Rivista "Tradizione Famiglia Proprietà", Marzo 2008

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Anno 14, n. 1 - Marzo 2008 Sped. in Abb. Post. Art. 2, Comma 20/C, Legge 662/96 Filiale di Padova

Anno Giubilare di Lourdes 1858-2008

Lourdes: la Madonna chiama i Suoi figli a raccolta

Cina: uno sguardo dietro le quinte pag. 10

Una fiamma di fede e coraggio pag. 16

Germania: Rosario in piazza pag. 32


La fierezza d’essere cattolico

“L

’aventure la plus belle du monde c’est la nôtre!”, dicevano i cavalieri Templari. Ed è forse in questa consapevolezza della bellezza trascendentale della propria identità e missione che dobbiamo trovare uno dei segreti della loro formidabile force de frappe, che tanto impressionava sia amici che nemici. Dopo essersi distinto come una delle principali forze vive della Cristianità medievale, l’Ordine del Tempio è entrato nella legenda con tale vigore che perfino oggi assistiamo a tentativi di ricalcarlo. Quasi per contrasto ci viene in mente questo paragone nel contemplare il triste panorama del cattolicesimo contemporaneo ridotto, come registrava nel 1984 il cardinale Joseph Ratzinger, ad una “situazione di minoranza, più di quanto lo sia mai stato dalla fine dell’antichità”. Cosa è successo? Rispondeva l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede:

“Questi guasti sono dovuti (...) allo scatenarsi, all’interno della Chiesa, di forze latenti aggressive, centrifughe, magari irresponsabili oppure semplicemente ingenue, di facile ottimismo, di un’enfasi sulla modernità che ha scambiato il progresso tecnico odierno con un progresso autentico. E, all’esterno, all’impatto con una rivoluzione culturale (...) con la sua ideologia liberal-radicale di stampo individualistico, razionalistico, edonistco”. Questo facile ottimismo riguardo alla modernità ha fatto sì che troppe finestre siano state aperte, troppi ponti abbassati, troppe mani tese... con i tragici risultati oggi evidenti. Invece di affermare con fierezza la propria identità e missione, mettendosi in un rapporto di contrasto con gli aspetti negativi di questa modernità, il cattolicesimo “adulto” ne risente il fascino, ne diventa succube e finisce per capitolare.

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“Il dialogo con il mondo è possibile solo sulla base di una identità chiara — ammoniva il cardinale Ratzinger — è tempo di ritrovare il coraggio dell’anticonformismo, la capacità di opporsi, di denunciare molte delle tendenze della cultura circostante”. 1

La Chiesa oggi si accinge ad affrontare una delle più devastanti persecuzioni della sua storia, quella del laicismo intollerante, del quale abbiamo più che avvisaglie. Quando un Papa si vede impossibilitato di recarsi in una università fondata da un suo predecessore, quando un vescovo belga viene processato penalmente per insegnare la dottrina cattolica in tema di omosessualità, quando viene presentato in Parlamento un disegno di legge che in pratica impedirebbe alla Chiesa di insegnare il suo Magistero, quando i legislatori europei giungono a negare la verità storica escludendo le radici cristiane dalla Costituzione, sappiamo che siamo arrivati all’osso. Ormai sono in gioco non aspetti marginali, sui quali si potrebbe al limite discutere, ma quei “valori non negoziabili” che fanno parte dell’essenza della nostra identità cattolica.

Il dinamismo del bene è fondamentalmente diverso da quello del male. Tanto il primo avanza mostrandosi, proponendosi, spiegandosi, quanto l’altro si insinua mascherandosi, nascondendosi e imbrogliando. Questo proviene dalla stessa natura umana, incapace di amare il male in quanto tale, ma solo sotto parvenze di bene.

È solo ostentando con fierezza la nostra identità, contrastando senza timore le forze che ci accerchiano, che daremo una testimonianza di Fede all’altezza del momento storico in cui viviamo.

1. Rapporto sulla Fede, Vittorio Messori a colloquio col cardinale Ratzinger, cap. 2. Foto: Il Family Day a Roma nel 2007, netta vittoria dell’identità cattolica.


Sommario Anno 14, n. 1 - marzo 2008

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La fierezza d’essere cattolico Lourdes: la Madonna chiama i Suoi figli a raccolta Vescovo incriminato per il reato di “omofobia” Cina: uno sguardo dietro le quinte Il mito dell’antiproibizionismo L’Italia autentica Islamici adescano indios in Venezuela Scienziati contestano l’effetto serra Una fiamma di fede e coraggio Preghiera per la restaurazione dell’Italia Germania: sono i giovani ad organizzare Rosari in piazza Rivoluzione e Contro-Rivoluzione in bielorusso I lettori ci scrivono Il mondo delle TFP L’aurora della Risurrezione

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Copertina: I fedeli affollano il santuario della Madonna di Lourdes.

Tradizione Famiglia Proprietà Anno 14, n. 1 marzo 2008 Dir. Resp. Anna Maria Scavo.

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150° anniversario di Lourdes

Lourdes: la Madonna chiama i Suoi figli a raccolta

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L’11 febbraio 1858 una bianca Signora apparve alla piccola Bernadette Soubirous nella grotta di Massabielle, nei Pirenei francesi. Quando gli chiese il nome, la Signora rispose nel dialetto locale: “Que soy era Immaculada Councepciou” — Io sono l’Immacolata Concezione. Una bomba atomica forse avrebbe causato un effetto minore. Possiamo dire che, nel 1858, si è aperto un nuovo regime della grazia, chiamando i cattolici a raccolta attorno alla Madre di Dio, verso il trionfo del Suo Cuore Immacolato.

P

erché appare la Madonna? Perché è apparsa alla Rue du Bac nel 1830, a La Salette nel 1846, a Lourdes nel 1858, a Fatima nel 1917?

Rivelazione privata

Nell’Antico Testamento Dio si è rivelato al popolo eletto insegnandogli la verità, promettendogli la salvezza e conducendolo attraverso mille vicissitudini fino all’adempimento della promessa: la nascita del Messia. In Gesù Cristo, la rivelazione divina giunge a compimento, con la testimonianza diretta del Figlio di Dio fatto uomo e delle persone strettamente associate alla Sua missione, gli Apostoli. Questa rivelazione, chiamata teologicamente “pubblica” e destinata a tutta quanta l’umanità, si è conclusa con la morte dell’ultimo Apostolo. È contenuta nelle Sacre Scritture e nella Tradizione (1).

Ma Dio è misericordioso. Egli non abbandona l’umanità, bensì continua a manifestarsi lungo la storia, con l’azione della grazia divina nelle anime, col soffio dello Spirito Santo nella Chiesa, e anche con interventi

diretti quali, appunto, le apparizioni. Queste manifestazioni divine sono da considerare “rivelazioni private”. Spiega al riguardo il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate ‘private’, alcune delle quali sono state riconosciute dall’autorità della Chiesa. (...) Il loro ruolo non è quello di ‘completare’ la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica”(2).

Ma torniamo alla domanda: perché, essendosi rivelato interamente in Cristo, Dio ogni tanto invia Sua Madre Santissima per rivolgersi all’umanità? Come può la Madonna “aiutare a vivere più pienamente la rivelazione di Cristo in una determinata epoca storica”?

Una prima risposta è che la Madre di Dio appare per ribadire ciò che costituisce l’essenza della sua missione: portare verso il Figlio. Con l’incarnazione Maria ha portato il Figlio all’umanità, con la sua intercessione universale porta l’umanità al Figlio. Nelle nozze di Cana, rivolgendosi ai servitori la Madonna disse: “Fate tutto quello che Egli vi

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150° anniversario di Lourdes A sin., Bernadette Soubirous nel 1859. Sotto, il suo corpo rimane tutt’oggi incorrotto.

Fatima: “le apparizioni e i segni soprannaturali (...) devono convergere verso l’oggetto centrale dell’annunzio di Cristo” (3).

Carattere profetico

dirà” (Giov., 2, 5). La Madonna non viene a rivelare dottrine nuove, non viene a sconvolgere l’assetto della Fede, non viene a frapporsi come ostacolo. Viene a sottolineare che suo Figlio Divino è il centro di tutto. In questo senso, come ricorda il documento Vaticano Il Messaggio di

Ma questa è una formulazione quasi per difetto del ruolo di Maria Santissima, che va completata con una visione del suo ruolo positivo nella storia della salvezza. Concretamente, nelle apparizioni la Madonna esercita una missione profetica. Parlando di Fatima, il documento sopra citato la qualifica come “la più profetica delle apparizioni moderne”, frase poi ripetuta da Benedetto XVI nel suo viaggio in Brasile, nel maggio 2007.

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Discutendo la profezia, San Tommaso d’Aquino spiega: “Gli antichi profeti erano inviati per stabilire la fede e per restaurare i costumi. (...) Oggi la fede è già stabilita perché le promesse si sono compiute con Cristo. Ma la

profezia che ha per oggetto restaurare i costumi non cesserà mai”. Egli conclude che la profezia moderna non ha per oggetto rivelare nuove dottrine ma dirigere gli atti umani — non ad novam doctrinam fidei depromendam sed ad humanorum actuum directionem (4).

Questa direzione degli atti umani non è solo generica, cioè valida per tutti i tempi, ma concreta, di fronte ad una determinata situazione storica. In altre parole, la Madonna appare per indicare ai suoi figli come vivere il Vangelo nella situazione storica in cui concretamente si trovano, aiutandoli ad affrontare i mali del tempo e offrendo soluzioni che aprono al futuro. Questo è il senso profondo delle apparizioni mariane.

