TrentinoMese settembre 2020

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FRANZINELLI La tradizione si rinnova! Ferramenta e giardinaggio tutto in uno...

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Trento è una città alpina con una storia millenaria, custodita nei suoi siti archeologici e musei d’eccellenza. Ma è anche luogo ideale per gli amanti dello sport e delle attività all’aria aperta.


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RING

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RING di Tiziana Tomasini

di Silvia Tarter

a mali estremi 2020: RITORNO A SCUOLA: TANTI DUBBI, POCHE CERTEZZE

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i avevamo salutati così, da lontano, nelle schermate imperfette e un po’ a scatti delle nostre tante connessioni. “Ci rivediamo a settembre!” ci eravamo detti, con la speranza di poterlo fare veramente. Ma dentro di noi aleggiava già quel velo di consapevolezza che non ci faceva essere più certi di niente: la pandemia aveva cancellato abitudini e solide certezze, lasciando il campo – oltre ai tanti vuoti e alla paura – ad un dilagante senso di insicurezza. E adesso, alla soglia di un nuovo anno scolastico, siamo tutti un po’ disorientati. Noi insegnanti, ancora all’oscuro di tempi scuola, di classi, di protocolli sanitari, di gestione spazi e spostamenti. Chi fa cosa? Dove e come? Con che orari? Con quali modalità? Noi genitori, che ancora non sappiamo rispondere alle numerose domande che bambini e ragazzi cominciano a fare. Chissà se i compagni saranno quelli dell’anno scorso o se avranno ridotto le classi, chissà quante ore faremo in presenza, chissà se si faranno attività laboratoriali DOPO LA LEZIONE o stage. Per non parlare COVID NOI dei mezzi di trasporto. INSEGNANTI SIAMO Riuscirò a trovare posto PRONTI AD OGNI sulla corriera o sarà una lotta all’ultimo sedile? EVENTUALITÀ Ma io a che ora entro? E dove vado? Noi insegnanti, che difficilmente riusciremo a vederci tutti insieme in aula professori, dovendo limitare al massimo i contatti tra docente e docente. E mettendo un muro anche allo scambio umano, che ha sempre arricchito e caratterizzato la nostra professionalità. Noi genitori, che in caso di lockdown scolastico e non lavorativo ci poniamo il problema di come gestire i figli. Chi li ha grandicelli, può contare su quel senso di autonomia che l’età anagrafica dovrebbe portare (pur con qualche dubbio, fondato proprio sulle fragilità di quella stessa età…). Chi li ha piccoli, deve necessariamente far affidamento su altri. Perché quelle “interne” alla famiglia – i nonni nella fattispecie – sono da evitare. Noi insegnanti e genitori, che dopo la lezione Covid e in previsione di possibili lezioni da remoto ci stiamo attrezzando – con relative rilevanti spese – con tutta quella tecnologia in grado di sostenere la scuola fatta a casa: computer più potenti e in numero idoneo per i componenti del nucleo familiare, supporti di rete e accessori indispensabili alle navigazioni in simultanea. Noi genitori, che davanti allo scaffale dei quaderni al supermercato, stavamo per prenderne qualche pacco e poi ci siamo fermati. “Ma serviranno?” ci siamo chiesti. Ancora non lo sappiamo.

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verde ostinato È NECESSARIO EDUCARE AL RISPETTO PER L’AMBIENTE

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uando ero piccola, nel mio paese ogni settimana venivano organizzate delle gite in montagna. Il parroco e qualche genitore radunavano noi ragazzini finalmente liberi dalla scuola, per scorrazzarci su e giù per i sentieri. Camminavamo molto, imparando il valore di una lunga fatica e ad apprezzare le bellezze del paesaggio. Imparavamo i nomi dei fiori, osservando i loro micro mondi meravigliosi con una piccola lente, imparavamo a riconoscere le tracce degli animali e rimanere in religioso silenzio quando avevamo la fortuna di avvistare un capriolo, un camoscio, più raramente un maestoso stambecco. Abbiamo imparato a portare con noi solo il necessario, a risparmiare fiato per le salite più dure, a condividere con gli altri un pezzetto di cioccolata, un frutto. Ho sempre considerato normale mantenere un comportamento discreto, rispettoso, curioso, in mezzo alla natura. Purtroppo, però, non è la regola. Per questo mi ha dato un grande MI HA DATO UN dispiacere leggere una notiziuola di un GRANDE DISPIACERE gruppo di ragazzi LEGGERE UNA NOTIZIUOLA, QUALCHE che una notte hanno vandalizzato un nido SETTIMANA FA... di tartarughe Caretta Caretta a Castiglione della Pescaia, nel Grossetano, custodito dall’Associazione tartAmare. Questi bravi minorenni hanno danneggiato una 15ina di uova, compromettendo anche tutta la nidiata di 81 uova. Tutti abbiamo in mente il miracoloso momento della nascita delle tartarughe. Quando si schiudono le uova, le tartarughine muovono i primi passi e si avviano istintivamente verso il mare. Ma solo poche di loro sopravvivono, poche riescono a raggiungere il mare aperto sfuggendo ai predatori. Un equilibrio fragile, peraltro ulteriormente minacciato dalla pesca intensiva e dall’inquinamento da plastica. E qualcuno ha pensato bene di interrompere questo meraviglioso processo della natura, giocando con queste piccole vite, probabilmente senza motivo, ma solo per noia. Ma come è possibile? Che adulti potranno mai diventare dei ragazzini simili? E esempi come questi, purtroppo, se ne possono contare a decine. Si parla tanto di ambiente ma ancora, troppo spesso, manca una seria educazione al nostro modo di vivere nell’ambiente. Anche perché il rispetto per l’ambiente e le sue creature è rispetto per la vita stessa, per il suo necessario principio di continuità, in cui noi siamo solo degli anelli di una lunga catena.


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Museo dell’aeronautica Gianni Caproni

Museo dell’aeronautica Gianni Caproni

Museo dell’aeronautica Gianni Caproni Trento - Via Lidorno, 3 Ingresso: Martedì - Domenica ore 10.00-18.00 Lunedì chiuso Info 0461 944888 www.museostorico.it museocaproni@museostorico.it


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RING di Fiorenzo Degasperi

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MARCELLO NEBL E LA VIA DEGLI DEI: C’È LO SPIRITO AL DI LÀ DELLA TECNICA

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el segno della montagna, ovvero opere di Marcello Nebl. A Borgo Valsugana, Spazio Klien, dal 12 al 27 settembre. Un viaggio in uno spazio dove si sente soffiare sommessamente lo spirito delle montagne, direbbe Daisetz Suzuki. Il dipingere montagne per l’artista equivale all’arte di disporre i fiori giapponese, l’ikebana, o allo svolgimento di una cerimonia del tè, dove sono importanti la concentrazione e la meditazione e durante la quale va sempre mantenuto un atteggiamento raccolto e pieno di rispetto. E dove il tempo viene scandito secondo un’economia che non è quella dello scorrere lineare e progressivo del dio Crono ma quella di una tradizione del dipingere che si avvicina molto all’astrazione dalla realtà. Come l’icona, per assurdo, il massimo di figurazione equivale al massimo di astrazione. Così la bellezza e l’armonia dell’opera si riflette in un’atmosfera che va al di là dell’aspetto meramente naturalistico per diventare forma di spiritualità (non di religiosità, sia ben chiaro), tendente a creare un’atmosfera mistica che schermisce la realtà sebbene quest’ultima sia il punto di partenza. Pervaso dalla ricreazione delle montagne, l’artista parla con la lingua del cuore universale. Con queste modalità tecniche-concettuali Marcello Nebl entra nella fluente corrente di un pensiero che ha dei collegamenti stretti con lo zen giapponese e gli esiti sono delle cineserie in cui sono racchiusi valori che apparentemente, con una visione superficiale dell’opera, possono sfuggire e non essere colti nella loro pienezza. Ciò che differenzia questo genere pittorico dalla riproduzione pedissequa della realtà è l’esperienza che nasce da questo procedimento tecnico. La ricomposizione, pennellata dopo pennellata, graffio dopo graffio, dal particolare al generale, è un avanzare dal microcosmo al macrocosmo, dal frammento di roccia alla montagna,

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RING dalla pietra al canalone, dalla rupe al precipizio. L’artista ri-costruisce il mondo e lo fa rispettando gli aspetti tecnici della propria arte, con lealtà e sincerità, e mantenendo saldi questi principi ottiene la padronanza assoluta del proprio fare. Lealtà e sincerità potrebbero sembrare dei principi ovvi per chi produce arte. Ma non lo sono sempre. Lealtà e sincerità dovrebbero stare alla base del proprio patto regolativo e formativo tra l’Io e la propria Anima, e non tra l’Io e il Mondo. In queste opere c’è un altro risvolto, altrettanto importante, tutto occidentale. Ed è la tradizione degli skizzenbuch, di romantica memoria. Ogni opera è un racconto, è un dare voce alla natura della montagna, far scaturire lo spirito che in essa vive, nella consapevolezza che il nuovo e l’ignoto sono nello sguardo. Nel far questo Marcello Nebl prosegue la riflessione e la meditazione di viaggiatori, pittori, scrittori e poeti del Grand Tour che, a partire dal XVII secolo, hanno attraversato l’Europa dalle fredde brume del nord alle assolate terre mediterranee, alla ricerca di una natura che è in primis mitologia, storia non raccontata, cronaca della fantasia. In questo contesto le opere fanno parte di diritto – ne sono le figlie – di quel romanticismo che anche quando si declina in ricerca etnografica e naturalistica non tradisce mai l’Anima dei soggetti raffigurati. Lo skizzenbuch – materializzazione grafica e coloristica

PERVASO DALLA RI-CREAZIONE DELLE MONTAGNE, L’ARTISTA PARLA CON LA LINGUA DEL CUORE UNIVERSALE delle note musicali – cade sotto l’egida della velocità, dell’approssimazione, del non finito, dell’appunto (e del contrappunto musicale). Nel nostro artista lo skizzenbuch è la modalità dello sguardo sulla natura, su ciò che sta fuori di noi ma che è in sintonia con il noi, non il procedimento, non il metodo operativo. È la capacità di rimaner lontano da ogni intento sistematico e generalizzato per cogliere il senso di quanto osservato. E qui ci riallacciamo al discorso iniziale. Ogni pennellata è come fosse un haiku (Il vecchio stagno, ah! Una rana ci salta dentro: il suono dell’acqua, Bashò, 1643-1649). Perché, per dirla con Yagyû Tajma no kami Munenori, al di là della tecnica, sappi che c’è lo spirito. Sta albeggiando, apri il paravento e guarda! Entra splendendo la luce della luna: è essenziale dimenticare la propria “mente” e diventare una cosa sola con ciò che si sta facendo. In questi lavori, troviamo un forte sentimento di identità con le cose, un desiderio impellente di tornare a una forma di esistenza visiva semplice, vitale e dinamica, in cui poter genuinamente esprimere sentimenti e acquisire nuove conoscenze, tecniche in primis. I filosofi e gli studiosi zen – o comunque chi si rifà alle dottrine orientali – la chiamano via degli dèi, perché unisce il basso con l’alto, il verticale con l’orizzontale. Ed è la stessa via che attualmente percorre Marcello Nebl, nella consapevolezza che il sapere artistico non ha confini e che le montagne, da che mondo è mondo, non separano ma uniscono.


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RING di Pino Loperfido

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ORSÙ, DIAMO FIDUCIA AI NOSTRI GIOVANI (DACCHÉ NOI GRANDI MI SA CHE NON CE LA SIAMO ANCORA MERITATA...)

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on aprite quella porta! È il titolo di uno, o forse due, film trash-horror di qualche decennio fa. Ma è anche uno dei pensieri ricorrenti di molti genitori di figli adolescenti e post-adolescenti. La porta a cui si fa riferimento, naturalmente, non è quella di casa bensì le ante del di lui (o di lei) armadio. Sono tanti i segni dei tempi, ma le indicazioni che ci fornisce l’interno dell’armadio dei nostri figli sono chiarificatrici almeno quanto un ciclo di conferenze con sociologi di grido. Non credo ci sia nulla di più eclatante nel segnare un passaggio generazionale. Perché scrivo di giovani? Beh, ne stanno discettando tutti. Nell’Italia pandemica oramai non si parla d’altro. Dei giovani la colpa del contagio, tutti appiccicati in quelle orribili discoteche. E i falò sulla spiaggia?! (Cavolo, ma la fate finita, una buona volta?! Cosa siamo, negli anni

RING Ottanta?!) Noi adulti non abbiamo nessuna colpa, naturalmente (la domanda per il bonus dei 600 euro ci è partita per errore: è stata la suocera a far cadere la tastiera, poi calpestata dalle zampe del cane del commercialista, orsù, non avrete mica pensato di noi una cosa tanto meschina?!) Voi piuttosto, con quegli armadi! Dice: ma dobbiamo dargli fiducia. Se non lo facciamo non crederanno mai veramente in se stessi. Ok, ok, allora esploriamolo questo anfratto della gioventù, non prima di esserci imbragati per benino nel nostro raziocinio di adulti, ed esserci muniti di torce, bussola e maschera antigas. I ripiani si distinguono a malapena. Così come i diversi capi di vestiario. Si fa davvero fatica ad orientarsi in un simile groviglio di camicie, pantaloni, magliette e slip. Affermare che lì dentro vi sia disordine sarebbe riduttivo, dacché è una nuova terminologia che dovremmo coniare. Delle volte, dopo essere stati davanti ad una simile entropia, mamma e papà provano un tale turbamento da sentire la necessità di correre verso il proprio, di armadio, per controbilanciare il dissesto emotivo rimirando il proprio vestiario, religiosamente impilato, suddiviso con logica secondo criteri di praticità e di

NO, EH! QUESTA PROPRIO NO! SAI CHE TI DICO?! CHE “DISPONGANO” I VESTITI COME MEGLIO CREDANO! una regolare turnazione. Ecco, allora, che la frequenza cardiaca rallenta; il respiro si fa più regolare. Tuttavia l’ansia non si placa. Volete sapere perché? Perché Mario Draghi ha dichiarato che il futuro dei giovani è a rischio e bisogna dar loro di più. Ecco che allora in testa balena un’ideuzza che, cacchia cacchia, insinua il dubbio. E se gli armadi dei nostri figli (e nipoti) fossero uno specchio del mondo che abbiamo lasciato loro da vivere? Se fosse vero – come dice un noto filosofo – che ogni generazione si limita semplicemente a rispecchiare e ad imitare il mondo in cui si ritrova immersa? No, eh! Questa proprio no! Sai che ti dico?! Che “dispongano” i vestiti come meglio credono: piegati, impilati, stropicciati, buttati alla rinfusa. Che non venga fuori che abbiamo sbagliato noi a tenerli in ordine, a perderci tutto questo tempo, negli ultimi trent’anni. Ci siamo fatti venire il nervoso per i colletti spiegazzati e i pantaloni con la riga svergola. Abbiamo infilato chili di naftalina, nemmeno si trattasse di amuleti. E che dire del cambio stagionale? – capi invernali al posto degli estivi, e poi viceversa. Un vero e proprio rito, con la solennità di un cambio della guardia a Buckingham Palace. Non aprite quella porta! Dovessimo scoprire una buona volta che i non degni di fiducia siamo noi, i grandi. Non sia mai.

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RING di Fabio Peterlongo

di Denise Fasanelli

blues di provincia CON LA MASCHERINA, GLI OCCHI PARLANO PIÙ “FORTE”

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edendo per la prima volta una persona cara con indosso la mascherina, scoprii qualcosa d’inaspettato. Incrociai lo sguardo di quella persona, solitamente luminosa, anche grazie al suo sorriso spontaneo e accogliente. Ma coperto dalla mascherina, non potevo vederlo, quel sorriso. Forse c’era, forse no, non è dato saperlo. Eppure osservando qualche istante solo i suoi occhi, mi sono sembrati un po’ foschi. Avevano una nota tribolata che non conoscevo. È come se la mascherina avesse messo l’evidenziatore a quello che c’è là negli occhi. Forse l’espressività del viso è la più grande arma di distrazione. Paradossalmente, con la mascherina sul viso, siamo più nudi, perché esponiamo senza filtro le emozioni che ci accendono, ci spengono, ci dilatano, ci velano lo sguardo. La persona che ho osservato negli occhi per quegli istanti fugaci mi si è rivelata in una dimensione che non conoscevo. Forse da parte mia vi è la presuntuosa pretesa di leggere lo stato d’animo apprezzandone il complesso dei tratti somatici. Che però nel LA PERSONA MI SI loro insieme mostrano e nascondono. Un sorriso È RIVELATA IN UNA per quanto genuino può DIMENSIONE CHE essere un artificio, un NON CONOSCEVO sapiente esito di decenni di interazione interpersonale. Sappiamo sorridere - e sorridere bene - anche quando nell’animo siamo stanchi o tristi. È un escamotage evolutivo: per convivere con gli altri, non si può mostrare tutto ciò che si ha nell’animo. Qualcosa bisogna celare agli occhi degli altri. Ma la forza dell’emozione trasmessa da quello sguardo era insopprimibile. Privata della mediazione inconscia che regalano i ghiribizzi della muscolatura facciale, quella persona mi ha parlato con muta sincerità. Come forse non è possibile nei tempi normali, quelli in cui di mascherina non avevamo mai sentito parlare. Viene alla mente un paragone “politicamente scorretto”: quello con le donne musulmane velate, talvolta in modo che dal velo emergono solo gli occhi. E quanto spesso abbiamo notato l’intensità di quegli sguardi, che sembrano urlare i loro turbamenti. Qualcosa a cui noi occidentali non siamo assolutamente abituati. Ma per fortuna, la mascherina anti-contagio non discrimina tra maschi e femmine. Tutti la dobbiamo indossare. E allora mi domando, cosa ha letto quella persona nei miei occhi, durante quei pochi istanti. Perché ho avuto l’impressione che anche lei abbia guardato per un attimo dentro di me. Ed allora anche lei ha visto qualcosa: forse il desiderio di non interrompere mai la scoperta di ciò che c’è in lei. 12

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lost in glocal NON CHIAMATELO “THE NEW CAPODANNO”. SI RITORNA, SI RIPARTE

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ettembre non è la fine dell’estate, non è l’inizio di un nuovo anno, anche se va tanto di moda l’espressione “New capodanno” e, pur coincidendo con la fine delle vacanze per molti, la ripresa delle scuole, delle università o del lavoro, per quel che mi riguarda, si tratta più di un ritorno. Un ritorno a tante cose, non solo alle abitudini, alla routine, alla vite sospese o modificate dal mese di agosto, forse il più strano tra i tanti, che si fa bolla di sospensione anche quando sei alle prese con il lavoro e ti senti ripetere tutto intorno il mantra: “Poi vediamo ai primi di settembre”. Settembre è struggente e vanitoso, pretende e dona, settembre ubriaca i sensi. È il mese in cui il lavoro dei contadini si fa frutto, bevanda, festa. L’ultimo ciclo delle attività agricole e pastorali prima del lungo periodo invernale di quiescenza. È un mese che non ha mai deciso cosa vuole essere e sta a crogiolarsi tra gli ultimi caldi e i primi freddi, imprevedibile SETTEMBRE È IL ed eccentrico. Il mese che qui riporta il fresco MESE DEI BAMBINI serale, ti fa chiedere CHIASSOSI A CUI quando sarà il caso di SCIVOLANO VIA LE procedere con il cambio VACANZE TRA LE DITA negli armadi, anche quando scarpe e giacche non avresti tutta questa voglia di tornare ad indossarle, mentre le lunghe giornate di luce serale sembrano già lontane. È il mese in cui i trattori sono dappertutto e, se sei un automobilista pendolare, non ti fanno molta simpatia nonostante riescano a fare da collante tra il futuro e il passato di questo territorio con il loro passo immutato tra vigne e cantine. È il mese a cui ci si prepara tra rimandi e speranze di cambiamento, carico di aspettative, tra chi si prodiga a recuperare lo studio snobbato nelle settimane più calde e chi ha riempito l’agenda di buoni propositi, progetti e desideri con lo slancio di nuove energie. È il mese in cui si torna a rincorrere i minuti, riprendono le stagioni teatrali, i campionati, si fa rientro in palestra e ci si promette di mettersi a dieta. Quello in cui le cartolerie si affollano insieme alle città che si riprendono i loro abitanti, il traffico, gli ingorghi. Settembre è il mese dei bambini chiassosi a cui scivolano via le vacanze tra le dita, è il mese degli adulti a cui scivola via l’infanzia dalle mani, le mani dei figli davanti ai cancelli della scuola, le mani accoglienti delle insegnanti. Settembre è un bel mese per tornare, tra i colori delle promesse autunnali e le cose belle che lasciano le estati sulla pelle.


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RING di Marco Pontoni

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FRONTIERE APERTE: SOGNANDO IL RITORNO AI CARI, VECCHI VIAGGI “DI ESPLORAZIONE”

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empi duri per chi viaggia, guardando al proliferare in tutta Europa, non solo in Italia, di misure tese a contrastare la circolazione delle persone. Parliamo di turisti e non solo, perché dopotutto in Grecia o in Spagna uno potrebbe andarci anche per lavoro, studio, per visitare i parenti e quant’altro. Il mondo globalizzato si chiude a riccio, mentre a Wuhan, Cina, da dove il Covid-19 è partito, a Ferragosto hanno inaugurato un salone dell’auto. Eravamo così felici di avere eliminato dogane e controllo dei documenti, di avere adottato una moneta unica che ci consentiva di viaggiare in lungo e in largo senza dover arricchire banche e cambiavalute, persino di avere i voli low cost, la versione aggiornata dei vecchi Bige e Inter Rail (ma accessibili a tutti, non solo ai giovani). E ci ritroviamo all’improvviso rinchiusi all’interno dei nostri confini, bombardati di messaggi che ci incitano a non andare all’estero, a rimanere nel proprio paese, regione, città, insomma, “fermi”. Sì, davvero tempi duri per i globe trotter. E per chi vive con o grazie a loro: alberghi e B&B, ristoranti, agenzie, musei, guide, ma non solo, perché spostarsi è un’esperienza totale, genera tutta una serie di bisogni e richieste che devono essere in varia misura soddisfatte, si pensi ai trasporti pubblici, all’assistenza sanitaria e così via. La prudenza, in una circostanza come questa, è doverosa. Dopotutto, del “nemico” sappiamo ancora pochissimo. Ma se ognuno rimanesse a casa sua, che ne sarebbe di destinazioni che sono da sempre una Mecca per il turismo, nazionale o estero, Trentino compreso? Basterebbero i locali a compensare la perdita di milioni di tedeschi, polacchi, olandesi e così via? Difficile. Tuttavia non è solo una questione economica. Il viaggiare era già stato sottoposto a forti critiche prima del Covid, pensiamo alle grandi navi che “invadono” oscenamente Venezia, ai campi base delle cime himalayane sommersi dalla spazzatura, a chi indica nel proliferare dei viaggi aerei una delle cause delle emissioni di gas serra, responsabili del riscaldamento globale. In questi casi ad essere messo sotto accusa è un approccio puramente consumistico al viaggio e alla vacanza, spesso irrispettoso nei confronti delle stesse località visitate, e di chi le abita (più di una volta ho sentito qualche “genio” pronunciare in Africa la disgustosa battuta: l’Africa è bellissima, a parte gli africani). Le risposte a questi ed altri problemi dovrebbero partire da un approccio al tema della mobilità e del turismo più

RING consapevole, ragionato, diciamo “sostenibile” anche se questo termine è ormai screditato, e certo non è una risposta facile, perché implica una maturazione dei gusti, un affinamento delle aspettative, persino una sorta di tacito “patto sociale”. Completamente diverso è lo stop imposto dalla pandemia, che cala dall’alto come una mannaia. Perché, diciamolo: la mobilità è da un pezzo uno dei cardini del nostro “stile di vita”. È una delle libertà fondamentali ed una conquista della modernità, perché, non dimentichiamolo, nel Medio Evo i servi della gleba non viaggiavano, e nei regimi autoritari spesso per spostarsi è necessaria un’autorizzazione (per non dire delle restrizioni imposte a chi arriva da certi paesi o continenti). Viaggiare, benché sia oggi un’esperienza spesso banalizzata e massificata, ci apre la mente (se siamo disposti a farcela aprire). Ci aiuta a conoscere un po’ di più noi stessi, fermo restando che se siamo dei burini incattiviti difficilmente cambieremo, arrivassimo anche al Centro della Terra. Viaggiare ci consente di guardare agli altri con occhi diversi, come dice Proust, al di là dei luoghi comuni, degli stereotipi, dei pregiudizi. Spesso, infine, ci apre delle prospettive in campi che vanno dallo studio alla salute al lavoro, come ben sanno tanti italiani, spesso giovani, trasferitisi all’estero

NON DOBBIAMO RASSEGNARCI AD UN FUTURO IN CUI PER NOI E I NOSTRI FIGLI IL VIAGGIO, VICINO O LONTANO CHE SIA, DIVENTI UN LUSSO O UN MIRAGGIO (816.000 negli ultimi 10 anni, secondo il dato Istat fornito a fine 2019, quindi subito prima dell’inizio della pandemia). Le limitazioni alla libertà di spostamento, insomma, non sono una piccola rinuncia. Sono uno degli effetti più gravi del Covid-19. Non dobbiamo rassegnarci ad un futuro in cui per noi e i nostri figli il viaggio, vicino o lontano che sia, diventi un lusso o un miraggio. Se dobbiamo rinunciare oggi a qualcosa, facciamolo. Se dobbiamo fare dei sacrifici, facciamoli. Mascherine, distanziamenti, osservanza delle norme igieniche, tutto può essere utile, se teniamo bene a mente quale deve essere l’obiettivo finale: un’Europa aperta, una società aperta, dove le persone possano muoversi liberamente. 15

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RING di Stefano Margheri

caninamente QUANDO IL CANE “ASPIRA” IL CIBO E SEMBRA NON AVERNE MAI ABBASTANZA!

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bbene sì, ci sono cani, molti cani, che considerano il cibo come la propria ragione di vita. Le cause di tanta voracità possono essere molteplici. In primo luogo, l’individualità; ogni soggetto è a sé e vi può quindi essere una predisposizione al voler assumere la pappa quotidiana a più non posso. Come succede agli umani vi sarà chi, a differenza di altri, trasferirà l’attenzione sul comportamento alimentare e nulla sarà più gratificante di una “sana” mangiata. Un’altra causa potrà ritrovarsi nelle esperienze dei primi mesi di vita, ad esempio quando all’interno della cucciolata vi erano fratelli più lesti, o scaltri, nel “rubare” la razione altrui. Addirittura, nel corso della poppata, dovendo accedere alle mammelle meno proficue, o quando la mamma iniziava a produrre una minore quantità di latte. Ancora, nel caso in famiglia vi siano più cani si potrà instaurare, senza volerlo, una competizione a chi arriva prima. Il pericolo di restare senza, pur avendo ciascuno la propria ciotola ben riposta, potrà acuire la velocità di ingestione, in modo da scongiurare un pericolo di sottrazione. Inoltre, l’eccessivo appetito potrà essere dovuto alla noia, andando il nostro amico a sostituire il bisogno di attività psico-fisica con il dedicarsi alle necessità alimentari. Se a ciò aggiungiamo il “mendicare” continuo, dovuto alla possibilità di ottenere dai proprietari una “leccornia” in più, il gioco sarà fatto ed il pensiero “cibo” rischierà di diventare un’ossessione. Vi saranno, infine, caratteristiche di “razza”, essendovi gruppi di individui che per selezione “artificiale” manifesteranno una innata voracità; che si sia trattato di effettiva volontà dell’uomo, oppure di conseguenza genetica non prevedibile, la media di popolazione di un determinato “ceppo” potrà divenire alquanto dedita al piacere del cibo quotidiano. Analizzate le possibili cause della cosiddetta “iper fagia”, gli effetti che ne deriveranno non saranno affatto piacevoli. Il mangiare senza quasi masticare, infatti, potrà essere causa di successive difficoltà digestive, con ripetute eruttazioni, o addirittura rigurgiti prodotti dal riflesso esofageo. In aggiunta, per i soggetti di taglia grande e dal torace profondo, l’introduzione di un’elevata quantità d’aria durante l’inspirazione potrà concorrere alla formazione di pericolose patologie quale la dilatazione e/o torsione dello stomaco. Oltre a ciò, il mangiare continuo associato ad una ridotta motilità sarà il miglior veicolo per l’obesità; si stima che il 63% dei cani registrati in Italia presenti uno stato di peso superiore alle esigenze 16

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RING di taglia, ed altri studi hanno anche correlato questa caratteristica fisica con l’uguale predisposizione del proprietario umano. Insomma, un potenziale ed effettivo problema. Come far, quindi, a ridurre il grande appetito e, soprattutto, a limitarne le conseguenze negative? Il primo suggerimento, collegato ad una maggiore attività psico – fisica, consisterà nel sospendere, o addirittura eliminare, la ciotola. Tutto il cibo quotidiano potrà, infatti, essere consumato in diverse modalità, pur mantenendo gli orari previsti per la singola, doppia, o tripla razione. Il nostro amico sarà condotto in passeggiata portando con noi il 30% della pappa relativa a quel momento della giornata, svolgendo con lui attività educative volte al compimento di esercizi di collegamento e di interazione. Dal sedersi, mettersi a terra, guardarci negli occhi, rispondere al richiamo e quant’altro possibile, vi saranno molti comportamenti da insegnare, verificare e rinforzare, migliorando altresì la relazione con lo stesso proprietario. Sempre all’esterno, un altro 30% potrà essere fatto cercare nell’erba, attivando così il senso dell’olfatto che, per le grandi potenzialità che lo caratterizzano, garantirà un alto soddisfacimento. Rientrati in casa, il rimanente del cibo potrà essere dispensato in appositi oggetti di gomma dura, ovvero in strumenti sferici bucherellati, affinché anche per questa parte della razione il nostro amico si

L’ECCESSIVO APPETITO E IL “MENDICARE” POTRÀ ESSERE DOVUTO ALLA NOIA diletti in azioni di dissezione, inseguimento, ricerca e ingestione. Così facendo, ed ipotizzando di prevedere due o tre pasti giornalieri, chi abbiamo a fianco potrà dedicarsi alla “caccia al cibo” per tempi prolungati, così come avrebbe fatto se si fosse ancora trovato in natura. Alcune parti del cervello, dedicate a questi comportamenti “predatori”, avranno prodotto il rilascio di particolari sostanze volte a garantire un successivo maggior benessere: serotonina, beta endorfine e dopamina si muoveranno nel sangue, riducendo i livelli di iper attività e di stress negativo. Se risultasse difficoltoso dedicare tutti i pasti a queste modalità di ingestione, sarà comunque funzionale gettare la pappa a terra, oppure rilasciarla in apposite ciotole “labirintiche”; si tratta di normali contenitori costituiti da una serie di sollevamenti verticali atti ad indurre ad una minore velocità di ingestione. Altra soluzione, sebbene meno “pratica”, opterà per il rilascio di ripetute porzioni dalle mani, attendendo un po’ di tempo tra una fase e l’altra. Non dimentichiamoci, poi, che di fronte ad un’eccessiva crescita di peso, unita ad una voracità in rapida espansione, sarà opportuno svolgere una preventiva visita veterinaria; in alcuni casi, infatti, tanto l’iper fagia, quanto l’incremento del peso corporeo, potranno essere dovute a patologie organiche di tipo metabolico e tiroideo. Prima la salute e, subito dopo, il famoso detto:” Mens sana in corpore sano”. lamiaellie@gmail.com


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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma “MA ENDÓ ÉI NADI I PISSANLÈT?

”N

on c’è più notizia dei pissanlèt, i bambini che, nonostante avessero qualche anno, ovvero un’età dove non si è più pupi che fanno la pipì a letto, si ostinavano invece a farla”. “E lu, cossa dìselo, professor? Per cossa no se sente pu parlar dei pissanlèt?” “Intendi dire dei bambini che orinavano a letto o dei bambini che venivano chiamati in questo modo, spregiativamente?” “De tuti dói…”. “Allora però bisogna distinguere. Nel primo caso bisognerebbe avere statistiche dei bambini delle generazioni pas-

PO GH’ERA EL FATO CHE A NOI BOCI, I NE CIAMAVA PISSANLÈT O PISSÒTI sate e di quelle di oggi, statistiche sull’età in cui i bambini, smettevano o smettono di orinare a letto…”. “E i la finiva de smarzir pissóni e pissaròi!” “…che erano, come ben sai liste di stoffa e tela cerata messe a proteggere lenzuola e materassi dalle pisciate infantili…”. “Sì, ma perché no se sente pu parlar de pissanlèti?” “Forse perché i bambini delle nuove generazioni, più ben nutriti, ben curati e robusti smettono presto di fare la pipì a letto. Ma questo non vale, purtroppo, per i milioni di bambini poveri del mondo, e che ci sono anche da noi…”. “‘Po gh’era el fato che a noi boci, i ne ciamava pissanlèt o pissòti, anca se da temp no bagnàven pu i linzoi: Tasi ti, pissanlèt. Fa’ zito, pissòt!, i ne diseva. Bisognava taser sempre, lassar parlar i grandi!”

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”Era così: era il prodotto, la necessità della famiglia numerosa, patriarcale. In una famiglia dove c’erano dieci, quindici figli era necessaria una disciplina militare. Ovviamente adesso, con la natalità ridotta a uno virgola rotti, col bambino oggetto di ogni cura…”. “…tratà come na reliquia…”. ”…certo, salvo eccezioni, perfino feticizzato, chiamare un bambino pisciainletto non sarebbe immaginabile: quello prenderebbe lo smartphone che gli hanno regalato per i suoi cinque anni e denuncerebbe la cosa al Telefono Azzurro…”. “’Po, sempre per star en argomento, gh’e i ‘pissaquasanta… Com èlo, professor, che se pol tradur en talian i pissaquasanta?” “Si può tradurre in vari modi, ma va perso l’effetto, il colore della parola in dialetto. Puoi dire, ad esempio: bigotto, baciapile, ipocrita, collotorto, bacchettone. Quest’ultimo sostantivo, all’inizio doveva essere di un certo effetto; ma poi è andato perso, così come l’origine del nome”. “Enveze noi en dialet gavén el modo de dir: pissar controvènt. Pissar controvènt l’è na roba che no te devi far, se no te sei en mona! Sa ne dìselo, elo, professor?“. “Sono d’accordo anch’io. Però, attenzione: ciò non significa che non si deva, quando occorre, andare anche controvento. Se non sei un cacasotto, se non sei uno squallido opportunista, è tuo dovere in certe occasioni camminare controvento. Non puoi pretendere di startene sempre al riparo sottovento”. “Giusto. Mi, quando da picol ‘n adulto ‘l me diseva: fa’ zito, pissot! ghe rispondevo: alora parla ti, zifolòt! Lu ‘l me vardava no savèndo come tòrla. No ‘l podeva dir che ‘l fuss n’ofesa. Ma per mi ciamar ‘n adulto ‘zifolot ’l’era come dirghe: paiazzo!” renzofrancescotti@libero.it


trentinoarte di ROBERTO PANCHERI

taccuino d’arte ALCIDE DAVIDE CAMPESTRINI PER LA REGINA D’ITALIA In un dipinto ritrovato del 1915 Elena di Montenegro è crocerossina

L

a principessa Elena di Montenegro, nata a Cettigne nel 1873, sposò nel 1896 il principe ereditario Vittorio Emanuele di Savoia. Quando nel 1900 il marito salì al trono, assunse il titolo di regina d’Italia, che mantenne fino all’abdicazione, avvenuta il 9 maggio 1946. Seguì il re in esilio in Egitto e, una volta rimasta vedova, si trasferì in Francia, dove morì a Montpellier nel 1952. Della seconda regina d’Italia si ricorda specialmente il particolare impegno per le opere benefiche e per l’assistenza ai malati. Dopo il terremoto di Messina del 1908 si prodigò in favore delle vittime, suscitando ampia eco sulla stampa dell’epoca. Nel maggio del 1915, quando il Regno d’Italia entrò in guerra contro

l’Impero austro-ungarico, la sovrana si dedicò in prima persona alla cura dei soldati feriti, allestendo un ospedale nella reggia del Quirinale e facendo l’infermiera a tempo pieno. In tali vesti è raffigurata in un dipinto inedito del pittore trentino Alcide Davide Campestrini, dove la regina, nella divisa bianca della Croce Rossa Italiana, si staglia contro un corrusco scenario di guerra, in cui si riconosce un uomo ferito presso un carro rovesciato e un cavallo stramazzato a terra. Finora era nota solamente la cartolina postale del 1915 che riproduce il dipinto, intitolato Regina di carità, mentre un piccolo olio conservato in collezione privata sembra essere il bozzetto preparatorio della tela in esame, che

misura 56,5 x 82 cm. Come si legge in un articolo di Nello Lombardo apparso nel 1940 sulla rivista “Cremona”, un dipinto di Campestrini dal titolo “Elena regina prima infermiera” era “di proprietà della Real Casa”. Si trattava di una replica autografa del dipinto del 1915 che fu acquistata dalla Corona due anni dopo: se ne trova riscontro nell’elenco delle opere stilato dal pittore, recentemente reso noto da Elvio Mich. Nato a Trento nel 1863, Campestrini si trasferì ben presto a Milano, che divenne la sua città d’adozione. Dopo aver compiuto la propria formazione artistica all’Accademia di Brera, divenne professore nello stesso istituto. È dunque naturale trovare l’indicazione “MILANO” accanto

Alcide Davide Campestrini, Regina di carità, olio su tela, 1915. Trento, collezione privata

La regina Elena, 1900

alla sua firma in calce alla tela. L’opera venne eseguita nel capoluogo lombardo nell’anno dell’entrata in guerra dell’Italia. Sul telaio si legge una scritta a matita rossa con l’indirizzo dell’abitazione milanese del pittore: via Ancona 6. Nel catalogo di Campestrini sono numerosi i dipinti di soggetto patriottico. Una delle sue opere più note s’intitola Avanti Savoia! e raffigura una carica di bersaglieri durante la terza guerra d’indipendenza. Scrisse di lui Anselmo Bucci: “Italiano di nascita e d’anima, non aveva voluto servir l’Austria. Per questo gesto di sfida, non eran mancate persecuzioni della polizia austriaca, a lui e alla sua famiglia”. Si spiega così il suo particolare attaccamento alla dinastia sabauda. In tale prospettiva anche il dipinto in esame assume un vago sapore risorgimentale: il pittore trentino fu infatti tra coloro che salutarono con favore lo scoppio della prima guerra mondiale, considerandola la “quarta guerra d’indipendenza”, ossia la conclusione del processo di unificazione nazionale. ■ 19

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Direttore responsabile: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] Direttore editoriale: Pino Loperfido [ info@trentinomese.it ]

SOMMARIO SETTEMBRE 2020 Ring

Impaginazione: MEDIA ALPI PUBBLICITÀ S.R.L. Redazione:

Trentino Mese

Attualità 22

Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN) Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 21 dicembre 1991

LA MONTAGNA SPIEGATA A MIO FIGLIO

28 UNA “POLTRONCINA” PER OTTO 42 LA VERSIONE DI PIO 46 KIKKO VA DI CORSA 48

“EL PALAZ” RIAPRE I BATTENTI

52 PREDAIA MOZZAFIATO 56 MINIERE DELL’ALTO ADIGE 58

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Via Missioni Africane 17 38121 Trento Tel.  0461.1735562-3 [ info@trentinomese.it ] Editrice e concessionaria pubblicità: MEDIA ALPI PUBBLICITÀ S.R.L. Via delle Missioni Africane, 17 38121 Trento Tel. 0461.934494 Iscrizione al ROC n° 11308

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6 COMMENTI 18 IL DIALETTO INFORMA 19 TACCUINO D’ARTE

Segreteria: Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Susanna Caldonazzi, Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Stefano Margheri, Roberto Pancheri, Fabio Peterlongo, Marco Pontoni, Camilla Jerta Rampoldi, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi, Andrea Vitali, Tina Ziglio

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EUSEBIO, MISSIONARIO COWBOY NATURA SUPERSTAR UNA MINIERA IN VAL DEI MOCHENI SPECIALE “RITORNO A SCUOLA”

Panorama

81 NATURA VERTICALE 82 FESTIVAL “GENERAZIONI” 84 I MUSICI DI GUCCINI

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ANCORA NOMADI

88

VINICIO CAPOSSELA

90 ORIENTE OCCIDENTE 92 ORCHESTRA “HAYDN” 93 SOCIETÀ FILARMONICA

Eventi on line COME ABBONARSI:

(un anno, 12 numeri a Euro 36,00)

A mezzo BONIFICO BANCARIO Cassa di Risparmio di Bolzano / Sparkasse IT 89 H 06045 01801 000000225000 UFFICIO ABBONAMENTI Via Missioni Africane, 17 - Trento Tel. 0461.1735563 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la Media Alpi Pubblicità S.r.l., Via Missioni Africane 17 - 38121 Trento Tel 0461.1735562. AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

94 MOSTRE 100 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 108 111 112 113

IL MATRIMONIO DEL MESE “SANTI ANZOI” A MATTARELLO ALEX VISI LA “MANO” DI PAVONE

Rubriche 116 LIBRI & MUSICA

118 FOCUS ON 119 LO SAPEVATE CHE? 120 IL TRENTINO IN UN MESE 121 #CONTEST

info@trentinomese.it www.trentinomese.it 21

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trentinoattualità 13 luglio- La partenza inaugurale da Cles

LA MONTAGNA SPIEGATA A MIO FIGLIO di Camilla Jerta Rampoldi

UN FORTE MESSAGGIO AMBIENTALE, COME COMPAGNO DI VIAGGIO IL FIGLIO LORENZO, LE MONTAGNE DEL TRENTINO, ECCO LA FORMULA DELL’ULTIMA AVVENTURA DI ALESSANDRO DE BERTOLINI. “IL BRENTA SPIEGATO A MIO FIGLIO” È QUINDI IL TITOLO DI UN TOUR DI NOVE GIORNI NEL PARCO NATURALE ADAMELLO BRENTA AI TEMPI DEL COVID-19. QUANDO, SE NON SI PUÒ VIAGGIARE PER IL MONDO, SI PUÒ FARE TURISMO VICINO A CASA E FAR DIVENTARE QUESTO UNA ESPERIENZA MEMORABILE

A

lessandro de Bertolini vive in Val di Non, è ricercatore al Museo Storico del Trentino, un globetrotter, un giornalista e scrittore, un cicloturista-biker in solitaria che ha vissuto e documentato imprese straor22

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dinarie nei luoghi più diversi e lontani del mondo. Ma è anche e soprattutto il papà di Lorenzo. E se Alessandro è della classe 1979, suo figlio ha solo due anni. Ciò non ha impedito ai due protagonisti di questa

insolita performance avventuroso-ambientalista, di salire sul Brenta in mountain-bike e carretto al traino, ripercorrendo indicativamente l’itinerario del “Dolomiti Brenta Bike” (171 km e 7.700 metri di dislivello). Con lo zainetto per

portare in spalla Lorenzo nei punti impraticabili per la bici e dormendo in tenda e nei rifugi. Il tutto con la collaborazione del Parco Adamello Brenta e di Montura Editing. Ma soprattutto con l’autorizzazione di mamma Silvia. ■


trentinoattualità 13 luglio - Salita da Cles verso rifugio Peller, sullo sfondo la val di Non

Ho detto a Lorenzo che la nebbia e il vento sono cresciuti insieme e che da mille anni giocano a rincorrersi per prendersi… Il vento fa rumore ma non si vede e la nebbia si vede ma non fa rumore. Così non si prendono mai. Il tempo ci ha un po’ condizionato. I primi quattro giorni era molto variabile però paradossalmente quel cielo velato ha evitato il rischio di temporali, quelli che arrivano con tuoni, lampi e fuochi d’artificio e che erano la mia paura. Di quei temporali ne ho preso solo uno, quando salivo al Lago di Tovel. Sono tornato indietro verso Tuenno e mi sono fermato in un locale per lasciarlo passare.

Non mi aspettavo davvero di spiegare il Brenta a mio figlio così piccolo ma di creare con lui un legame. Le mappe cognitive, le mappe affettive, si formano nei primi sei anni di vita. Così diceva Freud, e addirittura le neuroscienze dicono che si formano nei primi tre anni di vita. Ho la speranza che questo legame con la montagna, con l’ambiente naturale e, mi auguro anche con me, possa aiutarlo a formarsi. Questo è stato il mio desiderio e l’aspettativa da questa esperienza insieme.

14 luglio - Nei pressi di Cima Peller

n itinerario circolare con inizio da Cles, passando in alcuni dei punti più belli del Parco e seguendo i segnavia del tracciato off-road del Dolomiti Brenta Bike. Tra accoglienze affettuose nei rifugi dove Alessandro ed “il Lori” hanno riscosso attenzione e consenso per il messaggio di cui sono testimonial. Ovvero, come spiega Alessandro: «In questi decenni i parchi naturali, e il Parco Adamello Brenta in particolare, hanno fatto della tutela dell’ambiente un’occasione turistica, e questo a me sembra eccezionale, perché significa che si può fare turismo, e che si può fare economia, promuovendo i valori del rispetto e della cultura ambientale”. La montagna come complemento della vita

Giorno 1 13 luglio Cles - Rifugio Peller, notte in rifugio. Giorno 2 14 luglio Rifugio Peller - Malè, notte in tenda. Giorno 3 15 luglio Malè - Val Meledrio Vallesinella - Rifugio Casinei, notte in rifugio. Giorno 4 16 luglio Giro dei rifugi Casinei Brentei - Tuckett. Notte al rifugio Casinei. Giorno 5 17 luglio Rifugio Casinei Vallesinella - Madonna di Campiglio Sant’Antonio di Mavignola - laghetto di Valdagola, notte in tenda sulle rive del lago. Giorno 6 18 luglio Valdagola - Pinzolo Pelugo - Passo Daone Stenico - Lorenzo in Banale - rifugio Alpenrose, notte in rifugio.

UN PERCORSO CIRCOLARE

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LE TAPPE

civilizzata? Di sicuro una simile escursione sul territorio può offrire doni preziosi e inaspettati. E allora, partenza per una breve avventura, il primo viaggio padre e figlio. Tra panorami montani spettacolari e ricordi della storia recente nei luoghi dove gli alpinisti vittoriani di metà Ottocento posero gli occhi e si arrampicarono sulle crode allora sconosciute e dove Giovanni Pedrotti, nel 1919, immaginò qui un luogo da proteggere e a cui si deve l’Istituzione del Parco Naturale Adamello Brenta. Per raccontare il Parco e la sua storia, per farsi portavoce della sua idea in favore della Natura e dell’escursionismo, questo il suo percorso:

Giorno 7 19 luglio Da Molveno ad Andalo, notte in pensione in paese. Giorno 8 20 luglio Andalo - valle dello Sporeggio - Terres galleria ciclopedonabile verso la val di Tovel lago di Tovel, notte in rifugio a Tovel. Giorno 9 21 luglio Lago di Tovel - Cles, dove si conclude il viaggio.

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trentinoattualità Mentre ero in Val Meledrio pensavo a Douglas Freshfield, e agli altri alpinisti inglesi come lui che verso gli anni ’60 dell’Ottocento scoprirono il Brenta. Per Freshfield, per Tuckett e gli altri ancora della loro generazione, il Brenta era un luogo di conquista in linea con una visione romantica dell’ascesa alle vette, disposti a tutto pur di piantare la picozza sul punto più alto. Al contrario dei valligiani a cui quelle altezze non interessavano affatto perché improduttive e collocate nell’immaginario collettivo come luoghi dell’orrido... Punti di vista diversi e sguardi differenti: gli inglesi contemplavano le montagne come il luogo del bello, per la gente di montagna erano solo posti freddi e ostili.

