Rivista "Tradizione Famiglia Proprietà", Marzo 2006

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Anno 12, n. 1 - marzo 2006 Sped. in Abb. Post. Art. 2, Comma 20/C, Legge 662/96 Filiale di Padova

Plinio CorrĂŞa de Oliveira celebrato a Roma

Meditazioni sulla Passione pag. 5

Nostalgia della tradizione pag. 20

Il crollo dell’URSS pag. 25


Editoriale Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (dell’Albero, 1964) alla diffusione di Nobiltà ed élites tradizionali analoghe (Marzorati, 1993), la sua opera è stata un constante punto di riferimento d’una parte consistente del pensiero cattolico italiano. È perciò con pertinenza che, in altra sede, lo scrittore Rino Cammilleri lo ha salutato come “capo della crociata del secolo XX”.

ono tutto cattolico, apostolico, pienamente romano, questa è la mia definizione”, soleva dire il prof. Plinio Corrêa de Oliveira. Tra le molte commemorazioni nel mondo intero per il 10° anniversario della sua scomparsa, forse nessuna ha assunto maggior significato della solenne Messa celebrata da S.E. Mons. Juan Rodolfo Laise nella storica chiesa di Santo Spirito in Sassia, proprio all’ombra dell’imponente cupola di San Pietro, simbolo di quella Chiesa alla quale aveva dedicato tutta la sua vita.

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La grande affluenza di pubblico alla celebrazione liturgica, nonché al successivo convegno, stanno a testimoniare la profonda influenza del dottor Plinio in Italia. Dai servizi su L’Alfiere (Napoli, 1962) alla pubblicazione de La libertà della Chiesa nello Stato comunista (Roma, 1963), dall’edizione di 2 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2006

Nel ricordare con affetto il compianto maestro, l’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, ispirata dal dott. Plinio e da lui sostenuta per lunghi anni, è lieta di offrire ai lettori due sue meditazioni sulla Passione, scritte nel 1952 a corredo di una Via Crucis. Da questi scritti possiamo cogliere il profondo, sostanziale amore che lo legava alla persona di Nostro Signore Gesù Cristo, e dal quale, mediante la devozione a Maria Santissima, traeva l’ispirazione e la forza per portare avanti la sua “crociata”. Definendosi “membro della Chiesa militante”, egli era infatti molto attento alla lotta fra Bene e Male, come essa concretamente si manifestava. Così penetrante nel denunciare i sintomi di quella crisi che purtroppo era tesa a minare anche i semplici resti della Civiltà cristiana, egli era altrettanto solerte nel cogliere i segni di reazione, sicuro che, con l’aiuto della grazia divina, potevano costituire le prime avvisaglie d’una “Covadonga” che sfociasse nella restaurazione di questa Civiltà. “Bisogna pregare, affidarsi alla Provvidenza ed agire”. Ecco il suo programma di vita. Ecco l’insegnamento che egli ci ha lasciato e che ci proponiamo di fare nostro e seguire fino in fondo. (In alto e sulla copertina, Messa commemorativa del prof. Plinio Corrêa de Oliveira nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, a Roma.)


Sommario Anno 12, n. 1 - marzo 2006

Editoriale Bibliografia pliniana Meditazioni sulla Passione Celebrando il Fondatore Celebrazioni a Roma Verso il Regno di Maria Grande devoto della Madonna Apostolo della Civiltà cristiana Dieci anni dopo Pro Lituania cattolica e libera Qui non ci sono compagni, solo signori! Al grido del dott. Plinio i tiranni di Mosca tremarono La Germania ha nostalgia della sua tradizione La “Dote della Madonna” Inghilterra sulla via di Roma? Carovana in Scozia Il mondo delle TFP San Giuseppe, martire della grandezza

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Tradizione Famiglia Proprietà Anno 12, n. 1 marzo 2006 Dir. Resp. Alberto Carosa. Abbonamento annuo Euro 15,00 Direzione, redazione e amministrazione: Tradizione Famiglia Proprietà, Viale Liegi, 44 — 00198 ROMA Tel. 06/8417603 Aut. Trib. Roma n. 90 del 22-02-95 Sped. in abb. post. art. 2, Comma 20/C, Legge 662/96 — Padova Stampa LA Bottega Creativa, via Montecassino, 8 — 20050 Monza

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Bibliografia pliniana n occasione della pubblicazione del numero speciale di Tradizione Famiglia Proprietà sul prof. Plinio Corrêa de Oliveira, molte persone ci hanno interpellato circa la disponibilità delle sue opere in lingua italiana. Autore prolifico, egli ha pubblicato 20 libri e più di 2.500 tra saggi ed articoli. Inoltre, la trascrizione delle sue conferenze pubbliche occuperebbe quasi un milione di pagine.

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Purtroppo, di questa ingente opera solo una minima parte è stata tradotta al italiano. Per una bibliografia assai completa, vedere l’appendice a cura di Giovanni Cantoni in: Plinio Corrêa de Oliveira, Note sul concetto di Cristianità, Thule, Palermo, 1998, pp. 49ss. Di seguito offriamo ai nostri lettori un elenco indicativo delle pubblicazioni disponibili. Per qualsiasi informazione, vi preghiamo di contattare la TFP all’indirizzo indicato nella pagina precedente.

Libri:

* Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 1998; * Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII, 1993;

* Note sul concetto di Cristianità,1996; * Via Crucis, 1996; * La libertà della Chiesa nello Stato comunista, 1978; * Trasbordo ideologico inavvertito e dialogo, 1970; * Il crepuscolo artificiale del Cile cattolico, 1973; * Fatima in una visione d’insieme, 1977. Articoli e manifesti: Molti suoi articoli e manifesti sono stati pubblicati dalla rivista Cristianità, Piacenza, organo di Alleanza Cattolica.

Siti internet: È possibile trovare online saggi, articoli e anche alcuni libri del prof. Plinio Corrêa de Oliveira nei seguenti siti italiani: www.alleanzacattolica.org www.atfp.it www.intratext.com utenti.lycos.it/armeria/ Per gli originali in portoghese potete invece consultare: www.pliniocorreadeoliveira.info

Rivista Tradizione Famiglia Proprietà Sono inoltre ancora disponibili numeri arretrati della rivista Tradizione Famiglia Proprietà, compreso l’inserto Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira. 4 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2006


Quaresima 2006

Meditazioni sulla Passione

di Plinio Corrêa de Oliveira

Il passaggio della vita di Nostro Signore Gesù Cristo che più commuoveva il prof. Plinio Corrêa de Oliveira era senz’altro la Passione, quel momento in cui al Figlio di Dio è stato chiesto il sacrificio supremo per la nostra salvezza: “Dio ha amato tanto il mondo che ha sacrificato il Suo Figlio Unigenito affinché ognuno che crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna” (Gv. 3, 16). In occasione della Quaresima 2006, con i nostri migliori auguri d’una Santa Pasqua, offriamo ai nostri gentili lettori due brevi meditazioni del dott. Plinio sulla Passione, tratte dalla sua Via Crucis pubblicata originariamente nel 1951 sulla rivista Catolicismo, organo della TFP brasiliana.

Gesù è condannato a morte l giudice che ha commesso il crimine professionale più mostruoso di tutta la storia non vi fu spinto dal tumultuare di nessuna passione ardente. Non lo accecò l’odio ideologico, né l’ambizione di nuove ricchezze, né il desiderio di compiacere qualche Salomé. A condannare il Giusto lo mosse il timore di perdere la carica sembrando poco zelante per le prerogative di Cesare; la paura di crearsi complicazioni politiche, dispiacendo alla plebaglia ebraica; la paura istintiva di dire “no”, di fare il contrario di quanto si chiede, di affrontare l’ambiente con atteggiamenti e con opinioni diverse da quelle in esso dominanti.

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Quaresima 2006 Tu, Signore, lo guardasti per lungo tempo con quello sguardo che in un attimo operò la salvezza di Pietro. Era uno sguardo in cui traspariva la tua somma perfezione morale, la tua infinita innocenza e, ciononostante, egli ti condannò. Signore, quante volte ho imitato Pilato! Quante volte, per amore della mia carriera, ho lasciato che in mia presenza l’ortodossia fosse perseguitata, e ho taciuto. Quante volte ho assistito a braccia incrociate alla lotta e al martirio di quanti difendono la tua Chiesa! E non ho avuto il coraggio di dire loro neppure una parola di sostegno, per la detestabile pigrizia di affrontare quanti mi circondano, di dire “no” a quelli che costituiscono il mio ambiente, per la paura di essere “diverso dagli altri”. Come se fossi stato creato, Signore, non per imitarti, ma per imitare servilmente i miei compagni. Nel momento doloroso della condanna, hai sofferto per tutti i codardi, per tutti i deboli, per tutti i tiepidi... per me, Signore. Gesù mio, perdono e misericordia. Per la fortezza di cui mi hai dato esempio sopportando l’impopolarità e affrontando la sentenza del magistrato romano, cura nella mia anima la piaga della debolezza!

Gesù cade per la terza volta io Signore, sei più stanco, più privo di forze, più piagato, più esangue che mai. Che cosa ti aspetta? Sei giunto alla fine? No. Sta per accadere proprio il peggio. Deve ancora essere commesso il crimine più atroce. Devono ancora essere sofferti i dolori più grandi. Sei a terra per la terza volta e, però, tutto quanto precede è solo una premessa. Ed ecco che ti vedo muovere di nuovo questo corpo che è tutto una piaga. Si produce quanto pareva impossibile, e ancora una volta ti metti in piedi lentamente, anche se ogni movimento è per te un nuovo dolore. Eccoti, Signore, eretto ancora una volta... con la tua croce. Hai saputo trovare nuove forze, nuove energie, e continui. Tre cadute, tre

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identiche lezioni di perseveranza, ciascuna più penetrante e più significativa dell’altra. Perché tanta insistenza? Perché la nostra vigliaccheria è insistente. Decidiamo di prendere la nostra croce, ma la vigliaccheria torna sempre alla carica. E perché essa restasse senza pretesti nella nostra debolezza, hai voluto ripetere tu stesso tre volte questa lezione. Sì, la nostra debolezza non ci può servire di pretesto. La grazia, che Dio non rifiuta mai, può quanto le forze semplicemente naturali non potrebbero. Dio vuole essere servito fino all’ultimo respiro, fino al venir meno dell’ultima energia, e moltiplica le nostre capacità di soffrire e di agire, perché la nostra dedizione giunga ai limiti dell’imprevedibile, dell’inverosimile, del miracoloso. La misura di amare Dio consiste nell’amarlo senza misure, ha detto san Francesco di Sales. Noi diremmo che la misura di lottare per Dio consiste nel lottare senza misure. Ma io, come mi stanco presto! Nelle mie opere di apostolato il più piccolo sacrificio mi ferma, il più piccolo sforzo mi fa paura, la più piccola lotta mi mette in fuga. Sì, l’apostolato mi piace. Un apostolato completamente conforme alle mie preferenze e alle mie fantasie, al quale mi dedico quando voglio, come voglio, perché voglio. E poi credo di aver fatto un’enorme elemosina a Dio. Ma Dio non si accontenta di questo. Per la Chiesa vuole tutta la mia vita, vuole organizzazione, vuole sagacia, vuole intrepidezza, vuole l’innocenza della colomba ma anche l’astuzia del serpente, la mitezza dell’agnello ma anche l’impeto irresistibile e terribile del leone. Nel caso sia necessario sacrificare carriera, amicizie, legami di parentela, vanità meschine, abitudine inveterate, per servire il nostro Signore, devo farlo. Infatti, questo momento della Passione mi insegna che a Dio dobbiamo dare tutto, assolutamente tutto, e dopo aver dato tutto dobbiamo ancora dare la nostra stessa vita.

