Rivista "Tradizione Famiglia Proprietà", Giugno 2011

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icono che la coincidenza sia un nome dietro il quale si nasconde la divina Provvidenza. È certamente sintomatico che la cinquantesima edizione della nostra rivista esca nel mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, una colonna della spiritualità di Plinio Correa de Oliveira e oggetto costante delle sue riflessioni.

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Nel Sacro Cuore egli trovava, infatti, il modello della propria vocazione, a cavallo fra lo spirituale e il temporale. Trovava la fonte divina da dove scaturiva ogni grazia, ogni bellezza e ogni bene, sia nella Chiesa che nella società civile. Il cuore è simbolo della mentalità e della volontà. 11 regno di Nostro Signore Gesù Cristo sul le anime - Regnum meum intra vos est (Le. 17,21) - implica la confonnità della persona al Suo spirito. Naturalmente socievole, l'uomo forma una società, che sarà cristiana nella misura che sia confonne allo spirito di Nostro Signore. Regnando sui cuori degli uomini, Cristo regna anche sulla società. La devozione al Sacro Cuore è quella a Cristo Re, come spiega ammirevolmente Pio XI nell'enciclica Quas Primas. "Gesù Cristo è Re delle menti, delle volontà e dei cuori- insegna il Pontefice - il suo regno è principalmente spirituale, ma anche universale e sociale. (.. .) Sbaglierebbe gravemente chi togliesse a Cristo Uomo il potere su tutte le cose temporali".

Quando nel Padre Nostro preghiamo "venga a noi il tuo regno", stiamo chiedendo il suo dominio sulle anime e sulla società: "sia fatta la tua volontà come in Cielo così in terra". È il regno spirituale di Cristo, ma anche il suo regno sociale. Fra queste due realtà- di natura diversa ma intimamente collegate fra loro - non ci può essere una scissione, come invece pretende il laicismo, che Pio Xl stigmatizza come "la peste della età nostra". Ed è proprio nel Sacro Cuore di Gesù che ambedue gli aspetti si ritrovano in perfetta sintesi, come la chiave di volta di un arco gotico. Così come i malvagi cospirano contro il regno spirituale di Cristo non possono non cospirare anche contro quello sociale. Ed ecco le rivolu~ zioni che hanno costellato la storia moderna, a partire dall'Umanesimo e dal Protestantesimo, tese ad impon-e una situazione che è l'esatto opposto di quella voluta da Cristo. E così come un cattolico dovrebbe anelare il dominio di Nostro Signore sulle menti, sulle volontà, sui cuori degli uomini, dovrebbe anche anelare la restaurazione d'una civiltà cristiana, appunto, una Contro-Rivoluzione. Una Contro-Rivoluzione che ha la promessa divina della vittoria. La devozione al Sacro Cuore di Gesù non è una mera dottrina, ma contiene anche una promessa: Io regnerò! Alla quale fa eco la promessa della Madonna a Fatima: b?fìne il mio Cuore Immacolato trionferà!

È con lo sguardo posto in questo regno trionfale di Gesù e di Maria che abbiamo il piacere di offrire ai nostri cari lettori questo cinql!1antesiin.o numero deHa rivista Tradizione Famiglia Proprietà. 2 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ/ GIUGNO 2011


Sommario Anno 17, n° 50, gi ugno 2011

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Venga a noi il tuo regno! Fukushima fra scienza e propaganda Un film sui Cristeros Assenteismo de lle élites, fattore importante della cri si italiana Un aspetto trascurato dell a Provvidenza di vina La devozione al Sacro Cuore di Gesù e la Contro-Ri voluzione Il piano ciel Sacro Cuore per arrestare la Rivoluzione La Basi lica del voto nazionale "Espoir e/ salut de la France'' Dalla teologia della li berazione alla teologia eco-femminista Pli nio Correa de Oliveira e l'elogio dell ' idealismo Polon ia: in se icentom ila contro l'aborto Belgio: una serata sulla Civiltà cri stiana Peru: votare contro il marxismo, un dovere morale La vera santità è forza d'anima e non mollezza sentimentale

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Copertina: Il Sacro Cuore di Gesù della Hennandad del Sagrado Cornzòn, di Siviglia.

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Tradizione Famiglia Proprietà Anno 17, n. 50 giugno 2011 Dir. Resp. Julio Loredo Offerta annLJa suggerita Euro 15,00 Direzione, redazione è amrriinl straziòne: Tra<::tiziòrie Fàmiglia Proprietà - TFP, Viale Liègi, 44 - 00198 RÒMA Tel. 06/8417603 Aut. Trib. Roma n. 90 del 22-02-95 $p~d. in a~b, post. art. 2, Comma 20/C,-Legge 66?/9~ -~ P adova .

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Attualità

''Cento volte peggio di Cernobyl"; "Rischio di inverno nucleare "; "Nuvola radioattiva sul 'Europa"; "Radiazione oltre la soglia mortale" ... Ecco alcuni titoli di giornali di queste ultime settimane. Dopo il cataclisma, a dir poco apocalittico, che ha colpito il Giappone lo scorso marzo, lasciando sul campo più di ventimila motti, un numero incalcolabile di sfollati e danni per svariati miliardi di dollari, i mezzi di comunicazione hanno seguito, quasi in tempo reale, la crisi creatasi nel complesso nucleare di Fukushima, seriamente danneggiato dall 'evento sismico. Successive esplosioni all ' interno dei reattori han.no surriscaldato il sistema, provocando fughe di vapore radioattivo e costringendo il governo nipponico a evacuare per precauzione le popolazioni vicine. Nel clima fortemente emotivo generato da questa propaganda, mentre gli ambientalisti di ogni sfumatura esultavano, diversi governi sono staticostretti a rivedere le rispettive politiche nucleari. Mentre in Germania (che dipende al 27% da questa fonte di energia) il cancelliere Angela Merkel compiva un clamoroso dietro front, che le è costato una cocente sconfitta elettorale nel Baden-Wurttemberg, in Italia il presidente Berlusconi, incalzato dall 'opposizione, abrogava le norme per la realizzazione di nuov i impianti. 4 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011

Senza voler in alcun modo negare o diminuire la gravità dell'incidente, né il rischio delle sue eventuali conseguenze, è lecito però domandarsi dove finisce il fatto scientifico e dove comincia invece la propaganda. Un abbozzo di risposta lo ha dato il prof. Wade Allison, Senior College Lecturer in Physics dell' università di Oxford, nel Regno Unito.

"Più di ventimila persone sono morte per Lo tsunami e i superstiti soffrono fame e freddo, ma i mezzi di comunicazione si concentrano sulla radiazione nucleare, per la quale nessuno è morto ed è altamente improbabile che venga a morire", dichiara il noto specialista in temi di energia nucleare. Anche il paragone con Cernobyl non regge. Secondo il Rapporto definitivo delle Nazioni Unite, pubblicato lo scorso febbraio, il numero totale delle vittime io Ucraina fu di 28 operai e 15 bambini, per questi ultimi dovuto a tumori nella tiroide, faci lmente evitabili con l' ingestione di iodo, cosa che stanno facendo, in modo preventivo, in Giappone. Il Rapporto ONU accenna anche a un massimo di 4.000 presunte vittime di tumori (che non sarà possibile associare al disastro) nell 'arco di 80 anni. Siamo comunque lontanissimo dai 6 milioni - si, 6 milioni ! - sventolati da Greenpeace. E lontaniss imo anche dai 60mila denunciati dal Gruppo dei Verdi nel Parlamento Europeo.


In Giappone, invece, nessun informe fa menzione di vittime per la radiazione, né attuali né presunte. Segnalando come i reattori oggi in uso negli Stati Uniti e in Europa siano molto più moderni e quindi molto più sicuri - di quello di Fukushima, che era onnai in fase di disattivazione proprio perché obsoleto, il prof. Wade ridimensiona la portata delle misurazioni di radiazione: "Il livello più alto misurato in una prefettura giapponese è stato di l 2kBq per metro quadrato (per l 'isotopo cesio137). La mappa divulgata dalle Nazioni Uniti sul disastro di Cernobyl mostrava invece picchi di 3. 700kBq" (1) In altre parole, il rischio radioattivo in Giappone è pari allo 0,3% rispetto a quello di Cemobyl. Un altro radioisotopo importante è lo iodo131 , che può produ1Te tumori alla tiroide. Ma questo radioisotopo viene prodotto soltanto mentre il reattore è attivo, e si deteriora rapidamente quando viene spento. La sua vita è di appena otto giorni. I reattori di Fukushima non contengono iodo.

"La gente ha paura delle radiazioni, perché non le può né sentire né vedere - commenta il fisico nucleare britannico - Tuttavia, la natura sa come trattarle. In questi ultimi anni si è scoperto che le cellule viventi sostituiscono e riparano se stesse in vari modi se vengono danneggiate dalle radiazioni ionizzanti". "J pazienti di tumori fanno un ciclo di radioterapia nel quale di solito ricevono una dose di 20.000 mSv (2) anche sui tessuti sani e vitali vicini al tumore trattato - prosegue Allison, che è anche medico - Questo è 20mila volte superiore ai limiti ritenuti normali. Questi tessuti sani sopravvivono perché il trattamento si sviluppa lentamente, su molti g iorni, dando il tempo alle cellule di svolgere le operazioni di riparazione e sostituzione".

Lo studioso inglese ritiene che le misure preventive messe in campo dal governo giapponese, anche se lodevoli nelle intenzioni, siano esagerate e contribuiscano a creare un clima di eccessiva preoccupazione. E cita un rapporto del governo svedese pubblicato nel 2002, nel quale si anunette che la reazione dopo il disastro di Cernobyl fu esagerata e causò gravi danni ali 'economia. Un esempio è stato il divieto a i bambini di Tolcio di bere acqua dal rubinetto, giacché in alcun i campioni erano stati riscontrati fino a 200Bq di ra-

"È necessario un cambiamento nel nostro atteggiamento verso le radiazioni, a cominciare dalla educazione e l'informazione pubblica basata su dati scientifici e non sulla propaganda" Wade Allison

diazione per litro. Ora, commenta Allison, il corpo umano possiede già una radioattività naturale di 50Bq per litro. Una temporanea esposizione a 200Bq non causerebbe daru1i percettibili. Anche perché le cellule umane hanno meccanismi di autodifesa assai sofisticati. Il prof. Wade, che è autore del libro «Radiation and Reason» (Oxford University Press, 2009), suggerisce che, in qu~sti ca~i, i ~ol_itici: i gion:1alisti venoano affiancati da sc1enz1at1 , cosi da evitare estrapolazioni propagandistiche. • I. Un Becquerel (Bq) è una misura della radioatt·ività. Una quantità di materiale radioattivo ha una atl'ività di I Bq se c'è un decadimento di un nucleo al secondo, IkBq = 1.000 nuclei che decadono in un secondo. 2. Un sievert (Sv) è la misura della radiazione assorbita da una persona.

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Attualità

i Viva Cristo Rey!

Un film sui Cristeros "L'annunciano come la più grande produzione del cinema messicano. E si presenta con qualifiche di tutto rispetto. Conclusa la fase di post-produzione, l'uscita nelle sale americane è prevista dopo l 'estate, ma non è stata ancora ufficializzata la data. Il film mescola tragedia ed epopea. E racconta una storia che si è svolta sotto il segno di un luciferino furore e di una devozione viscerale per Cristo Re e la Vergine di Guadalupe. Una vicenda rimasta viva a lungo, come unaferita aperta, ma schivata, se non proprio ignorata, da tanta storiografia" (1 ).