15 luglio - Val Meledrio, nei passaggi più suggestivi

Non ho mai nemmeno da lontano avuto la pretesa che questa esperienza potesse servire da modello educativo per qualcuno. Io ho semplicemente portato con me Lorenzo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Già prima di questi giorni, io sono andato tanto con lui, sia con bici e carretto sia con lui nello zaino. Quindi quella modalità di trascorrere il tempo insieme, per noi era già acquisita. Tuttavia non avevo mai fatto le notti in tenda per diversi giorni di fila e senza la mamma. Nel modo di muoversi il rapporto tra me e lui era già maturato ma la modalità del viaggio è stata nuova, una sorpresa anche per me. Ma mi era chiaro che lui era la priorità e tutto girava intorno a lui. Quindi se Lorenzo alla prima sera avesse sentito la mancanza della mamma sarei tornato subito indietro. Però è andato tutto strabene, oltre le aspettative.

16 luglio - Verso il rifugio Brentei

Abbiamo aspettato alcune ore, fino alle 17, al Rifugio Tuckett, in attesa di una schiarita, camminando qua e là attorno al rifugio. Ci allontanavamo fino a quando lo vedevamo sparire. Non c’era molto lassù. Ma, a dir la verità, mi è sembrato che non ci mancasse niente.Immaginare un percorso sul Brenta in bici e tenda se ci pensiamo può apparire una cosa semplice. Ma solo in apparenza. Mentre salivano in alto, loro approfondivano il legame indissolubile come quello che esiste tra padre e figlio. In un contesto di natura senza filtri, il tutto ridotto all’essenziale o forse, per meglio dire, all’essenza stessa delle cose e dei sentimenti. 16 luglio - Rifugio Tuckett

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trentinoattualità

L’IDEA “Quest’anno sarei dovuto partire per tre mesi, destinazione Asia. Ma è arrivato il Coronavirus e quindi …viaggio annullato. A volte, però, da una rinuncia nascono delle occasioni anche più belle. Se fossi partito per l’Asia non avrei fatto questa esperienza con Lorenzo. Io questo viaggio lo avrei fatto comunque con mio figlio. Poi ho immaginato una partnership con la condivisione di Montura Editing ed il Parco Naturale Adamello Brenta, senza fini di lucro, perché mi sarebbe piaciuto, anche con i post su Facebook, filtrare dei contenuti culturali che raccontassero il Parco che ha una lunga storia da insegnarci.”

17 luglio - Laghetto di Valdagola, in tenda

Orsi non avvistati, però sappiamo che ci sono e dobbiamo comportarci con questa attenzione. Ciò non vuol dire che non ci si possa muovere. Nel viaggio che ho fatto in Nord America nel 2017, sempre in solitaria e sempre in bicicletta e sacco a pelo, gli orsi in Canada e Alaska facevano parte della quotidianità. In questo viaggio ho fatto una notte di campeggio libero con Lorenzo al Lago di Valdagola ed è stato meraviglioso. Abbiamo piantato la tenda vicino a questo laghetto alpino a 1800 mt senza nessun problema. Però con la consapevolezza che gli orsi ci sono e quindi ho adottato quei comportamenti di base, a titolo precauzionale, come ad esempio tenere il cibo lontano dalla tenda.

18 luglio - All’alba

Ecco, il “Brenta spiegato a mio figlio” nasce da qui: vorrei dire a Lorenzo che l’ambiente naturale che stiamo utilizzando, che usiamo e che abitiamo, lo abbiamo ricevuto e lo dovremo riconsegnare, perché siamo tutti “di passaggio”, e quindi non possiamo depredarlo. Forse questa piccola avventura rimarrà dentro Lorenzo solo come un ricordo sfumato dal tempo. Ma la bellezza della natura incontaminata e il senso di sicurezza che comunica la figura paterna saranno di certo sensazioni indelebili.

IL MESSAGGIO “È un messaggio di cultura e di rispetto per l’ambiente che certamente si presenta compatibile con la montagna come spazio di vita. Non è la visione contemplativa del turista che guarda la montagna come se fosse una cartolina. È il paesaggio da vivere ma nel rispetto dell’ambiente. Il Parco, come tutto l’ambiente naturale, non deve essere inteso come un museo ma va rispettato e preservato. È un’eredità da lasciare ai nostri figli e alle generazioni future. Questo breve viaggio è servito, infatti, per riflettere e far riflettere sull’ambiente e sulle generazioni future.”

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trentinoattualità

19 luglio - Lago di Molveno, idrografica destra sulla ciclopedonabile

Nel Parco Naturale Adamello Brenta le foreste e i boschi di aghifogli sono i più diffusi con la presenza caratteristica di abetaie (abeti rossi e abeti bianchi), con la presenza delle peccete (soprattutto pino silvestre e pino cembro) e con la presenza dei lariceti. Molto diffuse sono anche le foreste di latifogli, con i faggi, ma anche i boschi di tiglio, di frassino e di carpino nero. A seconda dell’umidità, dell’esposizione al sole e di altre circostanze concomitanti, il limite della vegetazione ad alto fusto si spinge fino ai 1.900-2.200 metri. I larici ed i cirmoli sono i più caparbi. Oltre queste quote… solo la cosiddetta prateria alpina.

Guardando dal basso verso l’alto i versanti est delle Dolomiti del Brenta non viene facile pensare ad una storia d’acqua. Pensare al fatto che, un tempo, lì c’erano gli oceani e qui i fondali marini. I fossili marini sono presenti in tutte le Dolomiti del Brenta. Ma in Val d’Ambiez, non distante da Molveno, a monte di San Lorenzo in Banale, vicino al Rifugio “Al Cacciatore”, un ricco giacimento di fossili marini conosciuto come “il cimitero dei fossili”, appartenenti a specie vissute circa 210 milioni di anni fa, rappresenta una delle meraviglie geologiche del Parco Naturale Adamello Brenta.

Felici di stare lassù, nell’energia naturale trasmessa da acqua e alberi, ascoltando il respiro del bosco

Negli ultimi giorni di quelli previsti per il nostro viaggio, ci siamo dati appuntamento con mamma Silvia che ci ha raggiunto a Molveno. Quando l’abbiamo incontrata è stato un bellissimo momento. Ho un debito di riconoscenza nei suoi confronti per avermi permesso di fare questo piccolo viaggio solo noi due. Silvia non si era mai separata così tanto da Lorenzo e accettare la lontananza non è stato facile. Considerato che la mamma è insostituibile, la sua disponibilità non è stata cosa da poco. E poi mia moglie non è solo la mamma, ma è anche medico. Quindi, comanda due volte!

20 luglio - In tenda al campeggio di Molveno, è arrivata la mamma 26

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trentinoattualità 21 luglio - Castel Sporo

Questa mattina siamo partiti da Andalo. Seguendo il Dolomiti Brenta Bike, abbiamo preso la direzione dello Sporeggio e siamo passati accanto alle rovine di Castel Sporo. Anche per un breve viaggio come questo, gli ultimi chilometri sono pieni di ricordi e sono sopraffatti dalla voglia di ripartire... È difficile vivere il presente perché ci si trova in mezzo a quello che hai appena fatto e quello che vorresti ripetere daccapo. Fa ridere. Forse avevano ragione i filosofi che dicevano che il presente non esiste. Eppure è tutto ciò che abbiamo, assieme a quello che siamo stati e a quello che vorremmo essere… Appunto.

21 luglio - Nella galleria ciclopedonabile tra Terres e la Val di Tovel

Ultimo giorno, si torna al punto di partenza da dove si è partiti, a Cles… e poi a casa. La fine del viaggio, di questo viaggio. Mano nella mano, programmando già la prossima meta.

IMPRESSIONI DI VIAGGIO “Al ritorno, alla fine del viaggio, il desiderio è stato quello di ripartire immediatamente e insieme a Lorenzo. Nove giorni in cui immergersi nell’ambiente meraviglioso del Parco Naturale Adamello Brenta passando tutto il tempo con mio figlio è stata una bellissima esperienza. Per di più, vissuta “in casa” nel nostro Trentino. Aver avuto mio figlio come compagno di viaggio è stata un’esperienza totalizzante ed il rapporto con il mio piccolo ha funzionato perfettamente.”

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trentinoattualità di Tiziana Tomasini

UNA ”POLTRONCINA”

PER OTTO

LE FOTO QUI A DESTRA LI RITRAGGONO IN TEMPI NON SOSPETTI, QUANDO L'INNOCENZA DISEGNAVA I LORO VOLTI E LA POLITICA ERA PER LORO SOLO UN CONCETTO ASTRUSO. OGGI SONO QUESTI GLI UOMINI E LE DONNE CHE SI CONTENDONO LA PRESTIGIOSA FASCIA TRICOLORE DELLA CITTÀ DI TRENTO. IN UNO SLALOM DI DOMANDE TRA IL CURIOSO E L’IMPEGNATO, ABBIAMO MESSO A FUOCO CARATTERISTICHE PERSONALI E OBIETTIVI PROGRAMMATICI. ED ABBIAMO SCOPERTO CHE…

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trentinoattualità

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l sindaco, quale primo cittadino, è forse il politico più amato: ha la responsabilità di tutto quello che noi, quotidianamente, possiamo toccare con mano. È una figura che poi ti capita spesso di incontrare al bar, in un ufficio o semplicemente per le vie del centro. E di scambiarci anche qualche parola. Fa quindi piacere conoscerlo anche al di là delle ideologie, con le sue preferenze, il suo look ed il suo stile di vita. Ad una manciata di giorni dalle elezioni comunali – che si terranno nelle giornate di domenica 20 e lunedì 21 settembre – siamo andati a intervistare gli otto candidati che puntano al più alto scranno del Comune di Trento. In corsa per Palazzo Thun ci sono due donne e sei uomini: Trentinomese li ha intervistati, uno per uno, secondo un format particolare. Domande impegnate sì, ma mixate con curiosità sulla loro vita, sui loro gusti

e le loro passioni. Alcuni – pur con qualche esitazione – hanno tenuto botta e ci sono apparsi sostanzialmente disinvolti. Altri si sono “incartati” un po’ di più e su qualche punto hanno dovuto “passare” e ripensarci. Il fatto curioso è stato verificare che queste difficoltà non sono emerse sui grandi temi della politica cittadina… NO! Su quelli erano tutti pronti da 10 e lode. Gli scivoloni sono stati tutti incentrati sulle questioni personali. Uno di loro, ridendo, ci ha detto che non era pronto a tanta leggerezza! Le donne si sono rivelate le più concise e pragmatiche; gli uomini più tendenti ad “allargare” le domande, sforando su altre tematiche. E la puntualità? Alcuni si sono resi disponibili in tempi brevissimi, altri sono stati un po’ rincorsi. E per finire, ad ognuno di loro abbiamo assegnato una pagellina, basandoci anche su questi indicatori. Eccoli qui, i magnifici otto, tutti per voi. 29

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ANDREA MERLER PER IL RILANCIO DI TRENTO, SERVONO ECONOMIE FORTI: SENZA I SOLDI NON SI FANNO LE OPERE PUBBLICHE

Simbolo: Trento unita Merler sindaco Nato a: Trento Nato il: 14 maggio 1983 Titolo di studio: Laurea Magistrale in Giurisprudenza Professione: avvocato ordinario presso il Foro di Trento Famiglia: sposato con Giulia, ha tre figli: Vittoria (6 anni), Gregorio (4 anni), Selvaggia (2 mesi e mezzo) Frase ricorrente: non c’è etica in politica, se al pensiero non segue un’azione Adora fare: politica (da quando ha 18 anni) e poi viaggiare e camminare Non sopporta: l’immobilismo Vacanze estive a: Jesolo Il viaggio che non è ancora riuscito a fare: Giappone, per la cultura di grande rispetto della natura e delle persone e per la lingua che non conosce Tra dolce e salato: salato Quasi un’ora di Mezzo di trasporto: Volkswagen Passat intervista, alla Portafortuna: non ho un portafortuna, ma i piccoli refine è [quasi] gali che ogni giorno i miei figli mi fanno: una conchiglia, stanco anche un sasso… lui! Trova La paura più grande: ho paura che la mia città venga tempo per governata da persone che non ne hanno le sufficienti tutto: famiglia competenze numerosa, Il libro che sta leggendo: leggo più libri contemporanealavoro, politica, mente: “La notte della sinistra” di Rampini, “I fratelli Karahobby. mazov”, libri di enogastronomia di cui sono appassionato Ci ricorda un Numero preferito: il numero 3 supereroe: Colore: azzurro e blu chissà se Il piatto che ama di più: i primi, su tutti la pasta al ragù sotto i vestiti della moglie nasconde una Il film: “L’ora più buia” su Churchill; e “Pretty Woman” tuta… Personaggio storico preferito: Winston Churchill Squadra del cuore: seguo la Nazionale Animali domestici: un cane, Aki, un incrocio tra pastore tedesco e un segugio Cantante, compositore o gruppo preferito: tra le opere “La Traviata”, poi Ludovico Einaudi, Baglioni, Morandi, Battisti e il jazz Il suo sogno notturno ricorrente: Tra gli altri, quello di fare il sindaco RÔLE PHYSIQUE DU Tra divano e sport: sport tutta la vita ICATIVITÀ

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DIECI DOMANDE 1. Perché questa candidatura? Qual è stato il primo pensiero propositivo per Trento dopo aver detto sì? Perché è il sogno della mia vita. A otto anni la maestra Flavia alle Pigarelli, chiedeva cosa volevamo fare da grandi: io rispondevo l’avvocato e il politico. Il sindaco è per me l’astronauta di ogni bambino. La mia ipotesi di Giunta vede persone di esperienza ma anche il ricambio generazionale; i trenta/quarantenni di oggi si devono assumere la responsabilità del governo, inutile lamentarsi. Voglio trattare temi economici, aprire la città agli investitori per fare opere pubbliche in risposta alla città degli ex: ex Italcementi, ex Lettere, ex mensa… 2. Verde, sostenibilità ed elettrico sono tematiche urgenti e molto attuali. Come pensa di affrontarle concretamente? Questi, più che problemi politici, sono problemi generazionali. Non sono più temi divisivi ma temi che rappresentano l’ABC della civiltà. Vanno chiusi degli accordi con partner nazionali e internazionali e realizzati parcheggi dedicati a colonnine, bici elettriche e macchine sostenibili anche dal punto di vista finanziario, declinandoli cioè finanziariamente ai cittadini. 3. Sicurezza, movida & giovani, problematiche sociali: cosa le interessa di più? Cosa reputa più urgente? Alla base di tutto stanno i temi economici: senza soldi non si fanno piste ciclabili, non si creano spazi per i giovani e senza economie forti non si realizzano interventi sulla sicurezza. La partita del rilancio di Trento passa da Italcementi: una passerella con la città, un parcheggio multipiano, lo studentato e la parte residenziale, la funivia del Bondone ed un parco fluviale verde. Per questo bisogna portare investitori. Sulla sicurezza, unità cinofile, polizia locale con cani antidroga, aumento di agenti in bicicletta. 4. Tema negozi: cosa ne pensa? Meglio aperti o chiusi nelle festività? Questo è un problema sociale. Il provvedimento della provincia è arrivato in un momento infelice, perché post Covid avevano tutti l’ansia di ripartire. Però dobbiamo sempre considerare che dietro i negozi e l’economia ci sono famiglie. La soluzione potrebbe


trentinoattualità essere aprire una domenica sì e una domenica no, oppure organizzarsi su domeniche pari e domeniche dispari, con una rotazione del personale. 5. Trento e i sobborghi: uno per tutti o tutti per uno? Il tema ha avuto molta importanza nel passato, con quelle generazioni che vivevano negli ex comuni. Adesso un giovane si sente cittadino europeo/ italiano/trentino in senso generale. Poi ci sono circoscrizioni sulle quali sono stati messi molti soldi, altre meno. Il tema da affrontare è piuttosto la riforma del decentramento dal punto di vista amministrativo. 6. Un tema spinoso: la questione Bondone. Che si fa? Funivia da Italcementi e bacino idrico. Poi quando si arriva su bisogna anche trovare qualcosa; necessitano le ristrutturazioni di tutti quegli immobili che sono di proprietà pubblica. Ma non è quello il problema: se la gente arriva su, gli imprenditori investono. L’importante è arrivarci. 7. Arriviamo al giorno dell’election day: con quale look si presenterà? Cosa non potrà mancare nel suo outfit? Sarà un giorno importante perché era già in programma il battesimo di mia figlia Selvaggia; il pensiero più importante sarà per lei. Poi andremo tutti insieme al seggio. Quindi elegante al battesimo, casual al voto. 8. Quale social utilizza di più? E perché? Utilizzo Facebook e Instagram. 9. Se ha un’ora libera durante il giorno, cosa fa? Come la impiega? Sto con mia moglie e con i miei figli. 10. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Inizialmente volevo fare l’interprete, perché mi piacciono molto le lingue; poi ho capito che non volevo tradurre il pensiero degli altri, ma che qualcun altro traducesse il mio pensiero. ■

FILIPPO DEGASPERI USCIAMO DALLA PALUDE E GUARDIAMO AL CAMBIAMENTO, SENZA IPOCRISIA

Simbolo: Onda Civica Trentino Nato a: Trento Nato il: 4 novembre 1971 Titolo di studio: Laurea in Economia Politica e diploma al Conservatorio (viola) Professione: attualmente consigliere provinciale; insegnante di matematica e commercialista Famiglia: sposato, una figlia adolescente (in fase di ribellione, ma non ancora conclamata) Frase ricorrente: “ogni cosa col tempo”, nel senso che aspettando viene fuori chi ha ragione e chi no. L’altra, di Shakespeare, dice che il passato è solamente il prologo per quello che succederà dopo. Adora fare: nel tempo libero, andare in bicicletta; la mia passione è il lavoro che faccio. Non sopporta: l’ipocrisia Vacanze estive a: lago di Caldonazzo e Lavarone. Non parla per Il viaggio che non è ancora riuscito a fare: a me piace retorica, ma il Trentino, non mi manca niente. crede in quello Tra dolce e salato: salato che dice. Mezzo di trasporto: in città uso sempre la bicicletta (lo Molto impetuoso testimonia la bicicletta “anni ‘80”) nelle risposte, Portafortuna: no, non sono scaramantico si scalda subito La paura più grande: la paura di raccontare cose vere, e affronta gli fondate e non si crede a quello che viene raccontato argomenti con Il libro che sta leggendo: quello sul comodino è “Storia veemenza; ci dei Greci” di Montanelli ricorda Cecco Numero preferito: non ce l’ho, non mi affido alla cabala Angiolieri nel Colore: rosso Alfa celebre verso Il piatto che ama di più: i primi, la pasta, spaghetti alla “S’i fosse foco, carbonara arderei ‘l mondo”. Il film: i film di Sergio Leone, tra tutti “C’era una volta in America” Personaggio storico preferito: Cesare Battisti Squadra del cuore: una volta la Juventus, adesso, con la mercificazione e il predominio del business nel mondo del calcio, ho abbandonato; di fatto sono un agnostico Animali domestici: al momento non ne ho, ma ho avuto tre cani Cantante, compositore o gruppo preferito: Bob Dylan LE RÔ DU PHYSIQUE Il suo sogno notturno ricorrente: ITÀ COMUNICATIV che i trentini si svegliassero TO EN M ABBIGLIA POSITIVA Tra divano e sport: nei limiti di temES A ZZ RE IA CH po, sport TRASPARENZA

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FILIPPO DEGASPERI DIECI DOMANDE 1. Perché questa candidatura? Qual è stato il primo pensiero propositivo per Trento dopo aver detto sì? Io penso che Trento abbia diritto ad un’alternativa vera, contrapposta alla palude in cui l’ha portata chi ha governato finora, e che si propone come se fosse il nuovo. Il rischio è che Trento finisca come è finita la Provincia, ovvero cambiamento sì, ma con la retromarcia. 2. Verde, sostenibilità ed elettrico sono tematiche urgenti e molto attuali. Come pensa di affrontarle concretamente? Sul verde, noi ci siamo sempre battuti perché si arrivasse al mito del consumo di suolo zero. Per la sostenibilità abbiamo cercato di portare avanti delle politiche in agricoltura che fossero rispettose dei residenti e dell’ambiente, purtroppo siamo al secondo posto in Italia per consumo di pesticidi e al penultimo per agricoltura biologica. Sul fronte elettrico, questo è uno dei binari che va perseguito con determinazione. Faccio l’esempio dell’elettrificazione della Valsugana. Trasformare una linea di stile ottocentesco in una linea moderna, dovrebbe essere – visto che attraversa tutta la città – uno dei primi passi che il sindaco dovrebbe perseguire. 3. Sicurezza, movida & giovani, problematiche sociali: cosa le interessa di più? Cosa reputa più urgente? In questo momento le politiche sociali; purtroppo le categorie fragili, più deboli – gli anziani – hanno subito le conseguenze peggiori dell’epidemia e tuttora vivono una situazione di segregazione. Il discorso sicurezza va gestito insieme ai cittadini e agli operatori economici. Per farlo bisogna ricostruire quel tessuto connettivo fatto di conoscenza di solidarietà, di vicinanza e di vicinato. Innanzitutto favorire i commercianti: perché non mettere in piazza Dante, che è un luogo così sensibile, le bancarelle tutti i giorni? Sui giovani possiamo dire che la loro presenza si collega 32

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alla sicurezza: se il territorio è vissuto da attività collettive, è più sicuro. Come proposta abbiamo la movida itinerante. A turno, zone della città rimangono aperte fino ad una certa ora; una specie di compromesso che va a considerare il rispetto dei residenti. 4. Tema negozi: cosa ne pensa? Meglio aperti o chiusi nelle festività? I negozi, di norma, nei festivi dovrebbero rimanere chiusi. L’errore di fondo è stato di dividere zone turistiche e zone non turistiche; bisognerebbe concordare con le categorie un numero ragionevole di aperture. Poi dev’essere l’operatore economico che decide quando e come aprire. In questo modo ci potrebbe essere la copertura di tutto l’anno: se i supermercati di Trento si mettono d’accordo e un mese resta aperto uno, un mese l’altro, potremo avere i cittadini tranquilli che trovano un negozio sempre aperto, i dipendenti altrettanto tranquilli perché sanno di non dover andare a lavorare tutte le domeniche. 5. Trento e i sobborghi: uno per tutti o tutti per uno? La maggior parte dei sobborghi ha per fortuna conservato un’identità. Si deve salvaguardare quest’identità e dove non c’è, ripristinarla. Se io mi riconosco come membro di una comunità che è solidale, che si prende cura del bene pubblico, vivo meglio. Quindi i sobborghi sono da salvaguardare come soggetti. 6. Un tema spinoso: la questione Bondone. Che si fa? Tutti parlano di come andare in Bon-

done e nessuno parla di cosa fare in Bondone. Anziché partire dal carro, partirei dai buoi: vediamo cosa si fa in Bondone. La prima cosa da fare è far tornare i Trentini in Bondone: servizi per i residenti, trasporti, pulizia delle strade, rifiuti. Inoltre ci sono molti immobili pubblici totalmente abbandonati. Allora rimettiamoli in piedi e diamoli alle associazioni sportive, culturali, alle scuole. Poi i percorsi per lo sci alpinismo, che non sono stati ancora definiti: tutte le volte sono multe e beghe. Poi i camper e il turismo itinerante. Servono piazzole per i camper decorose, con servizi e corrente, acqua e scarichi. Inoltre il Bondone va promosso come gruppo montuoso, non solo come Palon – Viote. 7. Arriviamo al giorno dell’election day: con quale look si presenterà? Cosa non potrà mancare nel suo outfit? Io sono un tradizionalista della camicia. 8. Quale social utilizza di più? E perché? Facebook, che permette di dire la tua senza filtri. Pur nella limitatezza, si può esprimere un pensiero. Pubblicare dei documenti. 9. Se ha un’ora libera durante il giorno, cosa fa? Come la impiega? Leggo i giornali, mi aggiorno. 10. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Ho scelto volontariamente di fare l’insegnante e non ho dubbi. Prima o poi tornerò a fare l’insegnante e sono motivato anche su questo fronte, perché l’ho scelto io. ■


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CARMEN MARTINI MI SENTO UN DAVIDE CONTRO TANTI GOLIA, MA LOTTO PER FARE DEL BENE, CONTRO LE INGIUSTIZIE

La prima a dare la sua disponibilità per l’intervista: quello che si dice la prontezza delle donne. Solare ed energetica, sprizza positività da tutti i pori. È concreta ed immediata; sarà stata l’educazione genuina della Val di Non

RÔLE PHYSIQUE DU ITÀ IV AT IC UN M CO TO EN M ABBIGLIA POSITIVA ES A ZZ RE IA CH TRASPARENZA

Simbolo: Movimento 5 stelle Nata a: Cles (papà di Revò, mamma di Cloz) Nata il: 17/07/1961 Titolo di studio: ragioniera Professione: dipendente pubblico, funzionario pubblico Famiglia: tre figli grandi e nonna di tre nipotini, marito attuale musicista e chitarrista Frase ricorrente: io sono contro le ingiustizie, gli sprechi e l’odio Adora fare: lavoro da tanti anni in pubblica amministrazione e vado con l’entusiasmo del primo giorno. Amo il mio lavoro. Poi dedicare il tempo ai miei nipotini Non sopporta: le ingiustizie e le cattiverie, il disinteresse e tutto quello che non è vero Vacanze estive a: le farò in campagna elettorale! Lavoro tanto. Il viaggio che non è ancora riuscita a fare: girare l’Europa Tra dolce e salato: dolce Mezzo di trasporto: è da 25 anni che sono a Trento, ma per chi viene dalle valli, spostarsi richiede l’auto. Nelle città ci vorrebbe un bel ring, con parcheggi di assestamento, in modo da avere la città bella libera, con autobus ogni 5 minuti. E si può fare. Portafortuna: colore giallo La paura più grande: dopo aver vissuto una brutta esperienza familiare, la paura di una sanità non proprio collaborativa, che non fa rete Il libro che sta leggendo: “La vera storia dell’Unione d’Italia”, che racconta come il Nord si è appropriato del Sud depauperando tutto. Numero preferito: 17 Colore: giallo Il piatto che ama di più: gnocchi di patate crude della Val di Non Il film: “La casa degli spiriti” Personaggio storico preferito: De Gasperi, Nelson Mandela, Martin Luther King Squadra del cuore: Inter Animali domestici: attualmente no, da piccola facevo nascere insieme a mio papà i vitellini nella stalla sotto casa. Cantante, compositore o gruppo preferito: avendo il marito rock blues, il gruppo californiano ZZ Top ed in particolare la canzone “Gimme all Your Lovin’” Il suo sogno notturno ricorrente: pensare a fare sempre qualcosa di buono Tra divano e sport: ci vogliono tutti e due, con equilibrio.

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DIECI DOMANDE 1. Perché questa candidatura? Qual è stato il primo pensiero propositivo per Trento dopo aver detto sì? Noi siamo usciti da uno “svotamento” di alcune persone avvenuto in gennaio. Io sono entrata solo tre anni fa nel movimento, mi sono informata e ho trovato quel qualcosa che si collegava al mio voler far qualcosa di buono per migliorare la situazione. Io sono un Davide contro tanti Golia, ma ho forza interiore come tanti attivisti che mi hanno spronata a questa candidatura. Per realizzare qualcosa di bello e di pulito per la nostra città. Io mi vedo come il sindaco operaio, al di fuori dei giochetti della politica. 2. Verde, sostenibilità ed elettrico sono tematiche urgenti e molto attuali. Come pensa di affrontarle concretamente? A Trento la nostra proposta è un bilancio pubblico arboreo. Verde vuol dire anche energia rinnovabile, ecobonus, mobilità sostenibile, transazione energetica. Sono tematiche che, insieme a istruzione e la digitalizzazione per sburocratizzare sono i nostri obiettivi primari. 3. Sicurezza, movida & giovani, problematiche sociali: cosa le interessa di più? Cosa reputa più urgente? È tutto urgente; la sicurezza va gestita specialmente trovando collaborazione tra le diverse forze dell’ordine. Per i giovani, una movida itinerante, per rispetto dei residenti: un periodo in un luogo, un periodo in un altro (periferia o quartiere), gestendo anche l’orario per le manifestazioni e gli eventi. Ma giovani non vuol dire solo movida: bisogna lottare contro le ludopatie, contro la droga e l’alcool. I trentini sono molto sensibili al sociale; ma io mi sono informata e manca un vero coordinamento delle associazioni. Mi immagino un comune che faccia da coordinamento. 4. Tema negozi: cosa ne pensa? Meglio aperti o chiusi nelle festività? Come dico sempre, ci vuole un equilibrio: prima di tutto bisogna rispettare il lavoro delle persone, che sia regolamentato. E poi anche le imprese, gli imprenditori. Ci vuole quella capacità di coordinare e mettersi d’accordo con gli attori principali. Come Conte, che quando si siede ad un tavolo non si alza finché non trova una soluzione. Trovare un equilibrio nelle soluzioni. 33

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CARMEN MARTINI 5. Trento e i sobborghi: uno per tutti o tutti per uno? Bisogna cambiare il sistema delle circoscrizioni; le circoscrizioni sono superate. La nostra idea sono le assemblee dei cittadini, che possano avere un valore decisionale. Il nostro obiettivo è quello di fare una politica più partecipata. 6. Un tema spinoso: la questione Bondone. Che si fa? Le risorse per la funivia ci sono; in ogni caso bisogna valutare qualcosa che sia di minor impatto ambientale possibile ed ecosostenibile. Facciamo il collegamento, ma tenendo in considerazione questi due valori. In più bisognerebbe farlo vivere il Bondone;

a me piacerebbe un centro termale/ acquatico: i trentini vanno a Merano o Bressanone; facciamone uno in Bondone. O una movida itinerante anche lì, con regole per la sicurezza. 7. Arriviamo al giorno dell’election day: con quale look si presenterà? Cosa non potrà mancare nel suo outfit? Mi vestirò con qualcosa di giallo, colore che è sempre con me. E con tanta serenità. 8. Quale social utilizza di più? Non sono una accanita dei social, ma uso Facebook. 9. Se ha un’ora libera durante il giorno, cosa fa? Come la impiega? Il giardinaggio; non ho il giardino, ma ho tre balconi. 10. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Da ragazza mi sarebbe piaciuto fare ■ la ballerina e la cantante. 34

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GIULIANO PANTANO LA PRIORITÀ È SEMPRE IL LAVORO: STABILE, SICURO, BEN RETRIBUITO, DI QUALITÀ

Simbolo: Rifondazione comunista Altra Trento Nato a: Padova Nato il: 13 aprile 1960 Titolo di studio: laurea in filosofia Professione: insegnante e responsabile di biblioteca dell’istituto Maria Curie di Pergine Famiglia: sposato da 35 anni (con la stessa donna); due figli, un maschio e una femmina, che frequentano entrambi l’università Frase ricorrente: non ricorro a delle frasi, anzi gli stereotipi mi danno fastidio. Noi non parliamo per slogan, ma mettiamo dei punti di programma anche sui manifesti Adora fare: mi piace la politica, mi piace il mio lavoro; come hobby, musica e fotografia Non sopporta: i luoghi comuni, la banalità Vacanze estive a: a Trento Il viaggio che non è ancora riuscito a fare: mi piacerebbe andare nei Molto serio paesi dell’Est e visitare i centri minori del nostro Paese, i sulle tematiche cosiddetti borghi impegnate, Tra dolce e salato: dolce inizialmente Mezzo di trasporto: da qualche anno uso molto la bifatica a sciogliersi cicletta e le scarpe; tendo ad usare il meno possibile la su quelle macchina, soltanto se sono preso per il collo. dall’impronta Portafortuna: no, non sono superstizioso gossip, ma poi La paura più grande: non è una paura mia emozionale, risponde a tutto. personale, ma quella data dal declino politico, culturale Nella ed economico della società. Il futuro lo vedo molto nero. chiacchierata Il libro che sta leggendo: ne sto leggendo più di uno: salta fuori una un libro di Ford “Il futuro senza lavoro” e poi sto conclucitazione di Giulio dendo l’Iliade. Andreotti… Numero preferito: no, non sono cabalista magia dei tempi Colore: rosso che cambiano. Il piatto che ama di più: risotto ai funghi Il film: non sono un grande appassionato di cinema, ma uno dei film più significativi è “Il Gattopardo”: cambiare tutto per non cambiare niente; in sintonia con la politica attuale. Personaggio storico preferito: Karl Marx Squadra del cuore: non sono appassionato di calcio; mi piacciono gli sport motoristici Animali domestici: no Cantante, compositore o gruppo preferito: Milo Brugnara, un grande cantautore trentino Il suo sogno notturno ricorrente: non RÔLE PHYSIQUE DU ne ho, dormo tranquillo ITÀ IV COMUNICAT Tra divano e sport: scrivania TO

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DIECI DOMANDE 1. Perché questa candidatura? Qual è stato il primo pensiero propositivo per Trento dopo aver detto sì? Non parlo in termini personali perché noi siamo contro una politica personalistica; per noi presentarci è un dovere morale, per rappresentare quelle che sono le classi più disagiate, subalterne, i lavoratori. Il primo pensiero è il lavoro; noi ci batteremo per creare le condizioni affinché ci sia l’assunzione di tutti i lavoratori precari. Noi siamo stati l’unica forza politica a fianco dei lavoratori: ci battiamo per un lavoro stabile, sicuro, ben retribuito, di qualità. Questo significa anche tutelare il piccolo commercio, massacrato da affitti spropositati e anche dall’e-commerce, come le catene in franchising. 2. Verde, sostenibilità ed elettrico sono tematiche urgenti e molto attuali. Come pensa di affrontarle concretamente? Il piano regolatore presenta qualche flebile lucetta ma delle ombre che si prolungheranno. Noi, contro la cementificazione, proponiamo di estendere il parco di Melta, dando una zona in gestione per gli orti urbani. Pensiamo poi alle zone dismesse di Trento: è un piano regolatore devastante, che tiene conto in minima parte, solo per propaganda, del verde. Manca un disegno complessivo della città. È ancora tutto all’insegna della speculazione. 3. Sicurezza, movida & giovani, problematiche sociali: cosa le interessa di più? Cosa reputa più urgente? La sicurezza aumenta se la città è vissuta, se ci sono negozi di vicinato, se l’anziano si sente tutelato, se gli studenti non vengono sbattuti fuori dalla città. Una parte degli edifici esistenti potrebbe essere adibita a stu-

dentato. Pensiamo al recupero delle aree della città. Viene il sospetto che il degrado venga lasciato a proposito per avere argomenti in campagna elettorale. Quindi i giovani, se hanno gli spazi, se sono a loro agio, casino non lo fanno. Poi l’assistenza alla persona è un tema che va sicuramente ampliato. 4. Tema negozi: cosa ne pensa? Meglio aperti o chiusi nelle festività? Chiusi, noi siamo per tutelare il lavoro; intanto rimangono aperti i negozi delle grandi catene, con uno sfruttamento dei lavoratori; il negozio a conduzione familiare, con un dipendente, fa veramente fatica ed è quasi costretto a rimanere aperto. 5. Trento e i sobborghi: uno per tutti o tutti per uno? Molti sobborghi sono stati sciupati; alcuni hanno una loro anima, altri sono dei semplici dormitori, perché si è sempre lasciata mano libera alla grande speculazione edilizia (vedi Trento Nord). Le circoscrizioni andrebbero ascoltate in modo non vincolante perché potrebbero bloccare lavori a seconda degli interessi personali, ma potrebbero essere valorizzate; io sono per la rappresentanza. 6. Un tema spinoso: la questione Bondone. Che si fa? Di per sé noi siamo contrari alle gran-

di opere dannose per l’ambiente e per la collettività che incidono negativamente sulla salute dei cittadini e cittadine portando profitto a pochi. Per il Bondone è la solita storia: i debiti li andrà a pagare il pubblico e i profitti andranno al privato. Siamo critici verso questo progetto funiviario per il Bondone. Sarà una spesa enorme, con costi di gestione enormi, con biglietti costosissimi (16/18 euro a corsa). Per i residenti gratis e il turista come un pollo da spennare. Il Bondone non è una priorità. Le priorità sono il lavoro, la casa; abbiamo circa 2000 appartamenti sfitti in città e 500 persone che d’inverno dormono per la strada. 7. Arriviamo al giorno dell’election day: con quale look si presenterà? Cosa non potrà mancare nel suo outfit? Sicuramente sarò vestito: un paio di pantaloni e una camicia. 8. Quale social utilizza di più? E perché? Io credo che i social abbiano disumanizzato la politica: non c’è più il contatto umano, la politica è diventata solo asservitiva e basta. Non c’è dibattito, dialettica, confronto. Pur avendo il nostro gruppo giovani che si occupa della comunicazione anche sui social, siamo del parere che non si può delegare ad un social, con qualche battuta, una decisione politica. 9. Se ha un’ora libera durante il giorno, cosa fa? Come la impiega? Dipende dalla fascia oraria della giornata, se è verso cena, faccio cena! Durante il giorno mi metto a leggere; in questo periodo curo molto la campagna elettorale. 10. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Lo zoologo. Ma questo era un sogno da bambino, abbandonato ben presto; crescendo ho maturato l’idea di fare proprio l’insegnante. ■ 35

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SILVIA ZANETTI LA POLITICA DEVE SAPER ASCOLTARE E RIPORTARE IL CITTADINO AL CENTRO, CON COERENZA

Simbolo: Si può fare! Nata a: Trento Nata il: 8/3/1980 Titolo di studio: laurea in giurisprudenza, iscritta all’albo degli avvocati di Trento Professione: ne ha due: avvocato (con abilitazione anche in Spagna) e dal 2017 direttore dell’Accademia di Belle Arti di Trento Famiglia: compagno e due bimbe di 8 e 3 anni Frase ricorrente: si può fare Adora fare: leggere, passeggiare con il cane Non sopporta: la mancanza di coerenza Vacanze estive a: qualche giorno al mare e poi qualche giorno sul Garda Il viaggio che non è ancora riuscita a fare: Parigi Tra dolce e salato: salato Mezzo di trasporto: la macchina e la bicicletta Portafortuna: orecchini di perle La paura più grande: che possa succedere qualcosa alle figlie Il libro che sta leggendo: “La storia di Trento”, acquistato in una libreria storica del centro Numero preferito: 8 Colore: blu Il piatto che ama di più: canederli in brodo Il film: “Orgoglio e pregiudizio” Personaggio storico preferito: un filosofo, Platone Squadra del cuore: no Animali domestici: un cane, un labrador Cantante, compositore o gruppo preferito: Roxette Il suo sogno notturno ricorrente: no RÔLE PHYSIQUE DU Tra divano e sport: ITÀ IV AT IC UN M CO sport TO

LIBERI CIVICI TRENTINI

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Dolce e di classe. Ha il suo stile e un’eleganza che ci ricorda un mix tra Julia Roberts e Cameron Diaz. Con pacata tranquillità, si dimostra tuttavia decisa e con solide argomentazioni. Una donna di polso, sicuramente profumato.

☺☺☺☺☺❌ ☺☺☺☺ ☺ ☺☺☺☺ ❌ ABBIGLIAMEN ☺☺☺☺ ❌ A TIV SI PO CHIAREZZA ES ☺☺☺❌ RENZA

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TRASPA

DIECI DOMANDE 1. Perché questa candidatura? Qual è stato il primo pensiero propositivo per Trento dopo aver detto sì? In febbraio, con un gruppo di civica 36

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Trentina che faceva capo a Rodolfo Borga, abbiamo costituito questo nuovo movimento che si chiama “Si può fare!”; io ero la coordinatrice di Trento di Civica Trentina e quindi il progetto è partito in questo modo, con i compagni di viaggio che ave-

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vo già dal 2015. Il primo pensiero propositivo è stato quello di portare avanti il comitato Trento città sicura, per ricevere le segnalazioni dei vari quartieri dai cittadini. Il mio slogan è la politica che ascolta, perché a me piace ascoltare molto, e di conseguenza fare quello che la cittadinanza chiede. Quindi il mio pensiero propositivo è riportare il cittadino al centro. Verde, sostenibilità ed elettrico sono tematiche urgenti e molto attuali. Come pensa di affrontarle concretamente? Sicuramente la mobilità dovrà andare in direzione delle due ruote, con una visione ampia, come creare spazi appositi per i ciclisti che possano muoversi liberamente da nord a sud, con piste dedicate anche nelle strade a senso unico. Io credo che la bicicletta – oltre a rispondere al distanziamento sociale – sia un punto forte. Naturalmente con incentivi sull’elettrico, anche per i dipendenti pubblici, per muoversi anche da e per la collina. Sicurezza, movida & giovani, problematiche sociali: cosa le interessa di più? Cosa reputa più urgente? Sicurezza e degrado li reputo temi importanti perché Trento è una città culturalmente molto bella, attraente e quindi credo che abbia tutto il diritto – sia nel centro che nei sobborghi – di essere valorizzata e tutelata di più. La movida è altrettanto importante, perché, volenti o nolenti, siamo una città universitaria. Importante far vivere il centro storico anche con la movida notturna e quindi sono a favore di spazi pensati per i giovani e con gli orari dei giovani. Tema negozi: cosa ne pensa? Meglio aperti o chiusi nelle festività? Va lasciato libero l’esercente, nel senso che se ritiene favorevole l’apertura della domenica, possa scegliere liberamente. Trento è una città che in determinati periodi dell’anno si renderebbe ancora più piacevole con l’apertura dei negozi per il turista. Favorevole sì, ma con il rispetto per chi lavora. Trento e i sobborghi: uno per tutti o tutti per uno? È importante che ognuno mantenga la propria identità, valorizzando fortemente le circoscrizioni, in quanto sono il primo veicolo del


trentinoattualità cittadino, soprattutto per quelli più distanti dal centro. Valorizzare nel singolo il sobborgo però collegarlo strettamente col centro; noi abbiamo un programma di marketing integrato di tutto il territorio: non c’è solo il centro storico, ma ci sono anche i sobborghi, messi in luce anche per chi viene a Trento. 6. Un tema spinoso: la questione Bondone. Che si fa? Siamo a favore della funivia, ma contestualmente il Bondone ha bisogno di essere rigenerato, per quanto riguarda gli edifici esistenti. Riqualificazione significa creare aree sportive anche e non solo per gli sport invernali, ma per incentivare la ricezione, con ristoranti e bar. Chiaro che per un intervento di questo tipo su una montagna che comunque è stata lasciata per tanti anni ferma, vanno valutati costi e benefici delle opere. 7. Arriviamo al giorno dell’election day: con quale look si presenterà? Cosa non potrà mancare nel suo outfit? Cercherò di essere vestita con i nostri colori, che sono il rosso, il blu e

il bianco. Troverò una combinazione di questo tipo. 8. Quale social utilizza di più? E perché? Facebook e, in modo minore, Instagram. 9. Se ha un’ora libera durante il giorno, cosa fa? Come la impiega? Quando non lavoro, cerco di stare con le bambine più che posso. 10. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Credo di aver fatto quello che avrei voluto fare, soprattutto dopo che ho iniziato a dirigere l’Accademia delle Belle Arti, ho trovato le componenti ■ giuste per me.

FRANCO IANESELLI DARE AI NOSTRI FIGLI UNA CITTÀ VIVIBILE, SOSTENIBILE, UNA E PLURALE

Simbolo: Siamo Trento Nato a: Trento Nato il: 5 agosto 1978 Titolo di studio: laurea in Sociologia Professione: sindacalista, con la candidatura mi sono dimesso Famiglia: sposato con Chiara, da marzo è con noi il piccolo Andrea Frase ricorrente: Dai. La risposta che dava mio padre, da trentini. “Come va?” “ Dai”. Ma è un dai che può anche significare “ce la facciamo” Adora fare: nuotare e mangiare la pizza Non sopporta: le persone doppie Vacanze estive a: quest’anno niente vacanze; andiamo volentieri in Pinè, dove mio cognato ha la casa. Il viaggio che non è ancora riuscito a fare: British Columbia, Stati Uniti Ovest e Canada Ovest Tra dolce e salato: salato Mezzo di trasporto: da quando soIronico ed no in campagna elettorale, uso tantisautoironico. simo la bici. È non solo il mezzo più ecologico, ma anche Bella voce, quello più comodo. Poi servirebbero ciclabili migliori, ci sicura e pacata. siamo impegnati per questo Si sente che ha Portafortuna: no fatto sociologia, La paura più grande: inaridirsi, diventare una persona trova sempre una arida. È anche quello che mi ha detto mia moglie il giorno chiave universale della candidatura: attenzione a non diventare come alcuni che apre tutte le politici che col tempo diventano aridi e cinici porte. Si definisce Il libro che sta leggendo: Sto leggendo l’autobiografia vecchietto perché di Woody Allen, che s’intitola “A proposito di niente”. usa Facebook, Numero preferito: 3 ma è giovane Colore: azzurro dentro e fuori. Il piatto che ama di più: pizza e pastrami (specialità della cucina rumena, che va a mangiare in zona piazza Santa Maria) Il film: “La meglio gioventù” Personaggio storico preferito: Nelson Mandela Squadra del cuore: per il calcio, sono un interista “affievolito”; invece sono preso per la nostra squadra Trentino Cricket Club, che è stata più volte campione d’Italia Animali domestici: no Cantante, compositore o gruppo preferito: Neil Young per sempre Il suo sogno notturno ricorrente: RÔLE PHYSIQUE DU l’esame di maturità ITÀ COMUNICATIV Tra divano e sport: sport TO MEN

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DIECI DOMANDE 1. Perché questa candidatura? Qual è stato il primo pensiero propositivo per Trento dopo aver detto sì? La candidatura è arrivata a inizio gennaio perché le forze di questa alleanza hanno sentito la necessità di unirsi. È stata proprio la città che chiedeva unità e penso che questo sia il senso della mia candidatura. Primo pensiero: Trento è una città che ha trovato il proprio posto nel mondo, dobbiamo mantenerla come città europea e realizzare un’utopia sostenibile, quindi avere un sogno che sia realizzabile, sostenibile, facendo della sostenibilità la cifra dei prossimi anni. 2. Verde, sostenibilità ed elettrico sono tematiche urgenti e molto attuali. Come pensa di affrontarle concretamente? Facendo scelte chiare sulla mobilità, privilegiando il trasporto pubblico e la ciclabilità; chiarendo che sostenibilità non significa solo un po’ di verde in più, significa tante cose: risparmio energetico degli edifici, verde urbano ossia una tramvia su via Brennero; una riqualificazione sia dei trasporti ma anche urbana, di quella parte di città. Sostenibilità significa anche

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sapere che prenderemo a prestito dai nostri figli dei soldi per la ricostruzione delle città dopo il Covid, restituendo loro delle città sostenibili, vivibili, proprio pensando al loro futuro. 3. Sicurezza, movida & giovani, problematiche sociali: cosa le interessa di più? Cosa reputa più urgente? La nostra è una città bella, bellissima, ai vertici delle classifiche sulla qualità della vita, ma ci sono punti di città dove c’è degrado. E allora si risponde con la repressione ma anche vivendo i luoghi, non abbandonandoli. Tra studenti e residenti c’è un equilibrio difficile; io credo che noi dobbiamo ricordare sempre il valore enorme che non è solo economico ma anche sociale e culturale che portano in città ogni anno gli studenti che la vivono. 4. Tema negozi: cosa ne pensa? Meglio aperti o chiusi nelle festività? Penso con la competenza nazionale, quindi è inutile prendere in giro i lavoratori dicendo che si può chiudere la domenica quando poi risulta incostituzionale, perché non è la Provincia che lo può disporre; penso anche che dire che alcuni comuni sono turistici e invece Trento non è turistica quando abbiamo un milione e trecentomila visitatori ogni anno non ha senso. Questi numeri ci sono, i turisti ci sono e Trento è una città turistica in quanto tale. 5. Trento e i sobborghi: uno per tutti o tutti per uno? La città è una e plurale; noi dobbiamo riscoprire una città nei sobborghi che la compongono. Riscoprire il fascino e le potenzialità che ognuno di loro ha e riscoprire una città che non è solo il centro storico. Lo dico anche per gli eventi culturali: vanno portati anche

nelle zone che vengono ritenute, a torto o a ragione, le zone più difficili, come la parte nord della città. 6. Un tema spinoso: la questione Bondone. Che si fa? Oggi è la bella addormentata, domani può diventare il fiore all’occhiello della città. Noi siamo sostenitori della funivia sul Bondone però il punto non è solo l’infrastruttura, ma la visione di città e di montagna che abbiamo. Io sogno un Bondone alpino, con un Muse che prosegue sul Bondone; lo sogno come un’alpe della città; è un’occasione grande per i turisti ma è anche un’occasione grande per i cittadini che devono potersi gustare la loro montagna. 7. Arriviamo al giorno dell’election day: con quale look si presenterà? Cosa non potrà mancare nel suo outfit? Spero di ricordarmi di mettermi i pantaloni! Proverò a non essere così preoccupato tanto da dimenticare di metterli. 8. Quale social utilizza di più? E perché? Io ho 42 anni, in termini social sono un vecchietto, quindi sono affezionato a Facebook, che come è noto, è il social delle persone di una certa età; su Instagram ci siamo, su Twitter si parla con una parte ampia di cittadinanza; ecco, non sono ancora arrivato a fare i balletti su TikTok! 9. Se ha un’ora libera durante il giorno, cosa fa? Come la impiega? Mio figlio Andrea e poi tuffarmi in una piscina o in un lago. L’immersione in acqua in sé vale anche la corsa che si fa per poterlo fare. 10. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Ascolto Neil Young da molto tempo, però la voce mia non è la sua, quin■ di…


trentinoattualità

FRANCO BRUNO SONO UN RIVOLUZIONARIO LEGALE: BISOGNA RIPORTARE L’ORDINE IN UNA CITTÀ PERICOLOSISSIMA

Simbolo: La Catena Nato a: Bolzano Nato il: 1979 Titolo di studio: 3 anni di istituto professionale Professione: artigiano edile da quando avevo 19 anni Famiglia: sono da solo, niente da fare con le donne di oggi: molte fumano, si drogano, non fanno figli, non fanno da mangiare. Per questo l’Italia va male: non si fanno più figli. Frase ricorrente: devono andare tutti a casa! Si candidano sempre le stesse persone, vestite bene, stessi simboli, stesse idee, non cambierà niente. Adora fare: portare l’ordine, cosa che dovrebbero fare le forze dell’ordine. Non sopporta: lo spaccio di droga, i centri sociali che appoggiano la droga, le associazioni che schiavizzano i neri. Vacanze estive a: nessuna vacanza, Vive per il lavoro troppo preso dal lavoro e dalla campagna elettorale e per portare Il viaggio che non è ancora riuscito a fare: io andavo avanti, con la spesso in Romania e in Austria (che lì qualche ragazza politica, le sue si trovava) idee. Ma vive Tra dolce e salato: il terzo gusto, che inizia con la f… Mezzo di trasporto: moto, camion, macchina soprattutto Portafortuna: no per le donne, La paura più grande: c’è qualcuno che guarda giù… una considerato il volta ero sotto una casa, c’è stata una voce che mi ha fatto che durante detto “Spostati!” e dopo un secondo è andato giù tutto. l’intervista ne ha Con la moto sono passato tra due macchine e qualcuno ripetutamente mi ha fatto raddrizzare, altrimenti mi ammazzavo citato e Il libro che sta leggendo: no, non leggo sottolineato vizi, Numero preferito: il 33, che mi appare sempre virtù e alluso a... Colore: nero parti intime. Il piatto che ama di più: sul mangiare sono molto delicato… la pasta col sugo Il film: i film d’azione Personaggio storico preferito: Giuseppe Garibaldi Squadra del cuore: no, tifo solo per la f… e basta Animali domestici: cane, gatto e 6 galline Cantante, compositore o gruppo preferito: io ascolto vecchie musiche di una volta, Lucio Battisti Il suo sogno notturno ricorrente: ce l’ho, ma è meglio che non lo dica PHYSIQUE DU Tra divano e sport: come faccio a RÔLE COMUNICATIV fare sport se sono sempre al lavoro? Il ITÀ ABBIGLIAMENTO divano, ma la sera tardi, quando ho finito CHIAREZZA ES POSITIVA TRASPARENZA

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DIECI DOMANDE 1. Perché questa candidatura? Qual è stato il primo pensiero propositivo per Trento dopo aver detto sì? Io mi candido perché voglio mettere il bastone tra le ruote a tutti i politici. La città è piena di spacciatori e nessuno ha mai fatto niente: forze dell’ordine, sindaci, nessuno. La città è pericolosissima. Io voglio essere un oppositore a questo sistema, un rivoluzionario legale. Si candidano sempre le solite persone, ci schiacciano. La città di Trento è una città di cocainomani, è una vergogna! Poi in stazione è pieno di gente che spaccia e le forze dell’ordine non fanno niente. E poi nel corso degli anni, hanno fermato sempre me, mentre lavoravo.