Ecclesia militans

Ciò vuol dire che le apparizioni mariane contengono sempre un elemento di richiamo alla militanza. E non poteva essere diversamente visto che, dall’inizio dei tempi, la Madonna è sempre stata al centro della lotta fra bene e male. Ecco quanto spiegava il Cardinale Ivan Dias, nella solenne Messa di inaugurazione dell’Anno Giubilare di Lourdes, l’8 dicembre scorso:

“Io desidero localizzare queste apparizioni [di Lourdes] nel più largo contesto della lotta permanente e feroce esistente tra le forze del bene e del male fin dal principio della storia dell’umanità, e che continuerà fino alla fine dei tempi. Le apparizioni di Lourdes sono, difatti, tra le


“Io desidero localizzare le apparizioni di Lourdes nel più largo contesto della lotta permanente e feroce tra le forze del bene e del male. Le apparizioni di Lourdes annunciano l’entrata decisiva della Vergine Maria nel cuore delle ostilità tra lei ed il demonio”.

(Cardinale Ivan Dias, Prefetto di Propaganda Fide. Omelia nella Messa inaugurale dell’Anno Giubilare di Lourdes.)

prime della lunga catena di apparizioni della Madonna che hanno avuto inizio nel 1830, a Rue du Bac, a Parigi, annunciando l’entrata decisiva della Vergine Maria nel cuore delle ostilità tra lei ed il demonio”.

Se facciamo assomigliare la storia moderna, cioè dalla fine della cristianità medievale, ad un’immensa battaglia in cui i figli della luce sono stati costretti a indietreggiare sempre di più, fino ad arrivare alla terribile situazione odierna, possiamo dire che le apparizioni della Madonna segnano l’inizio d’una inversione di rotta. Come se, impietosito dalla sorte dei suoi soldati, che sono anche i suoi figli, il Generale decidesse di gettarsi personalmente nella mischia, determinando l’esito dello scontro.

“Qui, a Lourdes, come dovunque nel mondo — continuava il Cardinale Dias — la Vergine Maria sta tessendo un’immensa rete dei suoi figli e figlie spirituali per lanciare una forte offensiva contro le forze del Maligno nel mondo intero, per chiuderlo e preparare così la vittoria finale del suo divin Figlio, Gesù Cristo”.

Battaglia decisiva

A che punto siamo di questa offensiva? Risponde il Cardinale Ivan Dias:

“La lotta tra Dio ed il suo nemico è sempre rabbiosa, anco-

ra più oggi che al tempo di Bernadette. Perché il mondo si trova inghiottito terribilmente nella palude di un secolarismo che vuole creare un mondo senza Dio; di un relativismo che soffoca i valori permanenti ed immu-

Miracolo e messaggio

È dottrina cattolica che i miracoli non sono la causa efficiente della Fede. Se così fosse, per esempio, tutti i giudei si sarebbero convertiti a Cristo presenziando ai Suoi miracoli. La Fede è un assentimento della ragione, accompagnata da un’inclinazione della volontà a credere in certe verità. Il miracolo può confermare la Fede, ma non ne è la causa.

Le apparizioni della Madonna sono normalmente accompagnate da miracoli. Alla Rue du Bac la Madonna chiese a S. Caterina Labouré di coniare l’ormai famosa Medaglia miracolosa. A Lourdes è zampillata un’acqua che guarisce. A Fatima il sole ha “ballato” nel cielo. Questi miracoli, però, sono una conferma dell’autenticità dei messaggi, non il loro oggetto.

A volte abbiamo la tendenza a confinare le apparizioni della Madonna nell’ambito dei “miracoli”. Pensiamo a Lourdes, e vediamo solo le guarigioni. Senza in nulla sminuire questo aspetto importantissimo, segno della perenne ed infinita bontà di Dio, dimentichiamo che un’apparizione mariana ha un senso teologico e storico molto profondo. Concretamente, a Lourdes l’oggetto dell’apparizione fu la manifestazione dell’Immacolata Concezione, e quindi, indirettamente, l’appoggio all’operato del Papa che aveva definito questo dogma, affrontando decisamente il liberalismo laicista. TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008 - 7


150° anniversario di Lourdes

“Ci troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l’abbia compreso totalmente. Siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e l’Anti-Chiesa”. (Cardinale Karol Wojtyla, maggio 1978.)

tabili del Vangelo e di un’indifferenza religiosa che resta imperturbabile di fronte ai beni superiori e alle cose che riguardano Dio e la Chiesa (...). Alcuni mesi prima della sua elezione al soglio pontificio, il Cardinale Karol Wojtyla diceva: ‘Ci troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l’abbia compreso totalmente. Siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e l’Anti-Chiesa, tra il Vangelo e l’Anti-Vangelo’. Una cosa è tuttavia certa: la vittoria finale appartiene a Dio e ciò si verificherà grazie a Maria, la Donna della Genesi e dell’apocalisse che combatterà alla testa dell’esercito dei suoi figli e figlie contro le forze del nemico, di Satana, e schiaccerà la testa del serpente”. Dio non lascia mai le opere incompiute. Se Egli ha deciso di

far intervenire in questa storica battaglia la Sua “carta vincente”, la Sua stessa Madre, ciò vuol dire che intende portarla fino in fondo, vale a dire fino al trionfo del Cuore Immacolato di Maria, come promesso a Fatima

Ecco il senso profondo delle apparizioni di Lourdes. (JL) 

Note______________________________

1. Il termine Tradizione è usato in senso tecnico, significando “il corpo di verità rivelate riguardanti la fede ed i costumi non registrate nelle Sacre Scritture ma ricevute oralmente da Dio e trasmesse dalla Chiesa”. J.M. Hervé, Manuale Theologiae Dogmaticae, Vol. 1, p. 537.

2. Catechismo della Chiesa Cattolica, N°. 67.

3. Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima, luglio 2000, Presentazione del cardinale Tarcisio Bertone. 4. Comm. in Math. cap. XI. Citato in C. Journet, L’Église du Verbe Incarné, vol. I, pp. 173-175.

La grotta di Massabielle, un’“irruzione di Dio nella storia dell’umanità”.

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Persecuzione religiosa

Vescovo incriminato per il reato di “omofobia”

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.E. Mons. André Mutien-Léonard, vescovo di Namur, Belgio (foto), è stato ufficialmente incriminato per il reato di “omofobia” ai sensi della Legge anti-discriminazione del 2003, per aver espresso punti di vista contrari alla pratica della omosessualità. Adesso rischia fino a dodici mesi di galera. In un’intervista al settimanale Télé Moustique, dopo aver ribadito che “per definizione, il matrimonio è un’unione stabile fra uomo e donna”, il presule, teologo e filosofo di fama internazionale, aveva dichiarato che la sua posizione in tema di omosessualità coincide con la teoria di Freud, secondo il quale questo comportamento è frutto d’uno sviluppo psicologico bloccato: “L’omosessualità corrisponde ad uno stato imperfettamente sviluppato della sessualità umana, che contradice la sua logica intrinseca”. Nella stessa intervista mons. Mutien-Léonard si è dichiarato contrario all’aborto, all’eutanasia nonché al cosiddetto matrimonio omosessuale: “Pics, Pacs, Pucs, chiamateli come volete ma, per carità, non chiamateli matrimonio”. Accusato di essere “retrogrado”, il vescovo ha invece denunciato la cultura moderna di tornare indietro nei secoli: “La promozione dell’omosessualità attraverso delle manifestazioni come i ‘gay pride’ ci fanno ritornare all’antichità greco-romana. La glorificazione dell’omosessualità implica un salto indietro di duemila anni”.

Dalla mozione di censura a Giovanni Paolo II, alla bocciatura dell’On. Rocco Buttiglione per causa delle sue idee cattoliche, al rifiuto di menzionare le radici cristiane nella Costituzione, questa Comunità Europea si sta dimostrando sempre più laicista. E adesso i vescovi rischiano la galera se criticano la pratica dell’omosessualità.

Tanto è bastato perché venisse processato penalmente ai sensi d’una legge del 2003. Secondo la legislazione belga, la discriminazione si può riferire anche alla “preferenza sessuale”. D’altronde, viene capovolto il senso giuridico tradizionale, mettendo l’onere della prova sull’imputato. In altre parole, gli accusatori non sono tenuti a dimostrare il reato, bensì l’incriminato a dimostrare la sua innocenza.

Le dichiarazioni del presule sono state addirittura stigmatizzate in sede del Parlamento Europeo. Una mozione presentata dal gruppo socialista, chiedendo “la fine di ogni discriminazione nei confronti degli omosessuali”, criticava come “inaccettabili (...) le continue dichiarazioni di leader religiosi, come quelle del Vescovo di Namur”.  TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008 - 9


Cina: uno sguardo dietro le quinte

Attualità

La super-diga sull’orlo del disastro

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ostruita come simbolo della nuova Cina, ostentata come la più grande del mondo, e ancora non terminata, la super-diga Tre Gole (foto a d.) è già sull’orlo del disastro. “Si tratta di un disastro dell’ingegneria — afferma l’agenzia di notizie ufficiale Xinhua — si può andare verso la catastrofe”. I commentatori fanno notare che, se il pericolo non fosse davvero incombente, i responsabili, per una tale notizia, avrebbero rischiato la vita.

Agenti del Partito Comunista hanno già cominciato ad allertare le popolazioni lungo le rive dello Yangsté. Gli argini hanno già ceduto in 91 punti diversi, in un arco di più di 36 chilometri, inghiottendo alcuni villaggi di pescatori. Ogni cedimento provoca un piccolo tsunami che poi viaggia lungo il fiume seminando distruzione. (Catolicismo, nov. 2007) 

Avvicinandosi ormai le Olimpiadi di Pechino, oggetto d’una colossale operazione di marketing propagandistica a beneficio del regime comunista cinese, forse è il caso di sbirciare dietro le quinte per scoprire l’altra faccia della medaglia.