(Plinio Corrêa de Oliveira, Via Crucis, Roma, Associazione Luci sull’Est, 1998. Traduzione di Giovanni Cantoni.)


Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira

Celebrando il Fondatore

Messa solenne Fra gli atti di omaggio al prof. Plinio Corrêa de Oliveira, in occasione del 10° anniversario della sua morte, è naturale porre in evidenza anzitutto quelli organizzati a San Paolo del Brasile dall’Associazione dei Fondatori della TFP, che ha coinvolto partecipanti provenienti da quasi venti paesi, compresa l’Italia. Sopra, il convegno al São Paulo Clube. Al microfono, il dott. Luiz Nazareno de Assumpção, presidente dell’Associazione dei Fondatori della TFP — Tradizione Famiglia Proprietà.

ue giorni di celebrazioni commemorative hanno segnato a San Paolo del Brasile il 10° anniversario della scomparsa del prof. Plinio Corrêa de Oliveira. Promosse dall’Associazione dei Fondatori della TFP — Tradizione Famiglia Proprietà, le cerimonie hanno coinvolto anche delegazioni provenienti da quasi venti paesi, compresa l’Italia.

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Le festività sono cominciate la mattina del 3 ottobre con la recita del Santo Rosario davanti al sepolcro del dott. Plinio nel cimitero della Consolazione, dove al suo fianco riposa la madre, Donna Lucilia. I partecipanti si sono poi diretti al Monumento do Ipiranga, luogo di nascita del Brasile come nazione, dove hanno rivolto una fervente supplica alla Madonna Aparecida, Regina e Patrona del Brasile.

L’atto principale ha avuto luogo nel pomeriggio: una solenne Messa celebrata da S.E. Mons. Juan Rodolfo Laise nella chiesa Nostra Signora del Paradiso, di fronte a una folla strabocchevole di fedeli. “Nel corso del XX secolo il dottor Plinio ha difeso la Chiesa contro i totalitarismi comunista e nazista — ha detto nell’omelia mons. Laise — in particolare, egli l’ha difesa contro il processo di ‘autodemolizione’, sia durante il Concilio che dopo. Celebriamo oggi la memoria di un figlio fedele di Dio, militante della Chiesa, coerente nella sua Fede, coraggioso crociato di Cristo, testimone luminoso della Verità, che ha scelto eroicamente il martirio dell’incomprensione e dell’ingiusta persecuzione anziché scendere a patti con la sua coscienza”.

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Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira

“Dieci anni dopo” La sera, nel corso di un convegno al São Paulo Clube presieduto dalla statua pellegrina internazionale della Madonna di Fatima, è stato presentato il volume Plinio Corrêa de Oliveira: Dieci anni dopo, con diciannove saggi in onore del leader cattolico.

Rosario davanti al sepolcro del dott. Plinio. Arrivo della Madonna di Fatima al São Paulo Clube.

S.A.I.R. il Principe Dom Luiz d’Orleans e Bragança, Capo della Casa Imperiale del Brasile.

In apertura dei lavori, il dott. Luiz Nazareno de Assumpção, presidente dell’Associazione dei Fondatori della TFP brasiliana, ha ribadito la continuità dell’opera del dottor. Plinio: “In una conversazione privata egli una volta ebbe a dirmi: ‘Quando io morirò, spero che la Madonna abbia misericordia di me e mi accolga in Cielo. Però, abbiate fiducia, dal Cielo io continuerò ad essere patrono di questa famiglia spirituale, che sarà come una continuazione della mia storia’”. “Sono sicuro — ha continuato il dirigente della TFP — che in questi dieci anni la sua presenza è stata veramente tangibile. Sì, tangibile. Per le preghiere che tante e tante persone gli hanno rivolto; per la grande diffusione delle sue opere e dei suoi scritti, che hanno ispirato migliaia di cattolici in tutto il mondo; per le attività delle associazioni da lui fondate”. In seguito è intervenuto il presidente della TFP francese, Benoît Belmemans, che ha sottolineato la militanza cattolica del prof. Plinio Corrêa de Oliveira: “Non posso dimenticare una frase del dott. Plinio: ‘Per la Chiesa Dio vuole tutta la mia vita, vuole organizzazione, vuole sagacia, vuole intrepidezza, vuole l’innocenza della colomba ma anche l’astuzia del serpente, la mitezza dell’agnello ma anche l’impeto irresistibile e terribile del leone’. Il dott. Plinio è stato

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Dio ha creato l’universo perfettamente ordinato. La Civiltà cristiana è la realizzazione dell’Ordine divino nella società temporale, riflesso sociale delle Sue infinite perfezioni.

un grande cattolico perché egli ha saputo lottare per la Chiesa tutta la vita. (...) E adesso compete a noi avanzare uniti, sotto la direzione e lo sguardo materno di Maria Santissima. È la lotta del dott. Plinio che continua”.

La restaurazione dell’Ordine L’intervento principale è stato a cura di S.A.I.R. il Principe Dom Luiz d’Orleans e Bragança, Capo della Casa Imperiale del Brasile e socio della TFP. Dopo aver ricordato l’intima amicizia che univa il prof. Plinio Corrêa de Oliveira alla Famiglia Imperiale, Dom Luiz ha voluto approfondire un aspetto fondamentale della sua opera. Egli la definiva una ControRivoluzione, vale a dire una reazione diretta contro il processo di decadenza che, dalla fine del Medioevo, viene distruggendo la

Civiltà cristiana e che egli denominava, appunto, la Rivoluzione. Come possiamo meglio definire la Rivoluzione se non con la parola “disordine”? Appoggiandosi a S. Tommaso, il dott. Plinio dimostrava come Dio avesse creato l’universo perfettamente ordinato. Quest’ordine è il riflesso nella creazione delle Sue infinite perfezioni, molteplici nelle loro manifestazioni, ma essenzialmente unitarie nella natura divina. La Civiltà cristiana è la realizzazione di quest’ordine nella società temporale. L’odio della Rivoluzione contro la Civiltà cristiana è il risultato di un odio più profondo contro l’ordine dell’universo e, quindi, in ultima analisi contro Dio. La ControRivoluzione è un movimento per restaurare nel mondo l’ordine, riflesso del piano divino nella creazione.

Ed ecco che, definendo la Contro-Rivoluzione, il dott. Plinio scrive: “Se la Rivoluzione è il disordine, la ControRivoluzione è la restaurazione dell’Ordine. E per Ordine intendiamo la pace di Cristo nel regno di Cristo, ossia la Civiltà cristiana austera, gerarchica, sacrale nei suoi fondamenti”. “Da questa lotta — ha concluso Dom Luiz — è sorta un’opera gigantesca che continua nonostante le persecuzioni, sempre fedele alle linee tracciate dal dott. Plinio e fiduciosa nella promessa della Madonna di Fatima, cui egli era oltremodo devoto”. “Seguendo le tracce di questo figlio devotissimo, consacrato alla Madonna come schiavo d’amore secondo il metodo di S. Luigi Maria Grignon da Montfort, questa lotta finirà con la sconfitta finale della Rivoluzione e il trionfo del Cuore Immacolato di Maria”.

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Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira

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Celebrazioni a Roma 1. Il pubblico al convegno nel Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia; 2. Pranzo conviviale;

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3. Il solenne momento della consacrazione durante la Messa nella chiesa di Santo Spirito in Sassia; 4. Il prof. Massimo de Leonardis, e il sig Giovanni Cantoni; 5. Il prof. Roberto de Mattei, e il sig. Julio Loredo; A fianco: il tavolo dei relatori con (al centro) S.E. Mons. Juan Rodolfo Laise e l’avv. Caio Xavier da Silveira, dirigente delle TFP.

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Verso il Regno di Maria

iù di 300 persone hanno affollato la chiesa di Santo Spirito in Sassia per la solenne Messa commemorativa dei dieci anni del prof. Plinio Corrêa de Oliveria. Celebrato in rito romano antico da S.E. Mons. Juan Rodolfo Laise, O.F.M.Capp, la funzione religiosa ha visto la partecipazione di diverse personalità del mondo laico ed ecclesiastico, tra cui Mons. Camille Perl, della Pontificia Commissione Ecclesia Dei; Mons. Gilles Wach, superiore dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote; il Duca Paul von Oldenburg; il Marchese Luigi Coda Nunziante; membri e collaboratori dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, di Alleanza Cattolica nonché del Centro Culturale Lepanto.

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La parte musicale è stata curata dal Coro della chiesa di Santa Susanna, diretto dal Maestro Aurelio Porfiri, organi-

sta della Basilica di S. Pietro. Tra i coristi figuravano anche voci maschili appartenenti alla Cappella Sistina del Vaticano. “Il migliore omaggio che possiamo offrire a Plinio Corrêa de Oliveira è rinnovare la nostra consacrazione alla Madonna”, ha detto mons. Laise nella sua omelia, che riportiamo di seguito.

Convegno

Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, a due passi dal Vaticano (sotto). Moderata dal sig. Julio Loredo, presidente della TFP italiana, l’assise ha visto le relazioni del sig. Giovanni Cantoni, reggente nazionale di Alleanza Cattolica, del prof. Massimo de Leonardis, docente presso l’Università Cattolica di Milano e del prof. Roberto de Mattei,

Dopo un pranzo conviviale, si è tenuto un convegno organizzato dall’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà di Roma, al quale hanno partecipato centinaia di invitati e molte personalità sia civili che religiose. L’evento si è svolto nei magnifici saloni medievali del TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2006 - 11


Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira presidente del Centro Culturale Lepanto e biografo del prof. Plinio Corrêa de Oliveira. “Nei confronti del prof. Plinio Corrêa de Oliveira — ha affermato Giovanni Cantoni — ho sempre nutrito un’enorme gratitudine, specialmente per il suo saggio Rivoluzione e ControRivoluzione”. Dopo aver ricordato l’importanza fondamentale della responsabilità individuale nella lotta contro la Rivoluzione, il noto intellettuale piacentino ha concluso: “È grazie al dott. Plinio, che ha

“È questa la nostra finalità, il nostro grande ideale. Avanziamo verso la Civiltà cattolica che potrà nascere dalle rovine del mondo moderno, come dalle rovine del mondo romano è nata la civiltà medievale.”

saputo dire NO alla Rivoluzione che, dietro di lui, si è potuta formare una folta schiera di seguaci ed ammiratori che oggi portano avanti la sua battaglia”. (Cfr. Cristianità, n. 330-331, luglioottobre 2005, pp. 33ss.)