''Guerra?

Quale guerra?" Questa domanda retorica, rivolta dal presidente Plutarco Elias Cali es ali' ambasciatore americano nel 1927, sintetizza la politica ufficiale del regime rivoluzionario messicano riguardo al1'insorgenza cattolica nota come la Cristiada: non c'era nessuna g uerra. Dal 1926, sotto la presidenza di Calles, la persecuzione ai cattolici in Messico si era fatta ancora più violenta con l'espulsione di tutti i sacerdoti stranieri, la chiusura delle scuole cattoliche e di tutte le associazioni benefiche. Il popolo, sentendosi oltraggiato nella dignità e perseguitato nella fede, si unì in un' organizzazione denominata Lega in difesa della Libertà Religiosa e insorse in armi contro il governo. Ebbe cosi inizio la guerra civile, nota come "Movimiento Cristero". Per decenni, la storiografia ufficiale si è ostinata a disconoscere quella che fu la più tenibile guerra civile della storia messicana, durata dal 1926 al 1929, e che lasciò sul campo più di ottantamila vittime. Chiese bruciate, sacerdoti fucilati , il culto cattolico proibito, i vescovi esiliati... Eppure, le auto1ità si chiudevano dietro un laconico "aquino pasa nada ", qui non succede niente ... Ma la verità storica fini sce sempre per venire a galla. Ed ecco che, dopo decenni di pubblicazi?ni " di nicchia", alcune praticamente clandestine, sulla Cristiada esce nientedimeno che un film destinato al grande schermo. Scrive Andrea Galli su Avvenire: 6 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011

Il cast è di tutto rispetto, con Andy Garcia che impersona il generale cristero Enrique Gorostieta, Eduardo Verastegui nel ruolo di Anacleto Gonzalez Flores, avvocato e difensore dei diritti civili dei cattolici, torturato e ucciso dagli uomini di Calles, beatificato nel 2005. C'è perfino il mitico Peter O 'Toole, nei panni di un vecchio sacerdote. Cristiada vede il debutto alla regia di Dean Wright, un talento degli effetti speciali, conosciuto soprattutto per il suo lavoro nel secondo e terzo episodio della trilogia Il signore degli anelli.

li film sui Cristeros non è ancora arrivato ai cinema. È quindi impossibile giudicare la sua perfetta corrispondenza con la realtà storica. Ma solo il fatto che se ne parli mostra che il muro di omertà sta finalmente sgretolandosi. • I. Andrea Galli, "Garcia, star di Cristiada. Storia di dolore e fede", Avvenire, 11 aprile 20 11. Foto sopra, il sacerdote Francisco Vera fucilato nel 1927 perché colto in jlagranri delictu di celebrare la Santa Messa. Sotto, i Crisreros , vittoriosi sul Alto de Jalisco, piantano la Croce di Nostro Signore Gesù Cristo.


Assenteisnto delle élites, fattore hnportante della crisi italiana "Non vanno bene le cose per l'Italia... " Con queste parole si apriva un editoriale di Ernesto Galli della Loggia, pubblicato lo scorso 30 dicembre sul Corriere della Sera, nel quale il noto opinionista stilava un impietoso bilancio dell'anno che volgeva al termine. Secondo lu i, "prima che ce lo dicano le statistiche( ..) ce lo dice una sensazione che ormai sta dentro di noi e ogni giomo si rafforza. Basta che ci guardiamo intorno per scorgere un panorama sco11fortante ". "L'Italia perde colpi, 11011 ha alcuna idea di sé e del suo .futuro", incalza Galli dell a Loggia, che punta il dito contro le classi dirigenti del Paese politiche, sociali, culturali - racchiuse in un mondo autoreferenziale che ha sempre meno punti di contatto con quel lo reale. Queste classi, dice, "solcano quotidianamente l'oceano del nulla (.. .) aiutate da un sistema del/ 'i,1fonnazione anch'esso perlopiù perduto dietro le chiacchiere".

Secondo l'opinionista, c'è una totale mancanza di leadership: "Chi dovrebbe parlare resta in silenzio. Resta in silenzio il discorso pubblico della società italiana su se stessa, consegnato ad una miseria che diviene ogni giorno meno sopportabile. Ma soprattutto resta in silenzio la politica". Egli critica soprattutto la classe politica di entrambi gli schi eramenti che, lungi da ll 'essere un punto di riferimento dei cittadini, "se ne sta guadagnando solo un disprezzo crescente, se ne sta solo accrescendo la distanza dal suo traballante palcoscenico. Sempre più, infatti, la sua produzione quotidiana di parole suona eguale a se stessa: ripetitiva, irreale, ridicola".

E conclude sconsolato: "Siamo condannati a un necessario, disperato, qualunquismo ( ..) Un vero cappio al collo che oggi sta lentamente strangolando il Paese" ( 1).

Democrazia allo sfascio Questa situazione è altamente dannosa, non soltanto per la stabilità del Paese - tanto più necessaria quanto la crisi incombente esige l' uti lizzo di tutte le forze vive per venirne fuori - ma, più profondamente, per il futuro stesso del nostro sistema istituzionale. 'Diciamolo: la nostra democrazia parlamentare non è mai stata così.fragile. la.fìducia nelle istituzioni vola rasoterra. ( ..) La democrazia in Italia è allo -~/ètscio ", denunciava recentemente Michele Ainis, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico nell 'università di Teramo e noto costituzionalista (2). La democrazia, lo dice il nome, è la forma di governo in cui la direzione della res pub/ica spetta al popolo. La situazione ideale di una democrazia è quando esiste unanim ità circa ogni argomento di pubbli co interesse. In realtà, però, questa situazione non si verifica quasi mai. Perciò la democ r az I a attribuisce forza decisoria non

"Le classi dirigenti del nostro Paese solcano quotidianamente l'oceano del nulla (. ..) aiutate da un sistema dell'informazione anch'esso perlopiù perduto dietro le chiacchiere" Ernesto Galli della Loggia

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Attualità Copertina dell'ultima opera di Plinio Correa de Oliveira, «Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio Xli al Patriziato ed alla Nobiltà romana»

all ' unanimità dei cittadini bensì a una loro maggioranza. Idealmente, questa magg ioranza s1 dovrebbe pronunciare in modo diretto, in un 'assemblea che comprenda la totalità dei cittadini. In tali circostanze, il conteggio dei voti avviene in modo pubblico e in actu. Era così, per esempio, nell e piccole comunità della Grecia antica. Nelle società più vaste e sviluppate, come quelle moderne, questo è chiaramente impossibile. Si fa quindi ricorso all a democrazia rappresentativa. In essa, i cittadin i eleggono un candidato che li rappresenterà nel foro pubb lico. II rapporto elettorecandidato è, essenzialmente, una delega per la quale l'elettore rinuncia al suo diritto di governare la res publica, affidandolo invece al candidato suffragato. Si tratta di un rapporto di fiducia che presuppone una coincidenza di vedute e di intenzioni tra elettore e candidato. Questo rapporto si stabilisce con 1'appro-

vazione da parte dell 'elettore del programma di governo presentato dal candidato. Una volta eletto, il candidato sarà tanto più fedele alla delega ricevuta quanto più si attenga a questo programma, rendendone conto ai suoi elettori. E sarà tanto più infedele quanto più se ne allontani oppure governi senza renderne conto a coloro che lo hanno suffragato. L'autenticità di un regime democratico si fonda dunque, interamente sull 'autenticità di questa rap~ presentanza. Questo è ovvio. Se la democrazia è il governo del popolo, essa sarà autentica solo se i detentori dei poteri pubblici (Esecutivo, Legislativo, Giudiziario) saranno scelti e agiranno secondo le modalità volute dal popolo, affrontando i problemi per la cui soluzione sono stati eletti. Se ciò non accade, il regime democratico sarà essenzialmente viziato (4 ). La domanda viene da sola, semplice ma fulminante: ciò accade oggi in Italia? Cosa pensare di un sistema nel quale - secondo i dati Eurispes e Ispo per iI 20 I O- le file dei delusi si sono ingrossate di ben 22 punti percentuali? Un sistema nel quale il 76% non ha fiducia nel Parlamento? Per non parlare poi di un Giudiziario sempre più messo in causa dalle polemiche. "Non è d(ffìcile capire che l'orlo del precipizio è vicino", avverte il giornalista Pierluigi Battista (3).

U n rinnovato ruolo delle élites In questo panorama, grigio e deprimente, si cominciano a sentire voc i che chiedono la scesa in campo di personaggi non legati al mondo della poli tica e che veramente rappresentino le forze vive della società italiana. Si parla, per esempio, di Luca Cordero di Montezemolo, imprenditore di successo, già presidente di Confindustria e rampollo d'una nobile fa miglia piemontese.

"Diciamolo: la nostra democrazia parlamentare non è mai stata così fragile. La fiducia nelle istituzioni vola rasoterra . (. ..) La democrazia è allo sfascio " Michele Ainis B _ TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ/ GIUGNO 2011


""Oggi più che mai, voi siete chiamati ad essere una élite. Bandite dunque dalle vostre file ogni abbattimento e ogni pusillanimità. Ogni abbattimento, di fronte ad una evoluzione dei tempi, la quale porta via con sé molte cose, che altre epoche avevano edificate; ogni pusillanimità, alla vista dei gravi eventi, che accompagnano le novità dei nostri giorni"

Senza entrare nel merito di questa o quella proposta concreta, ci sembra ovvio che dal profondo dello spirito naz ionale sta affiorando, sempre più forte, il bisogno di autentiche rappresentanze a livello pubb lico. In altre parole, sta affiorando un crescente bisogno di élites che, lasciando da parte l'assenteismo che le ha contraddistinte per troppi anni , riprendano un ruolo direttivo nella società. Questo rinnovato ruolo delle élites sarebbe perfettamente coerente con la democrazia. La rappresentanza del popolo non dovrebbe, infatti, lim itarsi ai politici professionali, ma dovrebbe comprendere anche - e non è un gioco di parole i profess iona li politici. Per professionali politici intendiamo persone che abbiano raggiunto, nella rispettiva attività, una ben meritata celebrità, diventando perciò rappresentanti naturali della categoria. Ma non solo della categoria. Una persona in questa situazione, di venta naturalmente il punto di riferimento di tutt' una serie di interessi della società, che possono e devono avere una loro rappresentanza a livello politico. Come sarebbe più autentica, e quindi più so lida, una democrazia che affidasse il governo della res publica a persone che veramente rappresentano i vari settori della soc ietà, dal mondo imprenditoriale a quello della cultura, dal mondo universitario a quello dello sport, dal mondo dell 'agrico ltura a quello del commercio, e via dicendo . Purtroppo negli ultimi decenni le autentiche élites si sono autoemarginate, lasc iando la gestione pubblica ai politi ci profess ionali. Con le conseguenze che tutti vediamo.

L'assenteismo delle élites Si tratta di quel biasimevole assenteismo delle élites, denunciato da Pio XII negli anni 1950 come fattore importante della crisi già allora incombente, e che il prof. Plinio Co1Tèa de Oliveira ha commentato nel suo ultimo libro «Nobiltà ed élites tradizionali analoghe» (5). "Una tendenza, purtroppo non così rara fra i componenti della nobiltà e delle élites tradizionali del nostro tempo consiste nell'isolarsi dagli avvenimenti - annotava il pensatore brasiliano - Pensando di essere al riparo dalle vicissitudini in virtù di una sicura situazione patrimoniale, assorti nel ricordo dei giorni che fì1ro110, parecchi di loro s i allontanano dalla vita reale, si chiudono in se stessi e lasciano trascorrere i giorni e gli anni in una vita spensierata, spenta e senza scopi terreni p recisi''.