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Cronica carenza di benzina

er l’ennesima volta si è fatto sentire in grande parte della Cina un fenomeno ormai endemico: il Tu huang, ovvero il panico da benzina. Milioni di automobilisti hanno dovuto affrontare fino a cinque ore di snervante attesa davanti ai distributori, solo per ricevere i pochi litri di benzina autorizzati dal governo per ogni cittadino. Molti sono rimasti a secco. Tali scene sono diventate sempre più comuni negli ultimi anni, mentre il paese soffre di periodiche scarsità di carburante durante le stagioni di picco della domanda. Il motivo di fondo non è tanto l’insufficienza della produzione quanto la politica del governo, che preferisce vendere il carburante all’estero, mentre mantiene la propria popolazione in uno stato di razionamento che poco è cambiato dall’epoca di Mao Tse Tung. (China Watch, 06-12-2007) 

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Pesci avvelenati

e acque al largo della Cina nord-orientale, sede delle maggiori pescherie ed aziende ittiche, sono diventate una gigantesca discarica per i rifiuti chimici secondo quanto rivela il Nanfang Daily. I banchi di pesci cominciano a scarseggiare, quelli di allevamento presentano un indice di tossicità allarmante, i frutti di mare vengono ritenuti addirittura “avvelenati”. I pescatori stanno abbandonando i villaggi costieri, una volta prosperi, per immigrare verso l’interno.

L’ultima novità dalla Cina: le “culle assassine”.

USA: cresce il sentimento anti-cinese

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Il mare di Bohai, che bagna le coste dello Shandong, Hebei e Liaoning era tradizionalmente conosciuto come “la fattoria ittica dell’imperatore”. Ma oggi le sue acque stanno morendo a causa dei fiumi avvelenati che vi sfociano. Si stima che 43 dei 53 corsi d’acqua che sfociano nel Bohai siano fortemente inquinati da sostanze chimiche. Ogni anno, 5,7 miliardi di tonnellate di rifiuti tossici nonché 2 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi sono gettati al mare. Il suo contenuto di metalli pesanti ormai supera di ben 200 volte il livello accettabile. Il porto di Yangjiao, già leader del mercato all’ingrosso di frutti di mare, è praticamente deserto. “Non ci sono più pesci”, si lamenta il pescatore Wang Dayou. (China Watch, 08-11-07) 

opo i farmaci avvelenati, il cibo per cani malsano, i prodotti di igiene fatti con agenti cancerogeni, i pneumatici avariati, i giocattoli pericolosi, le vernici contenenti sostanze proibite, e le batterie di cellulare che scoppiano, ecco che arrivano dalla Cina le “culle assassine”. Queste culle, commercializzate negli USA dalla ditta Simplicity for Children, hanno la cattiva tendenza a collassare, soffocando il bebè. Nell’arco di poche settimane, tre bimbi sono morti in questo modo, inducendo le autorità americane a ritirare dal mercato più di un milione di culle. L’indignazione contro i prodotti cinesi è alle stelle. Negozi sempre più numerosi stanno esibendo un cartello “China Free”, vale a dire “negozio senza prodotti cinesi”. (Catolicismo, nov. 2007) 

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Attualità

Ancora la censura

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n tribunale di Hangzhou ha condannato il giornalista Lu Gengson per “istigazione sovversiva contro lo Stato”, senza consentirgli di fare richieste o dichiarazioni. Il suo crimine? Aver parlato della corruzione dei funzionari pubblici. La moglie Wang Xue ha detto che è stata permessa la presenza solo a lei, alla figlia e a due amici. “Il giudice – racconta Wang – ha letto la sentenza immediatamente. Non ci sono state domande e nessuno ha potuto dire qualcosa”. Almeno 40 giornalisti sono attualmente in galera per analoghe accuse. (AsiaNews 06-02-2008)  “Qui non si vende roba cinese”

Si chiama Gao Zhou Zhou. Il suo padrone le ha legato le gambe dietro la schiena e l’ha venduta come schiava, costringendola a mendicare sulle strade di Pechino. Diversi organismi internazionali hanno denunciato questo agghiacciante ma diffuso commercio, senza la benché minima risposta da parte del governo. (Chinaview, luglio 2007)

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Una cultura di violenza

roteste di interi villaggi che chiedono l’indennità per i terreni espropriati dal governo, imprese che inviano picchiatori contro attivisti per i diritti dei lavoratori, polizia mandata a pestare e arrestare gli operai che chiedono di essere pagati: la “società armoniosa” cinese assomiglia sempre più al vecchio “Far West” USA, con i cittadini che debbono difendere da soli i loro diritti.

A dicembre, circa 10mila lavoratori della fabbrica elettronica di Ai Gao a Dong Wan sono scesi in piazza, protestando che la ditta decurta dal loro salario di 690 yuan (meno di 70 euro, il minimo mensile per legge) almeno 232 yuan per la mensa e 50 yuan per farli dormire in stanze da 16 persone. La polizia ha colpito i dimostranti e portato via oltre 100 persone, fra cui alcuni giornalisti. Nei giorni successivi il governo di Dong Wan ha proibito qualsiasi notizia, anche su siti web.

A Shenzhen da mesi gli attivisti per i diritti dei lavoratori sono pestati da ignoti. Una settimana prima è stato massacrato di botte Li Jinxin, attivista pro-lavoratori, e la stampa locale ricorda almeno altri due attivisti pestati in questi mesi.

Anita Chan, ricercatrice presso l’Università nazionale australiana, dice che “se la cosa continua si potrà generare una cultura della violenza”. (AsiaNews/Agenzie 08-01-2008) 

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I poveri sempre più poveri

n recente studio della National Development Reform Commission, con sede a Pechino, informa che l’indice Gini, che misura la distribuzione del reddito delle famiglie, ha raggiunto lo 0,4 il ché mostra che il divario fra ricchi e poveri a livello nazionale continua a crescere. Secondo Fan Gang, direttore del National Economic Research Institute, è improbabile che la tendenza soffra sostanziali variazioni nel prossimo decennio. (China Watch, 22-082007) 

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Ravioli al veleno

u ordine del Ministero della sanità giapponese, una ditta importatrice di ravioli surgelati cinesi ha dovuto ritirare il prodotto dal mercato dopo aver scoperto la presenza di un pesticida che ha provocato malori da avvelenamento ad almeno 10 persone.

I ravioli surgelati, prodotti dalla ditta cinese Tianyang, contenevano un insetticida al fosforo, causa di dolori addominali, vomito e diarrea. Tre persone nella provincia di Hyogo e sette a Chiba, vicino a Tokyo, si sono ammalate. Fra loro anche una bambina di 5 anni, che è caduta in coma e solo da poco ha riguadagnato coscienza. Il Ministero giapponese della sanità ha sospeso tutte le importazioni della Tianyang.

La qualità e la sicurezza delle esportazioni cinesi in Giappone è stata messa in crisi molte volte lo scorso anno, con la scoperta di materiali velenosi mortali contenuti in paste dentifrice, mangimi per animali, giocattoli e medicine. Anche in Giappone ormai si diffonde l’uso di cartelli che indicano che i prodotti alimentari in vendita non provengono dalla Cina (foto pag. precedente). (AsiaNews/Agenzie 31-01-2008) 

I

Repressione di dissidenti

ncurante dei prossimi Giochi Olimpici, il governo cinese ha lanciato una sistematica repressione del dissenso politico. La situazione dei diritti umani è notevolmente peggiorata. “Pechino ha chiaramente dimostrato che non intende mantenere le promesse fatte alla comunità internazionale in cambio di ospitare i Giochi — ha detto Sophie Richardson, capo ufficio per l’Asia dello Human Rights Watch — Al contrario, assistiamo ad un sistematico sforzo di ridurre al silenzio e di reprimere i cittadini cinesi che stanno cercando di ottenere dal governo un maggiore rispetto dei diritti fondamentali”. Negli ultimi quattro mesi, ben sei noti dissidenti sono stati arrestati con l’accusa di “incitamento alla sovversione contro il potere statale”. “I preparativi per le Olimpiadi stanno avendo un impatto negativo sugli sviluppi dei diritti umani in Cina — ha detto Richardson — Negli ultimi mesi, il governo ha aumentato la censura, perseguitando i difensori dei diritti umani e soffocando il crescente clamore popolare per una migliore tutela dei diritti di tutti”. In un altro inquietante sviluppo, la repressione dei dissidenti e degli attivisti per i diritti umani si è allargata negli ultimi mesi in modo da includere la sistematica intimidazione, sorveglianza e confinamento anche dei loro parenti. (Human Rights News, 06-02-08)  Huang Xiaomin, medaglia d’argento nelle Olimpiadi di Seul (1988) e oggi dissidente politico (a dx), ha scritto una lettera aperta agli atleti del mondo intero: “Vi prego, non gareggiate nelle Olimpiadi di Pechino, le medaglie sono intrise in sangue”. (Chinaview 22-09-07

Niente Natale

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a polizia della provincia dell’Hubei ha arrestato la notte di Natale un gruppo di orfani ed i volontari cristiani che si apprestavano a passare le feste con loro. Gli agenti hanno rinchiuso i bambini ed hanno “convinto” il proprietario del terreno su cui sorgeva l’orfanotrofio a cacciare via gli affittuari. Lo denuncia la China Aid Association, un’organizzazione non governativa che opera per la libertà religiosa in Cina. Secondo un documento segreto del Partito comunista dell’Hubei, in Cina è in atto una campagna per “normalizzare” le Chiese protestanti sotterranee dando loro due possibilità: o aderire al Movimento delle tre autonomie (fondato dal governo comunista) o essere soppresse. Poco prima, la polizia aveva fermato P. Zeng Zhongliang ed un suo seminarista, Wang Bin, mentre erano in visita nella provincia meridionale del Guangdong. Il loro “crimine”? Il sacerdote aveva organizzato una riunione del clero di tutta la diocesi, dove aveva agito in rappresentanza del vescovo, da tempo agli arresti domiciliari. (Asia News, 27-11-2007) 

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Attualità

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Il mito dell’antiproibizionismo

’argomento è apparentemente lineare: liberate il consumo delle droghe e ne vedrete crollare i prezzi, visto che non saranno più ritenute sostanze illegali. Crollando i prezzi, i produttori non avranno più l’incentivo del mercato. Di conseguenza, la produzione a sua volta calerà vistosamente. Conclusione: volete diminuire il consumo delle droghe? Liberalizzatele! Ecco quanto dicono da sempre i Radicali e “antiproibizionisti” vari, con Pannella in testa.

