Magazine Issue 3 - Italian

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Scambi internazionali con i giovani gico

• Un viaggio ma

lla foresta

zio ne • Trovare lo spa

Sulla radio tedesca • Si fa “rap” in spagnolo e in tedesco


1 A Space to Speak Up

Questo progetto è finanziato con il supporto del Programma Daphne dell’Unione Europea.I contenuti di questa pubblicazione non riflettono l’opinione ufficiale della Commissione Europea. La responsabilità per le informazioni e le opinioni espresse nella pubblicazione è dei soli autori e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per alcun uso che venga fatto delle informazioni ivi contenute.


i t a n r o t Ben

Uno Spazio per Parlare 2

Contenuti

Ancora

Vi diamo nuovamente il benvenuto, con la speranza che il terzo numero della rivista Uno Spazio per Parlare incontrerà il vostro gradimento. Negli ultimi mesi, da quando ci siamo lasciati, ci sono state moltissime attività all’interno del progetto. I giovani partecipanti al progetto hanno lavorato molto nel corso dei laboratori – e alcuni di loro hanno fatto visita a gruppi di ragazzi in altri paesi per vedere che cosa fanno e come svolgono le attività del progetto.

Date un’occhiata a come i giovani stanno esplorando nuovi modi di scoprire se stessi e i loro compagni, e imparano come farsi valere nel proprio spazio nella vita quotidiana. Guardate il “rap” dei nostri gruppi in Spagna e Germania sul nostro sito: www.transpaceproject.eu e guardate come sono stati presentati negli articoli di questo numero della rivista. Inoltre, alcuni giovani hanno avuto l’opportunità di visitare altri paesi. Abbiamo organizzato delle visite di scambio per confrontare esperienze e conoscenze tra i giovani bulgari e italiani e tra i giovani di Austria, Germania e Spagna.

Guardate che cosa hanno fatto e come hanno vissuto queste esperienze.

Forse non siamo ancora delle star radiofoniche, ma ci stiamo provando! CJD Frechen è riuscito ad assicurarsi uno spazio su un’emittente radiofonica locale per raccontare del progetto e delle attività che vengono svolte.

Ci sembra che la rivista abbia incontrato il vostro gradimento – se guardate a pag. 30 vedrete che cosa dicono della rivista i nostri lettori in Europa. Vorremmo sapere di più, perché questa rivista è scritta per voi e vogliamo quindi essere sicuri di pubblicare articoli su questioni che voi ritenete importanti. E non dimenticate che vogliamo anche sapere che cosa state facendo – quindi fateci sapere e noi pubblicheremo le vostre prossime attività nella rubrica “Prossimamente”.

3 Transpace alla radio 6 Il “rap” a Frechen Barbara Brandt 8 Profilo di un formatore 9 rgorete Profilo di un partner Bo Pages 21- 22 11 10 rugia Un viaggio magico a Pe 12 Profilo di un formatore fia So a ua in nt 19 co ia ag La m uierdo Izq n la Ga a Ev 13 li Letizia Bargel 20 Profilo di un formatore ti positivi en am bi 14 m Ca i I laboratori con i giovan 21 - 22 15 Canzone “rap” – da Valladolid ca ria st au a st re fo lla Trovare spazio ne 23 atematica 16 Transpace va oltre m di se as cl in i m le ob 1+1 = pr 24 - 25 17 fia Profilo di un partner Coesione di gruppo a So 18 Università di Maribor i er sid de i de o zz Il po 26 - 28 Scambio di esperienze a Valladolid Page 15 29 Rubriche fisse: Prossimamente 30 Che cosa pensate Production team Editor – Roy Smith Design and graphics – The MRS Consultancy Illustrations and editorial assistant – Jack Robert Smith

We would like to hear from you, the readers, about what you thought of our magazine – and – do you have anything that might help us spread our message.

If so email Roy Smith at info@transpaceproject.eu


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Transpace alla radio

Che cos’è “Studio ECK”?

Gli amici di Studio ECK eV, lo studio Cristiani Protestanti di Colonia, hanno iniziato l’attività nel 1992. Il ruolo primario dello studio è di promuovere attivamente la radio di comunità con dei professionisti e un’ottima attrezzatura tecnica, per aiutare le comunità protestanti e le loro iniziative nella pianificazione e realizzazione di trasmissioni radiofoniche sulla stazione radio. Circa 30 congregazioni e istituti protestanti a Colonia e dintorni sono membri di ECK Center, che ha il suo studio nel Media Park di Colonia. Un team di 20 giornalisti radiofonici indipendenti supportano gruppi e persone interessati nella fase di produzione.

Gli utenti sono: fedeli, gruppi giovanili e di anziani, genitori di bambini di scuola materna, classi di religione, cori, bambini provenienti da orfanotrofi, i senzatetto e i loro accompagnatori, tu ed io, e ... decidete voi.

I nostri partner tedeschi, CJD Frechen, hanno avuto un forte impatto sui media regionali intorno a Colonia.


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Transpace alla radio Il team ha avuto la proposta di partecipare in una trasmissione radiofonica spiegando che cosa sta facendo il progetto. Di seguito una trascrizione dei contenuti della trasmissione:

Programma Radio sul progetto TranSpace con CJD Frechen (27 aprile, 8:00 pm su Radio Erft)

Introduzione:

Non è una novità per CJD Berufsbildungswerk Frechen offrire ai giovani con bisogni speciali una formazione professionale in 30 professioni. Ma ora c’è un nuovo programma di formazione che è stato progettato per proteggere i giovani da diversi tipi di bullismo. Dall’inizio dell’anno CJD Frechen ha iniziato a realizzare il progetto “Transpace”, che si sta svolgendo contemporaneamente in cinque paesi europei. Birgit Niclas indaga i temi di TranSpace. Esempio audio: RAP - Ritmi-Training

1 Birgit:

Questi ritmi Rap sono stati sviluppati nel laboratorio creativo in due giorni come parte di un progetto UE denominato “TranSpace”, a cui stanno prendendo parte 40 apprendisti di CJD Frechen. Mobbing e bullismo sono i temi. I giovani si trovano ad affrontare momenti di violenza principalmente via Internet e nella loro vita scolastica quotidiana. E’ importante apprendere gli strumenti giusti per affrontare queste situazioni difficili. Il progetto TranSpace mira a sostenere le persone con difficoltà di apprendimento attraverso lo sviluppo di questo tipo di strumenti. Imparano come affrontare e difendersi in situazioni di mobbing, cyber-mobbing e la violenza e migliorare così la loro autostima. Con questi principi in mente, è stato sviluppato un concetto di formazione che è in fase di sperimentazione in Germania da CJD Frechen e in Europa da organizzazioni partner provenienti da Bulgaria, Italia, Austria e Spagna. Come sviluppare questi tipi di strumenti attraverso la musica rap sarà spiegato dal leader del workshop - Fabian Menz -dell’organizzazione per percussioni e ritmo di Colonia.