E cita Pio Xli, che sferzava le élites italiane ammonendole cli non diventare "disertori": "[Un atteggiamento di .fi'onte ai problemi attuali} inammissibile; è quello del disertore, è I 'astensione dell'uomo imbronciato o corrucciato, che, per dispetto o per scoraggiamento, non fa alcun uso delle sue qualità e delle sue ene1gie, non partecipa ad alcuna delle attività del suo Paese e del suo tempo, ma si ritira lontano dalle battaglie mentre sono in giuoco i destini della patria. Anche men degna è l 'astensione, quando è I 'e.ffètto di una indif.fèrenza indolente e passiva. Peggiore, ilfatti, del cattivo umore, del dispetto e dello scoraggiam ento. sarebbe la noncuranza di fi·onte alla rovina, in cui fosse/'O per cadere i propri_(i-atelli e il pl'Oprio popolo. In vano essa tenderebbe di celarsi sotto la maTRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011 - g


Attualità

schera della neutralità,· essa non è punto neutrale,· è, volere o no, complice".

Un richiamo alle autentiche élites Quando le autentiche élites di sertano il governo della res pub!ica, è giocoforza che questo ruolo venga riempito non solo da politici professionali , ma anche da quelle fa lse élites denunciate da Francesco Alberoni nel 1963 nel suo libro «L'élite senza potere». Il noto sociologo prevedeva che il vuoto di potere sarebbe stato riempito "dai divi, da star in-

"Oggi più che mai, voi siete chiamati ad essere una élite non solo del sangue e della stirpe, ma anche più delle opere e dei sacrifici, delle attuazioni creatrici nel servizio di tutta la comunanza sociale. E questo non è soltanto un dovere dell'uomo e del cittadino, a cui niuno può sottrarsi impunemente, ma anche un sacro comandamento della fede, che avete ereditata dai vostri padri" Pio Xli

ternazionali, dai personaggi dello spettacolo noti a tutti, c1111ati, ammirati e imitati, e che costituiscono/ 'oggetto del pettegolezzo collettivo nelle società di massa" (6).

Una profezia avveratasi fin troppo. È il caso di far risuonare, a distanza di cinquant'anni , il richiamo di Papa Pace lli , sperando che, di fronte allo sgretolarsi della nostra società e del nostrn sistema istituzionale, le autentiche élites trovino il coraggio di riassumere la loro natural e missione: "Oggi più che mai, voi siete chiamati ad essere una élite non solo del sang ue e della stirpe, ma

anche più delle opere e dei sacrifici, delle attuazioni creatrici nel servizio di tutta la comunanza sociale. "E questo non è soltanto un dovere de!/ '110 1110 e del cittadino, a cui niuno può sottrarsi impunemente, ma anche un sacro co111a11da111e11to della j ède, che avete ereditata dai vostri padri e che dovete, dopo di loro, lasciare, integra ed inalterata, ai vostri discendenti. " Bandite dunqu e dalle vostre file ogni abbatti111e11to e ogni pusillani111ità: ogni abba1ti111ento, di .fronte ad 1111a evoluzione dei te111pi, la quale porta via con se 1110/te cose, che altre epoche avevano edijìcate; ogni pusillanimità, alla vista dei gravi eventi. che accompagnano le novità dei nostri giomi ".

Chissà se in un rinnovato ruolo pubblico delle élites - quelle autentiche che nascono sia dall a tradizione che dal merito personale - non troviamo un elemento importante per la soluzione della crisi che ci attanaglia. • Note

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1. Ernesto Galli della Loggia, " Un disperato qualunqu ismo". Corriere della Sera, 30 dicembre 20 IO. 2. Michele Ainis. "Democrazia allo srascio", Corriere della Sem. OI aprile 20 I I. 3. Pierluigi Battista. ··Sull' orlo de l precipizio". Corriere della Sera. 3 I marzo 20 I I . 4. Cfr. Plinio Correa de Oliveira. «Progeuo di Cos1i111:io11e a11gus1ia il Paese», San Paolo. Artprcss. 1986. 5. Pli nio Correa dc Olive ira, «Nohilrà ed élite.i· 1rndi:io11ali analog he nelle allorn:io11i di Pio Xli al Parri: iaro e alla No hilrcì ro111a11a». Milano, Marzoratti Editore. 1993.

6. Francesco Alberoni. "Lo spettacolo e la politica sono le élite elci potere". Corriere della Sera. 6 lugl io 2009. 7. Pio Xli. Allocuzione al Patriziato e alla Nobiltà Romana. 195 I.

Quando le autentiche élites disertano il potere ' il vuoto viene riempito "dai divi, da star internazionali, dai personaggi dello spettacolo noti a tutti, amati, ammirati e imitati, e che costituiscono l'oggetto del pettegolezzo collettivo nelle società di massa " Francesco Alberoni 10 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011


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Il mese del Sacro Cuore

Un aspetto trascurato della Provvidenza divina a Ri velazione pubbli ca, ci insegna il Magistero, si è conclusa con l' ultimo Apostolo, ed è interamente contenuta nelle Sacre Scritture e nella Tradizione. Non c i so no nu ove ve rità di fe de. Spetta alla Chiesa, Madre e Maestra della verità, trarre da questo depositum jìdei "cose nuove e vecchie" (Mt. 13,52) per l' ammaestramento e la guida dei fedeli.

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Dio, però, non si è estraniato dall ' umanità. Egli continua a governarla con la sua Provvidenza, della quale fanno parte le ri ve lazioni private che hanno costellato la storia. Pur non facendo parte del depositumfìdei, queste ri ve lazioni sono vere e proprie manifestazioni di vi ne, delle quali l' uomo non può fare a meno senza grave imprudenza. Ma, se non devono svelare nessuna nuova verità, a cosa servono le ri velazioni private? Risponde Sa n Tomma so c he esse costi tu iscono interventi profetici, "non certo per apportare qualche nuova do/Irina dellafede, ma per dirigere g li alti umani" ( I ). Le rive lazioni private hanno, dunque, un duplice carattere. Da una parte ripropongono le verità fondamenta li dell a fede, ri chiamando l'umanità indolente, o forse già tra viata, alla pratica del la virtù cristiana. D' altra parte indicano ai fedeli i loro concreti doveri di testimonian za di fronte al contesto storico in cui vivono. Cercano, cioè, di contrastare gli errori de l tempo. Un ' attenta analisi delle rivelazioni moderne - dal le appari-

zioni del Sacro Cuore nel secolo XVII , pa ssando per la Medaglia Miracolosa, la Salette e Lourdes nel secolo XIX, fino a Fatima nel secolo XX - fa vedere un preciso disegno della Provvidenza teso a contrastare il processo rivoluzionario che, iniziatosi nel secolo XVI, punta alla distruzione della Chiesa e della civiltà cristiana (2). Fedele all a sua vocazione (3) , il prof. Plinio Correa de Oliveira ri volgeva in particolare la sua attenzione a questo aspetto delle rivelazioni private, non sempre messo in risalto, e a volte addirittura occultato da taluni co mmentatori. Ed ecco che, per ese mpio, nelle apparizioni de ll a Madonna a Lourdes, egli scorgeva " la cornice iniziale del risorgimento controrivoluzionario" (4).

Da sopra: Melania e Massimino, i veggenti di La Salette (1846); santa Caterina Labouré, la veggente della Medaglia Miracolosa (1830); santa Bernadette Soubirous, la veggente di Lourdes (1858); Giacinta, Lucia e Francesco, i veggenti di Fatima (1917)

A questa luce, nel mese dedicato al Sacro Cuore, ci è grato offri re ai nostri lettori un testo inedito nel qua le il pensatore brasil iano anali zza i messaggi a S. Margherita Maria Alacoque nei qua li, insieme a bel liss ime dottrine sull a devozione al Sacro Cuore di Gesù, troviamo anche un piano concreto per combattere la decadenza dell'Europa. • Note _ _ _ _ _ _ _ __ __ _ I . S. Tommaso d"Aquino. «S111/111w Theologica». 11-11.1 74. 6 ad 3.

2. Cfr. Plinio Correa de Oli veira. «Rivolu::io11e e Co11trv-Rivolu::io11e». Roma. Luci

sull" Est. 1998. 3. Cfr. "Plinio Correa de Oliveira. una vocaz ione ncll"ordinc temporal e··. in Tmdi::io11e Famiglia P1"1111rietà. marzo 20 11 . 4. Plinio Corrèa dc Oliveira. "La cornice ini,:iale del ri sorgi mento contro-rivolu7ionario··. Catolicis1110. li.:bhraio 1958. TRADI ZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011 - 11


Il mese del Sacro Cuore

La devozione al Sacro Cuore di Gesù e la Contro-Rivoluzione Oltre agli aspetti prettamente religiosi, i messaggi del Sacro Cuore di Gesù a S. Margherita Maria Alacoque contenevano una richiesta sociale di portata epocale, intimamente legata alla storia della Contro-Rivoluzione di Plini o Correa de Oliveira oi sapete che la devozione al Sacro Cuore di Gesù è alla radice di tutti i movimenti controrivoluzionari sorti dopo le famose rivelazioni a Santa Margheri ta Maria Alacoque nel secolo XVII.

V

Nostro Signore le diede l' incarico di trasmettere un messaggio al re Luigi XIV, esortandolo a consacrare se stesso e la Francia al Sacro Cuore di Gesù, e a porre questo simbolo sugli stendardi del regno. Se il re di Francia avesse intrapreso la lotta contro i nemici della Chiesa, Nostro Signore prometteva di venire nel suo aiuto, conducendo il suo regno verso una grande gloria. II Sacro Cuore auspicava che Luigi XIV cambiasse orientamento e si mettesse a capo di una Contro-Rivoluzione in Europa. Se egli avesse dato ascolto a questa esortazione, il suo sarebbe stato un regno glorioso e la Francia sarebbe andata verso un periodo di grande apogeo cattolico. La devozione al Sacro Cuore si sarebbe diffusa in tutto il mondo, e si sarebbe creato un clima sp irituale propizio per la 12 • TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETA/ GIUGNO 2011

predicazione di S. Luigi Maria Grignion de Montfort, che è vissuto proprio in quel periodo. A mio parere, questo avrebbe evitato all a Francia la Rivoluzione del 1789. Sono sicuro che se Luigi XIV avesse dato ascolto alle richieste del Sacro Cuore, la marcia della Rivoluzione sarebbe stata interrotta. È dunque chiaro che, già dal primo momento, la devozione al Sacro Cuore ha avuto un carattere nettamente controrivo luzionario. E perciò tutti i mov imenti di reazione co ntro la Ri voluzione francese si sono sempre richiamati al Sacro Cuore di Gesù, usandolo perfino come distintivo.

