2013_Interventi_03_Golinelli

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Metodologie degli studi di genere: alcuni esempi nella letteratura inglese della prima età moderna tra letteratura di viaggio, teatro e utopia

Gilberta Golinelli (Università di Bologna) Le mie ricerche nell’ambito degli studi di genere sono in parte interconnesse all’esperienza maturata come docente a contratto per il master europeo sui Women’s and Gender Studies (Gemma), dove ho insegnato English Women’s Literature e insegno Feminist Methodology: Interdisciplinary Methods in Women’s and Gender Studies. Nell’articolare i miei studi, che si sviluppano intorno a due direzioni, non posso quindi non riferirmi anche ai contenuti di quanto ho insegnato in questi anni, poiché parte delle mie indagini più recenti, che comprendono testi scritti da donne ma anche opere di scrittori uomini, sono condotte attraverso le metodologie critiche degli studi di genere. Tali metodologie sottendono il mio modo di fare ricerca e sono quelle che insegno come strumento critico per liberare testi letterari ‘canonici’ da una lettura monolitica e unidirezionale, e per esplorare, come auspicano Catherine Belsey e Janet More, significati e contenuti alternativi in grado di rompere il sistema binario che, per secoli, ha legittimato il mantenimento dello status quo1. Al contempo, una metodologia di genere aiuta anche a dimostrare come ogni interpretazione di un testo (che sia scritto da donna o uomo non cambia) debba avvenire con la consapevolezza che il/la lettore/trice, proprio perchè sempre situato/a storicamente e geograficamente2, talvolta rischia di leggere i testi del passato unicamente per confermare ciò che sta “cercando”. Credo infatti sia fondamentale sottolineare che la stessa metodologia femminista e di genere ha la consapevolezza di poter incorrere nei pericoli di una interpretazione esclusivamente ideologica poiché, come ribadisce Phillis Rackin, non si tratta di cambiare la storia, ma di interrogarla: “not because it is necessarily incorrect, but because it is incomplete. It constitutes only one of many stories that could be told”3 .

1. Una parte dei miei studi si è concentrata e ancora si concentra sui processi identitari e sulla costruzione dell’identità maschile e femminile, ma anche sulle modalità discorsive che hanno contribuito a fissare le nozioni di etnia, rango e sessualità nella letteratura dell’epoca delle grandi 1

Nell’introduzione a The Feminist Reader le studiose confermano come uno degli scopi della critica consista ancora: “in the process of changing gender relations which prevailed in our society, and regards the practice of reading as one of the sites in the struggles for change.”, C. Belsey, J. Moore, “Introduction: The Story So Far”, in C. Belsey and J. Moore (eds), The Feminist Reader, London, Palgrave McMillan, [1989] 1997, pp. 1-25. 2 Per un’indagine più specifica su questo tema si veda l’utile saggio di Susan Stanford Friedman, “Globalizzazione e teoria culturale femminista”, in Raffaella Baccolini (a cura di), Bologna, BUP, 2005, pp. 265-289. 3 Phillis Rackin “A usable History”, in Shakespeare and Women, Oxford, Oxford UP, 2005, p. 9.


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