Fabian Menz Abbiamo iniziato con la formazione, concentrandoci sulle parole e sulla pratica di come collegare le parole tra di loro e come sviluppare una rima. Abbiamo sviluppato frasi divertenti ma molto difficili, che sono troppo difficili da pronunciare, ma che portano ad una più profonda conoscenza del ritmo del parlare. Il tema del mobbing lentamente è entrato in queste parti pratiche attraverso attività di “brainstorming” e semplicemente scrivendo ciò che si pensa sul tema, ad esempio, la paura, il dolore o la rabbia. - Esercizi. Da questi testi abbiamo scelto alcune parole per sviluppare il rap. Coraggio, fiducia e amicizia sono temi importanti, soprattutto perché le amicizie sono importanti, ad esempio, a sviluppare la fiducia. Il tema della paura ha coinvolto principalmente i temi di concorrenza, disonestà e “cosa dicono gli altri di me”.


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2 Birgit:

Transpace alla radio

Le canzoni rap sono un modo per esprimere sentimenti, paure e dolori che si provano a seguito di esperienze di mobbing. Ogni partecipante al laboratorio creativo ha avuto l’opportunità di creare la propria canzone, registrarla e portarla a casa alla fine del laboratorio. Fabian Menz ha organizzato microfoni e un sistema audio per le battute e il ritmo, in modo che ogni partecipante ha avuto la possibilità di cantare la sua canzone rap. Ora stiamo ascoltando uno dei risultati:

4 Birgit

3 O-Ton: risultati del rap contro il mobbing

Che cosa devo fare?

2 Birgit:

Il progetto TranSpace ha la durata di un anno e prevede nove laboratori. Una parte importante è la formazione anti-mobbing che viene fatta da diversi formatori. I corsi comprendono esercizi per la stabilizzazione, il rafforzamento della fiducia in se stessi, team-building e l’agire come gruppo contro il mobbing. Altre parti chiave sono: come si riconosce il mobbing, cosa significa mobbing per me, che tipo di esperienza ho con il mobbing e come faccio a confrontarmi con esso. Uno dei formatori anti-mobbing è Barbara Brandt.

3 O-Ton Barbara

Nella maggior parte dei casi, i bambini e i giovani che soffrono di mobbing sono timidi e introversi, non hanno fiducia in se stessi e hanno bassa autostima. E’ di questo che tratta il progetto, e noi facciamo degli esercizi per costruire fiducia l’uno nell’altro. Per esempio, si chiudono gli occhi e ci si fa guidare dagli altri attraverso una stanza - chi ha gli occhi chiusi deve fidarsi degli altri. Altri esercizi si svolgono con la voce, ad esempio si deve gridare oppure si può solo parlare a bassa voce e ci si rende conto che parlare con una voce bassa non aiuta, ma con una voce forte gli altri ti ascoltano e si può chiedere aiuto.

Il film “Tre Giorni” fa parte della formazione. Nel film un bambino viene aggredito dai compagni di classe e dagli insegnanti. I partecipanti devono scoprire la situazione della vittima, quella dei genitori, degli insegnanti e dei compagni di classe. Essi assumono i ruoli dei personaggi: Come mi sento come attore? Mi sento impotente, debole o forte? Come mi sento? Maik Schuck, tirocinante presso CJD in giardinaggio e architettura del paesaggio, e Agostin Ott, che svolge un tirocinio come cuoco, sono due dei partecipanti al progetto TranSpace e ci parlano delle loro impressioni:

5 O-Ton: Maik:

Mi piace parlare con la gente e conoscere nuove persone. Con molti di loro sono stato sempre bene prima e anche ora mi trovo bene.

Agostin: La formazione sul mobbing è stata molto utile per me. Ora sono in grado di aiutare qualcuno che viene aggredito e se qualcuno è vittima di mobbing posso aiutarlo a fermarlo.

Note di chiusura: Importanti attività future per il progetto Transpace sono la “Giornata nello Spazio”, un addestramento di sopravvivenza in Bad Münstereifel, e lo scambio internazionale di condivisione di esperienze del progetto in Spagna.

Ulteriori informazioni sono disponibili all’indirizzo:

www.cjd-frechen.de


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Il RAP a Frechen Il Rap è stato scritto e registrato nel corso di due giornate, il 10-11 aprile 2014, e qui potete vedere alcuni dei giovani che hanno creato e realizzato questo lavoro.


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Il RAP a Frechen Per ascoltare il Rap completo, scaricate da www.studioeck.de/node/1436 O visitate sul sito web di Transpace “A Space to Blog” www.transpaceproject.eu


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Questa sono io Barbara Brandt

Sono nata nel 1986 a Colonia, che è - a mio parere - una delle le più belle città della Germania.