2. Verde, sostenibilità ed elettrico sono tematiche urgenti e molto attuali. Come pensa di affrontarle concretamente? A Trento si sta bene, non c’è questo problema. 3. Sicurezza, movida & giovani, problematiche sociali: cosa le interessa di più? Cosa reputa più urgente? La città è invivibile, pericolosissima, ragazzini che si drogano sotto gli oc39

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FRANCO BRUNO chi delle forze dell’ordine, nessuno fa niente e nessuno è mai intervenuto. Si scende in piazza solo quando ci sono i problemi dell’orso, non è possibile! Tutti i parchi vanno chiusi la sera con i lucchetti. 4. Tema negozi: cosa ne pensa? Meglio aperti o chiusi nelle festività? In Veneto sono tutti aperti! È ridicolo e assurdo che vengano chiusi i supermercati. 5. Trento e i sobborghi: uno per tutti o tutti per uno? Se sono da tanti anni così, inutile toccarli.

6. Un tema spinoso: la questione Bondone. Che si fa? Bisogna vedere, se c’è tanta popolazione su, bisogna farla; valutare se è utile o non utile. 7. Arriviamo al giorno dell’election day: con quale look si presenterà? Cosa non potrà mancare nel suo outfit? Io andrò vestito da muratore, perché l’abito non fa il monaco. A me non piace chi è vestito bene, ma chi si vede che lavora. 8. Quale social utilizza di più? E perché? Facebook. 9. Se ha un’ora libera durante il giorno, cosa fa? Come la impiega? Io non ho tempo, non mi fermo mai 10. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Io nella mia vita non ho sbagliato niente, è la società che è sbagliata: viziati, fannulloni; vado più d’accordo con lo straniero, che si dà da fare e ■ ti aiuta. 40

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MARCELLO CARLI LA TRENTO IDEALE È UNA CITTÀ SOCIALE DOVE POTER NASCERE, CRESCERE, INVECCHIARE BENE

Simbolo: Rinascimento Trento Nato a: Trento Nato il: 13 dicembre 1968 Titolo di studio: laurea in economia politica Professione: libero professionista, consulente; direttore commerciale di una società di mediazione creditizia Famiglia: una compagna Frase ricorrente: frase di De Gasperi: fate il vostro dovere a qualunque costo; poi una di Winston Churchill: la virtù più importante è il coraggio Adora fare: correre, cucinare, leggere: senza ordine di priorità Non sopporta: non ci sono cose che non sopporto; mi può dare un po’ di fastidio il ritardo non comunicato Vacanze estive a: non ho fatto vacanze Il viaggio che non è ancora riuscito a fare: Mongolia Tra dolce e salato: salato Mezzo di trasporto: il mezzo pubbliNon è semplice co: treno, aereo, macchina condivisa (car sharing) trovarlo, ma alla Portafortuna: no fine ci riusciamo. La paura più grande: non ho paure particolari Preparatissimo, Il libro che sta leggendo: “On China” di Henry Kissinger risponde alle Numero preferito: 13 nostre domande Colore: blu con i tempi di un Il piatto che ama di più: gnocchi di patate quiz televisivo. Il film: “C’era una volta in America” di Sergio Leone Un primo Personaggio storico preferito: Cristoforo Colombo, della classe, perché è partito per scoprire un continente e per caso se fosse stata ne ha scoperto un altro; ammiro il suo coraggio un’interrogazione Squadra del cuore: Juventus avrebbe preso un Animali domestici: no bel voto. Cantante, compositore o gruppo preferito: adoro l’opera lirica, Mozart, Puccini; i cantautori anni ‘70/’80 (Baglioni, Cocciante, ecc.) e la musica funk di quel periodo RÔLE PHYSIQUE DU Il suo sogno notturno ricorrente: ITÀ IV AT IC COMUN non ne ho ABBIGLIAMENTO SITIVA PO ES A ZZ Tra divano e sport: sport RE CHIA TRASPARENZA

DIECI DOMANDE 1. Perché questa candidatura? Qual è stato il primo pensiero propositivo per Trento dopo aver detto sì?

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Durante il lockdown, ho deciso di aprire una pagina Facebook sul futuro della città post Covid: è stato un botto di consenso e di incoraggiamento, così è venuta maturando questa candidatura. Io all’inizio pian-


terò tre tende: una sarà presso l’UE per ottenere i fondi e disinquinare le aree di Trento Nord. Seconda tenda presso la Sovrintendenza dei beni archeologici di Trento: capire per quale motivo la domus romana di Orfeo in via Rosmini è ancora ferma da tanti anni. Io vorrei renderla museo, rendendo la zona un grande plateatico, vivo. Terza tenda presso reti ferroviarie italiane, perché bisogna andare avanti con l’interramento della ferrovia, per ricucire la città. 2. Verde, sostenibilità ed elettrico sono tematiche urgenti e molto attuali. Come pensa di affrontarle concretamente? Il tema della mobilità si sviluppa su due fronti: mobilità condivisa e trasporto pubblico. La mobilità condivisa dovrebbe passare da un accordo tra tutti i comuni per fare in modo che l’autotrasporto possa avvenire su mezzi condivisi. Poi flessibilità del mezzo pubblico (con autobus piccoli), competitiva con la flessibilità del mezzo privato. Terza cosa, i tempi della città: riduciamo l’impatto ambientale nelle ore di punta. Infine Trento – Malè e Valsugana, che dovrebbero diventare una metropolitana, con più fermate e tempi ravvicinati. 3. Sicurezza, movida & giovani, problematiche sociali: cosa le interessa di più? Cosa reputa più urgente? Il mio sogno è trasformare Trento in una città ideale dal punto di vista sociale: un posto in cui una persona possa nascere, studiare, vivere e invecchiare nel modo più umano possibile. Quindi significa valorizzare i servizi alle famiglie in termini inclusivi e sostenibili. Quindi erogare i servizi alla persona. Movida sì, ma gestita con criteri compatibili a chi

vive nel centro storico. E poi il tema non è movida sì o movida no: il tema è movida come. La sicurezza non la si realizza soltanto con i mezzi dell’ordine pubblico, ma con la prevenzione: occupazione degli spazi urbani da parte delle persone. Piazza Dante è una piazza di fatto disabitata; si potrebbero creare chioschi per organizzare feste, ritrovi, aperitivi. Questo percorso di vitalizzazione della città deve coinvolgere non solo il centro, ma anche tutte le zone limitrofe. 4. Tema negozi: cosa ne pensa? Meglio aperti o chiusi nelle festività? La città è viva se c’è il commercio. Non si deve limitare l’attività, ma dire come si fa l’attività. Salvaguardando l’attenzione per le norme di sicurezza e contrattuali, in un regime liberale è una scelta che io devo poter fare quella di voler stare aperto. Quella attuale è una norma illiberale, che mette Trento in una grande difficoltà, specie nell’aver distinto la Provincia in turistica e non turistica. Chiudere è stato un grave danno per i commercianti e soprattutto ha limitato il diritto dei lavoratori di poter guadagnare qualcosa in più. 5. Trento e i sobborghi: uno per tutti o tutti per uno? Le circoscrizioni sono elementi sostanziali. Di ogni sobborgo va valorizzata la propria identità: molti sono stati comuni per cui è giusto ricordare l’identità storica e l’autonomia che ne deriva; la circoscrizione non è uno strumento amministrativo, è uno strumento di rappresentanza politica, storica e culturale. Le circoscrizioni fanno parte di una grande Trento, ma nel senso che sono componenti identitarie secondo la propria storia. 6. Un tema spinoso: la questione Bondone. Che si fa? Io sono a favore della funivia che va

in Bondone, da fare in partnership col privato e non tutto a carico del pubblico. Il Bondone va valorizzato per due motivi: uno perché la montagna è bella ed ha tutta una serie di risorse che possono essere valorizzate a favore della città: creando la funivia, Trento diventerebbe città alpina. Il Bondone va ripensato a partire dalle infrastrutture (funivia) stimolando accanto a quello tutta una serie di investimenti dei privati.

A partire dalle caserme delle Viote, che vorrei diventassero una sorta di università degli sport invernali. 7. Arriviamo al giorno dell’election day: con quale look si presenterà? Cosa non potrà mancare nel suo outfit? Look informale. 8. Quale social utilizza di più? E perché? Facebook e un po’ Instagram. 9. Se ha un’ora libera durante il giorno, cosa fa? Come la impiega? Dipende da quanto stanco sono, da com’è il tempo; o vado a correre o leggo. 10. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? ■ Il pilota di aerei. 41

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trentinoincontri di Paolo Chiesa

Uno dei suoi bellissimi affreschi

LA VERSIONE DI

PIO

SIAMO ANDATI IN VAL DEI MÒCHENI A TROVARE PIO PINTARELLI, ARTISTA E INSEGNANTE IN PENSIONE DI STORIA DELL’ARTE. DAI SUOI RACCONTI EMERGONO L’AMORE PER L’ARTE E PER LA SUA VALLE. CI PARLA DI FLAVIO FAGANELLO CHE DA RAGAZZO HA ACCOMPAGNATO A SCATTARE LE SUE FAMOSE FOTO DELLA “VALLE INCANTATA”. IL SUO È UN VIAGGIO NELLA MEMORIA, TRA AFFRESCHI, SCULTURE E CAPITELLI 42

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trentinoincontri

Una delle sculture di Pio Pintarelli

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finita la scuola dell’obbligo mi consigliò di iscrivermi alla Scuola d’Arte di Trento che era stata aperta da poco”. In realtà, dopo la terza media, Pio rimase un anno a casa ad aiutare la famiglia nei lavori di campagna. La maestra però ogni tanto tornava alla carica e Pio alla fine si iscrisse. La passione per l’arte deve avercela avuta davvero perché bisogna pensare che correva l’anno 1955 e chissà come potevano prendere a quell’epoca due genitori della Val dei Mòcheni l’idea che il figlio andasse a studiare per diventare un artista. “C’era una zia che mi consigliava di accettare. E poi eravamo dieci fratelli e per mio papà averne uno in più o uno in meno ad aiutarlo, probabilmente non cambiava molto”. Così Pio frequentò l’Istituto d’Arte a Trento e poi si laureò in Magistero a Venezia con abilitazione all’insegnamento. E da lì una vita ad insegnare arte e disegno al Liceo Scientifico Galilei di Trento ed all’Istituto per Geometri ed alla Scuola Magistrale di Rovereto. “E una volta smesso di lavorare”? “La mia era una famiglia contadina e qui c’era sempre qualcosa da fare: gli animali da accudire, la terra da coltivare e la legna da tagliare”. Ma dopo la pensione per Pio non poteva che esserci anche l’Arte (la maiuscola è d’obbligo visto la passione con la quale ne parla). “Ho viaggiato molto sia da solo che con altri per vedere le cose belle del mondo. Quando andavo con la scuola a fare i viaggi d’Istituto avevo dietro delle covate di ragazzi che preferivano andare nelle città grandi a fare casino piuttosto che vedere le opere d’arte. Una volta in pensione ho finalmente potuto farlo senza problemi. Una delle prime mete è stata Aquileia con i suoi mosaici antichi tra i più grandi e meglio conservati d’Europa. All’estero mi è

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uando arrivo a casa sua Pio è seduto al tavolo della cucina dove sta lavorando di mazzuolo e scalpello: “in questi giorni è venuta a trovarci una parente del Belgio che voleva comperare uno stampo per il burro”, mi dice, “ed ho pensato di fargliene uno io in legno di noce con una stella alpina come decorazione che si riprodurrà sulla forma di burro”. Dalla finestra si vede la Valle Incantata e tutta la stanza emana arte e cultura. Il giropanca e la credenza sono pieni di libri e lo stesso i mobili, come d’altronde le mensole e gli scaffali del resto della casa. “Da tempo non vado più a sciare”, scherza Pio, “e l’unica valanga che potrebbe travolgermi è quella dei miei libri”. Sui mobili e sul davanzale ci sono alcune sue sculture in legno: molti crocefissi, un arcangelo ma anche una contadina ed un gallo. Pio, quando hai capito di essere un artista? “La mia maestra delle elementari era di Trento ed era un’appassionata di arte. Aveva visto che disegnavo bene e l’avevo aiutata a fare qualche lavoretto di pittura. Una volta

Tra la Val di Non e Val d’Ultimo La malga, recentemente ristrutturata, si compone di due strutture separate: la prima funge da stalla e caseificio, la seconda da ristorante e affittacamere. Impossibile non approfittare della cucina tipica e della specialità della casa: carne di manzo alla griglia (del nostro allevamento). Partendo da Revò si percorre la strada verso Provés, per poi proseguire verso la Val d’Ultimo e Lana. Poco dopo il bivio per Provés, dopo aver superato una pima galleria si trova a destra un ampio parcheggio (m 1665 s.l.m. ca) dove è consigliato parcheggiare. Poi si prosegue a piedi sul sentiero che si snoda proprio sulla destra della seconda galleria. Situata sul sentiero 133, la malga si raggiunge attraverso un breve cammino di venti minuti, con un dislivello di circa 140m.

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trentinoincontri piaciuto molto andare in Turchia, nel Bosforo e nell’antica Efeso dove ho visitato delle chiese rupestri che esistevano prima dei musulmani”. Per un periodo Pio ha scritto in dialetto mòcheno per una pubblicazione locale, ha tenuto un corso di scultura del legno molto apprezzato; alcuni suoi disegni sono stati usati nella catechesi. “Ho anche insegnato a dei bambini a scrivere in gotico”. Ora Pio legge molto, soprattutto libri d’arte, scolpisce e disegna. Sono opera sua, ad esempio, le baite ricreate a

TRA I SUOI MOLTI E CURIOSI INTERESSI ANCHE QUELLO PER L’ASTRONOMIA... matita ed a carboncino (quello vero della legna bruciata!) protagoniste del calendario 2020 dell’Istituto Culturale Mòcheno: “per quelle ho ricopiato fedelmente le baite che erano state fotografate in epoche diverse, anche quelle venute a mancare a causa di valanghe o semplicemente perché sono state ristrutturate: un lavoro alla memoria delle vecchie baite”. Alla stessa maniera, ha riprodotto il ponte in legno in località Klom dopo averlo fotografato appena prima che venisse smon-

tato per essere sostituito da uno più moderno. Pio, qual è la tua specialità artistica? “Senza dubbio l’affresco e il restauro dell’affresco stesso. Lo sai che gli affreschi esistevano già ai tempi di Omero e che anche gli egizi ne facevano? Ce ne sono anche nelle tombe etrusche, figurati, sottoterra. E pensare che i nemici degli affreschi sono proprio l’umidità e i funghi. In alcune tombe sono stati rinvenuti affreschi fatti cinque secoli avanti Cristo che sembra siano stati fatti oggi. L’affresco mi piace perché è una tecnica pulita, con un assorbimento evidente del colore. Bisogna essere rapidi perché un affresco si deve fare in quattro o cinque ore prima che avvenga la reazione dei silicati e dei carbonati di calcio. È una tecnica che non usa più nessuno anche perché ci sono pochi colori che resistono alla causticità della malta”. Nel 1994 Pio ha collaborato come assistente tecnico con l’iconografo Fabio Nones alla realizzazione dei vari affreschi della chiesa moderna dei tre santi a Bolzano, alcuni dei quali di dimensioni importanti: tre metri di altezza per 10 metri lineari. Ed ancora, ha collaborato con l’artista Bruno Degasperi suo amico, compagno di studi e poi collega insegnante, nella

realizzazione dei grandi affreschi del Trono delle Grazie e dell’Annunciazione che decorano l’atrio esterno della chiesa di San Martino a Trento. “E come si restaurano gli affreschi”? “Se un affresco si sta rovinando, si può salvare riproducendolo su tela facendone anche più di una copia. Si usa un procedimento semplice che se si fosse scoperto prima avrebbe salvato qualche opera d’arte famosa come alcune di Giotto. Una volta, quando l’affresco si rovinava si picchettava e ci si stendeva sopra uno strato di malta per poi farci sopra un altro affresco. Però così

Fotografie: Jacopo Salvi

GUARDA CHI C’È IN QUELLE DUE FOTOGRAFIE...

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e foto di Flavio Faganello sono tratte dal libro “La Valle dei Mòcheni” di Flavio Faganello e Aldo Gorfer. Nella prima Pio Pintarelli è il ragazzo alto sullo sfondo a destra che assiste alla lettura dell’ironico testamento del “Vecchio” e della “Vecchia”; nella seconda è l’uomo che cammina davanti agli altri due nella neve.

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c’era sempre qualcuno che ci rimetteva e anche se era già morto il pittore precedente sicuramente si rigirava nella tomba. Adesso per restaurare un affresco si usa più o meno la stessa tecnica che serve per salvare un dipinto su tavola o su tela a tempera o a olio. Si stende sull’affresco una colla solubile come la colla di pesce e gli si applica sopra una garza. Una volta asciutta, la garza viene via in un pezzo unico. Se ci sono rimaste attaccate tracce di sabbia o polvere si grattano via. Se c’è un buchetto si usa un colore di una tinta intermedia che non sia troppo evidente. Poi si incolla con una colla insolubile su una tela o su un altro tipo di supporto. Il risultato è una copia identica all’affresco originale”. Nel parlare della sua preferenza per la tecnica dell’affresco Pio tira in ballo anche Leonardo. “I suoi dipinti a olio come la Vergine delle rocce o come la stessa Gioconda che sicuramente sono molto belli, se li è tirati dietro per anni, mentre Michelangelo, che era un grande affrescatore, era invece più rapido. Leonardo usava altre tecniche, cercandone sempre di nuove e facendo anche delle gaffe enormi. E di questo il


trentinoincontri giovane Michelangelo ne rideva sicuramente perché tra i due c’era una certa competizione, infatti il marmo che servì a Michelangelo per fare il David, in origine era per Leonardo. E qui Pio parte con uno spassoso dialogo immaginario in dialetto tra i due dove Michelangelo si rivolge così a Leonardo: “te sei vecio, te trema la man, lasemel far a mi”. Pio, ci racconti un aneddoto sulla tua arte? “A me viene da ridere quando nelle chiese e nei musei ti proibiscono di fare le foto con il flash agli affreschi. Per quanto riguarda i dipinti a olio sono d’accordo. Ma non farle agli affreschi è una cavolata. Gli affreschi non si rovinano con la luce. Una volta mi è capitato di fare un disegno sul muro di una villa. Il proprietario lo voleva a tutti i costi a olio. Io ho tentato di convincerlo a fare un affresco ma senza che lui mi ascoltasse. Il sole l’ha rovinato e ho dovuto farlo un’altra volta e il sole lo ha fatto colare di nuovo. Alla terza volta finalmente ho po-

MICHELANGELO DICE A LEONARDO: “TE SEI VECIO, TE TREMA LA MAN, LASEMEL FAR A MI” tuto fare un affresco che non è più sceso”. Pio Pintarelli ha tra i suoi interessi anche quello per l’astronomia. Quando insegnava, con un collega professore e con i tecnici del laboratorio scolastico, costruì un telescopio per guardare le stelle che in Val dei Mòcheni si vedono meglio perché l’inquinamento luminoso è minore che in altri posti. “Ci documentavamo sul passaggio delle comete e con una certa pratica e con l’uso di un dispositivo che si muoveva sull’asse terrestre eravamo in grado di fotogra-

farle. Riuscendo a trovare la luce giusta e dopo vari tentativi riuscivamo a “fermare” le comete. Mi ricordo che ce n’era una molto tenue scoperta da un astronomo giapponese. La prima sera ero riuscito a vedere questo batuffolo di luce appena in tempo. La sera dopo c’era praticamente tutto il Galilei sui prati vicino a casa ma c’era un po’ più di foschia e non siamo riusciti a vedere niente”. In più occasioni, ha accompagnato Flavio Faganello nella ricerca delle immagini per il libro “La Valle dei Mòcheni”, che Faganello realizzò con Aldo Gorfer. Libro che sfogliamo insieme e Pio, nel raccontarmi di questo e di quel luogo e di quante persone ritratte nelle foto non ci sono più, mi fa vedere quelle dove tra gli altri è stato ritratto anche lui. Come abbiamo già detto Pio ha sempre messo a disposizione della sua amata valle le sue capacità artistiche. “Quando ero ragazzo don Angelo, il prete della chiesa di San Felice, mi chiese di dipingere un angelo che incensa su una finestra cieca. E sempre a San Felice, vicino alla Caserma dei Vigili del Fuoco, c’è un capitello che Pio ha affrescato con le immagini di San Lorenzo e Santa Barbara i cui colori pastello sono molto vivi e danno una sensazione di calore molto diversa da quella che spesso si ha vedendo opere religiose di questo genere. E per il futuro cosa hai in ballo Pio? “In questo periodo sto portando avanti un progetto con il mio amico Bruno Degasperi: proprio qui sotto, in fondo alla stradina che passa vicino a casa mia, c’è una cappellina. Io e Bruno stiamo facendo i disegni in scala dei soggetti religiosi che riprodurremo nella cappellina sotto forma di affresco”. E quello sarà sicuramente l’occasione giusta per un’altra visita a casa di Pio. ■

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trentinoincontri Federico Nicolini, in arte Kikko, sulla Cima Tosa

KIKKO VA DI CORSA di Tiziana Tomasini

POCO PIÙ DI TRE ORE DI CORSA IN MONTAGNA PER UN’ANDATA E RITORNO DA BRIVIDO. PER IL GIOVANE SPORTIVO, CRESCIUTO A PANE E MONTAGNA, SIGNIFICA AVER REALIZZATO UN SOGNO: LA CONQUISTA DELLA PUNTA PIÙ ALTA DEL BRENTA. MA NON È TUTTO: CI HA RACCONTATO CHE…

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o raggiungiamo telefonicamente là, nel cuore di quella natura tutta verticale che lo ha visto crescere. Già, perché Federico Nicolini – ma Kikko ormai per tutti, non solo per gli amici – è figlio di Franco, gestore del rifugio Pedrotti e grande appassionato di montagna. Naturale quindi amare tutto quello che sa di roccia, neve e di erbe d’alta quota; basti il paragone che mentre noi giocavamo in cortile, lui scorrazzava sul Brenta. Nato a Trento il 28 novembre del 1994, abita a Molveno. “Fin da piccolo a casa si parlava di montagna, da dieci anni siamo al rifugio Tosa Pedrotti, gestito dalla mia 46

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famiglia; a 4 anni ho iniziato a sciare, a 14 ho iniziato a fare gare di scialpinismo (primo anno cadetti) e l’estate la passavo al rifugio. Sicuramente non potevo iniziare a fare calcio!” Kikko fa parte della squadra nazionale di scialpinismo. Dice che le gare sono nel suo DNA: a 16 è arrivata la convocazione in Nazionale. Quest’anno, col fatto del Covid, sono state sospese tutte le competizioni sportive; ma è stato proprio in questo contesto che a Kikko è venuto in mente di provare questa sua nuova avventura (lui la chiama così). Era da un po’ che ce l’aveva in testa questa cosa,

ma per questioni di tempo non era mai riuscito a organizzarla. Perché la cima Tosa? “Sono dieci anni che siamo in Tosa e proprio la cima Tosa è il simbolo del Brenta. Ci abito sotto quattro mesi all’anno, quindi era naturale scegliere questo percorso.” Ma diamo un po’ di numeri: venerdì 17 luglio, oltre ogni scaramanzia, Kikko parte da quota 850 metri e arriva ai

«NON È IL LAVORO D’UFFICIO, L’INCIDENTE È SEMPRE DIETRO L’ANGOLO»


trentinoincontri A sinistra, dopo 30 km estremi, Kikko innaffia a Molveno la sua impresa. A destra, pit stop in quota: dopo il rifornimento energetico della sorella Elena, si riparte

3.173 metri di Cima Tosa, la più alta del Brenta. Poi torna indietro, compiendo un giro di ben 30 km in sole 3 ore, 4 minuti e 50 secondi. “Sono partito dalla piazza di Molveno, ho percorso tutta la val delle Seghe, la val dei Massodi e sono passato qua davanti al rifugio; poi mi hanno attrezzato la cima Tosa – perché, bisogna ricordarlo, ci sono 30 metri di paretina dove bisogna arrampicare – e così, in tutta sicurezza, sono riuscito ad arrivare in cima e ritornare.” Gli amici cosa dicono di questa passione estrema? “Gli amici che ho sono del mio stile, o sono in squadra nazionale con me o ci troviamo per andare in giro a camminare o a fare qualche scalata in

montagna; sicuramente non ci troviamo per stare giù sulla riva del lago a prendere il sole o giocare a carte!” Quali obiettivi hai, spingerti ancora oltre? “Il mio obiettivo è sicuramente la stagione invernale, con la coppa del mondo e le grandi classiche, perché da giugno a settembre sono davvero preso qua al rifugio e non ho tanto tempo di andare in giro per competizioni. Quest’anno ho deciso di fare questa cosa anche perché avevo più tempo libero. Del resto è stato un anno strano un po’ per tutti, anche per gli atleti. Probabilmente ne farò altre, di idee al momento non ne ho…” Cosa consiglieresti a un ragazzo che vuole fare quello che fai tu? “Importante è

divertirsi, poi se vengono anche i risultati, meglio.” Ma non è pericolosa la montagna, con tutti questi tragici incidenti che si sentono? “Se guardi quello, allora non andresti neanche più in macchina, in moto, a fare altri sport. È logico, è uno sport all’aria aperta e incidenti possono succedere, certo. Non è il lavoro d’ufficio, l’incidente è sempre dietro l’angolo.” E per il futuro? “Spero di diventare guida alpina e atleta a livelli mondiali e di coppa del mondo.” Grandi programmi di vita, grande forza e grande carattere, Kikko. Col cuore sempre là, all’ombra di quelle cime che ■ l’hanno visto crescere.

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PALAZ la seconda vita del

di Susanna Caldonazzi

GLI ABITANTI DI VIGOLO VATTARO DA SEMPRE LO CHIAMANO “IL PALAZ”, ESATTAMENTE QUEL CHE, ALL’INTERNO DI MURA CHE NE CINGONO IL PARCO, SORGE NEL CENTRO DEL PAESE. E PROPRIO DA QUI PRENDE IL NOME IL PROGETTO “IL PALAZ - SPAZIO ‘500 PER LE ARTI”. PALAZZO MALFATTI VUOLE ESSERE UN NUOVO CENTRO PER LA CULTURA, L’ARTE, LO SPETTACOLO DAL VIVO CHE HA VISTO NELL’ESTATE 2020 IL SUO “ANNO ZERO” CON UNA PROGRAMMAZIONE DI SPETTACOLI E DUE LABORATORI DI ALTA FORMAZIONE 48

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U

n progetto sognato nel gennaio di quest’anno che ha dovuto poi fare i conti con il lockdown, ma che ha ripreso quota con decisione nel mezzo di un’estate caratterizzata da eventi all’aperto, distanziamento fisico e rinnovata voglia di socialità. Uno spazio da favola, di origine Cinquecentesca, di

proprietà di una famiglia che da circa un decennio non lo abita più con costanza. Una proprietaria filantropa, amante dell’arte e disponibile a nuove collaborazioni. Una comunità che dopo aver visto per anni i cancelli chiusi può abitare un luogo che ha destato sempre curiosità e stupore. Gli abitanti di Vigolo Vattaro

da sempre chiamano quella struttura Cinquecentesca “il Palaz”, la versione dialettale del termine palazzo, esattamente quel che, all’interno di mura che ne cingono il parco, sorge nel centro del paese. E proprio da qui prende il nome il progetto Il Palaz - Spazio ‘500 per le Arti, un nuovo centro per la cultura, l’arte,

lo spettacolo dal vivo che ha visto nell’estate 2020 il suo “anno zero” con una programmazione di spettacoli e due laboratori di alta formazione. A curare il programma delle iniziative è Trento Spettacoli / Spazio Off: «A gennaio ricevo una telefonata dall’autrice teatrale affermata a livello nazionale e originaria proprio 49

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trentinoluoghi Fotografie: Jacopo Salvi

DURANTE LA GUERRA FU RICOVERO DI PRIGIONIERI

Il Sindaco, Paolo Zanlucchi, con uno degli attori

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alazzo Malfatti è un edificio storico nel centro di Vigolo Vattaro, attualmente di proprietà della famiglia Malfatti. L’edificio, costruito su una base medioevale, fu rivisto nel XVI secolo per diventare la residenza estiva per le alte prelature che villeggiavano nel periodo estivo nei dintorni del capoluogo, durante il Concilio di Trento. Il palazzo ha una chiara impostazione cinquecentesca, con una pianta a croce, soffitti voltati al piano terra e soffitti piani con travi di legno al primo piano. All’interno l’edificio è stato lievemente restaurato e oggi ha pavimenti di legno grezzo e finestre a cui si accede con gradini di muratura. La cucina è molto grande e lastricata con ardesia e attraverso una scala si accede al piano superiore, dove sono le stanze, e alla soffitta, un tempo destinata alla servitù. Faggi, pini e ippocastani dominano il vasto parco dove ancora oggi sono presenti i rustici originali – oggi completamente restaurati – un Valeriano Malfatti tempo adibiti a stalla e fienile. Durante la prima guerra mondiale il palazzo fu luogo di ricovero di molti prigionieri costretti ai lavori forzati sul fronte austriaco e al tempo della Seconda Guerra Mondiale divenne sede del comando delle truppe di occupazione. Fu inoltre era la casa di villeggiatura di Valeriano Malfatti e della sua famiglia; eminente figura della storia trentina dei primi trent’anni del ‘900. A Malfatti, Rovereto ha dedicato una delle sue più belle piazze.

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di Vigolo Vattaro Angela Dematté – racconta il direttore di Trento Spettacoli, Daniele Filosi. Ci conosciamo da tempo e da tempo immaginiamo possibilità per lavorare insieme. In questa occasione mi parla di questo palazzo e della volontà di Ida Pavesi Malfatti, figlia della proprietaria, di aprirlo ad esperienze artistiche. Inizialmente scettico – prosegue – vado comunque a vedere il posto a Vigolo Vattaro e me ne innamoro. Poco dopo il covid ha fermato tutto, ma non abbiamo smesso di progettare». Ad agosto infatti Il Palaz - Spazio ‘500 per le Arti ha aperto i cancelli ad artisti e pubblico, offrendo una programmazione teatrale di quattro spettacoli sostenuta da Fondazione Caritro e dal Comune di Altopiano della Vigolana e due laboratori di alta formazione, il primo rivolto ad attori e attrici con Maria Gaitanidi, regista greca da anni attiva a Londra, e il secondo incentrato sulla drammaturgia e la scrittura scenica, tenuto proprio da Angela Dematté. «Grazie al bando Eventi culturali di prossimità, promosso da Fondazione Caritro per ridare energia al settore, grazie al sostegno del Comune, e soprattutto grazie alla disponibilità della famiglia Malfatti che ha deciso di aprire gli spazi – spiega Filosi – abbiamo organizzato una rassegna, che, al di là dei titoli degli spettacoli, voleva far conoscere e vivere al pubblico lo

splendido parco del Palazzo. La comunità di Vigolo Vattaro – prosegue – ha reagito molto bene: agli eventi abbiamo quasi sempre avuto tutte le sedie occupate e spesso le chiacchiere dopo lo spettacolo riguardavano il parco e i ricordi che gli abitanti dei dintorni hanno su di esso. Gli eventi erano a ingresso gratuito, abbiamo scelto un orario come quello del tardo pomeriggio in cui fosse possibile utilizzare la luce del sole e alla fine, come è tradizione per Spazio Off, abbiamo bevuto

AD AGOSTO IL PALAZ HA APERTO I CANCELLI, OFFRENDO QUATTRO SPETTACOLI un bicchiere di vino per ritornare a stare insieme». Anche il sindaco Paolo Zanlucchi conferma la soddisfazione: «È stata una scommessa vinta – afferma. Alla base, come spesso accade con progetti che funzionano, ci sono rapporti di fiducia. Colgo infatti l’occasione per ringraziare Ida Pavesi Malfatti, la proprietaria del palazzo, con la quale si è instaurato un rapporto di proficua amicizia. La programmazione è di qualità, il pubblico è numeroso. Indubbiamente il Palaz è uno degli edifici più belli della zona e la comunità aveva con esso un rapporto controverso. Ora l’apprezza-


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mento è tale da richiamare anche persone da Trento: questo mi rende felice, l’altopiano è una terrazza sul capoluogo e che venga apprezzato è importante; la cultura è anche turismo. Con Filosi stiamo già immaginando la prossima stagione». E infine chiosa: «In Vigolana abbiamo votato lo scorso autunno. In tempi di campagna elettorale, qui facciamo la campagna culturale». Il progetto si completa con l’alta formazione, partita con i due laboratori di recitazione e drammaturgia dedicati a professionisti: «In questi mesi di lockdown – continua il direttore di Trento Spettacoli – mi sono spesso espresso a favore della costruzione di progetti di formazione, visto lo stop produttivo al quale probabilmente andremo incontro: ci aspetta un periodo in cui l’offerta sarà minore, ma la richiesta dal pubblico continuerà ad esserci. Alza-

re il livello è importante. Mi piacerebbe che ci ritrovassimo tra qualche anno con una “classe” di professionisti più qualificati. Anche questo pensiero è dentro il progetto del Palaz». Il Palaz - Spazio ‘500 per le Arti coltiva infatti grandi ambizioni e vuole diventare, nei prossimi anni, un centro dedicato alla residenza di artisti, all’alta formazione e all’ospitalità di spettacoli e altre iniziative culturali ad ampio raggio, per lo più durante i mesi estivi: «Credo che questo spazio sia molto prezioso - afferma Filosi -: è uno spazio ampio, bellissimo, in un luogo allo stesso tempo isolato ma di facile accesso. Ha 14 posti letto in 7 stanze, e mette a disposizione inoltre 3 bagni e una cucina attrezzata, oltre a una dépendance con altri 8 posti e 2 bagni e il grande parco, parte integrante del progetto. I modelli che mi vengono in mente sono il Centro Teatrale Umbro, La Corte Ospitale, il Centro Teatrale Santacristina fondato da Ronconi. Questa è l’utopia, chiaramente. Ma perché non potrebbe esistere un luogo simile a Vigolo Vattaro?» E conclude: «Sono entusiasta del progetto e soprattutto positivamente stupito che in una situazione come quella attuale i laboratori abbiano avuto richieste di partecipazione da tutta Italia e anche da oltre-confine». ■

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PREDAIA MOZZAFIATO

di Tina Ziglio

Foto archivio Apt Val di Non

DAI FRUTTETI NELLE AREE PIÙ BASSE FINO AI LARICETI E ALLE 4 MALGHE (COREDO, SMARANO, TRES E VERVÒ) E ALLE FORESTE DI ALTA MONTAGNA, PREDAIA OFFRE PAESAGGI MOZZAFIATO, NATURA INCONTAMINATA E MOLTO ALTRO ANCORA

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trentinoitinerari

NUOVA GESTIONE

Castel Coredo (Foto: archivio Apt Val di Non)

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a quando la provincia autonoma di Trento ha istituito, il 1 gennaio 2015, la fusione dei comuni di Taio, Coredo, Vervò, Smarano e Tres, Predaia è diventato un vero e proprio comune, formato da 14 paesi registra un numero complessivo di 6.668 abitanti. Taio è la sede municipale, mentre le altre frazioni sono Coredo, Dardine, Dermulo, Mollaro, Priò, Segno, Smarano, Tavon, Torra, Tres, Tuenetto, Vervò e Vion. Con una superficie di oltre 80 kmq Predaia è uno dei comuni più estesi del Trentino. Dai frutteti nelle aree più basse fino ai lariceti e alle 4 malghe (Coredo, Smarano, Tres e Vervò) e alle foreste di alta montagna, Predaia offre paesaggi mozzafiato, natura incontaminata, arte, cultura e tante possibilità di fare sport in ogni stagione dell’anno. I Laghi e i castelli sono un

verp e proprio patrimonio, naturale e storico/artistico, per il Comune di Predaia I laghi di Coredo e Tavon, poco distanti dagli omonimi centri abitati, sono una meta da sempre prediletta per gli amanti delle tranquille passeggiate domenicali. La località si è inoltre arricchita di una “palestra a cielo aperto” con attrezzature fitness professionali in riva al lago e ccon il Predaia Running Park, luogo ideale per gli amanti della corsa. Si praticano inoltre la pesca e viene organizzato annualmente un evento dedicato al canottaggio, mentre i sentieri limitrofi sono frequentati dagli appassionati di equitazione e di mountain bike. Scendendo a Dermulo si può raggiungere il Lago di Santa Giustina, in particolare la spiaggia “Plaze” recentemente riqualificata con la realizzazione di un grande parco alberato in riva al lago. Da questo posto, oltre a rilassarsi in mezzo alla natura incontaminata, è possibile effettuare escursioni in canoa e kayak. Per quanto riguarda i castelli, si segnalano Castel Bragher e Castel Coredo. A Coredo è inoltre presente il famoso Palazzo Nero, sede dei processi alle streghe del 1611. Tra i numerosi luoghi religiosi, spicca certamente la

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Rifugio Ai Todesci 53

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Laghetti di Coredo e Tavon (foto: archivio Apt Val di Non)

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LE

GLIA...

presenza del Santuario di San Romedio, dedicato alla figura dell’eremita San Romedio, situato su un ripido sperone di roccia, nello splendido scenario naturale della Val di Non, nei pressi di Sanzeno, ma nel territorio comunale di Predaia. È costituito da cinque chiese costruite nell’arco di circa novecento anni fra il 1000 e il 1918. Le cinque chiese sono state costruite a ridosso di una ripida parete di roccia e sono unite tra loro dai 130 gradini di una spettacolare scalinata. Esso è visitato annualmente da circa 200 000 pellegrini, ed è custodito da due frati dell’Ordine di San Francesco d’Assisi. A Predaia è possibile effettuare interessanti escursioni

...UNASTORIA STORIADI DIFAMIGLIA... FAMIGLIA... ...UNA FAMIGLIA... ...UNA STORIA

Coredo 54

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a piedi, tra cui quella all’Eremo di San Romedio. Risalendo verso la cima del passo Predaia, si può raggiungere invece il meraviglioso bosco dei 7 Larici. Dalla zona dei 7 Larici a quella delle malghe (Malga Nuova di Coredo, Malga Vecchia di Coredo e Malga Rodeza di Tres) si possono raccogliere funghi oltre a scoprire il fascino dei boschi attraverso la mountain bike o la mtb elettrica. GASTRONOMIA Tra i prodotti enogastronomici, oltre ovviamente alla produzione di mele che a Predaia vengono in parte conservate in celle ipogee realizzate nell’entroterra, si segnala la produzione di “mortandela”, un salume tipico della Val di


MUSEI Nella frazione di Segno c’è il Museo dedicato a Padre Eusebio Chini, nato a Segno

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Non. Le macellerie del posto sono specializzate nella valorizzazione di questo insaccato che viene prodotto seguendo i gesti e le fasi dettate dalla tradizione locale. Altra importante realtà è l’Azienda Lucia Maria Melchiori di Tres che si occupa della produzione di birre artigianali, aceto di mele, succhi, e sidro. L’azienda Melchiori esprime da sempre la propria appartenenza al luogo d’origine e alle sue tradizioni alimentari attraverso la naturalità della lavorazione artigianale e la ricerca delle materie prime.

nel 1645, esploratore, storico, rancher, ma soprattutto missionario e difensore dei diritti degli Indiani. Padre Eusebio Chini abbandonò l’Italia nel 1681 per raggiungere il Messico dove trascorse il resto della sua vita impegnandosi in quella che divenne la sua grande impresa: l’evangelizzazione e lo sviluppo sociale, civile ed economico degli abitanti di Pimeria Alta. Nel corso della sua missione si fece soprattutto tutore dei diritti del popolo indiano contro la prepotenza dei conquistatori europei. A Coredo è invece possibile visitare il Museo Etnografico della cultura contadina d’Anaunia. Di recente allestimento, il Museo mette in mostra a Coredo una ricca collezione di materiale etnografico che testimonia attraverso gli oggetti della cultura materiale le attività agrosilvopastoriali che si svolgevano in val di Non quando gli alberi di mele non avevano ancora occupato ogni spazio coltivabile. Ecco allora gli strumenti del lavoro utilizzati nella cerealicoltura, nella fienagione, nella selvicoltura, quindi i mezzi di trasporto, gli strumenti dei falegnami e degli scalpellini, le sezioni dedicate alla devozione, alla scuola e all’emigrazione, la ricostruzione di una cucina contadina e di una stua.

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Il Santuario di S. Romedio (foto: archivio Apt Val di Non) 55

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IL MONDO DELLE MINIERE IN ALTO ADIGE

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er la singolare stagione estiva 2020 il Museo Provinciale Miniere ha creato nuovi programmi emozionanti per le suoi sedi che ci permettono di invitare i visitatori nel mondo eccezionale delle miniere, sebbene le gallerie e il Centro Climatico rimangono chiusi a causa dello stato di emergenza riguardo Coronavirus. Nella sede di Monteneve offriamo il “Tour alla scoperta del distretto minerario”, un’escursione di un’intera giornata con guida che comprende la salita attraverso la conca di Seemoos fino al villaggio dei minatori, la visita del locale espositivo e poi la guida attraverso il distretto minerario e San Martino Monteneve. Nella sede di Ridanna affrontiamo le tematiche della miniera attraverso esperienze uniche ed interessanti: visite guidate nell’impianto di arricchimento, il tour “Trasporto e lavorazione del minerale” dalla galleria Poschhaus in ascesa attraverso i piani inclinati e lungo i piani di carreggio, dove i cavalli trainavano i carrelli di minerale, fino a raggiungere le rovine del rifugio Poschhaus, e il programma “Miniera Junior 2020” per i piccoli minatori che vanno a scoperta di minerali.

Nella sede di Cadipietra è esposta la mostra temporanea “Ritratti. Gente di miniera” nel vecchio granaio. Inoltre si offrono vari programmi per bambini dove possono esplorare minerali, materie prime e la storia delle miniere in modo giocoso. In più, l’escursione guidata “Bòninpònt a Cadipietra” esplora l’antico paese di Cadipietra, che è unico in Alto Adige per il suo aspetto, e deve le sue origini all’attività mineraria. Infine, nella sede di Predoi, esploriamo l’esterno della miniera di rame. Tre guide di diversa lunghezza, lungo il sentiero dei minatori, vi riportano nel periodo di massimo sviluppo della miniera: passando dalla fonderia al frantoio, attraverso gli imbocchi delle antiche gallerie, fino all’affioramento. Venite a scoprire con noi l’unico mondo delle miniere in Alto Adige!