La devozione al Sacro Cuore, mentre è un segno di speranza e di entusiasmo per i fi gli della luce, è letteralmente detestata dai figli delle tenebre. Cosa affermano costoro? Un primo argomento, secondo loro decisivo, è chiedersi perché questa esclusività per il Sacro Cuore. Non si potrebbe pensare a una bella devozione, per esempio, all e Sacre Man i o ai Sacri Occhi? Non potremmo perfino "smembrare" Gesù, adorandone ogni parte? Perché 11011 adorare le orecc hie,


che sentono le suppliche degli uomini? Oppure la bocca, dalla quale sgorgano parole di salvezza? Oppure le mani, che ci benedicono? Altri , invece, la criticano in quanto devozione sentimentale. Il cuore è simbolo del sentimento, dicono. Sarebbe quindi una devozione sentimentale, senza contenuto teologico e non dovrebbe essere ammessa. In realtà, attraverso documenti solenni, solidi, magnifici, la Santa Sede ha più volte incoraggiato questa devozione. Mi viene in mente, per esempio, l'enciclica «fnscrntabili Divinae Sapientiae» di papa Pio VI, nel 1775, che concedeva molte indulgenze legate alla devozione dei primi venerdì dedicati al Sacro Cuore. Pensiamo poi alle tanti ssime confraternite intitolate al Sacro Cuore, erette e approvate dalle autorità ecclesiastiche. Per non parlare delle tante chiese costruite in onore del Sacro Cuore di Gesù. La Chiesa ha approvato in modo sovrabbondante questa devozione che ha , dunque, tutte le carte in regola per meritare la nostra fiducia. Riguardo al primo argomento, cioè perché non tributiamo devozione ad ogn i membro di Nostro Signore Gesù Cristo, si tratta di avere buon senso. Privatamente possiamo adorare Nostro Signore in ogni Sua parte. Possiamo, per esempio, adorare Suoi occhi infinitamente espressivi , regali , seri, dottora li, di vini. Occhi così penetranti che con un so lo sguardo hanno convertito S. Pietro. La Chiesa, però, ha un senso molto fin e de l ridicolo, e cap isce che il sublime è a un passo dal ridicolo. Essa capisce che gli spiriti volgari potrebbero facilmente fare sarcasmo di un ta le "smembramento" di Nostro Signore, per la veri tà un po ' sc ioccante per la sen-

Sopra, vetrata raffigurante l'apparizione del Sacro Cuore di Gesù a S. Margherita Maria Alacoque, nella chiesa di Notre Dame des Chenes, a Pouxeux, in Lorena. Pagina a fianco , immagine del Sacro Cuore, di origine francese , che apparteneva alla madre del prof. Plinio Correa de Oliveira, e alla quale egli è rimasto molto affezionato

sibilità umana, anche se perfettamente legittimo dal punto di vista teologico. Ciò non toglie che, in certe circostanze, poss iamo adora re altre parti del di vi no corpo. Per esempio, nella basilica di S. Sebastiano fuori le mura, sulla via Appia a Roma, ci sono le impronte dei Divini Piedi su una pietra. No i possiamo ovv iamente adorare questi piedi che hanno attraversato la terra per predicare. Questi pi edi che si sono sporcat i di polvere durante la di vina mi ssione di insegnare, salvare e com-

battere il male. Noi possiamo adorare questi pied i in quanto, pieni di sangue, sono serviti a portare la croce per la nostra redenz ione. Possiamo adorare questi piedi mentre veni vano perforati dai chiodi e via dicendo. Questo è ' perfettamente legittimo. Un bel modo di adorare in questo modo Nostro Signore Gesù Cristo è unirsi all e meditazion i che la Madonna ha certamen te fatto mentre deponevano Gesù dalla croce. Quando, cioè, Lei aveva fra le braccia il Suo divino corpo ormai esangue. Trafitta dal

TRAD IZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011 - 13


Il mese del Sacro Cuore

dolore, Lei ha certamente considerato ogni parte di questo corpo martoriato con una profondità di pensiero, di amore, di riverenza, di rispetto e di affetto difficile da penetrare. Lei ha considerato ciascuna di queste pa1i i, adorandole nel loro significato e funzione specifici. E ha vissuto l'offesa arrecata alla Divini tà quando hanno flagellato e colpito questa o quella parte del divino corpo. Lei, insomma, ha praticato in modo perfetto questa devozione.

ditandole nel suo cuore" (Luca 2, 19).

Vi rendete conto che il cuore non è il sentimento, ma l'anima che serba quelle cose e medita su di esse. Il cuore è la volontà della persona, è il suo elemento dinamico col quale considera e analizza le cose. Il Sacro Cuore di Gesù è questo in Nostro Signore.

Quindi è solo per una questione di opportunità, per una questione di senso delle apparenze e delle proporzioni che la Chiesa non promuove il culto a ciascun membro del corpo di Nostro Signore Gesù Cristo.

Per estensione, esiste anche la devozione, immensamente significativa, al Cuore Immacolato di Maria, che è come uno scrigno all ' interno del quale troviamo il Sacro Cuore di Gesù. A chi abbraccia la devozione al Sacro Cuore, Nostro Signore ha promesso un fiume di grazie. Ho già commentato, lo scorso anno, le promesse del Sacro Cuore a coloro che faranno i nove primi venerdì del mese. Forse la più impressionante è la promessa di non morire senza la grazia del pentimento. Non è detto che la persona vada sicuramente in parad iso, ma Nostro Signore non la lascerà morire senza una grande grazia di salvezza.

Ma, in cosa consiste, esattamente, la devozione al Sacro Cuore? Com incio col ri levare che, nelle Sacre Scritture, il cuore non ha affatto i connotati sentimentali che ha invece assunto a partire dal seco lo X I X. Nelle Sacre Scri tture il cuore non esprime il senti mento bensì la volontà. Leggiamo, per ese mpio, nel Salmo 11 8: "Con tutto il cuore ti cerco, 11011 {armi deviare dai tuoi precetti··.

"Ecco quel Cuore che ha talmente amato gli uomini, da non av~r . risparmiato nulla, fino a esaunrs, e consumarsi per testimoniare ' a loro il proprio amore "

Il cuore esprime la volontà umana, esprime il suo desiderio di camm inare verso la santità. Ma è una volontà densa di pensiero, c?me nel brano evangel1co che dice: '·Maria. da parte sua. serhava tutte queste cose me-

Credo sia chiaro quanto la Chiesa vuole che questa devozione sia conosci uta e apprezzata secondo ragione. Una devozione meramente senti mentale sarebbe pri va di sostanza. La nostra dev'essere una devozione forte, che cerca cioè di conoscerne iI fondamento razionale, sa lvo poi amarl a e abbracciarla fi no alle ultime conseguenze. Questa è la nostra pietà.

Finisco esortandovi a rivolgere l'anima Il Sacro Cuore a S. Margherita Maria al Sacro Cuore di Gesù come fonte di grazie concepìte appositaI I Sacro Cuo re è iI modo con i I mente per questi tempi di Ri voluquale Egli considera tutte le cose, zione, così diffic ili , nei quali le ana lizza e le guida con la Sua dobbiamo ch iedere al Sacro Cuore volontà di vina. E questa volontà di Gesù che ci rigeneri col Suo Predeve trovare un 'eco ne l cuore ziosiss imo Sangue. che ci lavi e ci purifich i. Questo è il senso della dell ' uomo.

14 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011


magnifica preghiera dei primi venerdì. Insisto su questo punto fi nale. Tutti conosciamo l' episodio del centurione che trafisse con una lancia questo vero tabernacolo che è il Sacro Cuore di Gesù. Parte de ll 'acqua e del sangue usciti da l costato di Nostro Signore hanno bagnato i suoi occhi, e lui ha subito riacqu istato una vista perfetta. Per noi questo fatto è molto eloquente. Ciò significa che coloro che prestano devozione al Sacro Cuore di Gesù possono chiedere una simile grazia, non tanto per la

vista fisica quanto per quella spirituale. Chiediamo al Sacro Cuore il senso cattolico, chiediamo il senso del la Rivoluzione e della Contro-Rivoluzione, chiediamo di poter capire come agiscono la Rivo luzione e la Contro-Rivoluzione attorno a noi, e anche dentro di noi

eli minare la cecità dalle nostre anime. Chiediamo al Sacro Cuore di Gesù attraverso il Cuore Immacolato di Maria che ci guarisca da ogni cecità. • (Riunione per soci e cooperatori della TFP brasiliana, 4 marzo 1965)

Chiediamo la grazia di conoscere i nostri difetti, e di essere consapevoli di quelli altrui. Chiediamo la grazia di poter guarire noi stessi, salvo poi guarire la società. Ricorriamo al Sacro Cuore di Gesù, chiedendogli quell 'acqua che ha guarito il centurione per

Durante la guerra civile spagnola, fra le truppe cattoliche era comune l'uso del "Detente", un distintivo con la dicitura : "Fermati! Il Sacro Cuore di Gesù è con me. Venga a noi il Tuo regno "

Un ter~io di requetés si ritira dopo aver conquistato Teruel nel febbraio 1938. Sopra, i comunisti "fucilano" il Sacro Cuore sul Cerro de los Angeles, a Madrid, nel 1936 TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 20 '11 - 15


Il mese del Sacro Cuore

Il messaggio a Luigi XIV

Il piano del Sacro Cuore per arrestare la Rivoluzione ochi sanno che i messaggi del Sacro Cuore di Gesù a S. Margherita Maria avevano un destinatario preciso: il re Luigi XIV di Francia, detto il "Re Sole". Oltre agli aspetti prettamente re lig iosi, i messaggi contenevano infatti una richiesta sociale di portata epocale, una so1ta di strategia divina che mirava a realizzare la rinascita spirituale dell 'epoca, arrestando il processo rivoluzionario.

P

Sulla fine del secolo XVII, l'Europa era infestata da fermenti rivoluzionari. Il protestantesimo, anche se ostacolato dalla Contro-Riforma nelle manifestazioni più palesi, continuava a diffondere le sue tossine attraverso forme più subdole, come il giansenismo. L' illuminismo cominc iava a corrompere gli s piriti, s uscita ndo crescenti dubbi sulla Chi esa e sull a re lig io ne. Con l'affermarsi di un modo frivolo e fah10 di considerare le cose, iniziava una dissoluzione quasi generale dei costumi. Con la de ificazione della vita tetTena, si preparava il campo alla v ittoria graduale della irre ligione. Era una crisi profonda e totale, frutto d ' una decadenza spirituale, che a sua volta preparava la bu-

fera che si sarebbe scatenata un secolo dopo con la Rivoluzione francese.