Rievocando la figura dell’illustre personaggio, il prof. de Mattei ha detto:

“Plinio affida il suo cuore alle rovine della Cristianità, rovine maestose che evocano un glorioso passato, un passato che però — egli ne è convinto — può tornare, perché la storia non ha un corso inarrestabile, perché Dio esiste, perché l’uomo ha un’anima, quest’anima può porsi grandi mete, e con l’aiuto di Dio può raggiungerle; di questo passato, carico di gloria e di benedizioni, Plinio fa il suo avvenire e in esso, egli vede l’avvenire del secolo che si apre. “‘È questa la nostra finalità, il nostro grande ideale — scriverà un giorno — Avanziamo verso la Civiltà cattolica che potrà nascere dalle rovine del mondo moderno, come dalle rovine del mondo romano è nata la civiltà medievale’”. Alla fine, Julio Loredo ha letto il testamento spirituale del prof. Plinio Corrêa de Oliveira, accolto dai partecipanti con un lungo e caloroso applauso che, riecheggiando tra le enormi volte del salone, ha segnato la degna conclusione di un avvenimento così carico di significato non solo per le sue passate premesse, quanto soprattutto per le sue implicazioni future.

Nel corso del convegno è stato presentato il numero speciale della rivista Tradizione Famiglia Proprietà, con una biografia illustrata del prof. Plinio Corrêa de Oliveira. 12 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2006


Grande devoto della Madonna Omelia di S.E. Mons. Juan Rodolfo Laise, O.F.M.Capp.

el compimento dei dieci anni dalla morte di Plinio Corrêa de Oliveira, quasi all’età di 87 anni, il 3 ottobre 1995, intrisi solidamente del suo ideale di vita consacrato alla difesa ed alla promozione dei principii e valori del Vangelo, della Chiesa e della Civiltà cristiana, celebriamo oggi la Santa Messa. Quella Messa che fu per lui la forza invitta che ogni giorno lo sostenne nella sua ardua battaglia senza tregua, per perseverare fino alla morte e consegnare santamente la sua anima al Signore.

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Celebriamo la Messa con paramenti bianchi, con cui onoriamo i figli fedeli della Chiesa che, come le vergini prudenti del Vangelo, vigilanti aspettavano la venuta dello Sposo, per entrare nel banchetto del Regno del Padre che invita al godimento di un incontro felice e per sempre con Lui. Il 3 ottobre commemoriamo Santa Teresina del Bambino Gesù, santa particolarmente amata dal Dott. Plinio, alla quale egli si riferiva così, scrivendo per la rivista Catolicismo nel giugno del 1957:

anime momenti di una consolazione interiore ed esteriore ammirabile. Ma la vera vita della Chiesa e del fedele risultano dalla sofferenza e dalla lotta. Lotta arida, senza bellezza sensibile né poesia definibile. Lotta in cui a volte si va avanti nella notte dell’anonimato, nella fanghiglia dell’indifferenza e dell’incomprensione, sotto le tempeste e i bombardamenti scatenati dalle forze congiunte del demonio, del mondo e della carne. Lotta che riempie di ammirazione gli angeli del Cielo e attira le benedizioni di Dio”.

ad Ella consacrato in qualità di schiavo perpetuo. Ringraziamento alla Madonna che costituiva la luce della sua vita e dalla quale sperava che, nella sua clemenza, fosse il suo ausilio fino all’ultimo istante della sua esistenza, chie-

Ci uniamo sentitamente in questa Messa al ringraziamento rivolto dal Dott. Plinio alla Madonna nel suo testamento spirituale, quando – dicendo di non trovare parole sufficienti per farlo – dimostrava la sua riconoscenza per aver potuto leggere e diffondere il Trattato della Vera Devozione alla Santissima Vergine di San Luigi Grignion di Montfort e di essersi

“La vita della Chiesa e la vita di ogni fedele sono una lotta incessante. Dio concede a volte alla sua Sposa giorni di una grandezza splendida, visibile, palpabile. Egli concede alle TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2006 - 13


Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira

“Il migliore omaggio che possiamo offrire a Plinio Corrêa de Oliveira, in questo sentito ricordo dei suoi figli e dei suoi ammiratori, è quello di rinnovare oggi e sempre, ogni giorno di più, la consacrazione a Maria che ha come frutto la Civiltà cristiana, ideale che è stato l’oggetto di tutta la sua vita”.

dendo ai soci e cooperatori della TFP che fossero in sommo grado ad Ella devoti tutta la vita. Supplichiamo in questa Messa di avere – come egli augurava a tutti – la fiducia nella vittoria finale della ControRivoluzione e nell’avvento del regno del Cuore Immacolato di Maria, una speranza che egli infondeva nei suoi numerosi discepoli sparsi nel mondo, anche fuori dalle fila delle TFP. Il prof. Plinio era convinto che la devozione alla Vergine Maria è conditio sine qua non affinché la Rivoluzione sia schiacciata, affinché vinca la Contro-Rivoluzione. Si tratta di una lotta essenzialmente religiosa, che per il suo buon esito richiede la grazia divina, di cui Maria è mediatrice universale, canale cioè per cui passano tutte le grazie. Perciò il suo ausilio è indispensabile perché non ci sia più Rivoluzione, perché questa sia vinta dalla ControRivoluzione. Egli nutrì questa fiducia anche nella sorgente di Fatima, una devozione mariana partico-

larmente intensa in lui; nella devozione alla Madonna del Buon Consiglio di Genazzano che, nel 1967, in occasione di una grave malattia e di una afflittiva prova spirituale, gli diede una grande grazia interiore: la certezza soprannaturale che egli non sarebbe morto senza aver adempiuto alla missione affidatagli dalla Divina Provvidenza, come egli stesso lo dichiarò alla rivista Madre del Buon Consiglio del luglio-agosto 1985. Con amore e confidenza nella Santissima Vergine, in conformità al suo desiderio manifestato nel citato testamento spirituale, ringraziamo oggi dell’amore che egli ha avuto per la Chiesa, alla quale aveva dedicato e sperava di dedicare fino all’ultimo respiro, assolutamente tutta la sua devozione. Amore alla Chiesa che è colei che dà vita alla ControRivoluzione: senza di lei essa non sarebbe né fattibile né concepibile. Amore alla Chiesa, che è l’anima della ControRivoluzione, di cui Maria è patrona. Patrona di tutti coloro che lottano contro la

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Rivoluzione, amando la Civiltà cristiana, prodotta dalla cultura cristiana che a sua volta è figlia della Chiesa Cattolica. Il migliore omaggio che possiamo offrire a Plinio Corrêa de Oliveira, in questo sentito ricordo dei suoi figli e dei suoi ammiratori, nella celebrazione dei dieci anni della sua morte, è quello di rinnovare oggi e sempre, ogni giorno di più, la consacrazione a Maria che ha come frutto la Civiltà cristiana, ideale che è stato l’oggetto di tutta la sua vita. Consacrazione che ha come scopo subordinare l’uomo e la società a Dio, così come Sant’Agostino insegna nel libro De Civitate Dei e che è anche il programma del ministero del Santo Padre Benedetto XVI, come lo ha proclamato ai giovani a Colonia, nel mese di agosto di quest’anno: dare a Dio il luogo che gli corrisponde nella vita privata, familiare e sociale. Ut adveniat Regnum tuum, Adveniat Regnum Mariae!


Apostolo della Civiltà cristiana Relazione del prof. Massimo de Leonardis *

“Il Dr. Plinio è stato un cattolico di profonda spiritualità e di vita esemplare, un pensatore di grande cultura teologica, filosofica e storica, un professore universitario ed un pubblicista autore di numerosi volumi, di migliaia d’articoli e conferenze, un leader politico. Difficile trovare riunite in una stessa persona doti eminenti di santità personale e di pensiero, carisma di fondatore e guida di movimenti civici”.

on ho avuto il privilegio di conoscere personalmente il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira, ma da più di trent’anni ho familiarità con gli scritti suoi o da lui ispirati e dalla stessa epoca ho avuto il piacere di incontrare i membri delle associazioni Tradizione Famiglia Proprietà in Italia e vari altri paesi europei, traendone ulteriori importanti ragioni per apprezzare l’opera del Dr. Plinio.

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Come illustrare un’opera ed una testimonianza di vita ecce-

zionali, multiformi nelle loro espressioni, tutte legate però da stretta coerenza? Il Dr. Plinio è stato un cattolico di profonda spiritualità e di vita esemplare, un pensatore di grande cultura teologica, filosofica e storica, un professore universitario ed un pubblicista autore di numerosi volumi, senza contare quelli da lui direttamente ispirati, di migliaia d’articoli e conferenze, un leader politico. Difficile, non solo nel secolo in cui visse, trovare riunite in una stessa persona doti eminenti di santità personale e di pensiero, carisma di fondatore e guida di movimenti civici. Tenterò di indicare brevemente le ragioni che per un cattolico di questi tempi oscuri rendono fondamentale l’opera del Dr.

Plinio e soprattutto di indicare alcune caratteristiche che la rendono unica. La sintesi di tali ragioni sta nel fatto che in un’epoca in cui è spesso sembrato che ai cattolici impegnati nella polis restasse solo l’alternativa tra la fedeltà a prezzo dell’impotenza o la partecipazione al potere basata sul tradimento, il Dr. Plinio e le associazioni da lui create hanno dimostrato che la dottrina controrivoluzionaria oggi più che mai può orientare l’azione dei cattolici e renderla efficace. Si può avere uno stile di vita assolutamente conforme al Vangelo, ai comandamenti ed ai precetti della Chiesa, da veri cavalieri nel senso nobile del termine, anche in questa società contemporanea in preda alla dissoluzione, ci si può servire dei moderni strumenti di comunicazione per diffondere inalterati i valori del Cattolicesimo, soprat-

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Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira

“La Cristianità è il territorio dell’ordine cristiano, è il cristianesimo che plasma la società e lo Stato. Il Dr. Plinio ha studiato a fondo il carattere spirituale e sacrale della società temporale cristiana. Egli ama la Civiltà cristiana e non se ne vergogna, come molti cattolici che passano il tempo a pentirsi di questo passato”. Sopra, l’Alcazar di Segovia, Spagna.

tutto si possono comprendere gli avvenimenti tumultuosi di un mondo in disordine solo alla luce delle categorie del pensiero contro-rivoluzionario. “Sono sicuro — scrive il Dr. Plinio nel suo Autoritratto filosofico — che i princìpi ai quali ho consacrato la mia vita sono oggi più attuali che mai e indicano il cammino che il mondo seguirà nei prossimi secoli. Gli scettici potranno sorridere, ma il sorriso degli scettici non è mai riuscito a fermare la marcia vittoriosa di coloro che hanno Fede”. La dottrina contro-rivoluzionaria non è altro che la dottrina cattolica tradizionale. Nel capitolo XII del capolavoro del Dr. Plinio Rivoluzione e ControRivoluzione, è ben spiegato che se è assurdo affermare che “la

Chiesa sia soltanto la ControRivoluzione”, è altrettanto vero che “la Chiesa è la più grande delle forze contro-rivoluzionarie”, che “l’esaltazione della Chiesa è l’ideale della Controrivoluzione” e che “nella misura in cui è un apostolo il cattolico è contro-rivoluzionario”.

rovine della Cristianità. Ad esse affidai il mio cuore; voltai le spalle a mio futuro e, di quel passato carico di benedizioni, feci il mio avvenire”. A buon diritto possono essere considerate il suo programma di vita e meritano dunque qualche riflessione.

