www.trantran.net | n. 40 mensile | 26 Novembre 2013 | Distribuzione gratuita
Elisa: L’anima Vola Teatro: Cesare Gallarini dal Drive In ad oggi Animali: 30 Novembre corteno nazionale contro la vivisezione Corrispondente da Parigi: La Ville-de mille-Lumière
Sommario
Anno IV - Numero 40 - 26 Novembre 2013 Editore: Trantran Editore S.r.l. Sede: Via Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro C.F./P.I./RIMB 06774520966 REA MB 1864900 Reg. Trib. di Monza n.1995 del 29/06/2010 Novembre 2013
5 Editoriale C’è zucca e zucca, ci sono zucconi e... zucconi
www.allcrazy.it
Per Contattarci direzione@trantran.net redazione@trantran.net segreteria@trantran.net
Fondatori
ALL CRAZY presenta: Crazylandia
6 Spunti di Vista La Fortuna del testardo e l’esempio del pollo
Teatro, Musica e Spettacolo a misura di bambino (e non solo)
Marta Migliardi, Elena Gorla, Adriana Colombo, Guido Bertoni, Alfredo Rossi
Direttore Alfredo Rossi
Capo Redattore quest’accademia che è un avvicinarsi a quello che è il mondo della danza, il teatro e la musica, intesa sia come strumenti musicali sia come coro e canto corale soprattutto per i bambini. Non vogliamo essere un’accademia per chi già opera nel settore, per specializzarsi ma proprio per chi inizia. La volontà della scuola è partita per il voler lavorare con i bambini, poiché quello che vedono in Tv è tutta finzione, il contrario dell’arte, qui vogliamo fargli riscoprire la parte sana dell’arte. I bambini sono sempre genuini e se si educano al teatro, all’arte e al gioco possono solo trarre reale giovamento e divertimento.
’Perche’ ci chiamiamo All Crazy? Perché oltre alla provata serietà professionale, l’affidabilità’ e l’esperienza, c’e’ l’arte, e l’arte si nutre di fantasia, estro, genialità ed un pizzico di sana follia’’ Siamo a Lissone, in via Monza 7 presso la All Crazy. Incontriamo Michele Visone, il fondatore che ci spiega come dalla All Crazy (che si occupa di spettacolo e animazione a 360 gradi in tutta Italia) sia nata Crazylandia (www.crazylandia.it 039 9635150) accademia che si e’ specializza in corsi di teatro, musica, danza e canto per bambini, ma non solo. Corsi artistici (baby dance, canto, recitazione, ecc.), corsi fitness (anche per i più grandi come Zumba, Pilates, Totalbody, ecc.) e affitto sale per compleanni, ricorrenze ed eventi. Uno spazio polifunzionale ben allestito, luminoso e creativo dove poter accompagnare i bambini, ma non solo, nel mondo dell’arte. Un punto di riferimento per tutti. Partiamo dall’inizio: come nasce All Crazy? Noi nasciamo come una struttura d’intrattenimento e spettacolo e operiamo nel settore da 20 anni. Collaboriamo con grandi marchi come heineken e disney italia, Auchan e con strutture turistiche come Delphina, Loano2village con le quali portiamo avanti un rapporto basato sull’intrattenimento e spettacolo. Ultimamente abbiamo aperto
Com’e’ nata in te la passione per lo spettacolo? Da bambino ho avuto la fortuna di frequentare l’oratorio del quartiere nel quale vivevo, dove ho scoperto lo spettacolo in un ambiente sano e pulito divertendomi tantissimo. L’istituto d’arte e l’Accademia delle belle arti sono state la mia scelta formativa. Durante il mio percorso di studi ho conosciuto il mondo dell’animazione e da buon diciottenne ho colto l’occasione per girare tante strutture turistiche lavorando come animatore. Ad un certo momento ho capito di poter fare qualcosa in più inaugurando la mia attività. E in questa attività ho messo a frutto le mie esperienze di vita e lavorative che mi hanno portato alla
9 Tattoo Iron Crown Tattoo
Marta Migliardi
Vice Capo Redattore Elena Gorla
10 Teatro Binario 7 Teatro per famiglie
7
Grafica e Fotografi Ufficiali
Elisa: L’Anima Vola Salvo Bruno Direttore Musicale
Michele Visone Direttore Artistico
realizzazione di spettacoli teatrali dedicati soprattutto ad un pubblico di bambini. I nostri spettacoli iniziano con: ”C’era una volta...” come una formula magica apre le porte della fantasia introducendo così i personaggi a noi più cari dei racconti dei fratelli Grimm, della Disney e altre storie fantastiche completamente inventate da noi. E Crazylandia? Crazylandia è la costola di AllCrazy, fa corsi di teatro per bambini ma abbiamo anche corsi per adulti, perché questo deve e vuole essere un vero luogo d’incontro per l’arte, per i bambini ma anche per i genitori. Noi capiamo benissimo che i bambini hanno passioni che nascono e muoiono in fretta. Ed è per questo che diamo la possibilità di provare i nostri corsi e una volta scelta la disciplina preferita si inizia un percorso insieme.
12 Clochart Fotografie o tele del 600?
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Raccontiamoci L’ultima cena del comandante
14 Brigantia Un sogno un giro in pista (ciclabile) 18 Reality Giovanni e Giovanni
19 Punto di Vista Ottica, Astronomia e giochi intelligenti 20 Verdissimo Uno Spazio verde “sonoro” 23 Il Regno del pane pane, amore e fantasia
24 Odontoiatria oggi Bioimpiantologia 22 In Cuccia
28 Bis
Füsch!
Inviata Speciale Adriana Colombo, Francesca Fawn Masperi da Parigi
25 Bis Cesare Gallarini 29 Milano Torte dolce passione... 31 Alberto Fucci Il mio successo: vedere i miei clienti felici! 32 Pendolare Dialogo su un treno affollato
33 Real Notti Dormire Realmente
36 Sportivamente Martino lo zuccone andrà a Rio
34 Altrove Chamonix
37 Nail Spa La cura delle mani e dei piedi
35 Chef Omar Lezioni di Cucina
44 Sciure
Alberto Zanardo e Francesca Fawn Masperi
Redazione Juri Casati, Guido Caimmi, Gabry, Gaber (UTGaber), Niccolò Rossi, Alberto Zanardo, Francesca Fawn Masperi, Jacopo Rossi, Giulia Larocca. Luca Vanni e il misterioso Redo Alfossi.
Si ringraziano per questo numero: Ringraziamo per questo quarto compleanno di Trantran tutta la redazione, la Reggiani s.p.a, tutti gli zucconi di Trantran (Alby & Fra in primis). Ringraziamo in maniera sentita il Presidente della Provincia Dario Allevi, il Comune di Monza e il nostro insostituibile Umberto Grasso. Ringraziamo i nostri lettori, sempre tanti, sempre attenti e affezionati. Ringraziamo tutti i nostri animali: Alice, Toto’, Rafael, Orsupo, cento gatti, Natalino, Asia, Dominga e Bimba. Ringraziamo anche il pollo, sperando che abbia imparato a volare. Buon compleanno Trantran!
Foto di Copertina Elisa di Fabio Lovino
Stampa REGGIANI S.p.A. 20126 Gavirate (VA)
Tiratura 26.000 Copie
Raccolta Pubblicitaria Direttore Commerciale Paola Scappatura paola.scappatura@trantran.net commerciale@trantran.net Trantran Editore s.r.l. Sede Via Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro (MB) direzione@trantran.net
Editoriale | Il Direttore Alfredo Rossi
Con voi
C’è zucca e zucca, ci sono zucconi e… zucconi
La zucca che vedete nella foto di questa pagina è una zucca da record: pesa 150 chili! A ottenerla nel suo orto, che si trova in fondo a Via Ravel, nel quartiere Cazzaniga di Monza, è stato il signor Giovanni Radice, un nostro affezionato lettore. Una zucca così, trent’anni fa quando le notizie dal resto d’Italia e dal mondo arrivavano con il contagocce, avrebbe trantran giu ok.pdf 1 22/05/2013 15.34.00 meritato la prima pagina di un quotidiano
locale: oggi non è così, ovviamente. Ma la zucca mi serve per spiegarmi. Nella lingua italiana, se si vuole fare l’accrescitivo di una parola, si può usare o l’aggettivo grande o grosso (nel nostro caso, gran zucca o grossa zucca) oppure il suffisso -one o -ona (zuccone o zuccona). Nel primo caso di solito è usato in senso positivo (tipo: “Quel professore è una gran zucca”), nel secondo in senso negativo (tipo:”Mio cugino è uno zuccone”). Detto così sembra semplice, ma l’italiano è una lingua complessa perché le eccezioni, a volte, sono superiori alla regola. Non sempre zuccone (o zuccona) è usato in senso negativo: può anche essere utilizzato per indicare una persona che, se vuole raggiungere uno scopo, ci dà dentro senza paura, anche quando sembra che tutto sia impossibile, e alla fine, per questa sua caparbietà, riesce a raggiungere lo scopo che si era prefissato.
Due esempi presi proprio da questo numero di TranTran per spiegarmi ancora meglio. Per far capire a tanti zucconi (in senso negativo, in questo caso) che il colore della pelle non può essere una discriminente, l’Associazione Calcio Monza ha lancitao una campagna che si vede in giro in mille manifesti e sul retro di molti autobus. Martino Minuto, fiorettista nato a Milano ma residente a Monza da sempre, invece di arrendersi davanti alle tante avversità (sportive e non solo), da zuccone (in senso positivo, ovviamente) va avanti ad allenarsi e a vincere, con in testa l’obiettivo di andare a fare le Olimpiadi in Brasile nel 2016. E di vincere la medaglia d’oro, ovviamente. E a proposito di zucconi in senso positivo, il signor Giovanni Radice ha già messo via i semi per dar vita, dalla prossima primavera, a una zucca ancora più grande: obiettivo 180 chili!
Per voi Per la nostra città.
ACSM AGAM in modo diretto o attraverso le proprie controllate (come Enerxenia, la società di vendita gas ed energia elettrica) è impegnata nei settori acqua, gas, termovalorizzazione, teleriscaldamento, energia elettrica, cogenerazione e gestione calore. È un punto di riferimento per le famiglie, i professionisti, le imprese. Garantisce prestazioni affidabili e su misura. In modo sicuro e continuo. Con qualità. ACSM AGAM, uno storico gruppo che lavora ogni giorno sul territorio e per il territorio.
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Spunti di Vista | L’innocenza del principio relativo
Clochart | Interviste a volti noti in giro per la Brianza
Elisa: l’anima vola Un esempio di sana tenacia made in Italy
La fortuna del testardo e l’esempio del pollo
di Giulia Larocca
di Marta Migliardi Talvolta, soprattutto quando si attraversano periodi storici particolarmente burrascosi, si ha l’impressione che ci sia un Destino che domini la realtà e l’uomo non abbia altra possibilità che quella di accettare la sorte e sottomettersi ad essa. Ma l’uomo possiede la libertà, per cui è piú corretto attribuire alla Fortuna solo la responsabilità della metà delle cose che ci capitano. Dell’altra metà i responsabili siamo noi. N. Machiavelli, Il Principe, cap. XXV Non conosco uomini cosiddetti di successo (senza entrare nel concetto assoluto di cosa sia il successo) che non abbiano avuto inizi burrascosi, tenacia, caparbia e, perché no, un pizzico di fortuna. Se analizzate la storia, da Garibaldi a Gesù di Nazareth, da Steve Jobs ai Beatles, tutti quelli che hanno cambiato il mondo, lasciato un segno indelebile, nel bene o nel male, sono coloro che non hanno desistito. Sono coloro i cui destini sono stati costellati di sliding doors, porte, decisioni, idee che potevano far di loro i protagonisti che sono stati o degli estranei. Certo sono esempi illustri, inarrivabili. Esempi, per l’appunto. Ma la caratteristica che li accumuna, che ha reso possibili esiti così meravigliosi o drammatici, è la caparbietà e la sfrontatezza. Boia chi molla. Anna Bolena ha atteso 12 anni che il suo re Enrico VIII divorziasse da Caterina D’Aragona, per farsi sposare. Lasciamo un attimo perdere cosa sia bene e male, lasciamo i giudizi alla storia e ai posteri. Lei però, Anna, non ha mai abbandonato il suo intento. E infine fu regina d’Inghilterra. Tutte quelle biografie che sembrano romanzi, sono le storie di gente che non ha mai perso la rotta, pur perdendo, a volte il cammino. Persone la cui passione era un’esigenza. La cui ambizione stessa era un’esigenza. Che piaccia o no, e non sarò certo io a dare la mia opinione, lo stesso Silvio Berlusconi è un esempio (negativo? positivo?) di cocciutaggine assoluta. Si mette in scena ciò che si vuole ottenere. Non è detto che gli scopi siano sempre nobili e positivi. Non posso entrare nella sfera dei sogni di gloria di tutti noi. Io sto analizzando il meccanismo mentale che dà più possibilità a un desiderio 6
di realizzarsi: caparbia, sfrontatezza, fortuna, costanza. In una parola, essere testardi, zucconi, nel senso più eufonico del termine. Abbiamo aperto questa casa editrice quattro anni fa. In piena crisi, come ci ricordano tutti i santi giorni. Ogni anno ci hanno parlato di ripresa. Ogni anno siamo caduti sempre più in basso. Planetariamente, moralmente, eticamente: l’essere umano al minimo storico di dignità. Mi hanno fatto avere paura. Cercano di sminuirci perché con la paura i popoli si sottomettono meglio. E non parlo di destra o sinistra, parlo del potere in generale, dell’oligarchia che ci domina. La mia casa editrice, la nostra casa editrice, è ancora qui. Con entusiasmo e coraggio. Siamo testardi. Zucconi. Faccio sempre a mio padre l’esempio del pollo. C’è un pollo che vorrebbe volare. Prende la rincorsa lunghissima, correndo e sbatacchiando le ali verso un precipizio. Lui pensa che volerà. Non ha paura di cadere. Lui crede che saprà andare oltre il dirupo e nei cinque minuti di corsa, fino al burrone, il suo cuore batte forte, e lui sogna, ed è felice e pensa: “Volerò, volerò altissimo come un’aquila!”. Ecco, io preferisco vivere 5 minuti come il pollo che corre verso il burrone sognando di volare, piuttosto che come un uomo immobile che guarda giù nel precipizio e si dispera. Poi, magari, il pollo ce l’ha anche fatta a saltare. Voi che ne dite?
Foto di Fabio Lovino e Meschina
Buon quarto compleanno, Trantran! Concludo adunque che variando la fortuna e stando li uomini ne’ loro modi ostinati, sono felici mentre concordano insieme, e come discordano infelici. Io iudico bene questo, che sia meglio essere impetuoso che respettivo, perché la fortuna è donna; ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla. E si vede che la si lascia piú vincere da questi che da quelli che freddamente procedono. E però sempre, come donna, è amica de’ giovani, perché sono meno respettivi, piú feroci, e con piú audacia la comandano. (Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol. X, pagg. 90-91 )
Sempre più spesso in Italia sentiamo parlare di fuga di cervelli, di ragazzi che dopo averci provato e riprovato nel loro Paese sono costretti a cercare opportunità altrove e questo altrove è sempre un paese straniero che ormai gode, perle giovani generazioni, della nomea di “datore di lavoro”. Quando pensiamo alle opportunità che l’estero può offrirci prendiamo quasi sempre a modello il ragazzo/a della porta accanto. Ecco questa volta il nostro modello di riferimento
non è esattamente il nostro vicino di casa o il panettiere, ma una grande cantante italiana che ha accumulato enormi successi in Italia e non. Stiamo parlando di Elisa che non ha seguito esattamente la linea di pensiero delle giovani generazioni di oggi. Rientra nella nostra lista di “zucconi” per la sua determinazione, lei non ha utilizzato una lingua straniera come portavoce delle sue canzoni come seconda chance, anzi si è distinta da tutti, iniziando ad accumulare
successi proprio in inglese. Oggi però ha lasciato la terra vecchia per quella nuova, ha deciso di lanciarsi ora in una nuova avventura. Sono passati 12 anni dal suo primo pezzo in italiano “Luce” che come tutti ricordiamo vinse il festival di Sanremo. Dopo anni passati ad inserire canzoni in inglese nei suoi album, oggi esce “L’ANIMA VOLA” il primo album di Elisa contente solo pezzi in Italiano. Il perché di questa scelta non è per niente difficile da comprendere. La cantante
stessa ha dichiarato che questa sua scelta nasce daun suo stato d’animo, nessuno se avesse cercato di convincerla ci sarebbe riuscito. Ci aveva già provato in passato ma purtroppo era andata male, questa volta la conquista. Conquista derivata forse dal fatto che il filo conduttore di tutto l’album, già il titolo non ne fa mistero, è la sua anima e i pensieri che lei stessa voleva esprimere in ogni singolo brano. La novità di questo album non è però solo “l’italiano” ma anche nuovi effetti vocali che Elisa ha 7
Speciale Tattoo | Iron Crown Tattoo
Clochart | Interviste a volti noti in giro per la Brianza
Iron Crown Tattoo: Arte, Estro E Professionalita’ voluto sperimentare, effetti per non ripetersi, effetti per evocare qualcosa di tribale. Ma non è tutto! La parte iniziale di questo album contiene singoli mentre la seconda metà si dipinge di duetti e collaborazioni. Collaborazioni con personalità importanti del panorama musicale italiano come Tiziano Ferro, il quale ha tradotto in italiano la canzone inglese di Elisa “E scopro che cos’è la felicità” dedicandola alla figlia della cantante Emma Cecile. Anche Luciano Ligabue ha collaborato con Elisa nel pezzo “A modo tuo” di cui ha scritto le parole. La canzone suona quasi come una ninna nanna che come la stessa Elisa ha dichiarato, è stata subito catalogata nella lista delle canzoni incantabili. Il motivo? Tutte le volte che prova a cantarla “le si spacca il cuore”. Avere dei figli per un artista lascia sempre un tratto ben netto nella carriera anche musicale, segna un confine dal quale è difficile tornare indietro. Un altro big della musica italiana che ha contribuito al successo de “L’ANIMA VOLA” è Giuliano Sangiorgi, da sempre voce dei Negramaro. La canzone in questione è “Ecco che” di cui Sangiorgi ha scritto il testo in italiano e che sarà la chiave di volta nonché pezzo principale della colonna sonora del film “L’ultima ruota del carro”, interamente curata da Elisa stessa. Come noto non è la prima volta che Elisa collabora con Ligabue e Sangiorgi, ma questa volta niente duetti, questa volta la creatività e la capacità dei due artisti sta proprio nel testo e nel pensiero che comunica. A marzo si darà il via al tour L’ANIMA VOLA che girerà per tutti i palazzetti di Italia. La volontà di Elisa è quella sì di presentare il nuovo album ma anche di non tralasciare i suoi grandi successi del passato; diciamo che sarà un po’ un 8
Parliamo di tatuaggi e piercing e sfatiamo un po’ di falsi miti in merito all’argomento. Per fare questo incontriamo Mattia, Stefania e Silvia, rispettivamente tatuatore, piercer e accoglienza (nonché tirocinante tatuatrice) del bellissimo negozio Iron Crown Tattoo, aperto a Luglio in via Sirtori 4, angolo via Manara (tel 340 4756017). Accogliente, fresco e dinamico, questo spazio gode dell’estro e della professionalità di chi ci lavora. Perché, diciamocelo, l’immagine dell’artista dannato e sporco ha un po’ stancato e il mondo del tatuaggio e dei piercing si è evoluto sia esteticamente sia come head concept.
ripercorrere tutte le tappe della sua carriera, un ripercorrere le emozioni, l’anima e il cuore che da sempre impregnano i brani della cantante. Tornerà mai a scrivere in inglese? Questo non lo sappiamo. L’inglese è parte di
Elisa, è parte del suo sangue e per questo non gli potrà chiudere la porta in faccia, ma una cosa è certa: appena avrà l’istinto di scrivere qualche brano scopriremo quale lingua avrà la meglio. Molte volte dimentichiamo ciò che sta dietro
al personaggio che pensiamo di conoscere per la sua notorietà, dimentichiamo quale sia la sua storia, i suoi pensieri, dimentichiamo che personaggi come Elisa sono un esempio -da zuccona positiva- da seguire.