È in queste circostanze che il Sacro Cuore apparve a S. Margherita Maria, per ammonire l' umanità della crisi ormai incombente e per offrire una soluzione, come nel 191 7 farà la Madonna di fronte alla rivoluzione comunista. Qua le era, in concreto, il "piano" de l Sacro Cuore per arrestare il processo rivoluzionario? Il Sacro Cuore voleva essere venerato da tutti, ma in modo speciale dalle élites, le quali, mediante il loro esempio, potevano faci litare la diffus ione della fede e delle virtù ne ll ' intera società. L'appello era ri volto personalmente al R e Luig i XIV, figura d i riferimento di tutte le classi nobil i ne l mondo. Con l' irraggiame nto del suo esempio s ulla Francia e s ug li a ltri regni eLU'Opei, Luig i XIV poteva diventare una g uida di questa apostolica impresa. Nel 1689, la santa ricevette da Gesù una rivelazione, con il compito di trasmetterla a l Re francese. Margherita Maria scrisse c he Gesù le aveva detto, rifere ndosi al Re: "Fà sap ere al figlio primo-

genito del mio Sacro Cuore che, come la sua nascita temporale fu ottenuta grazie alla devozione ai meriti della mia santa Infa nzia, così la sua nascita alla grazia e alla gloria eterna vel'l'à ottenuta mediante la consacrazione che egli farà di se stesso al mio adorabile Cuore, che vuole trio11fare sul suo e, mediante questo, sui cuori dei grandi de!!a terra". Continuava Nostro Signore: "// Sacro Cuore desidera entrare con pompa e magn[ficenza nei palazzi dei principi e dei Re, per esservi oggi onorato tanto quanto venne oltraggiato, umiliato e disprezzato durante la sua Passione. Egli desidera di vedere i grandi della terra tanto abbassati e umiliati ai suoi piedi, quanto allora venne annichilito". Va notato che la consacrazione non doveva restare confinata ne l suo aspetto privato, ma doveva ridondare ne lla vita pubblica de l regno. Aggiungeva infatti il messaggio a Luigi XIV: "// Sacro Cuore 16 - TRADIZIONE FAM IGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011


vuole regnare nella sua reggia, essere raffigurato sui suoi stendardi e inciso sulle sue armi, per renderle vittoriose su tutti i suoi nemici, abbattendo ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe, per Jàrlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa ". Marg herita Maria così descriveva gli o maggi religiosi che il R e doveva compiere: "Volendo ri-

parare le amarezze e le angosce sofferte, fra le umiliazioni e gli oltraggi della sua Passione, dal Cuore adorabile del suo Figlio nei palazzi dei potenti della terra, l'Eterno Padre vuole stabilire il suo impero nella Corte del nostro gran sovrano, servendosi di lui per eseguire un gran p rogetto, da realizzare in questo modo.far costruire un tempio nel quale venga esposto un quadro raffigurante il Cuore divino, affinché Esso possa ricevervi la consacrazione e gli omaggi del Re e di tutta la Corte. "Gesù ha scelto lui [il Re] come suo f edele amico, per ottenere dalla Santa Sede Apostolica l 'autorizzazione della Messa in suo onore, con tutti i privilegi che devono accompagnare Ia di:f fusione di questa devozione. In questo modo, Egli vuole disp ensare i tesori delle sue grazie di santificazione e di salvezza, cospa,g endo di benedizioni tutte le imprese del Re, rivolgendole a sua gloria e rendendone vittoriose le armi ". Non sappiamo se Luig i XIV ricevette effettivamente questa richiesta. Que llo che è ce1to, è che questa richiesta de l Sacro Cuore non venne esaudita. E le conseguenze d i questa inadempienza furono trag iche. Gli anni che seguirono la mancata corrispo ndenza di L uigi X IV alle richieste de l Sacro Cuore segnarono l' inizio de lla decade nza de l regno, con l' arri vo di umili azioni e sconfitte . Dopo la sua morte, que lla Franc ia che avrebbe dovuto d iventare promotrice de lla riscossa cristiana, cedette alla crescente influe nza del raziona lismo e del libertinismo, che la indebolirono sp iritualmente e moralmente. Ma anche l' intero continente entrò in un lungo periodo di crisi, indicato dagli storici come inizio de lla decadenza europea, e che sfoc iò nella traged ia della Ri voluzione francese.

"Fà sapere al figlio primogenito del mio Sacro Cuore che Gesù ha scelto lui come suo fedele amico. Il Sacro Cuore vuole regnare nella sua reggia, essere raffigurato sui suoi stendardi e illciso sulle sue armi, per renderlo vittorioso e farlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa"

(Cfr. Guido Vignelli, ((}/ Sacro Cuore salvezza delle f amiglie e della società>! Roma Luci sull ' Est, 2004. Foto, a sin., bandiera usata dai catt~lici neÌ Québec, Canada fra ncese, chiamata Carrillo11-Sacre-Coe11r. Sopra, il famoso quadro di Rigaud che ritrntta Luigi XIV nel suo massimo splendore.)

TRADIZIONE FAM IGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 201 1 . 17


Il mese del Sacro Cuore

N

el 1870 scoppia la g uerra franco-prussiana, da alcuni ritenuta la prima guerra mondiale p er le sue immani conseguenze. La Francia è letteralmente schiacc iata dagli eserciti coalizzati dal cancelliere prussiano Otto von Bismarck. Alla sconfitta militare segue poi l' onta de ll ' occupazione di parte de l territorio nazionale e l' orrore della rivoluz ione comunista a Parigi, nota come la Comune. Aggiungendo la beffa a l danno, i principi tedeschi proclamano il II Reich proprio nella Gallerie des Glaces a Versailles ... Molti all'epoca hanno visto in questa terribile sconfitta un meritato castigo per i peccati dei francesi e della Francia, commessi sulla scia de lla Ri voluzione de l 1789. E si sono ricordati delle promesse del Sacro Cuore. Raccogliendo questi sentimenti, A lexandre Legentil, deputato sotto Luigi Filippo, e suo fratello Hube rt Rohault de Fleury, fanno voto di erigere una chiesa dedicata a l C uore di Gesù, in espiazione e pentimento per i peccati commessi da i francesi: "Per fa re ammenda

per i nostri peccati, e ottenere dalla misericordia infinita del Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo il perdono delle nostre colpe, nonché le grazie straordinarie che possano liberare il Sommo Pontefice dalla sua prigionia e f ermare le disgrazie della Francia, promettiamo di contribuire alla costruzione di un

grande santuario dedicato al Sacro Cuore di Gesù a Parigi" ( l ). La menzione della prigionia del Sommo Pontefice è inte ressante. Si rife risce a ll 'occupaz ione di Roma da parte de lle truppe piemontesi, col conseguente confinamento del Papa nel Vaticano. Uno sviluppo percepito dai cattolici francesi come funesto. La costruz ione della basilica fu decretata da un voto dell ' Assemblea nazionale il 23 luglio 1873 (382 favorevo li su 734), per "espiare i crimini dei Comunardi", secondo quanto si legge nel preambolo, e anche per rendere omaggio a lla memoria dei numerosi cittadini francesi caduti nella gueITa. Perciò è conosciuta come Basilica del voto nazionale e dichiarata di utilità pubblica. La prima pietra fu posata il 16 giugno 1875. La navata principale è stata inaugurata nel 189 1, ma s i dovrà aspettare iI 19 19 per la sua consacrazione. La Basilica è, fino ad oggi, il fu lcro de lla v ita spiritua le ne lla capita le fra ncese, e ospita a nche l'adoraz ione perpetua notturna a l Santiss imo Sacrame nto. Proprio s ul colle di Montmartre, luogo di vita notturna non sempre raccomandabile. L a riparazione continua ... I. Jucques Benoist, «Le SacréCoeur de Mo111111artre de 1870 ò 11osjo11rs», Parigi. Les Editions ouvrières, 1992.


''Espoir et salut de la France''

D

urante la J Guerra mondiale oltre tredici milioni di bandiere e gagliardetti ornati con il Sacro Cuore di Gesù e con la dicitura "espoir et salut de la France" - speranza e salvezza di Francia - furono indossati dai soldati francesi. Il feno meno si estese in modo tale che, nel 1917, il Governo laicista dovette vietare la consacrazione dei singoli soldati al Sacro Cuore e l' ostentazione di simboli reiigiosi. Ma gli ufficiali, molti dei quali cattolici e monarchici, chiudevano un occhio sul campo di battaglia, lasciando ai soldati la libertà di indossarli . Molte memorie raccontano di veri e propri mi racoli ottenuti dal Sacro Cuore, e da S. Teres ina del Bambino Gesù. Si tratta di un tema tabu nella storiografi a uffic iale francese, sul quale gli archivi di Stato tacciono. L' unico documento è una "Nota" del Ministro della guerra, Paul Painlevé, con data 29 lugli o J 9 17, lamentandosi di questa_ "propaganda clericale" e annunziando severe misure. Il «Bu/letin de Montmartre» (maggio 19 17, p. 83) parla della "vocazione della Francia": "Ogni volta che fa Francia sale sul Calvario, essa sifa apostolo del Sacro Cuore. Lo abbiamo visto nel

J 793 e nel J870. E adesso lo vediamo in questa terribile g uerra. I tredici milioni di distintivi del Sacro Cuore.fanno miracoli. l e duecentomila bandiere di Nostro Sig nore sventolano in mezzo alle raffiche di mitraglia. L 'esemp io è contagioso! L 'Europ a ci g uarda meravigliata!".

È interessante notare che la diffusione delle apparizioni dell a Madonna a Fatima, Portogallo, Paese cattolico e alleato di Francia, nel 19 17, dà ancor più credibilità e forza a questa devozione al Sacro Cuore. Infischiandosene degli ordini del Governo, il 16 luglio 1918, il Comandante in capo, Maresciallo Ferdinand Foch, consacrava tutte le Forze Armate francesi al Sacro Cuore di Gesù. Quattro mesi dopo, esattamente I' 11 novembre, festa di S. Martino apostolo della Gallia, la Germania è stata costretta a firmare l'armistizio. L' onta del 1870 era vendicata! (Cfr. Alain Denizot, «Le Sacré-Coeur e/ la Gmnde Guerre)), Parigi, Nouvelles Editions Latines.1994. Nella foto. una Messa campale sul front della Marne, nonostante i divieti del ooverno. Nel tondo, il maresciallo Ferdinand Foch, Comandant;in capo degli eserciti francesi.)

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Tendenze della post-modernità

Dalla teologia della liberazione Si diffo nde sempre di più una "Teologia eco-femminista", che intende decostruire il Magistero della Chiesa, aprendo spazi a una nuova spiritualità che scopre Dio nel corpo della donna e nella natura eg li ann i 1960- 1970 sorgeva in Ameri ca Latina la cos iddetta Teologia della liberazione, una radica lizzazione di cerli postulati de lla Nouvelle Théologie condannata da Pio Xli . 1 teologi innovatori cercavano di situare la Rivelazione nella storia, negandole pertanto il suo carattere atemporale e immutabile, e finendo per cadere nell' immanentismo storicista.

N

Facendo un passo avan ti , i teologi della liberazione affermavano che Dio si rivela in un aspetto concreto del la storia, e cioè nei processi ri voluzionari. Per trovare Dio, dunq ue, non occorre cercarlo ne lle Sacre Scritture e, tanto meno, nella Tradizione

della Chiesa. Bisogna cercarlo nelle lotte popolari, nelle insorgenze guerrigliere, nei process i di " liberazione" dal capitalismo, insomma negli ingenti sforzi allora in atto per imporre il comunismo in America Latina. "Le lotte degli

corrente - è 1111 tentativo di interpretare la fede a partire da lla prassi storica concreta, sovversiva e liberatrice. dei poveri di questo 111011do, delle classi oppresse, dei gruppi etnici dispre::::ati, delle culture e/lla1ginate" (2).

oppressi per la loro lihera::ione sono il luogo privilegiato dove Dio si rivela a noi .., dichiarava il

ln questo modo, i " poveri" e gli "oppress i" coinvo lti in una "prassi storica sovversiva", cioè impegnati come agenti delle trasformazioni rivoluzionarie, diventavano il focus theo!ogicus della teo logia dell a li berazione. ··e/i

sacerdote cileno Sergio Torres in un convegno mondia le di teologi della liberazione nel 1980 ( I). HI ""privilegio ermeneutico

dei poveri in lotta" "La teologia della liherazione - spiega il peruviano Gu-

stavo Gutiérrez, caposcuo la della

20 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011

oppressi sono il vem focus theo/ogicus per la cn111prensio11e della verità e della prassi cristiana ..

sentenziava il teologo dell a li be~ 1:azione spagnolo Jon Sobrino (3 ). E ciò che l' uruguaiano Juan Luis


alla teologia ''eco-femminista'' Segundo chiamava pomposamente " il privil egio enneneuti co dei poveri in lotta" (4). Per studiare le situazioni di "oppressione" di questi "poveri" in America Latina, i teologi della liberazione facevano uso dell 'analisi marxista che, ovviamente, condizionava le loro conclusioni, determinando proposte invariabilmente orientate verso I' istaurazione del comunismo, anche ricorrendo ali ' insorgenza armata . Così il ni caraguense Ernesto Cardenal non aveva remore nel dichiarare: "Comunismo e Regno di Dio sulla terra sono la stessa cosa" (5).