La scelta di essere un cattolico apostolo fu compiuta dal Dr. Plinio molto presto. Nelle edizioni portoghese ed inglese del volume Tradizione Famiglia Proprietà. Mezzo secolo di epopea anticomunista, con la data “Festa del Cuore Immacolato 1980”, sono riprodotte queste parole manoscritte del Dr. Plinio, che cito nella bella traduzione di Roberto de Mattei nella sua biografia: “Quand’ero ancora molto giovane, contemplai rapito le

La Cristianità

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La Cristianità è il territorio dell’ordine cristiano, è il Cristianesimo che plasma la società e lo Stato. La Civiltà cristiana è l’Ordine, con la O maiuscola, è “la pace di Cristo nel Regno di Cristo”. Nell’enciclica Immortale Dei Papa Leone XIII scrive un brano che il Dr. Plinio cita: “Vi fu un tempo in cui la filosofia del Vangelo governava la società: allora la forza della


“In un’epoca in cui è spesso sembrato che ai cattolici impegnati nella polis restasse solo l’alternativa tra la fedeltà a prezzo dell’impotenza o la partecipazione al potere basata sul tradimento, il Dr. Plinio e le associazioni da lui create hanno dimostrato che la dottrina contro-rivoluzionaria oggi più che mai può orientare l’azione dei cattolici e renderla efficace”. A d., volontario della TFP brasiliana regge il caratteristico stendardo rosso col leone rampante: uno stile di azione pubblica che ha un profondo impatto sulla pubblica opinione.

sapienza cristiana e lo spirito divino erano penetrati nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi dei popoli, in ogni ordine e settore dello Stato, quando la religione fondata da Gesù Cristo, collocata stabilmente a livello di dignità che le competeva, ovunque prosperava, col favore dei Principi e sotto la legittima tutela dei magistrati; quando sacerdozio e impero procedevano concordi e li univa un fausto vincolo di amichevoli e scambievoli servigi. La società trasse da tale ordinamento frutti inimmaginabili, la memoria dei quali dura e durerà, consegnata ad innumerevoli monumenti storici, che nessuna mala arte di nemici può contraffare od oscurare”. Nelle Note sul concetto di Cristianità, pubblicate in italiano nel 1998, il Dr. Plinio si sofferma sul “carattere spirituale e sacrale

della società temporale” e sulla sua “ministerialità”: “La società temporale deve esercitare, come la famiglia, una funzione di apostolato nella propria sfera temporale, sotto l’ispirazione e il magistero della Chiesa”. Il Dr. Plinio ama la Civiltà cristiana, non se ne vergogna, come molti cattolici che passano il tempo a pentirsi delle Crociate e di Lepanto. Il suo atteggiamento è all’opposto di quello che l’allora cardinale Ratzinger biasimava un anno fa come “un odio di sé dell’Occidente che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico [che] non ama più se stesso; della sua storia vede solo ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro”. Il Dr. Plinio è grato alla Provvidenza perché l’Europa ha TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2006 - 17


Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira portato di là dell’Atlantico la Civiltà cristiana. Sono certamente un segno provvidenziale ed una circostanza storicamente eccezionale che un tale alfiere della Cristianità sia sorto fuori dell’Europa, ed in particolare in America Latina, il continente che si apriva all’evangelizzazione proprio nel momento in cui la Cristianità europea stava per subire l’attacco del Protestantesimo. Mi è capitato, da studioso della materia, di constatare come il ruolo dell’America Latina sia largamente trascurato nella storia delle relazioni internazionali. In realtà, for-

minaccia che ad un certo momento sembrò perdere la sua monoliticità. Ma opportunamente, in un articolo del 1969, il Dr. Plinio ammoní che i “comunismi assortiti” portavano alla “smobilitazione della diffidenza universale” ed alla “apertura di incontestabili zone di simpatia in tutta l’opinione pubblica mondiale”. A ciò corrispondeva la denuncia, apparsa in Italia quasi contemporaneamente, del passaggio dall’anticomunismo sostanziale a quello “democratico”. Il primo dà preminenza alla “difesa delle tradizioni cristiane,

Tra la fine degli anni ‘60 e gli anni ‘80 del secolo scorso il comunismo internazionale, approfittando anche del clima di distensione tra le due superpotenze, vide nell’America Latina un teatro geopolitico nel quale effettuare una manovra diversiva, aprire un nuovo fronte e riportare una vittoria strategica nella lotta contro l’Occidente. Nello stesso periodo si manifestava apertamente la deriva progressista della Chiesa, le cui lontane origini il Dr. Plinio aveva denunciato fin dal 1943 nel suo primo volume In difesa dell’Azione Cattolica.

“In un continente quasi integralmente cattolico, l’esito della partita contro il comunismo dipendeva largamente dall’atteggiamento della gerarchia ecclesiastica”, purtroppo molto infettata dalla ‘teologia della liberazione’. Sopra, frati francescani partecipano in Brasile ad una marcia del Movimento dei Senza Terra, di matrice marxista eversiva.

mato da popolazioni quasi integralmente cattoliche, con lingua e cultura quasi comuni, ricchezze naturali ingenti ed ancora largamente da sfruttare, tale semi-continente offre alla Provvidenza mirabili opportunità per costruire una nuova Cristianità.

La minaccia comunista Il comunismo è stato la grande minaccia globale all’Occidente cristiano nel XX secolo. Una

della famiglia e della proprietà schiacciate dal comunismo”, mentre per il secondo la ragione pressoché unica di opporsi al comunismo consiste nel fatto che i regimi da esso fondati sono antidemocratici.

Il ruolo del progressismo L’atteggiamento della Chiesa era fondamentale per l’esito della lotta tra comunismo ed anticomunismo.

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In un semi-continente quasi integralmente cattolico, l’esito della partita contro il comunismo dipendeva largamente dall’atteggiamento della gerarchia ecclesiastica, che in America Latina, scriveva il Dr. Plinio nel 1985, costituisce un vero e proprio “V Potere”, oltre a quelli esecutivo, legislativo e giudiziario ed al potere economico del grande capitalismo mediatico. “Il futuro dell’America Meridionale — egli affermava — si sta dunque deci-


“Un altro elemento del tutto originale nell’opera del Dr. Plinio è la diffusione internazionale nei cinque continenti delle sue idee e delle associazioni che a lui si ispirano, le TFP”. In alto e a d., gli stendardi delle TFP sventolano a Parigi, in India e a Washington D.C.

dendo nel momento attuale, in funzione del dibattito interno alla Chiesa. Se la maggioranza cattolica propenderà, in nome della fede, verso l’ugualitarismo teologico e socio-economico, l’America Meridionale sarà comunista. Se, in nome della fede, resisterà a questo egualitarismo, essa sarà contraria al comunismo”. Nella lotta tra “progressisti” e “reazionari” per conquistare la grande massa dei conservatori, indecisi e indolenti, uso i termini del Dr. Plinio, il ruolo delle TFP diffuse in tutti i paesi dell’America Latina fu determinante. Anche in Italia sono stati tradotti

studi fondamentali del Dr. Plinio come Trasbordo ideologico inavvertito e dialogo, La libertà della Chiesa nello Stato comunista, la sua raccolta di articoli Il crepuscolo artificiale del Cile cattolico, il volume di Fabio Vidigal Xavier da Silveira Frei, il Kerensky cileno. Questi ultimi due accusavano molti vescovi e la Democrazia cristiana cilena di aver favorito l’avvento al potere del massone filocomunista Salvador Allende. Un saggio successivo La Iglesia del Silencio en Chile, diffuso in 4 edizioni per un totale di 82mila copie, denunciò il ruolo fondamentale della sinistra cattolica nell’accessa di Allende.

Un’opera di respiro mondiale Un altro elemento del tutto originale nell’opera del Dr. Plinio è la diffusione internazionale nei cinque continenti delle sue idee e delle associazioni che a lui si ispirano , estesasi, dopo la caduta del muro di Berlino, anche ai paesi dell’Europa orientale e dell’Asia ex sovietica. La storia dell’età moderna e contemporanea dimostra l’importanza fondamentale della dimensione internazionale per il progresso della Rivoluzione; altrettanto internazionale deve essere l’azione della Contro-Rivoluzione.

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Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira Ricorderò per la loro importanza le campagne nel 1981 e 1983 contro il primo governo Mitterand in Francia, a partecipazione comunista, con la diffusione in quasi 35 milioni di copie in 53 paesi del manifesto Il socialismo autogestionario: una barriera o una testa di ponte verso il comunismo?, e poi del volume Autogestion socialiste: les têtes tombent à l’entreprise, à la maison, à l’école, e quella del 1988 con la pubblicazione del poderoso volume Spagna. Anestetizzata senza avvertirlo, imbavagliata senza volerlo, fuorviata senza saperlo. L’opera del PSOE, che smascherava la subdola opera di scristianizzazione della Spagna svolta dal governo di Felipe Gonzalez.

Il ruolo delle tendenze Ho sempre considerato una delle forme più efficaci e significative d’apologetica della società cristiana la rubrica, “Ambienti, costumi, civiltà”, ben nota a chi conosce le pubblicazioni della TFP, ma apparsa in origine sulla rivista Catolicismo, che consiste in un breve ma penetrante commento del Dr. Plinio ad immagini, talvolta contrapposte, emblematiche di un ambiente cristiano o di una società frutto della Rivoluzione. Nelle Note sul concetto di Cristianità il Dr. Plinio si sofferma sul concetto di “ambiente”, scrivendo: “È l’espressione dell’anima che attraverso il gioco delle forme e dei colori, una persona è riuscita a comunicare a oggetti materiali (...) Quando ci si trova di fronte a un ambiente, proprio perché esprime uno stato dell’anima, esso non può essere moralmente indifferente: o sarà buono e favorirà le anime nella considerazione e nell’assimila-

zione di Dio, o sarà cattivo e agirà in senso opposto. (...) L’ambiente, la cultura, lo stile, la civiltà, cioè i beni intrinsecamente più alti della società umana, sono il prodotto della vita sociale in quanto società di anime”.

to di moderazione, di valutazione, di continuità e di unione”. È la testa del popolo, la sua educatrice, l’orientatrice delle sue energie. L’aristocrazia senza il popolo è oligarchia, il popolo senza aristocrazia è massa.

Oggi tanti membri del clero hanno abolito l’abito ecclesiastico e, in nome di una distorta concezione della povertà evangelica, praticano il miserabilismo, mentre gli stili di vita della IV rivoluzione, la Rivoluzione, che, dice il Dr. Plinio, pur includendo anche l’aspetto politico, “si qualifica ‘culturale’, ossia che comprende grosso modo tutti gli aspetti dell’esistenza umana”, portano a rifiutare ogni correttezza formale nell’abbigliamento, oltre ad esaltare nella moda le espressioni più laide e immorali. Ecco perché, come accennavo in apertura, non ritengo affatto accessorio, ma anzi fondamentale che le sedi ed i membri delle TFP si presentino sempre con uno stile anche formalmente impeccabile.

