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Lorenzo Gasperini, collaudatore e pilota Yamaha, ci racconta la sua esperienza al Giro-E 2023
Il collaudatore Yamaha R&D e pilota di moto Lorenzo Gasperini, volto noto tra gli istruttori del Corso Moto PRO del TCS, è stato tra i protagonisti che hanno animato il Giro-E 2023, la gara su e-Bike, che a partire dal 2019, a anca la storica Corsa Rosa. Gaspe, questo il suo alias in corsa, ci ha raccontato la sua esperienza nel contesto di una delle tre più famose corse a tappe del mondo, partendo da un’inaspettata chiamata.
possibile, per farlo era necessario a rontare delle prove speciali e di regolarità. Ad esempio, ci veniva chiesto di procedere a una determinata velocità, la squadra che riusciva ad avvicinarsi maggiormente a quell’andatura, riceveva un maggior numero di punti. Sul finale di tappa invece, i capitani di tutte le squadre venivano isolati per una volata da «show». Ammetto però, che anche noi facenti parte del gruppo “inseguitori”, abbiamo insistito con lo sta che ci precedeva a bordo delle moto, per lasciarci passare e improvvisare a nostra volta uno sprint. Così è stato, e in entrambe le tappe è stato davvero entusiasmante!
La seconda, delle due tappe alle quali hai partecipato, il team Yamaha è riuscito a colpire nel segno, portandosi a casa la vittoria di tappa. Com’è stato vincere al debutto?
Qual è stata la tua reazione, da collaudatore e pilota di moto, quando hai ricevuto la chiamata da Yamaha Italia per partecipare con una bicicletta al Giro-E?
Ho ricevuto l’invito, con mia grande sorpresa, mentre mi trovavo sul circuito di Misano per la mia prima gara della Yamaha R7 Cup, durante il weekend del Campionato Italiano Velocità (CIV) dello scorso 30 aprile. Pensate che non ero nemmeno al corrente che Yamaha fosse tra le squadre iscritte al Giro-E, ma da ciclista e appassionato delle competizioni quale sono, è stato per me un grande onore ricevere questa proposta.
A quali tappe hai partecipato e cosa ti ha colpito di più del Giro-E?
Ho preso il via in occasione della tappa 2, da Chieti a San Salvo, e alla tappa 12, da Volvera a Rivoli, anche se invece di quest’ultima avrei dovuto presenziare alla tappa svizzera di Verbier-Crans Montana. Ciò che mi ha colpito di più, è stato vedere quanto sia sentita dal pubblico la Corsa Rosa, l’a uenza sulle strade e il calore delle persone era surreale. La vera sfida era chiaramente quella sulle bici muscolari, tra corridori di spicco come Roglic, Evenepoel e Thomas, eppure gli appassionati non ci hanno fatto mancare tutto il loro a etto e supporto. L’emozione è stata ancora più intensa, dato che anche per Yamaha, il suo sta e gli ospiti, questa è stata l’edizone di debutto al Giro-E.
Se nelle gare del Giro d’Italia l’obiettivo è arrivare per primi al traguardo, in quelle dedicate alle biciclette a pedalata assistita funziona diversamente.
Come viene assegnata la vittoria?
Il Giro-E ha un’impronta diversa dalle gare con bici muscolari, l’obiettivo non è infatti quello di competere trionfando sulla linea d’arrivo, ma quella di promuovere il cicloturismo e sensibilizzare il pubblico alla mobilità sostenibile.
L’obiettivo durante la tappa era quello di raccogliere il maggior numero di punti
Vincere è sempre emozionante, la competitività tra le squadre era ugualmente papabile anche se la sfida era impostata diveramente da come la conosciamo tradizionalmente. Noi eravamo un team molto a atato, questo ci ha sicuramente facilitato nel raggiungimento di questo risultato.
Sappiamo che ti piace molto il Ticino e che spesso nei fine settimana pedali sulle strade del nostro cantone. Quali sono i percorsi che ti piacciono di più?
Mi alleno spesso sulla bicicletta muscolare per avere una buona condizione fisica per le mie gare in moto, ho diversi amici piloti in Ticino e vengo quasi ogni settimana a pedalare. Colgo l’occasione per gustarmi le tante salite e bei panorami che avete e che non ho a Milano, luogo dove abito. Probabilmente, il percorso che mi è piaciuto di più fino a oggi è la salita del Brè, ma in realtà ce ne sono tante altre: Isone, la Penudria, Cademario, Carona, Serpiano e il Passo del San Bernardino. Mi piacerebbe in futuro, come hanno fatto tanti piloti professionisti negli ultimi anni, trasferirmi nella Svizzera italiana, dove mi sento ormai a casa.