La città di 2000 anni, con il suo famoso Duomo, che fa parte del patrimonio culturale mondiale, colpisce anche per un bel centro storico e il più grande fiume della Germania, il Reno. Ma la cosa migliore di Colonia è la “quinta stagione” e che è il carnevale. La nostra squadra di calcio, FC Colonia, è stata promossa in prima divisione, e questo è stata una grande gioia per me. Ma ora basta parlare la mia città natale, che dire di me!

insegnare a scuola - anche se la vita studente ha i suoi vantaggi ... Nel 2006 ho completato la qualificazione generale per l’ingresso all’università e nello stesso periodo mi sono formata come educatore nazionale riconosciuto e ho lavorato per tre anni

in questa professione. Lavorare con i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti mi diverte ed è un grande beneficio per me. CJD Berufsbildungswerk Frechen, è un’istituzione che offre un’altra possibilità ai

giovani che hanno avuto degli insuccessi nella

Ho 27 anni e sono studente di Pedagogia Speciale per lo sviluppo mentale e le difficoltà di apprendimento, che combino con lo studio della lingua tedesca e della teologia cattolica. Quest’anno sto iniziando gli esami di stato e non vedo l’ora di

loro carriera scolastica precedente. Lavoro come membro del team di CJD dal 2001, inizialmente nella competenza fondamentale di educazione religiosa e nella gestione di una parte del progetto europeo SUVOT, insieme al nostro psicologo. Ora sto lavorando con Martin Kroeber sul progetto TranSpace, che è per me di grande

interesse. Ho notato che i nostri studenti sono sempre più forti e cambiano il loro modo di

percepire questi temi. I partecipanti sono aperti gli uni agli altri e non hanno pregiudizi. Nel mio tempo libero mi piace incontrare i miei amici, cucinare, fare gite in bicicletta con gli amici vicino a Colonia.


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Profilo di un partner

Borgorete

Borgorete è una Cooperativa Sociale italiana, attiva a Perugia (Umbria), una bellissima città etrusca con più di 160,000 abitanti, situata al centro dell’Italia, circondata da colline verdi e piccole cittadine medievali piene di storia. Il fiume Tevere scorre nelle sue campagne e il grande, bellissimo, Lago Trasimeno fa parte del suo paesaggio naturale. La Cooperativa, come oggi la conosciamo, è stata fondata nel 1997, ma la sua storia è molto più lunga e risale agli anni ’70, quando due gruppi di circa 20 giovani hanno avvertito la necessità di lavorare nella comunità e per la comunità , per aprire il territorio ad attività sociali volte all’inclusione sociale. Hanno così fondato due cooperative in quegli anni, chiamate “Borgo” e “Rete”. Più tardi, nel 1997, le due cooperative si sono unite, dando vita a“Borgorete”. Come di norma per le cooperative sociali italiane, internamente Borgorete lavora attraverso dei meccanismi democratici: i lavoratori sono, per la maggioranza, soci della cooperativa e prendono parte attivamente nei processi decisionali, attraverso assemblee regolari e attraverso l’elezione ogni 5 anni del Presidente e del CDA della Cooperativa. Borgorete propone la “cooperativa” come modello originario di impresa sociale, è membro fondatore del Consorzio ABN network sociale ed ha importanti collaborazioni con gli enti pubblici locali, in particolare il Comune di Perugia e la Regione dell’Umbria.

Sito web: www.borgorete.it

Molti servizi di Borgorete alla comunità sono offerti per conto di enti pubblici. Oggi Borgorete ha mantenuto i principi e la mission delle sue cooperative fondanti degli anni ’70 e lavora per offrire importanti servizi a persone e gruppi svantaggiati nella comunità. Il suo lavoro continua ad essere volto a promuovere processi di inclusione sociale e creare consapevolezza nella comunità locale sui temi della giustizia sociale, per riconoscere i diritti fondamentali di tutte le persone e combattere le cause principali di esclusione. In generale, Borgorete lavora con tutte le persone che sono a rischio di esclusione sociale, in particolare con i soggetti più vulnerabili e svantaggiati e i suoi gruppi target a livello locale sono: bambini e minori (giovani), persone con disabilità, persone affette da dipendenze, persone affette da problemi di salute mentale e vittime della tratta di esseri umani e dello sfruttamento. A questi gruppi, Borgorete offre un servizio efficiente per la promozione umana dal punto di vista sociale, educativo, sanitario e della riabilitazione. Negli ultimi anni, Borgorete è stata coinvolta nel lavoro internazionale, attraverso il finanziamento da parte della Commissione Europea di alcuni dei suoi progetti, consentendo alla Cooperativa di stabilire partnership durature molto positive e proficue con organizzazioni europee affini, come con i partner del progetto europeo Transpace.

Contatto: Michela Lupi m.lupi@consorzioabn.it


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Un elemento importante del progetto Transpace è la condivisione di esperienze non solo tra i membri del gruppo, ma anche oltre i confini geografici. Qui di seguito il gruppo del Centro di Salute Mentale “prof.N Shipkovenski” di Sofia, Bulgaria, descrive la visita che ha svolto a Perugia, in Italia - i luoghi visti, le persone incontrate, i giochi fatti e, ovviamente, parlando d’Italia, il cibo che hanno assaggiato. “Noi: Al, Maya, Natalia e Gabi, abbiamo iniziato il viaggio il lunedì mattina da Sofia, e siamo arrivati nella bella città di Perugia in un pomeriggio piovoso del 28 aprile 2014. Abbiamo lasciato i bagagli in un grazioso appartamento di un antico palazzo, appena davanti alla “Fontana Maggiore”. Dalle nostre finestre potevamo vedere la Cattedrale e ascoltare le sue campane. Immediatamente siamo andati alla

scoperta della straordinaria bellezza delle strette strade, castelli, fortezze, cancelli e archi. La mattina seguente con un trasporto magico (il Mini Metro, senza autista!) siamo arrivati negli uffici di Borgorete. Lì abbiamo incontrato Michela, Sabine e Letizia, che ci hanno raccontato una meravigliosa favola per i bambini, con “mostri” denominati “malattia” e “problemi”, utilizzando facce sorridenti, giochi e amicizia. In seguito tutti insieme abbiamo visitato il centro diurno gestito da Borgorete, dove alcuni dei bambini e ragazzi che partecipano al progetto trascorrono le ore pomeridiane e attraverso il lavoro di Claudio, Silvia, Zeno e Sara imparano, giocano, mangiano e si divertono.


