2010 settembre
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appuntamenti, incontri e attualitĂ trentina
il gianni agnelli del trentino l’avvocato trentino, eugenio russolo, si racconta: amori, passioni, lavoro, turismo e politica
in questo numero: autunno trentino - piccola storia di un marinaio - i gemelli minatori le nostre miss - il matrimonio del mese - il mondo dei tattoo rudi patauner - oriente occidente e tanto altro ancora...
Curcu & Genovese Associati Srl - Südtiroler Studio Srl
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sommario SETTEMBRE2010
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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Cleo Fuentes, Renzo Francescotti, Gianfranco Gramola, Claudio Libera, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Tiziana Tomasini. Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. Trento - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 Direzione pubblicità: Rosario Genovese Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987
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Attualità 8
magico autunno trentino
12 Eugenio russolo 16 Storia di un marinaio trentino 22 Quelli che ti scrivono addosso
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la natura senza segreti i gemelli minatori miss italia: Forza bellezze! il matrimonio del mese Gli organizzatori di matrimoni
44 Rudi patauner
48 Juri chechi in paganella 50 Alla scoperta del passato 54 oriente occidente 58 Artisti trentini a new york 62 Leonardo lebenicnik 64 Stefano masera e la chitarra 66 Silvana brunelli: L'arte di educare 67 La festa dell'uva a verla
Panorama
71 mesiarte 2010 73 strade d'artingegna 74 arco asburgica 76 bella d'olivo rigogliosa pianta 79 alessandro bergonzoni 80 Ginevra di marco al "pavanello" 82 Omaggio a gianni rodari 84 7 giorni con mozart
Giorno per giorno 86 Mostre
Scoop&news
93 premio alicante 94 il villaggio delle meraviglie 97 cinema e vino: estate doc 98 Simposio del tesino
Rubriche
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trentinoattualità
di Nicola Tomasi
a trento, Un magico autunno trentino
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ue week-end di settembre propongono il meglio dell’enogastronomia locale, ospitando nel centro storico del capoluogo le tradizioni delle valli limitrofe e le produzioni di punta delle Strade del Vino e dei Sapori del Trentino. Fra le vie, i palazzi rinascimentali della Città del Concilio prende vita 10
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una festa di colori, suoni e soprattutto di gusti dell’autunno, stagione che riserva prelibate sorprese. Ogni giorno, per i due weekend, la città e soprattutto la piazza, si animeranno grazie agli stand dei produttori, che proporranno i frutti del loro lavoro, all’intrigante effervescenza dello spumante
TRENTODOC e ai sapori ideati dagli chef più conosciuti del territorio trentino che si sfideranno in una battaglia “all’ultima creazione culinaria”. Ogni sera, a rotazione, saranno infatti protagonisti piatti sempre diversi che affondano la loro origine nella tradizione della terra Trentina, ma che vengono reinventati
una vera e propria festa di sapori, colori e suoni. Negli stand, nelle piazze, a margine di concerti e spettacoli si potranno degustare tutte le delizie della terra trentina, dal 18 al 20 e dal 25 al 27 settembre
per stimolare la vostra curiosità. A rotazione, gli Chef delle Strade del Vino e dei Sapori guideranno due persone del pubblico di Autunno Trentino nella preparazione in diretta di un piatto particolarmente interessante. Una sfida all’ultima creazione culinaria che si svolgerà nell’apposita “arena dei fornelli”, ani-
mata per l’occasione dai presentatori di Radio Dolomiti. A fine sfida una giuria di persone che assiste all’evento voterà il piatto vincitore per decretare il migliore Chef apprendista che riceverà un premio tutto gustoso. Durante tutti i sei giorni dell’evento, all’interno della grande pagoda al coperto, si alterneranno ai fornelli
gli chef dei ristoranti più importanti del Trentino che porteranno in piazza i piatti che meglio esprimono i singoli territori di provenienza. In più, tutte le sere, potrete trovare una proposta di menù con i prodotti più rappresentativi dei produttori aderenti alla Strada del Vino e dei ■ Sapori Trento e Valsugana. 11
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Foto: Gianni Zotta. tratta dal volume "Il volto di Trento" (Curcu & Genovese)
trentinoattualità
trentinoattualità PROGRAMMA - settembre 2010 Trento, piazza battisti Venerdì 17 Ore 10-21
Apertura degli stand dei prodotti trentini: formaggi, salumi, vini, liquori, grappe, spumante Trento doc, sciroppi, dolci tradizionali, miele, frutti di bosco, lucaniche, funghi, castagne, etc.
Ore 10-22.30
Enoteca e degustazioni sfiziose: nel padiglione coperto, con posti a sedere, degustazioni sfiziose e tutti i vini del territorio provinciale da abbinare alla cucina. Enoteca “Grado 12” e “Casa del caffè.
Ore 17.30-18.30
Chef in Strada: lo Chef ospite della serata proporrà una ricetta da elaborare in diretta insieme al pubblico.
Ore 10-22.30
La cucina in Piazza: padiglione coperto con posti a sedere
Sabato 18 Ore 10-21 Apertura degli stand dei prodotti trentini Ore 12-22.30
Enoteca e degustazioni sfiziose: nel padiglione coperto, con posti a sedere, degustazioni sziose e tutti i vini del territorio provinciale da abbinare alla cucina. Enoteca “Grado 12” e “Casa del caè”.
Ore 16
“LA FESTA DELLO STRUDEL” distribuzione gratuita di strudel no ad esaurimento in collaborazione con PANIFICIO SOSI
Ore 17.30-18.30
Chef in Strada
Ore 10-22.30 La cucina in Piazza: padiglione coperto con posti a sedere
Domenica 19 OSPITE STRADA DEI FORMAGGI DELLE DOLOMITI Ore 10-21 Apertura degli stand dei prodotti trentini Ore 10.30-11.30
Chef in Strada
Ore 10-14.30 La cucina in Piazza: nel padiglione coperto con posti a sedere Ore 12-22.30
Enoteca e degustazioni sfiziose: nel padiglione coperto, con posti a sedere, degustazioni sfiziose e tutti i vini del territorio provinciale da abbinare alla cucina. Enoteca “Grado 12” e “Casa del caffè”.
Ore 17.30-18.30
Chef in Strada
Ore 19-22.30 La cucina in Piazza: padiglione coperto con posti a sedere
Venerdì 24 STRADA DEL VINO E DEI SAPORI DELLA VALLAGARINA Ore 10-21 Apertura degli stand dei prodotti trentini Ore 12-22.30
Enoteca e degustazioni sfiziose: nel padiglione coperto, con posti a sedere, degustazioni sfiziose e tutti i vini del territorio provinciale da abbinare alla cucina. Enoteca “Grado 12” e “Casa del caffè”.
Ore 17.30-18.30
Chef in Strada
Ore 10-22.30 La cucina in Piazza: padiglione coperto con posti a sedere
Sabato 25 Ore 10-21.30 Apertura degli stand dei prodotti trentini Ore 12-22
Enoteca e degustazioni sfiziose: nel padiglione coperto, con posti a sedere, degustazioni sfiziose e tutti i vini del territorio provinciale da abbinare alla cucina. Enoteca “Grado 12” e “Casa del caffè”.
Ore 17.30-18.30
Chef in Strada
Ore 10-22 La cucina in Piazza: padiglione coperto con posti a sedere
Domenica 26 SHOPPING DAY NEGOZI APERTI Ore 10-19.30 Apertura degli stand dei prodotti trentini Ore 10.30-11.30
Chef in Strada
Ore 10-14.30 La cucina in Piazza: padiglione coperto con posti a sedere
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Info: Consorzio Trento Iniziative Via Manci, 5 - TRENTO Tel. 0461/233909 info@consorziotrento.191.it www.autunnotrentino.it
trentinoattualitĂ
trentinoincontri di Francesca Negri
un caffè a casa di...
russolo: VI SVELO TUTTI I MIEI RIMPIANTI L'AVVOCATO TRENTINO, EUGENIO RUSSOLO, SI RACCONTA: AMORI, PASSIONI, LAVORO, TURISMO E POLITICA
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a prima cosa che salta agli occhi nel viale d’ingresso dell’enorme parco di casa Eugenio Russolo è un albero. Ancor prima delle sculture antiche e preziosissime, della distesa di vigne ed alberi da frutto, dei cavalli e della grande piscina, è lui che vi accoglie ed attira l’attenzione. Un albero morto, che il noto avvocato di Trento non ha certo deciso di abbattere. No, lui ha pensato bene di trasformarlo in una scultura, in una specie di uomo dalla faccia sorridente che ammicca agli ospiti. «Venga, venga a vedere», è l’invito di Eugenio ad andare più a fondo sul suo albero, mostrandomene il “lato B”. Lì c’è un gufo intagliato e poi una sorta di incavo, vuoto. «Questo sarà il mio posto, quando non ci 14
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sarò più». Bello spirito per uno che a 92 anni ne dimostra meno di settanta. Del resto a lui la cosa che fa più paura, dice, sono i serpenti, non certo la morte. Ma da Eugenio Russolo, che di esperienze e di vita ne ha da raccontare per giornate intere, quello che c’è da imparare davvero è l’amore: unico ed assoluto per un’unica donna, sua moglie, scomparsa nel 1955 ed ancora adorata. «Forse mi sono innamorato ancora, ma non mi sono mai più risposato», confida con timidezza. E non c’è bisogno di spiegazioni: nella veranda, un grande tavolo di legno è ricoperto di attrezzi da scultura e colori, e di teste in gesso che ritraggono il viso della moglie. «Ne sto facendo una per ognuno dei miei figli. Ed una per me, naturalmente».
trentinoincontri
Il libro che sta leggendo in questo momento? L’ho finito stamattina, a letto. La strana guerra di Arrigo Petacco. Ora sto iniziando Cardinali e cortigiane di Claudio Rendina, storie libertine di principi della Chiesa e donne affascinanti. Il piatto preferito? Pesce di mare. Ma mi piace anche il salmerino. Il film preferito? Non ne vedo, né al cinema né in tv. Preferisco cose storiche o documentari, oppure programmi che mi fanno ridere. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Mi sarebbe piaciuto fare il medico. Di fatti mi sono iscritto a medicina, ma poi alla mia prima autopsia sono svenuto ed è finita la mia carriera… Putroppo, mi devo voltare dall’altra parte persino quando mi fanno il prelievo del sangue. La cosa che le fa più paura? I serpenti. Anche i ragni e gli scorpioni. Il suo sogno ricorrente? Morire prima dei miei figli.
Avvocato, non sapevo della sua passione per la scultura… Non solo per quella, anche per i quadri. Mi aiuta a stare bene. Venga che le faccio vedere. Ed entriamo nella villa di via della Veduta a Cognola, residenza di Eugenio Russolo dagli anni Ottanta. Con lui abitano, in case separate ma sempre all’interno della tenuta, anche la figlia Susanna ed il figlio Marco. Le pareti di ogni stanza sono tappezzati di quadri dipinti da Eugenio, con stili estremamene diversi, sospesi tra cubismo, futurismo, impressionismo. Ritratti della moglie, autoritratti, paesaggi marini e montani, oppure scorci di città. Ecco, la città. Lei è anche proprietario dell’hotel Buonconsiglio. Come
“La Carezza Alpina”
mai questo interesse per il turismo? È un’occupazione per sapere che cosa fare la mattina (dice ridendo). Ma del turismo trentino, da addetto del settore, cosa ne pensa? Dobbiamo imparare tanto su come trattare i clienti… C’è veramente ancora molto da fare sulla cultura dell’ospitalità in Trentino, anche se negli ultimi anni trovo che la situazione sia molto migliorata. Trento è una gran bella città e non era così fino a poco tempo fa. È pulitissima, ha dei palazzi bellissimi, è vivibilissima. Non pensa che manchino comunque attrattive serali, come pub o ristoranti? Non lo so, io oggi al ristorante non vado quasi mai. Posso dire, però, che di grandi ristoranti a Trento non ne vedo: non
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trentinoattualità
sono più i tempi del Roma di Borlotti… Magari la città può allora puntare sulla sua montagna, il Monte Bondone. Cosa ne pensa del rilancio che oggi si vuol fare? Non sono molto fiducioso perché il Bondone ha poca neve e pochi chilometri di sviluppo. Per lo sci ci vogliono i caroselli, come ai tempi in cui feci Marilleva, comprando boschi ed iniziando a fare le piste, assieme all’avvocato Giovannini e all’ingener Perini. Io non ho molta fiducia. Anche per le passeggiate non è un granché: io vado più volentieri sull’Alpe di Siusi. E allora come si dovrebbe proporlo, secondo lei? Bisognerebbe fare ristorantini ed esercizi pubblici che attraggano, ma personalmente non ci investirei tanti soldi. Sui mobili del salotto dove ci troviamo a sorseggiare il caffè, campeggiano le foto di famiglia, soprattutto dei figli: Marcello, anche lui avvocato a Trento, classe 1944, e il gemello Paolo, dirigente di una grande azienda del settore farmaceutico a Milano, Marco (1946) del Laboratorio Adige dove lavora anche la sorella, Susanna (1954). A queste, negli anni, si sono aggiunte anche le immagini dei sei nipoti e dei cinque pronipoti. Avvocato, lei non solo spesso veniva scambiato per Gianni Agnelli, per via della forte somiglianza, ma era anche molto corteggiato, tanto che c’è chi racconta che le maestre dei suoi figli non aspettassero altro che le udienze per vederla… Le donne mi piacciono, per carità… Ma non è che sono stato molto corteggia16
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to (si schernisce facendo trapelare una buona dose di timidezza). La bellezza non è niente senza la testa. Ha qualche rimpianto? Ce l’ho sì. Ne ho tantissimi. Pentimenti ne ho avuti moltissimi, nella vita si sbaglia, ma siccome io per mia consuetudine quello che non realizzo lo butto dietro le spalle e non ci penso più, riesco ad andare avanti bene… Mi ritengo comunque un uomo fortunato perché ho avuto famiglia meravigliosa. Mi ritengo sfortunato solo per il fatto che mia moglie è morta e io la amavo molto. Ovvio che non è che la mia vita sia stata da quel momento in poi senza peccato… Qualche volta mi sono innamorato, ma mai più sposato. Poi si alza, rovista in un plico di carte e torna con una cartolina. «Oggi ho ricevuto questa, dalla Sardegna», dice, e me la porge. Stranissima di una donna francese con cui ho avuto una liason… “Ennio caro – dice la cartolina – quanti ricordi quando sono al mare. Bacioni”. L’immagine è di un pezzo di roccia che si staglia contro un cielo azzurro, emergendo dal mare cristallino. Guardo l’avvocato con aria curiosa. «E’ di una donna francese con cui ho avuto una liason molti anni fa… Avrà novant’anni anche lei… L’ho ricevuta stamani e mi sono commosso…». Vede, volente o nolente, lei è un rubacuori. Ma ci sveli il suo segreto di eterna giovinezza? Cosa fa per restare così in forma? Tanto sport? Macchè, io di sport non ho mai fatto niente… L’unica cosa che ho fatto quando frequentavo l’Arcivescovile è stato
il portiere, nella squadra di calcio della scuola. Ho sempre passeggiato in montagna, ma mai niente altro. Ha ancora qualche sogno nel cassetto che vorrebbe realizzare? Non ho desideri, mi sento completo, non ho bisogno di niente. Vede, mi sento di animo giovane, non mi sento vecchio, ma questo non cambia niente, gli anni che ho li ho tutti. Parliamo di politica. Cosa ne pensa del governo trentino attuale? Guardi, la politica l’ho abbandonata da tempo, ne ho fatta molta in passato. Verso la fine della guerra il Comitato di Liberazione Nazionale pubblicò un giornale, "Liberazione nazionale", voluto da Ugo La Malfa e sotto la direzione di un comitato editoriale composto da me, Giuseppe Ferrandi, Gino Lubich e Flaminio Piccoli. I primi cinque giornali
li ho scritti tutti io. La stamperia era qui a Ponte Alto. Almeno ci dica cosa ne pensa di Lorenzo Dellai… È un buon funzionario di partito. Usciamo per qualche scatto all’aperto, passeggiando nel magnifico parco di casa Russolo. Un tappeto di prato all’inglese, lo specchio blu della piscina, poi filari di alberi da frutto e di vite. «Più in là, ci sono anche i cavalli», ci invita a proseguire l’avvocato, accompagnandoci verso le stalle, il paddock ed i recinti dove un giovane puledro con la madre si stanno godendo la sospirata brezza del tardo pomeriggio. Eugenio Russolo cavallerizzo? «Macchè, sono di un amico», precisa subito l’ex presidente dell’allora Cassa Malati. Poi, sorpresa: poco più in là ecco spuntare anche quattro caprette,
utili per tenere in ordine alcune parti più “selvagge” del parco. Magie della vita di campagna a due passi dalla città. Prima di salutarci, Eugenio Russolo arriva con una bottiglia del suo spumante ed una rosa rossa. La prima per far assaggiare a chi scrive la sua ambita produzione, la seconda perché è un uomo come ce ne vorrebbero tanti in giro: elegante, riservato, cortese e cavaliere. Di quella cavalleria pura, indiscriminata verso il genere femminile, che certo quando vuole sa sconfinare anche nella seduzione, ma sempre con quella raffinatezza e quel sapore d’altri tempi che non si fanno dimenticare. Prima o poi lo stile muscoli lucidati e tattoo alla Fabrizio Corona passerà di moda: non resta che aspettare, magari ingannando l’attesa facendo due chiacchiere con il ■ Gianni Agnelli del Trentino.
trentinoattualità
di Alberto Folgheraiter
piccola storia di un marinaio trentino
Dai pedalò del nonno, sul lago di Caldonazzo, al ponte di comando della “Costa Deliziosa”, l’ultima nata della flotta “Costa Cruises” che, nel corso dell’estate, ha “battuto” i fiordi della Norvegia e le capitali del Baltico: Tallin (Estonia), San Pietroburgo (Russia), Helsinki (Finlandia) e Stoccolma (Svezia). Gianluca Ghirardini, di Trento, ha festeggiato i 23 anni in navigazione. 18
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are del Nord, agosto. Ha festeggiato i 23 anni (il 14 agosto) sul ponte di comando della nave da crociera della Costa, in servizio da San Pietroburgo a Copenhagen. Terzo ufficiale di bordo, Gianluca Ghirardini ha cominciato a navigare cinque anni fa, subito dopo il diploma conseguito all’istituto nautico “Sebastiano Venier” di Venezia. Normale routine per un ragazzo nato e cresciuto in riva al mare. Un caso eccezionale se si tiene conto che il nostro è nato e cresciuto a Trento
dove i genitori sono impiegati di banca. In verità, galeotto fu il nonno materno e il lago di Caldonazzo dove, Gianluca Ghirardini, ha passato l’estate fin da piccolo. Vittorio Ferrari, il nonno che oggi ha 85 anni, affittava pedalò ai turisti. Capita, ma non è cosa da tutti, che si cominci con un pedalò e si finisca su una nave da crociera tra le più grandi al mondo. Prima di approdare sulla “Costa Deliziosa” e subito dopo la maturità, il “terzo ufficiale Gianluca Ghiradini” ha navigato i mari tempestosi del sud est asiatico e gli oceani Atlantico e Pacifi-
co su una portacontainer della ex Lloyd Adriatico, oggi “Italia marittima”. Primo imbarco ad Amburgo il 21 aprile 2007. Ma era ancora studente a Venezia quando, tra la quarta e la quinta superiore, aveva ottenuto la possibilità di compiere uno stage su una petroliera in servizio nel Mediterraneo. Torniamo indietro di qualche miglio (marino) perché la scelta del nostro non è stata proprio così liscia come si potrebbe pensare. I genitori, certo, non lo hanno ostacolato ma al principio hanno cercato di fargli cambiare idea.
Il terzo ufficiale di bordo, Gianluca Ghirardini (23 anni appena) sulla “Costa Deliziosa” dove è in servizio dallo scorso mese di maggio. Tornerà a casa verso la metà di ottobre. In attesa di un nuovo imbarco su una nave della Costa che farà rotta nei Caraibi.
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Sole di mezzanotte al 60° parallelo nord, verso i fiordi della Norvegia
Due anni all’ITI, tanto per cominciare: questo il suggerimento, poi vedrai se il mare è davvero la tua vocazione. E lui, testardo, a dire che il suo destino era soltanto quello, aiutato in questa scelta anche dal fatto che a Venezia, accanto al “Sebastiano Venier”, c’era (e c’è) un convitto statale. L’unico studente trentino a partire la domenica sera, in treno, per raggiungere la scuola e a tornare a casa il sabato. In tempo per
servire messa dai Bertoniani dove fin da piccolo, e con piglio deciso, aveva manifestato l’attitudine al comando. Con lui, gli altri chierichetti non sgarravano di una virgola. Anche adesso, quando, tra un imbarco e l’altro, rientra in Trentino per due-tre mesi di pausa non disdegna di riprendere il governo della ciurma di via S. Bernardino. “Rinunci a una vita normale – sospira – perché sei più a bordo che a casa. Otto mesi per mare, alcune settimane in famiglia. Ma, per il momento almeno, ve benissimo così”. Sente i genitori e la sorella Valentina, che ha 19 anni, quasi ogni giorno. Soltanto tra i fiordi della Norvegia o in mare aperto, a volte,
Aurora boreale nel mare del Nord, in Norvegia
Da costa a costa con la “Costa cruises”
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uindici navi passeggeri, 19 mila e cinquecento dipendenti (18 mila a bordo, gli altri nei servizi a terra, Genova soprattutto). E’ la carta di identità della “Costa crociere”, la compagnia di navigazione, un tempo italiana oggi americana, della quale è presidente Pierluigi Foschi. Il personale di bordo è di settanta nazionalità diverse, ma sul ponte di comando gli ufficiali sono tutti italiani.
Bergen (Norvegia) è conosciuta per il suo quartiere anseatico con le caratteristiche case di legno del Bryggen. La città ebbe un ruolo importante nell’impero commerciale della Lega Anseatica tra il XIV e XVI secolo. Il quartiere fu devastato da numerosi incendi, l’ultimo nel 1955. La ricostruzione ha mantenuto i canoni e la struttura urbana di cinque secoli fa. Dell’antico paesaggio urbano sono rimasti 62 edifici.
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trentinoattualità LO SCATTO CURIOSO Del personale che lavora sotto coperta molti naviganti sono di origine asiatica. Sulla nave, a causa dei fiordi, Internet e Skype funzionano a singhiozzo. Quando la “Costa Deliziosa” raggiunge un porto, chi può scende a terra per collegarsi con i familiari, dall’altra parte del globo. È il trionfo della tecnologia e del wi-fi
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trentinoattualità
Il “pirata” di Margone
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ci sono problemi di collegamento per cellulari e computer. “Adesso – racconta - non ci sono problemi, ma quando ero su una nave da carico le possibilità di comunicazione erano difficili e costose. Non avevo Internet, non c’era la televisione. Se sei tagliato fuori da tutto, perdi i contatti anche con il tuo mondo di origine e poi è difficile riannodare i fili spezzati. Ogni volta che tornavo dovevo ricominciare da capo. I parenti, certo, quelli non li perdi, ma gli amici…”. Dice un vecchio proverbio veneziano: “Chi va per mar naviga, chi sta en terra critica”. Lui naviga con la soddisfazione di un posto assicurato e l’incoscienza dei 23 anni, anche se è il primo a sapere che la sua è una carriera tutta in salita e non solo per gli otto piani (sulla nave li chiamano “ponti”) che separano la sua cabina dal ponte di comando. Su una nave da crociera i turni sono di quattro ore, con una pausa di otto, giorno e notte. Da qualche mese Gianluca Ghirardini non fa più i turni di notte ma ogni giorno deve assicurare la propria presenza per undici ore e la reperibilità ventiquattro ore su ventiquattro. Tutti i giorni, feste comprese. “Più che un lavoro è una passione” e la passione, si sa, porta a superare anche le vette più impervie o ad attraversare gli oceani più tempestosi. Dei suoi compagni (venti del corso per Capitani, dieci del corso per macchinisti) soltanto quattro sono in navigazione. La maggior parte ha seguito rotte diverse anche perché, a Venezia, l’Istituto “Venier” è considerato una scuola come 22
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le altre, buono per aprirsi la strada per l’università o per il mondo del lavoro nel settore tecnico-scientifico. Ma per il terzo ufficiale di bordo della Costa, Gianluca Ghirardini, quella era la scuola giusta per prendere il largo. Dopo il Mediterraneo e il mare del Nord una pausa, di qualche mese, in famiglia. E poi? I Caraibi, l’oceano Indiano, il mar della Cina. Il mondo è grande e il giovane navigante trentino è deciso a solcarne tutte le acque. Perché, se un vecchio proverbio dice che “nessuna carovana ha mai raggiunto il suo miraggio”, ricorda pure che “solo i miraggi hanno mosso le carovane”. Con tante rinunce, certo, ma con grandi soddisfazioni. ■
n principio fu Angelo de Tisi, famiglia originaria della Val Rendena, a solcare i mari con la “Costa armatori”. Commissario di bordo per quindici anni sulle prime navi da crociera degli anni Sessanta. Quando tornava in Trentino saliva nella villetta di famiglia, a Margone di Vezzano, per guardare dall’alto il Garda e sognare altre onde. In verità, al principio era stato un vagone ferroviario in disuso trasportato fin lì da suo padre e poi trasformato (secondo i voleri della commissione edilizia comunale) in una casetta di analoghe dimensioni: dieci metri per tre. Nel 1975, dopo aver messo a profitto le sei lingue parlate, “visto e vissuto” il mondo, Angelo de Tisi tentò l’azzardo del varo di un suo vascello corsaro. Una radio privatapirata che prese il largo nell’etere per contendere alla legge il monopolio dell’emittenza pubblica. La chiamò “Radio Dolomiti”, cominciò a trasmettere musica la vigilia di Natale del 1975 e da piccolo vascello che era è diventata un transatlantico. Almeno tra le radio-navi della regione. Da qualche anno, Angelo de Tisi è in pensione. Ma la passione per il mare è rimasta quella di sempre, tant’è che trascorre parte del tempo su un’isoletta (San Andres), nei Caraibi, comperata molti anni fa. Prima di fare il pirata (e apripista) dell’etere.
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trentinoattualitĂ di Tiziana Tomasini
quelli che... ti scrivono addosso Piccoli, medi e grandi specchi stilizzati di società , che offrono una curiosa e particolare chiave interpretativa dell’evoluzione dei nostri tempi. I tatuatori trentini
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igri, fatine, cuori alati e trafitti, angeli angelici e diavoli infuocati, frasi celebri e nomi ignoti, farfalline, simboli tribali di ogni parte del mondo. E molti altri, tutti da interpretare. Sulle braccia, sulla schiena e sul fondoschiena, sulla spalla, alla caviglia, su una gamba ma anche su due. E in molte altre parti del corpo, tutte da esplorare. Impunemente l’estate scopre e mostra i tatuaggi. I tatuaggi nella loro essenza – quali disegni sulla pelle – e al contempo simbolici portatori di messaggi epidermici, che svelano il fluire delle mode, i desideri e gli slanci di vita. Piccoli, medi e grandi specchi stilizzati di società, che offrono una curiosa e particolare chiave interpretativa dell’evoluzione dei nostri tempi. Un fenomeno, quello del tatuaggio – più o meno apprezzato e condiviso – diventato ormai vera tendenza anche nel nostro capoluogo. E lo dimostra l’attività – pur diversificata per ambiti, specializzazioni e stili lavorativi – di alcuni studi in città, presso i quali abbiamo condotto l’indagine. Con una puntatina in spiaggia… Tatuaggi garantiti cento anni "Vertigo" è uno studio tecnologico, totalmente ed esclusivamente hi-tech, l’avanguardia del post moderno. Simo-
ne mostra con orgoglio la sua creazione. Le porte scorrono da sole, e svelano un dedalo di sale e salette che conducono al piano inferiore. Qui un ampio divano, il sottofondo musicale e la macchina da caffè – anche quella ultimo grido – che fa un caffè a tema, decisamente strong. Davanti a noi, racchiusa da vetri, la sala della sterilizzazione, paragonabile a un settore ospedaliero in miniatura. Si capisce che tutto questo è un desiderio di vita realizzato. Da 15 anni Simone lavora nell’ambito dei tatuaggi, da unidici esiste lo studio Vertigo. “Tecnologia” è uno dei termini che ricorre più spesso nella nostra conversazione. Che denota massima attenzione alla sicurezza, all’igiene, alla perfezione. La conferma concreta – ma era immaginabile – è la collaborazione con l’ASL. Per un riscontro costante e puntuale. I rischi ci sono, non si possono ignora-
re, e basta poco per contrarre un’infezione. Fondamentale è informarsi e informare. Per questi motivi, alla base di ogni lavoro, anche quello in apparenza più rapido e di breve esecuzione, è necessaria la competenza di chi esegue ed una chiara ed esauriente spiegazione sulle modalità di procedura. Ecco, l’altra parola pregnante è “competenza”. Simone spiega che nel suo studio lavorano esecutori di tatuaggi specializzati, a soggetto. Periodicamente ospita poi artisti di fama internazionale. Provengono da Stati Uniti, Brasile, Olanda, Germania. Una cultura del tatuaggio. Fatta di continui aggiornamenti. Simone spiega che il disegno sulla pelle non è solo moda. O meglio. È anche moda, ma non solo. Oltre al calciatore e alla velina di turno da emulare, l’altra am-
pia percentuale di coloro che richiedono il tatuaggio ha la stoffa dell’intenditore. E per gli intenditori il tatuaggio è una collezione unica di arte sulla pelle. Una nuova idea viene lanciata da chissà quale parte del mondo, viene rielaborata attraverso l’esperienza – praticamente in tempo reale, grazie alla velocità delle comunicazioni – e proposta in studio dal più incline al genere. Altro vocabolo. “Qualità”. Ripetuto più volte. È questo l’obiettivo: differenziarsi in qualità. Offrire tanto. Ma l’offerta alta, si sa,
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trentinoattualità sto il messaggio. Scegliere consapevolmente. Ai saluti, le porte, come per magia, si riaprono. E si richiudono su questo singolare mondo d’arte. Un inferno dantesco sulla pelle Lo studio "Tattoo" di Joe odora di disinfettante. Le pareti sono tappezzate di immagini, tra le quali spicca forse la più emblematica della storia del tatuaggio. Rappresenta un marinaio che, fiero e impassibile, offre il suo braccio muscoloso per farvi incidere l’ennesimo nome della sua più recente conquista. Ai suoi piedi, su uno sgabello, colui che esegue il tatuaggio. È cominciata così – racconta Joe – dal mondo del mare. Una traccia indelebile sulla pelle per non dimenticare i luoghi, le persone, le situazioni parJoe nel suo studio di Via San Bernardino
implica costi alti. Ed al “ma sei carissimo!” Simone replica illustrando quanto questa offerta vale. Fa l’esempio perfettamente... calzante delle scarpe. Posso acquistarle di marca e spendere una certa cifra oppure posso rivolgermi al grande magazzino, spendendo una cifra irrisoria. Ma le garanzie? Sta poi al singolo valutare pro e contro, regolandosi in merito alla tipologia di acquisto. Anche per il tatuaggio è un po’ così. Sai di spendere con un sicuro ritorno; andando al risparmio, ti esponi al rischio. Ma anche in questo caso, spetta al singolo la valutazione quantitativa e qualitativa. Ma adesso vogliamo entrare nello specifico. Tempi, modi, richieste particolari. Dopo aver visionato i soggetti, si procede con l’applicazione di uno stencil del disegno gradito e si applica come prova. Una volta appurato il gradimento e verificata la convinzione, si procede all’innesto dei pigmenti co26
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lorati tramite una speciale pistola munita di aghi sterili (e ricordiamo che un po’ di dolore e sopportazione sono doverosamente inclusi). Il tatuaggio è garantito 100 anni; può bastare per una vita. I tempi di esecuzione variano naturalmente in proporzione al soggetto. Una farfallina, tempo breve; una schiena intera tempi lunghi, anche mesi. Le richieste sono varie e diversificate, alle quali però va fatta una ferma premessa: no a mani, viso, collo. Per una questione di etica. Un colloquio di lavoro, incarichi importanti, futuri ruoli sociali che potrebbero venir compromessi per un tatuaggio troppo in vista. E i pregiudizi, a tutt’oggi, sono ancora tanti. Lo conferma lo stesso Simone, tatuato. Racconta che all’aeroporto – ormai è regolare, ci può anche scommettere – è il primo ad essere sottoposto a controlli, per i suoi disegni sulla pelle. Ma lo dice sorridendo, convinto delle proprie scelte. Ed è que-
ticolari della vita. E infondere coraggio per affrontarne altre e sconosciute. Oggi è diverso. Totalmente diverso. Il tono e le parole di Joe lasciano trapelare una certa amarezza ed un sostanziale scoramento, per un settore che è profondamente mutato nei valori e nelle convinzioni. I suoi clienti sono soprattutto le nuove generazioni, giovani prevalentemente dai 18 ai 25 anni – che avanzano richieste dettate da mode stravaganti e che Joe spesso non si sente di condividere. Esegue, precisando di praticare i prezzi più bassi di Trento, ma cerca nel contempo di dissuadere sulla scelta dei soggetti. Siamo nell’era del macabro, dei draghi che sputano sangue, dei diavoli, dei soggetti tribali. Basta dare un’occhiata ai disegni appesi; un’impresa contarli tutti,
Quando esci dall'acqua e... ti lasci tatuare
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a spiaggia d’estate è una vetrina sul mondo. Davanti al turista occasionale o stagionale, sfilano bigiotterie, ceste, cestoni, teli, orologi, borse, ombrelli e tatuaggi. Shi Fan, cinese, esegue tatuaggi sotto l’ombrellone. Riesce a dire poche cose del suo lavoro e quasi niente di lei. Ma non importa. Sorride, fa cenno di sì con il capo e mostra il suo catalogo. Precisa che i suoi lavori in realtà sono disegni realizzati con l’henne, una sostanza vegetale bruno – rossastra. I prezzi sono standard, e vanno dai 5 ai 15 euro, a seconda naturalmente delle dimensioni e dei soggetti. Dopo 20 minuti, il tempo effettivo di asciugatura, si ottiene un’immagine che effettivamente assomiglia, per motivi e colori, al tatuaggio “vero”. Il disegno durerà circa 25 giorni. Una frazione di estate, un ricordo della vacanza, destinato a sbiadire. Fino a scomparire, come il tempo delle ferie. Come Shi Fan, che dopo la fotografia e i saluti, riprende il suo faticoso cammino sulla sabbia infuocata di luglio.