Ebbene, per motivi che non hanno niente a vedere con l’antiproibizionismo, i prezzi sono davvero calati... e il consumo è andato alle stelle. “Ormai i prezzi delle droghe sono diventati alla portata di tutte le tasche”, informava il Ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero. Ed il consumo è aumentato di ben il 60%, specie fra i giovani. “Proprio la sua maggiore accessibilità economica rende le droghe ancora più popolari”, spiega l’ex ministro.

È ora di smetterla con questi argomenti-pretesto, mettendo a nudo le vere motivazioni dell’antiprobizionismo, che sono di natura ideologica. 

L’Italia autentica

A

ltro che “pastore tedesco”... Nonostante la martellante campagna stampa, spesso al limite della diffamazione, per screditare Papa Benedetto XVI come “freddo” e “conservatore”, la verità è che il prestigio del Sommo Pontefice non fa altro che crescere.

Si è molto commentato il fatto che la frequenza alle sue udienze pubbliche sia molto aumentata rispetto a quelle del suo predecessore. “Ratzinger batte Wojtyla 2x1”, titolava (un po’ irreverentemente) un quotidiano milanese. Ecco che arriva un’ulteriore conferma. Secondo i dati ufficiali, l’obolo di S. Pietro, vale a dire quella contribuzione volontaria che i fedeli di tutto il mondo danno una volta all’anno, in occasione della festa dei SS Pietro e Paolo, in sostegno alle opere di carità del Papa — e sicuro sismografo della sua popolarità — è praticamente raddoppiato. Questo la dice lunga sull’abisso, sempre più profondo, fra la propaganda massmediatica e la vera opinione pubblica. Forse il conservatorismo dimostrato da Benedetto XVI piace più di quanto non siano disposti ad accettare certi opinionisti. 

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È

Gli islamici addescano in Venezuela

fatto noto l’intensa simpatia del presidente venezuelano Hugo Chávez per i fondamentalisti islamici, in chiave anti-americana. La sua ultima mossa, però, ha spiazzato più di uno. Il colonnello golpista ha firmato un accordo col gruppo terrorista islamico Hezbollah, finanziato dall’Iran, incaricandolo dell’indottrinamento delle popolazioni prossime alla frontiera col Brasile e la Colombia, maggiormente composte da indios Guajiros.

Hezbollah è già riuscito a convertire all’islam la tribù dei Wayuu. Le donne ormai usano il velo, gli uomini si addestrano col Kalashnikov, e i bambini imparano a leggere col Corano.

Questo fervore islamico si addice perfettamente all’orientamento marxista di Chávez. Ricordiamo che Hezbollah è nato con l’appoggio del Partito comunista iraniano, che vedeva nell’organizzazione terrorista un valido elemento della “lotta di liberazione rivoluzionaria secondo le parole d’ordine dell’islam”. 

I

Terroristi islamici del Hezbollah indottrinano gli indios Wayuu.

Scienziati contestano l’effetto serra

l Comitato per l’Ambiente e i Lavori Pubblici del Senato americano ha dato alla stampa una compilazione contenente più di 400 studi scritti da scienziati di fama internazionale che affermano che il riscaldamento globale corrisponde ad un ciclo climatico naturale, e non è dunque imputabile all’azione inquinante dell’uomo. Questi lavori, che raccolgono contributi di esperti nelle più svariate discipline, rappresentano più del 50% della recente produzione scientifica mondiale sul tema. D’altronde non tutto è negativo nell’aumento termico. Una ricerca pubblicata da Orley Ashenfelter della Princeton University e Karl Storchmann del Whitman College, analizzando gli effetti dell’aumento della temperatura globale sul valore dei vigneti più famosi del mondo, ha riscontrato che la qualità dei vini pregiati è aumentata negli ultimi 50 anni proprio nelle regioni con l’aumento di temperatura più significativo.

Un’altra ricerca dell’Università di Firenze conferma questo fatto: dagli anni Ottanta in poi si accerta un incremento del livello qualitativo del Brunello di Montalcino, del Chianti Classico e del Nobile di Montepulciano, dovuto alle particolari condizioni climatiche calde.  Diverse ricerche stanno dimostrando un aumento nella qualità dei vini pregiati dovuto all’aumento della temperatura. A dx, le colline del Chianti, in Toscana.

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P l i n i o Co r r êa d e O l i v e i r a

Una fiamma di fede e coraggio

Introducendo l’anno del centesimo anniversario della nascita del grande leader cattolico Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), ispiratore delle Società per la Difesa della Tradizione Famiglia e Proprietà — TFP, proponiamo ai nostri lettori ampi stralci della conferenza del prof. Roberto de Mattei nell’ultima Università Estiva delle TFP europee, tenutasi in Austria ad agosto. 16 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008


È

il 27 ottobre dell’anno 312 dopo Cristo. Due eserciti si fronteggiano alle porte di Roma. Il primo esce dalle Mura Aureliane per schierarsi lungo le sponde del Tevere, presso Ponte Milvio. È comandato da Marco Aurelio Valerio Massenzio. Il secondo, sceso verso Roma da Treviri, in Germania, si attesta lungo la via Flaminia. È guidato da Flavio Valerio Costantino. I due contendenti lottano per il titolo di Augusto di Occidente, una delle quattro cariche supreme nella Tetrarchia, il nuovo sistema di governo dell’Impero ideato da Diocleziano.

Saxa Rubra: cambia il destino dell’Impero

La giornata volge al tramonto, quando le truppe di Costantino vedono improvvisamente stagliarsi nel cielo un grande segno luminoso, con una scritta fiammeggiante: In hoc signo vinces. Eusebio di Cesarea, il primo grande storico della Chiesa ricorda l’evento con queste parole: “Un segno straordinario apparve in cielo. (...) Quando il sole cominciava a declinare, Costantino vide con i propri occhi in cielo, più in alto del sole, il trofeo di una croce di luce sulla quale erano tracciate le parole IN HOC SIGNO VINCES. Fu pervaso da grande stupore e insieme a lui il suo esercito”.

IN HOC SIGNO VINCES persecuzione, la più terribile, quella di Diocleziano, iniziata nel 297 con l’epurazione dall’esercito di tutti i fedeli di Cristo. I militari cristiani che erano molto numerosi nelle armate imperiali, erano stati posti di fronte ad un’alternativa radicale: abbandonare la loro religione o il loro posto nell’esercito. Vi fu chi scel-

se la triste strada dell’apostasia, ma molti perseverarono e, lasciato l’esercito, emigrarono in Gallia dove si arruolarono con Costanzo Cloro, l’unico dei quattro tetrarchi che non aveva aderito alle persecuzioni di Diocleziano. Ciò significa che, all’inizio del IV secolo, il numero dei cristiani che affollavano l’eserci-

L’effetto sulle truppe è impressionante. Nell’esercito di Costantino ci sono molti cristiani. Essi hanno vissuto l’ultima A dx, il Ponte Milvio che, uscendo da Roma sulla via Flaminia, porta alla pianura di Saxa Rubra. TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008 - 17


Plinio Corrêa de Oliveira A sin., mosaico bizantino raffigurante l’imperatore Costantino I il Grande, vincitore di Saxa Rubra, autore dell’Editto di Milano (313).

Sotto, il prof. Roberto de Mattei durante la conferenza.

dei soldati con quei segni celesti di Dio e ad iniziare quindi la battaglia”.

to di Costanzo, stanziato nelle Gallie e in Britannia, non era irrilevante.

Quando, nel 305, Costanzo era morto a York, in una spedizione contro i Picti e gli Scoti, le truppe avevano acclamato imperatore Costantino, figlio illegittimo di Costanzo e di Elena, futura imperatrice e futura santa, mentre i pretoriani a Roma proclamavano imperatore Massenzio. Quest’ultimo aveva invocato gli dei pagani, per chiedere loro la vittoria. La Croce apparsa nel cielo era, senza ombra di dubbio, il simbolo dei cristiani. I due eserciti che ora si affrontavano erano consapevoli che non erano forze meramente umane quelle coinvolte nel terribile scontro. Nella notte, come narra Lattanzio, Cristo apparve in sogno a Costantino, “esortandolo ad apporre quel simbolo sugli scudi

Vi sono momenti in cui un uomo può cambiare, con il suo sì o con il suo no, il corso della sua vita. E vi sono momenti in cui dalla scelta di quest’uomo può dipendere la sorte di popoli e di nazioni per i secoli a venire. Accadde in quella notte di ottobre al figlio di Costanzo ed Elena, chiamato a decidere quale sarebbe stato il destino dell’Impero di Roma.

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Non sappiamo cosa avvenne nel cuore di Costantino: se la sua decisione fu fulminea o se ebbe dubbi ed esitazioni. Sappiamo però che, la mattina dopo, egli non solo fece imprimere il monogramma di Cristo sui vessilli delle sue legioni, ma che istituì il Labarum, lo stendardo che avrebbe sostituito l’aquila romana di Giove e che tutti i soldati da allora avrebbero dovuto onorare. La battaglia si svolse furiosa. Costantino riuscì a spingere l’esercito rivale con le spalle al Tevere, dove Massenzio cercò scampo nella fuga. Fu travolto dalle acque e la sua testa fu portata al vincitore, che ascese al soglio dell’Impero.