Mattia com’e’ nata la tua passione per il tatuaggio? Ho iniziato nel 2007 facendo il corso e ho lavorato nello stesso negozio per quattro anni, poi mi sono spostato in un altro in Brianza e infine ho deciso di fare anche un anno all’estero, in Australia, sempre come tatuatore, nel negozio più famoso di Sidney. Ho avuto la fortuna di lavorare con artisti da tutto il mondo: giapponesi, polinesiani, maori, spagnoli…e ho rubato un po’ da ognuno di loro e ho amalgamato questi insegnamenti al mio stile. Tornato dall’Australia ho conosciuto Cristian e Fabiano (ndr i proprietari di Iron Crown), e abbiamo iniziato questo progetto dell’Iron Crown insieme. Ogni tatuatore ha un po’ il suo stile, qual è il tuo? Come ti poni nei confronti di una persona che vuole tatuarsi? Intanto ascolto la richiesta del cliente, consiglio sempre quello che puo’ stare meglio o peggio, mantenendo le linee della sua richiesta ma basandomi anche sull’anatomia e del buon senso. Io personalmente, ad esempio, prediligo il tatuaggio colorato. Tieni conto che dieci anni fa i colori non c’erano o se c’erano erano poco affidabili e non certo belli come
quelli di adesso. Mi sento di dire che il colore è un’evoluzione del tatuaggio. Chiaramente non obbligo mai nessuno e sono molto bravo anche nel bianco e nero: i miei sono solo consigli, alla fine è il cliente che si porta il tatuaggio per tutta la vita! Il mio lavoro è anche consigliare bene, ad esempio una persona che viene a fare il primo tatuaggio so che si potrebbe stancare, non si sa come reagirà, quindi magari consiglio zone più nascoste o sulla schiena. Le mani, le dita, e le zone più scoperte e forti come primo approccio ai tatuaggi, le sconsiglio. Studiamo sempre il contesto del cliente e la sua psicologia e poi, dopo aver fatto il disegno e la bozza, spiego sempre le cose. Non solo tatuaggi ma anche piercing... Stefania come hai cominciato? Ho iniziato nel 2006, ma io ho avuto anche un anno sabbatico. Ho conosciuto la Body Modification e i piercing e di conseguenza ho cominciato a studiare anatomia, a informarmi, approfondire e frequentare corsi con la APTPI associazione piercer e tatuatori professionisti italiani. Ho fatto diversi stage integrativi per approfondire i vari generi: da quello normale, i microderma e le dilatazioni, ecc... C’e’ uno studio molto approfondito dietro… E’ un continuo studiare: si cercano sempre nuove tecniche e nuovi materiali, perché anche quelli sono importantissimi. Non basta, come si
dice in gergo, saper fare un piercing dritto ma se non sa quello che sta facendo può davvero creare grossi problemi. Parlaci un po’ delle ultime tendenze? Ultimamente mi chiedono tantissimi microderma o dermal anchor. Sono micro piastrine sottocutanee dove all’esterno rimane solo il filetto. Che rapporto hai con i clienti? Li assecondi sempre o hai una tua deontologia? Assolutamente no perché ci sono dei piercing che non possono essere fatti ad alcune persone e quindi li sconsiglio. Preferisco perdere un cliente piuttosto che mandarlo in giro con un piercing che non è idoneo Infine Silvia ci spiega qualcosa sul negozio… Silvia, come mai si chiama Iron Crown? Il motivo e’ perche’ siamo a Monza e il segno distintivo di Monza e’ la Corona Ferrea, ovvero Irown Crown. Al di la di Mattia e Stefania che sono bravissimi, perché una persona dovrebbe venire qui e non altrove? Innanzitutto per la freschezza di questo negozio: è pulito, organizzato, le norme igieniche sono seguite rigorosamente e me ne occupo di persona e non sembra una bettola! Inoltre ascoltiamo sempre il nostro cliente, lo mettiamo a suo agio e lo accompagniamo nella realizzazione di un lavoro che lo renda felice e soddisfatto al cento per cento! Creatività non è sinonimo di decadenza, bisogna sfatare un po’ di pregiudizi verso il mondo dei tattoo e dei piercing! Non posso garantire per tutti, ma per noi si! I ragazzi sotto i diciotto anni devono avere l’autorizzazione scritta dei genitori e devono essere accompagnati da uno dei due.
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Teatro Binario 7 | Stagione per le famiglie
Teatro+Tempo Famiglie al binario 7 e nelle biblioteche di monza Una nuova stagione per le famiglie su temi ambientali e iniziative per i piùpiccoli grazie alla collaborazione con il Sistema Bibliotecario Urbano La Danza Immobile, la compagnia teatrale che gestisce il Teatro Binario 7 di Monza, e l’Assessorato alle Politiche culturali e di Sostenibilità del Comune di Monza presentano la prima stagione “Teatro+Tempo famiglie”: cinque spettacoli in programma la domenica pomeriggio pensati per avvicinare i più piccoli alle tematiche legate all’ambiente e alla natura. La stagione avrà inizio l’8 dicembre, per proseguire con uno spettacolo al mese, fino ad aprile 2014, sempre in programma la domenica alle ore 16. Grazie alla collaborazione con il Sistema Bibliotecario Urbano di Monza (SBU), è previsto un incontro, replicato in cinque biblioteche di Monza, per famiglie
con bambini dai 3 agli 11 anni sui temi degli spettacoli della nuova stagione. Prossimo appuntamento il 30 novembre 2013 alle ore 10.30 presso la Biblioteca San Gerardo, in via Lecco 12, Monza (per informazioni: tel. 039.326376) e il 18 gennaio 2014, alle ore 10.30 presso la Biblioteca Triante, in via Monte Amiata 60, Monza (per informazioni: tel. 039.731269). Gli incontri sono concepiti per far scoprire ai bambini, attraverso letture e quiz, lo stretto legame che esiste tra la storia narrata e lo spettacolo teatrale, ovvero come entrambi facciano parte dello stesso processo creativo. Le storie selezionate tratteranno pertanto i temi della rassegna, ovvero: l’energia e l’effetto serra, il ciclo della natura, la terra, il riciclo dei rifiuti e il cibo. Lo scopo è quello di sensibilizzare i bambini ad acquisire abitudini corrette, dall’avere un rapporto sano ed equilibrato con il cibo a rispettare
l’ambiente che li circonda. L’ingresso agli incontri è libero su prenotazione. Telefonando alla biblioteca di riferimento si avranno tutte le informazioni sull’iniziativa. Teatro+Tempo Famiglie 2013/2014 - Calendario La stagione Teatro+Tempo Famiglie inizierà con lo spettacolo della compagnia Erbamil Smart Energy (8 dicembre): il racconto ai bambini e ai ragazzi delle conseguenze sul nostro pianeta dell’effetto serra. Il divertimento è assicurato grazie a diverse situazioni comiche che vogliono educare ad uno stile di vita più sostenibile. Biglietti: intero € 8, ridotto € 6 (under25, over65), under14 € 4
Abbonamento 5 spettacoli a posto fisso (acquistabile entro il 6 dicembre 2013): adulto € 32 – ridotto under 14 € 17 Per maggiori informazioni sulla stagione: www.teatrobinario7.it tel. 039 2027002 Vivi il Dietro le quinte! Appuntamenti: Biblioteca San Gerardo, via Lecco 12, Monza - tel. 039.326376 30 novembre 2013 ore 10.30 Biblioteca Triante, via Monte Amiata 60, Monza - tel. 039.731269 18 gennaio 2014 ore 10.30 Incontri per famiglie con bambini dai 3 agli 11 anni. Ingresso libero su prenotazione.
XANDER FASHION OUTLET: the different outlet Chi ha detto che i giovani non hanno futuro forse avrebbe dovuto modificare la sua frase in :” i giovani il futuro cercano di costruirselo”. Non tutti si arrendono e non tutti si accontentano della “pappa” pronta , ci sono giovani che hanno impiegato tutte le forze per realizzare progetti per cui nessuno avrebbe garantito. É il caso di tre giovani ragazzi monzesi, tutti classe 1991, rispettivamente Alessandro,Giulio e Teodor, che hanno cercato di rinfrescare la moda della Brianza rinnovando un concetto che si era ormai deteriorato da tempo. In cosa consiste il vostro progetto? Qual è il nome dell’outlet? Il nome dell’outlet è Xander Fashion Outlet. Abbiamo cercato un nome accattivante che sintetizzasse immediatamente il concetto chiave del nostro progetto ovvero quello di outlet top brands. Più precisamente abbiamo voluto dare una nuova concezione alle persone dell’idea stessa di outlet. Ovviamente il progetto di base è quello di presentare al cliente capi firmati al 50% di sconto dal prezzo di retail, cancellando però nell’immaginario collettivo italiano quell’idea di negozio che presenta sì capi a prezzi convenienti ma di
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scarsa qualità. Noi non abbiamo deciso di puntare sulla quantità ma sulla qualità. Offriremo infatti ai nostri clienti capi delle migliori marche accuratamente selezionati. Quale pensate sarà il feedback delle persone? Sarà positiva quest’idea di “ giovani imprenditori”? Secondo noi sarà sicuramente positiva. Le scelte dei giovani sono scelte fresche, scelte che appena ci sarà data la possibilità influenzeranno l’economia del nostro paese. Certamente siamo affiancati da esperti che ci consigliano come poter gestire situazioni che a 22 anni non è facile controllare, però siamo sicuri che l’idea di un ventenne oggi sia sicuramente più brillante,fuori dall’ordinario e con molta più presa sul cliente. Ciò non significa certo che i nostri prodotti sono indirizzati solo ai giovani, le nostre scelte sono indirizzate ad accontentare i bisogni di tutta la possibile clientela. Ci vorrà sicuramente del tempo per far comprendere la seria e differente impronta che vogliamo dare al concetto di outlet ma siamo convinti che il buongusto che l’italiano ha, prevarrà sullo scetticismo iniziale. Per quale motivo le persone dovrebbero scegliere Xander
Fashion Outlet? Dovrebbero sceglierlo perché a Monza, i posti nella quale si possa avere un connubio tra qualità,griffe e prezzo sono ben pochi. Detto ciò vi aspettiamo da Xander Fashion Outlet cercando di offrirvi il miglior servizio possibile accontentando ogni vostra richiesta.
Via Sirtori, 4 - 20900 Monza (MB) T. 039.9166795 xanderfashionoutlet@gmail.com 11
Clochart | Interviste a volti noti in giro per la Brianza
Fotografie o tele del 600? Premio ARTE 2013: targa d’oro a Giuseppe Liddi. di Adriana Colombo Il Premio Arte nasce nel 1984 e dal 2000 si svolge in concomitanza con il Premio Cairo. La manifestazione è articolata in quattro sezioni: pittura, scultura, fotografia e grafica/computer grafica. I premi sono assegnati da una giuria composta dalla redazione del mensile ARTE. Sono assegnati otto premi: quattro Targhe d’oro e quattro Premi accademia, uno per ogni sezione del concorso. La Targa d’oro è assegnata ad artisti che non hanno esposto in mostre personali di rilievo; il Premio Accademia è una borsa di studio di mille euro, riservato agli allievi delle accademie e delle scuole d’indirizzo artistico. Quest’anno Giuseppe Liddi, Pino per gli amici, milanese ma villasantese di adozione da quindici anni, si è aggiudicato la Targa d’oro nella sezione fotografia con le sue nature morte intitolate Caravaggio in still life. Giuseppe è appassionato di arte da sempre, socio del Circolo Amici dell’Arte di Villasanta da oltre dieci anni e da quasi cinque del Circolo fotografico monzese. Ora lasciamo la parola a lui e alle sue splendide fotografie. Giuseppe, ci racconti un po’ di te e della tua passione per l’arte? «Sin da bambino ho avuto la passione della pittura e dell’arte. Tutte le settimane, ormai da anni, vado a vedere mostre d’arte. Questa passione mi ha spinto ad approfondire sempre di più la materia e a mettermi continuamente alla prova per migliorarmi. Il primo corso di pittura lo feci a vent’anni al Castello di Milano di sera, di giorno lavoravo, poi feci altri corsi da privati, poi approdai a Villasanta e mi iscrissi al Circolo Amici dell’Arte, dove ho seguito più corsi. Qualche anno fa, ho comprato una macchina fotografica digitale 12
ed ho deciso di mettermi alla prova anche nella fotografia, mi sono appassionato e ho trasferito le mie cognizioni e il mio pathos pittorico nella fotografia. Dico sempre che la pittura mi ha influenzato e, in effetti, le mie fotografie assomigliano, anche se involontariamente, a dei quadri». Che emozione si prova a vincere un premio tanto prestigioso? «Io ho partecipato a questo concorso senza pensare di vincere, solo per mettermi alla prova. Per me è stata davvero una grandissima sorpresa. Quando è arrivata la telefonata: “Complimenti, lei ha vinto il primo premio”, davvero non me lo aspettavo. Sicuramente mi ha fatto piacere ed è quel piacere che ora mi porta ad andare avanti». Parliamo delle nature morte con cui hai vinto la Targa d’oro al Premio Arte, sembrano effettivamente dei quadri del ‘600: come le realizzi? «Come ti ho detto la pittura influenza molto il mio stile fotografico, creo delle nature morte cercando degli oggetti da mettere insieme e prestando molta cura al colore e, invece di dipingerle, le fotografo. Gli effetti speciali li creo con la luce di una pila, illuminando al buio i miei soggetti dando così l’impressione di vere e proprie pennellate di luce. I primi soggetti che ho usato per queste nature morte sono oggetti di famiglia che ho recuperato a casa di mia madre; anche lei è stata molto felice quando ha avuto in regalo le foto di alcuni oggetti a lei cari, visti sotto un’altra luce. Io chiamo queste nature morte Caravaggio in still life, perché ho preso dal Caravaggio lo spunto
della luce».
pittorici, quasi acquarelli».
Prima di questo premio, avevi già fatto qualcosa? «Ho fatto un paio di mostre sul tema del Parco di Monza prima di dedicarmi alle nature morte. Anche in quelle foto si nota l’influenza della pittura sul mio stile fotografico, muovendo un po’ la macchina fotografica riuscivo ad ottenere degli effetti che sembrano
Come definiresti la fotografia? «La fotografia è luce. Quando ho fatto il primo corso di fotografia, il mio insegnante mi disse che la fotografia è: disegnare con la luce. Ed è un po’ quello che io faccio». Saluto Giuseppe e, lascio parlare le sue splendide opere…
Brigantia | Storia ed escursioni nel nostro territorio
Brigantia | Storia ed escursioni nel nostro territorio
Un Sogno: un giro in pista (ciclabile) di Juri Casati
tramite aiuole. Ma più a nord, a Vedano, le piste ciclabili diventano rialzate sul livello della strada, e ancora più a nord, a Biassono, le piste ciclabili hanno finiture ancor più eleganti. In questo senso dobbiamo osservare che probabilmente ci vorranno ancora molti anni per arrivare a un’armonizzazione complessiva degli stili di piste ciclabili, ma dobbiamo anche riconoscere che uno standard unico di piste ciclabili oggi non è una priorità. E poi, cosa avrebbe ancora a disposizione il nostro ipotetico cittadino? Una lunghissima pista ciclabile lungo il Villoresi e un’altra notevole sull’asse Via Tintoretto-Via Tiepolo. E per il resto? Il resto è costituito da una pista qua e una pista là, alcune delle quali anche lunghe e certamente utili, ma senza
La questione della mobilità in bicicletta sta diventando sempre più importante. Ne parla perfino il Libro Bianco dell’Unione Europea sui trasporti, che dice: «la sfida consiste nell’interrompere la dipendenza del sistema dei trasporti dal petrolio, senza sacrificarne l’efficienza e compromettere la mobilità. In pratica i trasporti devono utilizzare meno energia ed energia più pulita, impiegare più efficacemente un’infrastruttura moderna e ridurre il loro impatto negativo sull’ambiente e su elementi fondamentali del patrimonio ambientale quali acqua, terra ed ecosistemi. Di preferenza il trasporto individuale dovrebbe essere riservato agli ultimi chilometri di una tratta ed effettuato con veicoli puliti». Lo sosteniamo anche noi – e da anni – perché (sempre citando dal Libro Bianco): «La graduale eliminazione dall’ambiente urbano dei veicoli “alimentati con carburanti convenzionali” è uno dei fattori che possono maggiormente contribuire alla riduzione della dipendenza dal petrolio, delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico e acustico». Le biciclette, per poter essere utilizzate in 14
piena sicurezza, avrebbero tuttavia bisogno di spazi appositamente dedicati. C’è però un problema: non tutte le strade hanno caratteristiche tali da poter consentire il contemporaneo transito delle auto sulle carreggiate, dei pedoni sui marciapiedi e delle bici sulle piste ciclabili perché in molti casi ci vorrebbero necessariamente strade più larghe di quelle esistenti. Tuttavia, man mano che le strade vengono rifatte, qualche volta è possibile costruire anche nuove piste ciclabili. La costruzione di nuove piste ciclabili, il fatto che Monza sia una città pianeggiante (adatta quindi all’uso di biciclette) e il fatto che comunque le biciclette a pedalata assistita, che rendono agevoli anche i percorsi un po’ più impegnativi, si stiano rapidamente diffondendo consentono ai cittadini di prendere seriamente in considerazione l’opportunità di muoversi in bicicletta. Ma oggi, a Monza, un ipotetico cittadino che volesse cominciare a muoversi in bicicletta, che situazione troverebbe? La zona intorno alla Villa Reale è ben fornita di piste ciclabili, che spesso sono
presenti su entrambi i lati delle strade. Sono innegabilmente le piste ciclabili più lunghe e più antiche della città, che si trovano però anche nella zona dove forse era più facile costruirle perché c’erano a disposizione strade larghe e nessuna salita. Viale Regina Margherita, viale Cesare Battisti e Viale Brianza collegano bene il centro storico di Monza ai quartieri settentrionali della città e ai primi paesi a nord di Monza, come Vedano e Biassono. Inoltre tali piste ciclabili, grazie anche alla loro felice collocazione nei pressi della Villa Reale e del Parco, possono anche fungere da percorsi turistici. Chi poi usufruisce quotidianamente della pista ciclabile che costeggia il Parco, oltre a muoversi in questa stagione su un bel tappeto di foglie autunnali, in estate gode anche del particolare clima del Parco. Infatti chi vive vicino al Parco sa benissimo che «lui» ha un suo clima particolare – un paio di gradi in meno rispetto al resto della città – e che in estate può risultare particolarmente gradevole. In questa zona le piste ciclabili sono tutte al livello della strada e ben separate da essa
che esse siano legate tra loro da una trama comune. È il grande problema delle piste ciclabili: troppo spesso sono spezzettate: 300 metri qua, 500 metri là, 20 metri un bel pezzo più in là e così via. In questo modo però il povero ciclista, per muoversi da una parte all’altra della città passando da una pista ciclabile all’altra, è costretto a fare una pericolosa gimkana tra le auto. Le associazioni locali di amici della bicicletta riconoscono la necessità di costruire nuove piste ciclabili, in particolare per le arterie viabilistiche più trafficate. Tuttavia, tenendo presenti i tempi (lunghi) necessari per realizzarle, le sempre minori risorse a disposizione delle amministrazioni comunali, nonché il fatto che non sempre è possibile, per i motivi di spazio che ricordavamo,
costruire piste vere e proprie nel centro cittadino o nelle vie strette, tali associazioni oggi propongono anche soluzioni di compromesso a basso costo e di rapida attuabilità, una delle quali potrebbe essere l’istituzione di «corsie» (e quindi non «piste») ciclabili segnate con la vernice sull’asfalto. Esse potrebbero per lo meno unire le piste ciclabili esistenti, e ciò consentirebbe di superare, almeno in parte, e il grande problema delle nostre attuali piste ciclabili, e cioè il fatto che non sono ancora collegate tra loro.