trentinoattualità ma ad una rapida occhiata il pensiero è uno ed unico. Sono davvero terrificanti! Dov’è finito il bello della vita? Ci chiediamo. Ed avanziamo una riflessione interpretativa del fenomeno. Nella crisi giovanile dei valori, si fatica a riconoscere quello che veramente conta – bombardati dai molteplici messaggi del mondo globalizzato,– ma le difficoltà e gli ostacoli della vita sono costanti e onnipresenti. Di rimando, per esorcizzare la paura, si ricerca qualcosa di ancora più forte da contrapporre alla durezza del quotidiano. Ecco allora i mostri mostruosamente mostruosi con gli occhi di fuoco e le teste intrecciate. Un inferno dantesco sulla pelle per sopravvivere. È forse troppo? Per Joe sì. Per lui si tratta solo di tendenza, di moda, di imitazione. E ricorda i bei tempi, in cui si iniziava dal teschio, emblema simbolo del tatuato. Racconta delle inclinazioni tipiche di ogni nazione. Gli inglesi, fino a qualche anno fa i più scatenati, da sempre hanno amato i soggetti calcistici e nazionali, come la classica bandie-
ra. I sudamericani i santi e le madonne. E poi i turisti del tatuaggio. Si va in vacanza in una determinata località e... tac! Al posto del souvenir un tatuaggio, a ricordo indelebile del luogo frequentato. Ne sa qualcosa Joe, che ha uno studio proprio a Tenerife, paradiso turistico per dodici mesi all’anno. E lì c’è movimento, divertimento, vita. Ci mostra la cartina dell’isola – anche questa appesa alla parete – e la fotografia del locale recentemente rinnovato. Si capisce che ci tiene, racconta con orgoglio la vita da mare e ne sottolinea particolari, aneddoti e sfumature. Poi, verso l’uscita, ancora pacchi di riviste del settore, dalle più recenti a quelle storiche. Fuori ci aspetta un caldo pomeriggio estivo. Chissà che non arrivi qualcuno a farsi tatuare un orribile, ma fresco mostro marino degli abissi. E se non vi basta... vi facciamo anche il piercing Sono gli ultimi arrivati in città, ma non per questo sono secondi a qualcuno nella classifica di gradimento dei
Domenico e Andrea posano davanti al tattoshop di via Pilati
tatuandi trentini. In più, Inside di via Pilati offre anche il servizio di piercing curato da Andrea. Ai tatuaggi, invece, ci pensa il bravo Domenico che ci dice: "Ogni tatuaggio viene progettato su misura. Da noi non ci sono cataloghi da visionare proprio perché preferiamo dare spazio alle idee dei clienti". Nel laboratorio di Inside, tra l'altro, si praticano il microdermal e la surface punch & taper tecnique. Con un po' di sano orgoglio Andrea confida di essere stato tra i primi in
città a proporre servizi di questo tipo. Quando si comincia è difficile smettere Lo studio "Tattoo by Vik" si distingue in ambito cittadino per alcune peculiari caratteristiche. Vittorio, titolare unico ed insostituibile dell’attività, ci guida negli ultimi meandri della nostra indagine sui tatuaggi. E scopre un settore in ombra. La correzione o la pratica estrema, la rimozione. Esiste una casistica, i numeri lo confermano. Una cospicua percentuale di tatuati chiede di rimuovere o modificare il disegno sulla pelle, per svariati e articolati motivi. La fine di una storia d’amore, con la conseguente necessità di cancellare dal cuore e dalla pelle le tracce del passato. Oppure semplicemente una moda superata da rimpiazza-
Vik abbozza un tatuaggio sul polso della sua assistente Sandra
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re con una in voga. E Vittorio è pronto a porre rimedio. Fiori al posto di cuori, cuori trafitti al posto di cuori alati, simbolismi da svalorizzare e alleggerire. Ma oltre ai pentiti del soggetto, i pentiti del fai da te. Di quanti cioè, inconsapevoli dei rischi igienicosanitari, si sono fatti tatuare da persone non qualificate, che operano senza conoscere completamente tecniche, regole e trattamenti adeguati. Con il risultato di trovarsi poi con un qualcosa di imperfetto, da nascondere anziché da mostrare. Ed il monito è rivolto, oltre a chi esegue, a chi permette che questo accada. In particolare, ci si riferisce alle ditte produttrici delle attrezzature, che mettono sul mercato strumentazioni pericolose, disponibili anche ai non addetti ai lavori. E Vittorio introduce qui una parentesi legislativa. La nostra provincia ha regolamentato l’esecuzione dei tatuaggi, finalizzata alla sicurezza; tuttavia, considerate le trasgressioni e gli interventi illegali, tale regolamentazione andrebbe supportata da sanzioni e provvedimenti disciplinari, come del resto avviene in altre regioni d’Italia. L’abusivismo va arginato perché pericoloso. La procedura corretta prevede l’utilizzo di materiale sterilizzato e monouso. In tutto. A partire dal colore (monodose) agli aghi (usa e getta) ed a tutto quanto occorra per un lavoro garantito. Vittorio riferisce – attraverso i racconti dei malcapitati a lui accorsi – di aghi, colori e materiali usati per più persone. Si intuisce che gli effetti indesiderati sono all’ordine del giorno, e che spesso si debba ricorrere a cure sanitarie specifiche. Ma come avvengono copertura e rimozione? Attraverso sistemi meccanici o mediante il laser. Si tratta di una procedura in ogni caso inevitabilmente lunga, che richiede più sedute, tempi diluiti e intervallati, per con-
sentire il recupero fisiologico del sistema linfatico. E non è indolore. Il listino prezzi di Vittorio è invece tutto sommato indolore. Lui stesso ritiene di collocarsi in posizione intermedia nel panorama trentino. Ma oltre a correggere, Vittorio esegue. A chi e che cosa? A tutti. Senza distinzione di categoria lavorativa. E di tutte le età. Riporta il caso emblematico di un originale settantaduenne, desideroso di sperimentare il disegno sulla pelle. Stupito dell’innocuo intervento, replica per ben... 25 volte in 3 anni! Un record, di numeri e di età. E Vittorio conferma. Quando si comincia, è difficile smettere, è probabile continuare. Diventa una passione, una voglia di distinguersi, di identificarsi. I soggetti più richiesti? Dati alla mano, emerge un’altra novità. In questo studio spopolano le lettere, le scritte e le decorazioni. Al posto delle tradizionali riviste, che prevedono il ritaglio manuale e le fotocopie, si visiona e si lavora con le schermate sul computer. In questo modo si assemblano stili, si studiano caratteri e, di fondamentale importanza, si eseguono variazioni e sfumature, dando un tocco assolutamente personale ai lavori. La tecnologia è ancora una volta a servizio della precisione, e denota una ricerca di perfezione che ha un ritorno importante. Molti nuovi clienti di Vittorio sono acquisiti dal passaparola, antico sistema di comunicazione verbale in grado di comunicare un livello di soddisfazione. In questo modo, vecchio e nuovo trovano un punto d’incontro e permettono di realizzare sulla pelle i momenti importanti della nostra esistenza. Tra tutte le scritte, colpisce l’attenzione un “magnifico!”, con tanto di punto esclamativo e puntini di sospensione. Lasciamo spazio all’immaginazione del lettore, e salutiamo Vittorio. ■ Buon lavoro.
Magnifiche degustazioni fra due desmontegade
Val di Fiemme, dal 10 al 19 settembre
Due week-end di gusto e folclore a Cavalese e Predazzo
I due fine settimana più golosi dell’anno arrivano a settembre in Val di Fiemme, fra le Dolomiti del Trentino, con le “Desmontegade” di Cavalese (12 settembre) e Predazzo (19 settembre). Quando le capre e le mucche tornano dai pascoli, esplode una festa di semplicità e colore. È il momento migliore per celebrare la genuinità del loro latte arricchito dal profumo dei fiori d’alta quota e per degustare i loro squisiti formaggi.
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di Paolo Chiesa
Tutta la natura, senza segreti La casa dove Giorgio perini abita con la compagna Veronica e con la figlia, la piccola Emma, si trova poco distante dalla centrale idroelettrica di Serso di Pergine e dalla storica casa di famiglia, dove è nata la sua incontrollabile passione per la natura
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on capita spesso che una persona svolga la professione che aveva in mente quando da bambino gli chiedevano il fatidico: “Cosa vorresti fare da grande?”. A quella domanda Giorgio Perini, naturalista di Pergine, quand’era piccolo rispondeva: “Vorrei studiare gli insetti”. E questa è una delle cose che lui oggi fa di lavoro. Siamo andati a trovarlo per farci raccontare la sua storia. La casa dove abita con la compagna Veronica e con la figlia, la piccola Emma, si trova poco distante dalla cen-
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trale idroelettrica di Serso e dalla storica casa di famiglia, dove è nata la sua passione per la natura. E sembra di vederlo, il piccolo Giorgio con il fratello Roberto, passare l’estate con i nonni nella casa vicino al bosco e sentire nascere piano piano quella curiosità per gli animali e le piante che sarebbe diventata la spinta emozionale per il suo lavoro. “Questo è il luogo dove c’è stata la mia vita all’aperto” ci racconta, “con il primo contatto con l’agricoltura e con tutto quanto riguardava l’ambiente
trentinoattualità L’ultima passione naturalistica di Giorgio Perini, quella per le riprese video, lo ha spinto alla realizzazione in vari ruoli dei seguenti video e filmati: La trota regina delle acque (1996); Alla scoperta del Lago di Garda parte prima (1999); Pesca in Mongolia (1999); Caccia in Mongolia (1999); Pesca del salmerino al lago delle Stellune (1999); Alla scoperta del fiume Noce (2000); Pesca del salmerino al lago di Tovel (2000); Obiettivo Dressing (2002); Alla scoperta del Lago di Garda parte seconda (2003); Pesca a mosca nel mondo (il Temolo, le trote europee, salmonidi d’europa) (2004); La Valle di Tovel (2004); Pescicoltura di Rovereto (2006); Documentario sulle piramidi di Segonzano (2006); Video emozionale sulla Valle di Cembra, Il calore dell’autunno (2007).
che all’epoca era anche abbastanza selvaggio”. E qui, da dove si vedono Pergine dall’alto e il castello racchiuso in una splendida cartolina visiva, iniziarono le sue uscite per la caccia con i cani con il nonno e con il fratello. La caccia che, come tiene a precisare Perini, “può sembrare una contraddizione con quello che sono diventato, ma in realtà il contatto con quel mondo è stato un momento importante per l’avvicinamento alla natura ed è stato utile anche per il rapporto con la morte”. Quindi caccia
e passione per gli uccelli oltre che passione per l’acqua, per i pesci trasmessagli dal padre pescatore. Poi un’evoluzione con l’interesse nell’individuazione della preda e nella caccia che è diventato interesse scientifico rivolto al capire e al conoscere l’ambiente e gli animali. Ma nello stesso periodo anche l’amore per l’arte e per il disegno derivato dalla mamma insegnante. Per questo motivo, sulle orme del fratello Roberto, la scuola superiore per Perini fu l’istituto d’arte di Trento. Per Roberto l’arte fu la scelta
che lo portò poi a diventare restauratore per tanti anni e più avanti responsabile del laboratorio di restauro artistico della Provincia autonoma di Trento. Per Giorgio invece l’arte e la passione per il disegno gli permisero più avanti di curare da solo le illustrazioni dei libri che realizzò su testi propri. Illustrazioni che ovviamente non potevano che rappresentare animali e ambienti naturali. Ma andiamo con ordine. All’età di 16 anni la passione per la natura e per l’entomologia (lo studio dei famosi insetti) lo
portò a frequentare il Museo di scienze naturali di Trento su consiglio della sua professoressa Luigia Sartori. L’insegnante infatti lo presentò al conservatore del settore zoologico del museo Claudio Chemini con il quale iniziò a collaborare in alcune ricerche. In quello stesso periodo iniziò a frequentare il lago Pudro di Pergine iniziando a vederlo in modo diverso da quando ci andava a caccia di anatre con il fratello: notando le piante e gli altri animali presenti. Parlando di questo fatto al museo, ven31
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trentinoattualità ne indirizzato dal professor Franco Pedrotti ordinario di botanica all’università di Camerino che nel 1977 si stava occupando del rilevamento dei biotopi umidi italiani. Da lì partì il suo interesse per gli ambienti umidi e seguendo il professore per Perini iniziò un vero e proprio corso di formazione nel campo della botanica e della fitosociologia. Dopo l’istituto d’arte ci fu l’iscrizione all’università di scienze naturali a Bologna. La vita universitaria si interruppre però dopo tre anni perché iniziò a lavorare come amministratore di condomini (un lavoro che ovviamente non poteva essere quello giusto). Altro incontro importante per il naturalista di Pergine fu quello con Gianni Nicolini che era dirigente del servizio parchi della Provincia, con il quale nel 1986 collaborò a stendere la normativa sui biotopi entrando nel gruppo di lavoro sulla definizione natu-
L’ASSOCIAZIONE “LA PIMPINELLA”
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cco l’ultima invenzione di Giorgio Perini: “dal 2007 abbiamo fondato l’associazione «La Pimpinella» che si occupa del recupero delle antiche varietà locali di piante coltivate per scongiurare il problema della perdita della biodiversità agricola. Attualmente portiamo avanti un progetto su tutto il Trentino per ritrovare queste varietà e raccogliere informazioni sul loro utilizzo e moltiplicarle nuovamente rendendole disponibili per altre persone con la speranza che ritornino ad essere di uso comune. Oltre a fare conoscere la cultura ad esse legata”. Qualche esempio: “la soia proveniente da Civezzano che macinata e tostata serviva per fare una specie di caffè d’orzo oppure alcune particolari lattughe o ancora diversi tipi di fagioli della Valsugana e della val di Cembra. Con l’associazione abbiamo anche promosso due tesi di laurea. Una Sulla biodiversità agricola della Val di Cembra puntata in particolare sulle varietà locali di Capriana e la seconda dedicata al censimento delle piante da frutto di età superiore ai 60 anni in tutta la Val di Cembra”.
ralistica catastale dei biotopi stessi. Da lì ci fu l’inizio della sua vera attività professionale nel settore naturalistico inventando in pratica questa figura che in Trentino non esisteva. Perini fondò con altri la cooperativa Albatros che si occupava di ricerca e divulgazione naturalistica con la quale vennero realizzati alcuni importanti lavori e pubblicazioni. Poi la scoperta della
Bambina della Mongolia in un accampamento nomade a più di trecento chilometri dal villaggio più vicino.
sua terza grande passione: quella per i video naturalistici che lo portò a girare il mondo con Walter Merler e la sua società di produzione di documentari. Questa terza passione fu il coronamento dell’unione della parte scientifica con quella artistica. “Ora però il mercato si è chiuso perché le tv satellitari con le quali era possibile collaborare, con il crollo della raccolta pubblicitaria hanno avuto un grosso ridimensionamento, a parte le grosse realtà come il National Geographic che possono investire comunque” è il suo commento. E
arriviamo a pochi anni fa. Dal 2004, dopo 18 anni, Perini lasciò Albatros iniziando l’attività da solo con l’inizio di un nuovo ruolo: “dal 2005 mi occupo di formazione nell’ambito dell’agricoltura all’interno del piano di sviluppo rurale dell’Istituto Agrario di san Michele”. Inoltre con la compagna Veronica inventa giochi naturalistici per scolaresche come “Dragomacinando facciamo le pizzette”, “Formicopolis”, “Mister Lago” e “Funginéa”, tutti creati con l’intento di trasmettere ai bambini, attraverso l’attività ludica, delle conoscenze sul-
Un lago salato nel cuore del deserto dei Gobi
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trentinoattualità Il gher. Una tenda originale portata dalla Mongolia
A due passi dal Parco Asburgico di Levico Terme
Principessa Sissi Profumeria
La troupe di Giorgio Perini isolata, senza telefono e radio su un'isola dell'arcipelago dell'Alaska
le specie animali e vegetali del Trentino, stimolandoli alla cooperazione e tentando di fare loro interiorizzare i principi fondamentali per conservare l’ambiente. Dal 2009 la coppia gestisce insieme a Gabriella Gretter il centro di esperienza “Roccolo del Sauch”, a Giovo in val di Cembra dove in ottobre viene fatto l’inanellamento degli uccelli per lo studio sulle migrazioni. La nostra chiacchierata con Giorgio Perini termina con uno sguardo alle attività che svolge al di fuori dell’ambito professionale, dove si occupa di conservazione
dell’ambiente come socio di varie associazioni: “sono stato presidente dell’APE (Associazione Per l’Ecologia) e per un decennio presidente della commissione tutela ambiente montano della SAT, oltre che per sette anni presidente del gruppo di acquisto solidale La Credenza”. Insomma, la natura come filo conduttore della vita, con un occhio particolare all’inquinamento: “si, cerco di essere molto attento a quanto succede a livello ambientale a Pergine”. Un’attenzione che visti i tempi che corrono, è proprio ■ meglio che ci sia.
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trentinoattualità di Carlo Martinelli
Il collezionista
I GEMELLI MINATORI
Dalla passione di Lino e Mario Pallaoro è nato il sorprendente “Museo Pietra Viva” di Sant’Orsola Terme. Dove si può cercare l’oro, entrare nella grotta dei cristalli, viaggiare nella storia. “Ma non siamo collezionisti, piuttosto archivisti…”
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ominciamo bene. “Mi arrabbio, anzi, ci arrabbiamo se ci chiamano collezionisti. Il nostro è un archivio, frutto di anni di passione e ricerche. Una passione disinteressata, al punto che abbiamo regalato al Comune di Sant’Orsola Terme – che ha meritoriamente trasformato la vecchia e splendida sede comunale in un museo dedicato alla cultura della valle del Fersina – alcuni dei pezzi più belli ed importanti”. Allora, chiediamo scusa in anticipo ai gemelli Pallaoro – Mario e Lino, cinquantenni indistinguibili – se la loro storia e la loro contagiosa passione finisce in queste pagine che raccontano invece proprio passioni collezionistiche. Diciamo che è a fin di bene. Per fare conoscere ancora di più la vulcanica attività di due autentici personaggi, genuini e sinceri. Due signori che quando si fermano a bere un caffè in un autogrill a sud di Ala – magari mentre raggiungono Roma, la sede della Rai, dove sono già stati protagonisti di undici puntate a “Geo & Geo”, la trasmissione condotta da 34
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trentinoattualità
CRONACA ILLUSTRATA MURALE
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Sveva Sagramola – si sentono chiedere l’autografo. Due signori che rivendicano l’essere autodidatti, l’aver iniziato ad andare per monti e – soprattutto – per miniere quando ancora portavano i pantaloni corti. Insomma, quarant’anni fa o giù di lì. Anni nei quali la passione è stata una cosa, il lavoro un’altra. Sono stati artigiani posatori e hanno lastricato migliaia di metri quadrati, assai calpestati: dalla stazione ferroviaria di Trento al parco divertimenti di Caneva world, dalle parti del Garda. Poi, magazzinieri per una catena di supermercati. Adesso le loro strade lavorative (ma solo quelle, giacché restano inseparabili e sempre in sintonia) si sono divise. Lino continua a lavorare come magazziniere, mentre Mario è a tempo pieno al Museo. Quando parlano sono un torrente in piena. Forse per coerenza con il piccolo
iserva molte sorprese la visita al Museo Pietra Viva. Minerali ovunque (tutti dall’archivio dei gemelli Pallaoro, ovviamente: e sono centinaia di pezzi), alcuni di dimensioni notevoli. Su tutti spicca la ricostruzione di un geode dolomitico, una nicchia naturale invasa dai cristalli che fa la felicità ammirata dei bambini. Ma nell’accompagnare i visitatori Mario Pallaoro racconta – a modo suo, macchina di parole, curiosità, citazioni, esempi, all’insegna non dell’erudizione ma delle cose imparate un po’ alla volta – anche della lavorazione del legno, degli opifici, dei kromeri, i commercianti ambulanti che andavano e tornavano dalla Boemia carichi di collane di argenti e granati. C’è anche una collezione di attrezzi e fogli di lavoro di quella che fu una delle più importanti calzolerie del Trentino. Ma Pietra Viva – e qui gli amministratori di Sant’Orsola Terme meritano un plauso per aver scelto di restituire l’edificio al pubblico, dando fiducia alla proposta di Lino e Mario – rivela anche una autentica sorpresa in quella che per anni è stata la sala comunale. Gli affreschi in smalto murale del pittore Pietro Albertini, di Lavis. Datati 1851, sono una sorta di almanacco murale popolare illustrato. Scene di cronaca, quasi: dalla val dei Mocheni ad un gendarme di Salorno, da Padova a Parigi. Spiccano in singolare contrasto con le moderne sculture in ferro battuto di Ivan Zanoni (quello di Bill Gates, per capirci…). Il suo corvo indovinate cosa ha nel becco? Una pagliuzza di pepita di oro nativo, ovviamente trovata dai gemelli Pallaoro. Il Museo “Pietra Viva” si trova a Sant’Orsola Terme, in località Stefani. E’ aperto lunedì, mercoledì e sabato dalle ore 9 alle 12 e dalle 13 alle 16. Fuori dagli orari ordinari di apertura: 339 8159225. La tariffa d’ingresso è di 5 euro, ridotta 3,50, prezzo speciale 2,50. www.museopietraviva.it
percorso fluviale allestito nel cortile del Museo Pietra Viva: dove i ragazzi possono setacciare l’acqua alla ricerca dei minerali e di qualche pagliuzza d’oro. Un gioco istruttivo che si conclude, immancabilmente, con la pagliuzza d’oro infilata in una bustina di plastica e portata a casa – a Milano, Torino, in Olanda, in Germania: a Sant’Orsola in pochi mesi il Museo ha registrato un successo di visite sul quale i soloni della cultura trentina dovrebbero doverosamente meditare – quale ricordo. Ma, allora, che razza di collezione (par-
don, archivio) è mai quella dei gemelli Pallaoro? Beh, è un tutt’uno con il loro andar per miniere e per minerali. È l’omaggio alla fatica ed anche un viaggio vertiginoso a ritroso nella storia. Loro ne sono i divulgatori. Ormai riconosciuti ben oltre i confini trentini. A fine agosto per una giornata intera una troupe della Zdf, il più importante canale televisivo tedesco, li ha filmati e ripresi, dentro e fuori
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trentinoattualità
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da una miniera. Saranno così i protagonisti di uno speciale di un quarto d’ora che sarà visto – nell’area tedesca - da milioni di telespettatori. “Forse il Trentino ci deve qualcosa – dicono – e ci aspettiamo che il Museo venga inserito nel circuito di segnalazione, insieme ad altri musei e siti che certamente hanno più sostegno di questo e, forse, molti meno visitatori. Siamo aperti regolarmente da maggio… ”. Già. La gente arriva a S ant ’O rsol a Terme, eccome se arriva. In estate il Museo ha ospitata anche una mostra di Ruggero Pallaoro (non è parente…): tornitura artistica del legno. Il libro delle firme parla da solo: centinaia di visitatori. E chi scrive ha raccolto, da Lino prima e da Mario poi, le informazioni e le curiosità mentre ogni cinque minuti spuntavano bambini – con genitori o nonni ad accompagnarli – che volevano sapere tutto dei minerali, della ricerca dell’oro, dei fossili. Non a caso è sulle scuole che punterà la
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on finiscono mai le sorprese al Museo Pietra Viva. Mario Pallaoro mostra anche una delle stanze, non ancora aperte al pubblico, dove Pietra Viva allargherà la sua proposta. Ed illumina un modello, perfettamente identico all’originale, di Ötzi, la mummia del Similaun. “Ho tutti i permessi, è tutto in regola anche con i diritti d’autore”, spiega. Ötzi in plastica sarà una nuova tappa della divulgazione popolarculturale nata dalla passione collezionistica (pardon, archivistica) dei gemelli. Ma la copia di Ötzi nasconde anche un episodio tutto da raccontare. Lino e Mario Pallaoro hanno portato a Roma la mummia duplicata: alla Rai, per una trasmissione televisiva. L’hanno sistemata in una custodia per violoncello. Ma è talmente grande che un braccio spuntava fuori. Allora è stato coperto con della carta. Tutto bene nel viaggio in treno fino alla capitale. Ma a Roma, al momento di prendere il taxi, ecco la sorpresa: la carta si strappa e il braccio cadaverico di Ötzi spunta beffardo. “Il tassista - ricorda Mario Pallaoro – continuava a guardare allucinato nello specchietto retrovisore. Penso che abbia infranto tutti i limiti di velocità. Ci ha scaricati davanti alla Rai e a momenti non c’era neanche il tempo di pagarlo. Voleva solo scappare…”.
campagna “pubblicitaria” – per ora fatta quasi in casa – del Museo Pietra Viva. Mario Pallaoro te lo racconta mentre, nell’ordine: passa accanto ai cristalli; spiega la storia dell’acqua minerale in Valsugana; mostra un fossile triassico di 270 milioni di anni fa; indica gli attrezzi che ricordano Giuliano Zampedri di Pergine (“mitico uomo delle miniere, gli dobbiamo tanto, tantissimo”); elenca le virtù di torni ed attrezzi; ricorda che alla più importante fiera mineralogica d’Europa, quella di Monaco di Baviera (90 mila persone in tre giorni) , ai gemelli hanno assegnato uno stand che loro renderanno indimenticabile con allesti-
menti “made in Trentino”; sposta attrezzi da miniera del 1500; ipotizza che la leggenda dei sette nani abbia a che fare con i bambini un tempo mandati in miniera, con tanto di cappuccio, anche nella valle del Fersina, proprio perché piccoli; puntualizza sulla fluorite, il bario, la selce, l’ocra, l’ematite e la pirite nonché sui cristalli di quarzo della grotta luminosa. Ed, infine, non lo può non dire: “Sorrisi e Canzoni tv, settimanale da milioni di copie, nella sua rubrica di critica televisiva ha dato il voto 8 più ad una puntata di Geo & Geo, lodando la ricostruzione dell’età del rame che era stata fatta”. Indovinate un po’ chi ■ erano i divulgatori?
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trentinoattualità
di Claudio Libera
Forza bellezze! Al momento di andare in stampa non sappiamo quante delle nostre ragazze ce l'avranno fatta. A salsomaggiore, per la 71esima volta va in scena lo show della bellezza e della curiosità
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uando questo numero di Trentino mese sarà in rotativa... i giochi nella città termale saranno già fatti. Nel senso che la sera del 27 scorso, in piazza del Popolo, di fronte a qualche migliaio di persone, è andato in scena il primo atto ufficiale delle prefinali dell’edizione n. 71 del concorso di Patrizia Mirigliani. La scrematura dalle 250 giunte da tutta Italia alle prefinali che saranno diventate... il numero giu-
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sto per poter iniziare a lavorare alacremente per programmare tutto ciò che è programmabile da qui all’11, 12 e 13 settembre, quando in diretta RaiUno con la conduzione di Milly Carlucci e la co-conduzione del principe Filiberto, andrà in scena lo show della bellezza, anzi le Olimpiadi della bellezza come patron Enzo amava chiamarle. E qualcuna delle nostre 11 concorrenti – togliamo dal novero lei, Sandra Rieder,
Miss Trentino Alto Adige 2010 entrata a pieno titolo tra le finaliste e di cui parleremo tra poco – avranno già fatto ritorno a casa. Preparando “la cartella” per recarsi sui banchi di scuola. O al lavoro, come accade in qualche caso. La stagione 2010 in regione è vissuta su 28 puntate, quasi tutte in località diverse, tante in località nuove e ben tre a San Vigilio di Marebbe che ha avuto l’onore e l’onere di ospitare la prima
trentinoattualità Adriana La Torre, Miss Trento, (Strigno)
A salsomaggiore in treno, in auto, con mamma e papà...