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Nel pomeriggio, di nuovo negli uffici di Borgorete, abbiamo incontrato 6 di questi bambini. Siamo stati accolti da loro con molto calore e insieme abbiamo sperimentato alcuni dei “giochi” utilizzati nei laboratori. Abbiamo giocato al “gioco del gatto”, con una palla di lana per creare una bella ragnatela. Poi, a coppie, una persona “muta” guidata “alla cieca”, per superare diversi ostacoli e barriere. Alla fine, ci siamo disposti a cerchio e chiacchierato come vecchi amici di tutto quello che ci piace fare. Prima di dire arrivederci li abbiamo invitati a farci visita a Sofia. Quando siamo usciti, c’era un bellissimo sole e la pioggia era finita. Il viaggio magico si è concluso con il famoso gelato italiano, cioccolatini speciali Perugina e una piacevole passeggiata in questa bellissima città. Venendo dall’altra parte d’Europa, abbiamo condiviso spazio, emozioni positive e vera amicizia”.


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La magia continua a Sofia All’inizio di giugno 2014, Il Centro di Salute Mentale “Prof. N Shipkovenski” ha ospitato due formatori e una bambina da Perugia. In pochi giorni, molto positivi, i bambini e i formatori hanno condiviso le loro conoscenze, esperienze - e alcune delle competenze che hanno appreso nel corso del progetto. Tra gli esercizi e i “giochi” mostrati, uno in particolare, chiamato “isole”, nel quale i bambini dovevano costruire la propria isola dove tutti vivevano, con costumi e oggetti di scena che avevano a portata di mano. Dovevano poi presentarla agli altri - spiegando che cosa c’era sulla loro isola, che cosa facevano lì e se ne uscivano mai oppure avevano a volte ospiti in visita. Tre dei bambini bulgari hanno deciso di

fare l’isola insieme e ne hanno costruita una molto grande! Claudio era uno sceicco sulla sua isola, aveva guardie e poteva far avverare i desideri. Uno dei ragazzi bulgari è andato da lui, chiedendo di far avverare i suoi desideri - una macchina e una moto. Sabine e Melissa invece erano su un’isola insieme ed erano le sopravvissute di un naufragio .... Non tutti sono andati a visitare le isole degli altri, ma alla fine abbiamo tutti avuto una visione d’insieme. Per i bambini è stato bello travestirsi e usare costumi e oggetti di scena. E’ stato molto positivo condividere le esperienze e discutere tutti i problemi nei gruppi. Il gruppo bulgaro ha mostrato ai partner italiani come applica i giochi di ruolo con la metodologia dello psicodramma, utilizzando il gioco “Isole”. Nonostante fosse nuovo per i formatori e bambini italiani, il gioco è stato molto coinvolgente per tutti.


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Mi chiamo Letizia

e sono nata 33 anni fa a Perugia, una città medioevale arroccata su una collina del centro Italia.

Mi piace molto il posto in cui vivo perché, nonostante non sia una grande città, Perugia possiede alcuni degli aspetti più belli e interessanti delle grandi metropoli. Prima tra tutti la multiculturalità che la contraddistingue. Per le stette vie del centro o nelle piazze si possono incontrare persone provenienti da tutto il mondo e ascoltare le lingue più diverse. E’ a Perugia che ho studiato e che sono diventata un’educatrice professionale. Il sogno che ha accompagnato i miei studi era quello di poter un giorno lavorare con bambini e ragazzi che si trovano in situazioni di disagio. Il sogno si è realizzato appena laureata quando ho iniziato a lavorare in una comunità per minori. Per sei anni mi sono presa cura di bambini ed adolescenti che per vari problemi venivano allontanati dalle loro famiglie d’origine. Questa è stata per me un’esperienza professionale e di vita che non potrò mai dimenticare. Dal 2011 lavoro nella cooperativa sociale BorgoRete come educatrice. Il mio lavoro si divide tra

l’impegno in alcuni progetti europei e il coordinamento pedagogico in tre asili nido. Il coinvolgimento nei progetti europei mi sta dando l’opportunità di lavorare nell’educazione di bambini, ragazzi, adulti e allo stesso tempo anche di poter conoscere tante realtà europee permettendomi così un continuo scambio e arricchimento. Questo è proprio quello che sta avvenendo con il progetto TranSpace. Quello della vulnerabilità sociale nei bambini e nei ragazzi con bisogni speciali è un tema per me di grande interesse; la possibilità di parlarne e di condividere esperienze di chi da anni lo affronta in realtà diverse e geograficamente distanti dalla mia mi sta offrendo l’opportunità di continuare ad imparare e a formarmi per poter così offrire un servizio sempre migliore alle persone con cui lavoro e con cui lavorerò in futuro.


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I labora tori con i giovan i I partner in Austria, Bulgaria, Germania, Italia e Spagna stanno realizzando laboratori con I loro gruppi di giovani vulnerabili. Le attività sono molto divertenti ma hanno obiettivi molto seri. Sono disegnate, infatti, per far acquisire ai giovani degli strumenti con cui combattere l’aggressione e creare il proprio spazio personale. Nelle pagine successive vi offriremo una panoramica di quello che sta succedendo ma anche un elenco di

“LEZIONI APPRESE”.


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Trovare spazio nella foresta austriaca Il gruppo di Pro mente, Austria, ha raggiunto le colline nella primavera del 2014.


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= problemi in classe di matematica

Il team di Pro Mente utilizza i laboratori teatrali per aiutare e sostenere i giovani a comprendere e affrontare le questioni della violenza e del bullismo. In questo workshop il gruppo ha sviluppato un episodio in una classe scolastica.

La donna con la camicia marrone è il tutor di teatro (nella foto sopra). In piedi davanti c’è l’insegnante (pullover blu) con la classe, che è una classe di matematica. Un allievo deve andare dal

docente e mostrare un esercizio di matematica che era stato assegnato come compito a casa. In generale, la classe è molto chiassosa e l’insegnante ha difficoltà a far valere la sua autorità.