Cristianesimo e milizia

Il 28 ottobre del 313 la Croce trionfò vittoriosa sul san-


Nessun atto del Magistero ha proibito il servizio militare nel corso dei primi secoli. Al contrario, è noto il fatto che in questo periodo storico molti cristiani servirono nelle legioni romane. Molti sono venerati come santi.

In senso orario: San Maurizio, comandante della Legione Tebea; Sant’Ambrogio, centurione di cavalleria; Sant’Alessandro, comandante di centuria della Legione Tebea; San Sebastiano, comandante della Prima Coorte.

gue e sulla polvere del grande campo di battaglia di Saxa Rubra, là dove il Tevere fa una grande ansa, prima di costeggiare la Flaminia. Il luogo prese il nome di Saxa Rubra, dal colore del sangue versato sulle pietre. Quel sangue, per la prima volta nella storia, non fu solo sangue cristiano.

Costantino non era cristiano e non divenne cristiano in quella notte, ma rispose affermativamente all’invito di Cristo. Un anno dopo, il 13 giugno 313, egli promulgò l’Editto di Milano con cui ogni legge persecutoria emanata in passato contro i cristiani era abolita e il Cristianesimo diveniva religio licita nell’Impero.

Costantino è celebre per quest’editto che poneva fine all’era delle persecuzioni ed apriva un’epoca nuova di libertà per

la Chiesa. È grazie a questo editto che si parla di “svolta costantiniana” nella storia della Chiesa. E tuttavia, nella vita di Costantino ed in quella della Chiesa, l’ora decisiva, fu un’altra: quella in cui per la prima volta la Croce di Cristo, vexilla regis, apparve

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Plinio Corrêa de Oliveira

sul campo di battaglia, difesa dalle spade dei legionari.

C’erano stati eretici, come i montanisti che avevano sostenuto l’incompatibilità del Cristianesimo con le armi. Non era questo l’insegnamento del Vangelo e non era stato questo, nei primi tre secoli, l’atteggiamento dei cristiani. Malgrado le opinioni in senso contrario di Tertulliano, le cui posizioni riflettono la sua evoluzione verso l’eresia montanista, nessun atto del Magistero aveva proibito il servizio militare nel corso dei primi tre secoli. Al

contrario, è noto il fatto che in questo periodo storico molti cristiani servirono come ufficiali o soldati nelle legioni romane, conciliando la duplice caratteristica di cristiani e di militari, senza che la Chiesa rivolgesse loro alcun rimprovero per questo motivo: molti di questi furono anzi canonizzati. Gli ufficiali e soldati cristiani che furono martirizzati in quest’epoca non furono messi a morte per aver rifiutato come cristiani di servire nell’esercito, ma per aver rifiutato di partecipare a

cerimonie pagane imposte dai persecutori, ossia per aver rifiutato di compiere atti di idolatria e di apostasia. Tale è l’esempio di sant’Eustachio, di san Sebastiano, dei legionari della XII Fulminata sotto Marco Aurelio, e di san Maurizio della Legione Tebea, sotto Diocleziano.

Guerra giusta

Il Cristianesimo insegnava che era possibile essere buoni cristiani e buoni soldati: era possibile servire in armi un’autorità che

Il beato Urbano II predica la Crociata nel Concilio di Clermont, nel 1095. Nella pagina seguente, sigillo dei Cavalieri Templari.

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veniva riconosciuta come legittima, anche quando perseguitava la fede. Ma l’apparizione della Croce a Costantino significava qualcos’altro: per la prima volta nella storia, appariva un esercito cristiano: un’armata di uomini non tutti cristiani, ma disposti a combattere nel nome di Cristo.

Per la prima volta la Croce non era solo il simbolo della sofferenza nel martirio: diveniva il simbolo della sofferenza nella lotta. Era Cristo stesso, che chiedeva a Costantino e alle sue legioni di combattere e chiedeva di combattere in suo nome: si può combattere dunque in nome di Dio, quando la causa è giusta, quando la guerra è santa, quando Dio stesso lo vuole, come tante volte sarebbe accaduto nella storia.

La battaglia di Saxa Rubra non dimostrava solo la legittimità del combattimento cristiano. Il monogramma di Cristo impresso sul labaro di Costantino esprimeva la teologia politica del Vangelo, riassunta dalla massima Non est potestas nisi a Deo (Rom. 13, 1). Il monogramma di Cristo imprimeva un carattere sacro sul labaro imperiale, conteneva in sé tutta la Civiltà cristiana del Medioevo.

Il monogramma di Cristo impresso sul vessillo imperiale e l’insegna, in hoc signo vinces, che spronava alla lotta, conteneva la storia dei secoli futuri: il sogno di sant’Ambrogio e di Teodosio di costruire un Impero romano cristiano; la realizzazione del Santo Impero, nell’800 dopo Cristo, con l’incoronazione di Carlo Magno, padre e fondatore della Cristianità medioevale. Nei cerimoniali di incoronazione imperiali e regi che succederanno

a quello di Carlo Magno, il sovrano riceve dal consecrator non solo la corona ma anche la spada: Accipe gladium de altare sumptum; la spada è santa come l’altare da cui è presa. Il sovrano deve brandirla vigorosamente per dimostrare la propria decisione di difendere la Chiesa contro i nemici esterni ed interni che la aggrediscono.

Fu in questo spirito che nacquero le crociate, intraprese per

Nelle crociate la Chiesa esercita la potestas gladii ecclesiastica, il potere di coercizione, non solo spirituale, ma anche materiale, che scaturisce dalla sua natura giuridica di societas perfecta, indipendente da ogni autorità umana. Dal carattere di società perfetta che le è proprio, deriva alla Chiesa, pleno jure, la potestà di coazione, sia sul piano spirituale che su quello materiale. Le crociate costituiscono una espressione storica di questo diritto della Chiesa ad usare della forza materiale per conseguire il suo fine soprannaturale.

Le crociate: un atto di amore

difendere la fede e riconquistare i Luoghi Santi. Il grido Deus vult che risuonò sul campo delle crociate riecheggia quello di Saxa rubra: in hoc signo vinces. “Nel lanciare l’appello alle Crociate — scrive il cardinale Castillo Lara — nell’animare i soldati prendendoli sotto la loro alta direzione, i pontefici non si posero mai il problema della incongruenza della guerra con lo spirito della Chiesa, né si domandarono se avevano diritto di organizzare eserciti e lanciarli contro gli infedeli. (…) I Papi di conseguenza non solo non lo consideravano illecito, ma anzi avevano coscienza di esercitare in tal modo un proprio potere: il supremo potere di coazione materiale”.

Il professor Jonathan Riley-Smith, caposcuola del rinnovamento degli studi sulle crociate, in un saggio apparso nel 1979 con il titolo Crusading as an Act of Love, La Crociata come atto d’amore, ricorda la bolla Quantum praedecessores, del 1° dicembre 1145, con cui Papa Eugenio III, riferendosi a coloro che avevano risposto all’appello della prima crociata, afferma che essi erano “infiammati dall’ardore della carità”, e alla carità, all’amor di Dio, fa risalire la motivazione profonda di questa impresa.

Offrire la propria vita è la più grande forma di amore e il più perfetto atto di carità, poiché ci fa perfetti imitatori di Gesù secondo le parole del Vangelo, secondo cui “nessuno ha più grande amore di colui che dà la sua vita per Lui e per i suoi fratelli” (Gv. 3, 16; 15, 13). Questa testimonianza è comune ai martiri e ai crociati. Se il martirio è l’atto con cui il cristiano è disposto a sacrificare la sua vita per preservare la propria fede, la cro-

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Plinio Corrêa de Oliveira

“Quando ancora molto giovane considerai rapito le rovine della Cristianità, affidai ad esse il mio cuore, voltai le spalle al mio futuro e di quel passato carico di benedizioni feci il mio avvenire” Plinio nel 1918.

ciata appare, nelle sue motivazioni più profonde, come l’atto con cui il cristiano è disposto ad offrire la propria vita, per il bene soprannaturale del prossimo, difendendolo con il suo combattimento. Nei crociati, la prospettiva del martirio è insita nel signum super vestem: la Croce rossa sull’abito bianco. Quella stessa Croce, nell’ottobre del 312, era apparsa nel cielo, per indicare ai legionari di Costantino la via della lotta e della vittoria.

Quando Marcantonio Colonna, comandante della flotta pontificia nella battaglia di Lepanto, prestò giuramento nella cappella papale, l’11 giugno 1571, ricevette dalle mani del Papa, oltre al bastone del comando, una bandiera di seta rossa. Su questa bandiera era impresso il Cristo crocefisso tra i principi degli apostoli Pietro e Paolo; sotto di essi vi era lo stemma di Pio V e come motto: In hoc signo vinces.

Plinio Corrêa de Oliveira, “crociato del secolo XX”

In hoc signo vinces. Sotto questa insegna può porsi la vita di Plinio Corrêa de Oliveira, entrato nella storia come “il crociato del secolo XX”.

La personalità di Plinio Corrêa de Oliveira fu senza dubbio prismatica ed ogni definizione, anche quella di “crociato” può essere considerata riduttiva. Eppure la parola “crociato”, più di ogni altra gli si addice e, sotto certi aspetti, ne riassume la sua vocazione. Cercherò di offrire qualche elemento di riflessione su questo punto.

Plinio Corrêa de Oliveira volle un giorno riassumere il senso della sua vita e della sua opera in queste poche parole vergate di sua mano:

“Quando ancora molto giovane considerai rapito le rovine della Cristianità, affidai ad esse il mio cuore, voltai le spalle al mio futuro e di quel passato carico di benedizioni feci il mio avvenire”.