Quindi la nobiltà obbliga a concepire la vita come disciplina e come missione, come insegna S. Carlo Borromeo: “Quando qualcuno è nobilissimo, se alla nobiltà dei suoi maggiori non aggiunge le proprie virtù, immediatamente diventa oscuro; poiché con la discontinuità della virtù cessa in lui la nobiltà”.

Nobiltà ed élites tradizionali analoghe I vip sono cosa ben diversa dalle élites. Alla nobiltà ed alle élites tradizionali analoghe, ad esempio militari, diplomatici e docenti universitari, il Dr. Plinio dedicò nel 1993 il suo ultimo volume, traendo spunti dalle 14 mirabili allocuzioni di Pio XII al Patriziato ed alla Nobiltà Romana. L’Autore ricorda che la dottrina della Chiesa postula una società fondata su organiche e armoniche disuguaglianze, la cui soppressione rappresenta, nel pensiero e nella prassi marxista, la condicio sine qua non per l’eliminazione della religione. “L’aristocrazia — egli scrive — situata tra l’autorità suprema, la monarchia, e il popolo è elemen-

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La ricchezza di tale volume, che tra i tanti temi affronta anche quello della “guerra giusta”, giustifica pienamente la definizione di “opera capitale alla pari di Rivoluzione e Contro-Rivoluzione”, data nella prefazione dal Capo della Casa Imperiale del Brasile.

Conclusione In esergo al volume prima citato sull’epopea anticomunista delle TFP, sono poste due citazioni dal messaggio della Madonna a Fatima. La prima un grande timore: “la Russia diffonderà i suoi errori in tutto il mondo”; l’altra una grande speranza: “alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”. Con fiducia, dobbiamo affidarci alla Madonna, apparsa a Fatima, nella stessa penisola iberica, dove, da Covadonga, partì la riconquista cristiana. Come diceva il Dr. Plinio, “Bisogna dunque pregare, affidarsi alla Provvidenza e agire”. * Professore straordinario di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Versione leggermente abbreviata. Titolo e sottotitoli sono redazionali.


Dieci anni dopo linio Corrêa de Oliveira: Dieci anni dopo. Ecco il titolo del libro recentemente dato alle stampe in Brasile per commemorare il 10° anniversario della scomparsa del grande leader cattolico. Con il contributo di diciannove autori provenienti da undici paesi, il volume offre una visione d’insieme della vita ed opera del dott. Plinio.

P

L’auditorio del São Paulo Clube durante il lancio del libro Plinio Corrêa de Oliveira: Dieci anni dopo.

“Questo volume — leggiamo nella Prefazione — vuol essere un atto di fedeltà alla persona, agli ideali, alla spiritualità, alla scuola di pensiero ed all’azione di colui che è stato per noi maestro, modello e guida”.

Plinio nell’intimità “Può dire di aver conosciuto Plinio nella sua vitalità, nella sua giovialità, nella forza della sua irradiazione personale, soltanto chi ha vissuto con lui nei primi anni della sua maturità. Era qualcosa di portentoso! Alto TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2006 - 21


Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira quasi 1,80 — il che per l’epoca era molto superiore alla media — grande, molto grande, con una voce forte e una risata contagiosa, loquace, sempre di buon umore. La forza della sua presenza era enorme, irresistibile”. Chi scrive queste righe è il dott. Adolpho Lindenberg, rinomato architetto, socio fondatore della TFP brasiliana nonché cugino del prof. Plinio Corrêa de Oliveira. Con la familiarità di chi ha vissuto a stretto contatto col dott. Plinio sin dalla fanciullezza, Lindenberg ne traccia un quadro avvincente, descrivendone mentalità, gusti, preferenze artistiche, abitudini, conversazione... “Come chiudere queste ricordi? — scrive Lindenberg nella pagina conclusiva — Sintetizzando la mia visione della sua persona e del suo apostolato, direi che egli cercò anzitutto la gloria e la grandezza di Dio. Secondo lui, gli uomini e le civiltà compiono la loro missione solo nella misura in cui partecipano all’ordine istituito da Dio.

“Può dire di aver conosciuto Plinio nella sua vitalità, nella sua giovialità, nella forza della sua irradiazione personale, soltanto chi a vissuto con lui nei primi anni della sua maturità. Era qualcosa di portentoso! Alto quasi 1,80, molto grande, con una voce forte e una risata contagiosa, loquace, sempre di buon umore. La forza della sua presenza era enorme". A d., Plinio Corrêa de Oliveira nel 1940. Sotto, col Principe Dom Luiz d’Orleans e Bragança in una conferenza monarchica a San Paolo, nel 1991.

(…) Devozione alla Madonna, sacralità, gerarchia, nobiltà, tradizione, ortodossia cattolica, olocausto. Ecco i pilastri di ciò che possiamo chiamare l’universo pliniano”.

Famiglia Imperiale Pronipote dell’ultimo Primo ministro dell’Impero, il dott. Plinio fu sempre un fervente monarchico. Nel saggio “Plinio Corrêa de Oliveira e la Famiglia Imperiale”, il Principe Dom Luiz d’Orleans e Bragança racconta l’intima amicizia che univa il leader cattolico alla dinastia brasiliana, iniziata a Parigi nel 1913 quando egli, allora aveva 5 anni, venne invitato con la famiglia a colazione dalla Principessa Isabella, figlia dell’Imperatore. Il contatto personale riprese nel 1921 quando alla Famiglia Imperiale fu autorizzato un breve soggiorno in Brasile, in occasione del centenario dell’indipendenza. “Quando, nel 1945, la mia famiglia rientrò definitivamente in Brasile [dopo 60 anni di esilio, n.d.r.] — prosegue Dom Luiz — era naturale che i rapporti tra

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L’infatigabile azione anticomunista di Plinio Corrêa de Oliveira gli merita, secondo l’esule cubano Armando Valladares, il titolo di “Benemerito delle Americhe”. Il dittatore Fidel Castro infierisce sul suo popolo, e i cubani fugono su mezzi di fortuna dal “paradiso” comunista...

mio Padre e Plinio Corrêa de Oliveira, allora leader cattolico di grande fama, si stringessero ancor di più, vista anche la loro grande affinità ideologica. (...) Il dott. Plinio divenne così il principale consigliere di mio Padre”. Col tempo, sia Dom Luiz che il fratello Dom Bertrand entrarono a far parte della TFP brasiliana, partecipando con entusiasmo a tutte le sue attività: “Non occorre dire che mio Padre vedeva questa nostra militanza nella TFP assai di buon occhio. Egli ci aveva sempre insegnato che il dovere di un Principe era di essere nella prima linea di combattimento contro i nemici del paese”. “Innumerevoli monarchici vedono nell’intrepido leader cattolico e anticomunista un intellettuale che non ha mai nascosto le sue convinzioni monarchiche, conclude Dom Luiz, il pensiero di questo grande cattolico è una delle fonti intellettuali più preziose per i monarchici”.

I diversi contributi A Giovanni Cantoni, fondatore e reggente nazionale di Alleanza Cattolica, si deve il saggio “Il contributo di Plinio Corrêa de Oliveira al pensiero ed all’azione contro-rivoluzionaria”. Da parte sua, Roberto de Mattei, vicepresidente del CNR e docente di storia presso l’università di Cassino, ha voluto ricordare il dott. Plinio come “Teologo della storia”. Ecco infatti quanto afferma il prof. De Mattei nella sua conclusione: “Teologo della storia, apostolo del Regno sociale di Cristo, proclamatore del Regno di Maria, dottore della speranza, ecco le caratteristiche che manifestano il ‘profetismo’ di Plinio Corrêa de Oliveira e completano l’altra sua definizione di crociato del XX secolo”. Il contributo americano consta di tre saggi scritti rispettivamente da Morton C. Blackwell, noto leader conservatore e già consigliere del presidente Ronald

Reagan (“Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira”), da Brett M. Decker, Senior Vicepresident dell’Export-Import Bank nonché consulente dell’amministrazione Bush (“Combattere le battaglie di oggi”) e da John Horvat, vicepresidente della TFP americana (“Grande conoscitore dell’anima americana”). Il cubano Armando Valladares, ex prigioniero politico di Fidel Castro per ben 22 anni e già ambasciatore USA presso la Commissione dei Diritti umani dell’ONU, tratta un aspetto importante dell’opera del prof. Plinio: la sua azione anticomunista e, concretamente, il suo impegno per la causa della libertà a Cuba. L’esule cubano conclude: “Plinio Corrêa de Oliveira dovrebbe essere considerato un benemerito di Cuba e delle Americhe”.

Polonia e Lituania Per la loro grande importanza mettiamo in evidenza due saggi di personaggi provenienti

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Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira

Nel libro La libertà della Chiesa nello Stato comunista, Plinio Corrêa de Oliveira dimostra che i cattolici non possono accettare alcun modus vivendi con il comunismo. L’opera suscita una vivace polemica in Polonia, contribuendo a mantenere tra i cattolici polacchi un clima di resistenza psicologica al comunismo, sfociato poi nelle manifestazioni del 1980-81 che portarono al crollo del regime e, di conseguenza, alla fine del comunismo. A s., il dott. Plinio con in mano il giornale Kierunki, organo del movimento catto-comunista PAX.

ma sulle vivacissime reazioni suscitate da quest’opera in Polonia.

da paesi dell’ex cortina di ferro: “L’esperienza polacca nel pensiero religioso-sociale di Plinio Corrêa de Oliveira”, scritto dal prof. Jacek Bartyzel, storico e docente di politologia presso l’università Nicolò Copernico di Torun (Polonia), e “Decenni di lotta instancabile per la Lituania cattolica”, dell’On. Antanas Ra as, già presidente della Commissione Esteri del Parlamento lituano. Con la loro autorevolezza di testimoni oculari, gli autori esaminano due iniziative del dott. Plinio che ebbero un’influenza decisiva sulla storia del secolo XX. Dopo una profonda disamina del libro La libertà della Chiesa nello Stato comunista (1963), nel quale il dott. Plinio dimostra che i cattolici non possono accettare alcun modus vivendi con il comunismo che implichi la rinuncia a difendere punti essenziali della dottrina cattolica, come il diritto di proprietà, il prof. Bartyzek si soffer-

In particolare, il libro viene violentemente attaccato dal movimento catto-comunista Pax, al quale si aggrega poi il gruppo Znak. Questi si sentivano colpiti al cuore, a causa del loro atteggiamento collaborazionista nei confronti del governo comunista. Ne nasce un’accesa polemica pubblica tra loro e il prof. Plinio Corrêa de Oliveira che, nelle parole del “compagno” e capo di PAX Zbignew Czajkowski, “sta avendo un’enorme ripercussione in Polonia”. Secondo il prof. Bartyzek, col suo libro il dott. Plinio contribuì non poco a mantenere tra i cattolici polacchi un clima di resistenza psicologica al comunismo, sfociato poi nelle manifestazioni del 1980-81 che portarono al crollo del regime e, di conseguenza, alla fine del comunismo. Nel 1974, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira venne insignito della Polonia Restituta, onorificenza conferita dal Governo polacco in esilio alle personalità che si distinguevano nella difesa del Paese contro il comunismo.

