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“Poetry of Taste and Refinements”: Annuals e scrittura femminle nell’Inghilterra pre-vittoriana Serena Baiesi (Università di Bologna) Durante il primo trentennio dell’Ottocento in Inghilterra i periodici risposero in modo attento alla domanda sempre più esigente di un pubblico di lettori e lettrici in rapida crescita. La letteratura di consumo fiorì in maniera esponenziale a seguito di una richiesta sempre più ampia di prodotti letterari di largo consumo, e ‘the more papers were issued for popular consumption, the more the reading habit spread’.1 Dopo la nascita e la sempre più cospicua diffusione delle riviste durante il primo Ottocento in Inghilterra – quali le review e i magazine –, un nuovo tipo di pubblicazione più “elegante” fece la sua comparsa sul mercato editoriale durante gli anni Venti del secolo: il gift-book. Denominati anche annuals, questi volumi “da regalo” raccoglievano una serie di preziose incisioni a stampa – engravings – accompagnate da poesia, prosa, o frammenti letterari, e venivano pubblicati annualmente, durante i mesi subito precedenti le festività natalizie o pasquali. Nati come prodotti letterari raffinati dal punto di vista estetico, per via della qualità delle illustrazioni e della loro rilegatura preziosa, essi erano indirizzati ad acquirenti e lettori appartenenti ad una middle e upper-class inglese: tali lavori erano di fatto veri oggetti pregiati da regalare, da leggere e da mostrare nel salotto di casa. Nella maggior parte dei casi erano confezionati con tessuti di valore, quali seta, velluto oppure pelle, e le illustrazioni raccolte all’interno, riprodotte in bianco e nero oppure a colori, erano firmate dai più rinomati incisori dell’epoca. Possedere un annual aveva un significato non solo dal punto di vista culturale, per via del suo contenuto artistico e letterario, ma rappresentava e definiva anche lo status sociale di coloro che lo regalavano, nonché rendeva elegante e sofisticata la drawing-room in cui era esposto. Non era dunque un oggetto da conservare nella library per una lettura privata, ma piuttosto da sfogliare in compagnia ed esibire nel salotto designato all’intrattenimento sociale oppure uno strumento didattico di pregio – sociale o religioso – per le nuove generazioni. Le donne inglesi benestanti dell’epoca erano il pubblico privilegiato che acquistava, leggeva e condivideva l’annual. Tuttavia, oltre ad essere le fruitrici maggiormente soddisfatte da questi volumi, esse ne traevano, al contempo, cospicui profitti economici in qualità di 1
D. Altick, The English Common Reader. A Social History of the Mass Reading Public 1800–1900, Chicago: University of Chicago Press, 1976, p. 318.