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Decolonizzazione, studi di genere e letteratura postcoloniale: alcune prospettive di ricerca Federica Zullo, Università di Bologna
Le mie ricerche nel campo degli studi di genere si intersecano da vari anni con la letteratura contemporanea di lingua inglese e la critica postcoloniale, territori che si intrecciano, si influenzano a vicenda, entrano in contatto allargando e arricchendo il dibattito critico interno alle diverse discipline. L’oggetto principale di indagine riguarda le pratiche di ricomposizione di storie e memorie fra colonialismo e postcolonialismo, prevalentemente in ambito anglofono, ma con una particolare attenzione anche alla letteratura di migrazione in Italia, prodotta in larga parte da donne. Si tratta di analizzare atti strategici di rilettura e revisione del passato, tra passato e presente, includendo la volontà di futuro. Le autrici provenienti dalle ex- colonie dell’Impero britannico, le cui opere riguardano sia il periodo a cavallo delle indipendenze, sia il difficile assetto postcoloniale e la contemporaneità globale caratterizzata da migrazioni e attraversamenti di confini, offrono l’opportunità di articolare il lavoro su due prospettive fra loro interconnesse: la prima riguarda il rapporto donna, nazione e comunità, nella fase di affermazione della nazione indipendente, mentre la seconda ha a che vedere con le fratture della nazione e le sue contro-narrazioni nel periodo successivo alle indipendenze e durante il processo di grandi migrazioni dalle periferie degli imperi ai centri metropolitani. Negli anni di consolidamento dei movimenti nazionalisti, a cavallo del secondo conflitto mondiale, la voce femminile, sia in letteratura, sia nella partecipazione politica attiva, contribuisce alla ridefinizione del dibattito sulla nazione che si dovrà costruire, cercando di reclamare spazi e ri-posizionamenti nei luoghi della cultura e del potere che tendevano ad escluderla, nel processo di “doppia colonizzazione” del progetto imperialista e del patriarcato maschile locale. La letteratura di stampo nazionalista in paesi come l’India, la Nigeria, il Kenya e il Sudafrica, ha spesso collocato la donna al centro della propria retorica, perché addirittura lo stato-nazione o i suoi principi guida sono concepiti esclusivamente al femminile; la nazione è comunità immaginata e, come afferma Ania