Ulteriori informazioni su www.museominiere.it

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trentinoamiciartisti

di Renzo Francescotti

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rrivi in macchina o in treno in giorni di canicola e da lontano vedi delle montagne candide di “neve”. Ma come, in giorni di calura, su basse montagne appenniniche ci sono i nevai? Il fatto è che non di nevai si tratta, ma di discariche delle cave di marmo di Carrara. In questa città nel cui territorio si scava e si lavora il marmo più famoso del mondo è nato Enver Rovere. Suo padre gestiva un bar-gelateria a Marina di Carrara, ma Enver, se certamente amava i gelati non

«AMEDEO NAZZARI STAVA GIRANDO UN FILM NELLE CAVE DI MARMO...» amava altrettanto lavorare nella gelateria. Gli piaceva invece disegnare. Aveva 17 anni quando chiese di poter studiare all’Accademia di Carrara, indirizzata a formare operatori e scultori del marmo. Appoggiato da sua madre poté iscriversi, iniziando con tre anni di ritardo sugli altri. La mattina si studiavano le varie materie e un’ora di disegno; il pomeriggio si lavorava sul marmo, imparando prima di tutto a sgrossare. Enver studiò per i primi tre anni e poi passò a operare nei laboratori del marmo. Lavorava il marmo ma gli piaceva anche recitare: lo faceva in una Compagnia di Carrara, che interpretava soprattutto Pirandello. Un giorno apprese che Amedeo Nazzari, il più famoso attore italiano del tempo, stava girando un film nelle cave di marmo, a Colonnata. Enver era un grande ammiratore di Nazzari e decise di andare a trovarlo. Ma non si presentò a mani vuote: aveva con sé un regalo per l’attore, un suo ritratto ad olio su tela a cui aveva lavorato 58

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CERCANDO LA VITA NEL LEGNO (E NEL BRONZO) SUO PADRE AVEVA UNA GELATERIA, MA A 17 ANNI ENVER ROVERE AMAVA DISEGNARE, COSÌ CHIESE DI POTER STUDIARE ALL’ACCADEMIA DI CARRARA. DISSE DI NO AD AMEDEO NAZZARI E ARRIVÒ A TRENTO... per giorni. A Nazzari piacque. Si informò di lui, seppe che recitava. Gli propose di trasferirsi a Roma, di introdurlo nel mondo di Cinecittà. Ma Enver era fidanzato con Carla Giorgi: lei aveva a 17 anni, lui 20: ”Se vai a Roma non torni più!”, esclamò lei. Enver non ci andò, non diventò famoso né come artista né come attore: sposò la sua Carla (la sua attuale moglie) e, dopo il servizio militare, tornò a Carrara.

Ma non c’era lavoro. Venne a sapere che a Trento, nel laboratorio di marmi di Carlo Fozzer, fratello dell’illustre scultore Eraldo, cercavano un giovane scultore. Fu così che Enver arrivò a Trento, alle spalle del Castello del Buonconsiglio, nel laboratorio Fozzer alla Cervara. Vi lavorò per due anni ma (lavoratore implacabile com’è da oltre sessant’anni) lavorando in contemporanea al marmi-

ficio Redi ai Sòlteri, 12 ore al giorno compreso il sabato, riuscì a mettere assieme un buon gruzzolo. Si spostò da Trento a Levico Terme dove si mise in proprio e costruì, nel 1960, il laboratorio attivo tuttora, che ha passato a suo figlio Claudio. Un laboratorio che ha esattamente sessant’anni: ”Avete festeggiato i sessant’anni?”, gli chiedo: “Sì, lavorando…” Sul retro c’è il piccolo laboratorio artistico


trentinoamiciartisti

di Enver, dove lui scolpisce solitamente il legno, talvolta la pietra (materiale con cui questo scultore di origine carrarina ha realizzato alcune delle sue opere più interessati) e modella anche le forme in gesso che poi saranno fuse in bronzo. Il nostro Enver ha realizzato anche alcune significative opere pubbliche: in bronzo ha scolpito il ritratto del Cavalier Livio Pedrotti, presidente onorario degli Albergatori Italiani, posto nell’Oratorio di Mori, e il ritratto di Mons. Libardoni, collocato nel cimitero di Levico Terme. Nel primigenio marmo di Carrara, scolpito fin dagli anni dell’Accademia, ha modellato la statua dell’Immacolata sul percorso della Millegrobbe a Luserna, e la Madonna in preghiera, immersa nel lago di Levico Terme. Numerose anche le sue esposizioni: a cominciare dalla sua prima, tenuta a 21 anni al Circolo Virtus di Carrara nel 1955, esponendo opere pittoriche, paesaggi e ritratti; al Circolo culturale Retia di Trento nel 1985; al Padiglione Esposizioni di Rovereto nel 1996; alla Sala Mayer di Pergine Valsugana nel 1998, 2004 e 2005; al Castello Svevo di Barletta nel 2001; al Palazzo delle Ter-

me di Levico nel 2013 ecc. E infine la partecipazione a decine di Simposi di scultura in legno: a Erto e Casso (PN); a San Giorgio delle Pertiche (VI); a Recoaro Terme (VI); ad Auronzo del Cadore. E così via… Ma che tipo di scultore è Enver Rovere? Diciamo che è un artista di ottimo mestiere schietto, senza complicazioni, disponibile, eclettico, che scolpisce d’istinto rifiutando i cerebralismi. Per citare solo i lavori in legno, che sono più numerosi, passa da sculture classicheggianti come Rifles-

sione (2017) un delicato nudo femminile a bassorilievo in cui è espressa un’apprezzabile ricerca psicologica, ad agili sculture astratte (ma che non perdono gli agganci con la figurazione) come Maternità (2015), opera spiraliforme e Trampoliere (2020), un gioco di serpentine che si intrecciano. In Luna lunatica (2018) filtra una vena surreale che è presente anche in altre sculture. Infine un gruppo di sculture lignee che vede protagonista il mondo dei ragazzi. Le avevo apprezzate e gli avevo suggerito di farne una

mostra tematica: ma non è stato possibile perché erano piaciute a molti e le aveva in parte vendute. A mio giudizio si tratta delle opere più genuine, più personali, più originali di questo scultore, a 86 anni ancora incredibilmente attivo

«DAL LABORATORIO DI FOZZER PASSÒ AL MARMIFICIO REDI AI SÒLTERI...» e in ottima salute creativa, e che non aveva sinora in contrato un critico che si occupasse di lui. La naturalezza degli atteggiamenti, l’espressività, la ricerca psicologica sono le componenti di queste vitalistiche sculture di ragazzi. Ne cito tre esempi: Bambina con fiori (2015), deliziosa scultura di bimba che stringe a sé gelosamente alcuni fiori; Ragazzo con tablet, in cui appare scolpito uno degli oggetti di culto del nostro tempo; e Piccolo scultore, straordinario ritratto di un ragazzo che grida, arrabbiato non si sa contro cosa (forse contro un mondo che non accetta), omaggio a un’infanzia che lavora precocemente e che non si arrende… ■ 59

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trentinostoria Museo Chini a Segno, in Val di Non

EUSEBIO di Andrea Vitali

MISSIONARIO COWBOY

DALLA TRANQUILLA VAL DI NON ALLA CALIFORNIA ED AL MESSICO, SEGUENDO TENACEMENTE UN PROGRAMMA DI VITA: PORTARE IL VANGELO ALLE GENTI AMERINDIE DI QUELLE VASTE TERRE DI NUOVA CONQUISTA E CONTRIBUIRE ALLA CONOSCENZA DI ESSE NELLA VECCHIA EUROPA 60

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L

o scorso 10 luglio papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i decreti riguardanti alcuni nuovi venerabili e beati, tra i quali il ben noto missionario noneso p. Kino, al secolo Eusebio Francesco Chini. Quando vengono riconosciute le virtù eroiche di un/una fedele cristiano/a tutta la Chiesa cattolica ne gioisce; nel caso specifico il loro giubilo lo esprimono in un modo del tutto speciale la Diocesi tridentina e quella di Tucson, in Arizona, oltre che l’Arcidiocesi di Hermosillo (Messico), le quali conobbero l’una i natali, le altre la multiforme opera missionaria del gesuita trentino. Eusebio (o Eusebius Kühn per chi ne vuole sottolineare la nazionalità tirolese e gli stretti rapporti con la provincia gesuitica tedesca) nasce a Segno, in Bassa Val di Non – suddito del Principato vescovile di Trento – il 10 agosto 1645, ultimogenito di Francesco Chini e di Margherita Luchi, esponenti del piccolo patriziato terriero locale. Perduto il padre prematuramente, il giovane Eusebio viene avviato agli studi prima nel Collegio Gesuita di Trento e, successivamente, dal 1663 in quello di Hall dove, per un incidente, si ammala

TRA TUCSON E HERMOSILLO PRESE FORMA LA MULTIFORME OPERA MISSIONARIA DEL GESUITA TRENTINO gravemente rischiando la morte. Eusebio si affidò allora all’intercessione di S. Francesco Saverio facendo voto che, se fosse guarito, si sarebbe fatto missionario gesuita ed avrebbe seguito le orme del cugino Martino Martini in Cina. E fu esaudito: il 20 novembre 1665 entrò nel noviziato gesuita di Landsberg, in Baviera, aggiungendo al proprio nome di battesimo quello di Francesco, in onore del suo santo patrono. Studiò logica a Friburgo e filosofia a Ingolstadt, dedicandosi al contempo con entusiasmo alle sue discipline preferite, la matematica, l’astronomia e la cartografia. Deciso ad andare in missione in Cina, Eusebio Francesco rifiutò persino l’offerta del Principe elettore di Baviera, Massimiliano, di dedicarsi all’insegnamento della matematica presso l’università di Ingolstadt. Nel 1677, intanto, veniva ordinato sacerdote

Il deserto di Sonora. Qui Padre Chini viaggiò in lungo e in largo fondando missioni e incontrando tribù indigene

e poteva completare il suo noviziato nella città bavarese di Öttingen per poi recarsi missionario nelle Indie. I suoi superiori offrirono a lui ed al suo confratello Anton Kerschbaumer di Salorno di scegliere chi volesse recarsi nelle Filippine e chi in America, nella Nuova Spagna. I due amici, per non nuocersi reciprocamente, trassero a sorte la propria destinazione e al Chini toccò la seconda scelta, con sua grande delusione. Nel 1678, perciò, p. Eusebio Francesco si recò a Segno per salutare per l’ultima volta la sua famiglia, prima di essere inviato in Spagna, a Siviglia, per imparare lo spagnolo. Lì soggiornò per circa due anni, dedicandosi anche allo studio delle tecniche agricole e di allevamento oltre che alla farmacologia ed agli idiomi amerindi. Sembra che proprio in Spagna il padre Chini abbia deciso di assumere lo pseudonimo Kino per evitare che il suo cognome, nella pronuncia iberica, divenisse “Cini”, ossia “cinesi”, termine che all’epoca era assimilabile ad un insulto. Finito il tempo della preparazione, dopo diverse peripezie (tra le quali un naufragio sotto costa) egli poté partire per il Messico il 27 gennaio 1681 insieme ad altri 18 compagni. Durante il viaggio per mare, il padre gesuita trentino sfruttò l’occasione per osservare attentamente gli spostamenti di

una cometa: gli esiti di questo studio li avrebbe pubblicati a Città del Messico nella Exposición astronómica de el cometa, dopo l’approdo a Veracruz il 3 maggio 1681, al termine di ben 96 giorni di navigazione. Grazie a quest’opera, il Chini ottenne dal conte De Paredes la nomina a cosmografo réal, ossia a cartografo ufficiale della Nueva España. Ed in questa veste, oltre che come missionario e direttore spirituale, venne affiancato a don Isidro de Atondo, governatore di

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trentinostoria Fotografie: Jacopo Salvi

SEGNO: QUELLA STATUA UN PO’ COSÌ...

A

Particolare del memoriale in onore di Eusebio Francesco Chini eretto in piazza Dante, a Trento

Sonora e Sinaloa, nella spedizione che doveva esplorare la California (gennaio 1683). Il gruppo sbarcò a La Paz, nel golfo di California il 1 aprile e, nei tempi successivi, pose le basi per la fondazione di Nuestra Señora de Guadalupa e di San Isidro, incontrando però resistenze nella popolazione amerindia. Un’ulteriore spedizione fu preparata al forte di S. Bruno, da dove Atondo e Padre Kino partirono nell’ottobre 1684 per ispezionare la Sierra Giganta nell’interno del Paese, raggiungendo nel gennaio dell’anno successivo Bahia de Año Nuevo (oggi Bahia de San Gregorio), sulla Costa del Pacifico. Dei viaggi avventurosi di quegli anni e degli incontri con gli Indiani di America il padre gesuita ha lasciato memoria in un diario, la Tercera entrada en 21 de dicembre de 1683, e in diverse lettere inedite. Tornati in Messico nel 1685,

IN VENTIQUATTRO ANNI DI ATTIVITÀ PADRE KINO ESPLORÒ IL PAESE, FONDANDO BEN VENTIQUATTRO MISSIONI Eusebio Chini e Atondo trovarono la loro fondazione devastata dalle epidemie e dalla siccità: il funzionario spagnolo abbandonò allora l’impresa, mentre il gesuita noneso non si dette per vinto e si ingegnò per organizzare un’ulteriore spedizione californiana. Tuttavia, il disegno dei suoi superiori era un altro e, abbandonata a forza quest’impresa, l’anno 62

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ll’ingresso dell’abitato di Segno troneggia un’enorme statua, alta più di 5 metri, commissionata dall’associazione culturale “Padre Eusebio Chini” agli artisti Livio e Giorgio Conta ed inaugurata nel 2008, in occasione del gemellaggio del comune di Taio con la città messicana di Magdalena de Kino. In molti notano la curiosa rappresentazione del nativo americano in dimensioni ridotte alla destra del gigantesco padre gesuita che, con piglio severo, tiene stretto nella mano sinistra un cartiglio. Non pochi ravvisano in questa rappresentazione una sorta di “paternalismo” colonialista nei confronti del “buon selvaggio” da civilizzare e sottomettere. A conforto della scelta iconografica dei due scultori trentini, però, si potrebbe portare la ricca tradizione agiografica della pittura occidentale, specie bizantina e romanico-gotica, secondo la quale le figure dei committenti o degli oranti devoti nella presenza dei Santi sono sempre in scala ridotta rispetto a quelli, nell’intento esclusivo di mettere in risalto la personalità dell’eroe cristiano venerato dal popolo di Dio. Per qualcuno gli artisti volevano semplicemente raffigurare un bambino indiano accanto a padre Kino. L’effetto finale rimane forse discutibile.

successivo padre Kino lasciò il Messico per recarsi ad evangelizzare le tribù della Pimeria Alta, ampia zona desertica suddivisa oggigiorno tra l’Arizona e lo stato di Sonora (Messico). Prendendo le mosse dalla missione gesuita di Cucurpe, nella Valle del San Miguel, egli raggiunse nel marzo 1687 il villaggio indiano di Cosari, dove dette vita alla fondazione di Nuestra Señora de Los Dolores, nuovo quartier generale per le spedizioni del sacerdote anaune verso l’interno del territorio dell’Arizona. In 24 anni di attività padre Kino esplorò il Paese, fondando ben 24 missioni tra le quali quella di San Xavier del Bac, presso Tucson, e quelle di Tumacacori e Guebavi. In quegli anni di fatiche missionarie oltre 30.000 persone si convertirono al Cristianesimo non con la violenza, ma grazie alla forza di persuasione ed al grande rispetto del padre

gesuita per le usanze e per la lingua degli Indiani della Pimeria. Facendosi forte della Cédula Réal – una patente rilasciata nel 1686 da Carlo II d’Asburgo che, per vent’anni, impediva lo sfruttamento degli

Dipinto ad olio raffigurante il padre Eusebio Francesco Chini (ca. 1700)


trentinostoria indigeni convertiti al Cattolicesimo –, p. Eusebio poté infatti difenderli dalle soperchierie degli hidalgos spagnoli, oltre che dalle incursioni delle aggressive tribù apaches. Con il sostegno del gesuita, gli indigeni Pima e Papago non solo perfezionarono le tecniche agricole e quelle di allevamento dei cavalli, ma appresero anche l’uso delle armi da fuoco per difendersi dai nemici. Grazie ai 14 viaggi che compì nell’Arizona e agli 11 nella regione di Sonora, il gesuita cartografo poté dimostrare la sua teoria secondo la quale la California – fino ad allora ritenuta un’isola – era una penisola. Si racconta che un episodio, apparentemente insignificante, avrebbe definiti-

IL GESUITA CARTOGRAFO POTÉ DIMOSTRARE LA SUA TEORIA SECONDO LA QUALE LA CALIFORNIA ERA UNA PENISOLA vamente convinto padre Kino delle sue idee (sostenute, del resto, anche dal suo insegnante di geografia in Germania): un giorno del 1694, giunto in un villaggio yuma, il capo indiano gli fece dono di alcuni abaloni, conchiglie azzurre che si trovano esclusivamente nella Baja California. Interrogato dal Padre su come avesse ot-

IPoster

Una sala del museo dedicato alla memoria di padre Kino nel suo paese natale di Segno

tenuto quelle conchiglie, lo yuma rispose che gli erano state portate via terra, un fatto però da considerare impossibile se la California era davvero un’isola come i più affermavano. Nel 1701 dall’alto del vulcano Cerro di Santa Clara il gesuita trentino poté alfine avvistare il punto di congiungimento della Bassa California con il Continente americano, come del resto ebbe modo di rappresentare cartograficamente nel suo Paso por Tierra ala California, una mappa accurata della Pimeria Alta, del Golfo della California e della Bassa California, pubblicazione che suscitò grande scalpore in Europa. Oltre a questa, il padre Eusebio Chini raccolse le memorie dei suoi viaggi e dei

suoi innumerevoli incontri nei Favores Celestiales (1708), opera che dedicò a Filippo V: fu pubblicata solo nel 1919 e rappresenta ancora oggi una delle fonti più accurate sulla storia della colonizzazione americana. L’opera di evangelizzazione degli Amerindi operata dal padre Kino è assimilabile a quella compiuta dai suoi confratelli, più o meno nella stessa epoca, nelle reducciones degli Indios latinoamericani: valorizzazione e promozione della cultura indigena, uso della lingua india anche nella liturgia, amministrazione e godimento comune dei beni della terra, piccole forme di autogoverno. Chiunque abbia

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trentinostoria avuto modo di vedere il celebre capolavoro cinematografico di Roland Joffé The Mission, arricchito dalla magnifica colonna sonora del maestro Ennio Morricone, avrà ricevuto una vaga idea di che cosa fosse una missione gesuitica in America e di quali contrasti i Padri dovessero affrontare proprio con le autorità coloniali per impedire lo sfruttamento disumano degli indigeni. Qualcosa di simile a quanto avviene nel drammatico finale del film accadde anche per l’eredità del formidabile Apostolo dell’Arizona; malauguratamente dopo la sua morte, avvenuta la notte del 15 marzo 1711 nella missione di Santa Magdalena de Sonora, i Gesuiti, già perseguitati in Europa, vennero espulsi dalla Nueva España per volere delle autorità, mentre le prepotenze dei conquistadores

LE AUTORITÀ DELL’ARIZONA, NEL 1965, VOLLERO ERGERLO A SECONDO PADRE FONDATORE DELLO STATO spagnoli indussero varie tribù indiane alla ribellione e gli stessi apaches, con le loro incursioni, distrussero non poche missioni chiniane. Apparentemente una catastrofe, cui dettero il loro colpevole apporto i fedeli sudditi dei cristianissimi

Un momento della cerimonia tenutasi il 10 luglio a Segno, con Mons. Lauro Tisi

Reali di Castiglia ed Aragona, i superbi Borbone principi arcicattolici! Si pensi quanto ancora oggi si faccia fatica nei circoli cosiddetti “ultracattolici”, tanto paradossalmente disobbedienti al magistero petrino attuale, ad accogliere gli auspici con cui papa Francesco introduce la sua recente esortazione apostolica Querida Amazonia: “Sogno un’Amazzonia che lotti per i diritti dei più poveri, dei popoli originari, degli ultimi, dove la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa”. Parole che, mutatis mutandis, potrebbero essere state pronunciate dallo stesso padre Kino nel corso del suo ministero apostolico tra i nativi americani e che, allora come oggi, trovarono e trovano entusiasti sostenitori ed agguerriti avversatori.

Una cartina che riassume schematicamente i numerosi viaggi apostolici di padre Eusebio Francesco Chini tra la California ed il Messico 64

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L’eroica attività evangelizzatrice ed umanizzatrice, nonché l’infaticabile opera di studioso ed esploratore del gesuita noneso furono onorate non solo dai suoi Indiani, ma anche dalle autorità dell’Arizona che, nel 1965, lo elessero a secondo padre fondatore dello Stato (il primo è il generale John Campbell Greenway, vissuto tra il 1872 e il 1926), commissionando all’artista belga Suzanne Silvercruyse una statua bronzea, posta nella National Statuary Hall del Campidoglio di Washington. Nel 1971 i resti del Gesuita di Segno vennero tumulati in un mausoleo inaugurato per lui nella città di Magdalena de Sonora in Messico che, per l’occasione, mutò il proprio nome in Magdalena de Kino. Nel suo Trentino, negli ultimi decenni vi è stata una riscoperta notevole della sua figura e del suo significato storicoreligioso e culturale, tanto che negli anni ’90 dello scorso secolo a Segno si è costituita un’associazione “Eusebio Francesco Chini” che ha realizzato un museo con attività culturali dedicate alla memoria del celebre personaggio. Statue gli sono state erette a Trento, nei giardini di piazza Dante, e nella sua Segno dove la più imponente è senz’altro quella che accoglie, all’ingresso del paese, i viaggiatori provenienti dal capoluogo trentino. Dopo l’indizione nel maggio 1971 del processo di beatificazione nell’arcidiocesi di Hermosillo (Messico) ed il recente riconoscimento delle sue virtù eroiche da parte del Pontefice, si attende soltanto che il nome di padre Eusebio Francesco Chini possa presto essere universalmente onorato sugli altari, il nome di colui che nel suo splendido operato fu esclusivamente “guidato dal tocco leggero del vento di Dio” (vescovo Lauro Tisi, domenica 9 agosto 2020, messa di commemorazione a Segno). ■



trentinoattualità trentinomusei

QUI LA NATURA È UNA VERA SUPERSTAR

Castel Valer

di Fiorenzo Degasperi

IN UNA DELLE VIE PIÙ ANTICHE DI BOLZANO SI TROVA IL MUSEO DI SCIENZE NATURALI DELL’ALTO ADIGE. IN ESSO SI RACCONTA UNA STORIA, ARMONIA TRA LA NATURA E L’UOMO. PER IL DIRETTORE, DAVID GRUBER, LA SFIDA DEL FUTURO SI CHIAMA CLIMA

U

n tempo i viandanti e i carradori che entravano a Bolzano provenienti dalle fredde terre del nord dovevano forzatamente entrare dalla Porta Vintler, oggi scomparsa. All’entrata si imbattevano in un austero palazzo tardogotico, costruito nel 1500 per volontà dell’imperatore Massimiliano I. Era la sede amministrativa della città, ma altresì era la sede principesca di riscossione dei censi fondiari e dei diritti di dogana. Per questo non era ben visto. Oggi invece la gotica porta accoglie nel Palazzo, completamente ristrutturato al suo interno e reso funzionale, frotte di scolaresche e di visitatori: dal 1999 infatti è stato allestito il Museo di Scien66

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ze Naturali dell’Alto Adige. Aggirandosi nelle sale dei tre piani si entra in contatto con quella che è la memoria naturalistica della terra sudtirolese. Ovvero come si è creato e formato nel corso dei millenni

il paesaggio naturale ma anche umano che noi abbiamo di fronte ogni giorno, dalla Val Venosta alla Pusteria, dallo scrigno naturale ricco di minerali della Val Aurina e Val Ridanna/Fleres fino alle ubertose terre palustri della valle atesina. O alle impervie distese glaciali delle terre alte, quelle dove soltanto gli dèi, sostituiti oggi dagli innumerevoli Santi protettori, vi pongono piede assieme agli alpinisti e agli studiosi e ricercatori. Non dimentichiamo che l’Alto Adige è ancora, dopo secoli, terra di agricoltura e di allevamento, e questi elementi hanno concorso a formare l’attuale paesaggio,


trentinomusei

Fotografie: Jacopo Salvi

INFORMAZIONI

I

l Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige si trova in una delle vie più antiche di Bolzano: Via Bottai 1, la via degli artigiani che esercitavano qui fin dal 1200. Il Museo è ospitato nel tardogotico palazzo utilizzato un tempo dall’imperatore Massimiliano I come residenza urbana quando veniva in Alto Adige per la caccia al cinghiale o per la vendemmia. Il Museo è in attesa di di ampliamento. Orari. Aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10.00 alle 18.00 (per le scolaresche apertura ore 9). Chiuso il 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre. Il 24 e il 31 dicembre il museo è aperto dalle 10.00 alle 14.00. Biglietti: intero 5 euro, bambini gratis fino a 6 anni, riduzione per scolari, studenti, apprendisti, militari in servizio di leva o servizio civile, disabili, anziani oltre 65 anni, euro 3.70 per comitive (min. 15 persone) e per persona Famiglia (max 2 adulti con bambini). Scolaresche 10 euro. Prenotazione obbligatoria per visite guidate, workshops e iniziative didattiche. Info: tel. 0471412964 (anche per prenotazioni, vivamente consigliate in questo periodo oppure on line), www.natura.museum.it. La struttura è accessibile con le sedie a rotelle e i piani raggiungibili con ascensore.

offrendo un’armonia esemplare fra la natura e l’uomo. Il Museo ha saputo recepire ed amplificare questo quadro, diventando non solo memoria storica del passato naturale ma anche vigile sentinella del presente, ricercatore attento delle sue mutazioni e trasformazioni. Sala dopo sala lo sguardo viene catturato da innumerevoli plastici e diorami, da schermi interattivi e tabelle esplicative che ti prendono per mano e ti portano dentro i meccanismi di questa natura che ancor oggi riserva una miriade di sorprese. E non c’è grande o piccino che non rimanga incantato di fronte al minerale di quarzo che si fa fatica ad abbracciare oppure alla ricostruzione dell’habitat palustre dove il martin pescatore, detto anche uccello di Santa Maria, con i suoi variopinti colori, si fa ammirare. Chissà quanti dei visitatori si

chiedono se veramente questo uccello originariamente grigio, sia diventato così colorato dopo il diluvio perché volle volare verso il cielo per scrutare le acque dall’alto e si avvicinò talmente al sole che il petto, scottato, si arrossò mentre il dorso assunse il colore celeste. Sta di fatto che per quanto scientifico sia il metodo di allestimento e di presentazione, realizzato da uno staff giovane

SALA DOPO SALA LO SGUARDO VIENE CATTURATO DA INNUMEREVOLI PLASTICI E DIORAMI, DA SCHERMI INTERATTIVI E TABELLE ESPLICATIVE e preparato, del regno animale, minerale, fossile, umano, la nostra mente non può sfuggire all’aspetto meraviglioso di questa natura che per quanto si possa ammirare nasconde al proprio interno, come al fondo di una spirale infinita, il senso della creazione stessa, dell’equilibrio e dell’armonia del mondo. D’altronde la terra sudtirolese raccontata qui dentro è come se fosse un piccolo microcosmo in cui sono presenti tutte le leggi del macrocosmo e tutto quanto succede a livello universale. Così gli acquari, in primis la ricostruzione di un frammento di barriera corallina, ci introducono nel fantastico mondo acquatico, dove i colori dei pesci o la 67

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trentinomusei loro mimetizzazione assumono tratti di una furbizia inaspettata. La geologia si apre invece sul mondo sotterraneo delle innumerevoli miniere di cui, un tempo, era cosparso questo territorio, e che ha offerto una ricchezza di minerali che ci fa sognare ancor oggi tesori nascosti nelle viscere della madre terra. Le Dolomiti poi sono un forziere lasciato fortunatamente aperto: le stratificazioni e le fossilizzazioni coralline si leggono come un libro aperto e dentro il cuore pulsante della cultura ladina ci stanno i gioielli di una cultura leggendaria di cui a noi è arrivato soltanto l’eco. Un’intensa attività viene svolta a diversi livelli. Da quello strettamente espositivo con esposizioni temporanee – oggi è allestita una mostra su Dino & Co. Sauri delle Dolomiti, dove veniamo accolti da una splendida riproduzione di un Velociraptor – alle sale dove la ricostruzione

LE DOLOMITI SONO UN FORZIERE: LE STRATIFICAZIONI E LE FOSSILIZZAZIONI CORALLINE SI LEGGONO COME UN LIBRO APERTO degli habitat offre alle scolaresche la possibilità di capire il luogo in cui sono immersi quotidianamente, di apprezzarne gli abitanti, di rispettarne il mondo fatto anche di piccoli sassi, esili erbe, solitari funghi. Per aprire le porte magiche di questo universo sono moltissime le iniziative intraprese ogni giorno dallo staff del museo. Dal far passare una notte ai piccoli esploratori dai 7 ai 10 anni sulle tracce di animali e minerali tra giochi e scoperte, cullati dal rumore delle onde della barriera corallina, fino alla ricostruzione, come dei veri paleontologi, dei nostri dinosauri, utilizzando materiale povero ma non per questo non ricco di stimoli. Tutto questo si alterna a conferenze, presentazioni di libri, visite d’istruzione, organizzazione di convegni e una ricca biblioteca, nonché l’offerta delle pubblicazioni edite dallo stesso museo, presenti in un ricco e variegato bookshop, che ci offrono la visione di un museo attivo e propulsore di idee e iniziative affinché l’oggi non dimentichi il proprio passato e lo rispetti, per comprendere come ci siamo formati e dove andremo. E, soprattutto, cosa fare per rimanere in armonia con la natura. ■ 68

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Fotografie: Jacopo Salvi

IL DIRETTORE: «LE SFIDE DEL NOSTRO SECOLO: IL CLIMA E LA BIODIVERSITÀ»

D

opo l’accurata e avvincente visita alle sale del museo, non possono mancare alcune domande al direttore del Museo, l’effervescente David Gruber.

Quali sono le caratteristiche di un museo nato e cresciuto tra le Dolomiti? Trovandoci nelle Alpi e tra le Dolomiti il nostro museo al primo piano della mostra permanente presenta quattro paesaggi tipici nel corso della loro evoluzione geologica, dove non mancano tracce di antichi vulcani, depositi sedimentari di un mare tropicale e di rocce metamorfosate, frutto di profonde trasformazioni. Queste vestigia del passato che è durata milioni di anni, possono essere passate nel corso di una sola giornata. Al secondo piano invece presentiamo quattro habitat tipici dell’Alto Adige: L’alta montagna, il bosco, la mezza montagna e il fondovalle. Cosa ha di speciale questo museo, anche rispetto ad altre realtà museali regionali? Solo pochi lo sanno, ma la particolarità del nostro museo è che abbiamo un ampio dipartimento di ricerca. Descriverei infatti il nostro museo come un vero e proprio museo di ricerca. Attualmente siamo coinvolti in 15 progetti di ricerca che coprono i settori della paleontologia, botanica e zoologia. Inoltre, nello spirito della “citizen science”, coinvolgiamo i “semplici cittadini” in questi progetti. Un esempio riguarda un progetto di ricerca sui piccoli mammiferi, soprattutto il moscardino, un piccolo roditore timido con abitudini notturne. Per questo difficilmente lo si incontra nel bosco e pertanto mancano dati precisi sulla distribuzione di questa specie minacciata e protetta. Insieme alle classi elementari dell’Alto Adige siamo andati a caccia di nocciole, che sono il cibo preferito del moscardino, sulle quali lascia chiari segni di rosicchiamento. Utilizzando dunque le nocciole, era possibile dedurre la distribuzione di questo animale. Vorrei aggiungere che il nostro museo possiede la più ampia banca dati della distribuzione di flora e fauna in Alto Adige che è accessibile online per chiunque www.florafauna.it Quali sono le offerte che piacciono al pubblico? A parte le nostre mostre speciali e temporanee, che sono sempre molto ben gradite, i visitatori apprezzano particolarmente le nostre conferenze serali tenute da vari esperti e i nostri workshop al microscopio. Ai bambini piace soprattutto la “notte al museo”, dove – dopo giochi serali – trascorrono una notte intera insieme ad altri coetanei al museo, dormendo di fronte al nostro grande acquario di barriera corallina. Museo e territorio: locale o globale? Locale e globale! Direi che le due più grandi sfide naturalistiche del nostro secolo, il cambiamento climatico e la perdita della biodiversità – ci metteranno di fronte a grandissimi problemi sia a livello globale che locale se non adotteremo tempestivamente le misure necessarie per affrontarle. Il nostro compito è di sensibilizzare giovani e adulti, la popolazione autoctona ma anche turisti e i nuovi cittadini.


ECONOMIA


trentinoitinerario di Fiorenzo Degasperi

ALLA MINIERA DI HARDÖMBL QUANDO IL RAME ERA CONSIDERATO L’ORO DEI POVERI, NEL CIRCONDARIO DELL’ALTA VAL DEI MOCHENI SI SCAVAVA IN VALCAVA, AI TASAINERI, IN VAL DELLE SCANDIRLE, AI LANER, NEL KNAPPENWALD

N

ella Valle dei Mocheni sono stati individuati forni fusori e discariche di scorie risalenti all’epoca preistorica, databili quindi a circa 1300-1100 anni a.C. Per il primo documento scritto bisogna aspettare il 1330 d.C., dove è registrato un atto di concessione ad effettuare ricerche e scavi. A Pergine Valsugana, nel 1504, viene istituito un giudice minerario che controlla le numerose miniere della valle del Fersina e disciplina l’importante attività del taglio dei boschi. Il legname forniva il combustibile per i forni fusori e per le impalcature di sostegno delle gallerie. L’istituzione di questa figura giuridica coincide con il massimo sfruttamento delle miniere nei secoli 1500-1600. I minatori provenivano da tutta Europa ma prevalentemente in questa zona operavano boemi di Kuttenberg (secundum morem et consuetudinem 70

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aliarum argentifodinarum et minearum in Kuttis) mentre nella vicina S. Francesco di Fierozzo risiedeva un gruppo di argentis oporis provenienti da Schwaz, importante centro minerario tirolese sull’Inn, presso Innsbruck. Si calcola che nel 1526 ben 125 canopi lavorassero nelle tredici miniere della vicina Fierozzo, organizzati in società operaie. Nel circondario dell’alta Val

dei Mocheni si scavava in Valcava, ai Tasaineri, in Val delle Scandirle, ai Laner, nel Knappenwald. Presso Roveda ai Cento Pozzi, presso la Cima di Mezzodì, alla galleria Fontanelle, alla Tingerla. A Sant’Orsola alla sorgente ferruginoso-arsenicale, a Fierozzo alla galleria Rio Prighel e all’Aubis. Soltanto per citare le più importanti. I canopi, per lo più ope-

rai stagionali come ben ha scritto Aldo Gorfer nel suo libro dedicato a La Valle dei Mòcheni, lasciarono molte parole tecniche in eredità alla lingua mochena. Oltre che a canopi (“knappe”, operaio minatore), abbiamo wassar (ted. “wäscher”) per lavatore, xenkloch (ted. “senkloch”) per pozzo, silbrari (ted. “silber”) per argento, smelzer (ted. “schmelzer”) per fonditore. Inoltre lasciarono una

ITINERARIO

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a Palù del Fersina si sale in auto per stradina assai angusta fino ad un parcheggio in località Fròtten/Vrötn (m 1500 circa). Poi per sentiero n 325 (indicazione per Erdemolo) fino al Maso Erdemolo e alla Miniera Grua va Hardömbl, a quota 1700. Rientro: dalla stessa. Variante: dalla miniera in un’ora proseguendo si arriva allo splendido lago d’Erdemolo, alle sorgenti del torrente Fersina. Tempi: 40 minuti a/r Dislivello: 210 m.


trentinoitinerario INFO

L

a miniera è visitabile da maggio ad ottobre nei giorni di sabato, domenica e festivi. A settembre è aperta il martedì, giovedì, sabato, domenica e festivi. Sono ammesse 12 persone per gruppo. Per ogni informazione o prenotazioni rivolgersi all’Istituto Culturale Mòcheno-Cimbro di Palù del Fersina, telefono 0461550073 (www.bersntol.it), di cui consigliamo la visita oppure al 0461550053.

ricchissima produzione di leggende inerenti il lavoro svolto sottoterra. Sebbene non assistiamo ad una fusione tra allevatori contadini d’origine tedesca e i minatori cinqueseicenteschi, questi ultimi, fra tanta miseria di valle, si inserirono nell’immaginario collettivo. Le loro escavazioni a volte fortunose, la visione del minerale d’argento trasformato in lingotti preziosi,

I CANOPI LASCIARONO MOLTE PAROLE IN EREDITÀ ALLA LINGUA MOCHENA le voci di ritrovamenti di tesori nascosti, di nani che si aggiravano per i cunicoli e per le valli, tutto questo diventa, come ha delineato Giuseppe Sebesta, un po’ alla volta un patrimonio di conoscenza degli alpigiani che con il crollo minerario e con la conseguente dipartita dei minatori diventano gli eredi. Tra le tante spicca la leggenda inerente la superbia dei minatori di Palù del Fersina, i quali si arricchirono talmente tanto che cominciarono a trattare male gli inviati del Prin-

cipe Vescovo che da Trento salivano per riscuotere le tasse. Allora, con la scusa di trovare un accordo, tutti i minatori, eccetto uno lasciato di guardia, furono invitati ad un grande banchetto che si tenne presso il Castello del Buonconsiglio. Mangiarono e ingurgitarono molto vino, quest’ultimo ben avvelenato dalle guardie del vescovo. Morirono tutti senza peraltro avere il tempo di prepararsi al Giudizio di Dio. Quindi le loro anime tormentate presero a vagare per tutta la Valle dei Mòcheni finché incontrarono l’uomo lasciato a guardia delle entrate delle centinaia e centinaia di miniere. Questi, spaventato dal corteo di spettri, chiuse la più grossa miniera d’oro e d’argento, quella di Valcava. Poi andò in chiesa e sul libro delle messe scrisse: quando dentro la chiesa di Palù si guarderà attraverso la porta grande e la porticina della sacrestia, allora si scoprirà l’ingresso della miniera grande! Poi fuggì e di lui non si seppe più nulla. Ancor oggi si parla di un favoloso tesoro e qualcuno cerca speranzoso l’entrata della miniera di Valcava, ma inutilmente. Morale: il castigo della superbia degli antichi minatori consiste nel sapere che c’è tanto oro e argento ma non sapere dove cercarli! Nonostante tutto un’antica credenza dice che nella notte di Natale, un’ora prima della messa di mezzanotte, tutti i morti della valle vanno a messa, compresi quelli avvelenati a Trento che poi si disperdono nei boschi e sulle montagne. ■

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“Faccio della passione per il cibo il mio lavoro. Il quotidiano immergermi nella natura, tra i fiumi e i boschi che mi circondano, fa sì che i miei piatti raccontino l’essenza di questa terra.”

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IN VERSIONE IBRIDA PLUG-IN (PHEV) LE PRESTAZIONI, LA RAFFINATEZZA E LE CAPACITÀ DESIDERATE DAI CLIENTI Notevole anche l’efficienza: la Range Rover Evoque P300e presenta emissioni di CO2 pari a 32 g/km (WLTP), un’autonomia electric-only a zero emissioni di 68 km e consumi di carburante pari a 1,4 l/100 km. MODALITÀ DI MARCIA SELEZIONABILI È possibile scegliere fra le tre modalità di marcia, quella che meglio si adatta alla situazione di guida, in città o in autostrada: 1. Modalità HYBRID (predefinita) combina automaticamente la potenza del motore a benzina e di quello elettrico. La strategia di funzionamento si adegua alle condizioni di guida ed alla carica residua della batteria. 2. Modalità EV (Electric Vehicle) il veicolo viaggia con la sola propulsione elettrica, utilizzando l›energia della batte-

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a P300e garantisce sostenibilità e prestazioni grazie alla combinazione del 3 cilindri Ingenium 1,5 litri a benzina da 200 CV (147 kW) con il motore elettrico da 109 CV integrato nell’asse posteriore, alimentato da una batteria agli ioni di litio da 15 kWh situata sotto i sedili della seconda fila. Prestazioni e capacità sono senza compromessi: accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 6,4 secondi.


dell’abitacolo, senza detrimento per lo spazio interno. L’Electric Rear Axle Drive (ERAD) è alimentato da una compatta batteria da 15 kWh agli ioni di litio posizionata sotto i sedili posteriori. L’Electric Rear Axle Drive (ERAD) impiega un motore sincrono a magneti permanenti compatto ed efficiente. Per ottimizzare lo spazio, i semiassi sono concentrici rispetto al motore e al riduttore a singolo rapporto, mentre l’inverter è integrato nel carter dell’ERAD. Il modulo ERAD è integrato nel sistema di sospensioni posteriore Integral Link. A velocità superiori ai 135 km/h il motore elettrico viene disaccoppiato per ridurre la perdite meccaniche, per poi reinnestarsi se la velocità diminuisce. Un nuovo sistema frenante “by wire” sostituisce il tradizionale servofreno a depressione, e abbina perfettamente la frenata rigenerativa e ad attrito, per un sensibilità al pedale precisa e costante. L’intelligente distribuzione dei componenti PHEV sulla struttura migliora la dinamica abbassando il baricentro del veicolo del 6% e ottimizzandone la distribuzione dei pesi sugli assali.

ria: una soluzione ideale per spostamenti silenziosi ad emissioni zero, specie in ambiti urbani. 3. Modalità SAVE - dà la precedenza al motore termico e mantiene lo stato di carica della batteria al livello predeterminato.

RICARICA La nuova P300e PHEV è disponibile con cavo Mode 2 che completa la ricarica da 0 a 100%, da una semplice presa domestica in 6 ore e 42 minuti, ideale per la ricarica notturna. Mentro il cavo Modo 3 si innesta in una wallbox domestica o in una colonnina pubblica, - entrambe da almeno 7 kW di potenza in AC - e ricarica da 0 a 80% in soli 84 minuti. Il cliente può connettersi con la Range Rover Evoque PHEV tramite l’app InControl Remote di Land Rover. Con questa app monitorare lo stato di carica del veicolo.

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RITORNO A SCUOLA? UN INIZIO MAI VISTO PER I NOSTRI STUDENTI E I NOSTRI SCOLARI. NONOSTANTE TUTTO, LA SCUOLA INIZIERÀ, COME SEMPRE. COSÌ SIAMO ANDATI A VEDERE COSA C’È DIETRO L’ATTIVITÀ CHE DA SEMPRE IMPEGNA GRANDI E PICCINI PER I NOVE MESI DEL PERIODO SCOLASTICO

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iunti ormai al termine di un periodo estivo davvero molto particolare, caratterizzato da ciò che sapete e che qui preferiamo omettere, vi invitiamo a sfogliare una guida speciale al mondo della scuola: un’esplorazione attraverso le nuove tendenze e gli elementi intramontabili dell’attività che da sempre impegna grandi e piccini per i nove lunghi mesi del periodo scolastico; un prontuario efficace, schematico ed essenziale per ottimizzare tutte le nostre potenzialità e trarne – ce lo auguriamo – buoni risultati, da subito. Se i ricordi delle 74

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vacanze sono ancora freschi (si fa per dire) sulla vostra pelle, non lasciatevi affliggere dalla malinconia, ma fatevi tentare dalle varie e diversificate proposte commerciali che il settore propone… A volte, anche la ricerca di novità funzionali, tecnologiche e contemporaneamente gradevoli contribuisce ad accrescere il giusto slancio per ricominciare; così i doveri si alleggeriscono, divenendo addirittura piacevoli se affrontati con il giusto spirito. CHI BEN INIZIA… Senza dubbio le vacanze estive producono esiti positivi sul

nostro benessere; è importantissimo attenuare obblighi e doveri e godere appieno degli svaghi che la bella stagione estiva riesce ad offrire. In periodo vacanziero il pensiero principale è divertirsi, che peraltro non significa necessariamente tralasciare ogni attività… le località turistiche, anche nostrane, mettono in campo diversificate quanto allettanti attività didattiche e sportive, tutte da provare e da annoverare tra le esperienze di arricchimento personale. Date queste premesse, è facile partire con entusiasmo, per affrontare al meglio la nuova avventu-

ra scolastica. Ma per alcuni, accanto all’eccitazione per le novità, si manifesta qualche segnale di ansia… Come si concretizza? I sintomi sono facilmente riconoscibili: cefalea, tensioni addominali, sintomi generali di indisposizione per quanti mostrano di “soffrire” per problematiche legate alla scuola. Per i nuovi scolari che affrontano il passaggio dalla scuola materna alla scuola primaria, le insicurezze sono dovute al timore del nuovo ed al distacco con la famiglia; gli studenti più grandi intravedono già gli esami di fine anno, senza contare poi la paura dei brutti


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trentinospecialescuola voti e la generale preoccupazione di deludere; sono tutti sentimenti derivati magari da precedenti esperienze negative o da situazioni di radicali cambiamenti, che – in quanto sconosciuti – sono la causa prima di manifestazioni di ansia. Cosa si può fare per rendere l’inizio veramente positivo? Quali atteggiamenti devono assumere le famiglie per sostenere sia dal punto di vista psico – fisico i propri figli impegnati nel complesso mondo scolastico? Per sollevare, almeno in parte, gli animi di tutti coloro che sono – direttamente o indirettamente – coinvolti nel mondo della scuola, presentiamo un breve e sintetico vademecum, da tenere sempre a portata di mano. UNA PARTENZA GRINTOSA Dopo il riposo notturno, l’organismo – specie quello dei giovani – ha bisogno di ricaricarsi, per affrontare con l’energia giusta l’impegno scolastico. Nutrizionisti e dietologi sono concordi nell’affermare la fondamentale importanza della prima colazione, per tutti ma specialmente per bambini e ragazzi. Un calibrato apporto di nutrienti facilita la ripresa dell’attività intellettiva; la colazione ideale deve costituire circa il 20% dell’apporto giornaliero calorico, con pre-

cise proporzioni per tutti gli alimenti coinvolti. Un primo pasto esemplare è composto da una bevanda calda - che può essere latte, the o caffè (d’orzo per i più piccoli) – e da carboidrati come pane, biscotti, prodotti da forno; immancabili gli zuccheri, che si trovano nel miele e nella marmellata. L’errore di recarsi a scuola a stomaco vuoto – vuoi per la fretta, vuoi per una presunta inappetenza – porta conseguenze facilmente riscontrabili: disattenzione, sonnolenza, cali di

rendimento. Fondamentale in questa fase mattutina anche l’esempio dei familiari: l’abitudine a sedersi a tavola per una buona prima colazione deve cominciare dagli adulti, esempio costante per i più piccoli. A SCUOLA DA SOLI? Uno degli interrogativi che i genitori si pongono nel periodo della scuola è quello di capire quando i bambini sono in grado di recarsi a scuola da soli. Non esiste risposta certa; ogni adulto deve valu-

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tare in primis il grado di maturazione e di responsabilità del figlio, poi considerare la pericolosità del tragitto, che si traduce in attraversamenti pedonali, semafori, marciapiedi idonei a garantire la percorribilità del tracciato. Valutato l’itinerario ideale – che dovrebbe rimanere sempre lo stesso per ovvi motivi di sicurezza – è bene sperimentare il distacco dal genitore per tappe definite, fino alla raggiunta consapevolezza che il bambino è in grado di raggiungere in modo auto-


trentinospecialescuola nomo la sede scolastica. La nostra città – tranne ridotte eccezioni – non presenta intralci architettonici o barriere che limitano i percorsi che conducono agli edifici scolastici e, sotto questo punto di vista, è abbastanza sicura. L’impegno del Comune nello stanziare i “nonni vigile” agli incroci più pericolosi e nell’attivare i progetti “Pedibus” e “A Piedi Sicuri”, garantiscono una maggior mobilità, anche da parte dei più piccoli. I COMPITI A CASA Occupazione caratteristica del fine settimana, i compiti a casa vanno affrontati in un ambiente calmo e tranquillo, per ottimizzare i tempi di svolgimento e lasciare il giusto spazio alle attività ricreative ed al (meritato) riposo dopo cinque/sei intensi giorni scolastici. L’interrogativo che il genitore si pone è il seguente: è necessario aiutare il bambino o è preferibile lasciarlo solo? La verità sta nel calibrare e misurare la presenza dell’adulto accanto al figlio: è preferibile seguire da vicino – specie nei primi tempi – l’attività di studio, per incoraggiare l’impegno e infondere autostima, lasciando poi graduale spazio all’autonomia di svolgimento. Una presenza/assenza, Renzo Grassi | Studioun logo essere lì a disposizione 03 per chiarimenti, per eventuali correzioni, per sugge-

rimenti e per sempre ben apprezzati incoraggiamenti. In caso di difficoltà oggettive, di stanchezza eccessiva, di malumori inconcludenti, meglio rimandare a momenti migliori, più produttivi di continue insistenze che non conducono da nessuna parte e che pongono muri invalicabili, compromettendo anche il rapporto tra genitori e figli. COSA MI METTO? Comodità e praticità le parole chiave per l’abbigliamento scolastico, con una particolare attenzione alle mode ed agli accostamenti cromatici, elementi di attenzione fin dalla più tenera età. Archiviati momentaneamente i grembiulini, ormai relegati agli asilotti, l’età scolare richiede indumenti di facile vestibilità, di portabilità e di intercambiabilità. Tessuti morbidi e senza troppi vincoli, da indossare in modo autonomo – le corse del mattino richiedono praticità più che raffinata perfezione – sembrano la miglior soluzione. Le vetrine autunnali presentano un’ampia gamma di indumenti che piacciono tanto ai giovani, che hanno prezzi per tutte le tasche e che hanno il grande vantaggio della comodità. Felpe, pantaloni ampi ed informali e scarpe da ginnastica costituiscono un classico dello studente moderno. Attenzione agli ec-

cessi: le esagerazioni dettate dalla moda possono costituire un problema in ambiente scolastico; meglio essere moderatamente trendy. L’USO DEL COMPUTER Collegarsi ad Internet e consultare la grande rete per gioco o per lavoro sembra oggi un fatto assolutamente normale, di tutti i giorni. Ma va comunque tenuto conto che se la capacità dell’adulto è, generalmente, quella di selezionare la ricerca delle informazioni e utilizzare razionalmente e con i dovuti tempi ciò che si cerca e ciò che si trova – anche sulla base delle pregresse esperienze di studio “cartaceo” –, per bambini e ragazzi il discorso è più complesso e delicato. L’utilizzo della tecnologia in età scolare è positivo e produttivo se considerato quale calibrata e ben dosata integrazione ed approfondimento delle più tradizionali attività didattiche. La ricerca, la scrittura di testi collettivi, la raccolta di notizie tematiche realizzate con i mezzi informatici apporta un accrescimento significativo e diversificato dei modi più tradizionali di imparare B. ed apprendere se considerati supporto e non fondamento.