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Per comprendere queste parole, per comprendere la grandezza della vocazione di Plinio Corrêa de Oliveira, si può meditare su un punto che il Concilio Vaticano I ha definito articolo della nostra fede: la possibilità per la ragione umana di raggiungere la certezza dell’esistenza di Dio e di credere in Lui, seguendo un itinerario che ascende a Dio dalle cose create, perché, secondo le parole di san Paolo, “le perfezioni invisibili di Dio, fin dalla creazione del mondo, sono rese visibili all’intelligenza degli uomini, per mezzo degli esseri che Egli stesso ha fatti” (Rom. I, 20).

Si potrebbe affermare, per analogia, che esiste la possibilità, per l’anima umana, di conoscere e amare la Chiesa, attraverso le sue opere e, in primis, attraverso le perfezioni della Civiltà cristiana di cui essa è Madre. La contemplazione di una cattedrale, l’ascolto di una melodia gregoriana o polifonica, la lettura di un capolavoro come la Divina Commedia o le Lusiadi, infonde, nella nostra anima la certezza che tutto


il bello, il bene e il vero prodotto dall’uomo nella storia, ha la sua sorgente soprannaturale nella Chiesa, definita da Pio XII “principio vitale della società umana”.

Negli anni in cui il giovane Plinio entrava nell’agone della vita, la Prima Guerra mondiale travolgeva i pilastri della società cristiana, ma quanto di essa sopravviveva era sufficiente per rivelarne al suo cuore tutta la grandezza. Questa grandezza era innanzitutto spirituale, si alimentava alla fonte della Grazia, di cui era Madre e custode la Chiesa.

Contemplando le rovine della Cristianità Plinio Corrêa de Oliveira conobbe e amò profondamente la Chiesa e decise di servirla. Dal suo amore per la Chiesa nacque la decisione di difendere la Civiltà cristiana, combattendo a viso aperto contro i suoi nemici. “La combattività cristiana — scrisse — ha significato unico di legittima difesa. Non c’è per essa altra possibilità di legittimità. È sempre l’amore per una cosa offesa, che spinge il cristiano alla lotta. Ogni lotta è tanto più vigorosa quanto più elevato è l’amore con cui si combatte. Per ciò stesso, nel cattolico non c’è maggior combattività di quella con cui egli lotta in difesa della Chiesa, oltraggiata, negata, calpestata”.

“È sempre l’amore per una cosa offesa, che spinge il cristiano alla lotta. Ogni lotta è tanto più vigorosa quanto più elevato è l’amore con cui si combatte. Per ciò stesso, nel cattolico non c’è maggior combattività di quella con cui egli lotta in difesa della Chiesa, oltraggiata, negata, calpestata”. ve, non aggressive, nate dall’amore verso la Chiesa e la Civiltà cristiana. La Cristianità medievale visse sempre in guerra di legittima difesa contro i barbari che incalzavano l’Europa a nord e a est, e contro i musulmani che la aggredivano a sud. Se gli uni e gli altri non avessero violato le sue frontiere, se avessero permesso l’opera di evangelizzazione dei missionari, se avessero

rispettato i Luoghi Santi, non vi sarebbero state le crociate.

Un nuovo nemico minacciava ora la Civiltà cristiana: un processo distruttivo che affondava le sue radici nell’umanesimo rinascimentale e che si era sviluppato attraverso le tappe storiche del Protestantesimo, della Rivoluzione francese e del comunismo. Plinio Corrêa de Oliveira ingaggiò una guerra mortale contro la Rivoluzione anticristiana che, dopo la Prima guerra mondiale, prendeva la forma dei due “fratelli nemici”: il comunismo e il nazionalsocialismo.

La voce Cristianità, che giungeva dolente dal passato, risuonò profondamente nel cuore del giovane studente di Diritto dell’Università di San Paolo, del giovane Presidente dell’Azione Cattolica paulista, del giovane deputato all’Assemblea Costituente, del giovane direttore del Legionario. Plinio Corrêa de Oliveira voltò le spalle al suo futuro e “di quel passato carico di benedizioni” fece il suo avvenire.

Così era accaduto per le crociate che furono imprese difensi-

La lotta del crociato è direttamente orientata alla difesa della Civiltà cristiana. Plinio Corrêa de Oliveira lottò usando la penna, la parola, l’esempio. A dx, il dottor Plinio tiene una conferenza nel 1985.

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Plinio Corrêa de Oliveira

della legge naturale e, in questo modo, fondamento ultimo dello stesso ordine temporale”. La Rivoluzione mira a impedire alla Chiesa la sua missione di salvezza delle anime che essa esercita non solo nel suo potere spirituale diretto, ma anche nel suo potere temporale indiretto. La Contro-Rivoluzione che sorge in difesa della Chiesa “non è destinata a salvare la Sposa di Cristo” che “non ha bisogno degli uomini per sopravvivere. Al contrario, è la Chiesa a dare vita alla Contro-Rivoluzione, che, senza di essa, non sarebbe attuabile e neppure concepibile”:

In che senso il suo avvenire può essere equiparato a quello di un crociato? In fondo, si potrebbe obiettare, nessuna crociata fu bandita dai Papi nel XX secolo e Plinio Corrêa de Oliveira lottò, ma non impugnò mai le armi. Usò la penna, la parola, l’esempio, più simile, sotto certi aspetti, a un grande apologeta, a un grande controversista, a un dottore della Chiesa, piuttosto che a un crociato.

La risposta a questa obiezione è semplice. Sant’Agostino afferma che martyres non facit poena, sed causa. Questa sentenza significa che ciò che rende il martire tale non è la morte violenta, la sofferenza subita, ma la ragione ultima della sofferenza e della morte: il fatto che la morte sia inflitta in odio alla verità cristiana. I martiri furono tali non per le loro sofferenze, ma perché offrirono la loro vita per la Chiesa. Analogamente si potrebbe dire che ciò che rende la crociata tale non è l’uso delle armi, non è la sofferenza della lotta armata, ma il fine stesso dell’impresa: il servizio della Civiltà cristiana e, attraverso essa, della Chiesa. La lotta del crociato è direttamente orientata alla difesa della Civiltà cristiana, così come la sofferenza del martire è direttamente orientata a testimoniare la verità della Chiesa.

Nessuno, meglio di Plinio Corrêa de Oliveira, comprese, nel secolo XX, il nesso intimo e profondo che lega la Civiltà cristiana alla Chiesa. Egli comprese

“Abbiamo sempre amato il Romano Pontefice. Non c’è stata una parola del Papa che non sia stata da noi pubblicata, spiegata, difesa. Non c’è stato un interesse della Santa Sede che non abbiamo rivendicato col massimo ardore di cui una creatura umana sia capace”. che la Rivoluzione è un processo che, attraverso la distruzione dell’ordine temporale cristiano, mira a colpire a morte la Chiesa “Corpo Mistico di Cristo, maestra infallibile della Verità, tutrice

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La Chiesa è l’anima della Contro-Rivoluzione

La Chiesa è dunque una forza fondamentalmente controrivoluzionaria, ma non si identifica con la Contro-Rivoluzione: la sua vera forza sta nell’essere il Corpo Mistico di Nostro Signore Gesù Cristo. Nondimeno, l’ambito della Contro-Rivoluzione oltrepassa, in un certo senso, quello ecclesiale, perché comporta una riorganizzazione di tutta la società temporale dalle fondamenta. “Se la Rivoluzione è il disordine — afferma il pensatore brasiliano — la ControRivoluzione è la restaurazione dell’Ordine. E per Ordine intendiamo la pace di Cristo nel Regno di Cristo. Ossia, la Civiltà cristiana, austera e gerarchica e, nei suoi fondamenti, sacrale, antiugualitaria e antiliberale”.


Chi combatte, dice S. Agostino, non combatte per la guerra, combatte per la pace, e la pace di chi combatte per Cristo è la pace di Cristo, realizzata da una società integralmente cristiana. Questa meta è espressa dal ideale della Regalità sociale di Gesù Cristo, il cui Regno non è di questo mondo (Gv, 18, 36), ma a questo mondo si estende, e in questo mondo inizia a realizzarsi, perché solo a Cristo è stata data ogni potestà in cielo e in terra (Mt, 18, 28).

Combattere per la Civiltà cristiana significa combattere per l’instaurazione di tutte le cose in Cristo (Ef. 1, 10). Restaurare in Cristo, secondo le parole di san Pio X, “non solo ciò che appartiene alla divina missione della Chiesa di condurre le anime a Dio, ma anche ciò che (…) da quella divina missione spontaneamente deriva: la civiltà cristiana nel complesso di tutti e singoli gli elementi che la costituiscono”.

Ciò che fa il crociato tale è il fine, non i mezzi della lotta. Non è l’uso delle armi, ma il proposito di combattere per il Regno di Cristo a formare un cuore crociato. Plinio Corrêa de Oliveira fu il crociato del secolo XX, perché tutta la sua vita fu spesa in difesa della Civiltà cristiana. Fu questa la sua specificità, la sua essenza, la causa della sua santità, perché fu in questo servizio che le sue virtù brillarono con particolare eroismo.

Il beato Urbano II non combatté in prima persona davanti alle mura di Gerusalemme, ma bandì e infuse lo spirito di quella Prima crociata che fu il modello di imprese analoghe e successive. San Bernardo di Chiaravalle non impugnò la spada, ma trasmise ai templari, prima che la Regola di un Ordine, lo spirito degli ordini religiosi e militari che sarebbero fioriti nella Cristianità. Plinio Corrêa de Oliveira non difese con le armi la Civiltà cristiana, ma infuse lo spirito di lotta a tutti coloro che avrebbero dovuto difenderla, anche dopo la sua morte.