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È perciò il prof. Bartyzek, pieno di gratitudine, ha scritto in altra sede: “Plinio Corrêa de Oliveira è stato un uomo completo, Apostolo della ControRivoluzione. Nella sua anima c’era la maestà di S. Pietro, la sapienza di S. Paolo, la visione di S. Giovanni, l’intelletto del Dottor Angelico, la dolcezza del Dottor Serafico e il mistico ardore del Dottor Mellifluo. E proprio in tutte queste qualità riunite insieme consisteva l’eccezionalità di un tale straordinario combattente della Ecclesia Militans”.

La pace di Cristo Il volume termina con un fervido auspicio: “Passate le perturbazioni che sconvolgono il mondo e la Chiesa in questo inizio di millennio, e ristabilita la ‘pace di Cristo nel regno di Cristo’, storici e teologi si interesseranno all’impareggiabile figura di Plinio Corrêa de Oliveira e cominceranno a valutare tutta l’ampiezza della sua influenza nella sconfitta della Rivoluzione e nella restaurazione della Civiltà cristiana”.


“Pro Lituania cattolica e libera” l’inizio del crollo dell’URSS l 2005 ha segnato anche il 15° anniversario d’una delle più straordinarie iniziative del prof. Plinio Corrêa de Oliveira a livello internazionale: la campagna “Pro Lituania cattolica e libera”. La descrive con tutti i particolari l’On. Antanas Ra as nel volume Dieci anni dopo.

I

Un po’ di storia Alla fine degli anni ‘80 al vertice dell’URSS c’era Mikail Gorbaciov: si riempiva la bocca di “glasnost” e di “perestroika”, ma in realtà ne concedeva molto poca, anzi niente. Era solo un prodotto propagandistico di esportazione.

Con la caduta del muro di Berlino nel dicembre 1989, cominciano a soffiare sempre più impetuosi i venti dell’indipendenza in diversi paesi dell’impero sovietico, particolarmente nelle nazioni baltiche. Tre mesi dopo vince le elezioni politiche in Lituania la coalizione di centro-destra Sajudis (Libertà), portando alla presidenza Vytautas Landsbergis; l’11 marzo il Parlamento proclama l’indipendenza del Paese. Pochi giorni dopo, il Cremlino condanna severamente questa mossa e, in palese contraddizione con la retorica gorbacioviana, ordina all’Armata Rossa di occupare gli edifici pubblici in Lituania, imponen-

do inoltre un blocco economico totale, che comprendeva il taglio dei rifornimenti di gas e di petrolio. Il governo lituano si rivolge allora all’Occidente in cerca del riconoscimento diplomatico.

Nel marzo 1990 il Parlamento lituano proclama l’indipendenza dall’URSS, successivamente confermata tramite referendum col 90,47% dei suffragi. A s., manifestazione di piazza a Vilnius. In alto, volontario della TFP brasiliana durante una campagna a San Paolo. TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2006 - 25


Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira

“Qui non ci sono compagni, solo signori!”

“Cosa volete compagni?” “Qui non ci sono compagni, solo signori!” “Ma cosa sono tutte queste macchine fotografiche, questi microfoni? È per documentare?” “Sì, per documentare questo momento storico”. “Ma voi non sapete che ciò è proibito negli uffici pubblici come questo?” “Non c’è niente scritto che lo proibisca, e ciò che non è proibito è permesso!”

Niente! Uno dopo l’altro, i Paesi si rifiutano. Pur di non infastidire Gorbaciov, voltano le spalle alla povera Lituania, abbandonandola al suo destino. La Primo ministro, Kazimiera Prunskiene, viene perfino trattata male dal presidente Bush senior durante la sua visita a Washington.

Appello al dott. Plinio In queste circostanze disperate, il Parlamento lituano si rivolge all’Ufficio delle TFP di Washington, chiedendo insistentemente l’appoggio del prof. Plinio Corrêa de Oliveira e delle TFP. Il leader cattolico coglie l’occasione al volo e il 1 giugno lancia la TFP brasiliana nella

Questo tempestoso dialogo si svolge nell’ufficio della segreteria di Mikail Gorbaciov, a Mosca. La commissione delle TFP vi si era recata per consegnare una copia in microfilm delle 5,2 milioni di firme in sostegno all’indipendenza della Lituania. Presa in contropiede, la funzionaria comunista consulta il suo capo. “Eh vabbé! Lasciatelo pure...” Visibilmente infastidita, è costretta a firmare la ricevuta (foto sopra): “11 dicembre 1990, ore 13,0l”. Si chiudeva così uno dei capitoli più gloriosi dell’epopea anticomunista di Plinio Corrêa de Oliveira.

campagna “Pro Lituania cattolica e libera”, a cui poi aderiscono una ad una le altre TFP ed associazioni affini in tutto il mondo. Si trattava di raccogliere firme a sostegno della sua indipendenza e in 25 giorni le TFP ne avevano già ottenute un milione. Il dott. Plinio invia allora un primo messaggio di solidarietà al presidente Landsbergis: “La Lituania avrà sempre l’appoggio, il rispetto e l’ammirazione delle TFP”. Risponde il Ministro degli esteri, Algirdas Saugardas: “Porgiamo i nostri profondi ringraziamenti al prof. Plinio Corrêa de Oliveira, a nome del sig. V. Landsbergis e mio, per il suo appoggio alla nostra lotta per l’in-

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dipendenza. Il vostro sostegno è molto opportuno e incoraggiante nella difficile situazione attuale”. Nel frattempo, l’URSS stringe la morsa. Il 7 luglio, il Primo ministro sovietico Nicolai Rizhkov minaccia: “La Lituania deve osservare strettamente la legge sovietica”.

La maggiore sottoscrizione della storia Imperterrita, la campagna delle TFP procede a gonfie vele. In 130 giorni sono raccolte 5,2 milioni di firme e l’impresa viene registrata nel Guinness dei Primati come la maggior sottoscrizione della storia.


Vilnius, 13 gennaio 1991. I carri armati del Premio Nobel per la Pace Mikail Gorbaciov attaccano la folla che, rosario in mano, cercava di proteggere pacificamente la torre della televisione lituana. Bilancio: 14 morti e 240 feriti, molti gravi. Era l’inizio della fine dell’URSS...

Il 2 dicembre, una commissione delle TFP si reca a Vilnius per consegnare il microfilm delle firme al governo lituano. Ospite ufficiale, la commissione viene ricevuta dal presidente e poi onorata in una sessione plenaria del Parlamento. L’8 dicembre la commissione visita i principali santuari mariani del Paese. Il giorno dopo, il Cardinale primate Vincentas Sladkevicius accoglie festosamente la commissione con una solenne Messa cantata nella cattedrale di Kaunas. A Mosca, le autorità comuniste non sembrano affatto tranquille... Vladimir Kriutchov, capo del KGB, giunge a minac-

ciare durante un programma di TV: “Non tollereremo l’ingerenza nei nostri affari interni di questi gruppuscoli che, dall’estero, stanno movendo una guerra segreta contro lo Stato sovietico”. Da parte sua, il Ministro degli Interni si scaglia contro “questo piccolo gruppo di provocatori che viene a seminare lo scompiglio nell’URSS”. “Gruppuscoli”, veramente le TFP lo erano, almeno in confronto con la gigantesca macchina dello Stato sovietico. Quanto alla “guerra segreta”, si trattava in realtà d’una campagna pacifica e legale svolta sulle vie e nelle piazze dell’Occidente sotto gli

occhi di tutti. Riguardo lo “scompiglio nell’URSS”, esso risulterà molto più profondo di quanto non avessero temuto le stesse autorità sovietiche... Prima di ritornare in Europa, la commissione si trattiene a Mosca per consegnare una copia della firme all’ufficio di Mikail Gorbaciov. È allora che si verifica il tempestoso dialogo riportato cui a fianco.

La violenza del pacifista Nonostante ciò, Mosca non dà il minimo segno di voler mol(alla pag. 38

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Omaggio a Plinio Corrêa de Oliveira

“Al grido del dottor Plinio i tiranni di Mosca tremarono!” A s., dopo aver ricevuto la “jousta” dalle mani di Don Pranas Gavenas, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira accetta un’immagine della Madonna Porta dell’Aurora, Patrona della Lituania.

el corso d’un convegno internazionale delle TFP, tenutosi a San Paolo del Brasile nel gennaio 1992 e al quale parteciparono quasi duemila persone, il salesiano lituano Don Pranas Gavenas fece omaggio al prof. Plinio Corrêa de Oliveira di una “jousta”, ovvero una fascia onorifica appositamente portata dalla Lituania. Ecco alcuni brani del discorso di Don Gavenas:

N

“In nome del popolo lituano, ho portato per Lei, carissimo dottor Plinio, un modesto ricordo, simbolo della nostra eterna gratitudine. Si tratta d’una jousta, portata appositamente dalla mia Patria. È molto semplice. Quanto ci piacerebbe che fosse di ricca seta, ricamata in oro e incastonata di pietre preziose! Questa, però, gli angeli la stanno già preparando per Lei nel Cielo. (…) “Questa storica vittoria che oggi celebriamo si deve anzitutto alla protezione della Madonna Ausilio dei Cristiani. Ma si deve anche a un uomo di Dio, al quale voltiamo oggi i nostri cuori per dirgli, traboccanti di gratitudine: dottor

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Plinio grazie, in nome del popolo lituano, mille volte grazie! (…) “Prima di concludere, è mio dovere dichiarare pubblicamente quanto segue. In un editoriale, il noto giornale The New York Times affermò che i paesi baltici furono i catalizzatori della débacle sovietica. Bisogna registrare che la Lituania fu la prima repubblica sovietica a dichiarare l’indipendenza, nel marzo 1990, dando coraggio alle altre e avviando quindi il processo di dissoluzione dell’URSS. “Ma non possiamo dimenticare che, quando la Lituania proclamò l’indipendenza, l’Occidente incrociò le braccia, abbandonandola alla sua sorte di fronte all’orso sovietico. Ma Dio è provvido. Sullo sfondo di quell’orizzonte cupo e pesante, un grido di crociata riecheggiò in 23 paesi dei cinque continenti. Il grido era stato lanciato dal dottor Plinio Corrêa de Oliveira e si propagò per tutta la terra, il cui esito fu la maggiore raccolta di firme nella storia. A Mosca, i tiranni comunisti tremarono, perché sapevano che era l’inizio della loro sconfitta!”.


Tendenze della postmodernità

La Germania ha nostalgia della sua tradizione (e della Fede)

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Tendenze della postmodernità no dei miti che più giova al processo di scristianizzazione dell’Occidente è quello della sua pretesa irreversibilità. La storia moderna può andare soltanto in avanti, ci dicono, e cioè verso manifestazioni sempre più ugualitarie e liberali. Nessuna reazione all’insegna della Tradizione sarebbe possibile in quanto contraria allo “spirito dei tempi”.