Crea spirito di aggregazione ed incentiva la socializzazione; contemporaneamente consente di prendere sempre maggior confidenza con le nuove tecnologie, che sono parte integrante di ogni attività lavorativa. E per il tempo libero? Quanto e quale spazio lasciare per i giochi al computer? Anche in questo caso sta all’adulto valutare la possibilità di mettere dei freni – cosiddetti “filtri” – ed inserire nel pc dei figli programmi adatti all’età degli utenti. Concordare insieme il tipo di giochi e gli spazi temporali per eseguirli pare ancora la miglior soluzione, per rispettare mode ed idee ma anche per porre i limiti necessari, lasciando altri spazi ad altre ed alternative tipologie ■ di divertimento.

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La leggenda dei Monti Pallidi “C’era una volta un regno ricoperto di prati fioriti, boschi lussureggianti e laghi incantati. Ovunque si poteva respirare aria di felicità e armonia, meno che nel castello reale. Bisogna infatti sapere che il figlio del re aveva sposato la principessa della luna, ma un triste destino condannava i due giovani amanti a vivere eternamente separati. L’uno non poteva sopportare l’intensa luce della luna che l’avrebbe reso cieco, mentre l’altra non amava il colore cupo delle montagne e degli ombrosi boschi che le causavano una malinconia, talmente profonda, da farla ammalare. Un giorno, vagando per i boschi, il principe incontrò il re dei Salvani,

un popolo di gnometti simpatici in cerca di una terra dove abitare. Il piccolo re, ascoltata la triste sorte del principe e della sua bella sposa, gli propose un patto: i Salvani avrebbero reso lucenti le montagne del suo regno, in cambio di poter vivere in serenità nei boschi circostanti. Fu così che gli gnomi lavorarono un’intera notte di plenilunio per filare i raggi della Luna in grossi gomitoli e tessere un manto delicato con cui ricoprire le montagne. La principessa potè così tornare sulla terra per vivere felicemente assieme al suo sposo e le Dolomiti presero il nome di Monti Pallidi.”

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di Tina Ziglio

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udore, fatica e spirito di competizione.1279 metri di dislivello distribuiti su quasi 7 km di percorso: un omaggio alla verticalità delle Dolomiti. Una bella faticata, ampiamente ripagata dalla soddisfazione di tagliare il traguardo sulla cima Rosetta. Sabato 19 settembre torna la “Rosetta Verticale Trail Run”, gara di corsa in montagna giunta quest’anno alla quarta edizione. Una competizione di grande fascino, l’unica gara di corsa in montagna sulle Pale di San Martino, che si snoda sul versante ovest delle pendici del Cimon della Pala fino a Cima Rosetta. La gara inizia direttamente dal centro di San Martino di Castrozza alle ore 9:30 per risalire sotto l’impianto della cabinovia Colverde fino all’omonimo rifugio. Da qui l’itinerario imbocca lo storico sentiero 701, proseguendo poi a ripide svolte in direzione

ROSETTA VERTICALE TRAIL RUN 2020 SABATO 19 SETTEMBRE, UNA COMPETIZIONE DI GRANDE FASCINO, L’UNICA GARA DI CORSA IN MONTAGNA SULLE PALE DI SAN MARTINO del Dente del Cimon portarsi presso la stazione a monte (quota 2.700 mt) e con un ultimo breve salto verticale, sospinti dal tifo del pubblico che si porta in quota comodamente con la funivia si giunge alla croce di vetta. La visuale dalla Cima è dav-

vero spettacolare e spazia dall’imponente Cimon della Pala, allo sconfinato Altipiano delle Pale, fino ai verdi declivi del fondovalle di Primiero. Per ulteriori info e iscrizioni alla gara: http://rosettaverticalesign.altervista.org/. Per quanti volessero prende-

re parte alla manifestazione senza l’assillo del cronometro, ci sarà la possibilità di partecipare alla gara non competitiva. Perché la soddisfazione più grande è godere del panorama delle Pale da una prospettiva privilegiata come questa. ■

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trentinopanorama Maria Antonietta

di Fabio De Santi

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arà Maria Antonietta la protagonista dell’anteprima della rassegna “Generazioni” il 6 settembre, alle 14.30, al Rifugio Malga Sauch di Giovo, in val di Cembra. Dopo una primavera di eventi online, Generazioni torna in presenza per riannodare i legami con i territori e offrire occasioni di crescita culturale con un calendario a livello regionale che prevede una serie di appuntamenti in settembre sul territorio regionale. L’edizione 2020 della rassegna parla di “Nuove dimensioni” e gioca con la voglia di incontrarsi e avvicinare emozioni e pensieri, anche se i corpi devono ancora rispettare il distanziamento fisico. L’obiettivo è imparare a comprendere l’altro e a leggere la contemporaneità utilizzando strumenti come l’approccio culturale e la riflessione in-

LA REGINA È MARIA ANTONIETTA LA RASSEGNA “GENERAZIONI” PARLA DI “NUOVE DIMENSIONI”. OSPITA, TRA GLI ALTRI, TAMARA LUNGER, OMAR PEDRINI, TERESA CIABATTI torno a temi trasversali, dalla natura alla musica, passando per l’arte e la scrittura. Maria Antonietta, al secolo Letizia Cesarini che nella splendida cornice del rifugio Sauch parlerà di musica e di natura

come binomio per lei essenziale, esordisce nel 2012 con un album registrato e prodotto da Dario Brunori. Nel 2014, arriva il cd “Sassi” e quindi dopo oltre cento spettacoli dal vivo in Italia e un tour

europeo, trascorre un anno a scrivere la sua tesi di laurea in Storia dell’Arte dedicata alle pratiche sommerse della creatività femminile. Ad inizio 2018 esce il singolo “Deluderti” che anticipa un album

“LE NOTTI DI SAN MICHELE”: FESTIVAL DEI BURATTINI IN MUSICA

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nche quest’anno il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina propone quattro spettacoli altamente qualificati per “Le notti di San Michele” durante il mese di settembre. A partire da sabato 5 è in programma il “Festival dei burattini in musica” con la direzione artistica di Luciano Gottardi: appuntamenti di teatro di figura da non perdere con accompagnamento musicale dal vivo. Per tutte le serate è necessaria la prenotazione. Gli spettacoli sono preceduti da una vista guidata gratuita al Museo. Quattro serate all’insegna del teatro delle figure animate, con la presenza di accompagnamento musicale dal vivo, che si rivolgono a un pubblico di tutte le età. La direzione artistica del Festival è curata da Luciano Gottardi, burattinaio trentino

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che da anni collabora con il Museo. Sabato 5 settembre si inizia con lo spettacolo della Bottega Buffa CircoVacanti, “Il gatto con gli stivali”, celeberrima fiaba popolare che racconta la fortuna di un garzone che eredita un gatto parlante e molto astuto. Il 12 settembre sul palcoscenico torna dopo due anni da Praga il marionettista Pavel Vangeli, che porta questa volta “Praga - La città incantata”, viaggio avventuroso di un bambino con il suo magico zio, che conduce il pubblico attraverso la capitale ceca e la sua storia fittizia, ricca di strani personaggi. Sabato 19 settembre la compagnia Teatro Giochetto di Maurizio Gioco presenta “Stregarie - Storie di streghe”, spettacolo che prende spunto dai racconti, recuperati dalla novellistica veneta, accompagnati da sonorità originarie di una ricerca etnomusicale condotta attorno agli anni Ottanta. Lo spettacolo “Truffaldino e il dottor Faust”, tratto da un testo di Tullio Kezich, conclude il Festival sabato 26 settembre, con il burattinaio e direttore artistico, Luciano Gottardi: la storia dell’avventuroso viaggio di Truffaldino, servitore del dottor Faust che si lancia all’inseguimento del suo padrone, in giro per il mondo con il diavolo. Gli spettacoli hanno tutti inizio alle 21, preceduti da una visita guidata alle 20. La prenotazione è obbligatoria sul sito www.museosanmichele.it o chiamando lo 0461 650314.


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Teresa Ciabatti

e un tour omonimi: nello stesso anno esce il suo primo libro, “Sette ragazze imperdonabili” (Rizzoli), omaggio a sette donne che l’hanno ispirata. Lo scorso febbraio Maria Antonietta è salita sul palco della 70a edizione del Festival di Sanremo per esibirsi con Francesca Michielin e Levante. Mercoledì 9 a Bolzano in Piazzetta Siviglio, alle 18, spazio a “Selfie Rock” con Agostino Ferrente, regista, sceneggiatore, produttore, David di Donatello e Nastro d’Argento come Miglior Documentario italiano nel 2020 con “Selfie”, e Omar PedriOmar Pedrini

ni, cantautore bresciano, ex leader dei Timoria, poeta e artista trasversale mentre venerdì 11, alle 18, al Centro Don Bosco di Laives protagonista sarà il noto fotografo Settimio Benedusi. Il 16 settembre in Piazza Alcide Degasperi, alle 18, incontro con Tamara Lunger, una delle alpiniste d’alta quota più forti del mondo. Ha superato gli 8.000 in invernale e ha trascorso la maggior parte della sua vita sulle montagne. Tra le sue imprese, a 23 anni la donna più giovane sul Lhotse (8.516 m.), nel 2014 la vetta del K2 (8.611 m.), senza ossigeno. Quest’estate la nuova avventura: il Tamara Tour Italia con l’obiettivo di raggiungere e scalare la montagna più alta di ciascuna delle 20 regioni. A Borgo racconterà il suo modo di vivere la montagna, suo “campo di gioco” di grandi gioie e di grandi dolori, attraverso cui ha imparato e impara a conoscere se stessa, a confrontarsi con i suoi compagni, dove a volte “perde” e altre “vince”, ma sempre evolve. A chiudere Generazioni, il 18, nello spazio esterno della Bookique di Trento , l’evento “Sfumature e ambiguità del quotidiano”: alle 17 la presentazione del prodotto artistico di “Oltrepassare le mura: siamo liberi e libere?” a cura dei giovani partecipanti – Tavolo Trento Generazioni Consapevoli e Trento Giovani seguito, alle 18, dall’incontro con la scrittrice e sceneggiatrice Teresa Ciabatti. Considerata dalla critica una delle otto più incisive autrici delle nuove generazioni, a Trento parlerà del potere della narrazione e dei rapporti famigliari quali specchio di una società in costante mutamento. La partecipazione a tutti gli eventi è gratuita, ma è necessaria la prenotazione. Maggiori info su www.generazioni.online. ■

QUATTRO PASSI AD EGNA, UN BORGO ECOSOSTENIBILE IL 26 SETTEMBRE È IN PROGRAMMA LA QUARTA EDIZIONE DELLA FESTA

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gna, oltre ad essere uno dei Borghi più belli d’Italia e dell’Alto Adige, è anche il punto di riferimento per chi sceglie uno stile di vita ecosostenibile. Fuori dal traffico e dalle mete più blasonate, tra i meleti della Val d’Adige e i vigneti sulle colline di Mazzon, il centro storico con i lunghi portici è ideale per trascorrere momenti rilassanti con tutta la famiglia o romantici in coppia. Le aziende e botteghe specializzate in prodotti bio ed equo solidali sono in costante aumento. Dalla produzione del vino all’abbigliamento in canapa e fibre naturali, dai prodotti del maso agli occhiali su misura in acetato di cellulosa. Le aziende sono tutte a conduzione famigliare e fortemente legate al territorio. Egna, essendo sull’asse del Brennero, è facilmente raggiungibile in treno e collegata al resto dell’Alto Adige e Trentino da un efficiente rete di bus. Ogni venerdì nel centro storico si tiene il mercato degli agricoltori. Il 26 settembre 2020 è in programma la 4. edizione della Festa Bio d’Autunno, con produttori da tutto l’Alto Adige, sfilata di moda etica con i capi disegnati da Barbara Trenti di Bad Seeds e la nuova linea di abiti da sposa Martine Organic & Fair, sessione di yoga e bio brunch, conferenza sulla cannabis medicinale, laboratorio di recycling per i bimbi e musica dal vivo. Info: www.neumarkt-egna.it

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di Fabio De Santi

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e suggestioni delle ballate di Francesco Guccini (che per qualcuno sarà presente per ritirare una targa speciale per i suoi ottant’anni), si vivranno, proposte dai suoi “Musici”, all’Arena Drive-In, alle Lochere di Caldonazzo. “I Musici di Guccini” suoneranno sabato 19 settembre con la scaletta live studiata per il progetto formato dai musicisti storici del Maestrone modenese che si propone di dare continuità a un patrimonio artistico e poetico davvero immenso per la musica d’autore italiana. Partecipano in questi anni a importanti festival nazionali con le chitarre e la voce di Juan Carlos “Flaco“ Biondini, il pianoforte di Vince Tempera, il sax di Antonio Marangolo, il basso di Enzo Frassi e la batteria di Stefano Peretto. I cinque musicisti propongono due ore di spettacolo ripercorrendo i più grandi successi

I MUSICI DI GUCCINI LE BALLATE DI FRANCESCO (CHE PER QUALCUNO SARÀ PRESENTE), SI VIVRANNO ALLE LOCHERE DI CALDONAZZO, SABATO 19 SETTEMBRE di Guccini. Una formazione di strumentisti di altissimo livello a partire da quel Juan Carlos Biondini, in arte «Flaco», che è stato anche il chitarrista che ha affiancato Francesco Guccini sin dal 1976, anno di registrazione dell’album «Amerigo», firmando insieme al maestro alcune tra le sue più note composizioni, come «Le ragazze della not-

te», «Luna fortuna», «Ballando con una sconosciuta» e tante altre. Da aprile 2016, oltre alla loro attività concertistica hanno ripreso a collaborare con Guccini nel progetto “Incontro con Francesco Guccini e i Musici”, dove eseguono live tutta la parte musicale del progetto. I “Musici” sono presenti anche nell’album “Note di viag-

gio, capitolo 2. Venite avanti” l’album prodotto e arrangiato da Mauro Pagani dedicato a Guccini che vede, fra gli altri, la partecipazione di Ligabue, Carmen Consoli, Elisa e Manuel Agnelli. Nelle scorse settimane i Musici, per l’occasione insieme all’amico Neri Marcorè, si sono esibiti a Roma con un concerto dedicato all’artista emiliano. ■

“LAGARINA JAZZ”, SONORITÀ URBANE MA NON TROPPO

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sempre accesa la fiamma sonora del festival “Lagarina Jazz”. Si inizia martedì 1, alle 18, con il live set di Mirko Vezzani pianoforte e Margherita Raffaelli voce, al Montura Alp Station di Isera. In serata, alle 21, nel Cortile di Palazzo Libera a Villa Lagarina, le note saranno quello del progetto Stef Giordi & Connected. Un trio nato dall’idea di miscelare il sound del nu jazz, le sonorità urbane del jazz newyorchese e del funk, i poliritmi della musica latina. Una band alla ricerca di sfumature timbrico-ritmiche sofisticate, dentro un groove poliritmico di forte impatto. L’organico strumentale, che affianca la chitarra e i sintetizzatori di Stefano Giordani, il basso elettrico e synth di Roberto Zecchinelli e la batteria di Matteo Giordani, genera un sound ricco di direzioni e varianti, terreno fertile per la sperimentazione timbrica e l’utilizzo di ritmi stratificati. Mercoledì 2, sempre alle 21 nella stessa location di Villa Lagarina, spazio al duo formato da Simone Graziano, pianoforte e Dan Kinzelman, sax tenore. Il duo scaturisce dalla formazione Frontal, fondata una decina di anni fa dal pianista fiorentino Simone Graziano, che lo scorso anno ha pubblicato il notevole album “Sexuality”. Graziano è ritenuto uno dei musicisti più rappresentativi della propria generazione. Il sassofonista e clarinettista Dan Kinzelman, di origini statunitensi, è in Italia

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Stef Giordi & Connected

nel 2005, dove ha collaborato con Enrico Rava, Giovanni Guidi, Mauro Ottolini. Venerdì 4, alle 21 nel Giardino Casa del Vino di Isera, concerto del Til Cage Flute Quintet formazione che unisce Giulio Visibelli, Carlo Nicita, Emilio Galante flauti, Luca Gusella e Tito Mangialaio Rantzer. L’inedita formazione di tre flauti, vibrafono e contrabbasso è un omaggio al flauto nel jazz. Come chicca, ci sarà un arrangiamento del primo blues mai pubblicato nella storia del jazz, nel 1908, a firma dell’italo-americano Antonio Maggio. L’organico e le sonorità del progetto si ispirano a quelle del cool jazz di ricerca degli anni Cinquanta e Sessanta, a Lee Konitz e Andrè Hodeir (che direttamente ispirano due dei brani in repertorio), a Jimmy Giuffre. (F.D.S.)


A cura della concessionaria pubblicitaria: Media Alpi Pubblicità S.r.l.

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ui storia, archeologia, paesaggio, arte e contemporaneità dialogano in un reciproco confronto il cui esito è il prodotto di una ricerca che guarda al proprio patrimonio per interpretare il presente e il futuro. Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00, il Museo Alto Garda ospita attualmente tre esposizioni temporanee. Cominciando dal piano terra troviamo la mostra Catturare l’invisibile. Francesco Malacarne e la nascita della fotografia scientifica che si pone l’obiettivo di far conoscere al pubblico il carattere innovativo degli studi dell’ingegnere rivano, in uno scenario che spazia dalle recentissime ricerche dell’Università di Venezia, complici di riscoprirne la portata storica, agli esordi della fotografia scientifica in Trentino, fino a terminare con le sue più moderne e attuali implicazioni nel campo della macrofotografia. Proseguendo lungo il percorso espositivo, nella pinacoteca si possono ammirare i paesaggi ritratti da quei pittori che nell’Ottocento rimasero affascinati dagli scorci del Garda e le opere di artisti come

SETTEMBRE AL MAG SULLE SPONDE DEL LAGO DI GARDA, ALL’INTERNO DELLA ROCCA DI RIVA DEL GARDA, HA SEDE IL MAG MUSEO ALTO GARDA, CON LE SUE SEZIONI PERMANENTI E GLI SPAZI RISERVATI ALLE MOSTRE TEMPORANEE Pietro Ricchi, Vincenzo Vela e Francesco Hayez. A concludere il percorso del primo piano, la mostra temporanea A Sentimental Landscape. L’invenzione del paesaggio da Goethe in poi in collaborazione con i Tiroler Landesmuseen di Innsbruck. A partire dall’analisi di rappresentazioni sette e ottocentesche la mostra intraprende un discorso più ampio sulla costruzione del paesaggio, sulla rottura degli stereotipi nel Novecento e la loro consapevole rielaborazione individuale nell’arte contemporanea. Infine all’interno della sezione archeologica del museo trova spazio la mostra temporanea Il sacro e il quotidia-

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una mattina tutta da ascoltare! dal lunedì al venerdì dalle 6.45 alle 10.00 con Francesca Bertoletti

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no. II villaggio tardoantico a San Martino ai Campi, a 50 anni dalla scoperta dell’area archeologica, curata dalla Soprintendenza per i beni culturali, Ufficio beni archeologici della Provincia autonoma di Trento. Reperti e strutture del villaggio risalente al IV secolo d.C. sono stati ricomposti in una narrazione del quotidiano che si scoprirà in frequente dialogo con il sacro. Si tratta di uno sguardo gettato su un particolare momento di vita del Monte in attesa che studi approfonditi arrivino a restituirne il quadro completo. Il museo propone per il mese di settembre numerose iniziative, intese come particolari e suggestive occasioni di visi-

ta delle sale espositive e dei forti del monte Brione, sede territoriale del MAG. Visite teatralizzate, performance di danza e visite laboratoriali per famiglie si susseguiranno a cicli di conferenze e proposte di formazione per i docenti. Di particolare rilevanza il nuovo allestimento di forte Garda, che accompagna il visitatore durante la visita alle gallerie interne del forte ricostruendo la storia delle fortificazioni nell’Alto Garda. Gli spazi interni del forte sono visitabili tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00. Per rimanere aggiornati su tutte le attività in corso in museo è possibile consultare il sito www.museoal■ togarda.it.

info@radiodolomiti.com www.radiodolomiti.com 348 5140444 Radio Dolomiti-Trento Radio Dolomiti 25/08/2020 09:35:04

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di Fabio De Santi

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on ci può essere un’estate trentina senza i Nomadi, Quella che è anche in questo terzo millennio una delle band più amate nella nostra terra sarà infatti in concerto il 5 settembre all’Arena Drive In alle Lochere di Caldonazzo in uno spazio che diventerà un vero e proprio teatro estivo con mille posti numerati tutti a sedere. La storica band emiliana guidata da Beppe Carletti era stata fra i primi gruppi, ad annunciare la sua intenzione tornare sui palchi con un tour estivo che si è poi aperto l’11 luglio a Carmignano di Brenta in una dimensione naturalmente open air come d’obbligo per le norme in atto. Da oltre mezzo secolo il palco è l’anima dei Nomadi, i live una vera e propria linfa vitale che unisce i musicisti della band agli spettatori. Impossibile dunque fermarsi,

ANCORA NOMADI IN CONCERTO IL 5 SETTEMBRE ALL’ARENA DRIVE IN ALLE LOCHERE DI CALDONAZZO: UN VERO E PROPRIO TEATRO ESTIVO CON MILLE POSTI NUMERATI impossibile non far ascoltare anche in questa pazza estate, che verrà ricordata per sempre, i grandi classici di cui è segnata la storia di questo gruppo: «Il ritorno sul palco – ha raccontato Beppe Carletti in una recente intervista – ha sorpreso pure noi che non più tardi di marzo-aprile ben difficilmente ci saremmo

aspettati di tornare a suonare per il nostro pubblico. Abbiamo urlato contro tutto e contro tutti, ma alla fine siamo riusciti a ripartire. La cosa più difficile, per un gruppo come in nostro abituato a vivere in mezzo alla gente non poterla abbracciare, né farci le foto assieme prima e dopo il concerto, è una sofferen-

za. Qualcosa d’innaturale». Sono i primi anni 60 quando tra Modena e Reggio Emilia Beppe Carletti e Augusto Daolio decidono di formare una loro band. L’esordio avviene nel 1963 e il nome scelto è Nomadi, denominazione scelta un po’ per caso ma forse anche per destino! Sono passati 54 anni ma loro

AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TRENTO, RITORNA “RE-PLAY2…”

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nche quest’anno la Fondazione Franco Demarchi dal 25 al 27 settembre parteciperà al Festival dell’Economia con un programma che aderisce al filo conduttore “Ambiente e crescita”. L’obiettivo generale, considerando anche le difficoltà di quest’anno, è di potersi rincontrare ancora una volta nella suggestiva piazza Santa Maria Maggiore a Trento e tessere relazioni di valore attraverso un programma di iniziative e attività titolato “RE-PLAY2… una piazza che cresce in rete per un ambiente sostenibile”. Come lo scorso anno l’ideazione del percorso tematico vede la proposta di tre filoni distinti: Ri-genera, esperienze di welfare generativo e con forte impatto sociale, Ri-elabora, spazi di riflessione su tematiche attuali (pandemia, ambiente, ...) e Ri-crea, un mercatino di vendita di prodotti provenienti da upcycling e agricoltura sociale. Nell’ambito del Festival dell’economia la Fondazione Franco Demarchi ritornerà in piazza Santa Maria Maggiore con al-

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cune narrazioni di un sociale attivo, territoriale, sostenibile, solidale e generativo, sempre attento alle tematiche ambientali e pronto a creare spazi di riflessione su situazioni difficili e di vulnerabilità sociale come quelle generate dalla pandemia del Covid-19. Le molteplici proposte in piazza, attivate sempre nel rispetto della normativa anti Covid, prevedono, ad esempio, la presentazione di progettualità di chi ha saputo mettersi in gioco nella vita e fare “strike”, anche attraverso esperienze


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«NON POTER “VIVERE” IN MEZZO AI NOSTRI FAN È UNA VERA SOFFERENZA» nascono canzoni che segneranno una tappa fondamentale nel panorama musicale italiano: Noi non ci saremo e Dio è morto, diventeranno dei veri e propri stendardi per milioni di giovani. E nel 1972 Io Vagabondo, ancora oggi canzone simbolo della band

e inno per diverse generazioni, scritta per loro da Alberto Salerno e Damiano Dattoli. Da questo momento inizia la scalata: partecipazioni televisive (Cantagiro negli anni 60’, Disco per l’estate e Sanremo negli anni ‘70, Sanremo 2006 vincitori nella categoria Gruppi e secondi nella classifica generale, Sanremo 2010 in coppia con Irene Fornaciari arrivati finalisti e sesti nella classifica generale), presenza alle manifestazioni canore e numerosi lavori discografici che porteranno la band ad avere un riconoscimento ufficiale da parte di critica e pubblico. Ad oggi il gruppo emiliano conta 52 lavori, fra dischi in studio, live e raccolte per un totale oltre 15.000.000 di copie vendute. Accanto a ciò vi è anche l’impegno umanitario che ha visto i Nomadi promotori di varie iniziative di solidarietà e numerosi viaggi benefici. È “Mille anni” invece il titolo dell’ultimo progetto discografico dei Nomadi, un vero e proprio concept album, tutto da scoprire. ■

di solidarietà e di sostenibilità ambientale, momenti di sensibilizzare sull’importanza degli SDGs (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), l’illustrazione di progetti spaziali e ambientali, oltre alla proposta di attività interattive per coinvolgere il pubblico in una riflessione sul tema dell’emergenza climatica in Trentino. Saranno poi presentate alcune progettualità giovanili e l’esperienza del concorso “Street Earth on Tour”. Si potranno altresì conoscere progetti di agricoltura e di sostenibilità sociale, acquistandone anche i relativi prodotti, ascoltare le storie di fragilità dei “Libri parlanti” e partecipare ad un’istallazione sull’empatia, occasione di riflessione sulle tematiche dell’inclusione e dello stigma. I visitatori potranno anche essere coinvolti nella realizzazione di una mappa emotiva e nella partecipazione a giochi da tavolo su sani stili di vita. Durante le tre giornate saranno allestite, sempre in piazza di Santa Maria Maggiore, una mostra sul tema del rispetto e la cura dell’ambiente e dei diritti di chi lo abita e una mostra sulla biodiversità e i suoi benefici sulla qualità della nostra vita. Nella mattinata del 26 settembre sarà organizzato un incontro che mira a mettere in luce nuove prospettive su un’economia emergente solidale, sostenibile ed ecologica. Le realtà e le progettualità presenti saranno davvero molte e qualificate. Il programma completo è consultabile al sito www.fdemarchi.it.

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sono ancora lì: 80 concerti all’anno in tutta la Penisola con una media annuale di 1.000.000 di spettatori che comprendono bambini, genitori e nonni, creando così quello che si può definire il “ popolo nomade”. E’ la band più longeva in Italia e prima di loro, al mondo, solo i Rolling Stones: nel 2018 i Nomadi hanno festeggiato i 55 anni di Musica. Nel 1966 inizia la collaborazione con un allora sconosciuto Francesco Guccini. Da questo sodalizio

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Electric Circus

di Fabio De Santi

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n concerto narrativo con canzoni messe a nudo, scelte liberamente in un repertorio che questo anno va a compiere i trent’anni dalla data di pubblicazione del primo disco “All’una e trentacinque circa”. Questo è il cuore del “Pandemonium Tour” di Vinicio Capossela che ritorna

VINICIO E IL PANDEMONIUM

A COSTRUIRIE IL PANDEMONIUM SEMBRA SIANO STATI I SUDDITI DEL RE LAURINO

LO STRAORDINARIO CANTAUTORE RITORNA IN TRENTINO, AL CASTELLO DI ARCO L’8 SETTEMBRE

in Trentino martedì 8 settembre, al Castello di Arco. La sigla di “Pandemonium” deriva da pan, tutto, e demonio, in opposizione a pan theos, tutto Dio: dunque una sorta di concertato per tutti i demoni. Sul palco insieme a Vinicio Capossela al pianoforte e al rumorista Vincenzo Vasi una serie di strumenti musicali

che insieme evocheranno appunto il Pandemonium, mitologico e gigantesco strumento di metallo dal tono grave che scava negli inferi, in quel sottosuolo che è anche sede della memoria. Ma il termine “Pandemonium” è anche il nome della rubrica quotidiana di Capossela durante la quarantena: una sorta di alma-

nacco del giorno, che indagava le canzoni e le storie che ci stavano dietro mettendole in connessione con le storie di un’attualità apparentemente immobile, ma in continuo cambiamento. Durante la serata ci saranno anche momenti delicati all’intimità del colloquio, così come è avvenuto nella distanza: una nar-

razione che svela le storie e gli scheletri negli armadi delle canzoni. “Il demone a cui mi riferisco in questo Pandemonium – ha spiegato Capossela – è il dàimon dei greci. L’essenza dell’anima imprigionata dal corpo che è il tramite tra umano e divino. Il destino legato all’indole, e quindi al carattere. Pan Daimon, tutti i demoni che fanno la complessità della nostra natura, tutte le stanze di cui è composto il bordello del nostro cuore”. Il Pandemonium del cantautore è dunque un con-

FLY MUSIC ARENA, LOC. ACQUAVIVA: È “ROCK MUSIC FESTIVAL”!

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opo il concerto di fine agosto con i Killer Queen che hanno proposto un viaggio tra i più grandi successi della formazione di Freddy Mercury prosegue con due eventi live il “Rock Music Festival” organizzato da Progetto Eventi nel nuovo spazio della Fly Music Arena in loc. Acquaviva a Besenello. Il 12 settembre on stage Matthew Lee che dopo un lungo tempo di isolamento forzato è tornato a presentarsi alle piazze italiane con un nuovissimo spettacolo. “Legends” Summer Tour 2020 nasce da un idea sviluppata nel corso delle tante dirette social con cui l’arMatthew Lee tista ha allietato i suoi numerosi fans durante il lockdown. Uno spettacolo potente ed emozionante che vuole omaggiare le grandi leggende degli anni 50/60 che hanno ispirato la sua formazione artistica. Un viaggio dal sapore vintage che

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accompagna il pubblico dagli anni d’oro del rock sino alle sonorità contemporanee: dal soul di Ray Charles al rock’n’roll di Little Richard e Chuck Berry, dalla verve funambolica di Jerry Lee Lewis alla melodia inconfondibile delle più belle ballate di Elvis; il tutto reinventato e amalgamato nello stile unico di Matthew. Non mancheranno ovviamente i suoi brani originali di maggior successo e le migliori reinterpretazioni tratte dai sei album pubblicati. Dopo il tour estivo di “Legends”, il prossimo autunno è prevista l’uscita - per Decca Records Universal Music - del nuovo lavoro discografico dell’artista, intitolato “Rock’n’Love” e anticipato dal singolo omonimo, in duetto con Paolo Belli. Abba show


trentinopanorama certato per tutti i demoni, accompagnato da un insieme di strumenti musicali che insieme evocano il Pandemonium, mitico strumento gigantesco, del tipo dell’organo da fiera, completamente realizzato in metallo. “A costruire il Pandemonium – sottolinea Vinicio Capossela – sembra siano stati i sudditi del re Laurino, esseri di piccola statura, abitanti di un regno sotterraneo in grande confidenza con l’estrazione mineraria. Questa origine ctonia conferirebbe un tono grave allo strumento che tiene a bassa quota lo spirito relegando ritmi e armonie a una dimensione infera, primitiva; i suoni che da esso si propagano non si elevano al cielo, ma sembrano sprofondare nella terra, a

tiro del fuoco perenne, in un rimestamento che è lavorio della memoria continuamente sollecitata al fuoco bianco”. Al fianco dell’artista un rumorista intraterrestre, Vincenzo Vasi, che è lì per fare sentire la mancanza dell’orchestra, non per colmarla. “Vasi funge da amplificatore di echi nella solitudine della pancia della balena, durante l’eclissi. Amplifica le sue volte, le sue caverne e i suoi strati. Batte i metalli delle piastre del vibrafono e li fa espandere, come la goccia provoca cerchi quando cade. Suona le voci fantasma nascoste nel Theremin e rigenera i suoni del mondo. E poi c’è l’intimità del colloquio, così come è avvenuto nella distanza. La narrazione che svela le storie e gli scheletri negli armadi delle canzoni. Un repertorio scelto di volta in volta nei cunicoli scavati in trent’anni di canzoni. Questa è l’intimità che si propone il nostro incontro pandemoniale in musica nell’estate dei ruggenti anni venti, venti”. ■

Il 26 settembre appuntamento con gli Abba Show, il primo tributo italiano agli Abba: in circolazione dal 2006 hanno all’attivo oltre 100 concerti all’anno. Il gruppo nasce dall’idea del produttore Alberto Bertapelle di mettere in scena uno spettacolo musicale dove il pubblico possa sentire un bel concerto di musica dal vivo, ma possa anche nel contempo godere di una parte visiva indispensabile nel mondo d’oggi dove tutto è basato sull’immagine. E gli Abba e la loro musica si prestavano più di ogni altro per la realizzazione dell’idea. Il gruppo comincia subito a farsi apprezzare per la brillantezza ed energia dei suoi spettacoli ed a suonare in prestigiose piazze e locali in tutta Italia ed all’estero, tra i quali spiccano l’”Alcatraz” di Milano, il “Live Club” di Milano, il “Fuori Orario” di Parma, la “Capannina” di Forte dei Marmi. Tra gli appuntamenti principali, la chiusura del Carnevale di Venezia in Piazza San Marco nel 2009 e nel 2013, lo show in occasione dell’assegnazione di un premio a Cristian De Sica a Berlino nel 2011. Abba Show propone uno spettacolo a metà tra il live concert e il musical, un evento studiato per ricreare l’atmosfera degli anni Settanta ed Ottanta legati alla mitica band svedese attraverso sonorità, luci, colori, abiti e coreografie. (F.D.S.)

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di Lara Deflorian

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uello del festival Oriente Occidente è sicuramente un traguardo importante e, nonostante le difficoltà che stanno segnando l’intera comunità, anche in questo 2020 presenta un articolato programma di spettacoli rigorosamente in presenza, nel rispetto di tutti i protocolli imposti dalla pandemia. In contesti e location diverse, come le sale, il giardino e la piazza del Mart, la Campana dei Caduti, il Progetto Manifattura, alcune zone del centro e della periferia di Rovereto e Trento, il teatro alla Cartiera e il teatro Zandonai, dal 3 al 12 settembre ciò che vedremo in scena sarà una riflessione sul binomio corpo politico/ corpo poetico e un’interrogazione sui nostri limiti che condizionano inevitabilmente abitudini, modo di lavorare e

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ORIENTE OCCIDENTE

IN CONTESTI E LOCATION DIVERSE DAL 3 AL 12 SETTEMBRE VEDREMO IN SCENA UNA RIFLESSIONE SUL BINOMIO CORPO POLITICO/CORPO POETICO la nostra relazione con l’altro. Per festeggiare il suo quarantennale OO propone Cunningham Trust, un assolo in teatro e una performance all’aperto per le vie del centro, entrambe omaggi a Mer-

ce Cunningham, uno dei più grandi coreografi del Novecento che con la sua modern dance ha rivoluzionato l’estetica della danza. Per le grandi produzioni internazionali vedremo una prima

mondiale dello svedese Pontus Lidberg che, con il suo Danish Dance Theatre, unisce come sempre realismo e astrazione e porta in scena un’intelligenza artificiale che guiderà i danzatori nella co-

HYENAS, FORME DI MINOTAURI CONTEMPORANEI

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chiudere la quarantesima edizione di Oriente Occidente il 12 settembre al teatro alla Cartiera di Rovereto sarà Hyenas, il nuovo lavoro coprodotto dal Festival a firma di Antonella Bertoni e Michele Abbondanza. “Dopo due mesi faticosi di prove –ha raccontato Abbondanza – con un lavoro svolto nel rispetto dei parametri imposti, siamo ripartiti con una gran voglia di ricominciare”. In merito alla nascita di questa nuova creazione per cinque danzatori, spiega che il tutto è iniziato lo scorso anno dopo aver vinto un bando della Fondazione Haydn che ha portato all’allestimento di Clown Time, andato in scena nel febbraio scorso, poco prima del lockdown. L’idea presentata vedeva una “liaison” tra il musicista e compositore del Novecento Arnold Schönberg e il regista americano contemporaneo David Linch. “Questi due personaggi visionari Questa scintilla tra due personaggi visionari ha cominciato a ispirarci il camuffamento e le prime tre figure antropomorfe - racconta Abbondanza. Dopo l’utilizzo delle maschere che abbiamo sperimento e inserito in Clown Time ci era piaciuto e così abbiamo pensato di proseguire su questo tema che ci ha sempre interessato e incuriosito. Il gioco dell’apparire e del non apparire è d’altronde una prerogativa del teatro, che indossa sempre una maschera.” Il lavoro di Hyenas, che letteralmente significa “iene”, si è così sviluppato su cinque maschere ispirate anche al dio Pan, appartenenti quindi alla

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categoria dei caprini e degli ovini, indossate in scena dai cinque danzatori. “Per questo lavoro abbiamo avuto un approccio razionale e concettuale, a differenza dell’approccio emotivo e poetico da noi solitamente utilizzato.” Michele Abbondanza ha così spiegato la struttura dello spettacolo che si sviluppa attraverso tre fasi ripetute poi per quattro volte con delle variazioni. “In sostanza si può dire che questo lavoro è un ballo in maschera che descrive la generazione dei giovani d’oggi, coinvolta in una dimensione molto tribale, dell’archetipo e del mito. Ma dietro ad una massificazione di un universo globalizzante dove tutti si vogliono assomigliare, c’è sempre il ghigno delle iene, come dietro al sacrificio e alla bontà che le maschere rappresentano. Hyenas è un gioco sulla verità aperto e condiviso con il pubblico, attraverso gli sguardi e le maschere dei danzatori.” (La. De.)


trentinopanorama struzione della performance. Ritroveremo poi il coreografo catalano Marcos Morau che con La Veronal presenterà la sua visione del “risveglio” post Covid. Si misureranno invece con la dimensione degli assolo la compagnia spagnola Mal Pelo di Pep Ramis e Maria Muñoz e il coreografo israeliano Arkadi Zaides, impegnato in una conferenzaspettacolo sul progetto di ricerca sulla sorveglianza e controllo contro l’immigrazione clandestina.

INTERROGAZIONE SUI LIMITI CHE CONDIZIONANO INEVITABILMENTE LE NOSTRE ABITUDINI A supporto del made in Italy, anche la danza italiana sarà fortemente rappresentata grazie a Luna Cenere con una site-specific alla Campana dei Caduti, Daniele Ninarello con una danza minimalista di corpi coordinati tra loro, Cristina Kristal Rizzo con un’azione sul tocco metafori-

co nel giardino delle sculture del Mart. La compagnia Abbondanza/Bertoni presenterà l’ultima creazione sulla rivelazione del doppio, attraverso un gioco sulla verità. Vedremo poi la compagnia CIE MF/Maxime & Francesco in una sfida contro il peso e la gravità e potremo scoprire per le strade cittadine il Museo antropologico del danzatore, caratterizzato da barriere in plexiglas, di Michela Lucenti con il suo Balletto Civile. Come di consueto alcune performance saranno proposte in spazi non convenzionali alla danza, con l’obiettivo di avvicinare anche un pubblico diverso. Questo è il caso dei francesi del Cirque Entre Nous e degli italiani di Sonics, protagonisti di un circo contemporaneo, e del collettivo Azioni Fuori Posto che, con una site specific, si esibirà nei cortili dei palazzi, mentre il pubblico assisterà dalle finestre. E ancora in uno spazio scenico allestito nella piazza del Mart troveremo 14 Peep show (spazi nati per lo sguar-

FESTA BIO D’AUTUNNO

do voyeuristico di chi guarda attraverso il buco della serratura): 14 cabine che, grazie ad Antonio Viganò e il suo Teatro La Ribalta, ospiteranno assolo e duetti nati per questo preciso tempo. Nell’ambito del progetto sulla danza e disabilità ImPArt, intrapreso alcuni anni fa da OO, potremo poi assistere alla performance del gruppo Un-Label a partecipazione europea. Infine, come ormai accade da alcuni anni, sarà proposta la sezione Linguaggi con conferenze e incontri, mentre altre curiosità e su questa edizione del Festival contribuiscono ad innalzarne il livello. Tra queste c’è la scelta di abbassare il costo dei biglietti, nella

visione dell’offerta culturale come bene comune, e c’è l’aver reso Oriente Occidente un Festival Accessibile a persone con disabilità (come ad esempio i dispositivi che vibrano al ritmo della musica che potranno essere indossati da persone sorde). Tutte le info su orienteoccidente.it ■

BIO. LOCAL. FAIR Sabato

26.09.2020 ore 9 – 16

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di Daniele Valersi

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uesto mese vede il ritorno dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento a organico completo, un ulteriore passo verso la conquista di una normalità che pare ancora lontana. Nel 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven l’orchestra regionale esegue tutte le sue nove sinfonie in vari appuntamenti distribuiti tra Bolzano e Trento; in formazione ridotta partecipa inoltre alla Settimana Mozartiana 2020 dell’Associazione Mozart Italia di Rovereto. Domenica 20 settembre, presso il Teatro Zandonai a Rovereto (ore 20.45) la celebre serenata per fiati di Wolfgang Amadeus Mozart detta “Gran Partita” è eseguita dai solisti dell’Orchestra Haydn (Francesco Dainese flauto, Gianni Olivieri oboe, Stefano Ricci clarinetto, Flavio Baruzzi fagotto, Alexander Perathoner corno). Non si conosce esattamente l’anno di composizione di questa Serenata (la K 361), ma si ritiene che sia stata scritta a Vienna intorno

FIN DAL 1793 EGLI AVEVA L’INTENZIONE DI MUSICARE L’ODE “ALLA GIOIA” DI FRIEDRICH SCHILLER al 1783-84. Notizie certe di un’esecuzione della “Gran Partita” ci vengono da Vienna (nell’anno 1784), quando quattro movimenti della Serenata furono eseguiti dai fiati dell’orchestra della corte imperiale su iniziativa del clarinettista Anton Stadler, per il quale Mozart scrisse in seguito (nel 1791) il Concerto per clarinetto K 622. Ne abbiamo una recensione che lo scrittore e drammaturgo Johann 92

tmsettembre

SOLO PER LUDWIG NEL 250° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI BEETHOVEN L’ORCHESTRA “HAYDN” ESEGUE TUTTE LE SUE NOVE SINFONIE IN APPUNTAMENTI TRA BOLZANO E TRENTO Magdalena Hinterdobler

Friedrich Schink ha annotato nei suoi “Litterarische Fragmente”: “Accademia musicale di Stadler, virtuoso di clarinetto. Abbi la mia gratitudine, eccellente virtuoso! Quel che hai compiuto con il tuo strumento non l’avevo mai sentito [...]. Oggi ho anche sentito una musica per flati del signor Mozart, in quattro movimenti. Meravigliosa, sublime! [...] ad ogni strumento sedeva un maestro, e che effetto che fece! Meraviglioso e grandioso, eccellente e sublime!” Quale unica data trentina dell’integrale beethoveniana, martedì 22 settembre, al Teatro Sociale di Trento (ore 20.30), con la direzione di Fe-

lix Bender l’Orchestra Haydn esegue la Nona Sinfonia in re minore op. 125 “Corale” per Soli, Coro e Orchestra; le parti solistiche sono affidate a Magdalena Hinterdobler (soprano), Sophia Maeno (mezzosoprano), Eric Laporte (tenore), Tuomas Pursio (basso-baritono); l’Ensemble Vocale Continuum è preparato da Luigi Azzolini. Composta tra il 1822 e il 1824, la “Nona”, dedicata a Federico Guglielmo III Re di Prussia, vede la sua prima esecuzione a Vienna il 7 Maggio 1824. Sappiamo che fin dal 1793 il giovane Beethoven aveva l’intenzione di musicare l’ode “Alla gioia” del poeta. Nel 1822 Beethoven lavora a due progetti sinfonici, che Eric Laporte

nel 1823 confluiscono in uno: nella primavera il primo e il secondo movimento sono già quasi completi, nell’ottobre è concluso l’Adagio; nel febbraio del 1824, con l’inserimento dell’ode schilleriana, la sinfonia è completata e cominciano le trattative per la prima esecuzione. La Nona Sinfonia rende esplicito il messaggio ideologico presente in tutto Beethoven: la Gioia è illuministicamente sentita quale slancio vitale, impegno ottimistico a superare i propri egoismi in una fratellanza di tutti gli uomini, nella convinzione che sopra la volta stellata abiti un “caro Padre”. L’ingresso ai concerti è libero previa prenotazione; info: www.haydn.it. ■ Sophia Maeno


trentinopanorama

di Daniele Valersi

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a frequentata rassegna mattutina “I concerti della domenica”, forzatamente interrotta questa primavera per le note restrizioni, riprende in questo mese e ripropone tutti gli appuntamenti annullati. Gestiti dalla Società Filarmonica di Trento, i concerti si tengono nella sala della Filarmonica (via Verdi 30) e iniziano alle ore 10.30; si ricomincia il 13 settembre con il Trio “Adhara” (Giulia Tamborino clarinetto, Rebecca Rotondi violoncello, Lucrezia Slomp pianoforte) che porta in locandina musiche di Max Bruch (nn. 5 e 6 da “Acht Stücke” op. 83), Ludwig van Beethoven (Trio op. 11), Johannes Brahms (Trio op. 114). Il 20 è di turno l’ensemble “Bologna Baroque” (Francesco Iorio, Hanna Pukinskaya, Antonio Mostacci, Paolo Potì) che presenta una selezione di triosonate di Biagio Marini, Arcangelo Corelli, Francesco Antonio Bonporti, Giuseppe Maria Jacchini, Antonio Vandini, Antonio Vivaldi. Il 27

SULLA SCIA DEL TRIO ADHARA “I CONCERTI DELLA DOMENICA” RECUPERANO I CONCERTI “PERDUTI” A PARTIRE DAL 13 SETTEMBRE, CON L’ESIBIZIONE DI GIULIA TAMBORINO, REBECCA ROTONDI E LUCREZIA SLOMP settembre è la volta di Simone Vebber all’organo e Alessandro Bianchini alle percussioni: oltre a brani di Michael Praetorius, Johann Sebastian Bach e Thierry Escaich, è in programma la prima esecuzione assoluta di “Matching Machines”, partitura composta da Marco Vietta su commissione della Società Filarmonica di Trento. Diplomato al conservatorio di

Trento, Simone Vedrebbe ha ottenuto il diploma all’Accademia di Musica Antica di Milano, il Diplôme de Concert nella Schola Cantorum di Parigi e la Medaglia d’Oro in improvvisazione al CNR di Saint Maur (Parigi). Premiato in diversi concorsi, è regolarmente invitato dai più importanti festival organistici internazionali. Alessandro Bianchini si è diplomato al Conservatorio

di Trento con Sergio Torta; intensa è la sua attività professionale con orchestre tra le più note. Attivo anche in ambito jazzistico, collabora con Fresu, Sollima, Gil, Bacalov, Dulbecco. Il numero di posti disponibili è limitato, per assistere ai concerti è necessaria la prenotazione (www. filarmonica-trento.it/biglietteria2.html; info@filarmonicatrento.it). ■

LA FILARMONICA DI TRENTO RIPARTE CON SABINE MEYER

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uone notizie per il pubblico della Società Filarmonica di Trento, la cui stagione riprenderà questo mese mantenendo in cartellone tutti i concerti previsti, con poche modifiche al programma. Per ovviare alla minore capienza della sala di via Verdi, conseguente al rispetto dei protocolli di prevenzione sanitaria, lo staff ha stabilito il doppio turno per ogni appuntamento: vi sarà un concerto alle ore 18 e, dopo le necessarie operazioni di aerazione e sanificazione, gli stessi artisti eseguiranno lo stesso programma all’orario canonico, le 20.30. Questo è stato reso possibile grazie allo spirito collaborativo degli artisti ingaggiati, che hanno accettato questo impegno supplementare senza maggiorazione del cachet. Ma non è tutto: anche i cinque concerti annullati questa primavera saranno recuperati nelle date libere. È pertanto un autunno intenso e impegnativo per il sodalizio trentino, che affronta molti più impegni del solito e parecchio lavoro supplementare, ma gli abbonati non dovranno rinunciare a nessuna delle serate; per assistere ai concerti sarà necessaria la prenotazione e verrà data priori-

tà agli abbonati (www.filarmonica-trento.it/ biglietteria2.html; info@filarmonicatrento.it). Per settembre è previsto il concerto della clarinettista Sabine Meyer con Nils Mönkemeyer alla viola e William Youn al pianoforte (venerdì 25), impegnati in pagine di Robert Schumann (Studi op. 56 arrangiati da J. Michaels, Märchenerzählungen op. 132), Wolfgang Amadeus Mozart (Variazioni K 360, Trio K 498 “Dei birilli”) e Schumann-Liszt (Ich habe in Deinem Auge; Geheimes Flüstern hier und dort; Widmung). (D.V.)