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Coesione di gruppo a Sofia Il gruppo del Centro Mentale “Prof. N. Shipkovenski” Ltd (MHC) di Sofia ha partecipato ad un esercizio disegnato per costruire coesione tra i membri di un gruppo per insegnare loro a lavorare come gruppo piuttosto che individualmente. L’esercizio è durato circa 20 minuti ed ha utilizzato alcune sedie e molto senso dell’umorismo. I partecipanti hanno ricevuto l’istruzione di essere parte di un gruppo di sopravvissuti ad un naufragio e si trovano nell’oceano. Si appoggiano a dei salvagente/ seggiole e non possono mettere i piedi in mare. Il loro compito è di raggiungere un’isola per mettersi al sicuro e devono pensare a come poterlo fare. La risposta è che possono arrivare all’isola solo pensando insieme come un team e agendo in maniera collettiva. All’inizio erano confusi ma sono poi riusciti a capire come farlo. All’inizio due dei ragazzi erano riusciti ad arrivarci da soli, ma il resto del gruppo era ancora nell’oceano. I due sono quindi tornati indietro per aiutare tutti gli altri. Si sono tutti sentiti molto soddisfatti al termine dell’esercizio.


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Il pozzo dei desideri a Sofia

Il primo gruppo ha scritto su un foglio di carta quali sono le qualitĂ necessarie per essere un amico e per creare un rapporto di amicizia. Alcune delle qualitĂ che sono state citate: essere buono, intelligente, divertente, aiutare le persone, essere onesti, trattare bene gli altri, saper mantenere i segreti, non parlare dietro la schiena, essere gentili. Dopo questo esercizio, i bambini hanno scritto sulla schiena degli altri le qualitĂ che vedono in loro.

Si sono divertiti molto.


19 AUno Space Spazio to Speak per Parlare Up

Quando avevo 18 anni mi sono trasferita a Salamanca, e quando ho finito i miei studi, mi sono trasferita di nuovo a Valladolid, dove ho trovato il mio primo lavoro come psicologa. Mi piace la sensazione di vivere da sola, ma quando ho un paio di giorni di riposo guido la mia macchina in direzione casa! Ho ancora un sacco di amici in Tarancon, e mi piace vedere i miei parenti e raccontare loro storie divertenti bevendo una tazza di caffè. Ho studiato Psicologia presso l’Università di Salamanca. Come ho detto prima, ho vissuto in questa bella e straordinaria città per 5 anni! Poi, ho studiato per un Master in Psicologia Clinica. In questo momento ho anche scelto una città meravigliosa nel sud della Spagna: Granada. Ora continuo i miei studi con un Master in Terapia Breve a

Mi piace ballare (ho preso alcune lezioni di danza del ventre!), ascoltare musica, andare ai concerti, trascorrere il tempo libero con gli amici e anche fare sport, la corsa è una delle mie nuove sfide, miglioro di giorno in giorno. Il mio posto preferito per scomparire è ... non so, dovunque, se c’è una spiaggia! Mi piace sdraiarmi sulla spiaggia e rilassarmi.

Madrid.

Il mio primo lavoro è stato nel campo delle risorse umane, ma dal 2007 ho lavorato in diverse strutture della Fondazione Intras: durante il primo periodo ho lavorato in clinica della memoria, sostenendo le persone con danni cerebrali o con perdita di memoria, per migliorare le loro capacità cognitive. Attualmente, lavoro con gli utenti del servizio: adulti affetti da malattie mentali e ragazzi con bisogni speciali. Mi piace anche il mio lavoro con i genitori e i familiari degli utenti.

Il mio hobby preferito è il viaggio; cerco di viaggiare il più possibile in tutto il mondo! Mi piace viaggiare con gli amici o con il mio fidanzato, Carlos. L’ultima città che ho visitato è stato Amsterdam e il mio viaggio più bello è stato a Cuba.

¡Hola

n Izquierdo. la a G a v E è e 1982 ! Il mio nom

le villaggio Tarancon, un o nata il 1 apri n a o S ta . u a ci n g es a p cr S o d. Ma son Vengo dalla Spagna, Madri la el d le a it p nella ca a di Cuenca. nella provinci


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I laboratori di Intras

Cambiamenti positivi

I partecipanti ci raccontano il loro primo incontro con il progetto TranSpace: “Oggi abbiamo iniziato una nuova attività, che durerà un paio di mesi, abbiamo parlato di un progetto europeo chiamato TranSpace e abbiamo visto un video-clip sul bullismo. Io e i miei compagni crediamo che il bullismo sia abbastanza comune nelle scuole. Uno dei i miei compagni ha detto che almeno una persona in ogni classe si sente sola e triste a un certo punto durante il corso. Abbiamo fatto un brainstorming su come possiamo migliorare la situazione nel nostro contesto locale. A mio parere, anche gli insegnanti dovrebbero guardare questo video. Eva ha suggerito che potremmo cominciare a cambiare le cose nel nostro gruppo, in quanto ci sono alcune cose che possono essere migliorate. Insieme abbiamo pensato a un codice interno; questo codice raccoglie tutti i punti di vista di come vorremmo essere trattati. Alcuni dei miei compagni hanno detto che quando sei da solo non ti senti unico, ma solo! E poter parlare con qualcuno è un sollievo. Dopo la discussione ci siamo seduti sul pavimento e ci siamo poi alzati in piedi come un gruppo “.


21 Uno Spazio per Parlare

Canzone

RAP Prima Fase

All’interno del progetto Transpace gestiamo laboratori di creatività musicale! In questi laboratori, ci siamo concentrati su hip-hop come stile musicale perché è popolare tra i giovani che si sentono motivati da questo tipo di musica!

Questi workshop si sono svolti in 4 fasi.

Ci siamo avvicinati alla musica come dei DJ hip-hop! I giovani sono stati esposti a nuovi concetti come ritmo. Il nuovo DJ ha imparato le basi di mixing perché un aspetto fondamentale in questa fase è stata la ricerca di vari ritmi musicali e beat. I giovani partecipanti sono stati inoltre invitati a ricercare canzoni i cui testi sono legati al bullismo nelle situazioni scolastiche.