www.cifradue.it Raccontiamoci: Libri, racconti, scrittura e poesia
Siamo presso lo Studio Cifra Due, in Via Monte Cervino,con il Sig. Gianluca Montefusco per un approfondimento sul mercato immobiliare. Innanzitutto ci parli della sua agenzia immobiliare. In cosa si differenzia dalla altre e qual è la vostra filosofia? Lo Studio viene fondato nel 1981 da mio padre, Giovanni Montefusco. Io ho ovviamente ereditato la passione per il campo immobiliare dalla mia famiglia. Sia mio padre che mia madre sono stati pionieri in questo settore soprattutto per quanto riguarda gli immobili di prestigio, sui quali si è sempre fondata la nostra attività. Nel 2001
sono intervenuto all’interno di questa società, focalizzandomi sui servizi per chi cerca casa: non semplicemente trovare l¹immobile ma una filosofia di attenzione al cliente, che va dalla ricerca sino al rogito. In questo modo solleviamo il cliente da tutte le problematiche tecnico-burocratiche e fiscali che possono insorgere, fornendo così un’assistenza a 360° e offrendo la comodità di un referente unico per ogni esigenza. Per quanto riguarda, invece, la parte progettuale del nostro lavoro ci siamo sempre affidati a grandi studi “storici” monzesi per garantire serietà e funzionalità: nel corso degli anni, infatti, abbiamo puntato molto anche sulla cantieristica, seguendo gli immobili dalle fondamenta. Collaboriamo sempre con professionisti di alto livello per soddisfare al meglio una clientela esigente e di alto profilo. Ultimamente, per esempio, stiamo seguendo un nuovo progetto su Monza: un cantiere in zona Parco. Sara’ la prima nuova costruzione dopo 30 anni in questa zona in cui c’è sempre molta richiesta di immobili da parte dei nostri clienti storici. Sarà in classe A, in una posizione eccezionale molto vicina allo Sporting Club di Monza. Nel
cantiere sarà presente una nostra unità dislocata in modo da dare le prime informazioni al cliente gia’ in loco. Cosa intendete per immobile di prestigio? L’immobile di prestigio è l’immobile nel quale il cliente vuole entrare e sapere di avere il massimo sotto tutti i profili. Ultimamente ci si concentra molto sul risparmio energetico. Di recente, ad esempio, abbiamo curato la realizzazione del primo immobile in Lombardia certificato in classe A+ in Bioedilizia, una cosa assolutamente innovativa, che non ha altri competitor: il famoso Palazzo del Principe in via Machiavelli, 37. Sono stati fatti venire anche gli studenti del politecnico di Milano a studiarlo. Quindi, in sintesi, con un immobile di prestigio si offrono tutti i comfort abitativi abbinati ad un’elevata finitura dei materiali. Approfittiamo della sua esperienza: questo è periodo per vendere o per comprare? Per comprare, soprattutto sul nuovo, sicuramente è il momento giusto. Per quanto riguarda chi deve vendere il discorso si complica, in quanto la
valutazione dipende da molti parametri (classe energetica e collocazione in primis) dell¹immobile da vendere, per cui può essere utile affrontare una ristrutturazione o riqualificazione energetica prima della vendita. L’ideale oggi è vendere il proprio immobile per investire sul nuovo: la riduzione del prezzo di vendita del proprio immobile verrebbe compensata dal vantaggio nel prezzo di acquisto del nuovo. Fate anche consulenze di compra vendita? Certamente! Una delle nuove formule per ovviare al problema di chi vuole vendere ma non svendere il proprio immobile è il rent to buy, ossia con un piccolo importo ci si può gia’ trasferire nella nuova abitazione ceduta dal costruttore: viene stabilito un fisso mensile che ha la funzione di acconto prezzo sul quale non gravano gli interessi. Dandosi un arco di tempo che varia dai 24 ai 48 mesi, si ha la tranquillita’ di poter vendere il proprio immobile senza doverlo svendere e non dovendo acquistare la nuova abitazione come seconda casa.
Monza San Carlo “Palazzo del Principe” via Machiavelli 37, appartamenti di prestigio in una nuova realizzazione destinata a rivoluzionare il concetto di edilizia di alta qualità e ridefinire i confini del lusso, concentrando il massimo della ricerca in ogni campo ed unendo alle più avanzate tecniche costruttive il meglio dei materiali oggi disponibili sul mercato. L’obiettivo perseguito è quello di offrire il comfort più elevato in un contesto esclusivo affacciato su parco scolastico, incorniciato dal verde di una zona tranquilla, ben servita e a due passi dal centro. Il Palazzo del Principe è un immobile pensato per una clientela molto esigente, certificato in classe “A+” (primo ed unico realizzato a Monza), che consente di vivere ed ospitare in un ambiente di gran pregio, avvolti in un’armonia e in un benessere senza paragoni A+ 6,89 kWh/m3 anno
Parco di Monza via Donizetti angolo Benedetto Marcello, adiacenti alla storica Villa Reale, ultimi appartamenti di prestigio provvisti di impianti domotici e finiture di lusso. C 58.13 kWh/m2 anno
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via Monte Cervino 19 20900 Monza (MB)
L’ultima cena del comandante.
Incontro con l’autore Ivan Sergio Castellani di Elena Gorla «Hann piccaa al porton!» Il frate di guardia Carlo da Lissone, che per tutti era fra’ Carletto, parlò forte, per sovrastare il fragore della pioggia e perché frate Anselmo era maledettamente duro d’orecchi. Sperava che fosse lui ad alzarsi. «Per mì, l’haa tronaa…»2 mugugnò Anselmo da Muggiò, e si girò dall’altra parte. “Te set tì rintronaa!”3 pensò fra’ Carletto. Si levò malvolentieri dal suo giaciglio provvisorio nella guardiola del Seminario che occupava l’austero palazzo situato proprio nella piazza centrale di Monza. Non si stupì che qualcuno bussasse in piena notte: era in corso un’emergenza sanitaria e il Seminario era stato trasformato da alcune settimane in un vero e proprio ospedale. Passò per la porticina stretta che dava sull’ampio ingresso a volta e raggiunse il portone principale di legno massello. Armeggiò alla sbarra, socchiuse un battente, sollevò il lume a petrolio e chiese con voce impastata: «Chi gh’è lì foeura?»4 La lanterna illuminò fiocamente le fattezze di uno strano individuo che sembrava una persona importante e gli mise soggezione. Cambiò lingua: «Chi siete Signore, la pace sia con voi?» «Sono il cerusico Massimiliano Lombardo. Fatemi entrare, qui c’è bisogno di me» disse impetuoso il forestiero, con un tono che non ammetteva repliche. Aveva forse più di sessant’anni, i capelli grigi arruffati, l’occhio spiritato, un pastrano scuro e una borsa di cuoio marocchino logora e gonfia. Fra’ Carletto non seppe cosa dire, ma non fu necessario. Il vecchio si infilò nel portone socchiuso, svoltò nella porticina a destra e prese il corto corridoio che portava alla scala di servizio. «Non scomodatevi ad accompagnarmi dal vostro capo, so benissimo dov’è!» e si precipitò sulle scale fino all’ammezzato, dove una porta a due battenti immetteva nell’unico locale esistente a quel piano, la stanza del Padre Superiore. (da Omicidio al Palazzo degli Studi, in L’ultima cena del Comandante, di Ivan Sergio Castellani, Giorgio Tarantola Editore, 2013) E’ proprio nei luoghi teatro di questo racconto, il Palazzo degli Studi di Monza, ai più noto come Liceo B. Zucchi, che incontriamo Ivan Sergio Castellani, professore di storia e filosofia e autore di L’ultima cena del Comandante, raccolta di racconti da poco edita da Giorgio Tarantola Editore. Un opera che sicuramente non tradirà le aspettative dei lettori anche perché, come ci racconta l’autore, la pluralità delle impostazioni narrative è il tratto caratteristico dell’opera. Insomma…ce n’è per tutti i gusti! Professore, com’è nata la passione per la scrittura? La passione per la narrazione è innata, è tutta la vita che narro, anche in qualità di appassionato di storia la narrazione ha sempre fatto parte
della mia formazione anche se ovviamente c’è una bella differenza fra “la Storia” intesa come materia scolastica e le storie, cioè il trasformare, all’interno di quadri di riferimento storici, le vicende umane in un’avventura narrata (e di questo Scott, Eco, Manzoni, Ken Follett sono stati maestri inarrivabili). Questo tipo di narrazione permette di raccontare la storia attraverso dei personaggi che hanno però anche una propria autonomia caratteriale e passionale. In quest’opera, una raccolta di racconti, i racconti sono suddivisi in un modo molto originale, vengono cioè raggruppati per genere, passando con gran disinvoltura attraverso generi anche molto differenti e distanti fra loro, e questa disomogeneità viene ostentata sino a farne un perno dell’opera, in modo fortemente sperimentale…come mai? Perché la disomogeneità è proprio il carattere unificante dell’intera opera che spazia fra generi e dunque anche fra target di riferimento differenti. Passare dalla Fiaba al racconto drammatico, passando per quello umoristico, poi filosofico fino ad arrivare ai racconti monzesi e così via, presuppone necessariamente dei lettori differenti a seconda della forma narrativa o, quantomeno, una differente predisposizione del lettore verso il testo. Anche il mio approccio alla narrazione era spesso differente nell’avvicinarmi alla scrittura di racconti destinati in molte occasioni a partecipare a concorsi letterari. Questo perché ogni concorso presuppone una serie di “paletti” attraverso i quali sviluppare la narrazione determinati dal contesto in cui ha avuto origine il concorso stesso. In ogni categoria narrativa, quindi, sono maggiormente presenti determinati elementi di interesse per un dato pubblico. Per fare un esempio tratto dai racconti monzesi che, parlando di storie e luoghi a noi familiari, riscuotono sempre molto interesse qui sul territorio, posso citare l’incipit di Omicidio al Palazzo degli Studi. Questo racconto ha luogo a pochi passi da dove noi ora ci troviamo a chiacchierare, appena in cima alla scala del papa, dove si apre la porticina del loggiato al piano nobile…Naturalmente qui, fra gli studenti che ogni giorno frequentano questo storico Palazzo degli Studi (Ndr. Ci troviamo al Liceo Zucchi dove Ivan Castellani è professore di Storia e Filosofia), questo lungo racconto ha riscosso molto interesse proprio perché ambientato in quei luoghi che gli studenti vivono e respirano ogni giorno, di cui, attraverso una finzione gestita attraverso le tecniche della verosimiglianza sono venuti a conoscere molti aspetti storici che prima forse ignoravano. La storia è, infatti, ambientata nell’estate del 1859 momento in cui questo edificio, allora seminario, fu per alcuni mesi trasformato in un ospedale poiché dopo la battaglia di Solferino decine di migliaia di feriti
avevano riempito tutti gli ospedali lombardi ed era necessario inventarsi nuovi nosocomi… questa la storia reale su cui io ho innestato i fatti di sangue, gli elementi di finzione, da cui trae spunto la narrazione. Cosa si sentirebbe di consigliare a chi volesse avvicinarsi alla scrittura? L’elemento fondamentale, sembra banale ma è davvero così, è la passione. E’necessario avere una forte “partecipazione” nei confronti del personaggio che si va a rappresentare, sia che lo si ami sia che lo si odi altrimenti si corre il rischio di perdere le redini della narrazione e ritrovarsi ad un certo punto a chiedersi “..e ora cosa gli faccio fare?”. E’ poi necessario avere un’esigenza forte di dire qualcosa, un qualcosa che per la forza con cui deve essere comunicata generalmente, almeno nel mio caso, nasce da una forte indignazione per ciò che si vede nel mondo. Nei suoi racconti e in particolar modo nei racconti monzesi, quali luoghi ha sentito l’esigenza di raccontare? Già i titoli dei racconti tradiscono indicazioni dei luoghi rappresentati…Trombe slanciate verso il cielo, ad esempio, è un chiaro riferimento al monumento di piazza Trento e Trieste. Sono molto legato a questo racconto sia perché ha vinto il primo premio al concorso Storia e Storie della Brianza nel 2009 sia perché con questo racconto si è avviata la mia esperienza nella narrativa ed è una bella gita attraverso il centro storico vissuta sui passi di Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi, giunti a Monza in treno per recarsi a vedere la Corona Ferrea da poco restituita alla città dagli austriaci. Anche in questo caso storia e finzione si intrecciano, come anche in Postero, dove l’intreccio fra finzione e realtà storica risulta ancora più marcato tramite l’espediente dell’ambiguità temporale, per cui lo stesso protagonista si ritrova a non avere più una coscienza dell’epoca in cui si trova ad essere mentre stranito dagli avvenimenti attraversa la città magicamente popolata da coloro che hanno segnato la sua storia. L’ultima cena del Comandante, edito da Giorgio Tarantola Editore È in vendita da: - Libri e Libri, Via Italia - Monza - Libreria Tarantola piazza del Rondò Sesto San Giovanni
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Reality - Venti domande per vedere la Brianza con gli occhi dei Brianzoli
Giovanni mi piace: la gente (esclusi i presenti!). Con questo non voglio offendere nessuno, sono anch’io brianzolo.
Nome: Giovanni Età: Attorno ai 56
E Che cosa non ti piace? Vedi sopra!
Dove sei nato? A Erba
Associazione di idee. Se ti dico la parola verde cosa ti viene in mente… Il conto in banca!
Dove vivi? A Cremnago, Inverigo. Vivi da solo o con la famiglia? Metà e metà
Cena? Amici.
Che lavoro fai? Camionaio (ndr ride) ovvero Camionista!
Chi è Dario Allevi? L’ho letto qua ma non mi ricordo più! Vai al parco? Sì e no.
Destra o sinistra? No comment. Cosa ti piace di Monza e della Brianza Dovresti farmi la domanda al contrario, ovvero cosa non
Dai un voto alla Brianza 8 e mezzo. Dai un voto ai trasporti pubblici
Giovanni Nome: Giovanni anche io!
E Che cosa non ti piace? Il verde della Brianza!
Età: 56 purtroppo!
Associazione di idee. Se ti dico la parola verde cosa ti viene in mente… Il conto in banca!
Dove sei nato? Sono meridionale: a Catanzaro! Dove vivi? Ad Alzate Brianza Vivi da solo o con la famiglia? Solo. Che lavoro fai? Commesso Destra o sinistra? No comment. Cosa ti piace di Monza e della Brianza Mi piace moltissimo la Brianza: diciamo che mi piace quasi tutto!
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Cena? Amici. Chi è Dario Allevi? No Vai al parco? Sono andato solo una volta. Mi piacerebbe andarci ancora… Dai un voto alla Brianza 10 Dai un voto ai trasporti pubblici Non li uso.
2 e mezzo. Dai un voto al commercio Un 9 lo si può tranquillamente dare! Se non abitassi in Brianza dove ti piacerebbe abitare? In Nuova Zelanda. Esprimi un desiderio Vorrei avere con me mia figlia. Metropolitana fino a Monza favorevole o contrario? Favorevole! Un proverbio… In dialetto? Ne so tantissimi, ma ora non mi vengono in mente! Dì qualcosa ai nostri lettori Leggete questo bel giornale!
Punto di Vista: ottica, astronomia e giochi intelligenti Lo dice il nome stesso, qui da Punto di Vista non troverete il regalo alla moda, quello che tutti hanno, quello che tutti vogliono o credono di volere. Non troverete nemmeno ripetitivi videogiochi succhia cervello, capaci di incatenare a uno schermo bambini di quattro anni come adulti di quaranta, rincitrulliti nel tentativo ripetuto all’infinito di far fare ad un omino un salto perfetto per raggiungere una monetina preziosa… Nulla di tutto questo: qui il gioco è una cosa seria, cibo per la mente. Il sig. Antonino, il titolare di quest’attività che è stata capace di coniugare la passione per l’ottica con quella per i rompicapo e l’astronomia, non ha dubbi al riguardo: «I giochi intelligenti sviluppano la fantasia, stimolano la creatività e, a volte, fanno anche innervosire. Una volta trovata la soluzione, talvolta anche per un colpo di fortuna, il gioco continua perché bisogna ripristinarne la posizione iniziale. I giochi intelligenti sono divertenti perché permettono di mettere alla prova se stessi ma anche di estendere la sfida a parenti e amici. Quando si è alle prese con un rompicapo non sempre si riesce a trovare la soluzione
ma arrendersi e “leggerla” significa in realtà già entrare nella mente di chi ha ideato il gioco…e questa è in fondo già una scoperta!». E detto questo mi sfida mettendomi fra le mani due pezzi di metallo apparentemente legati fra di loro in modo indissolubile. Un minuto dopo mi ritrovo spazientita, desiderosa di scagliare l’oggetto metallico contro un muro! Antonino sogghigna: «Dunque lei è di quelli che si innervosiscono subito…» osserva con tono sornione mentre ripreso l’oggetto ne libera i due pezzi con una facilità disarmante…
Per scoprire se siete fra coloro che vengono assorbiti dal gioco e non hanno pace finché non ne trovano la soluzione o se, subito innervositi dall’insuccesso, scaglierete il rompicapo inveendo per tornare a riprovarci solo qualche minuto dopo... non avete altro che da provare! Giochi d’ingegno, rompicapo, giochi scientifici, ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età, adatti ai bambini come agli adulti: rompicapo in legno dall’aspetto elegante quanto insidioso (molti di questi rompicapo, definiti puzzle tridimensionali, sono infatti anche oggetti di per sé molto belli), giochi scientifici alimentati da pannelli solari fino a un kit per costruire un orologio alimentato…a patate! Giochi originali e stimolanti a prezzi decisamente interessanti: con prezzi a partire da sei euro, infatti, i rompicapo sono davvero idee regalo perfette per tutti!