Sabine Meyer

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trentinomostre

PENNELLATE DI FOLGARIA, SERRADA E LAVARONE

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i sono due buoni motivi per visitare Maso Spilzi a Folgaria. Anzi i motivi sarebbero molti, ma atteniamoci all’impossibile – filosoficamente

– numero due. Il primo è di carattere antropologico e architettonico. Il Maso, distante un paio di chilometri dal centro dell’altopiano cimbro, in località Costa, raggiungibile a piedi attraverso il Biotopo di Ecken, è un esempio unico e originale di insediamento alpestre. Appartenuto alla facoltosa famiglia degli Spilzi – nome d’origine cimbra – venne edificato nella seconda metà del XVIII secolo. Il possente maso è una via di mezzo tra una residenza signorile e un complesso fortificato, una presenza atipica per l’altopiano. Infatti i corpi di fabbrica sono disposti attorno ad un profondo cortile interno protetto, sul lato occidentale, da alte mura con un camminamento pensile, mentre sul portone del grande fienile, oggi destinato a luogo

QUADRINOMI 2020

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i riaprono il prossimo 3 ottobre le porte del “Granaio” di Nomi per la seconda di “Quadri Nomi“ mostra d’arte che replica dopo la bella esperienza dello scorso anno. Quest’anno gli artisti saranno: Alex Cattoi, Amedeo Marchetti, Graziano Pastori. Artisti che con le loro esposizioni hanno girato numerosi paesi europei ed extraeuropei tra cui America, Olanda, Germania, Spagna. Gli artisti hanno accettato con entusiasmo l’invito del curatore Claudio Mattè. L’importanza data a questa iniziativa è ancor più valorizzata dalle serate organizzate nei tre weekend consecutivi di apertura. L’inaugurazione avverrà il giorno 3 ottobre ore 18 presso la piazzetta antistante il “Granaio” per ovvie ragioni di sicurezza ma anche per creare un momento maggiormente conviviale e un’occasione diversa di incontro. Incontro è proprio il tema della mostra, tema del quale un po’ tutti dopo questo blocco obbligato, hanno a cuore e in molti abbiamo forse capito in maniera ancora più forte quanto importante sia la possibilità di incontrarci. Alcune delle serate organizzate vedranno la presenza di Gianni Forti, zio di Chico, il gruppo teatrale “Prove di teatro” ed altri, la mostra sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 18 alle 21. Sabato e domenica anche la mattina dalle 10 alle 12.

per esposizioni, si notano le feritoie per le funi del ponte levatoio. Si, avete inteso bene, qui c’era un vero e proprio ponte levatoio. Il maso è dal 1985 proprietà della Magnifica

E, per chi ha fame e sete, nella struttura vicina può trovare

Comunità di Folgaria che per anni lo ha utilizzato come sede

un ristorante e, per gli amanti, un vero e proprio campo

di una mostra etnografica, mentre oggi ospita due percorsi

da golf (Clubhouse). In fin dei conti anche questo sport è

multimediali aperti nei mesi di luglio e agosto dedicati a

un’arte….

Biotopi e foreste – una breve passeggiata ci conduce al

Il secondo motivo per visitare Maso Spilzi è una

vicino biotopo di Ecken – e alle Tracce dell’uomo sulla neve.

mostra, Veduta

d’Arte. Immagini di paesaggio sull’Alpe Cimbra, curata da Warin Dusatti all’interno del programma culturale del Comune di Folgaria. L’esposizione presenta le opere degli artisti che hanno costituito e vissuto la stagione culturale dei primi cinquant’anni del Novecento in seno all’Alpe Cimbra, luogo e meta non solo di soggiorno ma anche di incontro e confronto artistico. “I pittori scelti per questa mostra ci offrono l’immagine del territorio vista attraverso i loro occhi e, in modo indiretto, ci insegnano a osservare, scoprendo, magari in modo inaspettato, particolari di queste zone che normalmente sfuggono alla nostra attenzione”, ha esordito

Luigi Vicentini, Alpeggio a Rina, 1933 94

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trentinomostre l’assessore alla Cultura di Folgaria Stefania Schir. Immagini del paesaggio di Folgaria, Serrada e Lavarone, si alternano e mescolano con vedute di altri paesaggi montani eseguiti dagli stessi protagonisti, ampliando così l’orizzonte al di là dei valichi. Nella stessa ottica, qui rivolta alla veduta come breve incursione nel paesaggio interiore, sono proposte alcune visioni parallele, come La rissa e il Pastorale di Fortunato Depero. Tra le altre opere, si possono vedere le Betulle, rappresentate nelle quattro stagioni, di Vittorio Casetti; i paesaggi innevati di Diego Costa, l’esplosiva creatività di Fortunato Depero (Radioscopia alpestre; Chiesa di Guardia di Folgaria); i due capolavori divisionisti di Attilio Lasta, Tramonto sui Crozi Rossi e Meriggio sul Grosè. Troviamo poi gli intimi paesaggi di Elio Martinelli, Giovanni Tiella con due luminosi acquerelli di Serrada e Luigi Vicentini, con opere degli anni ’30 e ’40. Queste opere sono affiancate dai conterranei, assai noti, Alfonso Cappelletti e Guido Valle, artisti che hanno condiviso con loro l’amore per la pittura ed il paesaggio alpestre. Unica testimonianza ottocentesca all’interno della mostra, prodromo del felice futuro artistico dell’Alpe Cimbra, è quella dell’acquerellista Domenico De Ballarini, nato a Cracovia nel 1803 e morto a Rovereto nel 1891, che dipinse uno scorcio di Lavarone nel 1855. L’esposizione, aperta fino al 13 settembre, è accompagnata da un interessante quanto esaustivo catalogo che apre uno squarcio sull’arte in una località considerata, a torto, periferia, rivelatasi invece un vero e proprio centro propulsivo, culturalmente vivace, che oggi farebbe tanto bene all’arte trentina e non solo. Gli interventi sono di Warin Dusatti, Elisabetta G. Rizzioli, Roberta Bonazza e Paolo Dalla Torre, autori anche delle serate che hanno allietato questo periodo estivo, interessando il pubblico e gli amatori sull’arte trentina del periodo. Orario: dal martedì al venerdì, 15.00-19.00, sabato e domenica 10.00-12.00 e 15.00-19.00. Info: tel. 0464 1982040, www.comune.folgaria.tn.it

ARCO Mostre CASTELLO DI ARCO Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. Dopo la chiusura causata dall’emergenza sanitaria, venerdì 29 maggio il castello di Arco riapre al pubblico, preparandosi a una stagione di eventi rimodulata e adeguata alle necessità di sicurezza ma, come sempre, di sicuro interesse. Per informazioni: 0464/510156, cultura@comune.arco.tn.it .

BESENELLO Mostre MANDY BARKER - MOSTRA ANTOLOGICA Apertura: fino a domenica 1 novembre. Castel Beseno. Mostra fotografica dedicata alla salvaguardia del pianeta. La mostra “Not in my planet”, una serie di opere fotografiche della pluripremiata fotografa Mandy Barker in un contesto di straordinaria suggestione monumentale e paesaggistica. Obiettivo, catturare l’attenzione e far riflettere su uno tra i principali problemi che affliggono i nostri giorni: l’inquinamento e l’incredibile abbondanza di rifiuti. 0464 820021, info@ buonconsiglio.it.

BORGO VALSUGANA Mostre IL BOSCO UN EQUILIBRIO SPEZZATO Apertura: fino a sabato 5 settembre. Spazio Klein. Mostra collettiva. Informazioni: www.valsuganacultura.it/museodiffuso. Mostre DOPO IL SILENZIO Apertura: da venerdì 28 agosto a giovedì 10 settembre. Via Ausugum, 7. Esposizione Ucai Trento. Dopo il successo della mostra “Il Silenzio” nella sala S. Giovanni del Duomo di Trento (visitabile fino al 20 settembre), l’Unione Cattolica Artisti Italiani Sezione di Trento intende ora celebrare la rinascita e il ritorno alla vita. Mostre NEL SEGNO DELLA MONTAGNA Apertura: da sabato 12 a domenica 27 settembre. Spazio Klien. Esposizione di opere di Marcello Nebl. Un viaggio in uno spazio dove si sente soffiare sommessamente lo spirito delle montagne, direbbe Daisetz Suzuki. Informazioni: www.valsuganacultura.it/museodiffuso.

CALDES Mostre REMBRANDT | 1606-1669 Apertura: fino a domenica 1 novembre. Castel Caldes. Nel castello della Val di Sole la mostra di stampe del grande artista olan-

dese. Informazioni: 0461 233770 / 0463 901280, info@buonconsiglio.it.

CAVALESE Mostre IL REALISMO MAGICO NELL’ARTE SARDA Apertura: da mercoledì 1 luglio a domenica 13 settembre. Museo storico e Pinacoteca Magnifica Comunità. Esposizione che nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi; a cura di Beatrice Avanzi. La mostra sarà visitabile tutti i giorni tranne il martedì con orario 14-18.30. www.visitfiemme.it. Ore 14. Mostre I GIORNI DOPO VAIA Apertura: da venerdì 17 luglio a domenica 13 settembre. Museo storico e Pinacoteca Magnifica Comunità. Il racconto di quel che accadde a ottobre 2018 attraverso le fotografie dei vicini di Fiemme. La mostra sarà visitabile tutti i giorni tranne il martedì fino al 13 settembre con orario 14-18.30. www.visitfiemme.it. Mostre ARCHITETTURE D’ACQUA Apertura: fino a domenica 6 settembre. Museo arte contemporanea. Piccola ma qualificata personale dedicata alle geografie visionarie dell’artista e grafico Sergio Camin e alle sue architetture formate da paesaggi naturali e culturali allestite su di un grande spartito musicale formato da carte di vario formato. http://www. sergiocamin.it.

CLES Mostre LE CINQUE CHIAVI GOTICHE E ALTRE MERAVIGLIE Apertura: fino a domenica 29 novembre. Palazzo Assessorile. Voluta fortemente dall’Amministrazione comunale di Cles e curata da Lucia Barison, la mostra è una riflessione sul concetto di valorizzazione del patrimonio culturale della borgata attraverso, hic et nunc, la creazione di un percorso didascalico ed interattivo che evoca il concetto di “Museo Civico”, organizzato in aree tematiche che raccontano la storia, l’archeologia, l’arte e la cultura popolare del territorio con un’offerta che varia dai reperti archeologici, alle testimonianze di arte medievale, gotica, barocca, oggetti tradizionali e di artigianato locale. Informazioni: 046 662091, cultura@comune. cles.tn.it.

IVANO FRACENA Mostre VELASCO VITALI, MONUMENTO ALLA RESISTENZA Apertura: fino a domenica 13 settembre. Castel Ivano. Monumento alla resistenza è un progetto di Ve-

Diego Costa, Serrada - La Cogola, 1940 95

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trentinomostre lasco Vitali (Bellano, 1960) ideato in collaborazione con Mart. L’artista ha previsto una nuova configurazione scultorea dei “branchi di cani”, a cui lavora dal 2003, per una doppia esposizione: nel Giardino delle sculture del Mart e a Castel Ivano. Informazioni: 0461 751251, www.artesella.it.

LEVICO Mostre SPAZI CÓLTI: I GIARDINI NELLA STORIA D’OCCIDENTE Apertura: fino a domenica 8 agosto 2021. Parco delle Terme. Con i termini di giardino e parco s’indicano «spazi coltivati dall’uomo, perlopiù recintati» che si differenziano essenzialmente solo per le dimensioni, più ampie nel caso dei parchi. La mostra di Villa Paradiso, curata da Fabrizio Fronza e Rodolfo Taiani sotto la supervisione scientifica di Mariapia Cunico, vuole evidenziare, attraverso una selezione di immagini, filmati, documenti e oggetti, le peculiarità di questi luoghi, matura sintesi di saperi e forme artistiche diverse, per sensibilizzare nei confronti di un patrimonio storico-culturale e ambientale da salvaguardare e tutelare. 0461 706824 - 496123, parco. levico@provincia.tn.it, http://www. naturambiente.provincia.tn.it.

LUSERNA Mostre LA STORIA DE L’ORS Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo Centro Documentazione Luserna. L’orso nella cultura popolare trentina. Dalle incisioni degli uomini primitivi passando per le raffigurazioni negli ex voto o nell’arte delle dimore storiche, ricordando proverbi, modi di dire, toponimi, leggende, cronaca e storia locale. Nei mesi di luglio e agosto saranno aperte anche la Casa museo “Haus von Prükk” e la Pinacoteca “R.M. Pedrazza”, In qualsiasi periodo visite guidate su prenotazione in italiano, cimbro e tedesco per gruppi. www. lusern.it.

MONTE BONDONE Mostre MILIMANI. BIODIVERSITÀ IN QUOTA TRA IL TROPICO DEL CANCRO E DEL CAPRICORNO Apertura: fino a mercoledì 30 settembre. Giardino botanico alpino - Viote del Monte Bondone. Le fotografie ripercorrono un giro del mondo “tropicale” di alta quota in un viaggio dalle Canarie verso est esplorando 13 zone differenti sopra i 2000 metri. Informazioni: 0461 948050, giardino.botanico@ muse.it.

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NAGO Mostre MANI D’ORO Apertura: fino a domenica 18 ottobre. Forte superiore. Mostra delle opere di: Costantina Bertamini con pittura su porcellana, Dario Mimiola con scultura in argilla, Enzo Vezzani con intarsio ligneo. Opere delicate prodotte con pazienza, gusto e amore che possono gratificare l’occhio e lo spirito. Informazioni: www.comune.nago-torbole.tn.it.

PADERGNONE Mostre CASA CAVEAU VINO SANTO Apertura: fino a lunedì 22 dicembre 2025. Piazzetta del mercato. La Casa Caveau del Vino Santo è un luogo esperienziale e suggestivo, dove attraverso voci, suoni, immagini, profumi e gusto potrai incontrare il puro e pregiato “passito dei passiti”,il Vino Santo Trentino DOC, un vino dolce, accattivante, seducente, equilibrato, testimone di secoli di storia di questo territorio nel cuore delle Alpi. Info per visite e prenotazioni il mercoledì pomeriggio e il sabato tutto il giorno: cell. 353 403 7389, casacaveauvinosanto@gmail.com.

PERGINE VALSUGANA Mostre VIANDANTI - LOIS ANVIDALFARE Apertura: da sabato 27 giugno a sabato 31 ottobre. Castel Pergine. Una importante mostra di scultura, la 27a nella storia dell’arte in Castello: protagonista 2020 lo scultore sudtirolese Lois Anvidalfarei, di fama internazionale. Il titolo di questo grande progetto espositivo è “Viandanti”, perché le statue in bronzo e i gruppi scultorei sono figure viandanti che ostentano l’uomo in cammino sulla terra, popolando le aree tra le due cinte murarie e alcuni suggestivi spazi interni. Informazioni: 0461 531158, www.castelpergine.it.

PIEVE TESINO Mostre PERCORSO ESPOSITIVO Apertura: fino a venerdì 30 aprile 2021. I percorsi espositivi di Museo Casa De Gasperi e del Museo Per Via. A Pieve Tesino è aperto anche il Giardino d’Europa De Gasperi. Informazioni: tel. 0461.314247, 366.6341678, museo.fdg@degasperitn.it. Sito web: www.degasperitn.it/it/museo-de-gasperi.

PREDAZZO Mostre GHIACCIAI Apertura: fino a sabato 12 giugno 2021. Museo Geologico delle Dolomiti. Istantanee fotografiche raccontano il mondo dei ghiacciai in tutte le sue sfaccettature: dalle dinamiche naturali che lo man-

tengono in equilibrio alle attività scientifiche che permettono di monitorare il suo stato di salute; dalle avventurose esplorazioni tra i ghiacci, ai miti legati ai luoghi più inospitali dell’ambiente montano. Informazioni: https:// www.muse.it.

RIVA DEL GARDA Mostre IL SACRO E IL QUOTIDIANO. IL VILLAGGIO TARDOANTICO A SAN MARTINO AI CAMPI Apertura: fino a domenica 1 novembre 2020. MAG Museo Alto Garda. In posizione strategica lungo quelle che in antichità erano importanti vie di comunicazione, frequentato fin dalla protostoria, il sito di San Martino ai Campi è caratterizzato da significative strutture di età romana e medievale. Per celebrare i 50 anni dalla scoperta del sito avvenuta nel 1969, reperti e strutture di questo villaggio sono stati ricomposti in una narrazione del quotidiano che si scoprirà in frequente dialogo con il sacro. Informazioni: 0464 573869, info@ museoaltogarda.it. Mostre CATTURARE L’INVISIBILE. FRANCESCO MALACARNE E LA NASCITA DELLA FOTOGRAFIA SCIENTIFICA Apertura: da venerdì 3 luglio a domenica 8 novembre. Mag, Museo Alto Garda. Esposizione a cura di Anna Bedon (Università IUAV, Venezia), Matteo Rapanà (MAG). In collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento. Inaugurazione venerdì 3 luglio alle ore 19. www.museoaltogarda.it. Mostre A SENTIMENTAL LANDSCAPE. L’INVENZIONE DEL PAESAGGIO DA GOETHE IN POI Apertura: fino a domenica 8 novembre. Mag, Museo Alto Garda. In parallelo alla mostra temporanea “Il viaggio in Italia di Goethe. Omaggio a un paese che non è mai esistito” al Ferdinandeum di Innsbruck i Tiroler Landesmuseen presentano una selezione di opere dalle loro collezioni inserendosi in una riflessione sul paesaggio avviata dal MAG negli ultimi anni e aprendosi al confronto con le opere di artisti italiani contemporanei. 0464 573869, 0464 573869, info@ museoaltogarda.it, http://www. museoaltogarda.it. Mostre NON SOLO ORO Apertura: da venerdì 18 settembre a domenica 4 ottobre. Galleria Craffonara. Mostra personale. Orari 10 - 12 e 15.00 - 19.00 tutti i giorni. Informazioni: www.amicidellarteriva.it, telefono 331.1506246 .

ROVERETO Mostre LA PELLE DEL SOLDATO Apertura: fino a domenica 27 settembre 2020. Museo storico italiano della Guerra. Uniformi, corazze, elmi e maschere antigas dalla Prima guerra mondiale al Duemila”. Negli spazi del Castello di Rovereto riaperti al pubblico dopo un lungo restauro, il museo propone una mostra che racconta come, nei conflitti del Novecento, i soldati abbiano dovuto affrontare l’enorme potenziale distruttivo degli armamenti con ben pochi dispositivi di difesa e di protezione. Maggiori informazioni sul sito www.museodellaguerra.it . Mostre FILTRO AGENDA / MOSTRE ED ESPOSIZIONI GRAECIA CAPTA. DIARIO FOTOGRAFICO DI GIULIANO ZANDONATI Apertura: fino a mercoledì 30 settembre 2020. Museo storico italiano della Guerra. Il Museo presenta una selezione di immagini realizzate nel corso della Seconda guerra mondiale sul fronte greco da Giuliano Zandonati, capitano d’artiglieria del 9° reggimento artiglieria della divisione Brennero. Maggiori informazioni sul sito www.museodellaguerra.it. Mostre IRAQ: UNA FERITA APERTA / GILES DULEY PER EMERGENCY Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo Storico Italiano della Guerra. Una mostra curata da EMERGENCY e ospitata dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, in collaborazione con il Gruppo EMERGENCY Trento. Nel febbraio 2017 il fotografo inglese Giles Duley ha visitato l’ospedale di EMERGENCY a Erbil per mostrare al mondo cosa è successo a Mosul. ‘Iraq: una ferita aperta’ racconta la guerra vista da vicino, con gli occhi di chi la vive, attraverso quelli di chi la documenta. Informazioni: www. museodellaguerra.it. Mostre DINOSAURI IN CARNE ED OSSA Apertura: fino a domenica 27 settembre. Via delle Zigherane, Parco dell’ Ex Asilo Nido Manifattura di Rovereto. Dinosauri in Carne e Ossa, è nata da un progetto interamente italiano che unisce il lavoro di Scienza e Arte per per ricostruire l’aspetto in vita dei dominatori di un Mondo perduto, ed arriva a Rovereto con un’edizione speciale. A fianco delle spettacolari ricostruzioni a grandezza naturale dei dinosauri e degli altri animali preistorici che caratterizzano il format è presente una sezione multimediale a cura del Muse (Trento), dedicata alle orme fossili dei


trentinomostre Lavini di Marco, una testimonianza vecchia 200 milioni di anni del passaggio dei dinosauri in queste terre. Prenotazione e acquisto dei biglietti online obbligatori. Informazioni: didattica@paleoappi.it, 348 0580470. Mostre LE COLLEZIONI. L’INVENZIONE DEL MODERNO E L’IRRUZIONE DEL CONTEMPORANEO Apertura: fino a lunedì 31 maggio 2021. Mart - Corso Bettini. Con “Le Collezioni” il Mart attraversa oltre 150 anni di storia dell’arte italiana e internazionale. In un allestimento fortemente coerente con l’architettura di Mario Botta, vengono presentati i maggiori capolavori delle raccolte museali. Il Mart si conferma una grande macchina didattica i cui punti di forza sono il dialogo con il grande pubblico e la qualità della proposta culturale. Informazioni sulla modalità di visita nel sito mart.tn.it . Mostre CARLO BENVENUTO L’ORIGINALE Apertura: da sabato 27 giugno a domenica 18 ottobre. Mart. La personale che il Mart dedica a Carlo Benvenuto (Stresa, 1966) presenta una selezione di circa sessanta lavori realizzati dagli anni Novanta ad oggi: opere fotografiche, sculture e dipinti creano un unico grande componimento metafisico. Da un’idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Gianfranco Maraniello con Daniela Ferrari, Chiara Ianeselli. Ingresso libero. www.mart.tn.it. Mostre CIRCLED Apertura: fino a domenica 1 novembre. Mart. Marco Lodola (Dorno, 1955) porta al Mart una monumentale scenografia luminosa: ballerini, animali mitologici e altre sfavillanti figure alte sino a tre metri circondano la fontana nella piazza che dà accesso al museo. Informazioni: 0464 438887 800 397760, info@mart.trento.it. Mostre ARDENGO SOFFICI INCONTRO DI DANTE E BEATRICE Apertura: fino a domenica 20 settembre. Mart, Corso Bettini. In apertura delle celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri (1321-2021), il Mart rende omaggio al Sommo Poeta ospitando il dipinto di Ardengo Soffici Incontro di Dante e Beatrice (1906), proveniente da Casa Raphael - Palace Hotel di Roncegno Terme. Informazioni: http://www.mart.trento.it. Mostre AFTER MONET - IL PITTORIALISMO NELLE COLLEZIONI DEL MART Apertura: fino a domenica 22 novembre. Mart, Corso Bettini. A

cura di Denis Isaia. In continuità con l’esposizione permanente dedicata alle Collezioni, After Monet presenta una selezione di opere fotografiche appartenenti al patrimonio del Mart. Il Focus illustra un tema centrale nella storia dell’arte moderna e contemporanea: il rapporto dialettico tra la fotografia e la pittura. Informazioni: http://www. mart.trento.it. Mostre OMAGGIO A CLAUDIA GIAN FERRARI Apertura: fino a domenica 22 novembre. Mart, Corso Bettini. A cura di Daniela Ferrari con Francesca Velardita. A dieci anni dalla scomparsa, il Mart dedica un approfondimento a Claudia Gian Ferrari (1945-2010), storica e gallerista che è stata una figura di riferimento per la valorizzazione dell’arte italiana del XX secolo. Informazioni: http://www.mart. trento.it.

SABBIONARA D’AVIO Mostre CASTELLO DI AVIO Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. Castello di Avio. Da mercoledì a domenica, dalle ore 10 alle 18, sarà possibile prenotare la propria visita libera o guidata al maniero e ai raffinati e vivaci cicli di affreschi trecenteschi, che si possono ammirare nella Camera dell’Amore e nel Mastio e che regalano un autentico spaccato della vita cavalleresca dell’epoca contrapposto al trionfo dell’amor cortese. La prenotazione online è obbligatoria; per effettuarla accedere al sito www.ibenidelfai.it.

SAN MARTINO DI CASTROZZA Mostre OLTRE L’OBIETTIVO Apertura: da sabato 4 luglio a mercoledì 30 settembre. Centro visitatori Villa Welsperg. Il mondo nascosto della fotografia naturalistica. Informazioni: www. parcopan.org. Mostre NELLA FORESTA Apertura: da sabato 4 luglio a domenica 20 settembre. Centro visitatori Villa Welsperg. Mostra, alla ricerca dell’attimo fuggente. Informazioni: www. parcopan.org. Mostre MUSEO CONTADINO DEL VANOI Apertura: da sabato 4 luglio a domenica 6 settembre. Centro visitatori Villa Welsperg. Un percorso tra Val, Pradi, Bosc e Montagna, Casa del Sentiero Etnografico Ecomuseo del Vanoi a Caoria. Informazioni: www. parcopan.org.

Informazioni: Biblioteca Comunale di Borgo Valsugana Tel. 0461 754052 borgo.valsugana@biblio.infotn.it

COMUNE DI BORGO VALSUGANA

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UN PASO DOBLE, CON BOATO E TAMANINI A PALAZZO TRENTINI TORNANO LE RASSEGNE D’ARTE

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iparte a Palazzo Trentini, dopo la pausa estiva, la stagione delle mostre promosse dalla Presidenza del Consiglio provinciale. “Paso Doble” conferma una consuetudine consolidata e accosta in un ritmo binario i lavori di due artisti nostrani. Dal 4 settembre al 2 ottobre, le sale espositive di via Manci 27 a Trento si tingeranno dei colori delle tele dei due pittori affermati, Matteo Boato e Luigi Tamanini. Le linee materiche e strutturali delle case danzanti e dei cerchi di corpi di Boato si giustapporranno alle ambientazioni cromatiche e ai personaggi fantastici di Tamanini: mondi immaginari che si incontrano, traboccanti di colore e movimento, per raccontare emozioni che spesso vengono da lontano, suggestioni, ricordi, esperienze esistenziali. Due vite dedicate esclusivamente all’arte, quelle della coppia di espositori, che in diversa misura interpretano la fuga dallo stereotipo della modernità, alla ricerca di uno spazio interiore di pace, bellezza e colore. Matteo Boato propone in questa mostra la sua vibrante rappresentazione in olio su tela della città di Riga e i pastelli del ciclo del cerchio, che interpretano il cambiamento e l’evoluzione e coincidono con un suo periodo di grande libertà espressiva e interiore. Gli oli di Tamanini registrano invece con pennellate irregolari e impasti a tinte sgargianti i racconti dei personaggi immaginari e favolosi dell’infanzia, oppure traducono con parole e immagini spunti di attualità, rispondendo da un lato al bisogno dell’artista di ricongiungersi con il sé bambino e dall’altro a quello di essere testimone ed interprete dei fatti del mondo. “Passo doble” sarà visitabile - nel rispetto del protocollo sanitario anti-Covid19 - tutti i giorni (esclusi i festivi) a Palazzo Trentini, in Via Manci, 27 a Trento, sede del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento. Il sabato apertura dalle 8.30 alle 12.

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SAN MICHELE ALL’ADIGE Mostre PERCORSO ESPOSITIVO Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, Via Mach 2. Un ricco percorso espositivo con più di 12.000 oggetti esposti, tra i quali spiccano le grandi macchine ad acqua, mulino, fucina e segheria veneziana, il Museo si distingue per l’attenzione che dedica al sistema agrosilvopastorale della montagna trentina e alle lavorazioni artigiane di supporto al mondo contadino - legno, ferro, rame, ceramica, tessuti - fino alle testimonianze della religiosità, della musica e del folklore. Informazioni e modalità di visita nel sito museosanmichele.it.

SELLA GIUDICARIE Mostre THE PRIMACY OF PERCEPETION_UN ALTRO PAESAGGIO Apertura: da venerdì 7 agosto a domenica 13 settembre. Chiesa di San Barnaba. Esposizione di Giulia Dall’Olio Jacopo Mazzonelli, a cura di Jessica Bianchera in collaborazione con Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Informazioni: 349 386 5792, federicomazzonelli@yahoo.it.

STENICO Mostre #PROUDTOSHARE - LA NOSTRA BIOSFERA, IL NOSTRO FUTURO Apertura: da mercoledì 1 luglio a venerdì 30 ottobre. Castel Stenico. Proseguono le mostre dedicate alla salvaguardia dell’ambiente in particolare la mostra dedicata alla Riserva di Biosfera “Alpi Ledrensi e Judicaria”. www.buonconsiglio.it.

TENNO Mostre DEGLI ARTISTI. UNA CASA, MOLTEPLICI SGUARDI Apertura: da sabato 18 luglio a sabato 5 settembre. Casa degli Artisti Giacomo Vittone. Fin dalla sua nascita, nel 1967, la Casa ha ospitato artisti di diversa provenienza, dialogando con molteplici visioni dell’arte. Ora propone in mostra i linguaggi di pittori e scultori che nel corso del Novecento hanno gravitato intorno all’idea e alla visione fondativa della Casa, una comunità di artisti che fin dalle origini, più di cinquant’anni fa, ha dato forma a un sogno. Informazioni: 0464 502022, info@casartisti.it, www.casartisti.it.

TRENTO Mostre COSMO CARTOONS Apertura: fino a mercoledì 30 settembre 2020. Muse Museo delle Scienze. L’essere umano ha sempre guardato allo spazio con curiosità e ammirazione, timore e desiderio di conquista e la cultura pop continua a raccontare attraverso storie e immagini questi fantascientifici sogni a occhi aperti. In “Cosmo Cartoons. L’esplorazione dell’Universo tra scienza e cultura pop” un percorso fortemente immersivo racconta lo spazio con un attento equilibrio tra arte e scienza. La prenotazione dell’ingresso sarà obbligatoria (è necessario indicare data, orario e n° persone) per il MUSE. Chiamare il centralino 0461/270311 o scrivere agli indirizzi e-mail: museinfo@muse. it / prenotazioni@muse.it. Mostre CHIARA LUBICH CITTÀ MONDO Apertura: fino a lunedì 7 dicembre 2020. Fondazione Museo storico del Trentino. Le Gallerie di Piedicastello. Una mostra dedicata ad una donna - scomparsa a Rocca Di Papa (Rm) il 14 marzo del 2008, e di cui è in corso la causa di beatificazione - riconosciuta come una delle figure più influenti del Novecento in ambito spirituale, culturale, sociale e delle relazioni fra popoli, culture e religioni in virtù del suo impegno per il dialogo e la fratellanza universale. In parallelo all’esposizione presso le Gallerie, la mostra trova spazio ulteriore nelle sale di Palazzo Scopoli, a Tonadico, nel comune di Primiero San Martino di Castrozza (Tn). Un luogo dal valore altamente simbolico, dove nell’estate del ‘49 Chiara, trascorrendo un periodo di riposo con le sue compagne nelle valli trentine, riceve un insieme di illuminazioni sul carisma dell’unità e sul futuro del Movimento. Informazioni: 0461 230482, 0461 230482, info@museostorico.it. Mostre BEYOND THE PLASTIC Apertura: fino a mercoledì 30 settembre. Palazzo delle Albere. La collezione di 10 + 1 arazzi, realizzata dal maestro tessitore Giovanni Bonotto e curata da Chiara Casarin, intreccia la ricerca contemporanea di giovani e affermati artisti del panorama italiano con la visione creativa delle nuove tecniche di tessitura. A partire da resistenti filati ottenuti dalla lavorazione della plastica riciclata vengono realizzati grandi arazzi in cui progettualità artistica e cura del pianeta si fondono. Ingressi contingentati. Informazioni: 0461 270311, museinfo@muse.it.


trentinomostre Mostre SI COMBATTEVA QUI! ALPI, TEATRI DI BATTAGLIE 1940-45 Apertura: fino a domenica 13 settembre. Le Gallerie, Piazza di Piedicastello. Mostra fotografica di Alessio Franconi. Settanta scatti che ripercorrono paesaggi mozzafiato, luoghi abbandonati in posti tanto incredibili quanto inaccessibili, dove si sono combattute le battaglie dimenticate della Seconda guerra mondiale. Informazioni: www.museostorico.it. Mostre USAVAMO LA CINEPRESA: STORIE IN FORMATO RIDOTTO Apertura: fino a domenica 13 settembre. Le Gallerie, Piazza di Piedicastello. Un viaggio nel passato attraverso gli sguardi della gente comune. Immagini, oggetti, suoni del cinema amatoriale accompagnano il visitatore lungo la storia del Novecento. Informazioni: www.museostorico.it. Mostre L’INVENZIONE DEL COLPEVOLE Apertura: fino a martedì 15 settembre. Museo Diocesano Tridentino. Il ‘caso’ di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia. Il Museo Diocesano Tridentino propone una mostra dedicata a quella che si potrebbe oggi definire una clamorosa fake news del passato: il ‘caso’ di Simonino da Trento, un bambino presunta vittima di omicidio rituale ebraico, venerato per secoli come ‘martire’ innocente. Informazioni: museodiocesanotridentino.it. Mostre SPAZIO DE GASPERI Apertura: fino a mercoledì 31 dicembre 2025. Palazzo Thun, Via Belenzani. Un’esposizione permanente di oggetti originali, immagini e documenti relativi alla vita dello statista trentino Alcide De Gasperi donati dalla figlia Maria Romana De Gasperi. Dalle h. 9.00 alle h. 18.00, tutti i giorni, al piano terra di Palazzo Thun, in Via Belenzani 19 a Trento. Info: www. comune.trento.it. Mostre MANIMALI/HANDIMALS Apertura: da venerdì 19 giugno a domenica 11 ottobre. Muse Museo delle Scienze. Quadri a olio e grandi foto fine art. Quadri a olio e grandi foto fine art, i cui soggetti sono animali dipinti sulle mani dall’artista e body painter Guido Daniele. Informazioni e prevendite: 0461 270311, museinfo@muse.it, www.muse.it. Mostre WE PLANET. CENTO GLOBI PER UN FUTURO SOSTENIBILE Apertura: fino a domenica 20 settembre. Palazzo delle Albere.

100 ARTISTI INTERPRETANO IL PIANETA IN UNA ESPOSIZIONE D’ARTE E DESIGN OPEN AIR. LA RINASCITA DEL PAESE ITALIA. Per inaugurare il viaggio WePlanet taglia il nastro della prima tappa al MUSE - Museo delle Scienze di Trento. I primi Globi artistici già realizzati e adottati da importanti mecenati, saranno esposti nell’area verde open air e all’interno del Palazzo delle Albere sarà possibile per i visitatori conoscere da vicino, attraverso immagini e video, il grande progetto sulla sostenibilità che vede Trento coinvolta insieme alle più importanti realtà territoriali del Paese. www.muse.it. Mostre UFFIZI IN PASSEIER Apertura: fino a domenica 1 novembre. Fondazione museo storico del Trentino, gallerie Piedicastello. Chi protegge l’arte in guerra? Mostra curata e prodotta dal Museo Passiria e riallestita presso Le Gallerie nell’ambito del programma di collaborazione istituzionale tra i due Musei. Un interessante percorso, visitabile fino al 1° novembre 2020, che racconta la vicenda delle importanti opere d’arte fiorentine custodite in un deposito in Alto Adige durante la seconda guerra mondiale. Informazioni: 0461 230482, info@ museostorico.it. Mostre FEDE GALIZIA (1587 - 1630) Apertura: da venerdì 3 luglio a domenica 25 ottobre. Castello del Buonconsiglio. Non sono molte le donne pittrici che hanno lasciato un segno nella storia dell’arte ma tra la metà del Cinquecento e la metà del Seicento alcune raggiunsero fama e successo. Tra queste Fede Galizia a cui il Castello dedica una mostra. Orario: 10.00-18.00. Lunedì chiuso. Aperture straordinarie: tutti i lunedì dal 13 luglio al 7 settembre 2020. | Info: 0461 233770, www.buonconsiglio.it. Mostre REVIVAL Apertura: fino a mercoledì 30 settembre. Studio d’arte Raffaelli. Torna in mostra allo Studio d’Arte Raffaelli il gruppo dei Nuovi Futuristi costituito da Gianantonio Abate, Innocente, Marco Lodola, Plumcake (Cella, Pallotta, Ragni) e Umberto Postal con un allestimento che ripercorre le estetiche degli anni Ottanta e Novanta attraverso le opere dei cinque artisti. Informazioni: 0461.982595, info@ studioraffaelli.com, www.studioraffaelli.com. Mostre ALBINO ROSSI - DENTRO LA NATURA Apertura: da giovedì 20 agosto a sabato 19 settembre. Palazzo Roccabruna. La mostra presenta 60 opere di Albino Rossi (Cles, Val di Sole 1953), l’artista che ha realizzato il manifesto del 68. Trento

“GIALLOLIMONE”: LOME STRIKES AGAIN!

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ll’Hotel Caravel di Limone sul Garda Lome propone la sua nuova, entusiasmante mostra: si intitola “GialloLimone” e rimarrà aperta fino al primo ottobre. Saranno esposte più di 40 opere selezionate tra olii su carta cotone, tele, sculture e stendardi di Lome, all’anagrafe Lorenzo Menguzzato, e vedrà la luce per volontà della proprietà Fedrici e del direttore Salvatore Chidichimo una risposta nuova e fresca e positiva al momento. L’e s p o s i z i o n e vuole essere una risposta post covid alla vita che prosegue. Visioni fatte di poesia, colore e una sana “necessità di relazione” come ha scritto bene qualche anno fa Fabio Cavallucci nel libro catalogo i “Colori della Poesia” per la mostra al Museo di Santa Caterina a Treviso. info@boscodeipoeti.it

Film Festival. Mostra e catalogo a cura di Patrizia Buonanno (Studio Buonanno Arte Contemporanea) e Roberto Festi. Progetto di allestimento di Roberto Festi. Informazioni: 0461/ 986120, info@ trentofestival.it, https://trentofestival.it/edizione-2020. Mostre NEOREALISMO ITALIANO NEL CINEMA GEORGIANO Apertura: da giovedì 27 agosto a mercoledì 2 settembre. Piazza Fiera. Mostra all’interno della 68^ Edizione Trento Film Festival. Informazioni: 0461/ 986120, info@trentofestival.it, https://trentofestival. it/edizione-2020. Mostre GUARDA CHE SCIENZA! Apertura: da martedì 1 a venerdì 25 settembre. Spazio FoyEr, Via Galilei, 26. Viaggio fotografico nella ricerca FBK. Fotografie di Matteo De Stefano. A cura di Matteo De Stefano e Matteo Serra. Informazioni: https://cittadiniperlascienza.com. Mostre PASO DOBLE Apertura: da venerdì 4 settembre a martedì 6 ottobre. Palazzo Trentini. Esposizione di Matteo Boato con L. Tamanini. Informazioni: www. matteoboato.net.

VAL DI SELLA Mostre ARTE SELLA - PERCORSI ESPOSITIVI Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. Arte Sella - Area di Malga Costa: l’Area di Malga Costa offre al visitatore la possibilità di immergersi in un ampio parco alla scoperta delle opere monumentali di Arte Sella. Giardino di Villa Strobele: è il luogo in cui, nel 1986, è nata Arte Sella. Dall’autunno 2016 il giardino della villa è visitabile e ospita opere realizzate da architetti di fama internazionale. Ulteriori informazioni e orari di apertura: www.artesella.it.

VIGO DI FASSA Mostre PERCORSO ESPOSITIVO Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. Il percorso espositivo del Museo Ladino. Informazioni: www. istladin.net.

VILLALAGARINA Mostre MAPPING Apertura: da sabato 25 luglio a domenica 27 settembre. Palazzo Libera. Personale di Julien Friedler a cura di Dominique Stella e Carlo Silvestrin. Produzione Cd Studio d’Arte - Galleria. ORARIO venerdì, sabato, domenica, festivi 10:00-18:00. www.comune.villalagarina.tn.it.

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trentinoappuntamenti 1 MARTEDÌ Cultura 68° TRENTO FILM FESTIVAL Trento. Il Trento Film Festival per la prima volta prevede la presentazione del ricco programma cinematografico non solo in città e in altri centri della provincia (con modalità in via di definizione, in base all’aggiornamento delle normative) ma anche in streaming in tutta Italia. Sono quasi cento i film in programma, tra oltre 600 iscritti, di cui 26 in anteprima mondiale e 37 in anteprima italiana. Informazioni e programma completo su www.trentofestival.it.

DAL MITO GUCCINI A ORIENTE OCCIDENTE

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e suggestioni delle ballate di Francesco Guccini (che per qualcuno sarà presente per ritirare una targa speciale per i suoi ottant’anni), si vivranno,

proposte dai suoi “Musici”, all’Arena Drive-In, alle Lochere di Caldonazzo. I

Musici di Guccini

suoneranno sabato 19 settembre con la scaletta live studiata per il progetto formato dai musicisti storici del Maestrone modenese che si propone di dare continuità a un patrimonio artistico e poetico immenso per la musica d’autore italiana. Sarà Maria

Antonietta la protagonista

dell’anteprima della rassegna “Generazioni” il 6 settembre, alle 14.30, al Rifugio Malga Sauch di Giovo, in val di Cembra. La kermesse torna in presenza per riannodare i legami con i territori e offrire occasioni di crescita culturale.

Quello del festival Oriente

Occidente è

sicuramente un traguardo importante e, nonostante le difficoltà che stanno segnando l’intera comunità, anche in questo 2020 presenta un articolato programma di spettacoli rigorosamente in presenza, nel rispetto di tutti i protocolli imposti dalla pandemia. In contesti e location diverse, dal 3 al 12 settembre ciò che vedremo in scena sarà una riflessione sul binomio corpo politico/ corpo poetico e un’interrogazione sui nostri limiti che condizionano inevitabilmente abitudini, modo di lavorare e la nostra relazione con l’altro. 100

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Cultura TEATRO SCIENZA - APE RINA Rumo. Ore 14. Loc. Palù. Iniziative di animazione. Informazioni e programma completo su: www. visitvaldinon.it. Cultura MIA SCONOSCIUTA Levico Terme. Ore 17.30. Parco delle Terme. LIbro di Marco Albino Ferrari, Ponte delle Grazie. Roberta Bonazza dialoga con l’autore. Evento all’interno di Trento Film Festival. Info e programma su: www.visitvalsugana.it. Cultura COME UN CARILLON Trento. Ore 21.30 e ore 22.30. Piazza Duomo. La storia della piazza cittadina di Trento viene ripercorsa a ritroso, raccontando le svolte della storia attraverso la voce di chi c’era, pur essendo “nessuno”.Testo Giuseppe Calliari / voce Andrea Castelli. Informazioni complete: www.centrosantachiara.it. Cultura MALINVERNO Rovereto. Ore 18.30. Cortile del Museo Storico Italiano della Guerra, Via Castelbarco 7. n occasione del festival “La grande invasione a Rovereto”, presentazione del libro di Domenico Dara (Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2020). Presentazione a cura di Libreria Arcadia. Sarà presente l’autore. Informazioni complete e prenotazioni: www.museodellaguerra.it. Cultura LA GANG DEL PENSIERO Rovereto. Ore 18.30. Cortile del Museo Storico Italiano della Guerra, Via Castelbarco 7. n occasione del festival “La grande invasione a Rovereto”, presentazione del libro di Tibor Fischer (Marcos y Marcos). Presentazione a cura di Libreria Arcadia. Sarà presente l’autore. Informazioni complete e prenotazioni: www.museodellaguerra.it. Musica FIORENZO ZENI QUARTET Trento. Ore 21. Al Porteghet Wine Bar, Piazzetta Nicolò Rasmo 3. Concerto con: Fiorenzo Zeni, sax / Michele Giro, pianoforte / Marco Stagni, contrabbasso / Michele Burchio, batteria. Informazio-

Maria Antonietta

ni: www.trentinojazz.com/page/ jazzwine2020.html. Musica STEF GIORDI & CONNECTED Villa Lagarina. Ore 21. Cortile Palazzo Libera. Concerto con: Stefano Giordani, chitarra / Roberto Zecchinelli, basso elettrico / Matteo Giordani, batteria. Info e prenotazioni: Whatsapp n. 351.6399729, produzione@scuolanovak.it, al botteghino, il giorno del concerto, dalle ore 20.00, www.trentinojazz. com/page/lagarina2020.html. Musica CONCERTO APERITIVO DI APERTURA DEL LAGARINA JAZZ FESTIVAL 2020 Isera. Ore 18. Montura Bistrò, Montura Alp Station, Loc. Le Fosse 2. Concerto con Mirko Vezzani, pianoforte e Margherita Raffaelli voce. Ingresso gratuito / Info e prenotazioni: Whatsapp n. 351.6399729, produzione@scuolanovak.it, www.trentinojazz.com/ page/lagarina2020.html.