Seconda Fase

I giovani hanno compilato una lista di canzoni che trattano il tema del bullismo. Quattro brani sono stati selezionati da questa lista e il gruppo ha guardato dei video musicali su YouTube. Successivamente, i giovani hanno iniziato a scrivere i propri testi per le canzoni, stile karaoke! n

Bazzel – THE LAST ROW

n

Chojin – THE SAD STORY OF NEIGHBOUR FROM ABOVE

n

NACH – TRACK

n

PORTA – IMAGINARY FRIEND


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Canzone

Terza Fase

RAP

Ai giovani DJ è stato chiesto di scrivere una canzone, come ulteriore passo nella loro formazione musicale! In gruppo hanno scritto testi per una canzone che è stata poi registrata! Qui di seguito potete leggere il risultato di due sessioni del laboratorio di scrittura lirica::

MI SONO FATTO MALE, TRISTE, DEPRESSO PIANGERÒ

Quarta Fase

ASPETTA ME, ME SCHIACCERÀ SCHIACCIARMI / SCHIACCIA ME QUANDO PENSO A CIÒ CHE PATÌ E NON MI FA IMPAZZIRE STARE IN PIEDI E RACCONTARE NON VOGLIO A SEGUIRE, MI SENTO FATALE SE ANCORA QUEL MODO MI FARÀ DERAGLIARE

NON POSSO PIU ‘, SONO STANCO DI TRATTENERE, ESPLODERÒ NEI TUOI OCCHI VEDO MALE NON POSSO PIU ‘, SONO STANCO DI TRATTENERE, ESPLODERÒ ALLO STESSO SORPRENDENTE PUNTO FINALE STANNO PER UCCIDERLO

Abbiamo poi iniziato il processo di registrazione della canzone! I giovani DJ hanno cercato un ritmo base adatto per la canzone e hanno poi registrato. Infine hanno lavorato in post-produzione per equilibrare la canzone e ottenere la migliore qualità sonora possibile. Il risultato finale di tutta la formazione musicale può essere ascoltato su

www.facebook.com / Transpaceproject o su “A Space al Blog” www.transpaceproject.eu/.

E SI GUARDA ATTENTAMENTE SENZA PENSARE A COSA FARESTI SE FOSSE LA PELLE

Ascolta il brano in formato MP3!

NON VEDENDO CHE È SOTTO SHOCK SFRONTATEZZA, MOLTE SFIDE, ENTRAMBI BARANO PROVOCANDO IRA, PROVOCA DOLORE AGGRESSIONE, DI TANTA VIOLENZA, TANTO MALE VOI SIETE DEGNI? DAVVERO MI DISGUSTA. NON POSSO PIU ‘, SONO STANCO DI TRATTENERE, ESPLODERÒ NEI TUOI OCCHI VEDO MALE NON POSSO PIU ‘, SONO STANCO DI TRATTENERE, ESPLODERÒ ALLO STESSO SORPRENDENTE PUNTO FINALE SE SI PENSA AL DANNO CHE FATE FORSE CHE FATE, PERCHÉ SOFFRO SEI ANDATO DA VITTIMA A COLPEVOLE COME SE TU FOSSI TRASPORTASSI UN VIRUS CHE TI DISTRUGGE DALL’INTERNO LA FONDAZIONE INTRAS CONFRONTA L’AUTORE DEL REATO, SE SIETE BULLI, PENSATE DUE VOLTE. PRIMA DI PROVOCARE PENSATE AL DOLORE, E SE NON FATE NULLA, SIETE COME L’AUTORE DEL REATO.

T

ICuO N U no I U SE he ness

re c male, ascia Non l ccia stare ico! un rti Ti fa tu sei rcare di fa é h c r e c Pe , bero otreb nza valore p i r t l e a s d e E r e, iste Senti ale tr ’union Un fin ze fanno l il mondo, o en differ nza in tutt e l é h a i .. c l . r g e o a t P gu fet o ed u suno è per ere t t e p Ris red Nes ori ti di c Smet iano migli s ltri Che a sei unico iale Tu pec co e s rte… i n u i Tu se che sei fo ra lotte o sone. Pensa liamo anc le per e g t o t v u t on er ltri No! N armonia p egli a n e r e e pace tto e cred ene, Solo Rispe arli stare b rò lì per te F io sa ore ccia, a r b migli e ! Apri l i unico e il sei unico u t Se , e l ia i spec Tu se


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Transpace va oltre e al di là dei gruppi target Durante le sessioni di Zamora abbiamo coinvolto un utente del Centro di Riabilitazione Psicosociale gestito da INTRAS. Non gli piace essere coinvolto nelle attività ed è stata una sfida per i formatori riuscire ad interessarlo a qualcosa. Gli abbiamo presentato il progetto e negoziato con lui la modalità con cui avrebbe voluto partecipare e, siccome sa usare la macchina fotografica e la videocamera, abbiamo cercato di coinvolgerlo come “fotografo”. Gli abbiamo spiegato le sue responsabilità durante le sessioni e alla fine lui ha raccontato la sua esperienza come segue: “Il mio nome è Pedro, ho 43 anni ei miei hobby sono la lettura, camminare e guidare, anche guardare la TV (spettacoli, cinema, serie TV, sport, ecc) ho avuto molti lavori diversi, come barista, venditore di gelati, ho lavorato in un negozio di libri ... La mia partecipazione a questo progetto è partita da Eva, che mi ha invitato ad aiutarla a scattare foto ai partecipanti. Ha spiegato che si trattava di un programma per prevenire il bullismo utilizzando lo psicodramma. All’inizio non volevo partecipare, ma Eva è stata davvero insistente ... Il mio compito era quello di scattare immagini durante gli incontri, documentare tutto ciò che accadeva durante i laboratori e non perdere alcun dettaglio. Durante la prima sessione, i partecipanti erano confusi quando mi hanno visto. Posso dire che si sentivano in imbarazzo all’inizio, ma nel corso delle sessioni si sono sentiti sempre più fiduciosi, e hanno iniziato ad agire come un gruppo.

Come testimone esterno, posso dire che questo corso di prevenzione del bullismo è stato molto positivo per i partecipanti; si sono divertiti e hanno riflettuto sui problemi del bullismo; forse non erano al 100% in grado di affrontare le precedenti esperienze di bullismo ma ora lo sono. Eva mi ha chiesto se essere il fotografo ufficiale del corso mi ha aiutato in qualche aspetto, e penso che mi abbia aiutato nella mia routine quotidiana, ma ho anche imparato più cose sui problemi degli adolescenti e modi diversi di trattare con loro. Ho trovato il mio coinvolgimento in questa attività molto positivo; mi ha aiutato a migliorare alcune abilità e a concentrarmi su qualcosa. Eva poi valuterà la qualità delle immagini “.