Egli stesso nel maggio del 1944 tracciò, su Il Legionario, un primo bilancio della sua vita, che appare quasi come il testamento, ma anche il programma di una crociata:

“Innanzitutto, abbiamo sempre amato il Romano Pontefice. Non c’è stata una parola del Papa che non sia stata da noi pubblicata, spiegata, difesa. Non c’è stato un interesse della Santa Sede che non abbiamo rivendicato col massimo ardore di cui una creatura umana sia capace. Nelle nostre parole, grazie a Dio, non c’è stato nessun concetto, nessuna

sfumatura, che discordasse dal Magistero di Pietro anche solo in una virgola, in una riga. Siamo stati su tutte le linee gli uomini della Gerarchia, le cui prerogative abbiamo difeso con strenuo ardore, contro quelle dottrine che pretendono di sottrarre all’Episcopato e al Clero la direzione del laicato cattolico.

“Non c’è stato equivoco, confusione o tempesta che sia al riguardo riuscita a lasciare la più lieve macchia sul nostro stendardo. Abbiamo difeso a tutto campo lo spirito di selezione, di formazione interiore, di mortificazione e di rottura con le vergogne del secolo. Abbiamo lottato per la dottrina della Chiesa contro i torvi eccessi del nazionalismo statolatrico che ha dominato l’Europa, contro il nazismo e il fascismo in tutte le sue varianti,

Plinio Corrêa de Oliveira fu il crociato del secolo XX, perché tutta la sua vita fu spesa in difesa della Civiltà cristiana. Fu questa la sua specificità, la sua essenza, la causa della sua santità, perché fu in questo servizio che le sue virtù brillarono con particolare eroismo. A dx, il dottor Plinio tiene un discorso all’Azione Cattolica di Santos, Brasile, nel 1943.

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Plinio Corrêa de Oliveira

contro il liberalismo, il socialismo, il comunismo e la famigerata ‘politique de la main tendue’. Non si è levato nessuno contro la Chiesa, in nessuna parte del mondo, che non sia stato contestato dal Legionário.

“Contemporanemente, non abbiamo mai perso di vista il dovere di alimentare in ogni modo le devozione alla Madonna e al Santissimo Sacramento. Non c’è stata una sola iniziativa genuinamente cattolica che non abbia avuto tutto il nostro entusiastico appoggio. Alla nostra porta non ha bussato nessuno, che avesse in mira solo la maggior gloria di Dio, senza trovare un’ospitalità in colonne amiche e accoglienti. In questa vita, c’è una buona battaglia da combattere. Ora siamo sfiniti, sanguinanti in tutte le membra. Usciamo da questo combattimento estenuati, feriti. In compenso, non osiamo chiedere altro, come premio, che il perdono di tutto quanto inevitabilmente c’è stato di fallibile e di umano in questa opera che dovrebbe essere tutta per Dio, diretta a Dio solo”.

la civiltà medioevale. Avanziamo verso la conquista di questo ideale con il coraggio, la perseveranza, la decisione di affrontare e vincere tutti gli ostacoli, con cui i crociati marciavano verso Gerusalemme”.

Queste parole esprimono innanzitutto una teologia e una filosofia della storia. Quando Plinio Corrêa de Oliveira scrive, all’indomani della Seconda Guerra mondiale, il mito dominante è ancora quello del progresso. L’idea di progresso dopo aver costituito l’anima delle principali correnti del pensiero europeo dell’Ottocento — dal libera-

lismo al socialismo — era penetrata all’interno della Chiesa con il modernismo, le cui idee fermentavano sordamente sotto il pontificato di Pio XII. Dopo la sua morte, il pensiero cattolico sarebbe stato dominato dalle tesi progressiste di Jacques Maritain. Nel suo libro Umanesimo integrale, apparso nel 1936, il filosofo francese affermava la sua fede nella irreversibilità del mondo moderno e del ruolo storico che in esso avrebbe giocato il marxismo. In quegli stessi anni Plinio Corrêa de Oliveira prevedeva il sorgere di una “Quarta Rivoluzione”, il crollo del mondo moderno e la fine del comuni-

Fu in perfetta coerenza con questo spirito che, nel gennaio del 1951, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira aprì il primo numero di Catolicismo con un articolo non firmato, “La crociata del secolo XX”, destinato a divenire un autentico manifesto della ControRivoluzione cattolica. Bisogna rileggere quelle pagine con attenzione, meditandole, come si leggono quei testi ispirati dalla Grazia, che non perdono la loro attualità nel corso del tempo.

“È questa la nostra finalità, il nostro grande ideale. Avanziamo verso la Civiltà cattolica che potrà nascere dalle rovine del mondo moderno, come dalle rovine del mondo romano è nata

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Gli stendardi delle TFP sventolano sul Danubio, agosto 2005.


smo, o meglio la sua metamorfosi, il passaggio dall’ipertrofia dello Stato alla dissoluzione dello Stato, dallo Stato comunista al comunismo senza Stato, dall’utopia del progresso al regno del caos.

Sulle rovine del mondo moderno sarebbe sorta la Civiltà Cristiana del XXI secolo: “Avanziamo verso la conquista di questo ideale con il coraggio, la perseveranza, la decisione di affrontare e vincere tutti gli ostacoli, con cui i crociati marciavano verso Gerusalemme”. Con parole analoghe, nel suo ultimo libro, Plinio Corrêa de Oliveira

rivolge ai nobili e alle élites tradizionali, un appello estremo alla crociata.

“Se il nobile del secolo XX si mantenesse consapevole di questa missione — egli scrive — e se, animato dalla fede e dal amore per la vera tradizione, facesse di tutto per esserne all’altezza, otterebbe una vittoria di grandezza non minore di quella conseguita dai suoi antenati, quando contennero i barbari, respinsero l’Islam oltre il Mediterraneo, e sotto il comando di Goffredo di Buglione abbatterono le mura di Gerusalemme”.

“È questa la nostra finalità, il nostro grande ideale. Avanziamo verso la Civiltà cattolica che potrà nascere dalle rovine del mondo moderno, come dalle rovine del mondo romano è nata la civiltà medioevale”.

Anche queste parole vanno meditate. In esse ritroviamo lo spirito di tutti i combattenti cristiani che, a partire da Saxa Rubra, nel corso dei secoli non hanno arretrato di fronte al nemico: hanno riposto tutta la propria fiducia in Dio, hanno combattuto e hanno vinto.

In hoc signo vinces. È questo e non altro lo spirito del Messaggio di Fatima, che si conclude con una visione al cui centro campeggia “una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia”, ai cui piedi il Santo Padre “venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni”. Una Croce che evoca terribili persecuzioni, ma anche lotte cruente, sullo sfondo di una città in rovine che ricorda quelle rovine del mondo moderno da cui, secondo Plinio Corrêa de Oliveira, sarebbe nata la Civiltà cristiana, come dalle rovine del mondo romano era nata la Civiltà medioevale.

La fiducia in questa vittoria ricevette un suggello soprannaturale nel messaggio di Fatima. Plinio Corrêa de Oliveira non aveva ancora nove anni quando, all’estremo opposto di quella Europa in cui faceva la sua comparsa il comunismo, la Santissima Vergine, affidò ai tre pastorelli della Cova da Iria un messaggio drammatico, illuminato dalle parole, piene di speranza: “Infine il mio Cuore Immacolato trionferà”. Queste parole, come quelle di Cristo a Costantino, sono oggi (alla pagina 33 )

TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008 - 27


Le preghiere di Plinio Corrêa de Oliveira

U

omo di incrollabile fede e profonda vita spirituale, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira trascorreva parte della sua giornata in contemplazione e preghiera. Le sue preghiere erano, per lo più, quelle tradizionali della Chiesa: Rosario, litanie, giaculatorie, consacrazione alla Madonna e via dicendo (v. Tradizione Famiglia Proprietà, maggio 2006). A volte, però, volendo sottoporre alla Divina Provvidenza qualche bisogno o desiderio particolare, egli componeva apposite preghiere, molte delle quali sono state raccolte.

Al fine di favorire una maggiore conoscenza della spiritualità del dottor Plinio, pubblicheremo di tanto in tanto alcune di queste preghiere, destinate esclusivamente alla recitazione privata. Iniziamo con la “Preghiera per la restaurazione dell’Italia”, dettata ad un gruppo di amici italiani nel 1983.

28 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008


Pre gh i era per l a restaurazione dell’Italia TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008 - 29


N

Le preghiere di Plinio Corrêa de Oliveira

on è solo per me che vi prego. Signora e Madre di Dio, bensì anche per l’Italia, mia Patria.

Di quante grazie e favori la colmaste nel corso dei secoli! Eppure il mio cuore si sente pieno di tristezza e di apprensione nel considerare le condizioni in cui essa oggi si trova; nel pensare che questa penisola, in cui il Vostro Divin Figlio incastonò come una gemma di inestimabile valore la Cattedra di Pietro, stabilendola nella città di Roma; la penisola in cui, per disegno Vostro e del Vostro Divin Figlio si posò la Santa Casa di Loreto; in cui vive un popolo che diede alla Chiesa e alla civiltà cristiana

30 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008

in Europa tutto quello che l’Italia ha dato, si trova ridotta alle tristissime condizioni di oggi!

Come non pensare, o Madre, che quando manifestaste a Fatima la Vostra tristezza per le condizione del mondo di allora e la Vostra apprensione per ciò che sarebbe accaduto se gli uomini non avessero fatto penitenza, l’Italia fosse una delle maggiori ragioni della Vostra tristezza ed uno dei destinatari del Vostro appello alla penitenza? Frattanto i motivi della Vostra tristezza per noi non hanno fatto che aggravarsi, mentre il nostro spirito di penitenza col tempo non ha fatto che diminuire, fino


a giungere alla estrema pochezza in cui oggi si trova.

Senza un intervento speciale della grazia sull’Italia, nulla si può sperare. Ma in compenso, con questo intervento si può sperare tutto: sperare per l’Italia, sperare per l’Europa, sperare per il mondo.