Cogliendo appieno il potenziale ri voluzionario della Teologia della liberazione, l' Istituto del1' America Latina dell'Accademia di Sc ienze dell ' URSS le ded icò una speciale attenzione (6). Non a caso Fide! Castro esultava: "La Teologia della liberazione è più importante del marxismo per la rivoluzione in America latina" (7).

Teologia nera, chicana, omosessuale ... Questa teo logia supponeva, però, un processo ri voluzionari o di ti po socialista o comunista nel

"La Teologia della liberazione è più importante del marxismo p er la rivoluzione in America Latina " Fidel Castro

TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011 _ 21


Tendenze della post-modernità

"La Rivelazione divina arriva fino a noi attraverso la situazione culturale degli oppressi. Rivelazione è ciò che i neri stanno facendo per la loro liberazione" James Cone

qua le andava a inserirsi. "La teologia della liberazione è una riflessione critica sulla prassi spiega il cil eno Pablo Richard essa si de.fìnisce come parte integrante di una prassi, come una sua speci.fìca tappa. La teologia della liberazione so,ge e si sviluppa interamente a l 'interno di una prassi storica" (8). Con la caduta del soc ialismo real e e il conseguente venir meno di questa prassi rivoluzionaria, la Teologia della liberazione ha dovuto ri ciclarsi (9). I suoi mentori hanno qu indi cominciato a esplorare nuovi tipi di "oppressione", a cominciare da quella razziale. E così nasce neg li Stati Uniti la Teologia nera della lib erazione. Affermando che "la Rive-

/azione divina arriva.fìno a noi attraverso la situazione culturale degli oppressi", il teologo nero James Cone conclude che "Rivelazione è ciò che i neri stanno facendo per la loro liberazione " ( IO). Nasce anche la Teologia c/1icc111a della liberazione, destinata ai messi cano-americani, visti come una classe oppressa all ' interno deoli Stati Uniti in cerca o d' una liberazione (1 1).

dente Barack Obama si è convertito dall ' islam a quello che egli chiama "cristianes imo rivoluzionario", per influenza di Jeremy Wright, pastore della Trinity United Church of Christ, di Chicago, e seguace entusiasta della Black Theology of Liberation.

Teologia eco-femminista

Una teologia molto diffusa è quella femminista, sviluppata soprattutto negli Stati Uniti da persone come El izabeth Schiissler Fiorenza, Roserna1y Radford Ruether e Mary Daly. Inizialmente appiattita sui canoni della Teologia della liberazione, questa teologia ha cominciato a esplorare fattori di "oppressione" molto più sottili, come quelli psicologici e di genere, salvo poi trovare la sua "prassi rivoluzionaria" nel movimento femmin ista, col quale è entrata in simbiosi.

Mentre alcune di queste teologie hanno avuto una vita piuttosto effimera, altre invece godono di una discreta fo rtuna. Basti ricordare, per esempio, che il presi-

Più recentemente, questa teo logia si è aperta anche a riflessioni di tipo ecologista (la Terra non è, infatti, femmin il e?). Ne è nata la Teologia eco-femminista,

Allargando ancor di più il significato di "oppressione" per comprendere anche fattori morali e cultu rali , nasce addirittura una Teologia gay della liberazione,

secondo la quale gli omosessuali e le lesb iche costituirebbero una categoria oppressa bisognosa d'una liberazione ( 12).

God of the Oppressed

James H. Cone

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Inizialmente appiattita sui canoni della Teologia della liberazione, la teologia femminista si è avviccinata sempre di più a una spiritualità immanentista di tipo New Age, forse meno militante e aggressiva, ma in realtà molto più rivoluzionaria Sopra, una manifestazione femminista a New York negli anni 1970 Sotto, da sin.: Rosemary Radford Ruether, Mary Daly, Elizabeth Schussler Fiorenza

che ha fatto qualche incursione anche in Italia. "L 'eco-femminismo - spiega Rosemary Radford Ruether - mette insieme le due indag ini sul! 'ecolog ia e su/femminismo nelle loro .fòrme complete o profonde e indaga sul collegamento tra domin io maschile delle donne e domin io della natura sia nel! 'ideologia culturale che nelle strutture sociali" ( 13). Qua li sono i fondam enti di questa teo logia? Ne parla un libro recentemente pubblica to in Cile da Accion Fami/ia, consorella dell e TFP(l4 ). La società "patriarcale".

Un primo punto consiste nell'a ffermare che la società nella quale è sorta e si è sviluppata la Chiesa - gi udai ca nell 'A ntico Testa-

mento, cristiana nel Nuovo - è "patriarca le", cioè costruita sulla dominazione dei maschi e I' oppressione delle donne. Magistero "macho". Tu tto

il Magistero della Chiesa, e la teologia che lo sustenta, è stato fo rgiato da uomi ni e riflette qu indi posizioni da "macho". La Chiesa catto lica avrebbe tout court dimenticato la donna in questi venti secoli. Decostruzione. Di conseguenz~, il primo passo di questa teologia eco-femm in ista è di "decostruire" il Magistero, cioè cancellare tutte le verità di fede che la Chiesa ci ha finora insegnato, distruggendo anche tutti i miti della società patriarcale.

Ecologia. Pari passu con

l' oppressione della donna, il maschi o avrebbe anche sottomesso Madre Natura, senza accorgersi che essa è fonte di vita e di energia. Spetterebbe alle donne, che possiedono nel proprio corpo i segreti dell a fecondità della Terra e possono dunque entrare in si ntonia con essa, il compito di liberarla da ll'oppressione maschil e, li berando anche loro stesse. Liberazione.

Sessualità e "genitalità" Un punto centra le della Teolooia eco-femm in ista è proprio ò l'enfas i sul corpo dell a donna come luogo nel quale Dio si rive-

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Tendenze della post-modernistà Abbiamo parlato di Dio e della genitalità.fe111mi11ile, oppure della genitalitcì .femminile e Dio. lo Spirito Santo, entrando nella carne dei genitali.femminili, si impone come tema di r(flessione. Noi ci scopriamo come soggetti genitali. Scopriamo la realtà del1'oppressione di genere anche come ge11italitcì oppressa. Escopriamo la connessione .fra questa .forma di oppressione e tutte le altre" (16).

lerebbe, non certo come comunicaz ione di verità trascendentali , ma come sensazione d'una Sua immanenza. "Dobbiamo .fare teologia a partire dal nostro co1po - spiega Suor Judith Ress, dell ' Ordine Marykno ll - Dobbiamo connettere con il nostro essere ecologico, dove i co11/ìni del mio essere si dissolvono e si amalgamano col mare, col bosco, con le stelle del cielo" ( 15). Questa "connessione con l'essere eco logico" avverrebbe attraverso tecniche di med itazione di stampo orienta le, oggi molto diffuse nei conventi di suore, accopp iate a tecniche di massaggio e di stimolazione fisica che permettano di esplorare il proprio corpo e quel lo altrui , anche nella sua "genitalità", per scoprirvi Dio.

Leggiamo nelle conclusioni del Convegno latino-americano su eco-femmini smo tenutosi in Santiago del Cil e nel 2002: "Ancora una volta. il corpo femminile è emerso come luogo di riflessione.

Questa scoperta delle donne come "soggetto gen itale", e la conseguente li berazione della "genitalità oppressa" avverrebbe tramite certi rituali, proposti dalle eco-femministe come una nuova spiritualità. Ecco come Suor Doris Munoz descrive uno di questi rituali, praticato in ambienti cattolici eco-femministi degli USA e di America Latina nel corso dei cosiddetti " Incontri di spiritualità femm inile": "Ci siamo messe in cerchio, cercando un luogo adatto per connettere con la Terra. Con nwsica di sotto.fondo, abbiamo cominciato a spogliarci. lentamente, in silenzio, ci siamo spogliate di tutti gli stracci che avevamo addosso, g irando le nostre pelvi al ritmo della 111usica e connettendo con le ene,gie che salivano daa/i abissi. A questo punto o abbiamo passato di mano in mano un piccolo.flacone con olio pro.fi1mato, che abbiamo spalmato sulle nostre [parti intime}. Ognuna di noi era libera di sentire questo atto come una benedizione oppure una guarigione... " ( I 7).

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La "decostruzwne della devozione mariana Secondo la Teolog ia ecofemminista la devozione mariana come noi ,; intendiamo non è che un "mito imposto dalla Chiesa pa-

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triarcale". Bisogna, invece, tornare a una concezione del femminile di tipo µre-cristiano. Le eco-femministe americane ed europee ripropongono il mito greco di Gaia come una "femminilizzazione della tetTa e della forza vitale che la anima". Da parte loro, le latino-americane intendono rivivere vecchi rituali pagani, come il culto alle pachamama delle culture preispaniche. ln questo senso la recente opera di Acci6n Familia dedica un intero capitolo all 'analisi del libro « Ve,g ini e dee in America latina. Ridefinendo il sacro», frutto d'una ricerca condotta in diversi Paesi latino-american i ( 18). Questo lavoro si prefiggeva "scoprire le dee o personaggi mitologici .femminili che si nascondono dietro le Madonne nei Paesi latino-americani". Un approccio che potrebbe essere applicato a tutte le Madonne venerate nel mondo. È sintomatico che questa ricerca sia stata finanziata in parte dalla Rete latino-americana di cattolici per il diritto a scegliere, un eufemismo che significa proaborto.

Una parola-chiave della Teologia eco-femm in ista è "e111po1verment ", che potremmo tradurre per "appropriarsi". Le donne dovrebbero appropriarsi di tutto ciò che ri guarda loro - finora illegittimamente usurpato dai maschi a cominc iare dal loro stesso corpo. Questo comprenderebbe anche il diritto a decidere se terminare o meno una gravidanza. Nella devozione mariana tradizionale, invece, viene presentata una figura di Madre modesta e per di più, vergine. E questo noi~ va giù alle eco-femmini ste, che vorrebbero ·'demolire il concetto di madre vergine".


"Dobbiamo fare teologia a partire dal nostro corpo. Lo Spirito Santo entrando nella carne delle [parti intime] femminili, si impone come tema di riflessione teologica"

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Scene dell'Incontro latino-americano su ecofemminismo, tenutosi a Santiago del Cile Foto centrale: il "cerchio del fuoco della vita" Sotto, da sin.: Neli Maske, Natalia Salas, Maria Palma, Doris Munoz, Loreto Fernandez.