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Alice Viglioglia Miss Cinema Trentino A. A. (Roma - Andalo)
n arrivo alla spicciolata quello delle nostre dodici rappresentanti in quel di Salsomaggiore. Per la prima volta nella storia all’Hotel Valentini, nel cuore del grande parco che comprende anche l’Hotel Porro. Una location nuova per le concorrenti di Miss Italia, che negli ultimi anni erano state “esiliate” a Tabiano Terme ed ora sono ritornate nel cuore della città termale. Alla spicciolata, nel senso che fino a qualche anno fa le concorrenti arrivavano tutte – o quasi – in treno. Alla stazione di Fidenza venivano prelevate dai pullman dell’organizzazione e traslocate all’albergo, il Centrale, che le ospitava. Ora le cose sono cambiate e tolte tre – per la cronaca Adriana La Torre, Alice Viglioglia e Sofia Motta – che hanno optato per la strada ferrata, tutte le altre sono arrivate in macchina con tanto di genitori, morosi, zie, nonne cagnolini al seguito. Un susseguirsi di arrivi e partenze, ininterrotto, dalla mattina al tramonto, quando hanno fatto a ranghi compatti, le ragazze del sud Italia, arrivate in aereo e quindi prelevate nei vari aeroporti. Con una particolarità; le minorenni – ed in totale a Miss Italia, almeno alle prefinali, erano in 33 – hanno l’obbligo di avere al loro fianco nei momenti “burocratici”, un genitore, per la firma di tutti gli atti legali che il concorso richiede. L’ultima ad arrivare sul fare delle 13.30, Sandra Rieder, Miss Trentino Alto Adige, l’unica certa di essere già sin d’ora in diretta RaiUno l’11, 12, 13 settembre assieme alle venti colleghe regionali. Le altre se la sono dovuta contendere, quella benedetta diretta, in piazza delle Terme Berzieri inaugurata dopo il rifacimento, proprio la sera del 27. Sandra con papà Albuin che però tutti chiamano Albin, è arrivata con sotto il braccio il suo cuscinone cilindrico di color viola e nella borsa a far capolino, una confezione di uva bianca. Non che all’Hotel Valentini manchino i viveri, ma essere previdenti non gusta mai! Con Sandra le finaliste regionali che sino al 27 hanno condiviso in parte il lavoro delle altre, comprese le foto istituzionali del 24 agosto, poi un lavoro in comune con le trentanove aggiuntesi loro. Dopo la drastica decimazione – ed il trasferimento all’Hotel Regina nel cuore di Salsomaggiore - operata dalla commissione tecnica composta da Guillermo Mariotto, Giulio Base, Duccio Forzano, Bob Krieger e Rita Rusic. La conduzione delle tre serate di finale, nuovamente in mano a Milly Carlucci ed al principe Emanuele Filiberto, ormai star televisiva a tutti gli effetti. (c.l.)
Costanza Prozzo Miss Eleganza (Bolzano)
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trentinoattualitĂ Sofia Motta Miss Sasch Modella Domani (Levico)
Stefania Fravezzi Miss Deborah Milano Trentino Alto Adige
Penelope Frego Miss Alto Adige Sudtirol (Bolzano)
Maria Elena Miori Miss Rocchetta Bellezza Trentino Alto Adige
Marta Nardelli Miss Miluna Cielo Venezia 1270 (Candriai)
Lara Leoni Miss Valleverde Ragazza In Gambissime (Riva del Garda)
Maria Neol Barral de Leon Miss Wella (Aldeno)
Sandra Rieder Miss Sasch Modella Domani (Appiano) MIss Trentino Alto Adige 2010 (Appiano)
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Luciana Di Tullio Miss Liabel Trentino Alto Adige (Trento)
trentinoattualità
edizione di Miss Alto Adige – Sudtirol, titolo fortemente voluto da Sonia Leonardi e concesso immediatamente da Patrizia Mirigliani. Titolo che si è unito ai già esistenti special, come Miss Salsomaggiore, Miss Jesolo, Miss prima dell’anno. Tante le ragazze delle due province che hanno iniziato a maggio, quando al Grand Hotel Trento si sono svolti i casting con Sonia Leonardi ad impartire indicazioni, elargire consigli, fare da sorella maggiore alle ragazze giunte dalle valli, dai capoluoghi, da lontani paesi altoatesini. Per rincorrere un sogno, molto spesso, per coronare un desiderio, per soddisfare una curiosità, per entrare nel mondo dello spettacolo da una delle porte principali. Patrizia Mirigliani, unitamente a Sonia
Leonardi, ha sempre tenuto a sottolineare che Miss Italia non è solo ed esclusivamente un concorso di bellezza. Certo, la beltade conta, ma è anche una fucina non tanto di talenti quanto di persone che in pochi giorni devono riuscire a comprendere l’importanza di stare alle regole, della convivenza, della reciproca sopportazione e del mutuo aiuto in un periodo della vita, quello dell’adolescenza per tante, molto difficile. E da qui, mettere solide basi per l’inizio magari di un’attività ma partendo dal basso, con i tutor che seguono le ragazze passo passo, giorno dopo giorno. Le nostre? Dicevamo della Rieder, la studentessa di Appiano, prossima all’ingresso alla 5a della scuola turistica di Bolzano, che ha compiuto i 18 anni il 18 luglio scorso. Una storia bella da raccontare la sua, quella di una ragazza amante dello sport, della ricerca di funghi, con la passione del biliardo, che per mantenersi agli studi e non pesare sulla famiglia, gli scorsi mesi è andata a lavorare alla Mayrl Alm, una malga nel Comune di Nova Ponente, posta a 2.000 metri di quota. Lavoro di malga, lavoro da cameriera, un pensiero al lavoro ed uno al fidanzato, Armin. Senza dimenticare mamma Rosa, papà Aldin, le sorelle Marion, Karin e Laura. Una partecipazione a Miss Italia nata quasi per scommessa per rivalsa su chi da ragazzina la chiamava “ciccia”, solo perchè era un po’ in carne e con il fisico ancora da modellare. E lei per tutta risposta cosa ha detto sul palco di Fondo? “Sono proprio contenta così chi mi diceva su – la sua parlata italianaaltoatesina è bellissima – ora si morde le mani e deve poi batterle per fare il tifo per me perchè mi vedrà in televisione”. E alla domanda, solita e quasi sempre banale, che cosa ti piacerebbe fare quando hai finito gli studi, ha risposto, lasciando all’inizio un po’ interdetti: “Tirare fuori i bambini!”. Noi si era pensato che volesse dire essere baby sitter, magari accompagnatrice, animatrice di centri diurni. Ma lei continuava a muovere la testa di qua e di là in segno di diniego. “Ma no, come si dice? Quella che tira fuori i bambini dalla pancia? Dai...”. Intendeva l’ostetrica, ma detto
con una dolcezza, una mancanza assoluta di malizia davvero disarmanti. Sandra Rieder – lo ricordiamo – è giunta fino a qui grazie alla vittoria nella serata di selezione tenutasi a Calliano, il 25 giugno scorso, dove ha conquistato la fascia di Miss Alta Vallagarina. Le altre che – o con il treno o in macchina con i genitori – sono arrivate a Salsomaggiore? Maria Noel Barral de Leon di Aldeno genitori uruguayani, Sofia Motta, ripescata grazie alla vittoria di Sandra Rieder, con il titolo di Miss Sasch Modella Domani, di Levico Terme; Costanza Prozzo, di Bolzano, che ha compiuto la maggiore età proprio la sera del 27 agosto; Luciana Di Tullio, di Trento; Adriana La Torre, di Strigno (Miss Trento); Lara Leoni, “ripetente” nel senso che è ritornata alle prefinali dopo due anni di assenza come da regolamento, di Riva del Garda; Maria Elena Miori, la mora ricciolona diciassettenne di Bolzano; Marta Nardelli, una delle poche residenti di Candriai; Alice Viglioglia, osannata ed elevata agli onori nella sua adottiva Andalo, lei laziale doc; Stefania Fravezzi, vincitrice in coppia, nella serata di Folgaria e Penelope Frego, di Bolzano la prima Miss Alto Adige Südtirol , l’unica assente alla finale di Fondo perchè in ferie con la famiglia in Turchia. Ma a Salsomaggiore, cose turche non ■ ne accadono mai. Vedremo. 41
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trentinoattualità inizia con questo numero la rubrica dedicata ai fiori d’arancio. primi protagonisti francesca e gabriele
il matrimonio del mese vuoi vedere il tuo matrimonio pubblicato in questo spazio? scrivi a redazione@trentinomese.it
Un matrimonio da favola, celebrato all’americana, nella splendida tenuta toscana L’Andana, alla presenza dei parenti più stretti e dei testimoni. Poi il viaggio di nozze, tra New York e Los Cabos, nel luxury resort Las Ventanas Al Paraiso. E al rientro, per festeggiare con gli amici, gli sposi hanno organizzato un party, chiamato simpaticamente BubbleWedding Party, il 3 settembre 2010 alla Locanda Margon di Ravina (TN), ristorante della famiglia Lunelli. Gli invitati sono circa 130, tra cui molte firme di rilievo del settore enogastronomico. Quasi tutti i partecipanti non hanno saputo fino all’ultimo del matrimonio: l’invito al party del 3 settembre è stato fatto via email, prima del 31 luglio con un misterioso invito che parlava di un BubbleW. In molti hanno creduto che si trattasse del lancio di un nuovo libro di Francesca, oppure di un nuovo prodotto della multinazionale tedesca di cui Gabriele è amministratore delegato. A cerimonia avvenuta, un’altra email ha avvisato delle nozze, svelando il perché del party. 42
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Lei Nome: Francesca Anni: 34 Nata a: Trento Residente a: Trento Occupazione: scrittrice e giornalista Vestito di: Atelier Aimèe Scarpe di: Giorgio Armani Parrucchiere: Fornita da L’Andama, Castiglion della Pescaia (GR) Estetista: Fornita da L’Andama
Lui Nome: Gabriele Anni: 45 Nato a: Bergamo Residente a: Curgno (BG) Vestito di: Fatto su misura da Sacerdote (BG) Scarpe di: Fratelli Rossetti Occupazione: Dirigente Barbiere: Clem, Trento
trentinoattualità
Matrimonio: Civile Data: 31 luglio 2010 Luogo: Castiglione della Pescaia (GR), Fiori: Gardenie, ortensie e altri tipo di campo sui toni del bianco, verde, rosa, lilla, forniti da L’Andana Anello per lui: Fede di DSide Damiani, Cornali (BG) Anello per lei: Veretta di diamanti, Cornali (BG) Lista di nozze: Nessuna lista nozze Invitati: 18 Ricevimento: Castiglione della Pescaia, L’Andana Bomboniere: No Intrattenimenti: Musica d’arpa
Servizio fotografico a cura di: A Castiglione della Pescaia - Alessandro Baglioni, Firenze A Trento - Matteo Rensi, Trento
Viaggio: New York (Hotel Library) e Bassa California, Messico (Las Ventanas al Paradiso, Los Cabos) Durata: 20 gg Vivranno a:
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trentinoattualità Misuraca Wedding Trento
Cell. 333.9063388 eventi@misuraca.it
di Nicola Tomasi
se ce lo chiedete vi facciamo la festa Finalmente anche a trento Misuraca Wedding, agenzia che organizza matrimoni, anniversari, comunioni, battesimi... Un servizio alla portata di tutti, per una festa costruita su misura
Non solo matrimoni
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isuraca Wedding, a dispetto della ragione sociale, non si occupa solo di matrimoni, ma di qualsiasi occasione di festa: anniversari, comunioni, cresime, pensionamenti. Molto richiesta, negli ultimi tempi, la replica della prima cerimonia di nozze, magari in occasione del decennale o del venticinquennale.
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a sempre viene definito come “il giorno più bello”, eppure pochi ammettono che il fatidico wedding day – il giorno del matrimonio – è anche un momento carico di stress e di tensione. Tante le cose da fare e a cui pensare, numerose le persone e le ditte da contattare, magari in tempi strettissimi: i fiori, il fotografo, l'automobile, il banchetto, il viaggio di nozze... Uff... Ci si stanca perfino a scriverli. È per questo motivo che è nata la figura dell‘organizzatore di matrimoni, un‘agenzia che si fa carico di tutto, ma proprio tutto ciò che afferisce alle imminenti nozze. Finalmente un‘agenzia di wedding planning ha aperto anche in Trentino. Si tratta della Misuraca Wedding, nome spigoloso dietro cui si celano le brave e simpatiche Giada e
Francesca. E spiegare al lettore i come ed i perché di questa attività non è facile. Ciò che negli States e nei paesi anglosassoni è una regola da molte decine di anni, in Italia mantiene ancora la patina dell’eccezione. E del pregiudizio. “C’è l‘errata convinzione – dicono le ragazze di Misuraca – che il wedding planning sia un servizio per soli ricchi, per matrimoni sfarzosi e principeschi. In realtà non è così”. Anzitutto perché un matrimonio con un budget basso (10mila-15mila) è realizzabilissimo con dignità. Un matrimonio bello non deve per forza finire sulle pagine di “Chi” o di “Visto”. “E poi – aggiunge Giada – la nostra agenzia offre consulenze anche per un solo aspetto delle nozze, ad esempio il banchetto. O addirittura una parte dello stesso”. Ma andiamo per ordine. La coppia che intende convolare, civilmente o con rito religioso, si rivolge a Misuraca Wedding: quindi cosa succede? “Intanto, durante un incontro preliminare, senza impegno alcuno, facciamo tutta una serie di domande agli aspiranti sposi – prosegue Francesca –, per capire cosa hanno in mente e
trentinoattualità quanto hanno intenzione di spendere. Quindi, una volta raggiunto un accordo, iniziamo a costruire la cerimonia sulle loro misure”. Come un vestito? “Certo, proprio per questo possiamo dire con tranquillità che ogni matrimonio da noi organizzato è una storia a sé”. Festa in piscina, in un castello, in agritur o in riva al lago: ogni richiesta potrà trovare la giusta soddisfazione. Rivolgersi ad un organizzatore di matrimoni vuol dire poter fare a meno di tutta una serie di fastidiose incombenze quali, ad esempio, il pellegrinaggio tra i diversi fornitori. Misuraca Wedding può vantare un nutrito portafoglio fornitori; ciò gli consente di spuntare prezzi molto buoni che sarebbero inaccessibili al singolo privato. Anche perché, se ci pensiamo un momento, i promessi sposi non sono una clientela da fidelizzare, un‘agenzia di wedding planning sì! “In più – aggiunge Giada – con i clienti
Giada e Francesca
Oggi Sposi. Anzi, tutto l‘anno
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a parola d‘ordine è "destagionalizzazione". Un po' lunga, ma serve a rendere l‘idea. Il vecchio tabù dei matrimoni esclusivamente a primavera va abbattuto, distrutto, annientato. Sposarsi è bello sempre. “Pensiamo al tanto bistrattato autunno – suggeriscono in coro a Misuraca Wedding – con quei colori splendidi. O gennaio. Si possono fare cerimonie bellissime anche se fa un po' freddo...”
Il costo del servizio? Dipende da voi...
“S
ì, va bene, tutto molto bello, ma quanto costa questo servizio di wedding planning?“ La domanda che rimbalza certamente sulle labbra dei nostri lettori. Il problema è che è proprio impossibile fornire cifre precise o stilare un listino prezzi. Proprio perché Misuraca Wedding non offre kit preconfezionati, ma predilige personalizzare al massimo le cerimonie. Ogni caso è a sé stante. Esistono tanti prezzi, almeno quante sono le coppie che decidono di sposarsi. Non resta che prendere il telefono e prendere un appuntamento. Senza impegno, ovviamente.
noi cerchiamo sempre la massima trasparenza, anche al momento del pagamento”. Cioè? “Giriamo pari pari le fatture dei fornitori, senza ricarichi più o meno palesi. Il tutto comprovato da opportuni documenti giustificativi”. Insomma, Misuraca Wedding è in tutto e per tutto un‘agenzia a misura di sposi, per coppie perfettamente normali: impiegati, operai o professionisti che siano. Tutti possono permettersi un servizio di questo tipo, che non è per nulla costoso, ma aiuta moltissimo in un momento cruciale della vita di un uomo e di una donna, aiutandoli a godere pienamente del “giorno più bello” della loro esistenza. E, nel caso, anche a far buon viso a cattiva sorte... “Se per il giorno delle nozze è prevista pioggia – spiega Giada – noi ci adoperiamo a far sì che l‘inconveniente divenga un‘opportunità per qualcosa di
divertente, magari ideando, chessò, una sfilata di ombrelli bianchi”. Ma i servizi della Misuraca Wedding non si esauriscono con le classiche incombenze matrimoniali del fotografo e della torta. Pensiamo alla consulenza legata agli aspetti burocratici dell‘evento. Avere qualcuno che ti spiega cosa occorre fare, come va fatto e dove può risultare invero piacevole e confortante. E poi, dietro alla facciata manageriale, Giada e Francesca nascondono un‘anima di brave artigiane. Molte delle idee che sanno sfornare trovano una realizzazione grazie al loro intervento diretto, rendendole spesso coreografe di fatto del matrimonio. Coraggio, dunque, uomini e donne trentine che avete deciso di fare il grande passo. Misuraca Wedding non attende altro che di essere messa alla prova dai vostri irrinunciabili desideri. Per farvi finalmente la festa. ■
a ac r g su Mi din d We to en r T
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di Pino Loperfido
“S
e vent’anni di vignette vi sembran pochi provate voi a disegnar” questo l’adagio che gli occhi di Rudi Patauner sembrano ripetere in maniera incessante, come un mantra. Lui ha cominciato a disegnare e a fare satira quando la satira era una parola sconosciuta. Per lo meno qui da noi, in Trentino. Correvano gli anni Ottanta… “A quei tempi, a parte il glorioso Studio d’Arte Andromeda e Franco Ziliotto della Rai e Severino Perelda dell'Alto Adige, devo dire che non c’era un granché” confessa Rudi. “C’erano però ottimi restauratori, come Andreani e Onké. E a me la provincia mi stava un po’ stretta. Sì, insomma, avevo voglia di andarmene”. E invece… Sfornato dall’Istituto d’Arte “Vittoria”, il Nostro è anche restauratore di professione, pittore e illustratore. Una passionaccia, fondata su un grande talento, che salta fuori ai tempi della scuola materna: “Non so perché, ma disegnavo degli alberi enormi. Oltre alle caricature delle maestre, naturalmente”. A parte gli scherzi, Rudi ama lavorare con i materiali e
la penna per fare il solletico rudi patauner, la satira trentina fatta persona. dipinge e restaura. Quando vuole pungere lo fa con il garbo di chi porta rispetto all‘uomo. E sull‘apparenza dei colori dice: “Con ciò che non esiste si riescono a fare cose strabilianti” adora il lavoro dei surrealisti evoluzionisti. Così, inizia a sfornare vignette nel mensile Questotrentino. I suoi modelli sono Altan, Vauro e Cavallo. “Lasciami dire una cosa”, dice Rudi, mentre il suo corpo continua spostarsi sulls sedia, come una canoa su un torrente impetuoso. Prego, ci dica pure. “A quei tempi non si lavorava sul personaggio, bensì su ciò che quel personaggio faceva”. Abbiamo capito: gli attacchi personali erano al bando. Forse c’era un’etica diversa, un po’ berbenista e
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un po’ no. Effetti del pentapartito. Senta, Rudi, facciamo un salto nel surreale e ci dica una cosa: ma i colori, secondo lei, esistono? O meglio, come si spiega che con un mezzo sostanzialmente apparente come i colori si riescano a creare capolavori immortali? Prendiamo fiato, mentre Rudi si prepara a sorprenderci con una risposta imprevista. “Con ciò che non esiste si riescono a fare cose strabilianti. I colori sono la cifra stessa dell’uomo, rispetto al mondo animale, ciò
che fa dell’uomo stesso un vero privilegiato del Creato”. Già, e i colori sono anche indicatori che ci prendono per mano in certi angoli perigliosi dell'esistenza. Ad esempio, se vediamo del rosso in un bosco pensiamo immediatamente ad un incendio, facendo scattare ogni meccanismo di autodifesa. Ma torniamo alla satira. Non ci puoi cambiare il mondo con quella. Al limite fare un po' di solletico al Potere e ai potenti. Rudi Patauner fa il suo ingresso nella stampa locale nel quotidiano “Alto Adige”, in cui gente come Franco Battisti, Luigi Sardi e Paolo Ghezzi gli commissiona vignette da buttare giù a tempo di record. Crisi del foglio bianco? “I primi tempi si trattava di illustrazioni che dovevano supplire all’assenza di una fotografia. Per capirci, la vignetta era una necessità non una scelta”. E poi c’era un altro problema. Il disegno doveva far intuire il contenuto del pezzo, senza però svelare troppo, altrimenti il lettore faceva a meno di leggerlo. “Il mio compito era di trovare una difficile terza via”. Passano i mesi, ed ecco finalmente la satira. La prima occasione per Rudi è quella degli affaires Arcoport e 47
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trentinoincontri
Il libro
ristorazione trentina: sono anni rudi
Vent’anni di vignette satiriche a commento di eventi, politica politicata, costume, scostumato.
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urante l'intervista, abbiamo chiestio a Rudi Patauner di commentarci in esclusiva la “crisi” che sta attraversando la ristorazione trentina: ristoranti vuoti a fronte di piatti e prezzi improponibili. Vediamo come se l'è cavata...
fabbrica chimica di Mezzocorona che stava per chiudere. (“Sloi, Michelin, Ferriera: cavolo, il Trentino di quegli era tutto una fabbrica…”) E oggi? Secondo Patauner oggi la satira – se tralasciamo il neonato “Misfatto”, inserto domenicale de “Il Fatto quotidiano” – si è ridotta parecchio. Vuoi per la tendenza tutta moderna di ricorrere al tribunale (D’Alema-Forattini docet) vuoi per l’accresciuta permalosità di politici & Co. “Come Giulio Andreotti non ne nascono più. Lui non se l’è mai presa con nessun autore satirico: un vero signore. Per fare politica devi avere qualità, è un mestiere difficile. Ci vogliono capacità di sintetizzare le idee, la lungimiranza…” Siamo d’accordo con l’intervistato: troppo facile fare i qualunquisti. È anche con questa consapevolezza che il vi-
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gnettista trentino detesta la satira finalizzata alla mera offesa e dice no agli attacchi personali e all’eccessiva evidenziazione dei difetti fisici. C’è un’etica perfino in questo mestiere. O quanto meno dovrebbe esserci. Ma proseguiamo. Rudi Patauner ricorda con nostalgia gli anni d’oro, quelli in cui
circolavano fogli taglienti e pungenti come “Il male”, “Frigidaire”, “Cuore”… C’era una grandissima vitalità e circolazione di idee. Oggi, quasi più nulla. Colpa di Internet? “No, secondo me le responsabilità sono proprio del disimpegno in cui stanno crescendo le ultime generazioni”.
Rudi Patauner Anni Rudi Curcu & Genovese, pag. 120 Euro 12,00
Se la sono mai presa con lei per qualche vignetta? “No, a parte quella volta…” “Quale?” “Avevo commentato una proposta del vecchio assessore Luigi Panizza, che voleva reintrodurre l’insegnamento del dialetto a scuola…” “E allora?” “E allora, alle undici di sera mi telefona questo sconosciuta e comincia a domandarmi la traduzione di certi termini in dialetto: come si dice cucchiaio, come si dice angolo… E così via, fino a che dieci minuti più tardi gli ho messo giù il telefono.” Senza nemmeno augurargli la buonanotte. ■
Museo Storico Italiano della Guerra
Castello di Rovereto
Il Museo della Guerra, inaugurato nel 1921 per preservare la memoria della Grande Guerra, espone armi, uniformi, fotografie, cimeli, manifesti, oggetti della vita di trincea, onorificenze, lettere e diari. Tre nuove sale parlano del secolo che va da Napoleone alla Prima guerra mondiale (1800-1914). Conserva una collezione di armi bianche e da fuoco dei secoli XV-XX e una sezione dedicata alla Seconda guerra mondiale. Il Museo della Guerra è ospitato nel quattrocentesco Castello di Rovereto, esempio unico di rocca veneziana in Trentino. Mostra temporanea PAESAGGI DI GUERRA Il Trentino alla fine della Prima guerra mondiale Vallagarina 10 luglio – 31 ottobre 2010
orari gennaio – dicembre martedì – domenica 10.00 – 18.00 chiuso lunedì non festivi, 24, 25, 31 dicembre e 1 gennaio Museo Storico Italiano della Guerra - onlus via Castelbarco 7 Rovereto www.museodellaguerra.it info@museodellaguerra.it Tel. 0464 438100 Informazioni sulle iniziative dedicate alla Prima guerra mondiale in Trentino www.trentinograndeguerra.it
trentinoincontri
di Gianfranco Gramola
“N
on sono un eroe e nemmeno un superuomo – spiega l’atleta toscano – sono solo la bella storia di un ragazzo, che ha creduto e realizzato un suo sogno”. Però non c’è dubbio che Juri (Dimitri) Chechi sia un’icona dello sport, un mito, uno che è entrato nella leggenda. Nato a Prato l’11 settembre del ’69, ha iniziato la disciplina degli anelli per puro caso, accompagnando la sorella Tania, nella palestra di ginnastica artistica, la Società Ginnastica Etruria di Prato, dove finisce per appassionarsi a questo sport. Da allora, Jury Chechi ha vinto cinque titoli mondiali, un’Olimpiade (nel 1996 ad Atlanta) e quattro europei. Ha saltato per infortunio le Olimpiadi di Barcellona 1992 e Sydney 2000. È legato affettivamente a Rosella e da lei ha avuto due figli, Dimitri, nato nel 2003 e Anastasia nata nel 2005. Vive nel centro di Prato e attualmente è dirigente responsabile della preparazione olimpica, nonché testimonial dell’Altipiano della Paganella. Tanto è vero che lo incontriamo all’Hotel Belvedere di Fai della Paganella. Lei fa parte della comunità di Fai della Paganella. Chi le ha fatto conoscere questo posto? Ormai è da molti anni che ho un rapporto con questa località trentina. Me l’ha fatta conoscere un amico che veniva qua in vacanza e che collaborava con l’Altopiano per alcune promozioni. Che cosa l’ha colpito maggiormente in questi posti? Tutto iniziò perché a Fai della Paganella c’era questa palestra di buon livello anche per l’attrezzatura di cui dispone in riferimento al mio sport, la ginnastica. Quindi ho ini50
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Il signore degli anelli Cittadino onorario di fai della paganella, oramai una leggenda dello sport, jury Chechi trascorre le sue estati tra i boschi trentini. Vediamo cosa ha da dirci a proposito ziato per dare un po’ di continuità di operatività a questa struttura e poi mi sono subito affezionato al posto perché è particolarmente piacevole starci. Questa zona è molto rilassante ed è il posto ideale per staccare la spina. Credimi, a volte perfino uno come me ne ha bisogno. È stato "sindaco" per 24 ore (vedi foto sotto). Come ha vissuto quella giornata? È una iniziativa molto simpatica e originale. Lo so che lo fanno anche in altre località e non so se l’idea è partita da qua. Direi che è molto divertente e sicuramente sarà una cosa da sviluppare perché è una cosa molto simpatica. Tutti gli anni, in giugno e ai primi di settembre, al Palazzetto di Fai della Paganella, organizza dei Gym Camp. Come si svolgono questi corsi? Noi facciamo un corso settimanale di sei giorni: quattro sono di doppio allenamento, ovvero mattina e pomeriggio e due invece solo la mattina. Nel pomeriggio facciamo delle escursioni che variano a seconda delle settimane. Può trattarsi di percorsi particolari, andare in piscina, escursione a vedere gli orsi alla fattoria didattica e a ve-
dere le diverse opportunità che offre l’Altopiano. Tutto qua. Lavoriamo di solito con un gruppo di ragazzi che va dai 45 ai 60 e ogni settimana chiaramente cambiano. C’è stata una settimana che abbiamo avuto dei ragazzi della Sicilia, della Sardegna e un po’ da tutt’Italia. Quando è nata la sua passione per lo sport, per la ginnastica? La passione per lo sport l’ho sempre avuta, come l’hanno sempre avuta i miei genitori, soprattutto mio padre che amava molto il ciclismo e il pugilato. Poi mia madre portò mia sorella a fare ginnastica in palestra, io la seguii e co-
minciò tutto pian piano. Che lavoro fanno i suoi genitori? Mia madre è sempre stata una casalinga e ha cercato di curare la famiglia. Mio padre lavora nell’ambito delle costruzioni. Un consiglio a chi volesse avvicinarsi a questo tipo di disciplina? Direi di farlo principalmente perché è molto divertente, di vivere cioè l’aspetto ludico della ginnastica. Se poi la disciplina, questa specialità, piacciono e uno vuole continuare, allora è un po’ diverso, perché diventa una disciplina molto impegnativa. All’inizio è molto divertente. Anche i
trentinoincontri bimbi che vengono qua principalmente fanno una settimana di gioco facendo un po’ di attività fisica, ed attività motoria che sicuramente è importante. Cos’è per lei lo sport in generale? Lo sport è la mia vita ed è una grande opportunità per stare bene con sé stessi e con gli altri, spesso ce lo dimentichiamo e invece secondo me è una cosa molto vera. Tuttavia lo sport è anche faticare, lottare, sudare, soffrire e a volte saper sorridere anche nella sconfitta, ma con la consapevolezza di aver dato il massimo. Quando si parla di sport si collega sempre la brutta parola”doping”. Qual è il suo parere? Sicuramente il problema doping esiste. È un problema reale vero, purtroppo c’è. In ogni disciplina? No! Questo assolutamente no. Ci sono sicuramente delle discipline che hanno più l’annoso problema del doping, altre invece ne sono immuni. La ginnastica, ad esempio, ne è immune, come tante altre discipline. Purtroppo però in altri sport che io amo o meglio amavo profondamente, come il ciclismo e come altre, il doping è un protagonista importante purtroppo, anche se, secondo me, si è indirizzata una nuova e giusta strada per combattere e cercare di arginare questo problema. Come è nata la sua amicizia con Antonio Rossi? Ha chiamato Jury suo figlio, se non sbaglio. Sì! L’ha chiamato Jury come secondo nome. È una cosa un po’ lunga da raccontare, perché doveva metterlo come primo nome, ma poi ci siamo accontentati di Riccardo Juri. È un’amicizia vera e profonda che ci lega ormai da circa 15 anni e considero Antonio oltre che un atleta, una persona eccezionale quindi ci troviamo molto bene assieme. Ho grossa stima
per quest’uomo e per la sua bella famiglia. È una cosa reciproca. L’atleta deve seguire sempre diete? Si è mai lasciato tentare? Io sono sempre a dieta, ma quando sono qui a Fai della Paganella mi "ammazzo" di cibo. Qui nel Trentino c’è una cucina molto buona, si mangia molto bene e ogni volta che mi muovo conosco due o tre posti dove la cucina è eccezionale e mangio e bevo molto bene (magari poco ma molto bene). Diciamo che amo quasi tutte le specialità della cucina trentina. Come vede il suo futuro nel mondo dello sport? Vorrei rimanerci in qualche modo. Chiaramente quando prima ero agonista era tutta un’altra cosa, era molto bello ma anche molto più impegnativo, molto più difficile. Ora per me è un gioco, un divertimento e spero che lo possa essere anche per chi lavora con me. Ho letto un aneddoto che riguarda un suo incontro divertente con il Papa. Nel 2000 ci fu quest’udienza privata, c’era il povero Candido Cannavò, direttore della Gazzetta dello Sport, che ci presentava al Santo Padre Papa Wojtyla, c’erano altri personaggi come me, c’era Del Piero, Valentino Rossi, Alberto Tomba, Antonio Rossi e tanti altri atleti. Eravamo circa una quindicina. Cannavò mi presentò: ”Questo è Yuri Chechi, campione di ginnastica…”. Non finì la frase che il Papa, guardandomi disse:” Sì! Io ti conosco”. Io lo guardai e dissi:” Anch’io ti conosco”. Ci fu un momento di panico, io arrossì e poi il papa mi sorrise. Un momento molto piacevole ma fatto in maniera molto spontanea, chiaramente questa mancanza di rispetto non irriverente però è stata una cosa molto, ma molto vera, molto umana. Quel Papa era anche un uo■ mo, come tutti noi.