U

La religione cattolica, secondo questo strano principio, non dovrebbe esistere. Infatti non si può negare che il Vangelo fosse radicalmente contrario

all’ambiente in cui Nostro Signore e gli apostoli lo predicavano. E non dovrebbe esistere neppure la Spagna cattolica, romano-germanica. Infatti niente assomiglia di più a una risurrezione, e quindi in certo modo a un ritorno al passato, della piena ricostituzione della grandezza cristiana della Spagna, alla fine degli otto secoli che vanno da Covadonga alla caduta di Granada. Il Rinascimento, così caro ai laicisti, è stato, esso pure, sotto vari aspetti per lo meno, il ritorno a un naturalismo culturale e artistico fossilizzato da più di

mille anni. La storia comporta dunque corsi e ricorsi. Una delle caratteristiche più sconvolgenti della post-modernità è proprio il fatto che, contraddicendo il mito dell’irreversibilità del processo rivoluzionario, questi ricorsi si fanno sempre più frequenti e profondi. Diverse volte ce ne siamo occupati. Esempio tipico, la “contro-rivoluzione sessuale” in atto nella gioventù americana 1. Prendiamo oggi un altro esempio più vicino a noi: la tendenza, sempre più forte in Germania, a costruire di nuovo i centri storici medioevali.

Sotto, la Römerplatz restituita al suo antico splendore dopo essere stata distrutta nella Seconda guerra mondiale (a s.), e successivamente trasformata senza criterio in parcheggio pubblico. Ormai la tendenza in Germania è di ricostruire il passato.

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La modernità comincia a saziare La Germania uscì dalla 2ª Guerra mondiale praticamente distrutta. Grandi e piccole città, gioielli dell’architettura teutonica, erano ridotte ad un ammasso di macerie. Come se gli alleati, oltre al lodevole intento di spazzare via il regime nazionalsocialista, avessero voluto cancellare perfino ogni traccia della Germania tradizionale. Dimostrando notevole vitalità, il paese fece presto a riprendersi, dando luogo a quello che venne poi chiamato il “miracolo tedesco”. Sembrerebbe, però, che gli stessi tedeschi si fossero convinti di dover modernizzare per rompere definitivamente con il passato. Il fatto è che, infischiandosi della tradizione, dalle loro mani cominciarono ad uscire opere di architettura che sfigurarono clamorosamente quella che possiamo chiamare la “fisionomia storica” delle città più importanti. Ed ecco l’immagine della Germania moderna, dove a fianco di qualche chiesa e palazzo gloriosamente sopravvissuto, si ergono veri “mostri” di cemento, acciaio e vetro.

Sembra, però, che tanta modernità abbia finalmente cominciato a saziare molte persone e che, dal più profondo dell’anima della nazione, stia affiorando una forte nostalgia del passato. Prendiamo un esempio tra mille: la ricostruzione del centro storico di Francoforte sul Meno.

Rinasce la Kaiserweg La città occupa un posto rilevante nella storia dei popoli germanici. Dall’855 vi si riunivano i Principi Elettori per eleggere

Sopra a s., il Technisches Rathaus, un “mostro” di cemento sorto nel dopoguerra e adesso destinato alla demolizione per il ripristino della Kaiserweg (a d. foto del 1923). Sotto, i ruderi del Kaiserpfalz costruito da Carlomagno, oggi sovrastati dal Historischen Museum.

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Tendenze della postmodernità il nuovo Imperatore del Sacro Romano Impero. Con la cerimonia in una cappella del Duomo di S. Bartolomeo, si conferiva all’atto un carattere fondamentalmente sacrale, sancito dalla Chiesa. Il neo-eletto Imperatore usciva poi dalla porta principale e, tra il tripudio della folla, percorreva solennemente la Kaiserweg (via imperiale) fino al Römer, dove riceveva l’omaggio delle autorità. Negli anni ‘60 di tutto questo restava ben poco. La stessa Römerplatz era stata trasformata in un insulso parcheggio pubblico. Il disprezzo per la tradizione sembrava aver vinto. Poi, improvvisamente, le cose cominciarono a cambiare. Cedendo ad una crescente pressione della popolazione, il Comune dovette demolire il parcheggio, costruendovi successivamente il magnifico blocco di case in stile neogotico che oggi si possono ammirare, in questo modo restituendo alla Römerplatz la sua antica fisionomia.

Ma la nostalgia del passato non si fermò lì. Negli ultimi anni si è venuto formando un dinamico movimento cittadino addirittura in favore della ricostruzione integrale della Kaiserweg, il ché per forza implicherà la demolizione di almeno due “mostri” di cemento. Uno, il Technisches Rathaus, è già destinato a scomparire, dato che l’inizio dei lavori è previsto fra qualche mese. L’altro, sede del prestigioso Historischen Museum, mostra ancora un po’ di resistenza, che però non potrà durare a lungo secondo opinioni autorevoli.

lista”. Oggi, ne resta solo un enorme cratere, nel quale si stanno gettando le fondamenta di quella che dovrà essere la fedele ricostruzione dell’antica dimora principesca. Spostandoci di qualche centinaia di metri, alla zona di Sachsenhausen, troveremo un’altra significativa spia di questa nostalgia. Un intero isolato, distrutto durante la Guerra e ricostruito in stile moderno, è stato ridistrutto e sostituito con un albergo di lusso in stile Tudor, destinato a diventare un simbolo della Francoforte del secolo XXI.

Il ripristino della Kaiserweg non è l’unico progetto in corso a Francoforte. Un’altra, importante opera è la riedificazione del grandioso palazzo dei principi von Thurn und Taxis.

E, anche se continuano a spuntare edifici avanguardistici, un po’ dappertutto, e non solo a Francoforte, si vedono lavori di ripristino e di ristrutturazione di antichi punti di riferimento della Germania tradizionale, spesso con la demolizione di opere erette nel dopoguerra.

Costruito nel 1727, il palazzo fu raso al suolo dai bombardamenti incendiari del 1944. Al suo posto nacque un brutto isolato di cemento in stile “realismo socia-

Questa tendenza ha perfino un nome, Rekonstruktion, ed è ormai al centro di un accesso dibattito culturale. Ad esempio, lo scorso novembre un interessantis-

Rekonstruktion

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Pagina precedente, il progetto di ricostruzione del Palais von Thurn und Taxis, nel centro di Francoforte sul Meno. A d., un angolo del Rocco Forte Hotel, costruito per sostituire un intero isolato del dopoguerra.

simo forum, dal titolo “L’avvenire nel passato?”, ha riunito nel Pressclub di Francoforte architetti, politici e rappresentanti di movimenti civici. Chiedendosi se non siamo forse in presenza di una generalizzata “protesta contro la modernità”, i partecipanti hanno rilevato nell’opinione pubblica un chiaro “desiderio di tradizione”. Come al solito, la sinistra è insorta, vedendovi solo una “manovra di puro populismo”. Il che, commentiamo noi, non invalida affatto la tesi di fondo, visto che comunque si tratterebbe di venire incontro ad un reale desiderio del pubblico 2.

Religiöser Renaissance Parallelamente a questa nostalgia del passato, e non senza rapporto con essa, in Germania è in atto un altro interessante fenomeno. Si tratta di un risveglio della Fede, non nella stessa misura nelle varie regioni ma visibile un po’ ovunque, e che gli opinionisti hanno chiamato Religiöser Renaissance. Col titolo “Dio diventa sempre più importante”, se n’è occupato persino il prestigioso Frankfurter Allgemeine Zeitung.

“La religiosità sta giocando un ruolo sempre più importante nella nostra società — esordisce l’articolo di prima pagina — La ricerca di un senso, di un orientamento sta senza dubbio diventando sempre più una questione pubblica. (...) Un numero crescente di persone stanno reagendo contro le trasformazioni sociali, contro gli sconvolgimenti della politica e contro il diffuso senso di smarrimento ritornando alle credenze d’una volta” 3. Questo Rinascimento religioso, secondo il teologo Friedrich Wilhelm Graf, è evidente nei film, nella letteratura, nel ritorno dei temi religiosi nel dibattito pubblico. “Da tempo stiamo assistendo ad un processo di erosione dei valori della Chiesa e della Cristianità — afferma lo studioso di Monaco di Baviera — Ma oggi c’è una reazione. Aumentano le persone che vanno in chiesa, e all’interno delle chiese i gruppi religiosi si stanno rafforzando”. “Forse la nostra società non è così secolarizzata come molti credevano — sostiene Wolfgang Palaver, dell’Università di Innsbruck — Il valore che la religione sta assumendo oggi era impensabile vent’anni fa”.

Fra i fattori che favoriscono questo rinascimento della Fede, secondo Palaver, vi è il timore del fondamentalismo islamico: “Quando i cristiani vedono arrivare questi musulmani, si sentono sgomenti e a disagio e, naturalmente, si pongono la domanda: a chi e a che cosa possiamo affidarci?” Perfino il Presidente del Parlamento Norbert Lammers ha preso atto di questo rinascimento religioso, dichiarando in un discorso: “Il desiderio d’una cultura cristiana è oggi più forte di cinque anni fa”.

Motivo di speranza Tutto questo è per noi motivo di grande speranza. Vuol dire, come abbiamo accennato all’inizio, che la storia comporta corsi e ricorsi. Ed è proprio sull’onda di questi ricorsi, animati dalla divina grazia, che possiamo parlare di possibilità d’una restaurazione della Civiltà cristiana. Note _____________________________ 1. Cfr. Tradizione Famiglia Proprietà, marzo 2003. 2. “Sehnsucht nach Tradition”, Frankfurter Rundschau, 10 novembre 2005. 3. “Got wird wieder wichtiger”, Frankfurter Allgemeine Zeitung, 22 dicembre 2005.

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Tendenze della postmodernità

La “Dote della Madonna”

Nel Medioevo, l’Inghilterra era conosciuta come “La Dote della Madonna”, essendo stata a Lei consacrata dal re Riccardo III. La devozione mariana trovava il suo cardine nel Santuario della Madonna di Walsingham (sopra). La Riforma protestante dovette imporsi a ferro e fuoco. Molti edifici ecclesiastici furono devastati (sotto, l’abbazia di Holyrood). I martiri si contarono a migliaia. Sotto, in senso orario: S. Edmond Campion, S. John Ogilvie, S. Oliver Plunket, S. Thomas More.

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Inghilterra: sulla via di Roma? no degli sviluppi più interessanti di questo sorprendente mondo post-moderno è la crescente ripercussione che alcune tematiche cattoliche stanno riscuotendo in Gran Bretagna. Una volta ritenuto il baluardo del Protestantesimo, il Paese si sente oggi percorso, in alcune delle sue fibre, da sentimenti di simpatia nei confronti della Chiesa di Roma.

U

Una volta ritenuta il baluardo del protestantesimo, l’Inghilterra si sente oggi percorsa da sentimenti di simpatia nei confronti di certe tematiche cattoliche. Lo dimostra, ad esempio, il grande successo della campagna della TFP britannica Britain needs Fatima, la Gran Bretagna ha bisogno di Fatima.

La Dote della Madonna Per la verità, in grado maggiore o minore, questi sentimenti hanno sempre fatto parte delle mentalità britannica. Nel Medioevo, l’Inghilterra era conosciuta come Our Lady’s Dowry, La Dote della Madonna, essendo stata a Lei consacrata dal re Riccardo III (1367-1400). Nel 1399, Thomas Arundel, arcivescovo di Canterbury e Primate d’Inghilterra, scriveva in una lettera pastorale: “Noi, inglesi, siamo servi della Madonna come parte della sua eredità e della sua dote”. Questa devozione mariana trovava il suo cardine nel Santuario nazionale della Madonna di Walsingham, costruito nel 1061 e meta di pellegrinaggi di tutti i sovrani inglesi fino alla Riforma protestante. La Fede cattolica arriva in tutta la sua vitalità almeno fino al ‘500 quando, prima di rompere con Roma, Enrico VIII (1491-

Gli stendardi della TFP davanti a Westminster, Londra.