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Profilo di un partner L’Università di Maribor, Slovenia L’Università di Maribor (UM) è un’università pubblica che copre tutte le discipline scientifiche classiche ed è un istituto ad ampia base, impegnato nell’eccellenza dell’istruzione e nell’estensione della conoscenza attraverso la base, la ricerca, la creatività e l’espressione artistica applicata. UM promuove la cooperazione internazionale e un approccio multidisciplinare. UM mira anche a promuovere partenariati con imprese, enti governativi e ONG della società civile, per arricchire l’insegnamento, la ricerca e la creatività; preparare i cittadini impegnati; rafforzare i valori democratici ed etici e di responsabilità civica. Per ulteriori informazioni: http://www.um.si/

La Facoltà di Lettere dell’Università di Maribor è stata fondata nel 2006, ma i suoi programmi di studio e dipartimenti sono in esistenza da lungo tempo, essendo stati sviluppati nel quadro della ex Facoltà di Scienze della Formazione. La Facoltà ha fissato obiettivi chiari: vuole diventare un centro visibile di scienze umane e sociali di sviluppo nel

nord-est della Slovenia, un importante promotore del regionalismo positivo nello stato, e allo stesso tempo pronto a varcare i confini per creare connessioni con le migliori facoltà e università europee. La Facoltà copre tre campi fondamentali: le scienze umane, le scienze sociali e la formazione degli insegnanti, e questo significa che fornisce una preparazione per le professioni pedagogiche e non-pedagogiche in settori che si sviluppano da dodici dipartimenti a livello di studio, sia universitari sia post-laurea. Oggi possiamo affermare con orgoglio che in pochissimo tempo siamo diventati un centro vitale di istruzione, ricerca e di spazio intellettuale in città; un luogo che è aperto al dialogo costruttivo e alla circolazione delle informazioni; un luogo che accoglie la diversità razionale di un ambiente intellettuale e della sua concomitante capacità creativa e libertà. Per ulteriori informazioni: http://www.ff.uni-mb.si/


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Facoltà di Lettere Il lavoro scientifico dei membri del Dipartimento di Psicologia è volto alla ricerca nel campo della didattica, dello sviluppo, sociale e organizzativo, della psicologia cognitiva e neuropsicologia, all’apprendimento e all’istruzione. I professori sono inclusi in progetti di ricerca nazionali ed internazionali e collaborano con istituzioni professionali e scientifiche in patria e all’estero, e prendono parte a conferenze internazionali e incontri scientifici. E’ da questo dipartimento che abbiamo creato il team di esperti per il progetto Transpace.

Il team di TranSpace: Nataša Vihar è responsabile di progetto presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Maribor. Fornisce supporto amministrativo a progetti nazionali ed internazionali. Per ottenere fondi comunitari e altri fondi è necessario disporre di una corretta informazione e conoscenza, e avere abilità e competenze al fine di preparare proposte di progetto e gestire i progetti. Karin Bakracevic Vukman è professore di Psicologia presso la Facoltà di Lettere, Università di Maribor. La sua ricerca è focalizzata sulla psicologia dello sviluppo cognitivo e sullo sviluppo socio-emotivo, lo sviluppo della consapevolezza di sé e di auto-regolamentazione in bambini e adolescenti. Bojan Musil è assistente professore di Psicologia presso la Facoltà di Lettere, Università di Maribor. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la psicologia sociale, psicologia cross-culturale, psicologia dell’educazione, psicologia dell’utilizzo della tecnologia dell’informazione. Sara Tement è formatore presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Maribor. Ha conseguito un Dottorato in Psicologia del Lavoro presso l’Università di Vienna. I suoi attuali interessi di ricerca includono il conflitto lavoro-famiglia, l’arricchimento lavoro-famiglia, il “burnout” e le differenze individuali.

Maribor City


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Scambio di esperienze a Valladoid Il 2 giugno, giovani spagnoli, austriaci e tedeschi si sono incontrati a Valladolid per scambiare tra di loro le tecniche per lo sviluppo dell’autostima, la creazione di gruppi, la comunicazione e l’espressione delle emozioni, visti come fattori chiave nella lotta contro il bullismo.

In tre giorni, 10 giovani e 6 formatori hanno partecipato ad attività di gruppo sullo spazio sicuro. Hanno usato le tecniche di psicodramma per superare le sfide organizzate per loro a Valladolid.

Che cosa è successo ...

I gruppi di tedeschi e austriaci sono atterrati a Madrid nel pomeriggio. Hanno poi raggiunto Valladolid in serata. Gli spagnoli li aspettavano con una specialità culinaria: TAPAS! I ragazzi hanno cominciato a sentirsi un gruppo cominciando a ordinare il cibo insieme, a mangiare e condividere! Il gruppo era così pronto per la prossima sfida ...

La seconda giornata è stata piena di attività, apprendimento e divertimento. Dopo l’incontro in albergo, in 30 minuti tutti erano al “El Parque de las Contiendas “(parco Contiendas). Per prima cosa si dovevano imparare i nomi dei partecipanti, così Eva, Annalisa e Borja hanno organizzato dei giochi molto divertenti. Alla fine della mattinata, i tre gruppi sono diventati un solo grande gruppo e tutti conoscevano i nomi di tutti! In alcuni degli esercizi abbiamo sperimentato molto ... e questo ha richiesto una grande dose di fiducia. Anche se ci eravamo incontrati solo il giorno prima, abbiamo collaborato molto bene! Dopo le attività e la visita ad alcuni negozi, abbiamo visitato Valladolid, con una guida che ci ha parlato della storia di Valladolid. Non sapevamo che alcuni secoli fa, il Re di Spagna ha vissuto qui, proprio nel centro della città e vicino a dove abbiamo pranzato!

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Oggi è stato il giorno della verità! Fino ad ora avevamo testato noi stessi e le nostre paure o difficoltà, ma solo in teoria - oggi era per davvero! Siamo andati in un parco-avventura e abbiamo ripercorso le emozioni negative, i ricordi e le paure nella nostra vita. Poi li abbiamo scritti in un foglio e, al tiro con l’arco, li abbiamo colpiti con frecce positive. Poi ci siamo inoltrati nel bosco, tra alberi e pali; abbiamo affrontato e superato diverse sfide (alcune in aria!) e, infine, abbiamo fatto tutto il viaggio insieme. TEST SUPERATO! La giornata si è conclusa con l’analisi dell’esperienza che abbiamo vissuto insieme: utilizzando una serie di scale di misura, abbiamo misurato il grado di soddisfazione dei partecipanti e formatori. Per tutti è stata una grande esperienza! E ‘stato un incontro incredibile!