2 MERCOLEDÌ Cultura L’ULTIMA PASSEGGIATA SULLA LUNA Pergine Valsugana. Ore 21. Castel Pergine, Via al Castello 10. Rassegna “Tra le mura”. Evento di e con Stefano Oss - Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento / musiche composte ed eseguite dal vivo da Enrico Merlin / produzione Compagnia Arditodesìo. Si consiglia la prenotazione a biglietteria@teatrodipergine.it o l’acquista online. Cultura 68° TRENTO FILM FESTIVAL Trento. Il Trento Film Festival per la prima volta prevede la presentazione del ricco programma cinematografico non solo in città e in altri centri della provincia (con modalità in via di definizione, in base all’aggiornamento delle normative) ma anche in streaming in tutta Italia. Sono quasi cento i film in programma, tra oltre 600 iscritti, di cui 26 in anteprima mondiale e 37 in anteprima italiana. Informazioni e programma completo su www.trentofestival.it. Cultura L’ULTIMA PASSEGGIATA SULLA LUNA Pergine Valsugana. Ore 21. Castel Pergine. Rassegna “Tra le mura”. Spettacolo di e con Stefano Oss - Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento / musiche composte ed eseguite dal vivo da Enrico Merlin / produzione Compagnia Arditodesìo. Le incredibili avventure delle missioni Apollo e dell’astronauta Eugene (“Gene”) Cernan, l’ultimo uomo a camminare sulla luna. Informazioni / Acquisto online: www.teatrodipergine.it, www. fondazionecastelpergine.eu.


trentinoappuntamenti Cultura IL MIO STILE E PROGETTO PRINCIPESSA ISABELLA Rovereto. ore 09.30 e 11.00. Giardino di Sant’Osvaldo. Osvaldo 2020 Dentro e Fuori - spettacoli e incontri a cui si affiancano mostre e installazioni - A metà strada tra un festival e la quotidianità di un quartiere. entrata gratuita con prenotazione obbligatoria. Informazioni: posta@cineforumrovereto.it, www.cineforumrovereto.it. Cultura ROTTA ALPINA Levico Terme. Ore 17.30. Parco delle Terme. ATTRAVERSANDO LA “ROTTA ALPINA”: STORIE DI CONFINI E MIGRAZIONI TRA ITALIA E FRANCIA. Conversazione con Maurizio Pagliassotti, autore di ANCORA DODICI CHILOMETRI, Bollati Boringhieri e Roberto Keller, editore di PASSEUR di Raphaël Krafft. Modera l’incontro Marzia Bona, ricercatrice Eurac per il progetto MATILDE, che valuta l’impatto delle migrazioni nelle regioni rurali e montane d’Europa. Evento all’interno di Trento Film Festival. www.visitvalsugana.it. Cultura COME UN CARILLON Trento. Ore 21.30 e ore 22.30. Piazza Duomo. La storia della piazza cittadina di Trento viene ripercorsa a ritroso, raccontando le svolte della storia attraverso la voce di chi c’era, pur essendo “nessuno”.Testo Giuseppe Calliari / voce Andrea Castelli. Informazioni complete: www.centrosantachiara.it. Cultura QUANDO NASCE UN PAPÀ Rovereto. Ore 19. Smart Lab, Viale Trento 47/49. Incontri per i papà in attesa e neopapà. Informazioni: www.comune.rovereto.tn.it. Famiglia UOMINI ORSI E LUPI Viote Monte Bondone. ore 15. Giardino Botanico Alpino. Laboratorio per conoscere la storia dei grandi carnivori in Trentino, con mate- riali,repertieattivitàpr atichelegateal monitoraggio. Per famiglie con bambi- ni/e età 6+. www.muse.it. Musica SNARKY PUPPY Trento. Ore 21.30. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Concerto degli SNARKY PUPPY. Informazioni e biglietti: https://www.centrosantachiara.it. Musica DUO GRAZIANO KINZELMAN Villa Lagarina. Ore 21. Cortile Palazzo Libera. Concerto con: Simone Graziano, pianoforte / Dan Kinzelman, sax tenore. Info e prenotazioni: Whatsapp n. 351.6399729, produzione@scuolanovak.it, al botteghino, il giorno del concerto, dalle ore 20.00,

www.trentinojazz.com/page/lagarina2020.html. Per i più piccoli JACK E IL FAGIOLINO MAGICO Trento. Ore 17.30. Giardino Sol enicyn (ex Parco S. Chiara). Uno spettacolo de I Teatri Soffiati & Finisterrae Teatri. Ingresso gratuito previa prenotazione obbligatoria al n. verde 800 013952 (da lunedì a venerdì dalle 14 alle 18). Informazioni complete: https://www. centrosantachiara.it. Per i più piccoli LETTURE ANIMATE PER BAMBINI Rovereto. Ore 18. Cortile Urbano, Via Roma. Letture animate con musica dal vivo. A cura Associazione Clochart. Ingresso gratuito / info n. 0464.452253-256, turismo@ comune.rovereto.tn.it, www.comune.rovereto.tn.it.

3 GIOVEDÌ Danza CENTAUR Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Prima assoluta / Coproduzione Oriente Occidente Dance Festival. Danish Dance Theatre. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Danza UN PEEP SHOW PER CENERENTOLA Rovereto. Ore 20.30 e ore 21.30. Via Roma. Teatro La Ribalta. Anteprima / Coproduzione Oriente Occidente Dance Festival.Testo e regia Antonio Viganò / Collaborazione artistica Paola Guerra e Paolo Grossi. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza BALLETTO CIVILE: MAD MUSEO ANTROPOLOGICO DEL DANZATORE Rovereto. ore 10.30 e 17.30. Via Roma. Prima nazionale / Creazione site specific / Coproduzione Oriente Occidente Dance Festival. Ideazione Michela Lucenti / Collaborazione creativa Maurizio Camilli, Emanuela Serra, Alessandro Pallecchi. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Musica STEFANO BEDETTI TRIO Rovereto. Ore 21. Circolo Operaio Santa Maria, Via Santa Maria 18. Concerto con: Stefano Bedetti, sax tenore / Stefano Senni, contrabbasso / Alessandro Paternesi, batteria. Per l’occasione la presentazione di “Vini Vulcanici” a cura di Proposta Vini. Informazioni: www.trentinojazz.com/page/ jazzwine2020.html. Per i più piccoli GHIACCIAI, GIGANTI FERITI Predazzo. ore 10.30 e 17.00. Museo geologico delle Dolomiti. Laboratori per famiglie con bambini

età 6+. Un percorso interattivo alla scoperta dei ghiacciai, misteriosi testimoni del passato e preziosi indicatori climatici. Informazioni: museo.predazzo@muse.it, www.muse.it. Teatro IL SEGRETO DEGLI ALBERI Vigolo Vattaro. ore 06 e ore 18. Loc. Valleselle. Rassegna “Al riparo degli alberi”. Ideazione e organizzazione di Finisterrae Teatri. Un teatro vegetale per piccole storie. Una rassegna di piccoli racconti da ascoltare in sicurezza all’aria aperta, immersi nei bellissimi boschi, parchi e sentieri dell’Altopiano della Vigolana, da scoprire e riscoprire, di giorno, al tramonto e all’alba, sotto nuova luce. Per bambini e adulti. Informazioni e dettagli: http://www.ftteatri.it.

4 VENERDÌ Cultura IL SUONO DEL MATTINO PAROLE E SUONI IN BADIA Trento. ore 06.30 e 07.30. Badia di San Lorenzo, Tempio Civico. L’invito è di alzarsi presto al mattino per recarsi nella splendida Abbazia di San Lorenzo e ricevere un piccolo regalo prima di iniziare la giornata. Un’attrice o un attore insieme ad un/a musicista ci offrono un momento di silenzio e ascolto, tra parole e suoni che possiamo poi portarci nel proseguo del giorno. ÑANDUTì - La tela del ragno, parole: Veronica Risatti (voce), suoni: Sara Giovinazzi (voce, percussioni). Testi e musiche da repertorio tradizionale. Cultura STORIE DEGNE DI NOTE Mori. Ore 18. Biblioteca pubblica comunale. Letture narrativo-musicali alla riscoperta di un grande classico della letteratura: “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne, con l’artista Riccardo Rea, con la collaborazione di Ginguruberu compagnia cantante, Compagnia teatrale Alense, Maestro di musica lrio Zenatti. Ingresso libero. Informazioni: 0464/916258, cultura@comune.mori.tn.it, www. comune.mori.tn.it. Cultura EZIO MAURO: LIBERI DAL MALE Rovereto. Ore 18.30. Sala Filarmonica, Corso Rosmini. Incontro con Ezio Mauro. Modera Alberto Faustini, direttore del quotidiano L’Adige. Ingresso gratuito. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Danza CENTAUR Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Prima assoluta / Coproduzione Oriente Occidente Dance Festival. Danish Dance Theatre. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it.

Danza UN PEEP SHOW PER CENERENTOLA Rovereto. Ore 20.30 e ore 21.30. Via Roma. Teatro La Ribalta. Anteprima / Coproduzione Oriente Occidente Dance Festival.Testo e regia Antonio Viganò / Collaborazione artistica Paola Guerra e Paolo Grossi. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza BALLETTO CIVILE: MAD MUSEO ANTROPOLOGICO DEL DANZATORE Rovereto. ore 10.30 e 17.30. Via Roma. Prima nazionale / Creazione site specific / Coproduzione Oriente Occidente Dance Festival. Ideazione Michela Lucenti / Collaborazione creativa Maurizio Camilli, Emanuela Serra, Alessandro Pallecchi. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Enogastronomia FESTIVAL DEI SAPORI AUTUNNALI: UVA, MAIS E CEREALI Levico Terme. Centro storico. Info e programma su: www.visitvalsugana.it. Famiglia A TU PER TU CON LE STELLE Viote Monte Bondone. Ore 21. Terrazza delle Stelle. Grazie ai telescopi dell’osservatorio si parte per un meraviglioso viaggio nel Cosmo tra costellazioni e pianeti, galassie e nebulose. www.muse.it. Famiglia A PESCA NEL MARE DEL TRIASSICO Predazzo. ore 10.30 e 16.30. Museo geologico delle Dolomiti. Laboratorio itinerante. Informazioni: museo.predazzo@muse.it, www.muse.it. Musica TIL CAGE FLUTE QUINTET Isera. Ore 21. Giardino Casa del Vino. Concerto con: Giulio Visibelli, Carlo Nicita, Emilio Galante, flauti / Luca Gusella, vibrafono Tito Mangialaio, contrabbasso. Info e prenotazioni: Whatsapp n. 351.6399729, produzione@scuolanovak.it, al botteghino, il giorno del concerto, dalle ore 20.00, www.trentinojazz.com/page/lagarina2020.html. Teatro ragazzi TEATRO PER CASO: ALL’ARREM...BARABAM!! Nago. Ore 18. Piazzola. Due buffe piratesse viaggiano per mare senza una meta precisa. Si sono perse nella nebbia... Gira di qua, svolta di là, casualmente approdano sull’isola del sanguinario fantasma del pirata Barbanera e decidono di trafugare il suo preziosissimo tesoro. Ce la faranno? Sono così maldestre e scombinate che potrebbero riuscirci! Informazioni: www.comune.nago-torbole.tn.it.

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trentinoappuntamenti Tradizione RALLYE DI SAN MARTINO San Martino di Castrozza . Si svolgerà dal 4 al 5 settembre, con partenza e arrivo a San Martino di Castrozza, il mitico Rallye Internazionale di San Martino di Castrozza e Primiero, secondo appuntamento del Campionato Italiano WRC. Per questa edizione l’organizzazione ha rivisto tutto il percorso per evitare assembramenti e tutelare piloti, navigatori, team, tifosi e turisti: saranno 3 le prove speciali da ripetere due volte: Passo Manghen, Val Malene e Gobbera, con partenza del rallye storico in coda al moderno. www. sanmartino.com.

5 SABATO Cultura TISANE MANIA Viote Monte Bondone. ore 11. Giardino Botanico Alpino. Alla scoperta di tutte le proprietà delle piante officinali attraverso una degu- stazione guidata di infusi. Alle 11 vi-sita alle aiuole delle piante medicinali e velenose. www.muse.it. Cultura LE BAMBINACCE LevicoTerme. Ore 18. Parco delle Terme, Anfiteatro naturale. Libro di Marco Rossari e Veronica Raimo (Feltrinelli, 2019). Reading poetico e accompagnamento musicale del chitarrista Marco Bolfelli. www.visitvalsugana.it, info@visitvalsugana.it. Cultura TUTTE LE VOCI DEL BOSCO Folgaria. Ore 17.30. Maso Spilzi, Fienile di Maso Spilzi. I giorni del taglio del bosco sono l’occasione che riunisce gli abitanti di una piccola comunità, quando ognuno viene a dare una mano: vecchi riti ed il profumo della terra dopo la pioggia. Ospite: Sandro Campani, I passi nel bosco, Einaudi. Informazioni: 0464 1982040, info@ comune.folgaria.tn.it. Cultura HESPEROS PIANO TRIO Mezzano di Primiero. Ore 21. Centro Civico. Formazione cameristica di grande prestigio, l’Hèsperos Piano Trio, formato da Filippo Lama al violino, Stefano Guarino al violoncello e Riccardo Zadra al pianoforte. Ingresso gratuito. Informazioni: 3497397917, info@ mezzanoromantica.it, www.mezzanoromantica.it. Cultura FABRIZIO MARONTA: TERRA! Rovereto. ore 11. Sala Conferenze del Mart, Corso Bettini. Emergenza ambientale e Covid 19: una prospettiva geopolitica. Ingresso gratuito. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it.

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Cultura LONARDO CAFFO: DOPO IL COVID 19: ESTINGUERSI O CAMBIARE Rovereto. ore 11. Sala Conferenze del Mart, Corso Bettini. Interrogarsi su ciò che verrà dopo l’emergenza Covid-19 è necessario, tanto quanto rimanere lucidi su ciò che accade nel pieno della pandemia e sulla “normalità” dalla quale ci siamo allontanati. Ingresso gratuito. Info: www.orienteoccidente.it. Danza IVONA: GIANNI-PASQUALE Rovereto. ore 17.00 - 18.00 19.00 . Piazza del Mart, Corso Bettini. Coreografia Pablo Girolami / Compagnia IVONA / Danzatori GiacomoTodeschi o Pablo Girolami / Durata 15’. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza BALLETTO CIVILE: MAD MUSEO ANTROPOLOGICO DEL DANZATORE Trento. Ore 20.30. Piazza Piedicastello. Prima nazionale / Creazione site specific / Coproduzione Oriente Occidente Dance Festival. Ideazione Michela Lucenti. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Danza LUNA CENERE: GENEALOGIA_ TIME SPECIFIC Rovereto. Ore 19. Campana dei Caduti, Colle Miravalle. Prima assoluta / Creazione site specific / Coprodouzione Oriente Occidente. Coreografia Luna Cenere. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Enogastronomia FESTIVAL DEI SAPORI AUTUNNALI: UVA, MAIS E CEREALI Levico Terme. Centro storico. Info e programma su: www.visitvalsugana.it. Famiglia GEOLOGO PER UN GIORNO Predazzo. ore 10.30 e 16.30. Museo geologico delle Dolomiti. Una camminata nei dintorni di Predazzo osservando gli edifici ed il territorio circostante per scoprire le testimonianze della storia geologica dolomitica. Informazioni: museo. predazzo@muse.it, www.muse.it. Musica NOMADI Caldonazzo. Ore 21. Loc. Lochere. I Nomadi tornano alle Lochere di Caldonazzo... dopo il battesimo del 1993 e altre date a seguire.... il gruppo piu’ longevo d’Italia torna a fare visita alla Valsugana e a tutti gli amici che hanno nel cuore le loro canzoni. www.nomadi.it. Per i più piccoli FIABE AL FORTE Riva del Garda. Ore 17. Forte Garda. Un progetto proposto da

Il Teatro delle Quisquilie. Si può parlare ai bambini di guerra, in un luogo che è stato scenario di guerra? Certo che sì, basta farlo con parole adatte... Informazioni: www.trentinograndeguerra.it.

so e accurato per dichiarare l’amore all’artista scomparso e non al pubblico presente. Ingresso libero. Informazioni: 0464/916258, cultura@comune.mori.tn.it, www. comune.mori.tn.it.

Per i più piccoli LE NOTTI DI SAN MICHELE 2020. FESTIVAL DEI BURATTINI IN MUSICA San Michele all’Adige. Ore 20. MUSEO DEGLI USI E COSTUMI DELLA GENTE TRENTINA. Alle ore 20.00 visita guidata al Museo, ore 21.00 spettacolo Bottega Buffa CircoVacanti presenta “Il gatto con gli stivali”. Informazioni: info@ museosanmichele.it, www.museosanmichele.it.

Tradizione RALLYE DI SAN MARTINO San Martino di Castrozza . Si svolgerà dal 4 al 5 settembre, con partenza e arrivo a San Martino di Castrozza, il mitico Rallye Internazionale di San Martino di Castrozza e Primiero, secondo appuntamento del Campionato Italiano WRC. Per questa edizione l’organizzazione ha rivisto tutto il percorso per evitare assembramenti e tutelare piloti, navigatori, team, tifosi e turisti: saranno 3 le prove speciali da ripetere due volte: Passo Manghen, Val Malene e Gobbera. www.sanmartino.com

Teatro ARKADI ZAIDES: TALOS Rovereto. Ore 20.30. Teatro Cartiera, Via alla Cartiera. Ideazione e direzione Arkadi Zaides. Fare del teatro, dell’arte, un viatico per la comprensione del mondo è ciò che spinge Arkadi Zaides a salire sul palcoscenico, a denunciare, a farsi attivista per i diritti umani. Di ritorno a Rovereto a cinque anni di distanza dal suo ‘politico’ e documentaristico assolo Archive, presenta al Festival Talos. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Teatro FAR FINTA DI ESSERE GABER Mori. Ore 21. Piazza Cal di Ponte. Associazione Clochart. di e con Michele Comite e Michele Amadori. Non il solito e ripetitivo concerto, bensì un vero omaggio all’artista, dal punto di vista artistico ma soprattutto umano. Un recital inten-

6 DOMENICA Cultura MARIA ANTONIETTA Giovo. ore 14.30. Malga Sauch. Torna in presenza la rassegna Generazioni 2020. Incontro con Maria Antonietta, al secolo Letizia Cesarini, cantautrice innamorata del regno animale e vegetale e appassionata di studi di genere, arte medievale, poesia e teologia. In caso di maltempo l’incontro si terrà nella stessa giornata alle ore 18.00 al Centro Giovani di Salorno, Via Asilo 10, 39040 Salorno (BZ). L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul canale Youtube @Generazioni. Ingresso gratuito con posti limitati. Prenotazione obbligatoria. https://www.generazioni.online.


trentinoappuntamenti Danza ENTRE NOUS... Rovereto. Ore 18 e 22. Progetto Manifattura. A dispetto del loro nome, e del titolo dello spettacolo che propongono a Rovereto, Tra di noi..., il Cirque Entre Nous conquista chi guarda, coinvolge lo spettatore nel calore umano e nella vertigine. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza PEEP SHOW NON OMOLOGATO Rovereto. ore 17.00 - 18.00 19.00. Piazza del Mart, Corso Bettini. Balletto Civile. Ideazione e coreografia Michela Lucenti. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Danza LA VERONAL: SONOMA Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai, Corso Bettini. Prima assoluta / Coproduzione Oriente Occidente Dance Festival. Ideazione e direzione artistica Marcos Morau. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Enogastronomia DEGUSTAZIONI ALPINE Viote Monte Bondone. ore 11. Giardino Botanico Alpino. In tavola tutti gli ingredienti per fare un buon pane: cereali, semi, lieviti e acque diverse da degustare. Visita guidata alle aiuole delle piante selvatiche commestibili alle ore 11. www.muse.it. Enogastronomia FESTIVAL DEI SAPORI AUTUNNALI: UVA, MAIS E CEREALI Levico Terme. Centro storico. Info e programma su: www.visitvalsugana.it. Famiglia GEOLOGO PER UN GIORNO Predazzo. ore 10.30 e 17. Museo geologico delle Dolomiti. Informazioni: museo.predazzo@muse.it, www.muse.it. Per i più piccoli FIABE AL FORTE Trento. Ore 17. Forte Cadine. Un progetto proposto da Il Teatro delle Quisquilie. Si può parlare ai bambini di guerra, in un luogo che è stato scenario di guerra? Certo che sì, basta farlo con parole adatte... Informazioni: www.trentinograndeguerra.it.

7 LUNEDÌ Cultura ARCHEOLAB AL DOSS ZELOR Cavalese. Ore 10. Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme. Visita al sito archeologico del Doss Zelor con simpatico laboratorio per riscoprire come vivevano gli antichi abitanti della valle di Fiemme. Informazioni: 0462 340812, palazzo@mcfiemme.eu, www. mcfiemme.eu.

Danza LA VERONAL: SONOMA Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai, Corso Bettini. Prima assoluta / Coproduzione Oriente Occidente Dance Festival. Ideazione e direzione artistica Marcos Morau. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it.

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8 MARTEDÌ Cultura GIORGIO CUSCITO: LA CINA DI XI ALLA PROVA DEL CORONAVIRUS Rovereto. Ore 18. Sala Conferenze del Mart, Corso Bettini. Ingresso gratuito. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza PERSPECTIVA. VEDERE ATTRAVERSO Rovereto. Ore 18. San Giorgio. Ideazione Martina Dal Brollo, Silvia Dezulian e Filippo Porro. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Danza PERSPECTIVA. VEDERE ATTRAVERSO Rovereto. Ore 19. Sacco. Ideazione Martina Dal Brollo, Silvia Dezulian e Filippo Porro. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza NATISCALZI DT: GABRIEL Rovereto. ore 17.00 - 18.00 19.00 . Piazza del Mart. Coreografia Tommaso Monza / Compagnia Natiscalzi DT con la collaborazione artistica di Claudia Rossi Valli. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it.

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trentinoappuntamenti zo / Danza Annamaria Ajmone, Jari Boldrini, Sara Sguotti, Kenji Paisley-Hortensia, Cristina Kristal Rizzo. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Musica DIEGO BOROTTI NU4TET Trento. Ore 21. Al Porteghet Wine Bar, Piazzetta Nicolò Rasmo 3. Concerto con: Diego Borotti, saxofoni, EWI, composizione, direzione / Fabio Gorlier, pianoforte, tastiere / Davide Liberti, contrabbasso, basso elettrico / Mattia Barbieri, batteria, elettronica. Informazioni: www.trentinojazz.com/page/ jazzwine2020.html. Musica VINICIO CAPOSSELA PANDEMONIUM TOUR Arco. Ore 21. Castello di Arco. Concerto di Vinicio Capossela organizzato da Sideout e Fiabamusic con la collaborazione del Comune di Arco e della Cassa Rurale Alto Garda. Informazioni: www.comune.arco.tn.it e biblioteca.comune. arco.tn.it. Per i più piccoli AL RIPARO DAGLI ALBERI Centa San Nicolò. Ore 16.30. Parco dei Castagni. Rassegna di piccole storie gli alberi, in cui l’incontro tra narratore e spettatori si arricchisce di un gioco di nascondimenti e svelamenti. Raccontiamo tra gli alberi, respirando i loro profumi, al riparo dei loro fusti, non creando distanze, ma riempiendo le distanze con la presenza della natura. “Come una vela in mezzo al verde mare”. www.vigolana.com. Teatro COME UNA VELA IN MEZZO AL VERDE MARE Centa S. Nicolò. Ore 16.30. Castagni di Centa San Nicolò - fraz. Uezi. Rassegna “Al riparo degli alberi”.Ideazione e organizzazione di Finisterrae Teatri. Un teatro vegetale per piccole storie. Una rassegna di piccoli racconti da ascoltare in sicurezza all’aria aperta, immersi nei bellissimi boschi, parchi e sentieri dell’Altopiano della Vigolana, da scoprire e riscoprire, di giorno, al tramonto e all’alba, sotto nuova luce. Per bambini e adulti. Informazioni e dettagli: http:// www.ftteatri.it.

9 MERCOLEDÌ Cultura FEDERICO PETRONI: LE EUROPE DEL VIRUS Rovereto. Ore 18. Sala Conferenze del Mart, Corso Bettini. Ingresso gratuito. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Cultura ADAM BENJAMIN, MONICA MORSELLI: MAKING AN ENTRANCE Rovereto. Ore 17. Urban Center, Corso Rosmini. Un testo chiave per guardare alla danza come a

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un’arte trasversale, che abbraccia le diversità aprendo nuovi orizzonti esperienziali, educativi, performativi. Una lettura essenziale per chiunque desideri interrogarsi su alcune fra le sfide artistiche e formative più urgenti con le quali il mondo della danza è chiamato a misurarsi, in modo sempre più coraggioso e libero. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza CIE MF | MAXIME & FRANCESCO: KEEP IN TOUCH Rovereto. ore 17.00 - 18.00 19.00 . Piazza del Mart, Corso Bettini. Coreografia Francesco Colaleo e Maxime Freixas / Danzatori Francesco Colaleo e Maxime Freixas / Musica Marion Julien / Distribuzione Giulia Di Guardo / Durata 15’. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza MAL PELO: THE MOUNTAIN, THE TRUTH & THE PARADISE Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Prima nazionale. Direzione e messa in scena Pep Ramis e María Muñoz. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza PASTORALE Rovereto. Ore 19. Campana dei Caduti, Colle Miravalle. Ideazione e creazione Daniele Ninarello. Quattro danzatori che non si toccano mai, pur condividendo il medesimo palcoscenico. È stato pensato prima dell’emergenza Covid e delle regole di distanziamento Pastorale di Daniele Ninarello, coreografo tra i più promettenti della scena italiana, dal 2007 fautore di una personale ricerca e cifra. Allo spettacolo segue un incontrodialogo tra Daniele Ninarello e la dramaturga Gaia Clotilde Chernetich. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Teatro CONFLICT ARCHAEOLOGY - QUEL CHE RESTA DELLA GRANDE GUERRA Pergine Valsugana. Ore 18. Castel Pergine, Via al Castello 10. Rassegna “Tra le mura”.Spettacolo di Valentina Cabiale con Giuliano Comin. Si consiglia la prenotazione a biglietteria@teatrodipergine. it o l’acquisto online. Teatro SOTTO LA STESSA CROCE Pergine Valsugana. Ore 17. Castel Pergine, Via al Castello 10. Rassegna “Tra le mura”. Rassegna “Tra le mura”. Spettacolo con Giulio Federico Janni. Si consiglia la prenotazione a biglietteria@teatrodipergine.it o l’acquisto online. Teatro ragazzi SULLA LUNA Trento. Ore 17.30. Giardino Sol enicyn (ex Parco S. Chiara). Spettacolo di comicità, teatro d’imma-

gine e acrobazie aeree, spettacolo tout public dedicato e ispirato alla bis nonna della protagonista. di e con Valentina Franchino (ValeSullaLuna). Informazioni complete: https://www.centrosantachiara.it.

10 GIOVEDÌ Cultura LUCIO CARACCIOLO: IL MONDO VIRATO. Rovereto. Ore 18.30. Sala Filarmonica, Corso Rosmini. Come (non) cambia la competizione geopolitica. Ingresso gratuito. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Cultura SAPORI DI LIBERTÀ. CENA A TEMA CON STORIE DAL CARCERE Trento. Ore 19.30. Ristorante Risto3, Interporto di Via Innsbruck 13/15. “Sapori di libertà” è molto più di una cena in compagnia. Perché? Perché, mentre si gusta un buon piatto insieme agli altri, alcune persone racconteranno le loro vite complicate e l’intricato percorso verso il reinserimento sociale. Tutte sono state in carcere anche per molti anni e ci diranno se e come questa istituzione ha funzionato nel loro caso. Info e prenotazioni: Aaron Giazzon (APAS) al 0461 239200 o ad info@apastrento.it. Danza PASTORALE Rovereto. Ore 19. Campana dei Caduti, Colle Miravalle. Ideazione e creazione Daniele Ninarello. Quattro danzatori che non si toccano mai, pur condividendo il medesimo palcoscenico. È stato pensato prima dell’emergenza Covid e delle regole di distanziamento Pastorale di Daniele Ninarello, coreografo tra i più promettenti della scena italiana, dal 2007 fautore di una personale ricerca e cifra. Allo spettacolo segue un incontrodialogo tra Daniele Ninarello e la dramaturga Gaia Clotilde Chernetich. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza SERENADE YOU Rovereto. ore 17.00 - 18.00 19.00. Piazza del Mart. Ideazione e coreografia Lucrezia Gabieli. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Danza CIE MF | MAXIME & FRANCESCO: MAXIME FREIXAS Rovereto. Ore 20.30. Teatro Cartiera, Via alla Cartiera. Regia, coreografia e interpretazione Francesco Colaleo e Maxime Freixas. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it.

Danza MERCE CUNNINGHAM TRUST Rovereto. Ore 17.00 - 18.00. Giardino dell’Ex Catasto. Coreografia Merce Cunningham. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Musica FRANCESCA AJMAR QUARTET Rovereto. Ore 21. Circolo Operaio Santa Maria. Concerto con: Francesca Ajmar voce / Simone Daclon, pianoforte / Matteo Frigerio, batteria / Tito Mangialajo, contrabbasso. Ciclo di concerti promossi nel circuito nazionale jazz&wine. Ogni concerto è collegato alla presentazione di una cantina vinicola. Informazioni: www.trentinojazz.com/page/ jazzwine2020.html. Musica GROWING UP. SERATA JAZZ CON GLI ALLIEVI DIPLOMATI Rovereto. Ore 20.30. Cortile Urbano, Via Roma. Autuori: Turella, Trainotti, Zanotelli Elena, Calvetti Ester. A cura CDM - Centro Didattico Musicateatrodanza. Informazioni e dettagli: Presentazione Rovereto Estate 2020, www. cdmrovereto.it.

11 VENERDÌ Cultura LE VIAGGIATRICI DEL GRAND TOUR (IN STREAMING) Folgaria. Ore 17.30. Maso Spilzi, Fienile di Maso Spilzi. Per il mondo femminile il Grand Tour, il viaggio in Italia, non fu solo desiderio di formazione culturale e svago, ma un momento cruciale nell’esistenza. Attilio Brilli, il maggior conoscitore europeo della cultura della villeggiatura, presenta la storia di sedici donne che tra Sette e Ottocento viaggiarono nel nostro paese. Ospite: Attilio Brilli, Le viaggiatrici del Grand Tour, Il Mulino. Informazioni: 0464 1982040, info@comune.folgaria.tn.it. Cultura LA MANUTENZIONE DELL’UNIVERSO Borgo Valsugana. Ore 18. Piazzale esterno della Biblioteca comunale. Presentazione del libro di Pino Loperfido. Presenta Enrico Galvan. Letture Layla Betti. Informazioni: 328.2160471. Cultura ORME 2020 Fai della Paganella. Terza edizione di ORME, il festival che porta sui sentieri la musica, i sapori, il teatro, l’arte e la cultura. è il più grande evento italiano dedicato a chi ama camminare. Prendersi “un tempo” per perdersi nel bosco. Ascoltare musica all’ombra dei faggi, guardare le stelle e conoscerne i segreti, condividere un’esperienza con la famiglia o con i propri amici a 4 zampe. E cammi-


trentinoappuntamenti nare. Camminare nella natura, una passione che coinvolge sempre più persone, di tutte le età. Sono le orme che seguiamo e le orme che lasciamo per chi verrà dopo di noi. Orme, perché nei boschi si incrociano le orme degli animali e degli uomini, perché il passato ci ha lasciato le sue orme, e noi lasceremo le nostre per chi verrà, in un incrocio di passato e futuro. www.festivalorme.it. Cultura FABRICE OLIVER DUBOSC: SOGNARE LA TERRA Rovereto. Ore 18. Sala Conferenze del Mart. Dubosc, in piena emergenza economica, sociale e sanitaria, oltre che ambientale, entra nel vivo della crisi aperta dalla pandemia osservando l’acuirsi delle disuguaglianze, le risonanze psichiche dell’isolamento, la medicalizzazione radicale della vita e della morte e soprattutto il rapporto imprescindibile tra salute e ambiente. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza THE QUEEN Rovereto. Ore 19. Piazza del Mart, Corso Bettini. Coreografia Luciano Padovani / Danzatrice Alice Carrino. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza PASO DOBLE Rovereto. Ore 18. Piazza del Mart, Corso Bettini. Coreografia Jorge Jakas / Danzatori Jessica D’Angelo e John. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza PLONTER Rovereto. Ore 17. Piazza del Mart, Corso Bettini. Coreografia e danza Michal Mualem / Durata 15’. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Danza OSA Rovereto. Ore 21. Progetto Manifattura. Sonics. Creazione e direzione artistica Alessandro Pietrolini. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza MERCE CUNNINGHAM TRUST Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Coreografia Merce Cunningham. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza OVER THE RAINBOW Rovereto. ore 16.00 - 17.00 18.00 . Mart, Corso Bettini. Ideazione Umberto Chiodi e Matteo Levaggi. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Enogastronomia FESTIVAL DELLA ZUCCA Levico Terme. Centro storico. Le vie del centro di Levico Terme si tingono di arancio per dare il benvenuto all’autunno! Un evento de-

dicato alle zucche in tutte le loro infinite varietà di colori, forme e gusti diversi, da lavorare e dipingere fino a farle diventare dei simpatici oggetti! Info e programma su: www.visitvalsugana.it. Famiglia A TU PER TU CON LE STELLE Viote Monte Bondone. Ore 21. Terrazza delle Stelle. Grazie ai telescopi dell’osservatorio si parte per un meraviglioso viaggio nel Cosmo tra costellazioni e pianeti, galassie e nebulose. www.muse.it.

12 SABATO Cultura ORME 2020 Fai della Paganella. Terza edizione di ORME, il festival che porta sui sentieri la musica, i sapori, il teatro, l’arte e la cultura. è il più grande evento italiano dedicato a chi ama camminare. Prendersi “un tempo” per perdersi nel bosco. Ascoltare musica all’ombra dei faggi, guardare le stelle e conoscerne i segreti, condividere un’esperienza con la famiglia o con i propri amici a 4 zampe. E camminare. Camminare nella natura, una passione che coinvolge sempre più persone, di tutte le età. Sono le orme che seguiamo e le orme che lasciamo per chi verrà dopo di noi. Orme, perché nei boschi si incrociano le orme degli animali e degli uomini, perché il passato ci ha lasciato le sue orme, e noi lasceremo le nostre per chi verrà, in un incrocio di passato e futuro. www.festivalorme.it. Cultura BARBARA SERRA: L’EUROPA DELLA PANDEMIA: QUALE EQUILIBRIO, QUALE FUTURO? Rovereto. Ore 18. Sala Filarmonica. La sua ricca esperienza lavorativa le conferisce un particolare ruolo nell’ottica dello scenario culturale contemporaneo, permettendole di abbracciare e incanalare le inferenze culturali del mondo anglosassone, arabo e italiano. Informazioni e prenotazioni: www. orienteoccidente.it. Cultura BARBARA SERRA Rovereto. Ore 11.30-12.30. Sala Conferenze del Mart. Presentaz. e proiez. del documentario “Fascism in the family”. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza MERCE CUNNINGHAM TRUST Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Coreografia Merce Cunningham. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza OVER THE RAINBOW Rovereto. ore 16.00 - 17.00 18.00 . Mart, Corso Bettini. Ide-

azione Umberto Chiodi e Matteo Levaggi. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza I MIEI FRAGILI AMICI Rovereto. ore 17.00 - 18.00 19.00 . Piazza del Mart, Corso Bettini. Coreografia e danza Valentina Dal Mas. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Danza HYENAS - FORME DI MINOTAURI CONTEMPORANEI Rovereto. Ore 22. Teatro Cartiera, Via alla Cartiera. Regia e coreografia Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Informazioni e prenotazioni: www.orienteoccidente.it. Enogastronomia FESTIVAL DELLA ZUCCA Levico Terme. Centro storico. Le vie del centro di Levico Terme si tingono di arancio per dare il benvenuto all’autunno! Un evento dedicato alle zucche in tutte le loro infinite varietà di colori, forme e gusti diversi, da lavorare e dipingere fino a farle diventare dei simpatici oggetti! Info e programma su: www.visitvalsugana.it. Musica MATTHEW LEE Besenello. Ore 21. Acquaviva, Fly Music Arena. Dopo un lungo tempo di isolamento forzato è tornato a presentarsi alle piazze italiane con un nuovissimo spettacolo. “Legends” Summer Tour 2020 nasce da un idea sviluppata nel corso delle tante dirette social con cui l’artista ha allietato i suoi numerosi fans durante il lockdown. Informazioni: flymusic.it. Per i più piccoli LE NOTTI DI SAN MICHELE 2020. FESTIVAL DEI BURATTINI IN MUSICA San Michele all’Adige. Ore 20. MUSEO DEGLI USI E COSTUMI DELLA GENTE TRENTINA. Alle ore 20.00 visita guidata al Museo, ore 21.00 spettacolo Pavel Vangeli presenta “Praga - La città incantata”. Informazioni: info@ museosanmichele.it, www.museosanmichele.it.

13 DOMENICA Cultura MANI IN TERRA Viote Monte Bondone. ore 11. Giardino Botanico Alpino. Strumentazione scientifica alla mano per osservare il suolo e scoprire gli esseri viventi che lo abitano. Visita guidata con approfondimento a tema alle 11. www.muse.it. Cultura ORME 2020 Fai della Paganella. Terza edizione di ORME, il festival che porta sui sentieri la musica, i sapori, il teatro, l’arte e la cultura. è il più grande evento italiano dedicato a chi ama camminare. Prendersi

“un tempo” per perdersi nel bosco. Ascoltare musica all’ombra dei faggi, guardare le stelle e conoscerne i segreti, condividere un’esperienza con la famiglia o con i propri amici a 4 zampe. E camminare. Camminare nella natura, una passione che coinvolge sempre più persone, di tutte le età. Sono le orme che seguiamo e le orme che lasciamo per chi verrà dopo di noi. Orme, perché nei boschi si incrociano le orme degli animali e degli uomini, perché il passato ci ha lasciato le sue orme, e noi lasceremo le nostre per chi verrà, in un incrocio di passato e futuro. www.festivalorme.it. Enogastronomia FESTIVAL DELLA ZUCCA Levico Terme. Centro storico. Le vie del centro di Levico Terme si tingono di arancio per dare il benvenuto all’autunno! Un evento dedicato alle zucche in tutte le loro infinite varietà di colori, forme e gusti diversi, da lavorare e dipingere fino a farle diventare dei simpatici oggetti! Info e programma su: www.visitvalsugana.it. Musica TRIO AMSTERDAM Trento. ore 10.30. Sala Filarmonica. Concerto: Saverio Gabrielli, violino ,Talia Erdal, violoncello, Daria Ionkina, pianoforte. Informazioni: 0461985244, info@filarmonica-trento.it, www.filarmonica-trento.it. Musica TRIO “ADHARA” Trento. ore 10.30. Società Filarmonica. Concerti della domenica. Giulia Tamborino, clarinetto, Rebecca Rotondi, violoncello, Lucrezia Slomp, pianoforte. Informazioni: www.filarmonica-trento.it.

14 LUNEDÌ Cultura ARCHEOLAB AL DOSS ZELOR Cavalese. Ore 10. Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme. Visita al sito archeologico del Doss Zelor con simpatico laboratorio per riscoprire come vivevano gli antichi abitanti della valle di Fiemme. Informazioni: 0462 340812, palazzo@mcfiemme.eu, www. mcfiemme.eu.

15 MARTEDÌ Musica SONATA ISLANDS LATIN QUARTET Trento. Ore 21. Al Porteghet Wine Bar, Piazzetta Nicolò Rasmo 3. Concerto con: Emilio Galante, flauto / Alessandro Bianchini, vibrafono / Fabrizio Larentis contrabbasso / Gianlorenzo Imbriaco, batteria. Ingresso gartuito. Info n. 0461.985116, info@trentinojazz. com, www.trentinojazz.com/page/jazzwine2020.html.

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trentinoappuntamenti 16 MERCOLEDÌ Per i più piccoli CUORDIFERRO Rovereto. ore 18 e 19. Cortile Urbano. Cuordiferro è la storia di un brigante che terrorizza gli abitanti della città di Roccaverde... spettacolo di burattini con Giulia Baldassari, Michele Comite, regia Michele Comite. informazioni: 0464-452253-256, turismo@ comune.rovereto.tn.it.

17 GIOVEDÌ Cultura PREMIO MARIO RIGONI STERN / PREMIAZIONI Riva del Garda. Ore 20.30. Centro Congressi. La giuria del Premio «Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi» ha selezionato i nove volumi che concorreranno al premio finale nel concorso intitolato allo scrittore dell’Altopiano... Informazioni: www.comune.rivadelgarda.tn.it. Enogastronomia ROVERETO STREET FOOD FESTIVAL Rovereto. Corso Bettini. La cucina di tutta Italia nel cuore di Rovereto. A Rovereto arriva lo street food festival, un vero e proprio raduno culinario con tanti Food Trucks provenienti da tutta Italia! Informazioni e programma completo: www. visitrovereto.it. Musica SONATA ISLANDS LATIN QUARTET Rovereto. Ore 21. Circolo operaio Santa Maria. Concerto con: Emilio Galante, flauto / Alessandro Bianchini, vibrafono / Fabrizio Larentis contrabbasso / Gianlorenzo Imbriaco, batteria. Ingresso gartuito. Info n. 388.8125948, info@trentinojazz. com, www.trentinojazz.com/page/jazzwine2020.html. Musica VERTIK&DANCE PER LE VIE DEL CENTRO Rovereto. dalle 17 alle 19. Per le vie del centro. Inaugurazione della Settimana Mozartiana. Informazioni: 0464.422719, infoami@ mozartitalia.org. Musica CONCERTO SOCIETÀ FILARMONICA Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica. Concerto da definire. Informazioni: http://www.filarmonica-trento.it.

18 VENERDÌ Enogastronomia ROVERETO STREET FOOD FESTIVAL Rovereto. Corso Bettini. La cucina di tutta Italia nel cuore di Rovereto. A Rovereto arriva lo street food festival, un vero e proprio raduno culinario con tanti Food Trucks pro-

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venienti da tutta Italia! Informazioni e programma completo: www. visitrovereto.it. Famiglia A TU PER TU CON LE STELLE Viote Monte Bondone. Ore 21. Terrazza delle Stelle. Grazie ai telescopi dell’osservatorio si parte per un meraviglioso viaggio nel Cosmo tra costellazioni e pianeti, galassie e nebulose. www.muse.it. Per i più piccoli L’AVIATORE DI MICHELE COMITE Rovereto. ore 18 e 19. Cortile Urbano. Un aviatore e un bambino si incontrano nel Sahara, dove l’uomo è atterrato col suo aereo in avaria... L’AVIATORE di e con Michele Comite, musiche dal vivo Daniela Savoldi violoncello, spettacolo di micro teatro e narrazione. Informazioni: 0464-452253-256, turismo@comune.rovereto.tn.it.

19 SABATO Cultura A SPASSO CON GIANNI Levico Terme. Ore 17. Parco di Levico. Una lettura animata itinerante nella quale il pubblico viene suddiviso in quattro gruppi che, contemporaneamente, ascoltano storie di Gianni Rodari lette da quattro attori. I gruppi ruotano, fino ad aver ascoltato tutte le storie. Età consigliata: dai 3 ai 10 anni. L’ingresso è gratuito, info e prenotazioni c/o Biblioteca di Levico n. 0461.710206, levico@biblio. infotn.it / Durata 1 ora circa, www. teatrodellequisquilie.it/un-estatecon-gianni-rodari. Enogastronomia ROVERETO STREET FOOD FESTIVAL Rovereto. Corso Bettini. La cucina di tutta Italia nel cuore di Rovereto. A Rovereto arriva lo street food festival, un vero e proprio raduno culinario con tanti Food Trucks provenienti da tutta Italia! Informazioni e programma completo: www. visitrovereto.it. Folklore FLORIGRAFIE 2020 - A PARLARE SONO I FIORI Molveno. Piante e fiori popoleranno le vie di Molveno, una colorata e profumata invasione che raggiungerà le vetrine del centro storico e i menù dei ristoranti del paese. Florigrafie, a parlare sono i fiori torna eccezionalmente a settembre. www.visitdolomitipaganella.it. Musica MONICA MARANELLI Rovereto. dalle 17 alle 18. Sala Filarmonica. “Blanc et Noir” Roveretano. Concerto per pianoforte. In programma composizioni di Mozart, Fait, Belli, Zandonai, Tonetti, F. Zanoni. Informazioni: 0464.422719, infoami@mozartitalia.org.

Musica I MUSICI DI GUCCINI Caldonazzo. Ore 21. Località Lochere. Continuano le tappe dei Musici per celebrare insieme gli 80 anni di Francesco e la passione per la sua musica! informazioni: www.facebook.com/imusicidifrancescoguccini. Per i più piccoli LE NOTTI DI SAN MICHELE 2020. FESTIVAL DEI BURATTINI IN MUSICA San Michele all’Adige. Ore 20. MUSEO DEGLI USI E COSTUMI DELLA GENTE TRENTINA. Alle ore 20.00 visita guidata al Museo, ore 21.00 spettacolo Teatro Giochetto di Maurizio Gioco presenta “Stregarie - Storie di streghe”. Informazioni: info@museosanmichele.it, www.museosanmichele.it. Tradizione ROSETTA VERTICALE San Martino di Castrozza . ore 09.30. La 4^ edizione della “Rosetta Verticale Trail Run! La Rosetta Verticale Trail Run è una gara di corsa in montagna di grande fascino, che si snoda sul versante ovest delle pendici del Cimon della Pala fino a Cima Rosetta. www. sanmartino.com.

20 DOMENICA Cultura ICE AGE EUROPE DAY A SPASSO PER L’ERA GLACIALE Viote Monte Bondone. Ore 10. Giardino Botanico Alpino. Una giornata dedicata alla preistoria con laboratori e attività a tema per divertire tutta la famiglia. Tre tappe da percorrere tra la Terrazza delle Stelle e il Giardino Botanico con una sorpresa finale. Evento del network europeo Ice Age Europe, in collaborazione con la Rete di Riserve Bondone. www.muse.it. Enogastronomia ROVERETO STREET FOOD FESTIVAL Rovereto. Corso Bettini. La cucina di tutta Italia nel cuore di Rovereto. A Rovereto arriva lo street food festival, un vero e proprio raduno culinario con tanti Food Trucks provenienti da tutta Italia! Informazioni e programma completo: www. visitrovereto.it. Folklore FLORIGRAFIE 2020 - A PARLARE SONO I FIORI Molveno. Piante e fiori popoleranno le vie di Molveno, una colorata e profumata invasione che raggiungerà le vetrine del centro storico e i menù dei ristoranti del paese. Florigrafie, a parlare sono i fiori torna eccezionalmente a settembre. www.visitdolomitipaganella.it.

Musica I SOLISTI DELL’ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO Rovereto. dalle 20.45 alle 22. Teatro Zandonai. Programma Mozart - Gran Partita in Si bemolle maggiore KV 361, per dodici strumenti a fiato e contrabbasso. Evento all’interno della Settimana Mozartiana 2020. Informazioni: 0464.422719, infoami@mozartitalia.org. Musica MOZART BOYS&GIRLS & MOZARTKINDER (CHEMNITZ) Rovereto. dalle 11 alle 12. Sala Filarmonica. In programma composizioni di Mozart, Chopin, Rachmaninoff. Evento all’interno della Settimana Mozartiana 2020. Informazioni: 0464.422719, infoami@mozartitalia.org. Musica ROVERETO MOZARTIANA Rovereto. dalle 16 alle 18.30. Piazza Rosmini. Visita guidata e concerti in Piazza Loreto e in Chiesa di S. Marco. Evento all’interno della Settimana Mozartiana 2020. Informazioni: 0464.422719, infoami@mozartitalia.org. Musica BOLOGNA BAROQUE Trento. ore 10.30. Società Filarmonica. Concerti della domenica. Francesco Iorio, violino primo e concertatore, Hanna Pukinskaya, violino secondo, Antonio Mostacci, violoncello, violoncello piccolo, viola da gamba, Paolo Potì, clavicembalo. Informazioni: www. filarmonica-trento.it.

22 MARTEDÌ Musica CICLO BEETHOVEN QUARTO CONCERTO Roncegno Terme. Ore 21. Casa Raphael Roncegno Terme, Piazza de Giovanni. In occasione del 250° anniversario della nascita (1770-2020). Guido Scano e Marialorenza Vescovi, pianoforte a quattro mani. Informazioni: www. arsmodi.it.