Se non abitassi in Brianza dove ti piacerebbe abitare? Tornerei al mio paese nativo. Esprimi un desiderio Trovare la donna giusta. Metropolitana fino a Monza favorevole o contrario? Favorevole! Un proverbio… Rispetto tutte le persone perché mi sono simpatiche, l’importante è che il rispetto sia reciproco e non facciano del male a me. Dì qualcosa ai nostri lettori Mi siete molto simpatici, vi ringrazio per l’intervista e complimenti a Trantran!
Dai un voto al commercio Un buon voto!
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Verdissimo: Curiostià, proprietà e usi delle piante intorno a noi
Uno spazio verde “sonoro”… di Elena Meggiorin
Ogni stagione diversamente da quel che si pensa è indicata alla progettazione del proprio spazio verde, in particolar modo, sorprendentemente, l’autunno è il momento ideale. La nostra mente e le nostre ancora forti sensazioni della stagione passata ricca di vita all’aria aperta e in contatto con la natura ci aiutano a capire come migliorare gli aspetti positivi e smussare quelli negativi della nostra area. In un giardino l’esperienza sonora è da sempre una componente importantissima che quasi sempre viene trascurata durante la progettazione del proprio spazio verde. Lo zampillo armonico di fontane o di rivoli d’acqua, il canto degli uccelli, il fruscio di particolari fogliami e lo scricchiolio degli acciottolati o di ghiaie è parte integrante dell’esperienza multi-sensoriale che la progettazione del giardino è in grado di donare. Chi vive in campagna o in luoghi poco urbanizzati conosce la rilassante “musica” dell’ambiente naturale che ha in se la capacità di suggestionare ed emozionare. Fruscio di foglie, passi leggeri sull’erba, grilli che creano sonorità nella notte... Chi invece abita le città ed ha la fortuna di avere un piccolo spazio verde; sia esso un giardino o un piccolo terrazzo; spesso gli è difficile viverlo e trarne un vero beneficio a causa dell’inquinamento acustico, non riuscendo ad apprezzarlo come dovrebbe. In ambienti urbani ogni giorno si è costretti misurarsi con i rombi di automobili nel traffico, vociare di fondo di negozi e uffici, per non parlare di bus, treni e metropolitane. Un frastuono che fa dimenticare quanti e quali suoni piacevoli si mescolano e si 20
sovrappongono in un ambiente verde. La benefica musica pacata del mondo naturale che fornisce al corpo e alla mente la sensazione della quiete e che aiuta a placare ansie e stress, con un’attenta progettazione la si può creare e “ricatturare” anche nel proprio spazio verde con piccoli e astuti accorgimenti. Lo scorre dell’acqua per esempio è la classica sonorità che dona benessere ed è capace in modo stupefacente di schermare i rumori negativi esterni. Svolge un’importante azione nel placare le tensioni emotive; molti psicologi attribuiscono questo fenomeno al ricordo della vita prenatale. La musica dell’acqua in giardino può essere ottenuta attraverso molteplici accorgimenti, dalla piccolissima fontanella da balcone alimentata elettricamente o a pila sino alla grande fontana per chi dispone di maggiore spazio verde. Con un piccolo laghetto dotato di getti d’acqua o con una fontanella si possono raggiungere risultati inaspettati e straordinari. I giochi d’acqua stimolano una sensazione di rilassamento ma sono preferibili sonorità leggere e costanti, ci si puo’ sbizzarrire dai classici effetti a campana, curiosi anche da vedere, a quelli a sorgente subacuea spumeggiante, sino ad arrivare a quelli che prediligo, che creano un suono piu’ morbido prodotti dall’acqua che scende su pareti o specchi o su sfere (per un giardino piu’ meditativo), creando un velo sottile e delicato. Anche il fogliame delle piante contribuisce ad accendere beneficamente il senso dell’udito.
Con la complicità del vento sono molti i suoni emessi dalle piante e dalle foglie che cadono in autunno e rotolano sulla pavimentazione. Alberi come betulla, salice e pioppo, dai rami leggeri e molto flessibili, sono particolarmente sonori. Specie come il bambù e le graminacee ornamentali come il Mischantus , davvero di semplice coltivazione anche in grandi vasi su terrazzi, hanno un fogliame capace di emettere un fruscio meraviglioso. Le campanelle cinesi (Physalis alchechengi) producono un suono particolare urtandosi fra loro, mentre il cocomero asinino, Ecballium elaterium, produce curiosi frutti che quando sono maturi scoppiano con un sorprendente “pop” se appena sfiorati, spargendo i propri semi a distanza. Un piccolo concerto nel nostro personale spazio verde, di api, uccelli e ranocchie ci fa congiungere in modo totalitario alla natura. Ritrovare la musica delle creature che vivono tra le piante e i fiori del giardino o del terrazzo è un risultato che ognuno di noi può ottenere. Per attirare a se volatili come le cincie, passeri, e i pettirossi, non serve essere degli esperti, basta fornire cibo specifico e dell’acqua sempre fresca e pulita. Se poi disponiamo di un laghetto, ci faranno compagnia rospi e ranocchie, altamente sonori nelle notti d’estate; durante il giorno invece, una quantità di fiori e arbusti profumati vi aiuterà ad attirare il ronzio di api, farfalle e altri insetti impollinatori. Pensare, creare e vivere il proprio spazio verde come una benefica “dimensione sonora” è uno dei principi base del giardino sensoriale terapeutico, utilizzato anche presso i più prestigiosi centri di cura e benessere nel mondo.
Non tutti sanno quanta sofferenza si racchiude in un piumino d’oca o in una trapunta. Lo spiumaggio di un’oca inizia a sole 8 settimane di vita, quando è ancora un pulcino, poiché l’obiettivo è quello di rimuovere il manto più morbido, precedente la formazione delle penne. Questa operazione viene ripetuta ogni due mesi, fino a quando la qualità delle piume non si deteriora per i continui strappi. Non è previsto alcun riguardo per l’animale vivo: senza anestesia, viene appeso e immobilizzato legandogli le zampe oppure bloccato per il collo. Molti pulcini e oche muoiono di crepacuore durante lo 100% spiumaggio, altri muoiono perché privati delle piume, che vera sofferenza svolgono una funzione di termoregolazione, soccombono a causa della bassa temperatura. Una volta spennata, l’oca viene rimessa nel recinto e lasciata dolorante e spossata, in uno stato di shock a causa delle ferite inferte dagli strappi e dal freddo. Per chi sopravvive, due mesi dopo si ripete l’operazione.
Possiamo fermare questa crudele sofferenza: scegliamo imbottiture sintetiche!
In Cuccia
Il regno del pane: pane, amore & fantasia fare insieme questo lavoro. Qual è la vostra specialità? Abbiamo una vastissima scelta, e sono tutti prodotti buoni, di qualità e a prezzi vantaggiosi: pastiera napoletana, torte, plum cake di vario tipi, crostate, biscotti secchi, pasticcini. Tutti prodotti rigorosamente artigianali! Ci teniamo a specificare che non usiamo conservanti ne prodotti pronti ma seguiamo la tradizione e impastiamo uova, farina garantendo la tradizionale qualità.
Prigioniera da dieci anni, salvata da una telefonata Difficile decidere cosa suscitava più orrore: lo squallore del bagnetto buio e lurido o il terrore negli occhi della gatta nera rinchiusa da 10 anni, da quando aveva appena tre mesi. Senza luce, senza stimoli, senza una coperta dove dormire, il calorifero come cuccia, le ciotole sporche e incrostate. E’ questa la scena che si sono trovati davanti i volontari del gruppo anti-maltrattamenti dell’ENPA monzese in un appartamento in Brianza il 26 ottobre. E se ora Zoe (questo il suo nome) non vive più in quell’inferno, deve ringraziare un cittadino che, venuto a conoscenza della situazione, ha contattato la Protezione Animali.
Responsabile dei 10 anni di isolamento forzato, un’anziana donna con la fobia che la gatta potesse scappare. L’appello per riportare Zoe alla vita Zoe ora si trova al canile/gattile di Monza in via Buonarroti 52. Poco abituata al contatto con le persone, è comprensibilmente paurosa ma docile. Accetta le carezze, se non troppo insistenti, e comincia ad acquistare fiducia nelle operatrici e volontari che la accudiscono, accettando anche di mangiare dalle mani. Per lei si cerca un affido in un contesto molto tranquillo, senza eccessivi stimoli. La situazione ideale sarebbe a casa di una persona esperta che con tanta pazienza le faccia scoprire gradualmente il mondo e imparare ad apprezzare attenzioni e affetto. Successivamente, l’affiancamento di un felino molto calmo le potrebbe essere d’aiuto. Zoe in prigione c’è già stata abbastanza: ora si merita una casa! Per info: gattile@enpamonza.it
Il Mercatino Natalizio ENPA: grande Novita’! Torna l’atteso appuntamento con il mercatino di Natale dell’ENPA monzese, ma con una grande, gradita differenza! Non sarà presente soltanto durante i weekend di dicembre, ma tutti i giorni, dalle 9,00 alle 19,00, a partire da venerdì 29 novembre. Ancora più bello, sarà incluso per la prima volta nello splendido mercatino natalizio
Fate anche servizio catering? Il Regno del pane, in via Manara 20 a Monza, e’ gestito da Mohamed e da sua moglie, Teresa ma spesso potrete trovare in negozio anche il bellissimo Lorenzo, il bimbo di un anno e 10 mesi, frutto del loro amore. Un ambiente accogliente dove, oltre ad acquistare pane, torte, pizze e chi più ne ha più ne metta, potrete anche fermarvi per pranzo e approfittare dell’angolo minimarket per le vostre piccole
spese. Come è nato in voi l’amore per il pane? Abbiamo sempre fatto questo lavoro. Io ho fatto per sette anni la commessa in un panificio e lui è sempre stato pasticcere, pizzaiolo e panettiere! Quando ci siamo conosciuti e innamorati, abbiamo capito che anche l’amore per questo mestiere ci univa e quindi abbiamo deciso di
Certamente! Accettiamo prenotazioni per feste di compleanno, matrimoni, battesimi, cresime e piccoli eventi per le scuole. In questo periodo di crisi, potersi avvalere di prodotti di qualità, fatti a mano e anche molto vantaggiosi economicamente è davvero importante. Inoltre ci piace anche viziare i nostri clienti con piccoli regalini…
Avete anche molte offerte per il pranzo… Tutti i giorni offriamo menù per il pranzo e abbiamo anche dei posti a sedere per chi volesse fermarsi a mangiare da noi. Un esempio? Il menu’ Panino piu’ bibita a soli 3,50 euro e se si vuole concludere il pasto con una bella fetta di torta sono solo 1,50 euro in piu’! Ricordiamo che Il Regno del Pane è aperto tutti i giorni, dal lunedì al sabato compreso, ma la domenica potrete comunque chiamare per le vostre ordinazioni. Andate a nome di Trantran e avrete un regalino! Tel. 338/8084628 331/8349988
che riempirà Piazza Trento e Trieste, in centro Monza, trasformata per l’occasione in un’allegra scena invernale. Al banco della Protezione Animali troverete numerose idee regalo e gadget originali per parenti e amici, tutti a tema animale, i calendari ENPA e tanti accessori e giochi per i vostri amati quattrozampe.
Corteo nazionale a milano contro la vivisezione, sabato 30 novembre Milano, capitale finanziaria del Paese. Ma anche capitale della vivisezione. Nella metropoli lombarda operano alcuni dei maggiori laboratori di vivisezione e tutte le multinazionali chimico-farmaceutiche hanno una propria sede. Ed è dunque qui - in una Milano che vede ogni anno, nel solo comune, l’inutile doloroso sacrificio di 180.000 animali sperimentati - che torneremo a manifestare la nostra indignazione contro l’ormai obsoleta pratica della vivisezione. Con questo nuovo corteo, organizzato
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da Animal Amnesty, porteremo avanti la battaglia a favore non solo degli animali, ma anche degli uomini che pagano gli errori di questa pseudoscienza. Ed esprimeremo il nostro sostegno a una ricerca realmente scientifica che non ricorre al modello animale, ritenuto inattendibile da una porzione sempre crescente della comunità scientifica, al di là di ogni considerazione etica. Appuntamento in Largo Cairoli alle ore 14.
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Parliamo di...Odontoiatria | La Bioimplantologia
Bis: Teatro, Musica ed Eventi
io ho lavorato tantissimi anni, non faccio i nomi, in compagnie bravissime, dove veramente inventavano delle cose belle, nuove…oggi per poter portare il pubblico devono rimettere in scena (rivisti, cambiando le musiche, le scene , però la struttura è quella), i classici: Moliere, Pirandello, Shakespeare, perché il pubblico così li va a vedere! Ma il pubblico oggi non ha voglia, non ha la capacità culturale di andare oltre il proprio naso…››
Cesare Gallarini: dal Drive In ad oggi
Bioimplantologia A Cura del Dottor Antonio Scamazzo
di Marta Migliardi
L’implantologia è una branca dell’odontoiatria ormai praticata e riconosciuta scientificamente quotidianamente negli studi odontoiatrici per sostituire denti mancanti. Nell’ambito della implantologia vengono sempre più riconosciute tecniche chirurgiche che permettono una mini invasività operativa nel rispetto biologico dei tessuti. L’utilizzo di materiali ossei riempitivi particolari favorisce le ricostruzioni compreso le espansioni crestali nell’arco di tre o sei mesi con la completa sostituzione con l’osso lamellare maturo. Infine nel rispetto biologico dei tessuti ed in caso di carenza ossea verticale vi è la prospettiva di utilizzare impianti Short Implant capaci di resistere a lungo termine alle forze masticatorie grazie alla superficie bioattiva, al sigillo batterico ottenuto ed alla forma che permette lo scarico delle forze a 360° sull’impianto stesso, eliminando così la necessità di interventi più invasivi (come il grande rialzo del seno mascellare), nella maggior parte dei casi.