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trentinoincontri
di Fiorenzo Degasperi
alla scoperta del passato per conoscere gli strati che hanno formato nel corso dei secoli, la città di Trento, dobbiamo compiere una specie di viaggio agli “inferi”, nel sottosuolo dell’antico vecchio rione del Sass, al centro della città
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ome c’insegna Luigi Pirandello, nel romanzo Uno, nessuno, centomila, la realtà che ci appare non è mai quella evidente. Questo non vale non solo per la letteratura: si può applicare alle città antiche, tra cui è da annoverare Trento, l’antica Tridentum. Questo approccio con le realtà multiple ce lo hanno insegnato i vagabondi surrealisti, portando il concetto di “deriva”, di abbandono, a parametro di conoscenza e scoperta urbanistico-archi52
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tettonica di una città, intesa come corpo vivente. E noi, per conoscere gli strati che hanno formato nel corso dei secoli la città di Trento, dobbiamo compiere un viaggio agli “inferi”, nel sottosuolo dell’antico vecchio rione del Sass, al centro della città, ove oggi campeggia la razionalista Piazza Cesare Battisti, ex piazza Italia. Scendere per conoscere, per capire. Prolungare il passato nel presente, il sotto nel sopra, facendoci cogliere
dalle vertigine del senso delle rovine che passo dopo passo incontriamo, aiutati, in questo viaggio, da pannelli didascalici e illustrati che ci accompagnano nel mondo delle storie, delle leggende e degli avvenimenti che furono e che non sono più. Qui, un tempo, scorrevano le rogge tra gli angusti androni e le piazzole frequentate da mercanti e “spazzacamini” (piazeta dei spazacamini). Nel 1935 questo mondo magico fu sventrato per far posto alla
razionalista e fascista piazza. Ma sotto, in profondità, un cuore antico pulsava. Un città antica, sotterranea, una rete di siti archeologici, una strada lastricata, muri, una latrina, mosaici, pozzi, cortili, officine, corridoi, torri, scale. Oltre a tutto questo, negli anni recenti, emersero un complesso di 1540 pezzi monetali che vanno dal II-I sec. a.C. fino al V secolo, seguiti poi da monete medioevali e moderne. Nel 1990-2000 tutto questo
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La curatrice
A
fu riportato in luce, restaurato, allestito e reso alla pubblica lettura degli amanti del passato. Nasce così il S.A.S.S., ovvero lo Spazio Archeologico sotterraneo del Sas, offrendoci la possibilità di inoltrarci nello splendidum municipium come definì Tridentum l’imperatore Claudio nel 46 d.C. Lo spazio è l’ennesimo figlio di quella madre, la Soprintendenza per i Beni librari, archivistici e archeologici della Provincia Autonoma di Trento, che in questi anni ci ha offerto dei veri e propri gioielli – come il museo
Retico di Sanzeno in Val di Non – atti a comprendere ed apprezzare, anche sotto l’aspetto turistico, la nostra ricca e polivalente storia. Questa del SASS è un’area di circa 1700 mq in cui si è ricostruita una sequenza storica pressoché ininterrotta di circa 2000 anni. Aggirarsi vuol dire percorrere, in modo meandrico e labirintico, il senso temporale della storia, con fughe in avanti e improvvisi cambi di marcia, passando da un muro di una latrina romana ad una scalinata medioevale per immergersi in un
info museo Lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas (SASS) è accessibile dalla centrale Piazza Cesare Battisti a Trento. Diversi scalini ci conducono in un mondo parallelo facendoci conoscere il passato della ricca e fiorente Tridentum. Durante l’anno moltissimi i concerti e gli avvenimenti culturali organizzati in questo spazio. Tra questi, dal 17 settembre e fino al 28 novembre 2010, la personale della fotografa Elena Munerati. La fotografa trentina allestisce un percorso di fotografie racchiuso sotto il titolo “In viaggio verso l’ignoto”: oltre 50 immagini in bianco e nero raccontano una personale visione delle antiche testimonianze dell’uomo. Scatti imprevisti e originali al di là del soggetto, da cui emergono una spiccata sensibilità nel catturare dettagli inediti, uno sguardo ricco di intensità e di profonda poesia. Orario: dal 1 ottobre al 31 maggio 9-13/14-17.30. Dal 1 giugno al 30 settembre 9.30-13/14-18. Chiuso il lunedì (escluso i lunedì festivi), il 1 gennaio, 1 novembre, 25 dicembre. Ingresso euro 2, ridotto euro 1. Info: 0461230171, www.trentinocultura.net/archeologia.asp
Luisa Moser, archeologa, creativa allestitrice di percorsi didattici nelle viscere della Trento antica, abbiamo rivolto alcune domande di rito: La Trento sotterranea: problemi e strategie per illustrare la memoria della città. Rispetto ad altri beni culturali, i beni archeologici, quando non sono monumentali, sono di più difficile comprensione da parte del pubblico dei non addetti ai lavori. È quindi necessaria una maggiore attenzione nel rendere accessibile e di facile lettura i resti, nel nostro caso, della Tridentum romana. I siti trentini, come il S.A.S.S., Porta Veronesis e l’area archeologica di Palazzo Lodron, sono stati dotati di brevi guide e di pannelli informativi, anche in tedesco e in inglese, con immagini ricostruttive delle strutture e rilievi planimetrici. Di notevole aiuto sono le moderne tecnologie, in particolare quella 3D: un video tridimensionale installato al S.A.S.S. permette ai visitatori di effettuare un viaggio a ritroso nel tempo e rivedere l’antica Tridentum come appariva ai suoi abitanti. Sia le scuole, da quelle dell’infanzia alle superiori, sia il pubblico adulto possono partecipare ai percorsi e ai laboratori didattici curati dai Servizi Educativi della Soprintendenza. Archeologia e didattica: capire il nostro passato. Sono quasi 15.000 gli studenti delle scuole trentine, ma anche da fuori provincia, che ogni anno partecipano alle attività proposte dai Servizi Educativi al S.A.S.S. e presso le altre aree archeologiche del Trentino. Alle attività e ai laboratori rivolte ai più giovani si aggiungono quelle per gli adulti nell’ottica del “Lifelong Museum Learning”, l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Il patrimonio archeologico è al centro di tutte le proposte educative e il punto di partenza per sviluppare competenze, saperi e abilità trasferibili e trasversali a diverse discipline, per organizzare processi di apprendimento e per promuovere un approccio ragionato sul bene archeologico. Ci si riappropria così di una parte importante della propria storia, nella consapevolezza che il bene archeologico è patrimonio di tutti e non solo di coloro che si trovano per dovere istituzionale a tutelarlo e conservarlo. Non solo archeologia: uno spazio polivalente. Le aree archeologiche del S.A.S.S. e di Palazzo Lodron ospitano incontri, conferenze, mostre e spettacoli. Occasioni di intrattenimento che costituiscono un modo per facilitare il processo di conoscenza e di apprendimento. Il sito archeologico viene vissuto in prima persona e diventa occasione per fare un’esperienza culturale dalle diverse sfaccettature, a seconda di come viene percepita: può avere un’accezione emozionale, formativa, ricreativa, educativa, socializzante, estetica. Lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, periodicamente, viene aperto anche oltre l’orario classico di visita, per ospitare iniziative culturali con partecipazione libera e gratuita in collaborazione con altri enti, istituzioni e associazioni senza scopo di lucro. Gli incontri si svolgono in prevalenza sui resti di un decumano minore, una strada di duemila anni fa, che porta i segni del tempo e delle ruote dei carri che la percorrevano, sulla quale si può ancora camminare e sulle cui crepidini il pubblico può sedersi per assistere agli spettacoli o ai concerti.
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stratificata come una delle migliori torte bavaresi, lì sotto non siamo mai soli. Una continua teoria di persone, e non solo turisti, giovani, adulti ed anziani, scandiscono le ombre e le luci di questo spazio underground, cuore pulsante della stessa città di Trento. Si aggirano guardinghi, scrutando, cercando di far volare alta la fantasia perché qui ogni piccolo frammento, ogni vaso racchiuso nelle bacheche, ogni segno e
forma, sono l’occasione perché l’immaginazione incontri la realtà storica per scuotere il presente. Qui le classi si avvicendano seguiti da esperte archeologhe che le conducono le mondo dei romani e in quello dei cavalieri. Qui non c’è solo archeologia: tra i sassi, i mattoni e i tasselli musivi s’incontrano arte contemporanea, musica antica e sperimentale, teatro e performance, fotografia, parole scritte e
quelle sussurrate. Perché il SASS non è solo passato. O almeno. È uno spazio dove il passato e vissuto come presente, affinché il tutto formi un futuro migliore perché, in fin dei conti, la storia è veramente maestra di vita. Poi, là sotto, possiamo respirare la stessa aria delle divinità e degli uomini dell’antico Trentino. Quando il sacro e il profano era una stessa e indissolubile presenza materiale e spirituale. ■
steinhauser.bz
mosaico che ci porta direttamente nel mondo simbolico dei segni decorativi dell’arte romana. Uno dopo l’altro sfilano i reperti, dalle strutture d’età romana, alla fase tardo antica ed altomedioevale, al quartiere medioevale, il palazzo rinascimentale, il teatro ottocentesco – il teatro Sociale di mondana memoria, restaurato e riofferto alla cittadinanza –, per arrivare a quello contemporaneo. Forse per questa ricchezza
Finalmente anche a Trento. “Mauro e Walter“, i nostri consulenti Adler vi aspettano!
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trentinoattualità
di Lara Deflorian
Oriente occidente
Adarte-Alter
Q
uest’estate in Trentino un altro importante festival festeggia i suoi 30 anni di vita, un lungo arco temporale nel corso del quale Oriente Occidente ha l’indubbio merito di aver fatto conoscere, attraverso una progettualità di ricerca, i linguaggi della contemporaneità dei diversi continenti e l’espressione artistica dei più grandi coreografi del Novecento. Dal 1980 il festival roveretano ha ospitato pérformance all’insegna della danza, del teatro e della musica dall’America all’Europa, dal Giappone all’India, dall’Africa all’Australia. Dal 2 al 12 settembre i teatri di Trento e Rovereto ospiteranno artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo e, oltre a grandi ritorni come quelli di Anne Teresa De Keesmaeker, Germaine Acogny, Abou Lagraa, Sankai Juku, Pippo Del Bono e dell’icona 56
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di Alwin Nilolais, dall’Argentina arriverà in prima nazionale Leonardo Cuello (Rovereto 2/9, Trento 3/9) per presentare, con la sua compagnia, un tango che fonde tradizione e contemporaneità in un nuovo genere particolarmente coinvolgente. Dall’innovazione si passerà alla storia della danza con la presenza della compagnia statunitense Ririe-Woodbury Dance Company fondata da due ex danzatori di Alwin Nikolais, uno dei padri della modern dance e maestro del formalismo che, proprio quest’anno, avrebbe compiuto 100 anni. La danza di Nokolais è intramontabile e la sua forza estetica ha ispirato molti coreografi contemporanei. In occasione delle celebrazioni del suo centennale potremo rivedere così alcuni dei suoi pezzi più famosi eseguiti dalla Ririe-Woodbury DC come Tensile Involvement e Imago
Dal 2 al 12 settembre i teatri di Trento e Rovereto ospiteranno danzatori e artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo. È la trentesima edizione.
Nervitesi Eat26
trentinoattualità
Murray-Louis
(Rovereto 4 e 6/9) e potremo assistere a un lavoro inedito per l’Italia creato nel 1990 (Rovereto 5/9), in cui un assortimento di strani e buffi personaggi andrà a comporre un mix multimediale. Un’altra presenza che si caratterizza per essere espressione della tradizione del paese da cui arriva è la compagnia maschile giapponese Sanai Juruá (Trento 5/9) guidata da Usho Amagatsu. Attraverso l’espressione del Butoh, il linguaggio della danza delle tenebre, sarà rappresentato Hibiki, un lavoro eseguito con la consueta lentezza minimalista ipnotizzante,
Pippo Delbono
che condurrà lo spettatore in un viaggio evocativo sul ciclo della vita. Un’altra conoscenza del festival vedrà il franco-algerino Abou Lagraa protagonista, con il suo gruppo La Baraka, della coproduzione Un monde en soi, centrato sulla crescita e maturazione umana, attraverso la creazione di un mondo intriso di danza. Un altro nuovo lavoro coprodotto da Oriente Occidente sarà messo in scena dalla senegalese Germaine Acogny (Rovereto 10/9), che tornerà nella città della quercia proponendo, attraverso l’utilizzo del suo consueto linguaggio africano contemporaneo dalle diverse facce, Facing up to hope, una riflessione nata dalle contraddizioni sociali e sviluppatasi in un messaggio di speranza per l’Africa in una danza gioiosa. Come rappresentante di spicco della danza contemporanea europea tornerà nuovamente la belga Anne Teresa De Keersmaeker (Trento 11 e 12/9) e della sua compagnia Rosas, impegnata nella prima nazionale di En Atendaant, altra coproduzione del festival che ha debuttato in luglio ad Avignone. Sempre stimolata nelle sue creazioni a confrontarsi con importanti composizioni e musicisti, questa volta la coreografa belga è partita da una forma musicale polifonica del XIV secolo, l’Ars Subtilior. A rappresentare l’Italia in questo viaggio performativo attorno al pianeta terra, oltre al graditissimo ritorno di un artista d’eccezione come il regista Pippo Delbono (Rovereto 7/9), protagonista di Racconti di giugno, una toccante auto rappresentazione sul “dolore dei sopravvissuti” in un footing linguistico, in chiusura ci saranno le rappresentazioni delle due vincitrici del concorso coreografico legato a Oriente Occidente dello scorso anno, Carla
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Un giardino incantato per ospitare cene di gala, anniversari, concerti. Una location unica per matrimoni e servizi fotografici Segonzano (Tn), loc. piazzo Cell. 333.7992184 Cell. 349.5714508
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trentinoattualità Rosas En-Atendant
Rizzu con Nervitesi e Paola Vezzosi (Rovereto 12/9). E se con la prima si entrerà nel mondo del disagio psichico, nella seconda pérformance in programma il tema dell’incontro si svilupperà in un crocevia di corpi in movimento verso mondi diversi. Proseguirà così anche quest’anno il concorso coreografico Città di Rovereto Danz’è, nel corso del quale le compagnie si esibiranno Rovereto davanti ad una giuria di esperti (teatro alla Cartiera 6-8/9) e davanti al pubblico e a una giuria popolare (piazza Loreto 6-8/9). Gli stage e i laboratori in programma quest’anno prevedono un approfondimen58
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UN SECOLO DI DANZA IN 30 ANNI DI FESTIVAL
to della tecnica Nikolais (3 e 5/9), del tango argentino (4 e 5/9), della danza africana contemporanea e della danza orientale egiziana (11 e 12/9). Il centro storico ospiterà poi la rassegna Happy Dance (piazza Loreto 1-5/9), che vedrà protagoniste alcune giovani compagnie e scuole di danza locali, mentre gli incontri della sezione Linguaggi (Mart 2-6/9) con giornalisti ed esperti, affronteranno quest’anno una tematica ambientale attuale che coinvolge il nostro stile di vista con le conseguenti ricadute sulle altre persone, sugli animali e su tutto il sistema terra. Info: 0464 431660 - www.orienteoccidente.it ■
1981-1990: Nel primo decennio il festival inizia a esplorare culture e tradizioni diverse come ad esempio la danza indiana Orissi, Kathakali e Bharata Natyam, quella giapponese del Teatro No e del più noto interprete di Butoh, K. Ohno. Sul versante americano il festival ospita alcuni grandi coreografi viventi della danza contemporanea come C. Carlson, L. Childs, B. T. Jones e altri ormai non più in vita come J. Limón, A. Nikolais e M. Cunningham. Le diverse sfaccettature delle danza europea sono rappresentate dalla contemporaneità francese della Nouvelle Danse con interpreti come M. Marin, J.C. Gallotta, A. Preljoacj, J.F. Duroure. Dall’Australia arriva M. Tankard, dall’Africa giunge G. Acogny, ospite anche quest’anno assieme alla belga A.T. De Keersmaesker. Il Teatro-danza tedesco è presente con il Folkwang Tanzstudio, M. Grossmann, V. Newport e con l’icona scomparsa lo scorso anno di P. Bausch. Gli italiani invitati sono V. Sieni, F. Monteverde, E. Cosimi, Abbondanza-Bertoni, il teatro Valdoca e P. Delbono, in cartellone anche quest’anno. Non mancano inoltre rappresentanti della danza inglese e spagnola. 1991-2000: Nel secondo decennio il festival indaga la contemporaneità spagnola di P. Decina, V. Saez, B. Lì, J.C. Garcìa, completa la conoscenza del Tanztheater tedesco con S. Linke e R. Hoffmann ed esplora l’Argentina, l’Israele, la Svezia, l’Ungheria, il Portogallo, l’Oriente di Taiwan e il Canada di M. Chouinard. Dalla Francia arrivano l’Hip Hop e coreografi come E. Dubois e C. Brumachon. Dalla Gran Bretagna viene invitato il maestro della Contatct Improvisation R. Maliphant e da oltreoceano arrivano altri grandi innovatori come B. Levitzki e T. Brown. 2001-2010: Sono più che mai gli anni della contaminazione tra generi diversi. In quest’ultimo decennio abbiamo assistito ad esempio a lavori di artisti e compagnie nazionali come M. Casadei, i Sosta Palmizi, E. Greco e A. Vidach. L’Est e l’Ovest differenziati e mescolati sono rappresentati da paesi come il Giappone, la Cina, il Sud America, la Bulgaria, la Russia, mentre l’Europa vede in scena rappresentanti come la tedesca S. Waltz, l’inglese di adozione R. Bonachela e W. McGregor, il francese F. Flamand e il belga W. Vandekeybus. Dagli States abbiamo conosciuto l’americano trapiantato a NY S.Wei e lo scorso anno sono arrivate la Black Dance dei Complexions e la Modern Dance di J. Buglisi.
trentinoattualità di Lara Deflorian
artisti trentini a new york Sulle note del trentino Emiliano ferrari, l‘attrice michela grigoli recita in un video girato tra piazza Duomo a trento, Folgaria e le cime di Panarotta, fino a Time Square, il ponte di Brooklyn e le strade di New york
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arà grazie all’iniziativa di un’associazione e alla maestria di un regista italiano che le immagini di Trento e delle sue montagne sbarcheranno oltreoceano. L’Artisti Italiani Associati di New York (Italian Artists Associates of New York) è un’associazione di artisti fondata quest’anno da Sal Palmeri, creatore dell’unica radio in lingua italiana di New York, con il supporto di Francesco D’Amico. Nata per promuovere, condividere e produrre progetti artistici, quest’associazione vuol essere uno stimolo e un veicolo di comunicazione per permettere a ciascun artista di esprimere al massimo il proprio talento. Uno dei progetti realizzati in questi mesi 60
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ha visto il coinvolgimento di due artisti trentini, protagonisti di un videoclip musicale diretto da Vincenzo De Sio, giovane regista salernitano docente di ripresa e montaggio in diverse scuole e recentemente artefice di un documentario sulla controversa figura di Pio XII. “Ogni anno l’Associazione culturale italiana di New York – spiega De Sio – organizza il Festival della canzone italiana, per diffondere la nostra cultura nella Grande Mela. La terza edizione di questo grande evento musicale si svolgerà l’11 e il 12 settembre prossimi e, come sigla d’apertura, è stato realizzato un videoclip su di un pezzo del cantautore trentino Emiliano Ferrari, che ho avuto modo
trentinoattualità
di conoscere e di apprezzare un paio di anni fa”. Questo videoclip è nato quindi come occasione di lancio di giovani artisti italiani a Ny e, oltre a Emiliano Ferrari, nel video ci sarà anche l’attrice trentina Michela Grigoli. “Con lei collaboro già da qualche tempo – racconta il regista salernitano – e proprio perché i due protagonisti sono trentini, abbiamo deciso di girare il videoclip in queste zone. Dopo essersi formata alla Scuola Teatro Colli di Bologna e alla Scuola di Cinema di Roma, la ventiseienne trentina inizia a lavorare in teatro, nel musical, in fiction televisive (Romanzo Criminale, I Cesaroni, Un medico in famiglia), in spot tv
e in cortometraggi. “Anche se non era la prima volta che partecipavo ad un videoclip musicale – racconta – è stato molto bello poter girare a New York nel video diretto da Vincenzo De Sio, sul pezzo musicale del conterraneo Emiliano Ferrari. Sempre con De Sio avevo lavorato a New York per un mediometraggio presentato allo Short Film Festival di Manhattan. Questa seconda volta ho potuto vedere la città da un altro punto di vista, poiché abbiamo girato in luoghi simbolo come Time Square e il ponte di Brooklyn. Siamo poi stati intervistati dalla radio locale italiana di Sal Palmieri e questa per me è stata un’esperienza elettrizzante”. 61
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trentinoattualità
Il primo videoclip interpretato dalla Grigoli è del 2004: per il pezzo "My dream" del gruppo Angel of Mercy. “Qua la situazione era surreale, mentre in questo ultimo videoclip tutto è più reale, poiché c’è una ragazza che insegue il suo sogno di andare in America per potersi realizzare”. A proposito dei prossimi lavori ci spiega che c’è la possibilità di continuare ad essere diretta da Vincenzo De Sio in un lungometraggio che dovrebbe essere girato sempre a New York. “La Film Academy si è già espressa favorevolmente
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rispetto a questo progetto di De Sio. In ottobre torneremo là per avere, speriamo, una conferma per poter iniziare a girare. Purtroppo in Italia, soprattutto a Roma, è difficile lavorare in questo campo, poiché i progetti non vengono neppure letti e visionati. Negli Stati Uniti invece c’è più rispetto e interesse e vengono date, almeno, risposte certe. Per un attore la possibilità di poter continuamente lavorare sul campo e potersi mettere direttamente in gioco sarebbe ottimale altrimenti, – ci spiega Michela – è necessario allenarsi con la formazione.
La studio alla base è necessario poiché è fondamentale il lavoro su se stessi. Io consiglio sempre di partire con il teatro poiché questo tipo di formazione è più completa. Poi se piace il cinema è necessario, naturalmente, specializzarsi anche in questo settore”. Sulle note della canzone Inseguendo un sogno scritta e cantata da Emiliano, abbiamo quindi girato in luglio il video spostandoci da piazza Duomo, Folgaria e le cime di Panarotta, a Time Square, il ponte di Brooklyn e le strade di New York City. Le riprese sono andate molto bene e devo dire che c’è stata una bella interazione e un interessante coinvolgimento con il territorio e i suoi abitanti”. Le immagini del Trentino saranno quindi proiettate nella Big Apple in settembre e saranno trasmesse in diretta l’11 e il 12 settembre da Rai International, che opera con canali satellitari e in internet. “A Trento ci siamo anche avvalsi della collaborazione della scuola di canto di Antonella Tonini, vocal coach di Emiliano Ferrari, e - aggiunge De Sio - nei miei prossimi progetti, anche se non ci sarà più il Trentino, ci saranno sempre la trentina Michela Grigoli e la città di NY, dove in ottobre inizierò a dirigere un film.” ■
di Renzo Francescotti
È
nato a Tuzla, in Bosnia Erzegovina, quarant’anni fa Leonardo Lebenicnik, ma da quando aveva ventidue anni vive in Italia, in Trentino e nel suo sangue scorrono i geni dei suoi avi trentini. Tuzla è una città poco più grande di Trento, per metà musulmana e per un venti per cento cattolica. E il nome proprio di Lebenicnik – Leonardo – non è un nome tradotto in italiano, ma proprio un nome italiano. Il suo bisnonno di Siror, nel Primiero, dopo la grande alluvione del 1882 che sconvolse tutto il Trentino, venne via dal suo paese arrivando in Bosnia. Aveva fatto una scuola professionale e a Tuzla fece il costruttore, anche di piccole chiese. Di cognome faceva Bancher: un cognome tedesco di quei minatori che, chiamati nel Medioevo dai principi vescovi, arrivarono in Primiero a scavare pirite di rame, galena argentifera e piombo. Leonardo è anche il nome dello zio di Mercede, nonna del nostro artista,
di pietra, di legno e di ferro leONARDO LEBENICNIK, bosniaco ma originario di siror, abita a tenna e firma le sue opere con un dito... compagno di lotta e di cella di Josip Broz, meglio conosciuto come Tito, fucilato dai fascisti ustascia. Insomma, un trentino insospettabile eroe nazionale a cui è intitolata una strada a Tuzla. Ma torniamo al nostro Leonardo che studia a Tuzla, si diploma perito meccanico, si iscrive anche a ingegneria ma non la può concludere. All’inizio del 1992 era scoppiata la guerra di Bosnia; il 15 maggio ci fu nella zona uno spaventoso massacro. Leonardo era stato chiamato alle armi,
Il nostro critico d'arte, Renzo Francescotti, intervista Leonardo Lebenicnik 64
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aveva fatto l’Accademia militare, era tenente. La guerra lo disgustava (non ama parlarne). Appena poté, parafrasando Hemingway, diede l’addio alle armi e arrivò in Trentino, nel Primiero, la terra dei suoi avi. Qui fece diversi mestieri, per un periodo collaborò anche con un’organizzazione umanitaria di Roma. Leonardo è alto, atletico. Lì in Primiero, nel paradiso dolomitico vegliato dal Cimon della Pala – una cima bella come un sogno fiabesco – si appassionò ben presto alla
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montagna e divenne un rocciatore. Un’abilità che si rivelò preziosa per trovar un lavoro definitivo (bello quanto pericoloso), quello del disgaggiatore, che svolge da tredici anni. Lebenicnik ha esposto per la prima volta sue opere in una collettiva a Fiera di Primiero, nel 1995, a venticinque anni. “In quel periodo lavoravo come idraulico e per le mie prime opere utilizzai materiale del mio mestiere: tubi di rame, legno e sughero”. Un breve commento a quelle prime opere lo scrisse Giuliano Orsingher, artista primierotto affermato, che si serve per le sue istallazioni di ciottoli, legno e ferro. Qualche tempo prima Orsingher aveva mostrato a Leonardo alcune riproduzioni di sue opere chiedendogli che cosa gliene sembrava. Non gli piacevano.(“Allora non capivo niente” mi ha confessato). Dopo di allora sono seguite altre mostre, tredici per la precisione: tra le altre, nel 1997, una al Palazzo Diocleziano di Spalato (Croazia) e un’altra nella sua città natale; l’ultima è di quest’anno, dal giugno al settembre, al Rifugio Malga Kraun sul Monte di Mezzocorona. Nelle vene di Leonardo (un nome che è il massimo per un artista) scorre il sangue dei suoi avi che scavano le pietre; lui vive quotidianamente il suo lavoro a contatto con rocce, pietre, legno e ferro. Le pietre sono quelle delle pareti rocciose che deve disgaggiare: sono
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dure, mobili, belle, pericolose. Il legno è quello delle piante che crescono anche sulle rocce più incombenti, spingono tra le crepe, liberano la vita dal mondo minerale. Il ferro è quello degli attrezzi di lavoro, dei chiodi con cui Leonardo si assicura. C’è un osmosi tra questi materiali e il corpo, l’anima del disgaggiatore. Non c’è quindi da sorprendersi che Leonardo si serva di questi materiali elementari per le sue creazioni artistiche. E anche la sua è arte è “elementare ”, minimalista: vive sotto il segno della semplicità, dell’economia, del rigore, del pudore, del rifiuto di ogni orpello esibizionistico. Facciamo qualche esempio. "Pensiero rinchiuso" è una scultura del 2003, in legno e ferro. Allude a una porta, o meglio, date le
sue misure (84x45), a un’imposta di baita alpina bordata in ferro, bloccata da una chiusura lucchetto. Al centro, in verticale, quattro piccoli ciottoli lisciati da un torrente, che crescono in dimensione dal basso in alto. Ognuno di questi ciottoli racchiude una storia, un’identità, un’anima minerale racchiusa in legni antichi, anche loro con una memoria segnata da vene rinsecchite, nodi, crepe come cicatrici. "Anima di pietra" (2005) è un piccolo tronco cavo, con un ciottolo bianco a un mozzicone di ramo (mi fa pensare agli isolanti di maiolica sui pali della luce che da piccoli centravamo a sassate) e altri due ciottoli candidi nel cavo del tronco. Cosa rappresentano quei ciottoli? “Anime di pietra” per l’artista, sta a noi identificarlo, se la nostra immaginazione fanciullesca non si è pietrificata. Infine, "Quinto elemento" (2010), un’istallazione di cinque elementi scala, in ferro piegato, che culminano con ciottoli. Viene da pensare al concetto di fratelli scalati in età, all’immagine di piante, funghi, fiori. Leonardo abita nel cuore antico di Tenna, in un rustica casa di pietre e legno da lui amorosamente restaurata: nel retro un ballatoio che si apre a una splendida vista sul lago di Caldonazzo. Vi abita con la compagna Elena Broch – guarda caso primierotta, anche lei col suo cognome germanico di antichi minatori – biondissima come i figli Maja (6 anni) e Simone (un anno), belli come quadri preraffaelliti. Lì a Tenna, in un giardinetto addossato alla chiesa c’è la sua opera forse più suggestiva: il "Porfido piangente" che ha i rami realizzati con tondini di ferro piegato, il cuore e le “lacrime” di cubetti di porfido. Un'ultima curiosità: Leonardo firma le sue opera con un dito: niente firme svolazzanti, bensì una scarna e inquietante impronta digitale. ■
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di Pino Loperfido
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orreva l‘anno 1978 quando Stefano Masera venne fulminato sulla via della sei corde da un vinile in cui il mitico Andrés Segovia interpretava Johann Sebastian Bach. Fu in quel momento che il roveretano, attualmente insegnante all‘Istituto Musicale “Vivaldi” di Bolzano, prese la decisione di votarsi alla chitarra classica e di mandare al diavolo la ragioneria. Già allora, infatti, aveva capito che “la musica è arte e l‘arte è il linguaggio dello spirito”. Accade dunque che Stefano si butta subito a capofitto nello studio, con Mariano Andreolli (chitarra) e con il maestro Francesco Valdambrini (“un grande su cui sono state dette troppe cose cattive e non vere”) per quanto concerne la composizione. “Mi è sempre piaciuto scrivere melodie” dice Masera mostrandoci i numerosi cd che ha prodotto nel corso degli anni: dall‘omaggio a Renato Dionisi (musicista trentino di cui ricorre il centenario dalla nascita) ai 24 Esercizi spirituali per chitarra, da Canzoni Destate a There is a solitude of space in cui mette in musica alcune poesie di Emily
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adesso ve le suono Si chiama stefano masera, insegna chitarra al "Vivaldi" di Bolzano e ha ideato un metodo rivoluzionario per l'apprendimento della chitarra, caricando circa 300 video su youtube Dickinson con l‘aiuto del soprano Alessandra Carlin e del contralto Emanuela Rota. Ma gli anni passano e le nuove tecnologie hanno oramai allegramente avvolto le nostre esistenze: non si sottrae certo all'andazzo l‘attività artistica e didattica di Stefano Masera. Come? È presto detto. Con Youtube. “L‘idea è quella di un metodo per principianti, che più principianti non si può”. Gente che non sa nemmeno cos'è una chitarra, per intenderci, che su un pentagramma può cominciare – come per miracolo – a suonare i suoi primi brani. “I metodi tradizionali, ci ricorda Masera, hanno il grosso difetto di essere
poco progressivi”. Già. si passa direttamente dal dore-mi a Mozart. Roba che se uno non ha grandissime motivazioni dopo un po' si scoraggia e si dedica al tressette, piuttosto. E invece, il "Suono subito" del nostro intervistato propone addirittura canzoni da suonare solo con la mano destra. Canzoni originali, certo, molto semplici, ma originali. E così via digitando, fino a far sgranchire anche la mano sinistra, quella che sta sul ponte. “I pezzi classici spesso non sono graditi perché hanno un‘estetica inusuale per quest‘epoca, troppo lontana da noi. I miei invece hanno come cifra e tonalità più vicine ai giorni nostri”. E Youtube, che c‘azzecca? Beh, quasi scontata l‘idea di caricare i circa 300 brani sul più grande contenitore mondiale di filmati. Non solo le melodie principali, ma anche gli accompagnamenti di alcuni pezzi classici. Sì, insomma, un karaoke che sarebbe piaciuto molto al vecchio Amadeus e ai suoi colleghi musicisti del Settecento. Tutto il materiale è reperibile anche sul sito personale del musicista e i manuali sono acquistabili in versione rilegata su www.ilmiolibro.it ■ Pronti a cominciare?