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Tendenze della

E adesso? Q uesta Teologia ecofemminista fa poco rumore. Ma non perciò è meno diffusa, soprattutto negli ordin i re ligiosi femminili . "Contrariamente a ciò che si potrebbe inizialmente pensare - scrive la teologa belga A lice Dermience la teologia femminista ha avuto un impatto positivo nella riflessione teologica contemporanea". E cita lo studioso David Tracy che afferma: "Il pensiero teologico femminista è stato uno dei maggiorifattori di progresso, sia in teologia che in filosofia. Oggi non è più possibile fare un lavoro serio ignorando i problemi del genere" ( 19). Originaii amente confinata a l mondo anglosassone, la Teologia eco-femminista sta facendo strada in America Latina, dove è stata adottata da diverse Conferenze religiose, come denunc ia, documenti alla mano, il libro di Acci6n Familia. La Confederazione di re ligiosi e religiose del Cile (Conferre), per esempio, propone nientemeno che "ripensare tutta la teologia e la vita religiosa a pa1tire da questa teologia de l genere". Il fu turo è preoccupante. Mentre la Teologia della liberazione dipendeva vitalmente da una stagione 1ivoluzionaria della quale, comunque, era possibile prevedere il tramonto, la Teologia eco-femminista cavalca una rivoluzione culturale che non fa a ltro che accentuars i anno dopo anno, senza che, da pa1te cattolica, si a lzino barriere signi ficative. Ma siamo certi che la potente intercessione de lla Madonna cunctas haereses sola interemisti in universo munda - porrà rimedio anche a questa minaccia. •

La Teologia eco-femminista vorrebbe distruggere tutte le devozioni mariane tradizionali in America Latina, vedendone raffigurazioni di dee pagane Sopra, la Virgen de las Lajas, lpiales, Colombia

Note

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1. Sergio Torres. Discorso inaugurale del Theology in the Americas Conf'ere11ce. 1980. In Cornei West, Caridad Guidote & Margaret Coakley (a cura di), «Theo/og), in the Americas. Detroit Il Co11/erence Papers», Probe/Orbis Books, New York, 1982, p. 5. 2. Gustavo Gutiérrez, «The Power of the Poor in Histo1y», Orbis Books, New York, 1983, p. 37. I teologi della liberazione utilizzano il tennini "prassi" nel senso marxista. Cfr. Pedrag Vranicki, «Geschichte de.1· Marxis11111s», Suhrkamp Verlag, Francoforte, 1972, pp. 123- 124. 3. Jon Sobrino, «Ressurreiçcìo da verdadeira !greja. Os pobres. fugar teologico da eclesiologia», Ediçòes Loyola, Sào Paulo, 1982, p. 102. 4. Juan Luis Segundo. «The liberation of' Theology». Orbis Books, New York. 1976, p. 51. 5. Dichiarazioni a O E.l·tado de S. Pwi!o (Brasile), 17 gennaio 1979. 6. Cfr.. per esemp io. Vlacl imir M. Pacika. "Dialectic.1· of' 1he socia/ deve/op111e111 cmd ideologica/ strnggle. 'Theologr o/ liheration '. The radical Lenin A111erica,1 .1·trai11 ".

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In «Problems of Philosoph_v», Mosca, 1985, No. I. pp. 92- 100. 7. Citato in Leonardo Boff, O.F.M., "A Originalidadeda Teologia da libertaçào em G11s1C1vo G11tiérrez ··, Revista Eclesiastica Brasileira, Fase. 19 1, settembre 1988, p. 550. 8. Pablo Richard, «La !glesia la1i11om11erica11a e11tre e/ temor J' /a espera11za», DEI, San José, 1987. pp. 24-25. . 9. In Ital ia, in assenza di una "prassi" sovversiva di un qualche spessore, i tentati vi di creare una "Teologia europea della liberazione" furono volti al fallimen to. Cfr. Giulio Girardi, " Possibi lita di una teologia europea della liberazione", IDOC !11tema::io11a/e Roma, 1-1983. Per un interessant~ documento sul riciclaggio della Teologia della liberazione, cfr. Mare H. Ellis & Otto Maduro (a cura di), «T/1ejìlf11re of Libera1io11 rheology. Essays in ho11or of Gustavo G111iérre::», Orbis Books New York, 198 1. ' IO. James Cone, « 8/ack Theology ofliberation», Orbis Books, New York, seconda edizione, 1987, pp. 28, 30. 11. Cfr. Mario Garcia, «Chicano Liberatio11 Theo!ogy: The Writings and Doc11111e11ts of Ric/1ard Crn:: a11d Catolicos por la Ra::a». Kendall Hunt Publishing, 2009; Andrés Guerrero, «A Chica110 Theology», Orbis Books, New York, 1987; nonché i vari scritti di Virgil io El izondo, del Mexican A111erica11 C11/t11ral Ce11ter di San Antonio, Texas. 12. Cfr. J. Michael Clark, «A Piace To Start : Toll'ard A11 U,iapologetic Gay liberarion Theologv», Monument Press, Dallas, 1989; Richard Cleaver, «Knoll' M_v Name: A Gav Liber{//ion Theology», Westminster Joh·n Knox. Louisville, 1995 . 13. Doranna Lupi. Presentazione di «Gaia e Dio. Una teologia ecofè111111inis1a per /a guarigione della terra». cli Rosemary Radforcl Ruether. in www.v1ottol1.1t. Lupi elenca una breve biografia in italiano sull'argomento. Cfr. anche " In sintonia con la Te1Ta - La Creazione nella ritlessione femm inista" una conversazione con Elizabeth Gre~n presso la Fondazione Serughetti La Porta, in www. laportabergamo.il 14. Juan Antonio Montes Varas, «De la teologia de la /iberacion a la teologia eco~/è111i11ista», Acciòn Familia, Santiago. 201 1. 15. «L/11via para jlorecen>. Interviste sull'ecofcmmi nismo in America Lati na, Colectivo Conspirando. Ci le, 2002. In ibid .. p. Il. 16. Id. p. 36. In ibid .. p. 17. 17. lbid., p. 2 1. 18. Gladys Parente lli . « Virge11e.1·r diosas e,, A111érica Latina». Caracas. 2006. 19. Alice Dermience. "Théo!ogie de la fe111111e e1 théologie fe111i11is1e ". !11 Révue ll1éologique de Lo11vai11. 31. 2000.



Il mondo delle TFP con il socialismo e con le tante «rivoluzioni culturali» successive, fino al 1968 e ai giorni nostri. La Rivoluzione, però, per essere combattuta non deve essere considerata solo nella sua dimensione storica e politica. Prima dei fatti vengono le idee, e dunque la battaglia è culturale e dottrinale prima di essere politica. E prima delle idee vengono le tendenze: quell'insieme di atteggiamenti, comportamenti, abitudini e vizi - alimentati anche dall ' ambiente e dall'arte - che costituisce il terreno dove le idee lentamente fioriscono. Uno dei più importanti contributi di Correa de Oliveira riguarda appunto lo studio delle tendenze. La sua opera principale ono sempre più numerosi i lettori italiani che conoscono e apprezzano il pensatore cattoli co brasiliano Plinio Corrèa de Oliveira ( I 908- I 995), il maggiore esponente nel secolo XX della scuola detta contro-rivoluzionaria.

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Il nome di questa scuola, che - certo accanto ad altre - ha esercitato un ' importante influenza sulla visione della storia trasmessa dal Magistero sociale della Chiesa si riferisce alle sue origini nel la ~ri tica rigorosa dell a Ri voluzione francese. Ma questa critica non è una mera nostalgia del mondo che esisteva prima del 1789. Al contrario, la Rivoluzione francese è vista come esito di un processo di scristianizzazione - che questa scuola chiama Rivoluzione, con la R mai usco la -, il quale inizia almeno dal Rinascimento e dalla Riforma, quando si rompe 1·equil ibrio fra fede e ragione che la Cristianità aveva fat icosamente costruito, prosegue con l' Illuminismo e dopo il 1789 conti continua

è «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione», la cui prima edizione è del 1959 e di cui nel 2009 Sugarco

(Milano) ha pubblicato in italiano una «ed izione de l cinquantenario», curata da Giovann i Cantoni e arricchita tra l' altro da tutte le introduzioni, integrazioni e commenti success1v1 predisposti dall'autore. Da questo ricco materiale emerge come il motore ultimo della Ri voluzione - cioè del processo di scristiani zzazione - non è costituito da ll ' ideologia ma dai peccati che, fattisi abi tudini e di venuti quindi vizi, generano le ideologie: l' orgoglio e la sensualità. Ma Corrèa de Oliveira, oltre alle opere pubblicate, ha lasciato una grande mole di articoli di giornali e riviste - talora oscuri e di difficile reperi mento-, appunti inediti e testi di conferenze che sono stati trascritti o reaistrati da i suoi dio scepol i. Negli ultimi anni diversi di questi ul tim i si sono cimentati nel diffi cile compito di raccogliere e trascrivere porzion i, diversamente ordinate, d i questa ricca eredità inedita. Da l punto di vista

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strettamente fi lologico, l' operazione è delicata. Altra infatti è l'opera pubblicata, rivista dall' autore, altro è l' inedito, tanto più quando si tratta di trascrizione di una riunione o conversazione. Le due fonti non stanno sullo stesso piano ed è evidente che, quando si tratta di ricostruire il pensiero di Corrèa de Oliveira, i testi pubblicati durante la sua vita non possono che prevalere. Con queste cautele, l'opera di chi oggi trascrive e ordina parti poco conosciute del suo insegnamento scritto e orale rimane preziosa. È il caso dei lavori dell' Instituto Plinio Corrèa de Oliveira di San Paolo, in Brasile, e in pa1t icolare di Leo Daniele, che ci propone ora una raccolta intitolata «O Idealismo, nobreza de alma que a todos convé111» (Brasi! de Amanhà, San Paolo 20 I O). Si

tratta di brani che - a di fferenza di altri di Correa de Oliveira - solo occasionalmente ritornano sul suo grande affresco storico della Rivoluzione e della Contro-Rivoluzione, ma si situano invece appunto al livello delle tendenze, contrapponendo l' idealismo, frutto della vera nobiltà de ll'anima, al1'egoismo, frutto del'orgoglio e della sensualità. Si può dire che l'egoismo è la radice della Rivoluzione e l' idealismo è il cuore della Contro-Rivoluzione. Naturalmente, l' idealismo di cui parla il pensatore brasiliano non ha nulla a che fare con l' omonima corrente fi losofica. L'idealismo di Con-èa de Oliveira è una disposizione cieli'an ima, che porta a compiere un 'azione perché è conforme alla verità e alla gi ustizia, a presc indere dalle conseguenze. L'autore porta l' esempio di due ciechi venezian i, che ri cordano con nostalgia lo splendore della città e sono raggiunti dalla notizia che un maremoto sta per distruggerla. Uno


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dei due afferma che la distruz ione per lui è irrilevante, purché non lo colpisca direttamente: spariscano pure i pa lazzi e le chiese, lui comunque non può più vederli. Ma il secondo cieco lo rimprovera: "Amo Venezia - dice - non perché la posso vedere ma perché è quella che è. Lascia che pianga questa be/lezzo che il mondo sta per perdere". Il primo c ieco è un egoista, il secondo è un idealista ed è quindi un uomo nobile, aprescindere dal suo casato.

sentire la sua stessa voce. Questa seconda parabola offre al pensatore bras iliano l'occas ione per profonde considerazion i sulla vita spirituale. Il ca ntante sordo vive que llo che i direttori spirituali chiamano un periodo di aridità, in cui mancano le consolazioni sens ibili che accompagnano la preg hiera e la meditazione, e reagisce secondo i migliori consigli di quei direttori: persevera e non attenua il suo impegno, anche se non «sente» più nulla.