SI RICEVE SU APPUNTAMENTO
Convenzionati: UNISALUTE - FASDAC - PREVIMEDICAL - PRONTO-CARE
Dr. Scamazzo Antonio Medico - Dentista - Odontoiatra Direttore Sanitario Dr. Scamazzo Antonio Via Dante, 25 Seregno (MB) T. 0362.236338 Via San Fruttuoso, 16 Monza T. 039.742964 Cell. 393.9432183 anscamaz@alice.it 24
La sala dell’Accademia ha molti specchi. Così quando incontro Cesare Gallarini per intervistarlo, mi sembra di essere in quattro: io, lui e i nostri riflessi che fanno un po’ quello che vogliono, come in un quadro surrealista. Mi sembra così serio, inizialmente, che mi domando come abbia fatto, dal Drive In a oggi, a far ridere tutte queste persone, non solo come attore ma anche come autore, speaker radiofonico e regista. La sua carriera è inarrestabile. Dal lontano 1984 quando si esibiva con il duo comico La Carovana (con Marco della Noce), passando per Zelig, Quelli del Grock e IlComicLab di serena Dandini, per non parlare delle importanti collaborazioni con Aldo, Giovanni & Giacomo (Tre uomini e una gamba e Così è la Vita, e le varie con Mediaset e rai come autore. Quando comincia a parlare però i miei dubbi si sciolgono. Perché i suoi occhi sono sinceri e le sue battute ironiche, i suoi racconti sagaci e mi diverte e mi incuriosisce. Un uomo di mestiere dagli occhi buoni. Hai fatto tantissime cose: attore regista, autore di testi, di format, radio… quindi tu che hai avuto a che fare con tutte queste forme di arte, raccontaci un po’ qual è la differenza per te tra lavorare in radio in teatro o in televisione… ‹‹Facciamo subito una classifica secondo Cesare Gallarini: primo in assoluto totale LA RADIO, ma senza quelle cose che si vedono in televisione, la radio tradizionale!. La radio è stupenda perché è magica, puoi dire e fare quello che vuoi e creare mondi paralleli, quanti ne vuoi, quindi è il mezzo che a mio avviso apre di piu’ alla fantasia e all’immaginazione. E poi diventa triste vedere un conduttore radiofonico che tu ti immagini in un certo modo fisicamente… insomma va a crollare un mondo! Al secondo posto metto il teatro, anche se mi piacerebbe un teatro legato al 2014 non più al 1000 A.C.! Intendiamoci, è giusto che ci siano i classici, che vadano visti, però son passati 200 300 400 anni dai classici e non è possibile essere ancora fermi a Pirandello, ormai siamo fermi a 100 anni fa…(con il grande amore che ho per Pirandello). Poi mettiamo la TV: è una scatola, inutile, ormai sempre più triste, povera, quindi via, abroghiamo la TV (…se fosse possibile…), se non come mezzo di informazione, adesso non è un mezzo di informazione, è un mezzo di
propaganda..perché sta rincoglionendo! (Posso usare questa parola?) La parola esatta è : Signori la TV vi rincoglionisce! Non lo dico io… lo diceva Gaber, lo diceva Pasolini e l’han detto tantissimi altri illustri filosofi poeti e naviganti.›› Tu però hai fatto parte di uno dei miti della TV, cioè Drive In! Che differenza c’è tra la televisione degli anni 80 e quella di adesso? ‹‹Allora non eravamo ancora consapevoli che ci avrebbe rincoglionito! E poi avevo 27 anni, guadagnavo tanti soldi, ero in prima serata in TV e quelli sono stati i primi anni di passaggio da una televisione un po’ più colta a una televisione totalmente commerciale. Quindi il Drive In, pur nel suo bello, è stata la prima trasmissione commerciale con le tette,con i sederi, con grande velocità e con meno spazio alla comicità e alla satira… Le prime tette e i primi sederi: però c’era una certa ironia. Come siamo arrivati a questa sfrontata volgarità? ‹‹Ai tempi del Drive In c’erano altre trasmissioni, sempre fatte da Ricci, che è un genio secondo me della TV, che si chiamavano Lupo Solitario, Emilio, che erano molto più intelligenti, molto più avanti…però non lo siamo noi come cittadini! Purtroppo andiamo sempre verso il banale, verso lo scontato, verso il semplice e non siamo capaci ancora di fare uno sforzo per superare questa banalità. La dimostrazione sono i cinepanettoni di Natale, no? Tutti vanno a vedere i Vacanze di Natale nel mondo e sono tutti uguali! Mi son tolto lo sfizio di vederne dieci, da Rio alle Bahamas eccetera…, la struttura è identica! Oggi abbiamo dei conduttori televisivi che cambiano i nomi, ma il modo di presentare (cito i pacchi piuttosto che il milionario), è lo stesso, è uguale, non c’è un guizzo, non c’è una fantasia, e questo si vede anche nella cultura del nostro paese…che è ferma, che è lì…. Il teatro,
Allora chiedo a te che sei anche un autore: quanto “colpa” ne hanno gli autori? Sono gli autori che non sanno più proporre cose nuove, o sono i sistemi di massa che non riescono più ad accettare delle idee nuove? ‹‹E’ un insieme: io ho avuto un esperienza in Mediaset, molto bella, per quattro anni ho fatto l’autore “importante” per la parte comica, e tutte le volte, e sempre, dove ho cercato di inserire delle cose nuove, dei comici nuovi per esempio, quelli con una comicità diversa, sono stato tagliato fuori…Arrivava il classico vecchio comico, dal naso lungo, proveniente dal Bagaglino (non faccio nomi però potete immaginare) e lui diceva “bravi bravi… però domani chiamiamo i miei…che sono i barzellettieri, quelli che raccontano barzellette”...›› E che cos’è per te la comicità? Cos’è che ti fa ridere? ‹‹Oh bè, cosè è soggettiva, io mi vanto “tra virgolette” di poter lavorare a volte con Aldo Giovanni e Giacomo ( che peraltro comunque loro cercano di fare sempre un qualcosa di diverso, poi chiaramente siamo attaccati a Tre uomini e una gamba! Quindi quello rimane il loro film..rimane il punto di partenza)… Cosa mi fa ridere?… oggi poco! Perché purtroppo conosco abbastanza bene i meccanismi comici, conosco un infinità di battute, che continuano ad essere riciclate: ci sono dei comici che fanno gli stessi sketch che facevano altri comici o altri attori venti o trent’anni fa! Ci sono dei personaggi che mi fanno ridere: Crozza mi fa ridere, anche se sono rimasto completamente deluso da Sanremo, non ha saputo gestire un pubblico reale, non il suo pubblico da salotto quale normalmente ha..E questo non va bene, perché il comico deve saper affrontare tutti i tipi di pubblico e sapersi in qualche modo “adattare”. Paolo Rossi una volta l’ho intervistato e mi ha detto che dietro ogni comico c’è una persona triste, questo vale anche nel tuo caso? ‹‹Nooo Dietro ogni comico c’è una persona: quindi ci sono i comici bastardi, i comici tristi, i comici allegri, i comici in depressione, come tutte le persone del mondo. Per me è una balla assoluta! Diciamo che abbiamo un’immagine preconfezionata del clown che dopo lo spettacolo, alla Chaplin, va in camerino depresso e si strucca… No, no non è vero! Io mi sento e mi reputo ( e come me altri8000 comici che conosco) una persona tranquilla. ››
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Bis: Teatro, Musica ed Eventi
Oggi con Twitter, Facebook, ecc, attori e musicisti, son tutti lì, ogni due minuti, a raccontare della propria vita privata, privando il pubblico di ogni alone di mistero… Come ti rapporti tu con il fenomeno internet/social network? ‹‹Così così… Perché io ho una bimba di nove anni cui ho cercato di insegnare a leggere i libri…però è anche una bimba nata nel 2000 per cui ha un rapporto del tutto diverso con la tecnologia che fa parte del suo modo di pensare. E’un’evoluzione sociale già consolidata quella nel segno della tecnologia ed è giusto usare i nuovi strumenti, purchè, come tutto, lo si faccia con criterio. Io ho Facebook, dove ogni tanto scrivo: scrivo cose politiche, scrivo le mie incazzature contro questo sistema che non funziona, ogni tanto faccio delle pubblicità ai miei spettacoli.. Non uso Twitter perché lo trovo una cosa molto veloce, anche se ha contributo sicuramente in altri paesi a modificare un po’ la situazione. ›› Fra le tue tante attività qui a Monza ti cimenterai come insegnante/ direttore artistico di ADI Accademy. Ci racconti un po’ il tuo coinvolgimento in questo progetto, e cosa cerchi tu negli attori che vuoi formare con questa tua accademia? ‹‹Il progetto è sicuramente interessante e bello,
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Speciale strumenti musicali: Suona.net
personalmente è la terza volta che cerco di contribuire alla nascita di un’ accademia di arte drammatica, ma questa è la prima volta che posso collaborare a qualcosa di così importante sul mio territorio. E’ una scuola che formerà degli attori con tanto di diploma e certificazione. Le altre due esperienze simili erano, infatti, in contesti molto differenti: una a Potenza, dove ho diretto una accademia di arte drammatica legata alla comunità europea, e poi a Berlino dove ho lavorato per il teatro instabile. Mi piacerebbe poter realizzare il sogno di un attore, innanzitutto pensante, con buona e grande cultura, con capacità di valutare le cose come potrebbe essere un alfa nel mondo degli animali come i lupi… (… tra i miei lavori ho fatto il guardia parco). Poi riuscire a creare un attore che sia il più versatile possibile: oggi non basta saper recitare, bisogna saper cantare, bisogna saper ballare, bisogna saper intrattenere, bisogna sapersi anche un po’ adattare alle nuove forme di spettacolo (quindi anche tecnologico tutto sommato). ›› E a livello concreto, per dare un futuro professionale ai vostri allievi, avete un programma per inserirli nel mondo del lavoro? ‹‹L’idea è quella! Gli allievi hanno 100 ore di tirocinio, che vuol dire poter lavorare all’interno di una compagnia teatrale, di un film, di una struttura professionale. Poi è intenzione
dell’accademia creare una compagnia teatrale e tutta una serie di workshop…insomma che non sia soltanto una scuola in cui gli allievi più meritevoli entreranno in compagnia e andranno in giro a lavorare ma che sià già un luogo in cui fare esperienze professionali…››M: Colore preferito Giallo M: Piatto preferito Vitello tonnato M:Ultimo libro letto Fuga dal Kenya, Shackleton, le grandi dinastie dei ricchi, un libricino di lega ambiente sulla cementificazione dell’Italia M: Destra o sinistra Sinistra sempre M: Favorevole o contrario alla liberalizzazione delle droghe leggere? Favorevole M: all’aborto? Favorevole M: All’eutanasia? Anche M: Dimmi una delle tue incazzature che scrivi su FB Che abbiamo una classe politica di incapaci
suona.net: la differenza sta nella passione Suona.net è una catena giovane, standardizzata, il primo franchising sui generis in Italia, per ora presente in Lombardia ma che presto sperano di espandere nelle altre regioni d’Italia (www.suona.net). Tratta i marchi più famosi del mercato musicale sia come strumenti (dalla chitarra classica alla batteria) che come accessori. A Monza incontriamo Nazareno Fumagalli, il gestore di Suona.net in via Manara 67 (Tel 039 2308762, skype suona.monza, mail monza@ suona.net ) negozio ben radicato nel nostro territorio e conosciuto da tantissimi musicisti monzesi e non solo. Com’è nato Suona.net? Suona.net nasce nel 1999, e per anni ha avuto come sola sede Limbiate. Nel 2006 hanno deciso di provare ad aprire anche una sede a Monza perché avevano notato che era un buon mercato e c’era poco o niente. Io ho cominciato a lavorare qui nel 2006 e nel 2011 mi è stata data l’opportunità di prendere totalmente in gestione il negozio. Quindi sono tre anni che porto avanti questo lavoro che grazie anche alla passione mi
spinge ogni giorno a dare il massimo. Mi piace uscire dai canoni dei grandi store, e propormi, appunto nell’ottica del negozio dove hai molti prodotti ma anche la cortesia e l’assistenza che oggi come oggi nelle grosse realtà vengono un po’ a mancare. Chi svolge una professione come la tua non può che avere grande passione per la musica… Io ho cominciato i primi passi alle elementari con il pianoforte, poi la chitarra alle medie e ancora oggi la suono, ma non avrei mai immaginato di poter lavorare con la musica! Io vengo da una famiglia di contabili. In cosa vi differenziate? Il nostro slogan è LA DIFFERENZA STA NELLA PASSIONE quindi siamo dei veri appassionati e cerchiamo sempre di consigliare al meglio e di seguire il cliente passo dopo passo. Per esempio il bambino di 10 anni che viene a comprare la prima chitarra lo seguiamo nel tempo consigliando il passaggio progressivo da uno strumento all’altro. Acquistare uno strumento musicale non è mai un costo ma un investimento educativo e anche culturale. La musica non può che far bene ed è sicuramente meglio suonare uno strumento
musicale che passare le ore davanti alla Play Station! In questi anni di Talent Show e successi veloci, com’e’ cambiato il mercato degli strumenti musicali? E’ un discorso molto complesso, ma è evidente che in Italia non ci sono più i locali che ti facevano suonare dal vivo: sono rimasti molto pochi. E chi suona spesso si scontra con la mentalità del proprietario del locale che lo fa esibire solo se porta gente e i compensi non sono mai adeguati. Fortunatamente però continuano a formarsi piccole realtà (dal circolo Arci alla sala di registrazione che diventa etichetta indipendente) che tengono duro e cercano di dare spazio ai gruppi che fanno musica inedita. Rispetto a tutti gli altri paesi europei siamo, sotto questo punto di vista, molto indietro. E Monza? Fortunatamente questa è una zona piena di musicisti e ci sono parecchi gruppi indipendenti molto seguiti. Al musicista non manca solo il locale dove suonare ma anche il posto dove incontrarsi, bere una birra… ascoltare un altro gruppo che suona. Qui a Monza sta nascendo ancora
qualcosa e dal punto di vista di accademie scuole e insegnati privati, è ricchissima sia qualitativamente sia quantitativamente. Da un certo punto di vista posso dire che la musica a Monza è viva e pian pianino sta tornando anche il live. Torniamo a Suona.net, oltre alla vendita fornite altri servizi? Ci occupiamo di noleggi di amplificatori e impianti audio, anche per grossi spettacoli su richiesta. Abbiamo batterie e pianoforti digitali e forniamo anche istallazioni fisse nei locali. Naturalmente vendiamo anche tanti accessori, facciamo manutenzione per gli strumenti e ci avvaliamo di uno staff specializzato di collaboratori e riparatori esterni! Cerchiamo di prenderci cura del cliente e dello strumento a 360 gradi! Una curiosità: qual è lo strumento che si vende di più? La chitarra acustica! Sia sia costi 100 euro, sia ne costi 1000, è un oggetto che si conserva per la vita, si va al parco a suonare, la si porta a scuola: è uno strumento che attrae tutti, anche i neofiti o chi semplicemente vuole strimpellare un po’. E’ un buon investimento!
Milano Torte: Dolce Passione
Bis: Teatro, Musica ed Eventi
Füsch!: visioni di azzurre giornate, di notti infiammate di stelle
Milano Torte: dolce passione…
Intervista a Mariateresa Regazzoni di Marta Migliardi
Cominciamo con le doverose presentazioni i Füsch! sono: Mariateresa Regazzoni: Voce, Synths, Tastiera e piano Mario Moleri: Chiatrre Alessandro Dentico: basso Pier Mecca: Batteria, Percussioni, Cori, Loops. Come si sono conosciuti, e com’è nata la collaborazione tra loro, lo facciamo raccontare proprio da Mariateresa Regazzioni, in arte e per gli amici Mari, che è il cuore del gruppo. Non me ne vogliano gli altri, ma certamente, non solo per il suo ruolo chiave, ma anche per uno zelo di galanteria, è un titolo che le calza a pennello. La prima cosa che mi colpisce del loro ultimo album Mont cc 9.0 secont act, prima ancora della musica, sono le parole. Parole che non hanno fretta, che non devono per forza fare rima e che si amalgamano ai suoni. Mi piace l’imperfezione, forse voluta, che richiama elementi naturali. ‘Con questo lavoro si vuole trasmettere tutto lentamente…come un buon vino da gustare a piccoli sorsi’ così spiega la stessa Mari. I Füsch! sono sotto etichetta Jestrai (jes 067) fondata nel 2000 da Mari per gestire i brani dei Verdena dove, e così si chiude il cerchio, suonano i suoi figli Luca (batteria) e Alberto (voce e chitarra). Come nascono i Füsch!? ‹‹I Fusch! Nascono nel gennaio del 2010. Io (Mari) e Pier suonavamo già insieme da qualche anno e sentivamo la mancanza di una chitarra o di un basso. Abbiamo messo un annuncio in rete cui ha risposto Mario. Tra noi c’è stata subito una buona intesa. Così nascono i Fusch! Che 28
in dialetto bergamasco significa scansati o scostati. Il primo disco, Corinto, esce per Jestrai nell’ottobre del 2012, cura la registrazione Alessandro, che, dopo averlo “tirato matto” diventa il quarto elemento del gruppo.›› Mont cc 9.0 secont act è il secondo capitolo di una trilogia. In questi tempi incerti la trilogia è quasi una promessa: perché la scelta della trilogia? ‹‹La trilogia è una pazzia nata durante un rientro da un concerto, avevamo tante idee in testa ma volevamo attuarle con calma, lasciare che maturassero al punto giusto. Questa scelta ci pesa un po’, fare tre dischi in un anno, considerando concerti e vite personali, è molto impegnativo. ›› Avete registrato il disco in una cascina in montagna: quanto incidono e penetrano l’ambiente, l’atmosfera e il clima nel vostro modo di fare musica? ‹‹I dischi sono stati tutti registrati nella cascina in montagna, la sala prove è stata allestita a studio di registrazione, sicuramente l’ambiente influisce molto sulla nostra musica, si sentono gli odori e si vedono i colori della natura che cambiano di stagione in stagione, sono bellissime sensazioni che portiamo nella musica. ›› Nell’era dei talent Show cos’è la musica indipendente? Cosa pensate dei Talent? ‹‹I Talent show… mmmmmm… non li seguiamo, non vogliamo pronunciarci in merito considerato l’interesse popolare per i talent rispettiamo le “passioni” altri.›› Nel brano Underground usate moltissimi suoni e rumori, una sorta di onomatopea musicale….
‹‹Underground è nata proprio con l’idea di fare suoni che riportano ai rumori; animali, materiali ma anche immateriali. Abbiamo registrato Mont CC 9.0 second act tra luglio e agosto... e ancora oggi risentendo il pezzo, così come il resto del disco, rivivo quei giorni. ›› A un primo ascolto la natura sembra essere al centro dei vostri testi e della vostra musica, natura contraddittoria, buona e cattiva: c’e’ una sorta d’isolamento, anche un po’ (concedetemi il termine) snob in questo? ‹‹Più che snob direi selvatici! SI, per noi, la natura è il centro di tutto. “Sara” è un pezzo sulla natura e su quanto l’uomo la ignori, volevamo trasmettere angoscia, far sentire il dolore della natura. “ Stelle” invece è più una ninna nanna, il ricongiungersi nell’universo immenso rispetto alla nostra piccolezza…››
E’ Katia Liguori, chef pasticciere, di Milano Torte, attività a conduzione familiare in cui Katia è affiancata dalla madre, dalla cognata e dal fratello a guidarci in questo dolce viaggio fra chiacchiere e pasticcini. E’ lei, infatti, che ha contagiato con il suo amore per la pasticceria tutta quanta la sua famiglia e, in seguito, tanti e tanti clienti affezionati! Sicura, anche per le sue origini partenopee, di un innato talento nella realizzazione di dolci prelibati, a soli 16 anni già ha ben chiaro il proprio futuro: naturalmente in pasticceria. Studia, quindi, per diventare chef pasticcere e inizia giovanissima a lavorare nel settore. Per dieci anni lavora per altri finché, in accordo con la propria famiglia, decide di rilevare l’attività in cui era impiegata e inizia così l’avventura con Milano Torte, un’avventura sfociata in un successo consolidato negli anni. Gran parte del lavoro, ci spiega, è orientato alla vendita all’ingrosso, principalmente di quello che è il nostro rinomato cavallo di battaglia: le chiacchiere. Facciamo chiacchiere passate al forno in tantissime varietà: classiche, ricoperte di cioccolato, di soia, di crusca, ecc.
negozio in Muggiò. Qui, infatti, ho la possibilità di dare libero sfogo alla mia vena creativa proponendo alla clientela dolci e paste buonissimi e bellissimi, perfetti per ogni occasione e anche personalizzabili. Ora che si avvicina il Natale, infatti, in negozio è possibile trovare una vasta scelta di dolci tipici, dai panettoni classici a quelli farciti in
vari gusti fino a quelli gastronomici. Nel nostro punto vendita, infatti, proponiamo prodotti dolci e salati freschi, gustosi perfetti per ogni festa. Ai lettori di trantran propongo una ricetta davvero golosa…
Roselline mandorle e limone
Avete delle date in programma in Lombardia?
INGREDIENTI:
‹‹Abbiamo suonato recentemente al Lio bar di Brescia e fatto qualche data al sud, ora siamo in studio per il terzo atto, riprenderemo in primavera e sicuramente ci saranno date in Lombardia. ›› Per maggiori info: info@lunatik.it (ufficio stampa) oppure marcojestrai@gmail.com (general manager e prenotazioni)
Tutti prodotti che vendiamo in tutto il nord Italia ma che, siamo fieri di dirlo, continuano ad essere prodotti in modo artigianale, secondo tradizione: la produzione industriale è bandita in nome del nostro impegno per la qualità e la bontà. Oltre a questo, ovviamente, un reparto importante è quello della vendita al dettaglio, presso il
200 gr di mandorle sgusciate e spellate 250 gr di zucchero a velo 3 albumi 1 limone non trattato Per decorare 50 gr di mandorle a listelle PREPARAZIONE: Via Gabriele D’Annunzio 4 20835 MUGGIO’(MB) Tel: 039 27 800 83
Macinare finemente le mandorle nel mixer. Montare a neve finissima gli albumi e amalgamarvi lentamente le mandorle, il succo di limone, la scorza grattugiata e lo zucchero a velo, sempre mescolando dal basso verso l’alto per non “smontare” gli albumi. Trasferire il composto in una sac a poche e formare dei monticelli su di una teglia imburrata e infarinata. Decorare spolverando le mandorle a listelle. Infornare a 130° per 30 minuti.
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La Nostra inviata da Parigi - Alla ricerca del gatto Carlito
Curiamo la vostra immagine... rilassiamo la vostra mente
La Ville de mille Lumière Illustrazione e testo di Francesca Fawn Masperi
ALBERTO FUCCI: il mio successo è vedere i miei clienti felici! HAIR FUCCI, il nuovo salone ha aperto a Monza.