Addio Spagna! Ognuno torna al proprio paese e alla propria vita quotidiana, ma questa volta armati di nuove conoscenze, nuove esperienze e nessuna paura nella valigia!


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Il viaggio in Spagna Io sono uno dei tre fortunati che hanno viaggiato nell’ambito del progetto “TranSpace” in Spagna, per incontrare gli spagnoli e i partecipanti tedeschi del progetto. Abbiamo volato insieme ai nostri due formatori fino a Madrid e abbiamo preso il treno per la città più settentrionale, Valladolid. Già alla stazione siamo stati accolti calorosamente dagli altri due gruppi e abbiamo conosciuto gli altri durante la cena con piatti tipici della cucina spagnola. A proposito, il cibo spagnolo è molto ricco di frutti di mare, che mi piacciono molto. Il cibo è stato una delle mie cose preferite di tutto il viaggio. Ma anche tutti gli altri l’hanno molto apprezzato. Abbiamo trascorso il giorno successivo tutti insieme, con una “esperienza “ in un enorme parco, vicino alla città. Abbiamo avuto modo di conoscerci ancora di più e abbiamo fatto una serie di esercizi di team-building e di sensibilizzazione e consapevolezza di sé. Potevamo comunicare benissimo in inglese tra di noi, e quando non funzionava, un membro del gruppo tedesco poteva tradurre dallo spagnolo al tedesco. Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro turistico e visto la storia e i monumenti di Valladolid. Inoltre abbiamo avuto il tempo di esplorare la città da soli o in gruppo, ed usato un po’ di questo tempo per lo shopping. In serata abbiamo ancora una volta mangiato fuori e poi abbiamo preso una bevanda seduti in riva al fiume. Il tempo è stato sempre bello e per nostra fortuna l’hotel era climatizzato. Mercoledì scorso siamo andati a un vicino “climbing - giardino avventura”. E’ stata una bella sfida per alcuni di noi, ma alla fine tutti hanno fatto molto bene e ci siamo divertiti molto. In serata ci siamo seduti tutti insieme in un ristorante con un’atmosfera accogliente e dove c’era una festa. Poi, purtroppo, era già ora di prendere il treno per tornare a Madrid e prendere il volo di ritorno la mattina successiva. Abbiamo salutato tutti, abbiamo ringraziato i padroni di casa e abbiamo deciso di rimanere in contatto. Nonostante le poche ore che abbiamo potuto trascorrere a Madrid, posso dire che abbiamo visto un bel po’ di città. Alla fine di questa giornata ci siamo seduti insieme in un bel bar prima di ripartire per il nostro viaggio di ritorno il giorno successivo. Sono stato molto contento di poter di fare questo viaggio e di aver incontrato nuove persone e conosciuto il temperamento spagnolo. Mi sono divertito molto con tutti e non vorrei perdere questa esperienza. La cosa migliore è che sono stato in grado di raccogliere molte impressioni e abbiamo tutti potuto provare cose nuove. Questo mi permette di crescere un po’ e rende la mia vita più ricca, in quanto mi ha dato il coraggio di esplorare nuove avventure e paesi stranieri.

Tobi


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l Partners e formatori applicano i diversi metodi per la formazione e le esperienze laboratoriali con i loro giovani. Ad esempio in Italia - 2 luglio: giorno nello spazio per il gruppo 2. I bambini andranno ai “ponti tibetani” per una sfida fisica veramente divertente!

- Durante il mese di luglio, Borgorete condurrà il lavoro con il terzo gruppo di bambini. I laboratori si svolgeranno in un centro estivo, e le attività saranno focalizzate sul bullismo.

l 08-11 Settembre a Linz, pro mente Alta Austria - laboratorio di scambio tra i formatori, in cui si intendono scambiare conoscenze ed esperienze e discutere di come le pratiche potrebbero essere ulteriormente sviluppate e trasferite ad altre organizzazioni e progetti. l Laboratori creativi per i giovani per incoraggiarli ad esprimere il loro senso dello spazio. l Mostra d’arte per i giovani del progetto in ogni paese che sarà ospitata sul sito web Transpace e presentata nella rivista “Uno Spazio per Parlare”

Conferenza finale del progetto I partner presenteranno i risultati del progetto alle parti interessate. L’obiettivo è di fornire alle organizzazioni interessate esperienze che possono condividere e pratiche che possono applicare e sviluppare per i loro partecipanti e studenti.


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“E’ molto bello! Mi piace molto ed è divertente vedere me stesso in un giornale “

Rodrigo

no “I disegni e fumetti so molto belli! Mi piace e molto la rivista e anch gli articoli “

Patricia

“Si può vedere il valore per molti dei ragazzi con cui lavoriamo”

Greek Trainer – Stratos

“La rivista è molto divertente, molto giovane, molto dinamica perché non ci sono solo i testi ma tante foto, fumetti e disegni!”

Clara

“E’ bello vedere quello che gli altri ragazzi stanno facendo nello stesso periodo! Mi piace! non è noiosa! “

Oscar

“Stile molto attraente!”

Italian School Teachers

“Questa rivista è molto bella, è molto ben fatta e le informazioni sono molto interessanti!”

David

“Ottimo progetto e ticoli grande rivista! Gli ar ti sono molto interessan e il layout è molto attraente “

Austrian Trainer and Manager

“Sembra essere anche tanto divertente!” Kirsty who attends a workshop for people with learning disabilities


Questo progetto è finanziato con il supporto del Programma Daphne dell’Unione Europea. I contenuti di questa pubblicazione non riflettono l’opinione ufficiale della Commissione Europea. La responsabilità per le informazioni e le opinioni espresse nella pubblicazione è dei soli autori e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per alcun uso che venga fatto delle informazioni ivi contenute.


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