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Aberdeen.

Inverness

“Carovana della Madonna” in Scozia Edinburgo.

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Dunottar


Tendenze della postmodernità

I numeri della campagna * 3,6 milioni di volantini distribuiti; * 642.000 annunci in giornali e riviste cattoliche;

* 33.450 libri Fatima messaggio di tragedia o di speranza?;

* 34.850 Rosari; * 45.000 cartoline della Madonna di Fatima; * 42.000 calendari; * 66.000 copie della rivista Fatima Newsletter all’anno; * 1.850 libri Fatima, presente o futuro?; * 2.400 DVD su Fatima. 1537) scrive un trattato contro Lutero e in difesa della Chiesa, ricevendo perciò da Papa Leone X il titolo di Defensor Fidei, Difensore della Fede, ancor oggi appannaggio della Corona britannica. L’anima cattolica del paese era ancora così salda che, morto Enrico VIII, sua figlia Maria Tudor (1516-1558) poté procedere alla piena restaurazione della Chiesa cattolica, stringendo persino un’alleanza con la Spagna tramite il suo matrimonio con Filippo II. Ricaduta nello scisma con Isabella I (1533-1603), l’Inghilterra conobbe ancora diversi tentativi di restaurazione con Carlo I (1600-1649) e Carlo II (1630-1685).

Un fiume di sangue Questa persistenza dell’anima cattolica spiega il fatto che, a differenza dei paesi scandinavi, dove la Riforma protestante prevalse in maniera meno cruenta (anche per la sua introduzione assai più graduale), in Gran

Bretagna essa dovette invece imporsi col ferro e col fuoco. I martiri si contano a migliaia. Molti edifici ecclesiastici furono devastati. Il clero fedele fu ucciso o inviato in esilio. Diceva Winston Churchill che la Francia è divisa in due dal fiume di sangue versato dalla Rivoluzione del 1789. Possiamo dire che l’Inghilterra è rimasta segnata dal fiume di sangue versato per imporre le dottrine di Lutero e di Calvino. Ma a differenza della Francia, dove i giacobini addirittura si vantano delle loro infelici imprese, in Inghilterra questo aspetto della storia è tenuto un po’ nascosto da una sorta di pudore che, secondo alcuni analisti, cerca di nascondere un profondo sentimento di colpa. Molta della ferocia anticattolica dimostrata, per esempio, nella repressione dei cattolici scozzesi ed irlandesi, che ebbe anche sfumature di genocidio, si può in parte spiegare con una certa bramosia di affogare nel sangue questo sentimento.

Nostalgia di Roma Ma invano. Quella che viene talvolta chiamata la “nostalgia di Roma” ha continuato ad insinuarsi sotto la corazza anglicana. Risvegliata da certe congiunture e, soprattutto, aiutata dalla grazia divina, questa nostalgia è affiorata in diverse occasioni, provocando ondate di conversioni e avvicinando ancor di più molti anglicani al cattolicesimo. Nella prima metà dell’800, per esempio, vi fu la grande ondata del Movimento di Oxford, che portò alla conversione di eminenti figure come i cardinali Henry Edward Manning (1808-1892) e John Henry Newman (18011890) e, conseguentemente, alla restaurazione della gerarchia cattolica in Inghilterra. Negli anni ‘20, una nuova ondata scosse il mondo anglicano. Furono avviate, in modo extra-ufficiale, le “Conversazioni di Malines” (Belgio) alle quali presero parte, da parte cattolica, il Cardinale Mercier e, da parte anglicana, Lord Halifax. Queste conversazioni dettero origine all’ARCIC (Anglican-Roman Catholic International Commis-

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Tendenze della postmodernità sion, Commissione Internazionale Anglicano-Romano Cattolica). Più recentemente, la crescente deriva progressista della gerarchia anglicana, a seguito per esempio dell’ordinazione sacerdotale delle donne e dell’accettazione dell’omosessualità, ha spinto interi settori alla conversione o, per usare il loro gergo, a “prendere la via di Roma”. Clamoroso il caso del vescovo anglicano di Londra, Leonard Graham, convertitosi al cattolicesimo nel 1991, e in seguito ordinato sacerdote cattolico. Altrettanto significativa la conversione di alcuni membri della Famiglia Reale, come la Duchessa di Kent e suo figlio, il Conte di St. Andrews.

Britain needs Fatima Ciò che forse costituisce una novità è che, ormai da qualche anno, questa nostalgia di Roma non si limita più a certe élites intellettuali o sociali, né a un certo periodo storico, ma sem-

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bra caratterizzarsi per una certa stabilità, in quanto va interessando settori sempre più ampi della popolazione. Ne è esempio l’enorme successo della campagna della TFP britannica Britain needs Fatima (la Gran Bretagna ha bisogno di Fatima). Fino a non tanti anni fa una simile iniziativa sarebbe stata impensabile e perfino imprudente. Oggi, invece, è accolta da tanti con simpatia e anche come segno di speranza. Non c’è dubbio che qualcosa sta cambiando, e molto profondamente. La campagna si prefigge di diffondere la devozione alla Madonna e la recita del Santo Rosario come mezzo per promuovere sia la Fede che la moralità nelle famiglie. Si prefigge inoltre di approfondire lo studio del messaggio di Fatima come chiave interpretativa dei nostri tempi. Ormai in atto da sette anni, la campagna non dà segni di ral-

lentamento. I numeri parlano da soli (v. riquadro). Recentemente, una “carovana” di universitari della TFP ha percorso la Scozia diffondendo volantini della Madonna e del Rosario. Si moltiplicano le scuole e le parrocchie che chiedono l’intervento dei volontari della TFP per spiegare il messaggio di Fatima. L’anno scorso, i giovani della TFP hanno fatto campagne nelle università di Oxford e di Cambridge. *

*

*

Dove andrà a finire tutto ciò? È difficile dirlo adesso. Possiamo, questo sì, dire dove andrà a finire il terzo millennio, visto che la stessa Madre di Dio lo ha profetizzato: nel trionfo del Cuore Immacolato di Maria, del quale certamente queste grazie elargite al Paese “Dote della Madonna”, oltre ad essere una avvisaglia, sono una premessa e una promessa.

dalla pag. 27: Lituania)

lare la pressa. Anzi, la pressione sul governo lituano diventa sempre più incalzante. Il 12 gennaio 1991, l’Armata Rossa occupa la sede della televisione lituana. Una moltitudine disarmata accorre spontaneamente a difendere questo simbolo della libertà di espressione. Il 13, Gorbaciov dà l’ordine di attacco. I carri armati cominciano a sparare sulla folla, schiacciandola sotto i cingoli. Bilancio: 14 morti e 240 feriti, molti gravi. Poche ore prima, il presidente Landsbergis aveva inviato un messaggio al dott.

Plinio: “La Lituania è in grave pericolo, la prego di informare tutte le TFP. (...) La responsabilità del sangue versato ricadrà su Mikail Gorbaciov”. Per sfuggire alla stretta militare il governo lituano si trincera nel Parlamento, protetto da masse di giovani col rosario in mano che cantano inni alla Madonna di Fatima. Affrontando a mani nudi i carri armati sovietici, nove di loro muoiono eroicamente schiacciati. Ma Gorbaciov è costretto a indietreggiare. La Lituania era libera!

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Poco dopo, un portavoce del governo confiderà ad un inviato delle TFP che era stata la campagna lanciata da Plinio Corrêa de Oliveira ad animare la resistenza del popolo lituano con i suoi conseguenti atti di eroismo.

La fine dell’URSS L’esempio della Lituania si diffonde a macchia d’olio per tutto l’impero sovietico. Una ad una le repubbliche sovietiche cominciano a staccarsi da Mosca, segnando l’inizio del crollo definitivo dell’URSS.


1

1. Vienna. Alcuni dei partecipanti all’Università Estiva Internazionale delle TFP davanti al Stephandom. 2. Washington, D.C. La TFP americana partecipa alla Marcia per la vita. 3. Cracovia. II “Convegno Conservatore” organizzato dall’Associazione Piotr Skarga, consorella delle TFP.

2

Il mondo delle TFP

4. Cusco. Incontro universitario della TFP peruviana in un antico monastero domenicano. 3 4

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San Giuseppe, martire della grandezza di Plinio Corrêa de Oliveira

er farci un’idea di chi fosse S. Giuseppe — Patrono della Chiesa, celebrato il 19 marzo — vista la scarsità dei dati biografici, dobbiamo prendere in considerazione due fatti: egli era sposo della Madonna e padre putativo di Nostro Signore Gesù Cristo.

P

Lo sposo dev’essere proporzionato alla sposa. Orbene, chi è la Madonna? È di gran lunga la più perfetta delle creature, il capolavoro dell’Altissimo. Se mettiamo insieme tutte le virtù di tutti gli angeli, di tutti i santi, di tutti gli uomini fino alla fine dei tempi, non otterremo nemmeno un pallido riflesso della sublime perfezione di Maria Santissima. S. Giuseppe fu scelto perché era proporzionato a questa eccelsa creatura. Proporzionato per il suo amore a Dio, per la sua purezza, la sua sapienza, la sua giustizia, insomma per le sue virtù. Ma c’è qualcosa di ancor più insondabile. Il padre dev’essere proporzionato al figlio. Egli doveva portare sulle spalle l’immenso onore di essere padre putativo di Dio. Ci fu un solo uomo creato appositamente per questo, con l’anima abbellita di virtù perfettamente proporzionate alla sua condizione di padre di Dio. Quest’uomo fu S. Giuseppe.

Egli era proporzionato alla Madonna ed era proporzionato a Dio Nostro Signore. Quanta grandezza in San Giuseppe! La sproporzione col resto degli uomini è tale che non possiamo nemmeno sollevare il quesito. Come doveva essere grande la sua anima per poter convivere nell’intimità col Verbo Incarnato e con la Regina dell’Universo! Le parole umane sono del tutto insufficienti per esprimere questa grandezza. Questa grandezza fu però rifiutata dagli uomini. Leggiamo infatti nel Vangelo che la Madonna “diede alla luce il suo figlio, lo avvolse in fasce e lo adagiò in una mangiatoia perché all’albergo non c’era posto per loro” (Lc. 2, 7). Questo brano racchiude una verità fin troppo amara: gli uomini hanno una particolare difficoltà ad accogliere la grandezza. Hanno una fondamentale tendenza alla banalità che gli fa rigettare ciò che è grandioso, ciò che è sublime. S. Giuseppe, principe della casa di Davide, eccelso sposo di Maria Santissima e padre putativo del Verbo Incarnato, deve affrontare il rigetto di uomini volgari. Egli accetta questo martirio e conduce la sua sposa in una stalla. Un gesto glorioso che sarà ricordato da tutti gli uomini di buona volontà fino alla fine dei tempi. S. Giuseppe, martire della grandezza, prega per noi! (Quadro: Bartolomé Esteban Murillo, “La Sacra Famiglia”, 1660. Duomo di S. Stefano, Budapest.)


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