Sarebbe stato grigio. Avevo passato molto tempo a pensarci, e alla fine non potevo che immaginarmelo così, il cielo di Parigi: bianco, tendente al grigioperlato. Sapevo che avrei rivisto l’azzurro italiano solo tre mesi dopo. Una partenza solitaria e una notte di treno portarono me e Cecilia in città. Ci svegliammo la mattina mentre la campagna piatta francese ci correva di fianco, e fu calma piatta per un’ora. Poi bum, di colpo nella campagna comparve Parigi.. bianca…ma con il cielo blu! Si, perché, come avrei avuto modo di scoprire nel mese successivo, Parigi è bianca, i suoi palazzi sono tutti chiari a causa di un’ordinanza comunale che impone la pulizia periodica degli edifici; e i cieli sono blu, completamente limpidi quando non piove, e la pioggia è fine, quasi non ti bagna. Per quello i parigini girano di rado con l’ombrello aperto mentre piove! E, fantasticamente, il cielo alto di Parigi è pieno di vento, come piace ai Lupi. Quindi la giornata può cambiare mille volte e da un momento all’altro.. la sua luce cambia sempre.. C’est la Ville-de mille-Lumière.. Comunque, noi concordammo di uscire sempre con l’ombrello in borsa. Il bello di casa nostra era la posizione: in 7 minuti di piacevole cammino sempre dritto arrivavi al Pompidou: detto anche Beaubourg per via del quartiere dove è situato. E’ il polo più conosciuto di arte contemporanea parigina progettato dall’architetto di fama universale ma italiano Renzo Piano, oggi nostro promettente senatore all’urbanistica con l’obiettivo di preservare le glorie italiane; usare ‘i suoi soldi da senatore’ per creare più posti di lavoro per i giovani; rendere dignitosamente vivibili le periferie, centri di vita del popolo italiano. All’angolo sinistro della piazza Georges Pompidou, davanti Atelier Brancusi, si radunano uno stuolo di piccioni che fanno comunella e aspettano l’uomo che li nutre a manciate la mattina. Cinquanta metri prima del ritrovo dei piccioni, arrivando da rue Saint-Martin, trovi in serie: il negozio di Bubble-tea miglior rapporto qualità-prezzo gestito da un gentile padre giapponese che ti spiega cordialmente come mixare gli ingredienti –mixare thè caldo alla vaniglia, latte di cocco e palline di tapioca nera d’autunno è la fine del mondo!) e che non fa una scenata quando non trovando il telefono scopre che il figlioletto l’aveva innocentemente lasciato sul tavolino esterno sul marciapiede; un venditore di Kebab Falafel che in Francia e soprattutto in questo posto sono la fine del mondo (ma attenzione al momento del conto! Qui non sono cattivi, ma seguono la regola del ‘se posso, ti frego; se te ne accorgi, come non detto’); un pub ‘per ragazze’ che è anche circolo culturale, dove la domenica organizzano corsi di disegno dal vero, il martedì generalmente è serata culturale e la domenica si ritrovano i gruppi d’incontro. La birra media costa 3 euro in orario aperitivo e l’atmosfera è piacevole, col bigliardo in mezzo al locale e il palchetto nell’angolo. La domenica nella piazza del Boubourg si ritrovano saltimbanchi di ogni tipo: dagli artisti dei gessetti davanti alla fontana Tinguely-
Saint Phalle ai clown e i prestigiatori; dai musicisti con chitarra sax e pianoforte di fronte a Leroy Merlin fino al ragazzo con la macchina da scrivere che inventa rime sulle parole proposte dai passanti di fronte al cinema Mk2. Se c’è il sole sei proiettato in un altro mondo.. non sei più un turista, uno straniero: sei in un film, stai partecipando a qualcosa di comune a tutti, che ha un sapore di già vissuto ma mai ricordato.. Parigi è magica solo per questo: ti fa vivere in un momento lontano nel tempo mentre è già oggi. Quella domenica, mentre mangiavo uno di quei falafel nervosa per averlo pagato 2 euro in più del prezzo di listino, attraversammo la strada e a un tratto mi fermai. Con la coda dell’occhio mi era parso di vedere, dentro a una porta aperta, una strada. In effetti, era un vero e proprio passaggio: entrai, sulla destra c’era un piccolo Bar à vins, con due ragazze che ridevano pranzando al tavolino; poi un negozio di dischi.. no anzi, erano Affiches, quei vecchi poster di spettacoli diventati celebri a Parigi con Toulouse Lautrec e il Moulin Rouge agli inizi del ‘900. Di fianco, un vecchio teatro: oggi si chiamava La Maison de la Poésie, ma ieri era il teatro che nel ‘700 era stato inaugurato con Le Misanthrope di Molière.. Per questo il vicolo aveva preso il nome di Passage Molière. Era così particolare essere lì.. a due passi dall’ultramoderno Centre Pompidou, in una stradina nascosta, con una volta di lucine gialle sopra la tua testa e piantine lungo la strada.. e negozi strani.. a sinistra una piccolissima galleria; un negozio di calchi in gesso di mani, nasi, bocche, visi. Poi tre negozi di gioielli artigianali, dallo stile leggero, artistico, giovane, autoprodotto.. ma completamente diverso: il primo era bianco, pieno di oggetti sottili e delicati, con colori pastello e dolci... il terzo era rock, colori accesi, atmosfera fumè, una bionda gentile e sicura dietro il bancone. Mobili unici, gioielli dallo stile forte ma decisamente femminili, animali iperrealistici disegnati su fogli scritti, libri aperti con le pagine modellate a sculture.. era un sogno quel posto. Probabilmente un sogno in 10 m quadrati. Gli anelli erano gocce di colore, tra i capelli potevi portare diademi degli anni ’20, le spille erano tondi ricamati.. ne presi in mano una: in una confezione dal design perfettamente curato erano vendute in coppia una spilla piccina con una ranetta e una più grande con il viso di una ragazza, che si guardavano. In un’altra la prima spilla aveva un palloncino rosso che volava via, l’altra una ragazza che si tendeva verso di lui.
novativo
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Continua sul prossimo numero
Negozi citati in ordine di apparizione nel testo: Bubble tea cup; Falafel café; Mutinerie; Bar à vins Jean-Bernard A.O.C.; Espace Aleph; Maison de la Poesie; Des pieds et des mains; Fanchon en Mars; Les Expressives. Le immagini fotografiche nell’illustrazione sono parte dei gioielli in vendita presso Les Expressives
Siamo in compagnia di Alberto Fucci, nel suo bellissimo salone Hair Fucci, in via Cavallotti 84 a Monza (039.2625108) aperto il 17 Luglio di quest’anno e già rinomato. Scopro subito, infatti, che la clientela di Alberto viene da molte città del nord Italia e non solo da Monza. ‘E’ un progetto importante, che siamo riusciti a realizzare proprio come volevamo: più che un semplice parrucchiere è un ambiente relax, un ambiente un po’ diverso dai soliti saloni’. Alberto mi racconta di aver fatto diverse esperienze, anche all’estero, come acconciatore e si è accorto che le esigenze della clientela sono cambiate: ‘ …vi è sempre più l’esigenza della naturalezza, la nostra filosofia si basa quindi su questo, sulla naturalezza di modo che il nostro cliente possa poi gestirsi anche da casa. Quando si esce dal parrucchiere, di solito, si è perfette, poi dopo qualche giorno a casa si è in difficoltà a gestire la cosa. Ti faccio un esempio: se tu hai i capelli ricci ed io tendo a non stirarteli ma anzi, a esaltare al massimo la naturalezza del riccio, trovando una soluzione che sia poi anche gestibile una volta usciti dal salone…’. ‘Non facciamo solo questo, ma abbiamo molti servizi: talassoterapia, cromoterapia, massaggi Capelli crespi e trattamenti relax. Uno spazio apposito con ? Scopri il luci soffuse e tutto il necessario...’ nostro ultimo servizi Il tuo slogan è ‘I tuoi capelli sono la o in
nostra passione (your hair is our passion)’ da dove nasce questa tua passione? I miei genitori sono anche loro acconciatori, quindi io mi sono dovuto confrontare con loro, una grossa responsabilità. Piano piano hanno capito anche loro il mio amore per i capelli ma soprattutto per le persone, perché io vivo per la felicità dei miei clienti. Io non lo vivo come un lavoro, ma come una passione, appunto, che mi trova realizzato nel momento in cui soddisfo e vedo contenti i miei clienti. Quanto è importante il personale che ti aiuta? Moltissimo, perché anche la loro selezione si basa sull’amore per questo lavoro e sulla filosofia che accompagna tutto il negozio. Perché quindi, venire qui e non altrove? Innanzitutto si scopre che è un mondo diverso, l’antiparrucchiere in persona! Una volta entrato qui la prima cosa che facciamo è dare una consulenza gratuita, non abbiamo fretta di metterti subito al lavatesta! La prima cosa che domando alle mie clienti è quali sono i suoi desideri, non cosa deve fare! Lo si chiede prima di farle indossare la nostra vestaglia in modo tale che comunque, se c’e’ qualcosa che non la soddisfa può anche decidere di non fermarsi! Noi forniamo anche il servizio di consulenza d’immagine che si basa sulla morfologia del viso, il colore della pelle: una cosa personalizzata che sfrutta tecniche molto valide per cercare di trarre, da ogni persona, il massimo da quello che è! ’Non c’entra solo la moda, la nostra rivoluzione è quella di considerare le singole esigenze: non tutte le persone fanno lo stesso lavoro, non tutte dedicano lo stesso tempo alla cura dei capelli. I clienti non sono numeri, io per avere successo e per essere felice devo vedere felici gli altri!’
Via Cavallotti 84 Monza 039.2625108
Pendolare | Il viaggio quotidiano è per me una vocazione
DIALOGO SU UN TRENO AFFOLLATO di Juri Casati Il venerdì, dal pomeriggio inoltrato in poi, certi treni sono più affollati del solito perché venerdì è il giorno in cui i pendolari giornalieri accompagnano verso casa – quantomeno per un certo pezzo di strada, e solo su certe tratte – i «pendolari settimanali», cioè quelli che tornano a casa dopo una settimana di studio in università o dopo una settimana di lavoro. I treni pertanto si gonfiano di valigioni e di trolley, spesso pieni di bucato da far fare a casa in fretta il sabato mattina perché la domenica sera bisogna già ripartire. Io sono salito su uno di questi affollati treni nel pomeriggio inoltrato di Venerdì 4 ottobre scorso. Venerdì 4 ottobre era però anche il giorno dopo il naufragio di Lampedusa costato la vita a 360 migranti, e molti viaggiatori inevitabilmente discutevano ancora di quel tragico fatto. Nel vagone dove mi trovavo, a partire da questi due eventi – il treno affollato e il naufragio di Lampedusa – si intrecciò un dialogo a più voci che aveva, come accade spesso in questi casi, un filo logico molto esile, ma che nel contempo offriva anche spunti di riflessione molto interessanti. Ve lo riporto per sommi capi. 32
Qualcuno cominciò con l’osservare che un tempo c’era una Lampedusa anche in Brianza. La nostra Lampedusa erano i locali delle ex scuderie nella Villa Reale di Monza dove, dopo la seconda guerra mondiale, trovarono rifugio migliaia di esuli istriani e dalmati, e che da un certo punto in poi furono affiancati anche dagli sfollati dal Polesine. Qualcun altro notò poi che, se ci pensiamo bene, oltre ai pendolari giornalieri e a quelli settimanali, esistono anche i «pendolari annuali», e cioè quelli che – di solito in estate o comunque durante le vacanze – tornano a casa a trovare i parenti dopo un anno o molti mesi trascorsi all’estero a lavorare. Sono gli emigranti che tornano per un breve periodo a casa. Io ricordai a mia volta di averne incontrato uno anni fa che tornava in Italia dal Belgio accompagnando in vacanza moglie e figlia che non conoscevano neanche una parola d’italiano e lui che, con una punta d’orgoglio, faceva vedere che poteva attaccare bottone con un italiano – che poi ero io – perché sapeva la lingua e poteva intendersi in un paese ormai per loro straniero.
Ricordai anche il mio imbarazzo di fronte a quell’emigrante: avrei voluto chiedergli del Belgio; avrei voluto chiedergli di quando era emigrato e di preciso da che città fosse partito; se lui o suo padre avessero dovuto lavorare nelle celebri miniere; dell’incidente di Marcinelle e via dicendo. Non ebbi però il coraggio di chiedergli niente perché avevo il timore che lui mi facesse notare che le miniere erano chiuse da anni e che la vicenda di Marcinelle apparteneva ad un lontano passato. Insomma, alla fine non gli chiesi niente perché non volevo fare la figura di quello che non è aggiornato o che, peggio ancora, è in possesso di informazioni datatissime. Un altro viaggiatore osservò che la canzone «Che sarà», composta dal cantante Jimmy Fontana che era scomparso solo qualche settimana prima, aveva avuto all’estero un successo talmente grande che i cantanti italiani che si esibivano fuori dai nostri confini dovevano per forza inserirla in scaletta. Quello sconosciuto viaggiatore ne concluse che evidentemente il pubblico di emigranti italiani che viveva all’estero si riconosceva nelle parole «gli amici miei sono quasi tutti via e gli altri partiranno dopo me...» – che evocavano
certi ricordi di spopolamento delle campagne e di emigrazione diffusa – e che si concludevano con un orgoglioso «so soltanto che ritornerò...». Un altro viaggiatore ancora sostenne che, prima o poi, sui treni incontreremo anche i nostri connazionali che stanno emigrando in questi anni. Italiani che non partono più con la valigia di cartone verso le miniere e le fonderie del nord Europa ma che sono, nella massima parte, cervelli in fuga, cioè giovani laureati e diplomati che in Italia non hanno occasione di trovare un lavoro soddisfacente. Arrivato alla mia fermata, prima di scendere, feci in tempo a sentire qualcuno che diceva che un tempo noi italiani consideravamo come una necessità inevitabile il fatto di dover emigrare, mentre oggi in tutta evidenza facciamo fatica ad accettare che i giorni in cui è necessario emigrare, seppur in minima parte e non di certo a bordo di carrette del mare, siano tornati.
Fabio, Lucia e Paolo Mariani sono i responsabili di Arredo spazio Casa e Realnotti dormire realmente, un’azienda che opera a Lissone e che è specializzata nel primo caso in arredamenti per la casa e nel secondo nella fornitura di materassi. “Abbiamo clienti in zona, ma che arrivano a Milano e Como”, dice Fabio. “E da un po’ di tempo a questa parte ci siamo conquistati una buona nomea anche in Svizzera, grazie al fatto che abbiamo partecipato a fiere del settore a Lugano e a Bellinzona”. L’aziensa in realtà affonda le sue radici negli anni 60, esattamente nel 1961: allora l’azienda produceva mobili su misura: “Certo, ci siamo modernizzati, ma alcuni capisaldi di allora sono rimasti immutati, primo fra tutti l’assistenza tecnica che viene data prima ma anche DOPO l’installazione dei nostri prodotti. Per questo al nostro interno c’è anche un a falegnameria per poter fare personalmente, e soprattutto velocemente, tutti quegli aggiustamenti che a volte si rendono necessari”. Ma parliamo un po’ di Real Notti… “Sotto al marchio c’è scritta questa frase: ‘Dormire realmente’. Già, perché noi operiamo in questo settore da oltre 15 anni, non è che ci siamo inventati ieri…”, puntualizza Fabio. “Prima di cercare di vendere un materasso a un nostro cliente, vogliamo fargli capire la nostra filosofia. Se è vero che esiste una cultura del cibo, una cultura del vino eccetera, esiste anche una cultura del dormire ed è giusto che venga considerata e si diffonda sempre di più. Riposare bene è fondamentale, per il corpo e anche per lo spirito. Se le nostre ore di sonno, poche o tante che siano, sono trascorse bene, rilassate nel modo giusto, siamo più pronti per affrontare gli impegni della giornata e soprattutto non rischiamo di causare qualche danno alla nostra colonna dorsale. Oggi ci sono materassi studiati per ogni esigenza. Memory realizzati con aloe o soya, indeformabili, termoregolati caldi d’inverno e freschi per l’estate, a portanza ergonomica, con micro molle, eccetera eccetera. Ce n’è una variante davvero incredibile, ma tutti sono fatti con materiali certificati e soprattutto garantiti da noi che ci mettiamo la faccia e siamo a disposizione del cliente. Ma prima di vendere, come spiegavo prima, cerchiamo
di far capire a chi diventa cliente con noi per la prima volta la nostra filosofia del dormire, che significa scegliere il materasso più valido per le esigenze di ognuno. Del resto l’ho capito proprio su di me quanto il materasso sia fondamentale: sedici anni fa avevo dei problemi alla schiena e un amico mi ha consigliato di sostituire il materasso, perché secondo lui tanti dei miei problemi potevano derivare proprio da quello. L’ho fatto e le cose sono subito cambiate in meglio. Da allora ho capito che quello che molti considerano un semplice rettangolo su cui buttarsi per chiudere gli occhi può invece diventare un valido aiuto per rendere la nostra vita più serena, attiva e dinamica”. Sarà questione di prezzo… “Molti lo pensano, ma non è così: si può acquistare un buon materasso, adatto alle proprie esigenze, spendendo meno che per comprarne uno… cattivo. Ripeto, le possibilità
di scelta sono davvero molte e si può trovare quello più adatto alle proprie esigenze con prezzi che sono più che di mercato. E anche questo è uno dei capisaldi che abbianmo ereditato dai nostri vecchi: far contento un cliente, anche per quanto riguarda il portafoglio, è alla lunga un’arma vincente, perché sarà proprio lui a dire in giro ai suoi parenti e ai suoi amici che passare da Real Notti è un’idea vincente, in tutti i sensi. Provare per credere”. Un’ultima domanda: è possibile anche farsi un materasso su misura, tanto per dire rotondo o con la copertura di colore rosso? “Certo, tutto è possibile e tutto possiamo fare. Ma io sono convinto”, conclude Fabio con un sorriso, “che nei 200 metri quadrati della nostra esposizione ci siano il modello di materasso giusto. E non solo il materasso, ma anche le doghe e tutto quello che serve per farci dormire meglio”.