24 GIOVEDÌ Cultura LE BUONE PRATICHE DELLA CONSERVAZIONE Trento. Ore 17. Archivio provinciale di Trento. Quando la manutenzione in biblioteca diventa opportunità di lavoro. Ingresso libero e gratuito. Informazioni: 0461 499709, 0461 494451, archivio.provinciale@provincia.tn.it. Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA Trento. Da quindici anni il festival di economia pone al centro del dibattito pubblico temi di grande rilievo. Quest’anno lo farà affrontando il rapporto tra ambiente e crescita. Informazioni e program-


trentinoappuntamenti ma completo su: https://2020.festivaleconomia.eu. Musica SABINE MEYER, NILS MÖNKEMEYER, WILLIAM YOUN Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica. Concerto per clarinetto, viola e pianoforte. Informazioni: http://www.filarmonica-trento.it.

25 VENERDÌ Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA Trento. Da quindici anni il festival di economia pone al centro del dibattito pubblico temi di grande rilievo. Quest’anno lo farà affrontando il rapporto tra ambiente e crescita. Informazioni e programma completo su: https://2020.festivaleconomia.eu. Cultura RE-PLAY2...UNA PIAZZA CHE CRESCE IN RETE PER UN AMBIENTE SOSTENIBILE Trento. Piazza Santa Maria Maggiore. Anche quest’anno la Fondazione Franco Demarchi dal 25 al 27 settembre parteciperà al Festival dell’Economia con un programma che aderisce al filo conduttore “Ambiente e crescita”. Il programma completo è consultabile al sito www.fdemarchi.it 0461 273614. Famiglia A TU PER TU CON LE STELLE Viote Monte Bondone. Ore 21. Terrazza delle Stelle. Grazie ai telescopi dell’osservatorio si parte per un meraviglioso viaggio nel Cosmo tra costellazioni e pianeti, galassie e nebulose. www.muse.it.

26 SABATO Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA Trento. Da quindici anni il festival di economia pone al centro del dibattito pubblico temi di grande

rilievo. Quest’anno lo farà affrontando il rapporto tra ambiente e crescita. Informazioni e programma completo su: https://2020.festivaleconomia.eu.

dottor Faust”. Informazioni: info@ museosanmichele.it, www.museosanmichele.it.

Cultura RE-PLAY2...UNA PIAZZA CHE CRESCE IN RETE PER UN AMBIENTE SOSTENIBILE Trento. Piazza Santa Maria Maggiore. Anche quest’anno la Fondazione Franco Demarchi dal 25 al 27 settembre parteciperà al Festival dell’Economia con un programma che aderisce al filo conduttore “Ambiente e crescita”. Il programma completo è consultabile al sito www.fdemarchi.it 0461 273614.

Cultura BOTANICA SENSORIALE Viote Monte Bondone. ore 11. Giardino Botanico Alpino. Alla scoperta degli adattamenti delle piante alpine di alta quota attraverso le loro caratteristiche sensoriali. Visita guidata a tema alle ore 11. www.muse.it.

Famiglia TRENTINO IN UN BARATTOLO Val Canali. Ore 14.30. Passo Cereda. Ai piedi delle Pale di San Martino, a due passi dalla famosa Val Canali, culla del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, con la splendida Villa Welsperg, l’ Agriturismo Dalaip dei Pape è il luogo ideale per staccare la spina ed immergersi nella natura primaverile che lo circonda, fatta di fiori ed erbe di montagna, colori e relax. Il dado vegetale. www. sanmartino.com. Musica ABBA SHOW Besenello. Ore 21. Acquaviva, Fly Music Arena. Primo tributo italiano agli Abba: in circolazione dal 2006 hanno all’attivo oltre 100 concerti all’anno. Informazioni: flymusic.it. Per i più piccoli LE NOTTI DI SAN MICHELE 2020. FESTIVAL DEI BURATTINI IN MUSICA San Michele all’Adige. Ore 20. MUSEO DEGLI USI E COSTUMI DELLA GENTE TRENTINA. Alle ore 20.00 visita guidata al Museo, ore 21.00 spettacolo Luciano Gottardi presenta “Truffaldino e il

ci facciamo compagnia piedeTrentinoMese_francesca_settembre_174x65.indd 1

e relax. Il dado vegetale. www. sanmartino.com. Musica SIMONE VEBBER, ALESSANDRO BIANCHINI Trento. ore 10.30. Società Filarmonica. Concerti della domenica. Musica per organo e percussioni. Informazioni: www.filarmonicatrento.it.

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MESE DI OTTOBRE

Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA Trento. Da quindici anni il festival di economia pone al centro del dibattito pubblico temi di grande rilievo. Quest’anno lo farà affrontando il rapporto tra ambiente e crescita. Informazioni e programma completo su: https://2020.festivaleconomia.eu.

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Cultura RE-PLAY2...UNA PIAZZA CHE CRESCE IN RETE PER UN AMBIENTE SOSTENIBILE Trento. Piazza Santa Maria Maggiore. Anche quest’anno la Fondazione Franco Demarchi dal 25 al 27 settembre parteciperà al Festival dell’Economia con un programma che aderisce al filo conduttore “Ambiente e crescita”. Il programma completo è consultabile al sito www.fdemarchi.it 0461 273614. Famiglia TRENTINO IN UN BARATTOLO Val Canali. Ore 14.30. Passo Cereda. Ai piedi delle Pale di San Martino, a due passi dalla famosa Val Canali, culla del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, con la splendida Villa Welsperg, l’ Agriturismo Dalaip dei Pape è il luogo ideale per staccare la spina ed immergersi nella natura primaverile che lo circonda, fatta di fiori ed erbe di montagna, colori

Cultura NUVOLETTE. INCHIOSTRO E LINFA Rovereto. Centro storico. Sonorizzazioni / disegno / performance / animazioni. Nuvolette è una quattro giorni dedicata al mondo dell’illustrazione, del racconto per immagini e del fumetto. Saranno oltre trenta gli artisti che nel centro storico di Rovereto nelle giornate di giovedì 1, venerdì 2 sabato 3 e domenica 4 ottobre si cimenteranno, in sonorizzazioni, live performance di disegno e animazioni. Informazioni: https:// trento.impacthub.net.

5 LUNEDÌ Musica QUARTETTO DI FIESOLE CON VLADIMIR MENDELSSOHN VIOLA Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica. Alina Company violino, Simone Ferrari violino, Flaminia Zanelli viola, Sandra Bacci violoncello con Vladimir Mendelssohn viola. Informazioni: http://www. filarmonica-trento.it.

info@radiodolomiti.com www.radiodolomiti.com 348 5140444 Radio Dolomiti-Trento Radio Dolomiti 25/08/2020 09:33:13

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI STEFANIA CON MARK

IL MATRIMONIO DEL MESE Lei Nome: Stefania Età: 29 Nata a: S. Giovanni Rotondo (Fg) Residente a: Pergine Valsugana Vestito: Come in una favola - Bolzano Scarpe: Valentino - Roma Parrucchiere: Salone Pazza Idea - Pergine Truccatore: Salone Pazza Idea - Pergine Testimone: Marco Occupazione: Impiegata

Lui Nome: Mark Età: 31 Nato a: Bolzano Residente a: Pergine Valsugana Vestito: Corneliani - Mantova Scarpe: Corneliani - Mantova Barbiere: Salone Pazza Idea - Pergine Testimone: Matteo Occupazione: Ingegnere

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo: Numero invitati: Damigelle: Catering: Bomboniere: Torta: Fiori e Bouquet: Anelli: Vivranno a:

Civile 31 luglio 2020 Castel Ivano 74 Alessia e Sofia Prime Rose - Levico Cantina Toblino Cristo d’Oro - Samone I Toni dei Fiori - Trento Mastro 7 - Trento Pergine Valsugana

Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photography www.trintinaglia.com

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trentinoscoop&news

UN NUOVO CONSULENTE PER LA DANZA A TRENTO LE GRADITE SORPRESE DI “TAPIS ROULANT” IL SEGUITISSIMO ROTOCALCO PROPOSTO DALLA RAI DEL TRENTINO

È IL COREOGRAFO E REGISTA VERONESE RENATO ZANELLA

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ubentrerà a Emanuele Masi, che terminerà il suo mandato il prossimo 31 dicembre, il coreografo e regista M° Renato Zanella come nuovo consulente per la danza e direttore artistico per la stagione InDanza Trento, Bolzano e Rovereto per l’anno 2021. «Accolgo questa nomina con felicità e grande senso di responsabilità, rivolgendo un sentito ringraziamento al Cda dell’Ente per la fiducia accordatami. – commenta il M° Renato Zanella – Arrivo in un territorio nel quale la danza è da sempre particolarmente seguita e riscuote grande successo di pubblico, sia per l’offerta artistica, sia per la presenza di molte scuole di danza di prestigio. Continuando la linea tracciata in questo triennio dal mio predecessore, al quale va la mia stima, confermo la mia intenzione di allargare la proposta artistica con nuovi impulsi, maggior creatività, verso nuovi orizzonti».

La conduttrice Eleonora Mezzanotte e, a destra, lo chef Luca Agostini

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a programmazione televisiva della Rai regionale, prevista per il mese di settembre, offre il consueto rotocalco “Tapis Roulant” in onda domenica 13 settembre, alle 9.45 circa su RAI3 (in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle ore 22.30). La puntata prevede: “Archivi animati. Un Trentino in bianco e nero e … a colori”. Arco, città di cura, è il soggetto di questa nuova puntata della serie televisiva dedicata alle fotografie ottocentesche conservate nell’archivio fotografico storico della Soprintendenza per i Beni Culturali di Trento. Katia Malatesta e Franco Marzatico ci sveleranno come questo borgo sia riuscito a diventare, già nell’ottocento, un importante centro culturale e di benessere per l’élite mitteleuropee. “Storie d’acqua”. Le risorse idriche saranno l’oro blu del ventunesimo secolo. Preservare il ciclo dell’acqua in modo sostenibile è una delle sfide del prossimo futuro. Ma in ambito alpino, e in Trentino in particolare, l’acqua da secoli è stata, oltre che elemento di vita, anche strumento di sostentamento e volano economico. Dai vecchi mulini alle segherie del periodo vescovile, all’epopea dell’energia idroelettrica nel Dopoguerra. Un piccolo viaggio in questa storia che scorre tra le montagne del Trentino. “Diari della Piazza”, protagonista della puntata è Laura Pirovano. Ama le sue montagne e da sempre è sugli sci. Si impegna duramente per raggiungere risultati in Coppa del Mondo, inieme alle sue blasonate compagne con cui si diverte in amicizia. “Il disegno nel piatto”, programma che esplora le recenti tendenze estetiche nel campo della cucina d’autore, ospita Luca Agostini, giovanissimo chef dalle grandi promesse! Domenica 27 settembre, è la volta di ”Hobby di

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successo”. Pietro Zanon di Tesero è il protagonista della puntata. Medico pneumologo, già primario presso l’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio e ora in pensione, ha sempre coltivato la paziente passione per l’arte del bonsai. Larici e pini delle nostre valli, negli anni sono divenuti veri e propri capolavori. Nata in Cina, la tecnica degli alberi in miniatura, trova in Val di Fiemme appassionati e Maestri. “Universicittà”. Trento è da anni una città a vocazione universitaria. Primeggia infatti su tantissime classifiche nazionali relative alla qualità degli Atenei. Un’alchimia perfetta che risulta finanche semplice nella sua formula. Il rapporto con Trento infatti è forse la più importante chiave di lettura per spiegarne il fenomeno. Città e Università sono quindi legate da un connubio sinergico, fatto di tradizione e innovazione. ”L’oro bianco di Storo”. Nel 1894 a Darzo di Storo venivano scoperte e aperte le miniere di barite, rimaste attive per più di un secolo, fino al 2009. Per tante famiglie della Valle del Chiese l’attività estrattiva è stata una fonte di sostentamento e oggi il sito minerario è diventato uno strumento di promozione culturale, storica e turistica. La barite, ovvero il solfato di bario, insomma, questa pietra bianca impiegata nella produzione di pitture, colle, adesivi, materie plastiche, stucchi e mastici, continua quindi ad essere l’oro bianco di questa zona nel settore sud-occidentale del Trentino.


trentinoscoop&news

ILIO BUFFA VINCE IL SIMPOSIO DI BALBIDO A MATTARELLO LA SAGRA DEI SANTI ÀNZOI I FESTEGGIAMENTI ANDRANNO AVANTI FINO AL 7 SETTEMBRE

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a Sagra dei Santi Ànzoi di Mattarello giunge quest’anno alla 39^ edizione dopo la ripresa del 1981. È organizzata dal Co.P.A.G. (Comitato Permanente Associazioni e Gruppi di Mattarello) in collaborazione con la Circoscrizione di Mattarello e il Comune di Trento. La “domenica dei S. Angeli” è ogni anno la prima di settembre e dunque quest’anno gli eventi sono cominciati sabato 29 agosto e proseguiranno fino a domenica 6 settembre, con la processione dei Santi Ànzoi (la cui statua sarà portata dai coscritti 18enni), per concludersi lunedì 7 settembre (lunedì dei S. Anzolini). Ogni anno le Associazioni scelgono un tema da dare alla Sagra, che nel 2020 non poteva che essere “RIPARTIRE”. Le attività quest’anno sono notevolmente ridotte, ma sono state mantenute quelle tradizionali (che prevedono la presenza di pubblico oltre ad essere trasmesse in diretta streaming dalla nostra pagina Facebook Sagra dei Santi Ànzoi) affiancate ad altre che invece saranno soltanto trasmesse dalla nostra pagina Facebook (vedi programma sul libretto). Per i bambini, ai quali normalmente erano rivolti gli eventi della “Sagra dei Bambini”, è prevista la tradizionale baby dance in versione “virtuale”, trasmessa sempre online e offerta dall’Associazione Arts&Gym. Le norme di distanziamento sociale fanno sì che i posti a sedere per le singole serate siano limitati e che – purtroppo – l’ingresso sia vietato ai bambini sotto i 10 anni. All’interno del libretto sono contenute tutte le regole di partecipazione agli eventi, compresa la modalità di prenotazione del biglietto che assicura il posto a sedere. Il “cuore” della festa

“IL PIÙ BEL SIMPOSIO DI SCULTURA IN LEGNO D’ITALIA”

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on le sue 32 edizioni disputate il Simposio internazionale di scultura lignea di Balbido può vantare di essere il più longevo del Trentino. Dopo di esso ne sono sorti molti altri – in particolare nel Tesino il Simposio “Luci ed ombre del legno”, definito “il più bel Simposio di scultura in legno d’Italia”. Ma a questo Concorso dell’Alto Bleggio resta il vanto della primogenitura. Negli ultimi anni a Balbido – che può vantare ben 54 dipinti murali – “il paese degli affreschi murali” si è affiancato il confinante paese di Rango, ovvero ”uno dei più bei borghi d’Italia.” In questa edizione sono stati dieci gli scultori invitati, con la bulgara Nadezha Simeonova ad assicurare l’internazionalità della manifestazione. La Giuria presieduta da Renzo Francescotti, scrittore e critico d’arte, affiancato, dalla pittrice Tullia Fontana “Lula”, da ”Maria Grazia Sottini e Nadia Trentini, dell’Associazione La Ceppaia, e Silvano Turella per l’Associazione Culturale Rango, ha designato i tre scultori premiati. Il primo premio è andato a Ilio Buffa di Cinte Tesino con l’opera “Arte moderna - formula antica”, per la quale la Giuria ha scritto: ”L’artista, da un unico blocco di legno, è riuscito con una tecnica magistrale a ricavarne diversi elementi mobili intrecciando fantasia, simbolo e modernità”. Il secondo premio è stato appannaggio di Moreno Togni (Brentonico) con la scultura “E torneremo ancora a baciarci”. Il terzo premio se lo è assicurato Stefania Nicolo di Pollone Biella con “Streghe e favole”.

Quest’anno, oltre alla grande novità della trasmissione in diretta di tutti gli eventi, ce ne sarà una seconda. Il tradizionale “Tendone”, ovvero i banchi ristoro che erano ospitati sotto il grande tendone di piazzale Ergolding, è stato messo a riposo in attesa del 2021. Il comitato organizzatore ha così proposto a Ristoranti, Bar e Birrerie della zona di dedicare un piatto o un aperitivo alla nostra Sagra per poi invitare tutti, attraverso il nostro libretto, a frequentare questi locali “nel segno della tradizione” durante le giornate di Sagra. Il Vaso della Fortuna sarà sostituito però da una lotteria organizzata dalla Parrocchia di Mattarello. 111

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IL SIDRO TRENTINO TRA I MIGLIORI AL MONDO “GIRA AL PRIMO ARCOBALENO” È USCITO IL 21 LUGLIO SCORSO IL SINGOLO BENEFICO DE “LE CICALE” FEAT. FABIO POLI & ALEX VISI

Alex Visi

È

uscito martedì 21 Luglio “Gira al primo arcobaleno”, una canzone estiva di speranza, composta da Fabio Poli e Alex Visi (pseudonimo dietro cui si cela il trentino Alessandro Visintainer), interpretata dagli stessi autori assieme a Le Cicale, gruppo di bambine appartenente ai cori della Galassia dell’Antoniano, i cui proventi saranno devoluti alla ONLUS “Famiglie e abilità”. L’idea nasce a fine lockdown, con Fabio Poli la precisa volontà di dare un’ideale seguito, ad “Andrà tutto bene”, brano di cui Visi (recente vincitore dello Zecchino d’Oro) è coautore, portato al successo dal Piccolo Coro Mariele Ventre dell’Antoniano, e poi rilanciato spontaneamente da cori e ragazzi di tutto il mondo. La riflessione, scaturita dal confronto col cantautore padovano Fabio Poli, porta alla composizione di “Gira al primo arcobaleno”, una canzone di speranza per il futuro, nel quale ragazzi e bambini saranno i protagonisti di rinascita spirituale, 112

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A FRANCOFORTE, PREMIATA L’AZIENDA MELCHIORI DI PREDAIA

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è un sidro trentino tra i primi classificati del CiderWorld ‘20 Award di Francoforte. Si tratta di un evento internazionale organizzato ogni anno in cooperazione con l’Università di Scienze Applicate di Geisenheim. Tutte le aziende partecipanti hanno inviato i campioni di un Sidro di propria produzione, in laboratorio vengono fatte le analisi e segue una degustazione da una giuria esperta. L’azienda Lucia Maria Melchiori di Predaia ha partecipato con il proprio sidro biologico Alpino cl 50 e ha primeggiato tra la folta concorrenza. La premiazione, che di solito viene fatta proprio in occasione dell’evento CiderWorld, per i motivi che oramai conosciamo, non è stata fatta, ma tant’è. La vittoria trentina rimane, con un’ottima medaglia d’argento (punteggio di 102 su 120). Nella foto, il sidro premiato.

culturale e sociale, recuperando, non solo il tempo perso in questi mesi, ma dettando uno stile e una direzione di vita più rispettosa del mondo circostante e delle persone che lo abitano. “Gira al primo arcobaleno/ dove il cielo è più sereno/ come batte il cuore/ senti che rumore/ con un po’ d’amore/ tutto quel grigiore se ne va” intonano emozionate nel ritornello le giovani Cicale di Thiene (VI) dirette dal soprano Alisa Zinovjeva. Ed emozionante è anche lo scopo del brano, pubblicato per dare sostegno alla ONLUS “Famiglie e abilità”, fondata da un gruppo di genitori di bambini con autismo ed altre disabilità cognitive, voce propositiva della Riviera del Brenta (VE), al fine di supportare, accogliere e sviluppare le capacità intrinseche dei loro figli, attraverso una serie di progetti di inclusione sociale e la creazione di un “AbilityLab”. Il progetto rientra in “Ti faremo volare” di Barbara Zorzi, Responsabile Comunicazione e Marketing per “Famiglie e Abilità”. Il videoclip di “Gira al primo arcobaleno” è visibile su YouTube nel Canale “Fabio Poli Official” ed il brano sarà presente in tutte le piattaforme digitali. È stata inoltre pubblicata anche la versione strumentale dello stesso, in modo da poter far cantare tutti i bambini e cori che lo desiderano, sempre nel concetto di unione e solidarietà che ha ispirato la canzone.


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ALESSANDRO PAVONE: “UN TEMPO È STATO” “ARTEPARCO” PRESENTA LA TERZA INSTALLAZIONE SITE SPECIFIC PENSATA PER IL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, LAZIO E MOLISE

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opo il successo delle prime due opere, Animale – Vegetale (Il Cuore) dell’artista-designer Marcantonio e (specchi angelici) dell’artista Matteo Fato, protagonista della terza edizione di ARTEPARCO è Alessandro Pavone con l’opera Un tempo è stato. L’artista ha immaginato un’imponente installazione lignea site-specific (5x2 metri circa) raffigurante un tronco di braccio umano, dalla cui mano sembra nascere uno degli affascinanti alberi presenti nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: una riflessione sul legame tra uomo e natura, sulla meraviglia del ciclo della vita, così breve per l’esistenza umana rispetto al mondo naturale. Le Foreste Vetuste del Parco, infatti, riconosciute Patrimonio UNESCO nel 2017 per il loro eccezionale valore naturalistico e per l’incredibile biodiversità che le contraddistingue, hanno oltre cinquecento anni e sono giunte alla fase senescente della propria vita. “Un tempo è stato” trae concettualmente ispirazione proprio dall’immagine di un albero che, al termine della propria esistenza, cade a terra con uno schianto improvviso nel silenzio, assumendo le sembianze di un braccio umano. La mano è nella produzione di Pavone un elemento ricorrente, in quanto una delle parti più espressive del corpo umano,

ma anche strumento di apprendimento, di conoscenza. Il coinvolgimento del corpo, e in particolare il senso del tatto, è per l’artista indispensabile nel processo di creazione: le mani, per lui, sono gli occhi dello scultore. In Un tempo è stato, l’immagine della mano, gentile nelle movenze e inoffensiva nella sua staticità – come se appartenesse ad una persona distesa in contemplazione del paesaggio –, evoca il rapporto indissolubile tra uomo e natura: l’attenzione e il rispetto da parte dell’uomo sono fondamentali per proteggere l’inestimabile patrimonio naturale. Elegante nel movimento del palmo e nella postura classica delle dita, l’opera esprime anche forza nei muscoli e resistenza nell’arco saldo del polso. Quasi come una montagna l’artista ha voluto dare alla scultura delle dimensioni imponenti che trasmettessero al contempo una forza antica e un senso di protezione. L’opera, interamente realizzata in legno, è costituita da elementi sagomati ricavati da un tronco di larice secolare, sradicato dalla tempesta di Vaia in Trentino nel 2018. Pavone, coerentemente con una visione che mira alla più alta salvaguardia della natura, ha infatti personalmente individuato l’albero con il supporto del servizio di custodia forestale del comune di Folgaria, dando origine con il progetto ad un ponte ideale tra Trentino e Abruzzo, territori accomunati da un’attenzione unica alla valorizzazione naturalistica. Alessandro Pavone (1973, Trento) vive e lavora tra Trento e Milano. La sua carriera si divide tra l’arte contemporanea e la scenografia teatrale.

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“LA STIRPE DEL VINO” VINCE IL PREMIO LUNELLI UN INNO A CORAGGIO, FORZA E PERSEVERANZA

PER LA PRIMA EDIZIONE UN LIBRO SCRITTO A QUATTRO MANI DA ATTILIO SCIENZA E SERENA IMAZIO

GIUSEPPINA “SUPERA” IL LOCKDOWN CON IL PARTY DELL’AMICIZIA

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a nostra Giuseppina – sempre carismatica, positiva di rinnovabile energia e vitalità con le quali invoglia calamitando amici e conoscenti in iniziative piacevoli e dilettevoli –, dopo aver trascorso dei mesi in casa, causa pandemia, attendendosi e rispettando soprattutto le disposizioni sanitarie e governative, finalmente con la piccola liberatoria è partita per un soggiorno marino e in un paio di giorni ha coinvolto gli altri sparuti vacanzieri in una sorta di party dell’amicizia. Tutti attratti dalla sua verve e simpatia, accarezzati dal sole, guardandosi negli occhi, hanno percepito un nuovo spirito “energizzando” cuori e menti legati al ripetuto e fiducioso credo nella frase oramai celebre: “Andrà tutto bene”. Giuseppina ha inneggiato a perseveranza, coraggio e forza, valori energetici e stimolanti di carica vitale e tra una girandola di emozioni e risate, ha concluso tra calorosi applausi brindando alle gioie della vita.

Dall’alto, a sinistra: • Mister Piemonte Giusy e le Miss Moira e Lisa; • Miss Giada; • Giuseppina con Margie; • Sempre Giusy e Katiuscia; • In piedi Gioia, poi Marta, Flavia e Enza. 114

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a stirpe del vino», scritto a quattro mani da Attilio Scienza e Serena Imazio ed edito da Sperling&Kupfer, ha vinto il Premio Biblioteca Lunelli 2019. Così ha deciso la giuria, della quale fanno parte Marcello Lunelli (presidente), Oscar Farinetti, Chiara Maci, Matteo Marzotto, Alessandro Saviola, Andrea Segrè e Fabio Tamburini, con una motivazione nella quale si scrive che «Attilio Scienza (foto sopra) e Serena Imazio in poco più di 200 pagine districandosi tra analisi del Dna, mito, archeologia e antropologia ricostruiscono con scrittura lieve e affascinante lo straordinario cammino della vite che da selvatica che era si esprime oggi in una miriade di vitigni; un libro importante che fruga nel passato e sa scrutare nel futuro». Rilevando il buon livello dei titoli che hanno partecipato al Premio, il primo in Italia rivolto a libri nei quali il protagonista sia il vino, la giuria ha ritenuto degni di menzione Marsala, il vino di Garibaldi che piaceva agli inglesi di Angelo Costacurta e Sergio Tazzer; Il mistero del Barolo di Giovanni Negri, Utet 2019; Si pubblica il sabato a cura di Giulio Somma, Unione Italiana Vini 2019; Stappato. Un astemio alla corte di re Carlo di Tiziano Gaia, Baldini&Castoldi 2019.


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MARIO BRUNELLO È “GUARDIANO DELL’ARCA” STREET EARTH ON TOUR, VINCE CRISTIAN BOVO

PER IL PREMIO MARIO RIGONI STERN, DECIMA EDIZIONE

IL CONTEST DEL COMUNE DI TRENTO. IDEE PER L’EX PROVVEDITORATO

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ono state dodici le domande di partecipazione al concorso artistico Street Earth on tour 2020, promosso dal Tavolo Street art Trento, in risposta alla call for cities lanciata dal comune di Ravenna in collaborazione con il Gai. Il concorso prevede la realizzazione di una grande opera d’artista sul tema sostenibilità e ambiente, da realizzare con l’utilizzo di materiali eco-compatibili a settembre, nell’ambito degli eventi del Festival dell’economia. L’opera verrà realizzata sulla facciata dell’edificio ex Provveditorato in via S. Margherita, costituita da 30 tapparelle, per circa 120 metri quadrati di superficie, che si animeranno attraverso i colori e i segni dell’artista. Dopo un attento esame delle proposte la Commissione giudicatrice ha selezionato con decisione una- nime le quattro migliori proposte, scegliendo tra queste le due finaliste ed infine il bozzetto vincitore. Vince il concorso Cristian B ovo in arte Joys, con Windows of the World. Secondo classificato Matteo Picelli (Egeon), con Mille Miliardi, terzi a pari merito Diego della Posta (Mister Thoms) con Quarant – Green e Jacopo Ghisoni (Luogo Comune) con Finestre sull’Oggi per guardare al Domani. Tutti gli artisti partecipanti saranno invitati al salotto urbano in programma sabato 26 settembre alle 18 in piazza S. Maria Maggiore, per confrontarsi con il vincitore e con altri esperti. All’incontro sarà presente anche Luciano Perini, per poter avere un suo contributo riguardo all’edificio e all’opera che lo valorizzerà. I bozzetti delle quattro proposte finaliste verranno stampati ed esposti al pubblico durante l’intera manifestazione del Festival dell’economia (info: trentogiovani.it).

Il progetto vincitore

I

l Comitato promotore del Premio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi ha assegnato a Mario Brunello, violoncellista noto in tutto il mondo e grande appassionato di montagna, il riconoscimento Guardiano dell’Arca 2020, istituito nel 2017 in ricordo di Osvaldo Dongilli (uno dei fondatori del concorso letterario dedicato allo scrittore dell’Altipiano dei Sette Comuni vicentini) e destinato a persone o associazioni che si siano distinte nella valorizzazione delle terre alte. “Con i suoi concerti sulle Dolomiti, ma anche sull’Etna e sul monte Fuji, Mario Brunello ha portato la musica in montagna e la montagna nella musica – spiega il presidente del Premio Sergio Frigo – contribuendo ad arricchire entrambe di emozioni e valori inediti, e portando un pubblico eterogeneo ma via via più appassionato ad apprezzare – insieme – il silenzio dei grandi spazi incontaminati, i suoni del bosco e della natura e i capolavori dei grandi maestri della musica”. Il riconoscimento, giunto alla decima edizione, sarà consegnato – assieme al premio al miglior libro dell’anno, che sarà selezionato dalla Giuria composta da Mario Isnenghi, Ilvo Diamanti, Marco Albino Ferrari, Paola Filippi e Daniele Jalla fra i 61 titoli pervenuti alla segreteria del premio – nel corso della cerimonia finale fissata a Riva del Garda (dopo il rinvio a causa del Coronavirus) il 17 settembre alle 20,30.

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trentinolibreria trentinolibri&musica di Pino Loperfido

sul comodino

discoteca trentina

di Fabio De Santi

IL DONO TERRIBILE DI VEDERE IN FACCIA IL MONDO COSÍ COM’È

ISABELLA TURSO > BIG BREAK

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na vita si può raccontare veramente solo quando quella vita non c’è più. È soprattutto per questo motivo Marta Barone inizia a farlo solo due anni dopo la scomparsa di suo padre, Leonardo. Ma sia chiaro da subito che sorvolerò brutalmente sull’indagine ben costruita e relazionata nelle pagine del romanzo “Città sommersa” (Bompiani), risultato di incontri, interviste, ricordi attraverso i quali l’autrice – tra memoir e “make of” – ci porta negli anni Settanta della lotta operaia e del terrorismo. E lo farò perché questo libro ha il pregio di avere almeno due anime. Ed è di quella più metafisica, intima e simbolica, che meglio ha saputo abbracciarmi come lettore. Il racconto delle vicende del padre, il cercare di saperne di più sulla sua giovinezza, sulle tre lauree, sul processo che lo vide imputato per “partecipazione a banda armata”, passano in secondo piano per quel che mi riguarda. E quando Marta scrive che stava “sollevando una pietra sotto cui fermentava un’oscurità molto più vasta di quanto ero disposta a sopportare” si riferisce ad una “vita sotterranea che scorreva in parallelo a quella visibile”. Questo libro si schiera così contro quella che Cristina Campo chiamava “la dittatura del visibile”, perché a saperli leggere sono tanti gli indizi che affiorano, mentre la narratrice si accorge di vivere su un “piano differente”, alla continua ricerca di un’illuminazione che peraltro arriva sempre, anche quando non percependola si è supposto fosse stata “respinta da una forza misteriosa”.

la bancarella dell’usato

€ 3,99 su eBay

Knut Hamsun Fame

Chi pensa che siano stati Bukowski o Céline a mettere per primi in pagina la rabbia e lo scontento sociale si sbaglia di grosso. In questo breve romanzo del 1890, il norvegese (norvegese?!) Knut Hamsun racconta – scioccando l’Europa letteraria di quel periodo, e vincendo il Nobel 30 anni dopo – i bassifondi e gli stenti, l’insoddisfazione, la ricerca di un’impossibile felicità. La fame del titolo è quella vera, probabilmente l’esatto contrario della stessa parola letta all’inglese, che vuol dire ben altro. In più, c’è che il protagonista di questa storia pretende di vivere di scrittura. Nel delirio più oscuro, nella fame che torce le budella, è l’arte del racconto la sua unica, assoluta necessità. (P.L.)

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sprime tutta la sua voglia di esplorare nuovi orizzonti sonori “Big Break”il nuovo lavoro di Isabella Turso. Un disco per pianoforte solo con il quale la pianista trentina si racconta artisticamente attraverso il suo personale stile, frutto di una ricerca e di un percorso in cui recupera materiale tematico del passato rivisitato in chiave moderna, in una cornice di impressioni evocative ed ambientalistiche, In “Big Break”, pubblicato dalla label Bluelldisc Music, torna infatti a materializzare nelle composizioni quello che è stato definito come: “il suo impressionismo new age nel segno del cambiamento e di una profonda riflessione sulla musica, la bellezza, sulla loro missione e il loro potere”. Fra i brani per noi più ispirati del disco ci sono “Sliding Doors”, accompagnato da un video realizzato al “Muse – Museo delle Scienze” di Trento che porta la firma di Joe Barba, l’avvolgente “Dimples”, “Rapmaninoff” (con un titolo che è tutto un programma), “Flow” e la suggestiva “Past shadows”.

ANDREA LELLI > IL TEMPO QUI ED ORA

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ono dieci le canzoni che danno forma al secondo album di Andrea Lelli. Dopo il convincente debutto nel segno di “Pindaricamente”, era il 2016, il cantautore nato a Milano ma ormai trentino d’adozione, con “Il tempo qui ed ora” fa un ulteriore passo avanti nella sua crescita d’artista e di compositore. Uscito per la label bolognese SanLucaSound di Manuel Auteri e Renato Droghetti “Il tempo qui ed ora” vuole essere una sorta di viaggio fra pop e rock creato da Lelli insieme al direttore artistico del progetto Renato Droghetti. Ad attraversare diversi pezzi del cd è anche un tappetto di elettronica che scandisce il ritmo. “Per questo progetto ho sentito il bisogno di sperimentare e lasciarmi andare – racconta Lelli – ad un sound attento alla tecnologia di oggi, per un disco che vede al suo interno un mélange di sonorità che più sento mie”. Ad impreziosire l’album la presenza nel singolo “Scale di grigi” e nel relativo video di Iskra Menarini storica vocalist (ricordate “Attenti al lupo”?) di Lucio Dalla. Chiusura affidata alla voce di Mario Cagol nella lettura di “Sotto e sopra il ponte” testo scritto da Lelli per ricordare la tragedia del ponte Morandi a Genova.


trentinolibri&musica Claudio Giunta Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca Il Mulino

Federico Sanzovo Alto Adige o Südtirol? Storia di un rapporto difficile Curcu Genovese

Alessandra Sebastiani Anime ribelli. Margareta e Dolcino al rogo Reverdito

Claudio Giunta (Torino, 1971) insegna Letteratura italiana all’Università di Trento, ed è uno specialista di letteratura medievale. Questo suo libro è dedicato a Tommaso Labranca, forse uno dei più importanti intellettuali della sua generazione. Dall’inizio degli anni ‘90 alla metà degli anni ‘10, dagli esordi con Einaudi e dall’invenzione di Anima mia con Fazio e Baglioni alle collaborazioni pagate a pezzo per «Cronaca vera», in questa repentina parabola di caduta Labranca non ha mai smesso di riflettere e di scrivere sulle cose che hanno riempito la nostra vita e l’immaginario di mezzo secolo: le canzoni, i film, l’arte contemporanea, la pubblicità, la tv, e insomma tutto quanto va sotto il nome di cultura pop. Questo libro racconta la vita di Labranca, spiega che cosa ha pensato e che cosa ha detto nei suoi 25 anni di lavoro, e attraverso di lui ridescrive il magma culturale nel quale tutti noi siamo immersi.

Gli anni compresi tra il 1957 e il 1969 e ancora, quelli che vanno dal 1978 al 1988, in Alto Adige vengono ricordati come gli anni delle bombe. Il secondo dopoguerra, infatti, fu segnato, in quella regione, da uno scontro esasperato a tal punto da causare una forte ondata di violenza. Al termine della Seconda guerra, il governo austriaco e quello italiano, assieme alle Potenze vincitrici, si ritrovarono a dover regolare la questione dei confini: la Grande guerra, infatti, aveva lasciato in eredità un territorio abitato in prevalenza da appartenenti, per lingua e cultura, al mondo tedesco, che neppure vent’anni di dittatura fascista erano riusciti ad azzerare. Una minoranza che, in quella parte del Paese rappresentava una maggioranza preponderante: questa l’eredità che il governo di Roma dovette gestire una volta deposte le armi. Il grande lavoro diplomatico, che portò all’Accordo Degasperi-Gruber, vide schierate due posizioni diametralmente opposte.

Quali emozioni ci possono trasmettere le vicende legate all’eresia dolciniana? L’appassionante vicenda di Dolcino da Novara e Margareta da Trento ha già ispirato diverse opere narrative e teatrali e affascinato molti animi libertari e romantici. In questo romanzo la prospettiva vuol essere quella, più disincantata, di alcuni giovani trentini, immersi nella odierna civiltà occidentale tecnologica, pratica e utilitaristica. Apparentemente spensierati ma anche provati dai dubbi adolescenziali sul senso della vita, cercano una loro verità, con la quale timidamente si identificano. Sono stimolati in questo loro percorso interiore anche dagli incontri con dei ricercatori visionari che li invitano a interrogarsi su tematiche spirituali, sui valori del cristianesimo delle origini, sulle filosofie orientali, fino alle più recenti scoperte sul DNA umano. Le vicende di Marcello, Eloisa e dei loro compagni di liceo si intersecano con quelle di altri giovani...

di Marco Pontoni

pietre miliari EROI PER UN SOLO GIORNO

A

pro questa rubrica dedicata agli album storici del pop-rock – mi rendo conto che la parola “album” possa suonare un po’ retrò – con un disco che forse ai giorni nostri non potrebbe uscire in questa forma: Heroes di David Bowie, pubblicato nel 1977, contenente un brano diventato, ahimè, un tormentone degli spot pubblicitari, il che non piace a noi fans della “vecchia guardia” ma ovviamente testimonia di quanto sia piaciuto e continui a piacere. Che cosa rivela un disco come Heroes? Che negli anni ‘70 poteva essere messo sul mercato un lavoro contenente un grande hit e al tempo stesso una serie di brani ostici, difficili, per lo più strumentali, come quelli che occupano la quasi totalità della seconda facciata (sì, una volta per i dischi si parlava di prima e seconda facciata). Le ragioni forse sono due. Intanto, all’epoca gli artisti godevano evidentemente di una grande libertà e, anche quando erano “arrivati“ – Bowie lo era

dai tempi di Ziggy Stardust – potevano provare a percorrere strade nuove, anche a costo di mettere a rischio la loro carriera. Inoltre, se diamo retta ad un altro gigante, Frank Zappa, i boss delle case discografiche non erano del tutto certi di capire che cosa davvero piacesse al pubblico. Nel dubbio, quindi, pubblicavano. Contando che su dieci dischi uno almeno avrebbe fatto il botto, ripagandoli dei restanti nove investimenti mediocri. Una certa differenza rispetto alla stagione attuale, in cui i protagonisti della scena musicale escono dai contest tv, no?! “Heroes” è strano davvero. Registrato negli Hansa Studios di Berlino, città che all’epoca Bowie aveva eletto a sua dimora, assieme al fedele Iggy Pop, si avvalse della produzione di Tony Visconti e del contributo di altri due artisti geniali, Brian Eno e Robert Fripp. È un disco disomogeneo ma al tempo stesso a suo modo unitario, che omaggia l’ambient music e l’elettronica tedesca dell’epoca, in primis i Kraftwerk, ma contiene anche pezzi rock complessi come Beauty and the best e Blackout. Chiude a sorpresa la sequenza di brani “meditativi” uno strepitoso funky, The secret life of Arabia. Ovviamente il disco contiene anche uno dei più grandi successi del Duca Bianco, diventato con tempo una sorta di inno ottimista, mentre all’origine era un brano romantico e decadente, centrato su due amanti che si baciano all’ombra del Muro, mentre pistole sparano sopra le loro teste. Perché si poteva essere eroi, sì, ma solo per un giorno. Non era bellissimo? 117

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TRENTINO VISTO DALL’ALTO Coordinate: 46.2010688 - 10.7447704 Altitudine: 2220 m s.l.m.

QUANTO È NERO QUEL LAGO NERO?

Luogo di “pura bellezza” All’apice della altrettanto bellissima e selvaggia Val Nambrone. Tra i più fotografati di sempre, soprattutto per lo spettacolare tramonto sulle Dolomiti di Brenta, riflesso nelle sue acque. Immancabile tappa per ogni amante di questo tipo di paesaggio. Da non sottovalutare gli adiacenti Laghi di Cornisello per suggestive fotografie con la vetta della Presanella di fronte. Per arrivarci in macchina, dalla statale che sale da Pinzolo a Madonna di Campiglio, al bivio posto 118

tmmaggio

al tornante n.4, si prende sulla sinistra in direzione “Laghi di Cornisello” (rifugio/ristorante). Per strada asfaltata (carreggiata ristretta) dopo circa 4 km, lasciato sulla destra il ristorante Val Nambrone, si inizierà a salire per tornanti per circa km 9 fino ai 2.120 mt del parcheggio del rifugio Cornisello, termine strada. Parcheggiata la macchina, seguire le indicazioni per Lago Nero, dove si giungerà in circa 30 min per strada bianca prima e sentiero per l’ultimo tratto.

100 m.


trentinoattualità

VOLTI NELLA STORIA la frase

Per saperne di più:

“Ho lavorato molto e con vera coscienza, mai improvvisando, mai facendo il mestiere cercando le facili strade del successo. Ho scritto col cuore e con grande sincerità”.

Bibliografia: Riccardo Zandonai, di Bruno Cagnoli, Società di Studi Trentini di Scienze storiche, Trento, 1978. Zandonai un musicista nel vento del Novecento, Edizioni U.C.T., Trento, 2014. Mostra:: Lo sguardo inquieto – Rovereto 1914-1918, un diario tra fotografie e opere d’arte, a Palazzo Alberti – Poja, orari: mardom 9-12, 15-18 fino al 15 marzo 2015, gli dedica una finestra.

RICCARDO ZANDONAI (1883-1944) ETÀ Nacque a Borgo Sacco di Rovereto, in quegli anni sotto dominazione del Tirolo austriaco, il 28 maggio del 1883. Fu direttore d’orchestra e compositore.

La casa natale a Borgo Sacco

LE ORIGINI La sua era una famiglia modesta: il padre Luigi faceva il calzolaio, la madre Carolina Tedeschi lavorava nella fabbrica di tabacco come zigherana, ma in casa si respirava la musica. Luigi suonava il flicorno nella banda e in famiglia si suonavano la chitarra, il clarinetto e il violino. UN GIOVANE PRODIGIO All’età di dieci anni, Riccardo venne iscritto al Ginnasio di Rovereto, a quell’epoca diretto dal maestro Vincenzo Gianferrari. Nel 1899, superato brillantemente l’esame di ammissione, iniziò a frequentare il Liceo Musicale G. Rossini di Pesaro, sotto la guida del compositore e direttore Pietro Mascagni. Grazie ai sacrifici della famiglia e al suo studio tenace riuscì a diplomarsi in soli 3 anni. IL DEBUTTO Nel 1901 al Conservatorio di Milano eseguì come saggio finale per il diploma di composizione Il ritorno di Odisseo, una musica per soli, coro e orchestra basata su un poema di Pascoli, che conquistò l’attenzione del musicista e poeta Arri-

Cartolina autografa

go Boito. Fu lui a dare fiducia al giovane talento, presentandolo all’editore Giulio Ricordi, che lo incaricò di comporre Il Grillo del focolare, tratto da un testo di Dickens. Sarà quest’opera a segnare il suo debutto teatrale, il 28 novembre del 1908 al Politeama Chiarella di Torino. Francesca da Rimini

CONCHITA E MELENIS Nel 1911 arrivò la raffinata melodia per Conchita, l’opera lirica ispirata al romanzo del francese Pierre Louÿs, al 1912 risale invece la prima di Melenis, tragedia ambientata nella Roma imperiale. REQUIEM Il compositore roveretano lavorava anche spesso insieme ai cori, per i quali ha composto anche una Messa da Requiem. LA MORTE Gli ultimi anni della sua vita li trascorse nella provincia marchigiana. Ricoverato e operato d’urgenza in un ospedaletto da campo a Trebbio Antico, tra i fragori dei bombardamenti aerei e le cannonate degli alleati che avanzavano contro i tedeschi, morì il 5 giugno del 1944, lasciando la moglie Tarquinia insieme alla figlia adottiva Jolanda. La sua tomba si trova nel cimitero di Borgo Sacco.

IL CAPOLAVORO Il lavoro che lo consacrò alla fama fu però musicare con grazia e sensibilità la tragedia di Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio. Interpretata da Linda Cannetti e Giulio Crimi nella prima in scena al Teatro Regio di Torino, nel ‘14, fu un vero successo, che ne fece la sua opera più amata e rappresentata.

HANNO DETTO DI LUI Zandonai appartiene a quegli artisti che hanno sempre mantenuto un legame con l’ambiente della loro prima formazione, della loro tradizione familiare, spirituale, culturale in genere. Contrariamente ad altri artisti che hanno sentito il bisogno di muovere verso altri ambienti, Zandonai ha continuato a frequentare e a ritornare nel suo luogo nativo e qui è tornato per la sua sepoltura. (Gianandrea Gavazzeni, durante la cerimonia del 5.06.1969, a Borgo Sacco, per il 25° della scomparsa) 119

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trentinoinunmese 1. UNO STRISCIONE PER CHICO

4. RICORDARE MALGA ZONTA NEL TEMPO DELLA PANDEMIA

6. I GIOIELLI D’ARTE DI FRANCO

Forse non tutti lo sanno, ma Chico Forti – detenuto negli Stati Uniti da oltre 20 anni – è originario di Lavis. Proprio in questa città il Comune assieme al Comitato “Una chance per Chico” ha consegnato il 5 agosto uno striscione da esporre in maniera permanente in una zona di grande visibilità.

Come ogni anno, si è tenuta la commemorazione di Ferragosto dell’eccidio nazi-fascista del 12 agosto 1944. Un anno particolare, naturalmente, questo. Ma la memoria è più forte di un virus. Così sono state centinaia le persone che hanno voluto presenziare. “Testimoni dei testimoni, partigiani dei partigiani, dobbiamo essere la continuità del ricordo” ha detto Giuseppe Ferrandi, Direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino (foto Vita Trentina).

Per 36 anni è stato direttore della Casa degli Artisti di Canale di Tenno. Adesso, a quasi 85 anni, Franco Pivetti ha deciso di dare una casa alla sua preziosa collezione d’arte che comprende opere di Dalì, Picasso, Daumier e molti altri. La Sllver Gallery ha aperto i battenti a Mori, in via Modena 84.

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7. IN BOCCA AL LUPO, MICHELE!

2. RICOSTRUIAMO COME FECE ALCIDE Concretezza e rigore sono stati alla base della Lectio Magistralis tenuta a Pieve Tesino da Marta Cartabia, Presidente della Corte Costituzionale, in occasione delle annuali celebrazioni in onore dello statista trentino, il 19 agosto. Molto toccante il paragone tra la ricostruzione del Dopoguerra e quella del dopo Covid-19.

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5. MARTINA DIENER ELETTA “MISS VAL DI FASSA”

Accettare di gestire un bar in questo periodo richiede una certa dose di coraggio. Che non è mancata, evidentemente, a Michele Stenghel, 33 anni, che, dopo essere stato per parecchio tempo barman dello stesso locale, ha deciso di buttarsi in una nuova avventura: la gestione del rinnovato Bar Centrale di Caldonazzo.

Il 6 agosto, perfino il Concorso di Miss Italia (animato dall’instancabile Sonia Leonardi) ha ripreso le sue selezioni. A Canazei, ha trionfato Martina Diener, strudentessa universitaria roveretana di 19 anni, con una grande passione per la giocoleria. Sui gradini più bassi del podio, Elisa De Poda di Contà, 18 anni, e Rebekka Kostner, 19 anni, di Bolzano.

3. NUOVO MUNICIPIO PER NAGO TORBOLE Era attesa da almeno trent’anni. Finalmente, il primo agosto scorso è stato inaugurato con una bella cerimonia, in cui sono state elencate le avanzate qualità ecosostenibili della nuova struttura.

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8. UN VIDEOCLIP RACCONTA “Restiamo a casa e... racontiamocela” è il simpatico titolo di una raccolta di testimonianze a cui il regista Michele Bellio ha pensato di affiancare una versione multimediale. Un’iniziativa della Comunità della Valle di Non.


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IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO

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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e

pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!

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