34 000 posti di lavoro nel settore delle componenti automobilistiche. Molte sono altamente innovative e si sono posizionate con successo sul mercato della tecnologia avanzata. Complessivamente nel 2007 hanno fatturato quasi 16 miliardi di franchi. Pressoché come l’industria orologiera. Ma mentre quest’ultima è presa a modello della capacità innovativa dell’imprenditorialità elvetica, fino a poco fa solo alcuni conoscevano l’importanza dell’industria automobilistica nazionale. Il motivo per cui ciò è cambiato è dovuto, non da ultimo, all’attuale crisi. Poiché sull’onda del crollo mondiale delle vendite di autovetture, anche molte ditte svizzere sono rimaste colpite dalla recessione: calo degli ordini, lavoro ridotto, taglio dell’occupazione. Come fautore della libertà di mercato sono molto restio quando si tratta di chiedere allo Stato di lanciare un salvagente.Tuttavia, tempi speciali richiedono provvedimenti speciali. Per questo motivo, do il benvenuto alle ventilate misure di salvataggio per stabilizzare la congiuntura, anche se possono aiutare solo in minima parte la nostra economia d’esportazione. Il lavoro ridotto può comunque essere prolungato, ciò che significa il mantenimento di posti di lavoro e di know-how. E, tramite la garanzia dei rischi all’esportazione, saran-

no introdotte condizioni facilitate per ottenere contratti all’estero. Per questo guardo all’estero con impazienza. Ad esempio verso la Francia, dove il presidente Sarkozy vuole ridare vigore alla sua industria dell’auto con un’iniezione da cinque miliardi di euro. Se riesce a dare nuova linfa ai grandi costruttori automobilistici francesi, allora ne approfitteranno anche le nostre imprese svizzere. Soprattutto se le nostre aziende affrontano la crisi anche come un’opportunità, investendo nella ricerca e nello sviluppo, sviluppando adesso nuovi prodotti. Sono convinto che l’auto non ha solo una splendida storia alle spalle, ma pure uno splendido futuro, se abbinerà ancor meglio potenza ed eleganza con la salvaguardia dell’ambiente. La nostra economia vive tempi turbolenti e nessuno sa come sarà lo scenario della concorrenza e se le cose torneranno a procedere nel verso giusto. Se però l’industria automobilistica elvetica reagisce, come è riuscita a fare l’industria orologiera negli anni Novanta, allora i nostri costruttori d’auto saranno tra i vincitori. Ed allora, la nostra industria automobilistica sarà presa sul serio – come merita – anche dal grande pubblico: un gioiello del lavoro industriale svizzero.

«

Johann N. Schneider-Ammann, presidente di Swissmem, Industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica. L’opinione degli autori invitati su questa pagina è autonoma da quella della redazione di «Touring».


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la pagina dei lettori 41

il concorso

Vincete

una SEAT Ibiza Ecomotive! Un consumo di 3,7 l/100 km ed emissioni di CO2 limitate a 98 g/km: sono i dati realizzati dalla Seat Ibiza 1.4 TDI FAP Ecomotive di cui «Touring» vi offre l’opportunità di diventare il fortunato proprietario partecipando al nostro concorso in occasione del Salone. Il veicolo in palio del valore di 25 160 franchi concilia debole consumo con equipaggiamento molto completo. Basata sulla nuova Seat Ibiza, questa versione Ecomotive molto ecologica beneficia di un peso ridotto, di una gestione motore modificata e di un aerodinamismo ottimizzato. Il coefficiente di penetrazione all’aria (Cx) è stato così abbassato da 0,33 a 0,30. Questa cittadina a cinque porte è spinta da un motore turbodiesel 1,4 litri che sviluppa 80 CV ed è munita di filtro antiparticolato. Il consumo misto di 3,7 l/100 km lascia intravvedere un’autonomia di oltre 1200 chilometri.

Niente da dire neanche per quanto concerne l’equipaggiamento: l’auto del concorso è fornita di sistema antislittamento ESP, di fari antinebbia a funzione cornering, di climatizzazione, sedili riscaldati, set invernale (lavafari, ugelli lavavetri riscaldabili) e di una radio/CD MP3 con funzione Bluetooth e comandi al volante. Tentate la fortuna, cercate le risposte giuste! Sponsor del premio: Amag, Schinznach-Bad, www.seat.ch Le domande: 1. Quanti chilometri percorre all’anno Ulrich Zimmermann? 2. Come viene chiamata l’isola di Tahaa nella Polinesia francese? 3. Di quale sconto usufruiscono i soci TCS presentando il tagliando al Salone?

Si possono fornire le risposte per posta (unicamente su cartolina postale), tramite SMS, e-mail oppure www.touring.ch, indicando in ogni caso le vostre generalità. Concorso 2/09: i due set tipicamente svizzeri di Wenger comprendenti un orologio e un coltellino sono stati vinti da Emile Harnisch di Sonceboz-Sombeval e Martin Ess di Hittnau. Congratulazioni! Condizioni di partecipazione: il concorso di «Touring» è aperto a tutti, ad eccezione dei collaboratori del TCS e dei loro famigliari. I vincitori saranno estratti a sorte e avvertiti per iscritto. I premi non possono essere sostituiti da una somma di denaro equivalente. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito al concorso. Non sarà possibile ricorrere alle vie legali.