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Altrove | Racconti e consigli di Viaggio
Corsi di Cucina | Chef Omar
Con chef Omar a lezione di alta cucina
Chamonix: al confine del regno dei ghiacci. di Elena Gorla
Nell’anno 1741, due viaggiatori inglesi, Windham e Pococke scoprirono la valle Chamouny (dal 1916 chiamata Chamonix), durante l’esplorazione del ghiacciaio Mer de Glace. In seguito pubblicarono un diario di viaggio, sul quale descrissero le meraviglie osservate e raccontarono di un piccolo paese abitato da contadini, ai piedi di montagne altissime, circondato da immensi ghiacciai. Il loro racconto provocò molta curiosità tra l’aristocrazia europea che iniziò a visitare la valle. La conquista del Monte Bianco da parte di Jacques Balmat e Michel Gabriel Paccard nel 1786 contribuì ad accrescere la fama di Chamonix. Dal 1816 iniziarono ad essere costruiti i primi lussuosi alberghi: l’Hotel de l’Union, La Courrone e Le Royal. La nascita dell’alpinismo fu accompagnata dalla creazione della Compagnie des Guides, nel 1821, e dalla realizzazione del trenino Chemin de fer du Montenvers, nel 1908. L’allestimento della rete ferroviaria verso Ginevra consentì alla valle di uscire 34
dall’isolamento durante i mesi freddi ed aprì la via per il turismo invernale. Grazie alla fama e alla bellezza del paesaggio, Chamonix fu scelta, nel 1924, quale sede delle prime Olimpiadi invernali. Questo straordinario evento consacrò Chamonix capitale degli sport invernali sulle Alpi, e diede l’impulso alla costruzione di numerosi impianti di risalita, tra i più alti e spettacolari al mondo, all’avanguardia per quei tempi. Da quell’epoca il paese è notevolmente cresciuto ma, in fondo, nulla è cambiato: adagiato sotto l’imponente sagoma del Monte Bianco (4810 metri) si presenta come un estremo insediamento urbano prima di avventurarsi nel regno dei ghiacci. Chamonix si raggiunge comodamente percorrendo gli 11,6 km del traforo, che la collega alla sua “gemella” Courmayeur e che attraversa il ventre del Monte Bianco (38.10 euro andata e ritorno, con scadenza alle ore 24 del settimo giorno dalla data di emissione). Di origine glaciale e percorsa
dall’Arve, principale corso d’acqua dell’Alta Savoia, la valle di Chamonix, che si estende per una ventina di chilometri. Il paese offre una vasta scelta di alberghi e sistemazioni per alloggiare ma la soluzione più economica è l’Ostello della Gioventù (l’Auberge de Jeunesse si trova in Montée J. Balmat n.127 -www.Aj-chamonix.Fr), un po’ fuori dal centro, in una posizione davvero fantastica: basta alzare lo sguardo per veder incombere sulla propria testa il ghiacciaio di Bossons, uno dei più tormentati da candidi e affilati seracchi. La mondana Chamonix è, infatti, una cittadina molto graziosa che gode un panorama la cui bellezza e maestosità appaga ad ogni volger dello sguardo. Cuore della città vecchia è Avenue de l’Eglise che conduce alla chiesa e alla Maison de la Montagne, celebre sede della “Compagnia delle Guide di Chamonix”, fondata nel lontano 1821. Le case hanno il tipico aspetto di costruzioni alpine, mentre nelle vie si aprono numerosi
bar e ristoranti, che offrono le specialità della cucina savoiarda: fondue savoyard, raclette e tartiflette a base di formaggio, per ricordarne solo alcune molto gustose! La Mer de Glace è comodamente raggiungibile da Chamonix grazie alla Ferrovia di Montenvers. La stazione di partenza si trova, guarda caso, in Place de la Mer de Glace, prossima alla stazione ferroviaria del paese (il treno di Montenvers è aperto tutto l’anno, ad eccezione che dal 15 novembre al 15 dicembre. Per informazioni: tel.04-50531254). Questo grazioso trenino a cremagliera di colore rosso percorre poco più di 5 km in 20 minuti, superando un dislivello di 871 metri (parte dai 1042 metri del paese per arrivare ai 1913 metri della stazione sommitale). Il percorso è molto suggestivo, perché man mano che si sale si apre un ampio panorama sulla valle ed emozionante perché si percorre un viadotto a 152 metri d’altezza. La ferrovia di Montenvers fu la prima costruzione della valle realizzata a scopo turistico e venne inaugurata nel 1908. All’arrivo alla stazione di Montenvers troverete un caffè-ristorante dove rifocillarsi. Troverete anche un grazioso museo alpino che ospita un’esposizione di magnifici minerali, di proporzioni inimmaginabili, ritrovati in zona, soprattutto quarzi fumè e fluoriti. Impressionanti le fotografie che ritraggono il lavoro di questi cercatori di cristalli, chiamati cristallier: veri e propri alpinisti appesi con una corda alle pareti strapiombanti, che cercano questi piccoli gioielli nelle fratture della nuda roccia. Ma, soprattutto, raggiunto il ghiacciaio, rimarrete ammaliati dallo spettacolo che si apre al vostro sguardo.
«La passione per la cucina nel mio caso è ereditaria», racconta Omar Novara «sono, per così dire, figlio d’arte: i miei genitori avevano un ristorante e io sono cresciuto in cucina, fra pentole e fornelli. E’stato, quindi, naturale per me sviluppare il desiderio di approfondire l’arte culinaria, dapprima nel mio
percorso di studio e, in seguito, nello sviluppo del mio percorso professionale. Sono oramai dieci anni che mi cimento anche nell’insegnamento con corsi di cucina per privati, rivolti cioè a chi non ha una preparazione professionale ma solo un’esperienza dovuta alla pratica quotidiana e alla passione. Negli anni, attraverso l’ascolto e l’osservazione delle esigenze dei miei corsisti, ho selezionato dei menù e delle preparazioni capaci di entusiasmare tutti, preparazioni essenziali, di facile realizzazione ma nel contempo molto fantasiose e d’effetto: questo per consentire
a tutti di iniziare da subito a organizzare a casa propria o con gli amici cene e serate di successo! Una volta tenevo i corsi all’interno di un ristorante, oggi, invece, anche grazie al forte interesse del pubblico per la cucina e al buon numero di partecipanti, le lezioni si svolgono in un laboratorio attrezzato ad hoc. Ci sono varie tipologie di corsi, da quelli a tema o quelli incentrati sulla costruzione di un menù legato ad un evento specifico, che generalmente si sviluppano su una serata, oppure corsi articolati in più serate, legati alle tecniche base e avanzate di cucina. Ciò che accomuna tutti i corsi è però il forte elemento di
convivialità: non solo si cucina insieme ma, a preparazioni ultimate, si passa in sala da pranzo e ci si gode un’ottima cena in compagnia! Chi desidera fare dei nostri corsi un’idea regalo per parenti ed amici appassionati di cucina riceverà, un flyer dettagliato con la descrizione dei corsi in programma così che, chi lo riceverà in dono, possa liberamente scegliere il corso che lo stimola di più. Qualche esempio delle preparazioni che andremo a conoscere? Vi presento una ricetta semplice e davvero squisita…
Capesante lardellate su letto di lenticchie beluga
Ingredienti N° 8 capesante pulite / N° 8 fette di lardo o pancetta stesa / N° 1rametto di rosmarino / q.b. di pangrattato / g. 100 di lenticchie beluga N° 1 cucchiaio di cipolla tritata / N° 1 cucchiaio di salsa pomodoro q.b. di olio evo / q.b. di sale e pepe Preparazione Far rosolare la cipolla in poco olio evo in un tegame. Aggiungere le lenticchie , tanta acqua quanto serve per coprirle appena ed un cucchiaio di salsa pomodoro. Lasciare cuocere 20 minuti circa dopodiché salare appena e lasciar cuocere altri 5/10 minuti. Lasciare le capesante in uno scolapasta per 10/15 minuti in modo che perdano un po’ di acqua, dopodiché farle saltare per pochi istanti in un sauter fumante con poco olio evo. Farle raffreddare su un piatto in modo che perdano altra acqua. Avvolgere quindi ogni noce di capasanta in una fetta di lardo lasciando all’interno di ognuna un ciuffo di rosmarino. Passare quindi le capesante nel pangrattato e disporle su una teglia foderata con carta da forno. Cuocerle per 6/8 minuti in forno a 200° dopodiché servirle immediatamente con un cucchiaio di lenticchie alla base del piatto.
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Sportivamente | Monza e Brianza in movimento
Speciale Estetica La cura e L’estetica delle mani
NAIL SPA, la cura e l’estetica di mani e piedi in un’oasi di benessere per il corpo e per l’anima
Martino lo zuccone andrà a Rio
NAIL SpA, la cura e l’estetica di mani e piedi in un’oasi di benessere per il corpo e per l’anima.
di Alfredo Rossi Mettiamo subito in chiaro le cose, a scanso di equivoci. Nel caso di Martino il termine zuccone vuol dire soltanto caparbio, vale a dire uno che non molla nonostante le avversità e che continua imperterrito verso l’obiettivo che si è prefissato senza mai piangersi addosso. Anche perché quando si parla di Martino Minuto è difficile che zuccone possa avere un altro significato, dato che si è conquistato poche settimane fa la laurea magistrale nella facoltà di Economia con la tesi intitolata: “La promozione nello sport. Il contributo delle società sportive dilettantistiche e delle nuove agevolazioni fiscali”. Voto finale 105/110. Il Martino in questione i lettori attenti di TranTran se lo ricordano senz’altro, visto che abbiamo parlato di lui due anni fa quando vinse le Universiadi in Cina, battendo in finale a Shenzhen l’allora campione mondiale, il cinese Lei Sheng. Una medaglia d’oro, quella, che gli aveva fatto tanto sperare di andare alle Olimpiadi di Londra del 2012. Per cui, subito dopo, si era rimesso a fare allenamenti, a tirare di fioretto tutti i giorni, a fare sedute in palestra per irrobustire il fisico. Già, perché tirar di scherma sembra una cosa facile, invece ci vuole un fisico ben allenato per andare avanti tutta una giornata con il ferro in mano, tirando contro avversari che sono bene allenati e che come te hanno voglia solo di vincere. E invece niente Olimpiadi… “E’ stata una grande sofferenza, dico la verità, ci avevo proprio sperato. A Londra ha vinto proprio Lei Sheng, che avevo battuto pochi
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mesi prima, mentre io, per scelta non mia, sono rimasto a casa. Non è stato facile”. Avrai pensato di mollare… “Si, certo, ci sono arrivato molto vicino. Ma poi ho deciso di continuare, ovviamente. La differenza sostanziale tra un vincente e un perdente non sta tanto nel risultato, quello lo vedono tutti, ma sta nel saper rimontare in sella dopo aver preso un calcio fra i denti, magari anche un calcio non meritato. Il perdente si focalizza sul problema, il vincente sulle soluzioni a quel problema!”. E allora?… “La scherma è l’aria che respiro da quando avevo cinque anni e il mio sogno è quello di mettermi al collo la medaglia olimpica, l’unica che mi manca. Ho ancora alcune possibilità, e voglio provare a giocarmele. Tra Rio 2016 e Tokyo 2020 proverò a realizzare quel sogno che mi porto dietro da una vita, quell’ultimo oro che ancora tanto mi manca. E’ per questo che continuo ad allenarmi”. Ma devi anche vincere… “Lo so, è proprio questo il gioco. Per andare in Brasile devo restare sempre al top, essere stabilmente tra i primi tre al mondo da oggi fino al momento delle convocazioni degli atleti olimpici; in modo che la mia posizione non sia più toccabile politicamente e da forze esterne. E la cosa non mi pesa più, ci ho convissuto abbastanza, ho imparato. Sto lavorando per cominciare da subito a mettere via risultati e vittorie importanti”. E nel frattempo ne è arrivata qualcuna? “Sì, e mi ha dato nuova fiducia. Quest’estate
sono andato per un mese in Australia, invitato lì dal comitato olimpico e dalla federazione australiana per lavorare con loro. Ci sono andato molto volentieri anche per allenarmi con loro e per godermi l’Australia. Poi mi hanno chiesto di partecipare ai loro campionati nazionali e ho accettato. In realtà, oltre a me c’erano anche tutti i più forti fiorettisti dell’area orientale: insomma, una gara internazionale di grande livello. E ho vinto l’oro, dominando la gara dall’inizio alla fine, senza mai perdere nemmeno un incontro” E così sei campione australiano... “Ti conosco, tu mi prendi in giro, ma è proprio così. E questa vittoria vale ancora di più per me, perché arrivata in un momento molto difficile. Proprio prima di partire per l’Australia ho avuto dei grossi problemi con una ragazza (questa volta italiana, non svedese) a cui volevo molto bene, e a cui ho provato a dare tanto. La cosa mi ha fatto soffrire molto durante la mia permanenza in Australia, e ancora adesso sto soffrendo… Da noi, arrivati a certi livelli dove sono tutti atleti di calibro mondiale, per vincere, una delle caratteristiche più importanti è la serenità; riuscire, nonostante la grande sofferenza e i pensieri, ad avere una reazione del genere in gara, e a gestirla tutta in quel modo, mi fa pensare bene per il futuro. Forse mi sono fortificato, e forse ci siamo per arrivare a quella medaglia che non solo io sto aspettando E se ci arriverai, io verrò a vederti, portandoti la valigia… “Volentieri, ma ricordati che la sacca con il materiale pesa parecchio. E’ meglio che cominci ad allenarti anche tu…”.
NAIL SpA è un team di tre professioniste: Cristina, Diana e Ivana, che garantisce un’oasi di benessere totale affiancata a una consulenza professionale di alto livello. Nail SpA nasce nel 2004 come primo centro in Monza per la cura e l’estetica di mani e piedi. Noi incontriamo la fondatrice Cristina che ha fatto della passione per la sua professione e del continuo aggiornamento e ricerca sui prodotti una costante di Nail SpA. Cristina ha conseguito attestati per la ricostruzione delle unghie delle mani e dei piedi in acrilico, in gel e smalto semipermanente e ha frequentato corsi per lo SPA manicure e SPA pedicure, corsi di pedicure curativo tenuti da podologi per la cura dei piedi, ampliando la sua ricerca con prodotti che possano curare il derma più profondamente. «Ogni anno seguo corsi di aggiornamento per quello che concerne il mio lavoro, tenendomi sempre aggiornata sia per le tecniche sia per i prodotti sia per i macchinari». Cristina ci tiene a precisare che: «tutti i ferri utilizzati per l’estetica o la cura degli arti sono scrupolosamente disinfettati, imbustati e messi in autoclave per la sterilizzazione». Tra i trattamenti che esegue Cristina da provare il Thermasoft, un trattamento a caldo per mani e piedi che rilassa i muscoli stanchi, stimola la circolazione locale, rallenta l’invecchiamento. Oggi Nail SpA non si occupa più solo delle nostre mani e delle nostre unghie ma, con la cortesia, l’accoglienza e la professionalità che l’ha sempre contraddistinta, si prende cura anche del nostro corpo e della nostra anima. «Nel tempo, ho notato, che le mie clienti mi chiedevano di essere affiancata da altre professioniste che, come me, si contraddistinguessero per passione e
professionalità», ci spiega Cristina, «così il team si è allargato: Diana e Ivana sono entrate a farne parte». Ognuna di loro ha un suo campo di attività specifico. È Diana a occuparsi del nostro corpo. Il suo percorso come estetista inizia nel 1984, dal 1986 frequenta convention di settore, corsi e approfondisce di continuo gli studi in estetica e benessere. Diana collabora oggi con le case cosmetiche tra le più affidabili e rinomate nel settore e utilizza attrezzature tecnologicamente all’avanguardia, come l’endormelogie, uno dei metodi più efficaci per combattere la cellulite diffusa con azione modellante e riducente, che unite alla sua manualità e professionalità, elevano i suoi trattamenti a un livello altamente qualificato. Ivana invece si occupa dell’anima; professionista del Ben-Essere è specializzata in discipline orientali. Ha svolto un percorso formativo quadriennale in Shiatsu, acquisendo conoscenze approfondite di Medicina Tradizionale Cinese e dei punti di Agopuntura. Si è specializzata in India nel Massaggio Ayurvedico, attualmente integrato nel Massaggio Circolatorio detossinante e mio-rilassante da lei proposto. Credendo fortemente nella sinergia tra le varie
figure professionali in ambito medico e para-medico (Ivana mediante le discipline che svolge non fa “terapia” per “curare” l’individuo e non si sostituisce alla figura medica, ma collaborando con quest’ultima mira a portare un equilibrio psico-fisico e a risvegliare le risorse energetiche insite nella profondità dell’essere umano) collabora attivamente con medici, oncologi, fisioterapisti e psicologi. Insomma entrare da Nail SpA vuol dire trovare una risposta seria e professionale alle nostre esigenze siano esse puramente estetiche o di natura curativa dove tre serie professioniste sapranno consigliarci e guidarci, prendendosi cura di noi! Saluto Cristina e ne approfitto per prendere un appuntamento con lei (parto dai piedi perché come scrisse JeanJacques Rousseau: I nostri primi maestri di filosofia sono i nostri piedi, le nostre mani, i nostri occhi, quindi bisogna averne cura) e, penso proprio, sarà il primo di una lunga serie con loro! NAIL SPA è a Monza in via Don Giovanni Minzoni, 22 tel. 039.386.450 www.nailspamonza.it.
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ORIZZONTALI 2 Sì alla francese. (3) 4 Lo era Farìa nel Conte di Montecristo. (5) 6 La parola italiana con più vocali tutte di seguito. (7) 8 Sta con Bim e Bum. (3) 10 Apogeo. (4) 12 Mi chiamo così. (2) 14 Tredici folletti sostituisco il Babbo Natale... (nazionalità). (9) 17 Lo si deve fare a Natale, a Santo Stefano e alla Befana (e anche in molte altre occasioni!). (11) 18 Secondo. (2) 19 Ai limiti dell'occasionalità. (2) 20 Segue la notte di San Silvestro. (9) 23 Col -bar forma un dispositivo di sicurezza dei veicoli fuoristrada e delle auto da competizione. (4) 24 Lo sono le spese per le feste prima dei saldi... (4) 26 Stato di profonda malinconia, molto caro ai romantici. (6) 29 Un teorema privato del suo cuore temporale. (4) 31 Si chiama così l'insegnante simpatico. (4) 32 Paura del diverso, dello straniero. (9) 34 Signore in lingua popolare, specie nel Centro. (3) 35 Un terzo di settembre. (3) 36 La si fa sulle gradinate dello stadio. (3)
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Nessuno sognava di farvi ritorno... (5) L'oro dei chimici. (2) Esercito Italiano. (2) Lo sono i cinema con tante sale. (9) L'immaginario paese dell'abbondanza (no, non è l'Italia, purtroppo...). (7) Gli Amici di Monicelli. (4) La simmetria che si fa rispetto a una linea centrale. (7) L'Aulenti architetto. (3) Così venne trattato Cristo all'ingresso a Gerusalemme. (8) I confini dell'internazionale. (2) Adagiata, non impari. (4) Sono doppie in erre. (2) Collaboratrice familiare. (4) Nanocurie. (2) Il monte di Dio. (4) La Royal Philharmonic Orchestra (sigla). (3) Famosa etichetta musicale. (3) Senior. (2) Relazione, connessione. (5) Una delle arterie più importanti del corpo umano. (5) Ama senza pari. (2) Il Natale francese. (4)
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VERTICALI 1 Nel vangelo secondo Luca sono quattro come le beatitudini... (4) 2 Strumento a fiato con ancia. (4)
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Plutone il pianeta di Serie B Siamo finalmente giunti, si fa per dire, su PLUTONE, il nono pianeta del nostro Sistema Solare, almeno sino al 24 agosto 2008 quando, al Congresso di Praga, l’International Astronomic Union ridefinì il concetto di pianeta introducendo la nuova classe dei “pianeti nani” (dwarf planets) nella quale, oltre a Plutone, inserì pure Cerere, ex asteroide della fascia principale. Perché questa decisione? Forse perché questo era l’unico pianeta scoperto dagli americani e la cosa probabilmente “non andava giù” agli astronomi europei? Bando alle chiacchiere, la scoperta di Plutone è da considerarsi oggi più il frutto di un “caso” che dall’accurata analisi di Percival Lowell e William Pickering che ne ipotizzarono l’esistenza sulla base delle piccole perturbazioni osservate nell’orbita di Urano e Nettuno, perturbazioni peraltro già note sin dagli inizi del Novecento. Plutone fu scoperto il 18 Febbraio 1930 da C.W. Tombaugh grazie al nuovo telescopio a grande campo dell’Osservatorio Lowell in Arizona: era quello il corpo perturbatore delle orbite di Urano e Nettuno, le cui discrepanze furono rilevate a suo tempo dall’astronomo statunitense Percival Lowell.