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A
lla Ires Costruzioni sono consapevoli del fatto che al giorno d‘oggi non basta più edificare. Occorre farlo nell‘ottica di un concetto ormai imprescindibile di qualità globale, che solo l‘attenzione ai dettagli e soprattutto la passione per il proprio lavoro permette di raggiungere. Tutto questo soprattutto in un momento congiunturale difficile come quello attuale. “La nostra azienda è in continua evoluzione – dicono i titolari – e si sta adattando alla situazione”. Una struttura snella, quella della Ires Costruzioni, operante in tutta la regione e anche all‘estero, che permette di soddisfare qualsiasi esigenza della clientela: edilizia residenziale, edilizia industriale pubblica e privata. Ma ripercorriamo brevemente la trentennale vicenda di questa storica impresa trentina. La Ires Costruzioni Srl inizia l‘attività nel 1980 a Mezzolombardo. Dal 2001 ha trasferito la propria sede operativa a Lavis in Via Giuseppe di Vittorio, 16/18, dove in circa 9.000 mq di superficie di cui 2.500 coperti uso deposito e 1.400 mq adibiti ad uffici tecnico amministrativi ha trovato nuovi spazi vitali. L’impresa è specializzata nella costruzione e ristrutturazione di qualsiasi tipo di edificio. Nei trent‘anni di attività, infatti, ha realizzato strutture ricettive, ristoranti, immobili a destinazione residenziale ed industriale, uffici, campi sportivi, cinema e case di riposo. Tra le prime in Italia ad ottenere la certificazione del sistema di qualità da parte della Bureau Veritas secondo le norme UNI EN ISO 9001, la Ires Costruzioni si sta distinguendo nel campo delle costruzioni immobiliari in un periodo non proprio brillante
Costruire bene per vivere meglio grande dinamismo e nuove strategie per ires costruzioni. Standard elevati e qualità certificata per aggirare in maniera virtuosa la crisi. grande attenzione anche alla sostenibilità e al sociale per la categoria. Inoltre, “fin da tempi non sospetti – continuano i titolari – prestiamo una grande attenzione alla sostenibilità e al risparmio energetico che è diventato uno dei principi irrinunciabili del nostro lavoro”. Il grande dinamismo di questa azienda si concretizza anche in una oculata diversificazione dell‘attività, offrendo variegati servizi ai clienti. Dalla compravendita immobiliare fino alla consulenza sugli arredi d'interno. Insomma, alla Ires Costruzioni non si può dire che abbiano la presunzione – purtroppo abbastanza diffusa al giorno d‘oggi, soprattutto nella re-
altà economica trentina – di pensare che le cose rimangono sempre uguali. Occorre ricercare, muoversi in ambiti diversi e innovare. Limitarsi a chiedere sovvenzioni all‘ente
Al servizio del sociale nello sport e nell’arte
I
res Costruzioni è impegnata con discrezione – come si conviene ad attività di questo tipo – nel campo del no profit e del sociale, nel settore sportivo e in quello dell'arte. La gloriosa società noneso- bolzanina di ciclismo Graphic Line - Ires Costruzioni (ex Liquigas) ha potuto continuare ad esistere proprio grazie al sostegno dell'azienda trentina. Merita una segnalazione anche la presenza tra gli sponsor del Mezzocorona Calcio e nella Fondazione Galleria Civica di Trento.
pubblico non risolve il problema, ma rischia di incancrenirlo. L‘azienda di Lavis si è sempre posta come obiettivo primario lo sviluppo continuo e quello di realizzare delle opere conformi ai requisiti contrattuali e che soddisfino e superino le aspettative della committenza. Come ad esempio, dev‘essere avvenuto quando con la scuola materna di Romeno, primo esempio di bioedilizia applicata ad una struttura scolastica, un‘opera che resta uno dei vanti di Ires Costruzioni. Chi cercava un‘azienda in grado di realizzare infrastruttre di moderna concezione, in cui opera uno staff giovane e dinamico, una realtà produttiva attenta anche all‘ambiente e al sociale, beh, può dire ■ di averla trovata. 67
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S
ilvana Brunelli è ospite ormai da alcuni anni in Trentino soprattutto perché i suoi corsi raccolgono in Val di Non molte persone provenienti da tutta la regione. La signora Brunelli dirige infatti a Podresca in provincia di Udine un Centro studi, i cui corsi sono indirizzati all‘abilità della persona, all‘abilità di relazione e all'arte di educare. Studi ed esperienze rivolte ad uno sviluppo delle qualità umane nel prezioso processo educativo. Un‘attività di educazione pedagogica della quale abbiamo parlato con lei. “Oltre che del Centro Studi – ci dice – mi occupo pure della Vitae Onlus, un‘associazione di volontariato della quale sono presidente e che si occupa del rinnovo nel sociale. Il progetto si avvale dei contributi provenienti dalla Regione Friuli Venezia Giulia, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e di altri enti”. In Val di Non l’iniziativa è finanziata dalla Comunità Comprensorio Val di Non e gode del patrocinio dei Comuni di Tuenno, Revò, Sarnonico, Sanzeno. La responsabile organizzativa per la Val di Non è Sabrina Pasquin. Che cosa comprendono i corsi di studio? L’arte di educare è un percorso dedicato a genitori ed insegnanti motivati all‘apprendimento di nuove conoscenze e allo sviluppo delle proprie 68
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l‘arte di Educare I suoi corsi raccolgono ogni anno in val di non decine e decine di persone provenienti da tutta la regione. Silvana brunelli dirige un centro studi in provincia di udine e racconta a trentinomese cos'è l'arte di educare doti personali. Le finalità del progetto sono quelle di potenziare l‘abilità degli educatori e favorire così un contributo effettivo agli sforzi profusi per migliorare la qualità della vita nel mondo dell‘infanzia e dei giovani. Il metodo di studio, decisamente innovativo, abbina teoria e pratica. Le lezioni sono seguite da esercitazioni in cui rafforzare le abilità di relazione e di trasmissione delle nozioni e dei valori. L’arte di educare è un laboratorio in cui l‘educatore riceve e condivide conoscenza, esercizio, sostegno, esperienza di vita, rinnova e vivifica la sua motivazione di educare correttamente, riscopre il piacere e la bellezza del-
la relazione con i figli o con gli alunni, nutre l‘entusiasmo di vivere imparando. Il corso sulla relazione di coppia invece, anch’esso proposto in Val di Non si propone di mantenere e migliorare il rapporto, correggendo le disfunzioni e attivandone una nuova crescita. Quale è il riscontro avuto finora? I partecipanti che hanno frequentato i corsi di studio sono genitori, insegnanti, giovani, single e provenienti da diverse località; hanno mostrato una valida motivazione ed hanno apprezzato il lavoro svolto. In particolare, giovani molto interessati e aperti, con molta curiosità nello sviluppo
Gruppo di volontari presso la sede di Faedis
della personalità, che ricevono un nuovo slancio ed ottimismo nell’affrontare la vita. Silvana Brunelli ha un curriculum lunghissimo, numerosi infatti sono i libri pubblicati insieme al marito Silvano Brunelli. Ci piace citare, tra i tanti, “La Comunicazione, l‘arte di esprimersi e di ascoltare”, “L‘arte di educare”, “Volontà creativa”, “Educare con amore e fermezza” , “La relazione di coppia“ e “La comprensione nella coppia”. Il prossimo appuntamento in Trentino è a Sanzeno, nella splendida cornice di Casa de Gentili il 18 settembre con il corso L’arte di educare dal titolo “Insegnare le abilità di relazione” e prosegue la domenica con il corso sulla Relazione di coppia dal tema “Problemi e risoluzioni”. Orario del corso 9.30-12.30 e 13.30-17.30. Per informazioni ed iscrizioni contattare il numero 338-1821874 oppure direttamente il centro Studi Podresca al 0432.713319. Salutiamo così Silvana Brunelli, un‘entusiasta del suo lavoro, una professionista che da vent’anni opera quale ricercatrice nel campo della comunicazione e dello sviluppo delle potenzialità umane, augurandole tanti altri successi e soddisfazioni. ■
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Menù di settembre:
a 53a edizione della “Festa dell’Uva” si svolgerà a Verla di Giovo da venerdì 24 a domenica 26 settembre: tre giorni per celebrare l’uva, simbolo e tradizione della Valle di Cembra. “Folklore, Enogastronomia, Sport, Territorio, Arte”. Sono questi i cinque elementi della F.E.S.T.A. che faranno da cornice ai molteplici eventi di questa edizione in cui il centro storico di Verla sarà arricchito da vari stand, nei quali si potranno degustare vini locali, abbinati a proposte gastronomiche. Non mancheranno gli eventi culturali per conoscere meglio la nostra valle porfirica. Ci saranno mostre artistiche, ma anche serate con spettacoli musicali itineranti ed una esibizione molto particolare del Gruppo Filodrammatica di Verla. Un progetto di ampia portata sta prendendo forma grazie al Gruppo Fotoamatori Segonzano, impegnato nell’immortalare i luoghi storici della Valle di Cembra. Anche per questa edizione la Festa dell’Uva proporrà il progetto di solidarietà “Samoljòt - Un volo per la speranza” a favore dei bambini bielorussi. Le offerte raccolte lo scorso anno hanno contri-
la festa dell’uva tre giorni per celebrare l'uva, simbolo e tradizione della Valle di Cembra. La 53a edizione si svolgerà a Verla di Giovo da venerdì 24 a domenica 26 settembre buito all’acquisto di attrezzatura medica per l’ospedale pediatrico di Bobrjusk. Un’altra novità riguarda la ormai tradizionale “Marcia dell’Uva” giunta alla 22a edizione. Con i tre percorsi, di 16, 10 e 5 chilometri, lo sport intreccia la cultura, l’arte e l’enogastronomia (in collaborazione con la Cantina La-Vis Valle di Cembra). Arriverà, invece, in anticipo di una settimana il terzo convegno “Raccontami, Uva...” che si terrà la sera di venerdì 17 settembre sul colle di San Floriano, presso l’antica chiesetta dalle linee gotiche. Ci saranno tre interventi: storico, geologico ed enologico (a cura di Roberto Bazzanella, Gianni Piffer e Mario Pojer) accompagnati da musica, rappresentazioni teatrali e degu-
Insalata di capriolo, croccante di segala, piccoli frutti e dressing ai lamponi *** Tagliolini di pasta nobile ai porcini *** Duetto di maialino da latte, purea di ceci e mele aromatizzate alla fava tonca
Castel Pergine
stazioni enogastronomiche. La mostra “GrandDEua” – curata da Marco Arman e Michela Rossi – verrà inaugurata sabato 18 settembre a Villa Corniole. Un’inaugurazione dal vivo, in cui i due artisti che esporranno nei tre giorni della festa saranno impegnati nella realizzazione di un’opera. Il momento più atteso, però, che caratterizza questi tre giorni, il fulcro centrale attorno a cui ruota il senso e la tradizione decennale della Festa dell’Uva, è rappresentato sicuramente dalla sfilata dei carri allegorici. Migliaia di visitatori attendono e apprezzano questo momento, vissuto invece intensamente e con un giusto spirito di competitività dai gruppi allestitori dei carri allegorici. Ogni anno molte persone portano avan-
ti con impegno e caparbietà questo che è ormai diventato un vero “rito” di fine vendemmia. ■
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esempio, i capi Degradé, per le taglie morbide oppure le proposte di alcuni stilisti della nouvelle vague giapponese e portoghese. A Mazzabubù si respira un'aria d’altri tempi. Non solo per via del nome che omaggia uno dei successi della grande Gabriella Ferri, ma proprio per la struttura e il concept stesso del negozio. Accanto all’abbigliamento esclusivamente femminile, infatti, Manuela e Barbara propongono alla propria clientela accessori molto ricercati (collane, occhiali da sole, ecc.) ma anche rarissimi oggetti di design come lampade e altro
ancora. Insomma, tutto da vedere questo Mazzabubù proprio perché riserva sorprese inaspettate. Ad esempio, scopriamo con piacere l’interazione che Manuela e Barbara amano mantenere con il
mondo dell’arte. “Ospitiamo amici artisti che qui espongono i loro quadri, ma anche i prodotti di designer trentini come ad esempio Dalaleo, borse e cinture fatte con le linguette delle lattine da una cooperativa di donne brasiliane”. Poi, nel giorno di chiusura – il mercoledì – le due titolari anziché riposare vanno in trasferta, dai principali grossisti di Milano e di Bologna, proprio per garantire in maniera tempestiva le principali novità del settore. ■
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volte i negozi sono delle porte che danno sulla novità, punti d’accesso che concedono ai clienti l'opportunità di conoscere non solo nuovi prodotti, ma anche una nuova concezione dello shopping. Una di queste “porte” l’abbiamo imboccata a Pergine Valsugana, in via Crivelli, giusto nella piazzetta dietro il Municipio vecchio, e il suo nome è “Mazzabubù”. No, non un semplice negozio di vestiti come ce ne sono tanti, bensì un’attività dedicata al magico “vintage” e non solo. Ad accoglierci, Manuela e Barbara, le titolari che si affrettano a spiegarci che un negozio vintage non è, come spesso si travisa, un mercatino dell’usato, ma un vero e proprio centro di ricerca negli stili degli anni passati che adesso vanno così tanto di moda. “Si tratta di un ritorno – ci spiega Manuela – all’epoca d’oro della moda. Era infatti negli anni Sessanta e Settanta che circolavano i veri grandi nomi del settore”. Nessun vincolo di campionario, capi unici e quindi grande esclusività. Ogni vestito viene rigenerato. Fornitore è A.N.G.E.L.O. di Lugo di Romagna, il must del Vintage in Italia. Accanto ai capi d’alta moda vintage, Mazzabubù propone anche linee tradizionali. Con alcune scelte particolari. Ad
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a passione per il buon vino mi ha spinto ad affrontare una difficile, ma entusiasmante sfida: far nascere una piccola, modernissima cantina, dove il soggetto principale di ogni attenzione torni ad essere, per l’appunto, il buon vino. Vi aspetto per una visita ed un piacevole momento di degustazione, con la possibilità di acquistare il mio vino sia in bottiglia che in damigiane...
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di Fabio De Santi
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re serate in cui si intrecciano arte, teatro e performance sonore: sono quelle proposte dalla seconda edizione di MesiArte10 dal 15 al 17 settembre nel parco della facoltà di Mesiano. Un’iniziativa dell’Asut realizzata in collaborazione con Associazione Oz, Spazio Off, Associazione Il Funambolo, Circolo Wallenda. MesiArte quest’anno si apre agli artisti provenienti da fuori regione con l’idea di costruire uno spazio indipendente aperto all’arte e alla creatività che abbia due punti di forza: da una parte il parco e la terrazza della Facoltà di Ingegneria, dall’altra la qualità e la sperimentalità della proposta culturale. Le tre serate, che hanno come tema portante quello del costruire, avranno inizio verso le 19 con un aperitivo letterario a tema anch‘esso, per poi proseguire alle 21 con le performance teatrali, e subito dopo con quelle musi-
A mesiarte teatro e... la seconda edizione del festival È prevista dal 15 al 17 settembre nel parco della facoltà di Mesiano: Tre serate in cui si intrecciano arte, teatro e performance sonore cali, per concludere le serate attorno alla mezzanotte. Si inizia mercoledì 15, alle 19, con “La fabbrica delle parole“ a cura de il Funambolo mentre alle ore 21.30 spettacolo teatrale proposto da Plumes dans la tete/Silvia Costa “Formazione pagana_insorta distesa” e a chiudere la serata i suoni di Johnny Mox. Giovedì sera dopo la terrazza letteraria (aperitivo) ecco “Costruzioni“ sempre a cura de il Funambolo: come nelle cantine letterarie del
Wallenda, così, anche a cielo aperto, c’è un microfono a disposizione di tutti quelli che scrivono a tema e leggono in pubblico. A seguire la performance teatrale “Dc12v” dei Teatrino Elettrico: un teatrino in cui l’elettricità è il vero motore di tutto, ciò che attiva i congegni e ne assicura la fruizione. Spazio poi al progetto Marco Parente + Cane Nero: dall’incontro delle canzoni chitarra e voce di Marco Parente e lo scratch “puro” su di un solo piatto del
fuoriclasse canenero nasce un progetto curioso e originale, in cui il repertorio del cantautore viene smontato e rimesso insieme secondo nuove regole ritmiche e armoniche. Venerdì 17 si inizia con terrazza letteraria nel segno di “Calcestruzzi“ a cura di Goghi & Goghi seguiti dalla performance teatrale “Immobili” proposta da Giulio Costa ed Elsa Bossi e dai suoni del progetto “Io sono un cane”. L'ingresso alle tre serate è li■ bero.
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In viaggio verso l’ignoto L’archeologia fotografata da Elena Munerati
17 settembre – 28 novembre 2010 S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas Trento, piazza Cesare Battisti Orario da martedì a domenica fino al 30 settembre ore 9.30-13.00/14.00-18.00 dal 1 ottobre ore 9.00-13.00/14.00-17.30 Informazioni tel. 0461 492161 www.trentinocultura.net/archeologia.asp
Provincia autonoma di Trento Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici
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i chiama Strade d’Arte – Strade d’Artingegna la proposta artistica che dal 10 al 12 settembre arricchirà Artingegna, la mostra provinciale dell’artigianato organizzata da CEii Trentino con il supporto dell’Assessorato all’Industria, Artigianato e Commercio e con la collaborazione dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della provincia di Trento. Tutti i giorni, Via Rialto, Piazza San Marco, Via della Terra e Piazza Malfatti si trasformeranno in Strade d’Arte, Strade d’Artingegna, un percorso di eventi fra cultura, musica e danze sotto la direzione artistica di Paolo Fanini. Sarà Robert Weissbourd l’ospite del convegno L’energia del futuro per l’economia del presente, inserito all’interno dell’ampio programma. Il consulente di Barack Obama, esperto in materie economiche, parlerà al pubblico sabato 11 settem-
Strade d’artingegna Dal 10 al 12 settembre, all’interno della mostra provinciale dell’artigianato, Il centro storico di Rovereto si anima con performance, spettacoli e musica bre alla Sala Conferenze del Mart (alle 10) intervistato dal giornalista trentino Alberto Faustini. L’incontro è aperto a tutti coloro che hanno piacere di conoscere lo spirito dell’America eco-sostenibile, per fare un confronto con il nostro sistema territoriale. In sintonia con il tema di Artingegna 2010, L’ENERGIA, sarà rimarcato il ruolo sempre più importante dell’utilizzo delle energie rinnovabili nel contesto di un’economia globale in continua evoluzione. Robert
Weissbourd ci aiuterà a fare una seria riflessione sulle fonti rinnovabili come motore di sviluppo di nuovi settori economici. Interessante sarà scoprire se e come gli interventi avviati oltreoceano possano essere compatibili con la nostra economia, legata a doppio filo con le tradizioni, la cultura e il territorio. Sarà invece l’energia di Simone Cristicchi, il cantante romano famoso per gli originali testi delle canzoni e per la sua bizzarra capigliatura, ad animare
il sabato sera di Artingegna. Il concerto, ad ingresso gratuito, è previsto per sabato 11 settembre alle ore 21 in via Lungo Leno Sinistro (all’area ex Bimac), a ridosso del centro storico e quindi degli stand espositivi di Artingegna. L’eclettico artista proporrà per la prima volta con la sua band in Trentino alcuni brani tratti dal suo nuovo disco “Grand Hotel Cristicchi”, che dà il nome anche al tour estivo 2010, uno spettacolo ■ dall’animo rock.
L’ARCHEOLOGIA FOTOGRAFATA DA ELENA MUNERATI Allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas dal 17 settembre
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un dialogo affascinante e ricco di sfaccettature, tra passato e contemporaneità, quello che scaturisce dalla mostra “In viaggio verso l’ignoto. L’archeologia fotografata da Elena Munerati” ospitata dal 17 settembre al 28 novembre prossimi nella preziosa cornice dello Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, a Trento, sotto piazza Cesare Battisti, tra le vestigia dell’antica Tridentum romana. L’iniziativa è della Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento che ha così inteso rendere omaggio a Elena Munerati, grande fotografa che nel corso degli anni ha documentato, e documenta tuttora, con maestria e passione la storia e le vicende dell’archeologia trentina. Sono oltre cinquanta le immagini, tutte in bianco e nero realizzate e stampate
con tecniche esclusivamente manuali, presenti nella mostra, curata da Lorenza Endrizzi con la collaborazione di Susanna Fruet, mentre il progetto di allestimento e grafico è di Roberto Festi. Si tratta di scatti di particolare suggestione che raccontano, attraverso un lungo percorso artistico, una personale visione delle antiche testimonianze dell’uomo. Scatti imprevisti e originali al di là del soggetto, da cui emergono una spiccata sensibilità nel catturare dettagli inediti, uno sguardo ricco di intensità e di profonda poesia. Un viaggio verso l’ignoto, in un passato che l’obiettivo di Elena Munerati rende sorprendentemente contemporaneo. La mostra è visitabile fino al 28 novembre da martedì a domenica con orario 9.3013/14-18 (fino al 30 settembre) e dal 1 ottobre 9-13/14-17.30.
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www.arcoasburgica.it
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a macchina del tempo è stata inventata ed esiste ad Arco in due week-end di settembre (4-5 e 11-12). “Arco asburgica” è una rievocazione storica che con i suoi appuntamenti intende riproporre nella deliziosa cittadina di Arco l’atmosfera di signorile disincanto che si viveva nella seconda metà del secolo scorso, quando, al seguito dell’Arciduca Alberto d’Asburgo, cugino dell’Imperatore Francesco Giuseppe, che vi si fece co-
struire una residenza, svernavano nella città delle palme e dell’ulivo i più bei nomi della nobiltà e della ricca borghesia mitteleuropea. Tanti gli eventi proposti nell’ambito di Arco Asburgica. Il villaggio dei
ad Arco son tornati gli asburgo in due week end la rievocazione storica che intende riproporre nella deliziosa cittadina di Arco l’atmosfera di signorile disincanto che si viveva nella seconda metà del secolo scorso mestieri: Innanzitutto, è previsto l’allestimento di un ipotetico villaggio formato da 10/15 botteghe ricostruite, in box precedentemente realizzati, dentro i quali vecchi artigiani lavoreranno e illustreranno le caratteristiche della loro attività. La manualità e la professionalità dei vecchi artigiani costituirà il filo che lega l’artigianato di ieri e alcune particolari attività dell’artigianato odierno rappresen-
tate nella rassegna. Quarto concorso ferro battuto: Il concorso si svolgerà in due giornate durante le quali ai concorrenti verrà consegnato un determinato quantitativo di materia prima (ferro dolce) per elaborare un’opera a tema libero con ausilio di forgia, incudine e martelli. Un’apposita giuria decreterà il vincitore al quale spetterà il premio di rappresentanza e il premio in natura economica.
Il programma Sabato 04.09.2010 Centro storico Ore 15.00 Benvenuto alla Corte Asburgica da parte del Podestà. Durante la giornata esibizione dei Mastri Fiorai, con annesso I° concorso nazionale di Composizione a tema: Giovanni Segantini. Ore 16.00 Concerto corale al Parco Arciducale. Ore 17.00 Aperitivo sulla veranda del Casinò con la corte Asburgica e i suoi ospiti. Allieterà gruppo musicale folk. Piazzale Segantini Ore 20.30 A cena con la corte Asburgica. Serata d’onore con piatti tipici e la “Carne Salada”, musica con orchestra e corpo di ballo Asburgico.
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Domenica 05.09.2010 Viale delle Palme Ore 15.00 Inizio manifestazione "Arco com’era" con varie situazioni di un tempo. Esibizioni dei vecchi mestieri. Rappresentazioni dei vari gruppi Folk del trentino. Esibizione dei Mastri Fiorai al concorso Giovanni Segantini. Ore 16.30 Premiazione dei Mastri Fiorai. Ore 17.00 La Corte ascolta. . . musica per tutti. Durante tutta la giornata sarà aperta l’osteria del gusto con prodotti tipici trentini.
Cena tipica e ballo: Infine, nella stupenda cornice delle piazze centrali di Arco sarà servita una cena con menù caratteristico tipico del periodo fine ottocento con la presenza dei figuranti della Corte Asburgica e della rievocazione storica. Allieterà la serata l’orchestra Caffè Concerto Strauss. All’evento sarà possibile partecipare su prenotazione e pagamento di € 20 a persona. ■
Sabato 11.09.2010 Viale delle Palme Ore 8.00-22.00 4º Rassegna artisti del ferro battuto. Ore 11.00-22.00 Apertura osteria del gusto con la nostra carne salada e fasoi. Dalle ore 19.30 Spettacolo con il Ballo Country. Dalle ore 20.00 Pasta Party. Domenica 12.09.2010 Viale delle Palme Ore 8.00-15.00 4º rassegna artisti del ferro battuto. Parcheggio Foro Boario Trattori in Piazza. Giornata con raduno e sfilata trattori d’epoca per le vie di Arco. Viale delle Palme Ore 16.00 Chiusura rassegna del ferro battuto e premiazione all’artista. Ore 11.00-17.00 Osteria del gusto con carne salada e fasoi.
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è anche un evento teatrale originale ed inedito tra le tantissime proposte dell’edizione 2010 della mostra temporanea «Olivi a confronto», promossa da Villino Campi, il centro di valorizzazione scientifica del Garda: «Bella d’olivo rigogliosa pianta» – a cura di «Teatro per caso» – propone questa affascinante pianta e il lavoro che l’uomo fin da tempi antichissimi le dedica come modello di sostenibilità ambientale. Una produzione Villino Campi, Comune di Riva del Garda e compagnia Teatro per Caso che dopo la
Bella d’olivo rigogliosa pianta un Evento teatrale didattico-ambientale che dopo la prima di giugno è in replica sabato 11 settembre sul lungolago rivano. con la compagnia "Teatro per Caso" vita, dalle radici all’olio, dalla potatura alla raccolta, dal piano materico a quello eterico. «Bella d'olivo rigogliosa pianta» – testo e regia di Rosamaria Maino – vuol essere una vera esperienza prima ancora che un evento teatrale: osservare i contadini che lavorano nelle olivaie, studiare le espressioni dei loro volti, toccare, annusa-
re, assaggiare l'oggetto delle loro cure, ascoltare i loro racconti. Un evento in cui si coglie l’insegnamento degli uomini e quello delle piante. D’altronde, l'olivo vive una vita «sostenibile» esemplare, caratterizzata da frugalità, semplicità, longevità e bellezza. Il testo teatrale attinge anche alle interviste raccolte nella
nuova pubblicazione «Voci di terra», frutto della ricerca, condotta da Sara Maino, sulla memoria individuale e collettiva legata all’olivicoltura e alla produzione dell'olio nel territorio dell'Alto Garda e della conca lacustre. L’evento teatrale rappresenta, di fatto, un documento vivente sulla coltura e sulla cultura dell’olivo. ■
La FIERA DELLE VACANZE IN BICI
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prima di giugno è in replica sabato 11 settembre sul lungolago rivano, alle 18 e alle 19, presso il Villino. L’ingresso è libero, è richiesta la prenotazione telefonando al numero 0461.493763. Un evento teatrale agile ed essenziale in cui lo spettatore si trasforma, di volta in volta, in contadino, assaggiatore, contemplatore, poeta; inoltre, un delicato accompagnamento musicale dal vivo, a cura di Luminita Evy Dirlosan: la narrazione si compone di cinque azioni sceniche che ricalcano la struttura dell’albero e le fasi della sua 78
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all’11 al 12 settembre 2010 Levico Terme ospiterà la terza edizione della “Fiera delle vacanze in bici”, dedicata all’offerta di vacanze legate alle attività cicloturistiche e di mountain bike. Si tratta della prima manifestazione interamente dedicata al turismo in bicicletta e mountain bike, un turismo che sta conoscendo un momento di particolare popolarità, se si considerano i numeri dei passaggi sulla sola rete trentina dei percorsi ciclabili che si incrementano da una stagione all’altra. La “Fiera delle vacanze in bici” sarà una vetrina per far conoscere ad un ampio pubblico di appassionati della vacanza attiva sulle due ruote le numerose opportunità (proposte e pacchetti turistici) offerte in primis dal Trentino (con i suoi 400 km di piste ciclabili, le centinaia di percorsi per le mountain bike, importanti manifestazioni sportive, bike hotel) e anche dalle altre regioni italiane. Cuore della manifestazione sarà il Palalevico: all’interno e all’esterno della struttura congressuale sorgerà un vero e proprio “villaggio” delle bici e delle vacanze che accoglierà i diversi espositori suddivisi tra il settore commerciale dedicato alle due ruote, aziende, editori, scuole di mountain bike, associazioni, e quello del turismo con le proposte di vacanza in bici di tour operator, consorzi e aziende di soggiorno di molte province italiane, per cicloturisti e appassionati della mountain bike. Tra le adesioni significative annunciate quelle del Touring Club Italiano, dell’Agenzia per il turismo della provincia di Varese, del Comune di Brescello sede del Museo di Peppone e don Camillo, delle Terme di Salsomaggiore, del Consorzio Sardinia, del Comune di Lamon, della Comunità di San Patrignano che presenterà il Progetto Bici Doc, della Federparchi, oltre a numerose agenzie di viaggio dell’alta Italia, ditte e negozi di bici ed abbigliamento sportivo.