Redazione Touring, concorso per i lettori, casella postale, 3024 Berna; SMS al numero 9988 (1 fr./SMS) scrivendo «Touring» e le tre risposte; touring@tcs.ch (soggetto: concorso) Termine d’invio: 15 marzo 2009

Impressum touring Giornale del Touring Club Svizzero (TCS). Redazione: Felix Maurhofer (fm, caporedattore); vice caporedattore: Heinz W. Müller (hwm); vice caporedattore: Marc-Olivier Herren (MOH); Christian Bützberger (Bü), Antonio Campagnuolo (ac), Pascale Marder (pam), JacquesOlivier Pidoux (jop), Peter Widmer (wi). Art Director/Fotografie: Martin Lobsiger (mlo). Grafica: Andreas Waber (caposervizio), Stephan Kneubühl, Mathias Wyssenbach. Assistenti di redazione: Michela Ferrari (i), Sylvie Fallot (f), Nadia Visentini (t), Irene Mikovcic-Christen (assistente caporedattore). Corrispondenza: Redazione Touring, Maulbeerstrasse 10, 3001 Berna, tel. 031 380 50 00, fax 031 380 50 06. E-mail: touring@tcs.ch. Editore: Touring Club Svizzero,

cp 820, 1214 Vernier (GE). Tiratura: edizione italiana: 96 028, totale: 1 355 061. Editoria/marketing: Reto Kammermann (responsabile), Gabriela Amgarten. Pubblicità: Publicitas Publimag SA, Seilerstrasse 8, 3011 Berna, tel. 031 38721 16, fax 031 38721 00. Produzione: St. Galler Tagblatt SA, Basler Zeitung SA, CIE Centre d’impression Edipresse Lausanne S.A. Cambiamenti d’indirizzo: per iscritto, indicando il numero di socio, alla Sede centrale del TCS, cp 820, 1214 Vernier, tel. 022 417 24 40, fax 022 417 28 66, e-mail: service@tcs.ch o all’agenzia TCS (tel. 0844 888 111, fax 0844 888 112). Abbonamento: compreso nella quota sociale annua. «Touring» è pubblicato 20 volte l’anno. Si declina ogni responsabilità per manoscritti e altri lavori non richiesti.


42 l’incontro

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5 marzo 2009

I suoi ultimi disegni trattano della crisi dell’auto in maniera piuttosto pungente…

Una matita aguzza per schizzare l’auto

Sì, dato che non provo compassione per un’industria che non è stata in grado di anticipare i cambiamenti. A mio parere, i milioni di dollari versati nei piani di salvataggio sarebbero meglio utilizzati da start-up ingegnosi e coraggiosi.

Quando il Salone apre le sue porte, il vignettista Patrick Chappatte getta uno sguardo caustico sull’automobile.

»

Il Salone dell’auto di Ginevra accoglie in questi giorni i suoi primi visitatori. Per lei un soggetto d’attualità imprescindibile…

Sì. In venti anni d’attività, ho dovuto trattarlo una buona decina di volte, mettendo sempre in evidenza il tema dominante del momento: l’informatica di bordo, i veicoli a basso consumo e naturalmente la macchina pulita. Nel mio primo disegno sul Salone, si vede un’auto con il tubo di scappamento che scarica una cacca di cane sul pal-

In quanto vignettista, il settore dell’automobile la ispira?

co espositivo. Comunque, il tema della vettura pulita non ha cessato di occupare la mente. Il Salone invita a sognare. Attira anche lei?

Come molti, mi sono meravigliato del design di alcuni modelli e del potenziale di libertà offerta dall’automobile. Ma oggigiorno, con gli ingorghi e l’inquinamento, continuo a sognare veicoli elettrici e una maggiore condivisione dell’auto.

Sotto certi aspetti, certamente. Mi sono divertito molto a illustrare le partenze per le vacanze. Per esempio, disegnando i vacanzieri incastrati in un ingorgo interminabile al punto che finiscono per mettere fuori la sedia a sdraio, il tavolo da ping-pong e il televisore per ingannare il tempo. Suppongo che non abbia dimenticato di punzecchiare le 4쎹4…

Sicuro. C’è un forte potenziale umoristico in questo grande bozzolo pieno di gadget e con i vetri leggermente oscurati, vere e proprie case ambulanti, pilotate da una fragile dama avvolta in una pelliccia. Questo enorme bolide può sì rassicurare il conducente, ma inquieta gli altri utenti della strada che possono legittimamente temere di essere investiti. C’è un soggetto legato all’automobile che sogna di disegnare un giorno?

Assolutamente. Ciò che aborrisco di più sono quelli che ti stanno alle costole sull’autostrada. Detesto in particolare gli automobilisti che spuntano dietro il tuo veicolo per intimare l’ordine di fare spazio. In società non si osa farlo. Se avessi il diritto, installerei uno schermo elettronico sul mio paraurti con il messaggio: «Smettetela di starmi appiccicati, grandi maleducati!». Nonostante tutto riesce a provare piacere seduto al volante?

Guidare mi stressa, dato che comporta una responsabilità pesante. Se avessi i mezzi mi procurerei un autista privato. La vettura non fa dunque per lei…

Con la mia auto intrattengo il classico rapporto di amore e odio. Amore, dato che è il mezzo che mi porta in gita per il fine settimana e in vacanza. Odio, dato che i tragitti spesso si trasformano in un calvario.

«

Fabian Unternährer

Intervista: Jacques-Olivier Pidoux

La crisi dell’automobile tratteggiata con l’umorismo disorientante di Chappatte.

In pillole Caricaturista di Le Temps, Neue Zürcher Zeitung ed Herald Tribune, Patrick Chappatte (41 anni) ha cominciato la sua carriera nel 1986 al quotidiano ginevrino La Suisse. Ha pure animato le colonne del New York Times e Newsweek dal 1995 al 1998, quando viveva a New York. Padre di tre bambini, abita a Ginevra. Informazioni anche su www.globecartoon.com.




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