La Provvidenza ha dato infatti alla nostra nazione i mezzi per influenzare profondamente tutto il continente europeo, e l’Europa è tutt’oggi la grande tribuna dall’alto della quale il pensiero umano si rivolge a tutti i popoli della terra. Che gloria sarebbe per Voi, Signora, se l’Italia si convertisse sinceramente e profondamente con una conversione

totale che la rendesse a Voi più familiare e più sottomessa di quanto lo è stata persino nei tempi più aurei della sua storia! O Madre, tornate! Richiamate l’Italia affinché essa ritorni a Voi! Unitevi sempre di più all’Italia ed unite sempre di più l’Italia a Voi.

O Madre ricordatevi dell’Italia, nazione da Voi tanto prediletta e che riempiste di tanta dolcezza; infondetele nostalgia di Voi, poiché sono certo che Voi avete nostalgia di lei; ritornate al più presto in Italia, mediante il regno della Vostra grazia, per trasformarla in un grande strumento della Restaurazione del Vostro regno nel mondo. Così sia!

Basilica della Madonna di Loreto (AN) TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008 - 31


Il mondo della TFP

L

e statistiche parlano chiaro: da quando Benedetto XVI è stato elevato al soglio pontificio, le conversioni alla Chiesa cattolica in Germania sono più che raddoppiate. Questo fenomeno, a sua volta, si inserisce in un più vasto risveglio della Fede, visibile un po’ ovunque e che gli opinionisti ormai chiamano Religiöser Renaissance.

Germania: sono i giovani ad organizzare Rosari in piazza

Eccone un segno. Dal maggio 2004, per iniziativa d’un gruppo di studenti dell’Università di Magonza, ogni primo sabato del mese si recita un Rosario nella cappella universitaria, al quale partecipano decine di ragazzi. Nel febbraio 2007, oltre a questo Rosario, il gruppo decideva di dare vita a un incontro mensile di preghiera sulla piazza davanti al Duomo, incoraggiati da Mons. Klaus Becker, parroco emerito della Cattedrale.

“La nostra iniziativa è nello spirito del messaggio della Madonna di Fatima”, spiega il giovane Daniel Pech. “Vogliamo attuare la volontà della nostra Madre Celeste, che a Fatima chiese di pregare il Rosario ogni giorno in riparazione dei peccati dell’umanità, come supplica per la conversione dei peccatori e per ottenere la vera pace”.

“Con questo gesto noi cattolici universitari intendiamo diffondere sempre di più la devozione alla Madonna, specialmente tra i giovani”, precisa a sua volta Volker Schultze.

L’incontro è presieduto da una statua della Madonna di Fatima, concessa dalla TFP tedesca, che partecipa attivamente a questa meritevole iniziativa. 

32 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008

Nella foto sopra, il Rosario è guidato da S.A. il Duca Paul von Oldenburg (a dx), insieme a sua moglie, la Duchessa Donna Pilar von Oldenburg.


Plinio Corrêa de Oliveira ( dalla pagina 27)

un segno che si leva all’orizzonte. Il messaggio di Fatima, come quello di Saxa Rubra, è un appello alla lotta e al trionfo della Civiltà cristiana, che Saxa Rubra dischiuse nella storia e che Fatima promette di restaurare nel suo splendore.

Tra le condizioni richieste dalla Madonna a Fatima per l’instaurazione del suo Regno, vi è la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Consacrare significa ordinare e subordinare a Dio l’uomo e la società. La promessa del trionfo del Cuore Immacolato esprime l’ideale di sacralizzazione dell’ordine temporale rappresentato dalla Civiltà cristiana, che si sottomette interamente a Dio e riconosce la suprema regalità di Gesù Cristo e di Maria.

Questo trionfo si proietta sul nostro futuro, ma al termine di una lotta la cui eco giunge ai nostri cuori da secoli lontani. “La vita della Chiesa e la vita spirituale di ogni fedele — scrisse Plinio Corrêa de Oliveira, riferendosi a santa Teresina — sono una lotta incessante. Talvolta Dio concede alla sua Sposa periodi di grandezza splendida, visibile, tangibile. Egli dà alle anime dei momenti di straordinaria consolazione interiore o esteriore. Ma la vera gloria della Chiesa e del fedele risultano dalla sofferenza e dalla lotta. Lotta arida, senza bellezza sensibile né poesia definibile. Lotta nella quale si avanza talvolta nella notte dell’anonimato, nel fango del disinteresse o dell’incomprensione, sotto la bufera e i bombardamenti scatenati dalle forze congiunte del demonio, del mondo e della carne. Ma lotta che riempie di ammirazione gli

Angeli del Cielo e attira la benedizione di Dio”. È questa la nostra lotta oggi in corso e dobbiamo comprenderne la portata, pur nell’aridità. Noi siamo gli eredi di coloro che un giorno levarono con entusiasmo gli scudi a Saxa Rubra. Siamo gli eredi di coloro che sventolarono la bandiera della Chiesa s u i c a m p i delle crociate e nelle acque di Lepanto.

Siamo e vogliamo essere gli eredi del crociato per eccellenza del XX secolo: Plinio Corrêa de Oliveira. Vogliamo fare nostra la sua battaglia contro la Rivoluzione. Vogliamo fare nostra la sua certezza soprannaturale nella vittoria finale della ControRivoluzione.

Come lui, noi non impugniamo armi materiali. La nostra lotta non è armata, ma pacifica e incruenta. Ma proprio perché è pacifica, il nostro spirito di lotta è più intenso, più radicale e più determinato.

Noi siamo gli eredi di Plinio Corrêa de Oliveira e nel suo nome ripetiamo:

In hoc signo vinces.

TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008 - 33


Il mondo delle TFP

Rivoluzione e Contro-Rivoluzione in bielorusso

P

atrocinata dalle Associazioni Tradizione Famiglia Proprietà, insieme all’Associazione Polonia-Lituania di Minsk, è uscita recentemente alla luce l’edizione bielorussa del capolavoro del prof. Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione. Essa viene aggiungersi alle 32 edizioni in 8 lingue già pubblicate del libro del celebre pensatore ed uomo d’azione brasiliano.

Rivoluzione e Contro-Rivoluzione descrive la genesi della crisi odierna, individuandone radici e fattori di sviluppo e, soprattutto, mostrandone la risoluzione: “Se la Rivoluzione è il disordine, la Contro-Rivoluzione è la restaurazione dell’Ordine. E per Ordine intendiamo la pace di Cristo nel Regno di Cristo, ossia la civiltà cristiana austera, sacrale nelle sue fondamenta, anti-egualitaria ed antiliberale”.

L’opera sarà adesso oggetto d’una serie di convegni di presentazione che avranno luogo nelle principali città, a cominciare proprio dalla capitale Minsk. 

I lettori ci scrivono... Affascinata

 “Ho letto tutto su Plinio Corrêa de Oliveira. Sono rimasta affascinata di come il Signore ci ama e aspetta solo che noi collaboriamo con Lui. La storia di Plinio Corrêa de Oliveira ne è una conferma: uomo senza paura, capace di lavorare per la Chiesa e per una nuova civiltà cristiana per poter portare avanti il disegno di Dio”. (M.I., Monza, MI) Sacerdote commosso

 “Sono rimasto commosso nel vedermi arrivare il fascicolo su Plinio Corrêa de Oliveira. Debbo dire che è una figura che non conoscevo e quindi ho ammirato tutto il suo zelo in difesa di Cristo e della sua Chiesa nei 34 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / MARZO 2008

tempi burrascosi del secolo passato”. (Sac. C.C. Manduria, TA) Immensa gioia

 “Con immensa gioia ho accolto la splendida biografia di quel campione della Fede del secolo XX che fu Plinio Corrêa de Oliveira, gloria della nazione brasiliana. Cercherò di farla conoscere ai miei confratelli della comunità dominicana”. (R.P. T.C., O.P., Fiesole, FI) Fulgido esempio di vero cristiano

 “Abbiamo ricevuto il numero speciale su Plinio Corrêa de Oliveira. Tutte nella comunità lo abbiamo tanto gradito. Nella società in cui viviamo questo fulgido esempio di vero cristiano ci sprona a vivere le nostre vite da veri cristiani pregando il Padre Celeste che faccia conoscere nel mondo questa colonna del cristianesimo”. (Suor C.M., Castellaneta, TA)


In senso orario:

 Campeggio estivo per ragazzi in Irlanda.

 Membri della TFP tedesca partecipano alla processione del Corpus Domini a Kollerbach.  Alejandro Ezcurra, della TFP peruviana, interviene in TV su Fatima.

 Slawomir Skiba, della TFP polacca, tiene il discorso conclusivo nella II Marcia per la Vita e per la Famiglia, a Cracovia.  Corsi di formazione spirituale nella sede di Glasgow, Scozia.


L’aurora de l la Risurrezione

di Plinio CorrŒa de Olive

L

a pietra è stata messa al suo posto. Il sepolcro è chiuso. Tutto sembra finito. È il momento in cui tutto comincia. È il radunarsi degli Apostoli. È il rinascere delle dedizioni, delle speranze. La Pasqua si avvicina!

Nello stesso tempo l’odio dei nemici gira attorno al sepolcro e a Maria Santissima e agli Apostoli. Ma essi non hanno paura. E fra poco brillerà il mattino della Risurrezione.

Signore Gesù, possa anch’io non aver paura. Non aver paura quando tutto sembrerà irrimediabilmente perduto. Non aver paura quando tutte le forze della terra sembreranno nelle mani dei tuoi nemici. Non aver paura perché sono ai piedi della Madonna, vicino alla quale si raduneranno sempre, e sempre di nuovo, per nuove vittorie, gli autentici seguaci della tua Chiesa. (Tratto dalla Via Crucis pubblicata in Catolicismo, marzo 1951. Foto: Caravaggio, Deposizione di Cristo.)


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