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on la sua esplorazione continua, folle, circolare della parola, esplorazione che diventa quasi filologica, Alessandro Bergonzoni si è ritagliato uno spazio unico, come unica è la sua vis artistica, nella scena italiana. Proprio l’artista felsineo sarà protagonista dello spettacolo che si terrà l’11 settembre in Piazza Dante nell’ambito delle iniziative per i trent’anni di QuestoTrentino. Da anni Bergonzoni propone nei suoi spettacoli una comicità, se cosi la vogliamo definire, in cui il suo monologare si trasforma sempre in un parlare serrato in cui le parole fluiscono, si intrecciano per esplodere in tantissimi frammenti ricchi spesso di non sense. Grazie a performance come quelle legate ad uno dei suoi spettacoli più noti, leggasi "Madornale 33", Alessandro Bergonzoni ha dimostrato incredibili capacità affabulatorie in cui si specchiano i suoi funambolici giochi di parole che si intrecciano in performance teatrali davvero uniche. I suoi personaggi come Fufyo e Shinai sono rimasti unici nella loro ricerca delle 33
madornale bergonzoni l’artista felsineo sarà protagonista dello spettacolo che si terrà l’11 settembre in Piazza Dante nell’ambito delle iniziative per i trent’anni del mensile QuestoTrentino verità fondamentali dell'esistenza. "Madornale 33" è uno degli esempi più riusciti di una produzione teatrale in cui Bergonzoni sul palco innesca una serie di riflessioni, classificazioni, giochi di parole senza (apparente) filo conduttore. Mentre in realtà Alessandro, e sembra quasi impossibile da pensare per chi ha già assistito alla sue performance, lascia ben poco all'improvvisazione nel suo viaggio interminabile nel mondo dell'assurdo. Come sempre negli spettacoli di Bergonzoni il pubblico si dovrà preparare ad un autentico diluvio giocoso di parole, aggettivi, frasi, verbi distorti, classificazioni e appunto
scioglilingua improbabili. Fin dai suoi primi spettacoli, realizzati insieme a Claudio Calabrò, Bergonzoni ha sviluppato i temi comici che diventeranno fondamentali nei suoi successivi lavori: il rifiuto del reale come riferimento artistico, la scomposizione linguistica e l’assurdo come
mondo comico da esplorare a tutto campo. Parliamo di “Non è morto nè Flic nè Floc” (che porta ad Alessandro Bergonzoni i primi riconoscimenti sia da parte della critica ) che da parte del grande pubblico e di “Le balene restino sedute” titolo anche del suo primo libro. ■
DANTE ALIGHIERI NEI MUSEI DI RONZONE
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uattrocentootto quadri complessivi per l’omaggio a Dante Alighieri nei musei di Ronzone: 161 fogli sono riservati a francobolli ed altri documenti postali, 19 alle vecchie e simpatiche figurine emesse a suo tempo da Liebig e Lavazza ed i rimanenti 228 fogli costituiscono una fortissima raccolta di cartoline. Una mostra inedita quella che i Musei di Ronzone propongono fino a fine settembre servendosi della ricca collezione di Luciana Recla per parlare di Dante Alighieri, per omaggio alla vita del sommo Poeta ed alla sua Divina Commedia. Dante: immagini, parole e visioni. In un viaggio tra le parole e le visioni del grande
fiorentino, Inferno, Purgatorio e Pradiso prendono immagine nel tratto grafico e pittorico della cartolina d’autore. Tra gli interessanti pezzi esposti, tutti del secolo scorso, una piccola sezione è dedicata anche alla costruzione del monumento a Dante di Trento con cartoline e ritagli di giornali d’epoca. La mostra ha avuto un visitatore particolare, che si è congratulato con l’autrice, nella persona del prof. Piero Leopardi di Torino, storico e divulgatore in forma teatrale della letteratura italiana, a Ronzone a cura dei Musei, per una applaudita conferenza su Dante Alighieri con commento ed interpretazione di passi della prima cantica della Divina Commedia, l'arcinoto Inferno.
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arà Ginevra Di Marco, la cantautrice già voce dei Csi e dei PGR, l’ospite della XXII edizione del “Premio Paolo Pavanello” dedicato ai giovani cantautori italiani che si terrà a Trento il prossimo 4 settembre, in piazza Battisti. Un concorso che si è ritagliato un rilievo nazionale nel mondo del cantautorato grazie all’impegno che da anni caratterizza la Pro Cultura, con tutta la passione di Renzo Francescotti, anima del "Pavanello", pronto ad organizzare anche questa manifestazione insieme al Centro S. Chiara, alla Pro Cultura e a Gulliver Studio. Ginevra Di Marco, fiorentina classe 1970, si fa conoscere dal pubblico più attento al rock italiano nel 1993 quando partecipa come ospite nel disco Ko de mondo dei CSI. Le sue qualità vocali la fanno subito notare, e già dal seguente disco In quiete, registrato dal vivo, la si può considerare prima
ginevra al “pavanello” Sarà Ginevra Di Marco l’ospite del Premio “Pavanello” dedicato ai giovani cantautori che si terrà a Trento sabato 4 settembre voce al fianco di Giovanni Lindo Ferretti, cantante del gruppo. Nel frattempo, dal 1999, avvia una parallela carriera solista con la collaborazione di Francesco Magnelli, anch'egli componente dei CSI, nonché compagno di vita. Il suo primo disco solista è “Trama tenue” lavoro a cui collaborano anche musicisti come Max Gazzè e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz. Ginevra incide quindi nel 2005 “Disincanto” e l’anno
seguente “Stazioni lunari prende terra a Puerto Libre” con il quale inizia la sua ricerca fra i canti dal margine della Storia, un mondo profondo e dimenticato, ripreso anche nel suo ultimo disco “Donna Ginevra”. Il Premio “Paolo Pavanello” che ha una cadenza biennale, è rivolto ad artisti singoli o in gruppo che siano autori e compositori delle canzoni presentate che devono avere compiuto il diciottesimo anno di età e
non avere superato il trentacinquesimo. Il Premio dedicato a nuovi talenti della canzone di qualità presenti e residenti su tutto il territorio italiano prevede fra i suoi riconoscimenti la targa “Paolo Pavanello 2010” del Maestro Mastro Sette mentre al vincitore l’Etichetta Gulliver Studio garantirà la produzione della sua “opera prima” consistente nella produzione di un cd/demo contenente almeno quattro brani inediti. ■
quindici volte Magnalonga Domenica 5 settembre, dal parco legat di volano a castel beseno
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a Magnalonga dell’Alta Vallagarina riscuote di anno in anno sempre più successo ed è così giunta alla sua XVesima edizione “I colori della terra”. L’appuntamento sarà quest’anno il 5 settembre al Parco Legat di Volano dove, alle 11.30, ci si potrà iscrivere all’evento e partire quindi alla volta di Besenello per un “magna magna” fino a Calliano tutto immerso nella campagna lagarina e quindi a Castel Beseno. Il menu proposto stuzzica i palati più raffinati e grazie alla collaborazione con l’Associazione Celiachia Italiana anche le persone intolleranti al glutine potranno assaporare tutte le pietanze proposte che come ogni anno saranno accompagnate da ottimi vini trentini. Tra yogurt con confettura per cominciare a carburare, passando poi per filetto di lonza con verdure, canederli, spätzle, carrè di maiale, lucanica fresca, polenta e crauti, formaggi di stagione, piccoli frutti e chiudendo infine con caffè, gelato e grappe trentine, davvero non sarà possibile arrivare alla fine dei 9 chilometri di “marcia” privi di energie. www.lamagnalonga.org
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omaggio a gianni rodari in valle dei laghi, undici appuntamenti tra spettacoli, letture e una mostra dedicati all’opera del Maestro di Omegna
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l 16 settembre a Vezzano inaugura il progetto Rodari incontra la Valle dei Laghi: 11 appuntamenti tra spettacoli, letture e una mostra dedicati all’opera del Maestro di Omegna nell’anno in cui ricorre l’anniversario della nascita e della morte. Gli eventi ad ingresso libero sono in programma fino al 25 settembre nei teatri e biblioteche della Valle dei Laghi. Nel 2010 ricorre un doppio anniversario: novant’anni
dalla nascita e trenta dalla morte di Gianni Rodari, (Omega 23/10/1920 - Roma 14/4/1980), insegnante elementare, giornalista, scrittore e pedagogista tra i più letti e tradotti in tutto il mondo. Alcune delle sue opere più note sono dei classici per bambini e adulti: Filastrocche in cielo e in terra (Einaudi, 1960), Favole al telefono (Einaudi, 1960), La Freccia Azzurra (Editori Riuniti, 1964), C’era due volte il barone Lam-
berto (Einaudi, 1978). Celebri sono le collaborazioni con alcuni tra i principali illustratori di libri per ragazzi, quali Bruno Munari ed Emanuele Luzzati. Molti suoi libri hanno trovato vasta eco in tutto il mondo, con traduzione in decine di lingue. Sin dall’inizio la sua produzione letteraria è accompagnata dalla riflessione teorica, che ne farà una figura di riferimento per insegnanti, bibliotecari e pedagoghi. Di particolare impor-
tanza è La grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, uscita per i tipi di Einaudi nel 1973. Dal 16 al 25 settembre la Fondazione Aida e la Commissione Culturale Intercomunale Valle dei Laghi con il contributo della Provincia Autonoma di Trento rendono omaggio all’opera del Maestro presentando un cartellone di 11 eventi tra spettacoli, una mostra e una lettura animata presso le Biblioteche
"terra in bocca": i giganti contro la mafia il 25 settembre all’Auditorium di Rovereto nell’ambito di EDUCA
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ettete dei fiori nei nostri cannoni era scritto in un cartello sulla schiena di ragazzi che senza conoscersi, di città diverse, socialmente differenti in giro per le strade della loro città cantavano la loro proposta,ora pare ci sarà un'inchiesta." Si può incominciare a raccontare con queste parole l’appuntamento fra dialogo e concerto “Generazioni contro le mafie” che si terrà il 25 settembre all’Auditorium Melotti di Rovereto nell’ambito di EDUCA 2010 (inizio ore 21). Protagonisti dell’incontro coordinato da Brunetto Salvarani saranno Nando Dalla Chiesa ed Enrico Maria Papes anima della storica band del beat italiano. A seguire lo spettacolo “Terra in bocca - poesia di un delitto. Un omaggio ai Giganti 40 anni dopo: la bellezza delle note per la bellezza della libertà contro le mafie e la censura” presentato da Spaziomusica
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Ensemble e Sacher Quartet. I Giganti, senza dubbio un gruppo beat tra i più amati degli anni Sessanta lanciarono tra il 1970 e il 1971 un disco “rivoluzionario”: Terra in bocca: poesia di un delitto. Una svolta radicale e importante nel loro repertorio, da ogni punto di vista. Il disco è uno dei primi concept album italiani e tratta di un delitto di mafia intorno alla lotta per l’acqua in un paese siciliano. Una scelta coraggiosa ma fatale visto che l’album dei Giganti subisce una subdola, spietata, totale censura. Protagonisti dello spettacolo, impreziosito anche dalla presenza di Papes, saranno i musicisti della Spaziomusica ensemble (Cristiano Callegari, Matteo Callegari, Mariano Nocito, Marco Prestini, Stefano Resca, Marco Scipione, Paolo Terlingo) ed il quartetto vocale “Sacher Quartet” (Laura Marchesi, Alberto Favale, Giuliano Ferrari, Alfredo Turicci).
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e i teatri dei Comuni di Calavino, Cavedine, Lasino, Padergnone, Terlago e Vezzano. Il primo appuntamento è giovedì 16 settembre alle 18 presso la galleria del Teatro Valle dei Laghi in occasione dell’inaugurazione de “Il mio Teatro”, la mostra realizzata con la consulenza della moglie Maria Teresa Rodari che illustra il rapporto tra Rodari, il teatro e gli artisti che si sono ispirati alla sua opera. Formata da 70 quadri e dedicata al rapporto tra Rodari e il teatro, dunque anche tra Rodari e Luzzati (straordinario illustratore delle sue storie, ma anche scenografo dei suoi spettacoli), l’esposizione si compone di materiali inediti, fotografie, bozzetti originali, disegni, manifesti e altro ancora, con le immagini che descrivono il rapporto con il teatro “alto”, lo stabile di Roma o di Torino, ma anche con quello “basso”, gli spettacoli di burattini per i quali, come dice Mariano Dolci: “Rodari avrebbe voluto aver scritto di più”. Gli spettacoli teatrali in programma sono le quattro produzioni per i ragazzi allestite da Fondazione Aida: “La freccia Azzurra”, una moderna storia di Natale portata sul grande schermo con successo da Enzo D’Alò alcuni anni
fa in programma venerdì 17 settembre alle 20,30 presso il Teatro di Padergnone, “Piccoli Vagabondi”, la storia di tre ragazzi che, nell’immediato dopoguerra, costretti ad abbandonare il loro povero villaggio fra le montagne di Cassino, intraprendono un lungo viaggio alla scoperta dell’Italia. Le loro vicende si intrecciano a incontri con gente di ogni condizione, alle lotte dei contadini per la terra, alla drammatica alluvione del Polesine in programma domenica 19 settembre al Teatro di Terlago. Il 24 settembre presso il Teatro di Vigo Cavedine si alzerà il sipario de “La grammatica della fantasia” il nuovo spettacolo con Marta Zanetti e Monica Ceccardi per la regia di Maura Pettorusso che prende spunto dal metodo per inventare storie e sviluppare l’immaginazione creativa che Rodari descrive nel suo libro. Lo spettacolo è un dialogo surreale tra due personaggi in bilico tra magia e povertà, che procede tra un turbinio di errori, disavventure e nuovi inizi. L’ultima rappresentazione è in programma il 25 settembre al Teatro di Sarche con “Un treno carico di filastrocche” tratto dalle filastrocche con canzoni eseguite dal vivo da Flora Sarrubbo, Irene Fioravante e Massimo Lazzeri che firma anche la regia. La lettura animata incentrata sul libro Le torte in cielo di Gianni Rodari prevede la lettura di uno dei racconti e un gioco con il coinvolgimento attivo dei bambini presenti e si concluderà tutti a far merenda con un dolce, come suggerisce il titolo. La lettura si terrà nella Biblioteche di Padergnone, Terlago e Vezzano il 18 settembre alle ore 10.30 e alle ore 15, di Lasino il 23 settembre alle 17 e a Cavedine e Calavino rispettivamente il 24 e il 25 settembre alle 17 ■ e 14.30.
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a venti anni, ormai, l’Associazione Mozart Italia si distingue per l’instancabile mecenatismo a favore dei giovani talenti, per l’altissimo livello delle proposte musicali, per la peculiare capacità di alternare l’approfondimento colto con gli appuntamenti giocosi, per l’apertura internazionale (Casa Mozart è un luogo speciale, dove in ogni stagione risuonano, con le musiche più belle, le lingue di tutto il mondo!). La Settimana Mozartiana 2010 riconferma con orgoglio tutte queste caratteristiche e, in omaggio al grande salisburghese, promuove un cartellone così ricco e completo da lasciare senza fiato. A cominciare dal concerto di apertura, con il grande pianista Roberto Cappello (Rovereto – Sala Filarmonica, giovedì 16 ore 17), per proseguire con gli importanti ospiti dei Palazzi storici della Vallagarina legati a Mozart e alla sua famiglia: dal Quartetto di Venezia (Nogaredo – Palazzo Lodron, sabato 18 settembre ore 17.00), al duo Fabrizio Von Arx- Bruno Canino (Villalagarina – Palazzo Libera, domenica 19 settembre ore 11.00), fino al Quintetto a fiati composto dai vincitori del 5° ConcorMario Brunello
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7 giorni con mozart La Settimana Mozartiana, con un cartellone ricco e completo, si svolgerà a Rovereto e nei centri della Vallagarina dal 16 al 19 settembre so Internazionale AUDIMozart! (Ala – Palazzo De Pizzini, domenica 19 settembre ore 11). Non mancheranno, poi, gli attesi appuntamenti con l’orchestra. Protagonista assoluta di questa edizione sarà l’Orchestra Musisches Gymnasium Salzburg, diretta da Markus Obereder e composta da giovani musicisti di talento. Il complesso austriaco, che abbiamo imparato ad apprezzare e ad amare in molteplici occasioni, per questa Settimana Mozartiana si esibirà anche in collaborazione con solisti di fama: dal pianista Roberto Issoglio (Torino – Auditorium del Politecnico, mercoledì 15 settembre ore 18.30), alla pianista e direttore d’orchestra Letizia Michielon (Venezia, sabato 18 set-
Roberto Cappello
tembre, ore 20.45), oltre che con i bravissimi cinque fiati vincitori di AUDIMozart! 2010 (Borgo Valsugana – Auditorium, venerdì 17 settembre ore 20.45). Una pagina particolarmente ricca viene offerta dai e ai giovanissimi, grazie all’intensa attività della nostra sezione giovanile Mozart Boys&Girls e al felice collaudato gemellaggio con i 100 Mozart-Kinder, i giovani della MozartGesellschaft della Sassonia. Ben tre, e tutti con produzioni originali, saranno gli appuntamenti di questo segmento: dalla fiaba musicale “Il lupo e i sette caprettini” dove tutti (dai bambini ai nonni) sono invitati a partecipare da protagonisti attivi (Borgo Sacco – Scuola Materna “S.Antonio”, venerdì 17 settembre ore
15.30), al concerto con un programma accattivante proposto dai 100 Mozart-Kinder (Rovereto – Sala Filarmonica, sabato 18 settembre ore 16), fino all’Omaggio a Chopin con il concerto-spettacolo dei Mozart Boys&Girls “Un inverno a Majorca. George Sand ci racconta Frederik Chopin” (Rovereto – Casa Mozart, domenica 19 settembre ore 11). E non finisce qui! Il cartellone propone, infatti, altri quattro appuntamenti davvero esclusivi. Indimenticabile sarà la serata dal titolo “Mozart’s still alive” con il Gruppo MOZart. L’ensemble polacco è conosciuto in tutto il mondo per il suoi concerti in stile “cabaret”, dove cultura e intelligenza musicale si intrecciano all’umorismo più pazzo e genuino (Rovereto – Auditorium Melotti, venerdì 17 settembre ore 20.45). Infine il concerto di chiusura “BBE – Brunello Baroque Experience” con il violoncellista Mario Brunello, stella internazionale della grande musica (Rovereto – Auditorium Melotti, domenica 19 settembre ore 20.45). L’Ami ha deciso di aprire a tutti, a ingresso libero, alcuni appuntamenti, mentre per altri propone un biglietto d’ingresso decisamente accessibile. Insomma, non ci sono scuse ■ per mancare...
È alla ricerca di una cornice speciale per il suo evento? Vuole una location in posizione tranquilla? Desidera un ambiente raffinato, ricercate prelibatezze da cucina e cantina?
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e rinnovate sale per eventi dello Schloss Hotel Korb non offrono solo un panorama mozzafiato su Bolzano e sull’Altipiano dello Sciliar ma, con una capacità di 20-30 fino a 80-100 persone, mettono a disposizione molto spazio per feste aziendali o per anniversari, cene di gala, feste di Natale, seminari o congressi. Le prelibatezze della nostra cucina la entusiasmeranno. I nostri cuochi sapranno trasformare magicamente i prodotti locali in indescrivibili gioie del palato, accompagnate armonicamente dai vini di Fritz Dellago. Le pregiate gocce godono di grande prestigio tra gli estimatori di vini di tutto il mondo. Naturalmente rimaniamo volentieri a disposizione per eventuali domande. Insieme troviamo l‘offerta giusta per il suo evento, convegno o seminario! Chiuso dal 14.11.2010 fino il 26.11.2010 e dal 06.01.2011 fino il 25.03.2011
Schloss Hotel Korb - Fam. F. Dellago Hocheppanerweg 5 - I-39050 Missian/Eppan (BZ) Tel. 0471 636000 Fax 0471 636033 info@schloss-hotel-korb.com - www.schloss-hotel-korb.com
trentinomostre
la magia del legno, con i grott e arte sella
L’
altipiano di Folgaria e la Val Lagarina ricorda un grande scultore della propria terra: Cirillo
Grott. Fino al 12 settembre è possibile
visitare una bella e curata antologica presso le sedi, tutte suggestive, di Maso Spilzi a Costa di Folgaria, nella CasaMuseo Grott di Guardia di Folgaria e nelle meandriche sale del Castello di Beseno a Besenello. Pittura, grafica e soprattutto scultura di un uomo che ha cercato sempre un dialogo con la natura, ripercorrendo le strade che creano
Zendri e deimichei, scultura e fotografia
D
al 12 al 19 settembre 2010, presso il Palazzo De Gresti ad Ala in Via Carrera 4, ci sarà una mia mostra fotografica affiancata da una di sculture dell'artista Luigi Zendri: gli orari di visita saranno dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 21. L'inaugurazione è fissata per domenica 12 settembre alle ore 10.30. Luigi Zendri nasce ad Ala nel 1934. Fin da ragazzo amava intagliare il legno per pura passione, da autodidatta. Negli anni ha assecondato l'inclinazione artistica con l'osservazione attenta di alcuni artigiani valdostani e della Val Gardena. Paolo Deimichei è nato nel 1971 ad Ala. La sua passione per la fotografia è iniziata da ragazzino quando amava scattare durante le passeggiate in montagna. È anche interessato all'astronomia. Collegando un telescopio da 130 mm alla reflex ha immortalato particolari spettacolari della luna. Attualmente predilige la fotografia digitale a colori.
l’armonia, riflettendo al contempo sul proprio lavoro, sul proprio linguaggio. Legno, il canto del bosco, il bronzo, l’alito del fuoco sono le due materie che lo hanno sempre incantato perché racchiudono al proprio interno l’eco della nascita del mondo. Così come la pietra utilizzata in certe opere perché lì trovava il senso stesso della forma e del volume. Sacro e profano si rincorrono di opera in opera, mescolate l’un all’altro, senza divisione, senza separazione. Perché è la materia stessa che è sacra per natura. Lui che abitava in luogo dimenticato dagli uomini ma non da Dio, Guardia di Folgaria, aveva saputo esprimere il canto della materia e lo stesso Marco
Vallora, curatore
della mostra, si è spinto così in alto, lassù, nei luoghi dimenticati di Cirillo Grott, perché il nome del paese è uno di quelli che seducono il narratore e lo spingono a partire. E la materia di Cirillo Grott è quella lasciata ruvida e grezza perché non c’è bisogno di manipolarlo, quel tozzo di legno, basta seguire ed accarezzare ed incidere il bubbone dei nodi, le vene, i tendini scultorei, ascoltando il suo canto interiore. Ed è proprio nella materia che l’artista aveva ottenuto il meglio di sé, aveva saputo coniugare la poesia con le forme, i volumi, la presenza e l’assenza. Era riuscito ad andare oltre la dimensione “accademica”, molte 88
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Opera di Giuliano Orsingher
trentinomostre volte riscontrata nel disegno ma ben sappiamo come gli schizzi, i progetti, abbiano il sapore della storia artistica e di quella sociale mentre la sgorbia ubbidisce ad una perfezione soggettiva. Contemporaneamente negli stessi spazi espositivi sono in mostra le opere del figlio di Cirillo Grott, Florian
Grott. Anche lui scultore e pittore,
racchiude nella materia una carica vitale non indifferente, una carica che riesce a plasmare le forme. Come scrive Renzo Francescotti in catalogo, è un mondo che affonda nell’humus del territorio, concreto e mentale. Il gufo che l’artista ha visto e udito tante volte nella notte del bosco, presente nelle fiabe ascoltate da bambino, nei ricordi della sua infanzia, si dilata, diviene enorme, metafora della presenza/potenza della natura. I guerrieri delle memorie ancestrali, delle letture da ragazzo, balzano fuori dal cavo dei tronchi per rivelarci celticamente l’epifania del coraggio, dell’avventura, dell’oscurità del destino, del mistero, della morte. Domenica 19 settembre, ad ore 11 – percorso natura – e poi alle 14.30 presso Malga Costa, nella magica ed incantata Val di Sella, si inaugureranno le nuove opere di Arte
Sella 2010 eseguite dagli artisti Chris
Drury, l’americano Cameron Hockenson, il trentino Marco Nones e l’olandese Rinus Roelefs lungo il percorso Arte natura che si di parte nei pressi di Malga Costa. Come di consuetudine, le opere degli artisti sono state costruite giorno dopo giorno stando ben attenti a rispettare le idee stesse dell’artista con un rapporto con la natura basato sul rispetto, traendo da essa l’ispirazione e lo stimolo creativo. Le opere sono generalmente tridimensionali, perché ottenute con sassi, foglie, con rami o tronchi; più raramente sono utilizzati oggetti, materiali o colori artificiali. Alla chiusura della manifestazione molte di queste opere saranno abbandonate al degrado lento e inesorabile degli eventi metereologici inserendosi nel ciclo vitale della natura. Durante la giornata (alle 14.30 e alle 16.30) sarà possibile usufruire di un servizio di visite guidate alle nuove opere a cura dell’associazione Arte Sella offerto ogni domenica da giugno a settembre.
Ala Mostre Luigi Zendri e Paolo Deimichei Apertura: da domenica 12 a domenica 19 settembre. Mostra di scultura e fotografia presso Palazzo De Gresti, in Via Carrera 4. Orario 10-12 e 15-21 000.
Arco Mostre Eremo di San Paolo Apertura: fino a domenica 12 settembre. Prabi - apertura estiva - L’eremo di San Paolo venne consacrato nel 1186, subito dopo l’investitura di Odorico e Francesco d’Arco, figli di Alberto, capostipite della nobile famiglia, quali titolari dell’omonima contea. Info: www. gardatrentino.it. Mostre Heribert Ottersbach - Piazze Apertura: da sabato 11 settembre a domenica 14 novembre. Palazzo dei Panni - La pittura dell’autore mette in rilievo immagini che appaiono come inquadrature fotografiche fisse assolutamente stabili nella composizione, costruita quasi come una architettura. Info: 0464.583653 - 0464.573869 www.galleriacivinca-arco.it - galleriacivica@comune.arco.tn.it - museo@comune.rivadelgarda.tn.it. Mostre Piazze Apertura: da sabato 11 settembre a domenica 14 novembre. Palazzo dei Panni - Galleria civica G. Segantini. A cura di Giovanna Nicoletti. Heribert C. Ottersbach 000.
Besenello Mostre GROTT 2010 Apertura: da domenica 18 luglio a domenica 12 settembre. Castello di Beseno - Mostra dedicata a Cirillo Grott e al figlio Florian - Una “mostra diffusa” che per la prima volta affronta in maniera esaustiva la complessa figura di Cirillo Grott, artista trentino dalla carriera breve quanto importante, che lo ha visto esporre in una personale al Palazzo delle Esposizioni di Roma ed essere recensito sul New York Times. Dalle 10 alle 18. Lunedì chiuso. Info: Tel 0464.724100 - info@montagnaconamore.it - www.montagnaconamore.it - www.grott.net.
Borgo Valsugana Mostre Mani d’oro Apertura: da giovedì 2 a domenica 12 settembre. SPAZIO KLIEN - Espone l’Associazione Dipingere con l’ago di Scurelle. Maida Osti, Giovanna Cipriani, Martina Bizzotto, Claudio e Luba Rossetto e Luigina Mengarda 000. Mar/Sab dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle
19. Dom dalle 10 alle 12. Lunedì chiuso.
Calliano Mercati mercatino delle pulci e delle cose antiche Ogni quarto sabato del mese. Piazza Italia e via A. Valentini. Dalle 7.30 alle 18.
Cavalese Mostre OLTRE L’ORIZZONTE Apertura: da sabato 17 luglio a domenica 12 settembre. Centro d’Arte Contemparonea, Palazzo Firmian - P.tta Rizzoli, 1 - scultura contemporanea nell’arco alpino - Un’esposizione unica che consente di ammirare, per la prima volta riunite, le opere di oltre 30 artisti di fama internazionale - dal Trentino Alto Adige al Piemonte, dalla Francia alla Slovenia - all’interno delle storiche sale del palazzo del museo, per proseguire esternamente nei luoghi più suggestivi del centro di Cavalese fino alla verde cornice del Parco della Pieve. Progetto mostra a cura di Elio Vanzo. Info: Tel. 0462 235416 - info@artecavalese.it.
Comano Terme Mostre ANNA MARIA TARGHER: Art ness Apertura: da mercoledì 26 maggio 2010 a domenica 16 gennaio 2011. Grand Hotel Terme - Con questa esposizione Annamaria Targher sembra indagare il nesso tra le strutture preposte a determinate azioni e la capacità d’interpretazione delle stesse da parte dell’arte, se non (più in generale) l’interesse normale e ascritto dell’arte per la vita dell’uomo, il suo svolgimento, i ritmi: veri e propri rituali. A cura di Hans Jörg Gruber. Dalle 15 alle 19. Info: Tel. 0465 701421 - info@ ghtcomano.it - www.annamariatargher.it.
Costa di Folgaria Mostre GROTT 2010 Apertura: da domenica 18 luglio a domenica 12 settembre. Maso Spilzi - Mostra dedicata a Cirillo Grott e al figlio Florian - Una “mostra diffusa” che per la prima volta affronta in maniera esaustiva la complessa figura di Cirillo Grott, artista trentino dalla carriera breve quanto importante, che lo ha visto esporre in una personale al Palazzo delle Esposizioni di Roma ed essere recensito sul New York Times. Lun/Ven dalle 16 alle 19. Sab/Dom dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Info: Tel. 0464 729318 - info@comune.folgaria. tn.it - www.comune.folgaria.tn.it.
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trentinomostre Drena Mostre Castello di Drena Mostra permanente. Mostra permanente di reperti archeologici.
Fai della Paganella Mostre La natura dell’arte Apertura: da sabato 7 agosto a sabato 9 ottobre. ALP & WELLNESS SPORT HOTEL PANORAMA via Carletti 6 - opere degli scultori Johann Nortje e Pietro Weber omaggio alla carriera dell’artista trentina Annamaria Gelmi - ALTRE OPERE ESPOSTE DI Collettivo Raudì, Tatiana Festi, Antonio Ievolella, Bruno Lucchi, Valentina Miorandi, Chiara Tagliazucchi - Fuggire la tradizione di porre l’arte sopra un piedistallo e la moderna tendenza di fare degli alberghi vere e proprie gallerie. Organizza Arte Boccanera Contemporanea. Dalle 9 alle 19. Info: Tel. 0461.583134 arteboccanera@gmail.com.
Guardia di Folgaria Mostre GROTT 2010 Apertura: da domenica 18 luglio a domenica 12 settembre. CasaMuseo Grott - Mostra dedicata a Cirillo Grott e al figlio Florian - Una “mostra diffusa” che per la prima volta affronta in maniera esaustiva la complessa figura di Cirillo Grott, artista trentino dalla carriera breve quanto importante, che lo ha visto esporre in una personale al Palazzo delle Esposizioni di Roma ed essere recensito sul New York Times. Dalle 16 alle 19. Info: Tel. 0464 729318 - info@comune.folgaria. tn.it - www.comune.folgaria.tn.it.