Un esempio simile, ricorda Correa de Oliveira, è offerto da sa n Francesco di Sa les ( 15671622) il quale narra di un cantante che de liz iava il re con la sua musica. Di venta sordo e continua a farlo con lo stesso impegno, anche se ha perso il g rande piacere di

Non «da esegeta, ma da uomo di buon senso» Correa de O li veira analizza così anche l 'esempio più sublime di idealismo, il Signore Gesù, meditando in particolare sulle tre cadute ne lla Via Crucis verso il Golgota. A imitazione del mode llo, certo ini-

mitabile, de l Si- .i gnore anche noi cadiamo spesso tre volte. La prima volta per rialzarci facc iamo appe llo alle nostre forze consuete. La seconda a forze c he vagamente sapevamo di avere. La terza a un' energia che pensavamo di non avere, ma che nella cris i suprema sorprendentemente c i si offre come disponibile. Oggi, in un 'epoca di cris i, «non basta l'idealismo dei tempi norma li». C i vuole qualcosa di più, l' idealismo straordi nario che emerge dopo la terza caduta, quando rialzarsi sembra impossibile. Un atteggiamento che si contrap pone al calcolo meschino di Sancho Panza, che è un falso buon senso, m a no n è neppure il ro-

Oggi, in un'epoca di crisi , non basta l'idealismo dei tempi normali. Ci vuole qualcosa di più : l'idealismo straordinario. Sotto, giovani della TFP brasiliana davanti alla sede centrale a San Paolo, prima di partire in campagna contro la riforma agraria socialista e confiscatoria

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Il mondo delle TFP manticismo e l' inseguimento dei mulini a vento di Don Chisciotte, che è un falso idealismo. Contrariamente -a quanto molti pensano, l'idealismo non è il contrario del realismo, ma il suo corollario. Non disprezza il denaro e gli altri elementi materiali, ma se ne serve come semplici strumenti, senza idolatrarli . Non sogna un mondo utopistico senza disuguaglianze, ma - se combatte le disuguaglianze eccessive e ingiuste - apprezza quelle naturali, come costitutive della condizione umana e riflesso dell ' infinita diversità che Dio ha posto nella creazione. E il curatore dell 'opera ricorda come Giovanni Cantoni abbia chiamato Correa de Oliveira «il teologo de lle di suguaglianze sociali». li realismo dell ' idealista, che gli dà in ogni età quella capacità di stupirsi di fronte alle meravigli e del creato che è tipica dell ' innocenza dei bambini e fo nda il senso della bellezza, lo porta a vedere la crisi dell 'epoca moderna per quella che è. Considerato spesso un pessi mista, Co rrea de Ol iveira si dichiara qu i, non senza spirito, piuttosto un «pess imologo», uno studioso dell e cose pessime che purtroppo ci circondano. A differenza del pessimista, il pensatore brasiliano confida nel Signore, che in ogni crisi concede le grazie necessarie per farv i fronte. Ma non è pessimista anche perché afferma di avere incontrato nella sua vita un numero sorprendentemente alto di idea listi , giovani e meno giovani , disposti a battersi per ca use da cui non ricaveranno alcun tornaconto personale. Se è degno di rispetto, conclude, chi co mbatte per i propri d iri tti, suscita ammirazione chi si batte per i di ritti degli altri , e chiama all'en tusiasmo l' ideali sta che consacra la propria vita a difendere i diritti di Dio. •

Polonia, in seicentomila contro l'aborto Varsavia. Servono centom ila firme per presentare in Parlamento un disegno di legge popolare. La Fondazione Piotr Skarga, consorella delle TFP, in coalizione con altre realtà pro-Ife di Polonia, ne ha ottenute ben seicentomila. E questo in poco meno di un mese.

La proposta è molto semplice: aborto no, in nessuna circostanza. La motivazione? Anch'essa semplice: la vita umana inizia al momento del concepimento, e qualsiasi tentati vo di sopprimerla è un crimine abominevole. E punto. Nessun cav illo politico. Nessun possibi lismo. Nessun compromesso. E i polacchi hanno appoggiato in massa. Il disegno popolare si chiama l egge per la prote:::io11e della vita umana sin dal concep imento, e propone la rimozione di alcuni articoli dal disegno attualmente in di scussione nel Parlamento, proprio quelli che permettono l'aborto in alcuni casi, come ad esempio quando la salute della donna è in pericolo, quando la gravidanza è frutto di una violenza, oppure quando esiste la possibilità di malformazione del feto. L' iniziativa chi ede anche ai candidati nelle pross ime elezioni poli tiche, che si terranno in autunno, di dichiarare apertamente la loro posizione in merito, affinché gli elettori possa no votare informati. "Questo è solo l 'inizio del coinvolgimento della gente nella ricostruzione del tessuto morale del Paese ", ha dichiarato Mariusz Dzierzawski, portavoce della coa lizione pro-li/è .

E in Italia? '"Qui la situazione è particolare", ci dicono. Già, partico lare .. . C'è da chi edersi quanto questo eufemismo nasconda invece la sce lta d i non alterare certi equil ibri politici. Come se il sangue dei cinque mi lioni di bambini italiani ucc isi sotto la leooe 194 potesse entrare nel la 00 bilancia dei ca lcol i elettorali.

Che l'esempi o della Po lon ia, Paese ca ttolico come il nostro, ci serva da monito. • (Foto sopra . la TF P partecipa alla Marcia per la vita e per la fam iglia a Varsa,·ia)

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Belgio: una serata sulla Civiltà cristiana Bruxelles. Per iniziativa della Fédération pro Europa Christiana , della quale partecipa la TFP ita1iana, si è realizzata una "Serata sulla civiltà cri-

stiana", condotta dal duca Paul von Oldenburg. Introducendo il tema, il moderatore ha proposto una definizione di Cristianità come una fratellanza di persone che condividono la stessa Fede all ' interno di uno Stato di diritto, dove ogni persona è rispettata per la sua dignità intrinseca. [n particolare, sono rispettati i più deboli, cioè i bambini e gl i anziani. Questa società trae il suo dinam ismo dalla cellula base, che è la fa miglia. Spinta da lla fede cattolica, si apre ai grandi orizzonti spirituali e cultural i. Da questo deriva una consonanza tra le classi sociali e una cortesia piena di rispetto. Si tratta d'una comunità di uomini e don ne che vivono secondo la Legge di Dio e rendono al loro Creatore l'omaggio che gl i è dovuto, sia in privato che pubbl icamente. Questa civi ltà non è una chimera. Citando S. Pio X, il duca ha mostrato come si tratti della civiltà cri stiana, storicamente es istita, e che andrebbe restaurata. Questa società non è una sorta di versione cattolica del regime talebano né, tanto meno, la casa

vuota e aperta ai venti della quale parlava Jacques Maritain. Per restaurare questa civiltà, concludeva il duca von Oldenburg, bisogna tornare ai valori fondamentali della civil tà , ossia la tradizione , la famiglia e la proprietà. A questo punto si è aperto un vivace colloquio che, con l' intervento dei presenti, tra cui molti membri della nobiltà belga, si è protratto fino a quasi mezzanotte. •

Peru: votare contro il marxismo, un dovere morale Li ma. Gli occhi degli analisti erano puntati sulle elezioni politiche in Peru (primo turno ad aprile, ~all ~ttaggio a giugno). Elezion i altamente significati ve 111 quanto potevano confermare oppure infi rmare la tendenza conservatrice che si fa sentire nella regione. Dal primo turn o è usc ito un Pa rl amento a maggioranza moderata e di centro-destra, seppur framm entata fra vari partiti che dovranno trovare un' intesa per poter governare di fronte a una sinistra Invece concentrata nel pa1iito Gana Pen,. Per la presidenza, sono andati al ballottaggio Ollanta Humala, colonnello dell 'esercito in pensione e leader della sinistra marxista e nazionali sta , e ~ eiko Fujimori, fi glia dell 'ex-presidente Alberto FuJimori, di tendenza conservatri ce e populista . Un intreccio di ci rcostanze che giungono all'incredibile, avevano fatto converoere sul candidato mar. o xista parte del voto cattolico. Di fronte alla reale possibilità che il Paese potesse ripiombare nel comu-

nismo, l'associazione TI-adici6n y Acci6n por un Pen, Mavor, consorella della TFP, ha lanciato il manifesto "V~tare contro il marxismo è un dovere di coscenza". Pubblicato sui maggiori giornali del Paese. nonché oggetto d'una fi tta campagna sulla rete. il manifesto dimostra l' incompatibil ità del marxismo con la dottrina della Ch iesa. e il risultante obbl igo morale di non appoggiarlo. • TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2011 • 31


La vera santità è forza d'anima e non mollezza sentimentale di Plinio Correa de Oliveira

L

a Chiesa ci insegna che la vera e piena santità consiste n e ll 'e roi s m o de lla virtù. L'onore degli altari non è concesso alle anime ipersensibili, deboli, che fuggono dai pensieri profondi, da lla sofferenza pungente, dalla lotta, da lla croce di Nostro Signore Gesù Cristo insomma. Memore de lla parola de l suo Divino Fondato re, " il Regno dei c ieli è dei violenti", la Chiesa canonizza solo quelli che ne lla loro vita combattono autenticamente la buona battaglia, strnppandosi gli occhi o tagliandosi i piedi quando essi siano causa di scanda lo, e sacrificando tutto per seguire solamente Nostro Signore Gesù Cristo. Nella realtà, la santificazione sottintende il più grande eroismo poiché presuppone non solo la ferma e seria ri soluzione di sacrificare la v ita se fosse necessario per conservare la fedeltà a Gesù Cristo, ma a ltresì di vivere sulla terra una esistenza prolungata se c iò piace a D io, rinunc iando in ogni mome nto a que llo c he abbiamo di più caro, per rimetterci soltanto alla divina volontà. Purtroppo, una certa iconografia molto us uale presenta i Santi sotto un aspetto ben d iverso: creature debo li , senti menta li, sprovviste di personalità e d i forza di carattere, incapaci di idee serie, so lide e coeren ti, a nime che si lasciano condurre soltanto dalle emozion i, e quindi tota lmente inadeguate a lle grandi lotte che la vita terrena sempre porta con sé. La fig ura di Santa Teresina de l Bambin Gesù è stata in maniera specia le deformata dalla cattiva iconografia. Rose, sorrisi, vacuo sentimenta lismo, vita beata senza preoccupazioni, ossa di zucchero candito e sangue di mie le: ecco l' idea che spesso c i datmo della grande, incomparab ile Santa. Come tu tto questo è di verso da llo spirito vasto e profondo come il finnarnento, rutilante e ardente crnne il sole, ma allo stesso tempo così umile e fi liale con il quale si viene a contatto quando di legge «Storia di un 'anima»! Qu i ri produciamo una fotografi a scattata il 7 giugno 1897, poco prima della sua motte, accad uta il

30 settembre de llo stesso anno. La fisionomia è segnata dalla profonda pace delle grandi ed irrevocabili rinunce. I tratti hanno una nitidezza, una forza, un 'armonia che soltanto le anime con una logica di fetTo possiedono. Lo sguardo parla di dolori tremendi, sofferti ne lle più recondite profondità d e ll 'anima, ma a llo stesso tempo lascia intravedere il fuoco, l'ardo re di un coraggio eroico, deciso ad andare avanti costi quello che costi. Contemplando questo volto forte e profo ndo, come solo la grazia di Dio può concedere all 'anima umana, ci viene in mente un a ltro volto: que llo de lla Sacra Sindone di Torino, che nessun uomo avrebbe potuto immagina re e fo rse nessuno oserà descrivere. Fra il volto del Signore morto, segnato da una pace, da una forza, da una profondità e un dolore che le parole umane non riescono ad esprimere, ed il volto di Santa Teresina del Bam bin Gesù, c' è una somiglianza imponderabile ma immensamente reale. E può destare meravig li a che il Santo Volto abbia stampato qualcosa d i Sé nel v iso e ne ll 'anima di colei che in religione si chia mò precisamente Teresa del Bambino Gesù e del Sacro Volto?


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