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Cosa Succede in Città
Su la testa
Plutone purtroppo non è stato ancora esplorato dalle sonde spaziali ma, grazie alle osservazioni del telescopio Hubble, si è scoperto che ha una rotazione retrograda, in senso orario, con un’orbita inclinata di 17 gradi sul piano dell’eclittica ed un periodo orbitale in risonanza (1,5 volte) con quello di Nettuno. Plutone dista mediamente dal Sole 39,53 Unità astronomiche (circa 5,9 miliardi di kilometri), ruota su se stesso in 6 giorni e 9 ore, con un periodo di rivoluzione attorno al Sole di circa 248 anni; il suo raggio equatoriale è di 1142 km, sei volte più piccolo di quello terrestre. Plutone ed il suo satellite Caronte (raggio di 635 km), rivoluzionano attorno al Sole con un’orbita marcatamente ellittica. A causa di questa forte eccentricità, dal 1979 al 1999, Plutone è venuto a trovarsi ad una distanza dal Sole inferiore a quella di Nettuno, finendo per intersecare l’orbita di quest’ultimo. La sua struttura interna sembra possedere un nucleo roccioso di 900 km. circondato da acqua e metano, entrambi ghiacciati,
composizione molto simile ai corpi della fascia di Kuiper, da dove si suppone provengano Plutone e i suoi due satelliti Caronte e Tritone. A proposito di Caronte, si teorizza sia il prodotto di un gigantesco impatto, subìto da Plutone circa 4,5 miliardi di anni fa, con un oggetto di dimensioni notevoli proveniente della fascia di Kuiper. L’atmosfera di Plutone è molto tenue ed è composta da argon, monossido di carbonio e metano ad una temperatura superficiale che si aggira presumibilmente tra i 40 e 60 gradi Kelvin (circa 233 – 213gradi della scala Celsius) Oltre ad essere, come già accennato, un nano pianeta, Plutone è il prototipo di una nuova classe di oggetti denominati “Plutini”. Si rafforza inoltre la teoria che il sistema Plutone-Caronte possa essere considerato come un sistema binario di nanopianeti piuttosto che di nanopianeta e del suo satellite. Sicuramente ne sapremo di più quando la sonda Horizons, in viaggio dal 19 gennaio 2006, giungerà nel 2015 in prossimità di Plutone, il nono pianeta del nostro Sistema Solare declassato a pianetino di “Serie B”. Attimo
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SEREGNO
Il «Pasticcio Alla Baccalà» Di Enrico Sambruni Sabato 7 dicembre in scena al Teatro Santavaleria una commedia in due atti per ricordare il fondatore della compagnia teatrale «Nuovo Sipario 2000» e di Radio Seregno
Il 9 ottobre Enrico Sambruni avrebbe compiuto 78 anni. «L’amico Enrico», come lo chiama il Sindaco Giacinto Mariani. «Perché Enrico non era solo un mio amico personale, era amico della città. Di tutti noi, delle associazioni, della cultura».
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MILANO
Gigi Proietti e Milano Metropolitan Orchestra In MOLTO PIÙ CHE UNA FAVOLA Pierino e il lupo… e tanto altro!
Capodanno con Gigi Proietti al Teatro degli Arcimboldi Teatro degli Arcimboldi V.le dell’Innovazione 20, Milano Tel. 02.64.11.42.212/214 www.teatroarcimboldi.it / www.ipomeriggi.it/facebook
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LISSONE
MONZA
IGOR EŠKINJA e ANTON KEHRER IN VITRO #2
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Fino al 31 dicembre 2013 VETROFANIE INAUGURAZIONE sabato 14 settembre ore 18:00 A CURA DI ALBERTO ZANCHETTA Ingresso Libero
MERCATINO DI NATALE
P.zza Trento e Trieste dal 1 Dicembre al 6 Gennaio
NOVA MILANESE
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Help - Il labirinto della paura
Il maestro del vetro Silvio Vigliaturo torna in Brianza con l’esposizione Help, che verrà inaugurata sabato 30 novembre alle ore 16:00, presso la Villa Brivio, Nova Milanese. Prosecuzione della prima esposizione, la nuova personale curata da Vittorio Amedeo Sacco fa un passo in più, come suggerisce il sottotitolo Il labirinto della paura. Vetri e dipinti diventato tutt’uno, legati dagli ondivaghi segni marcati e dai caratteristici accostamenti cromatici tipici dell’artista, in una narrazione suddivisa in racconti fortemente connessi gli uni agli altri. Dal 30 novembre 2013 al 6 gennaio 2014, da martedì a sabato dalle ore 9:00 alle ore 18:00
DESIO
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Mostra presepi
Sala Levi, Via Gramsci dal 8/12/2013 al 20/01/2014. Inaugurazione 8 Dicembre ore 15.30. Per info: 0362 392235
Il Commercialista Risponde governo è sempre “sull’orlo del baratro” , i partiti sempre più divisi ed in contrasto continuo, il legislatore sempre più “bloccato”. Un esempio tra tutti è la nostra “amata IMU”! Ad oggi non sappiamo come comportarci per il versamento del 16/12; non sappiamo se pagare l’IMU, la TARES, la TUC, la TRISE. Ogni giorno viene fuori una tassa nuova!! Speriamo solo di non doverle pagare tutte insieme! Uno dei nostri più grandi patrimoni sono le giovani menti. Purtroppo sono sempre più costrette ad emigrare all’estero. Spesso sono proprio i genitori a spingere i figli ad andare all’estero in quanto “in Italia ormai non c’è più futuro”. Se un giovane trova lavoro all’estero, spesso si insedia definitivamente, creandosi una famiglia, e dunque non rientrando più nel nostro “bel paese” se non per le ferie. Per questo si parla di “fuga dei cervelli” e l’Italia si impoverisce. Ci vorrebbero maggiori politiche non solo per far rientrare chi è già andato via, ma per non far andare via chi è ancora qui. Lasciando l’Italia intera per rientrare in Brianza, come già Usape S.r.l Monza detto, qualche segnale positivo c’è! Noto che Via Cavour anche le banche iniziano ad erogare. Ero io stesso tel 039.329754 presente quando, un noto istituto ha formalizzato un accordo, con Confindustria Monza e Brianza Buon Giorno a tutti Voi, Cari lettori. e si è impegnato ad erogare quattrocento milioni Vivendo in una zona piena di vita come è quella di euro sul territorio . Certo anche il rapporto della Brianza, si nota qualche cenno di piccola con le banche va’ rivisto; sempre più spesso non ripresa economica che porta anche ad avere una vi è più colloquio tra gli istituti di credito e gli visione positiva. Certo che la politica non aiuta per imprenditori. Magari in questo, può aiutarvi un niente, in quanto vi è sempre più confusione! Il
consulente, che è in grado di indirizzarvi sul tipo di finanziamento, sulla durata, sulla predisposizione della documentazione necessaria, ecc. ecc. E’ in grado di parlare con le banche e di esporre nel modo corretto il progetto dell’imprenditore. Quando invece il rapporto è irrecuperabile, si può valutare il comportamento passato, per analizzare eventuale anatocismo ed anche l’applicazione di tassi d’usura. Sono argomenti “forti” ma di grande attualità, purtroppo sia anatocismo, che il tasso d’usura sono spesso riscontrati e ciò può portare anche a rimborsi sostanziosi per i “Truffati”. Fornire consulenza fiscale, aziendale, legale, finanziaria, a “360” gradi, serve a sostenere le imprese; sostenere le imprese, vuol dire mantenere la ricchezza nel territorio, mantenere occupazione, mantenere potere d’acquisto, mantenere la collettività tutta. Venendo alle scadenze fiscali, le prossime sono: − 30/11 secondo acconto Imposte IRES/IRAP/ IRPEF − 16/12 Ritenute e Contributi su Stipendi novembre Ritenute su compensi professionali di novembre − IVA del mese di novembre − IMU (?) − 27/12 Acconto IVA anno 2013 Augurando a tutti un sereno Natale ed un felice Anno Nuovo, Cordialmente Vi Saluto. Umberto Grasso
Le Sciure Carissimo Trantran, seguo da diverso tempo la vostra rivista e apprezzo in particolar modo la rubrica Brigantia perché mi permette di scoprire aspetti del territorio vicino a noi che magari ignoriamo anche se a due passi. Pensavo che sarebbe ancora più bella se, oltre a quello che già viene fatto, allargaste l’area di interesse al trekking montano delle nostre bellissime prealpi. Magari con articoli dedicati a sentieri particolari, con mappe e indicazioni, perché da alpinista in erba non so mai quale sentiero affrontare e come seguire le segnaletiche, che aimè non sono sempre precise…. Certamente non siamo nell’area di Monza e Brianza pero’ l’arco prealpino sopra Erba – Lecco - Valtellina, è facilmente e rapidamente raggiungibile da Monza e quindi potreste fare
una gradita sorpresa ai vostri lettori monzesi e non (io sono di Vedano)! Danilo B. Caro Danilo, ti ringraziamo per il tuo consiglio; effettivamente è un estensione di Brigantia che talvolta abbiamo già in parte applicato, anche se non su sentieri alpinistici (su cui comunque è sempre bene fare affidamento a mappe e guide alpine). Tendenzialmente favoriamo percorsi e luoghi piu’ vicini all’area di Monza, con contenuti storici interessanti da raccontare, pero’ non è detto che in futuro la rubrica si espanda a itinerari piu’ impegnativi e un poco piu’ distanti, con l’attenzione alla pura bellezza della natura e del paesaggio “incontaminato” dei sentieri alpini…Abbi fiducia! Trantran
Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare tempo (Henry Ford, imprenditore statunitense)
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Trantran è anche su facebook e su myspace …dalla Brianza una finestra sul mondo!
DOVE TROVARE LA RIVISTA Viene distribuita tramite hostess la mattina dell’uscita nelle stazioni ferroviarie di Monza, Lissone, Arcore, Desio, Meda , Seregno, Seveso e presso la fermata MM di Cologno Monzese/ Brugherio Nelle 13 sedi presenti sul territorio provinciale di APA Monza e Brianza Confartigianato Imprese BB Hotel Via Lario - Monza Monza via GB Stucchi, 46 Carate Brianza via Matteotti, 19 Cesano Maderno via Matteotti, 16 Desio via Garibaldi, 258 Giussano Largo Europa, 7 AS HOTEL Corso Como, 52 - Limbiate Lissone via San Rocco, 97 Meda viale Francia, 15 Muggiò via I° Maggio ang. via San Rocco Nova Milanese via Berlinguer, 2 Seregno via Rismondo, 28
Seveso via Solferino, 16 Triuggio viale Rimembranze, 3 Vimercate via Ronchi, 12 Iron Crown Tattoo Via Sirtori, 4 Angolo Via Manara Bar La Piazzetta via San Bernardo, 5 - Carate Brianza EXPO Cafè via E. Toti, 41- Carate Brianza Vista Caffè via John Kennedy, 2 - Correzzana Tennis Concorezzo via Libertà, 1 - Concorezzo Enoteca Brambilla via C. Cattaneo, 57- Lissone Bar Borgo Caffè via Bergamo, 9 - Monza Buffetti c.so Milano, 38 - Monza Edicola Siria via Solferino (davanti Ospedale Vecchio)- Monza Info Point Comune di Monza Piazza Roma - Monza Speedy Bar via Appiani, 22 - Monza Tabacchi Ambrosini piazza Carducci, 2 - Monza Turné trattoria e bistrot via Bergamo, 3 - Monza Baby College-Oxford Group via Verdi, 83 - Seregno Edicola Enrico via Cavour, 12 - Seregno Osteria dei Vitelloni via Garibaldi, 25 - Seregno Panificio Corti via Garibaldi - Seregno Studiofluido via Leonardo da Vinci, 30 - Seregno
Tambourine via C. Tenca, 16 - Seregno Bar Boulevard viale C. Battisti, 121 - Vedano al Lambro Ottica Mottadelli via Preda, 13 - Verano Brianza Panetteria Duca via IV Novembre, 33 Zoccorino (Besana) Cosval via Porta D’Arnolfo, 87/89, Biassono Edicola Di Enrico Giannone, via Monte Amiata, Monza ( zona Triante) Piscina comunale di Desio Clinica del sale, via Sempione 13/g, Monza. Buoni come il pane, Via de Leyva, 11 Monza In tutte le biblioteche Comunali di Monza e in tutte le biblioteche locali della rete provinciale Brianza Biblioteche. … e inoltre presso principali bar, parrucchieri, studi medici di base dei comuni di Monza, Vedano al Lambro, Lissone, Desio, Seregno, Brugherio
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Stylish Plus: la nuova frontiera del cambiamento di look Di questi tempi di crisi risollevarsi diventa difficile, diventa difficile trovare un lavoro così come diventa difficile inventarsene uno. Nonostante queste difficoltà Salvo Neri, giovane 21enne, è riuscito a trovare una soluzione moderna, inusuale in italia ea accessibile alle tasche di tutti. Aprirà presto “Stylish Plus”. Vediamo insieme al suo “inventore” di cosa si tratta.. In cosa consiste Stylish Plus? Stylish Plus sarà un negozio di parrucchiere, estetica, tatuaggi e selezione di immagine. Quindi un vero e proprio centro di bellezza? Ci integreremo anche il reparto abbigliamento. Quindi come selezione di immagine andremo a prendere la persona e attueremo su di lei una sorta di remake, un cambio di look completo. Dove si trova questo centro e quale sarà lo staff? Il centro aprirà a Bovisio Masciago in via Isonzo n. 10. Lo staff sarà composto da sei ragazze più due esperte per la selezione di immagine. Saranno per lo più giovani professionisti specializzati nei vari ambiti: ho scelto loro per dare un’aria fresca e giovanile al locale facendo sentire il cliente al centro della nostra attenzione. Quali e come saranno suddivisi i reparti? Per quanto riguarda la zona acconciature offriremo tutti i servizi che una persona si aspetta di trovare da un parrucchiere, quindi taglio, piega, tinta e chi più ne ha più ne metta. Per quanto riguarda l’estetica offriremo servizi di depilazione, ricostruzione unghie, massaggi e
make up. Mentre per quanto riguarda la zona tatuaggi abbiamo scelto un master del settore che con oltre 35 anni di esperienza offrirà un ottimo servizio ai nostri clienti. Ovviamente questo reparto del negozio è quello più delicato dove il servizio dovrà essere pressoché perfetto, in fondo un tatuaggio dura per sempre quindi la nostra meticolosità è d’obbligo. Per quanto riguarda il reparto abbigliamento, invece, offriremo una vasta scelta al cliente che verrà attentamente consigliato dalle nostre “selezionatrici” di immagine. Sono ancora indeciso sul tipo di abbigliamento. In che senso? Hai già esperienza in questo campo? Si, ho già esperienza, avevo un negozio di abbigliamento a Seregno precedentemente e uno a Parigi. Entrambi erano rivenditori di grandi firme dell’alta moda. Per questo ti dicevo di essere indeciso, non so se riproporre gli stessi marchi in forma di outlet oppure marchi emergenti o non, tutti nostrani offrendo al cliente una varietà di scelta prezzo dai 5 ai 25€. Scusami ma una domanda sorge spontanea, come hai fatto a soli 21 anni ad avere accumulato così tanta esperienza? Ho deciso dopo la scuola di mettermi subito a lavorare e con tanti sacrifici e determinazione ci sono riuscito. Non è facile perché per un ragazzo di 20 anni avere addosso una certa responsabilità è piuttosto snervante ma dato che io sono uno che non riesce a farsi dare ordini da nessuno, ho voluto osare e alla fine… ci sono riuscito.
È da tanto che avevi in mente questa idea del centro di bellezza? No in effetti no, è nato tutto nel PRESENTA QUESTO COUPON giro di 3 mesi, mi è venuta l’idea a scelta e l’ho subito realizzata.
Taglio / Piega / Sopracciglia Massaggio di 30 min a soli
35€ Bovisio Masciago - Via Isonzo, 13 46
Tornando nello specifico ai servizi offerti... In cosa consiste questo cambio di look? Come verrà attuato? Ci serviremo di un programma computerizzato
che studierà i dati del nostro cliente proponendo un cambio di look completo. Il tutto verrà attuato in due sedute: una durante la quale verrà studiato il cambio look e i dati relativi alla persona fisica, una seconda durante la quale verrà concretizzato sulla persona questo cambiamento. Mi spiego meglio: se un cliente dovrà andare ad una serata particolare, come un addio al nubilato ad esempio, il programma dopo aver inserito i dati del cliente, proporrà un look completo per il tema della serata comprendente quindi capelli, make up, abiti da indossare, etc... Ovviamente per serate a tema ad esempio offriremo la possibilità anche dell’affitto di abiti. Oltre all’uso di questo macchinario, offrirete anche i normali servizi offerti da un parrucchiere, centro estetico, negozio di abbigliamento e tatuaggi? Certo non è obbligatorio l’utilizzo di questo macchinario, così come non è obbligatorio il cambio completo di look. Si può usufruire solo del servizio acconciature così come di qualsiasi altro servizio.. Quando sarà l’apertura? L’apertura doveva essere il 16 di Novembre, ma per problemi di ASL legati giustamente al settore tatuaggi dovrà ritardare. In ogni caso entro fine Novembre dovrebbe essere aperto. Avete quindi già pensato a pubblicità,inaugurazione e modi vari per farvi conoscere? Si certo la pubblicità verrà fatta, faremo sicuramente un’inaugurazione con djset, aperitivo e ragazze immagine di cui verrà comunicata per tempo la data. Inoltre oabbiamo oltre 31 sponsor pronti a sostenere il nostro progett. Per quanto riguarda i prezzi? I prezzi saranno accessibili alle tasche di tutti. Per esempio un cambio di look completo si aggirerà attorno ai 250€, se pensiamo che ormai un taglio e colore dal parrucchiere costa circa 100€ direi che è piuttosto
conveniente. Inoltre offriremo dei pacchetti, ad esempio è già uscito un pacchetto per il sabato comprendente parrucchiere, estetica e massaggio di 30 minuti a 25€. Anche per quanto riguarda il settore tatuaggi i prezzi offerti, nonostante la grande esperienza del tatuatore, saranno inferiori a quelli di mercato. Inoltre offriremo per il periodo di Natale la possibilità di avere una tessera dove ogni 10 sedute presso il nostro centro verrà offerto ai nostri clienti un weekend alle terme; ogni bollo della tessera corrisponde ad una spesa di 10/20€ quindi con soli 100/200€ oltre ai servizi da noi offerti sarà compreso il weekend. In conclusione per quale motivo, oltre a tutti i servizi offerti, le persone dovrebbero scegliere il vostro centro? Innanzitutto per la qualità dei nostri servizi, oltre ad offrirne molteplici non tralasciamo di certo l’aspetto qualitativo. Lo staff e i materiali utilizzati saranno tutti italiani di prima qualità. Inoltre per l’atmosfera che creeremo: le luci , la musica, le ragazze faranno sentire i clienti importanti ascoltando le loro richieste e coccolandoli con qualche stuzzichino. Insomma penso proprio sia un’occasione da non perdere, anche solo per curiosità di testare i nostri servizi: non resterete insoddisfatti. Io e il mio staff vi aspettiamo quindi da Stylish Plus a Bovisio, pronti a soddisfare ogni vostra richiesta!