Lasino Mostre 6 in estate Apertura: da venerdì 27 agosto a domenica 19 settembre. Villa Ciani Bassetti - L’officina dei sensi - Quando l’arte contemporanea non via in vacanza, a cura di Marco Tomasini. Marco Adami, Andrea Bertolini, Federico Lanaro, Francesco Mattuzzi, Andrea Pregl, Roberta Segata. Ven/Dom dalle 16.30 alle 18.30. Info: Tel. 0461.864400 - info@valledeilaghiturismo.it.
Luserna Mostre antichi giocattoli delle Dolomiti Apertura: da lunedì 5 aprile a martedì 2 novembre. Centro Documentazione - Mostra annuale dedicata al tema dei giocattoli in legno delle vallate dolomitiche... Si tratta di un’esposizione incantevole che Vi condurrà in un affascinante viaggio tra i divertimenti dei bimbi di un tempo. Dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30.
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Chiuso il lunedì. Per info: luserna@tin.it - www.lusern.it - Tel. 0464-789638.
Marter di Roncegno Mostre Mail-Art Spaventapasseri Apertura: da sabato 24 luglio a sabato 30 ottobre. Mulino Angeli. Dalle 14 alle 18. Chiuso lunedì. Info: www.lacasadeglispaventapasseri.net.
Mattarello Mostre L’arte nel verde Apertura: da lunedì 30 agosto a lunedì 6 settembre. Sala ex Circoscrizione, Piazza Perini. Mostra collettiva d’arte contemporanea. A cura dell’associazione “Amici del Colore” in occasione della Sagra dei Santi Anzoi 000.
Pergine Valsugana Mostre Carlo Ciussi: Quadratura del cerchio Apertura: da sabato 17 aprile a domenica 7 novembre. Castel Pergine - Mostra di sculture. Mar/ Dom dalle 10 alle 22. Lun dalle 17 alle 22. Info: Tel. 0461 531158 - www.castelpergine.it - verena@ castelpergine.it.
ANGOLO VIA ORIOLA, VIA OSS MAZZURANA
TRENTO
Sotto l’Alto Patronato del Ministero del Lavoro e delle Presidenza del Politiche Sociali Presidente della Repubblica Consiglio dei Ministri
Ministero della Salute
Piedicastello Mostre STORICAMENTE ABC Mostra permanente. Galleria di Piedicastello - Le Gallerie di Piedicastello riaprono al pubblico con un percorso espositivo attraverso il quale si racconta la storia del Trentino e delle sue comunità con linguaggi diversi e originali. Dalle 9 alle 18. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0461-230482 - www.museostorico.tn.it.
Povo Mostre CIRCA DIEM Apertura: da giovedì 22 aprile a venerdì 29 ottobre. The Micorsoft Research - Università di Trento - Piazza Manci 17. Dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 17. Info: Tel. 0461 282811 - www.moniquefoto. it - www.annalisafilippi.it - www. sonialunardelli.it.
Riva del Garda Mostre Olivi a confronto Apertura: da giovedì 25 marzo a venerdì 29 ottobre. Villino Campi - Edizione 2010 della mostra itinerante. Info: Tel. 0464.554444 info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it.
Mostre Storia: il lago, gli uomini, i tempi Apertura: da sabato 27 marzo a lunedì 1 novembre. Museo La Rocca - Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo - Archeologia dell’Alto Garda. Info: Tel. 0464.554444 - info@gardatrentino. it - www.gardatrentino.it. Mostre Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: fino a lunedì 1 novembre. Museo La Rocca - Archeologia dell’Alto Garda - Storia: il lago, gli uomini, i tempi. Alle 21. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Mostre Fiamma d’Amore Apertura: da venerdì 30 aprile a domenica 19 settembre. Museo - Parole e Melodie per Canto nel salotto de Lutti a Riva del Garda. Info: Tel. 0464.554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Mostre Percorrendo i Forti dell’Alto Garda Apertura: da venerdì 25 giugno a venerdì 31 dicembre. MAG Progetto Museo dell’Alto Garda. Info: Tel.
0464 554444 - info@gardatrentino. it - www.gardatrentino.it. Mostre La vie delle anime Apertura: da venerdì 9 luglio a lunedì 1 novembre. Museo - Attraverso la rappresantazione dei reperti di due importanti aree cimiteriali in loc. Baltera e S. Cassiano e databili fra il I e il IV sec. d.C. si propone al visitatore il tema della morte e il diverso atteggiamento dell’uomo antico di fronte ad essa. Info: 0464.583653 - 0464.573869 www.galleriacivinca-arco.it - galleriacivica@comune.arco.tn.it - museo@comune.rivadelgarda.tn.it.
Rovereto Mostre Casa Depero Apertura: da sabato 17 gennaio 2009 a venerdì 31 dicembre 2010. Via Portici 38. Casa d’Arte Futurista Depero, il primo e unico museo futurista d’Italia, nato da una originalissima visione di Fortunato Depero negli anni Cinquanta del ‘900. Mostra permanente. Mart/ Dom 10-18. Lunedì chiuso. Info: 800-397760 / 0464-431813. Mostre OPERE DI FORTUNATO DEPERO Mostra permanente. Mart - Rovereto, Corso Bettini, 43. Dalle 10
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Mostre MENDINI - DEPERO Apertura: da sabato 8 maggio a domenica 17 ottobre. MART, corso Bettini 43. Dalle 10 alle 18. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0464452253. Mostre Arte americana 1850-1960 Apertura: da sabato 5 giugno a domenica 12 settembre. Mart Rovereto, c.so Bettini 43 - Capolavori dalla Phollips Collection di Washington. Mar/Dom dalle 18 alle 18. Ven dalle 10 alle 21. Lunedì chiuso. Info: Tel. 800.397760 - 0464.438887 - info@mart.trento. it - www.mart.trento.it.
San Michele all’Adige Mostre MITI E RITI DELL’ORSO NEL GRANDE NORD Apertura: fino a domenica 26 settembre. Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina “SCIAMANI E ANIMALI SACRI DELL’EURASIA” - Sciamanismo e culto dell’orso sono il filo rosso di una mostra che propone un viaggio affascinante e misterioso verso il mitico Grande Nord dell’Eurasia, esplorato con gli occhi di studiosi settentrionali e meridionali, attraverso il racconto di antiche pratiche tradizionali e di eventi e tratti culturali ancora vivi oggi nei vastissimi territori circumpolari e
Mostre Sulle ali dorate Mostra permanente. Castello del Buonconsiglio - Capolavori dalla collezione di scultura lignea del Castello del Buonconsiglio. Dalle 9.30 alle 17. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0461-492840/233770 www.buonconsiglio.it. Mostre maestri trentini tra ‘800 e ‘900 Mostra permanente. Palazzo delle Albere - Collezione permanente del XIX secolo - Il Mart di Trento presenta la collezione permanente con le opere dell’Ottocento e inizio Novecento. Dalle 10 alle 18. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0461/234860 - 800/397760 - www. mart.trento.it.
la aboratori
tradizione
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MUSICA
10-12 settembre 2010
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ECONOMIA SOSTENIBILE an nimazione spettacoli laboratori app profondimento
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INNOVAZIONE
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MUSICA
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approfondimento
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ECONOMIA SOSTENIBILE
Mostre Icone russe Ogni secondo venerdì del mese. Cappella ecumenica di via Alfieri 13. Organizza il Gruppo “Amici di Padre Nilo”, costituitosi in ricordo di don Ezio Cadonna, spentosi a Trento nel 1997 dopo un’esistenza al servizio del dialogo ecumenico tra le chiese d’oriente e d’occidente, anche attraverso l’iconografia. Orario: 15-19, ingresso libero. Info: tel. 0461-891320.
spettacoli
tra adizione
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Mostre Tendenze e controtendenze Apertura: fino a venerdì 31 dicembre. Mart - ll nuovo allestimento della Collezione Permanente del Mart, curato da Gabriella Belli e visibile a partire dal 20 aprile 2010, riprende idealmente le mosse dal precedente percorso in titolato “Aniconica. Astrazione, segno, gesto e materia dagli anni Cinquanta ad oggi”, e si spinge fino alle ricerche più attuali della scena contemporanea internazionale, presentando una serie di opere di recente acquisizione. Mar/Dom dalle 10 alle 18. Ven dalle 10 alle 21. Lunedì chiuso. Info: www.mart.trento.it.
Mercati mercatino dei gaudenti Apertura: fino a venerdì 31 dicembre. Ogni secondo sabato del mese. Piazza Garzetti. Mercatino che propone oggetti usati, bigiotteria, libri e fumetti, collezionismo, artigianato hobbistico, creazioni artistiche, chincaglieria, curiosità.. Dalle 8 alle 17. Info: Tel. 800.017615.
CULTURA
Mostre l’ora blu Apertura: da venerdì 19 marzo a venerdì 31 dicembre. MUSEO CIVICO, Borgo Santa Caterina - Il racconto degli insetti, mostra temporanea. Dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Lunedì chiuso. Info: Tel. 0464-439055.
L’Artigianato di Eccellenza in mostra
Trento
animazione
Mostre LE COLLEZIONI. DAL DATO AL PENSATO Mostra permanente. MUSEO CIVICO, Borgo Santa Caterina. Dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Lunedì chiuso. Info: Tel. 0464-439055.
subpolari estesi tra Europa e Asia. Dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0461.650314 - d.finardi@museosanmichele.it - www.museosanmichele.it.
animazione
alle 18. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0464 438887.
energia
10 SETTEMBRE 2010
ore 12.00 - via Tartarotti
INAUGURAZIONE Artingegna 2010
Sabato 11 SETTEMBRE 2010 ore 10.00 - sala conferenze del MART di Rovereto - corso Bettini
L’ENERGIA DEL FUTURO PER L’ECONOMIA DEL PRESENTE Robert Weissbourd intervistato da Alberto Faustini ore 21.00 - via Lungo Leno Sinistro (area ex Bimac)
SIMONE CRISTICCHI in concerto INGRESSO LIBERO
Mostre Sezione archeologica e Lapidario Mostra permanente. Castello del Buonconsiglio - La sezione delle collezioni della preistoria, romanità e Alto Medioevo e il lapidario con le iscrizioni romane. Dalle 9.30 alle 17. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0461-492840/233770 - www. buonconsiglio.it. Mostre da hayez a boccioni Mostra permanente. MartTrento, Palazzo delle Albere - “Collezione permanente del XIX secolo”.Dalle 10 alle 18. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0461.234860. Mostre florenzo galaverna Mostra permanente. Atelier d’arte “La Nicchia”, via Manci 67.
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trentinomostre Mostre VELIVOLI STORICI Mostra permanente. Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni Prestigiosa collezione permanente di 23 velivoli storici, nove dei quali unici al mondo. Dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0461-270311 - www. mtsn.tn.it.
Capo (in Sudafrica), che vivono ancora il retaggio dell’Apartheid, tra miseria, disoccupazione, piccola delinquenza. Lun/Ven dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Sabato pomeriggio, domenica e festivi su appuntamento. Info: Tel. 0461 984206 - 340 5747013 arteboccanera@gmail.com - www. arteboccanera.com.
Mostre TRIDENTVM. LA CITTÀ SOTTERRANEA Mostra permanente. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas Piazza C. Battisti. Nel sottosuolo del centro storico di Trento vive l’antica Tridentum romana. Con visione in 3D del video multimediale “Dentro Trento”, viaggio tridimensionale a ritroso nel tempo. Dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.30. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0461 230171 - www.trentinocultura.net/archeologia.asp.
Mostre PETITE VÉRITÉ Apertura: da sabato 19 giugno a lunedì 20 settembre. GALLERIA D’ARTE IL CASTELLO, Via degli Orbi 25 - mostra a cura di Alberto Zanchetta - Artisti: Mirko Baricchi, Andrea Buglisi, Maurizio Carriero, Carla Decarli, Armida Gandini, Marco Mazzoni, Matteo Pagani, Beatrice Pasquali, Pastorello, Giorgio Rubbio, Elisabetta Vignato - si sono qui scelte alcune opere accomunate da un soggetto ricorrente: bambini e adolescenti che si trovano a contatto con i problemi (troppo grandi) del (loro piccolo) mondo, alle prese con dilemmi etici ed ecologistici, in balia delle proprie emozioni, tra crisi e perdite d’identità. Dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30. Domenica e lunedì mattina chiuso. Info: Tel. 0461.090223 - www.galleriailcastello.it - galleriailcastello@ gmail.com.
Mostre collezioni permanenti Mostra permanente. Museo Diocesano Tridentino - Palazzo Pretorio - Le collezioni permanenti sono state riallestite con alcune interessanti variazioni al tradizionale percorso espositivo e arricchite con l’opera il “Sacrificio di Gedeone” di Francesco Fontebasso (Venezia 1707 - 1769). Il dipinto trafugato nel 1978 dalla Chiesa dei Santi Pietro e Andrea di Povo e ritrovato solamente nel 1995, è entrato ora a far parte delle raccolte del Museo Diocesano Tridentino. Dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18. Info: Tel. 0461-234419 - press. diocesanotridentino@gmail.com. Mostre PIERLUIGI PUSOLE Apertura: da giovedì 13 maggio a giovedì 30 settembre. Studio d’Arte Raffaelli - via Marchetti 17 - Lo Studio d’Arte Raffaelli ha il piacere di annunciare la mostra di Pierluigi Pusole significativamente intitolata “Esperimenti” - L’artista lavora sul paesaggio metropolitano e sui televisori intesi come corpi magmatici in espansione che vanno ad occupare progressivamente tutto lo spazio: l’avvento della civiltà mediale è ancora percepita come questione di carattere ideologico e, non a caso, alla Biennale di Venezia, nell’ambito di Aperto 90, Pusole presenta una serie di opere appartenenti al ciclo dei Televisori. Mostre Nicola Vinci Apertura: fino a sabato 4 settembre. Galleria Arte Boccanera Contemporanea via Milano 128/130 - Mostra:” L’altro che mi guarda” a cura di: Luigi Meneghelli - Gli adolescenti che l’obiettivo di Nicola Vinci inquadra appaiono letteralmente indifesi, inermi, spogli. Il loro sguardo ha un che di selvatico, di primitivo, perchè privo di scudi psicologici o culturali. Sono i ragazzi delle periferie di Città del
Mostre Melvin Moti Apertura: da venerdì 25 giugno a domenica 5 settembre. Fondazione Galleria Civica, Centro di Ricerca sulla Contemporaneità, via Cavour 19. Mostra “From Dust to Dust”. A cura di Andrea Viliani e Elena Lydia Scipioni In collaborazione con WIELS Contemporary Art Center, Bruxelles. Da martedì a domenica, ore 10-17. Lunedì chiuso.. Info: tel. 0461-985511. Mostre L’avventura del vetro Apertura: da sabato 26 giugno a domenica 7 novembre. Castello del Buonconsiglio - dal Rinascimento al Novecento tra Venezia e mondi lontani - Capolavori rinascimentali dai musei veneziani, un carico di perle e vetri cinquecenteschi recuperati nei fondali marini croati, affascinanti collane di perle vitree destinate al mercato africano, ed ancora il flauto in vetro di Napoleone,sono solo alcuni dei magnifici oggetti che si potranno ammirare in mostra. Info: Tel. 0461 492803 - press@buonconsiglio.it - www.buonconsiglio.it. Mostre Remo Wolf Apertura: da sabato 3 luglio a lunedì 8 novembre. Museo Diocesano Tridentino, Piazza Duomo 18 - mostra “La mia arte io la chiamo mestiere”. A poco più di un anno dalla morte, il Museo Diocesano Tridentino, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Co-
Sala per banchetti e cerimonie Trento c/o Aeroporto “G. Caproni” tel. 0461/944999 mune di Trento, dedica all’artista (1912 - 2009) una grande mostra intesa a ricostruire quel percorso umano e artistico che lo ha visto tra i maggiori protagonisti dell’arte incisoria del secolo scorso. Dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18. Chiuso il martedì, il 15/8 e l’1/11. Info: Tel. 0461/234419 museodiocesano@iol.it - www. museodiocesanotridentino.it.
Val di Sella Mostre Mushrooms Cloud Apertura: da domenica 27 giugno 2010 a lunedì 21 marzo 2011. Malga Costa. Dalle 10 alle 18.
Vigo di Ton Mostre CASTEL THUN Apertura: fino a domenica 7 novembre. Castel Thun - Emblema degli antichi fasti di una delle più potenti e ricche casate trentine, quella dei Tono, Castel Thun domina ancor oggi, incontrastato per bellezza e importanza, su tutte le altre residenze castellane della Val di Non. Mar/Dom dalle 10 alle 18. Info: Tel. 0461.233770 - 0461.657816 - www.buonconsiglio.it/index.php/it/Castel-Thun.
Vermiglio Mostre LEONIDA DE FILIPPI Apertura: da domenica 11 luglio a domenica 19 settembre. Forte Strino - VLungo la SS.42, a 5 Km da Vermiglio, verso il Passo Tonale - Il progetto “History” per
Forte Strino di Vermiglio si compone di una serie di opere narranti i conflitti bellici contemporanei. L’evento è organizzato dall’Associazione “STORIA E MEMORIA DI VERMIGLIO” in collaborazione con lo Studio Buonanno Arte Contemporanea di Trento, il Comune di Vermiglio e la Società S.G.S. di Vermiglio e con il Patrocinio della Provincia autonoma di Trento. In occasione della mostra verrà edito un catalogo con il testo critico del giornalista Paolo Manazza. Dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. Info: Tel. 0463 758200 info@vermigliovacanze.it - www. associazionestoriaememoria.it. Mostre L’avventura del vetro Apertura: da sabato 26 giugno a domenica 7 novembre. Castel Thun - dal Rinascimento al Novecento tra Venezia e mondi lontani - Capolavori rinascimentali dai musei veneziani, un carico di perle e vetri cinquecenteschi recuperati nei fondali marini croati, affascinanti collane di perle vitree destinate al mercato africano. Info: Tel. 0461 492803 - press@buonconsiglio.it - www.buonconsiglio.it.
Ziano di Fiemme Mostre Con le mani nel sacco Apertura: da venerdì 27 agosto a giovedì 2 settembre. Sala mostre pianoterra municipio - mostra di pittura di Jessica Sieff. Dalle 10 alle 12 e dalle 20 alle 22.30. Info: Tel. 0462 241111 - info@visitfiemme.it - www.visitfiemme.it.
Sala riunioni - Sala Banchetti TRENTO Via Pomeranos, 2 Loc. Mattarello Tel. 0461/944545 www.adigehotel.it
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3 - 4 - 5 settembre
VALSUGANA
FINALE NAZIONALE CANOAGIOVANI & MEETING DELLE REGIONI Lago di Caldonazzo, Lido 8 - 12 settembre
FESTA GRANDA
Pergine Valsugana, vie del centro 10 - 11 - 12 settembre
LA FIERA DELLE VACANZE IN BICI Levico Terme, Palalevico
Sabato 11 e domenica 12 settembre
COPPA D’ORO
spettacolo pirotecnico, sabato ore 22.00 Borgo Valsugana, vie del centro Domenica 26 settembre
3 TBIKE e SAGRA DI SAN MICHELE Telve, vie del centro
e LAGORAI
Da domenica 26 settembre a domenica 3 ottobre
PREMIO FENACOM “50&PIU’” Levico Terme - Palalevico Domenica 3 ottobre
FESTA DEL RADICCHIO
Sabato 9 e domenica 10 ottobre
FIERA DEL CIOCCOLATO ARTIGIANALE
Borgo Valsugana, palazzetto dello Sport Sabato 16 e domenica 17 ottobre
FESTA DELLA ZUCCA
Pergine Valsugana, Parco Tre Castagni Domenica 17 ottobre
FESTA DEI SAPORI D’AUTUNNO Caldonazzo, vie del centro Azienda per il Turismo Levico Terme Tel. 0461 727700 info@valsugana.info Official partners
Sabato 30 e domenica 31 ottobre
FESTA DELLA CASTAGNA Roncegno Terme, vie del centro
TUTTI GLI ALTRI EVENTI SONO CONSULTABILI SUL SITO
www.valsugana.info
LEVICO TERME
Bieno, zona impianti sportivi
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Questo nostro realismo moderno italo BONASSI VINCENTE NEL 27° premio ALICANTE RecorD di partecipanti (360) per la kermesse poetica vigolana
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rano una quindicina d’anni che un poeta trentino non vinceva il premio nazionale di poesia “Alicante”: precisamente dal 1996 quando il primo premio andò Franco Brugnara, un giovane uscito dal tunnel della droga che allora lavorava nelle cave di porfido. Brugnara fu premiato poi con anche negli anni seguenti, con secondi e terzi premi. Italo Bonassi, affermato poeta di Rovereto, ha dunque portato alla ribalta i colori trentini vincendo il primo premio con la poesia Le scarpe vuote. Questa 27a edizione, organizzata dal Comune e dalla Biblioteca di Vigolo Vattaro, ha registrato una partecipazione incredibile (da record italiano come ha fatto notare il presidente della Giuria, Renzo Francescotti): quasi 1.100 le poesie inviate, di oltre 360 concorrenti , da tutte le province d’Italia, oltre che da due paesi stranieri, Inghilterra e Canada. Un lavoro enorme per i componenti della Giuria presieduta dal poeta, scrittore e critico Renzo Francescotti, affiancato dai poeti Giovanni Benaglio (Verona), Mario Meneghini (Vicenza) e Lilia Slomp Ferrari (Trento). Al secondo posto si è classificato Mario De Fanis di Falconara Marittima (AN) con la poesia È proprio vero, pa’?. Il terzo premio è andato a Daniela Raimondi di Londra con la poesia Preghiera dell’addio. Sono inoltre stati segnalati Giorgio Baro di Torino con Generazioni; Carla Baroni di Ferrara con Alzate l’architrave carpentieri; Tiziana Monari di Prato con La notte del mezzo sogno; Filippo Pirro di San Marco in Lamis (Foggia) con Intrenuta senex; Francesco Tomada di Gorizia con Il nono anniversario. Ricca la premiazione con premi in denaro per i vincitori e targhe artistiche per i segnalati, svoltasi alla presenza dell’assessore provinciale alla Cultura Franco Panizza e del sindaco di Vigolo Vattaro Walter Kaswalder, che si sono felicitati per la riuscita di questo premio di poesia, il più longevo e prestigioso della regione. In conclusione della serata Francescotti, nella veste di critico d’arte, ha presentato la mostra di Marco Arman. Chiusura in bellezza con un applaudito concerto pianistico della giovanissima Lucrezia Slomp.
Jessica Forti espone una serie di lavori di buona qualità
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a mostra di pittura in corso al Centro Culturale Le Mura, di Trento, riserva agli appassionati una piacevole sorpresa: Jessica Forti che espone una serie di lavori di buona qualità. Di primo acchito richiama l’iperrealismo dell’artista armeno Grigorji Ivanovic Sil’tian, in arte Gregorio Sciltian, naturalizzato italiano, che visse dal 1900 al 1985. La stessa caparbia ricerca del particolare, la cura nel riprodurre la realtà, l’alta capacità tecnica nell’uso del colore e della matita. Guardando con più attenzione i lavori esposti, ci accorgiamo, però, che c’è una diversità marcata. La Forti, meno incline al realismo seicentesco di Sciltian, da un taglio ultramoderno alle sue composizioni. Concentra la sua attenzione su particolari dei soggetti scelti, tratti del viso, occhi, bocche sensuali, imponendo la loro presenza al centro della composizione. Usa colori più sfumati, tonalità moderne, giochi di luce che creano contrasti e danno plasticità all’assieme. Chi scrive, preferisce comunque i soggetti fantasy, l’atmosfera surreale che ne emana. Jessica Forti potrebbe dedicarsi all’illustrazione di romanzi e novelle di questo genere. Una rassegna da non perdere. La sede del Centro Culturale Le Mura, è aperto, dal martedì al sabato, in via Dietro Le Mura B, n.4, a Trento, nel Salone Patton e Pedron, fino a metà settembre. Ingresso libero. (Fabio Oss)
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www.ilvillaggiodellemeraviglie.com
perzenland: il Villaggio delle Meraviglie Un nuovo evento fra Pergine Valsugana e la Valle dei Mòcheni accenderà il Natale 2010
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resentato ufficialmente alla stampa il progetto PerzenLand - La Valle Incantata e Il Villaggio delle Meraviglie: una grossa novità che dal 13 novembre al 24 dicembre 2010 rappresenterà una tappa importante per il turismo, lo shopping natalizio di qualità certificata e il calendario di eventi invernali del Trentino. L’iniziativa è realizzata grazie a: COPI (Consorzio dei commercianti di Pergine), Comune e pro loco di Pergine Valsugana, Consorzio delle pro loco della Valle dei Mòcheni e Pergine Spettacolo Aperto. “Non ci sentiamo in concorrenza con nessuno degli altri eventi commerciali invernali della zona – ha spiegato il presidente del COPI Luigi Ochner - e non siamo nati come “minaccia” alle altre iniziative invernali, anzi, sentiamo di completare un itinerario già consolidato fatto di atmosfera, suggestione, shopping natalizio, intrattenimento e scoperta di prodotti tipici. Il nostro Villaggio delle Meraviglie coinvolgerà l’intero centro storico di Pergine e lo animerà con eventi dedicati alle famiglie e ai bambini, serate musicali e iniziative per il sociale, con un’area dedicata alle no-profit. I valori aggiunti derivano da un’attenta valutazione delle iniziative analoghe a dall’analisi di una ritrovata sensibilità da parte del turista (che oggi è diventato “consapevole”) 96
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potenziando alcuni punti forti: qualità certificata dei prodotti del Mercatino, internazionalità, ecologia, enogastronomia a chilometro zero, supporto alle iniziative sociali, riqualificazione turistica del territorio, ampio spazio ai bambini e alla loro creatività e recupero delle tradizioni locali”. Dalla Sala di Palazzo Hippoliti anche il commento dell’Assessore al Commercio Giorgio Girardi: “Si tratta di un progetto ambizioso che coinvolge tante realtà perginesi e non. Importantissimo il rilancio del periodo natalizio per potenziare l’attrattività del centro storico e del territorio allungando la stagione sia dal punto di vista commerciale che da quello aggregativo”. L’Assessore Provinciale al Commercio Alessandro Olivi ha commentato il progetto dichiarandolo un’iniziativa preziosa per la valorizzazione del commercio a misura d’uomo, ovvero il commercio delle persone: “Innovativa, suggestiva, un contributo del commercio al turismo non soltanto nella formula tradizionale, ma visto come un ‘Trentino-piattaforma turistica’ da far conoscere”. Riguardo alla locazione precisa sono state confermate Piazza Municipio, Piazza Fruet, Via Pennella, Piazza Santa Elisabetta, Piazza Serra con il coinvolgimento di via Maier per alcune iniziative collaterali. Ci saranno inoltre collegamenti diretti con la Valle dei Mocheni, che avrà modo di aprire le porte delle tradizioni ai visitatori. La mascotte: Perzenland – La Valle Incantata, il nome scelto per il ventaglio di iniziative ed eventi collaterali Il presidente del COPI Luigi Ochner turistici, culturali e commerciali, è accompagnato da una simpatica mascotte, lo gnomo che popola i boschi e le miniere della Valle del Fersina e che ha cominciato a farsi conoscere già dall’estate, durante le serate di musica e spettacolo, con la distribuzione del materiale informativo e anche sul web: per diventare amici di PerzenLand e conoscere in anteprima i programmi e i dettagli dell’evento basta fare un click su Facebook.
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l’arte trentina conquista l’europa ancora Mostre e inviti per claudio foradori e carla decarli
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ontinuano le esposizioni all'estero dell'artista trentino Claudio Foradori. Dopo essere stato nel maggio scorso al IV Simposio Internazionale di Pittura “Couleurs de Méditerranée” in Francia, con un’esposizione alla Galleria Civica di Brignoles e un’esposizione a Tourves, Foradori è stato invitato, assime alla collega e corregionale Carla Decarli, in Slovacchia per settembre. All’evento parteciperanno artisti professionisti di diverse nazionalità: Iran, Austria, Francia, Slovacchia, Ungheria, Svizzera, Cuba. Dal primo al venti settembre, dunque, appuntamento a Komàrno, ridente località della Slovacchia sudoccidentale, situata sul fiume Danubio e sul Váh, dove i due artisti trentini avranno l'onere e l'onore di rappresentare l'Italia. Fino ad oggi il loro lavoro ha suscitato interesse e notevoli apprezzamenti da parte del pubblico e della critica. Ma per Claudio Foradori le trasferte e le soddisfazioni non finiscono qui: per il febbraio 2011 è atteso nientemeno che a Teheran, per un simposio che si preannuncia entusiasmante.
Terminata la pausa estiva, l’Enoteca provinciale del Trentino riprende l’attività giovedì 18 settembre con l’incontro “Dai pascoli a valle, i formaggi d’alpeggio del concorso di Cavalese” (ore 18). Da non perdere il 30 settembre l’appuntamento “Giudici per un giorno” (ore 18) con il giornalista Roberto Gatti, il quale guiderà gli ospiti nel mondo dei concorsi enologici. Un modo divertente ed originale per giocare con il vino. È gradita la prenotazione (tel 0461/887101)
Per consultare il calendario degli appuntamenti: www.enotecadeltrentino.it Palazzo Roccabruna: Via SS. Trinità, 24 - 38122 Trento - tel. 0461/887101
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cinema e vino: È stata proprio un’estate doc Un nuovo modo di “bere e gustare” il cinema lungo le Strade del Vino
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OC, Denominazione di Origine Cinematografica, la rassegna che unisce la passione per il grande cinema con il gusto dell’enogastronomia, è tornata con un programma totalmente rinnovato: otto nuovi luoghi, tra aziende vitivinicole, cantine storiche, castelli, palazzi rinascimentali e location insolite, degustazioni dei grandi vini del territorio trentino, assaggi delle specialità gastronomiche e proiezione all’aperto di otto selezionate opere cinematografiche, dagli stili, per scelta, molto diversi fra loro. Grande il riscontro registrato. Metti una sera d’estate in alcuni degli angoli più suggestivi e meno conosciuti del Trentino, aggiungi il piacere di un buon bicchiere di vino, la delizia di un viaggio nei giacimenti gastronomici nostrani e l’emozione del grande
cinema: questo è stato DOC, il carosello papillo-gustativocinematografico più fresco dell’estate. Un viaggio in otto tappe attraverso accoglienti cantine, evocativi palazzi storici e luoghi imperdibili selezionati dai tre organizzatori, le Strade del vino e dei sapori della Vallagarina, di Trento e Valsugana e della Piana Rotaliana. Un omaggio alla più pura convivialità dedicato agli amanti del vino, ai gastrofanatici, ai cinemaniaci e a tutti quelli che le sere d’estate amano stare all’aria aperta col naso all’insù, magari ai bordi di un vigneto o all’ombra di un maniero. d ogni appuntamnto si partiva alle 20 con la visita all’azienda in compagnia dei padroni di casa, per continuare con una degustazione di vini della cantina ospitante abbinati a un’accurata selezione di prodotti gastronomici del territorio raccontati in prima persona dal produttore. Reso onore a Bacco e sedato l’appetito, calata la sera, arrivava il momento dello spettacolo. A quel punto sullo schermo iniziavano a scorrere le immagini dei migliori film della stagione, selezionati dal Nuovo Cineforum di Rovereto con la stessa cura con cui il vignaiolo accompagna l’uva dal grappolo al bicchiere. Di che film si trattava? Un blend di stili diversi, selezionati con equilibrio e senza eccessi.
FREE STYLE SALONE UNISEX
di Sara Condini
Ci prendiamtuooci ucraapelli dei
Orario: 8.30-17 (mar/mer), 10-18.30 (gio), 8.30-17.30 (ven), 8-15 (sab)
Mattarello di Trento Via G. Poli, 55 - Tel. 0461.944122 99
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paraplegia e sport: allenamento e altro enrico CHALLIER VINCE IL SIMPOSIO DEL TESINO Il secondo premio È andato all’altoatesino Vinzenz Senoner
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uci ed Ombre del Legno”, Simposio internazionale di scultura in legno giunto quest’anno alla sua IX Edizione, conclusosi nel Tesino il 31 luglio scorso, è stato vinto dal piemontese Enrico Challier. Promosso dal Centro di Documentazione dei Lavori nei Boschi, con in testa il suo presidente, l’infaticabile Remo Tomasetti ideatore della manifestazione, il Simposio ha coinvolto i tre Comuni del Tesino (Castello, Pieve e Cinte) e il confinante Comune di Bieno. Sette le nazioni da cui provenivano gli artisti: Italia, Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Svizzera, Cina e Turchia. Quest’ultimo Paese, presente per la prima volta, ha partecipato con una delegazione di otto artisti fuori concorso - maschi e femmine - dell’Università Mimar Sinam di Istanbul, guidati da una donna capo-delegazione. Nel giro di pochi anni questa manifestazione è divenuta quello che è stato definito dagli esperti “il più bel simposio di scultura in legno d’Italia”. Ormai l’evento è atteso con grande interesse, dalla gente locale e dagli ospiti ansiosi di osservare gli artisti al lavoro: c’è notizia che alcuni di essi abbiano prenotato la loro settimana di ferie nel Tesino proprio in coincidenza con i sei giorni in cui si articola il Simposio. Davanti a un pubblico più che mai folto, alla presenza dei sindaci o assessori dei quattro centri interessati e dell’Assessore provinciale alla Cultura Franco Panizza, il presidente della Giuria, lo scrittore e critico d’arte Renzo Francescotti, ha letto il verbale della Giuria che, all’unanimità, è arrivata a individuare premiati e segnalati. Due menzioni speciali sono state attribuite ad Alessandro Pagnoni di Gussago (BS) e Luciano De Marchi di Campiglia dei Berici (VI). Tre gli artisti segnalati: Mario Iral di Padova, Lara Steffe di Moena (TN) e Gianluigi Zeni di Mezzano (TN). Infine i premiati: il terzo premio è stato conferito a Pavel Spelda della Repubblica Ceca per la scultura “La primavera”. Il secondo a Vinzenz Senoner di Santa Cristina (BZ) per la scultura “Ricordo del passato”. Il primo premio è andato a Enrico Challier di Frossasco (TO) 100
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un convegno a ronzone, previsto alla fine di ottobre
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ome allenare un atleta paraplegico e tetraplegico, i mezzi di allenamento ed i test di valutazione, le categorie e quindi esperienze personali sono alcuni degli argomenti inseriti nel programma di massima del seminario sulla disciplina del handbike che l’US Ronzone ospiterà nel contesto delle iniziative previste per i 25 anni di attività organizzativa del programma “lo sport per l’handicap”. Iniziative che prevedono fra l’altro anche un torneo internazionale di Ice SledgeHockey (l’hockey per disabili fisici) con la partecipazione della squadra azzurra del Comitato Italiano Paralimpico, della Germania e della Repubblica Ceca. Questa disciplina sta destando un interesse crescente nelle società che con i loro ragazzi praticano lo sport agonistico per annullare le loro diversità. A Ronzone saranno presenti dirigenti di società, tecnici, fisioterapisti, medici ed atleti diversamente abili per una tre giorni che sarà seguita da Alberto Zin, segretario organizzativo e referente nazionale della disciplina con interventi di relatori qualificati con psicologi, laureati in scienze motorie ecc. Per il convegno, previsto per ottobre, chiusura delle adesioni a fine settembre.
per la scultura “Volerevolare”. Il premio del pubblico è stato dato alla fassana Lara Steffe, segnalata anche dalla Giuria, lo scorso anno vincitrice del primo premio. Come è avvenuto da cinque anni a questa parte i tre scultori premiati, inseriti in un elegante catalogo, ognuno con cinque opere, assieme ad altrettante opere di un padrino” (vale a dire un Maestro affermato), il prossimo anno faranno parte di una mostra itinerante che toccherà diverse città d’Italia. Nel fascino della scultura in legno, per una volta tanto non sarà il Trentino ad importare eventi, ma ad esportarli.
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IL MENU DEL VINO VINCE IL BANCAREL'VINO Il libro di francesca negri, edito da Curcu&Genovese, ha vinto il più prestigioso premio nazionale riservato alla letteratura enologica giunto alla 28a edizione
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rionfa il Menu del vino della scrittrice e giornalista trentina Francesca Negri e trionfa il vino trentino, con i riflettori di tutta Italia puntati grazie all'opera letteraria che a Mulazzo (MS) ha vinto l'ambitissimo Bancarel'Vino 2010, surclassando altre cinque opere letterarie di spessore e curriculum. I venti giurati hanno infatti decretato, con 9 preferenze su 20, la vittoria dell'autrice trentina che gareggiava assieme a "Le più belle strade del Vino" - Itinerari in Europa tra filari e vigneti- di Ornella d'Alessio e Marco Santini. De Agostini; "Guida al Vino Quotidiano" Aa.vv. Slow Food editore; "Vino e Eros" a cura di R.Bartoletti, N. Mondani, e F. Montorsi.- Giunti Demetra; "I giorni del Vino" 365 Assaggi Meditati e Raccontati - di Paolo Massobrio- Einaudi; "Più o Meno Di Vino" di Vincenzo Reda- Edizioni del Capricorno. Del Menu del Vino (già secondo al Premio Cesare Pavese - Il vino nella letteratura 2010) ha colpito sicuramente l'idea di fondo: quella di rovesciare i punti di vista nell'infinito gioco della tavola, scegliendo prima che il cibo il vino. Ne scaturisce un nuovo modo di vivere il momento del convivio, dove il cibo si mette al servizio del vino per esaltarlo, esattamente il contrario di ciò che comunemente accade. Lo spiega bene nella prefazione al volume il critico Luigi Cremona: ""Un libro come questo della brava Francesca Negri, dimostra innanzi tutto come le donne argute nella vita riescono sempre a stupirti. Francesca ribalta la metodologia classica, ribalta la consuetudine consolidata, ribalta quello che per noi era una specie di dogma: prima si consulta la carta delle vivande e, dopo la scelta dei vari piatti, si chiede al sommelier di portare la carta dei vini. Lei invece ci porge subito quella dei P Da nc rem l d ar io ue ell S v a ele olt de z e lla ion Cu e cin a
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vini, e, avendo per altro a disposizione una cantina ricca e varia come quella della sua provincia, il Trentino, ci fa vedere che alla fine i conti tornano". Vino al centro, insomma, e spazio a mille sperimentazioni di abbinamenti, con oltre 300 ricette tipiche di tutta Italia, che il libro vuole abbinare a 55 selezionate etichette enologiche made in Trentino. Ecco perché questo premio deve rendere orgoglioso anche il mondo del vino locale, che assieme alla Negri ieri è stato premiato del sindaco di Mulazzo Sandro Donati e dell'assessore alla Cultura, Gianni Tarantola. A ritirare il Premio al posto dell'autrice, all'estero per altri impegni presi in precedenza, il presidente dell'Apt di Madonna di Campiglio Marco Masé, che per la seconda volta ha affiancato la Negri nella realizzazione di uno dei suoi lavori, curando la parte dedicata agli abbinamenti. Mase' non ha mancato di promuovere ulteriormente il territorio trentino in terra Toscana, stringendo contatti utili anche per futuri e proficui gemellaggi. Francesca Negri è entrata nel mondo del giornalismo a 18 anni, occupandosi prima di sport e musica e poi di lifestyle, costume ed economia. La sua grande passione per l’enogastronomia l’ha portata a diventare la firma enogastronomica dei dorsi trentini e altoatesini del Corriere della Sera e a collaborare con riviste nazionali come "Le vie del gusto", "Wine Passion", "Bell’Italia", "Papageno". Due volte Premio selezione Bancarella della cucina, nel 2008 e nel 2009 con La storia nel piatto e con Oro Giallo (Curcu&Genovese), l’autrice nel 2010 ha pubblicato anche per Edizioni Gribaudo i volumi "Paolo Cappuccio. La cucina mediterranea" e "Felice Lo Basso. La grande cucina dell'Alpenroyal".
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Il libro del mese partigiani, agricoltura e farmacisti in mostra TRE esposizioni E UN LIBRO PER LA FONDAZIONE MUSEO STORICO
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ono tre le mostre che la Fondazione Museo Storico del Trentino ha programmato nei mesi estivi: "Feuer!", dedicata ai rastrellamenti antipartigiani del 1944 (Folgaria, fino al 20 settembre), "Paesaggi agrari" per scoprire i cambiamenti del territorio della val di Non negli ultimi 100 anni (Diga di S. Giustina, fino al 31 ottobre) e "Farmacisti di famiglia", per esplorare il patrimonio di arredi e suppellettili della farmacia Maturi di Brentonico (Palazzo Eccheli-Baisi fino al 3 ottobre). A queste iniziative espositive si affiancherà, in settembre, la presentazione di un libro dedicato al bicentenario hoferiano, frutto della ricerca scientifica condotta da uno storico dell'Università di Innsbruck, Andreas Hoberhofer, tradotto e sintetizzato in italiano a cura della Fondazione. Molto interessante soprattutto la seconda esposizione. Come si è passati da una agricoltura di sussistenza al modello agricolo industriale? Alla fine dell’800 l'agricoltura in val di Non è praticata quasi esclusivamente per il fabbisogno familiare. Cento anni dopo, alla fine del ‘900 si producono oltre 290.000 tonnellate di frutta all’anno che vengono esportate sui maggiori mercati internazionali. In poco più di un secolo sono mutati i paesaggi, il paesaggio agrario e la comunità. Abbracciando cento anni e più di storia, la mostra racconta la trasformazione che ha interessato la valle di Non tra la fine dell’800 e la fine del ‘900. 102
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di questa storia, l'attrice laura curino dice: “Quando te la raccontano trattieni il fiato”. Ora, il testo di paolo domenico malvinni diventa un libro. arricchito da un sacco di “contenuti speciali”.
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arche che solcano le montagne. Montagne vere. Di terra e di roccia. Barche vere, anzi, navi. Tirar su e calar giù una flotta, a forza di braccia e tiro di buoi, anche d’inverno, sul ghiaccio. Questa sì che è un’impresa. Quando te la raccontano, una storia così, trattieni il fiato. Paolo Malvinni aveva cominciato dall’inizio, raccontandomi una storia di uomini e di guerre. Per quanto i nomi di spicco, dogi, principi, condottieri, mi risuonassero noti, non risuonava però il cuore. Ma non solo perché si parlava di terre e di altri luoghi. No, no, non è questione di luoghi. È l’argomento. Io a parlar di guerre il più delle volte mi annoio. Come a giocare a soldatini. Come alle interrogazioni a scuola. La distruzione, il calcolo dei morti, i tributi di sangue, le rappresaglie, le vendette, mi nauseano. Anche se a condurre sono i grandi della storia. Il ridisegno di confini, domini e territori non mi solletica l’interesse più delle istruzioni per fare un nuovo centrino all’uncinetto. Entrambi gli elenchi mi stufano. In teatro poi ci vuol ben altro per far reggere in piedi un testo e ben lo sanno tutti quelli che a scuola da piccoli sono stati sottoposti all’inutile, umiliante esercizio di mimare il corso del tal fiume o di recitare la tal battaglia… gli antichi romani con l’orologio al polso e le scarpe da ginnastica… Insomma, stavo cominciano a distrarmi di brutto. Poi Malvinni, furbi gli autori, comincia a comporre con giuste parole l’immagine potente di navi che arrancano su cavalloni di nuvole, tra tempeste di pioggia e fango, sulle montagne. Mi disegna in brevi schizzi carte, passaggi, macchine, stratagemmi. E mi sveglio, certo che mi sveglio! Questa sì che è una impresa che fa battere il cuore! Una popolazione assediata, affamata, stremata. Persone ormai troppo stanche, impaurite, senza forza per reagire, difficoltà che sembrano insormontabili. Tutto sembrava perduto… E invece l’ingegno dell’uomo trova una soluzione! Una soluzione che ha bisogno di ottimismo, di intelligenza, di forza, di dedizione, di umiltà e di tanta fatica. Una
trentinolibreria Ercole Colombo Wrooom Giorgio Nada Editore
Mimmo Franzinelli Rock & Servizi Segreti Bollati Boringhieri
“Wrooom”, la manifestazione che ogni gennaio porta a Madonna di Campiglio il mondo delle corse motoristiche, ha tagliato il traguardo della ventesima edizione ed è ormai riconosciuto come l’avvenimento precampionato più importante e atteso nel mondo della Formula 1 e della Moto GP. Da un’idea di Ercole Colombo, con la collaborazione di venti famosi giornalisti internazionali del mondo dei motori, è nato un libro che racconta la storia dei piloti, dei personaggi, delle presentazioni di Ferrari e Ducati e di tutti gli avvenimenti che hanno fatto di “Wrooom” un appuntamento da non perdere. Il volume, 200 pagine a colori riccamente illustrate con oltre 800 immagini, è in vendita a 35 euro, è stato presentato il mese scorso al Golf Hotel di Madonna di Campiglio. Alla cerimonia, oltre all’Autore e all’Editore, hanno partecipato Stefano Domenicali, responsabile della Gestione Sportiva Ferrari e numerosi giornalisti italiani e stranieri.
Il libro di Mimmo Franzinelli, già autore di diversi testi in ambito musicale, si legge tutto d’un fiato, come un romanzo avvincente, tanto è l’interesse che desta nel delineare, a partire dal 1960 e sino al 1975, le azioni di controllo, infiltrazione e provocazione dell’FBI, tramite il COINTELPRO (counter intelligence Program), nei confronti di tanti musicisti rock, nel contesto più vasto dell’attività di monitoraggio degli oppositori all’establishment. L’elenco è lungo e si snoda da Joan Baez, ma ancor prima Pete Seeger, a Phil Ochs, alfieri delle mobilitazioni pacifiste e antimilitariste contro le guerre del Vietnam e per i diritti civili; da Frank Zappe alla contro cultura californiana di Country Joe McDonald, Jefferson Airplane, Doors, Janis Joplin, Grateful Dead; da John Lennon, oggetto di una forsennata campagna persecutoria durante la presidenza Nixon, a Jimi Hendrix. Ed è su Jimi, nei limiti di questa breve recensione, che ci
soluzione in grado di suscitare potente forza poetica. E tutti sappiamo quanto ci sia bisogno di questa forza. Quando gli esseri umani insieme sono capaci di creare una sintesi di coraggio, bellezza e vita, la producono per sempre. Una bella storia non muore mai. Anche se il tempo la sommerge e ce la fa dimenticare, resta lì, nascosta da qualche parte, pronta a darci ancora coraggio, bellezza, vita. Solo che la si voglia andare a cercare. Paolo Malvinni l’ha cercata. L’ha tratta fuori dalla dimenticanza e ne ha scritto la versione teatrale per una rievocazione storica di piazza. Me l’ha raccontata e subito abbiamo cominciato a lavorare al progetto di una messa in scena. Malvinni ne ha riscritto il testo in modo che potesse essere raccontato attraverso le tecniche che da anni sono l’oggetto del mio studio e delle mie fatiche, la narrazione, dove la voce del cantore diventa la voce di tutti, dei personaggi, ma anche dei luoghi e dei tempi. E sempre lui ha saputo comunicare, convincere, produrre in tutti l’incanto necessario a trasformare un’idea in realtà. La sua Magnifica Intrapresa è stata, su scala minore, un concorso di forze verso l’obiettivo comune. È diventata impresa di noi tutti. Abbiamo trovato il nostro “doge” in alcuni sostenitori: La Provincia autonoma di Trento, che ha inserito lo spettacolo nella programmazione “Storia e memoria”; il Coordinamento Teatrale Trentino, che lo ha proposto ai Comuni aderenti; i Comuni di Mori, Nago-Torbole, Brentonico e Drena che, con
soffermiamo, nel quarentennale della sua morte – 1970/2010 – riportandoci con la memoria alla tragica notte del 18 settembre 1970. Certo le anfetamine ed i sedativi assunti nella circostanza sono documentati, ma margini di mistero avvolgeranno per sempre la sua scomparsa. Hendrix, figlio di un’indiana Cherokee e di un militare nero, fu oggetto di stretta vigilanza da parte del Federal Bureau of investigation come ben testimona il libro di Mimmo Franzinelli. Bollato come nigger e considerato un pessimo elemento, fu costantemente sorvegliato per il suo turbolento rapporto con l’establishment, ma anche per le simpatie verso le Pantere Nere ed i buoni rapporti con gli altri artisti della controcultura. Indimenticabile con il suo Jimi Hendrix Experience e con la Band of Gypsys, protagonista a Woodstock con un’infuocata versione dell’inno americano, stravolto e reso sconvolgente dalla sua chitarra, morirà il 18 settembre 1970 lasciando un vuoto incolmabile. (Marco Deromedis)
lungimiranza e fiducia, ne hanno prenotato una replica garantendo così una parte della produzione e l’effettivo realizzarsi della stessa; il Teatro Stabile di Innovazione La Piccionaia/I Carrara di Vicenza. E abbiamo trovato il nostro condottiero in Titino Carrara che ha, come devono fare i buoni registi, prodotto coesione, visioni poetiche ed energia. Si sono uniti a noi Roberto Tombesi, musicista e compositore e il gruppo Calicanto. È la musica a dare il tempo, la marcia, il risalto epico e lirico alle parole. I Calicanto sono abilissimi musicisti capaci anche di tenere la scena con umorismo, leggerezza, divertimento. Recitare con loro è un’avventura diversa ogni sera, fresca e giocosa, commovente e malinconica, a seconda delle note che solcano le montagne… Questo spettacolo è amato dovunque. Il pubblico trentino ascolta con stupore un pezzo della propria storia. Gli altri conoscono meglio e apprezzano ancor di più questa terra di luce, di rocce e di acque, di imprese. (Dalla prefazione di Laura Curino)
Paolo Domenico Malvinni
La magnifica intrapresa Galeas per Montes Conducendo
Curcu & Genovese (Euro 10, pagine 96)
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trentinoscoop&news
A DUE ENOLOGI TRENTINI IL PREMIO “KARL BAYER” È di archimede il miglior sito del 2010 si tratta di www.trentinosnow.it , realizzato per Trentino SpA
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ono stati resi noti i risultati del Premio Web Italia 2010, importante rassegna nazionale che analizza i migliori siti internet realizzati dalle web agency italiane. Archimede, finalista in ben quattro categorie di concorso, ha vinto il premio per aver realizzato il “Miglior Sito Web per il Turismo”, vedendosi riconoscere la qualità del proprio lavoro in un settore particolarmente importante per il proprio core business e, più in generale, per il proprio territorio, il Trentino. Il sito web vincitore del premio è stato trentinosnow. it, realizzato per la Trentino Marketing S.p.A., società di marketing territoriale della Provincia di Trento. Il portale si pone come punto di riferimento per la comunità di snowboarder trentini e non, permettendo agli appassionati di questo sport di trovare informazioni utili, offerte vacanze ad hoc e servizi di booking. Le soluzioni grafiche “di impatto” sono state studiate per piacere ad un’utenza giovanile, in quanto target preferenziale del progetto, senza tuttavia pregiudicare la navigabilità e usabilità del sito. Il premio ricevuto al PWI2010 rappresenta quindi un importante riconoscimento per il web design, le soluzioni tecnologiche e le strategie di comunicazione online adottate da Archimede. 104
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per la migliore tesi di laurea in viticoltura ed enologia
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ucio Bortolotti e Simone Maistri sono due enologi trentini, freschi di laurea, vincitori del premio 2010 “Karl Bayer”, istituito per le migliori tesi in viticoltura ed enologia dal consorzio interuniversitario che coinvolge l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, la Hochschule RheinMain di Geisenheim, le università di Trento e Udine. II premio, ideato in onore dell’ex decano di Geisenheim promotore della fruttuosa collaborazione transnazionale che coinvolge i quattro enti, giunge quest’anno alla sua quarta edizione ed ammonta a duemila euro. Mille euro dunque sono andati a Lucio Bortolotti, residente a Montevaccino, che ha realizzato una tesi sul tema della clorosi ferrica nella vite, in particolare sull’applicazione degli indici di intensità di colorazione fogliare e di vegetazione per la stima del danno, e altri mille euro a Simone Maistri di Pergine Valsugana, autore invece di un lavoro sull’espressione di geni associati allo sviluppo dell’aroma in uve di Chardonnay. I giovani hanno svolto gli studi universitari iscrivendosi al Corso di laurea in Ingegneria delle Industrie alimentari di Trento - percorso didattico in Viticoltura ed Enologia, e seguendo le lezioni presso l’ateneo trentino e l’Istituto di San Michele; hanno frequentato il terzo anno alla Hochschule di Geisenheim.
trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli
IL CONCILIO CALCISTICO DI TRENTO
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he il Concilio di Trento rappresenti, nella storia, uno di quegli avvenimenti che fanno da spartiacque, conosciuti a livello planetario, non serve nemmeno dirlo. Ma che, nella certamente più modesta storia del calcio italiano - eppure tutt’altro che secondaria negli interessi e nelle passioni di molti -, ci fosse pure stato un Concilio di Trento, beh, quanti lo sapevano? Eppure è così. La scoperta la si può fare se ci si addentra nella lettura, assai piacevole, della biografia di Alberto Michelotti. Certamente i non più giovani ricordano, se soltanto spremono le meningi. “Tutto il calcio minuto per minuto”: quante volte la lettura delle formazioni delle squadre in campo – stiamo parlando degli anni Sessanta e Settanta, prima della dittatura televisiva, anche nello sport – si concludeva con: “arbitra Michelotti di Parma”? Sì, è lui il protagonista del libro scritto da Claudio Rinaldi, Mup editore, 257 pagine, 18 euro, prefazione di Gianni Mura (“alzo il mio calice di rosso alla sua salute e a quella di chi, ancora, riesce ad indignarsi e a commuoversi” scrive e il calice di rosso potrebbe essere Teroldego o Marzemino…). Dimenticavamo: il titolo del libro è “Dirige Michelotti di Parma” e il sottotitolo: vita e passioni di un grande arbitro. Chi vorrà, leggerà. E scoprirà della partita amichevole – luglio 1975, stadio Briamasco, allora testimone delle gloriose stagioni degli
aquilotti – tra il Milan del mitico Paron, Nereo Rocco e del Trento. “Il nostro Concilio di Trento” scherza oggi l’arbitro che nei suoi annali vanta 145 partite dirette in serie A e 86 gare internazionali. Sì, perché prima di quell’amichevole, che proprio il fischietto di Parma diresse, ci fu una stretta di mano, quella con Gianni Rivera, il mitico “golden boy” del calcio italiano, a suggellare una storica riappacificazione. Cosa era successo? 12 marzo 1972. Michelotti concede un rigore a Cagliari contro il Milan per un fallo di mano del terzino Anquilletti che fa scatenare l'ira di Rivera. Il capitano rossonero si scaglia contro Michelotti, contro il presidente Campanati e l'intera classe arbitrale. La reazione procura una pesante squalifica al centrocampista: due mesi e mezzo. La polemica fu lunga ed aspra. E soltanto tre anni dopo, a Trento appunto, grazie ai buoni uffici di Rocco ci fu la riappacificazione. “Due numeri uno non possono non parlarsi per tutta una vita. È ora di darci un taglio. Siamo uomini, parliamo da uomini”: così parlò Nereo Rocco. E la pace fu firmata, con stretta di mano, al Briamasco. Al Concilio calcistico di Trento.
La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.
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trentinoenogastronomia
ristoranti
in ogni numero trentinomese vi propone due ristoranti provati per voi I ristoranti presentati in questa rubrica sono una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.
Segnalazioni e commenti: redazione@trentinomese.it
MASO CANTANGHEL UNA STANCA ISTITUZIONE Maso Cantanghel è un’istituzione per la ristorazione trentina così come la sua patrona, Lucia Gius. Da una trentina d’anni la sua cucina ha conquistato critici gastronomici e, meglio ancora, clienti, attratti anche dal fascino del luogo, una piccola bomboniera che accoglie una manciata di tavoli e dalle cui finestre, nelle sere d’estate, si ammirano scorci di luna e profili montuosi di raro romanticismo. La mia domanda, ora, è questa: è possibile che dopo tutti questi anni la signora Lucia sia un po’ stanca? È questa la sensazione che ho avuto gustando i suoi piatti la sera di luglio in cui mi sono trovata a cena da lei. Forse un caso sporadico, anche se confrontandomi con altri clienti abituali non mi sono trovata da sola in questo pensiero. Ma vediamo il menu degustato, che come forse saprete è sempre fisso: niente menu alla carta, bensì quattro portate scelte da Lucia al prezzo di 35 euro. Ovviamente, se qualche piatto del menu non è gradito, la cuoca trova sempre una soluzione alternativa. Per la mia cena, mi attendeva in apertura una zucchina ripiena di ricotta con salsa di pomodoro che non ci ha lasciato molte emozioni. A seguire, polenta di Storo con misto di funghi e formaggio di malga che poteva forse essere ancora più gustosa, quindi una deludente pasta Felicetti con verdure dell’orto e Trentingrana. Senza sussulti anche la coscia di gallo arrosto con purè, sedano rapa e zucchine stufate. Dulcis in fundo, crema di gelato alla nocciola e piccola pasticceria. Morale? Da Lucia ho gustato sicuramente cene memorabili, ma non è il caso di questa che vi sto raccontando. Magari il caldo estivo, magari la voglia di vacanze, magari una serata no. A una donna che ha fatto tanto e per così tanto tempo per la ristorazione trentina si deve lasciare il beneficio del dubbio, ma l’onestà del cronista non può esimersi dal raccontarvi l’esperienza, nuda e cruda e, purtroppo, sotto le aspettative. MASO CANTANGHEL Civezzano Via Madonnina 33 Tel. 0461 858714 Aperto la sera dal lunedì al venerdì
cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥
maso tratta COSA C’è DI NUOVO A PRESSANO Al telefono, al momento della prenotazione, mi avevano già messo di buonumore. Un signore sagace mi aveva fatto fare più di una risata, argomentando sul fatto se il mio tavolo per due fosse per una serata romantica, da innamorati o per innamorarsi. Ho pensato: «Se questi sono i presupposti, chissà che cena divertente mi aspetta». Aggiungete a questo il fatto che alcune persone mi avevano consigliato caldamente di provare Maso Tratta, a Pressano, inaugurato a maggio scorso, e il risultato è che le mie aspettative per la serata erano di godermela in tutti i sensi. Della famiglia Obrelli del settore idraulica (non gioielleria), Maso Tratta è una scommessa dell’ultimo minuto. «Abbiamo deciso di fare il ristorante e in quindici giorni eravamo aperti», racconta il proprietario divertito. Alla fine della cena gli avrei potuto dire che si percepiva al cento per cento. Sì perché inizialmente il bel maso immerso nelle vigne di Pressano doveva essere un posto dove i proprietari si ritrovavano a fare cene conviviali tra amici. Poi l’incontro fatale con lo chef Gianni Bonvecchio dell’agritur San Giorgio di Aldeno, che ha chiuso i battenti qualche mese fa, e la decisione di fare di Maso Tratta un agriturismo con ristorazione da ben cinque ”margherite” (il massimo punteggio per gli agritur trentini). Ma veniamo alla mia cena. Nonostante non fosse un tete a tete mi è toccato un tavolo nella saletta ritenuta più romantica, ma che di questo poco ha, a partire dalle luci, altissime e non molto invitanti. Seduti al tavolo, non passa tanto che la cameriera (in Crocs!) ci serve senza nulla proferire una polentina di Storo con fonduta di formaggio di malga e crema al tartufo, senza descrivere il piatto, senza annunciarlo come un saluto della cucina, senza nemmeno dichiarare la tipologia di vino servito in abbinato (un Sauvignon Maso Tratta La Vis, riconosciuto dopo nella poverissima carta dei vini). Poi arriva il momento di ordinare: in carta – letta a voce – bigoli con salsiccia piccante, gnocchi alle ortiche, tagliolini al tartufo, al ragù di cervo, ai porcini, tortelloni al formaggio Vezzena; spezzatino Maso Tratta, costata di Scottona, filetto di maialino al rosmarino, carpaccio di carne salada, salsicce con i funghi. Abbiamo scelto i tagliolini ai porcini, i tortelloni, lo spezzatino (in bianco con polenta, patate e zucchine) e il filetto di maialino: tutti assaggiati e lasciati nel piatto. Per non parlare della bottiglia di vino ordinata, arrivata alla fine del primo e solo dopo averlo rammentato a chi di dovere. Serviti i secondi, poi, dopo mezz’ora i piatti non erano ancora stati ritirati, così ci siamo alzati e abbiamo chiesto il conto, senza avere il coraggio di affrontare il dolce. Niente da dire sulle quantità (abbondantissime) e sul prezzo, 8 euro i primi, 12 euro i secondi. La bontà, però, non ha prezzo. Lezione numero 1: selezionare bene chi ci consiglia su dove andare a cena. Lezione numero 2: spendere poco e mangiare tanto ma mica tanto bene è una scelta, decidete da che parte stare. Lezione numero 3: se vi sedete al tavolo e iniziano a portarvi il saluto della cucina senza nemmeno dirvi di che si tratta, levate le ancore ed abbandonate il locale perché il vento è sicuramente di Libeccio. maso tratta Lavis Loc. Masi di Pressano Tel. 335 1261233
♥♥♥♥ cibo ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥
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Per sconfiggere la Sclerosi Laterale Amiotrofica
e Dal 12 settembr 10 20 e br to al 3 ot
ndo dona 2 € invia ando iam un SMS o ch fissa il da rete
Con un contributo minimo di € 10 riceverai una bottiglia di Barbera d’Asti DOCG. I fondi raccolti saranno devoluti alla ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica
Vieni e partecipa a questa iniziativa. Saremo presenti in numerose piazze italiane il 3 ottobre 2010*
Giornata nazionale SLA
*per conoscere la piazza a te più vicina consulta il nostro sito internet www.aisla.it promossa da:
Per informazioni: www.aisla.it - Numero unico 199 24 24 66 Aisla Onlus, a tutela dei diritti del donatore, aderisce all’Istituto Italiano della Donazione Con il Patrocinio dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
con il sostegno di:
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Asti
Provincia di Asti
S.M.&A. Associati srl
“quello buono” sostiene la ricerca